claudio di berardino alla guida della cgil di roma e lazio

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claudio di berardino alla guida della cgil di roma e lazio
Newsletter della Cgil Roma e Lazio Anno 2008 n. 12 / 24.09.08 - sito internet www.lazio.cgil.it
Chi è il nuovo LA SINTESI DELLA RELAZIONE PROGRAMMATICA
segretario
CLAUDIO DI BERARDINO ALLA
GUIDA
DELLA CGIL DI ROMA E LAZIO
SUBENTRA A WALTER SCHIAVELLA, ELETTO IL 19
SETTEMBRE SEGRETARIO GENERALE DELLA FILLEA
47 anni, maturità tecnico
industriale, sposato, due
figlie, Claudio Di Berardino è
iscritto alla Cgil dal 1981,
quando vince il concorso
delle Ferrovie dello Stato e
viene assunto come macchinista ferroviere. Si iscrive
subito alla Filt Cgil.
Dal 1980 al 1990 è Consigliere Comunale ad Antrodoco (RI), Assessore alle Politiche Sociali, poi Assessore
presso la VI° Comunità Montana del Velino e componente l’assemblea della USLR 1.
Intanto sul finire del 1989
inizia l’attività sindacale sul
posto di lavoro. Diviene presto delegato, successivamente approda al Coordinamento Regionale dei Ferrovieri della FILT CGIL.
Nel 1991 entra in segreteria
della FILT CGIL del Lazio con
l’incarico di segretario Generale Aggiunto.
Dal 1994 fino al 1996 ricopre l’incarico di Segretario
Generale della FILT CGIL di
Roma, nello stesso anno in
occasione del Congresso
con l’unificazione della struttura romana e regionale
diviene vice-segretario della
FILT CGIL di Roma e Lazio.
Nel 1998 viene eletto nella
Segreteria della CGIL di
Roma e Lazio prima con la
delega all’Urbanistica, infrastrutture e Casa e poi con
quella dell’Organizzazione.
Nel gennaio 2006 è eletto
Segretario Generale della
CGIL di Rieti.
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UN AUTOBUS IN CORSA CHE
NON DEVE RALLENTARE “Al momento di salire a bordo per
mettersi alla guida dell’autobus
viene spontaneo rallentare la
marcia per capire meglio e
guardarsi attorno, ma il
“cambio volante” della Cgil di
Roma e Lazio non deve e non
può rallentare la marcia sindacale. Per il particolare momento
politico, economico e sociale
del Paese, per gli scenari di crisi
aperti nel nostro territorio, per il
bisogno della nostra organizzazione di proseguire nel suo percorso di continuità verso il proprio rinnovamento ed il rafforzamento del proprio radicamento
nel territorio. Dunque dobbiamo
proseguire, senza rallentamenti,
quel lavoro iniziato con il Congresso, con la recente Conferenza di Organizzazione, con il
proficuo lavoro svolto in questi
anni dalla segreteria di Walter
Schiavella e dal gruppo dirigente.”
IN CAMPO, A COMINCIARE
DAI VALORI “Non dobbiamo
mollare mai sui valori della Resistenza e della Costituzione,
contrastando il tentativo strisciante di imporre il revisionismo
e la restaurazione e sradicare la
memoria.” Così come è importante, soprattutto alla luce degli
ultimi fatti drammatici accaduti
in Georgia “tenere alta la voce
per non mollare i temi della
pace e della lotta al terrorismo.“
Fatti che confermano la presenza di equilibri politici, economici, sociali sempre più precari in
Europa e nel mondo. Il vecchio
continente vive “il limite di
un’Europa concepita e vissuta
ancora come una realtà eco-
nomica e monetaria e non
come una autorità politica e
sociale di cui invece si avverte
sempre più il bisogno, per affrontare i temi dello sviluppo,
del lavoro e delle regole della
globalizzazione.”
LA CRISI E di ciò ci sarebbe
bisogno, proprio ora che
“l’Europa fa fatica ad uscire
dalla stagnazione, al contrario
dei paesi emergenti come il
Brasile, l’India, la Cina, il Sudafrica, la Russia che crescono
mediamente con un PIL pari al
3% e con sbalzi fino all’8% come la Cina.”
Critica la situazione dell’Italia
dove si è verificata “una caduta del PIL anche nel secondo
trimestre, raggiungendo il valore dello 0,3% e questo fa dire
ad Eurostat che il nostro Paese
è di fatto fermo; adesso vedremo come andrà nel terzo trimestre ma la Commissione
Europea taglia allo 0,1% il PIL
per il 2008.”
L’ITALIA Ormai evidente la
situazione di impoverimento
generale delle famiglie italiane,
in modo particolare dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
“Nei primi 5 mesi del 2008 sono
cresciute le erogazioni delle
cessioni del quinto dello stipendio del 20,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e
il Lazio è la 3° regione dopo la
Campania e la Sicilia in cui il
fenomeno si è accentuato. Ma
oltre al campo dei consumi,
secondo l’ISTAT, le cose non
vanno bene neanche nel settore delle esportazioni e degli
investimenti, tant’è che su
quest’ultimo capitolo la spinta
delle imprese nel secondo tri-
mestre 2008 rispetto all’anno
precedente si è di fatto fermata allo 0,3%.”
Consumi in calo, carovita crescente, aumento delle famiglie
in difficoltà che tirano la cinghia “e la disoccupazione comincia a risalire, mentre il Presidente del Consiglio dichiara
che in Italia c’è benessere e un
alto livello di vita. Forse è proprio per questo che né il capo
dell’Esecutivo né il suo Governo hanno posto al centro della
agenda politica questo problema.”
In una condizione come la
nostra è evidente che
“sarebbe indispensabile un
pacchetto di misure anticicliche capaci di rilanciare i consumi, gli investimenti e le esportazioni.”
UNA MANOVRA SBAGLIATA
Anche per questo come CGIL
“avevamo definito la manovra
del Governo sbagliata. Proprio
per questo con Cisl e Uil avevamo proposto, con la piattaforma unitaria, un aumento
delle detrazioni sia per i lavoratori dipendenti sia per i pensionati, al fine di incrementare, in
un triennio, circa 80-100 € netti,
ridistribuendo così un punto di
PIL, ossia 14 Mld € al reddito da
lavoro e da pensione.”
L’esecutivo oggi sembra più
interessato “alla politica degli
annunci che ai problemi reali
del paese, più a campagne
mediatiche contro i lavoratori
pubblici, con l’obiettivo di
smantellare il sistema del welfare italiano, che a dare seguito
agli accordi sottoscritti, a cominciare dal Protocollo sul Welfare, stravolto con la cosiddetta manovra estiva.”
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UNA MANOVRA ECONOMICA CHE PENALIZZA IL LAZIO
Sta a noi ridare forza e significato a
parole che oggi vengono messe in
discussione da questo Governo, parole come “solidarietà, integrazione
e inclusione sociale, equità, pari opportunità, difesa del potere
d’acquisto dei salari e delle pensioni,
diritti, sicurezza nei luoghi di lavoro,
sviluppo sostenibile. Queste dovrebbero rappresentare le MATERIE PRIME
di una politica di sviluppo, e continuano ad essere le materie prime
del nostro impegno, rimettendo insieme le persone e ridando loro una
identità, una prospettiva e una forza
collettiva” continuando a parlare di
“beni comuni, dello stato sociale,
della sua riorganizzazione basata
sull’efficienza, sull’efficacia, sui diritti
e sul merito – così come indicava il
Memorandum che avevamo sottoscritto - e non sul suo smantellamento.”
La mobilitazione del 27 SETTEMBRE
“sarà dunque l’occasione per dare
una prima e importante risposta di
massa alle scelte sbagliate del Governo” e per dare voce ai “ pensionati, ai lavoratori, ai giovani, per essere protagonisti di una richiesta forte di cambiamento delle scelte di
politica economica e fiscale, per
difendere la scuola, la sanità pubblica, il sistema del welfare, per dare
un futuro al nostro paese.”
LA MANOVRA ED IL LAZIO Le scelte
sbagliate del Governo avranno ricadute sul nostro territorio “ il taglio di
150mila posti nella scuola significa
per il Lazio 9mila esuberi (Roma 3.892
Docenti e 2508 Ata; Viterbo 297 D e
211 A; Rieti 216 D e 157 A; Frosinone
670 D e 442 A; Latina 552 D e 450 A).
La contrazione degli investimenti
infrastrutturali porterà ad un ridimensionamento delle grandi scelte che
riguardano l’Alta Velocità, gli interventi nelle grandi aree urbane, ma
anche di quelle opere viarie e ferroviarie che le comunità locali attendono da decenni, e che continueranno a restare sulla carta, allontanando ancor più Roma dalle altre
province.”
UNA MANOVRA CHE PENAZZA IL
LAZIO E’ naturale che la situazione
economica nazionale e le scelte
compiute dal Governo siano destinate a pesare particolarmente anche nel nostro territorio: i tagli nel P.I.,
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quelli alle Università e alla ricerca
(200 ml di euro), l’assenza di risorse
su Roma Capitale, il taglio delle
risorse per le infrastrutture,
l’assenza di una politica di sostegno ai redditi da lavoro dipendente e da pensione, la riduzione di
trasferimenti agli enti locali, i ricatti
posti sul piano di rientro della sanità (con i mancati trasferimenti di 5
ml di euro dovuti dallo Stato alla
Regione Lazio)..”tutto questo cade
come una mannaia su una condizione della nostra Regione di grande
sofferenza economica e sociale, dove
gli effetti del caro euro stanno colpendo al cuore il settore del turismo e le
esportazioni, stanno aggravando le
condizioni di vita dei cittadini, trasformando la questione abitativa in vera
e propria emergenza sociale, dove
anche le imprese a più alto contenuto
innovativo e tecnologico scelgono la
via delle delocalizzazioni, dove settori
trainanti come quello dell’edilizia già
mostrano pericolosi segnali di crisi con
una riduzione di 7mila occupati.
Su tutto questo incombono due vicende: la vicenda Alitalia ed il rischio che
Fiumicino, anziché essere il centro del
Distretto del Volo affossi l’economia
della nostra regione, e la vicenda del
Piano di rientro della Sanità dove, ancora una volta, il Governo impone
scelte sbagliate ed inique, che pagheranno i cittadini, non solo con le
attuali maggiorazioni Irpef ma anche
con il rischio di vedersi negato il diritto
alla tutela della salute con lo smantellamento del sistema sanitario regionale.”
ALITALIA “Qualità e quantità della
flotta, carattere intercontinentale della compagnia e perimetro aziendale
comprensivo delle manutenzioni: questi sono sempre stati i punti cardine
dell’azione negoziale della Cgil. Il resto sono chiacchiere e bugie costruite
per attaccare il sindacato confederale.”
Attendiamo la conclusione di questa
vicenda in cui “la Cgil, nonostante la
continua minaccia del “o firmi o Alitalia fallisce”, ha riaffermato, con la lettera di Epifani a Colaninno, l’adesione
alla firma dell’accordo quadro e del
contratto per il personale di terra, pur
segnalando l’attenzione da rivolgere
alle retribuzioni medio basse, ed il proprio impegno a portare avanti la trattativa nel rispetto delle condizioni dei
lavoratori, segnalando la necessità
del coinvolgimento delle associazioni
sindacali del personale di volo, che
non è rappresentato dal sindacato
confederale.”
Sappiamo che sul Lazio le conseguenze in termini di tenuta occupazionale saranno enormi: “3.250 i lavoratori interessati da cassa integrazione, mobilità e ricollocazione, cui si
aggiungono gli 8 mila dell’indotto
diretto, i precari, gli esternalizzati, ed
ancora le circa 100 aziende che ruotano intorno al polo di Fiumicino. Per
non parlare della ricaduta sul turismo
e quindi sull’intero sistema
dell’economia romana.”
SANITA’ Un ricatto vero e proprio
quello che sta imponendo il Governo
alla Regione Lazio “sul trasferimento
dei 5 mld. alla Regione. Un atto dovuto, su cui anche ieri il Presidente Marrazzo ha lanciato il grido d’allarme.”
Per quanto riguarda il piano di rientro,
la linea della Cgil è sempre stata di
considerarlo lo “strumento per la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, piegando gli aspetti del rientro – quindi i tagli – ad un piano industriale che abbia nella riorganizzazione, razionalizzazione e territorializzazione della sanità pubblica il suo fulcro.”
Per questo “avevamo chiesto, come
Cgil Cisl Uil del Lazio un allungamento
dei tempi del piano. Ma il ricatto del
Governo ha imposto al commissario
Marrazzo di “accelerare, presentando
il piano dei tagli dei posti letto soprattutto in quelle realtà con meno di 90
postazioni attraverso una serie di decreti già in corso di attuazione. “ Anche alla luce delle dichiarazioni di ieri
del Ministro Sacconi “ il commissario
Marrazzo intende fare l’esecutore
delle scelte rigide imposte dal Governo? in tal caso noi continueremo a
dire di no se non si sceglierà di conciliare quantità e qualità dei servizi sanitari, diritti dei lavoratori, integrazione
tra politiche sociali e sanitarie.”
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ROMA: RIPARTIRE DALLA QUALITA’
DPF REGIONALE Intanto con la
Regione ci sono tavoli aperti sia centralmente sia con i singoli territori, e
giunti a questo punto, è bene “tirare
la riga di una verifica dello stato di
attuazione e di copertura finanziaria
dei provvedimenti conseguenti agli
accordi già sottoscritti e verificare le
condizioni per la realizzazione di quel
patto per lo sviluppo che il sindacato
ormai richiede da molto tempo.”
Le province Crisi e declino sono alle
porte “i territori delle province del Lazio parlano la stessa lingua: cassa integrazione, mobilità, delocalizzazione,
chiusura di attività imprenditoriali e
commerciali, precarietà del lavoro,
presenza di LSU, debolezza infrastrutturale, scarsità di intervento degli enti
locali nelle politiche di sviluppo.”
Occorre rilanciare “il ruolo strategico
della Regione Lazio e della Capitale,
anche al di fuori dei propri confini regionali e locali, puntando a realizzare
politiche di sviluppo capaci di contribuire a rafforzare il rapporto con il
Mediterraneo, anche attraverso una
reciproca convenienza tra
l’espansione dei mercati locali e
l’impiego di tecnologie, di formazione
e di innovazione.”
Va aperta una “riflessione sul destino
delle aree interne della nostra regione
e come esse possano, anche in rapporto con l’Umbria, l’Abruzzo e il Molise, porre la giusta attenzione a realtà
che da sole, nonostante gli sforzi, senza un intervento di carattere nazionale, non sono in grado di affrontare i
problemi spesso di sopravvivenza,
figuriamoci dello sviluppo.”
Riavviare lo sviluppo, sostenibile in
termini economici, sociali, ambientali,
non più romanocentrico ma
“policentrico” che, fermo restando il
ruolo di Roma Capitale, sappia dare
impulso ai territori del Lazio ed alle
peculiari attitudini ed abilità produttive dei singoli territori. Uno sviluppo
“integrato che rimetta al centro il te-
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ma del lavoro, le sue quantità, la sua
qualità e i suoi diritti poiché intorno ad
esso occorre riprogettare la formazione,
la ricerca, la scuola, l’innovazione, le
tecnologie, le infrastrutture materiali ed
immateriali, il nuovo stato sociale, le politiche energetiche, le politiche urbane ed
extraurbane, compreso il commercio, i
servizi, la pubblica amministrazione e la
sicurezza a partire dai luoghi di lavoro,
inclusione e politiche per l’immigrazione.”
In questa ottica occorre “capire dove
stia andando il nostro sistema produttivo
e industriale, ossia quale politica industriale a Roma e nel Lazio soprattutto
dopo il ridimensionamento/cancellazione del progetto Bersani industria 2015.”
Ciò vale per “il piano energetico regionale in cui bisognerà definire non solo
quante centrali ma anche quante e
quali fonti rinnovabili; la legge sul commercio in cui affrontare anche il tema
delle tipologie;le linee guida della mobilità regionale che debbono trovare compimento nel più completo piano regionale dei trasporti.”
L’ area metropolitana é un tema che
“avevamo posto in tempi non sospetti,
proponendo di mettere insieme tutti quei
comuni che, limitrofi a Roma, vivono più
da vicino le problematiche sociali ed
economiche della capitale. Ed in questa
direzione vanno anche le scelte maturate nell’ambito del PRG in merito alle centralità urbane ed extraurbane.” Ormai i
tempi sono maturi per “portare a sintesi
la discussione sull’area metropolitana
anche sul piano dei confini geografici,
facendo coincidere la provincia di Roma
con la futura area metropolitana. Occorrerà quindi affrontare temi come le infrastrutture, la mobilità, l’assetto del territorio, l’ambiente, ma anche quello della
governance ed il ruolo dei Municipi nella
direzione dei comuni metropolitani.”
Non sono convincenti proposte di
“distretto federale, né quelle di Roma regione, poiché entrambe significherebbero marginalizzare ulteriormente le pro-
vince esterne o, addirittura, assegnarle ai confini territoriali di altre
regioni. Invece crediamo necessario ridefinire attraverso un nuovo
rapporto con la Regione pesi e
contrappesi da esplicitarsi con opportune deleghe, cosicché l’area
metropolitana e le altre province
possano continuare a vivere le proprie autonomie ma dentro quella
logica di sviluppo integrato."
COMUNE DI ROMA
L’appuntamento del bilancio sarà
l’occasione per “capire se il Sindaco intende rispettare l’accordo sulle
esenzioni del marzo ’07, se intende
rivedere al ribasso l’addizionale
IRPEF come annunciato, come riuscirà a far quadrare i conti, tra trasferimenti regionali, l’assenza di 325
ml di euro per l’abolizione dell ‘ICI e
soprattutto, come e chi finanzierà
gli investimenti per Roma Capitale.”
Ripartire dalla qualità è oggi
l’imperativo per la città che negli
ultimi dieci anni ha trainato
l’economia della nostra regione.
Qualità del lavoro, dell’abitare, dei
servizi pubblici, a partire dai trasporti
e dai rifiuti. Su tutto la coesione sociale, che deve essere il legante di
questa città e delle politiche di inclusione. Sull’emergenza abitativa
“realizzare nuove case popolari è
un obiettivo necessario per Roma, il
punto è che sarebbe sbagliato farlo
intaccando le aree verdi definite
dal PRG. Sarebbe altresì sbagliato
realizzando nuovi insediamenti –
dormitorio privi di servizi e luoghi di
socialità, accrescendo quel disagio
urbano che oggi caratterizza le
grandi periferie urbane romane. Su
questo, crediamo sia utile un confronto ed un accordo con i costruttori nella direzione invece del recupero e riqualificazione delle periferie.”
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CONVEGNO CDLT ROMA CENTRO E FILCAMS
QUALITA’ DEL LAVORO PER LA QUALITA’ DEL
TURISMO. UN CONVEGNO A ROMA
25.09.08 Il Presidente della
Regione Marrazzo ed il Vice
Sindaco del Comune diRoma Mauro Cutrufo, sono tra
i numerosi ospiti che prenderanno parte al Convegno “Turismo, Ricettività,
Qualità” promosso dalla
CdLT Roma Centro e dalla
Filcams, in programma il 25
settembre presso l’Hotel
Massimo D’Azeglio dall 9.30
alle 13.30.
Al centro del Convegno la
riflessione sul sistema turistico locale, con lo scopo di
affrontare il tema della
ricettività turistica sul versante delle terziarizzazioni,
della qualità e delle nuove
opportunità.
“Il settore del Turismo nel
nostro territorio, ha saputo
affrontare momenti estremamente difficili come la
tragedia dell’ 11 settembre
2001 e la guerra del Golfo, attraverso una consolidata concertazione tra
tutti i soggetti interessati,
Istituzioni Locali, Associazioni
Imprenditoriali , OO. SS.”
E’ quanto afferma Stefano
CGIL
ROMA E LAZIO
Newsletter della Cgil Roma
e Lazio Anno 2008 n. 12 /
24.09.08 - sito internet
www.lazio.cgil.it
A cura di:
Ufficio Stampa e
Comunicazione
Sede Via Buonarroti 51
00185 Roma
tel. 06.492051
fax 06.49205453
sito internet
www.lazio.cgil.it/
ufficiostampa
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D’Alterio, segretario generale della Camera del Lavoro di Roma Centro.
“Oggi in una fase diversa,
di forti cambiamenti del
settore, abbiamo necessità
di attrezzare sempre meglio le nostre strutture alberghiere, coniugando maggiore competitività, con
migliori condizioni per chi
lavora, elevare la qualità
dei servizi offerti - prosegue
D’Alterio - e al tempo stesso
offrire buone opportunità
professionali, soprattutto
per i giovani. In questi ultimi anni si sono registrati dati
straordinari sulle presenze
turistiche ma non possiamo abbassare la guardia:
molte città europee con
meno patrimonio artistico,
culturale e storico, investono sul turismo internazionale - conclude D’Alterio sottraendo a Roma, quote
di mercato.”
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MOBILITAZIONE DEL 27 SETTEMBRE: IL
DOCUMENTO DEL DIRETTIVO NAZIONALE
La CGIL nel mettere al centro la questione dell'occupazione, del sostegno e
della crescita dei redditi netti da lavoro
e da pensione e del lavoro sicuro e tutelato, difendendo il welfare, la scuola
pubblica e il sapere come valore strategico per l'Italia, pone come priorità politica e sociale il lavoro, la sua sicurezza,
la sua dignità, il suo valore, la sua tutela,
puntando ad un cambiamento della
politica economica e fiscale. Questo
nel quadro di una battaglia culturale di
libertà per la difesa dei valori fondanti
della nostra Costituzione nata dalla lotta
antifascista. La manovra economicofinanziaria approvata lo scorso agosto si
conferma sbagliata e inadeguata, in
relazione al "forzato" iter parlamentare,
nonché in rapporto ai nuovi dati sulla
crescita e sull'inflazione emersi negli ultimi giorni.
Riguardo al primo punto, il "ricorso alla
fiducia" in sede di approvazione del D.L.
112 rappresenta l'elemento più evidente di limitazione del ruolo delle istituzioni
e, in particolare, del Parlamento, in un
quadro in cui anche la concertazione
viene azzerata svuotandola di ogni sostanza. In questo quadro è singolare
l'assenza di autonomia ed il consenso
che Confindustria ha espresso su provvedimenti del Governo che hanno anche cambiato unilateralmente accordi
sottoscritti tra le parti sociali. Diventa per
noi essenziale rendere netto e chiaro
che la politica economica e sociale di
questo Governo va nettamente cambiata perché fa male all'Italia, penalizza
lavoratori e pensionati ed è incapace
di rilanciare il Mezzogiorno e lo sviluppo
del Paese. Non dà nessuna risposta alla
grave e pesante "emergenza salariale"
che riguarda il lavoro dipendente e i
pensionati, ai quali non solo non viene
restituito il fiscal drag, che nel solo 2008
è pari a 362 euro per lavoratore, aumentando così le tasse sulle buste paga
tra lo 0,2 e lo 0,5 per cento.
Per questo confermiamo le richieste
avanzate con la piattaforma unitaria di
novembre sul fisco (su cui unitariamente
avevamo deciso lo sciopero nei confronti del governo precedente) con
l'aumento delle detrazioni per i redditi
da lavoro e da pensione, che abbiamo
quantificato e confermiamo come obiettivo concreto in un punto di Pil,
(circa 14 miliardi) pari a 1.000 euro di
aumento nei prossimi tre anni, di cui 500
già entro dicembre prossimo. La risposta
del Governo all'emergenza salariale
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attraverso il decreto che detassa lo
straordinario è sbagliata e si rivolge
ad una platea molto limitata di lavoratori. Inoltre, alla totalità dei pensionati non viene fornita alcuna risposta.
L'intera manovra, non sostenendo i
redditi non sostiene i consumi, a differenza delle misure previste dagli altri
principali paesi europei per affrontare la congiuntura economica negativa, quindi, assume carattere depressivo, senza affrontare la crisi già oggi
presente e che rischia di aggravarsi
nei prossimi mesi come dimostrano i
dati relativi alla cassa integrazione e
alle conseguenze sull'occupazione
che aggravano ulteriormente la condizione già difficile, dei redditi da
lavoro. Inoltre, al di là degli slogan, la
manovra è incapace di un'azione
vera ed efficace nei confronti
"dell'economia degli sprechi".
Per tutto questo sulla base delle decisioni già assunte dal Direttivo precedente, la manovra risulta sbagliata e
inaccettabile ed è necessario mobilitarsi per un cambiamento radicale
della stessa in quanto:
- Non sostiene la crescita e riduce il
potere d'acquisto di salari e pensioni
netti, riducendo così la domanda
interna e la crescita del PIL ben al di
sotto dei principali paesi europei.
- Taglia nel Pubblico Impiego le retribuzioni, l'occupazione e licenzia i
precari con ricadute negative sullo
stato sociale e inoltre ha lanciato
una campagna che offende la dignità del lavoro pubblico. Invece di
investire nuove risorse nella conoscenza e nella ricerca, strategiche
per il rilancio del Paese, si tagliano
150.000 posti nella scuola ritornando
a inaccettabili forme di autoritarismo; si reintroduce il Maestro Unico,
attaccando il diritto dei bambini ad
avere una formazione più ricca di
opportunità; si prevedono licenziamenti per i precari; si riducono risorse
per i servizi pubblici e Università.
— Allenta la lotta all'evasione e all'elusione fiscale e contributiva, riducendo le risorse e le prestazioni per sanità
e sociale, compreso le risorse per la
casa e per gli affitti, facendo crescere il disagio e l'emarginazione. Inoltre,
i recenti provvedimenti e tagli sulla
sicurezza, oltreché essere inefficaci,
colpiscono in realtà, prevalentemente, i cittadini immigrati.
— Taglia diritti su mercato del lavoro,
orario e contrattazione, a partire da
quelli previsti nel Protocollo Welfare del
23 luglio 2007. Svuota le norme su salute
e sicurezza. Allenta la lotta al lavoro
nero e sommerso, deregolando al ruolo
del contratto nazionale, a partire dagli
orari, e provocando un forte aumento
del lavoro precario. Contribuisce ad
aggravare la già pesante divaricazione
tra Mezzogiorno e il resto del Paese,
penalizzandolo con tagli a infrastrutture
e investimenti. A questo insieme di
provvedimenti deve essere aggiunto e
collegato, come parte di un unico progetto, i collegati della Legge Finanziaria in cui sono già previste le nuove norme sui lavori usuranti e sul processo del
lavoro e i provvedimenti previsti nel
"Libro Verde" la cui fase di consultazione si conclude entro ottobre. Un documento che partendo dalle difficoltà del
bilancio pubblico prospetta un ritrarsi
dalla tutela pubblica universale, a vantaggio di soluzioni diversificate nel territorio gestite attraverso la bilateralità e
prosegue nell'opera di de regolazione
delle regole del lavoro. Le misure previste devono essere modificate con la
prossima Legge Finanziaria. Per questo
bisogna costruire una mobilitazione
capace di realizzare un movimento
forte e unitario, il più vasto e largo possibile, anche rilanciando una battaglia
per l'unità del sindacato confederale
con al centro la tutela dei salari e delle
pensioni, oltreché in difesa dei risultati
raggiunti con il Protocollo sul welfare
siglato con il precedente governo e a
sostegno delle proposte che, partendo
dalla piattaforma sul fisco e dalla piattaforma unitaria sulle pensioni, obblighino il Governo ad un cambiamento
vero. In quest'ottica siamo altresì impegnati a rivendicare una legge su un
federalismo fiscale equo e solidale,
rispettosa del dettato costituzionale,
che migliori l'efficienza della spesa pubblica senza ridurre la qualità delle prestazioni e non aumenti il carico fiscale
sui cittadini.
Con questi obiettivi la Cgil promuove
una prima giornata di mobilitazione per
sabato 27 settembre 2008, con iniziative di massa da realizzare nelle piazze di
tutte le città e i territori capaci di parlare al mondo del lavoro e dei pensionati, ma anche all'intero Paese.
in
DIRITTI PIAZZA
per cambiare
le scelte del Governo
Che riducono il potere d’acquisto di salari e pensioni, non combattono l’evasione,
non danno risposte al disagio sociale, mentre peggiorano le condizioni del lavoro,
aumenta la cassa integrazione e la disoccupazione. Vogliamo risposte sulla piattaforma fiscale (1.000 euro in tre anni) e su quella del sindacato dei pensionati, per
contrastare nuove povertà e far ripartire lo sviluppo.
Che tagliano più di 8 miliardi alla scuola pubblica e al sistema della conoscenza, 150mila posti di lavoro in meno, licenziamento di precari, attacco all’obbligo scolastico. Con il maestro
unico si stravolge il sistema dell’istruzione primaria. Si rinuncia ad una istruzione di qualità. Si
privatizza la scuola.
Che tagliano i diritti sul mercato del lavoro, l’orario e la contrattazione a partire dal ruolo della
contrattazione nazionale. Si svuotano le misure su salute e sicurezza. Aumenta il precariato.
Vogliamo il rispetto dell’accordo sul Welfare ed un profondo cambiamento del libro verde.
Che tagliano pesantemente le risorse per la sanità e il sistema di welfare. Ciò porterà alla riduzione delle prestazioni, a nuove disuguaglianze e alla crescita del disagio sociale e
dell’emarginazione. Negano l’integrazione degli immigrati varando provvedimenti xenofobi.
Che tagliano gli investimenti e le infrastrutture, penalizzando così il Mezzogiorno e
l’occupazione. Si accentuano le distanze sociali e le disuguaglianze nel paese bloccando
lo sviluppo.
Che tagliano pesantemente le retribuzioni dei lavoratori
pubblici e della conoscenza. Vogliono rinnovare i contratti
con risorse inferiori all’inflazione. Cancellano la stabilizzazione dei precari. Con i forti tagli al sistema delle pubbliche amministrazioni riducono il ruolo dei servizi pubblici.
L
I
CG
MA
O
R
IO
AZ
L
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ROMA: PIAZZA FARNESE ORE 10.00
FROSINONE: PIAZZA MARCONI (ANAGNI) ORE 10
LATINA: PIAZZA DELLA LIBERTA’ ORE 10.00
RIETI: PIAZZA CESARE BATTISTI ORE 10.30
VITERBO: PRESIDI PIAZZA SACRARIO, CIVITACASTELLANA, ORTE SCALO
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