Le TIC nella formazione. Ma come?

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Le TIC nella formazione. Ma come?
dossier.dossier
Le TIC nella formazione.
Ma come?
Da alcuni anni sono apparse
all’orizzonte della formazione
permanente le cosiddette TIC
(Tecnologie dell’Informazione
e della Comunicazione): prima
il CBT, poi il Web, la posta
elettronica e la videoconferenza, ora il videostreaming.
Una sorta di self-service della
formazione?
DANILO NUSSIO. Docente di scuola
professionale e Assistente di Pratica in Comunicazione mediata da Computer (AP-CmC).
1996 –2001 Coordinatore del Progetto
Poschiavo (www.progetto-poschiavo.ch),
dal 2001 collaboratore in movingAlps
(www.movingAlps.ch).
Da più parti si sostiene che le TIC permettano di cambiare, di migliorare,
di dare nuovo slancio alla formazione
degli adulti e quindi all’educazione
permanente. Si aggiunge poi che la
formazione può avvenire in luoghi e
in orari diversi, e che i tempi dello studio possono essere individualizzati:
una sorta di self-service della formazione, aperto 24 ore su 24 per 365
giorni all’anno, direttamente fruibile
dal proprio domicilio, che consente di
decidere in piena libertà che cosa,
quando, come e perché frequentare un
corso.
Ma come? È tutto così facile? Cerchiamo di dare risposta a questi interrogativi e ci accorgeremo che le TIC non
bastano.
Nella Formazione a Distanza (FAD),
che preferiamo chiamare formazione
tramite Comunicazione mediata da
Computer (CmC), occorre operare in
un contesto all’interno del quale l’ente
che eroga formazione tenga in seria
considerazione il territorio da cui provengono i corsisti e la loro biografia, e
dedichi perciò particolare attenzione
all’approccio agli strumenti della comunicazione ed al loro uso. La dimensione della relazione all’interno del
percorso formativo deve infatti prevedere ampi spazi di interazione sociale
con il gruppo in formazione; in altri
termini, l’utilizzo di tecnologie didattiche che fanno massiccio ricorso alle
forme di comunicazione a distanza devono comunque favorire e potenziare,
a partire dal contesto di apprendimento
condiviso, zone di interazione sociale.
Per esempio: il Progetto
Poschiavo
Per questo motivo, nell’esperienza
Progetto Poschiavo (www.progetto-po-
schiavo.ch) e nei vari progetti che da
questo derivano – ad esempio movingAlps (www.movingAlps.ch) oppure
e-Vado (www.progetto-poschiavo.ch/
e-vado) – l’approccio alla CmC è curato, in un contesto di formazione per
adulti e di sviluppo regionale, da una
nuova figura professionale che facilita
la comunicazione in rete di chi apprende: l’Assistente di Pratica in Comunicazione mediata da Computer (APCmC). Le sue competenze gli permettono di accompagnare giovani e adulti
in percorsi di formazione che attivano
sistemi di Comunicazione mediata da
Computer. Oltre ad essere un facilitatore nell’utilizzo della tecnologia, egli
è anche agevolatore dei processi di apprendimento. Come Assistente si prende cura delle persone in formazione e
le accompagna sul terreno della pratica
nella fase di progettazione, nella realizzazione e nel momento della valutazione. A tali competenze e funzioni si aggiunge il valore portato dalle TIC di
cui il mondo della formazione cerca di
ottimizzare l’impiego. L’Assistente di
Pratica si avvale infatti della Comunicazione mediata da Computer (CmC)
e fa largo uso di tutte le forme di relazione interpersonale che si esplicano
attraverso il Web, la posta elettronica,
la videoconferenza, le piattaforme virtuali di apprendimento. Quando opportuno e necessario, ricorre ai tradizionali incontri in presenza.
La ricerca sul Progetto Poschiavo ha
evidenziato con chiarezza che non può
esistere distanza senza presenza. La
formazione tramite CmC deve infatti
prevedere, e combinare convenientemente, la comunicazione asincrona,
tipica della maggior parte dei servizi
di Internet (Web, posta elettronica,
forum, ecc.), con i momenti di formazione sincrona, facendo capo da un la-
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to alle tecnologie (videoconferenza,
chat, ecc.), dall’altro pianificando puntuali momenti di formazione e di riflessione in aula.
Dopo alcune considerazioni di ordine
teorico, passiamo alla pratica attraverso un esempio concreto ideato, realizzato e gestito direttamente dal Polo Poschiavo: un modulo di formazione introduttivo alla CmC, destinato a
persone adulte che non hanno ancora
avuto la possibilità di avvicinarsi
al mondo della cosiddetta società dell’informazione e che, per motivi privati
o soprattutto per ragioni professionali,
non possono più permettersi di rimanerne fuori. Il modulo di formazione
e-Vado (www.progetto-poschiavo.ch/
e-vado), nato dopo l’esperienza pilota
del Progetto Poschiavo, prevede momenti di formazione in aula, attività di
studio assistito in rete dal proprio domicilio e occasioni di riflessione, pure
in aula, o in videoconferenza. Il corso
si sviluppa sull’arco di diciotto settimane; i corsisti sono suddivisi in gruppi composti ognuno da un massimo di
quindici persone e sono seguiti da un
team di tre formatori che contemporaneamente assumono il fondamentale
ruolo di Assistenti di Pratica. I collaboratori impiegati dispongono infatti delle necessarie competenze sopra descritte. Essi sono chiamati a gestire le
lezioni in aula, opportunamente pianificate lungo il percorso formativo, e a
garantire il costante accompagnamento
in rete del gruppo che studia, interagisce, chiede, progetta, comunica nella
classe virtuale tramite l’accesso ad
Internet di cui ognuno dispone dal proprio domicilio.
Quali strumenti?
Ma quali sono le TIC tramite le quali i
corsisti operano praticamente e di cui
quindi si appropriano grazie al loro uso
quotidiano? Vediamone alcune.
La piattaforma virtuale di apprendimento riveste un ruolo fondamentale.
Essa rappresenta prima di tutto il punto
d’incontro fra i partecipanti alla formazione, spazio virtuale dove possono
trovare le necessarie informazioni, come le consegne, le relative scadenze,
gli aiuti, le domande e le risposte frequenti; luogo nel quale i corsisti possono interagire tramite il forum o la chat,
qualora per quest’ultima si siano dati
preciso appuntamento fra loro, coinvolgendo, come a volte necessario e
quasi sempre auspicabile, pure un formatore o un Assistente di Pratica.
Molto usata è poi la posta elettronica,
che deve però osservare alcune regole
di comunicazione concordate e condivise (netiquette), allo scopo di garantire una buona ed efficace comunicazione all’interno della classe virtuale: copia a tutti di tutti i messaggi spediti,
salvo eccezioni di carattere strettamente personale, uso delle faccine (emoticons) per manifestare lo stato d’animo,
risposte in tempi brevi, accorgimenti
atti a favorire il lavoro in team, ecc.
La videoconferenza, infine, è uno strumento prezioso per familiarizzare innanzitutto con microfoni e telecamere,
e per vivere un nuovo tipo di presenza,
che, anche se mediata da computer,
consente di interagire con il formatore
in modalità sincrona sfruttando i canali
dell’audio e del video.
Per quanto riguarda i contenuti va ricordato che nel modulo sopraccitato i
corsisti, oltre a tutti i servizi legati alla
comunicazione in rete, acquisiscono le
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– Le TIC nella formazione?
– Certo, ma la tecnologia non basta.
Essa va intergrata in un contesto progettuale di sviluppo della persona
che apprende e di sviluppo sociale ed
economico del territorio.
Bausch, L. – Cattaneo, A. – Schürch, D. (2000),
La formazione degli APFD, rapporto di ricerca,
Lugano.
Bausch, L. – Cattaneo, A. – Messi, G. – Schürch,
D. (2000), L’ingegneria dell’innovazione pedagogica. Per una definizione di un nuovo modo
di fare formazione a partire dal modello pilota
del Progetto Poschiavo, rapporto di
ricerca, Lugano.
Schürch, D. (1996), Schlüsselqualifikationen
im frankophonen und italienischsprachingen
Bereich: das virtuelle Object einer endlosen
Debatte?, in Gonon, Ph. (1996), Schlüsselqualifikationen kontrovers, Sauerländer, Aarau,
pp.31– 40.
Schürch, D. (1995), Pourquoi bâtir l’objet du
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Cattaneo, A. – Messi, G. – Schürch, D. (2000),
Il modello «Progetto Poschiavo», rapporto
di ricerca, Lugano.
Del Don, C. – Messi, G. – Reggiori, R. – Schürch,
D. (2000), Livelli e percorsi della comunicazione nel Gruppo di Progetto TMM, rapporto di
ricerca, Lugano.
Del Don C. (1999), «Role des médiateurs et
des tuteurs», in Programme Socrates, Projet
de cooperation transnational Echange, Rapport final, N° 56257-CP-1-98-1-FR-ODL, Commission des communautés européennes,
Direction Général XXII – Education, Formation
de Jeunesse.
Résumé
In conclusione ritorniamo alla domanda con una breve risposta:
Bibliografia
Progetto Poschiavo
L’introduction des nouvelles technologies
de l’information et de la communication
dans la formation ne pose pas seulement
des questions techniques. Le développe-
Gonon, Ph. (1996), Schlüsselqualifikationen
kontrovers, Sauerländer, Aarau.
ment personnel des participants de
même que l’environnement social et éco-
Lanzara, G. F. (1993), La capacità negativa,
Il Mulino, Bologna.
nomique doivent être pris en compte.
Depuis 1996, l’auteur est coordinateur de
Kaiser, A. – Kaiser, R. (1993), Vermittlung von
Schlüsselqualifikationen in Modellseminaren
der Arbeitnehmer, Weiterbildung, München.
Progretto Poschiavo, un projet qui offre
des cours d’introduction aux nouvelles
Kaiser, A. – Kaiser, R. (1994), Begriff der
Schlüsselqualifikationen, GdWZ, n. 4.
technologies, une plate-forme virtuelle,
Meyrowitz, J. (1993), Oltre il senso di luogo,
Baskerville, Bologna; tit. or. (1985), No sense
of place. The impact of electronic media of
social behaviour, Oxford University Press,
New York.
gnement présentiel.
Perriault, J. 1996, La communication du savoir
à distance, L’Harmattan, Paris.
Schürch, D. (2001), Dove collocare la dimensione soggettiva del formatore?, Quaderni
IceF – USI, Lugano.
Schürch, D. (2000), «Verso una pedagogia
dello sviluppo territoriale: il caso Poschiavo»,
in Amietta, P.L. (a cura di),
I luoghi dell’apprendimento, Angeli, Milano.
Schürch, D. (1998), Formazione è motivazione,
contributo presentato all’Assemblea annuale
AFASI, Lugano.
Schürch, D. (1997), La formazione: quali i cambiamenti in atto?, contributo presentato a
Fachtagung lernen die neuesten Entwicklungen im Bereich der Informations- und Kommunikationstechnologien, Samedan.
des vidéoconférences ainsi qu’un ensei-
Zusammenfassung
competenze informatiche più diffuse,
come l’elaborazione testi, il calcolo
elettronico, la creazione di pagine
Web, l’uso dello scanner e del fotoritocco. Ogni ambito toccato prevede
un’introduzione standard che veicola
in tempi brevissimi la realizzazione
di consegne fortemente individualizzate e di carattere progettuale, per le quali si adotta una pedagogia che, privilegiando il fare, induce prima a riflettere
insieme ed infine a concettualizzare.
Progetto Poschiavo
Der Einsatz von Informations- und Kommunikationstechnologien in der Bildung
ist nicht nur eine technologische Frage.
Die persönliche Entwicklung der Teilnehmenden sowie das soziale und ökonomische Umfeld müssen mitberücksichtigt
werden. Der Autor ist seit 1996 Koordinator des Progetto Poschiavo. Das Projekt
bietet u. a. Einführungskurse an, in denen
der Umgang mit den Technologien vermittelt wird. Neben der virtuellen
Plattform werden auch Videokonferenzen
und Präsenzunterricht eingesetzt.
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