Beneficio Marcolla all`Altare di Sant`Antonio
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Beneficio Marcolla all`Altare di Sant`Antonio
Ente Beneficio Marcolla all'Altare di Sant'Antonio 1538 - 1987 gennaio 24 Luoghi Vigo di Ton (Ton, TN) Archivi prodotti Beneficio Marcolla all'Altare di Sant'Antonio in Vigo di Ton, 1538 - 1987 gennaio 24 Storia Nel 1538 la famiglia Marcolla di Vigo, che nel 1491 aveva ottenuto il privilegio di nobiltà rurale, fece erigere nella parrocchiale di Vigo un altare dedicato a Sant'Antonio "fatto di legno e dorato" (1) con l'obbligo per i discendenti del suo mantenimento. Il 20 novembre del 1588 l'altare venne consacrato assieme alla chiesa di Vigo e ad altri due altari.<br>I vari rami della famiglia Marcolla amministravano l'altare a turni biennali, indipendentemente dalla fabbriceria della chiesa o dal parroco: dovevano provvedere all'affitto di un prato in località "della Pietra", raccogliere in chiesa l'elemosina il 17 gennaio, giorno in cui si festeggiava Sant'Antonio abate, e i bozzoli offerti. Per contro dovevano occuparsi della manutenzione dell'altare, dell'acquisto della cera e dell'olio e del pagamento delle spese necessarie per la festa (al parroco, al sacrestano, ai chierichetti e ai cantori). Da un antico inventario del Settecento consta che l'altare aveva in dotazione sette tovaglie di lino bianche e turchine, due cuscini, due candelieri di ottone con lo stemma di famiglia, quattro palme di "piuma rossa e gialla", quattro vasi di legno dorato, due statue di angeli che fungevano da candelieri, tre reliquie, una cassetta di legno, sei "tavolette" (2). Nel corso del tempo vennero donati altri arredi da benefattori della famiglia. A metà del Settecento il pittore Francesco Guardi, su commissione della famiglia, dipinse la pala con la Madonna e i santi Antonio abate, Carlo Borromeo e Rocco, che ancora si può ammirare.<br>Il patrimonio fu rilevato giudizialmente nel 1832 e consisteva in mobili, stabili e capitali. Da allora e fino al 1848 i resoconti dell'amministrazione vennero presentati al Giudizio distrettuale; poi vi è una lacuna fino al 1863 quando l'amministrazione venne affidata a Baldassarre Marcolla; il 9 gennaio di quell'anno venne inoltre stipulata una convenzione tra il parroco Antonio Zadra e i rappresentanti delle famiglie Marcolla con la quale si stabilì il diritto di avere a turno in esclusiva l'affitto del prato della fondazione. <br>Nel 1887 il parroco impose la resa di conto per gli anni 1863-1887, che venne presentata all'Ordinariato. Nella lettera di evasione la Curia osservò di non aver mai avuto notizia della fondazione e ne riconobbe i seguenti obblighi: "1. mantenere l'altare di S. Antonio in parrocchia in stato decoroso e fornito di tutti gli addobbi ed utensili necessari; 2. mantenere sullo stesso lo stemma di nobiltà delle famiglie Marcolla; 3. mantenere la finestra a parte sinistra dell'altare; 4. far celebrare in perpetuo all'altare una messa in canto nel giorno di S. Antonio; 5. di provvedere l'altare di tutto il necessario non solo per la messa di fondazione ma anche per tutte le messe che verranno celebrate" (3).<br>L'inventario del 1895 attesta la dotazione di due capitali, due prati e dei seguenti arredi: alcune tovaglie di lino e canapa, due cuscini di seta "molto logori", sei candelieri di rame e ottone, vasi e tavolette di rame, una croce argentata, un crocefisso di legno, una reliquia e un reliquiario, due calici d'argento e rame, una lampada, un vaso per l'olio (4).<br>All'inizio del Novecento le entrate dell'altare erano costituite da interessi su capitali investiti presso privati e presso enti pubblici, dall'affitto di un fondo, dalle elemosine e dalle gallette offerte; le uscite erano impiegate per il pagamento delle messe officiate dal parroco, delle tasse, del salario al sacrestano, per l'acquisto di olio e di cera, e per le riparazioni necessarie all'altare (5).<br>Nel 1936 l'amministrazione della fondazione, fino a quel momento gestita dalla famiglia Marcolla, passò al parroco di Vigo.<br>Nel 1966 il parroco scrisse all'Ordinariato per avere l'affrancazione dell'onere missario del 17 gennaio, poiché esso era fondato "su un fondo che per metà fu sepolto sotto uno strato di sassi e ghiaia di spessore di parecchi metri scaricati durante la costruzione della strada provinciale. L'altra parte restò isolata perché da una parte è franata la vecchia strada dall'altra fu asportato il ponte sul Rinascico. La ditta pagò un indennizzo di 20.000 lire" (6). La Curia non autorizzò l'affrancazione ma consigliava di aspettare fino al 1968 quando sarebbe scaduta la concessione di celebrare le messe 'ad ratam redditus' ottenuta nel 1/ 2 1963.<br>In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio Marcolla all'Altare di Sant'Antonio con sede in Vigo di Ton ha perso la personalità giuridica civile. Fonti archivistiche e bibliografia ADT, Libro B<br>ADT, Parrocchie e curazie Note (1) Cfr. Beneficio Marcolla all'Altare di Sant'Antonio in Vigo di Ton, Registri di amministrazione, reg. 1.<br>(2) Ibidem.<br>(3) Cfr. ADT, Parrocchie e curazie, 'Vigo di Ton'.<br>(4) Cfr. Beneficio Marcolla all'Altare di Sant'Antonio in Vigo di Ton, Carteggio e atti, fasc. 1.<br>(5) Cfr. ADT, Parrocchie e curazie, 'Vigo di Ton'.<br>(6) Ibidem. 2/ 2