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Rinnova il tuo abbonamento a Voce della Vallesina VoceVallesina della Anno 61° - N. 5 settimanale della Diocesi di Jesi www.vocedellavallesina.it Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi 11 FEBBRAIO 2013: LE DIMISSIONI DEL PAPA BENEDETTO Una decisione profetica “Oggi vi invito a pregare insieme con me per Sua Santità Benedetto XVI, un uomo di grande coraggio e umiltà”. È il tweet lanciato da Papa Francesco l’11 febbraio, nel giorno in cui ricorre il primo anniversario dell‘annuncio di Benedetto XVI sulla sua rinuncia al ministero petrino. È stato lo stesso Benedetto XVI, con un annuncio in latino pronunciato durante il Concistoro, a dare la notizia che ha dato luogo - evento senza precedenti nella storia della Chiesa - alla presenza, in Vaticano, di un Papa regnante e di un Papa emerito. “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio - aveva detto un anno fa Benedetto XVI per spiegare ‘una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa’ - sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da que- stioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. Il pontificato di Benedetto XVI è terminato il 28 febbraio, il 13 marzo è stato eletto al soglio di Pietro Jorge Mario Bergoglio. «Il suo gesto profetico, quello non di abbandonare la nave e di ritirarsi su di un’isola fantastica e degna del paese di Bengodi, ma di cederne il timone perché lo Spirito potesse soffiare con più vigore sulle vele tese, si rivela, di giorno in giorno sempre più pervaso dell’unzione dello Spirito stesso». Così Cristiana Dobner riflette in un editoriale per il Sir sulle dimissioni di Papa Benedetto XVI, che proprio un anno fa annunciò di voler abbandonare la guida della Chiesa. DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi APPUNTAMENTI AL MUSEO DIOCESANO PER IL 15 E 16 FEBBRAIO Giornata dei Musei Ecclesiastici Il Museo diocesano di aderisce alla Giornata Nazionale dei Musei Ecclesiastici proponendo un’apertura straordinaria e un’iniziativa legata al San Valentino: in occasione della festa degli innamorati, nelle due giornate di sabato 15 e domenica 16 febbraio, dalle 17 alle 20, sarà possibile visitare un’esposizione sul tema del “più bel canto”, il Cantico dei Cantici, il libro della Bibbia considerato una vetta poetica della letteratura universale e uno straordinario inno all’amore. Le opere in mostra, interpretazioni visive e contemporanee della storia di un amore umano che diventa simbolo del più grande amore divino, sono una selezione di quelle donate al museo in occasione della IV edizione della Rassegna Biblia Pauperum. Ai visitatori verrà data la possibilità di “votare” i pezzi che preferiscono; le opere che otterranno maggiori apprezzamenti entreranno di diritto a far parte della nuova sezione di arte contemporanea del museo, in riallestimento. Nel pomeriggio di domenica sarà inoltre possibile partecipare a visite guidate gratuite alla collezione antica, con partenza alle 17:30 e alle 18:30. Giunta alla seconda edizione, la Giornata Nazionali dei Musei Ecclesiastici pensata dall’AMEI –Associazione Nazionali dei Musei Ecclesiastici, rappresenta una straordinaria occasione per far scoprire la ricchezza e l’interesse di questa realtà museale italiana ancora oggi poco conosciuta e soffocata da un’immagine di polverosità e noia ben lontana dalla realtà. Le date del 15 e 16 febbraio sono state scelte nella ricorrenza del Beato Angelico, patrono degli artisti, che l’Associazione ha assunto come simbolo tutelare. L’ingresso è libero e gratuito. Per informazioni: 0731.226749, [email protected] o Facebook Museo diocesano a Jesi. LA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA SI VA COMPLICANDO SEMPRE DI PIÙ SIA PER OBBIETTIVE DIFFICOLTÀ SIA PER I PERSONALISMI L’Italia ora ha solo bisogno di vera intesa tra Letta e Renzi E chi non capisce che, dopo quattro anni di crisi politica ed economico-sociale, l’intesa tra il governo e il partito di maggioranza che del governo esprime la massima responsabilità, deve essere al massimo grado? Cioè il tracciato programmatico espresso dal Partito democratico e l’azione concreta del governo devono muoversi di pari passo? Trattasi di pura ovvietà. E allora perché tanta tensione tra Pd e governo? Alla base sembra esserci da una parte il dinamismo di Renzi che, come da suo preciso dovere, sta tracciando le riforme fondamentali da portare avanti, e dall’altra una certa reale o fittizia pigrizia del governo nella loro attuazione. Ma le cose stanno veramente cosi? No signori! La riforma della legge elettorale, prima delle quattro o cinque fondamentali all’ordine del giorno di Renzi e della nazione, sta dimostrando che si può camminare con passo abbastanza sollecito – ammesso che riesca ad andare fino in fondo – nonostante il gravame procedurale che lega l’azione parlamentare. E bisogna procedere, per il programma che ci attende, con il metodo seguito con la prima riforma in itinere. Cioè il partito di maggioranza tracci il solco e prepari il piatto da presentare al parlamento per il dibattito, le correzioni, l’intesa fra le forze politiche che reggono il governo e, possibilmente, anche fra altri partiti. È un metodo questo, che rende, perché da una parte c’è la pressione che viene da idee rivisitate e rafforzate dal consenso popolare delle primarie di due mesi or sono, dall’altra è presente l’apparato governativo e un parlamento sufficientemente aperti – al momento – nel recepire ed elaborare riforme scandalosamente in evidenza anche da decenni. Si dirà: ma c’è concorrenza tra i due vertici Letta e Renzi. Insomma, c’è Renzi che, per sua eterna aspirazione, vuol fare le scarpe a Letta e conquistare la sospirata poltrona di palazzo Chigi. Che l’entourage di Renzi possa pensare o volere questo non stento a crederlo, anche perché darebbe la stura all’invasione di poltrone ministeriali da parte di imberbi politici. Ma credo anche che il Sindaco di Firenze sia sincero quando afferma che, oggi, non è la sua aspirazione quella di responsabile di governo perché con Letta che riuscisse a stare al passo delle tante esigenze del momento, ci si può intendere bene. Renzi è vero che è impaziente, perché vede che il programma proposto e super-urgente da portare avanti, va un po’ a rilento. Ma è ancor più vero che un eventuale cambio di guardia al vertice darebbe le più grandi delusioni sia a Renzi che all’Italia. Perché? Perché – lo sappia Renzi se ancora fida soltanto sul suo entusiasmo e sulla sua dinamica ed efficace presenza multimediale – l’elefantiaca macchina parlamentare gli presenterà sorprese ben maggiori di quelle che sta presentando a Letta. Conquistare il vertice del governo senza passare per le elezioni porta male come ha portato male nel passato. Ma soprattutto il suo salto genererà ulteriori resistenze in un maggior numero di deputati rispetto a quelle che già si sono avute contro Letta (una ventina di franchi tiratori!). Conclusione. Renzi ha il compito – grazie al voto di tre milioni di italiani – di ammannire un adeguato programma per questa povera Italia che sia utile per una ripresa alla pari delle altre nazioni europee. E prema pure sul governo. Letta ha il dovere di trovare tutte le vie più rapide e adeguate per portare avanti quel programma. Lo strumento governo non è valido? Un piccolo rimpasto non farebbe male. Ma guai a pensare ad una staffetta. Faremmo una frittata subito per l’ovvio complicarsi delle cose. E, successivamente, raccoglieremmo l’amara conseguenza di aver bruciato una straordinaria risorsa come quella di Renzi. Una risorsa che va spesa al momento giusto, con metodi appropriati. La gatta frettolosa fa sempre gattini ciechi. E che Napolitano ci scampi da nuove elezioni. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 v oce della v allesina IL LIBRO DI AGNESE BORSELLINO CON SALVO PALAZZOLO Ti racconterò tutte le storie che potrò Il racconto di un amore durato tutta la vita e la storia di una famiglia con i suoi volti, che vivono nel tempo e nella memoria. I colori di una felicità vissuta tra difficoltà, sogni e speranze, inghiottita da un’auto carica di tritolo il 19 luglio 1992. Agnese Piraino, vedova del giudice Paolo Borsellino, nei mesi precedenti la sua morte avvenuta il 5 maggio scorso, ha rivelato al giornalista Salvo Palazzolo i suoi ricordi segnati dall’amore per un eroe civile, un uomo innamorato della bellezza e della semplicità, timido e provocatorio, generoso e indimenticabile. Un dono per i tre figli e i sette nipoti, per i tanti che mantengono vivo il ricordo di Paolo Borsellino, per tutti gli italiani che sognano, sperano e credono nei valori della legalità e della giustizia, perché «non bisogna mai smettere di sognare. Anche se a volte è difficile.» Ti racconterò tutte le storie che potrò (edizioni Feltrinelli): il titolo è tratto da una frase di Paolo Borsellino: «Alle feste – racconta la signora Agnese – guardavamo gli altri ballare. Lui rideva come un matto, io protestavo. “Agnese, ma tu perché stai con me? Io non ti do niente di tutto questo. Non sono il tipo di marito che torna a casa sempre allo stesso orario, si mette le pantofole, si siede davanti al telegiornale e poi nel pomeriggio porta la moglie in giro per una passeggiata. Lo sai perché stai con me? Perché io ti racconto la lieta novella.” La prima volta che me lo disse, rimasi spiazzata. Mi misi a piangere. Erano lacrime di felicità. Mentre lui continuava: “Io ti sollecito, ti stuzzico, ti racconto la lieta novella che sta dentro tante storie di ogni giorno. Ti racconterò tutte le storie che potrò. Così il nostro sarà un romanzo che non finirà mai, sino a quando io vivrò. La lieta novella manterrà sempre fresco il no- stro amore.” La lieta novella che mi raccontava ogni giorno era tutto per me. E anche le giornate più pesanti diventavano allegre con le sue parole.» Iniziano dalla sua giovinezza i ricordi di Agnese. Pagine di tenerezza: il primo incontro con Paolo nello studio di un notaio amico comune, il matrimonio nel 1968, la nascita dei figli, le vacanze insieme e tanti momenti felici. E poi le pagine di dolore, impregnate di domande: «Io non cerco vendetta, voglio sapere perché è morto il mio Paolo. Non importa quanto ci vorrà, fosse anche un’eternità. Io, di certo, non vivrò abbastanza per conoscere la verità. Non importa. È importante, invece, che i cittadini italiani sappiano la verità. Tutti dovrebbero pretenderla a gran voce». Pagine di amarezza, con il racconto dei giorni successivi alla strage di via D’Amelio: «In quei giorni ero contesa da prefetti, generali e alti esponenti delle istituzioni. Mi invitavano e mi sussurravano tante domande. Su Paolo, sulle sue indagini, su ciò che aveva fatto dopo la morte di Giovanni Falcone, sulle persone di cui si fidava. Mi sussurravano domande dentro quei saloni bellissimi pieni di gente importante. E mentre mi chiedevano mi sembrava come se mi stessero osservando, anche se facevano altro: mangiavano una tartina, sorseggiavano un prosecco, ascoltavano il discorso dell’autorità di turno, o magari danzavano. Ora so. Ora so perché mi facevano tutte quelle domande. Volevano capire se io sapevo, se mi aveva confidato qualcosa nei giorni che precedettero la sua morte. E allora tante parole di mio marito mi sono apparse chiare, chiarissime». Infine un appello alla verità: «Aprire gli archivi di Stato. E guardarci dentro.» Tiziana Tobaldi A mia Madre Grazie a te mamma io sono nata, tu mi hai nutrito fino a oggi, senza di te io sono un passero in inverno senza nido. Sotto la pioggia mi sento in lacrime di acqua celestìa. D’argento puro come te che sei bella come una stella. Alice Alice Salvatori, 8 anni Roma, novembre 2013 auguri agli sposi d’oro Giovanni e Anna Auguri agli sposi d’oro Giovanni e Anna Domenica 16 febbraio celebrano le nozze d’oro Giovanni Federici e Anna Filipponi; ringraziano il Signore insieme a familiari, parenti e amici nella Santa Messa che sarà celebrata nella Chiesa Parrocchiale di San Marco a Castelbellino Paese alle 10 dove, giovani sposi, pronunciarono il loro “Sì”. L’augurio più sentito da tutti noi per una lunga vita nell’amore che li vede oggi tagliare questo splendido traguardo e nell’amicizia che abbiamo la gioia e la fortuna di condividere! Gli amici di Pianello Vallesina CULTURA E SOCIETÀ 16 FEBBRAIO 2014 KIWANIS CLUB JESI PER I BAMBINI DI KIEV In Ucraina disagi continui Continua l’attività del Kiwanis Club di Jesi a favore dei bambini ucraini. Nel corso della Conviviale del 12 gennaio al ristorante “Le Stagioni” di San Marcello, è stata consegnata alla prof.ssa Olena Motuzenko dell’Università di Kiev, presidente dell’Associazione Onlus Nabat, la somma di 4.500 € destinata all’ospedale oncologico pediatrico di Kiev per l’acquisto di apparecchiatura elettromedicale. «Questo progetto ci ha visti in prima linea, assieme alla Nabat - spiega il presidente del club Jesi Luca Allegrini - per garantire mezzi diagnostici che, nell›Ospedale Oncologico Pediatrico di Kiev, non sarebbero stati mai forniti dal Governo Ucraino e che sono indispensabili per eseguire accertamenti nella diagnosi di leucemie, sarcomi e tumori cerebrali. Con la nostra prima donazione di due anni fa di 5.000€ abbiamo dato il via ad un susseguirsi di eventi benefici che hanno permesso di superare questo enorme disservizio. Proseguiamo con questo secondo Service di 4.500€, affinché i bambini malati possano essere sottoposti a protocolli sia diagnostici che terapeutici idonei. Mentre in Italia si salvano 7 bambini su 10, in Ucraina se ne salvano soltanto 3 su 10.» Il presidente ed il past president Francesco Bravi affermano che questo è «un primo piccolo beneficio, ma che già ha dato risultati positivi, e visto ciò intendiamo proseguire su questa strada!» La donazione è frutto del progetto “Tarta 4 Kiwanis” a cui hanno partecipato tanti bambini dei Tarta Club di Italia, Egitto, Tunisia, Spagna, Grecia: hanno realizzato a mano dei lavoretti con sabbia, foglie, prodotti di riciclo che gli stessi genitori hanno poi acquistato a favore del Kiwanis International. Finalità del Kiwanis International è operare a favore dei bambini di tutto il mondo che si trovano in condizioni di disagio e che necessitino di un supporto, sia morale che finanziario. In questi giorni è in Ucraina il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks. Obiettivo del viaggio, che si concluderà il 10 febbraio, raccogliere elementi sulle violazioni commesse dalle autorità e denunciate da manifestanti e organizzazioni non governative. Le denunce riguardano in particolare un uso eccessivo della forza da parte della polizia durante le manifestazioni, rapimenti, maltrattamenti, violazioni del diritto ad un equo processo. Nel corso della visita, Muižnieks incontrerà rappresentanti delle autorità e della società civile, e al termine del viaggio presenterà le sue conclusioni preliminari, cui farà seguito un rapporto più dettagliato. “La crisi nel Paese è profonda – racconta Elmar Brok, eurodeputato tedesco, presidente della commissione esteri del Parlamento Ue, turbato dalla trasferta ucraina -. La situazione dei diritti umani è insostenibile. Sono ricorrenti sevizie, rapimenti, uso della violenza. 300 persone sono detenute, di 30 non si sa più nulla. Qualcuno viene rilasciato con evidenti segni di pestaggi”. ASSEMBLEA REGIONALE DEL FORUM DELLE MARCHE AD ANCONA Le Associazioni Familiari a confronto Si comunica che, dopo un periodo di inattività organizzativa, è stata fissata la data del 22 febbraio prossimo per la Convocazione Regionale del Forum delle Famiglie, presso la Casa per ferie ‘Stella Maris’, Torrette di Ancona. In tale occasione verranno affrontanti argomenti importanti per i prossimi impegni del Forum, tra cui l’approvazione dello Statuto, l’elezio- ne del Presidente e del Consiglio Direttivo. All’ordine del giorno si aggiungono anche la valutazione delle Associazioni che entreranno a far parte del Forum e l’analisi della relazione finanziaria delle attività aggiornata. L’Assemblea continuerà discutendo i vari impegni organizzativi e valutando le varie proposte, adeguate alle singole realtà regionali. l’angolodellapoesia Giornata Mondiale del Malato L’11 febbraio la Chiesa celebra la festa della Madonna di Lourdes e la Giornata Mondiale del Malato dedicata ai malati e ai sofferenti del mondo. Vorrei riprendere una poesia che mi è molto cara e alla quale ho aggiunto alcune righe. Il mio penare Il mio penare è una chiavina d’oro, piccola ma che apre un gran tesoro. È croce, ma la Croce di Gesù quando l’abbraccio non la sento più. Non ho contato i giorni del dolore, so che Gesù li ha scritti tutti nel suo cuore. Vivo momento per momento e allora il giorno passa come fosse un’ora. Mi hanno detto che, guardata dall’al di là, la vita tutta un attimo parrà. Passa la vita, vigilia di festa, muore la morte, il Paradiso resta. Due stille ancora dell’amaro pianto e di vittoria poi l’eterno canto. O, come è bello e soave soffrire per Gesù e per Gesù. Se si soffre per amore di Gesù la sofferenza non si sente più. Penso e credo che la sofferenza sia l’unica ala e il mezzo più rapido per arrivare al Cielo. Maria Cappannini REGIONE v oce 16 FEBBRAIO 2014 scusateilbisticcio della v allesina 3 CASTELBELLINO:in ricordo del professor Sandro Franconi e della sua passione per il paese Cercava la verità in ogni espressione artistica (ghiribizzi lessicali) PeterPun (con la u) www.peterpun.it RAPPATTUMIAMOCI ! (archetipo neotestamentario?) “Non sono il figliol prodigo” – ha tenuto a puntualizzare Casini, a commento del suo “ritorno all’ovile” (e dàgli!). Excusatio non petita, accusatio manifesta, verrebbe quasi da malignare. È un fatto che anche i commentatori di più provata “laicità” non hanno resistito alla tentazione di utilizzare lo schema di riferimento evangelico. Interessante che la parte del fratello maggiore della parabola – quello che mugugna – se l’è addossata il “moderato” Maroni. DALLA COMMEDIA AL DRAMMA [FARSESCO?] Zeppa… para-eversiva I tafferugli recentemente scatenati, a Montecitorio, dai seguaci di Grillo hanno ispirato a un antipatizzante dell’ex (ex?)-comico la seguente battuta(ccia): GRILLINI O GORILLINI ? QUANDO L’IMPRESA È A RISCHIO Cambio di iniziale… da tracollo “Attento, imprenditore: se fallisci, hai chiuso con il jet set”. SE FAI CRACK ADDIO FRACK! DENOMINATORE COMUNE Mercurio/Hermes – Maggio – Ape – D’Annunzio – Velo – (Veronica, Goya). Quale nome di 4 lettere accomuna i 6 o 7 nomi sopra elencati? *** Soluzione del gioco precedente: Si tratta di Clarence Seedorf, neo-allenatore del Milan. In tedesco See significa lago (più raramente: mare). Dorf significa villaggio. lacitazione A cura di Riccardo Ceccarelli La sfida La sfida più stringente che ci attende è quella di coniugare un sano rapporto tra la fede e la scienza. E imparare a scendere dalla propria cattedra, certezze accademiche e ad ascoltare chi è diverso da noi. In una parola fare propria la lezione di Emmanuel Lévinas: «Stare in silenzio di fronte all’altro». Armando Rigobello, filosofo cattolico, in “Avvenire”, 2 febbraio 2014, p. 21. lapulce L’ingresso Capita tutti i giorni di vedere in TV l’ingresso della sede del PD in “via del Nazareno”. Per inciso notiamo che una volta si chiamava “via dei Colocci”, perché ci abitava l’umanista jesino Angelo (raffigurato nella porta del Duomo), segretario di Leone X. Ma come mai questo nome “Nazareno”? Perché nel 600-700 c’era qui un collegio molto chic fondato da un cardinale già vescovo di Nazaret! Ebbene pare che il PD abbia preso sul serio quel richiamo alla povertà del paesello di Gesù, Giuseppe e Maria! Non v’ha colpito lo squallore di quell’ingresso, angusto e pure diviso a metà da un pilastro? Qualsiasi condominio popolare è più dignitoso! Se gli italiani dovessero giudicare i “democratici” dal loro atrio (dato che “il buon giorno si vede dal mattino”), i pidiellini starebbero freschi! Delegazione ASSONAUTICA Sandro Franconi ha concluso la sua tanto da essere chiamato rex versuum e vita: la comunità di Castelbellino lo ha che seguì san Francesco che predicava a ricordato con stima e con affetto così San Severino Marche». come tutti coloro che hanno potuto b.t. conoscerlo ed apprezzarne lo stile e l’impegno. La Santa Messa nella chie- Lo ricordo con ammirazione, il caro sa di Castelbellino è stata celebrata da prof. Sandro Franconi, direttore artistidon Filippo Sabbatini e dal parroco don co del Comune di Castelbellino, se ne Luca Giuliani che ha sottolineato la de- è andato lasciando un grande vuoto tra dizione alla comunità come attenzione gli artisti che l’hanno conosciuto, coall’arte nelle varie espressioni e alla mu- sternazione e rimpianto per questa presica tanto che si stava interessando per matura e improvvisa scomparsa. La sua il restauro dell’antico organo. Le offerte riservatezza, la sua sensibilità, la sua raccolte sono state destinate al Museo dolcezza e le sue capacità professionaCivico di Villa Coppetti. L’assessore alla li e culturali hanno fatto sì che venisse cultura Massimo Costarelli, a nome apprezzato e stimato da quanti hanno di tutta l’amministrazione comunale, avuto l’onore di conoscerlo. Bravo nel ha espresso un partecipato ricordo e saper comunicare con gli altri, prezioomaggio al professore che ha dedicato so curatore delle mostre come direttore tutto se stesso al paese: «Sandro lascia artistico in modo eccellente della serie una grande eredità culturale, materiale “Incisori Marchigiani a Castelbellino” e storica come nessuno ha mai fatto. A dove ho avuto l’onore di partecipare e di lui dobbiamo dire grazie per quanto ha averlo avuto come collaboratore. portato avanti, disinteressatamente, con Carlo Iacomucci, incisore amore e passione per la comunità di Castelbellino». In memoria di Sandro Franconi Sandro veniva spesso nella redazione Improvvisamente la sera del 21 gendi Voce della Vallesina per portare i naio ci ha lasciato Sandro Francovolantini delle tante iniziative che pro- ni. Tutto pensavo tranne che scrivere muoveva: non voleva mai che si citasse di lui dopo la sua morte. Ci eravamo il suo nome ma gli interessava solo che sentiti pochi giorni prima, si stava emergessero gli altri, gli artisti che di attivando per preparare la XXIV edivolta in volta invitava e coinvolgeva e zione di “Castelbellino Arte” del prosper tutte le manifestazioni che riusciva simo luglio. Avevo collaborato con lui a promuovere, con poche risorse ma fin dalla prima edizione del 1991; con con tanta passione e intuito. Durante entusiasmo, con tenacia e costanza le festività natalizie ho avuto modo di aveva portato avanti quest’iniziativa incontrarlo due volte: a passeggio lun- arricchendola con realizzazioni, come go via Degli Orefici a Jesi mentre, con il Premio Camerini “Migliore canzone meraviglia, mi raccontava degli ina- da film” e relativi convegni, dalla risospettati successi e consensi ottenuti nel nanza nazionale. I suoi interessi erano corso del 2013 nell’arte e nella cultura a tutto campo, dal teatro al cinema, a Castelbellino e del suo desiderio di dalla storia all’archeologia, dalla muordinarli e renderli noti a tutti. Il po- sica alla filosofia. Non si metteva mai meriggio del 9 gennaio era venuto in in prima fila, era il regista operativo di Biblioteca a Moie per la mostra d’arte ogni evento culturale di Castelbellino. dedicata a padre Armando Pierucci Non si fermava di fronte alle difficoled aveva voluto acquistare un quadro, tà che sapeva affrontare con grinta e dopo averlo visto più volte nei giorni con intelligenza. Ponderata la bontà e precedenti. «Ho casa piena di tantissi- la valenza culturale di un progetto, lo me opere, ma questa “Gheisha” merita. perseguiva con decisione intreccianE poi il francescano padre Armando va do un rete di collaborazioni che conincoraggiato: ora sto studiando la poe- dividevano la stessa passione. Il teatro tica dei primi francescani e di Gugliel- lo vide attore e regista, la Compagnia mo da Lisciano o Guglielmo Divini che dell’Arco da lui fondata nel 1987, fece sembra abbia composto poesie volgari, seguito al Gruppo Teatrale “Gli Osti- Autoscuole CORINALDESI s.r.l. Point AUTOMOBIL CLUB d’ITALIA nati” del 1976, alla “Filodrammatica di Castelbellino” del 1980 e ai “Giovani di Castelbellino” del 1982, mettendo in scena opere di Cechov, Molière, Oscar Wilde e Pirandello. Fu ideatore del Museo Civico di Villa Coppetti dove sono conservati memorie archeologiche del territorio di Castelbellino, importanti dipinti restaurati e memorie garibaldine. Castelbellino era nel suo cuore: le mostre di artisti e di incisori marchigiani che riuscì a organizzare in tanti anni ne hanno fatto una ribalta a livello regionale e oltre. Colpivano in Sandro la sua perspicacia, il suo guardare lontano, la sua capacità di leggere e sondare il “valore culturale” di un artista, di un’opera o di un libro. Si confrontava facilmente con le opinioni altrui, motivando però le proprie con decisione e sicurezza. Molte delle iniziative culturali sia in regione che a livello nazionale lo videro silenzioso partecipe, attento a cogliere gli aspetti non caduchi e a coniugarli magari con la sua Castelbellino. Ogni aspetto dell’arte, come ogni segno o iscrizione su una pietra, trovata in paese o nel suo territorio, colpivano la sua attenzione per cercare, individuare e cogliere l’anima dell’artista o ricostruire un segmento del passato. Non lo ammaliavano le parole difficili della critica, era capace di mettersi in sintonia con le parole più semplici ma profondamente sentite con ogni artista cogliendone la sua scintilla di verità. Lo inseguiva sempre il desiderio di individuare questa verità in ogni espressione artistica e di svelarla per poterne godere insieme la dimensione della bellezza. Un cammino che con Sandro abbiamo fatto insieme, lui ovviamente con il suo passo e le sue intuizioni spesso inedite, più modestamente da parte mia con parole e riflessioni cariche di altrettanta verità valorizzata da profonda stima e amicizia. Grazie, Sandro! Riccardo Ceccarelli Nella foto l’inaugurazione di una mostra di incisione a dicembre 2010: da sinistra l’assessore Costarelli, lil maestro Piccardoni, il critico Ceccarelli e il coordinatore Franconi. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CQC – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi, Via Mura Occidentali, 31 - tel. 0731 209147 c.a. - fax. 0731 212487 - Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - fax 0731 201914 Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - sede Consorzio Autoscuole Corinaldesi Jesi, Via Marx, Zipa - operazioni collaudi Senigallia, via R. Sanzio, 71 - tel. 07160062 Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi - Adriatica - Falconarese) - Ostra - Marina di Montemarciano - Marzocca di Senigallia 4 v oce della v allesina ATTUALITÀ 16 FEBBRAIO 2014 L’ONU CONTRO GLI ASPETTI DOTTRINALI DELLA CHIESA Adeguarsi allo spirito dei tempi Interagire per integrare di Remo Uncini A Jesi nelle scuole di periferia gli alunni sono in diminuzione. Il motivo non è solo la bassa natalità, ma la maggiore presenza degli extracomunitari che chiedono agli insegnanti percorsi didattici specifici. Le famiglie italiane preferiscono iscrivere i figli in istituti lontani dal loro quartiere perché non vadano a scuola con gli extracomunitari. Hanno risolto così il problema dell’integrazione non accettando la convivenza con chi viene da lontano. Questi meccanismi di difesa della propria identità si tramutano in un’esclusione dell’altro, del diverso, di chi deve essere integrato nella nostra cultura anche se è nato in Italia ma le sue origini sono di un paese diverso. Si pongono problemi educativi, si ha paura che questa convivenza possa danneggiare il percorso scolastico dei bambini italiani. Questa è la preoccupazione che si sta vivendo nel quartiere di San Giuseppe dove due scuole, quella primaria “Garibaldi” e quella secondaria inferiore “Federico II” stanno registrando un calo di studenti jesini. Al Consiglio Pastorale, che si è riunito nella parrocchia di San Giuseppe lunedì 3 febbraio per preparare la visita del Vescovo, se ne è parlato con preoccupazione. San Giuseppe è un quartiere con la più grande affluenza di extracomunitari, con il pericolo di ghettizzazione. La comunità parrocchiale si è domandata che cosa fare. Già in parrocchia si sono formati gruppi che interagiscono con il mondo degli extracomunitari. I volontari dell’associazione “Amicizia a domicilio” visitano frequentemente le famiglie di extracomunitari; il “Centro d’ascolto” cerca di stare vicino alle problematiche che le persone incontrano per l’integrazione e che hanno difficoltà a superare. È stato attivato il dopo scuola per circa trenta alunni di cui quasi la totalità stranieri con insegnanti volontari della parrocchia che cercano di aiutare nei compiti pomeridiani. Ci si è resi conto che bisogna agire nei confronti delle coscienze degli italiani con l’informazione, con la conoscenza del nuovo che sta avanzando, del diverso che si avvicina. È necessario non chiudersi in difesa perché lo sforzo dell’aiuto si tramuterebbe in una carità sterile. Può aiutare nell’immediato, ma non crea dialogo perché per esso ci vuole l’incontro tra il cittadino del quartiere e l’extracomunitario, senza barriere né ideologiche né culturali, tanto meno politiche, in una società che si fonda sui diritti, ma che vuole da tutti il rispetto dei doveri. Il razzismo è un cancro della società: rende l’uomo succube del privilegio, lo rende schiavo della paura di condividere. Noi cristiani, come comunità, dobbiamo denunciare qualsiasi atto di esclusione, dobbiamo porci in difesa del diverso, perché è il più debole; dobbiamo aprire le comunità come luogo di ascolto, di formazione, soprattutto dei giovani che non devono salvaguardare nessun passato, ma guardano il futuro e per questo non hanno paura di abitare, di essere amici, di lavorare, anche di innamorarsi di chi, magari solo per il colore della pelle, è diverso. Foto Oxfam Italia - 21 gennaio 2014 di Riccardo Ceccarelli Se fosse uno scherzo, sarebbe stato comunque di cattivo gusto. Eppure è così. Impossibile ma vero. L’ONU detta alla Chiesa come deve cambiare la sua dottrina e le sue norme. Lo ha fatto il Comitato per i Diritti dell’Infanzia, voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, contestualmente alla Convenzione per i Diritti dell’Infanzia. Compongono questo Comitato 18 membri eletti a scrutinio segreto dagli Stati che hanno aderito alla Convenzione, impegnati a monitorare e controllare il rispetto dei diritti dei più piccoli. Ebbene questo Comitato, nel rapporto diffuso il 5 febbraio 2014, attacca la Chiesa sul fronte dell’omosessualità, dell’uguaglianza fra uomini e donne, sulle punizioni corporali, sulla pedofilia, sull’aborto e sulla contraccezione. Per Il Foglio del 6 febbraio si tratta di un «feroce attacco alla chiesa cattolica», Avvenire lo stesso giorno scrive «l’attacco è frontale, durissimo. Un j’accuse pesante come un macigno». Insomma sull’omosessualità – che non c’entra molto con i diritti dell’infanzia – la Chiesa dovrebbe ripudiare i precedenti documenti e dichiarazioni sull’argomento; non dovrebbe così parlare della complementarietà del ruolo maschile e femminile in omaggio alla osannata “teoria del genere” e del matrimonio omosessuale. Sulle pene corporali che da tempo non è più di bruciante attualità, si invita la Chiesa a interpretare bene la Bibbia. Sul- la pedofilia si parla di «decine di migliaia» di bambini vittime di preti pedofili, esagerando di gran lunga sulle statistiche, senza tener conto dei provvedimenti presi dalla Chiesa se non altro dal 2001. Sull’aborto poi la Santa Sede è invitata tout court a rivedere le sue posizioni; e qui il Comitato entra in contraddizione con la Convenzione stessa sulla cui applicazione dovrebbe vigilare, nel preambolo della Convenzione infatti si dice di volere proteggere il fanciullo “sia prima che dopo la nascita”. «Con questo documento, scrive Avvenire, un organismo dell’ONU giunge a chiedere alla Chiesa di rivedere il suo Credo». La lettura del documento fa presumere e ipotizzare, ipotesi poi confermata, che esso era stato scritto già da tempo, prima ancora dell’audizione di Mons. Silvano Maria Tomasi (16 gennaio) che ebbe modo di illustrare le posizioni delle Santa Sede. Si tratta insomma di un documento «la cui superficialità e faziosità ideologica lasciano davvero perplessi. […] È tuttavia la prova di come la tragedia dei preti pedofili sia usata come pretesto e come clava per aggredire la Chiesa Cattolica e ingiungerle “con urgenza” di cambiare la sua dottrina in materia di omosessualità, di aborto e contraccezione [Catechismo della Chiesa Cattolica 23572359, 2270-2275, 2370], affidando a commissioni di esperti “politicamente corretti” perfino l’interpretazione della Sacra Scrittura» (Massimo Introvigne, La nuova Bussola Quotidiana, 5 febbraio). La posizione più decisa comunque contro questa ingerenza l’ho letta su Il Foglio: «Un’ideologia di morte affine alle pratiche naziste e totalitarie degli anni Trenta europei del Novecento […] opportunamente targata Nazioni Unite, si fa premura per l’incorruttibile identità dell’infanzia, in un gioco a mentire, deformare, ingigantire, giuridicizzare che è in sé pericoloso, violento, invasivo e distruttivo del pluralismo dello spazio pubblico sociale. Quello spazio in cui i cattolici in quanto cattolici, e i preti e i vescovi nella loro funzione sacramentale e apostolica, hanno diritto di vivere senza che gli esperti indipendenti […] si sentano autorizzati a dettare regole del diritto canonico e dell’umanità e paternità del sacerdozio agli eredi di Gesù Cristo, di san Paolo, sant’Agostino, san Tommaso, Ignazio di Loyola e molti altri santi laici, razionalisti o mistici. La chiesa ha forgiato l’individuo moderno come persona, ha emancipato il mondo dalla superstizione alimentando un legame sponsale tra fede e ragione, dando ragione della fede cristiana e allargando l’orizzonte della ragione umana, ciò che è il suo patrimonio più prezioso oggi a rischio di impoverimento per una serie di equivoci spiritualisti». Dall’ONU ma anche da altre parti vengono queste “ingiunzioni” alla Chiesa di “adeguare i valori cristiani allo spirito dei tempi”, se così fosse i “valori cristiani” non sarebbero più tali e più vicina sarebbe la morte dell’uomo, conseguente a quell’obnubilazione della ragione di cui, in suo nome, sembra che lo spirito moderno vada orgoglioso. COMUNICATO STAMPA DEL PD JESINO A DIFESA DI LAURA BOLDRINI L’opposizione non può screditare le Istituzioni È inaudito il clima di violenza e di attacco alle Istituzioni che il M5S e il suo fondatore stanno alimentando in questi giorni. È inaccettabile ascoltare parole e comportamenti di parlamentari eletti che sanno insultare, minacciare, istigare alla violenza, calunniare in special modo le donne. È necessario ricordare che “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione” (art.67 Cost.) e che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempiere con disciplina e onore” (art. 54 Cost.). L’opposizione non può screditare le Istituzioni per dimostrare il proprio dissenso. Il PD di Jesi vuole esprimere alla presidente della Camera Boldrini la solidarietà, la gratitudine e la stima per il lavoro che sta conducendo con coraggio in questa fase delicatissima della democrazia nel Paese. La terza carica della Repubblica deve sentire attorno a sé tutti i livelli istituzionali uniti per iso- lare quanti offendono i valori della convivenza democratica alla base della nostra Carta Costituzionale. Forte è la preoccupazione per le frasi pronunciate dal parlamentare del M5S De Rosa contro le colleghe del PD in Commissione giustizia. Ogni anno entrano in Parlamento scolaresche provenienti da tutta Italia per visitare i luoghi designati a custodire la nostra democrazia. È questo l’esempio che viene dato ai cittadini di domani? È questa l’immagine che alcuni rappresentanti del popolo italiano vogliono mostrare della nostra Italia? La dignità di un popolo che sta vivendo con tanti sacrifici una crisi economica assai dura non merita di essere rappresentata in questo modo. Emanuela Marguccio (Presidente dell’Unione Comunale - PD Jesi) Pierluigi Santarelli (Segretario PD Jesi) t e r r e l e m e n t a r i Troppo di Silvano Sbarbati “El troppo…stroppia”. Il troppo, l’eccessivo, storpia, rovina. Un proverbio che, come tutti i proverbi, ci invita a non esagerare, a mantenere una misura. Lo sento ripetere, scuotendo la testa, da una signora anziana alla cassa del solito supermercato. Scuote la testa e il proverbio lo sussurra a mezza voce, ripetendolo a se stessa. Sta facendo la fila con la sua spesa in mano. Davanti alcune persone con carrelli pieni di merce. Il troppo. Troppa merce acquistata con troppa fretta. Troppe telefonate fatte a troppe persone. Troppa agitazione nel gestire il proprio tempo. Troppe attività del tempo libero gestite con troppa ansia (nuoto, palestra, calcio, musica, etc. etc.). Troppa ricerca dello svago vacanziero. Troppa preoccupazione di non potersi mantenere nello stile di vita che contiene troppe cose e troppo di altro. Troppo poco ascolto di quello che gli altri ci dicono o provano a dirci. Troppe ore davanti alle parole e alle immagini della televisione. Troppa voglia di cambiare abito e troppi abiti non indossati nei guardaroba. Troppi giocattoli con cui nessuno gioca più da troppo tempo. Troppo spazio inutilizzato da pulire nelle case. Troppa compagnia che non serve, davvero, a stare insieme. Tanti, troppi… “troppo” mi si attorcigliano nei pensieri mentre esco dal supermercato. La signora anziana, poco distante da me, sistema gli spiccioli di resto nel suo portamonete. Non credo siano troppi… anche se un centesimo le sfugge di mano ed io, forse per troppa gentilezza, mi affretto a raccoglierlo. Lei mi ringrazia e mi dice, letteralmente: “Grazie tante, giovanotto (sic!). I centesimi non sono mai troppi”. Oggi ho ricevuto una lezione, e di quelle che non sono mai di… troppo. VALLESINA v oce 16 FEBBRAIO 2014 della v allesina 5 INTERNI DI CHIESE (5): sulla destra della “Via Piana” di Castelbellino. Una ricerca dedicata a Sandro Franconi Una piccola gemma della corona a Maria La “Via dei Colli” che, partendo da Pianello si arrampica fino a Maiolati, snodandosi fra misteriose ville e villaggi silenti, campi e giardinetti, uliveti e vigne, con svolte e vedute sempre nuove e ridenti, spaziando con la vista da mare a monti, è senza dubbio la strada più suggestiva della Vallesina. Ebbene quasi a metà, sulla destra della “via Piana” di Castelbellino, non può passare inosservata una chiesa piuttosto massiccia, di color giallognolo, regolarmente chiusa. Mi son deciso solo la scorsa estate a chiedere in Comune di poterla visitare. Si è presentato Sandro Franconi che, con affabilità, competenza e passione, m’ha fatto da guida. Lo ricordo qui con gratitudine, perché da pochi giorni se n’è improvvisamente “andato”: a lui dedico queste modeste note che ci teneva fossero pubblicate. Anche se su questa chiesa Cherubini nel 2001 aveva già scritto proprio su questo giornale, e Ceccarelli nel suo libro su Castelbellino (1997) ve aveva parlato a sufficienza. Ci tenevo a entrare in questa chiesa specialmente per via dell’affresco della Madonna delle Grazie (datato 1508) di cui aveva parlato don Pastori una ventina d’anni fa su “Jesi e la sua Valle”. A questo proposito è interessante l’annotazione di un noto storico di cose jesine, il Grizio, che scrive nel 1578: “Ogni castello, qual prima qual poi, eresse una nuova chiesa in onore di lei [la Madonna] fuori del pomerio e vicina alla porta principale. Tutte con lo stesso titolo (della Misericordia, o delle Grazie o del Soccorso)”. Quasi che si ponesse Maria come castellana della Vallesina, avendo come fortezza principale il grande santuario del Corso jesino e poi tanti presidii nei castelli attorno: Belvedere, Cupra, San Paolo, Maiolati, Castelplanio, Poggio San Marcello, Monsano, San Marcello, Montecarotto. A voler cercare il motivo di tanta devozione, non andremmo lontano dal vero se dicessimo che quelli sì che erano tempi davvero difficili (altro che le nostre “crisi”!). Fra guerre, carestie e pestilenze (“a peste, fame et bello, libera nos Domine!” si supplicava) non rimaneva spesso che mettersi sotto il manto protettivo di Maria. E difatti anche l’immagine di Castelbellino presenta questa diffusa iconografia. Nel 1617 poi la chiesa ha subìto interventi di consolidamento e probabile ampliamento. L’affresco è stato circondato da una cornice barocca in stucco, apponendo anche l’iscrizione dell’avvenuto restauro da parte di tale Girolamo Meriggiani e Andrea Magnone. E ancora i nobili Meriggiani e i Berarducci hanno curato la costruzione di due altari laterali in zona presbiterio (cosa inconsueta) con diritto di patronato (non si fa niente per niente!). Anch’esse presentano decorazioni barocche (di ricercata composizione quelle di sinistra, più sobrie a destra). A questo punto bisognerebbe fare una scappata in Comune per vedere le due tele un tempo lì collocate, entrambe del fiammingo Ernst van Schaych (Uthrech, 1567-1631): il nome è altisonante, anche se le opere, pur di buona fattura, non sono certo dei… Caravaggio! Ma testimoniano come anche in quell’epoca l’Italia nell’arte faceva scuola. Una rappresenta il Crocifisso con sotto s. Girolamo (nome del committente), s. Maria Maddalena e s. Francesco d’Assisi; l’altra l’Arcangelo Michele con spada e “bilancia pesa-anime”, in compagnia di s. Carlo Borromeo (da invocare contro la peste: Manzoni docet!) e s. Bernardino da Siena con monogramma del Nome di Gesù. Un arcone poi delimita la navata, unica e uniforme, coperta da soffitto a capriate. Attualmente l’edificio è adibito a magazzeno del Comune, auspicando (soldi permettendo) un restauro del tut- La foto dell’affresco “Santa Maria delle Grazie” è tratta dal libro “La Chiesa di Jesi, tanta egregia e sublime arte” a cura di Gloriano Paoletti e Antonella Perlini ed edito dalla Diocesi di Jesi nel 2000. La chiesa di Santa Maria delle Grazie di Castelbellino fu edificata su un terreno appartenente alla basilica romana di San Giovanni in Laterano to. Oltre che memoria storica del paese, questa chiesa può servire come (orrenda locuzione!) “contenitore culturale”. Senza però – si permetta – dimenticare un particolare: ai lati del portone si trovano due finestrine quadrate ad altezza d’uomo. Non credo che servissero (come scrive Cherubini) per “dare aria” dato che era anche “chiesa tumu- lante”: simili aperture si ritrovano in tante altre di quest’epoca nelle nostre campagne. Riterrei più probabile invece che servissero per consentire ai passanti di “vedere”, anche a porta chiusa, l’affresco di “S. Maria delle Grazie”, dire una prece e magari lasciare sul bordo un fiore. Un gesto di amabile devozione che potremmo rinnovare anche noi condannati alla fretta. E passando lì appresso in auto, ci starebbe bene snocciolare qualche Ave: se non altro perché Maria ci soccorra a non andar fuori strada nelle tante curve della deliziosa via dei Colli. E soprattutto in quelle della vita! [email protected] INEDITI DI GIANNETTO MAGRINI ESPOSTI PRESSO ‘LA FORNACE’ DI MOIE 15 E 16 FEBBRAIO ALLA STANTFORD UNIVERSITY Chissà perché Giannetto Magrini non aveva mai esposto una collezione di ventotto sue opere realizzate tra il 1976 e il 1979. Probabilmente perché non aveva trovato prima uno spazio appropriato per accoglierle e valorizzarle. Si tratta di ‘astrazioni naturalistiche’ – definizione di Ruggero Orlando – con le quali solo ora ha deciso di allestire una mostra presso la Biblioteca ‘La Fornace’ di Moie di Maiolati Spontini. Ha scelto un evento interessante per presentarle: la 6° Edizione della rassegna letteraria ‘Scrittori leggono scrittori’ e un luogo particolarmente suggestivo: la galleria dell’antica fornace, oscura, avvolgente, scabra di mattoni grezzi come una grotta o un rifugio sotterraneo. È una cornice molto adatta a rapportarsi alle immagini e ai loro significati illuminando l’ambiente di vividi colori. Giannetto Magrini ha spiegato di aver incominciato a dipingere questi quadri – ad olio su tela e masonite o guaches – a seguito di una forte impressione riportata nel 1976 dalla visita al Museo di Scienze Naturali di Londra. Scoprì in quella occasione come anche nella struttura molecolare dell’infinitamente piccolo possa pulsare la vita. Da allora è stato questo un tema dominante dell’arte di Giannetto Magrini che in questo mistero continua ancora ad indagare. Nelle opere esposte la vita gli si rivela in forme meravigliose. Appaiono come gli anelli concentrici di un tronco tagliato; come la struttura interna di un fiore o di un frutto; come la sezione di un marmo prezioso o di un fossile; come le ali sottili di una farfalla; come le volute nastriformi di un atomo, o un grembo femminile, o i fluttuanti Si intitola “Oxford Componion” l’ultima opera musicale del M° Giancarlo Aquilanti; sabato, alle 19,30, e domenica, alle 19, il lavoro sarà presentato in prima assoluta nel Teatro Bing della Stanford University dove il compositore jesino insegna. «L’opera è una tragedia in stile moderno - sintetizza lo stesso autore - con uno spirito romantico, una storia di giovani studenti dell’Università di Oxford che negli anni successivi alla seconda guerra mondiale dovranno affrontare il dilemma di dover scegliere fra famiglia, giustizia e amore. Il libretto è stato scritto da Neil Van Leeuwen, il direttore d’0rchestra sarà Jindong Cai, direttore del coro Marie-louise Catsalis per la regia di Rush Rhen. Al M° Aquilanti, che ne prossimo mese di giugno rivedremo nella sua città natale un cordiale in bocca al lupo dai “ragazzi” del Coro Regina della Pace e dai suoi estimatori. Meravigliosamente la vita affiora dal buio Un’opera del Maestro Aquilanti tentacoli di una medusa, o il bizzarro guizzare di un pesce, o le spire di esseri unicellulari che si suddividono e si moltiplicano con energia impensabile per vincere il buio ed apparire alla luce. Sono immagini dai colori vivissimi, accostati con un’arte, un’originalità, un’eleganza che molto potrebbero piacere ad un grande stilista: malachite e turchese, blu oltremare e verde acqua, giallo oro e rosa carnicino, prugna e ocra o ciclamino, arancione e rosso amaranto; bianchi e grigi sfumati come veli sovrapposti di una coccarda o di un fiore di stoffa. Si può rimanere a lungo a guardare e a fantasticare; a considerare come e con quale sensibilità e stupore Giannetto Magrini abbia saputo cogliere l’incantesimo della vita che misteriosamente prende forma nel buio per rivelarsi palpitante alla luce. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto: Giannetto Magrini accanto alle sue opere esposte nella Galleria della Fornace. Inaugurata il 6 febbraio, la mostra resterà aperta fino al 6 marzo. Montecarotto: il concorso per la Pasquella Il 6 febbraio si è riunita la Commissione Giudicatrice del primo Concorso Fotografico legato al trentennale della Pasquella, che vedeva tra i componenti il fotoreporter Giorgio Pegoli di Senigallia. Dall’attento esame da parte della Commissione si sono stabiliti i nomi dei vincitori. Il primo premio è stato conferito al fotografo Alberto Polonara di Senigallia con le opere “Questa Mattina ci Voleva” e “Richiami Lontani”. Il secondo premio è stato conferito al fotografo Stefano Baioni di Fabriano con lo scatto dal titolo “... Perché chi canta prega. Il terzo premio è andato al fotografo Rolando Catalani di Senigallia che l’opera dal titolo “La Buona Novella”. Venerdì 28 febbraio alle 21, presso il teatro comunale, l’Associazione Pro-Loco provvederà alla consegna dei premi. 6 v oce della v allesina L’ULTIMO GIOVEDÌ DEL MESE A CASTELPLANIO La preghiera del cuore «Da scettica come sono, debbo condividere con gioia il frutto della preghiera del cuore, nell’incontro di ieri sera nel vostro Centro di Spiritualità. Ho gustato, questa notte, la pace del cuore e durante la giornata di lavoro ho continuato a sperimentare un’armonia nuova nel mio intimo e attorno a me» scrive Lucia. ‘Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!’. Ecco la preghiera di Gesù, o preghiera del cuore: tutto qui! Poche parole, ma densissime. È nient’altro che il Kyrie eleison, il Signore pietà delle liturgie cristiane: invocazione ripetuta più volte nella celebrazione eucaristica, nella preghiera delle Ore e nella celebrazione della Penitenza. Giovedì sera 30 gennaio (dalle 18 alle 22) si è tenuto il 5° incontro di preghiera profonda! Più di 25 persone partecipano a questo appuntamento mensile, iniziato in giardino del Centro di Spiritualità nel mese di agosto 2013, realizzato poi con cadenza mensile, su richiesta di molti. Si vuole aiutare le persone ad operare l’unificazione della vita, la concentrazione interiore, l’ascolto profondo dello Spirito che ci abita e mormora il nome di Gesù in noi e per noi. Con alcuni esercizi di concentrazione, tempi di scambio fraterno e alcune nozioni fondamentali di metodo per la pacificazione, unificazione e purificazione di tutta la persona la comunità del Centro di Spiritualità “Sul Monte” vuole far assaporare una preghiera elementare, semplice, così come il Signore ci ha chiesto: non moltiplicate formule e parole come fanno i pagani (cfr Mt 6, 7). Sr Anna Maria Vissani In un tempo in cui siamo quasi costretti ad essere superconnessi, dove ci viene richiesto di essere multitasking, di portare avanti più attività contemporaneamente, è fondamentale ricordare come ci si disconnette per prendere le misure con quello che ci circonda. Ecco perché fanno bene al corpo e alla mente gli incontri come la “Preghiera del cuore”. Un modo per distaccarsi dalle vicende quotidiane e ricollocarle nella giusta posizione nelle nostre giornate, un esercizio da praticare con costanza per vivere al meglio il tempo che ci è regalato. L’accoglienza di don Mariano e delle suore è familiare e genuina, tutto è preparato con cura, anche il sussidio per ogni incontro così da sentirsi a proprio agio, attesi e rispettati. E si torna a casa riappacificati con se stessi e con la rinnovata consapevolezza di vivere Dio in tutte le situazioni della vita e del quotidiano. b.t. Il 6° incontro sarà l’ultimo giovedì di febbraio, il 27 alle 18 al Centro di Spiritualità di Castelplanio. PSICOLOGIA E SOCIETÀ 16 FEBBRAIO 2014 La mente e l’anima Peggiocrazia...? di Federico Cardinali cate e civili quando, da veri uomini (= maschi), si rivolgono alle loro compagne e colleghe, onorevoli come loro. Il mio computer continua a dire che questa parola – peggiocrazìa – è sbagliata. E non c’è verso di fargli capire che non è così. L’hanno già usata altri giornalisti, più esperti di me. Ma forse lui è così abituato a sentirmi parlare con Socrate o Platone, che dev’essere rimasto a quei tempi quando, per parlare dei rappresentati del popolo e degli uomini di governo, si usava la parola aristocrazia. Perché allora pensavano che il governo di un paese potesse essere messo soltanto nelle mani degli uomini migliori. Per questo li indicavano come aristocratici. Parola dalle nobili origini: nasce infatti dall’incontro di àristos (= migliore) e kràtos (= potere). Proprio per sottolineare che il potere, il governo era nelle mani degli uomini migliori. Quelli, per capirci, che oggi sono i nostri parlamentari. C’è poco da ridere, mi direte. E avete ragione. Che miseria lo spettacolo che in questi giorni ci ha offerto il nostro parlamento! A noi italiani. E al resto del mondo. Una volta, per dire di chi non sapeva parlare se non con parolacce e volgarità, si diceva parla come uno scaricatore di porto. Beh, credo proprio che oggi per stare al passo con i tempi, dovremmo (oltre che smetterla di offendere questa categoria di lavoratori) dire, con maggiore aderenza alla realtà, che chi ricorre continuamente al turpiloquio e alla volgarità e all’ingiuria parla come un parlamentare. Sì, perché soprattutto con l’arrivo dei nuovi inquilini – quelli cresciuti a Chat e Grande fratello – il nostro parlamento sta diventando peggio di un’osteria. I nostri parlamentari? Eh, sì. Proprio loro. Non sono essi quelli che abbiamo eletto e nelle cui mani abbiamo messo la cura e il governo del Paese? Non sono loro i migliori tra gli italiani? Guardateli. Eleganti, educati, fini, rispettosi, attenti, aperti al dialogo. Belli, ben curati, ricchi. Disponibili a fare per primi i sacrifici necessari, sempre pronti a mettersi a disposizione di chi si trova in difficoltà. Aperti al confronto con chi porta idee migliori. Capaci di ascoltare, nel dovuto silenzio, un collega che sta parlando nell’assemblea parlamentare: soprattutto quando questi è di un altro partito. Misurati, attenti nel parlare, con un linguaggio sempre rispettoso dell’altro. Attenti soprattutto a trovare parole edu- Due domande, allora. La prima: per quale ragione un onorevole (!?) per esprimere un disaccordo nei confronti di un suo collega, deve ricorrere all’insulto o, addirittura, alla violenza fisica? La seconda: perché, quando il disaccordo è con una donna, il parlamentare maschio si sente autorizzato a far ricorso a parole volgari e offensive che vanno sempre a finire sul sesso? Perché proprio questa credo sia la cosa più umiliante per un’istituzione che dovrebbe ospitare i migliori tra gli italiani. È l’atteggiamento dei politici maschi nei confronti delle loro colleghe donne. L’unico linguaggio che sanno trovare è l’offesa e l’insulto sessista. Come se non si potesse parlare a una donna se non colloqui con lo psicologo usando parole che richiamino comportamenti e atteggiamenti sessuali. Mi direte: perché ti meravigli tanto? Guarda che la volgarità verbale che in questi giorni ha riempito le aule del parlamento e le pagine dei social network di alcuni politici, è espressione di quello stesso atteggiamento di certi leader – o presunti tali – che negli ultimi vent’anni, tra barzellette e festini, hanno sempre ostentato un atteggiamento di superiorità e di potere nei confronti delle donne. Ridotte a oggetto di consumo. Da esporre in vetrina. Ma sempre da usae-getta. Poi ci scandalizziamo quando ci dicono che in India ogni venti minuti una donna viene stuprata. Sì, certo. È giusto scandalizzarci. È giusto chiederci come fare per cambiare certi atteggiamenti incistati in culture arcaiche. Alimentate, a volte, perfino da pregiudizi religiosi. Ma è così lontano il pensiero che esprimono i migliori (!?) tra gli italiani (= tanti nostri politici) quando trattano così le loro colleghe, solo perché sono donne? «Disonore e rovina! È la disfatta! La paura genera il disordine; il disordine ferisce quel che vorrebbe difendere» fa dire Shakespeare al giovane Clifford di fronte al cadavere del padre. A questo punto so di dover dare ragione al mio computer: peggio-crazìa è parola pessima. Bruttissima in italiano. E sicuramente da cancellare dal vocabolario. Ma ancora più brutto è il pensiero che esprime. Perché essa ci parla della morte della demo-crazia. Che è il valore più grande che una società, se vuole vivere, ha bisogno di coltivare. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI ! serata pace 2014 ANGELI DI ROSORA CHIESA DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014 ORE 17 ! A cura delle Parrocchie di Angeli di Rosora Rosora Santa Maria del Cammino Castelplanio Poggio san Marcello Montecarotto ! ! ! ! ! ! FRATERNITÀ, FONDAMENTO E VIA PER LA PACE !! ! CONSEGNA UFFICIALE DEL MESSAGGIO DEL PAPA AI SINDACI Brega Mirco (Montecarotto), Emore Costantini (Castelplanio), Lamberto Marchetti (Rosora), Tiziano Consoli (Poggio San Marcello ) INTERVENTI DI: Remo Uncini (Caritas), Asmae Dashan (Islam), Antonietta Coppa, Aristeo Zampetti (Centro di ascolto) don Giuliano Gigli (parroco), Gruppo di Canto (voci, chitarra e sax) ! ALLA FINE: CIOCCOLATO PER TUTTI….VIENI E …. PORTA UN AMICO! VITA ECCLESIALE LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Giovedì 13 febbraio Ore 9.30: Seminario, Incontro del Clero Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 15.30-19: Il vescovo è a disposizione per colloqui e confessioni Ore 21.15: Incontro con i genitori dei ragazzi delle medie Venerdì 14 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 10-12: Visita ai malati in casa Ore 19: S. Messa per fidanzati e coniugi Ore 21.15: Incontro le famiglie Sabato 15 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 11: Incontro con i ragazzi del Catechismo Ore 14,30: Incontro con gruppi di ACR Ore 15.30: Incontro con Giovanissimi AC Ore 18: Incontro con ragazzi e giovani dell’Oratorio Domenica 16 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 10: S. Messa Ore 11-12.30: Incontro con i ragazzi del Catechismo Ore 14.30: Seminario, pomeriggio con le famiglie dell’Oasi della pace Ore 21: Incontro a carattere vocazionale Lunedì 17 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 10-12: Visita ai malati in casa Ore 17.30: Incontro con OFS Martedì 18 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 10-12: Visita ai malati in casa Ore 21: Incontro Giovani AC Ore 15-19: Il vescovo riceve in Duomo per colloqui e Confessioni Mercoledì 19 febbraio Ore 10-12: Vis. Past. a San Francesco D’A, Visita ai malati in casa Ore 16: Incontro con Università degli Adulti Giovedì 20 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 15.30-19: Il vescovo è a disposizione per colloqui e confessioni Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento… Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e farisei, non entrerete nel regno dei cieli…Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non uccidere”; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira della v allesina 7 16 FEBBRAIO 2014 6A DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Matteo (5,17-37) con il proprio fratello sarà sottoposto a giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore…Avete inteso che fu detto agli antichi: “ Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti”; ma io vi dico: non giurate affatto… Sia invece il vostro parlare sì, sì; no,no; il di più viene dal maligno. “Ma io vi dico...” Con il Vangelo di domenica scorsa il Signore ci chiamava ad essere “irregolari” rispetto alla logica del mondo, lasciandoci “salare col fuoco” dello Spirito di Dio (Marco 9,49), e interpretando nella vita quella sconcertante “sinfonia dei folli” che sono le Beatitudini. La Parola di Dio di oggi ci offre, a seguito del discorso della montagna (“Beati i poveri…”), questa celebre pagina delle cosiddette “antitesi” di Gesù: “AVETE INTESO CHE FU DETTO… MA IO VI DICO…” . Sono parole di una radicalità forte, troppo forte per le nostre forze, con cui Gesù ci propone, se non di essere dei fuorilegge, ad andare oltre la legge scritta, anche quella sacra della Bibbia antica. Stando al testo di Matteo (ma altri testi biblici si discostano da questo), più che di divergenze nei confronti della normativa biblico-giudaica, Gesù dice di essere venuto tra noi per “portare a compimento”; anzi per “portare a pienezza” (in greco: pleròsai) la legge antica. Proviamo a precisare la posizione di Gesù di fronte alla legge sacra: 1- Quando Gesù parla di voler “portare a pienezza” la legge antica data da Dio al suo popolo, vuole denunciare prima di tutto L’EQUIVOCO del FORMALISMO: cioè l’osservanza formale, esterna della legge, l’ordine, il funzionamento, che tutto sia in regola. Gesù Venerdì 21 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 18: Incontro con i Ragazzi dell’Oratorio Ore 21.15: Incontro con Consiglio Pastorale e CPAE Sabato 22 febbraio Visita Pastorale a San Francesco di Assisi, Ore 18: Incontro con i ragazzi del Catechismo Ore 19: S. Messa Ore 21.15: Adorazione Eucaristica Domenica 23 febbraio Ore 10: San Giuseppe, S. Messa di apertura della Visita Pastorale Ore 11.30 e 19: San Francesco d’A. SS Messe di chiusura della Visita pastorale Ore 21: Incontro a carattere vocazionale SETTIMANALE DI ISPIRAZIONE CATTOLICA DELLA DIOCESI DI JESI FONDATO NEL 1953 oce LA PAROLA DELLA DOMENICA a cura di don Corrado Magnani [email protected] Ore 21: Moie, Incontro con i Fidanzati Voce dellaVallesina v 16 FEBBRAIO 2014 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro Comitato editoriale: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Lombardi Responsabile amministrativo Antonio Quaranta Proprietà: Diocesi di Jesi Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 prende decisamente le distanze da una religione legalista e formalista, preoccupata quasi in maniera ossessiva della scorza dell’uomo, della buona o cattiva condotta da un punto di vista esteriore, fissando e moltiplicando norme e regolamenti, sottoponendo le leggi a distinzioni stucchevoli e maniacali fino a travisare e ridicolizzare la legge stessa. Il popolo ebraico aveva fatto questa operazione arrivando a 1521 regole. LA LEGGE (= le regole) IN SÉ NON SALVA MAI NESSUNO. Le “antitesi” di Gesù non sono aggiunte esasperate alla legge antica, ma ne vogliono manifestare lo spirito originario, e ne realizzano la dimensione autentica; ci portano alla scoperta dell’intenzione di Dio che dona la legge, e quindi allo spirito della legge stessa. Allora l’antitesi più completa e definitiva di Gesù si può dire sia: “Ama Dio… ama il prossimo… in questo c’è tutta le legge” (Matteo 22,37-40). 2- Gesù è più esigente nell’osservanza della legge: non nel senso della quantità ma della RADICALITÁ. Non alleggerisce né appesantisce. Rivela le implicazioni profonde della legge donata da Dio, per una adesione totale, dall’interno, alla sua volontà.” Il cristiano non è l’uomo della minuzia, ma della totalità” (G. Ravasi). 3- L’etica di Gesù punta quindi tutto sull’INTERIORITÁ. Gesù sposta l’attenzione dall’occhio al cuore, e da lì, da questo segreto riparo dell’uomo individua e stana il male. Gesù supera le distinzioni tra intenzione e azione, tra il braccio e la mente, tra il dentro e il fuori, tra il fare e l’essere. E stabilisce il principio che è a fondamento di tutte le leggi: si è giusti di fronte a Dio e agli uomini non quando si osservano scrupolosamente le leggi, ma quando il cuore è abitato da sentimenti di misericordia, di tenerezza, di giustizia e di pace. La nuova giustizia che Gesù annuncia e reclama - superiore a quella dei teologi (scribi) e dei devoti atei (farisei) - è fondata non sul rispetto formale della legge ma sull’amore. Leggendo le “antitesi”, che per questione di spazio non possiamo commentare, ci può ancora assalire il sospetto che Dio ci voglia complicare la vita con richieste bellissime ma oltre le nostre forze. Eppure le esigenze così forti presentateci da Gesù sono delle strade da percorrere (“se vogliamo” – vedi prima lettura), per aprirci a una pienezza di sensibilità umana e spirituale e per acquisire progressivamente la capacità di amare come Dio ama noi. Lo Spirito d’amore che ci abita, forza interiore (dìnamis) comunicataci da Dio, ci abiliterà a compiere questa trasformazione del nostro cuore di pietra in un cuore di carne. notiziebrevi 14 febbraio: santa Messa del Vescovo Venerdì 14 febbraio alle 19 nella chiesa di San Francesco d’Assisi il vescovo Gerardo celebrerà la Santa Messa alla quale sono invitate le coppie sposate e fidanzate per rinnovare le loro promesse e per ringraziare il Signore del dono dell’amore. la partecipazione ai Laboratori di preghiera e vita. La prima esperienza sarà martedì 18 febbraio alle 16 e in alternativa alle 21 presso i locali parrocchiali. Il Laboratorio impegna il partecipante in tre dimensioni: con Dio, con se stesso e con gli altri. Per informazioni: tel. 347 8310065 – [email protected] 18 febbraio: laboratorio di preghiera e vita 26 aprile al Santuario delle Grazie La parrocchia del Duomo propone La comunità dei padri carmelitani Composizione grafica Giampiero Barchiesi Stampa Rotopress International s.r.l, Loreto Spedizione in abbonamento postale Associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Questo numero è stato chiuso in redazione martedì 11 febbraio alle 17 e stampato alle 18 dell’11 febbraio. Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno di Jesi propone una serata dedicata ai giovani. La sera del 26 aprile alle 21, vigilia della festa della Madonna delle Grazie, i giovani sono invitati a rendere omaggio alla Vergine Maria esibendosi in canti e musiche, recitando poesie o presentando foto e lavori artistici. I lavori musicali andranno presentati alla Scuola Pergolesi mentre le poesie, i racconti ed altri elaborati dovranno essere recapitati al Santuario entro il 13 aprile. Regolamento su www. santuariojesi.it utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Tel. 0731.208145, Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Codice fiscale 00285690426 Questo giornale è stampato su carta riciclata. ABBONAMENTO ANNUO 35 EURO DI AMICIZIA 40 EURO SOSTENITORE 50 EURO 8 v oce della v allesina IN RICORDO 16 FEBBRAIO 2014 AL FERRINI “LA VOCAZIONE DELL’EVANGELISTA MATTEO” CON DON VITTORIO MAGNANELLI Ricordo “Stai chiamando proprio me?” «Gli evangelisti portano il lieto annuncio è ispirato al testo evangelico di Luca, che mette del”mistero pasquale”, cioè della morte e risur- in evidenza la vocazione di Matteo e la chiamarezione di Cristo. Dobbiamo riscoprire, come ta universale alla conversione. ci dice Papa Francesco, il messaggio della fede Matteo, detto “Levi”, era un “pubblicano” che ricome annuncio della salvezza: Gesù è il cuore scuoteva le imposte nella città di Cafarnao. Nel del Vangelo». Così don Vittorio Magnanelli, dipinto, che riproduce l’ambiente di una bettola, che il 31 gennaio nella sala dell’Adorazione, ha il fondo oscuro evoca la corruzione della Roma presentato ai soci e agli amici del Circolo “Con- di quel tempo; lo stesso Caravaggio, definito tardo Ferrini”, la figura e la vocazione dell’evan- “pittore maledetto”, era frequentatore di bettogelista Matteo, illustrando con un originale ed le e locande dei bassifondi romani. Il dipinto efficace accostamento arte-fede, una famosa è realizzato su due piani paralleli: quello alto, tela del Caravaggio, che si trova nella Cappella vuoto, disadorno, occupato da una finestra sulla Contarelli della chiesa di san Luigi dei Francesi, destra; quello basso, animato da due gruppi di a Roma. Michelangelo Merisi, in arte Caravag- personaggi: cinque in abiti del Seicento, intorno gio, realizzò fra il 1598 e il 1600 tre dipinti: “La ad un tavolo e, in posizione centrale, Matteo. In vocazione di Matteo” collocato sulla parete si- piedi, a destra e in penombra, la figura di Pietro nistra della Cappella, “Il martirio di San Matteo” e, quasi nascosta, quella di Gesù. Il Caravaggio su quella destra e “Matteo che scrive ispirato è “scultore della luce”. Una luce potente e folgoda un angelo” al centro, nella pala d’altare. «A rante fa emergere volti, mani, vesti... 40 anni dalla fine del Concilio di Trento (1545- Il fascio di luce che proviene da Cristo illumi1563), in pieno clima di Controriforma - affer- na tutti, compresi i due alla sinistra di Matteo, ma don Vittorio - si richiedeva un’arte in cui uno anziano e l’altro giovane, curvi e intenti a l’eloquenza delle forme e la potenza espressiva contare i denari. La luce evidenzia l’espressione fossero a servizio della fede. I quadri del Ca- sbigottita e il gesto di Matteo che, rivolgendo ravaggio sono anche troppo realistici. Ribelle lo sguardo a Gesù, punta il pollice della mano ad ogni conformismo, l’artista sostituisce a una sinistra verso se stesso, come se dicesse: “Stai visione idealizzata del mondo la realtà che lo chiamando proprio me?”. Un giovane dai linecirconda sublimandola e dissacrando il concet- amenti effeminati, ben vestito, appoggia conto del divino e della pietà. Egli sostituisce agli fidenzialmente il braccio destro sulle spalle di stereotipati personaggi evangelici figure tratte Matteo ed è rivolto verso la luce. Un personagdal vivo, di umile estrazione». Il Caravaggio si gio con la spada, seduto su uno sgabello, evoca 19-7- 1927 le figure dei bravi de “I promessi sposi”. «Sui mali di questo mondo, l’attaccamento al denaro, la sensualità, la violenza... - sottolinea don Vittorio - il Caravaggio fa piovere una luce: la luce di Cristo. La luce della Grazia divina investe tutti gli uomini, pur lasciandoli liberi di accogliere il messaggio evangelico. I due personaggi curvi sul denaro, attenti solo ai propri interessi, si autoescludono dalla salvezza. Pietro e Cristo, vestiti come agli albori del cristianesimo, sono al di là del tempo ma anche dentro il tempo. Pietro rappresenta la Chiesa: l’oggi di Cristo che chiama alla conversione. La posizione della mano di Gesù non è rigida come in atto di comando, ma invita con dolcezza alla sequela e richiama la mano di Dio Padre nella scena della creazione di Adamo della Cappella Sistina. La salvezza in Cristo è una nuova creazione: se l’uomo risponde alla chiamata di Dio, è rigenerato nello Spirito che dà la vita». IL LIBRO DI ANTONELLA LUMINI: “Dio è Madre, l’altra faccia dell’amore” La Madre non si stanca mai di amare La Teologia della Tenerezza, di cui ho già parlato nelle pagine di questo giornale, ha come premessa l’antropologia della tenerezza, in cui si mette in luce un’attitudine inscritta nella natura umana, che evoca l’idea di morbidezza, assenza di durezza e di rigidità. Tenerum deriva dal verbo tendere, che significa estendersi verso, proiettarsi. Risultato della tenerezza è, infatti, una disponibilità a priori verso relazioni positive, bene-volenti, attraverso le quali l’alterità si sente accettata, bene-voluta. Sgombriamo subito il campo dall’assunto errato che tenerezza sta a femminilità, cioè che ne sia sinonimo. Certo è che la mitologia sessantottina non ha zittito tanti luoghi comuni e consuetudini; così è che fino alla metà del secolo scorso esistevano i cosiddetti ruoli di genere e, per estensione, i sentimenti di genere. Un po’ come dire che il maschile non può provare tenerezza, perché essa attiene all’universo femminile. Da un luogo comune all’altro, anche nella riflessione teologica si è fatto strada (senza grande successo) il tentativo di “smontare” il maschilismo di Dio, cosicché la Chiesa si presenta al mondo come il sacramento della tenerezza di Dio, di un Dio di bontà e di grazia con una chiara identità femminile. Sono passati quasi quarant’anni ma le parole di Giovanni Paolo I (papa Luciani), che hanno fatto sobbalzare molti Padri conciliari, restano un ricordo vivido: «Noi siamo oggetto, da parte di Dio, di un amore intramontabile; egli è papà, più ancora, è madre» (10 settembre 1978). Lo scalpore dipendeva dal fatto che il filone “maschile”, reputato istituzionale nel Cristianesimo, doveva “fare i conti” con quello “femminile” non alternativo, sicuramente di secolare tradizione. Si sa: la società maschilista, cui la Chiesa non ha mai smesso di strizzare l’occhio, non poteva tollerare una siffatta ingerenza. È molto probabile che Papa Luciani conoscesse bene la mistica cristiana, in particolare quella del Medioevo e del Rinascimento [cfr. la mistica renana di Meister Eckhart (XIV sec.) e tra gli altri, in seguito, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce], perché se da una parte quell’espressione non fu coniata da lui, dall’altra egli intendeva dire che il Vangelo della tenerezza è “norma normans” della Chiesa, che la tenerezza è “soffio dello Spirito” sulla Chiesa e “mistero nuziale” della Storia della Salvezza, perciò storia dell’umanità. Perciò, bene ha fatto Antonella Lumini nel suo libro “Dio è Madre, l’altra faccia dell’amore”, a presentare lo Spirito Santo come madre, in un cammino interiore illuminato dal femminino e coniugato al femminile. Si tratta di un percorso spirituale in sette tappe, in cui l’Autrice pone l’accento sull’aspetto materno della Trinità, Amore che si effonde nel Creato. Poiché «la Madre non si stanca mai di amare» (pag. 39), una Teologia al femminile non può che disegnare la parabola di un amore infinito che consola e che cura incessantemente, con la tenerezza che è propria di un Dio trinitario “ermafrodito”. Sempre pronto ad accogliere e a sostenere, Dio è comunque conciliante, mai giudicante. Per disegnare i tratti di quest’Amore m’ispiro sempre volentieri al dipinto di Rembrandt intitolato Il ritorno del figlio prodigo (1669, Ermitage, San Pietroburgo): perché mai quel vecchio canuto e curvo di vecchiezza, sulle spalle del figlio prostrato ai suoi piedi, deve poggiare due mani in cui la sinistra è maschile e la destra è femminile? Forse perché Rembrandt vuole dirci che una riflessione sull’Amore tenero di un Dio che è Madre l’ha fatta pure lui... Oreste Mendolìa Gallino Giuseppina Radiciotti Ricordo 1-1-1932 5-2-2014 Mario Martarelli Ci hai lasciati all’improvviso e in modo inaspettato, ma la fede ci aiuta a sentirti ancora vicino. Ci mancherai tanto, Mario, ma il tuo ricordo ci darà la forza per affrontare coraggiosamente la vita, proprio come hai fatto tu… Ti vogliamo bene. Gina, Paola, Paolo, i nipoti, la nuora e il genero La santa Messa del die septimo sarà celebrata mercoledì 12 febbraio alle 18,30 nella chiesa del Divino Amore di Jesi. Ricordo 11.6.1920 7.2.2014 10-2-2014 Mauro Maldini La chiesa di San Giuseppe a Jesi ha accolto tantissime persone che si sono unite nell’affetto e nella preghiera alla signora Anna, ai figli Massimo e Marco, alle nuore Monica e Oriana, ai nipoti Diletta, Riccardo, Leonardo e Lorenzo, al fratello, alla sorella e a tutti i parenti del carissimo Mauro. Nella celebrazione funebre di martedì mattina 11 febbraio il parroco don Giuliano Fiorentini ha ricordato la vita di Mauro e la sua capacità di costruire legami di amicizia. Orgoglioso della sua famiglia, della sua sposa Anna, dei figli e dei nipoti, aveva un carattere gioviale ed era sempre pronto alla battuta scherzosa ma delicata. Si era dedicato con passione e competenza al lavoro nella Cassa di Risparmio di Jesi ed era inserito nella vita della comunità dove partecipava volentieri alle manifestazioni e agli eventi culturali. «È una parte della nostra città – ha detto don Giuliano – che improvvisamente viene a mancare e porta con sé una parte di noi. Ci affidiamo alle parole del Salmo: “le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”, a questo abbraccio di vita, di pace e di vivacità come fiamme che brillano di qua e di là e ci dicono che la vita non finisce mai. Le pagine della nostra vita eterna sono già segnate nelle giornate di oggi, di un’esistenza attenta, corretta, disponibile, che sa attraversare il deserto del dolore e della morte per arrivare alla consolazione di vedere il Signore. Così è vissuto Mauro e così è entrato nel Regno dei Cieli». La Santa Messa nel die septimo sarà celebrata domenica 16 febbraio alle 10 nella chiesa di San Giuseppe. Romualdo Vico Uomo mite e semplice, “in cui non c’è falsità” (Gv 1,47), gentile e generoso con tutti, di fede sincera e limpida, fiducioso nell’abbandono a Dio, si è spento lentamente circondato dai suoi cari. Lo ricordano con tenerezza e affetto i figli Angelo e Franca, la nuora Adriana, i generi Alfredo e Gilberto, e i nipoti Maria, Stefano, Lucia, Francesca, Laura, Mattia e Federica. La messa nel settimo giorno verrà celebrata lunedì 17 febbraio alle 17.30 presso la Chiesa di S. Maria in Cupramontana. Voce della Vallesina Per i ricordi delle persone care 0731.208145 VITA ECCLESIALE v oce 16 FEBBRAIO 2014 IL 14 FEBBRAIO IN VATICANO CON IL PAPA della v allesina 9 ALL’ORIZZONTE IL DEBUTTO AL PALACONGRESSI DI LORETO IL 15 FEBBRAIO Incontro con i fidanzati L’Allegra Compagnia di nuovo in scena “Sono già più di 17.000 i fidanzati iscritti all’udienza con il Papa programmata per il 14 febbraio, giorno di San Valentino. Davanti a questo numero assolutamente imprevedibile (si tratta pur sempre di un giorno feriale), Papa Francesco ha accolto la proposta di tenere questa udienza in piazza San Pietro” È questo quanto ci ha comunicato il Pontificium Consilium Pro Familia alla richiesta d’iscrizione delle nostre 22 coppie di fidanzati che hanno deciso di rispondere alla chiamata di Papa Francesco, per celebrare insieme “La gioia del Sì per sempre”. Le parole di presentazione dell’iniziativa del Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, l’Arcivescovo mons. Vincenzo Paglia: «Il Santo Padre ha più volte esortato gli innamorati e i giovani sposi a vivere la gioia dell’amore fedele e fecondo, che cresce nella santità seguendo il modello della Santa Famiglia e accogliendo Cristo nella vita familiare, in cui si rinnova ogni giorno e per sempre il dono pieno e libero di sé nell’amore sacramentale, che riceve la grazia del mistero pasquale» sono state accolte con entusiasmo tanto che un’adesione così massiccia nessuno se la aspettava, ma ciò non può che riempire il cuore di gioia, nel vedere la risposta di coppie di fidanzati da ogni parte d’Europa e del Mondo; Francia, Stati Uniti, Inghilterra e Sud America, per citare le maggiori adesioni. La nostra diocesi non poteva mancare un appuntamento così importante e significativo; i nostri ragazzi, che hanno frequentato, o stanno vivendo, i percorsi di preparazione al matrimonio partiranno con il pullman venerdì mattina molto presto per essere pronti in Piazza San Pietro all’incontro con il Santo Padre. Elio Ranco IL LIBRO DI GIANNI FERRARESI Storie di vita “Ricominciamo da Gesù bambino”, una raccolta di racconti brevi che hanno come minimo comun denominatore l’attesa del Natale: storie sia di carattere biblico-evangelico sia derivate dall’esperienza personale di Gianni Ferraresi, classe 1936, ingegnere di formazione e ordinato Diacono a Venezia nel 1986, autore di questo e di molti altri libri dal 1960 ad oggi. Cos’è il racconto? “Un modo di rielaborare e interpretare la vita, dandole significato. Una maniera di condividere i propri ricordi e le proprie esperienze con gli altri, per sciogliere le emozioni e lo stupore”, dice Don Luigi Vitturi nella prefazione. Uno stile umile e una semplicità di fondo che hanno come scopo principale quello di avvicinare alla fede in Dio, per “favorire l’incontro e poi mettersi da parte”. Ricordi di vita di chi un tempo è stato bambino ed oggi, con i bam- bini, si trova ad averci a che fare come nonno. Ed è proprio dalla curiosità genuina dei più giovani che emergono le domande alle quali è più difficile dar risposta: preziose occasioni per guardare, una volta tanto, dentro noi stessi. (Ricominciamo da Gesù Bambino, Gianni Ferraresi, Marcianum Press, Venezia, 2013) Alessandro Gentili L’Allegra Compagnia, formata dai ragazzi e le ragazze della parrocchia Madonna Regina della Pace di Jesi, è ritornata in scena con lo spettacolo musicale “Francesco è vivo” domenica 9 febbraio presso la chiesa di San Massimiliano Kolbe, sempre sotto l’attenta regia di Giuseppe Fabrizi e Paolo Stronati. La storia la conosciamo già: si tratta di una rivisitazione in chiave moderna della vita del Poverello di Assisi, resa dinamica ed accattivante dai canti, le danze ma soprattutto dall’uso divertente del dialetto jesino. I ragazzi si stanno preparando al loro debutto previsto per sabato 15 febbraio al Palacongressi di Loreto. Un traguardo importante per i piccoli talenti dell’Allegra Compagnia a cui abbiamo fatto alcune domande, con l’aiuto del regista, Giuseppe Fabrizi e di Chiara Rossetti, una delle animatrici. San Francesco ha avuto il coraggio di abbandonare la vita che conduceva per seguire la sua Vocazione. Anche voi sareste pronti a rinun- ciare a tutto per le vostre passioni? (Ragazzi) Non è così semplice. Prima di tutto siamo legati alle nostre famiglie, alla scuola, agli amici. Poi non abbiamo le risorse per poter diventare indipendenti. Infine, bisogna vedere se è davvero una passione importante, che vale la pena seguire. Quindi non centra la paura di fare qualcosa controcorrente? (Chiara Rossetti) No, è un’altra cosa. Questi ragazzi sono disposti a dedicare molto tempo alla Compagnia, c’è bisogno di fare diverse prove che possono portare via anche diverse ore. Se dovessero seguire “la massa” sarebbero altrove, ad esem- pio in giro con gli amici o a casa davanti alla televisione. La recitazione, il canto, la danza hanno avuto effetti positivi sui ragazzi anche al di fuori del palcoscenico? (Chiara Rossetti) Certo, abbiamo visto rivoluzioni copernicane! Molti hanno superato le loro paure, sono riusciti ad esprimere tutto quello che avevano dentro tramite queste forme di espressione. Questi risultati li porti anche al di fuori, nella vita reale. Come vi sentite all’idea di recitare a Loreto? (Ragazzi) Siamo emozionati! È una città più grande, non è la parrocchia. Non sappiamo ancora niente, come sarà il palco, cosa ci aspetta. Sicuramente però è una sfida importante e non vediamo l’ora di riproporre lo spettacolo. Inoltre, il fatto di recitare in dialetto jesino non solo è un modo per ricordare le nostre origini, ma, in questo caso, possiamo far conoscere le nostre tradizioni in un’altra città. Ilaria Stronati Foto Ubaldi UN LIBRO SULLA CATECHESI DI DON GIOVANNI VARAGONA DI ANCONA Se il catechismo non genera felicità? Esce in questi giorni ‘Con due colori’ di Giovanni Varagona, parroco, pedagogista, che raccoglie la sfida di Papa Francesco a fare, più che predicare, la rivoluzione. S’intende, la rivoluzione nell’anima e dell’anima, quella che parte, innanzitutto, dai nostri cuori, dallo spirito, dalla testa. Sant’Ignazio di Antiochia diceva che puoi parlare quanto vuoi, ma se i contenuti non passano dal tuo cuore e dai comportamenti, ogni sforzo è non solo inutile, ma controproducente. E così,arriva questo libro. Si parte da un dato: l’incapacità delle Comunità di affascinare al Vangelo i ragazzi, i giovani, con gli schemi consueti. Occorre inventare altro. L’autore allora inventa, facendo fruttare nel lavoro pastorale quel patrimonio raccolto acquisendo il titolo di ‘counselor’, e forte della sua esperienza pastorale, educativa (30 anni) e didattica (università del Molise, Istituto Teologico Marchigiano ed ISSR di Ancona). Il Counseling si occupa del benessere della persona, permette di instaurare una relazione di aiuto con chi fatica a trovare benessere, pur senza sfiorare la fase patologica. Una relazione che si gioca sull’empatia, sull’ascolto, elementi che aiutano a intercettare le frequenze della persona che chiede aiuto. Che c’entra con il catechismo? Un po’ c’entra, anzi molto, dal momento che - racconta Giovanni- la bambina che entra nella stanza di catechismo arredata in ‘assetto gestaltico’ appare entrata in un mondo completamente diverso dalle quattro mura spesso squallide che fanno da scenario al catechismo di ogni giorno ed esclama: ‘Ora capisco quanto sono stata infelice’. Un catechismo che non genera felicità nell’incontro con Cristo presenta qualche problemino. E direi che i problemini, per quanto siano encomiabili gli sforzi dei catechisti oggi, sono all’ordine del giorno. Ecco, il catechismo gestaltico che Giovanni suggerisce aiuta innanzitutto a cambiare prospettiva. Non è uno strumento per memo- rizzare nozioni, ma un’esperienza che aiuta a contattare il cuore, il proprio e quello di Gesù. In questo libro l’autore presenta i fondamenti teorici che hanno generato il percorso, partendo dalle intuizioni del Rinnovamento della Catechesi, ancora oggi largamente inattuato. Particolarmente interessante, poi, è il racconto dell’esperienza realizzata in una parrocchia della Diocesi di Ancona-Osimo. È una proposta la cui realizzazione presenta tempi non brevissimi, perché richiede un’opportuna formazione dei catechisti. Primi passi per quella rivoluzione, per quel cambiamento che Papa Francesco auspica e provoca. 10 v oce della v allesina ARTE 16 FEBBRAIO 2014 LIBRO: TUNDURUNDÙ. PENSIERI DI AMORE E DI BELLEZZA “LA TERRA DEI FIORETTI” CON MUSICA E TESTI DI PADRE PIERUCCI Mettere nero su bianco le proprie emozioni, i propri pensieri più profondi e più intimi è attività difficile, rischiosa a volte, coraggiosa. Marco Eugenio di Giandomenico ha pubblicato un anno di pensieri rivolti alla sua mamma, venuta a mancare a causa di un male incurabile il 13 agosto del 2012. La sua opera, pubblicata alla fine dello scorso anno, è un agile libretto in forma di zibaldone che si intitola Tundurundù. Pensieri di amore e di bellezza. Un anno di facebook. (Editore Marcianum Press). La prima parola del titolo nient’altro è che il nomignolo dell’autore affidatogli dalla mamma. Questa è presentata in maniera pulita ed esemplare, leggendo i primi capitoli introduttivi ci immaginiamo una bella signora della ricca provincia italiana, alta e fiera, piena di amore per la sua famiglia. La lettura scorre veloce ed interessata perché non rasenta mai il sentimentalismo e anche il racconto della malattia e della sofferenza è delicato, senza eccessivo compiacimento del dolore che purtroppo spesso si ritrova in televisione, nei giornali e nei libri dei nostri tempi. Il tema vero del libro è la fede, dell’autore certamente, ma anche e soprattutto della madre, una fede salda che sembra sostituire naturalmente il ruolo di «roccia della famiglia» che fino a quel momento era stata della signora Olga Maria Vitocco Di Giandomenico. Il segno tangibile di quella fede è l’impegno di Olga nel voler riparare la parrocchiale di Assergi, uno dei tanti castelli dell’Aquila che il terremoto del 2009 aveva distrutto. L’amore per quella terra è metafora dell’amore di Dio, è la volontà concreta di lasciare un segno del proprio passaggio terreno per dimo- «Andò nella Marca di Ancona». Quante volte si legge questa notizia nelle Fonti Francescane! Un’abitudine, una necessità, quella di Francesco, di entrare nella nostra Regione, finché un giorno salpò da Ancona verso la Siria, per dare il Vangelo “con coraggio al sultano Malek el Kamel”. Chi visita la chiesa jesina di San Niccolò deve sapere che il portale, di quella che nel XIII secolo era una chiesetta o cappella votiva, fu varcato almeno un paio di volte dal Poverello d’Assisi, quando egli volle imbarcarsi nella “folle” avventura di predicare il Vangelo nientemeno che ai Musulmani. E se la conferma scana di Terra Santa e del Premio Vallesina. di questo viaggio missionario arriva dalla Un progetto che «non è soltanto un nome Leggenda minore di Bonaventura da Bagno- – come dice Padre Ferdinando Campana, regio, la tappa anconetana è solo una delle ministro Provinciale dei Frati Minori delle tante finestre che si aprono sull’affascinante Marche – pure uno stile di vita, di preghiera, policromia di un territorio in cui la tradizio- di fraternità e di missione, che si prefigge di suscitare in noi le stesse energie spirituali e la ne vuole che siano stati composti i Fioretti. Un pregevole itinerario culturale ma intensa- stessa passione per il Vangelo che animavano mente spirituale che Padre Armando Pieruc- i primi frati, rendendoli capaci di sprigionare, ci, marchigiano doc, fa rivivere nella Cantata testimoniare e tramandare con la loro opera per soli, coro, oboe, tromba e organo di cui la Buona Novella». è autore della musica e dei testi, titolata “La Un cd che merita grande attenzione: forte della sua interessante realizzazione grafica, Terra dei Fioretti”. Una perla nel repertorio di questo figlio di è una proposta culturale che invita all’apFrancesco che, nato in Maiolati Spontini, profondimento dell’esperienza francescana, vive da molti anni in Gerusalemme, ove è capace – citando i Ministri Provinciali delle organista della Basilica del Santo Sepolcro e Famiglie Francescane (1977) – di conservare ove ha fondato e tuttora dirige l’Istituto in- «il suo significato e il suo valore, in un moternazionale di musica Magnificat. mento come il nostro in cui – come nel seLa recente pubblicazione del cd è stata cu- colo decimoterzo – gli orientamenti morali e rata dalla Provincia Picena S. Giacomo della amorali si moltiplicano e si intrecciano in un Marca dei Frati Minori, coi contributi dello tessuto sempre più complesso». stesso Magnificat, della Custodia FranceOreste Mendolìa Gallino La fede forte di una madre strare come noi siamo solo strumenti nelle mani del Signore. Nella seconda parte del libro l’autore raccoglie i pensieri che per tutto l’anno successivo la morte della madre aveva affidato a Facebook, aveva voluto condividere con la sua cerchia di amici reali e virtuali e, diremmo, li incolla su queste pagine, li presenta a noi in questa sorta di bacheca. È un esperimento interessante e a tratti commovente che, pur con una lingua difficile da seguire che a volte esagera nell’uso dei puntini di sospensione, tipico delle scritture da social network, fa riflettere. La forma dell’aforisma aiuta la comprensione del pensiero e sembra si abbandoni la scrittura meramente autobiografica per abbracciare una dimensione più generale, come se fosse anche questo amore incondizionato. Ilaria Stronati CAMALEONTICA: ARTISTI A CHILOMETRO ZERO Un giorno salpò verso la Siria “RAPPORTO GIOVANI” DELL’ISTITUTO TONIOLO Sono più ottimisti degli adulti Improvvisando emozioni Dall’idea di Francesco Chiodi e Stefano Bar- sviluppo dell’“autoprotezione” e di iniziatitolucci, titolare del Golden Cadillac Music ve efficaci nel superamento di disagi persoClub di Jesi, questa iniziativa si collega al nali e relazionali, lavorativi e occupazionali, progetto regionale 2014 dell’associazione di tempo libero, nella formazione personale e promozione sociale Praxis finalizzato allo professionale... Attraverso la collaborazione sviluppo delle abilità dei giovani nel tem- tra più soggetti verranno costruiti percorpo libero, formazione, lavoro, superamento si trasversali. Camaleontica farà cambiare delle insicurezze e valorizzazione dei ta- colore al locale che ci ospiterà e darà vita a lenti attraverso lo sviluppo di reti. Parte da un’iniziativa dove ognuno si senta libero di Francesco Chiodi l’idea di creare un luogo esprimere il proprio essere artista, senza lidi condivisione di idee, espressioni ed emo- nee guide, senza paletti, con la speranza che zioni e fare in modo che le persone che fru- finalmente qualcosa cambi. iranno in questa iniziativa diventino parte integrante della stessa. «Completamente no L’intera iniziativa sarà fruibile gratuitamenprofit – spiega Chiodi - e grazie alla volontà te, agli artisti non è stato chiesto nulla e di molte persone di rendere visibile la loro non sarà dato nulla... Scambio gratuito per arte siamo riusciti ad unire più di 30 artisti permettere a chi si interessa di arte di poter di vario genere: pittori, scultori, fotogra- fruire in un luogo gradevole ed espressivo a fi, fotomodelle, ballerine, registi, scrittori, costo zero. cantanti, cabarettisti, musicisti, artisti del Il programma del 15 febbraio dalle 16,30 alle tessuto e del riciclo e addirittura un’arti- 3 di notte al Golden Cadillac Music Club di sta parrucchiera. Il progetto “Camaleonti- Jesi in corso Matteotti, 49 a Jesi. Ore 16,30: ca” prevede dopo la prima iniziativa del 15 laboratorio creativo per bambini e animafebbraio un viaggio nelle principali località zione; ore 17: inaugurazione della Mostra delle Marche al fine di promuovere l’arte, il Collettiva d’arte di 10 artisti; ore 18:30: lavoro, lo spettacolo e le emozioni di tutti presentazione del libro “Cristo era Vegetagli “artisti” partecipanti e le capacità d’in- riano?” di Valentino Bellucci; ore 19,30: vitervento delle persone nei diversi ambiti sione del cortometraggio “Poco prima del che formano per ciascuno l’idea generale di caffè “ di Jonathan Soverchia, vincitore del “valorizzare il nostro territorio”. Il progetto primo premio al Fano Corto Film Festival; regionale Praxis coinvolgerà i Comuni, le ore 20,30: spettacolo; ore 22,30: concerto dei scuole, le associazioni sportive e culturali, “Retropolis” di Serra de’ Conti (sei musicisti gli esercizi pubblici, le famiglie, i giovani e e una cantante) e vari interventi di musicisti gli adolescenti allo scopo di contrastare fe- artisti locali quali Bob Money, Federico Lennomeni quali incertezza e sfiducia con lo ci e Fabio Luzi. I giovani credono nella famiglia, “sempre più importante per il ruolo di sostegno strumentale ed emotivo”, ed è essa che consente di “tenere alta la fiducia nella possibilità di realizzare, nonostante le difficoltà del predente, obiettivi importanti nel futuro”. A sottolineare il legame tra i “millennials” (ovvero coloro che hanno compiuto la maggiore età nel terzo millennio) e la famiglia d’origine è il “Rapporto Giovani” dell’Istituto Toniolo, presentato in questi giorni al convegno di pastorale giovanile, in corso a Genova, da Nando Pagnoncelli e Pierpaolo Triani. Un’indagine che offre uno spaccato del mondo giovanile senza dimenticare che, proseguendo con il trend attuale, “nel 2050 - ha sottolineato Pagnoncelli - gli ultra 65enni passano dal 20% attuale al 30% e gli over 80 dal 6 al 15%”. Il problema è che aspirazioni e realtà si scontrano nelle scelte di vita: i giovani vorrebbero avere da 2 a 4 figli, ma facendo i conti con la realtà dimezzano (da oltre il 30% al 15%) quanti ritengono che ne avranno 3 e aumentano le risposte a favore del figlio unico o addirittura per nessun figlio. È vero che il ritratto del giovane italiano lo vede in casa con i genitori, ma è pure vero che tre su quattro (65,3% dei maschi, 61,8% tra le femmine) vi rientrano dopo un periodo d’autonomia. “Una parte rilevante di giovani - sottolineano i due ricercatori - vuole una propria autonomia e costruire un proprio percorso di vita, ma molto spesso si trova costretta a fare retromarcia”. In questi casi, proseguono, “sono proprio i genitori a riaccogliere i figli in casa quando il posto di lavoro viene meno o se esso non consente loro di mantenersi pur continuando a lavorare”. Non va dimenticata, al riguardo, la realtà dei “giovani che non studiano e non lavorano - i cosiddetti Neet - che sono oltre il 20% degli under 30 e risultano essere anche le persone più demotivate e disilluse rispetto al proprio futuro”. Per quanto riguarda la fiducia, al primo posto vengono le figure parentali - la mamma e, poi, il papà - perché “sanno ascoltare senza giudicare”, come pure gli amici, segno che “l’aspetto educativo - ha rilevato Pagnoncelli - è strettamene correlato all’aspetto relazionale”. Su politica e istituzioni, viceversa, “la bocciatura è solenne”, mentre per oltre il 70% dei giovani intervistati Papa Francesco è una persona di cui fidarsi. “I giovani - ha sintetizzato Pagnoncelli - sono camaleonti adattabili al dinamismo incalzante, disposti ad adattarsi con grande flessibilità ma senza rinunciare a sognare; al tempo stesso vogliono una famiglia, un luogo di rifugio, almeno due figli; sono consapevoli che l’Italia stia andando in una direzione sbagliata, ma sono più ottimisti degli adulti”. JESI v oce 16 FEBBRAIO 2014 JESI E MOIE: ricordi condivisi su facebook Uno sguardo sul passato C’è veramente di tutto su Facebook, oggi. Profili personali e tante informazioni spesso superflue, a volte utili, altre ancora tali da attirare l’attenzione di chi naviga il web: è questo il caso di “Jesi Muntobè” e “Le Moie degli anni ‘70 - come eravamo”, due pagine create recentemente e molto interessanti per il territorio della Vallesina. Realizzate da appassionati locali, hanno come ragione d’essere la raccolta di immagini d’epoca dei rispettivi comuni, per preservare la memoria storica in un presente caratterizzato dal cambiamento rapido e costante e in cui il web sta guadagnando terreno sul mondo reale. “Parlare delle persone, luoghi, aneddoti che hanno caratterizzato l’identità del nostro paese per non diventare sempre più anonimi”, riporta la pagina dedicata a Moie, mentre un meno modesto “pagina dedicata alla nostra beneamata cittadina che è il centro del mondo” capeggia sul profilo di Jesi Muntobè. Tanta la nostalgia e forte la curiosità nel vedere com’erano una volta i luoghi di oggi: foto che vanno dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta del secolo scorso, e che interessano sia le piazze e le vie più note (Piazza della Repubblica, il Viale della Vittoria, il Corso Matteotti, l’abbazia benedettina di Santa Maria delle Moie) sia luoghi più periferici ma ugualmente degni di nota. Sin da subito sono stati numerosi i contributi privati, necessari per arricchire delle pagine che hanno bisogno dell’aiuto di tutti per crescere in maniera significativa: chi di noi non possiede foto scattate in luoghi pubblici, lasciate a prender polvere in un cassetto? Nell’epoca della riproducibilità, dell’informazione totale e dell’immagine, finalmente una possibilità di aprire uno sguardo sul passato per capire meglio il presente in cui viviamo, e decidere in quale futuro vogliamo vivere. I link: https://www.facebook.com/jesimuntobe, https://www.facebook.com/moie70 Alessandro Gentili della v allesina 11 JESI:la Giunta ricevuta dalla Boldrini a Montecitorio Un motivo di orgoglio È durato oltre un’ora l’incontro tra la presidente della Camera Laura Boldrini e la Giunta comunale di Jesi, tenutosi questo pomeriggio a Montecitorio. Un incontro cordiale, a testimonianza dell’affetto che la Boldrini manifesta per la città in cui ha frequentato gli studi e si è formata prima di intraprendere il percorso di vita che l’ha portata ad essere oggi la terza carica dello Stato. La presidente della Camera ha illustrato l’attività che viene svolta a Montecitorio e in particolare il ruolo di chi è chiamato a presiedere l’assemblea parlamentare. Il sindaco Massimo Bacci ha avuto modo, da parte sua, di ringraziarla per l’opportunità riservata, ritenendo questa visita a Roma un atto dovuto. «Senza entrare in alcun discorso politico che non era né poteva essere in agenda - ha aggiunto il sindaco - ho voluto trasmettere alla Boldrini i sensi di affetto e vicinanza per il delicato compito a cui è stata chiamata, ben consapevole che dal punto di vista umano il suo ruolo comporta inevitabilmente onori, ma anche pesanti oneri. Per Jesi è certamente motivo di orgoglio che una sua concittadina guidi oggi la Camera dei deputati. È una ulteriore ed efficace dimostrazione di come una comunità di provincia riesca ad avere una organizzazione scolastica, formativa e sociale di altissimo livello che permette alle menti più brillanti di fare strada. Ho apprezzato l’interesse che la Boldrini ha mostrato per la sua Jesi, ascoltando con attenzione ciò che l’Amministrazione comunale sta mettendo in campo su numerose tematiche, con particolare riferimento alla tutela dei più deboli, incoraggiandoci nel percorso che stiamo compiendo». La Boldrini, accogliendo la richiesta di Bacci, ha assicurato che, in occasione di una nuova visita ufficiale nelle Marche, avrà modo di tornare a Jesi, ricordando con grande emozione l’appuntamento dello scorso novembre a teatro Pergolesi con gli alunni della media “Lorenzini” che hanno sviluppato un’attività didattica su integrazione e coesione sociale legata al suo libro “Solo le montagne non si incontrano mai”. FABRIANO: MOSTRA COLLETTIVA E ITINERANTE DI ARTI VISIVE DAL 1 ALL’8 MAGGIO SUL TEMA DEL “PADRE NOSTRO” Un progetto per gli artisti di tutte le diocesi italiane Dalla collaborazione tra la Diocesi di Fabriano-Matelica e l’associazione culturale InArte nasce il progetto di una grande mostra collettiva di arti visive sul “Padre Nostro”. A lavoro una struttura organizzativa formata da don Andrea Simone, Direttore dell’Ufficio Cultura Diocesano, l’Associazione InArte, Anna Massinissa e Arianna Bardelli, a capo della direzione artistica del progetto e, ovviamente, gli artisti del territorio e non. L’iniziativa, proposta a testimonianza e per il territorio locale, oltre ad offrire una molteplicità di spunti di riflessioni sul tema, assumerà una rilevanza nazionale. Infatti la mostra, accolta nel progetto Culturale CEI, sarà promossa in tutte le Diocesi italiane. A Fabriano l’esposi- zione è prevista dal 1 al 18 maggio presso la Nuova Galleria delle Arti, prima tappa della mostra itinerante che proseguirà poi, nel mese di agosto, a Sassoferrato. Molti gli artisti che hanno già inviato la loro adesione al progetto e stanno realizzando opere ispirate al tema attraverso differenti tecniche di comunicazione visiva. Un tema importante che sarà declinato dagli artisti in tutte le sue sfaccettature, specchio della soggettività della riflessione personale che il Padre Nostro suscita in ogni persona, indipendentemente dalla propria religione di appartenenza. Attualmente il progetto si avvale del patrocinio della Città di Fabriano e del Comune di Sassoferrato. Il capolavoro letterario di Boris Vian sul grande schermo Probabilmente non c’era regista più adatto di Gondry per portare sul grande schermo il capolavoro letterario di Boris Vian. “L’Écume des jours”, ambientato in una Parigi da sogno degli anni Quaranta, narra la storia d’amore tra il ricco Colin e la giovane Chloé, un crescendo vertiginoso di buonumore e ottimismo che raggiunge il culmine nel matrimonio, ma che altrettanto vertiginosamente picchia a terra, lasciando una voragine nel cuore. Già Charles Belmont nel ‘68 e il giapponese Go Riju nel 2001 avevano tentato delle trasposizioni cinematografiche de “La schiu- ma dei giorni”, ma solo un visionario come il regista francese poteva ricreare le ambientazioni e le suggestioni di un testo scritto che era già immagine: si passa dai colori vividi e saturi di una prima parte densa di gioia iperrealista, trovate geniali e continue animazioni in stop-motion, a una tristezza che scava dentro, rimpicciolisce gli spazi, invecchia e come se non bastasse si porta via anche ogni traccia di colore. Un mood che si rispecchia nell’indaco cantato da Duke Ellington, autore della “Mood Indigo” che dà il titolo al film (per una volta un film di Gondry non viene violen- tato nella traduzione) e della “Chloé” che prende vita nel personaggio di Audrey Tautou. Una struggente favola d’amore condita da critiche dissacranti al mondo borghese e al consumo sfrenato - la disgrazia di Colin non è solo pena d’amore ma anche rovina economica - ai falsi idoli (memorabile il fanatismo per il celeberrimo Jean-Soul Partre!), alla guerra (le coltivazioni di fucili) e chi più ne ha più ne metta. Tra gli attori, più che i due protagonisti Romain Duris e la Tautou spiccano i comprimari: Chick (Gad Elmaleh), fanatico del filosofo fino a morirne, la bellissima Alise (Aissa Maiga) e il domestico tuttofare e sciupafemmine Nicolas (Omar Sy, già ammirato di recente in “Quasi amici”). Chi nell’inventiva sfrenata di Vian si è già perso non potrà che tuffarsi nuovamente in un’esperienza che è un volo pindarico da vette di sogno all’inferno in terra, mentre chi vi si scontra per la prima volta probabilmente faticherà di più ad entrare in un mondo che somma la creatività di due geni visionari quali Vian - parola - e Gondry - immagine. Da amare o da odiare, probabilmente non ci sono vie di mezzo. In ogni caso no, regi- sta più adatto proprio non c’era. Alessandro Gentili 12 v oce della v allesina ARTE 16 FEBBRAIO 2014 CUPRAMONTANA: IL LIBRO SULLE SUORE FRANCESCANE DI SANTA CATERINA E IL CONCERTO DELL’ORCHESTRA MARCHIGIANA Musica e immagini “dietro quel cancello…” Foto Paolo Morici Non è la prima volta che l’accogliente chiesa di San Lorenzo ospita, su iniziativa di don Maurizio Fileni e di don Giovanni Ferracci, un concerto o un evento ma quello di sabato 25 gennaio è stato particolarmente apprezzato da un numeroso e attento pubblico. Più che buoni erano i motivi: la presenza dell’Orchestra delle Marche, attesa dopo l’applauditissima esibizione a Poggio Cupro lo scorso 15 dicembre, e l’attenzione rivolta a un piccolo- grande mondo quale quello delle Suore Francescane di Cupramontana, attraverso la presentazione di un libro fotografico a loro dedicato. Il ricco contenuto della serata è stato presentato da Beatrice Testadiferro, la quale, dopo aver sottolineato il valore della musica dalle parole di Benedetto XVI ha presentato l’Orchestra diretta dal maestro Stefano Campolucci, la recente storia e la sua composizione, ha accompagnato, nel loro succedersi, l’esecuzione dei singoli brani con brevi note informative. L’Orchestra coinvolge i musici- apporto. Il libro è ricco di immagini colte con maestria all’interno del Convento di Santa Caterina da alcuni appassionati di fotografia, soci del circolo culturale “Carpe Diem”: Paolo Ceci, Vincenzo Mollaretti e Cristiana Loccioni. L’opera è il risultato di una ricerca, nata dal desiderio di conoscere una realtà presente nel nostro paese, naturalmente poco evidente ma degna di essere colta nella giusta maniera. La complicità di don Maurizio come trait-d’union e le sue note di accompagnamento alle immagini hanno completato l’opera. L’idea era sorta la scorsa primavera, se ne era parlato con don Maurizio e l’impresa si è resa possibile. La sana curiosità di Vincenzo, Paolo e Cristiana prendeva forma di reverente timore nell’attraversare, quell’11 maggio, il cancello di Via Nazario Sauro per la prima volta attrezzati di fotocamere e obiettivi… tanto che il primo click è toccato a Cristiana più intraprendente e più pronta degli altri nel cogliere la benevolenza delle suore già informate e in accordo su quanto ci si apprestava a fare sti marchigiani provenienti dalle scuole musicali del territorio (“G. B. Pergolesi” di Jesi, “Bettino Padovano” di Senigallia, dell’Accademia Musicale di Ancona, della Civica Scuola di Musica “Beniamino Gigli” di Recanati). Al loro attivo già numerose esibizioni tra le quali significative quelle con la Scuola di Musica e Danza “Novo Sarajevo” e l’Istituto Magnificat di Gerusalemme, quest’ultimo creato da padre Armando Pierucci e frequentato da giovani di etnie e religioni diverse Nello spazio tra i due tempi del repertorio d’orchestra, tra brani tratti da film famosi, sinfonie ed arie d’o- E proprio Cristiana, anche a nome pera, si è svolta la presentazione del di Paolo e Vincenzo, nel corso della Libro fotografico “Dietro quel can- serata di presentazione, ha espresso cello di Via Nazario Sauro n.16” pubblicamente la pienezza e la sidella Collana “La Pieve” gnificatività di quell’esperienza. Nel presentarla don Maurizio ha “A noi, amanti della fotografia viene parlato con orgoglio della Collana quasi naturale voler vedere il più fondata nel 1990 da don Giovan- possibile e voler scoprire l’impossini Ferracci e ora impreziosita da bile.” in questo caso il Monastero, questo libro fotografico, il primo di con le suore che vi abitano, che “per una nuova serie destinata a cresce- molti cuprensi ha fatto da sfondo re, non tralasciando di ricordare le all’infanzia ed è rimasto comunque altre 32 perle della serie iniziale alla misterioso e quasi inaccessibile”. quale ha dato lui stesso un notevole Gli autori del libro, entrati in pun- Foto Paolo Morici ta di piedi e trovatisi poi a loro tra, riportata da Milena Marchetti, agio, hanno attribuito il merito di nell’intento di cogliere aspetti delquegli scatti alle suore stesse, alla la vita quotidiana, dalla preghiera loro disponibilità, al loro benevolo mattutina al grande silenzio notmettersi in gioco e per quella ri- turno. Una vita intensa e realizzata, spettosa confidenza che si era ve- “ una giornata ordinata: scandita nuta a creare. Le hanno ringraziate dalla preghiera assidua e dall’openominandole una per una: suor rosità che l’età consente loro” Cecilia la Madre superiora, suor Ricevuto l’apprezzamento del sinAntonietta, ora assente per moti- daco Luigi Cerioni per l’apporto vi di salute, suor Artemisia e suor culturale e significativo della seAngioletta. rata, l’Orchestra ha continuato La dichiarata speranza di aver po- nell’esecuzione di celebri arie d’otuto cogliere e quindi trasmettere pera. Nell’ultimo brano in pronell’opera fotografica che ne è ri- gramma - il “Brindisi della Traviasultata, oltre i tratti dei volti anche ta”- gli elementi dell’orchestra e i 4 la bellezza del loro animo e del cantanti che si erano esibiti singoloro ambiente, ha concluso il di- larmente in precedenza (il soprano scorso di Cristiana tra gli applausi Laura Andreoni, il mezzosoprano dei numerosi spettatori e gli sguar- Luciana Zallocco, i tenori David Mazzoni e Franco Corinaldesi) di rivolti alle suore presenti A quel punto, per sottolineare an- erano tutti in scena a cogliere il cor più la preziosità di un mondo meritato applauso finale rivolto che si sta riducendo nel numero naturalmente anche agli altri proma non certo nel valore delle sue tagonisti della serata componenti, sono state presentate Una serata conclusa con il bis due conversazioni significative: la “Nessun dorma” dalla Turandot prima dalla voce di Paola Torelli, e con evidente soddisfazione del una intervista a suor Cecilia sul pubblico. suo percorso di vocazione e l’ale.g. PRIMO SPETTACOLO DELLA RASSEGNA DI TEATRO DIALETTALE ‘LO SBERLEFFO’ DEDICATA A LELLO LONGHI Signori, il pranzo è servito! Si parla oggi in lungo e in largo di gastronomia. In televisione, a qualsiasi ora e su qualsiasi canale, sfilano cuochi imberrettati pronti a confezionare con la destrezza e la rapidità di prestigiatori, paradisiache prelibatezze da esporre come quadri d’autore su piatti artisticamente guarniti. Migliaia sono le ricette pubblicate da giornali di ogni genere o raccolte in libri dai titoli ‘appetitosi’ o suggerite e minuziosamente descritte da grandi chef su riviste salutistiche. Ce ne è davvero per tutti i gusti. Niente da eccepire, per carità. Meglio ascoltare l’elenco delle calorie di timballi e arrosti che quello di morti e feriti in un disastro stradale o in un conflitto a fuoco. C’è da chiedersi tuttavia se quello che la haute cuisine offre ai clienti è davvero sempre di altissima qualità. Se ne può dubitare, stando a quanto si racconta in ‘Non dovria volà ‘na mosca’, commedia scritta e diretta da Andrea Giuliani, andata in scena al Pergolesi l’1 e 2 febbraio come primo spettacolo della rassegna di teatro amatoriale ‘Lo Sberleffo’, quest’anno dedicata a Lello Longhi. La storia è semplice, ma nuovo è l’argomento. La vicenda si svolge dietro le quinte di un hotel lasciato in eredità dalla zia Bernarda ad un nipote che manca però totalmente di esperienza. Poiché ritiene che all’albergo occorra innanzi tutto un restyling, il nuovo proprietario chiama ad aiutarlo un’amica arredatrice; che ha qualche velleitaria competenza, ma che va in tilt quando subentrano problemi di cuore con il fidanzato psicologo. Il personale dell’ hotel è un’armata Brancaleone. C’è uno chef che s’intende solo di sagre di paese e di panini con porchetta; una cameriera mezza sorda e ‘sciroccata’ che ha ottenuto l’impiego solo perché è parente di un assessore; una cuoca che ha irrefrenabili tic nervosi. Si aggiungerà un addetto alla disinfestazione dei locali; un ragazzotto grezzo, ignorante e borioso. Quando si aspetta la visita di un severissimo ispettore al quale tutto dovrebbe essere mostrato in perfetto ordine e in perfetta efficienza si scatenano i guai: pietanze che cadono a terra raccolte e rimesse in fretta nei piatti; mosche che volano schivando beffardamente gli spruzzi dell’insetticida; coltelli maldestramente usati che feriscono. La vicenda si conclude in un ingarbugliato bailamme da comica finale. Ma sarà poi vero che persino nella cucina di un grande ristorante possono succedere fatti del genere? Sembrerebbe impossibile, ma ‘I filetti rossi sperluccicosi’ lo fanno sospettare, anche se raccontano a cuor leggero, senza aggiungere troppo peperoncino alla loro pie- tanza; usando anche un dialetto tanto ‘addomesticato’ da far ritenere che la commedia non avrebbe diverso effetto se fosse rappresentata interamente in italiano. Tantissimo pubblico sia alla prima che alla seconda recita ha applaudito la compagnia. Sta a significare che è sentito da molti il desiderio di sorridere con schietta serenità non delle grandi problematiche dell’universo, ma delle esperienze quotidiane; che sono poi le più vere e condivisibili. Anche Lello Longhi ne era convinto. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Foto: applausi nel gran finale della recita. VALLESINA v oce 16 FEBBRAIO 2014 della v allesina 13 MILANO MARITTIMA: IL FORUM AGROALIMENTARE DELLA COMPAGNIA DELLE OPERE CON LA TESTIMONIANZA DI PAOLO CEVOLI “Quello che il Padreterno mi ha dato, va servito” Se dovessi descrivere il Forum Compagnia “Questo ci carica di responsabilità” - esordi- le domande di imprenditori ed operatori delle Opere Agroalimentare con tre concet- sce il presidente di Compagnia delle Ope- dell’agroalimentare. ti, utilizzerei questi: fare rete, competenza, re Agroalimentare Camillo Gardini - “nel Tra gli esponenti politici ricordiamo Paolo passione. Passione in ciò che si fa; compe- rendere efficaci ed utili, per il nostro lavo- De Castro (Pres. Commissione Agricoltura tenza nel proprio mestiere; fare rete per ro quotidiano, queste due mezze giornate”. - Parlamento Europeo), con cui si è trattacrescere insieme. Il Forum svoltosi a Mila- Continua paragonando il lavoro umano a to il tema della PAC, ottimista per il futuro no Marittima lo scorso fine settimana, dal due immagini: il faraone e il costruttore di dell’agroalimentare, dati i risultati positivi titolo “Innovazione, lavoro e giovani nell’a- cattedrali: il primo è “Chi pensa il proprio avuti nell’ultimo anno (export, sviluppo, groalimentare”, è giunto alla sua undicesima lavoro come un bene per sé e per tutti, ogni occupazione). Tiberio Rabboni (Ass. agriedizione e, organizzato dalla branca agroali- impresa come una ricchezza che va coltiva- coltura regione Emilia Romagna) ha apermentare della Compagnia delle Opere, vede ta e sviluppata per fargli sfidare il tempo.” to il forum con i suoi saluti, Dario Cartail patrocinio del Ministero delle Politiche Il faraone “Chi pensa che il proprio lavoro bellotta (Ass. agricoltura regione Sicilia) e agricole, la regione Emilia Romagna, la re- debba essere soddisfazione solo per se, rag- Giuseppe Taglia (Dirigente regione Sicilia) gione Piemonte, l’assessorato all’agricoltura giungimento a tutti i costi dei propri pro- hanno presentato i progetti di innovazione della regione Sicilia, la facoltà di agraria di getti, senza curarsi ultimamente né del fu- che stanno attuando per l’agricoltura siciPerugia, il dipartimento di scienze e tecno- turo né degli altri.” L’impresa è un bene per liana, caratterizzata da una ricca biodivertutti, e per tale motivo porsi con la logica di sità. In ultimo Paolo Cevoli (imprenditore logie agrarie dell’università di Bologna. Ogni anno ritorna solida quest’occasione di fare un’opera che sfida il tempo rappresenta e comico) che chiude il suo intervento così: confronto a cui partecipano imprenditori e un valore importante per la comunità. “Quello che il Padreterno mi ha dato, il mio istituzioni, operatori del settore agroalimen- Sono stati toccati diversi temi, principal- talento, va servito e donato. E io non mi votare, docenti universitari, tecnici agricoli. mente l’internazionalizzazione e l’inno- glio tirare indietro”. Questa edizione ha visto la presenza di tre- vazione, trattati secondo il metodo che ha Non possiamo non citare, tra i molteplicento partecipanti, con circa cento under 35. fatto nascere la CDO: la testimonianza e ci ed utili interventi, quelli di due nostri NELLE MARCHE IL PRIMO SITO IN LINGUA RUSSA Investimenti italo-russi Nell’ambito della politica sempre più intensa svolta dal Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona, prende il via un’altra iniziativa di grande utilità. Il successo crescente del portale Top Italian Style, gestito dalla società Aco diretta da Alessandra Corradini e che si avvale, per la parte giornalistica (dispone anche di un notiziario settimanale sulle relazioni tra l’Italia e la Russia), della prestigiosa collaborazione del giornalista Alexander Tarakanov (direttore del periodico bilingue Russia-Italia), ha suggerito la creazione di un altro mezzo di comunicazione destinato al mercato immobiliare: trattasi di Vashdom (in italiano “La tua casa”), tribuna attraverso la quale è possibile offrire, alla numerosa popolazione di lingua russa sparsa nel mondo, opportunità di investimenti immobiliari in Italia. La redazione – di lingua russa – sotto la guida di Alessandra Corradini elabora i testi di offerta, avvalendosi della formula “facile da usare, facile da consultare”. Collegandosi a www.vashdom.it si possono inserire in italiano i testi degli annunci che dopo poche ore vengono pubblicati in lingua russa e resi visibili attraverso motori di ricerca internet (Yandex.ru, Google.ru, ecc.) e tramite il crescente numero di agenzie immobiliari russe che collaborano con la Aco. corregionali che stanno cambiando, in un certo senso, il modo di fare agricoltura. Graziano Brandoni (Agricolt Brandoni Snc - Recanati) ha sottolineato la necessità, per l’agricoltore, di considerare la propria azienda come una vera e propria impresa, facendo sempre più attenzione a costi e ricavi ed affrontando la realtà in modo competente ed innovativo. Agostino Migiani (CEO bio agritrade - Sassocorvaro), titolare della più grande ditta esportatrice di foraggi a livello mondiale racconta di come la sua storia sia cominciata col guardare la realtà in cui si trova, fino a diventare una multinazionale. Bisogna avere chiarezza nello scopo del proprio lavoro, lo scopo crea il cammino. Citando l’intervento del presidente Camillo Gardini: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. Seneca”. Per maggiori informazioni: www.cdoagroalimentare.it Simone Sebastiano M’ILLUMINO DI MENO: LE OPERE DI LORENZO LOTTO PROTAGONISTE Campagna promossa dalla Rai con “Caterpillar” La città di Jesi aderisce anche quest’anno a “M’illumino di meno”, la campagna promossa dalla trasmissione radiofonica Rai “Caterpillar” per sensibilizzare i cittadini su risparmio energetico e razionalizzazione dei consumi. Questa edizione, la decima, avrà un tema particolare: la cultura. I conduttori di Caterpillar hanno infatti invitato i musei a mostrare simbolicamente il proprio amore per il pianeta spegnendo brevemente le luci su un capolavoro, eventualmente illuminandolo a Led o con altre tecniche intelligenti, per sottolineare il legame tra cultura e sostenibilità ambientale, fondamentale per contribuire a cambiare lo stile di vita dei cittadini e per trovare, tramite il risparmio energetico, nuove risorse economiche. Ed è proprio in forza a questa idea, che l’assessore all’ambiente Cinzia Napolitano ha organizzato insieme al Polo Culturale cittadino, un’iniziativa del tutto originale: una visita guidata, speciale e gratuita, presso la Pinacoteca civica di via XV settembre per ammirare i capolavori di Lorenzo Lotto con un’illuminazione a bassa intensità. L’appuntamento è fissato per venerdì 14 febbraio, giorno indicato per “M’illumino di meno”. Dalle ore 18 e con rotazione costante, i cittadini sono invitati ad entrare in Pinacoteca, muniti rigorosamente di una torcia elettrica. Qui li atten- derà il personale del Polo Culturale che mostrerà loro, con una vista guidata, le stanze lottesche dove sono custodite cinque importanti opere dell’artista veneziano: la pala di Santa Lucia, la Deposizione, l’Annunciazione, la Madonna delle Rose, la Visitazione. Ma non sarà solo Lorenzo Lotto il protagonista di “M’illumino di meno”. Perché, per ampliare la risonanza del messaggio sull’importanza di risparmio energetico e razionalizzazione dei consumi, l’Amministrazione comunale spegnerà per un’ora, dalle ore 18 alle ore 19, l’illuminazione pubblica lungo l’intero Corso Matteotti, piazza della Repubblica, piazza Indipendenza e piazza Spontini. www.citroen.it A FEBBRAIO NUOVA CITROËN C3 5 PORTE: - TUA DA 9.490 EURO. - TUA A 99 EURO AL MESE CON MANUTENZIONE PROGRAMMATA INCLUSA. - DOPO 2 ANNI SEI LIBERO DI SOSTITUIRLA CON UNA NUOVA, TENERLA O RESTITUIRLA. TAN 3,99%, TAEG 8,39%. TI ASPETTIAMO XXXXXXXXXXXXXXXX. CRÉATIVE TECHNOLOGIE Consumo su percorso misto: Nuova Citroën C3 1.4 VTi 95 GPL/Benzina (uso a GPL, con Cerchi in lega) 8,2 l/100 Km – (uso Benzina, con Cerchi in lega) 5,9 l/100 Km. Emissioni di CO2 su percorso misto: Nuova Citroën C3 1.4 VTi 95 GPL Airdream (uso Benzina, con Cerchi in lega) 136 g/Km – (uso GPL, con Cerchi in lega) 129 g/Km. 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TAN (fisso) 3,99%, TAEG 8,39%. La rata mensile comprende i servizi facoltativi IdealDrive (Manutenzione Ordinaria Programmata 24 mesi/20.000 Km, importo mensile del servizio € 22,64) e Azzurro Classic (Antifurto con polizza furto e incendio – Prov. VA, importo mensile del servizio € 14). Offerte promozionali riservate a Clienti non Business. Informazioni europee di base sul credito ai consumatori presso le Concessionarie. Salvo approvazione Banque PSA Finance - Succursale d’Italia. Offerta valida fino al 28/02/2014. La foto è inserita a titolo indicativo. XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX [email protected] 1 31/01/14 11.29 14 v JESI IL PALAZZO E DINTORNI oce della v allesina ATTUALITÀ 16 FEBBRAIO 2014 È USCITO A FINE DICEMBRE IL PERIODICO DEL COMUNE Castelplanio informa e ricorda Pittori Un esempio da imitare Domenica prossima, 16 febbraio, il Particollegarsi con Forza Italia nelle prossime eleto Democratico delle Marche chiama i suoi zioni politiche, ma chiede le primarie nella iscritti (e quanti, non iscritti, purchè condiscelta del futuro candidato premier. Non mi vidano i principi che animano il partito), a interessa come finirà la richiesta. Mi interessa molto, come cittadino, che il metodo votare per la scelta del segretario regionale, attuato dal Pd ai diversi livelli – comunale, cioè per la carica più importante del partito regionale e nazionale – si espanda sempre di nelle Marche. Come sempre, quando si tratta di scelte di responsabilità ad alto livello, più come ulteriore garanzia di democraticità polemiche e dibattiti interni ed esterni non dei partiti. mancano mai. Né potrebbe essere diversaMerita attenzione anche il metodo Grilmente. Che poi, questa volta, al punto in cui lo – quello della Rete – in forza del quale gli sono le cose, si arrivi o meno a votare domeiscritti possono essere rapidamente consulnica prossima o, per i noti motivi, si rinvii a tati ed esprimere un loro parere. Un metodo data da destinarsi, lo si vedrà. che, del resto, è stato quello con cui Grillo Ma a me in questa sede non interessano né i ha scelto gli attuali parlamentari del M5S. candidati che si presentano, né il partito in Ma rispetto al metodo delle primarie tipo Pd, quanto tale. Invece mi interessa molto il metodo che questo partito sta portando avanti non da oggi: quello delle primarie o delle elezioni dirette sia da parte degli iscritti che dei simpatizzanti. Non si tratta solo di metodo democratico, ma Candidati alla segreteria del Pd marchigiano sono Gianluca Fioretti, di metodo che tende ad in- sindaco di Monsano e Francesco Comi, consigliere regionale vestire – e ad ogni occasione che si presenta: l’ultima è stata appena l’8 pecca di limiti non indifferenti: è aperto rigidamente ai soli militanti di Cinquestelle, è dicembre scorso, di carattere nazionale - la promosso e coordinato esclusivamente da un responsabilità e la partecipazione di ampie solo vertice, non appare sempre controllabile sfere di cittadini. Soprattutto puntando non e cristallino nel suo svolgimento e nei risultasolo sui militanti – che del resto in tutti i partiti sono sempre di meno – ma su quanti senti perché manovrato da una sola fonte. tono la responsabilità di dire la loro di fronte Conclusione. Ogni metodo che in qualche a scelte che, volenti o nolenti, andranno ad modo invita i cittadini ad esprime il loro parere, è sempre un metodo utile per la demoincidere anche sulla loro vita privata, magari crazia, purchè l’elettore si senta e sia libero senza che mai se ne accorgano direttamente. e informato. Senza mai dimenticare che ogni È un metodo così valido – porte aperte alla metodo può prestarsi a strumentalizzazioni, partecipazione volontaria di tanti – che altri se è vero, come è vero, che Mussolini ed Hitpartiti o lo stanno imitando o lo stanno chiedendo. L’ultima e la più clamorosa richiesta, ler sono andati al potere “democraticamente” (seppure con l’aiuto determinante della in tal senso, è del vice presidente del governo Angelino Alfano nella sua qualità di presiviolenza. E dico poco!). dente del Nuovo Centro Destra che intende v.m. È uscito a fine dicembre Castelplanio informa, il periodico del Comune a diffusione gratuita diretto da Adriano Santelli. Il giornalino viene recapitato a casa delle famiglie Notiziario quadrimestraledel delComune Comune di Castelplanio a diffusione gratuita Notiziario quadrimestrale di Castelplanio a diffusione gratuita residenti a Castelplanio e a tutte le aziende Notiziario periodico del Comune di Castelplanio 2010 a diffusione gratuita AnnoII II- -n. n. - Maggio/Agosto Anno 11 - Maggio/Agosto 2010 Anno V - N. in 1 -Abbonamento Dicembre 2013 Poste s.p.a.- -Spedizione Spedizione Postale - 70% - CN/AN Poste Italiane Italiane s.p.a. in Abbonamento Postale - 70% - CN/AN Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70% - CN/AN ed esercizi commerciali operanti nel terriPRIMO PIANO ININPRIMO PIANO torio. Offrireservizi servizia acosti costi equi e sostenibili Offrire equi e sostenibili Luciano Pittori didiLuciano Pittori In questo numero la copertina - listata a lutQuimaggioranza maggioranza Qui Emore Costantini to - riporta una bella immagine istituzionadidiEmore Costantini Quiopposizione opposizione Qui le del sindaco Luciano Pittori, deceduto lo Emanuela Merli didiEmanuela Merli scorso luglio, ripreso alla sua scrivania di “Eccoperché perché sono dimesso” “Ecco mimi sono dimesso” Alessandro Novelli didiAlessandro Novelli lavoro, con testimonianze del vicesindaco La scuola scuolamedia media torna capoluogo La torna nelnel capoluogo Luciano Pittori didiLuciano Pittori Emore Costantini e del direttore Santelli, inApprovato il bilancio 2010 Approvato il bilancio 2010 Michele Pompili tegrate dal ricordo affettuoso dei dipendenti didiMichele Pompili EVENTI EVENTI comunali dedicato al loro sindaco. 14luglio luglio ore 21,30 14 ore 21,30 C’è poi un articolo sulla visita a CastelplaConcerto Badia Concerto in in Badia 15-18 luglio 15-18 luglio nio della presidente della Camera On. LauSagradella dellacrescia crescia panaro Sagra sulsul panaro ra Boldrini alla Comunità Oikos di don Dal1717luglio luglio mostra Dal mostra “Laseconda secondachiave chiave comò mio” “La deldel comò mio” Giuliano Fiorentini presso l’Abbazia di San www.comune.castelplanio.an.it www.comune.castelplanio.an.it Benedetto de’ Frondigliosi. Oltre ai consueti interventi della maggioranza e dell’op- Sociale “Il Castello”, banda L’Aurora, ecc.), ai posizione consiliare, il giornalino riporta dati e ai numeri dell’Ufficio Servizi Sociali e contributi sul Centro Ambiente il Quadri- Demografici-Anagrafe Servizi al Cittadino e a foglio sito in località Pozzetto, che interessa tutte le informazioni, anche sportive, che ri11 Comuni della Vallesina con Castelplanio guardano il territorio comunale. capofila. Da segnalare, infine, il resoconto della preViene anche riportata la notizia del premio sentazione del libro “I palloni de Castello” nazionale assegnato presso l’Hotel Quiri- dell’autore dialettale Aldo Calderigi, con nale di Roma da Legambiente a Castelpla- l’omaggio di poesie inviate a Papa Francesco nio comune “riciclone”, leader del Centro dallo stesso Calderigi e la puntuale, inatteItalia nello smaltimento di RAEE (Rifiuti di sa, emozionante risposta della Segreteria di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), Stato della Città del Vaticano accompagnata riconoscimento da condividere con tutti i co- dalla Benedizione del Sommo Pontefice. “Castelplanio informa” si può comodamente muni associati. Ampio spazio, inoltre, alle attività delle nu- leggere e sfogliare dall’home page del sito del merose associazioni cittadine (AICU, Diletta Comune di Castelplanio www.comune.caOnlus, Croce Rossa, Protezione civile, Centro stelplanio.an.it Il comune di Castelplanio ha indetto un Bando di concorso per la realizzazione di un’opera d’arte per la scuola elementare “Anna Frank”. Premio “Luciano Pittori”. L’importo per sostenere la spesa per l’opera d’arte ammonta ad Euro 10.000 con Iva se dovuta. Scadenza ore 13 del 20 febbraio 2014. Per prendere visione del bando e degli allegati, accedere al sito web ufficiale del Comune: http://www.comune. castelplanio.an.it I GEOMETRI DEL CUPPARI 1978 SI INCONTRANO CONTATTATI DALL’AMERICA A 35 anni dal diploma Grande festa per i Geometri del “Cuppari” diplomatisi nel 1978 che hanno festeggiano i 35 anni dalla maturità. Grazie a una mailing-list gestita direttamente dalla Stanford University California USA, tutti gli ex alunni sono in stretto contatto tra loro e il 9 agosto si sono incontrati al Beach Bar di Senigallia un po’ più “maturi” ma con lo stesso spirito di sempre. C’erano proprio tutti ad eccezione di pochi assenti giustificati: anche il maestro prof. Giancarlo Aquilanti, insegnante alla Stanford University California Usa e compositore, è arrivato dall’America per festeggiare insieme ai suoi “vecchi” compagni di classe la ricorrenza dei trentacinque anni dal diploma di Geometra conseguito presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “P. Cuppari” di Jesi. Sì, perché anche Giancarlo Aquilanti prima di essere un compositore e insegnante, si è diplomato Geometra al Cuppari di Jesi, così come l’ing. Giandomenico Ambrosi che attualmente insegna Costruzioni ai Geometri del Cuppari, anche l’arch. Enrico Uncini insegna fisica alle scuole secondarie di primo grado, poi c’è anche Giancarlo Graidi affermato architetto e tanti altri geometri liberi professionisti o dipendenti di Enti pubblici o privati che hanno partecipato a questa sorta di “rimpatriata” dei Geometri. stretto Scolastico 8), Corallini Nicola (libero professionista), Fabrizi Stefano (libero professionista), Gigli Stefano (dipendente CartaSi Milano), Graidi Giancarlo (architetto libero professionista), Lucaioli Fabrizio (libero professionista), Massei Giuseppe (Agente AMC Italia), Omenetti Claudio (dipendente Ufficio Tecnico del comune di Maiolati Sp.), Santoni Paolo (titolare della Ferramenta Santoni Jesi), Rinaldi Vincenzo (tecnico del Gruppo Cava Gola della Rossa), Romualdi Franco (dipendente del comune di Maiolati Sp.), Tiberi Roberto (dipendente UT Comune di Jesi), Uncini Enrico (architetto libero professionista e insegnante). Si è diplomato in con questa classe anche lo scomparso Valeriano Valeri (già tecnico della ditta Tecniconsul e libero professionista) al quale è andato il saluto di tutti i suoi compagni di classe. La classe VA Geometri del 1978 era così composta: Alessandrini Moreno (ora dipendente del Ministero delle Finanze), Ambrosi Giandomenico (ingegnere libero professionista e insegnante al Cuppari), Aquilanti Giancarlo (docente alla Stanford University e compositore), Bartoloni Renzo (ispettore sanitario), Carloni Giuliano (tecnico alla Cava Mancini), Ciccarelli Landino (dipendente Ufficio Tecnico del Comune di Jesi), Ciccarelli Oriano (libero professionista), Coppa Enrico (dipendente Ufficio Tecnico del comune di Un’annata molto prolifera per il Castelplanio e presidente del Di- “Cuppari” che è uno degli Istituti più quotati della città Pergolesiana. C’erano proprio tutti all’appello, a parte pochissimi assenti giustificati (Graidi e Lucaioli) Una rimpatriata molto allegra dove sono stati ricordati i momenti più buffi e le situazioni più divertenti del periodo scolastico. Particolarità di questa classe è sempre stato l’affiatamento di tutti i componenti sia durante il periodo scolastico che dopo. Infatti non si sono mai persi di vista e negli ultimi tempi è stata addirittura creata una mailing list che tiene ancora più uniti tutti i suoi componenti. Dopo cena è partito l’arrivederci a presto per ricordare ancora quei bellissimi 5 anni trascorsi insieme. Enrico Coppa Nella foto allegata riconosciamo, da sinistra accasciati: Rinaldi, Tiberi, Aquilanti, Carloni, Uncini e Ambrosi; in piedi da sinistra: Omenetti, Santoni (dietro), Fabrizi, Romualdi (dietro), Ciccarelli Oriano, Coppa (dietro), Ciccarelli Landino, Corallini, Gigli (dietro), Bartoloni, Alessandrini e Massei SPORT E TEMPO LIBERO 16 FEBBRAIO 2014 MAGGIOLI DELLA FILENI BASKET TRA I BANCHI DI SCUOLA v oce della v allesina 15 BASKET LEGA GOLD NUOVA INIZIATIVA AL MINI-BASKET Perché domenica hai giocato male? La Fileni Bpa ospita Casale al PalaTriccoli I 250 alunni delle 10 classi della scuola primaria Monte Tabor di Jesi hanno incontrato Michele Maggioli, a conclusione di un percorso di quattro lezioni di Basket offerti alla scuola dall’Aurora Basket Jesi. L’entusiasmo dei bambini ha travolto il capitano della Fileni Basket che ha ascoltato e ha soddisfatto le curiosità dei bambini rispondendo con disponibilità e simpatia alle loro domande anche “scomode” (perché domenica hai giocato male e hai fatto pochi punti?). L’incontro è avvenuto venerdì 31 gennaio, a gruppi di due classi alla volta, nella palestra della scuola diretta dalla dott. ssa Rosa Meloni. Sia l’incontro con Maggioli sia l’intero progetto basket, realizzato La trasferta in terra siciliana si è rivelata amara per la Fileni Bpa, che domenica scorsa a Trapani ha incassato una nuova sconfitta: 77 a 65 il risultato finale per i padroni di casa. Agli jesini, privi degli infortunati Rocca e Goldwire, non erano bastati i 18 punti di Miglori ed i 16 di Jukic per cogliere il primo successo esterno. Giovedì 6 gli arancio-blu erano tornati alla vittoria davanti al proprio pubblico battendo il Brescia per 95 a 93 dopo un tempo supplementare. Il turno infrasettimanale aveva offerto emozioni agli oltre duemila del PalaTriccoli: dopo una grande rimonta la Fileni si era imposta nell’overtime grazie ad un superlativo Borsato. “Questa è la vittoria del cuore, voluta e desiderata anche quando tutto sembrava impossibile – aveva detto a fine partita il tecnico Piero Coen (nella foto di Candolfi) – I ragazzi sono stati straordinari e la ricorderò per sempre anche per difficili condizioni in cui ci siamo trovati”. La classifica dopo il sesto turno di ritorno: Trento, Torino 30; Capo D’Orlando 28; Veroli, Verona, Barcellona, Biella, Trapani 24; Brescia 22; Casale dagli allenatori del settore giovanile Christian Consolani e Lorenzo Severini, sono stati momenti formativi importanti di trasmissione dell’importanza dello sport come veicolo di socializzazione e di diffusione di valori sociali ed educativi. NEL NOSTRO TERRITORIO CON MARIA SONIA BALDONI Alla riscoperta delle erbe selvatiche Tra le più belle novità della predicazione attenta di Papa Francesco è la rinnovata attenzione al creato, al mondo che ci circonda visto nuovamente come un dono di Dio e non più come una risorsa da spremere. Amare la natura, conoscerla per utilizzarne le grandi potenzialità e le sue immense proprietà è uno dei regali più belli che ci hanno fatto. Lo studio e il recupero delle tradizioni passate, come saper riconoscere le erbe spontanee ad uso alimentare, avere le nozioni delle loro proprietà curative, mediche e paramediche, è un’attività impegnativa ma che merita di essere intrapresa perché parte fondamentale della nostra storia. È quanto sta facendo da anni e con successo Maria Sonia Baldoni. La sua storia è diventata un libro, La Sibilla delle Erbe, che racconta la sua attività di recupero delle tradizioni, di studio del territorio e di divulgazione della sua conoscenza, nel caso specifico a Capracotta, nel Molise più remoto. Leggendo quelle pagine si capisce come il lavoro di Maria Sonia non sia solo preparare tisane o conoscere i segreti delle erbe officinali, ma è come farsi trasportare dentro la natura, è un viaggio non solo di conoscenza esteriore, ma anche e soprattutto di noi stessi. Maria Sonia Baldoni ama raccontare la sua vita, il suo amore verso la natura (anche grazie al figlio che è Guardia Forestale) e organizza da tempo una serie di incontri, conferenze e lezioni su questo tema, con una passione ed una competenza che affascinano. A vent’anni accompagnava la suocera a raccogliere le erbe nei campi e da quell’esperienza ha imparato molto, tanto da voler perseguire un suo ideale. Non bisogna pensare però che sia un’esperienza astratta, Maria Sonia predilige gli aspetti pratici del suo lavoro e l’approccio concreto alla sua attività. Fu chiamata in Molise, in una terra in cui i giovani avevano pochissime possibilità lavorative, per dare un’alternativa nuova a quella generazione a cui spesso viene tolto il futuro. Lo studio e il recupero delle tradizioni di un territorio non è sola conoscenza ma può essere il motore di attività nuove e di nascenti possibilità anche lavorative, soprattutto in una zona come la nostra che è ricca ma sconosciuta, come uno scrigno nascosto che aspetta di essere aperto. Attualmente Maria Sonia sta tenendo una serie di corsi sul riconoscimento delle erbe delle quattro stagioni, promosso dall’Associazione Opere Caritative Francescane, presso la Casa Alloggio “Il Focolare” in località Camerano. Ilaria Stronati Monferrato, Ferentino, Napoli 20; Fileni Bpa Jesi 16; Trieste 14; Forlì 12; Imola 2 punti. Oggi, domenica 16 febbraio, al PalaTriccoli arriva il Casale Monferrato (ore 18), compagine in lotta per entrare nei play-off. Punti di forza della rosa allenata dal tecnico Griccioli sono l’ex jesino Casini ed il giovane Martinoni. All’andata finì 86 a 76 per i piemontesi. Da qualche settimana è partito il progetto che coinvolge i bambini del mini-basket dell’Aurora ed i giocatori della prima squadra, che per un pomeriggio si sono scoperti allenatori. L’iniziativa durerà fino al termine della stagione. Giuseppe Papadia L’UNDER 14 JESINA CONTRO L’UNDER 15 DELLA CAPITALE SERBA Il Partizan Rugby di Belgrado a Jesi A Jesi gli amici serbi del Partizan Rugby di Belgrado, categoria Under 15, in tour sportivo - turistico nelle Marche. I giocatori hanno affrontato i pari età di Jesi la sera del 10 febbraio: per i nostri ragazzi una formidabile occasione di incontro con una realtà sportiva di una grande città come Belgrado, sia sul campo che nel tradizionale terzo tempo. Un episodio di amicizia sportiva e di accoglienza alle squadre che vengono da lontano, ma anche di gran valore espresso sul campo, dove combattività e lealtà hanno reso veramente divertente ed appassionante il match. Il risultato è stato favorevole al Partizan per 34 a 5, dovuto ad una superiorità fisica che però è stata affrontata con orgoglio, capacità tecnica e combattività dalla Under 14 jesina. La squadra nostrana ha dimostrato al proprio pubblico ed ai cugini belgradesi le qualità che la rendono attualmente una delle migliori squadre di categoria delle Marche. Al termine del terzo tempo i dirigenti del Partizan hanno offerto al Rugby Jesi di ospitare i ragazzi in un tour analogo a Belgrado, che sarà presto organizzato. MOIE. IL 15 E 16 FEBBRAIO INAUGURA IL CAMPO “GRANDE TORINO” CON LA PARTECIPAZIONE DI ERALDO PECCI, EX GIOCATORE DEL TORINO Due giornate per lo sport etico che educa alla libertà e all’autonomia Sabato 15 e domenica 16 febbraio inaugurazione del campo da calcio “Grande Torino” a Moie, dopo i recenti lavori di intervento sulla struttura, organizzata dal Comune di Maiolati Spontini e dalla Fondazione “Gabriele Cardinaletti”, in collaborazione con Vallesina City, A.S. Moie, Nuovo Sport Giovani-osservatorio nazionale dello sport giovanile, Club Panathlon Jesi. Questo il programma delle due giornate: sabato 15 alle 17.30, presso la Biblioteca La Fornace, sottoscrizione della dichiarazione del Panathlon sull’etica dello sport, con l’intervento di Lamberto Pro- ietti Mosca, presidente del Club Panathlon di Jesi. Seguirà il convegno sul tema: “Lo sport che educa alla libertà e all’autonomia”, a cura della Fondazione Gabriele Cardinaletti. Sono previsti gli interventi di Andrea Cardinaletti-presidente della fondazione, Giancarlo Carbini e Sandro Grizi- rispettivamente sindaco e assessore allo sport di Maiolati Spontini, Vincenzo Prunelli-medico e referente della commissione culturale presso Panathlon, Sergio Vatta-allenatore giovanili F.C.Torino, Giovanna de Marco-dottore di ricerca in psicologia delle emozioni, Carla Maroso- vedova del leggendario Virgilio Maroso, terzino sinistro del grande Torino. Domenica 16 ritrovo alle 10, nel piazzale antistante il campo “Grande Torino” in via Pesaro, per la cerimonia di inaugurazione, con la partecipazione di Eraldo Pecci (ex giocatore del Torino e della Nazionale). Interverranno autorità e rappresentanti del mondo dello sport. La banda musicale “L’Esina” proporrà intermezzi musicali. I lavori di intervento al campo, nuovi spogliatoi con servizi e copertura in manto sintetico in sostituzione di quella in terra battuta, sono stati realizza- ti da fine agosto a novembre 2013. «Era diventata inderogabile – hanno affermato il sindaco Giancarlo Carbini e l›assessore allo Sport Sandro Grizi - la necessità di adeguare l’impianto per consentire alle numerose squadre giovanili di potersi allenare e giocare in un campo adeguato. Urgente anche l’ampliamento degli spogliatoi, per consentirne l’utilizzo a più squadre contemporaneamente. Il tutto non solo per agevolare e rendere più adeguata la pratica dello sport, ma anche per rispondere alle giuste attenzioni dei genitori». t.t. 16 v oce della v allesina ESPERIENZE 16 FEBBRAIO 2014 SOLIDARIETÀ AL DUOMO PER LA FESTA DI SAN MARTINO: UN TEMPO CONDIVISO CON LE RELAZIONI E LE STORIE Come nella vita con quesiti complessi da rebus Sabato 9 novembre oltre cento persone, di varie età ed etnie, hanno trascorso il pomeriggio nel centro storico di Jesi, hanno cenato insieme, giocato una lotteria ed assistito a brevi spettacoli sulle tradizioni popolari. Chissà se qualcuno ricorda la festa di San Martino di trent’anni fa, quando non c’era ancora la “festa dei cornuti” , e il giorno dopo, “delle cornute”, con cena divisa per sessi! In onore di San Martino, soldato romano che donò la sua cappa ad un misero, e del vino nuovo, simbolo eucaristico, il Masci 2 (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) con la magistra, la responsabile Paola Scaloni, ha organizzato una “caccia” a tema, il cui tesoro era la solidarietà. Non una corsa, né una gara per arrivare primi, ma conoscere e condividere relazioni, attraverso luoghi e persone. Il tesoro c’era per tutti: la soddisfazione di vincere sfide linguistiche, di pensiero e di gioia, per i bambini partecipanti dei regalini. I quattro gruppi erano guidati ognuno da uno scout adulto e avevano un colore: arancione era il gruppo dei bambini, giallo quello degli adolescenti, blu gli amici adulti e verde un gruppo di giovani genitori e figli. Tutto sotto le grandi ali della Parrocchia del Duomo, la “Chiesa madre”, o “Ecclesia madre”, così la denominavano nel ‘700. Con le parole di papa Francesco, “Chiesa”, dal greco ekklesia, significa “convocazione”: Dio ci convoca, ci spinge ad uscire dall’individualismo, dalla tendenza a chiudersi in se stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia! Con questo spirito il Masci2 ha convocato in teoria tutti, in pratica le persone che hanno condiviso un po’ del loro tempo e con chi nella comunità da secoli ne conserva lo Spirito. Ogni gruppo aveva un percorso stabilito con tappe simili: ha visitato un palazzo (ringraziamo i privati avv. Avitabile e dott. Butini e per il pubblico il Museo Diocesano e la Pinacoteca Civica), dove la conservazione artistica è di per sé solidarietà; ha incontrato una persona anziana, che sta in casa e non si può muovere; ha partecipato a un’attività lavorativa solidale e si è fermato a riflettere in una chiesa (Cattedrale, San Pietro, Santuario delle Grazie e Chiesa dell’Adorazione) dove la solidarietà si fa contemplazione, preghiera. Per trovare questi luoghi era necessario risolvere rebus e ascoltare chi se ne fa carico, un po’ come nella vita quando dobbiamo risolvere quesiti a prima vista insolvibili. Attraverso passaggi scanditi da buste e messaggi ogni gruppo ha scoperto chi un organo, strumento di linguaggio universale, chi un altare mai osservato prima, chi una statua, chi una cappella (nome che deriva proprio dalla cappa di Martino, custodita in un luogo da allora cosiddetto) e hanno acceso una candela per meditare. Nella sua libreria Gatti ci ha letto una storia sul valore del lavoro in senso completo come arte, poesia che salva, alla Bottega del Mondo, Mercato Equo e So- lidale, abbiamo scoperto come la solidarietà possa diventare economia di beni, l’inventore fu l’allora giovanissimo Frans Van der Hoff, olandese, messicano d’adozione, poi sacerdote. Nel PERCORSO DEL FUOCO E DELLA MISURA, museo di antichi mestieri in bicicletta e di pratiche attinenti il fuoco, l’ing. Borocci ha fatto vedere come trasuda di solidarietà la vita vissuta e nella bottega di Palmiro chiunque può avere in prestito e usare un attrezzo. La solidarietà ha raggiunto vette di bellezza nei piani alti di palazzo Colocci, e nel pozzo di palazzo Ghislieri, che ci ricorda come l’acqua venisse gestita in comunità come bene preziosissimo. Al Museo Diocesano (palazzo Ripanti vecchio) e nella Pinacoteca Civica (palazzo Pianetti nuovo) le spiegazioni sono state profonde e con domande intelligenti la solidarietà è emersa dal cuore dei visitatori. Salomone, il re giusto, per decidere chi fosse la madre di un bambino conteso fra due donne, decide di spaccarlo a metà. A quel punto la madre vera grida di darlo all’altra donna purché sia salvo. Chi esprime solidarietà? Ha domandato il diacono Randolfo Frattesi, guida al Museo Diocesano, la madre che rinuncia al proprio figlio, hanno risposto i bambini. Alla Pinacoteca, la nostra guida, sig. Mosca, ha mostrato la solidarietà di Enea, che si carica sulle spalle il padre e il popolo per salvarli dalle distruzioni della guerra, ha mostrato Lucia, la ragazzina della predella e della grande pala di Lorenzo Lotto, a lei dedicata dalla Confraternita ospedaliera di Jesi, che decide di donare il suo patrimonio ai poveri, è l’atto della sua condanna. Impensabile, per la mentalità di un pagano dell’antica Roma, rinunciare al patrimonio, era una sfida alla potestà del pater familias! L’ospitalità è la forma della solidarietà nelle case, fa aprire le porte, in Romania, e anche al Circoletto, due rumene in abiti tradizionali ci hanno offerto una ciambella di un pane speciale a forma di treccia, venuto apposta da là per noi, che si insaporisce nel sale e si beve con un po’ di vino, nella soglia dell’uscio, pregustazione del vino divino di cui nostro Signore ci ciba e poi hanno cantato per noi. La serata è continuata con la lotteria e con le danze peruviane, simili al nostro saltarello. Che dire della giovanissima bengalese che, attraverso le immagini del Bangladesh, ci ha raccontato della terribile guerra che ha fatto trentamila morti del suo popolo, per conservare l’uso della loro lingua? Per finire una carrellata di immagini e di musiche albanesi… con l’eroe albanese, il principe cristiano Skanderbeg… con gioia e serenità abbiamo bevuto il vino nuovo della solidarietà. Luigina Lampacrescia