IL PROGETTO APPALTO SICURO (PAS). UN MODELLO DI

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IL PROGETTO APPALTO SICURO (PAS). UN MODELLO DI
PARTE I - CAPITOLO 3
ANALISI E PROSPETTIVE
IL PROGETTO APPALTO SICURO (PAS).
UN MODELLO DI APPRENDIMENTO
COLLABORATIVO, ANDRAGOGIA E
TECNOLOGIA NELLE PUBBLICHE
AMMINISTRAZIONI
di Stefano Mustica e Federica Delli Zotti – Link Campus University
INTRODUZIONE
Il Progetto prende spunto da una ricerca (analisi ex-ante) condotta dal FORMEZ per
il Dipartimento della funzione pubblica, che ha evidenziato, come: “siano emerse diverse incertezze nell’interpretazione delle normative e nell’attuazione delle procedure
relative al Codice degli appalti pubblici, e (…) viene richiamata l’urgenza di un intervento formativo per rafforzare la legalità. Diventa pertanto necessario – e possibile
– operare attraverso un processo di alta formazione integrata, teso ad affermare un
modello ‘virtuoso’ di bando di evidenza pubblica e di procedura di gara, rafforzando
le competenze dei funzionari della Pubblica Amministrazione e le capacità di contrasto, in materia, delle forze di polizia”.
Da queste considerazioni, nasce il Progetto Appalto Sicuro (PAS), pensato e gestito
dal FORMEZ grazie alla collaborazione tra il Ministero dell’interno e il Dipartimento
della funzione pubblica della Presidenza del consiglio. Il PAS si è proposto, attraverso
l’utilizzo delle nuove tecnologie per l’apprendimento, la realizzazione di un intervento finalizzato a garantire maggiore trasparenza negli appalti pubblici, attraverso
l’implementazione delle competenze dei funzionari della Pubblica Amministrazione
incaricati di predisporre i bandi, e di seguire i procedimenti di evidenza pubblica e del
personale delle forze di polizia, con particolare riferimento alle innovazioni introdotte
con il recente Codice degli appalti pubblici.
Per analizzare le modalità operative del PAS, è necessario chiarire da subito i tre
presupposti sui quali è stato costruito: il primo di carattere contenutistico (gli appalti
pubblici e la loro delicatezza operativa), il secondo rivolto alla tipologia degli utenti
coinvolti (adulti), il terzo la necessità di utilizzare l’esperienza del progetto per realizzare una change organization finalizzata a diffondere le pratiche della learning
organization.
Il primo presupposto è di tipo contenutistico, ed è basato sulla “finalità di contrastare
i fenomeni di corruzione e di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti
pubblici incrementando, attraverso un processo di formazione integrata in materia
di procedimenti di evidenza pubblica, le competenze dei funzionari degli Enti locali
e delle forze di polizia”.
Il secondo si incentra su un delicato aspetto relativo alla tipologia dei partecipanti:
“agli adulti non si insegna, si può facilitare l’apprendimento, e lo si può fare solamente
se il percorso didattico al quale sono chiamati a partecipare, sarà in grado di far capire l’utilità della formazione e sarà basato su elementi esperienziali (propri o di altri)”,
come le teorie di Malcom Knowles e di David Kolb ci indicano.
La terza considerazione, che potrebbe avere ricadute indirette anche su altri progetti
futuri, si basa sui risultati e sul gradimento conseguito, che suggerisce di valutare l’ef-
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fettiva ripetibilità dell’esperienza in altri ambiti formativi, valorizzando in modo particolare le logiche dell’apprendimento collaborativo e l’utilizzo dei sistemi di e-learning
e degli strumenti comunicativi messi in campo da PAS. Si sottolinea, in particolare,
che le modalità di costruzione e gestione di PAS possono sostenere un approccio alla
formazione continua – anche oltre il termine delle attività corsuali – evitando che i
saperi trasmessi divengano obsoleti (rischio molto elevato nello specifico caso della
disciplina degli appalti) ma costituendo un punto di partenza a cui collegare le nuove
conoscenze ed esperienze dell’organizzazione.
L’UTENZA COINVOLTA E LA MODALITÀ BLENDED LEARNING
Gli utenti coinvolti sono dirigenti e funzionari delle Autonomie locali (Province,
Comuni) e personale delle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri,
Guardia di Finanza), appartenenti alle Regioni dell’obiettivo convergenza (Sicilia,
Puglia, Calabria, Campania).
Grafico 1.
MEDIA PARTECIPANTI
PER REGIONE
Il percorso di apprendimento è stato pensato per un totale di 60 ore, da sviluppare in
un arco temporale di due mesi, così distribuite:
12 ore (sei ore per due giornate) sono state destinate ad attività d’aula. Le
prime sei dedicate all’introduzione degli argomenti formativi (relativi alla
prima parte del corso) ed anche all’utilizzo del sistema di formazione on line.
Le sei finali con un duplice scopo: da un lato tirare le fila di tutte le attività di
studio e di collaborative learning
ning sviluppate nell’arco dei due mesi, dall’altro
sottoporre i partecipanti ad un prova finale di apprendimento, propedeutica
al rilascio di attestati di partecipazione.
48 ore, sono state destinate alla partecipazione ad attività di collaborative
learning
ning attraverso forum, wiki, studio ed applicazione individuale, necessarie all’approfondimento dei materiali didattici (multimediali e non) messi a
disposizione dei discenti, al sostenimento di test e allo svolgimento di test con
feedback formativi.
I FONDAMENTI DELLA SCELTA DIDATTICA
È vero che la formazione oggi, in qualsiasi settore economico o ambito professionale,
è l’elemento discriminante per il raggiungimento degli obiettivi, di migliore efficacia
ed efficienza, prefissati dalle organizzazioni?
La risposta è sicuramente sì, ma con un’ulteriore specificazione. La formazione ci aiuta
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a raggiungere gli obiettivi solo grazie alla sua capacità di incidere sulla professionalità
e sulle competenze delle risorse coinvolte. Infatti, oggi il vero elemento distintivo
necessario per raggiungere gli obiettivi di organizzazioni complesse, dove la velocità
dei cambiamenti e le richieste si fanno sempre più pressanti, è legato alla capacità
dei singoli di generare costantemente plusvalore di conoscenze in grado di soddisfare
ogni istanza, interna o esterna che sia.
La Pubblica Amministrazione ha il dovere di essere uno strumento efficiente per le
diverse esigenze (cittadini, imprese) e, per poterlo essere, deve continuamente agire
sul livello di preparazione delle risorse coinvolte e soprattutto sulla loro capacità di
adattarsi in maniera rapida alle mutevoli condizioni operative.
Ne risulta, quindi, che le esigenze formative delle risorse appartenenti a tutti gli uffici
che si occupano a diverso titolo di appalti pubblici siano estremamente differenziate, interessando diversi compiti e professionalità all’interno di diverse funzioni. Esse
vanno dalla necessità di acquisire competenze relative a ruoli nuovi per il singolo,
a quella di apprendere tecniche e metodi di lavoro più efficaci o più efficienti. Non
trascurando che diventano sempre più frequenti le esigenze di tipo meramente informativo, legate al bisogno di accedere in tempo reale alle informazioni necessarie per
lo svolgimento di particolari compiti.
In questo quadro generale si è voluto collocare PAS, un progetto pensato per “le persone e le loro competenze all’interno di una organizzazione”, dove i termini ‘persone’,
‘competenze’ e ‘organizzazione’ trovassero un reale ambito sinergico, non di facciata
ma funzionale al perseguimento dei diversi livelli di gratificazione e competenza.
Va notato che la proposta PAS si è volutamente basata, più che sui classici modelli di
formazione, su quelli centrati sull’apprendimento. Infatti il lemma formazione rinvia a
un’attività intrapresa o promossa da uno o più soggetti allo scopo di determinare cambiamenti nelle conoscenze, nelle abilità e negli atteggiamenti di specifici individui,
ponendo in rilievo il formatore, vale a dire il soggetto che produce stimoli e rinforzi
per l’apprendimento e predispone materiali e strumenti per indurre il cambiamento.
Mentre un percorso centrato sull’apprendimento, al contrario, focalizza l’attenzione
sul soggetto (partecipante) nel quale si attua il cambiamento e consiste in quell’atto
o processo attraverso il quale vengono acquisiti il cambiamento comportamentale, le
conoscenze, le abilità e gli atteggiamenti1.
Quindi, possiamo affermare che i percorsi di apprendimento sono elementi indispensabili per il conseguimento dell’efficacia ed efficienza operativa, ancor più nel caso
specifico (intervento rivolto a persone adulte), dove l’attività non è stata solamente
somministrata bensì, visti i presupposti, è diventata un’esperienza di scambio di esperienze (tra le risorse coinvolte e con le strutture di riferimento: il Dipartimento della
funzione pubblica), condivisa dalle persone (impiegati, funzionari, dirigenti) che ne
hanno percepito i benefici non solo di tipo cognitivo, ma anche legati alle positive
ricadute in termini organizzativi e di gratificazione personale, applicando in pratica
quello che alcuni cognitivisti come Darley, Glucksberg, Kamin e Kinchla (1986)2, de-
1
Knowles, Holton, Swanson, 2008, p. 30. Knowles M., Holton E., Swanson R. (2008), Quando l’adulto
impara. Andragogia e sviluppo della persona, Milano, Franco Angeli.
2
Darley J.M., Glucksberg S., Kamin L.J., Kinchla R.A. (1986), Psicologia, voll. I e II, Bologna, il Mulino.
Dijk V.J. (2002), Sociologia dei nuovi media, Bologna, il Mulino.
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finiscono l’apprendimento come “insieme di quei cambiamenti relativamente stabili
nel comportamento, che sono la conseguenza delle passate esperienze e che spesso
hanno funzione adattiva”.
I PRESUPPOSTI TEORICI
Sulla base di queste logiche introduttive, PAS è stato pensato come un trampolino di
lancio verso nuovi traguardi (di apprendimento) per le persone e, di conseguenza, per
le loro strutture di appartenenza. La situazione operativa di tutte le Amministrazioni
coinvolte non consentiva in nessun caso un approccio alla formazione che imponesse l’allontanamento dal posto di lavoro di risorse per significativi periodi di tempo,
principalmente a causa della mole di lavoro che esse erano (e sono) destinate a
svolgere. Di conseguenza, si è applicato un modello di apprendimento in e-learning,
considerato l’unico modo (efficace ed efficiente) per raggiungere tutto il personale da
coinvolgere (1.200 persone). Il progetto è stato anche pensato, a livello metodologico,
con l’obiettivo di supportare la transizione dal sistema formativo tradizionale, basato
essenzialmente sulla formazione in presenza, ad un sistema in cui l’apprendimento
fosse basato su tecniche e metodi di relazione e comunicazione consentiti dalle nuove
tecnologie. Peraltro, esperienze similari dimostrano che il sistema di costruzione dei
saperi on line, una volta sperimentato, genera nei partecipanti la necessità di continuare le attività (quanto meno quelle relazionali), in quanto si dimostra particolarmente utile proseguire (senza vincoli temporali) nel costante processo di costruzione
e ricostruzione delle conoscenze.
Nel settore dell’e-learning, “negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva espansione, proprio grazie alle continue evoluzioni in campo tecnologico, permettendo
una costante proliferazione di corsi didattici erogati esclusivamente via internet o in
modalità blended (sistema formativo caratterizzato dalla commistione di incontri in
presenza e attività on line)”3. Con una differenza fondamentale, rispetto ai tanti corsi
e-learning proposti: non considerare internet solo un “celere medium trasmissivo”
(in grado di permettere la fruizione di materiali strutturati ad un pubblico molto vasto), ma, soprattutto un potente medium collaborativo, che consente l’interazione tra
risorse che, attraverso l’attivazione delle cosiddette comunità di pratica (o comunità
di apprendimento), socializzano la conoscenza ed elaborano soluzioni ai problemi
quotidiani di una determinata professione (o di un determinato contesto operativo)4.
In questo caso il principio fondante del costruttivismo, ovvero la costruzione cooperativa del sapere, costituisce (deve costituire) l’obiettivo principale dell’organizzazione
(all’interno della quale si realizza l’attività).
La possibilità di coniugare “la flessibilità organizzativa dell’apprendimento con la
tipologia di utenti ai quali il progetto è rivolto, e con la particolarità e ‘velocità di
evoluzione’ dei contenuti”, ha portato tutto il sistema progettuale verso un modello
andragogico (di apprendimento degli adulti), in grado di integrare in modo intelli-
86
3
Trentin G. (2001), Dalla formazione a distanza all’apprendimento in rete, Milano, Franco Angeli, pp.
26-27.
4
Ibidem pp. 19-28.
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gente i benefici offerti dalle reti telematiche con un sistema di apprendimento ed
aggiornamento, con il vantaggio più evidente che si è voluto perseguire: la flessibilità
dell’apprendimento, intesa soprattutto in termini di tempo, accesso e personalizzazione. L’utente, infatti, può apprendere da una qualsiasi postazione internet (collegandosi alla piattaforma didattica) e dedicarsi allo studio dei materiali in qualsiasi momento
della giornata, senza doversi recare appositamente in aule spesso lontane dal luogo
di lavoro. Si è voluto quindi puntare, in modo essenziale, ed è tipico di attività rivolte ad utenti adulti, su strutture di apprendimento flessibili, in funzione del fatto che
queste persone rifuggono dalla formalizzazione e dall’istituzionalizzazione dei saperi,
trattandosi di gruppi in apprendimento, regolati da norme informali, con una partecipazione fluida legata a motivazioni pratiche di ricerca di soluzioni intorno a problemi
ed obiettivi comuni, per poi applicarle nel proprio lavoro e nelle organizzazioni di
appartenenza (Wenger, 1998)5.
PAS, come già detto (terzo presupposto di base del progetto), si colloca all’interno
del processo di cambiamento, e ha voluto definirne lo scenario dell’apprendimento
come strumento di aggiornamento continuo, professionale e organizzativo. Si è trattato quindi di approcciare l’apprendimento come una delle
chiavi di volta all’interno di un contesto in evoluzione e trasformazione. L’organizzazione
di PAS si è trovata di fronte alla sfida di fare una formazione tecnica e specialistica
che nello stesso tempo assecondasse il momento di change organization oggi necessario per tutte le Pubbliche Amministrazioni, momento che vede nelle possibili
sinergie e relazioni tra tutti gli addetti il punto cruciale del nuovo modo di operare.
Infatti, come dicono Argyris e Schön (1998)6, l’apprendimento organizzativo avviene
quando i membri dell’organizzazione agiscono come attori di apprendimento per
l’organizzazione, quando cioè, informazioni, esperienze, scoperte, valutazioni di ciascun individuo diventano patrimonio comune dell’intera organizzazione fissandole
nella memoria dell’organizzazione, codificandole in norme, valori, metafore e mappe
mentali in base alle quali ciascuno agisce. Se questa codificazione non avviene, gli
individui avranno imparato, ma non le organizzazioni.
Non si è trattato, dunque, di fare una mera sommatoria di apprendimenti individuali,
ma di trasformare la capacità di acquisire conoscenze e competenze del gruppo, in
funzione e grazie al fondamentale contributo apportato dalle singole esperienze e
riflessioni dei singoli partecipanti. Anche per questo motivo e per incrementare le
possibili collaborazioni e sinergie tra tutti partecipanti, è stato scelto un modello di
apprendimento basato su attività di comunicazione, dove il collaborative learning fra
i partecipanti è stato pensato come un valore aggiunto importante. PAS ha chiesto ai
partecipanti di sottoscrivere un contratto d’aula virtuale, richiedendo a tutti di impegnarsi in un’attività di apprendimento e offrendo a tutti il beneficio del patrimonio
intellettuale proposto dagli altri colleghi, da affrontare con disponibilità e spirito di
collaborazione e come spunto di ulteriori riflessioni ed acquisizioni cognitive. Tutto
5
Wenger E. (1998), Communities of practice: learning, meaning, and identity, Cambridge, Cambridge
University Press.
6
Argyris C., Schön D.A. (1998), Apprendimento organizzativo. Teoria, metodo e pratiche, Milano,
Guerini e Associati.
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ciò ha rappresentato un’occasione per condividere la propria esperienza con, inizialmente, una piccola comunità virtuale (il gruppo relativo al corso in essere), per poi
passare ad una comunità più allargata, fatta di tutti i partecipanti, di tutte le aule e
tutte le Regioni in cui è stato realizzato il progetto. Tutte le attività svolte dai partecipanti all’interno dell’area web hanno prodotto informazioni rilevanti per i docenti,
per i tutor e soprattutto per il gruppo degli utenti che hanno potuto scambiare tra
loro idee, considerazioni, dubbi, richieste. Si è voluto proporre quindi un’esperienza
metodologica di didattica che ha provato a superare i tradizionali sistemi di relazione
uno a uno, per approdare ad una strategia di apprendimento collaborativo in rete,
dove il gruppo e lo stratificarsi delle attività dei singoli hanno generato un nuovo e
aggiuntivo livello di apprendimento.
Secondo una celebre definizione dello psicologo comportamentista Hilgard, l’apprendimento consiste in “una modificazione relativamente permanente del comportamento che ha luogo per effetto dell’esperienza”7. Anche in una ricerca didattica statunitense
(basata sulle idee di Vigotskij, 1987), si sono sviluppate proposte e metodologie, che
vedono come elemento centrale la valorizzazione delle relazioni interpersonali, ponendo l’enfasi sul lavoro in gruppo, la cooperazione, le forme di comunicazione peer
to peer, il reciprocal teaching, le comunità di pratica, come situazioni essenziali nei
processi di apprendimento.
Quindi le classi del PAS sono state pensate e organizzate come comunità di apprendimento, in cui ogni membro apporta le sue competenze da esperto in un particolare
settore di conoscenza e offre consulenza agli altri componenti del gruppo. Tutti gli
utenti svolgono (nei tempi disponibili) diverse attività: ricercano su testi, codici, sentenze, in internet, partecipano a discussioni on line, producono riflessioni per sé e
per i compagni, spiegano e commentano il loro pensiero. Il docente, come esperto, è
a disposizione per rispondere a domande, fornire chiarimenti o materiali supplementari, riformulare i problemi.
Si è quindi voluta realizzare un’attività di apprendimento, finalizzata alla creazione
(o quantomeno alla costruzione delle basi culturali per la creazione) di una learning
organization, dove i membri e le organizzazioni elaborano informazioni e conoscenze di tipo sia esplicito sia, soprattutto, tacito (forse le più importanti!) che accrescono
il valore dell’informazione/esperienza e soprattutto la diffondono. In altri termini,
ogni organizzazione (ricordando sempre che le organizzazioni sono fatte di persone)
produce e processa enormi quantità di dati e informazioni non solo attraverso l’interazione con il contesto nel quale agisce, ma soprattutto attraverso lo scambio tra le
persone appartenenti ad essa, magari anche in termini allargati; si pensi ad esempio,
in PAS, all’importanza, per i corsisti, di leggere e conoscere le esperienze di tutti i
colleghi di altre realtà territoriali, relativamente ai comportamenti, alle procedure ecc.,
in modo da farne esempi di riferimento, casi di studio, suggerimenti adattativi alla
propria realtà.
7
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Legrenzi P. (a cura di) (1994), Manuale di psicologia generale, Bologna, Il Mulino, p. 319.
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LE PROBLEMATICHE ORGANIZZATIVE
I dati relativi alle problematiche riscontrate dai corsisti sono stati raccolti attraverso
varie fonti, quali l’indagine conoscitiva ex ante, le giornate in aula, le comunicazioni
per e-mail, telefono o bacheca e, al temine del corso, l’indagine conoscitiva ex post.
Questo ha permesso di raggruppare le informazioni raccolte secondo i seguenti argomenti:
฀ aspetti tecnologici ed informatici;
฀ metodologia del corso/difficoltà a conciliare il corso con il lavoro;
฀ metodologia del corso/aspetti motivazionali e di coinvolgimento.
Aspetti tecnologici ed informatici
Gli uffici carenti di computer adeguati e la mancanza o ridotta disponibilità di accesso
in rete, che sembravano essere problemi particolarmente invalidanti, hanno in realtà
avuto un impatto relativo nel limitare la partecipazione ai corsi.
ϯϬϬϬ
ϮϱϬϬ
ϮϬϬϬ
ϭϱϬϬ
ϭϬϬϬ
ϱϬϬ
Ϭ
Grafico 2.
UTILIZZO
PIATTAFORMA/
ORARIO
Si potrebbe affermare che queste iniziali carenze hanno spinto i corsisti ad una maggiore collaborazione (aiuto reciproco), soprattutto tra i partecipanti che avevano una
motivazione alta.
In altri casi si sono riscontrate una conoscenza ed una capacità di utilizzo del computer nulle o pressoché tali. Anche in questo caso le attività proposte, potendo disporre di un’interfaccia molto user-friendly hanno permesso, di superare le difficoltà
iniziali.
Metodologia del corso/difficoltà a conciliare il corso con il lavoro
Poiché la base degli utenti di PAS è composta da un pubblico adulto, non più abituato a studiare dai tempi della scuola, difficilmente abituato a scrivere per esplicitare il
proprio pensiero (tranne per i più giovani per quanto riguarda le e-mail) e che deve,
quindi, compiere uno sforzo iniziale di indirizzo delle energie verso la scrittura, prima
ancora che verso il sapere e la conoscenza, ad essa è stato obbligatorio concedere una
fase di rodaggio iniziale. Oltre a ciò, l’impatto della formazione in modalità e-learning
è stato piuttosto duro anche nei termini della difficoltà di conciliare la fase di apprendimento con il lavoro e con gli impegni familiari. I corsisti si sono trovati, dall’oggi al
domani, a dover fare i conti non solo con il (poco) tempo a disposizione, ma anche
con il fatto di non vedersi sempre validata e autorizzata l’attività di formazione dai
propri superiori. Quindi, chi poteva è stato spinto ad avvalersi del computer a casa,
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alle ore più impensate e sfruttando anche week end e vacanze, con uno sforzo doppio rispetto ad una normale formazione in aula.
LE PROCEDURE ‘COMUNI’
La struttura del coordinamento didattico ha definito in fase di avvio di progetto le
linee di comportamento da tenere da parte di tutte le risorse impegnate nell’organizzazione e nella gestione di PAS. L’intenzione è stata essenzialmente quella di fornire
ai tutor e ai docenti indicazioni per lavorare in team, con lo scopo primario di evitare
discrepanze tra l’operato dell’uno e dell’altro nelle situazioni comuni a tutti. Durante
lo svolgersi del progetto, grazie ai costanti confronti fra le risorse coinvolte, si sono
venute delineando vere e proprie linee guida, funzionali a tutti gli attori coinvolti. In
alcuni momenti, queste indicazioni operative hanno rappresentato un vero e proprio
memorandum comportamentale. L’importanza della funzione svolta da un’attività di
monitoraggio costante così strutturato è andata aumentando man mano che i corsi
venivano erogati e, conseguentemente alle numerose ed opportune rivisitazioni in itinere, si è giunti alla definizione di un modus operandi che rappresentasse un sunto di
quanto era consigliabile fare e di come farlo: dalle indicazioni circa il comportamento
da tenere nei rapporti con la committenza alle particolari comunicazioni dei corsisti,
dai problemi legati all’area web (collegamento, utilizzo degli strumenti, rivisitazioni
della grafica, ecc.) all’inserimento di materiali di approfondimento, dalla somministrazione e correzione delle verifiche al monitoraggio documentato delle attività. In
conclusione, tale azione ha avuto il merito di aiutare ogni figura coinvolta nella gestione delle attività (tutor, docenti, coordinatori e responsabili di progetto) a risolvere
le situazioni tipo, conservando un’uniformità di comportamento e permettendo l’ottimizzazione dei tempi e delle risorse a disposizione.
IL PROFILO DEL DOCENTE PAS
Lo staff docenti del progetto è stato composto da diversi professionisti distribuiti sui
51 corsi per le sei edizioni. La necessità di rendere uniformi le aule, ha riguardato
anche la figura dei docenti. Questo ha fatto sì che si creasse un profilo sostanzialmente omogeneo della figura del docente, pur con le dovute sfaccettature ascrivibili alla
persona e con il proprio taglio personale nello svolgimento dell’incarico, come del
resto accade anche nella formazione in presenza.
È interessante, a questo proposito, esaminare i vari stili e approcci messi in atto dai
docenti che, nelle successive edizioni, hanno contribuito con propri atteggiamenti,
linguaggi ed espressioni a dare un tono e una direzione a ciascun corso, un imprinting che ha trovato nei corsisti un riscontro, un’integrazione ed un feed-back, che
in alcuni casi ha portato a delle vere evoluzioni nella comunicazione e del modo di
operare, frutto dell’esperienza progressivamente maturata. In una logica crescente, ma
non valutativa, si possono delineare i vari profili di docenza iniziando da docenti con
una relativa expertise nell’apprendimento on line, per poi rilevare l’esperienza di coloro che da tempo esercitano questo ruolo. Questo ci permette di scorgere un’evoluzione della figura del docente e dei diversi contributi personali che hanno permesso,
nel susseguirsi delle edizioni, di definire una figura di docente tipo per ogni edizione
più performante.
Un fattore importante, rilevato da molti docenti, è stato il riscontro positivo avuto dal
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gradimento per il forum, come effettiva condivisione delle conoscenze e quindi come
strumento di crescita reciproca dei corsisti.
Dall’analisi dello stile dei docenti, emerge, che in generale, il linguaggio utilizzato è
stato moderato, tranquillizzante, ma nello stesso tempo di sostegno sul forum e di
rinforzo e di incoraggiamento per rassicurare e stimolare la partecipazione. Altri docenti, hanno posto molta attenzione ai contenuti da trasferire, attraverso le risposte (ai
dubbi, alle domande), da dare nei tempi previsti. In questo caso le risposte sono state
estremamente lineari e chiare, riportando a schemi simili, anche nello stile comunicativo. In alcuni casi, è però emerso un aspetto critico: la semplicità della spiegazione/
risposta ha dato luogo ad alcune critiche verso il docente, percepito dai corsisti come
distaccato, lontano e poco coinvolgente. Si sono manifestati casi in cui il docente
ha avuto atteggiamenti coinvolgenti ad intermittenza, dimostrando un impegno più
quantitativo che qualitativo e, soprattutto, non riuscendo a offrire un punto di riferimento costante ai partecipanti. In un’aula il docente si è trovato di fronte a corsisti
che, per varie motivazioni, non si dimostravano particolarmente assidui, e ha adottato
una tattica di approccio collaborativo, utilizzando un linguaggio molto discorsivo e
avvolgente, con espressioni del tipo: “mi rendo conto che il tempo a vostra disposizione è veramente limitato; tuttavia, credo pure che, in qualche modo, dobbiamo cercare
di rendere utile questo spazio, secondo le possibilità di ciascuno”.
Suscitare interesse, coinvolgere, far uscire allo scoperto i più ritrosi, indirizzare i fuorvianti: queste azioni sono state possibili grazie ad un linguaggio ed a una semantica
che, seppure espressa spesso in modo sintetico, ha saputo valorizzare, premiare,
encomiare e spronare per creare fiducia e partecipazione, ha sospinto i partecipanti
verso l’interazione, ha dimostrato risolutezza per placare le polemiche, ha puntualizzato l’aspetto di pura esercitazione e riflessione legato al forum. Questo linguaggio ed
altro sono frutto di una modalità comunicativa, che si dinamicizza e prende corpo sul
forum, indirizzandosi verso il dipanarsi della conversazione e del dibattito al pari se
non di più rispetto ad un’aula in presenza (senza dimenticare che stiamo parlando di
comunicazione asincrona). L’azione del docente on line, si è esplicata anche in comunicazioni non di contenuto (in accordo con il tutor), volte a risollevare le sorti dell’aula, in periodi contingenti di stagnazione delle discussioni, con messaggi indirizzati a
tutti sul forum, stimolando alla partecipazione i corsisti, ribadendo le finalità delle
attività, cogliendo gli aspetti positivi sin lì manifestati dai partecipanti e valorizzandoli
in modo da portarli ad un livello superiore e non far loro perdere l’allenamento fino
a quel momento acquisito.
IL TUTOR : L’ELEMENTO CHIAVE DEL PROGETTO
PAS si è avvalso di una squadra composta da un gruppo di professionisti (tutor), appositamente preparati attraverso un corso che ha fornito loro le competenze adeguate
per svolgere le attività legate alla formazione in modalità e-learning. Queste figure
hanno costituito il nucleo fondamentale di PAS, in quanto si sono fatti carico della
parte più delicata: accompagnare e motivare l’apprendimento dei discenti. Le caratteristiche fondamentali dei componenti della squadra di tutoraggio hanno riguardato
soprattutto la motivazione a dare il meglio di se stessi affinché il progetto potesse
raggiungere gli obiettivi prefissati: non tanto l’essere esperti della materia oggetto del
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corso, quanto piuttosto avere la predisposizione e gli strumenti per potersi immedesimare nei bisogni del discente (in questo caso discente on line), nelle sue difficoltà e
nei meccanismi di interazione supportati dalle tecnologie.
Il tutor di progetto ha dovuto mostrare di possedere una personalità attenta ai segnali
deboli che possono essere manifestati nei frammenti di comunicazione che è possibile
cogliere durante il corso. Ma allo stesso tempo una personalità forte, capace di agire
ponendosi anche come coordinatore dei docenti per sollecitarli ad essere efficaci e
tempestivi nelle reazioni ai bisogni che emergono durante il corso. Infatti i tutor PAS
sono stati istruiti a valorizzare la propria sensibilità, sviluppando un ruolo vicino ed
amicale rispetto ai discenti, ma restando soggetti terzi rispetto alle competenze verticali utilizzate nel corso, anche distaccati rispetto alle dinamiche di erogazione da parte
dei docenti, e quindi capaci di indirizzarli e coordinarne l’efficacia. Quindi, le caratteristiche principali della personalità dei tutor PAS sono state: la capacità di cogliere
lo stress e le difficoltà nei discenti (sentire); la naturale predisposizione a reagire in
prima persona, per risolvere le situazioni potenzialmente dannose per il corso (reagire); ed infine la capacità di misurarsi con i docenti per indirizzarli e, se necessario,
meglio strutturare il loro contributo (organizzare). Mentre le tecniche per risolvere determinate situazioni critiche possono essere anche il risultato dell’esperienza, l’intuito
nel cogliere i segnali deboli che possano preludere ad una criticità, nelle interazioni
dirette docente-discente e mediate docente-computer-discente è una preziosa dote
innata di alcuni soggetti, che si è rivelata centrale nel ruolo dei tutor PAS. Il tutor PAS
ha dunque dovuto mostrare di possedere due competenze specifiche: quelle umanistiche, relative alle tecniche di interazione uomo-uomo, e quelle più orientate all’uso
delle tecnologie, relative all’interazione mediata.
Il sistema di comunicazione/relazione adottata
Non è inutile approfondire il tema delle interazioni ed in particolare delle dinamiche
comunicative che si sono costruite tra corsisti e tutor, tutor e docenti, e tra tutti i tutor,
in quanto attori che agiscono in prima linea. I docenti, e in modo particolare i tutor,
dovevano far fronte alle difficoltà che i sistemi di comunicazione/relazione mediata
dal computer incorpora, tra le quali:
฀ l’assenza degli aspetti di metacomunicazione verbale, prossemica;
฀ la mancanza di garanzia dell’identità dei soggetti interagenti;
฀ atti comunicativi non sempre interpretabili;
฀ il rischio di non democraticità dello spazio comunicativo (spesso, per motivi
di lentezza o di esitazione, capita che un gruppo di pochi detenga il potere
della parola).
Si è ritenuto quindi che l’illustrazione critica e propositiva e la condivisione dei possibili scenari, anche di iniziale difficoltà (durante la prima giornata di aula, in condizione di apprendimento classica), avrebbe sicuramente favorito la costruzione di una
futura relazione/comunicazione in grado di superare la maggior parte delle difficoltà
derivanti dai fattori sopra citati. L’impiego della comunicazione mediata e dei suo strumenti, se non opportunamente gestito e controllato, può infatti aumentare la sensazione di inadeguatezza che potremmo definire una sorta di resistenza alle tecnologie,
in quanto per molti (esclusivamente adulti) il concetto di comunicazione è solamente
quello de visu: “non ti vedo e/o non ti sento, ergo non possiamo comunicare”. La prima
92
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
PARTE I - CAPITOLO 3
ANALISI E PROSPETTIVE
giornata in presenza, è stata dunque di fondamentale importanza, richiedendo ai tutor
e a tutto lo staff presente un momento di studio, volto alla conoscenza delle tipologie
di aula e dei vincoli iniziali, i contatti personali per individuare l’atteggiamento/disponibilità iniziale, oltre che alle simulazioni per una migliore presentazione del percorso,
cercando di trovare le migliori forme di comunicazione, sia scritta che verbale.
In questo scenario il tutor, in quanto facilitatore, è stato in grado di porre le domande
giuste al momento giusto, osservare, ascoltare e intervenire solo quando opportuno,
fornire feedback adeguati e, quando necessario, sostenere e incoraggiare le attività ed
i prodotti dei corsisti cercando, insieme al docente, quel giusto mix tra fasi espositive
e fasi di dialogo e collaborazione tra pari. Ad esempio, nella metodologia dei wiki, gli
elementi essenziali sono stati: da un lato la capacità del docente di definire temi specialistici di interesse per quella tipologia di aula, sui quali chiedere i singoli contributi
(fase espositiva), dall’altro lo stimolo del tutor verso i partecipanti, finalizzato a creare,
di intervento in intervento, uno stratificarsi di saperi sempre più tecnici e soprattutto
basati sull’esperienza diretta (fase di dialogo e collaborazione). Il focus è stato quindi
posto sul gruppo, sull’indagine progressiva, sulla riflessione collaborativa.
Sui forum, il tutor, al contrario della figura del docente, ha limitato la propria azione
diretta, privilegiando quella di tramite, di connettore tra corsisti e tra corsisti e docente, e tra corsisti, docente e materiale didattico (ad esempio: invece di rispondere
direttamente al corsista, oltre a chiedere al docente di intervenire, il tutor ha inserito
un messaggio di richiamo per tutti i partecipanti, per spingerli a rispondere ai quesiti
e dubbi dei colleghi), cercando di attivare i processi comunicativi, per poi poterli sostenere nei momenti di calo partecipativo.
Infine, dobbiamo ricordare che, contro ogni buona forma comunicativa tradizionale, in
rete diviene importante la ridondanza dell’informazione, ed è stato questo un altro ambito con cui il tutor ha dovuto confrontarsi, sapendo che con i diversi strumenti si doveva far passare lo stesso messaggio, in modo da andare incontro ai diversi modelli e stili
di comprensione: uno strumento può facilitare una comunicazione parafrasata, un altro
è più idoneo per comunicazioni di sintesi, un altro funge da spazio di ricapitolazione.
Sintonia e collaborazione per l’attività formativa
Tutor - docente
Docente - tutor
Raccogliere e portare all’attenzione del
docente tutte le eventuali problematiche
connesse alle modalità didattiche e alla
comprensione degli argomenti
Interpellare il turor prima di inserire un
nuovo argomento sul forum e in genere
prima di ogni azione “significativa” nelle
aree asincrone di comunicazione.
Raccogliere e portare all’attenzione del
docente tutti i suggerimenti che provengono dai corsisti al fine di soddisfare le
loro esigenze di apprendimento.
Interpellare il tutor per segnalare casi di
corsisti che inserivano interventi polemici e non attinenti al forum per esaminare la situazione e trovare una soluzione
congiunta.
Risolvere (e non scaricare sul docente!!!) Accettare i suggerimenti derivanti dal tueventuali problemi organizzativi.
tor per migliorare la gestione del forum,
per poi discuterne ed arrivare ad una
proposta concreta.
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
93
ANALISI E PROSPETTIVE
PARTE I - CAPITOLO 3
LA GESTIONE DELLE SENSAZIONI PARTECIPATIVE DEI CORSISTI
È poi opportuno dedicare attenzione all’operazione delicata di gestione delle sensazioni partecipative, che ha richiesto l’impegno di tutto lo staff di progetto, in quanto
consapevole dell’importanza che tale fattore riveste nei processi di apprendimento.
Ancora una volta la figura del tutor assume un’importanza fondamentale negli ambienti di apprendimento in rete, soprattutto tenendo conto dell’influenza esercitata
dagli aspetti emotivi sul successo di un corso on line: una delle cause principali della
difficoltà a partecipare è infatti determinata da problemi legati, soprattutto, alla sfera
emotiva. Questo soprattutto quando la situazione di apprendimento è costituita da
una sperimentazione di una metodologia non ancora riconosciuta dai partecipanti, né
per la sua efficacia didattica, né per i vantaggi diretti di cui l’utente può beneficiare.
Recenti studi, su emozioni e insegnamento/apprendimento on line, suggeriscono al
tutor alcuni specifici comportamenti8. Tali studi sono stati oggetto di indagine da parte
dei responsabili didattici del progetto, al fine di esplorare l’aspetto del coinvolgimento
emotivo degli utenti nell’apprendimento on line e poter in seguito individuare quali
comportamenti mettere in atto nelle situazioni problematiche che il corso e la metodologia poteva presentare. I fattori emotivi possono causare alcuni pericoli, quali:
฀ senso di frustrazione legato alla sensazione di feedback inadeguato, a livello
sia qualitativo che quantitativo;
฀ difficoltà di interfacciamento con gli spazi di comunicazione e con i sistemi
tecnici;
฀ senso di incapacità di gestire in maniera ottimale tempi e compiti;
฀ paura della brutta figura e imbarazzo spesso associati ad un ridotto livello di
apprendimento.
Sulla base di tali considerazioni, e grazie ad attività di approfondimento, abbiamo
cercato di evidenziare le situazioni più o meno problematiche, che causavano l’insorgere delle emozioni negative all’interno delle aule dei corsi, desumendo quali azioni
dovessero compiere i tutor per arginare le emozioni negative e rafforzare la presenza
di quelle positive. La tabella che proponiamo mette in relazione le più frequenti emozioni dei corsisti e le auspicabili azioni dei tutor. Tale tabella, in virtù dell’applicabilità
in svariate situazioni e contesti e-learning, vuole essere un modello di buone prassi a
cui ricorrere in caso di necessità.
8
94
O’Regan K. (2003), Emotion and E-learning, in The Journal of Asynchronous Learning Networks, Vol. 7,
Issue 3, September, p. 78.
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
PARTE I - CAPITOLO 3
Emozione
ANALISI E PROSPETTIVE
Situazione
Incontrare
problemi
tecnologici e
scollamento
tra
disponibilità
di tempi e
ore studio
previste
Situazione
Presenza non affidabile
della connessione in
orario di ufficio
1. Dimostrare atteggiamenti empatici fornendo supporto
psicologico e rassicurare sui tempi e sulla non unicità
della situazione.
Difficoltà nella
comprensione del
calendario, delle
consegne/scadenze,
della localizzazione e
reperimento delle risorse
2. Predisporre istruzioni e time-sheet delle consegne
con chiarezza logica e precisione. Eventualmente
fornire un calendario su misura che riproponga gli
impedimenti e gli slittamenti richiesti dal singolo.
Navigabilità ed
accessibilità del
materiale didattico e di
approfondimento
3. Assicurare che i contenuti del corso abbiano link
funzionanti, download possibili, ecc. Assicurare
differenti tipologie di presentazione del contenuto
in modo da andare incontro ai differenti stili di
apprendimento.
Problemi amministrativi
di accesso (password,
problemi dovuti
all’ambiente didattico)
4. Fornire chiarimenti preliminari sulle modalità di
accesso al corso. In caso di oscuramento dell’ambiente
per problemi tecnici rassicurare tramite e-mail di
gruppo garantendo una presenza continua del tutor in
grado di rispondere a richieste di materiali, o dialogo
con il docente.
Natura o struttura
del materiale on line
(usabilità)
5. Verificare preliminarmente l’usabilità dei materiali
e rendere esplicita la struttura dei materiali stessi
all’interno del corso.
Materiale e comunicazioni 6. Avere cura che i materiali del corso, gli
datate
approfondimento inseriti, i test pubblicati, le news e le
comunicazioni tramite forum e bacheca siano sempre
tenuti aggiornati e che tali aggiornamenti siano in
linea con i tempi del calendario di ogni corso.
Frustrazione/
ansia da
prestazione
ottimale/
insicurezza
Forum ad apertura e
chiusura fissa moderati
dal docente e dal tutor
Tempi lunghi per
accedere ai forum o ai
data base
7. Intervenire frequentemente, sollecitare al rispetto della
netiquette, alle scadenze ed aperture dei tempi di
discussione in coerenza con i tempi dell’intera classe,
guidare le discussioni. In caso di necessità collettive,
rimandare la chiusura del forum dimostrando flessibilità
e comprensione.
8. Fornire delucidazioni sui requisiti hardware per
l’accesso al corso.
Sentirsi isolati
9. Comunicare con prontezza, incoraggiando la
socializzazione e presentando il vantaggio della classe
on line e la costante presenza degli altri nei vari
spazio di accesso e discussione, oltre che il dialogo
continuo anche informale con il tutor.
Essere incapaci di gestire il tempo/ le
scadenze
10. Sollecitare con sensibilità al rispetto delle scadenze
(vedi sopra: time-sheet personalizzato).
Vivere con disagio l’esperienza di
apprendimento on line
11. Comunicare con costanza, incoraggiare e sostenere,
offrendo valide alternative. Presentare la nuova
modalità didattica come un naturale passaggio dalla
formazione in presenza ad una formazione più
flessibile, su misura per i dipendenti della Pubblica
Amministrazione. Guidare l’utente nei vari passaggi
dell’ambiente, accompagnandolo nei percorsi della
giornata, stimolandolo e facendolo sentire padrone del
sistema. Valorizzare il dialogo collettivo e la presenza
del docente pronto a rispondere alle varie necessità di
personalizzazione.
segue @
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
95
ANALISI E PROSPETTIVE
Emozione
Paura /Ansia/
Apprensione
PARTE I - CAPITOLO 3
Situazione
Situazione
Essere in ritardo sui tempi
12. Offrire supporto psicologico e mostrare ove possibile
la piena disponibilità dello staff ( e un coordinamento
tra tutor quando il corsista frequenta più corsi nella
stessa edizione), presentando un riadattamento e un
allineamenti dei tutor.
Non sapere esattamente cosa fare
13. Predisporre istruzioni e consegne con chiarezza
logica e precisione, offrire scaffolding cognitivo.
Evitare le informazioni superflue e diluirle nei giorni
qualora siano importanti, in modo da mantenere
la concentrazione del corsista su un set minimo di
nozioni/scadenze/compiti che lo faccia sentire in
grado di affrontare con serenità i task rimanenti.
Non ricevere feedback
14. Comunicare con costanza e continuità, soprattutto con
chi necessita maggiore senso di presenza in rete.
Timore ad esporre i propri materiali
pubblicamente
15. Dimostrare atteggiamenti empatici. Attestare
prontamente il ricevimento di materiali. Offrire
supporto psicologico e incoraggiare alla condivisione.
Ogni esperienza può essere importante per il gruppo.
Richiedere l’intervento del docente che, esperto della
materia, deve riuscire a valorizzare il contributo del
singolo in modo da produrre un duplice effetto:
senso di sicurezza per il corsista che condivide e
incoraggiamento ai corsisti incitandoli a seguirne
l’esempio.
Senso di non padronanza degli argomenti
rispetto al resto della classe
Sentirsi esposti alle critiche
16. Far comprendere pubblicamente, tramite forum e
attraverso un rinforzo da parte del docente, che
la naturale eterogeneità nella composizione della
classe è voluta proprio per permettere uno scambio
e un apprendimento collettivo. I differenti tipi di
conoscenze devono essere valorizzati; i diversi
contributi qualora mostrino uno sforzo vero verso
la significatività vanno premiati tramite feedback
positivo. Il docente deve evitare di rispondere in
maniera completa ed esaustiva altrimenti spezza la
necessità di approfondimento. I corsisti devono poter
individuare anche nel contributo del pari un valore
inequivocabile per il raggiungimento ottimale delle
competenze.
Vergogna
/imbarazzo
Temere la natura impersonale della
comunicazione
17. Comunicare con costanza, incoraggiare e sostenere
(favorendo processi di socializzazione on line e
atteggiamenti di assunzione di rischi, risk-taking). Uso
degli emoticon, delle figure retoriche. Adattare il tono
della comunicazione. Il docente deve mantenere un
tono formale, ma non distaccato. Il tutor deve essere
un supporto, un sostegno, una guida a cui affidarsi.
A tale figura si associo uno stile più coinvolgente, in
modo che sia sentita più dalla parte dello studente.
È importante che il suo ruolo venga non imposto ma
legittimato dal corsista.
segue @
96
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
PARTE I - CAPITOLO 3
Emozione
ANALISI E PROSPETTIVE
Situazione
Vivere una nuova esperienza di
apprendimento
Sapere usare le nuove tecnologie
Apprezzare i contenuti del corso
Entusiasmo
Condividere con altri una stessa
esperienza a distanza
Ricevere feedback dall’istruttore
Trovare collegamenti ad altre risorse on
line
Riuscire a imparare nell’ambiente on line
Orgoglio
Ricevere feedback positivi dagli altri
studenti
Situazione
18. Fornire un feedback positivo. Valorizzare il singolo.
Puntualizzare la necessità di un giudizio critico volto
ad una migliore visione in itinere. Fornire esempi
pratici della realizzazione di cambiamenti in relazione
ai vari input forniti. Fornire apprezzamenti, anche
da parte del docente, per un lavoro di crescita e di
approfondimento. Prendere il singolo come esempio e
presentarlo alla classe anche tramite i forum. Stimolare
la condivisione anche del percorso individuale, in
modo che tutti possa beneficiare.
19. Premiare lo spirito di classe e il clima di
collaborazione fiducia e di identità (professionale e di
gruppo) creato.
GLI STRUMENTI ASINCRONI:
BASE PER LA METODOLOGIA DI COLLABORATIVE LEARNING
Volendo impostare il progetto sui temi del collaborative learning si è deciso di puntare su due strumenti di comunicazione asincrona, il forum ed il wiki, ritenendoli per le
loro caratteristiche i migliori e più intuitivi per l’utilizzo collaborativo.
Il wiki è un sistema che permette di lavorare a più mani su un documento ipertestuale,
consentendo a tutti di sviluppare, integrare, modificare i diversi contenuti e di pubblicare, all’interno dell’area web dedicata al progetto, il lavoro di gruppo così costruito.
Tutte le evoluzioni (nel tempo) che tali documenti subiscono, per i continui apporti
dei partecipanti, non vengono eliminate, ed anzi, rimanendo in memoria e visibili (a
richiesta), costituiscono la cronaca del lavoro, che consente di evidenziare alla fine
del percorso, confrontando lo status iniziale con quello finale, il guadagno cognitivo
e dei saperi che il lavoro collaborativo ha generato.
Il forum è lo strumento di base per qualsiasi attività di apprendimento on line. Essendo
uno strumento asincrono, dà il tempo al partecipante di riflettere sul contenuto (domanda, osservazione, provocazione), leggendo gli interventi degli altri con maggior
attenzione, prima di esprimere il proprio pensiero. Il forum ha la caratteristica di voler
generare le discussioni poiché, spesso, nelle attività in presenza la discussione critica
e propositiva è carente. La discussione, nell’apprendimento on line, soprattutto se
rivolto agli adulti, diventa l’area di maggiore interesse e di maggiore partecipazione
motivata, generando al suo interno ulteriori contenuti (pratico/operativi, derivanti
dalle esperienze raccontate) che diventano il cuore dell’apprendimento.
Attraverso il forum i partecipanti (attivi o passivi che siano) hanno l’opportunità di
percepire ambiti di contenuti che da soli non avevano capito. È proprio il relazionarsi
con gli altri (portatori di diverse conoscenze ed esperienze) che genera nuovi interessi
e nuove domande da soddisfare.
Il wiki: costruzione della conoscenza e condivisione
Il modello di utilizzo didattico del wiki proposto si è basato sul ruolo del docente.
Questo ha dapprima definito un argomento specialistico sul quale chiedere al gruppo-
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
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ANALISI E PROSPETTIVE
PARTE I - CAPITOLO 3
classe di confrontarsi (dando una propria personale definizione), trovando le necessarie informazioni principali, ripercorrendo le proprie esperienze, riaprendo i cassetti
della memoria delle proprie conoscenze, per poi riportare i risultati sulla pagina del
wiki appositamente preparata, includendovi eventuali link esterni interessanti. A questo punto, ogni membro del gruppo poteva leggere il contributo di tutti, facendolo
proprio ed utilizzandolo come stimolo per successivi approfondimenti ed analisi in
pieno accordo con le logiche del collaborative learning, che richiedono il rispetto
dell’opinione altrui, il dialogo, la capacità di considerare con attenzione gli altri interventi e di andare oltre secondo l’approccio proposto.
Il ruolo del docente era quello di assicurare la supervisione e l’intervento nel momento in cui apparissero inesattezze, per ricollocare la discussione su binari tecnicamente
e formalmente corretti, e in ultimo, alla fine del periodo dedicato allo specifico wiki,
di intervenire con un proprio elaborato finale, che aveva come obiettivo la sintesi di
tutti i contributi/definizioni proposti in una definizione frutto del lavoro di gruppo.
In certo qual modo si è così creato un meccanismo attraverso il quale il sapere e gli
elementi contenutistici di maggior importanza venissero definiti dagli stessi utenti
che, sempre sotto la supervisione dell’esperto, hanno quindi partecipato alla loro
composizione.
In questo modo, lo studente adulto non impara in modo mnemonico, ma interiorizza concetti che ha in prima persona partecipato a definire. Il wiki diventa, quindi,
non solo un elemento di forte caratterizzazione del percorso di apprendimento degli
adulti, ma anche un sistema soft per valutare l’acquisizione della conoscenza, grazie all’analisi dei contributi dei partecipanti sui diversi argomenti. Questo strumento, che agevola sia l’apprendimento sia la valutazione delle conoscenze acquisite,
ha permesso anche ad alcuni docenti di personalizzare l’apprendimento, attraverso
spiegazioni, invio di contenuti e approfondimenti rivolti a singoli utenti, che si sono
dimostrati particolarmente utili per loro, mentre per l’intero gruppo sarebbero stati
fuorvianti e ridondanti.
Di particolare interesse è l’analisi nella sequenza delle pagine del wiki (le differenze
tra un intervento e il successivo), fino ad arrivare all’ultima (quella del docente), per
riscontrare la progressiva incorporazione dei contributi precedenti sotto forma di rielaborazioni, rilanci, ampliamenti di prospettive, ecc. Partendo da una situazione iniziale
statica, distaccata e di diffidenza (soprattutto nei wiki delle prime unità didattiche), si
è potuto riscontrare l’evolversi del contesto, la progressiva familiarizzazione con l’ambiente di apprendimento, che si sono manifestati anche in digressioni articolate, caratterizzate da una certa sicurezza e libertà nell’esprimersi, a volte anche fuori dai temi
trattati, a riprova della situazione di serenità e disponibilità del corsista. Nel procedere
del percorso formativo, gli utenti hanno dimostrato di saper utilizzare il wiki con una
progressiva padronanza dello strumento e delle sue finalità, procedendo come attori
protagonisti dell’apprendimento proprio e del gruppo, non più tesi ad aspettare il trasferimento del sapere dal docente al discente, come nella lezione tradizionale, bensì
proponendo a se stessi e agli altri tematiche, problemi e strumenti di studio.
Successivamente tutti i partecipanti si sono autonomamente indirizzati verso determinate tematiche di maggiore interesse, spaziando tra le varie argomentazioni proposte.
98
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
PARTE I - CAPITOLO 3
ANALISI E PROSPETTIVE
È stato questo il motivo principale dell’apertura del forum-wiki trasversale tra tutti i
partecipanti di tutte le edizioni e di tutte le Regioni coinvolte.
Da questa serie di elementi e dall’analisi del comportamento dei corsisti in questo
cammino comune (con riferimento agli aspetti comunicativi, contenutistici, semantici), è doveroso evidenziare come, in alcuni casi, il wiki abbia permesso ai corsisti
di sviluppare momenti di riflessione e condivisione che hanno portato a rivedere le
loro posizioni su argomenti sui quali pensavano di avere assoluta certezza. Seppure
in forma circoscritta, il wiki ha spinto i partecipanti ad una maggiore ricettività (e fiducia) verso il cambiamento e l’innovazione, elementi sostanziali ed auspicabili di un
percorso formativo efficace.
Il ruolo del forum
Il forum è stato, con il wiki, lo strumento che ha caratterizzato la metodologia didattica
approntata per il progetto: l’apprendimento collaborativo attraverso la condivisione
dei saperi/esperienze.
Per capire a fondo il tipo di sviluppo che il forum ha seguito nel percorso formativo PAS, bisogna contestualizzarlo rispetto ai beneficiari. Vanno anzitutto ricordate le
problematicità caratteristiche dei corsisti, come la mancanza di tempo per eseguire
le attività previste e quindi la ridotta possibilità di concentrarsi sul forum. Una seconda problematicità è stata, inizialmente, la difficoltà di vivere il forum in maniera
significativa dato che, per molti, si trattava di una novità assoluta, molto diversa dal
materiale didattico da studiare e dalle verifiche da superare, che riconducono formazione tradizionale e pertanto non necessitano di un’assimilazione particolare. Un
terzo problema si è evidenziato al momento della prima giornata in presenza, quando
sono stati spiegati lo strumento, il suo fine e le sue modalità di utilizzo, nel quadro
di una visione allargata e contestualizzata al modello didattico, presentando anche gli
obblighi burocratici connessi, cioè l’obbligatorietà di un certo numero di interventi
necessari (mediamente due per ogni unità didattica), per raggiungere un monte ore
equivalenti certificabili. Questo vincolo ha fatto sentire abbastanza coercitiva, almeno
inizialmente, la partecipazione al forum. Nella fase iniziale i corsisti si sono affacciati
timidamente sul forum, rispondendo freddamente alle domande poste dal docente.
Ma l’evolversi delle attività, il ruolo del docente, gli stimoli e la vicinanza del tuor,
hanno fatto sì che, ben presto, la timidezza venisse soppiantata, dapprima, dalla richiesta di chiarimento di dubbi, per poi arrivare (ed è stato il cuore del progetto) al
racconto nei dettagli delle proprie esperienze lavorative.
Ricordiamo in proposito, ancora una volta, il fondamentale ruolo che riveste, nell’apprendimento degli adulti, l’esperienza propria o altrui intesa essenzialmente come
“concretezza di quanto si vuole apprendere ed applicare operativamente”. Da un livello iniziale di interazione sui forum di tipo orizzontale (domanda-risposta, secondo
un rapporto uno ad uno), si è passati ad una costruzione di significato di tipo verticale, caratterizzata da un albero di interventi articolati, frutto di dialoghi (pure tra i
corsisti stessi) con un rapporto anche di uno a dieci: un intervento del docente, dieci
interventi dei partecipanti. Era infatti compito del docente richiamare e riportare a
tutti l’intervento di un partecipante, esortando gli altri alla riflessione e al contributo.
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
99
ANALISI E PROSPETTIVE
PARTE I - CAPITOLO 3
Vi è stata quindi un’evoluzione della capacità di gestione dei forum tematici, grazie
alla ricerca (coadiuvata dai tutor) dei modi di manifestare la propria presenza in rete.
Questa, tra i tanti vantaggi, ha favorito un atteggiamento volto all’analisi dei bisogni e
delle esigenze dell’uditorio, che ha permesso lo sviluppo e il riadattamento dei contenuti della materia (a volte troppo teorici), proponendo attività più stimolanti e più
circostanziate rispetto alle reali problematiche lavorative.
Di seguito proponiamo la stilizzazione di un iter di interventi del corsista, che partono
dal punto base, di utilizzo elementare del forum (domande o risposte a domande),
sino a manifestare un atteggiamento non solo attivo e partecipe, ma caratterizzato
anche da un’effettiva capacità decisionale, tale da collocare il corsista in posizione
centrale, come attore in grado di contribuire a delineare la direzione che il forum
assume.
Intervento/stimolo del DOCENTE
฀
Il corsista risponde a quanto il docente chiede dopo il primo intervento
Il corsista instaura un dialogo con il docente articolando l’argomento attraverso un’analisi, evidenziando pro e contro, facendo
riferimento al testo, utilizzando termini
tecnici con proprietà di linguaggio, facendo domande che aprono nuovi orizzonti.
฀ Il corsista si appoggia su interventi dei colleghi
Il corsista non si limita a rispondere al docente, ma elabora personalmente l’argomento offrendo contributi personali che sono
di spunto ad altri. Il corsista prende parte ai commenti altrui, inserendosi e creando una discussione’ quindi un indotto e un’interazione (basilare per la costruzione della conoscenza) tra corsisti
e docente.
฀ Il corsista replica esternando dei dubbi e/o richieste di chiarimento
Inoltre, mette a disposizione materiale di approfondimento, articoli di giornali, leggi, temi ripresi da internet, da sottoporre agli
altri corsisti, dimostrando di sapersi muovere anche oltre i materiali didattici classici. Ancora interviene, sottoponendo la propria
situazione lavorativa alla luce dell’argomento trattato ai colleghi
con un quesito su cui riflettere.
฀ Il corsista lascia morire l’intervento senza replicare al docente
La sfida del docente è stata quella di raggiungere efficacemente
un risultato positivo (l’utilità di quanto emerge dalla discussione
finalizzata alla pratica operativa dei corsisti, alla risoluzione di
100
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
PARTE I - CAPITOLO 3
ANALISI E PROSPETTIVE
loro problemi lavorativi). È stato possibile vincere questa sfida
in funzione della sua capacità di ben comunicare la sua preparazione (tradotta nei messaggi), le sue strategie didattiche, la sua
istintiva capacità di rapportarsi ai corsisti pur nella mediazione
che pone il pc.
Il docente ha avuto il ruolo di condurre il gioco, articolandolo
sulla base di dove l’aula lo porterà, assolvendo alla funzione di
guida, traino, sprone e coinvolgimento all’interno del forum.
Al contrario, ciò che si è chiesto al partecipante a questo gioco
(il forum) è stata la volontà di condividere ciò che possiede già,
forse senza esserne consapevole, e cioè le sue capacità,
abilità, attitudini ed esperienze trasversali e lavorative, accumulate nel corso della vita. È questo patrimonio di conoscenze tacite
a metterlo in condizione di affrontare, o quantomeno di dare un
contributo importante all’argomento, al dibattito, alla soluzione
di un problema che riguarda più persone.
CONCLUSIONI: PAS TRA PRESENTE E FUTURO DELL’E-LEARNING
Dove siamo arrivati, dopo 24 mesi di attività con sei edizioni svolte, 51 corsi, oltre
1.200 utenti impegnati e 60 mila ore di formazione erogate? Riteniamo doveroso utilizzare questa mole di lavoro come il patrimonio di esperienza concreta da cui trarre
una guida di riferimento che possa diventare, per tutte le Pubbliche Amministrazioni
locali che intendono rivolgersi alla metodologia e-learning, una strada segnata attraverso la quale tutte le risorse coinvolte possano trovare soluzioni, prendere spunti e
ottimizzarne alcune fasi del percorso di apprendimento.
La prima conclusione di carattere generale che possiamo trarre è che l’e-learning
può rappresentare seriamente un’opportunità operativa di grande importanza, per le
Pubbliche Amministrazioni che si avvicinano a questa innovativa metodologia formativa. La necessità di acquisire nuove competenze risulta infatti fondamentale per le
strutture pubbliche, sempre più chiamate a offrire ai dipendenti formazione ed aggiornamento al fine di accompagnare il cambiamento delle Amministrazioni e adattarsi
alle continue pressioni e richieste di innovazione che provengono dal mondo del lavoro e dalla società. Riteniamo quindi che gli sforzi futuri vadano concentrati verso la
diffusione di queste metodologie, aiutando le Amministrazioni a cogliere il potenziale
didattico delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione.
Nelle pagine precedenti si è evidenziato come PAS abbia accompagnato un recente e importante momento di evoluzione di competenze specialistiche. Queste evoluzioni hanno spinto la struttura committente (il Dipartimento della funzione pubblica) ad investire
sul capitale intellettuale dei dipendenti per velocizzarne la loro capacità di apprendere e
creare efficienza in un contesto in rapida evoluzione. PAS si è inserito nell’ambito delle
Pubbliche Amministrazioni locali con un duplice obiettivo: da un lato accompagnare
il processo di change organization, dall’altro aggiornare le competenze dei dipendenti
pubblici in un settore delicato ed importante come la gestione degli appalti, mirando
all’efficacia e all’efficienza dei processi di apprendimento e aggiornamento.
15° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ‡ 2011
101
ANALISI E PROSPETTIVE
PARTE I - CAPITOLO 3
L’e-learning è stato ritenuto funzionale al raggiungimento di questi obiettivi.
L’esperienza maturata deve essere certamente analizzata con prudenza, vista la sua
innovatività; ma va considerata anche e soprattutto in chiave incrementale, in considerazione del fatto che l’esperienza maturata non potrà che essere ripetuta in un
prossimo futuro, con risultati se possibile migliori di quelli attuali. Le cautele che ci
spingono a considerare con prudenza le possibilità di miglioramento sono dettate da
una serie di fattori:
฀ la necessità di motivare il personale verso una modalità di studio completamente diversa ed innovativa, e per questo motivo potenzialmente difficoltosa;
฀ l’esigenza di ridurre i rischi connessi con un’infrastruttura tecnologica non
sempre adeguata;
฀ le problematiche collegate a vincoli di tipo organizzativo.
Il progetto ha anzitutto confermato come non siano ancora sufficientemente diffuse
le conoscenze, di tipo sia informatico che metodologico, necessarie ad un impeccabile svolgimento di un’attività di e-learning; ed ha inoltre evidenziato che bisognerà
lavorare per diffondere un’adeguata cultura dell’apprendimento on line, a livello sia
di destinatari che di management. Ciò richiede di operare sulle strutture apicali, promuovendo un cambiamento culturale di ampia portata, del quale occorre avere piena
consapevolezza, per assicurare che gli sforzi da realizzare, connessi con l’utilizzo
dell’e-learning, producano i rilevanti vantaggi attesi in termini tanto di costo quanto
di efficacia. L’insieme di queste considerazioni dà ampia giustificazione alla necessità,
espressa dall’Amministrazione centrale committente, di affiancarsi a partner che ben
conoscessero le problematiche specifiche delle fasi progettuale, erogativa e valutativa
e che, soprattutto, fossero in grado di fornire un valido supporto nell’implementazione e nella gestione delle attività di apprendimento.
A fronte di quanto appena detto, si deve evidenziare chiaramente quanto sia stata
importante, nella fase progettuale ed erogativa, la cogestione tra le strutture esperte
di e-learning e il Dipartimento della funzione pubblica, con il quale si è creato un
sistema decisionale (PAS come sistema) in cui le competenze tecnico/didattiche e la
conoscenza approfondita della struttura si sono ben amalgamate, consentendo quasi
sempre l’assunzione di decisioni realmente funzionali allo svolgimento del progetto.
L’importanza per PAS di questa azione congiunta si è evidenziata nel modo in cui si
sono resi sequenziali e sinergici gli obiettivi della struttura con gli interessi e le competenze delle risorse umane coinvolte. L’interazione tra questi due ordini di obiettivi
e le caratteristiche dell’e-learning (tecnologie, organizzazione e contenuti) è stata
l’elemento di qualità all’interno delle attività di gestione e di organizzazione.
La complessa gestione di PAS e l’obiettivo di una sua ricaduta efficace sulla qualità
delle risorse umane partecipanti hanno richiesto all’organizzazione la capacità di creare e, dove possibile, consolidare un’intesa tra la struttura e i dipendenti, nella convinzione reciproca che l’elemento di successo della prima è costituito dalla competenza
delle proprie risorse umane; e che queste, per mantenere elevati livelli di competenza,
devono sviluppare la capacità di fruire costantemente di continui aggiornamenti, rapidi ed esaustivi. Tutte le entità coinvolte nel progetto a livello organizzativo, per prime le Amministrazioni interessate all’attività, avevano infatti il compito (non sempre
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svolto in modo puntuale) di predisporre le condizioni necessarie al fine di rendere
possibile il processo di crescita continua delle competenze dei propri dipendenti.
Mentre questi ultimi avevano il compito di utilizzare gli strumenti e la metodologia
messi loro a disposizione da PAS a vantaggio della propria professionalità. Questo
atteggiamento responsabilizzante di PAS ha risposto ad un’altra criticità evidenziata
dai partecipanti, ossia quella della necessità di coinvolgere nel progetto gli utenti e i
loro referenti diretti (il management), mediante la dimostrazione dei benefici concreti
dell’e-learning.
In concreto, l’esperienza ci ha insegnato come il livello di gradimento sia stato più
elevato nelle persone che hanno avuto la possibilità di applicare (nel quotidiano) le
informazioni apprese, rispetto a quelle che non hanno trovato alle nuove conoscenze
uno sbocco immediato, nel proprio ambito lavorativo. Dove è stato possibile, si è
notato come la consapevole partecipazione e l’interesse dei dirigenti abbia giocato
un ruolo cruciale: è stato infatti fondamentale far percepire a tutti i livelli (anche non
coinvolti direttamente nelle attività) come il progetto di e-learning costituisse un’attività strategica, a elevata priorità rispetto ad altre, seppur importanti, attività quotidiane. A tal proposito possiamo affermare che, in alcuni momenti, è mancata un’efficace
azione di comunicazione, mirante ad accertare che sul progetto stesso e sulle sue
attività operative ci fosse il più ampio consenso possibile.
Tutto ciò ha quindi caratterizzato quello che possiamo definire il Sistema Appalto
Sicuro, costruito a partire dalla volontà del Dipartimento della funzione pubblica
di ottenere attraverso il progetto benefici concreti, sintetizzabili nella possibilità di
aggiornare rapidamente ed efficacemente i dipendenti sul luogo di lavoro, compatibilmente con le esigenze operative da un lato e gli stili di apprendimento individuali
dall’altro. Il corretto utilizzo degli strumenti (soprattutto di quelli collegati al collaborative learning) e la fruizione con profitto del percorso di apprendimento, entrambi
certificati dal positivo risultato conseguito nei test on line (in particolare nel test di
fine corso), consentirà ai partecipanti di far valere l’esperienza all’interno del proprio
curriculum.
La scelta di erogare attività di apprendimento di conoscenze di base legate a capacità
di tipo procedurale o tecnico testimonia ancora una volta la volontà di dare vita ad
un sistema di e-learning di tipo incrementale, dove la sperimentazione di progetti
formativi di breve durata e immediatamente fruibili è stata pensata con l’obiettivo
di conseguire in modo graduale una cultura efficiente dell’apprendimento on line.
Tale scelta è emersa in risposta a una delle criticità di partenza evidenziate, e cioè il
timore di affrontare un sistema di apprendimento completamente diverso da quello
tradizionale.
In ultima analisi, dal nostro punto di vista, le difficoltà incontrate, dovute a volte a carenze di progettazione iniziali, alla scarsa autonomia di studio da parte dei partecipanti, a problemi di tempo, alle difficoltà proprie del lavoro cooperativo, sono state uno
stimolo per ragionare su possibili soluzioni, tra le quali, a corollario, dell’esperienza
realizzata, vanno menzionate:
฀ l’importanza di un patto formativo in cui i partecipanti, il committente e gli
Enti organizzatori rendano espliciti i reciproci impegni. Questo può facilitare
l’organizzazione interna della struttura in formazione, riducendo al minimo i
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problemi di tempo e di organizzazione, e consentire a tutti, sin dall’inizio delle
attività, di avere un quadro certo dello sviluppo contenutistico e temporale del
percorso di apprendimento;
฀ l’importanza di far trovare ai corsisti, grazie al lavoro del docente e del tutor,
un equilibrio studio-lavoro adeguato alle finalità di apprendimento. I corsisti, infatti, anche se con elevate professionalità, non garantiscono sempre
un’elevata autonomia nel gestire la propria formazione, riducendone quindi
gli effetti benefici. È pertanto auspicabile che, grazie all’e-learning, venga
incentivata la responsabilizzazione dell’individuo rispetto alla formazione cui
partecipa;
฀ l’importanza di scegliere una strategia di apprendimento on line (in PAS la
formazione blended) adeguata non solo agli obiettivi e ai contenuti del corso,
ma anche ai vincoli spazio-temporali e tecnologici del contesto di fruizione e
alle abitudini di lavoro del gruppo in formazione;
฀ l’importanza di far capire ai dirigenti e ai partecipanti i vantaggi dell’apprendimento collaborativo, evidenziando come la collaborazione richieda coordinazione e sincronia tra i processi di apprendimento ed una certa attitudine e
motivazione al lavoro di gruppo.
Nella speranza che PAS sia solo l’inizio di un circolo virtuoso che possa avvicinare
sempre più le Pubbliche Amministrazioni alla formazione in modalità e-learning, e
con la certezza che oggi tale metodologia abbia tutte le carte in regola per diventare
il principale processo di formazione nelle Pubbliche Amministrazioni, vogliamo fare
un’ultima considerazione, prendendo spunto dall’introduzione di questo lavoro. Se è
vero, che la formazione incide sulle competenze e sulle professionalità, come potrebbe non incidere ancor di più una metodologia che si basa su un apprendimento diffuso e condiviso? Su di un processo di apprendimento in cui tutti imparano da tutti e il
ruolo direttivo del docente classico diventa soprattutto un’attività di assistenza personalizzata, ancor più mirata all’apprendimento e alle esigenze dei singoli partecipanti?
Su di una metodologia cognitiva in cui la motivazione degli utenti alla partecipazione
(se esiste) è il motore dell’apprendimento, molto più potente dell’insegnamento uno
a molti, grazie alla capacità di creare interdipendenza (costruttiva) tra i membri del
gruppo, condivisione dei compiti e quindi assunzione di responsabilità collettive con
l’obiettivo di costruire qualcosa di nuovo e di ottenere dalla collaborazione un importante valore aggiunto?
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