Nato morto al Veneziale Chiesto risarcimento milionario alla Asrem

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Nato morto al Veneziale Chiesto risarcimento milionario alla Asrem
SABA
12 - ANNO XV - N. 269
SABATTO 29 SETTEMBRE 20
2012
VIA G. BER
TA, 7
6 - 86
170 ISERNIA - TEL. 0865.4
155
13 - FFAX
AX 0865.4039
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BERT
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0865.41
551
0865.403973
Perizia legale attesa per dicembre
Nato morto al Veneziale
Chiesto risarcimento
milionario alla Asrem
Ci vorrà ancora del tempo
per sapere perché quel bambino è nato morto. Il medico
legale Serena di Giorgio ha
chiesto altri 30 giorni per approfondire gli esami richiesti. Si tornerà in aula il 19 dicembre prossimo. Si è chiusa così, ieri al tribunale di
Isernia, l’udienza di un processo civile intentato da una
coppia dell’Isernino nei confronti della Asrem. I genitori
del bimbo nato morto hanno
chiesto un milione di euro di
risarcimento danni. La vicenda risale al 2004. Una donna donna alla 41esima setti-
mana di gravidanza si recò al
Veneziale di Isernia per fare
il tracciato, ossia quella verifica precedente il parto che
serve per misurare i battiti
cardiaci e la reazione del
bimbo alle contrazioni uterine. Nonostante presunte anomalie, la donna fu dimessa e
invitata a tornare per il parto. Quando tornò a casa, la
donna non sentì piu’ il bimbo muoversi in grembo. Tornò in ospedale, dove ebbe
una notizia agghiacciante:
morte intrauterina del feto. A
questo punto i genitori del
piccolo – un maschietto di
quattro chili – decisero di
fare causa alla Asrem, affidandosi all’avvocato Lucio
Epifanio. Si parlò di imperizia e negligenza da parte del
personale sanitario. Ma la
Procura pentra archiviò il
caso. Ma la coppia non si è
arresa. Ha intentato una causa civile per chiedere i danni
morali e materiali, che ha
preso il via nel 2009.
L’Asrem, in autotutela, ha
chiamto in causa due medici. Uno di loro, mai indagato
a livello penale, è tutelato dal
noto avvocato isernino Gianni Perrotta. Il professionista
sostiene che il suo assistito
non era presente quando si
verificò la tragedia. Per fare
chiarezza il giudice Ruscito
ha chiesto una perizia alla Di
Giorgio. Un compito tutt’altro che facile (tra l’altro è
passato molto tempo), che
comunque ha richiesto piu’
tempo del previsto. Il risultato è atteso per dicembre.
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Il responsabile della Pastorale: bisogna però mettersi a lavorare seriamente
Sanità, si può ancora sperare
Ne è convinto don Francesco Martino: ci si può allontanare dal baratro
AGNONE. “dopo aver lavorato ulteriormente, anche
alla luce delle osservazioni
emerse segnalate dai commissari ad Acta attraverso un
proficuo dialogo e mail, l’Ufficio della Pastorale Sanitaria diocesana presenta l’esito definitivo, corretto e approfondito del lavoro svolto
in materia, conscio che il suo
unico dovere e la sua missione è quella della proposta alle
autorità competenti, per il
bene comune della popolazione della sua Regione di
appartenenza, di alternative
valide, serie e non demagogiche, anche nella dramma-
ticità di questa situazione,
che tendano alla risoluzione
dei problemi per il progresso, la vita e la salvezza di
questa terra”. Esordisce così
don Francesco Martino, responsabile della Pastorale
Sanitaria, dopo aver inviato
ai responsabili della politica
regionale ed ai vertici dell’Asrem nonché ai Commissari una “bozza” corretta della precedente proposta “Quadro per Programma Sanitario
predisposto per la concretizzazione del progetto di Piano Sanitario Regionale 2012/
2014”. Già la settimana scorsa il sacerdote esperto oramai
Don Francesco Martino
in “strategia sanitaria” aveva
inviato un suo elaborato.
“Dopo la nota di risposta dei
Sub Commissari Basso e
Rosato, inviata a questo Ufficio via email –afferma don
Francesco- sull’invio della
Proposta la struttura dell’Ufficio per la pastorale sanitaria della Diocesi di Trivento,
accogliendo le critiche accennate, si è messo al lavoro
nuovamente sulla proposta
stessa e l’ha sottoposta ad
una analisi approfondita, per
vagliarne ulteriormente la
consistenza, la praticabilità,
la proponibilità e la sostenibilità stessa. Frutto del lavoro dei giorni dal 23 al 27 settembre 2012 è la relazione
integrativa, che intende cor-
reggere e precisare meglio le
indicazioni emerse nella prima relazione illustrativa, per
una migliore comprensione”.
Notti insonni di don Martino
per trovare strade possibili,
numeri da far quadrare per la
sanità molisana. “Ritengo in
coscienza di aver fatto tutto
quanto nelle mie possibilità
per la salvezza non solo della mia terra, ma anche delle
aree limitrofe di questa Regione, secondo il dovere precipuo di istituzione della
Chiesa Cattolica rappresentata, e precisamente di essere al fianco degli ultimi e dei
poveri, in questo caso della
gente vivente nelle periferie
della regione. L’Ufficio Pastorale –aggiunge il don- è
conscio che questo momento rappresenta l’ultimo atto di
una partita cominciata nel
2000, quando iniziò la “questione sanitaria”, oggi giunta al suo esito finale e probabilmente al punto di non ritorno. Adesso –conclude
Francesco Martino- a chi di
dovere spetta l’onere della
decisione e della responsabilità per gli esiti di questo percorso spinoso e drammatico
di questi anni, che a nostro
giudizio si poteva e si può
ancora evitare se ci si mette
seriamente a lavorare per allontanare la “questione sanitaria molisana” dal baratro in
cui la si sta facendo precipitare e si cessa dall’assumere
atteggiamenti demagogici,
ma dannosi per il futuro della comunità”.
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Ss Rosario, il Consiglio di Stato
sospende l’ordinanza del Tar
di Marco Fusco
Clamoroso: il Consiglio di
Stato, a distanza appena di
24 ore dall’istanza presentata dai Commissari della Sanità Molisana, unitamente a
Consiglio dei Ministri, Ministero della Sanità, Ministero dell’Economia, ha deciso
di annullare l’efficacia dell’Ordinanza emessa dal Tar
Molise lo scorso 31 agosto
(ordinanza numero 452 ndr)
con la quale i giudici di
Campobasso nominavano,
tra l’altro, Commissario ad
Acta il prefetto di Isernia per
far rispettare una precedenze ordinanza, quella del luglio 2011 che, di fatto, congelava i tagli per il nosocomio venafrano. Tutto questo
in attesa dell’udienza di merito, fissata per il prossimo
19 ottobre.
La notizia è stata accolta
con stupore a Venafro e, soprattutto, da membri del Comitato sorto a difesa del Santissimo Rosario, presieduto
da Gianni Vaccone. A parlare è il legale del Comitato
Alfredo Ricci che parla di
una decisione gravissima. “
E’ una decisione gravissimaci dichiara l’avvocato Alfredo Ricci-, un attentato anche
all’autonomia regionale.
Questa decisione dovrebbe
far balzare dalle poltrone di
Palazzo Moffa tutti i consiglieri regionali. “ Proprio nei
giorni scorsi, l’avvocato
Ricci ha provveduto a depositare presso il Tar Molise
motivi aggiuntivi rispetto
alla precedente istanza per il
mancato rispetto dell’Ordi-
nanza del 31 agosto. Ma Ricci fa capire che se dovesse
passare il principio anticipato dal provvedimento di urgenza del Consiglio di Stato
che ha dato la sospensiva ai
ricorrenti, a quel punto sarebbe a rischio non solo l’autonomia della regione ma
anche la sanità pubblica
molisana che verrebbe sottodimensionata, con gravissime conseguenze per la salute dei cittadini. L’ultimo
pronunciamento dei giudici
dunque secondo molti ina-
sprisce ancora di più i rapporti tra i due commissari
alla sanità, Basso e Rosato e
il consiglio regionale che si
vede scavalcato senza possibilità di operare e prendere decisioni in piena autonomia. E così, almeno fino alla
sentenza di merito, con
l’udienza fissata per il 19
ottobre 2012, non ci sarà
nessun reintegro di reparti
chiusi all’Ospedale Santissimo Rosario di Venafro.
Niente Pronto Soccorso,
niente rianimazione e ora
potrebbe anche essere trasferito Ortopedia al Veneziale
di Isernia. Con buona pace
di tutti.
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Le critiche nascono da un raffronto con l’ospedale di Isernia, dove ci sono “letti tutti occupati, offerta al top, cortesia”
Sanità malata, la gente non ne può più
Giudizi durissimi sul Ss. Rosario: struttura inutilizzata e con personale demotivato
Il Ss.Rosario di Venafro
di Tonino Atella
VENAFRO. I venafrani e
Isernia, e viceversa. Non c’è
mai stato feeling. Dissonanza o, se si preferisce, discrepanza storica e naturale, che
ne hanno continuativamente
contrapposto realtà e peculiarità. Oggi invece ospitiamo
l’intervento di un venafrano
“doc e purosangue” che, recatosi al Veneziale d’Isernia
per visitare un degente, attesta le positività del vivere
isernino, e specificatamente
le qualità dell’ospedale pentro in netto contrasto con le
defaillances, le pecche del SS
Rosario. Per dirla tutta, mai
un venafrano avrebbe in passato accettato di fare tanto,
ossia elogiare Isernia e denigrare Venafro, ma la realtà è
tale ed il nostro interlocutore per onestà ben volentieri
afferma quanto di seguito si
legge. “Mi sono recato al Veneziale –asserisce l’uomoper far visita ad un mio concittadino lì ricoverato. Ho
avuto subito l’impressione,
assai confortante come cittadino, di trovarmi in una struttura sanitaria efficiente, valida ed apprezzabile. Ovvio
da parte mia andare immediatamente col pensiero al SS
Rosario e paragonare l’uno
all’altro. Da venafrano onesto e concreto ammetto che
il confronto non sussiste, o
meglio è tutto a favore del
Veneziale ! Il nostro “povero” SS Rosario, tanto amato
ed accudito da tutti i venafrani, è ormai solo uno sbiadito
ricordo di quello che è stato
per decenni. Tutt’altra cosa
invece il Veneziale : intelligente utilizzo in toto della
struttura, reparti ed unità al
massimo della recettività e
quindi offerta al top, camerate, stanzette e letti tutti occupati, personale impegnatissimo ed assai attivo, cortesia
da parte di ciascun lavoratore ospedaliero e addirittura
… la Carta dell’accoglienza
“per fornire –si legge nel pieghevole- informazioni sui
servizi che potranno essere
utili durante la permanenza
in Ospedale” ! Un’accoglienza cioè -prosegue il nostroall’insegna dell’efficientismo e della massima civiltà,
giusto come si conviene ad
una struttura sanitaria pubblica”. Quindi una lunga pausa
di riflessione da parte del
nostro interlocutore che aggiunge : “Tornandomene a
Venafro, ho pensato al SS.
Rosario e delusione e sconforto hanno fatto a gara ad
assalirmi.
Oggi il nostro ospedale cittadino è tutt’altro che un
ospedale civile ; è mezzo
vuoto, tante stanze e tanti
corridoi sono deserti e al
buio, di personale ne gira pochissimo e men che meno
sono i pazienti, non essendoci più tanti servizi che prima
ne facevano un efficientissimo ospedale civile di zona”.
L’amarissima conclusione
dell’uomo : “ Lungo la strada di rientro a casa ho scosso
più volte la testa, non riuscendo a capacitarmi di
quanto è successo negli anni
al nostro storico SS Rosario,
L’ospedale Veneziale di Isernia
ridotto ormai ai minimi termini e soprattutto privato
delle prestazioni proprie ed
irrinunciabili di un ospedale
civile degno di tal nome, in
netto contrasto con la positiva e bella realtà del Venezia-
L’Irccs si conferma leader nel settore della ricerca sulle neuroscienze
Il Neuromed sbarca in Europa
L’istituto partecipa al Techitaly dell’ambasciata italiana a Bruxelles
POZZILLI. Il Neuromed
partecipa, dal 2 al 4 ottobre,
al prestigioso Techitaly
2012, l’evento organizzato
dall’Ambasciata italiana di
Bruxelles, in collaborazione
con il ministero dell’Ambiente e l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
L’evento punta sulla “Innovazione industriale come
motore della crescita europea” mostrando molte delle
eccellenze italiane nell’ambito tecnologico-industriale;
l’invito ricevuto ratifica,
dunque, la posizione guada-
Nella foto il Neuromed di Pozzilli
gnata dall’Istituto di ricerca
molisano tra le eccellenze
italiane nel campo della sanità.
La presenza del Neuromed
a Bruxelles, in seno alla Tavola Rotonda sul tema dell’innovazione industriale al
servizio della salute, costituisce un’importante occasione per l’Istituto per rafforzare il proprio posizionamento strategico quale attore nel
settore delle neuro-scienze,
sia sullo scenario nazionale
che internazionale.
Un posizionamento che è
sempre più allineato con la
strategia europea di ricerca
“Europa 2020” e soprattutto
con il prossimo programma
di ricerca “Horizon2020”.
Tale programma infatti, concentra la propria azione sulle sfide prioritarie del contesto europeo tra cui l’invecchiamento in salute della po-
le d’Isernia. Perché mai al SS
Rosario è successo tutto questo e soprattutto perché in
danno specificatamente di
Venafro e dei venafrani ?”.
Se qualcuno vuole e sa rispondere...
polazione, tema da sempre al
centro delle attività di ricerca dell’IRCCS Neuromed.
Sostenuto dal Parlamento
europeo, dal Comitato economico e sociale europeo e
dal Comitato per lo Spazio
europeo della ricerca, Horizon 2020 raggrupperà tutti i
finanziamenti dell’UE per la
ricerca e l’innovazione in un
unico quadro di riferimento,
al fine di rilanciare crescita,
innovazione e competitività
in Europa.
La trasformazione delle
scoperte scientifiche in prodotti e servizi innovativi avrà
come obiettivo il miglioramento della vita di tutti i
giorni dei cittadini europei,
la creazione di nuove opportunità commerciali e, più in
generale, la leadership dell’industria europea nel contesto globale dell’innovazione.
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Dopo la chiusura del Bambin Gesù si parla della soppressione di altri reparti
Da ospedale a poliambulatorio
Sembra segnato il destino del Vietri
L’ospedale Vietri
Cresce l’ansia per il destino dell’ospedale Vietri di
Larino.
Mentre ieri è terminato
definitivamente un altro triste capitolo della sanità regionale con la chiusura, peraltro annunciata già dal
mese di luglio, del centro pediatrico Bambin Gesù di
Roma, si torna a parlare della soppressione di altri reparti del nosocomio frentano. Il
Piano Sanitario, redatto da
Filippo Basso, il commissario ad acta inviato dal governo Monti, non perdona:
l’ospedale di Larino, come
quello di Venafro e Agnone,
deve trasformarsi in un poliambulatorio. Dunque, entro la fine di quest’anno
l’ospedale, inteso come
struttura di ricovero per acuti, non deve esistere più: via
libera, quindi, alla soppres-
sione gruaduale dei reparti.
Ricordiamo che il Vietri ha
già perso il reparto di Ginecologia ed Ostetricia. Nonostante i proclami, non è mai
stato riaperto. Nel 2011 il
nosocomio ha rischiato di
perdere il reparto di Medicina e Chirurgia ed il ridimensionamento di quello di Oculistica, una volta fiore all’occhiello della sanità regionale. Sui provvedimenti presi
in merito, il Comitato pro
Vietri, ha inoltrato, come è
noto, il ricorso al Tar, di cui
si attende la sentenza di merito che sarà emessa il prossimo 11 ottobre. Ora si parla
della prossima soppressione
(entro i primi giorni del mese
di ottobre) di altri due reparti, quello di Riabilitazione e
quello di Oculistica. Sembra,
dunque, ormai segnato il destino di un ospedale che ha
sempre avuto i conti in regola e che, insieme al San
Timoteo di Termoli, garantisce i livelli essenziali di
assistenza nel Basso Molise.
Proprio su questo punto fa
leva il ricorso inoltrato dal
Comitato civico: i cittadini
del Basso Molise, come
quelli del resto della regione, hanno diritto ad un certo
numero di posti letto: non si
capisce, dunque, come questo numero sarà rispettato se
il Vietri verrà chiuso. I rappresentanti del Comitato ne
sono convinti: anche se verranno soppressi altri reparti
prima che sia emessa la sentenza di merito, se questa
sarà favorevole, dovrà essere nominato un nuovo commissario ad acta con il compito di riesaminare ed rielaborare il piano sanitario regionale. Se, al contrario, la
sentenza sarà sfavorevole,
allora sarà il momento di
accettare la fine. La domanda sorge spontanea però: a
cosa servirà, in questo caso,
l’enorme e costosa struttura
realizzata per ospitare il Vietri?
CAMPOBASSO E PROVINCIA
Sabato 29 settembre 2012
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SIMPOSIO ORGANIZZATO DALL’UNITÀ DI CHIRURGIA VASCOLARE DEL CARDARELLI DIRETTA DA GIUSEPPE BIANCHI
«La patologia cardiovascolare»
Incontro con i medici molisani
su temi scientifici e di attualità
C
AMPOBASSO. “La patologia cardiovascolare” il
titolo del convegno in programma oggi, organizzato dalla Uoc
Chirurgia Vascolare A. Cardarelli di Campobasso diretta dal
professor Giuseppe Bianchi.
Il simposio che si terrà
presso l’aula magna dell’Unimol in via Francesco De Santis
a Campobasso a partire dalle
9,45 vedrà impegnati relatori
che appartengono al mondo
scientifico nazionale ed internazionale. La chiusura dei lavori è prevista per le 18.
Ecco il programma nel dettaglio:
-8,45-9: Indirizzo di benvenuto del magnifico
rettore Giovanni Cannata e saluto delle autorità.
Prima sessione - moderatori: dottoressa C. Politi,
dottor. V. Iannaccone, dottor A. Aiello, dottor M.
Malerba;
-9,20-9,40: Aterosclerosi: dalla Biologia alla Fisiopatologia. Professor Nicola Ferrara (Docente
Università degli Studi del Molise);
-9,40-10: Classificazione, storia naturale e trattamento convenzionale degli aneurismi dell’aorta
professor Giuseppe Bianchi (direttore Uoc Chirurgia vascolare dell’ospedale di campobasso Cardarelli; dottor C. Mannetta (direttore medico Uoc Chirurgia Vascolare A. Cardarelli);
-10-10,20:Trattamento endovascolare: ieri, oggi
e domani.. professor G. Coppi (docente Università
degli Studi di Modena - Reggio Emilia);
10,20-10,40: Presentazione progetto “screening
finalizzato alla diagnosi precoce dell’aterosclerosi”
professor G. Lembo (Docente Università degli Studi
di Roma “La Sapienza”)
Seconda sessione - moderatori: dottor G. Paglione, dottor G. Sabusco, dottoressa R. Di Pilla, dottor
L. Iacobucci;
- 11-11,20: Casi clinici: nostra esperienza, dottor L. Iorio (direttore medico Uoc Chirurgia Vascolare A. Cardarelli ); dottoressa Cucciolillo (direttore
medico Uoc Chirurgia Vascolare A. Cardarelli);
-11,20-11,40: La malattia del tronco comune: il
punto di vista del cardiologo: professor F. Versaci
(direttore Uoc di Cardiologia A. Cardarelli);
-11,40-12: La malattia del tronco comune: il
punto di vista del cardiochirurgo. Professor F. Ales-
sandrini (direttore Cardiochirurgia Fondazione Giovanni Paolo II);
-12-12,20: La morte cardiaca improvvisa:
stato dell’arte: dottor
E. Musacchio (direttore
Uoc di Cardiologia S. Timoteo Termoli).
Terza sessione - moderatori: professor B.
Moncharmont, dottor
M. Tagliaferri, dottor N.
Iorio, dottor G. Di Pilla;
12,20-12,40: Trapianti cellulari e strategia di medicina rigenerativa nelle patologie
cardiovascolari.: professor C. Ricordi (Cell Transplant Center and Diabetes Research - Usa); disussant: dottor. E. Caradonna (Cardiochirurgia Fondazione Giovanni Paolo II );
-12,40-13: L’esperienza del “Cardiovascular
Institute Baptist Hospital Miami” nel trattamento della patologia acuta e cronica della carotide
interna intra ed extracranica.: professor I. Linfante
( Baptist Cardiac and Vascular Institute - Florida I.
University). Discussant: professor A. Spallone (neurochirurgo Ncl – Ist. Neuroscienze Roma);
-14-15:Tavola rotonda, moderatore: professor
N. Ferrara. Prevenzione, nutrizione e “over-nutrition”, ruolo del Medico Curante.Professor C. Ricordi,
Prof. O. Di Pietro (Bay Harbour Urgent Care - USA),
professor G. Oriani (Docente Università degli Studi
del Molise), dottor R. Flocco (Uoc Anestesia e Rianimazione A. Cardarelli), colleghi in sala;
- 15-16: tavola rotonda, moderatore: dottoressa Anna La Rosa, La sanità che potremo permetterci nei prossimi venti anni: Michele Iorio (presidente
Regione Molise), Angelo Percopo ( direttore generale Asrem), Antonio Palumbo, Camillo Riccioni
(direttore generale Regione Lazio); Aldo Patriciello (deputato al Parlamento Europeo) – prospettive
europee, Camillo Ricordi, Oliver Di Pietro – prospettive statunitensi.
-16-17: discussione dei casi clinici.
E’ prevista la partecipazione di personalità del
mondo della sanità e dell’economia.
Dopo la chiusura dei lavori ci sarà la distribuzione e ritiro dei questionari per l’accreditamento
Ecm.
TERMOLI - BASSOMOLISE
Sabato 29 settembre 2012
Oculisti di Puglia, Molise,
Abruzzo e Campania
in convegno a Larino
L
ARINO. Oculisti di Molise, Puglia, Abruzzo e Campania riuniti in un convegno per
affrontare temi legati ad alcune patologie degli occhi. L’incontro, previsto per la giornata di
oggi, sabato 29 settembre, alle ore 9, presso la
sala convegni dell’ospedale di Larino, vedrà la
presenza di 140 medici specialisti in Oftalmologia, 20 infermieri e 20 ortottisti provenienti
da tutto il Molise e dalle regioni limitrofe. L’incontro è organizzato dall’U.O.C. di Oculistica
dell’ospedale Vietri, diretto dal dottore Antonio
Covatta, ed è presieduto dal dottore Ermanno
Dell’Omo. Il corso di formazione ha per tema:
“Occhio e tempo – il divenire biologico e tecnologico”. “L’incontro – afferma il dottore Giancosimo Avolio, organizzatore dell’evento – si
articola in tre sessioni ed affronta una serie di
problematiche che vanno dall’invecchiamento dell’occhio, all’evoluzione della rifrazione
nell’età, alla motilità del bambino nell’adulto,
alla superficie oculare oggi, agli integratori ed
all’alimentazione per la salute dell’occhio”. Il
corso spazia anche su altri aspetti specifici legati alle patologie dell’occhio. “Si tratteranno
anche argomenti legati alle nuove prospettive
terapeutiche del segmento anteriore e posteriore dell’occhio – dice Avolio – alla robotizzazione dell’intervento di cataratta, all’evoluzione
mini-invasiva delle tecniche di cheratoplastica,
al glaucoma, al nervo ottico, alla degenerazione
maculare senile”. L’evento durerà l’intera giornata e vedrà la partecipazione di numerosi relatori. Direttore scientifico dell’evento è il professor Costagliola, dell’Università del Molise.
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CITTÀ DEL MOLISE
Sabato 29 settembre 2012
Bimbo nato morto,
slitta la perizia
Il consulente Serena Di Giorgio chiede altri 30 giorni
La famiglia vuole un risarcimento da 1 milione di euro
ISERNIA. Occorreranno altri 30
giorni al perito nominato dal tribunale di Isernia, Serena Di Giorgio,
prima di far luce sul decesso di un
bimbo nato morto nel 2004 presso
l’ospedale Veneziale. Il medico legale
ha infatti chiesto un nuovo termine
al giudice pentro, prima di depositare la relazione. La vicenda si riferisce
a una donna dell’hinterland pentro
giunta alla quarantunesima settimana di gravidanza, cui fu diagnosticata
la morte intrauterina del feto. Con
conseguente ricovero, intervento di
taglio cesareo ed estrazione del feto
già morto. Un maschietto di 4 chili,
completamente formato, ma deceduto per un’asfissia intrauterina. I
genitori del piccolo decidono di fare
causa all’Azienda sanitaria locale. Si
rivolgono all’avvocato Lucio Epifanio, cui forniscono tutta la documentazione medica. Dalla quale si evincerebbe che il decesso sarebbe stato
causato da imperizia e negligenza
dei sanitari e del personale del nosocomio. I quali, secondo le accuse,
avrebbero omesso di approfondire
la vicenda clinica della paziente con
le opportune indagini, nonostante la
donna si fosse sottoposta a controlli
quotidiani durante gli ultimi giorni
di gravidanza. La procura di Isernia
apre un’inchiesta. Viene indagato
un ginecologo, ma il procedimento
viene archiviato. Tuttavia, i genitori del piccolo intentano un’azione
civile, sempre tramite Epifanio. E
chiedendo danni morali e materiali
per 500mila euro a testa. Nell’aprile 2009 inizia il processo dinanzi al
giudice di Isernia Antonio Ruscito.
L’Asrem, in autotutela, chiama in causa due medici. Uno di essi, assistito
dall’avvocato del Foro pentro Gianni
Perrotta, non era mai stato indagato
a livello penale. Tanto che il difensore sostiene non fosse nemmeno presente, al momento dei fatti contestati. Si torna in aula il 19 dicembre.
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ISERNIA E PROVINCIA
Sabato 29 settembre 2012
Accolto il ricorso inoltrato dai commissari alla Sanità Filippo Basso e Nicola Rosato
SS. Rosario, tutto da rifare
Il Consiglio di Stato sospende la decisione del Tar che imponeva il ripristino dei reparti chiusi
R
OMA. La sentenza è deflagrata
come una bomba nella
mattinata di ieri. Il Consiglio di Stato, con una
decisione
clamorosa,
ha annullato l’efficacia
della sospensiva del
Tar Molise che a luglio
scorso aveva imposto
il ripristino dei reparti
chiusi all’ospedale SS.
Rosario. Dunque i reparti chiusi e poi reintegrati, ora, saranno di
nuovo chiusi in attesa
che, a novembre prossimo, il Tribunale amministrativo si pronunci
nel merito. Il Consiglio
di Stato ha accettato il
ricorso presentato dal
commissario ad acta
Filippo Basso e del sub
commissario Nicola Rosato, che si erano opposti alla decisione di reintegrare i reparti chiusi
all’ospedale di Venafro.
Una batosta per il Comitato Pro SS. Rosario, che
ora appare disorientato. Il rappresentante
Gianni Vaccone, tramite
l’avvocato Alfredo Ricci, aveva ottenuto una
prima vittoria il 7 luglio
2012. Con l’ordinanza
di sospensiva del Tar
Molise in ordine alle
azioni di dimensionamento messe in campo
dall’Asrem, dal commissario e dai sub commissari alla Sanità, che
colpivano il cuore della
struttura
venafrana.
Quel giorno con propria
ordinanza, i giudici amministrativi spiegavano
con chiarezza: “Risulta
che i motivi di doglianza
relativi alla contestata
violazione dell’ordinanza di questo Tar numero
124 del 2011 appaiono
fondati. Rilevato che la
richiamata documentazione attesta che sono
in corso di esecuzione
misure
organizzative
di ridimensionamento
dei servizi di assistenza
sanitaria erogati dal nosocomio santissimo Rosario di Venafro. E che
tali misure sono in contrasto con la richiamata
ordinanza cautelare, si
rende necessaria la nomina di un commissario ad acta che assicuri
l’esecuzione del provvedimento di questo
Tar, privando di effetti
ogni misura organizza-
tiva adottata nel lasso
di tempo tra il deposito
dell’ordinanza numero
124 del 2011 e la decisione di merito del ricorso”. Dunque, la situazione, nell’ospedale di
Venafro sarebbe dovuta
tornare esattamente a
un anno prima. Per farlo, il Tar aveva anche
individuato nella figura
del prefetto di Isernia,
Filippo Piritore, il commissario ad acta con il
compito di vigilare sul
ripristino dei servizi.
Giorni fa, Piritore aveva incontrato i membri
del comitato e l’avvocato Ricci. “Devono darci
ciò che ci hanno tolto:
pronto soccorso, rianimazione, quattro posti
di chirurgia e quelli tolti
a medicina – spiegava al
nostro quotidiano Gianni Vaccone - altrimenti
sono già pronte le carte
per la Procura di Roma.
Allora vedremo se chiuderà l’ospedale di Venafro o quello di Isernia”.
Insomma,
sembrava
procedere tutto per il
meglio. Fino a ieri: ora
la tensione ricomincia a
salire.
Politica
Sabato 29 settembre 2012
C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected]
L’agenda di Palazzo Moffa
Piano sanitario, Sel attacca Iorio
“Consiglio esautorato per colpa sua”
CAMPOBASSO. “Quando a gennaio il governo ha
chiamato le Regioni che dovevano adempiere ai rispettivi piani di rientro dal deficit sanitario per decidere insieme il da farsi, quasi tutti i presidenti
hanno deciso di fare un passo indietro a favore di un
commissario esterno, nominato da Palazzo Chigi.
Quasi tutti perché in quel frangente Michele Iorio
scelse di essere confermato quale Commissario ad
acta per la gestione del piano e con lui venne confermato Morlacco e nominato Rosato”.
Filippo Monaco, consigliere di Sel se la spiega così
la vertenza sanità. Il tema, quello della guerra di
competenze fra il commissario e la Regione sull’adozione dei provvedimenti – a cominciare dal
piano di settore – è di estrema attualità. Lunedì il
provvedimento tornerà in discussione. O meglio: è
iscritto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio, ma il governatore Iorio in questi giorni avrebbe dovuto cercare una mediazione con il ministero
della Salute. Sarà lui a dire in Aula se l’ha trovata.
“Lo strappo alla democrazia è avvenuto, quindi,
molto prima dell’arrivo di Filippo Basso. Michele
Iorio era pienamente consapevole che solo continuando a gestire personalmente la sanità – osserva
Monaco - avrebbe potuto perseguire il suo piano,
quello di gestire la sanità in maniera clientelare e familistica e l’esautorazione degli altri organi regionali giocava a suo favore. Nessuno invocò il rispetto della democrazia, benché in molti ritenemmo pericolosa la conferma del presidente-commissario
sulla base di una semplice costatazione di fatto. Il 3
aprile una nuova verifica dalla quale sono emersi
solo dati negativi e, pertanto, il Consiglio dei ministri il 7 giugno ha nominato Filippo Basso quale
commissario ad acta per l’adozione e l’attuazione
degli obiettivi prioritari del piano di rientro e dei
programmi operativi non compiutamente realizzati.
Una scelta perfettamente in linea con quanto previsto dall’articolo 102 della Costituzione. Il 20 luglio
si è poi svolta la riunione degli organismi di monitoraggio per verificare il risultato d’esercizio 2011
e la relazione sullo stato patrimoniale del 2011. In
realtà – prosegue il consigliere regionale - nulla di
tutto questo è accaduto in quanto i dati richiesti non
sono mai arrivati a destinazione, la documentazione
non è stata prodotta da parte della gestione commissariale. Parlare di ritardo è riduttivo, si tratta di assenza dei più elementari compiti amministrativi.
Questa assenza di documentazione potrebbe essere
un’implicita ammissione di incapacità o un barlume
di vergogna che trattiene dal rendere pubblico il disastro che si è consumato. Eppure si aveva ancora il
coraggio di chiedere l’accesso ai fondi Fas per la
copertura del disavanzo a tutto il 2009, ovviamente
negato così come l’erogazione delle spettanze residue legate alle risorse premiali. Iorio è stato capace
di gettare nel baratro la sanità molisana ed ora vorrebbe far ricadere le sue colpe sul commissario Basso. Tutte le colpe - chiude Monaco - sono da imputare esclusivamente a lui e alla sua gestione”.
Politica
Sabato 29 settembre 2012
3
I vertici del centro: metteremo a punto la riqualificazione del personale in Cig
Ex Cattolica, la Fondazione
sostiene il piano ‘on the job’
CAMPOBASSO. Si è svolto giovedì nella sede della Regione l’incontro tra la Fondazione di Ricerca
e Cura Giovanni Paolo II, le parti
sindacali e la Regione Molise.
A partecipare alla riunione sono stati i rappresentanti dei sindacati territoriali, il funzionario della Regione Vincenzo Rossi, i funzionari della Fondazione di Ricerca e Cura
Giovanni Paolo II, rappresentata
dal direttore generale del centro Savino Cannone, dall’assistente speciale del presidente della Fondazione Vito Penna e dal direttore sanitario Carlo Di Falco. Alla luce delle
problematiche esistenti, legate alla
riduzione delle entrate provenienti
dalla Regione Molise e al piano di
tagli alle spese conseguente alla diminuzione dei posti letto da 180 a
129 che comporta anche una ridu-
zione del personale infermieristico
della struttura, la Fondazione ha
concordato con la Regione e le parti sociali la richiesta di cassa integrazione in deroga. La Fondazione
si è inoltre impegnata, a spese proprie, nella messa a punto di un articolato piano di ‘training on the job’,
ovvero un piano di riqualificazione
professionale strutturato in attività
di teoria e di pratica per il persona-
I vertici della Fondazione alla riunione in Regione
le in cassa integrazione.
Si è aperto uno spiraglio importante, dunque, per i 52 esuberi che rischiavano il licenziamento, per il
personale in generale e per i pazienti del centro di eccellenza, anche
loro preoccupati per le sorti della
struttura di ricerca e cura dell’Università Cattolica diventata riferimento in questi anni per le patologie tumorali e quelle cardiovascolari.
Sabato 29 settembre 2012
Fondazione Giovanni Paolo II
Chirurgia in ambito
oncologico, un convegno
a San Giuseppe Artigiano
CAMPOBASSO. “Nuove
possibilità di cura con la Chirurgia in ambito oncologico e
non .... “ è il titolo del convegno in programma martedì 2
ottobre 2012 alle ore 18.45
nella chiesa di San Giuseppe
Artigiano a Campobasso. Dopo l’introduzione del parroco
don Vittorio Perrella, e del direttore generale Savino Cannone, sul tema relazionerà
Camillo Cavicchioni, professore dell’Università Cattolica
e direttore del dipartimento di
Oncologia della Fondazione.
La chirurgia è di solito il primo trattamento contro il cancro, ed ha l’obiettivo di:
asportare completamente il
tumore (chirurgia definitiva,
potenzialmente
curativa).
Viene praticata anche per raccogliere campioni del tessuto
colpito dal tumore. Quando la
chirurgia viene eseguita per
tentare la cura, si agisce secondo una delle seguenti modalità: si rimuove l’intero tumore più un margine di tessuto attorno ad esso per minimizzare il rischio correlato
all’invasione dei tessuti sani
circostanti da parte delle cellule tumorali (chirurgia locale). Negli ultimi tempi anche
grazie alle nuove tecnologie,
si fa ricorso a tecniche mininvasive (laparoscopia) che
possono essere più efficaci di
quelle tradizionali. Il professor Cavicchioni da quando
dirige il Dipartimento di Oncologia della Fondazione
“Giovanni Paolo II” ha dato
un nuovo impulso alla chirurgia laparoscopia anche per la
cura dei tumori. “Gli interventi laparoscopici di routine
vengono eseguititi diffusamente in molti ospedali in
Italia - afferma il prof. Cavicchioni - forse anche in troppi
perché il numero di pazienti
suscettibili di questo accesso
che si rivolgono ad un ospedale periferico non è talvolta
sufficiente a dare al chirurgo
la possibilità di crearsi
un’esperienza
sufficiente
(curva di apprendimento) ad
eseguire la procedura chirurgica con margini adeguati di
sicurezza per lui e per il paziente.
Le tecniche chirurgiche più
avanzate vengono eseguite in
pochi centri di riferimento sia
universitari che ospedalieri,
uno di questo è la Fondazione
di Ricerca e Cura “Giovanni
Paolo II”. Tecniche particolari come la ‘single incision’
solo in pochissimi centri dove
lavorano chirurghi particolarmente ‘esperti’ che praticano
un numero adeguato di interventi ed hanno una predisposizione per questo tipo di tecnica”.
Campobasso e provincia
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Isernia
Sabato 29 settembre 2012
C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected]
La vicenda risale al 2004. I genitori vogliono un risarcimento da un milione di euro
Feto nato morto, il perito prende tempo
Altri 30 giorni per presentare la relazione
ISERNIA. Bisognerà attendere altri
trenta giorni per conoscere le valutazioni tecniche del medico legale Serena Di
Giorgio in merito alla morte di un neonato avvenuta nel 2004. La dottoressa
Di Giorgio è stata incaricata dal giudice
Civile Antonio Ruscitto di redigere la
perizia tecnica per accertare le cause del
decesso e soprattutto se è stato rispettato il protocollo medico. La prossima
udienza si terrà il 19 dicembre nel Tribunale di Isernia. I genitori del bambino
hanno avanzato una richiesta di risarcimento per un milione di euro nei confronti dell’Asrem di Isernia. La mamma
del piccolo era alla quarantesima settimana di gravidanza quando si recò presso l’ospedale Veneziale per fare esaminare i battiti cardiaci del bambino e le
sue reazioni alle contrazioni uterine. Il
tutto fu effettuato attraverso un tracciato
tococardiografico. Dall’esame emerse
una presunta sofferenza fetale. Nonostante ciò la donna fu dimessa con l’invito a tornare in ospedale nel momento
del parto. Nel pomeriggio, però, si rende conto di non avvertire più i movimenti del piccolo e quindi estremamente preoccupata fa ritorno nell’ospedale
Veneziale dove i medici ritennero opportuno ricoverarla per effettuare un
parto cesareo. Tuttavia il feto viene fuori dalla pancia della mamma ormai già
morto. I genitori attribuiscono
la responsabilità ad una presunta negligenza del personale dell’ospedale di
Isernia che non avrebbero approfondito
la sofferenza del feto attraverso altri
esami. Pertanto si sono rivolti all’avvocato Lucio Epifanio per denunciare
l’Asrem. La procura della Repubblica
aprì un’inchiesta ed indagò un ginecologo la cui posizione fu successivamente
archiviata. Successivamente ha preso il
via, il processo civile dinanzi al giudice
Antonio Ruscitto e l’Asrem per autotutelarsi ha chiamato in causa due medici.
Siamo ora alla fase delle perizie.
Sabato 29 settembre 2012
Agnone Alto Molise 13
Caracciolo, l’ultimo atto della Chiesa
La proposta di riordino riguarda tutta la sanità molisana. Don Francesco: “Noi possiamo solo dare un consiglio”
AGNONE. “Questa è l’ultima proposta che
possiamo fare. Chi ha le responsabilità sulla
sanità molisana, poi prenderà le decisioni”. È
sconfortato Don Francesco Martino, responsabile sanitario della Diocesi di Trivanto, che
ha redatto con i suoi colleghi un’ ulteriore
proposta di riordino in tema di sanità della
Regione Molise, dopo uno scambio di mail
con i due sub commissari, Filippo Basso e
Nicola Rosato. Un documento più severo rispetto a quello inviato ai vertici sanitari nei
giorni scorsi, in cui la spesa viene tagliata ulteriormente, sulla base delle somme stabilite
dal Governo durante la conferenza Stato-Regioni dello scorso 29 febbraio. Per tutta la sanità molisana ci sono a disposizione circa
574 milioni di euro, cifre che vanno rispettate. Per l’ospedale San Francesco Caracciolo
di Agnone, in particolare, nella bozza di Don
Francesco si prevedono altri tagli: scompare
l’unità di terapia fisica e riabilitazione, in
considerazione che il nosocomio, trasformato in presidio territoriale di assistenza con
Rsa, vedrà anche la presenza di fisioterapisti.
Inoltre, in generale, i numeri prevedono di
dover ridurre il personale che lavora nei presidi molisani ridotto all’osso, dunque qualche
sforbiciata va considerata, forse, anche per
Agnone. “L’Ufficio è conscio – dice il re-
sponsabile pastorale diocesano – che questo
momento rappresenta l’ultimo atto di una
partita iniziata nel 2000, agli esordi della
“questione sanitaria“, oggi giunta al suo esito finale e probabilmente al punto di non ritorno. Adesso, a chi di dovere spetta l’onere
della decisione e della responsabilità per gli
esiti di questo percorso spinoso e drammatico, che a nostro giudizio si poteva e si può
ancora evitare, se ci si mette seriamente a lavorare”. Per l’ospedale Caracciolo, ci sono
due ipotesi, una pubblica e una relativa ad
un’eventuale sperimentazione gestionale
pubblico-privata. L’ipotesi pubblica vede un
totale di spesa (divisa tra costo del personale
ospedaliero, del personale territoriale, beni e
servizi, manutenzione e farmaceutica) pari a
circa tredici milioni di euro l’anno. L’opzione gestione pubblico-privata vede un margine di spesa pari a dodici milioni e novecentomila euro l’anno. La bozza complessiva per
la razionalizzazione sanitaria stilata dalla
Chiesa calcola seicento milioni di euro di costi totali per tutto il Molise, considerando i
circa trentasei milioni di euro che potrebbero
essere recuperati dalla mobilità attiva, ovvero da quelle prestazioni sanitarie rivolte a pazienti che da altre regioni arrivano in territorio molisano per farsi curare. C’è poi la proposta dell’associazione dei Farmacisti, guidata da Giuseppe Orlando, che consente di
ottenere un risparmio di circa ventitré milioni di euro per la spesa farmaceutica. Per raggiungere tale obiettivo, la Regione dovrebbe
fare da committente nell’acquisto di farmaci,
in modo da ottenere uno sconto del cinquanta per cento (circa), seppure non sarebbero
accontentate la case farmaceutiche. “I commissari ora decideranno – ribadisce Don
Francesco, che ha inviato la sua bozza a tutti
gli attori e i vertici sanitari – purtroppo in
passato tra Regione e Governo centrale non
c’è stata molta collaborazione. Il Molise si
porta dietro una situazione difficilissima, che
spero si possa recuperare. Dal 2007, la Regione è inadempiente e questo ha creato una
condizione di estrema debolezza”.
AZ
Venafro
Sabato 29 settembre 2012
C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0865 410275 Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected]
Colpo di scena
Con una specifica sentenza è stato sospeso il recente provvedimento del Tar Molise
Doccia fredda dal Consiglio di Stato
Bloccato il ripristino dei reparti e dei servizi tagliati
tenza del Consiglio di Stato
avrebbe dato loro ragione. Ne
risulta compromesso anche il
lavoro fin qui svolto dal prefetto di Isernia, Filippo Piritore, che proprio dal Tar Molise
era stato nominato commissario ad acta con il compito di
vigilare sul ripristino dei servizi all’ospedale di Venafro.
ANGELO BUCCI
VENAFRO. Non c’è pace
per il “Santissimo Rosario” di
Venafro. Il presidente del Comitato civico nato proprio in
difesa del glorioso nosocomio, Giovanni Vaccone, non
ha fatto nemmeno in tempo a
gioire per la recente decisione
del Tar Molise, che dal Consiglio di Stato è giunta un’inattesa “doccia fredda”. Stando
alle notizie riportate ieri da alcune emittenti locali (che poi
hanno trovato piena conferma), infatti, il Consiglio di
Stato avrebbe annullato la decisione del Tribunale amministrativo regionale di procedere al ripristino dei reparti e dei
servizi soppressi all’ospedale
di Venafro dal luglio del 2011
al settembre del 2012. La decisione del Tar era giunta a seguito di un ricorso presentato
proprio dal Comitato “Pro
Santissimo Rosario”, tramite
il legale Alfredo Ricci. L’intento era di “congelare” ogni
cosa in attesa di entrare “nel
merito” della sentenza, il
prossimo 9 novembre. Evidentemente il provvedimento
del Tribunale amministrativo
non è piaciuto ai commissari
alla Sanità, Basso e Rosato
(che hanno scalzato Iorio, ritenuto da Roma non all’altezza di venire a capo della ingarbugliata situazione), i quali hanno deciso di opporsi alla
decisione del Tar Molise. Purtroppo per i venafrani, la sen-
“Vogliamo sperare -ha commentato Giovanni Vaccone,
presidente del Comitato “Santissimo Rosario”- che la notizia del pronunciamento sfavorevole del Consiglio di Stato si riveli infondata. In caso
contrario non esiteremo un
istante a dare luogo a tutte le
possibili iniziative di lotta pur
Il onsigliere delegato ha pronunciato il presente decreto sul ricorso numero di registro generale 6860 del 2012, proposto da:
Regione Molise, commissario ad acta per l'attuazione del Piano
di rientro disavanzo settore sanitario Regione Molise, sub-commissario ad acta per attuazione piano di rientro, Presidenza del
Consiglio dei Ministri, ministero dell'Economia e delle finanze,
rappresentati e difesi per legge dall'avvocatura, domiciliata in
Roma, via dei Portoghesi, 12; contro Giovanni Vaccone; nei confronti di Asrem Molise; per la riforma dell'ordinanza cautelare
del Tar Molise - Campobasso: Sezione I n. 00452/2012, resa tra
le parti, concernente esecuzione di ordinanza Tar n. 124/2011 in
ordine a riassetto organizzativo rete ospedaliera - mcp. Visti il ricorso in appello e i relativi allegati; vista l'istanza di misure cautelari monocratiche proposta dal ricorrente, ai sensi degli artt. 56
e 98, co. 1, cod. proc. amm.; vista l’ordinanza Tar Molise 7 luglio 2011 n. 124 che sospendeva l’efficacia di alcuni provvedimenti del direttore generale dell’Azienda sanitaria Regione Molise concernenti il riassetto organizzativo dell’assistenza sanitaria
erogata dal nosocomio Ss. Rosario di Venafro; rilevato che, poiché la medesima non ha avuto esecuzione, parte ricorrente ha ot-
di tutelare il nostro ospedale
dai continui attacchi provenienti da Campobasso e da
Roma. Se necessario occuperemo l’ospedale e bloccheremo le principali strade della
città. La debbono smettere di
penalizzarci. Noi non siamo
cittadini di seconda categoria”. Dal momento che la no-
tizia si è rivelata fondatissima, nei prossimi giorni sapremo se davvero gli attivisti del
Comitato andranno a disotterrare l’ascia di guerra, oppure
se preferiranno attendere nuovi eventi, come “la trattazione
collegiale dell’istanza cautelare alla camera di consiglio
del 19 ottobre 2012”.
tenuto dal Tar Molise , con ordinanza 30 agosto 2012 n. 452, la
nomina di un commissario ad acta che adotti ogni misura necessaria per evitare la riduzione delle prestazioni sanitarie prevista
dai provvedimenti sospesi, mantenendo integra la situazione di
fatto esistente alla data della sospensiva pronunciata con l’ordinanza n. 124/2011; considerato che, nelle more della trattazione
collegiale dell’istanza di sospensione dell’ordinanza appellata, è
opportuno lasciare inalterata la situazione di fatto esistente, in
quanto nell’agosto 2012, nel mentre il ricorrente chiedeva l’esecuzione dell’ordinanza cautelare n. 124/2011, il quadro normativo in materia di organizzazione dei presidi sanitari è mutato in
modo significativo con la legge 7 agosto 2012 n. 135; Pqm accoglie l’istanza di misure monocratiche d’urgenza e per l'effetto sospende l’efficacia della ordinanza di esecuzione n. 452/2012; fissa la trattazione collegiale dell’istanza cautelare alla camera di
consiglio del 19 ottobre 2012. Il presente decreto sarà eseguito
dall'amministrazione ed è depositato presso la segreteria della
Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti. Così
deciso in Roma il giorno 27 settembre 2012. Il consigliere delegato Lydia Ada Orsola Spiezia
Il decreto
Larino Basso Molise 21
Sabato 29 settembre 2012
L’ex direttore della struttura Italo Trento non considera fallimentare la sua esperienza molisana
Il Bambino Gesù non c’è più
Ha chiuso ufficialmente ieri a mezzogiorno il centro pediatrico nell’ospedale frentano
LARINO. Ore 12 di ieri mattina. Una porta si chiude per
sempre, e dietro quei vetri restano le stanze di degenza, gli
ambulatori con affissi alle pareti le facce sorridenti di bambini, qualche disegno che
qualcuno ha voluto lasciare
come ricordo di un anno passato lì dentro con la professionalità e il cuore rivolto al
mondo dell'infanzia. Senza alcuna enfasi ci si riferisce alla
chiusura del Bambino Gesù al
Vietri. Alla chiusura di un reparto che se sulla carta doveva essere fonte di rilancio della struttura ospedaliera frentana, resterà invece su chi ne ha
deciso la chiusura come l'ennesima brutta figura fatta nei
confronti dei cittadini, nei
confronti di quanti, incuranti
delle logiche della politica,
dei piani di rientro, avevano
creduto davvero alla possibilità che a Larino, a due passi
dalle proprie abitazioni,
avrebbero potuto far visitare i
propri figli senza dover più
affrontare viaggi della speranza a Roma o in altre sedi in
Italia. Chiudere un servizio
alla gente, soprattutto alla popolazione minorile, è sempre
un fallimento. Un fallimento
di programmazione, un fallimento di obiettivi, non certo
per chi in questo anno, come
detto, ha dato il cuore per farlo funzionare al meglio nonostante le critiche anche feroci
giunte dagli ambienti pediatrici molisani. “Per me non è
stato un fallimento – ci ha riferito visibilmente commosso
il direttore del centro Italo
Trenta – qui in Molise, a Larino ho scoperto una realtà piena di risorse umane, di famiglie attente alla crescita dei
propri figli, gente dal cuore
d'oro. Questa esperienza al di
là di come oggi si conclude,
resterà sempre nel mio curriculum sanitario, ma prima an-
cora nella mia storia personale di uomo e medico che si è
rimesso in gioco ed aveva accettato di coordinatore questo
centro, di portare in questa
parte di Penisola tutto il
know-how del suo lavoro,
della sua missione a servizio
dei bambini”. Dello stesso tenore le dichiarazioni sottovo-
ce della caposala Marina
D’Agostino che ha vissuto in
questi 365 giorni, d'altronde
come Trenta, a Larino, ha preso casa, ha condiviso dalla
messa domenicale alle altre
ricorrenze la sua vita con i larinesi, naturalmente quando
non era al lavoro. “Conserverò un bellissimo ricordo di
questa esperienza, di Larino e
della sua gente che mi ha fatto sentire come se fossi a casa”. Tanta commozione abbiamo registrato, ieri mattina,
al Vietri per la chiusura del
Bambino Gesù, certo non la
commozione della politica,
quanto piuttosto quella del
personale che ha condiviso
con il primario Trenta e la caposala D'Agostino questo anno di lavoro e quella di molte
famiglie dei bambini visitati,
curati, diremmo, prima di tutto amati al Bambino Gesù.
Famiglie che fino alle 12 di
ieri hanno portato i loro figli e
che da oggi non avranno più
quel punto di riferimento e
dovranno riaffrontare viaggi
fuori regione per trovare risposte di qualità ai problemi
piccoli e grandi dei loro figli.
E Larino perde ancora, come
detto, anche nei giorni scorsi
nel disinteresse generale di
chi forse si è preoccupato più
di difendere idee fuori tempo
che un servizio concreto alla
parte migliore della società,
ossia i bambini.
Occhio e tempo, Castagliola relatore al Vietri
LARINO. Sarà una giornata interamente
dedicata alla vista, allo scorrere del tempo
che influisce sugli organi di senso ottico e
alle tecnologie che ne migliorano le prestazioni. Questa mattina, infatti, centoquaranta specialisti in oftalmologia, venti infermieri e venti ortottisti molisani, abruzzesi,
campani e pugliesi si incontreranno nella
sala congressi dell’ospedale Vietri di Larino per discutere su tematiche relative al
funzionamento e all’ invecchiamento della
vista. L’incontro, “Occhio e tempo”, sarà
diretto dal dottor Covatta e presieduto dal
dottor Dell’Omo. Direttore scientifico dell’evento sarà il professor Castagliola dell’Università del Molise mentre l’organizzazione sarà curata dal dottor Avolio che ha
descritto nei termini seguenti l’appuntamento con i suoi numerosi colleghi “l’incontro si articola in tre sessioni ed affronta
una serie di problematiche che vanno dall’invecchiamento dell’occhio, all’evoluzione della rifrazione nell’età, alla motilità del
bambino nell’adulto, alla superficie oculare
oggi, agli integratori ed all’alimentazione
per la salute dell’occhio. Si tratteranno anche argomenti legati alle nuove prospettive
terapeutiche del segmento anteriore e posteriore dell’occhio alla robotizzazione dell’intervento di cataratta, all’evoluzione mini-invasiva delle tecniche di cheratoplastica, al glaucoma, al nervo ottico, alla degenerazione maculare senile”. Gli interventi
dei numerosi relatori si protrarranno per
tutta la giornata a cominciare dalle 9 del
mattino.
Arriva la Cig per cinquanta infermieri - ONE Reader
Pagina 1 di 1
Arriva la Cig per cinquanta infermieri
29-09-2012
Sanità
CAMPOBASSO Cinquanta infermieri a rischio licenziamento:
c’è l’accordo tra l’ex Cattolica di Campobasso e la Regione alla
cassa integrazione in deroga. L’intesa è stata raggiunta nel
vertice tra la Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II, i
sindacati e la Regione. A partecipare alla riunione sono stati i
rappresentanti dei sindacati territoriali, il funzionario della
Regione Vincenzo Rossi, quelli della Fondazione Giovanni
Paolo II, rappresentata da Savino Cannone, direttore generale,
Vito Penna, assistente speciale del Presidente della
Fondazione e dal direttore sanitario Carlo Di Falco. Alla luce
delle problematiche esistenti, legate alla riduzione delle entrate
provenienti dalla Regione e al piano di riduzione delle spese
conseguente alla diminuzione dei posti letto da 180 a 129 che comporta anche una riduzione del
personale infermieristico della struttura, la Fondazione ha concordato con le parti la richiesta di
cassa integrazione in deroga. La Fondazione si è inoltre impegnata, a spese proprie, nella messa a
punto di un piano di «training on the job», ovvero riqualificazione con attività teorico-pratiche per il
personale in cassa integrazione. Uno spiraglio per coloro che rischiavano il posto di lavoro.
Chiudi
http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2012/09/29/xml/04_ABRUZZO-... 29/09/2012
Analisi più care nel pubblico che nel privato: Striscia la
Notizia in Molise
2012-09-28 23:56:18
Incredibile ma vero: il Molise un cittadino che deve fare
determinate analisi del sangue paga di più se si rivolge alla
struttura pubblica mentre se si rivolge alle strutture private
risparmia. La situazione paradossale è stata segnalata dal tg
satirico di Canale 5 "Striscia la notizia".
Gli inviati della popolare trasmissione si sono "infiltrati" negli uffici dell'Asrem scoprendo che per alcune analisi facendo
l'impegnativa e rivolgendosi, quindi, alla struttura pubblica, avrebbero pagato 59 euro. Recandosi invece direttamente presso un
laboratorio privato, senza ricetta, la spesa per lo stesso esame sarebbe stata di 45 euro. Fabio e Mingo, inviati a Campobasso da
Antonio Ricci, sono così andati a far visita ad Angelo Percopo, direttore generale dell'Asrem, che si è impegnato a risolvere il
problema.
Ex Cattolica, via libera alla cassa integrazione per i lavoratori a rischio • Prima Pagi...
Ex Cattolica, via libera alla cassa integrazione per i lavoratori a
rischio
Via libera alla cassa integrazione per i lavoratori della ex
Cattolica che rischiavano il licenziamento. E' l'esito dell'ultimo
incontro che si è tenuto tra Regione, Fondazione Giovanni Paolo
II e sindacati. Alla luce dei problemi in atto, legati come è noto
alla riduzione delle entrate provenienti dalla Regione Molise e al
piano di riduzione delle spese conseguente alla diminuzione dei
posti letto da 180 a 129, che comporta anche una riduzione del
personale infermieristico della struttura, la Fondazione ha
concordato con la Regione e le parti sociali la richiesta di cassa
integrazione in deroga. La Fondazione si è inoltre impegnata, a
spese proprie, nella messa a punto di un articolato piano di
‘training on the job', ovvero un piano di riqualificazione professionale strutturato in attività di
teoria e di pratica per il personale in cassa integrazione.