Gli expats a Roma e nel Lazio

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Gli expats a Roma e nel Lazio
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Gli expats a Roma e nel Lazio
Giovanni Papperini*
Gli expats a Roma e nel Lazio
Introduzione
C
on il termine expats si indicano tutte quelle persone soggette a una forte mobilità internazionale di livello elevato, accomunate non tanto dall’appartenenza a una medesima nazionalità, quanto da una sorta di identità “in movimento”, che li distingue e differenzia, per condizioni di vita e bisogni, dai cosiddetti
gruppi “stanziali”. Si potrebbe quindi sostenere che l’essere expat sia prima di tutto uno
“stato d’animo”, piuttosto che una condizione ratificata da qualche legge.
Sebbene per la maggior parte siano ancora britons, non tutti gli expats sono di origine
anglosassone, tra di essi sono anzi rappresentate un po’ tutte le nazionalità, inclusi cittadini italiani che siano temporaneamente ritornati in Italia dopo significative permanenze
all’estero. Allo stesso tempo, vi sono persone che, pur avendo trascorso all’estero anni,
non si considerano expats ma vivono le proprie permanenze all’estero solo come una
parentesi rispetto alla condizione di cittadini di un determinato Stato. Chi si sente un
expat, al contrario, si percepisce come parte di una comunità internazionale con propri
usi, consuetudini, indirizzi di riferimento, siti e blog specializzati. In altre parole, come
appartenente ad un particolare gruppo di persone non riconducibile a una specifica
appartenenza nazionale o etnica.
Nella maggioranza di casi gli expats sono benestanti, tuttavia la loro vita non è solo
“rose e fiori”, è anche fatta di difficoltà di integrazione, in particolare per i figli che devono spesso interrompere le amicizie per via dei frequenti trasferimenti all’estero. E internet e i social network rispondono solo in parte all’esigenza di conservare vivi i contatti
anche tra persone distanti migliaia di chilometri.
Gli expats a Roma
Roma è da sempre una città meta di expats, di persone attratte dal fascino della
Città Eterna, ma che non diventano mai completamente cittadini romani, restando
in una posizione di osservatori esterni da cui si limitano ad ammirare o criticare Roma
e i romani.
Con considerevoli eccezioni, la maggior parte degli expats della Capitale vive lungo
una ideale linea che, partendo dalla zona Olgiata, attraversa la Cassia, la Camilluccia,
Cortina d’Ampezzo, Vigna Clara, Fleming, Parioli, Pinciano, Prati, il Vaticano, il Centro
Storico, Trastevere, l’Aventino, San Saba, l’Eur, Casal Palocco.
Nel resto del Lazio la maggior parte degli expats vive non lontano dai siti produttivi di
aziende multinazionali, in particolare nella zona Sud di Roma o in provincia di Latina.
Mentre un certo numero di artisti, pensionati, scrittori, scultori ed altri lavoratori autonomi ama vivere in piccoli borghi, spesso rinati proprio grazie alla presenza degli expats.
* Titolare dello Studio Papperini Relocation (www.studiopapperini.com).
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Gli expats a Roma e nel Lazio
Le dimensioni della presenza
Non appartenendo gli expats a specifiche nazionalità, non è semplice determinarne
statisticamente e con precisione la consistenza in una determinata località, anche per la
loro natura nomade. Tuttavia, indirettamente, alcuni dati si possono ricavare dai permessi di soggiorno per personale altamente qualificato (ex art. 27 ed assimilati) e dai permessi di soggiorno per residenza elettiva, nonché da alcune tipologie di permessi per
lavoro autonomo, dagli elenchi dei membri di associazioni di expats, dai partecipanti a
blog e forum loro dedicati.
È possibile, inoltre, stabilire quali gruppi di migranti non siano certamente assimilabili
agli expats. Con le dovute eccezioni, per “convenzione” non sono considerati expats
coloro che fanno una scelta immigratoria definitiva e spesso drammatica. Non rientrano
dunque convenzionalmente nel novero degli expats la maggior parte degli immigrati
asiatici, africani, mediorientali, sudamericani e dell’Europa dell’Est.
Non rientrano tra gli expats neanche i rifugiati e i richiedenti asilo, né le persone in
possesso di un permesso per motivi umanitari o di protezione dallo sfruttamento.
Non sono expats nemmeno i turisti e i titolari di visti per affari, a causa dell’eccessiva
brevità della loro permanenza in Italia.
Un’interpretazione del concetto di expat limitata solo a coloro che vengono distaccati,
in posizioni dirigenziali o altamente qualificate, per alcuni anni all’estero dalla loro azienda, farebbe orientativamente coincidere il loro numero con coloro che hanno un permesso di soggiorno ex art. 27 e le loro famiglie, cui però andrebbero aggiunti almeno
una parte dei cittadini comunitari presenti in Italia in posizione lavorativa e le rispettive
famiglie. Il novero degli expats aumenterebbe considerando anche una parte dei lavoratori autonomi operanti in settori avanzati, dei servizi in particolare, e i titolari di permessi
per residenza elettiva.
Ben maggiore sarebbe il numero degli expats presenti sul territorio se si prendessero
in considerazione anche gli studenti. La maggior parte dei siti per gli expats, infatti,
annovera anche questi tra i propri membri, seppure abbiano problematiche non sempre coincidenti con quelle degli altri expats e molto più simili a quelle di altri studenti, in
particolare di quelli “fuori sede”. In questo contesto abbiamo deciso di considerare
come expats solo il 2,5% degli studenti non comunitari regolarmente presenti in Italia.
Trattandosi di un “target” che, per livello elevato di reddito, dinamismo e propensione ai consumi, risulta fortemente appetibile per molte aziende internazionali e nazionali,
spesso su di esso sono condotti sondaggi e ricerche di mercato, tuttavia estremamente
difficoltosi anche quando si utilizzino i più avanzati strumenti on line. Per indurre il maggior numero di expats a rispondere a lunghissimi questionari sulle loro abitudini di consumo, alcuni siti specializzati offrono la possibilità di vincere premi a sorteggio. Sarebbe
tuttavia fuorviante pensare a loro solo come a consumatori ad alto reddito, trattandosi
in molti casi anche di “personale chiave” negli investimenti diretti dall’estero: secondo
dati della Banca d’Italia, nel corso del 2012 il nostro paese ha attratto investimenti dall’estero per 7,5 miliardi di euro.
Sulla base dei dati sui permessi di soggiorno rilasciati nel 2012 e sulla base della rielaborazione di altre fonti statistiche (Ministero del Lavoro, Istat, ecc.), il numero degli
expats presenti attualmente nel Lazio risulterebbe di poco superiore alle 40.000 unità. In
questo dato, sono stati inclusi di default almeno 30.000 stranieri comunitari apparteO S S E R VAT O R I O R O M A N O S U L L E M I G R A Z I O N I - X R A P P O R T O
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nenti all’originario nucleo dei 15 Stati aderenti all’Ue presumibilmente presenti attualmente nel Lazio (esclusa l’Italia): Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo,
Danimarca, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia.1
Quanto ai cittadini non comunitari soggiornanti nel Lazio e potenzialmente assimilabili
agli expats, questi possono rientrare nelle seguenti tipologie di permessi di soggiorno:
sportivi, autonomi, lavoro (casi particolari quali l’art. 27), artisti, missione, lavoro autonomo in posizioni qualificate, residenza elettiva, ricerca scientifica e assimilati, tirocinio,
vacanze lavoro, studenti, familiari a carico di lavoratori riconducibili alla condizione di
expat.
LAZIO. Titolari di permessi di soggiorno riconducibili per motivo alla condizione di expat
(31.12.2012)
Soggiornanti
Sportivi
Autonomi flusso 2006
Lavoro casi particolari (art. 27)
Artisti
Missione (anche ai familiari vengono rilasciati permessi per missione)
Il 30% circa del totale dei permessi per lavoro autonomo, per le posizioni più qualificate
Residenza elettiva (anche ai familiari vengono rilasciati permessi per residenza elettiva)
Permessi per ricerca scientifica ed assimilati
Tirocinio
Vacanze lavoro
Una quota del 2,5% del totale degli studenti non comunitari presenti in Italia
Una quota del 2,5% del totale dei titolari di permessi per famiglia presenti in Italia
Totale
N.
10
15
529
9
703
6.300
2.185
154
18
49
214
2.234
12.420
FONTE: IDOS/Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Elaborazioni su dati del Ministro dell’Interno
Se la permanenza media di un expats con un permesso di lavoro temporaneo (ad
esempio ex art. 27 per dirigenti e personale altamente qualificato) prima della crisi si
aggirava intorno ai 4-5 anni, attualmente i tempi di permanenza tendono ad abbassarsi
a 1 o 2 anni. Nel Lazio operano varie società di servizi che offrono agli expats consulenza ed assistenza in settori quali la relocation, l’immigrazione, l’inserimento culturale. Tali
società aderiscono a varie associazioni di categoria, tra le più importanti delle quali
segnaliamo la Tira Network e l’EuRA2.
In ambito sanitario, alcune cliniche private, in particolare a Roma, si sono organizzate
per rispondere alle richieste degli expats, a differenza del settore pubblico che risulta
ancora in ritardo in questo campo, anche se recentemente si sta riorganizzando in vista
dell’entrata in vigore di una Direttiva dell’Unione Europea volta a liberalizzare a livello
comunitario i ricoveri nei centri di élite.
Interviste ad expats e ad aziende
che li impiegano
Per cercare di conoscere cosa tendenzialmente pensano gli expats che vivono a Roma
e nel Lazio e come si trovano in Italia, abbiamo intervistato, in qualità di testimoni priviO S S E R VAT O R I O R O M A N O S U L L E M I G R A Z I O N I - X R A P P O R T O
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legiati, una decina di persone tra funzionari di aziende, in particolare giapponesi e russi,
e singoli expats (per lo più americani, ma anche una donna pakistana).
Sulla loro esperienza di expats a Roma, le impressioni sono in genere positive per
quanto riguarda il “tempo libero”. Quella a Roma è considerata un’esperienza di vita
piacevole, interessante per capire una cultura molto diversa dalla propria. Al contrario,
per quanto riguarda i rapporti di lavoro, emergono più evidenti le difficoltà dovute ai
diversi modi di lavorare.
Per molti vivere a Roma significa “toccare con mano l’antichità”, godere di buon cibo
e buon vino e di un clima mite. Le persone sono giudicate molto gentili e disposte a
dare aiuto se si è in difficoltà in un negozio o per strada. L’atmosfera è rilassante, vi sono
molti parchi ed aree verdi.
Non mancano le critiche: guidare non è agevole a causa della maleducazione degli
automobilisti; i parcheggi sono molto difficili da trovare; molti locali ed esercizi commerciali “per turisti” non eccellono in qualità. Non è facile socializzare, le persone tendono a
restare in compagnia dei loro amici o familiari e non sono molto aperte a coloro che
vengono da fuori. L’informazione on line è carente, come anche la conoscenza della lingua inglese. Alla domanda su una propria definizione dello status di expat, la risposta
più interessante è stata: sentire e avere l’esperienza dell’altra cultura per arricchire la mia.
Alla richiesta di qualche suggerimento per migliorare le condizioni di vita degli expats
a Roma, le principali risposte sono state: l’organizzazione di più eventi per gli expats, la
predisposizione di luoghi dove gli expats possano incontrarsi in qualunque momento.
Naturalmente gli stessi expats sanno di doversi attivare per integrarsi meglio con la
realtà locale. Per avvicinarsi alla cultura locale ed instaurare contatti umani con la popolazione, gli expats ritengono di dover chiedere consiglio ai colleghi di lavoro e passare
più tempo a scoprire i posti nascosti, anche perché il solo strumento di internet – in particolare il sito Tripadvisor – non è sempre sufficiente, essendo consultato per la maggior
parte da visitatori3. La cosa migliore da fare è vivere come gli abitanti del posto, visitare i
posti che gli abitanti stessi visitano, conoscere le abitudini dei locali riguardo ai luoghi in
cui fare la spesa o dove andare a cena.
Imparare l’italiano è considerato un passaggio importante per una maggiore integrazione, anche perché l’italiano medio non parla l’inglese correntemente.
Abbiamo posto alcune domande anche alle aziende in cui gli expats lavorano. Alla
domanda se Roma sia considerata una sede ambita o, al contrario, disagiata per gli
espats, le risposte delle aziende sono state incoraggianti (c’è chi ha risposto che l’Italia
tutta è considerata un paese molto amico e piacevole per viverci e chi ha scritto che Roma
è considerata una meta abbastanza ambita).
Alla domanda se l’azienda ha predisposto dei servizi specifici per venire incontro alle
esigenze degli expats, emerge che, in particolare i dirigenti, sono facilitati sia nell’inserimento lavorativo che nella vita privata dallo staff aziendale.
Alla domanda relativa ai suggerimenti per le autorità perché rendano più attraente
Roma per gli expats, praticamente tutte le aziende interpellate richiedono a gran voce di
snellire le procedure per il rilascio dei permessi di lavoro e per quelli di soggiorno.
Alla domanda su come si trovino i loro lavoratori expats con i colleghi italiani e se la
cooperazione sia facile, emerge che, in genere, non vi sono particolari problemi di integrazione, o meglio ci si adegua l’un l’altro.
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Note
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La stima di 30.000 stranieri comunitari cittadini dell’originario nucleo dei 15 Stati aderenti all’Ue è
stata ricavata a partire dai quasi 24mila occupati di quei paesi iscritti all’Inail alla fine del 2012, cui sono
state aggiunte altre 6.000 persone comprensive dei familiari che non lavorano e dei residenti comunitari
non lavoratori. Si tratta, quindi, di un calcolo per approssimazione.
2
http://www.tiranetwork.org/ e http://www.eura-relocation.com/.
3
Tra i siti più cliccati dagli expats si segnalano: Insider Abroad: http://www.insidersabroad.com/; expatinitaly: http://www.expatsinitaly.com/; Wanted in Rome: http://www.wantedinrome.com/, che tra l’altro
pubblica una interessante guida per gli expats a Roma (http://issuu.com/wanted_in_rome/docs/the_
expat_guide_to_rome_2012); AngloINFO Rome: http://rome.angloinfo.com/af/245/rome-clubs-andassociations.htm. Quanto ai luoghi di aggregazione, i giovani expats amano passare le serate nelle più
famose vie della movida romana. Le famiglie, per le ricorrenze religiose più importanti, si riuniscono in
alcuni luoghi di culto dove vengono celebrati riti in lingua inglese, francese, tedesca o spagnola.
Piccolo dizionario/Thesaurus in uso tra gli expats
La maggior parte della documentazione relativa agli expats, anche in Italia, è in lingua inglese. Se
navigando su internet dovesse capitare di visitare un sito per expats, le parole o le frasi che vi si troverebbero più spesso sono le seguenti:
Expat, Expats: abbreviazione delle parole Expatriate e Expatriates.
Con significati analoghi, ma riferiti in particolare alle persone trasferite in ambito aziendale, si utilizzano in italiano la parola relocato e in inglese la parola international assignees.
Limitatamente alle frasi in uso tra gli expats in Italia, si segnala che la parola residency viene utilizzata per indicare la nostra residenza anagrafica, mentre la parola residence, unita ad altre parole,
viene intesa come visto o permesso di soggiorno. Ad esempio, il visto per residenza elettiva viene
denominato Elective Residence Visa e con residence permit si intende il permesso di soggiorno, che in
altre occasioni viene indicato come permit to stay.
I Residence (complesso alberghiero costituito da piccoli appartamenti) sono invece chiamati
apartment hotel.
Per Culture shock si intende il periodo, generalmente breve, di disorientamento che può colpire
gli expats quando si trasferiscono all’estero. Per evitare/superare tale periodo di disorientamento
vengono proposti agli expats percorsi di Cross cultural training per spiegare usi e costumi locali,
nonché la lingua locale.
Per work-life balance si intende l’ottimale equilibrio tra vita personale e tempo dedicato al lavoro.
Per gli expats non è sempre facile mantenere questo equilibrio, in particolare quando non riescono
a stringere delle amicizie fuori dagli ambienti del lavoro.
Destination services sono i servizi offerti dalle compagnie di Relocation per facilitare una rapida
integrazione dell’expat nella realtà locale, aiutandolo nel disbrigo delle pratiche burocratiche e nella
ricerca di un alloggio.
Dual career: i coniugi degli expats vengono spesso aiutati dalle loro aziende al momento del trasferimento per permettere al coniuge non dipendente dall’azienda di non perdere comunque la
sua professionalità durante il trasferimento all’estero.
EMEA: acronimo usato spesso nelle aziende multinazionali per indicare l’Europa, il Medio Oriente
e l’Africa; meno diffuso è l’acronimo SEMEA per indicare il Sud Europa, il Medio Oriente e l’Africa.
Clausola diplomatica (nei contratti di locazione): la diplomazia in questo caso non c’entra, si tratta semplicemente dell’inserimento nel contratto di locazione di una clausola che permette il recesso anticipato del contratto di locazione da parte dell’inquilino/expat quando, ad esempio, deve
ritornare in patria prima del previsto.
Per Utilities si intende l’erogazione di servizi quali l’energia elettrica, il gas, il telefono, l’acqua.
Per lifestyle si intende lo stile di vita. Per fortuna lo stile di vita italiano è apprezzato dalla maggior
parte degli expats, nonostante le vicissitudini che sta attraversando la nazione.
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