PrimifischialregistaAssayas con Kristen personal shopper

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Cultura e Spettacoli
MERCOLEDÌ 18 MAGGIO 2016 IL PICCOLO
39
FESTIVAL DI CANNES
Primi fischi al regista Assayas
con Kristen personal shopper
Il francese e l’attrice del momento hanno suscitato vigorose espressioni di dissenso
Delude Almodovar, Sonia Braga in odor di Palma per “Aquarius” di Mendoça Filho
di Beatrice Fiorentino
◗ CANNES
Arrivano anche i primi fischi, al
festival di Cannes, a travolgere
uno dei registi più attesi di questa 69° edizione: il francese Olivier Assayas, in concorso con il
suo nuovo film “Personal Shopper”. Sarà che la stanchezza comincia a farsi sentire o che magari le aspettative nei confronti
del regista “di casa” erano particolarmente alte, ma la stampa
internazionale, molto generosa nell’accogliere le pellicole
nei giorni scorsi, si è lasciata andare a una sonora esternazione
di dissenso. I film di Assayas
hanno bisogno di una lenta elaborazione. Crescono poco a poco, ripensandoci con calma e a
mente fredda. E la platea, certamente spiazzata da un’opera
che è volutamente irrisolta e disperata, si è invece espressa
d’istinto, in maniera forse troppo affrettata.
In “Personal Shopper”, l’ex
CANNES
Bellocchio girerà
un film su Buscetta
Marco Bellocchio ha avviato la
scrittura del suo prossimo lavoro,
un film su Tommaso Buscetta. Lo
hanno annunciato a Cannes il
produttore Beppe Caschetto e
Paolo Del Brocco, amministratore
delegato di Rai Cinema. «Mi
interessa il personaggio di
Buscetta - afferma Bellocchio perchè è un traditore. 'Il traditore’
potrebbe essere il titolo . Ma in
verità, chi ha veramente tradito i
principi 'sacri’ di Cosa Nostra non è
stato Buscetta, ma Totò Riina e i
Corleonesi. Nella storia tradire non
è sempre un'infamia. Può essere
una scelta eroica. I rivoluzionari,
ribellandosi all'ingiustizia, anche a
costo della vita, hanno tradito chi li
opprimeva». La produzione,
internazionale, avrà come location
Italia, Brasile e Stati Uniti.
Kristen Stewart a Cannes, dove ha accompagnato “Personal Shopper”
Bella di “Twilight” Kristen
Stewart, che a Cannes ha sfilato
già all’apertura nel cast del film
di Woody Allen “Café Society”,
interpreta Maureen, giovane
americana a Parigi, da poco colpita dalla perdita del fratello gemello. Per sbarcare il lunario si
occupa del guardaroba di una
star. È un lavoro che non le interessa particolarmente, ma le
permette comunque di superare un periodo di “limbo”. Maureen attende. Non si sa esattamente cosa, ma attende. Dotata di capacità medianiche, spe-
ra di ricevere qualche segno
della presenza del fratello. Nel
frattempo, una serie di misteriosi messaggi compaiono sul
suo cellulare.
Tra realtà e mistero, sfruttando la figura “ectoplasmatica”
della Stewart e alternando sen-
za preavviso autorialità e cinema di genere (thriller, mistery,
horror), Assayas azzarda una riflessione enigmatica sulla contemporaneità, sui meccanismi
del desiderio e sull’incomunicabilità ai tempi dei social media. Operazione sicuramente
più interessante dell’applaudito Pedro Almodovar, che ieri in
“Julieta”, “un dramma il più sobrio possibile” - lo ha definito a
Cannes - è tornato ancora una
volta sulle sue stanche ossessioni familiari. Il titolo è anche il
nome della protagonista, intenta a recuperare il legame con la
figlia con la quale ha interrotto
i rapporti dodici anni prima. A
lei rivolge una lettera in cui ripercorre il passato, la relazione
con il padre scomparso quando lei era solo una ragazzina,
gli anni a seguire. L’impressione è che il regista premio Oscar
per “Tutto su mia madre”, abbia perso del tutto originalità e
mordente. Non sorprende né
provoca, giocando a mescolare
temi e situazioni già viste.
Bello il brasiliano “Aquarius”
firmato da Kleber Mendoça Filho, con una strepitosa Sonia
Braga in odor di Palma per il
ruolo di Clara, sessantenne vedova ed ex-critico musicale, rimasta l’unica inquilina di un
elegante edificio degli anni ’40
che un gruppo immobiliare
vorrebbe abbattere. Speculazione edilizia ai tempi dei Brics: due generazioni si confrontano sul piano etico e morale in
un film che è al tempo stesso
nostalgico, intimo e politico.
©RIPRODUZIONERISERVATA
CINEMA
“Terrore nello spazio”
restauratoil Bava
conlasceneggiatura
diCallisto Cosulich
◗ CANNES
Nell'ambito di Cannes Classics, è stato presentato ieri in anteprima il restauro realizzato
da Csc-Cineteca Nazionale del
film “Terrore nello spazio” di
Mario Bava. Alla serata sulla
Croisette hanno partecipato il
produttore Fulvio Lucisano e il
regista Nicolas Winding Refn. Il
film diretto da Bava nel 1965
rappresenta una pietra miliare
nel cinema di genere, coadiuvato dalla mano di due sceneggiatori come Alberto Bevilacqua e
Callisto Cosulich, e anticipa in
qualche modo il cinema di fantascienza a venire. Restaurato
in 4k, con ritorno su pellicola
35mm, partendo dai negativi
scena e colonna messi a disposizione dal produttore Fulvio
Lucisano, presidente di Italian
International Film, che ha collaborato anche al restauro. Il
particolare tono fotografico è
stato restituito con la supervisione del regista e sceneggiatore Lamberto Bava. “Terrore nello spazio” racconta le vicende
di entità aliene che possiedono
i corpi di alcuni astronauti.
FESTIVAL DI CANNES
Amore tra adolescenti
dietro le sbarre del carcere
◗ CANNES
«Sono stato in carcere sei mesi»
esordisce Claudio Giovannesi
sul palco del Teatro Croisette al
termine dell’affollatissima proiezione di “Fiore”, il suo ultimo
film, presentato alla Quinzaine
des Realisateurs. Laureato in lettere, diplomatosi poi al Centro
Sperimentale di Cinematografia, 38 anni, al suo terzo lungometraggio (Ali ha gli occhi azzurri), un passato di documentarista, Giovannesi raccoglie gli applausi con profonda soddisfazione e misurato entusiasmo. I sei
mesi trascorsi in carcere gli sono
serviti per conoscere e documentarsi, su carcere e adolescenza e su entrambi insieme.
La vicenda si svolge nel carcere
di Casal del Marmo, due palazzine alla periferia di Roma che
ospitano giovani maschi e femmine con il divieto assoluto di
comunicare fra loro. Sbarre, reti
metalliche, guardiani inflessibili; tutto per tenere a freno le tempeste ormonali tipiche di
quell’età. Ma Daphne, piccola ladra lei, si innamora di Josc, altrettanto piccolo ladro lui, tra
sguardi, messaggi clandestini e
desiderio di amare ed essere
amata. Desiderio che ha portato
Daphne a scontrarsi anche con
la figura paterna interpretata da
un ottimo Valerio Mastandrea,
unico professionista tra i due ragazzi esordienti. Daphne Scoccia, commessa, dà tutta se stessa
nell’interpretare questa ragazzina ribelle, mentre Josciua Algeri
nella vita ha conosciuto il carcere e si occupava di animazione
teatrale a Casal di Marmo. «Nelle mie ricerche nel carcere giovanile – spiega Giovannesi – ho potuto notare che molti adolescenti hanno a loro volta uno o en-
Daphne Scoccia in una scena di “Fiore” di Claudio Giovannesi
trambi i genitori detenuti. Per
questo ho voluto che il padre di
Daphne fosse anche lui appena
uscito dal carcere». Giovannesi
in questa sua terza opera ha fatto tesoro della sua esperienza di
documentarista e il film è girato
tutto addosso ai personaggi, con
lunghi piani sequenza che permettono agli attori di non spezzare l’emozione. Un’atmosfera
alla Dardenne, che rende il film
sincero e immediato.
Andrea Crozzoli
MUSICA
MUSICA
Due concerti a Trieste aprono le “Risuonanze”
Il piano di Filippo Gamba inizia
un lungo viaggio con Beethoven
Il 28 maggio, alla Casa della musica, i violini di Furini e Rojc, il flauto e piano di Bisiak e De Luca
◗ UDINE
Il flautista Tommaso Bisiak
Saranno i violini di Stefano Furini e Verena Rojc a inaugurare, il
28 maggio prossimo alle 18
nell’auditorium della Casa della
Musica di Trieste, la rassegna
musicale “Risuonanze 2016 – Incontri di muove musiche”,
istantanea sul presente della
musica contemporanea in programma tra il capoluogo regionale, Tricesimo (29 maggio) e
Tarcento (30 maggio). Alle 21
dello stesso giorno, nella stessa
sede, secondo concerto con
Tommaso Bisiak (flauto) e Reana De Luca (pianoforte).
L’edizione di quest’anno è
stata illustrata nella sede della
Provincia di Udine dai responsabili artistici Paolo Longo, compositore e direttore d’orchestra,
Stefano Procaccioli, compositore e docente, e Davide Pitis,
compositore, direttore e docente. Presenti anche l’assessore
provinciale di Udine alla cultura, Francesca Musto, Maura
Pontoni, responsabile della casa editrice “L’orto della cultura”
(che pubblica il volume con
contributi scientifici legato alla
rassegna), Andrea Kabler, consigliere comunale di Tricesimo e
Renata Capria D’Aronco, presi-
dente del Club Unesco di Udine. «L’idea è offrire una selezione di brani capaci di incontrare
il gusto del pubblico e di abbattere gli stereotipi sulla musica
contemporanea», ha detto Procaccioli. «Cerchiamo di favorire
un approccio meno ideologico,
e più estetico e spontaneo», ha
aggiunto Pitis. Il maestro Longo
ha spiegato come – attraverso il
concorso Call for scores – sia avvenuta la scelta dei 52 compositori internazionali in rassegna,
con 46 opere in prima esecuzione assoluta e 6 in prima italiana,
465 brani da 46 paesi.
Alberto Rochira
◗ TRIESTE
Ultimo appuntamento della
stagione per i soci della Società
dei Concerti di Trieste, oggi alle
20.30 al Teatro Verdi, con il pianista Filippo Gamba: uno straordinario interprete al suo debutto triestino. Artista di un rigore assoluto e di immaginazione potentissima, intraprende
sul palco di Trieste il più bello
dei viaggi nel repertorio pianistico attraverso un progetto pluriennale, che si svilupperà fino
al 2021, con le 32 Sonate di Beethoven, dalle prime geniali creazioni post-haydniane fino al
luogo senza tempo delle estreme riflessioni del compositore.
Stasera Gamba eseguirà le prime tre Sonate.Nato a Verona e
diplomato al Conservatorio della sua città nella classe di Renzo
Bonizzato, Filippo Gamba è
professore alla Musik-Akademie di Basilea e tiene seminari
d’interpretazione per il Festival
Musicale di Portogruaro, le Settimane di Blonay, Asolo Musica, Music of Southern Nevada.
Stasera sarà anche premiato
con la Salzburg Card, il giovane,
socio della SdC, che ha partecipato al maggior numero di concerti della stagione.