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La formazione e lo sviluppo di un Team Vincente
di Maurizio Siciliano
@maurisiciliano
Riuscire a formare una squadra vincente è un obiettivo fondamentale di ogni
organizzazione umana e quindi anche in azienda. Quando si parla di formule, in questo
caso bisogna ammettere che non ne esistono di infallibili e quindi bisogna sforzarsi di
cercarne una.
Tuttavia, per approssimazioni di esperienza, posso affermare che un grande impegno,
moltiplicato per un equilibrio importante, elevati al talento, sono la formula vincente. A
parità di impegno ed equilibrio, ciò che fa la differenza è il talento. Non per nulla, imprese
scandagliano il mercato alla ricerca dei migliori talenti, dirigenti, esattamente come le
migliori squadre sportive cercano di ingaggiare i migliori giocatori e i migliori tecnici.
Dirò di più. Un buon parametro per prevedere la crescita o il calo di un’azienda è
l’osservazione del reclutamento o della fuga dei talenti.
Quello che ci interessa analizzare qui è come formare e sviluppare una squadra vincente.
In azienda spesso ci occupiamo di assemblare o riassemblare team in ottica di performance
e non ci discostiamo nelle fasi della formazione e dello sviluppo da attività che si ripetono,
in modo che è possibile tentare di stabilire una teoria.
Già Bruce Tuckman definì 4 fasi dello sviluppo di una squadra: FORMAZIONE,
CONFLITTO, NORMALIZZAZIONE E RENDIMENTO/CONSOLIDAMENTO.
Le aziende risultano un esempio interessante per osservare la successione di queste fasi.
La Formazione è la fase in cui si costituisce il team e i suoi membri iniziano a lavorare
insieme. Può capitare che siano amalgamati insieme per la prima volta. Vengono fissati
obiettivi, budget, sfide da affrontare e dettagli. Tutti agiscono nel miglior modo possibile,
contribuendo con tutto quello che sanno e che possono fare. Tuttavia si tratta di contributi
strettamente individuali, la somma dei quali non da ancora una squadra di lavoro. È il
momento in cui ci si conosce. Tutti vedono e imparano come ognuno si comporta di fronte
alle sfide e alla pressione. In questa fase, i membri del team oltre a contribuire con il loro
impegno e le loro conoscenze, dovranno stare attenti ai comportamenti degli altri, per
coordinare e costituire il gruppo.
La fase successiva è quella del Conflitto che è inevitabile. Soprattutto quando i membri
tra loro si conoscono poco. Il conflitto nasce per la concorrenza che si genera attorno ad
idee, progetti e responsabilità che corrisponderanno a ciascuno. In questo momento, si
strutturano le leadership e si ridimensionano le aspettative iniziali di alcuni.
È una fase critica che alcuni staff non riescono a superare, finendo con il disgregarsi. I
conflitti sono inevitabili e possono nascere da gelosie, responsabilità e conflitti di
competenze per i quali non si viene scelti, conflitti aperti e rabbiosi o sotterranei, nei quali
le persone deluse rimangono in silenzio. La cosa più normale è che entrambe le situazioni
convivano: persone apertamente critiche e rabbiose e altre silenti. In ogni caso, affinché il
team viva, è necessario che i membri più esperti e maturi intervengano per riportare
accordo ed equilibrio.
Il ruolo del leader è fondamentale. Dovrà essere disponibile con tutti i membri della
squadra, dimostrarsi paziente e tollerante e fermo quando bisogna affermare delle
direttive. I conflitti devono essere appianati. Rinviarne la soluzione è un grave errore di
prospettiva, perché i problemi riemergeranno più gravi di prima. Non bisogna dimenticare
che in ogni team ci sono problemi di gestione di ego e vanità, più o meno ampi e anche
questi vanno gestiti con lo stesso equilibrio e pazienza. Pazienza, tolleranza e accordo sono
in punti cardine per superare una fase di conflitto inevitabile. In questa fase, anche le
performance possono risentire della conflittualità e calare, ma è un fatto episodico.
Quando si riescono a superare queste fasi si arriva alla fase della Normalizzazione.
In questo momento tutti sanno cosa devono fare, più o meno, e come devono comportarsi
con gli altri componenti del gruppo. Si possono essere create nel tempo regole scritte o
derivate dalla pratica seguita.
In questa fase il rischio maggiore è la perdita di creatività, di innovazione a scapito di uno
spirito conservatore che è tipico delle maggioranze che si consolidano. Ma nella vita di
un’organizzazione ci sono anche questi momenti ed è giusto anche pianificare e dedicarsi
all’ordinario.
In questa fase si verifica l’efficacia della nuova gestione e del lavoro di team e generalmente
le performance migliorano e crescono.
Alcuni team riescono ad arrivare alla quarta fase, di Sviluppo, ma non tutti. Quella del
consolidamento del gruppo.
In questa fase il team si comporta come un’autentica unità. Conflitti gratuiti o inutili non
esistono, a meno che non siano generati da fattori esterni. I membri della squadra si
stimano e rispettano le reciproche competenze e personalità. Ognuno si sente libero di
esprimersi senza paura di essere frainteso. La comunicazione è fluida e i risultati arrivano
con facilità. Tutti abbiamo vissuto alcune di questi momenti in cui il vento soffia sempre a
favore e in cui ci sentiamo vicini ai colleghi e condividiamo con loro i successi.
I team passano varie volte attraverso queste fasi. La vita dell’azienda è sinusoidale, non
lineare. Di solito si passa da una fase all’altra, avanti e indietro e la cosa più importante è
capire in quale fase ci troviamo e comportarci di conseguenza, per il bene del team e del
risultato finale.