Giotto a Milano

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Giotto a Milano
vivere il nord, milano e dintorni
Giotto a Milano
"Credette Cimabue nella pintura tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, si che la fama di colui è scura."
Dante Alighieri
Mostra Giotto, l'Italia. Da Assisi a Milano Fino al 10 gennaio 2016
Nell'anno dell'Expo Palazzo Reale decide una retrospettiva dedicata al genio della pittura tardo medievale; pittore senza
il quale non ci sarebbe stato un Rinascimento, e tutta la generazione di geni pittorici che in essa si sono consacrati come
Lippi, Pinturicchio, Leonardo, Michelangelo e Raffaello.
A Palazzo Reale vanno in mostra moltissime opere a comporre un itinerario espositivo mai visto prima per il genio
indiscusso della pittura del Trecento, allievo di Cimabue (anche se di questo fatto s'è formata presto una tradizione), che
seppe rivoluzionare la pittura restituendole quel naturalismo greco ed ellenisitico che da secoli la pittura aveva perso a
favore della rappresentazione iconica tipica dell'arte romana plebea prima e bizantina poi.
In questo Giotto fu anche aiutato dal suo tempo come dimostrano gli affreschi absidali della Basilica di Santa Maria in
Trastevere firmati dal pittore Pietro Cavallini nel 1291; ma allo stesso tempo questi affeschi parlano di una rivoluzione
pittorica incompiuta, con tracce di bizantinismo nella raffigurazione dei santi e un senso della prospettiva non maturo e
forzato alla fruibilità dello spettatore più che alla verosomiglianza naturalistica. Giotto portò quindi a campimento
un'evoluzione con un'ampiezza di passo che solo ai grandi risulta possibile.
A Milano opere di Giotto in prestito da Bologna, da Firenze e dai Musei Vaticani. Ma anche la città di Milano contribuirà al
catalogo della mostra essendo stato il maestro in città per lungo tempo producendo alcuni dei capolavori confluiti nel
catalogo della mostra e la Gloria del Mondo, oggi perduto.
Cenni biografici su Giotto
Giotto di Bondone nasce a Vespignano nel 1267 circa da da famiglia di contadini che si trasferirono a Firenze poco
dopo. Qui entrò nella bottega di Cenni di Pepo, detto Cimabue, al fianco della quale si recò anche a Roma dove conobbe
Arnolfo Di Cambio e Pietro Cavallini.
Del 1290 è il primo dipinto - a lui attribuito solo nel 1937 - è la Madonna col Bambino di San Giorgio alla Costa a Firenze.
Qui Giotto già dimostra pienamente di essere il portatore di una concezione pittorica più naturalistica, proveniente più
dalla rappresentazione volumetrica scultorica del tempo che dalla concezione pittorica dominante alla fine del '200.
Successivamente il pittore si trova nel cantiere pittorico della Basilica Superiore di San Francesco d'Assisi dove erano al
lavoro i maggiori talenti artistici del tempo. Secondo il Vasari è sua la mano delle storie di San Francesco ma la cosa è
stata messa in questione da critici europei che hanno aperto la "questione giottesca". Questione che, con buona pace
dei critici italiani, rimarrà certamente aperta in quanto difficilmente potrà essere supportata da documenti di cantiere che
non risultano esistenti se non a partire da secoli dopo.
Comunque Giotto aveva già dimostrato la sua portata rivoluzionaria in pittura con la realizzazione del Crocifisso di Santa
Maria Novella dove, abbandonando l'iconografia stabilita da Giunta Pisano e seguita da Cimabue, dipinge un Cristo in
croce in una posizione più verticale, naturalistica, moderna.
Pochi anni dopo Giotto è a Padova per realizzare il ciclo di affreschi della Cappella di Enrico Scrovegni dipinta tra il 1303
e il 1305. La ricca famiglia del banchiere padovano poteva contare su una lunga tradizione d'usura e un padre, Rinaldo,
posto da Dante nel settimo cerchio dell'Inferno (canto XVII). Enrico voleva la consacrazione della famiglia e la trovò nel
grande ciclo di Giotto. Qui la firma del pittore è indiscussa e provata storicamente tanto da fare ribilanciare la "questione
giottesca" verso la tesi dell'atribuzione, vista la forte affinità con Padova.
Ormai ricco Giotto torna a Firenze assumendo incarichi prestigiosi che delegherà alla sua bottega. La sua mano si
riconosce ancora negli affreschi di quattro cappelle della Chiesa di Santa Croce in Firenze, secondo quanto riporta
Ghiberti (1318).
In seguito Giotto, già figura mitica del panorama culturale della Penisola, si trova a Bologna, Milano e Napoli alla Corte
degli Angiò. In queste sedi produce molte opere ma molte anche sono perdute; tra quelle rimaste il Polittico di Bologna
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Generata: 14 March, 2017, 20:34
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della Chiesa di Santa Maria degli Angeli che andrà in mostra a Milano.
Muore nella sua Firenze l'8 gennaio 1337 mentre lavora come capomastro alla realizzazione del bel campanile di Santa
Maria del Fiore che all'epoca era realizzato per circa un terzo.
Palazzo Reale,
Piazza del Duomo 12
Milano
Orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30; da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30. Giovedì e sabato apertura prolungata fino
alle 22.30 (ultimo ingresso un'ora prima della chiusura).
Biglietti: € 11; ridotto € 9.50; ridotto speciale € 5.50.
Speciale famiglia: 1 o 2 adulti + bambini (da 6 a 14 anni), € 9.50 adulto e € 5.50 bambino.
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