L`Italia ha sostituito la Grecia alla presidenza dell`unione eu
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L`Italia ha sostituito la Grecia alla presidenza dell`unione eu
FORUM INTERAGENZIE SULLA PREVENZIONE DEI CONFLITTI La Presidenza italiana e la prevenzione dei conflitti Report del Forum tenutosi lo scorso 11 settembre Presso il Parlamento europeo Il Forum Interagenzie sulla Prevenzione dei Conflitti riunisce un gruppo di circa 30 policy-makers di istituzioni europee, organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative e le fa incontrare regolarmente per discutere temi di attualità. Questo incontro, come è abituale all’inizio di ogni presidenza, è organizzato dall’ European Centre for Common Ground (ECCG) in collaborazione con l’European PeaceBuilding Liaison Office (EPLO). Introduzione Sandra Melone, Direttore Esecutivo ECCG, dà il benvenuto all’ambasciatore Melani,al Prof. Tullio e ai partecipanti al meeting. Discorso del Prof. Tullio (Presidente Onorario Centro Studi Difesa Civile) Introduzione Il Prof. Tullio ricorda alla platea l’anniversario degli attacchi terroristici dell’undici settembre. Mette in evidenza la connessione tra le crisi psicologiche, crisi politiche e la necessità di un approccio alla gestione costruttiva dei conflitti, compresa la dimensione civile. Egli appoggia l’ultimo Presidency paper di Safeworld e International Alert e riesamina alcune delle sue raccomandazioni da mettere in atto. 1 Importanza che la prevenzione dei conflitti divenga oggetto di una politica comune all’interno delle politiche della Comunità europea L’ Unione Europea ha riconosciuto i collegamenti esistenti tra sviluppo, povertà e conflitti ed il ruolo della cooperazione nella prevenzione dei conflitti. Tuttavia, per assicurarsi che la prevenzione dei conflitti e la costruzione della pace costituiscano una parte centrale delle politiche di sviluppo, è essenziale che per tutte le aree di cui si occupano le politiche della Comunità, come il commercio e le iniziative del settore privato, vengano prese in considerazione le cause che stanno alla base dei conflitti violenti. Le politiche e le pratiche di prevenzione dei conflitti dell’UE devono integrarsi ed essere informate da validi e rappresentativi interpreti della società civile, come parte di un approccio partecipativo e comune. 2 Rafforzare il partenariato UE-Africa nella prevenzione dei conflitti E’ importante che l’UE si concentri non solo sulle aree di ovvio interesse strategico, ma anche su quei paesi o quelle regioni affette da una situazione cronica di sottosviluppo e conflitti come per esempio l’Africa. 3 Integrare la gestione delle crisi alla prevenzione dei conflitti L’Unione Europea è profondamente impegnata a sviluppare e integrare una capacità di gestione civile delle crisi e negli anni passati ci sono stati diversi sviluppi politici fondamentali. Tuttavia, dal punto di vista della costruzione della pace, bisogna porre 1 più attenzione nel collegare la gestione delle crisi con le strategie di prevenzione a lungo termine dei conflitti. Per migliorare il funzionamento delle capacità civili di gestione delle crisi, le strutture istituzionali dell’UE e i suoi rapporti con le altre organizzazioni devono essere resi più compatibili. 4 Fronteggiare il terrorismo, la criminalità organizzata e il traffico illecito Le cause che stanno alla base del terrorismo e dei conflitti spesso sono le stesse. Le reti terroristiche e criminali stabiliscono tra loro rapporti con reciproci benefici, che destabilizzano ulteriormente le comunità vulnerabili, portando in alcuni casi ai conflitti. 5 Aumentare il coordinamento tra le istituzioni dell’ UE Applicare un’ampia e completa politica di prevenzione dei conflitti per mezzo di tutti i meccanismi e gli strumenti di cui dispone l’Unione Europea. Conclusioni Il Prof. Tullio conclude raccomandando la fondazione dei Corpi Civili di Pace europei, richiesta già avanzata più volte dal Parlamento europeo. Mentre un istituzione simile è stata prevista attualmente per l’aiuto umanitario nella bozza di Costituzione europea, tale corpo potrebbe servire la causa sia della prevenzione che della gestione dei conflitti violenti, e di collegare istituzioni europee e società civile. Discorso dell' Amb. Melani (Rappresentante Italiano al COPS) Amb. Melani dà un tributo preliminare al Ministro degli Esteri svedese Anna Lindh, la cui morte era stata confermata poco prima dell'inizio della riunione. Dibattito Sandra Melone, ECCG, e Catriona Gourlay, ISIS europa, co-presiedono il dibattito. Hanno ringraziato gli oratori e riassunto i punti chiave facilitando la discussione. La prospettiva dell' UE sulla prevenzione dei conflitti Rispondendo ad un partecipante che aveva notato che, nell'indirizzo che lui aveva consegnato il giorno prima sul Thessaloniki paper, l'Alto Rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza Javier Solana non aveva usato i termini "prevenzione dei conflitti", l’Amb. Melani ha affermato che tutta la strategia dell’Unione europea è basata sulla prevenzione dei conflitti, indipendentemente dal fatto che i termini siano stati usati o no. Un partecipante ha citato l’Alto Rappresentante Solana il quale ha affermato che l'obiettivo strategico dell'Unione è estendere la sua zona di sicurezza, creare un cerchio di buon governo e generare un ordine mondiale più stabile. Un altro partecipante, menzionando l'obiettivo raggiunto dalla Presidenza svedese nel 2001, ha ricordato alla riunione che gli strumenti a disposizione dell'UE includono anche il "potere morbido" come l'assistenza allo sviluppo, ma dipende dall'accertamento della natura delle minacce - armi di distruzione di massa o povertà, come scritto nel rapporto del Segretario Generale dell'ONU Annan. La sfida rimane assicurarsi che il primo avvertimento e la consapevolezza rimangano fra le priorità dell'agenda politica. E’ stato confermato da un altro partecipante che il collegamento tra il commercio e la prevenzione dei conflitti è esemplificata da 2 interventi economici che possono condurre ad agitazione sociale. Un avanzamento notevole risiede nella recente possibilità di usare il Fondo europeo per lo Sviluppo per sostenere le operazioni di Peacekeeping in Africa, se gli stati membro sono d'accordo. Un altro partecipante ha rimarcato che il modo in cui lavora la Commissione europea non è realmente cambiato dopo gli attacchi dell’11 attacchi Settembre, e che le cause del terrorismo sono simili a quelli di conflitto. E’ ancora poco chiaro se la guerra al terrore avrà un impatto finanziario sulle priorità, per l'UE o a livello degli stati membri. L’amb. Melani ha aggiunto che non ci sarebbe stata sicurezza europea senza una globale, e che lo spirito del documento dell’Alto rappresentante Solana è esportare dappertutto la sicurezza, ma non imporre il come dovrebbe essere assicurata, piuttosto lavorare con le società locali. L’amb. Melani ha anche messo in prospettiva le ambizioni europee di prevenzione dei conflitti notando che, su un bilancio complessivo di circa 100 miliardi di euro, solamente 4 sono stati dedicati all’azione esterna, di cui 47 milioni alla PESC- una figura che ha bisogno di essere implementata. Il ruolo dell'ONU Dopo che un partecipante ha lodato le iniziative dell’Unione europea come opportune ed eccitanti dalla prospettiva dell’ONU, in linea con le raccomandazioni del rapporto sul Millennio del Segretario Generale delle Nazioni unite, l’amb. Melani ha ammesso che il ruolo dell'ONU le è stato riconosciuto dalla sua carta e che l’Unione europea ha un contributo fondamentale da offrire. I recenti eventi nella Repubblica Democristiana del Congo (DRC) sono stati un buon esempio di questa struttura della cooperazione, dove un rapido sviluppo ha seguito una richiesta del Segretario Generale dell’ONU. L’ambasciatore ha espresso la speranza che la Presidenza possa concludersi con passi concreti per la cooperazione con l'ONU. Un altro partecipante ha citato Annan affermando che, assicurare quell'architettura di sicurezza internazionale è una priorità. La partnership transatlantica L’amb. Melani ha commentato che la pace e la sicurezza, nel mondo e per l'Europa, potrebbero essere assicurate solamente attraverso una piena partnership transatlantica. Nonostante diverse percezioni e sensibilità, il coordinamento e l’interazione dovrebbero essere massimizzate. Quando Europa e Stati Uniti agiscono insieme, ottengono risultati, mentre quando non lo fanno, falliscono i loro scopi, come visto nei mesi scorsi. Esempi attinenti includono il Medio Oriente, dove la cooperazione nel Quartetto deve essere effettiva per sostenere la Road Map, ed Etiopia/Eritrea, dove l’azione convergente ha portato la pace. Capacità civili vs capacità militari Sebbene abbia riferito che non c'è contraddizione tra strumenti militari e nonmilitari, essendo entrambi dei mezzi, l’amb. Melani ha ammesso che un incremento delle capacità militari è una misura poco popolare. Ciononostante ha affermato che è possibile spendere meglio tramite un coordinamento migliore, sviluppando delle risorse comuni, evitando duplicazioni, ecc. L’ambasciatore riconosce il bisogno di ulteriori risorse per il campo civile, nella prospettiva di un'interazione tra strumenti militari e civili. Difesa europea e/o agenzie civili Un partecipante ha ricordato che il progetto di un’Agenzia europea per la Difesa e gli armamenti è stato indicato nel progetto di Convenzione, mentre nessuna struttura simile che indirizza lo stesso livello di sforzi alle capacità civili è stata prevista. Ha suggerito che c’è bisogno di un mandato più largo per l'agenzia 3 descritta nel progetto di Convenzione, o di un'altra agenzia, distinta. L’amb. Melani ha risposto che tale agenzia civile dovrebbe evitare la duplicazione, dal momento che le risorse esistono già, essendo l’obiettivo l'efficacia. Il prof. Tullio ha ammesso che un'agenzia militare avrà sempre una posizione più rilevante nell’agenda ufficiale rispetto alla prevenzione civile dei conflitti, ma ha posto l’accento sulla responsabilità della società civile e delle ONG nel sostenere la questione, identificando soluzioni e sottoponendole alla Presidenza insieme ad una proposta concreta. "Caschi Bianchi" / Corpi Civili di Pace europei Dopo che un partecipante ha chiesto dettagli concreti sulla possibilità di realizzare un Corpo Civile di Pace europeo ("Caschi Bianchi"), il prof. Tullio ha ricordato che il concetto era già stato presentato dal governo argentino all'ONU - un'iniziativa che per la prima volta non verteva esclusivamente sull’aiuto umanitario o sullo sviluppo, ma sulle misure di confidence-building e di prevenzione dei conflitti violenti. La conseguenza è stata la creazione di UNVs (Volontari delle Nazioni Unite). A livello europeo, l'obiettivo è guadagnare credito e l'idea è stata inoltrata al Parlamento europeo. Un partecipante ha confermato che la questione è stata inoltrata più volte in diverse raccomandazioni, ma ha aggiunto che la Commissione europea ha bisogno di aiuto per elaborare un progetto coerente ed evitare i duplicati. Africa Rispondendo alle domande sul coinvolgimento dell'Unione europea in diverse regioni africane, l’amb. Melani ha affermato che l'attuale orientamento dell’Unione prende in considerazione gli sviluppi in Africa. Il coinvolgimento dell'Unione europea nella regione dei Grandi Laghi, o in Africa Orientale ed Occidentale e Meridionale è stato grande, e principalmente diretto al sostegno delle organizzazioni regionali. L'intenzione è quella di sostenere la prevenzione dei conflitti e le capacità di gestione delle crisi attraverso la capacitazione delle organizzazioni regionali. I commissari Prodi e Nielson hanno impegnato le adeguate risorse per questo sostegno al Vertice Africa- Europa di Maputo. L’amb. Melani ha fatto poi una rassegna delle situazioni regionali: l'UE è coinvolta in Liberia; le capacità di peacekeeping africane dovrebbero essere rafforzate dove necessario; nei Grandi laghi, il Rappresentante Speciale dell’UE sta lavorando con tutti gli attori coinvolti. L’ambasciatore ha riconosciuto la fragilità di alcune situazioni, come nella Repubblica Democratica del Congo, dove l'esperienza statale e di transizione può essere comparata al Burundi o al Ruanda del passato. L'intervento nella Repubblica Democratica del Congo è estremamente necessario, e il lavoro è già cominciato: una riunione è stata convocata entro pochi giorni a Bruxelles con Ibrahima Fall, Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle NU. L’approccio olistico dell’Unione europea prenderà in considerazione la complessità etnica, così come le risorse minerarie presenti. 4