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CANTARE DEL CID
Siamo cacciati dalla nostra terra
// Cantare del Cid, Cantare 1,1 -3; 16, trad. di C. Acutis, Einaudi
Accusato ingiustamente di aver rubato i soldi dei tributi che doveva riscuotere per conto del re Alfonso VI,
Rodrigo Diaz viene esiliato. Parte dalla sua terra Bivar, piccolo feudo nel territorio della vecchia Castiglia, e
dalla città di Burgos, capitale del regno.
Lascia la moglie e le figlie ancora bambine.
1. Dagli occhi suoi
volgeva la testa
Vide le porte aperte,
le pertiche spoglie,
e senza falconi,
Sospirò il Cid,4
Parlò il Cid,
«Ti dico grazie, Dio,5
Questo han fatto di me
così forte piangendo1,
e indugiava2 guardando,
gli usci senza lucchetto,
senza pelli né manti
senza più astori mudati.3
che aveva grande affanno,
bene e con tanto senno:
Padre che sei in alto!
i miei nemici malvagi»6.
2. Già iniziano a spronare,
All'uscita di Vivar
e nell'entrare a Burgos
Il Cid scosse le spalle
«Buone nuove, Àlvar Fàfiez,8
già allentano le redini,
ebbero la cornacchia a destra
l'ebbero alla sinistra.7
e poi scrollò la testa:
siamo cacciati dalla nostra terra!».
3. Il Cid Ruy9 Diaz
al seguito aveva
Uscivano a vederlo
le genti di Burgos
piangendo dagli occhi
e con la bocca sua
«Dio, quale buon vassallo!
a Burgos entrava;
sessanta pennoni.10
gli uomini e le donne:
alle finestre stanno
per il grande dolore;
diceva ognuno le stesse parole:
Se avesse un buon signore!».11
6
4. «Ahi, mercè,12Cid
Eccomi14 davanti a voi,
ancora fantoline,15
e con queste mie donne
Vedo vicina
e che noi due
Aiutateci voi,
Tese le mani il Cid,
e le sue figlie
al cuore le stringeva,
Piange dagli occhi,
«Ah, donna Jimena,
molto io vi ho amata,
Ora, voi lo vedete,
io me ne vado, e voi
Piaccia a Dio
ch'io possa un giorno sposare le figlie
che mi resti ventura,18
sì che, come un tempo, o donna ancor onorata,
dalla barba gentile!13
io e queste vostre figlie
ancora tanto piccole,
che sempre mi han servita.
la vostra dipartita16
dobbiamo separarci per la vita.
per amore di santa Maria!».
barba fiorita,
prendeva tra le braccia:
ché di molto le amava.
così forte sospira:
gentile moglie mia,
come l'anima mia.
dobbiamo separarci per la vita:
restate derelitta.17
e a santa Maria
con questa mano mia,
qualche giorno di vita,
da me sempre siate servita!»
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Dagli occhi... piangendo: il
Cid, Rodrigo Diaz, prova un
forte dolore a causa del suo
esilio.
indugiava: esitava, prendeva
tempo.
le pertiche... mudati: le
proprietà del Cid sono state
depredate dai suoi avversari,
così le abitazioni sono aperte
e sono vuote le pertiche su
cui venivano appesi indumenti
e falconi e altri uccelli rapaci
{astori) che venivano tenuti in
un luogo chiuso e fresco detto
muda dove cambiavano le
penne.
Cid: termine che viene
dall'arabo e significa signore.
Ti dico grazie. Dio: pur nella
sventura, il Cid conserva la
sua fiducia in Dio.
nemici malvagi: i nobili della
Castiglia che lo hanno
falsamente accusato.
la cornacchia... alla sinistra:
la cornacchia a destra era un
buon presagio, viceversa
quando si trovava a sinistra.
Alvar Fànez: il nipote del Cid
che lo accompagna nell'esilio.
Ruy: forma contratta per
Rodrigo.
pennoni: sono lance su cui è
issato uno stendardo.
Siccome ogni cavaliere ne
portava uno significa che al
seguito del Cid c'erano
sessanta cavalieri.
Se avesse... signore: si
allude alla condanna ingiusta
del Cid voluta dal re che non
viene quindi considerato un
buon signore.
mercè: pietà.
dalla barba gentile: epiteto
riferito al Cid che indica la sua
nobiltà di cuore; più avanti
verrà chiamato barba fiorita.
Eccomi: parla la moglie del
Cid, donna Jimena.
fantoline: bambine, che
ancora non parlano.
dipartita: partenza.
derelitta: abbandonata.
mi resti ventura: mi sia data
l'occasione.
Il Cid in esilio
Costretto ad allontanarsi dalla Castiglia a causa delle calunnie sparse sul suo
conto da malvagi nemici, il Cid, prendendo la via dell'esilio, si reca a visitare il
suo paese natio, Bivar a dieci chilometri da Burgos, nel cuore della Castiglia. Lì
trova le case di sua proprietà distrutte e depredate: egli non può fare altro che
piangere per la cattiva sorte che lo ha colpito.
Stanghe: assi di legno
che servivano per appendere gli abiti.
malvagi nemici: si tratta
di coloro che hanno
calunniato il Cid di fronte al
re di Spagna Alfonso,
bando: esilio.
“Dio…signore!”: è chiaro
che per gli abitanti di Bivar il
Cid è un buon suddito del
re, mentre certamente il re
Alfonso non può dirsi "buon
principe".
lettera... sigillata: una
lettera reale che porta il
sigillo della corte.
perderebbe... l'anima:
sarebbe stato condannato a
morte, gli avrebbero
estratto gli occhi e non
sarebbero stati concessi
nemmeno i conforti
religiosi, perdendo così
anche l'anima.
Grazia: benevolenza,
Santa Maria: la chiesa di
Burgos.
Scavalca: scende da cavallo.
Arianzón: fiume che
passa per Burgos.
prode: eroica, valorosa.
I. Dai suoi occhi assai fortemente piangendo, volgeva il capo e stava a
guardarli. Vide le porte spalancate e gli usci senza serratura, le stanghe,1
vuote senza pellicce e senza mantelli e senza falconi e senza astori di muta.
Sospirò il mio Cid, che molto grande era la sua pena. Parlò il mio Cid assai
bene e misuratamente: «Grato ti sono, Signore nostro Padre, che stai in alto!
Questo mi hanno ordito i miei malvagi nemici».2
II. Ora s'accingono a spronare, ora partono a briglia sciolta. Il mio Cid alzò
le spalle, e scosse la testa: «Coraggio. Alvaro Fànez, che siamo in bando3 dalla
nostra terra!».
III. Il mio Cid Rodrigo Diaz entrò a Burgos in compagnia di sessanta
cavalieri: uomini e donne uscivano a vederlo, tutti i cittadini stanno alle
finestre, piangendo dagli occhi, tanto dolore ne avevano. Dalle loro bocche
tutti esclamavano la stessa cosa: «Dio, che buon vassallo, se avesse buon
signore!».4
IV. L'avrebbero ospitato di buon grado, ma nessuno osava: tanto grande
era lo sdegno del re don Alfonso. Prima della notte, era giunta a Burgos una
sua lettera con grande rigore e fortemente sigillata:5 che al mio Cid Rodrigo
Diaz nessuno desse ospitalità, e chi gliela desse sapesse la vera condanna:
ch'egli perderebbe i suoi beni e per di più gli occhi della testa e finanche la
vita e l'anima.6 Grande dolore ne avevano tutti i cristiani; essi si nascondono
al mio Cid, che non osano dirgli nulla.
Una bambina di nove anni gli si fece incontro: «O Campeador, in buon’ora,
avete cinto la spada! Il re lo ha vietato, ieri arrivò la sua lettera, con grande
rigore e fortemente sigillata. Per nulla al mondo noi oseremmo aprirvi né
ospitarvi; che altrimenti perderemmo tutti gli averi e le case, e perfino gli
occhi della testa. O Cid, dalla nostra rovina non otterreste nessun guadagno;
ma il Creatore vi protegga con tutta la sua santa provvidenza».
Questo disse la bambina e rientrò a casa. Ora il Cid lo sa che del re non ha
più la grazia.7 Si partì da quella soglia, spronò attraverso Burgos, arrivò a
Santa Maria,8 subito scavalca:9 piegò le ginocchia a terra, ora pregava di tutto
cuore. Terminata la preghiera, subito riprendeva a cavalcare; uscì dalla porta,
passava l'Arianzón,10 e presso alla città sostava sul greto: presto scendeva a terra
e vi piantava la tenda. Il mio Cid Rodrigo Diaz, si accampò sulla ghiaia, […]
Il Cid e i cantori di Spagna
(Firenze, Sansoni, 1990 a cura di Camillo Guerrero Crocetti)