Nato morto al Veneziale Chiesto risarcimento milionario alla Asrem
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Nato morto al Veneziale Chiesto risarcimento milionario alla Asrem
SABA 12 - ANNO XV - N. 269 SABATTO 29 SETTEMBRE 20 2012 VIA G. BER TA, 7 6 - 86 170 ISERNIA - TEL. 0865.4 155 13 - FFAX AX 0865.4039 73 BERT 76 861 0865.41 551 0865.403973 Perizia legale attesa per dicembre Nato morto al Veneziale Chiesto risarcimento milionario alla Asrem Ci vorrà ancora del tempo per sapere perché quel bambino è nato morto. Il medico legale Serena di Giorgio ha chiesto altri 30 giorni per approfondire gli esami richiesti. Si tornerà in aula il 19 dicembre prossimo. Si è chiusa così, ieri al tribunale di Isernia, l’udienza di un processo civile intentato da una coppia dell’Isernino nei confronti della Asrem. I genitori del bimbo nato morto hanno chiesto un milione di euro di risarcimento danni. La vicenda risale al 2004. Una donna donna alla 41esima setti- mana di gravidanza si recò al Veneziale di Isernia per fare il tracciato, ossia quella verifica precedente il parto che serve per misurare i battiti cardiaci e la reazione del bimbo alle contrazioni uterine. Nonostante presunte anomalie, la donna fu dimessa e invitata a tornare per il parto. Quando tornò a casa, la donna non sentì piu’ il bimbo muoversi in grembo. Tornò in ospedale, dove ebbe una notizia agghiacciante: morte intrauterina del feto. A questo punto i genitori del piccolo – un maschietto di quattro chili – decisero di fare causa alla Asrem, affidandosi all’avvocato Lucio Epifanio. Si parlò di imperizia e negligenza da parte del personale sanitario. Ma la Procura pentra archiviò il caso. Ma la coppia non si è arresa. Ha intentato una causa civile per chiedere i danni morali e materiali, che ha preso il via nel 2009. L’Asrem, in autotutela, ha chiamto in causa due medici. Uno di loro, mai indagato a livello penale, è tutelato dal noto avvocato isernino Gianni Perrotta. Il professionista sostiene che il suo assistito non era presente quando si verificò la tragedia. Per fare chiarezza il giudice Ruscito ha chiesto una perizia alla Di Giorgio. Un compito tutt’altro che facile (tra l’altro è passato molto tempo), che comunque ha richiesto piu’ tempo del previsto. Il risultato è atteso per dicembre. SABA 12 - ANNO XV - N. 269 SABATTO 29 SETTEMBRE 20 2012 RED AZIONE ISERNIA REDAZIONE Il responsabile della Pastorale: bisogna però mettersi a lavorare seriamente Sanità, si può ancora sperare Ne è convinto don Francesco Martino: ci si può allontanare dal baratro AGNONE. “dopo aver lavorato ulteriormente, anche alla luce delle osservazioni emerse segnalate dai commissari ad Acta attraverso un proficuo dialogo e mail, l’Ufficio della Pastorale Sanitaria diocesana presenta l’esito definitivo, corretto e approfondito del lavoro svolto in materia, conscio che il suo unico dovere e la sua missione è quella della proposta alle autorità competenti, per il bene comune della popolazione della sua Regione di appartenenza, di alternative valide, serie e non demagogiche, anche nella dramma- ticità di questa situazione, che tendano alla risoluzione dei problemi per il progresso, la vita e la salvezza di questa terra”. Esordisce così don Francesco Martino, responsabile della Pastorale Sanitaria, dopo aver inviato ai responsabili della politica regionale ed ai vertici dell’Asrem nonché ai Commissari una “bozza” corretta della precedente proposta “Quadro per Programma Sanitario predisposto per la concretizzazione del progetto di Piano Sanitario Regionale 2012/ 2014”. Già la settimana scorsa il sacerdote esperto oramai Don Francesco Martino in “strategia sanitaria” aveva inviato un suo elaborato. “Dopo la nota di risposta dei Sub Commissari Basso e Rosato, inviata a questo Ufficio via email –afferma don Francesco- sull’invio della Proposta la struttura dell’Ufficio per la pastorale sanitaria della Diocesi di Trivento, accogliendo le critiche accennate, si è messo al lavoro nuovamente sulla proposta stessa e l’ha sottoposta ad una analisi approfondita, per vagliarne ulteriormente la consistenza, la praticabilità, la proponibilità e la sostenibilità stessa. Frutto del lavoro dei giorni dal 23 al 27 settembre 2012 è la relazione integrativa, che intende cor- reggere e precisare meglio le indicazioni emerse nella prima relazione illustrativa, per una migliore comprensione”. Notti insonni di don Martino per trovare strade possibili, numeri da far quadrare per la sanità molisana. “Ritengo in coscienza di aver fatto tutto quanto nelle mie possibilità per la salvezza non solo della mia terra, ma anche delle aree limitrofe di questa Regione, secondo il dovere precipuo di istituzione della Chiesa Cattolica rappresentata, e precisamente di essere al fianco degli ultimi e dei poveri, in questo caso della gente vivente nelle periferie della regione. L’Ufficio Pastorale –aggiunge il don- è conscio che questo momento rappresenta l’ultimo atto di una partita cominciata nel 2000, quando iniziò la “questione sanitaria”, oggi giunta al suo esito finale e probabilmente al punto di non ritorno. Adesso –conclude Francesco Martino- a chi di dovere spetta l’onere della decisione e della responsabilità per gli esiti di questo percorso spinoso e drammatico di questi anni, che a nostro giudizio si poteva e si può ancora evitare se ci si mette seriamente a lavorare per allontanare la “questione sanitaria molisana” dal baratro in cui la si sta facendo precipitare e si cessa dall’assumere atteggiamenti demagogici, ma dannosi per il futuro della comunità”. Vila 15 12 - ANNO XV - N. 269 2012 SABATTO 29 SETTEMBRE 20 SABA RED AZIONE ISERNIA REDAZIONE Ss Rosario, il Consiglio di Stato sospende l’ordinanza del Tar di Marco Fusco Clamoroso: il Consiglio di Stato, a distanza appena di 24 ore dall’istanza presentata dai Commissari della Sanità Molisana, unitamente a Consiglio dei Ministri, Ministero della Sanità, Ministero dell’Economia, ha deciso di annullare l’efficacia dell’Ordinanza emessa dal Tar Molise lo scorso 31 agosto (ordinanza numero 452 ndr) con la quale i giudici di Campobasso nominavano, tra l’altro, Commissario ad Acta il prefetto di Isernia per far rispettare una precedenze ordinanza, quella del luglio 2011 che, di fatto, congelava i tagli per il nosocomio venafrano. Tutto questo in attesa dell’udienza di merito, fissata per il prossimo 19 ottobre. La notizia è stata accolta con stupore a Venafro e, soprattutto, da membri del Comitato sorto a difesa del Santissimo Rosario, presieduto da Gianni Vaccone. A parlare è il legale del Comitato Alfredo Ricci che parla di una decisione gravissima. “ E’ una decisione gravissimaci dichiara l’avvocato Alfredo Ricci-, un attentato anche all’autonomia regionale. Questa decisione dovrebbe far balzare dalle poltrone di Palazzo Moffa tutti i consiglieri regionali. “ Proprio nei giorni scorsi, l’avvocato Ricci ha provveduto a depositare presso il Tar Molise motivi aggiuntivi rispetto alla precedente istanza per il mancato rispetto dell’Ordi- nanza del 31 agosto. Ma Ricci fa capire che se dovesse passare il principio anticipato dal provvedimento di urgenza del Consiglio di Stato che ha dato la sospensiva ai ricorrenti, a quel punto sarebbe a rischio non solo l’autonomia della regione ma anche la sanità pubblica molisana che verrebbe sottodimensionata, con gravissime conseguenze per la salute dei cittadini. L’ultimo pronunciamento dei giudici dunque secondo molti ina- sprisce ancora di più i rapporti tra i due commissari alla sanità, Basso e Rosato e il consiglio regionale che si vede scavalcato senza possibilità di operare e prendere decisioni in piena autonomia. E così, almeno fino alla sentenza di merito, con l’udienza fissata per il 19 ottobre 2012, non ci sarà nessun reintegro di reparti chiusi all’Ospedale Santissimo Rosario di Venafro. Niente Pronto Soccorso, niente rianimazione e ora potrebbe anche essere trasferito Ortopedia al Veneziale di Isernia. Con buona pace di tutti. 12 - ANNO XV - N. 269 2012 SABATTO 29 SETTEMBRE 20 SABA RED AZIONE ISERNIA REDAZIONE Le critiche nascono da un raffronto con l’ospedale di Isernia, dove ci sono “letti tutti occupati, offerta al top, cortesia” Sanità malata, la gente non ne può più Giudizi durissimi sul Ss. Rosario: struttura inutilizzata e con personale demotivato Il Ss.Rosario di Venafro di Tonino Atella VENAFRO. I venafrani e Isernia, e viceversa. Non c’è mai stato feeling. Dissonanza o, se si preferisce, discrepanza storica e naturale, che ne hanno continuativamente contrapposto realtà e peculiarità. Oggi invece ospitiamo l’intervento di un venafrano “doc e purosangue” che, recatosi al Veneziale d’Isernia per visitare un degente, attesta le positività del vivere isernino, e specificatamente le qualità dell’ospedale pentro in netto contrasto con le defaillances, le pecche del SS Rosario. Per dirla tutta, mai un venafrano avrebbe in passato accettato di fare tanto, ossia elogiare Isernia e denigrare Venafro, ma la realtà è tale ed il nostro interlocutore per onestà ben volentieri afferma quanto di seguito si legge. “Mi sono recato al Veneziale –asserisce l’uomoper far visita ad un mio concittadino lì ricoverato. Ho avuto subito l’impressione, assai confortante come cittadino, di trovarmi in una struttura sanitaria efficiente, valida ed apprezzabile. Ovvio da parte mia andare immediatamente col pensiero al SS Rosario e paragonare l’uno all’altro. Da venafrano onesto e concreto ammetto che il confronto non sussiste, o meglio è tutto a favore del Veneziale ! Il nostro “povero” SS Rosario, tanto amato ed accudito da tutti i venafrani, è ormai solo uno sbiadito ricordo di quello che è stato per decenni. Tutt’altra cosa invece il Veneziale : intelligente utilizzo in toto della struttura, reparti ed unità al massimo della recettività e quindi offerta al top, camerate, stanzette e letti tutti occupati, personale impegnatissimo ed assai attivo, cortesia da parte di ciascun lavoratore ospedaliero e addirittura … la Carta dell’accoglienza “per fornire –si legge nel pieghevole- informazioni sui servizi che potranno essere utili durante la permanenza in Ospedale” ! Un’accoglienza cioè -prosegue il nostroall’insegna dell’efficientismo e della massima civiltà, giusto come si conviene ad una struttura sanitaria pubblica”. Quindi una lunga pausa di riflessione da parte del nostro interlocutore che aggiunge : “Tornandomene a Venafro, ho pensato al SS. Rosario e delusione e sconforto hanno fatto a gara ad assalirmi. Oggi il nostro ospedale cittadino è tutt’altro che un ospedale civile ; è mezzo vuoto, tante stanze e tanti corridoi sono deserti e al buio, di personale ne gira pochissimo e men che meno sono i pazienti, non essendoci più tanti servizi che prima ne facevano un efficientissimo ospedale civile di zona”. L’amarissima conclusione dell’uomo : “ Lungo la strada di rientro a casa ho scosso più volte la testa, non riuscendo a capacitarmi di quanto è successo negli anni al nostro storico SS Rosario, L’ospedale Veneziale di Isernia ridotto ormai ai minimi termini e soprattutto privato delle prestazioni proprie ed irrinunciabili di un ospedale civile degno di tal nome, in netto contrasto con la positiva e bella realtà del Venezia- L’Irccs si conferma leader nel settore della ricerca sulle neuroscienze Il Neuromed sbarca in Europa L’istituto partecipa al Techitaly dell’ambasciata italiana a Bruxelles POZZILLI. Il Neuromed partecipa, dal 2 al 4 ottobre, al prestigioso Techitaly 2012, l’evento organizzato dall’Ambasciata italiana di Bruxelles, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’evento punta sulla “Innovazione industriale come motore della crescita europea” mostrando molte delle eccellenze italiane nell’ambito tecnologico-industriale; l’invito ricevuto ratifica, dunque, la posizione guada- Nella foto il Neuromed di Pozzilli gnata dall’Istituto di ricerca molisano tra le eccellenze italiane nel campo della sanità. La presenza del Neuromed a Bruxelles, in seno alla Tavola Rotonda sul tema dell’innovazione industriale al servizio della salute, costituisce un’importante occasione per l’Istituto per rafforzare il proprio posizionamento strategico quale attore nel settore delle neuro-scienze, sia sullo scenario nazionale che internazionale. Un posizionamento che è sempre più allineato con la strategia europea di ricerca “Europa 2020” e soprattutto con il prossimo programma di ricerca “Horizon2020”. Tale programma infatti, concentra la propria azione sulle sfide prioritarie del contesto europeo tra cui l’invecchiamento in salute della po- le d’Isernia. Perché mai al SS Rosario è successo tutto questo e soprattutto perché in danno specificatamente di Venafro e dei venafrani ?”. Se qualcuno vuole e sa rispondere... polazione, tema da sempre al centro delle attività di ricerca dell’IRCCS Neuromed. Sostenuto dal Parlamento europeo, dal Comitato economico e sociale europeo e dal Comitato per lo Spazio europeo della ricerca, Horizon 2020 raggrupperà tutti i finanziamenti dell’UE per la ricerca e l’innovazione in un unico quadro di riferimento, al fine di rilanciare crescita, innovazione e competitività in Europa. La trasformazione delle scoperte scientifiche in prodotti e servizi innovativi avrà come obiettivo il miglioramento della vita di tutti i giorni dei cittadini europei, la creazione di nuove opportunità commerciali e, più in generale, la leadership dell’industria europea nel contesto globale dell’innovazione. RED AZIONE TERMOLI REDAZIONE SABA 12 - ANNO XV - N. 269 SABATTO 29 SETTEMBRE 20 2012 Dopo la chiusura del Bambin Gesù si parla della soppressione di altri reparti Da ospedale a poliambulatorio Sembra segnato il destino del Vietri L’ospedale Vietri Cresce l’ansia per il destino dell’ospedale Vietri di Larino. Mentre ieri è terminato definitivamente un altro triste capitolo della sanità regionale con la chiusura, peraltro annunciata già dal mese di luglio, del centro pediatrico Bambin Gesù di Roma, si torna a parlare della soppressione di altri reparti del nosocomio frentano. Il Piano Sanitario, redatto da Filippo Basso, il commissario ad acta inviato dal governo Monti, non perdona: l’ospedale di Larino, come quello di Venafro e Agnone, deve trasformarsi in un poliambulatorio. Dunque, entro la fine di quest’anno l’ospedale, inteso come struttura di ricovero per acuti, non deve esistere più: via libera, quindi, alla soppres- sione gruaduale dei reparti. Ricordiamo che il Vietri ha già perso il reparto di Ginecologia ed Ostetricia. Nonostante i proclami, non è mai stato riaperto. Nel 2011 il nosocomio ha rischiato di perdere il reparto di Medicina e Chirurgia ed il ridimensionamento di quello di Oculistica, una volta fiore all’occhiello della sanità regionale. Sui provvedimenti presi in merito, il Comitato pro Vietri, ha inoltrato, come è noto, il ricorso al Tar, di cui si attende la sentenza di merito che sarà emessa il prossimo 11 ottobre. Ora si parla della prossima soppressione (entro i primi giorni del mese di ottobre) di altri due reparti, quello di Riabilitazione e quello di Oculistica. Sembra, dunque, ormai segnato il destino di un ospedale che ha sempre avuto i conti in regola e che, insieme al San Timoteo di Termoli, garantisce i livelli essenziali di assistenza nel Basso Molise. Proprio su questo punto fa leva il ricorso inoltrato dal Comitato civico: i cittadini del Basso Molise, come quelli del resto della regione, hanno diritto ad un certo numero di posti letto: non si capisce, dunque, come questo numero sarà rispettato se il Vietri verrà chiuso. I rappresentanti del Comitato ne sono convinti: anche se verranno soppressi altri reparti prima che sia emessa la sentenza di merito, se questa sarà favorevole, dovrà essere nominato un nuovo commissario ad acta con il compito di riesaminare ed rielaborare il piano sanitario regionale. Se, al contrario, la sentenza sarà sfavorevole, allora sarà il momento di accettare la fine. La domanda sorge spontanea però: a cosa servirà, in questo caso, l’enorme e costosa struttura realizzata per ospitare il Vietri? CAMPOBASSO E PROVINCIA Sabato 29 settembre 2012 7 SIMPOSIO ORGANIZZATO DALL’UNITÀ DI CHIRURGIA VASCOLARE DEL CARDARELLI DIRETTA DA GIUSEPPE BIANCHI «La patologia cardiovascolare» Incontro con i medici molisani su temi scientifici e di attualità C AMPOBASSO. “La patologia cardiovascolare” il titolo del convegno in programma oggi, organizzato dalla Uoc Chirurgia Vascolare A. Cardarelli di Campobasso diretta dal professor Giuseppe Bianchi. Il simposio che si terrà presso l’aula magna dell’Unimol in via Francesco De Santis a Campobasso a partire dalle 9,45 vedrà impegnati relatori che appartengono al mondo scientifico nazionale ed internazionale. La chiusura dei lavori è prevista per le 18. Ecco il programma nel dettaglio: -8,45-9: Indirizzo di benvenuto del magnifico rettore Giovanni Cannata e saluto delle autorità. Prima sessione - moderatori: dottoressa C. Politi, dottor. V. Iannaccone, dottor A. Aiello, dottor M. Malerba; -9,20-9,40: Aterosclerosi: dalla Biologia alla Fisiopatologia. Professor Nicola Ferrara (Docente Università degli Studi del Molise); -9,40-10: Classificazione, storia naturale e trattamento convenzionale degli aneurismi dell’aorta professor Giuseppe Bianchi (direttore Uoc Chirurgia vascolare dell’ospedale di campobasso Cardarelli; dottor C. Mannetta (direttore medico Uoc Chirurgia Vascolare A. Cardarelli); -10-10,20:Trattamento endovascolare: ieri, oggi e domani.. professor G. Coppi (docente Università degli Studi di Modena - Reggio Emilia); 10,20-10,40: Presentazione progetto “screening finalizzato alla diagnosi precoce dell’aterosclerosi” professor G. Lembo (Docente Università degli Studi di Roma “La Sapienza”) Seconda sessione - moderatori: dottor G. Paglione, dottor G. Sabusco, dottoressa R. Di Pilla, dottor L. Iacobucci; - 11-11,20: Casi clinici: nostra esperienza, dottor L. Iorio (direttore medico Uoc Chirurgia Vascolare A. Cardarelli ); dottoressa Cucciolillo (direttore medico Uoc Chirurgia Vascolare A. Cardarelli); -11,20-11,40: La malattia del tronco comune: il punto di vista del cardiologo: professor F. Versaci (direttore Uoc di Cardiologia A. Cardarelli); -11,40-12: La malattia del tronco comune: il punto di vista del cardiochirurgo. Professor F. Ales- sandrini (direttore Cardiochirurgia Fondazione Giovanni Paolo II); -12-12,20: La morte cardiaca improvvisa: stato dell’arte: dottor E. Musacchio (direttore Uoc di Cardiologia S. Timoteo Termoli). Terza sessione - moderatori: professor B. Moncharmont, dottor M. Tagliaferri, dottor N. Iorio, dottor G. Di Pilla; 12,20-12,40: Trapianti cellulari e strategia di medicina rigenerativa nelle patologie cardiovascolari.: professor C. Ricordi (Cell Transplant Center and Diabetes Research - Usa); disussant: dottor. E. Caradonna (Cardiochirurgia Fondazione Giovanni Paolo II ); -12,40-13: L’esperienza del “Cardiovascular Institute Baptist Hospital Miami” nel trattamento della patologia acuta e cronica della carotide interna intra ed extracranica.: professor I. Linfante ( Baptist Cardiac and Vascular Institute - Florida I. University). Discussant: professor A. Spallone (neurochirurgo Ncl – Ist. Neuroscienze Roma); -14-15:Tavola rotonda, moderatore: professor N. Ferrara. Prevenzione, nutrizione e “over-nutrition”, ruolo del Medico Curante.Professor C. Ricordi, Prof. O. Di Pietro (Bay Harbour Urgent Care - USA), professor G. Oriani (Docente Università degli Studi del Molise), dottor R. Flocco (Uoc Anestesia e Rianimazione A. Cardarelli), colleghi in sala; - 15-16: tavola rotonda, moderatore: dottoressa Anna La Rosa, La sanità che potremo permetterci nei prossimi venti anni: Michele Iorio (presidente Regione Molise), Angelo Percopo ( direttore generale Asrem), Antonio Palumbo, Camillo Riccioni (direttore generale Regione Lazio); Aldo Patriciello (deputato al Parlamento Europeo) – prospettive europee, Camillo Ricordi, Oliver Di Pietro – prospettive statunitensi. -16-17: discussione dei casi clinici. E’ prevista la partecipazione di personalità del mondo della sanità e dell’economia. Dopo la chiusura dei lavori ci sarà la distribuzione e ritiro dei questionari per l’accreditamento Ecm. TERMOLI - BASSOMOLISE Sabato 29 settembre 2012 Oculisti di Puglia, Molise, Abruzzo e Campania in convegno a Larino L ARINO. Oculisti di Molise, Puglia, Abruzzo e Campania riuniti in un convegno per affrontare temi legati ad alcune patologie degli occhi. L’incontro, previsto per la giornata di oggi, sabato 29 settembre, alle ore 9, presso la sala convegni dell’ospedale di Larino, vedrà la presenza di 140 medici specialisti in Oftalmologia, 20 infermieri e 20 ortottisti provenienti da tutto il Molise e dalle regioni limitrofe. L’incontro è organizzato dall’U.O.C. di Oculistica dell’ospedale Vietri, diretto dal dottore Antonio Covatta, ed è presieduto dal dottore Ermanno Dell’Omo. Il corso di formazione ha per tema: “Occhio e tempo – il divenire biologico e tecnologico”. “L’incontro – afferma il dottore Giancosimo Avolio, organizzatore dell’evento – si articola in tre sessioni ed affronta una serie di problematiche che vanno dall’invecchiamento dell’occhio, all’evoluzione della rifrazione nell’età, alla motilità del bambino nell’adulto, alla superficie oculare oggi, agli integratori ed all’alimentazione per la salute dell’occhio”. Il corso spazia anche su altri aspetti specifici legati alle patologie dell’occhio. “Si tratteranno anche argomenti legati alle nuove prospettive terapeutiche del segmento anteriore e posteriore dell’occhio – dice Avolio – alla robotizzazione dell’intervento di cataratta, all’evoluzione mini-invasiva delle tecniche di cheratoplastica, al glaucoma, al nervo ottico, alla degenerazione maculare senile”. L’evento durerà l’intera giornata e vedrà la partecipazione di numerosi relatori. Direttore scientifico dell’evento è il professor Costagliola, dell’Università del Molise. 9 10 CITTÀ DEL MOLISE Sabato 29 settembre 2012 Bimbo nato morto, slitta la perizia Il consulente Serena Di Giorgio chiede altri 30 giorni La famiglia vuole un risarcimento da 1 milione di euro ISERNIA. Occorreranno altri 30 giorni al perito nominato dal tribunale di Isernia, Serena Di Giorgio, prima di far luce sul decesso di un bimbo nato morto nel 2004 presso l’ospedale Veneziale. Il medico legale ha infatti chiesto un nuovo termine al giudice pentro, prima di depositare la relazione. La vicenda si riferisce a una donna dell’hinterland pentro giunta alla quarantunesima settimana di gravidanza, cui fu diagnosticata la morte intrauterina del feto. Con conseguente ricovero, intervento di taglio cesareo ed estrazione del feto già morto. Un maschietto di 4 chili, completamente formato, ma deceduto per un’asfissia intrauterina. I genitori del piccolo decidono di fare causa all’Azienda sanitaria locale. Si rivolgono all’avvocato Lucio Epifanio, cui forniscono tutta la documentazione medica. Dalla quale si evincerebbe che il decesso sarebbe stato causato da imperizia e negligenza dei sanitari e del personale del nosocomio. I quali, secondo le accuse, avrebbero omesso di approfondire la vicenda clinica della paziente con le opportune indagini, nonostante la donna si fosse sottoposta a controlli quotidiani durante gli ultimi giorni di gravidanza. La procura di Isernia apre un’inchiesta. Viene indagato un ginecologo, ma il procedimento viene archiviato. Tuttavia, i genitori del piccolo intentano un’azione civile, sempre tramite Epifanio. E chiedendo danni morali e materiali per 500mila euro a testa. Nell’aprile 2009 inizia il processo dinanzi al giudice di Isernia Antonio Ruscito. L’Asrem, in autotutela, chiama in causa due medici. Uno di essi, assistito dall’avvocato del Foro pentro Gianni Perrotta, non era mai stato indagato a livello penale. Tanto che il difensore sostiene non fosse nemmeno presente, al momento dei fatti contestati. Si torna in aula il 19 dicembre. 14 ISERNIA E PROVINCIA Sabato 29 settembre 2012 Accolto il ricorso inoltrato dai commissari alla Sanità Filippo Basso e Nicola Rosato SS. Rosario, tutto da rifare Il Consiglio di Stato sospende la decisione del Tar che imponeva il ripristino dei reparti chiusi R OMA. La sentenza è deflagrata come una bomba nella mattinata di ieri. Il Consiglio di Stato, con una decisione clamorosa, ha annullato l’efficacia della sospensiva del Tar Molise che a luglio scorso aveva imposto il ripristino dei reparti chiusi all’ospedale SS. Rosario. Dunque i reparti chiusi e poi reintegrati, ora, saranno di nuovo chiusi in attesa che, a novembre prossimo, il Tribunale amministrativo si pronunci nel merito. Il Consiglio di Stato ha accettato il ricorso presentato dal commissario ad acta Filippo Basso e del sub commissario Nicola Rosato, che si erano opposti alla decisione di reintegrare i reparti chiusi all’ospedale di Venafro. Una batosta per il Comitato Pro SS. Rosario, che ora appare disorientato. Il rappresentante Gianni Vaccone, tramite l’avvocato Alfredo Ricci, aveva ottenuto una prima vittoria il 7 luglio 2012. Con l’ordinanza di sospensiva del Tar Molise in ordine alle azioni di dimensionamento messe in campo dall’Asrem, dal commissario e dai sub commissari alla Sanità, che colpivano il cuore della struttura venafrana. Quel giorno con propria ordinanza, i giudici amministrativi spiegavano con chiarezza: “Risulta che i motivi di doglianza relativi alla contestata violazione dell’ordinanza di questo Tar numero 124 del 2011 appaiono fondati. Rilevato che la richiamata documentazione attesta che sono in corso di esecuzione misure organizzative di ridimensionamento dei servizi di assistenza sanitaria erogati dal nosocomio santissimo Rosario di Venafro. E che tali misure sono in contrasto con la richiamata ordinanza cautelare, si rende necessaria la nomina di un commissario ad acta che assicuri l’esecuzione del provvedimento di questo Tar, privando di effetti ogni misura organizza- tiva adottata nel lasso di tempo tra il deposito dell’ordinanza numero 124 del 2011 e la decisione di merito del ricorso”. Dunque, la situazione, nell’ospedale di Venafro sarebbe dovuta tornare esattamente a un anno prima. Per farlo, il Tar aveva anche individuato nella figura del prefetto di Isernia, Filippo Piritore, il commissario ad acta con il compito di vigilare sul ripristino dei servizi. Giorni fa, Piritore aveva incontrato i membri del comitato e l’avvocato Ricci. “Devono darci ciò che ci hanno tolto: pronto soccorso, rianimazione, quattro posti di chirurgia e quelli tolti a medicina – spiegava al nostro quotidiano Gianni Vaccone - altrimenti sono già pronte le carte per la Procura di Roma. Allora vedremo se chiuderà l’ospedale di Venafro o quello di Isernia”. Insomma, sembrava procedere tutto per il meglio. Fino a ieri: ora la tensione ricomincia a salire. Politica Sabato 29 settembre 2012 C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected] L’agenda di Palazzo Moffa Piano sanitario, Sel attacca Iorio “Consiglio esautorato per colpa sua” CAMPOBASSO. “Quando a gennaio il governo ha chiamato le Regioni che dovevano adempiere ai rispettivi piani di rientro dal deficit sanitario per decidere insieme il da farsi, quasi tutti i presidenti hanno deciso di fare un passo indietro a favore di un commissario esterno, nominato da Palazzo Chigi. Quasi tutti perché in quel frangente Michele Iorio scelse di essere confermato quale Commissario ad acta per la gestione del piano e con lui venne confermato Morlacco e nominato Rosato”. Filippo Monaco, consigliere di Sel se la spiega così la vertenza sanità. Il tema, quello della guerra di competenze fra il commissario e la Regione sull’adozione dei provvedimenti – a cominciare dal piano di settore – è di estrema attualità. Lunedì il provvedimento tornerà in discussione. O meglio: è iscritto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio, ma il governatore Iorio in questi giorni avrebbe dovuto cercare una mediazione con il ministero della Salute. Sarà lui a dire in Aula se l’ha trovata. “Lo strappo alla democrazia è avvenuto, quindi, molto prima dell’arrivo di Filippo Basso. Michele Iorio era pienamente consapevole che solo continuando a gestire personalmente la sanità – osserva Monaco - avrebbe potuto perseguire il suo piano, quello di gestire la sanità in maniera clientelare e familistica e l’esautorazione degli altri organi regionali giocava a suo favore. Nessuno invocò il rispetto della democrazia, benché in molti ritenemmo pericolosa la conferma del presidente-commissario sulla base di una semplice costatazione di fatto. Il 3 aprile una nuova verifica dalla quale sono emersi solo dati negativi e, pertanto, il Consiglio dei ministri il 7 giugno ha nominato Filippo Basso quale commissario ad acta per l’adozione e l’attuazione degli obiettivi prioritari del piano di rientro e dei programmi operativi non compiutamente realizzati. Una scelta perfettamente in linea con quanto previsto dall’articolo 102 della Costituzione. Il 20 luglio si è poi svolta la riunione degli organismi di monitoraggio per verificare il risultato d’esercizio 2011 e la relazione sullo stato patrimoniale del 2011. In realtà – prosegue il consigliere regionale - nulla di tutto questo è accaduto in quanto i dati richiesti non sono mai arrivati a destinazione, la documentazione non è stata prodotta da parte della gestione commissariale. Parlare di ritardo è riduttivo, si tratta di assenza dei più elementari compiti amministrativi. Questa assenza di documentazione potrebbe essere un’implicita ammissione di incapacità o un barlume di vergogna che trattiene dal rendere pubblico il disastro che si è consumato. Eppure si aveva ancora il coraggio di chiedere l’accesso ai fondi Fas per la copertura del disavanzo a tutto il 2009, ovviamente negato così come l’erogazione delle spettanze residue legate alle risorse premiali. Iorio è stato capace di gettare nel baratro la sanità molisana ed ora vorrebbe far ricadere le sue colpe sul commissario Basso. Tutte le colpe - chiude Monaco - sono da imputare esclusivamente a lui e alla sua gestione”. Politica Sabato 29 settembre 2012 3 I vertici del centro: metteremo a punto la riqualificazione del personale in Cig Ex Cattolica, la Fondazione sostiene il piano ‘on the job’ CAMPOBASSO. Si è svolto giovedì nella sede della Regione l’incontro tra la Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II, le parti sindacali e la Regione Molise. A partecipare alla riunione sono stati i rappresentanti dei sindacati territoriali, il funzionario della Regione Vincenzo Rossi, i funzionari della Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II, rappresentata dal direttore generale del centro Savino Cannone, dall’assistente speciale del presidente della Fondazione Vito Penna e dal direttore sanitario Carlo Di Falco. Alla luce delle problematiche esistenti, legate alla riduzione delle entrate provenienti dalla Regione Molise e al piano di tagli alle spese conseguente alla diminuzione dei posti letto da 180 a 129 che comporta anche una ridu- zione del personale infermieristico della struttura, la Fondazione ha concordato con la Regione e le parti sociali la richiesta di cassa integrazione in deroga. La Fondazione si è inoltre impegnata, a spese proprie, nella messa a punto di un articolato piano di ‘training on the job’, ovvero un piano di riqualificazione professionale strutturato in attività di teoria e di pratica per il persona- I vertici della Fondazione alla riunione in Regione le in cassa integrazione. Si è aperto uno spiraglio importante, dunque, per i 52 esuberi che rischiavano il licenziamento, per il personale in generale e per i pazienti del centro di eccellenza, anche loro preoccupati per le sorti della struttura di ricerca e cura dell’Università Cattolica diventata riferimento in questi anni per le patologie tumorali e quelle cardiovascolari. Sabato 29 settembre 2012 Fondazione Giovanni Paolo II Chirurgia in ambito oncologico, un convegno a San Giuseppe Artigiano CAMPOBASSO. “Nuove possibilità di cura con la Chirurgia in ambito oncologico e non .... “ è il titolo del convegno in programma martedì 2 ottobre 2012 alle ore 18.45 nella chiesa di San Giuseppe Artigiano a Campobasso. Dopo l’introduzione del parroco don Vittorio Perrella, e del direttore generale Savino Cannone, sul tema relazionerà Camillo Cavicchioni, professore dell’Università Cattolica e direttore del dipartimento di Oncologia della Fondazione. La chirurgia è di solito il primo trattamento contro il cancro, ed ha l’obiettivo di: asportare completamente il tumore (chirurgia definitiva, potenzialmente curativa). Viene praticata anche per raccogliere campioni del tessuto colpito dal tumore. Quando la chirurgia viene eseguita per tentare la cura, si agisce secondo una delle seguenti modalità: si rimuove l’intero tumore più un margine di tessuto attorno ad esso per minimizzare il rischio correlato all’invasione dei tessuti sani circostanti da parte delle cellule tumorali (chirurgia locale). Negli ultimi tempi anche grazie alle nuove tecnologie, si fa ricorso a tecniche mininvasive (laparoscopia) che possono essere più efficaci di quelle tradizionali. Il professor Cavicchioni da quando dirige il Dipartimento di Oncologia della Fondazione “Giovanni Paolo II” ha dato un nuovo impulso alla chirurgia laparoscopia anche per la cura dei tumori. “Gli interventi laparoscopici di routine vengono eseguititi diffusamente in molti ospedali in Italia - afferma il prof. Cavicchioni - forse anche in troppi perché il numero di pazienti suscettibili di questo accesso che si rivolgono ad un ospedale periferico non è talvolta sufficiente a dare al chirurgo la possibilità di crearsi un’esperienza sufficiente (curva di apprendimento) ad eseguire la procedura chirurgica con margini adeguati di sicurezza per lui e per il paziente. Le tecniche chirurgiche più avanzate vengono eseguite in pochi centri di riferimento sia universitari che ospedalieri, uno di questo è la Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II”. Tecniche particolari come la ‘single incision’ solo in pochissimi centri dove lavorano chirurghi particolarmente ‘esperti’ che praticano un numero adeguato di interventi ed hanno una predisposizione per questo tipo di tecnica”. Campobasso e provincia 7 Isernia Sabato 29 settembre 2012 C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected] La vicenda risale al 2004. I genitori vogliono un risarcimento da un milione di euro Feto nato morto, il perito prende tempo Altri 30 giorni per presentare la relazione ISERNIA. Bisognerà attendere altri trenta giorni per conoscere le valutazioni tecniche del medico legale Serena Di Giorgio in merito alla morte di un neonato avvenuta nel 2004. La dottoressa Di Giorgio è stata incaricata dal giudice Civile Antonio Ruscitto di redigere la perizia tecnica per accertare le cause del decesso e soprattutto se è stato rispettato il protocollo medico. La prossima udienza si terrà il 19 dicembre nel Tribunale di Isernia. I genitori del bambino hanno avanzato una richiesta di risarcimento per un milione di euro nei confronti dell’Asrem di Isernia. La mamma del piccolo era alla quarantesima settimana di gravidanza quando si recò presso l’ospedale Veneziale per fare esaminare i battiti cardiaci del bambino e le sue reazioni alle contrazioni uterine. Il tutto fu effettuato attraverso un tracciato tococardiografico. Dall’esame emerse una presunta sofferenza fetale. Nonostante ciò la donna fu dimessa con l’invito a tornare in ospedale nel momento del parto. Nel pomeriggio, però, si rende conto di non avvertire più i movimenti del piccolo e quindi estremamente preoccupata fa ritorno nell’ospedale Veneziale dove i medici ritennero opportuno ricoverarla per effettuare un parto cesareo. Tuttavia il feto viene fuori dalla pancia della mamma ormai già morto. I genitori attribuiscono la responsabilità ad una presunta negligenza del personale dell’ospedale di Isernia che non avrebbero approfondito la sofferenza del feto attraverso altri esami. Pertanto si sono rivolti all’avvocato Lucio Epifanio per denunciare l’Asrem. La procura della Repubblica aprì un’inchiesta ed indagò un ginecologo la cui posizione fu successivamente archiviata. Successivamente ha preso il via, il processo civile dinanzi al giudice Antonio Ruscitto e l’Asrem per autotutelarsi ha chiamato in causa due medici. Siamo ora alla fase delle perizie. Sabato 29 settembre 2012 Agnone Alto Molise 13 Caracciolo, l’ultimo atto della Chiesa La proposta di riordino riguarda tutta la sanità molisana. Don Francesco: “Noi possiamo solo dare un consiglio” AGNONE. “Questa è l’ultima proposta che possiamo fare. Chi ha le responsabilità sulla sanità molisana, poi prenderà le decisioni”. È sconfortato Don Francesco Martino, responsabile sanitario della Diocesi di Trivanto, che ha redatto con i suoi colleghi un’ ulteriore proposta di riordino in tema di sanità della Regione Molise, dopo uno scambio di mail con i due sub commissari, Filippo Basso e Nicola Rosato. Un documento più severo rispetto a quello inviato ai vertici sanitari nei giorni scorsi, in cui la spesa viene tagliata ulteriormente, sulla base delle somme stabilite dal Governo durante la conferenza Stato-Regioni dello scorso 29 febbraio. Per tutta la sanità molisana ci sono a disposizione circa 574 milioni di euro, cifre che vanno rispettate. Per l’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone, in particolare, nella bozza di Don Francesco si prevedono altri tagli: scompare l’unità di terapia fisica e riabilitazione, in considerazione che il nosocomio, trasformato in presidio territoriale di assistenza con Rsa, vedrà anche la presenza di fisioterapisti. Inoltre, in generale, i numeri prevedono di dover ridurre il personale che lavora nei presidi molisani ridotto all’osso, dunque qualche sforbiciata va considerata, forse, anche per Agnone. “L’Ufficio è conscio – dice il re- sponsabile pastorale diocesano – che questo momento rappresenta l’ultimo atto di una partita iniziata nel 2000, agli esordi della “questione sanitaria“, oggi giunta al suo esito finale e probabilmente al punto di non ritorno. Adesso, a chi di dovere spetta l’onere della decisione e della responsabilità per gli esiti di questo percorso spinoso e drammatico, che a nostro giudizio si poteva e si può ancora evitare, se ci si mette seriamente a lavorare”. Per l’ospedale Caracciolo, ci sono due ipotesi, una pubblica e una relativa ad un’eventuale sperimentazione gestionale pubblico-privata. L’ipotesi pubblica vede un totale di spesa (divisa tra costo del personale ospedaliero, del personale territoriale, beni e servizi, manutenzione e farmaceutica) pari a circa tredici milioni di euro l’anno. L’opzione gestione pubblico-privata vede un margine di spesa pari a dodici milioni e novecentomila euro l’anno. La bozza complessiva per la razionalizzazione sanitaria stilata dalla Chiesa calcola seicento milioni di euro di costi totali per tutto il Molise, considerando i circa trentasei milioni di euro che potrebbero essere recuperati dalla mobilità attiva, ovvero da quelle prestazioni sanitarie rivolte a pazienti che da altre regioni arrivano in territorio molisano per farsi curare. C’è poi la proposta dell’associazione dei Farmacisti, guidata da Giuseppe Orlando, che consente di ottenere un risparmio di circa ventitré milioni di euro per la spesa farmaceutica. Per raggiungere tale obiettivo, la Regione dovrebbe fare da committente nell’acquisto di farmaci, in modo da ottenere uno sconto del cinquanta per cento (circa), seppure non sarebbero accontentate la case farmaceutiche. “I commissari ora decideranno – ribadisce Don Francesco, che ha inviato la sua bozza a tutti gli attori e i vertici sanitari – purtroppo in passato tra Regione e Governo centrale non c’è stata molta collaborazione. Il Molise si porta dietro una situazione difficilissima, che spero si possa recuperare. Dal 2007, la Regione è inadempiente e questo ha creato una condizione di estrema debolezza”. AZ Venafro Sabato 29 settembre 2012 C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0865 410275 Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected] Colpo di scena Con una specifica sentenza è stato sospeso il recente provvedimento del Tar Molise Doccia fredda dal Consiglio di Stato Bloccato il ripristino dei reparti e dei servizi tagliati tenza del Consiglio di Stato avrebbe dato loro ragione. Ne risulta compromesso anche il lavoro fin qui svolto dal prefetto di Isernia, Filippo Piritore, che proprio dal Tar Molise era stato nominato commissario ad acta con il compito di vigilare sul ripristino dei servizi all’ospedale di Venafro. ANGELO BUCCI VENAFRO. Non c’è pace per il “Santissimo Rosario” di Venafro. Il presidente del Comitato civico nato proprio in difesa del glorioso nosocomio, Giovanni Vaccone, non ha fatto nemmeno in tempo a gioire per la recente decisione del Tar Molise, che dal Consiglio di Stato è giunta un’inattesa “doccia fredda”. Stando alle notizie riportate ieri da alcune emittenti locali (che poi hanno trovato piena conferma), infatti, il Consiglio di Stato avrebbe annullato la decisione del Tribunale amministrativo regionale di procedere al ripristino dei reparti e dei servizi soppressi all’ospedale di Venafro dal luglio del 2011 al settembre del 2012. La decisione del Tar era giunta a seguito di un ricorso presentato proprio dal Comitato “Pro Santissimo Rosario”, tramite il legale Alfredo Ricci. L’intento era di “congelare” ogni cosa in attesa di entrare “nel merito” della sentenza, il prossimo 9 novembre. Evidentemente il provvedimento del Tribunale amministrativo non è piaciuto ai commissari alla Sanità, Basso e Rosato (che hanno scalzato Iorio, ritenuto da Roma non all’altezza di venire a capo della ingarbugliata situazione), i quali hanno deciso di opporsi alla decisione del Tar Molise. Purtroppo per i venafrani, la sen- “Vogliamo sperare -ha commentato Giovanni Vaccone, presidente del Comitato “Santissimo Rosario”- che la notizia del pronunciamento sfavorevole del Consiglio di Stato si riveli infondata. In caso contrario non esiteremo un istante a dare luogo a tutte le possibili iniziative di lotta pur Il onsigliere delegato ha pronunciato il presente decreto sul ricorso numero di registro generale 6860 del 2012, proposto da: Regione Molise, commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro disavanzo settore sanitario Regione Molise, sub-commissario ad acta per attuazione piano di rientro, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ministero dell'Economia e delle finanze, rappresentati e difesi per legge dall'avvocatura, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi, 12; contro Giovanni Vaccone; nei confronti di Asrem Molise; per la riforma dell'ordinanza cautelare del Tar Molise - Campobasso: Sezione I n. 00452/2012, resa tra le parti, concernente esecuzione di ordinanza Tar n. 124/2011 in ordine a riassetto organizzativo rete ospedaliera - mcp. Visti il ricorso in appello e i relativi allegati; vista l'istanza di misure cautelari monocratiche proposta dal ricorrente, ai sensi degli artt. 56 e 98, co. 1, cod. proc. amm.; vista l’ordinanza Tar Molise 7 luglio 2011 n. 124 che sospendeva l’efficacia di alcuni provvedimenti del direttore generale dell’Azienda sanitaria Regione Molise concernenti il riassetto organizzativo dell’assistenza sanitaria erogata dal nosocomio Ss. Rosario di Venafro; rilevato che, poiché la medesima non ha avuto esecuzione, parte ricorrente ha ot- di tutelare il nostro ospedale dai continui attacchi provenienti da Campobasso e da Roma. Se necessario occuperemo l’ospedale e bloccheremo le principali strade della città. La debbono smettere di penalizzarci. Noi non siamo cittadini di seconda categoria”. Dal momento che la no- tizia si è rivelata fondatissima, nei prossimi giorni sapremo se davvero gli attivisti del Comitato andranno a disotterrare l’ascia di guerra, oppure se preferiranno attendere nuovi eventi, come “la trattazione collegiale dell’istanza cautelare alla camera di consiglio del 19 ottobre 2012”. tenuto dal Tar Molise , con ordinanza 30 agosto 2012 n. 452, la nomina di un commissario ad acta che adotti ogni misura necessaria per evitare la riduzione delle prestazioni sanitarie prevista dai provvedimenti sospesi, mantenendo integra la situazione di fatto esistente alla data della sospensiva pronunciata con l’ordinanza n. 124/2011; considerato che, nelle more della trattazione collegiale dell’istanza di sospensione dell’ordinanza appellata, è opportuno lasciare inalterata la situazione di fatto esistente, in quanto nell’agosto 2012, nel mentre il ricorrente chiedeva l’esecuzione dell’ordinanza cautelare n. 124/2011, il quadro normativo in materia di organizzazione dei presidi sanitari è mutato in modo significativo con la legge 7 agosto 2012 n. 135; Pqm accoglie l’istanza di misure monocratiche d’urgenza e per l'effetto sospende l’efficacia della ordinanza di esecuzione n. 452/2012; fissa la trattazione collegiale dell’istanza cautelare alla camera di consiglio del 19 ottobre 2012. Il presente decreto sarà eseguito dall'amministrazione ed è depositato presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti. Così deciso in Roma il giorno 27 settembre 2012. Il consigliere delegato Lydia Ada Orsola Spiezia Il decreto Larino Basso Molise 21 Sabato 29 settembre 2012 L’ex direttore della struttura Italo Trento non considera fallimentare la sua esperienza molisana Il Bambino Gesù non c’è più Ha chiuso ufficialmente ieri a mezzogiorno il centro pediatrico nell’ospedale frentano LARINO. Ore 12 di ieri mattina. Una porta si chiude per sempre, e dietro quei vetri restano le stanze di degenza, gli ambulatori con affissi alle pareti le facce sorridenti di bambini, qualche disegno che qualcuno ha voluto lasciare come ricordo di un anno passato lì dentro con la professionalità e il cuore rivolto al mondo dell'infanzia. Senza alcuna enfasi ci si riferisce alla chiusura del Bambino Gesù al Vietri. Alla chiusura di un reparto che se sulla carta doveva essere fonte di rilancio della struttura ospedaliera frentana, resterà invece su chi ne ha deciso la chiusura come l'ennesima brutta figura fatta nei confronti dei cittadini, nei confronti di quanti, incuranti delle logiche della politica, dei piani di rientro, avevano creduto davvero alla possibilità che a Larino, a due passi dalle proprie abitazioni, avrebbero potuto far visitare i propri figli senza dover più affrontare viaggi della speranza a Roma o in altre sedi in Italia. Chiudere un servizio alla gente, soprattutto alla popolazione minorile, è sempre un fallimento. Un fallimento di programmazione, un fallimento di obiettivi, non certo per chi in questo anno, come detto, ha dato il cuore per farlo funzionare al meglio nonostante le critiche anche feroci giunte dagli ambienti pediatrici molisani. “Per me non è stato un fallimento – ci ha riferito visibilmente commosso il direttore del centro Italo Trenta – qui in Molise, a Larino ho scoperto una realtà piena di risorse umane, di famiglie attente alla crescita dei propri figli, gente dal cuore d'oro. Questa esperienza al di là di come oggi si conclude, resterà sempre nel mio curriculum sanitario, ma prima an- cora nella mia storia personale di uomo e medico che si è rimesso in gioco ed aveva accettato di coordinatore questo centro, di portare in questa parte di Penisola tutto il know-how del suo lavoro, della sua missione a servizio dei bambini”. Dello stesso tenore le dichiarazioni sottovo- ce della caposala Marina D’Agostino che ha vissuto in questi 365 giorni, d'altronde come Trenta, a Larino, ha preso casa, ha condiviso dalla messa domenicale alle altre ricorrenze la sua vita con i larinesi, naturalmente quando non era al lavoro. “Conserverò un bellissimo ricordo di questa esperienza, di Larino e della sua gente che mi ha fatto sentire come se fossi a casa”. Tanta commozione abbiamo registrato, ieri mattina, al Vietri per la chiusura del Bambino Gesù, certo non la commozione della politica, quanto piuttosto quella del personale che ha condiviso con il primario Trenta e la caposala D'Agostino questo anno di lavoro e quella di molte famiglie dei bambini visitati, curati, diremmo, prima di tutto amati al Bambino Gesù. Famiglie che fino alle 12 di ieri hanno portato i loro figli e che da oggi non avranno più quel punto di riferimento e dovranno riaffrontare viaggi fuori regione per trovare risposte di qualità ai problemi piccoli e grandi dei loro figli. E Larino perde ancora, come detto, anche nei giorni scorsi nel disinteresse generale di chi forse si è preoccupato più di difendere idee fuori tempo che un servizio concreto alla parte migliore della società, ossia i bambini. Occhio e tempo, Castagliola relatore al Vietri LARINO. Sarà una giornata interamente dedicata alla vista, allo scorrere del tempo che influisce sugli organi di senso ottico e alle tecnologie che ne migliorano le prestazioni. Questa mattina, infatti, centoquaranta specialisti in oftalmologia, venti infermieri e venti ortottisti molisani, abruzzesi, campani e pugliesi si incontreranno nella sala congressi dell’ospedale Vietri di Larino per discutere su tematiche relative al funzionamento e all’ invecchiamento della vista. L’incontro, “Occhio e tempo”, sarà diretto dal dottor Covatta e presieduto dal dottor Dell’Omo. Direttore scientifico dell’evento sarà il professor Castagliola dell’Università del Molise mentre l’organizzazione sarà curata dal dottor Avolio che ha descritto nei termini seguenti l’appuntamento con i suoi numerosi colleghi “l’incontro si articola in tre sessioni ed affronta una serie di problematiche che vanno dall’invecchiamento dell’occhio, all’evoluzione della rifrazione nell’età, alla motilità del bambino nell’adulto, alla superficie oculare oggi, agli integratori ed all’alimentazione per la salute dell’occhio. Si tratteranno anche argomenti legati alle nuove prospettive terapeutiche del segmento anteriore e posteriore dell’occhio alla robotizzazione dell’intervento di cataratta, all’evoluzione mini-invasiva delle tecniche di cheratoplastica, al glaucoma, al nervo ottico, alla degenerazione maculare senile”. Gli interventi dei numerosi relatori si protrarranno per tutta la giornata a cominciare dalle 9 del mattino. Arriva la Cig per cinquanta infermieri - ONE Reader Pagina 1 di 1 Arriva la Cig per cinquanta infermieri 29-09-2012 Sanità CAMPOBASSO Cinquanta infermieri a rischio licenziamento: c’è l’accordo tra l’ex Cattolica di Campobasso e la Regione alla cassa integrazione in deroga. L’intesa è stata raggiunta nel vertice tra la Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II, i sindacati e la Regione. A partecipare alla riunione sono stati i rappresentanti dei sindacati territoriali, il funzionario della Regione Vincenzo Rossi, quelli della Fondazione Giovanni Paolo II, rappresentata da Savino Cannone, direttore generale, Vito Penna, assistente speciale del Presidente della Fondazione e dal direttore sanitario Carlo Di Falco. Alla luce delle problematiche esistenti, legate alla riduzione delle entrate provenienti dalla Regione e al piano di riduzione delle spese conseguente alla diminuzione dei posti letto da 180 a 129 che comporta anche una riduzione del personale infermieristico della struttura, la Fondazione ha concordato con le parti la richiesta di cassa integrazione in deroga. La Fondazione si è inoltre impegnata, a spese proprie, nella messa a punto di un piano di «training on the job», ovvero riqualificazione con attività teorico-pratiche per il personale in cassa integrazione. Uno spiraglio per coloro che rischiavano il posto di lavoro. Chiudi http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2012/09/29/xml/04_ABRUZZO-... 29/09/2012 Analisi più care nel pubblico che nel privato: Striscia la Notizia in Molise 2012-09-28 23:56:18 Incredibile ma vero: il Molise un cittadino che deve fare determinate analisi del sangue paga di più se si rivolge alla struttura pubblica mentre se si rivolge alle strutture private risparmia. La situazione paradossale è stata segnalata dal tg satirico di Canale 5 "Striscia la notizia". Gli inviati della popolare trasmissione si sono "infiltrati" negli uffici dell'Asrem scoprendo che per alcune analisi facendo l'impegnativa e rivolgendosi, quindi, alla struttura pubblica, avrebbero pagato 59 euro. Recandosi invece direttamente presso un laboratorio privato, senza ricetta, la spesa per lo stesso esame sarebbe stata di 45 euro. Fabio e Mingo, inviati a Campobasso da Antonio Ricci, sono così andati a far visita ad Angelo Percopo, direttore generale dell'Asrem, che si è impegnato a risolvere il problema. Ex Cattolica, via libera alla cassa integrazione per i lavoratori a rischio • Prima Pagi... Ex Cattolica, via libera alla cassa integrazione per i lavoratori a rischio Via libera alla cassa integrazione per i lavoratori della ex Cattolica che rischiavano il licenziamento. E' l'esito dell'ultimo incontro che si è tenuto tra Regione, Fondazione Giovanni Paolo II e sindacati. Alla luce dei problemi in atto, legati come è noto alla riduzione delle entrate provenienti dalla Regione Molise e al piano di riduzione delle spese conseguente alla diminuzione dei posti letto da 180 a 129, che comporta anche una riduzione del personale infermieristico della struttura, la Fondazione ha concordato con la Regione e le parti sociali la richiesta di cassa integrazione in deroga. La Fondazione si è inoltre impegnata, a spese proprie, nella messa a punto di un articolato piano di ‘training on the job', ovvero un piano di riqualificazione professionale strutturato in attività di teoria e di pratica per il personale in cassa integrazione.