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Anno 61° - N. 5 settimanale della Diocesi di Jesi
www.vocedellavallesina.it
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
11 FEBBRAIO 2013: LE DIMISSIONI DEL PAPA BENEDETTO
Una decisione profetica
“Oggi vi invito a pregare insieme con me
per Sua Santità Benedetto XVI, un uomo
di grande coraggio e umiltà”. È il tweet lanciato da Papa Francesco l’11 febbraio, nel
giorno in cui ricorre il primo anniversario
dell‘annuncio di Benedetto XVI sulla sua
rinuncia al ministero petrino. È stato lo
stesso Benedetto XVI, con un annuncio in
latino pronunciato durante il Concistoro, a
dare la notizia che ha dato luogo - evento
senza precedenti nella storia della Chiesa - alla presenza, in Vaticano, di un Papa
regnante e di un Papa emerito. “Dopo aver
ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio - aveva detto un anno fa
Benedetto XVI per spiegare ‘una decisione
di grande importanza per la vita della Chiesa’ - sono pervenuto alla certezza che le
mie forze, per l’età avanzata, non sono più
adatte per esercitare in modo adeguato il
ministero petrino. Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da que-
stioni di grande rilevanza per la vita della
fede, per governare la barca di san Pietro e
annunciare il Vangelo, è necessario anche il
vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore
che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in
modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero
a me affidato”. Il pontificato di Benedetto
XVI è terminato il 28 febbraio, il 13 marzo
è stato eletto al soglio di Pietro Jorge Mario
Bergoglio.
«Il suo gesto profetico, quello non di abbandonare la nave e di ritirarsi su di un’isola fantastica e degna del paese di Bengodi, ma di
cederne il timone perché lo Spirito potesse
soffiare con più vigore sulle vele tese, si rivela, di giorno in giorno sempre più pervaso
dell’unzione dello Spirito stesso». Così Cristiana Dobner riflette in un editoriale per il
Sir sulle dimissioni di Papa Benedetto XVI,
che proprio un anno fa annunciò di voler
abbandonare la guida della Chiesa.
DOMENICA 16 FEBBRAIO 2014
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
APPUNTAMENTI AL MUSEO DIOCESANO PER IL 15 E 16 FEBBRAIO
Giornata dei Musei Ecclesiastici
Il Museo diocesano di aderisce alla Giornata Nazionale dei Musei Ecclesiastici proponendo un’apertura straordinaria e un’iniziativa legata al San Valentino: in occasione
della festa degli innamorati, nelle due giornate di sabato 15 e domenica 16 febbraio, dalle 17 alle 20, sarà possibile visitare
un’esposizione sul tema del “più bel canto”,
il Cantico dei Cantici, il libro della Bibbia
considerato una vetta poetica della letteratura universale e uno straordinario inno
all’amore. Le opere in mostra, interpretazioni visive e contemporanee della storia di
un amore umano che diventa simbolo del
più grande amore divino, sono una selezione di quelle donate al museo in occasione
della IV edizione della Rassegna Biblia Pauperum. Ai visitatori verrà data la possibilità
di “votare” i pezzi che preferiscono; le opere che otterranno maggiori apprezzamenti
entreranno di diritto a far parte della nuova
sezione di arte contemporanea del museo,
in riallestimento. Nel pomeriggio di domenica sarà inoltre possibile partecipare a visite guidate gratuite alla collezione antica,
con partenza alle 17:30 e alle 18:30.
Giunta alla seconda edizione, la Giornata
Nazionali dei Musei Ecclesiastici pensata dall’AMEI –Associazione Nazionali dei
Musei Ecclesiastici, rappresenta una straordinaria occasione per far scoprire la ricchezza e l’interesse di questa realtà museale
italiana ancora oggi poco conosciuta e soffocata da un’immagine di polverosità e noia
ben lontana dalla realtà. Le date del 15 e 16
febbraio sono state scelte nella ricorrenza
del Beato Angelico, patrono degli artisti,
che l’Associazione ha assunto come simbolo
tutelare.
L’ingresso è libero e gratuito. Per informazioni: 0731.226749, [email protected] o Facebook Museo diocesano a Jesi.
LA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA SI VA COMPLICANDO SEMPRE DI PIÙ SIA PER OBBIETTIVE DIFFICOLTÀ SIA PER I PERSONALISMI
L’Italia ora ha solo bisogno di vera intesa tra Letta e Renzi
E chi non capisce che, dopo quattro anni
di crisi politica ed economico-sociale,
l’intesa tra il governo e il partito di
maggioranza che del governo esprime
la massima responsabilità, deve essere
al massimo grado? Cioè il tracciato programmatico espresso dal Partito democratico e l’azione concreta del governo
devono muoversi di pari passo? Trattasi
di pura ovvietà. E allora perché tanta tensione tra Pd e governo? Alla base
sembra esserci da una parte il dinamismo di Renzi che, come da suo preciso
dovere, sta tracciando le riforme fondamentali da portare avanti, e dall’altra
una certa reale o fittizia pigrizia del governo nella loro attuazione.
Ma le cose stanno veramente cosi? No
signori!
La riforma della legge elettorale, prima delle quattro o cinque fondamentali
all’ordine del giorno di Renzi e della nazione, sta dimostrando che si può camminare con passo abbastanza sollecito
– ammesso che riesca ad andare fino in
fondo – nonostante il gravame procedurale che lega l’azione parlamentare. E
bisogna procedere, per il programma
che ci attende, con il metodo seguito
con la prima riforma in itinere. Cioè il
partito di maggioranza tracci il solco e
prepari il piatto da presentare al parlamento per il dibattito, le correzioni,
l’intesa fra le forze politiche che reggono il governo e, possibilmente, anche
fra altri partiti. È un metodo questo,
che rende, perché da una parte c’è la
pressione che viene da idee rivisitate e
rafforzate dal consenso popolare delle
primarie di due mesi or sono, dall’altra
è presente l’apparato governativo e un
parlamento sufficientemente aperti – al
momento – nel recepire ed elaborare
riforme scandalosamente in evidenza
anche da decenni.
Si dirà: ma c’è concorrenza tra i due
vertici Letta e Renzi. Insomma, c’è
Renzi che, per sua eterna aspirazione,
vuol fare le scarpe a Letta e conquistare la sospirata poltrona di palazzo
Chigi. Che l’entourage di Renzi possa
pensare o volere questo non stento a
crederlo, anche perché darebbe la stura all’invasione di poltrone ministeriali
da parte di imberbi politici. Ma credo
anche che il Sindaco di Firenze sia sincero quando afferma che, oggi, non è la
sua aspirazione quella di responsabile
di governo perché con Letta che riuscisse a stare al passo delle tante esigenze del momento, ci si può intendere
bene. Renzi è vero che è impaziente,
perché vede che il programma proposto
e super-urgente da portare avanti, va
un po’ a rilento. Ma è ancor più vero
che un eventuale cambio di guardia
al vertice darebbe le più grandi delusioni sia a Renzi che all’Italia. Perché?
Perché – lo sappia Renzi se ancora fida
soltanto sul suo entusiasmo e sulla sua
dinamica ed efficace presenza multimediale – l’elefantiaca macchina parlamentare gli presenterà sorprese ben
maggiori di quelle che sta presentando a Letta. Conquistare il vertice del
governo senza passare per le elezioni
porta male come ha portato male nel
passato. Ma soprattutto il suo salto
genererà ulteriori resistenze in un
maggior numero di deputati rispetto
a quelle che già si sono avute contro
Letta (una ventina di franchi tiratori!).
Conclusione. Renzi ha il compito – grazie al voto di tre milioni di italiani – di
ammannire un adeguato programma per
questa povera Italia che sia utile per una
ripresa alla pari delle altre nazioni europee. E prema pure sul governo. Letta ha
il dovere di trovare tutte le vie più rapide e adeguate per portare avanti quel
programma. Lo strumento governo non è
valido? Un piccolo rimpasto non farebbe
male. Ma guai a pensare ad una staffetta. Faremmo una frittata subito per
l’ovvio complicarsi delle cose. E, successivamente, raccoglieremmo l’amara
conseguenza di aver bruciato una straordinaria risorsa come quella di Renzi. Una
risorsa che va spesa al momento giusto,
con metodi appropriati. La gatta frettolosa fa sempre gattini ciechi.
E che Napolitano ci scampi da nuove
elezioni.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
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IL LIBRO DI AGNESE BORSELLINO CON SALVO PALAZZOLO
Ti racconterò tutte le storie che potrò
Il racconto di un amore durato tutta la vita
e la storia di una famiglia con i suoi volti,
che vivono nel tempo e nella memoria. I colori di una felicità vissuta tra difficoltà, sogni e speranze, inghiottita
da un’auto carica di tritolo
il 19 luglio 1992. Agnese
Piraino, vedova del giudice
Paolo Borsellino, nei mesi
precedenti la sua morte
avvenuta il 5 maggio scorso, ha rivelato al giornalista Salvo Palazzolo i suoi
ricordi segnati dall’amore
per un eroe civile, un uomo
innamorato della bellezza
e della semplicità, timido
e provocatorio, generoso e
indimenticabile. Un dono
per i tre figli e i sette nipoti, per i tanti che mantengono vivo il ricordo di Paolo Borsellino, per tutti gli italiani
che sognano, sperano e credono nei valori
della legalità e della giustizia, perché «non
bisogna mai smettere di sognare. Anche
se a volte è difficile.» Ti racconterò tutte le
storie che potrò (edizioni Feltrinelli): il titolo è tratto da una frase di Paolo Borsellino: «Alle feste – racconta la signora Agnese – guardavamo gli altri ballare. Lui rideva
come un matto, io protestavo. “Agnese, ma
tu perché stai con me? Io non ti do niente
di tutto questo. Non sono il tipo di marito
che torna a casa sempre allo stesso orario,
si mette le pantofole, si siede davanti al telegiornale e poi nel pomeriggio porta la
moglie in giro per una passeggiata. Lo sai
perché stai con me? Perché io ti racconto la
lieta novella.” La prima volta che me lo disse,
rimasi spiazzata. Mi misi a piangere. Erano
lacrime di felicità. Mentre lui continuava:
“Io ti sollecito, ti stuzzico, ti racconto la lieta novella che sta dentro tante storie di ogni
giorno. Ti racconterò tutte le storie che
potrò. Così il nostro sarà un romanzo che
non finirà mai, sino a quando io vivrò. La
lieta novella manterrà sempre fresco il no-
stro amore.” La lieta novella che mi raccontava ogni giorno era tutto per me. E anche
le giornate più pesanti diventavano allegre
con le sue parole.» Iniziano dalla sua giovinezza i ricordi di Agnese. Pagine di tenerezza: il
primo incontro con Paolo
nello studio di un notaio
amico comune, il matrimonio nel 1968, la nascita
dei figli, le vacanze insieme
e tanti momenti felici. E
poi le pagine di dolore, impregnate di domande: «Io
non cerco vendetta, voglio
sapere perché è morto il
mio Paolo. Non importa quanto ci vorrà, fosse
anche un’eternità. Io, di
certo, non vivrò abbastanza per conoscere la verità. Non importa. È
importante, invece, che i cittadini italiani
sappiano la verità. Tutti dovrebbero pretenderla a gran voce». Pagine di amarezza, con
il racconto dei giorni successivi alla strage
di via D’Amelio: «In quei giorni ero contesa da prefetti, generali e alti esponenti delle
istituzioni. Mi invitavano e mi sussurravano
tante domande. Su Paolo, sulle sue indagini, su ciò che aveva fatto dopo la morte di
Giovanni Falcone, sulle persone di cui si
fidava. Mi sussurravano domande dentro
quei saloni bellissimi pieni di gente importante. E mentre mi chiedevano mi sembrava come se mi stessero osservando, anche
se facevano altro: mangiavano una tartina,
sorseggiavano un prosecco, ascoltavano
il discorso dell’autorità di turno, o magari
danzavano. Ora so. Ora so perché mi facevano tutte quelle domande. Volevano capire
se io sapevo, se mi aveva confidato qualcosa
nei giorni che precedettero la sua morte. E
allora tante parole di mio marito mi sono
apparse chiare, chiarissime». Infine un appello alla verità: «Aprire gli archivi di Stato.
E guardarci dentro.»
Tiziana Tobaldi
A mia Madre
Grazie a te mamma io sono nata,
tu mi hai nutrito fino a oggi,
senza di te io sono un passero
in inverno senza nido.
Sotto la pioggia mi sento
in lacrime di acqua celestìa.
D’argento puro come te
che sei bella come una stella.
Alice
Alice Salvatori, 8 anni
Roma, novembre 2013
auguri agli sposi d’oro Giovanni e Anna
Auguri agli sposi d’oro Giovanni e Anna
Domenica 16 febbraio celebrano le nozze d’oro Giovanni Federici e Anna Filipponi; ringraziano il Signore insieme a familiari, parenti e amici nella Santa Messa
che sarà celebrata nella Chiesa Parrocchiale di San Marco a Castelbellino Paese alle 10 dove, giovani sposi, pronunciarono il loro “Sì”. L’augurio più sentito
da tutti noi per una lunga vita nell’amore
che li vede oggi tagliare questo splendido traguardo e nell’amicizia che abbiamo
la gioia e la fortuna di condividere!
Gli amici di Pianello Vallesina
CULTURA E SOCIETÀ
16 FEBBRAIO 2014
KIWANIS CLUB JESI PER I BAMBINI DI KIEV
In Ucraina disagi continui
Continua l’attività del
Kiwanis Club di Jesi a favore dei bambini ucraini.
Nel corso della Conviviale del 12 gennaio al ristorante “Le Stagioni” di San
Marcello, è stata consegnata alla prof.ssa Olena
Motuzenko dell’Università di Kiev, presidente
dell’Associazione Onlus
Nabat, la somma di 4.500
€ destinata all’ospedale
oncologico pediatrico di Kiev per l’acquisto di apparecchiatura elettromedicale.
«Questo progetto ci ha visti in prima linea,
assieme alla Nabat - spiega il presidente
del club Jesi Luca Allegrini - per garantire
mezzi diagnostici che, nell›Ospedale
Oncologico Pediatrico di Kiev, non
sarebbero stati mai forniti dal Governo
Ucraino e che sono indispensabili per
eseguire accertamenti nella diagnosi di
leucemie, sarcomi e tumori cerebrali.
Con la nostra prima donazione di due
anni fa di 5.000€ abbiamo dato il via
ad un susseguirsi di eventi benefici che
hanno permesso di superare questo
enorme disservizio. Proseguiamo con
questo secondo Service di 4.500€,
affinché i bambini malati possano essere
sottoposti a protocolli sia diagnostici
che terapeutici idonei. Mentre in Italia si
salvano 7 bambini su 10, in Ucraina se ne
salvano soltanto 3 su 10.»
Il presidente ed il past president Francesco Bravi affermano che questo è «un primo piccolo beneficio, ma che già ha dato
risultati positivi, e visto ciò intendiamo
proseguire su questa strada!» La donazione è frutto del progetto “Tarta 4 Kiwanis”
a cui hanno partecipato tanti bambini
dei Tarta Club di Italia, Egitto, Tunisia, Spagna, Grecia: hanno realizzato a
mano dei lavoretti con sabbia, foglie,
prodotti di riciclo che gli stessi genitori
hanno poi acquistato a favore del Kiwanis International. Finalità del Kiwanis
International è operare a favore dei bambini di tutto il mondo che si trovano in
condizioni di disagio e che necessitino di
un supporto, sia morale che finanziario.
In questi giorni è in Ucraina il commissario per i diritti umani del Consiglio
d’Europa, Nils Muižnieks. Obiettivo del
viaggio, che si concluderà il 10 febbraio, raccogliere elementi sulle violazioni
commesse dalle autorità e denunciate da
manifestanti e organizzazioni non governative. Le denunce riguardano in particolare un uso eccessivo della forza da parte
della polizia durante le manifestazioni,
rapimenti, maltrattamenti, violazioni del
diritto ad un equo processo. Nel corso
della visita, Muižnieks incontrerà rappresentanti delle autorità e della società
civile, e al termine del viaggio presenterà
le sue conclusioni preliminari, cui farà seguito un rapporto più dettagliato. “La crisi nel Paese è profonda – racconta Elmar
Brok, eurodeputato tedesco, presidente
della commissione esteri del Parlamento
Ue, turbato dalla trasferta ucraina -. La
situazione dei diritti umani è insostenibile. Sono ricorrenti sevizie, rapimenti, uso
della violenza. 300 persone sono detenute, di 30 non si sa più nulla. Qualcuno
viene rilasciato con evidenti segni di pestaggi”.
ASSEMBLEA REGIONALE DEL FORUM DELLE MARCHE AD ANCONA
Le Associazioni Familiari a confronto
Si comunica che, dopo un periodo di inattività organizzativa, è stata fissata
la data del 22 febbraio prossimo
per la Convocazione Regionale
del Forum delle Famiglie, presso la Casa per ferie ‘Stella Maris’,
Torrette di Ancona. In tale occasione verranno affrontanti argomenti importanti per i prossimi impegni del Forum,
tra cui l’approvazione dello Statuto, l’elezio-
ne del Presidente e del Consiglio Direttivo.
All’ordine del giorno si aggiungono anche la valutazione delle
Associazioni che entreranno a
far parte del Forum e l’analisi
della relazione finanziaria delle
attività aggiornata. L’Assemblea continuerà discutendo i vari impegni
organizzativi e valutando le varie proposte,
adeguate alle singole realtà regionali.
l’angolodellapoesia
Giornata Mondiale del Malato
L’11 febbraio la Chiesa celebra la festa della
Madonna di Lourdes e la Giornata Mondiale
del Malato dedicata ai malati e ai sofferenti
del mondo. Vorrei riprendere una poesia che
mi è molto cara e alla quale ho aggiunto
alcune righe.
Il mio penare
Il mio penare è una chiavina d’oro, piccola ma
che apre un gran tesoro. È croce, ma la Croce
di Gesù quando l’abbraccio non la sento più.
Non ho contato i giorni del dolore, so che Gesù
li ha scritti tutti nel suo cuore. Vivo momento
per momento e allora il giorno passa come
fosse un’ora. Mi hanno detto che, guardata
dall’al di là, la vita tutta un attimo parrà.
Passa la vita, vigilia di festa, muore la morte,
il Paradiso resta. Due stille ancora dell’amaro
pianto e di vittoria poi l’eterno canto.
O, come è bello e soave soffrire per Gesù e
per Gesù. Se si soffre per amore di Gesù la
sofferenza non si sente più.
Penso e credo che la sofferenza sia l’unica ala
e il mezzo più rapido per arrivare al Cielo.
Maria Cappannini
REGIONE
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scusateilbisticcio
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CASTELBELLINO:in ricordo del professor Sandro Franconi e della sua passione per il paese
Cercava la verità in ogni espressione artistica
(ghiribizzi lessicali)
PeterPun (con la u)
www.peterpun.it
RAPPATTUMIAMOCI !
(archetipo neotestamentario?)
“Non sono il figliol prodigo” – ha tenuto a puntualizzare Casini,
a commento del suo “ritorno all’ovile” (e dàgli!). Excusatio
non petita, accusatio manifesta, verrebbe quasi da malignare.
È un fatto che anche i commentatori di più provata “laicità”
non hanno resistito alla tentazione di utilizzare lo schema di
riferimento evangelico.
Interessante che la parte del fratello maggiore della parabola
– quello che mugugna – se l’è addossata il “moderato” Maroni.
DALLA COMMEDIA
AL DRAMMA [FARSESCO?]
Zeppa… para-eversiva
I tafferugli recentemente scatenati, a Montecitorio, dai
seguaci di Grillo hanno ispirato a un antipatizzante dell’ex
(ex?)-comico la seguente battuta(ccia):
GRILLINI O GORILLINI ?
QUANDO L’IMPRESA È A RISCHIO
Cambio di iniziale… da tracollo
“Attento, imprenditore: se fallisci, hai chiuso con il jet set”.
SE FAI CRACK
ADDIO FRACK!
DENOMINATORE COMUNE
Mercurio/Hermes – Maggio – Ape – D’Annunzio – Velo – (Veronica,
Goya). Quale nome di 4 lettere accomuna i 6 o 7 nomi sopra
elencati?
***
Soluzione del gioco precedente:
Si tratta di Clarence Seedorf, neo-allenatore del Milan. In
tedesco See significa lago (più raramente: mare). Dorf
significa villaggio.
lacitazione
A cura di Riccardo Ceccarelli
La sfida
La sfida più stringente che ci attende è quella di coniugare un
sano rapporto tra la fede e la scienza. E imparare a scendere
dalla propria cattedra, certezze accademiche e ad ascoltare
chi è diverso da noi. In una parola fare propria la lezione di
Emmanuel Lévinas: «Stare in silenzio di fronte all’altro».
Armando Rigobello, filosofo cattolico, in “Avvenire”, 2 febbraio 2014, p. 21.
lapulce
L’ingresso
Capita tutti i giorni di vedere in TV l’ingresso della sede del
PD in “via del Nazareno”. Per inciso notiamo che una volta si
chiamava “via dei Colocci”, perché ci abitava l’umanista jesino Angelo (raffigurato nella porta del Duomo), segretario di
Leone X. Ma come mai questo nome “Nazareno”? Perché nel
600-700 c’era qui un collegio molto chic fondato da un cardinale già vescovo di Nazaret! Ebbene pare che il PD abbia preso
sul serio quel richiamo alla povertà del paesello di Gesù, Giuseppe e Maria! Non v’ha colpito lo squallore di quell’ingresso,
angusto e pure diviso a metà da un pilastro? Qualsiasi condominio popolare è più dignitoso! Se gli italiani dovessero giudicare i “democratici” dal loro atrio (dato che “il buon giorno si
vede dal mattino”), i pidiellini starebbero freschi!
Delegazione
ASSONAUTICA
Sandro Franconi ha concluso la sua tanto da essere chiamato rex versuum e
vita: la comunità di Castelbellino lo ha che seguì san Francesco che predicava a
ricordato con stima e con affetto così San Severino Marche».
come tutti coloro che hanno potuto
b.t.
conoscerlo ed apprezzarne lo stile e
l’impegno. La Santa Messa nella chie- Lo ricordo con ammirazione, il caro
sa di Castelbellino è stata celebrata da prof. Sandro Franconi, direttore artistidon Filippo Sabbatini e dal parroco don co del Comune di Castelbellino, se ne
Luca Giuliani che ha sottolineato la de- è andato lasciando un grande vuoto tra
dizione alla comunità come attenzione gli artisti che l’hanno conosciuto, coall’arte nelle varie espressioni e alla mu- sternazione e rimpianto per questa presica tanto che si stava interessando per matura e improvvisa scomparsa. La sua
il restauro dell’antico organo. Le offerte riservatezza, la sua sensibilità, la sua
raccolte sono state destinate al Museo dolcezza e le sue capacità professionaCivico di Villa Coppetti. L’assessore alla li e culturali hanno fatto sì che venisse
cultura Massimo Costarelli, a nome apprezzato e stimato da quanti hanno
di tutta l’amministrazione comunale, avuto l’onore di conoscerlo. Bravo nel
ha espresso un partecipato ricordo e saper comunicare con gli altri, prezioomaggio al professore che ha dedicato so curatore delle mostre come direttore
tutto se stesso al paese: «Sandro lascia artistico in modo eccellente della serie
una grande eredità culturale, materiale “Incisori Marchigiani a Castelbellino”
e storica come nessuno ha mai fatto. A dove ho avuto l’onore di partecipare e di
lui dobbiamo dire grazie per quanto ha averlo avuto come collaboratore.
portato avanti, disinteressatamente, con
Carlo Iacomucci, incisore
amore e passione per la comunità di
Castelbellino».
In memoria di Sandro Franconi
Sandro veniva spesso nella redazione Improvvisamente la sera del 21 gendi Voce della Vallesina per portare i naio ci ha lasciato Sandro Francovolantini delle tante iniziative che pro- ni. Tutto pensavo tranne che scrivere
muoveva: non voleva mai che si citasse di lui dopo la sua morte. Ci eravamo
il suo nome ma gli interessava solo che sentiti pochi giorni prima, si stava
emergessero gli altri, gli artisti che di attivando per preparare la XXIV edivolta in volta invitava e coinvolgeva e zione di “Castelbellino Arte” del prosper tutte le manifestazioni che riusciva simo luglio. Avevo collaborato con lui
a promuovere, con poche risorse ma fin dalla prima edizione del 1991; con
con tanta passione e intuito. Durante entusiasmo, con tenacia e costanza
le festività natalizie ho avuto modo di aveva portato avanti quest’iniziativa
incontrarlo due volte: a passeggio lun- arricchendola con realizzazioni, come
go via Degli Orefici a Jesi mentre, con il Premio Camerini “Migliore canzone
meraviglia, mi raccontava degli ina- da film” e relativi convegni, dalla risospettati successi e consensi ottenuti nel nanza nazionale. I suoi interessi erano
corso del 2013 nell’arte e nella cultura a tutto campo, dal teatro al cinema,
a Castelbellino e del suo desiderio di dalla storia all’archeologia, dalla muordinarli e renderli noti a tutti. Il po- sica alla filosofia. Non si metteva mai
meriggio del 9 gennaio era venuto in in prima fila, era il regista operativo di
Biblioteca a Moie per la mostra d’arte ogni evento culturale di Castelbellino.
dedicata a padre Armando Pierucci Non si fermava di fronte alle difficoled aveva voluto acquistare un quadro, tà che sapeva affrontare con grinta e
dopo averlo visto più volte nei giorni con intelligenza. Ponderata la bontà e
precedenti. «Ho casa piena di tantissi- la valenza culturale di un progetto, lo
me opere, ma questa “Gheisha” merita. perseguiva con decisione intreccianE poi il francescano padre Armando va do un rete di collaborazioni che conincoraggiato: ora sto studiando la poe- dividevano la stessa passione. Il teatro
tica dei primi francescani e di Gugliel- lo vide attore e regista, la Compagnia
mo da Lisciano o Guglielmo Divini che dell’Arco da lui fondata nel 1987, fece
sembra abbia composto poesie volgari, seguito al Gruppo Teatrale “Gli Osti-
Autoscuole
CORINALDESI s.r.l.
Point
AUTOMOBIL
CLUB d’ITALIA
nati” del 1976, alla “Filodrammatica di
Castelbellino” del 1980 e ai “Giovani
di Castelbellino” del 1982, mettendo
in scena opere di Cechov, Molière,
Oscar Wilde e Pirandello. Fu ideatore del Museo Civico di Villa Coppetti
dove sono conservati memorie archeologiche del territorio di Castelbellino, importanti dipinti restaurati
e memorie garibaldine. Castelbellino
era nel suo cuore: le mostre di artisti e
di incisori marchigiani che riuscì a organizzare in tanti anni ne hanno fatto
una ribalta a livello regionale e oltre.
Colpivano in Sandro la sua perspicacia, il suo guardare lontano, la sua
capacità di leggere e sondare il “valore
culturale” di un artista, di un’opera o
di un libro. Si confrontava facilmente con le opinioni altrui, motivando
però le proprie con decisione e sicurezza. Molte delle iniziative culturali
sia in regione che a livello nazionale
lo videro silenzioso partecipe, attento
a cogliere gli aspetti non caduchi e a
coniugarli magari con la sua Castelbellino. Ogni aspetto dell’arte, come
ogni segno o iscrizione su una pietra,
trovata in paese o nel suo territorio,
colpivano la sua attenzione per cercare, individuare e cogliere l’anima
dell’artista o ricostruire un segmento
del passato. Non lo ammaliavano le
parole difficili della critica, era capace di mettersi in sintonia con le parole
più semplici ma profondamente sentite con ogni artista cogliendone la sua
scintilla di verità. Lo inseguiva sempre il desiderio di individuare questa
verità in ogni espressione artistica e di
svelarla per poterne godere insieme la
dimensione della bellezza. Un cammino che con Sandro abbiamo fatto insieme, lui ovviamente con il suo passo
e le sue intuizioni spesso inedite, più
modestamente da parte mia con parole e riflessioni cariche di altrettanta
verità valorizzata da profonda stima e
amicizia. Grazie, Sandro!
Riccardo Ceccarelli
Nella foto l’inaugurazione di una mostra
di incisione a dicembre 2010: da sinistra
l’assessore Costarelli, lil maestro Piccardoni, il critico Ceccarelli e il coordinatore Franconi.
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ATTUALITÀ
16 FEBBRAIO 2014
L’ONU CONTRO GLI ASPETTI DOTTRINALI DELLA CHIESA
Adeguarsi allo spirito dei tempi
Interagire per integrare
di Remo Uncini
A Jesi nelle scuole di periferia gli alunni sono in diminuzione. Il motivo non è solo la bassa natalità, ma la
maggiore presenza degli extracomunitari che chiedono
agli insegnanti percorsi didattici specifici. Le famiglie
italiane preferiscono iscrivere i figli in istituti lontani
dal loro quartiere perché non vadano a scuola con gli
extracomunitari. Hanno risolto così il problema dell’integrazione non accettando la convivenza con chi viene
da lontano. Questi meccanismi di difesa della propria
identità si tramutano in un’esclusione dell’altro, del diverso, di chi deve essere integrato nella nostra cultura
anche se è nato in Italia ma le sue origini sono di un paese diverso. Si pongono problemi educativi, si ha paura
che questa convivenza possa danneggiare il percorso
scolastico dei bambini italiani. Questa è la preoccupazione che si sta vivendo nel quartiere di San Giuseppe
dove due scuole, quella primaria “Garibaldi” e quella
secondaria inferiore “Federico II” stanno registrando
un calo di studenti jesini. Al Consiglio Pastorale, che si
è riunito nella parrocchia di San Giuseppe lunedì 3 febbraio per preparare la visita del Vescovo, se ne è parlato con preoccupazione. San Giuseppe è un quartiere
con la più grande affluenza di extracomunitari, con il
pericolo di ghettizzazione. La comunità parrocchiale si
è domandata che cosa fare. Già in parrocchia si sono
formati gruppi che interagiscono con il mondo degli
extracomunitari. I volontari dell’associazione “Amicizia a domicilio” visitano frequentemente le famiglie
di extracomunitari; il “Centro d’ascolto” cerca di stare
vicino alle problematiche che le persone incontrano
per l’integrazione e che hanno difficoltà a superare. È
stato attivato il dopo scuola per circa trenta alunni di
cui quasi la totalità stranieri con insegnanti volontari della parrocchia che cercano di aiutare nei compiti
pomeridiani. Ci si è resi conto che bisogna agire nei
confronti delle coscienze degli italiani con l’informazione, con la conoscenza del nuovo che sta avanzando,
del diverso che si avvicina. È necessario non chiudersi
in difesa perché lo sforzo dell’aiuto si tramuterebbe in
una carità sterile. Può aiutare nell’immediato, ma non
crea dialogo perché per esso ci vuole l’incontro tra il
cittadino del quartiere e l’extracomunitario, senza barriere né ideologiche né culturali, tanto meno politiche,
in una società che si fonda sui diritti, ma che vuole da
tutti il rispetto dei doveri. Il razzismo è un cancro della
società: rende l’uomo succube del privilegio, lo rende
schiavo della paura di condividere. Noi cristiani, come
comunità, dobbiamo denunciare qualsiasi atto di esclusione, dobbiamo porci in difesa del diverso, perché è il
più debole; dobbiamo aprire le comunità come luogo di
ascolto, di formazione, soprattutto dei giovani che non
devono salvaguardare nessun passato, ma guardano il
futuro e per questo non hanno paura di abitare, di essere amici, di lavorare, anche di innamorarsi di chi, magari solo per il colore della pelle, è diverso.
Foto Oxfam Italia - 21 gennaio 2014
di Riccardo Ceccarelli
Se fosse uno scherzo, sarebbe stato comunque di cattivo gusto. Eppure è così.
Impossibile ma vero. L’ONU detta alla
Chiesa come deve cambiare la sua dottrina e le sue norme. Lo ha fatto il Comitato
per i Diritti dell’Infanzia, voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il
20 novembre 1989, contestualmente alla
Convenzione per i Diritti dell’Infanzia.
Compongono questo Comitato 18 membri
eletti a scrutinio segreto dagli Stati che
hanno aderito alla Convenzione, impegnati a monitorare e controllare il rispetto
dei diritti dei più piccoli. Ebbene questo
Comitato, nel rapporto diffuso il 5 febbraio 2014, attacca la Chiesa sul fronte
dell’omosessualità, dell’uguaglianza fra
uomini e donne, sulle punizioni corporali, sulla pedofilia, sull’aborto e sulla contraccezione. Per Il Foglio del 6 febbraio
si tratta di un «feroce attacco alla chiesa
cattolica», Avvenire lo stesso giorno scrive «l’attacco è frontale, durissimo. Un
j’accuse pesante come un macigno». Insomma sull’omosessualità – che non c’entra molto con i diritti dell’infanzia – la
Chiesa dovrebbe ripudiare i precedenti
documenti e dichiarazioni sull’argomento;
non dovrebbe così parlare della complementarietà del ruolo maschile e femminile in omaggio alla osannata “teoria del
genere” e del matrimonio omosessuale.
Sulle pene corporali che da tempo non
è più di bruciante attualità, si invita la
Chiesa a interpretare bene la Bibbia. Sul-
la pedofilia si parla di «decine di migliaia» di bambini vittime di preti pedofili,
esagerando di gran lunga sulle statistiche, senza tener conto dei provvedimenti
presi dalla Chiesa se non altro dal 2001.
Sull’aborto poi la Santa Sede è invitata
tout court a rivedere le sue posizioni; e
qui il Comitato entra in contraddizione
con la Convenzione stessa sulla cui applicazione dovrebbe vigilare, nel preambolo
della Convenzione infatti si dice di volere proteggere il fanciullo “sia prima che
dopo la nascita”. «Con questo documento,
scrive Avvenire, un organismo dell’ONU
giunge a chiedere alla Chiesa di rivedere
il suo Credo». La lettura del documento fa presumere e ipotizzare, ipotesi poi
confermata, che esso era stato scritto già
da tempo, prima ancora dell’audizione di
Mons. Silvano Maria Tomasi (16 gennaio)
che ebbe modo di illustrare le posizioni
delle Santa Sede. Si tratta insomma di un
documento «la cui superficialità e faziosità ideologica lasciano davvero perplessi.
[…] È tuttavia la prova di come la tragedia
dei preti pedofili sia usata come pretesto e come clava per aggredire la Chiesa
Cattolica e ingiungerle “con urgenza” di
cambiare la sua dottrina in materia di
omosessualità, di aborto e contraccezione
[Catechismo della Chiesa Cattolica 23572359, 2270-2275, 2370], affidando a commissioni di esperti “politicamente corretti” perfino l’interpretazione della Sacra
Scrittura» (Massimo Introvigne, La nuova
Bussola Quotidiana, 5 febbraio). La posizione più decisa comunque contro questa
ingerenza l’ho letta su Il Foglio: «Un’ideologia di morte affine alle pratiche naziste
e totalitarie degli anni Trenta europei del
Novecento […] opportunamente targata
Nazioni Unite, si fa premura per l’incorruttibile identità dell’infanzia, in un gioco
a mentire, deformare, ingigantire, giuridicizzare che è in sé pericoloso, violento,
invasivo e distruttivo del pluralismo dello
spazio pubblico sociale. Quello spazio in
cui i cattolici in quanto cattolici, e i preti
e i vescovi nella loro funzione sacramentale e apostolica, hanno diritto di vivere
senza che gli esperti indipendenti […] si
sentano autorizzati a dettare regole del
diritto canonico e dell’umanità e paternità del sacerdozio agli eredi di Gesù Cristo,
di san Paolo, sant’Agostino, san Tommaso,
Ignazio di Loyola e molti altri santi laici,
razionalisti o mistici. La chiesa ha forgiato l’individuo moderno come persona, ha
emancipato il mondo dalla superstizione alimentando un legame sponsale tra
fede e ragione, dando ragione della fede
cristiana e allargando l’orizzonte della
ragione umana, ciò che è il suo patrimonio più prezioso oggi a rischio di impoverimento per una serie di equivoci spiritualisti». Dall’ONU ma anche da altre parti
vengono queste “ingiunzioni” alla Chiesa
di “adeguare i valori cristiani allo spirito
dei tempi”, se così fosse i “valori cristiani” non sarebbero più tali e più vicina sarebbe la morte dell’uomo, conseguente a
quell’obnubilazione della ragione di cui,
in suo nome, sembra che lo spirito moderno vada orgoglioso.
COMUNICATO STAMPA DEL PD JESINO A DIFESA DI LAURA BOLDRINI
L’opposizione non può screditare le Istituzioni
È inaudito il clima di violenza e di attacco alle Istituzioni
che il M5S e il suo fondatore stanno alimentando in questi
giorni. È inaccettabile ascoltare parole e comportamenti
di parlamentari eletti che sanno insultare, minacciare,
istigare alla violenza, calunniare in special modo le
donne. È necessario ricordare che “ogni membro del
Parlamento rappresenta la Nazione” (art.67 Cost.) e che
“i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno
il dovere di adempiere con disciplina e onore” (art. 54
Cost.). L’opposizione non può screditare le Istituzioni
per dimostrare il proprio dissenso. Il PD di Jesi vuole
esprimere alla presidente della Camera Boldrini la solidarietà, la gratitudine e la stima per il lavoro che sta conducendo con coraggio in questa fase delicatissima della democrazia nel Paese. La terza carica della Repubblica deve
sentire attorno a sé tutti i livelli istituzionali uniti per iso-
lare quanti offendono i valori della convivenza democratica alla base della nostra Carta Costituzionale. Forte è la
preoccupazione per le frasi pronunciate dal parlamentare
del M5S De Rosa contro le colleghe del PD in Commissione giustizia. Ogni anno entrano in Parlamento scolaresche
provenienti da tutta Italia per visitare i luoghi designati a
custodire la nostra democrazia. È questo l’esempio che viene dato ai cittadini di domani? È questa l’immagine che alcuni rappresentanti del popolo italiano vogliono mostrare
della nostra Italia?
La dignità di un popolo che sta vivendo con tanti sacrifici
una crisi economica assai dura non merita di essere rappresentata in questo modo.
Emanuela Marguccio
(Presidente dell’Unione Comunale - PD Jesi)
Pierluigi Santarelli (Segretario PD Jesi)
t e r r e l e m e n t a r i
Troppo
di Silvano Sbarbati
“El troppo…stroppia”. Il troppo, l’eccessivo, storpia, rovina. Un proverbio che,
come tutti i proverbi, ci invita a non
esagerare, a mantenere una misura. Lo
sento ripetere, scuotendo la testa, da
una signora anziana alla cassa del solito
supermercato. Scuote la testa e il proverbio lo sussurra a mezza voce, ripetendolo a se stessa. Sta facendo la fila con la
sua spesa in mano. Davanti alcune persone con carrelli pieni di merce. Il troppo. Troppa merce acquistata con troppa
fretta. Troppe telefonate fatte a troppe
persone. Troppa agitazione nel gestire il
proprio tempo. Troppe attività del tempo libero gestite con troppa ansia (nuoto,
palestra, calcio, musica, etc. etc.). Troppa ricerca dello svago vacanziero. Troppa
preoccupazione di non potersi mantenere nello stile di vita che contiene troppe cose e troppo di altro. Troppo poco
ascolto di quello che gli altri ci dicono o
provano a dirci. Troppe ore davanti alle
parole e alle immagini della televisione.
Troppa voglia di cambiare abito e troppi
abiti non indossati nei guardaroba. Troppi giocattoli con cui nessuno gioca più da
troppo tempo. Troppo spazio inutilizzato
da pulire nelle case. Troppa compagnia
che non serve, davvero, a stare insieme.
Tanti, troppi… “troppo” mi si attorcigliano nei pensieri mentre esco dal supermercato. La signora anziana, poco distante da me, sistema gli spiccioli di resto
nel suo portamonete. Non credo siano
troppi… anche se un centesimo le sfugge
di mano ed io, forse per troppa gentilezza, mi affretto a raccoglierlo. Lei mi ringrazia e mi dice, letteralmente: “Grazie
tante, giovanotto (sic!). I centesimi non
sono mai troppi”. Oggi ho ricevuto una
lezione, e di quelle che non sono mai di…
troppo.
VALLESINA
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16 FEBBRAIO 2014
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5
INTERNI DI CHIESE (5): sulla destra della “Via Piana” di Castelbellino. Una ricerca dedicata a Sandro Franconi
Una piccola gemma della corona a Maria
La “Via dei Colli” che, partendo
da Pianello si arrampica fino a
Maiolati, snodandosi fra misteriose ville e villaggi silenti, campi
e giardinetti, uliveti e vigne, con
svolte e vedute sempre nuove e
ridenti, spaziando con la vista
da mare a monti, è senza dubbio la strada più suggestiva della
Vallesina. Ebbene quasi a metà,
sulla destra della “via Piana” di
Castelbellino, non può passare
inosservata una chiesa piuttosto
massiccia, di color giallognolo,
regolarmente chiusa. Mi son deciso solo la scorsa estate a chiedere in Comune di poterla visitare.
Si è presentato Sandro Franconi
che, con affabilità, competenza e
passione, m’ha fatto da guida. Lo
ricordo qui con gratitudine, perché da pochi giorni se n’è improvvisamente “andato”: a lui dedico
queste modeste note che ci teneva fossero pubblicate. Anche se su
questa chiesa Cherubini nel 2001
aveva già scritto proprio su questo giornale, e Ceccarelli nel suo
libro su Castelbellino (1997) ve
aveva parlato a sufficienza.
Ci tenevo a entrare in questa chiesa specialmente per via
dell’affresco della Madonna delle
Grazie (datato 1508) di cui aveva
parlato don Pastori una ventina
d’anni fa su “Jesi e la sua Valle”. A
questo proposito è interessante
l’annotazione di un noto storico
di cose jesine, il Grizio, che scrive nel 1578: “Ogni castello, qual
prima qual poi, eresse una nuova
chiesa in onore di lei [la Madonna] fuori del pomerio e vicina
alla porta principale. Tutte con lo
stesso titolo (della Misericordia,
o delle Grazie o del Soccorso)”.
Quasi che si ponesse Maria come
castellana della Vallesina, avendo
come fortezza principale il grande santuario del Corso jesino e
poi tanti presidii nei castelli attorno: Belvedere, Cupra, San Paolo,
Maiolati, Castelplanio, Poggio San
Marcello, Monsano, San Marcello,
Montecarotto. A voler cercare il
motivo di tanta devozione, non
andremmo lontano dal vero se
dicessimo che quelli sì che erano
tempi davvero difficili (altro che
le nostre “crisi”!). Fra guerre, carestie e pestilenze (“a peste, fame
et bello, libera nos Domine!” si
supplicava) non rimaneva spesso
che mettersi sotto il manto protettivo di Maria. E difatti anche
l’immagine di Castelbellino presenta questa diffusa iconografia.
Nel 1617 poi la chiesa ha subìto
interventi di consolidamento e
probabile ampliamento. L’affresco è stato circondato da una
cornice barocca in stucco, apponendo anche l’iscrizione dell’avvenuto restauro da parte di tale
Girolamo Meriggiani e Andrea
Magnone. E ancora i nobili Meriggiani e i Berarducci hanno curato la costruzione di due altari
laterali in zona presbiterio (cosa
inconsueta) con diritto di patronato (non si fa niente per niente!).
Anch’esse presentano decorazioni barocche (di ricercata composizione quelle di sinistra, più
sobrie a destra). A questo punto
bisognerebbe fare una scappata
in Comune per vedere le due tele
un tempo lì collocate, entrambe
del fiammingo Ernst van Schaych
(Uthrech, 1567-1631): il nome è
altisonante, anche se le opere, pur
di buona fattura, non sono certo
dei… Caravaggio! Ma testimoniano come anche in quell’epoca l’Italia nell’arte faceva scuola.
Una rappresenta il Crocifisso con
sotto s. Girolamo (nome del committente), s. Maria Maddalena e
s. Francesco d’Assisi; l’altra l’Arcangelo Michele con spada e “bilancia pesa-anime”, in compagnia
di s. Carlo Borromeo (da invocare
contro la peste: Manzoni docet!) e
s. Bernardino da Siena con monogramma del Nome di Gesù.
Un arcone poi delimita la navata, unica e uniforme, coperta da
soffitto a capriate. Attualmente
l’edificio è adibito a magazzeno
del Comune, auspicando (soldi
permettendo) un restauro del tut-
La foto dell’affresco
“Santa Maria delle
Grazie” è tratta dal
libro “La Chiesa di Jesi,
tanta egregia e sublime
arte” a cura di Gloriano
Paoletti e Antonella
Perlini ed edito dalla
Diocesi di Jesi nel 2000.
La chiesa di Santa
Maria delle Grazie
di Castelbellino fu
edificata su un terreno
appartenente alla
basilica romana
di San Giovanni
in Laterano
to. Oltre che memoria storica del
paese, questa chiesa può servire
come (orrenda locuzione!) “contenitore culturale”.
Senza però – si permetta – dimenticare un particolare: ai lati
del portone si trovano due finestrine quadrate ad altezza d’uomo.
Non credo che servissero (come
scrive Cherubini) per “dare aria”
dato che era anche “chiesa tumu-
lante”: simili aperture si ritrovano
in tante altre di quest’epoca nelle nostre campagne. Riterrei più
probabile invece che servissero
per consentire ai passanti di “vedere”, anche a porta chiusa, l’affresco di “S. Maria delle Grazie”,
dire una prece e magari lasciare
sul bordo un fiore. Un gesto di
amabile devozione che potremmo
rinnovare anche noi condannati
alla fretta. E passando lì appresso
in auto, ci starebbe bene snocciolare qualche Ave: se non altro perché Maria ci soccorra a non andar
fuori strada nelle tante curve della
deliziosa via dei Colli. E soprattutto in quelle della vita!
[email protected]
INEDITI DI GIANNETTO MAGRINI ESPOSTI PRESSO ‘LA FORNACE’ DI MOIE
15 E 16 FEBBRAIO ALLA STANTFORD UNIVERSITY
Chissà perché Giannetto Magrini
non aveva mai esposto una collezione di ventotto sue opere realizzate
tra il 1976 e il 1979. Probabilmente
perché non aveva trovato prima uno
spazio appropriato per accoglierle e
valorizzarle. Si tratta di ‘astrazioni
naturalistiche’ – definizione di Ruggero Orlando – con le quali solo
ora ha deciso di allestire una mostra
presso la Biblioteca ‘La Fornace’ di
Moie di Maiolati Spontini. Ha scelto
un evento interessante per presentarle: la 6° Edizione della rassegna
letteraria ‘Scrittori leggono scrittori’ e un luogo
particolarmente suggestivo: la galleria dell’antica fornace, oscura, avvolgente, scabra di mattoni
grezzi come una grotta o un rifugio sotterraneo.
È una cornice molto adatta a rapportarsi alle
immagini e ai loro significati illuminando l’ambiente di vividi colori.
Giannetto Magrini ha spiegato di aver incominciato a dipingere questi quadri – ad olio su tela
e masonite o guaches – a seguito di una forte
impressione riportata nel 1976 dalla visita al
Museo di Scienze Naturali di Londra. Scoprì in
quella occasione come anche nella struttura molecolare dell’infinitamente piccolo possa pulsare
la vita. Da allora è stato questo un tema dominante dell’arte di Giannetto Magrini che in questo mistero continua ancora ad indagare. Nelle
opere esposte la vita gli si rivela in forme meravigliose. Appaiono come gli anelli concentrici
di un tronco tagliato; come la struttura interna
di un fiore o di un frutto; come la sezione di un
marmo prezioso o di un fossile; come le ali sottili di una farfalla; come le volute nastriformi di
un atomo, o un grembo femminile, o i fluttuanti
Si intitola “Oxford Componion” l’ultima opera musicale del M° Giancarlo Aquilanti; sabato, alle 19,30, e domenica, alle 19, il lavoro
sarà presentato in prima assoluta nel Teatro
Bing della Stanford University dove il compositore jesino insegna. «L’opera è una tragedia
in stile moderno - sintetizza lo stesso autore - con uno spirito romantico, una storia di
giovani studenti dell’Università di Oxford
che negli anni successivi alla seconda guerra
mondiale dovranno affrontare il dilemma di
dover scegliere fra famiglia, giustizia e amore.
Il libretto è stato scritto da Neil Van Leeuwen,
il direttore d’0rchestra sarà Jindong Cai, direttore del coro Marie-louise Catsalis per la
regia di Rush Rhen. Al M° Aquilanti, che ne
prossimo mese di giugno rivedremo nella sua
città natale un cordiale in bocca al lupo dai
“ragazzi” del Coro Regina della Pace e dai suoi
estimatori.
Meravigliosamente la vita affiora dal buio Un’opera del Maestro Aquilanti
tentacoli di una medusa, o il bizzarro guizzare
di un pesce, o le spire di esseri unicellulari che
si suddividono e si moltiplicano con energia
impensabile per vincere il buio ed apparire alla
luce. Sono immagini dai colori vivissimi, accostati con un’arte, un’originalità, un’eleganza che
molto potrebbero piacere ad un grande stilista:
malachite e turchese, blu oltremare e verde acqua, giallo oro e rosa carnicino, prugna e ocra o
ciclamino, arancione e rosso amaranto; bianchi
e grigi sfumati come veli sovrapposti di una coccarda o di un fiore di stoffa. Si può rimanere a
lungo a guardare e a fantasticare; a considerare
come e con quale sensibilità e stupore Giannetto Magrini abbia saputo cogliere l’incantesimo
della vita che misteriosamente prende forma nel
buio per rivelarsi palpitante alla luce.
Fotoservizio Augusta Franco Cardinali
Nella foto: Giannetto Magrini accanto alle sue
opere esposte nella Galleria della Fornace.
Inaugurata il 6 febbraio, la mostra resterà
aperta fino al 6 marzo.
Montecarotto: il concorso per la Pasquella
Il 6 febbraio si è riunita la Commissione Giudicatrice del primo Concorso Fotografico legato al trentennale della Pasquella, che vedeva tra
i componenti il fotoreporter Giorgio Pegoli di Senigallia. Dall’attento
esame da parte della Commissione si sono stabiliti i nomi dei vincitori. Il primo premio è stato conferito al fotografo Alberto Polonara di
Senigallia con le opere “Questa Mattina ci Voleva” e “Richiami Lontani”. Il secondo premio è stato conferito al fotografo Stefano Baioni
di Fabriano con lo scatto dal titolo “... Perché chi canta prega. Il terzo
premio è andato al fotografo Rolando Catalani di Senigallia che l’opera dal titolo “La Buona Novella”. Venerdì 28 febbraio alle 21, presso
il teatro comunale, l’Associazione Pro-Loco provvederà alla consegna
dei premi.
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L’ULTIMO GIOVEDÌ DEL MESE A CASTELPLANIO
La preghiera del cuore
«Da scettica come sono, debbo condividere con gioia il frutto della preghiera del cuore, nell’incontro di ieri sera nel
vostro Centro di Spiritualità. Ho gustato, questa notte, la
pace del cuore e durante la giornata di lavoro ho continuato
a sperimentare un’armonia nuova nel mio intimo e attorno
a me» scrive Lucia.
‘Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!’. Ecco la preghiera di Gesù, o preghiera del cuore: tutto
qui! Poche parole, ma densissime. È nient’altro che il Kyrie
eleison, il Signore pietà delle
liturgie cristiane: invocazione
ripetuta più volte nella celebrazione eucaristica, nella
preghiera delle Ore e nella
celebrazione della Penitenza.
Giovedì sera 30 gennaio (dalle
18 alle 22) si è tenuto il 5° incontro di preghiera profonda! Più di 25 persone partecipano a
questo appuntamento mensile, iniziato in giardino del Centro
di Spiritualità nel mese di agosto 2013, realizzato poi con cadenza mensile, su richiesta di molti. Si vuole aiutare le persone
ad operare l’unificazione della vita, la concentrazione interiore, l’ascolto profondo dello Spirito che ci abita e mormora il
nome di Gesù in noi e per noi. Con alcuni esercizi di concentrazione, tempi di scambio fraterno e alcune nozioni fondamentali di metodo per la pacificazione, unificazione e purificazione
di tutta la persona la comunità del Centro di Spiritualità “Sul
Monte” vuole far assaporare una preghiera elementare, semplice, così come il Signore ci ha chiesto: non moltiplicate formule e parole come fanno i pagani (cfr Mt 6, 7).
Sr Anna Maria Vissani
In un tempo in cui siamo quasi costretti ad essere superconnessi, dove ci viene richiesto di essere multitasking, di portare avanti più attività contemporaneamente, è fondamentale
ricordare come ci si disconnette per prendere le misure con
quello che ci circonda. Ecco perché fanno bene al corpo e
alla mente gli incontri come la “Preghiera del cuore”. Un
modo per distaccarsi dalle vicende quotidiane e ricollocarle
nella giusta posizione nelle nostre giornate, un esercizio da
praticare con costanza per vivere al meglio il tempo che ci è
regalato. L’accoglienza di don Mariano e delle suore è familiare e genuina, tutto è preparato con cura, anche il sussidio
per ogni incontro così da sentirsi a proprio agio, attesi e rispettati. E si torna a casa riappacificati con se stessi e con la
rinnovata consapevolezza di vivere Dio in tutte le situazioni
della vita e del quotidiano.
b.t.
Il 6° incontro sarà l’ultimo giovedì di febbraio, il 27 alle
18 al Centro di Spiritualità di Castelplanio.
PSICOLOGIA E SOCIETÀ
16 FEBBRAIO 2014
La mente e l’anima
Peggiocrazia...?
di Federico Cardinali
cate e civili quando, da veri uomini (=
maschi), si rivolgono alle loro compagne
e colleghe, onorevoli come loro.
Il mio computer continua a dire che
questa parola – peggiocrazìa – è sbagliata. E non c’è verso di fargli capire
che non è così. L’hanno già usata altri
giornalisti, più esperti di me. Ma forse
lui è così abituato a sentirmi parlare con
Socrate o Platone, che dev’essere rimasto a quei tempi quando, per parlare dei
rappresentati del popolo e degli uomini
di governo, si usava la parola aristocrazia. Perché allora pensavano che il governo di un paese potesse essere messo
soltanto nelle mani degli uomini migliori. Per questo li indicavano come aristocratici. Parola dalle nobili origini: nasce
infatti dall’incontro di àristos (= migliore) e kràtos (= potere). Proprio per sottolineare che il potere, il governo era
nelle mani degli uomini migliori. Quelli,
per capirci, che oggi sono i nostri parlamentari.
C’è poco da ridere, mi direte. E avete ragione.
Che miseria lo spettacolo che in questi
giorni ci ha offerto il nostro parlamento!
A noi italiani. E al resto del mondo. Una
volta, per dire di chi non sapeva parlare
se non con parolacce e volgarità, si diceva parla come uno scaricatore di porto.
Beh, credo proprio che oggi per stare al
passo con i tempi, dovremmo (oltre che
smetterla di offendere questa categoria
di lavoratori) dire, con maggiore aderenza alla realtà, che chi ricorre continuamente al turpiloquio e alla volgarità
e all’ingiuria parla come un parlamentare. Sì, perché soprattutto con l’arrivo dei
nuovi inquilini – quelli cresciuti a Chat
e Grande fratello – il nostro parlamento
sta diventando peggio di un’osteria.
I nostri parlamentari? Eh, sì. Proprio
loro. Non sono essi quelli che abbiamo
eletto e nelle cui mani abbiamo messo
la cura e il governo del Paese? Non sono
loro i migliori tra gli italiani? Guardateli.
Eleganti, educati, fini, rispettosi, attenti,
aperti al dialogo. Belli, ben curati, ricchi. Disponibili a fare per primi i sacrifici necessari, sempre pronti a mettersi
a disposizione di chi si trova in difficoltà.
Aperti al confronto con chi porta idee
migliori. Capaci di ascoltare, nel dovuto silenzio, un collega che sta parlando
nell’assemblea parlamentare: soprattutto quando questi è di un altro partito. Misurati, attenti nel parlare, con un
linguaggio sempre rispettoso dell’altro.
Attenti soprattutto a trovare parole edu-
Due domande, allora.
La prima: per quale ragione un onorevole (!?) per esprimere un disaccordo nei
confronti di un suo collega, deve ricorrere all’insulto o, addirittura, alla violenza fisica? La seconda: perché, quando
il disaccordo è con una donna, il parlamentare maschio si sente autorizzato a
far ricorso a parole volgari e offensive
che vanno sempre a finire sul sesso?
Perché proprio questa credo sia la cosa
più umiliante per un’istituzione che dovrebbe ospitare i migliori tra gli italiani.
È l’atteggiamento dei politici maschi
nei confronti delle loro colleghe donne.
L’unico linguaggio che sanno trovare è
l’offesa e l’insulto sessista. Come se non
si potesse parlare a una donna se non
colloqui con lo psicologo
usando parole che richiamino comportamenti e atteggiamenti sessuali.
Mi direte: perché ti meravigli tanto?
Guarda che la volgarità verbale che in
questi giorni ha riempito le aule del parlamento e le pagine dei social network
di alcuni politici, è espressione di quello
stesso atteggiamento di certi leader – o
presunti tali – che negli ultimi vent’anni,
tra barzellette e festini, hanno sempre
ostentato un atteggiamento di superiorità e di potere nei confronti delle donne. Ridotte a oggetto di consumo. Da
esporre in vetrina. Ma sempre da usae-getta.
Poi ci scandalizziamo quando ci dicono che in India ogni venti minuti una
donna viene stuprata. Sì, certo. È giusto
scandalizzarci. È giusto chiederci come
fare per cambiare certi atteggiamenti incistati in culture arcaiche. Alimentate, a
volte, perfino da pregiudizi religiosi. Ma
è così lontano il pensiero che esprimono
i migliori (!?) tra gli italiani (= tanti nostri politici) quando trattano così le loro
colleghe, solo perché sono donne?
«Disonore e rovina! È la disfatta! La paura genera il disordine; il disordine ferisce quel che vorrebbe difendere» fa dire
Shakespeare al giovane Clifford di fronte al cadavere del padre.
A questo punto so di dover dare ragione
al mio computer: peggio-crazìa è parola pessima. Bruttissima in italiano. E sicuramente da cancellare dal vocabolario.
Ma ancora più brutto è il pensiero che
esprime. Perché essa ci parla della morte della demo-crazia. Che è il valore più
grande che una società, se vuole vivere,
ha bisogno di coltivare.
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
!
serata pace 2014
ANGELI DI ROSORA
CHIESA
DOMENICA
16 FEBBRAIO
2014 ORE 17
!
A cura delle Parrocchie di
Angeli di Rosora
Rosora
Santa Maria del Cammino
Castelplanio
Poggio san Marcello
Montecarotto
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FRATERNITÀ, FONDAMENTO
E VIA PER LA PACE
!!
!
CONSEGNA UFFICIALE
DEL MESSAGGIO DEL PAPA AI SINDACI
Brega Mirco (Montecarotto), Emore Costantini (Castelplanio), Lamberto Marchetti
(Rosora), Tiziano Consoli (Poggio San Marcello )
INTERVENTI DI: Remo Uncini (Caritas), Asmae Dashan (Islam),
Antonietta Coppa, Aristeo Zampetti (Centro di ascolto)
don Giuliano Gigli (parroco), Gruppo di Canto (voci, chitarra e sax)
!
ALLA FINE: CIOCCOLATO PER TUTTI….VIENI E …. PORTA UN AMICO!
VITA ECCLESIALE
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Giovedì 13 febbraio
Ore 9.30: Seminario, Incontro del Clero
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 15.30-19: Il vescovo è a disposizione per colloqui
e confessioni
Ore 21.15: Incontro con i genitori dei ragazzi delle
medie
Venerdì 14 febbraio
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 10-12: Visita ai malati in casa
Ore 19: S. Messa per fidanzati e coniugi
Ore 21.15: Incontro le famiglie
Sabato 15 febbraio
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 11: Incontro con i ragazzi del Catechismo
Ore 14,30: Incontro con gruppi di ACR
Ore 15.30: Incontro con Giovanissimi AC
Ore 18: Incontro con ragazzi e giovani dell’Oratorio
Domenica 16 febbraio
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 10: S. Messa
Ore 11-12.30: Incontro con i ragazzi del Catechismo
Ore 14.30: Seminario, pomeriggio con le famiglie
dell’Oasi della pace
Ore 21: Incontro a carattere vocazionale
Lunedì 17 febbraio
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 10-12: Visita ai malati in casa
Ore 17.30: Incontro con OFS
Martedì 18 febbraio
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 10-12: Visita ai malati in casa
Ore 21: Incontro Giovani AC
Ore 15-19: Il vescovo riceve in Duomo per colloqui e
Confessioni
Mercoledì 19 febbraio
Ore 10-12: Vis. Past. a San Francesco D’A, Visita ai malati in casa
Ore 16: Incontro con Università degli Adulti
Giovedì 20 febbraio
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 15.30-19: Il vescovo è a disposizione per colloqui
e confessioni
Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto
per abolire, ma per dare compimento…
Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e farisei, non
entrerete nel regno dei cieli…Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non uccidere”; chi avrà ucciso sarà sottoposto a
giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira
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16 FEBBRAIO 2014
6A DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo secondo Matteo
(5,17-37)
con il proprio fratello sarà sottoposto a
giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non
commettere adulterio; ma io vi dico:
chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei
nel suo cuore…Avete inteso che fu detto agli antichi: “ Non spergiurare, ma
adempi con il Signore i tuoi giuramenti”;
ma io vi dico: non giurate affatto… Sia
invece il vostro parlare sì, sì; no,no; il di
più viene dal maligno.
“Ma io vi dico...”
Con il Vangelo di domenica scorsa il
Signore ci chiamava ad essere “irregolari” rispetto alla logica del mondo, lasciandoci “salare col fuoco” dello Spirito di Dio (Marco 9,49), e interpretando
nella vita quella sconcertante “sinfonia
dei folli” che sono le Beatitudini. La
Parola di Dio di oggi ci offre, a seguito del discorso della montagna (“Beati
i poveri…”), questa celebre pagina delle
cosiddette “antitesi” di Gesù: “AVETE
INTESO CHE FU DETTO… MA IO
VI DICO…” . Sono parole di una radicalità forte, troppo forte per le nostre
forze, con cui Gesù ci propone, se non
di essere dei fuorilegge, ad andare oltre
la legge scritta, anche quella sacra della
Bibbia antica.
Stando al testo di Matteo (ma altri testi biblici si discostano da questo), più
che di divergenze nei confronti della
normativa biblico-giudaica, Gesù dice
di essere venuto tra noi per “portare
a compimento”; anzi per “portare a
pienezza” (in greco: pleròsai) la legge
antica.
Proviamo a precisare la posizione di
Gesù di fronte alla legge sacra:
1- Quando Gesù parla di voler “portare a pienezza” la legge antica data da
Dio al suo popolo, vuole denunciare
prima di tutto L’EQUIVOCO del FORMALISMO: cioè l’osservanza formale,
esterna della legge, l’ordine, il funzionamento, che tutto sia in regola. Gesù
Venerdì 21 febbraio
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 18: Incontro con i Ragazzi dell’Oratorio
Ore 21.15: Incontro con Consiglio Pastorale e CPAE
Sabato 22 febbraio
Visita Pastorale a San Francesco di Assisi,
Ore 18: Incontro con i ragazzi del Catechismo
Ore 19: S. Messa
Ore 21.15: Adorazione Eucaristica
Domenica 23 febbraio
Ore 10: San Giuseppe, S. Messa di apertura della Visita
Pastorale
Ore 11.30 e 19: San Francesco d’A. SS Messe di chiusura
della Visita pastorale
Ore 21: Incontro a carattere vocazionale
SETTIMANALE DI ISPIRAZIONE
CATTOLICA DELLA DIOCESI DI JESI
FONDATO NEL 1953
oce
LA PAROLA DELLA DOMENICA
a cura di
don Corrado Magnani
[email protected]
Ore 21: Moie, Incontro con i Fidanzati
Voce
dellaVallesina
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16 FEBBRAIO 2014
Direttore responsabile
Beatrice Testadiferro
Comitato editoriale:
Vittorio Massaccesi, Giuseppe
Quagliani, Antonio Lombardi
Responsabile amministrativo
Antonio Quaranta
Proprietà: Diocesi di Jesi
Registrazione Tribunale di Ancona
n. 143 del 10.1.1953
prende decisamente le distanze da una
religione legalista e formalista, preoccupata quasi in maniera ossessiva della
scorza dell’uomo, della buona o cattiva
condotta da un punto di vista esteriore, fissando e moltiplicando norme e
regolamenti, sottoponendo le leggi a
distinzioni stucchevoli e maniacali fino
a travisare e ridicolizzare la legge stessa. Il popolo ebraico aveva fatto questa
operazione arrivando a 1521 regole.
LA LEGGE (= le regole) IN SÉ NON
SALVA MAI NESSUNO. Le “antitesi”
di Gesù non sono aggiunte esasperate
alla legge antica, ma ne vogliono manifestare lo spirito originario, e ne realizzano la dimensione autentica; ci portano alla scoperta dell’intenzione di Dio
che dona la legge, e quindi allo spirito
della legge stessa. Allora l’antitesi più
completa e definitiva di Gesù si può
dire sia: “Ama Dio… ama il prossimo…
in questo c’è tutta le legge” (Matteo
22,37-40).
2- Gesù è più esigente nell’osservanza
della legge: non nel senso della quantità ma della RADICALITÁ. Non alleggerisce né appesantisce. Rivela le implicazioni profonde della legge donata
da Dio, per una adesione totale, dall’interno, alla sua volontà.” Il cristiano non
è l’uomo della minuzia, ma della totalità” (G. Ravasi).
3- L’etica di Gesù punta quindi tutto
sull’INTERIORITÁ. Gesù sposta l’attenzione dall’occhio al cuore, e da lì,
da questo segreto riparo dell’uomo individua e stana il male. Gesù supera le
distinzioni tra intenzione e azione, tra
il braccio e la mente, tra il dentro e il
fuori, tra il fare e l’essere. E stabilisce
il principio che è a fondamento di tutte le leggi: si è giusti di fronte a Dio e
agli uomini non quando si osservano
scrupolosamente le leggi, ma quando
il cuore è abitato da sentimenti di misericordia, di tenerezza, di giustizia e
di pace. La nuova giustizia che Gesù
annuncia e reclama - superiore a quella
dei teologi (scribi) e dei devoti atei (farisei) - è fondata non sul rispetto formale della legge ma sull’amore.
Leggendo le “antitesi”, che per questione di spazio non possiamo commentare, ci può ancora assalire il sospetto
che Dio ci voglia complicare la vita con
richieste bellissime ma oltre le nostre
forze. Eppure le esigenze così forti presentateci da Gesù sono delle strade da
percorrere (“se vogliamo” – vedi prima lettura), per aprirci a una pienezza
di sensibilità umana e spirituale e per
acquisire progressivamente la capacità
di amare come Dio ama noi. Lo Spirito d’amore che ci abita, forza interiore
(dìnamis) comunicataci da Dio, ci abiliterà a compiere questa trasformazione del nostro cuore di pietra in un cuore di carne.
notiziebrevi
14 febbraio: santa Messa
del Vescovo
Venerdì 14 febbraio alle 19 nella
chiesa di San Francesco d’Assisi il
vescovo Gerardo celebrerà la Santa
Messa alla quale sono invitate le
coppie sposate e fidanzate per
rinnovare le loro promesse e per
ringraziare il Signore del dono
dell’amore.
la partecipazione ai Laboratori
di preghiera e vita. La prima
esperienza sarà martedì 18
febbraio alle 16 e in alternativa
alle 21 presso i locali parrocchiali.
Il Laboratorio impegna il
partecipante in tre dimensioni:
con Dio, con se stesso e con gli
altri. Per informazioni: tel. 347
8310065 – [email protected]
18 febbraio: laboratorio
di preghiera e vita
26 aprile al Santuario
delle Grazie
La parrocchia del Duomo propone
La comunità dei padri carmelitani
Composizione grafica
Giampiero Barchiesi
Stampa
Rotopress International s.r.l, Loreto
Spedizione in abbonamento postale
Associato alla FISC
(Federazione Italiana Settimanali
Cattolici)
Questo numero è stato chiuso in
redazione martedì 11 febbraio alle 17
e stampato alle 18 dell’11 febbraio.
Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs
196/2003 (Codice privacy) si comunica
che i dati dei destinatari del giornale
sono contenuti in un archivio
informatico idoneo a garantire la
sicurezza e la riservatezza. Saranno
di Jesi propone una serata dedicata
ai giovani. La sera del 26 aprile alle
21, vigilia della festa della Madonna
delle Grazie, i giovani sono invitati
a rendere omaggio alla Vergine
Maria esibendosi in canti e musiche,
recitando poesie o presentando
foto e lavori artistici. I lavori
musicali andranno presentati alla
Scuola Pergolesi mentre le poesie, i
racconti ed altri elaborati dovranno
essere recapitati al Santuario entro
il 13 aprile. Regolamento su www.
santuariojesi.it
utilizzati, salvo divieto espresso
per iscritto dagli interessati, oltre
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IN RICORDO
16 FEBBRAIO 2014
AL FERRINI “LA VOCAZIONE DELL’EVANGELISTA MATTEO” CON DON VITTORIO MAGNANELLI
Ricordo
“Stai chiamando proprio me?”
«Gli evangelisti portano il lieto annuncio è ispirato al testo evangelico di Luca, che mette
del”mistero pasquale”, cioè della morte e risur- in evidenza la vocazione di Matteo e la chiamarezione di Cristo. Dobbiamo riscoprire, come ta universale alla conversione.
ci dice Papa Francesco, il messaggio della fede Matteo, detto “Levi”, era un “pubblicano” che ricome annuncio della salvezza: Gesù è il cuore scuoteva le imposte nella città di Cafarnao. Nel
del Vangelo». Così don Vittorio Magnanelli, dipinto, che riproduce l’ambiente di una bettola,
che il 31 gennaio nella sala dell’Adorazione, ha il fondo oscuro evoca la corruzione della Roma
presentato ai soci e agli amici del Circolo “Con- di quel tempo; lo stesso Caravaggio, definito
tardo Ferrini”, la figura e la vocazione dell’evan- “pittore maledetto”, era frequentatore di bettogelista Matteo, illustrando con un originale ed le e locande dei bassifondi romani. Il dipinto
efficace accostamento arte-fede, una famosa è realizzato su due piani paralleli: quello alto,
tela del Caravaggio, che si trova nella Cappella vuoto, disadorno, occupato da una finestra sulla
Contarelli della chiesa di san Luigi dei Francesi, destra; quello basso, animato da due gruppi di
a Roma. Michelangelo Merisi, in arte Caravag- personaggi: cinque in abiti del Seicento, intorno
gio, realizzò fra il 1598 e il 1600 tre dipinti: “La ad un tavolo e, in posizione centrale, Matteo. In
vocazione di Matteo” collocato sulla parete si- piedi, a destra e in penombra, la figura di Pietro
nistra della Cappella, “Il martirio di San Matteo” e, quasi nascosta, quella di Gesù. Il Caravaggio
su quella destra e “Matteo che scrive ispirato è “scultore della luce”. Una luce potente e folgoda un angelo” al centro, nella pala d’altare. «A rante fa emergere volti, mani, vesti...
40 anni dalla fine del Concilio di Trento (1545- Il fascio di luce che proviene da Cristo illumi1563), in pieno clima di Controriforma - affer- na tutti, compresi i due alla sinistra di Matteo,
ma don Vittorio - si richiedeva un’arte in cui uno anziano e l’altro giovane, curvi e intenti a
l’eloquenza delle forme e la potenza espressiva contare i denari. La luce evidenzia l’espressione
fossero a servizio della fede. I quadri del Ca- sbigottita e il gesto di Matteo che, rivolgendo
ravaggio sono anche troppo realistici. Ribelle lo sguardo a Gesù, punta il pollice della mano
ad ogni conformismo, l’artista sostituisce a una sinistra verso se stesso, come se dicesse: “Stai
visione idealizzata del mondo la realtà che lo chiamando proprio me?”. Un giovane dai linecirconda sublimandola e dissacrando il concet- amenti effeminati, ben vestito, appoggia conto del divino e della pietà. Egli sostituisce agli fidenzialmente il braccio destro sulle spalle di
stereotipati personaggi evangelici figure tratte Matteo ed è rivolto verso la luce. Un personagdal vivo, di umile estrazione». Il Caravaggio si gio con la spada, seduto su uno sgabello, evoca
19-7- 1927
le figure dei bravi de “I promessi sposi”. «Sui
mali di questo mondo, l’attaccamento al denaro,
la sensualità, la violenza... - sottolinea don Vittorio - il Caravaggio fa piovere una luce: la luce
di Cristo. La luce della Grazia divina investe
tutti gli uomini, pur lasciandoli liberi di accogliere il messaggio evangelico. I due personaggi
curvi sul denaro, attenti solo ai propri interessi,
si autoescludono dalla salvezza. Pietro e Cristo,
vestiti come agli albori del cristianesimo, sono al
di là del tempo ma anche dentro il tempo. Pietro
rappresenta la Chiesa: l’oggi di Cristo che chiama alla conversione. La posizione della mano di
Gesù non è rigida come in atto di comando, ma
invita con dolcezza alla sequela e richiama la
mano di Dio Padre nella scena della creazione
di Adamo della Cappella Sistina. La salvezza in
Cristo è una nuova creazione: se l’uomo risponde alla chiamata di Dio, è rigenerato nello Spirito che dà la vita».
IL LIBRO DI ANTONELLA LUMINI: “Dio è Madre, l’altra faccia dell’amore”
La Madre non si stanca mai di amare
La Teologia della Tenerezza, di cui ho già parlato
nelle pagine di questo giornale, ha come premessa l’antropologia della tenerezza, in cui si mette in luce
un’attitudine inscritta nella natura umana, che evoca l’idea di
morbidezza, assenza di durezza e di rigidità. Tenerum deriva
dal verbo tendere, che significa
estendersi verso, proiettarsi. Risultato della tenerezza è, infatti,
una disponibilità a priori verso
relazioni positive, bene-volenti,
attraverso le quali l’alterità si
sente accettata, bene-voluta.
Sgombriamo subito il campo
dall’assunto errato che tenerezza sta a femminilità, cioè che
ne sia sinonimo. Certo è che
la mitologia sessantottina non
ha zittito tanti luoghi comuni
e consuetudini; così è che fino alla metà del secolo scorso esistevano i cosiddetti ruoli di genere e,
per estensione, i sentimenti di genere. Un po’ come
dire che il maschile non può provare tenerezza,
perché essa attiene all’universo femminile.
Da un luogo comune all’altro, anche nella riflessione teologica si è fatto strada (senza grande successo) il tentativo di “smontare” il maschilismo di Dio,
cosicché la Chiesa si presenta al mondo come il sacramento della tenerezza di Dio, di un Dio di bontà e di grazia con una chiara identità femminile.
Sono passati quasi quarant’anni ma le parole di
Giovanni Paolo I (papa Luciani), che hanno fatto
sobbalzare molti Padri conciliari, restano un ricordo vivido: «Noi siamo oggetto, da parte di Dio, di
un amore intramontabile; egli è papà, più ancora, è
madre» (10 settembre 1978). Lo scalpore dipendeva dal fatto che il filone “maschile”, reputato istituzionale nel Cristianesimo, doveva “fare i conti” con
quello “femminile” non alternativo, sicuramente
di secolare tradizione. Si sa: la società maschilista,
cui la Chiesa non ha mai smesso di strizzare l’occhio, non poteva tollerare una siffatta ingerenza.
È molto probabile che Papa Luciani conoscesse
bene la mistica cristiana, in particolare quella del
Medioevo e del Rinascimento
[cfr. la mistica renana di Meister
Eckhart (XIV sec.) e tra gli altri,
in seguito, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce], perché se
da una parte quell’espressione
non fu coniata da lui, dall’altra
egli intendeva dire che il Vangelo della tenerezza è “norma
normans” della Chiesa, che la
tenerezza è “soffio dello Spirito”
sulla Chiesa e “mistero nuziale”
della Storia della Salvezza, perciò storia dell’umanità.
Perciò, bene ha fatto Antonella Lumini nel suo libro “Dio è
Madre, l’altra faccia dell’amore”,
a presentare lo Spirito Santo
come madre, in un cammino
interiore illuminato dal femminino e coniugato
al femminile. Si tratta di un percorso spirituale in
sette tappe, in cui l’Autrice pone l’accento sull’aspetto materno della Trinità, Amore che si effonde
nel Creato. Poiché «la Madre non si stanca mai di
amare» (pag. 39), una Teologia al femminile non
può che disegnare la parabola di un amore infinito che consola e che cura incessantemente, con la
tenerezza che è propria di un Dio trinitario “ermafrodito”.
Sempre pronto ad accogliere e a sostenere, Dio è
comunque conciliante, mai giudicante.
Per disegnare i tratti di quest’Amore m’ispiro sempre volentieri al dipinto di Rembrandt intitolato
Il ritorno del figlio prodigo (1669, Ermitage, San
Pietroburgo): perché mai quel vecchio canuto e
curvo di vecchiezza, sulle spalle del figlio prostrato ai suoi piedi, deve poggiare due mani in cui la
sinistra è maschile e la destra è femminile? Forse
perché Rembrandt vuole dirci che una riflessione
sull’Amore tenero di un Dio che è Madre l’ha fatta
pure lui...
Oreste Mendolìa Gallino
Giuseppina Radiciotti
Ricordo
1-1-1932
5-2-2014
Mario Martarelli
Ci hai lasciati all’improvviso e in
modo inaspettato, ma la fede ci aiuta a sentirti ancora vicino.
Ci mancherai tanto, Mario, ma il tuo
ricordo ci darà la forza per affrontare coraggiosamente la vita, proprio
come hai fatto tu…
Ti vogliamo bene.
Gina, Paola, Paolo,
i nipoti, la nuora e il genero
La santa Messa del die septimo sarà
celebrata mercoledì 12 febbraio alle
18,30 nella chiesa del Divino Amore
di Jesi.
Ricordo
11.6.1920 7.2.2014
10-2-2014
Mauro Maldini
La chiesa di San Giuseppe a Jesi ha accolto tantissime persone che si sono
unite nell’affetto e nella preghiera alla
signora Anna, ai figli Massimo e Marco,
alle nuore Monica e Oriana, ai nipoti Diletta, Riccardo, Leonardo e Lorenzo, al
fratello, alla sorella e a tutti i parenti
del carissimo Mauro. Nella celebrazione
funebre di martedì mattina 11 febbraio
il parroco don Giuliano Fiorentini ha ricordato la vita di Mauro e la sua capacità di costruire legami di amicizia. Orgoglioso della sua famiglia, della sua sposa
Anna, dei figli e dei nipoti, aveva un carattere gioviale ed era sempre pronto
alla battuta scherzosa ma delicata. Si
era dedicato con passione e competenza al lavoro nella Cassa di Risparmio di
Jesi ed era inserito nella vita della comunità dove partecipava volentieri alle
manifestazioni e agli eventi culturali. «È
una parte della nostra città – ha detto don Giuliano – che improvvisamente viene a mancare e porta con sé una
parte di noi. Ci affidiamo alle parole del
Salmo: “le anime dei giusti sono nelle
mani di Dio”, a questo abbraccio di vita,
di pace e di vivacità come fiamme che
brillano di qua e di là e ci dicono che
la vita non finisce mai. Le pagine della
nostra vita eterna sono già segnate nelle giornate di oggi, di un’esistenza attenta, corretta, disponibile, che sa attraversare il deserto del dolore e della
morte per arrivare alla consolazione di
vedere il Signore. Così è vissuto Mauro e
così è entrato nel Regno dei Cieli».
La Santa Messa nel die septimo sarà
celebrata domenica 16 febbraio alle
10 nella chiesa di San Giuseppe.
Romualdo Vico
Uomo mite e semplice, “in cui non
c’è falsità” (Gv 1,47), gentile e generoso con tutti, di fede sincera e
limpida, fiducioso nell’abbandono a
Dio, si è spento lentamente circondato dai suoi cari.
Lo ricordano con tenerezza e affetto
i figli Angelo e Franca, la nuora Adriana, i generi Alfredo e Gilberto, e i nipoti Maria, Stefano, Lucia, Francesca,
Laura, Mattia e Federica.
La messa nel settimo giorno verrà
celebrata lunedì 17 febbraio alle
17.30 presso la Chiesa di S. Maria in
Cupramontana.
Voce della Vallesina
Per i ricordi
delle persone care
0731.208145
VITA ECCLESIALE
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16 FEBBRAIO 2014
IL 14 FEBBRAIO IN VATICANO CON IL PAPA
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ALL’ORIZZONTE IL DEBUTTO AL PALACONGRESSI DI LORETO IL 15 FEBBRAIO
Incontro con i fidanzati L’Allegra Compagnia di nuovo in scena
“Sono già più di 17.000 i
fidanzati iscritti all’udienza
con il Papa programmata
per il 14 febbraio, giorno di
San Valentino. Davanti a
questo numero assolutamente
imprevedibile (si tratta pur
sempre di un giorno feriale),
Papa Francesco ha accolto
la proposta di tenere questa
udienza in piazza San Pietro”
È questo quanto ci ha comunicato
il Pontificium Consilium Pro
Familia alla richiesta d’iscrizione
delle nostre 22 coppie di fidanzati
che hanno deciso di rispondere
alla chiamata di Papa Francesco,
per celebrare insieme “La gioia
del Sì per sempre”.
Le parole di presentazione dell’iniziativa del Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia,
l’Arcivescovo mons. Vincenzo
Paglia: «Il Santo Padre ha più
volte esortato gli innamorati e
i giovani sposi a vivere la gioia
dell’amore fedele e fecondo, che
cresce nella santità seguendo il
modello della Santa Famiglia
e accogliendo Cristo nella vita
familiare, in cui si rinnova ogni
giorno e per sempre il dono
pieno e libero di sé nell’amore
sacramentale, che riceve la grazia
del mistero pasquale» sono state
accolte con entusiasmo tanto che
un’adesione così massiccia nessuno
se la aspettava, ma ciò non può che
riempire il cuore di gioia, nel vedere
la risposta di coppie di fidanzati da
ogni parte d’Europa e del Mondo;
Francia, Stati Uniti, Inghilterra e
Sud America, per citare le maggiori
adesioni.
La nostra diocesi non poteva
mancare un appuntamento così
importante e significativo; i nostri ragazzi, che hanno frequentato, o stanno vivendo, i percorsi
di preparazione al matrimonio
partiranno con il pullman venerdì mattina molto presto per essere pronti in Piazza San Pietro
all’incontro con il Santo Padre.
Elio Ranco
IL LIBRO DI GIANNI FERRARESI
Storie di vita
“Ricominciamo da Gesù bambino”,
una raccolta di racconti brevi che
hanno come minimo comun denominatore l’attesa del Natale: storie
sia di carattere biblico-evangelico
sia derivate dall’esperienza personale di Gianni Ferraresi, classe
1936, ingegnere di formazione e
ordinato Diacono a Venezia nel
1986, autore di questo e di molti
altri libri dal 1960 ad oggi.
Cos’è il racconto? “Un modo di
rielaborare e interpretare la vita,
dandole significato. Una maniera
di condividere i propri ricordi e le
proprie esperienze con gli altri, per
sciogliere le emozioni e lo stupore”,
dice Don Luigi Vitturi nella prefazione. Uno stile umile e una semplicità di fondo che hanno come
scopo principale quello di avvicinare alla fede in Dio, per “favorire
l’incontro e poi mettersi da parte”.
Ricordi di vita di chi un tempo è
stato bambino ed oggi, con i bam-
bini, si trova ad averci a che fare
come nonno. Ed è proprio dalla
curiosità genuina dei più giovani che emergono le domande alle
quali è più difficile dar risposta:
preziose occasioni per guardare,
una volta tanto, dentro noi stessi.
(Ricominciamo da Gesù Bambino, Gianni Ferraresi, Marcianum
Press, Venezia, 2013)
Alessandro Gentili
L’Allegra Compagnia, formata
dai ragazzi e le ragazze della
parrocchia Madonna Regina
della Pace di Jesi, è ritornata in scena con lo spettacolo
musicale “Francesco è vivo”
domenica 9 febbraio presso
la chiesa di San Massimiliano
Kolbe, sempre sotto l’attenta regia di Giuseppe Fabrizi
e Paolo Stronati. La storia la
conosciamo già: si tratta di
una rivisitazione in chiave moderna
della vita del Poverello di Assisi, resa
dinamica ed accattivante dai canti, le
danze ma soprattutto dall’uso divertente del dialetto jesino. I ragazzi si
stanno preparando al loro debutto
previsto per sabato 15 febbraio al
Palacongressi di Loreto. Un traguardo importante per i piccoli talenti
dell’Allegra Compagnia a cui abbiamo
fatto alcune domande, con l’aiuto del
regista, Giuseppe Fabrizi e di Chiara
Rossetti, una delle animatrici.
San Francesco ha avuto il coraggio
di abbandonare la vita che conduceva per seguire la sua Vocazione.
Anche voi sareste pronti a rinun-
ciare a tutto per le vostre passioni?
(Ragazzi) Non è così semplice. Prima
di tutto siamo legati alle nostre famiglie, alla scuola, agli amici. Poi non
abbiamo le risorse per poter diventare indipendenti. Infine, bisogna vedere se è davvero una passione importante, che vale la pena seguire.
Quindi non centra la paura di fare
qualcosa controcorrente?
(Chiara Rossetti) No, è un’altra cosa.
Questi ragazzi sono disposti a dedicare molto tempo alla Compagnia,
c’è bisogno di fare diverse prove
che possono portare via anche diverse ore. Se dovessero seguire “la
massa” sarebbero altrove, ad esem-
pio in giro con gli amici o a
casa davanti alla televisione.
La recitazione, il canto, la
danza hanno avuto effetti positivi sui ragazzi anche al di
fuori del palcoscenico?
(Chiara Rossetti) Certo, abbiamo visto rivoluzioni copernicane! Molti hanno superato le loro
paure, sono riusciti ad esprimere tutto quello che avevano
dentro tramite queste forme di
espressione. Questi risultati li porti anche al di fuori, nella vita reale.
Come vi sentite all’idea di recitare a
Loreto?
(Ragazzi) Siamo emozionati! È una
città più grande, non è la parrocchia.
Non sappiamo ancora niente, come
sarà il palco, cosa ci aspetta. Sicuramente però è una sfida importante
e non vediamo l’ora di riproporre lo
spettacolo. Inoltre, il fatto di recitare
in dialetto jesino non solo è un modo
per ricordare le nostre origini, ma, in
questo caso, possiamo far conoscere
le nostre tradizioni in un’altra città.
Ilaria Stronati
Foto Ubaldi
UN LIBRO SULLA CATECHESI DI DON GIOVANNI VARAGONA DI ANCONA
Se il catechismo non genera felicità?
Esce in questi giorni ‘Con due colori’ di Giovanni Varagona, parroco, pedagogista, che raccoglie la sfida di Papa
Francesco a fare, più che predicare, la rivoluzione. S’intende, la rivoluzione nell’anima e dell’anima, quella che
parte, innanzitutto, dai nostri cuori, dallo spirito, dalla testa. Sant’Ignazio di Antiochia diceva che puoi parlare quanto vuoi, ma se i contenuti non passano dal tuo cuore e dai
comportamenti, ogni sforzo è non solo inutile, ma controproducente. E così,arriva questo libro. Si parte da un dato:
l’incapacità delle Comunità di affascinare al Vangelo i ragazzi, i giovani, con gli schemi consueti. Occorre inventare
altro. L’autore allora inventa, facendo fruttare nel lavoro
pastorale quel patrimonio raccolto acquisendo il titolo di
‘counselor’, e forte della sua esperienza pastorale, educativa (30 anni) e didattica (università del Molise, Istituto Teologico Marchigiano ed ISSR di Ancona). Il Counseling si occupa del benessere della persona, permette di instaurare una
relazione di aiuto con chi fatica a trovare benessere, pur
senza sfiorare la fase patologica. Una relazione che si gioca sull’empatia, sull’ascolto, elementi che aiutano a intercettare le frequenze della persona che chiede aiuto. Che
c’entra con il catechismo? Un po’ c’entra, anzi molto, dal
momento che - racconta Giovanni- la bambina che entra
nella stanza di catechismo arredata in ‘assetto gestaltico’
appare entrata in un mondo completamente diverso dalle
quattro mura spesso squallide che fanno da scenario al catechismo di ogni giorno ed esclama: ‘Ora capisco quanto
sono stata infelice’. Un catechismo che non genera felicità
nell’incontro con Cristo presenta qualche problemino. E direi che i problemini, per quanto siano encomiabili gli sforzi
dei catechisti oggi, sono all’ordine del giorno. Ecco, il catechismo gestaltico che Giovanni suggerisce aiuta innanzitutto a cambiare prospettiva. Non è uno strumento per memo-
rizzare nozioni, ma un’esperienza che aiuta a contattare il
cuore, il proprio e quello di Gesù. In questo libro l’autore
presenta i fondamenti teorici che hanno generato il percorso, partendo dalle intuizioni del Rinnovamento della Catechesi, ancora oggi largamente inattuato. Particolarmente
interessante, poi, è il racconto dell’esperienza realizzata in
una parrocchia della Diocesi di Ancona-Osimo. È una proposta la cui realizzazione presenta tempi non brevissimi,
perché richiede un’opportuna formazione dei catechisti.
Primi passi per quella rivoluzione, per quel cambiamento
che Papa Francesco auspica e provoca.
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ARTE
16 FEBBRAIO 2014
LIBRO: TUNDURUNDÙ. PENSIERI DI AMORE E DI BELLEZZA
“LA TERRA DEI FIORETTI” CON MUSICA E TESTI DI PADRE PIERUCCI
Mettere nero su bianco le proprie emozioni,
i propri pensieri più profondi e più intimi
è attività difficile, rischiosa a volte, coraggiosa. Marco Eugenio di Giandomenico ha
pubblicato un anno di pensieri rivolti alla
sua mamma, venuta a mancare a causa di un
male incurabile il 13 agosto del 2012.
La sua opera, pubblicata alla fine dello scorso anno, è un agile libretto in forma di zibaldone che si intitola Tundurundù. Pensieri
di amore e di bellezza. Un anno di facebook.
(Editore Marcianum Press). La prima parola del titolo nient’altro è che il nomignolo
dell’autore affidatogli dalla mamma. Questa
è presentata in maniera pulita ed esemplare, leggendo i primi capitoli introduttivi ci
immaginiamo una bella signora della ricca
provincia italiana, alta e fiera, piena di amore per la sua famiglia. La lettura scorre veloce ed interessata perché non rasenta mai
il sentimentalismo e anche il racconto della
malattia e della sofferenza è delicato, senza eccessivo compiacimento del dolore che
purtroppo spesso si ritrova in televisione,
nei giornali e nei libri dei nostri tempi. Il
tema vero del libro è la fede, dell’autore certamente, ma anche e soprattutto della madre, una fede salda che sembra sostituire
naturalmente il ruolo di «roccia della famiglia» che fino a quel momento era stata della
signora Olga Maria Vitocco Di Giandomenico.
Il segno tangibile di quella fede è l’impegno
di Olga nel voler riparare la parrocchiale di
Assergi, uno dei tanti castelli dell’Aquila che
il terremoto del 2009 aveva distrutto. L’amore per quella terra è metafora dell’amore di
Dio, è la volontà concreta di lasciare un segno del proprio passaggio terreno per dimo-
«Andò nella Marca di Ancona». Quante volte si legge questa notizia nelle Fonti Francescane! Un’abitudine, una necessità, quella di
Francesco, di entrare nella nostra Regione,
finché un giorno salpò da Ancona verso la
Siria, per dare il Vangelo “con coraggio al sultano Malek el Kamel”.
Chi visita la chiesa jesina di San Niccolò deve
sapere che il portale, di quella che nel XIII
secolo era una chiesetta o cappella votiva, fu
varcato almeno un paio di volte dal Poverello d’Assisi, quando egli volle imbarcarsi nella
“folle” avventura di predicare il Vangelo nientemeno che ai Musulmani. E se la conferma scana di Terra Santa e del Premio Vallesina.
di questo viaggio missionario arriva dalla Un progetto che «non è soltanto un nome
Leggenda minore di Bonaventura da Bagno- – come dice Padre Ferdinando Campana,
regio, la tappa anconetana è solo una delle ministro Provinciale dei Frati Minori delle
tante finestre che si aprono sull’affascinante Marche – pure uno stile di vita, di preghiera,
policromia di un territorio in cui la tradizio- di fraternità e di missione, che si prefigge di
suscitare in noi le stesse energie spirituali e la
ne vuole che siano stati composti i Fioretti.
Un pregevole itinerario culturale ma intensa- stessa passione per il Vangelo che animavano
mente spirituale che Padre Armando Pieruc- i primi frati, rendendoli capaci di sprigionare,
ci, marchigiano doc, fa rivivere nella Cantata testimoniare e tramandare con la loro opera
per soli, coro, oboe, tromba e organo di cui la Buona Novella».
è autore della musica e dei testi, titolata “La Un cd che merita grande attenzione: forte
della sua interessante realizzazione grafica,
Terra dei Fioretti”.
Una perla nel repertorio di questo figlio di è una proposta culturale che invita all’apFrancesco che, nato in Maiolati Spontini, profondimento dell’esperienza francescana,
vive da molti anni in Gerusalemme, ove è capace – citando i Ministri Provinciali delle
organista della Basilica del Santo Sepolcro e Famiglie Francescane (1977) – di conservare
ove ha fondato e tuttora dirige l’Istituto in- «il suo significato e il suo valore, in un moternazionale di musica Magnificat.
mento come il nostro in cui – come nel seLa recente pubblicazione del cd è stata cu- colo decimoterzo – gli orientamenti morali e
rata dalla Provincia Picena S. Giacomo della amorali si moltiplicano e si intrecciano in un
Marca dei Frati Minori, coi contributi dello tessuto sempre più complesso».
stesso Magnificat, della Custodia FranceOreste Mendolìa Gallino
La fede forte di una madre
strare come noi siamo solo strumenti nelle
mani del Signore.
Nella seconda parte del libro l’autore raccoglie i pensieri che per tutto l’anno successivo
la morte della madre aveva affidato a Facebook, aveva voluto condividere con la sua
cerchia di amici reali e virtuali e, diremmo, li
incolla su queste pagine, li presenta a noi in
questa sorta di bacheca. È un esperimento
interessante e a tratti commovente che, pur
con una lingua difficile da seguire che a volte esagera nell’uso dei puntini di sospensione, tipico delle scritture da social network,
fa riflettere. La forma dell’aforisma aiuta la
comprensione del pensiero e sembra si abbandoni la scrittura meramente autobiografica per abbracciare una dimensione più
generale, come se fosse anche questo amore
incondizionato.
Ilaria Stronati
CAMALEONTICA: ARTISTI A CHILOMETRO ZERO
Un giorno salpò verso la Siria
“RAPPORTO GIOVANI” DELL’ISTITUTO TONIOLO
Sono più ottimisti degli adulti
Improvvisando emozioni
Dall’idea di Francesco Chiodi e Stefano Bar- sviluppo dell’“autoprotezione” e di iniziatitolucci, titolare del Golden Cadillac Music ve efficaci nel superamento di disagi persoClub di Jesi, questa iniziativa si collega al nali e relazionali, lavorativi e occupazionali,
progetto regionale 2014 dell’associazione di tempo libero, nella formazione personale e
promozione sociale Praxis finalizzato allo professionale... Attraverso la collaborazione
sviluppo delle abilità dei giovani nel tem- tra più soggetti verranno costruiti percorpo libero, formazione, lavoro, superamento si trasversali. Camaleontica farà cambiare
delle insicurezze e valorizzazione dei ta- colore al locale che ci ospiterà e darà vita a
lenti attraverso lo sviluppo di reti. Parte da un’iniziativa dove ognuno si senta libero di
Francesco Chiodi l’idea di creare un luogo esprimere il proprio essere artista, senza lidi condivisione di idee, espressioni ed emo- nee guide, senza paletti, con la speranza che
zioni e fare in modo che le persone che fru- finalmente qualcosa cambi.
iranno in questa iniziativa diventino parte
integrante della stessa. «Completamente no L’intera iniziativa sarà fruibile gratuitamenprofit – spiega Chiodi - e grazie alla volontà te, agli artisti non è stato chiesto nulla e
di molte persone di rendere visibile la loro non sarà dato nulla... Scambio gratuito per
arte siamo riusciti ad unire più di 30 artisti permettere a chi si interessa di arte di poter
di vario genere: pittori, scultori, fotogra- fruire in un luogo gradevole ed espressivo a
fi, fotomodelle, ballerine, registi, scrittori, costo zero.
cantanti, cabarettisti, musicisti, artisti del Il programma del 15 febbraio dalle 16,30 alle
tessuto e del riciclo e addirittura un’arti- 3 di notte al Golden Cadillac Music Club di
sta parrucchiera. Il progetto “Camaleonti- Jesi in corso Matteotti, 49 a Jesi. Ore 16,30:
ca” prevede dopo la prima iniziativa del 15 laboratorio creativo per bambini e animafebbraio un viaggio nelle principali località zione; ore 17: inaugurazione della Mostra
delle Marche al fine di promuovere l’arte, il Collettiva d’arte di 10 artisti; ore 18:30:
lavoro, lo spettacolo e le emozioni di tutti presentazione del libro “Cristo era Vegetagli “artisti” partecipanti e le capacità d’in- riano?” di Valentino Bellucci; ore 19,30: vitervento delle persone nei diversi ambiti sione del cortometraggio “Poco prima del
che formano per ciascuno l’idea generale di caffè “ di Jonathan Soverchia, vincitore del
“valorizzare il nostro territorio”. Il progetto primo premio al Fano Corto Film Festival;
regionale Praxis coinvolgerà i Comuni, le ore 20,30: spettacolo; ore 22,30: concerto dei
scuole, le associazioni sportive e culturali, “Retropolis” di Serra de’ Conti (sei musicisti
gli esercizi pubblici, le famiglie, i giovani e e una cantante) e vari interventi di musicisti
gli adolescenti allo scopo di contrastare fe- artisti locali quali Bob Money, Federico Lennomeni quali incertezza e sfiducia con lo ci e Fabio Luzi.
I giovani credono nella famiglia, “sempre più
importante per il ruolo di sostegno strumentale ed emotivo”, ed è essa che consente di
“tenere alta la fiducia nella possibilità di realizzare, nonostante le difficoltà del predente,
obiettivi importanti nel futuro”. A sottolineare il legame tra i “millennials” (ovvero coloro
che hanno compiuto la maggiore età nel terzo millennio) e la famiglia d’origine è il “Rapporto Giovani” dell’Istituto Toniolo, presentato in questi giorni al convegno di pastorale
giovanile, in corso a Genova, da Nando Pagnoncelli e Pierpaolo Triani. Un’indagine che
offre uno spaccato del mondo giovanile senza dimenticare che, proseguendo con il trend
attuale, “nel 2050 - ha sottolineato Pagnoncelli - gli ultra 65enni passano dal 20% attuale al 30% e gli over 80 dal 6 al 15%”. Il problema è che aspirazioni e realtà si scontrano
nelle scelte di vita: i giovani vorrebbero avere
da 2 a 4 figli, ma facendo i conti con la realtà dimezzano (da oltre il 30% al 15%) quanti
ritengono che ne avranno 3 e aumentano le
risposte a favore del figlio unico o addirittura per nessun figlio. È vero che il ritratto del
giovane italiano lo vede in casa con i genitori, ma è pure vero che tre su quattro (65,3%
dei maschi, 61,8% tra le
femmine) vi rientrano dopo
un periodo d’autonomia.
“Una parte rilevante di giovani - sottolineano i due
ricercatori - vuole una propria autonomia e costruire
un proprio percorso di vita,
ma molto spesso si trova
costretta a fare retromarcia”.
In questi casi, proseguono,
“sono proprio i genitori a riaccogliere i figli
in casa quando il posto di lavoro viene meno
o se esso non consente loro di mantenersi
pur continuando a lavorare”. Non va dimenticata, al riguardo, la realtà dei “giovani che
non studiano e non lavorano - i cosiddetti
Neet - che sono oltre il 20% degli under 30 e
risultano essere anche le persone più demotivate e disilluse rispetto al proprio futuro”.
Per quanto riguarda la fiducia, al primo posto vengono le figure parentali - la mamma
e, poi, il papà - perché “sanno ascoltare senza giudicare”, come pure gli amici, segno che
“l’aspetto educativo - ha rilevato Pagnoncelli
- è strettamene correlato all’aspetto relazionale”. Su politica e istituzioni, viceversa, “la
bocciatura è solenne”, mentre per oltre il 70%
dei giovani intervistati Papa Francesco è una
persona di cui fidarsi. “I giovani - ha sintetizzato Pagnoncelli - sono camaleonti adattabili
al dinamismo incalzante, disposti ad adattarsi con grande flessibilità ma senza rinunciare
a sognare; al tempo stesso vogliono una famiglia, un luogo di rifugio, almeno due figli;
sono consapevoli che l’Italia stia andando in
una direzione sbagliata, ma sono più ottimisti degli adulti”.
JESI
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16 FEBBRAIO 2014
JESI E MOIE: ricordi condivisi su facebook
Uno sguardo sul passato
C’è veramente di tutto su Facebook, oggi.
Profili personali e tante informazioni spesso superflue, a volte utili, altre ancora tali
da attirare l’attenzione di chi naviga il web:
è questo il caso di “Jesi Muntobè” e “Le
Moie degli anni ‘70 - come eravamo”, due
pagine create recentemente e molto interessanti per il territorio della Vallesina.
Realizzate da appassionati locali, hanno
come ragione d’essere la raccolta di immagini d’epoca dei rispettivi comuni, per preservare la memoria storica in un presente
caratterizzato dal cambiamento rapido e
costante e in cui il web sta guadagnando
terreno sul mondo reale. “Parlare delle persone, luoghi, aneddoti che hanno caratterizzato l’identità del nostro paese per non
diventare sempre più anonimi”, riporta la
pagina dedicata a Moie, mentre un meno
modesto “pagina dedicata alla nostra beneamata cittadina che è il centro del mondo” capeggia sul profilo di Jesi Muntobè.
Tanta la nostalgia e forte la curiosità nel
vedere com’erano una volta i
luoghi di oggi: foto che vanno
dalla fine dell’Ottocento agli
anni Ottanta del secolo scorso,
e che interessano sia le piazze
e le vie più note (Piazza della
Repubblica, il Viale della Vittoria, il Corso Matteotti, l’abbazia benedettina di Santa Maria
delle Moie) sia luoghi più periferici ma ugualmente degni di
nota. Sin da subito sono stati
numerosi i contributi privati,
necessari per arricchire delle pagine che hanno bisogno
dell’aiuto di tutti per crescere in maniera
significativa: chi di noi non possiede foto
scattate in luoghi pubblici, lasciate a prender polvere in un cassetto?
Nell’epoca della riproducibilità, dell’informazione totale e dell’immagine, finalmente una possibilità di aprire uno sguardo sul
passato per capire meglio il presente in cui
viviamo, e decidere in quale futuro vogliamo
vivere.
I link: https://www.facebook.com/jesimuntobe, https://www.facebook.com/moie70
Alessandro Gentili
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JESI:la Giunta ricevuta dalla Boldrini a Montecitorio
Un motivo di orgoglio
È durato oltre un’ora l’incontro tra
la presidente della Camera Laura
Boldrini e la Giunta comunale di
Jesi, tenutosi questo pomeriggio a
Montecitorio. Un incontro cordiale, a testimonianza dell’affetto che
la Boldrini manifesta per la città
in cui ha frequentato gli studi e si
è formata prima di intraprendere
il percorso di vita che l’ha portata
ad essere oggi la terza carica dello
Stato. La presidente della Camera ha illustrato l’attività che viene
svolta a Montecitorio e in particolare il ruolo di chi è chiamato a presiedere
l’assemblea parlamentare.
Il sindaco Massimo Bacci ha avuto modo, da
parte sua, di ringraziarla per l’opportunità
riservata, ritenendo questa visita a Roma un
atto dovuto. «Senza entrare in alcun discorso politico che non era né poteva essere in
agenda - ha aggiunto il sindaco - ho voluto
trasmettere alla Boldrini i sensi di affetto e
vicinanza per il delicato compito a cui è stata chiamata, ben consapevole che dal punto
di vista umano il suo ruolo comporta inevitabilmente onori, ma anche pesanti oneri.
Per Jesi è certamente motivo di orgoglio che
una sua concittadina guidi oggi la Camera
dei deputati. È una ulteriore ed efficace dimostrazione di come una comunità di provincia riesca ad avere una organizzazione
scolastica, formativa e sociale di altissimo
livello che permette alle menti più brillanti di fare strada. Ho apprezzato l’interesse
che la Boldrini ha mostrato per la sua Jesi,
ascoltando con attenzione ciò che l’Amministrazione comunale sta mettendo in campo su numerose tematiche, con particolare
riferimento alla tutela dei più deboli, incoraggiandoci nel percorso che stiamo compiendo».
La Boldrini, accogliendo la richiesta di Bacci,
ha assicurato che, in occasione di una nuova visita ufficiale nelle Marche, avrà modo
di tornare a Jesi, ricordando con grande
emozione l’appuntamento dello scorso novembre a teatro Pergolesi con gli alunni
della media “Lorenzini” che hanno sviluppato un’attività didattica su integrazione e
coesione sociale legata al suo libro “Solo le
montagne non si incontrano mai”.
FABRIANO: MOSTRA COLLETTIVA E ITINERANTE DI ARTI VISIVE DAL 1 ALL’8 MAGGIO SUL TEMA DEL “PADRE NOSTRO”
Un progetto per gli artisti di tutte le diocesi italiane
Dalla collaborazione tra la Diocesi di Fabriano-Matelica e l’associazione culturale InArte
nasce il progetto di una grande mostra collettiva di arti visive sul “Padre Nostro”.
A lavoro una struttura organizzativa formata
da don Andrea Simone, Direttore dell’Ufficio Cultura Diocesano, l’Associazione InArte,
Anna Massinissa e Arianna Bardelli, a capo
della direzione artistica del progetto e, ovviamente, gli artisti del territorio e non. L’iniziativa, proposta a testimonianza e per il territorio locale, oltre ad offrire una molteplicità di
spunti di riflessioni sul tema, assumerà una
rilevanza nazionale. Infatti la mostra, accolta
nel progetto Culturale CEI, sarà promossa in
tutte le Diocesi italiane. A Fabriano l’esposi-
zione è prevista dal 1 al 18 maggio presso la
Nuova Galleria delle Arti, prima tappa della
mostra itinerante che proseguirà poi, nel mese
di agosto, a Sassoferrato.
Molti gli artisti che hanno già inviato la loro
adesione al progetto e stanno realizzando opere ispirate al tema attraverso differenti tecniche di comunicazione visiva. Un tema importante che sarà declinato dagli artisti in tutte le
sue sfaccettature, specchio della soggettività
della riflessione personale che il Padre Nostro
suscita in ogni persona, indipendentemente
dalla propria religione di appartenenza.
Attualmente il progetto si avvale del patrocinio della Città di Fabriano e del Comune di
Sassoferrato.
Il capolavoro letterario di Boris Vian sul grande schermo
Probabilmente non c’era regista
più adatto di Gondry per portare sul grande schermo il capolavoro letterario di Boris Vian.
“L’Écume des jours”, ambientato
in una Parigi da sogno degli anni
Quaranta, narra la storia d’amore tra il ricco Colin e la giovane
Chloé, un crescendo vertiginoso
di buonumore e ottimismo che
raggiunge il culmine nel matrimonio, ma che altrettanto vertiginosamente picchia a terra, lasciando una voragine nel cuore.
Già Charles Belmont nel ‘68 e il
giapponese Go Riju nel 2001 avevano tentato delle trasposizioni
cinematografiche de “La schiu-
ma dei giorni”, ma solo un visionario come il regista francese
poteva ricreare le ambientazioni
e le suggestioni di un testo scritto che era già immagine: si passa
dai colori vividi e saturi di una
prima parte densa di gioia iperrealista, trovate geniali e continue
animazioni in stop-motion, a una
tristezza che scava dentro, rimpicciolisce gli spazi, invecchia e
come se non bastasse si porta via
anche ogni traccia di colore. Un
mood che si rispecchia nell’indaco cantato da Duke Ellington,
autore della “Mood Indigo” che dà
il titolo al film (per una volta un
film di Gondry non viene violen-
tato nella traduzione) e della “Chloé” che prende vita nel personaggio di Audrey Tautou.
Una struggente favola d’amore
condita da critiche dissacranti
al mondo borghese e al consumo sfrenato - la disgrazia di Colin non è solo pena d’amore ma
anche rovina economica - ai falsi
idoli (memorabile il fanatismo per
il celeberrimo Jean-Soul Partre!),
alla guerra (le coltivazioni di fucili) e chi più ne ha più ne metta.
Tra gli attori, più che i due protagonisti Romain Duris e la Tautou spiccano i comprimari: Chick
(Gad Elmaleh), fanatico del filosofo fino a morirne, la bellissima
Alise (Aissa Maiga) e il domestico
tuttofare e sciupafemmine Nicolas (Omar Sy, già ammirato di recente in “Quasi amici”).
Chi nell’inventiva sfrenata di
Vian si è già perso non potrà che
tuffarsi nuovamente in un’esperienza che è un volo pindarico
da vette di sogno all’inferno in
terra, mentre chi vi si scontra
per la prima volta probabilmente faticherà di più ad entrare in
un mondo che somma la creatività di due geni visionari quali
Vian - parola - e Gondry - immagine. Da amare o da odiare,
probabilmente non ci sono vie
di mezzo. In ogni caso no, regi-
sta più adatto proprio non c’era.
Alessandro Gentili
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ARTE
16 FEBBRAIO 2014
CUPRAMONTANA: IL LIBRO SULLE SUORE FRANCESCANE DI SANTA CATERINA E IL CONCERTO DELL’ORCHESTRA MARCHIGIANA
Musica e immagini “dietro quel cancello…”
Foto Paolo Morici
Non è la prima volta che l’accogliente chiesa di San Lorenzo ospita, su iniziativa di don Maurizio
Fileni e di don Giovanni Ferracci,
un concerto o un evento ma quello
di sabato 25 gennaio è stato particolarmente apprezzato da un numeroso e attento pubblico. Più che
buoni erano i motivi: la presenza
dell’Orchestra delle Marche, attesa
dopo l’applauditissima esibizione a
Poggio Cupro lo scorso 15 dicembre, e l’attenzione rivolta a un piccolo- grande mondo quale quello
delle Suore Francescane di Cupramontana, attraverso la presentazione di un libro fotografico a loro
dedicato.
Il ricco contenuto della serata è
stato presentato da Beatrice Testadiferro, la quale, dopo aver sottolineato il valore della musica dalle
parole di Benedetto XVI ha presentato l’Orchestra diretta dal maestro
Stefano Campolucci, la recente
storia e la sua composizione, ha
accompagnato, nel loro succedersi,
l’esecuzione dei singoli brani con
brevi note informative.
L’Orchestra coinvolge i musici-
apporto. Il libro è ricco di immagini colte con maestria all’interno
del Convento di Santa Caterina da
alcuni appassionati di fotografia,
soci del circolo culturale “Carpe
Diem”: Paolo Ceci, Vincenzo Mollaretti e Cristiana Loccioni. L’opera
è il risultato di una ricerca, nata dal
desiderio di conoscere una realtà
presente nel nostro paese, naturalmente poco evidente ma degna di
essere colta nella giusta maniera. La
complicità di don Maurizio come
trait-d’union e le sue note di accompagnamento alle immagini hanno
completato l’opera. L’idea era sorta
la scorsa primavera, se ne era parlato con don Maurizio e l’impresa
si è resa possibile. La sana curiosità di Vincenzo, Paolo e Cristiana
prendeva forma di reverente timore
nell’attraversare, quell’11 maggio, il
cancello di Via Nazario Sauro per la
prima volta attrezzati di fotocamere
e obiettivi… tanto che il primo click
è toccato a Cristiana più intraprendente e più pronta degli altri nel cogliere la benevolenza delle suore già
informate e in accordo su quanto ci
si apprestava a fare
sti marchigiani provenienti dalle
scuole musicali del territorio (“G.
B. Pergolesi” di Jesi, “Bettino Padovano” di Senigallia, dell’Accademia
Musicale di Ancona, della Civica
Scuola di Musica “Beniamino Gigli” di Recanati). Al loro attivo già
numerose esibizioni tra le quali significative quelle con la Scuola di
Musica e Danza “Novo Sarajevo” e
l’Istituto Magnificat di Gerusalemme, quest’ultimo creato da padre
Armando Pierucci e frequentato da
giovani di etnie e religioni diverse
Nello spazio tra i due tempi del repertorio d’orchestra, tra brani tratti
da film famosi, sinfonie ed arie d’o- E proprio Cristiana, anche a nome
pera, si è svolta la presentazione del di Paolo e Vincenzo, nel corso della
Libro fotografico “Dietro quel can- serata di presentazione, ha espresso
cello di Via Nazario Sauro n.16” pubblicamente la pienezza e la sidella Collana “La Pieve”
gnificatività di quell’esperienza.
Nel presentarla don Maurizio ha “A noi, amanti della fotografia viene
parlato con orgoglio della Collana quasi naturale voler vedere il più
fondata nel 1990 da don Giovan- possibile e voler scoprire l’impossini Ferracci e ora impreziosita da bile.” in questo caso il Monastero,
questo libro fotografico, il primo di con le suore che vi abitano, che “per
una nuova serie destinata a cresce- molti cuprensi ha fatto da sfondo
re, non tralasciando di ricordare le all’infanzia ed è rimasto comunque
altre 32 perle della serie iniziale alla misterioso e quasi inaccessibile”.
quale ha dato lui stesso un notevole Gli autori del libro, entrati in pun-
Foto Paolo Morici
ta di piedi e trovatisi poi a loro tra, riportata da Milena Marchetti,
agio, hanno attribuito il merito di nell’intento di cogliere aspetti delquegli scatti alle suore stesse, alla la vita quotidiana, dalla preghiera
loro disponibilità, al loro benevolo mattutina al grande silenzio notmettersi in gioco e per quella ri- turno. Una vita intensa e realizzata,
spettosa confidenza che si era ve- “ una giornata ordinata: scandita
nuta a creare. Le hanno ringraziate dalla preghiera assidua e dall’openominandole una per una: suor rosità che l’età consente loro”
Cecilia la Madre superiora, suor Ricevuto l’apprezzamento del sinAntonietta, ora assente per moti- daco Luigi Cerioni per l’apporto
vi di salute, suor Artemisia e suor culturale e significativo della seAngioletta.
rata, l’Orchestra ha continuato
La dichiarata speranza di aver po- nell’esecuzione di celebri arie d’otuto cogliere e quindi trasmettere pera. Nell’ultimo brano in pronell’opera fotografica che ne è ri- gramma - il “Brindisi della Traviasultata, oltre i tratti dei volti anche ta”- gli elementi dell’orchestra e i 4
la bellezza del loro animo e del cantanti che si erano esibiti singoloro ambiente, ha concluso il di- larmente in precedenza (il soprano
scorso di Cristiana tra gli applausi Laura Andreoni, il mezzosoprano
dei numerosi spettatori e gli sguar- Luciana Zallocco, i tenori David
Mazzoni e Franco Corinaldesi)
di rivolti alle suore presenti
A quel punto, per sottolineare an- erano tutti in scena a cogliere il
cor più la preziosità di un mondo meritato applauso finale rivolto
che si sta riducendo nel numero naturalmente anche agli altri proma non certo nel valore delle sue tagonisti della serata
componenti, sono state presentate Una serata conclusa con il bis
due conversazioni significative: la “Nessun dorma” dalla Turandot
prima dalla voce di Paola Torelli, e con evidente soddisfazione del
una intervista a suor Cecilia sul pubblico.
suo percorso di vocazione e l’ale.g.
PRIMO SPETTACOLO DELLA RASSEGNA DI TEATRO DIALETTALE ‘LO SBERLEFFO’ DEDICATA A LELLO LONGHI
Signori, il pranzo è servito!
Si parla oggi in lungo e in largo di gastronomia. In televisione, a qualsiasi ora e su qualsiasi canale, sfilano cuochi imberrettati pronti
a confezionare con la destrezza e la rapidità
di prestigiatori, paradisiache prelibatezze da
esporre come quadri d’autore su piatti artisticamente guarniti. Migliaia sono le ricette
pubblicate da giornali di ogni genere o raccolte in libri dai titoli ‘appetitosi’ o suggerite
e minuziosamente descritte da grandi chef su
riviste salutistiche. Ce ne è davvero per tutti i
gusti. Niente da eccepire, per carità. Meglio
ascoltare l’elenco delle calorie di timballi e arrosti che quello di morti e feriti in un disastro
stradale o in un conflitto a fuoco. C’è da chiedersi tuttavia se quello che la haute cuisine
offre ai clienti è davvero sempre di altissima
qualità.
Se ne può dubitare, stando a quanto si racconta in ‘Non dovria volà ‘na mosca’, commedia scritta e diretta da Andrea Giuliani,
andata in scena al Pergolesi l’1 e 2 febbraio
come primo spettacolo della rassegna di teatro amatoriale ‘Lo Sberleffo’, quest’anno
dedicata a Lello Longhi. La storia è semplice, ma nuovo è l’argomento. La vicenda si
svolge dietro le quinte di un hotel lasciato in
eredità dalla zia Bernarda ad un nipote che
manca però totalmente di esperienza. Poiché
ritiene che all’albergo occorra innanzi tutto
un restyling, il nuovo proprietario chiama ad
aiutarlo un’amica arredatrice; che ha qualche velleitaria competenza, ma che va in tilt
quando subentrano problemi di cuore con il
fidanzato psicologo. Il personale dell’ hotel
è un’armata Brancaleone. C’è uno chef che
s’intende solo di sagre di paese e di panini
con porchetta; una cameriera mezza sorda
e ‘sciroccata’ che ha ottenuto l’impiego solo
perché è parente di un assessore; una cuoca
che ha irrefrenabili tic nervosi. Si aggiungerà un addetto alla disinfestazione dei locali;
un ragazzotto grezzo, ignorante e borioso.
Quando si aspetta la visita di un severissimo
ispettore al quale tutto dovrebbe essere mostrato in perfetto ordine e in perfetta efficienza si scatenano i guai: pietanze che cadono
a terra raccolte e rimesse in fretta nei piatti;
mosche che volano schivando beffardamente
gli spruzzi dell’insetticida; coltelli maldestramente usati che feriscono. La vicenda si conclude in un ingarbugliato bailamme da comica finale.
Ma sarà poi vero che persino nella cucina di
un grande ristorante possono succedere fatti
del genere? Sembrerebbe impossibile, ma ‘I
filetti rossi sperluccicosi’ lo fanno sospettare,
anche se raccontano a cuor leggero, senza
aggiungere troppo peperoncino alla loro pie-
tanza; usando anche un dialetto tanto ‘addomesticato’ da far ritenere che la commedia
non avrebbe diverso effetto se fosse rappresentata interamente in italiano. Tantissimo
pubblico sia alla prima che alla seconda recita
ha applaudito la compagnia. Sta a significare
che è sentito da molti il desiderio di sorridere
con schietta serenità non delle grandi problematiche dell’universo, ma delle esperienze
quotidiane; che sono poi le più vere e condivisibili. Anche Lello Longhi ne era convinto.
Fotoservizio
Augusta Franco Cardinali
Foto: applausi nel gran finale della recita.
VALLESINA
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MILANO MARITTIMA: IL FORUM AGROALIMENTARE DELLA COMPAGNIA DELLE OPERE CON LA TESTIMONIANZA DI PAOLO CEVOLI
“Quello che il Padreterno mi ha dato, va servito”
Se dovessi descrivere il Forum Compagnia “Questo ci carica di responsabilità” - esordi- le domande di imprenditori ed operatori
delle Opere Agroalimentare con tre concet- sce il presidente di Compagnia delle Ope- dell’agroalimentare.
ti, utilizzerei questi: fare rete, competenza, re Agroalimentare Camillo Gardini - “nel Tra gli esponenti politici ricordiamo Paolo
passione. Passione in ciò che si fa; compe- rendere efficaci ed utili, per il nostro lavo- De Castro (Pres. Commissione Agricoltura
tenza nel proprio mestiere; fare rete per ro quotidiano, queste due mezze giornate”. - Parlamento Europeo), con cui si è trattacrescere insieme. Il Forum svoltosi a Mila- Continua paragonando il lavoro umano a to il tema della PAC, ottimista per il futuro
no Marittima lo scorso fine settimana, dal due immagini: il faraone e il costruttore di dell’agroalimentare, dati i risultati positivi
titolo “Innovazione, lavoro e giovani nell’a- cattedrali: il primo è “Chi pensa il proprio avuti nell’ultimo anno (export, sviluppo,
groalimentare”, è giunto alla sua undicesima lavoro come un bene per sé e per tutti, ogni occupazione). Tiberio Rabboni (Ass. agriedizione e, organizzato dalla branca agroali- impresa come una ricchezza che va coltiva- coltura regione Emilia Romagna) ha apermentare della Compagnia delle Opere, vede ta e sviluppata per fargli sfidare il tempo.” to il forum con i suoi saluti, Dario Cartail patrocinio del Ministero delle Politiche Il faraone “Chi pensa che il proprio lavoro bellotta (Ass. agricoltura regione Sicilia) e
agricole, la regione Emilia Romagna, la re- debba essere soddisfazione solo per se, rag- Giuseppe Taglia (Dirigente regione Sicilia)
gione Piemonte, l’assessorato all’agricoltura giungimento a tutti i costi dei propri pro- hanno presentato i progetti di innovazione
della regione Sicilia, la facoltà di agraria di getti, senza curarsi ultimamente né del fu- che stanno attuando per l’agricoltura siciPerugia, il dipartimento di scienze e tecno- turo né degli altri.” L’impresa è un bene per liana, caratterizzata da una ricca biodivertutti, e per tale motivo porsi con la logica di sità. In ultimo Paolo Cevoli (imprenditore
logie agrarie dell’università di Bologna.
Ogni anno ritorna solida quest’occasione di fare un’opera che sfida il tempo rappresenta e comico) che chiude il suo intervento così:
confronto a cui partecipano imprenditori e un valore importante per la comunità.
“Quello che il Padreterno mi ha dato, il mio
istituzioni, operatori del settore agroalimen- Sono stati toccati diversi temi, principal- talento, va servito e donato. E io non mi votare, docenti universitari, tecnici agricoli. mente l’internazionalizzazione e l’inno- glio tirare indietro”.
Questa edizione ha visto la presenza di tre- vazione, trattati secondo il metodo che ha Non possiamo non citare, tra i molteplicento partecipanti, con circa cento under 35. fatto nascere la CDO: la testimonianza e ci ed utili interventi, quelli di due nostri
NELLE MARCHE IL PRIMO SITO IN LINGUA RUSSA
Investimenti italo-russi
Nell’ambito della politica sempre più intensa svolta dal Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona, prende
il via un’altra iniziativa di grande utilità. Il successo crescente
del portale Top Italian Style, gestito dalla società Aco diretta
da Alessandra Corradini e che si avvale, per la parte giornalistica (dispone anche di un notiziario settimanale sulle relazioni tra l’Italia e la Russia), della prestigiosa collaborazione
del giornalista Alexander Tarakanov (direttore del periodico
bilingue Russia-Italia), ha suggerito la creazione di un altro
mezzo di comunicazione destinato al mercato immobiliare:
trattasi di Vashdom (in italiano “La tua casa”), tribuna attraverso la quale è possibile offrire, alla numerosa popolazione
di lingua russa sparsa nel mondo, opportunità di investimenti
immobiliari in Italia. La redazione – di lingua russa – sotto
la guida di Alessandra Corradini elabora i testi di offerta, avvalendosi della formula “facile da usare, facile da consultare”.
Collegandosi a www.vashdom.it si possono inserire in italiano
i testi degli annunci che dopo poche ore vengono pubblicati
in lingua russa e resi visibili attraverso motori di ricerca internet (Yandex.ru, Google.ru, ecc.) e tramite il crescente numero
di agenzie immobiliari russe che collaborano con la Aco.
corregionali che stanno cambiando, in
un certo senso, il modo di fare agricoltura. Graziano Brandoni (Agricolt Brandoni
Snc - Recanati) ha sottolineato la necessità,
per l’agricoltore, di considerare la propria
azienda come una vera e propria impresa,
facendo sempre più attenzione a costi e ricavi ed affrontando la realtà in modo competente ed innovativo. Agostino Migiani
(CEO bio agritrade - Sassocorvaro), titolare della più grande ditta esportatrice di
foraggi a livello mondiale racconta di come
la sua storia sia cominciata col guardare la
realtà in cui si trova, fino a diventare una
multinazionale.
Bisogna avere chiarezza nello scopo del
proprio lavoro, lo scopo crea il cammino.
Citando l’intervento del presidente Camillo
Gardini: “Non esiste vento favorevole per il
marinaio che non sa dove andare. Seneca”.
Per maggiori informazioni: www.cdoagroalimentare.it
Simone Sebastiano
M’ILLUMINO DI MENO: LE OPERE DI LORENZO LOTTO PROTAGONISTE
Campagna promossa dalla Rai con “Caterpillar”
La città di Jesi aderisce anche
quest’anno a “M’illumino di meno”,
la campagna promossa dalla trasmissione radiofonica Rai “Caterpillar” per sensibilizzare i cittadini
su risparmio energetico e razionalizzazione dei consumi. Questa edizione, la decima, avrà un tema particolare: la cultura. I conduttori di
Caterpillar hanno infatti invitato i
musei a mostrare simbolicamente il proprio amore per il pianeta
spegnendo brevemente le luci su
un capolavoro, eventualmente illuminandolo a Led o con altre tecniche intelligenti, per sottolineare
il legame tra cultura e sostenibilità
ambientale, fondamentale per contribuire a cambiare lo stile di vita
dei cittadini e per trovare, tramite il
risparmio energetico, nuove risorse
economiche. Ed è proprio in forza
a questa idea, che l’assessore all’ambiente Cinzia Napolitano ha organizzato insieme al Polo Culturale
cittadino, un’iniziativa del tutto originale: una visita guidata, speciale e
gratuita, presso la Pinacoteca civica
di via XV settembre per ammirare
i capolavori di Lorenzo Lotto con
un’illuminazione a bassa intensità.
L’appuntamento è fissato per venerdì 14 febbraio, giorno indicato
per “M’illumino di meno”. Dalle
ore 18 e con rotazione costante, i
cittadini sono invitati ad entrare in
Pinacoteca, muniti rigorosamente
di una torcia elettrica. Qui li atten-
derà il personale del Polo Culturale che mostrerà loro, con una vista
guidata, le stanze lottesche dove
sono custodite cinque importanti opere dell’artista veneziano: la
pala di Santa Lucia, la Deposizione,
l’Annunciazione, la Madonna delle
Rose, la Visitazione. Ma non sarà
solo Lorenzo Lotto il protagonista
di “M’illumino di meno”. Perché,
per ampliare la risonanza del messaggio sull’importanza di risparmio
energetico e razionalizzazione dei
consumi, l’Amministrazione comunale spegnerà per un’ora, dalle ore
18 alle ore 19, l’illuminazione pubblica lungo l’intero Corso Matteotti,
piazza della Repubblica, piazza Indipendenza e piazza Spontini.
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31/01/14 11.29
14
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JESI
IL PALAZZO E DINTORNI
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della
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allesina
ATTUALITÀ
16 FEBBRAIO 2014
È USCITO A FINE DICEMBRE IL PERIODICO DEL COMUNE
Castelplanio informa e ricorda Pittori
Un esempio da imitare
Domenica prossima, 16 febbraio, il Particollegarsi con Forza Italia nelle prossime eleto Democratico delle Marche chiama i suoi
zioni politiche, ma chiede le primarie nella
iscritti (e quanti, non iscritti, purchè condiscelta del futuro candidato premier. Non mi
vidano i principi che animano il partito), a
interessa come finirà la richiesta. Mi interessa molto, come cittadino, che il metodo
votare per la scelta del segretario regionale,
attuato dal Pd ai diversi livelli – comunale,
cioè per la carica più importante del partito
regionale e nazionale – si espanda sempre di
nelle Marche. Come sempre, quando si tratta di scelte di responsabilità ad alto livello,
più come ulteriore garanzia di democraticità
polemiche e dibattiti interni ed esterni non
dei partiti.
mancano mai. Né potrebbe essere diversaMerita attenzione anche il metodo Grilmente. Che poi, questa volta, al punto in cui
lo – quello della Rete – in forza del quale gli
sono le cose, si arrivi o meno a votare domeiscritti possono essere rapidamente consulnica prossima o, per i noti motivi, si rinvii a
tati ed esprimere un loro parere. Un metodo
data da destinarsi, lo si vedrà.
che, del resto, è stato quello con cui Grillo
Ma a me in questa sede non interessano né i
ha scelto gli attuali parlamentari del M5S.
candidati che si presentano, né il partito in
Ma rispetto al metodo delle primarie tipo Pd,
quanto tale. Invece mi interessa molto il metodo che
questo partito sta portando
avanti non da oggi: quello
delle primarie o delle elezioni dirette sia da parte
degli iscritti che dei simpatizzanti. Non si tratta solo
di metodo democratico, ma Candidati alla segreteria del Pd marchigiano sono Gianluca Fioretti,
di metodo che tende ad in- sindaco di Monsano e Francesco Comi, consigliere regionale
vestire – e ad ogni occasione
che si presenta: l’ultima è stata appena l’8
pecca di limiti non indifferenti: è aperto rigidamente ai soli militanti di Cinquestelle, è
dicembre scorso, di carattere nazionale - la
promosso e coordinato esclusivamente da un
responsabilità e la partecipazione di ampie
solo vertice, non appare sempre controllabile
sfere di cittadini. Soprattutto puntando non
e cristallino nel suo svolgimento e nei risultasolo sui militanti – che del resto in tutti i partiti sono sempre di meno – ma su quanti senti perché manovrato da una sola fonte.
tono la responsabilità di dire la loro di fronte
Conclusione. Ogni metodo che in qualche
a scelte che, volenti o nolenti, andranno ad
modo invita i cittadini ad esprime il loro parere, è sempre un metodo utile per la demoincidere anche sulla loro vita privata, magari
crazia, purchè l’elettore si senta e sia libero
senza che mai se ne accorgano direttamente.
e informato. Senza mai dimenticare che ogni
È un metodo così valido – porte aperte alla
metodo può prestarsi a strumentalizzazioni,
partecipazione volontaria di tanti – che altri
se è vero, come è vero, che Mussolini ed Hitpartiti o lo stanno imitando o lo stanno chiedendo. L’ultima e la più clamorosa richiesta,
ler sono andati al potere “democraticamente” (seppure con l’aiuto determinante della
in tal senso, è del vice presidente del governo Angelino Alfano nella sua qualità di presiviolenza. E dico poco!).
dente del Nuovo Centro Destra che intende
v.m.
È uscito a fine dicembre Castelplanio informa, il periodico del Comune a diffusione
gratuita diretto da Adriano Santelli. Il giornalino viene recapitato a casa delle famiglie
Notiziario
quadrimestraledel
delComune
Comune
di Castelplanio
a diffusione
gratuita
Notiziario quadrimestrale
di Castelplanio
a diffusione
gratuita
residenti a Castelplanio e a tutte le aziende
Notiziario periodico
del
Comune
di Castelplanio 2010
a diffusione gratuita
AnnoII
II- -n.
n.
- Maggio/Agosto
Anno
11
- Maggio/Agosto
2010
Anno
V - N. in
1 -Abbonamento
Dicembre 2013
Poste
s.p.a.- -Spedizione
Spedizione
Postale
- 70%
- CN/AN
Poste Italiane
Italiane s.p.a.
in Abbonamento
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ed esercizi commerciali operanti nel terriPRIMO
PIANO
ININPRIMO
PIANO
torio.
Offrireservizi
servizia acosti
costi
equi
e sostenibili
Offrire
equi
e sostenibili
Luciano
Pittori
didiLuciano
Pittori
In questo numero la copertina - listata a lutQuimaggioranza
maggioranza
Qui
Emore
Costantini
to - riporta una bella immagine istituzionadidiEmore
Costantini
Quiopposizione
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le del sindaco Luciano Pittori, deceduto lo
Emanuela
Merli
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Merli
scorso luglio, ripreso alla sua scrivania di
“Eccoperché
perché
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dimesso”
“Ecco
mimi
sono
dimesso”
Alessandro
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didiAlessandro
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lavoro, con testimonianze del vicesindaco
La scuola
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Luciano
Pittori
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Pittori
Emore Costantini e del direttore Santelli, inApprovato
il bilancio
2010
Approvato
il bilancio
2010
Michele
Pompili
tegrate dal ricordo affettuoso dei dipendenti
didiMichele
Pompili
EVENTI
EVENTI
comunali dedicato al loro sindaco.
14luglio
luglio
ore
21,30
14
ore
21,30
C’è poi un articolo sulla visita a CastelplaConcerto
Badia
Concerto
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Badia
15-18
luglio
15-18
luglio
nio della presidente della Camera On. LauSagradella
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ra Boldrini alla Comunità Oikos di don
Dal1717luglio
luglio
mostra
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mostra
“Laseconda
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comò
mio”
Giuliano Fiorentini presso l’Abbazia di San
www.comune.castelplanio.an.it
www.comune.castelplanio.an.it
Benedetto de’ Frondigliosi. Oltre ai consueti interventi della maggioranza e dell’op- Sociale “Il Castello”, banda L’Aurora, ecc.), ai
posizione consiliare, il giornalino riporta dati e ai numeri dell’Ufficio Servizi Sociali e
contributi sul Centro Ambiente il Quadri- Demografici-Anagrafe Servizi al Cittadino e a
foglio sito in località Pozzetto, che interessa tutte le informazioni, anche sportive, che ri11 Comuni della Vallesina con Castelplanio guardano il territorio comunale.
capofila.
Da segnalare, infine, il resoconto della preViene anche riportata la notizia del premio sentazione del libro “I palloni de Castello”
nazionale assegnato presso l’Hotel Quiri- dell’autore dialettale Aldo Calderigi, con
nale di Roma da Legambiente a Castelpla- l’omaggio di poesie inviate a Papa Francesco
nio comune “riciclone”, leader del Centro dallo stesso Calderigi e la puntuale, inatteItalia nello smaltimento di RAEE (Rifiuti di sa, emozionante risposta della Segreteria di
Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), Stato della Città del Vaticano accompagnata
riconoscimento da condividere con tutti i co- dalla Benedizione del Sommo Pontefice.
“Castelplanio informa” si può comodamente
muni associati.
Ampio spazio, inoltre, alle attività delle nu- leggere e sfogliare dall’home page del sito del
merose associazioni cittadine (AICU, Diletta Comune di Castelplanio www.comune.caOnlus, Croce Rossa, Protezione civile, Centro stelplanio.an.it
Il comune di Castelplanio ha indetto un Bando di concorso per la realizzazione di
un’opera d’arte per la scuola elementare “Anna Frank”. Premio “Luciano Pittori”.
L’importo per sostenere la spesa per l’opera d’arte ammonta ad Euro 10.000 con Iva
se dovuta. Scadenza ore 13 del 20 febbraio 2014. Per prendere visione del bando
e degli allegati, accedere al sito web ufficiale del Comune: http://www.comune.
castelplanio.an.it
I GEOMETRI DEL CUPPARI 1978 SI INCONTRANO CONTATTATI DALL’AMERICA
A 35 anni dal diploma
Grande festa per i Geometri del
“Cuppari” diplomatisi nel 1978 che
hanno festeggiano i 35 anni dalla
maturità. Grazie a una mailing-list
gestita direttamente dalla Stanford
University California USA, tutti gli
ex alunni sono in stretto contatto
tra loro e il 9 agosto si sono incontrati al Beach Bar di Senigallia un
po’ più “maturi” ma con lo stesso
spirito di sempre. C’erano proprio
tutti ad eccezione di pochi assenti
giustificati: anche il maestro prof.
Giancarlo Aquilanti, insegnante
alla Stanford University California Usa e compositore, è arrivato
dall’America per festeggiare insieme ai suoi “vecchi” compagni di
classe la ricorrenza dei trentacinque anni dal diploma di Geometra
conseguito presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “P.
Cuppari” di Jesi. Sì, perché anche
Giancarlo Aquilanti prima di essere un compositore e insegnante, si
è diplomato Geometra al Cuppari
di Jesi, così come l’ing. Giandomenico Ambrosi che attualmente
insegna Costruzioni ai Geometri
del Cuppari, anche l’arch. Enrico
Uncini insegna fisica alle scuole
secondarie di primo grado, poi c’è
anche Giancarlo Graidi affermato
architetto e tanti altri geometri liberi professionisti o dipendenti di
Enti pubblici o privati che hanno
partecipato a questa sorta di “rimpatriata” dei Geometri.
stretto Scolastico 8), Corallini Nicola (libero professionista), Fabrizi Stefano (libero professionista),
Gigli Stefano (dipendente CartaSi
Milano), Graidi Giancarlo (architetto libero professionista), Lucaioli Fabrizio (libero professionista),
Massei Giuseppe (Agente AMC
Italia), Omenetti Claudio (dipendente Ufficio Tecnico del comune di Maiolati Sp.), Santoni Paolo
(titolare della Ferramenta Santoni
Jesi), Rinaldi Vincenzo (tecnico
del Gruppo Cava Gola della Rossa), Romualdi Franco (dipendente
del comune di Maiolati Sp.), Tiberi
Roberto (dipendente UT Comune
di Jesi), Uncini Enrico (architetto
libero professionista e insegnante).
Si è diplomato in con questa classe anche lo scomparso Valeriano
Valeri (già tecnico della ditta Tecniconsul e libero professionista)
al quale è andato il saluto di tutti i
suoi compagni di classe.
La classe VA Geometri del 1978
era così composta: Alessandrini
Moreno (ora dipendente del Ministero delle Finanze), Ambrosi
Giandomenico (ingegnere libero professionista e insegnante al
Cuppari), Aquilanti Giancarlo
(docente alla Stanford University
e compositore), Bartoloni Renzo
(ispettore sanitario), Carloni Giuliano (tecnico alla Cava Mancini),
Ciccarelli Landino (dipendente Ufficio Tecnico del Comune di Jesi),
Ciccarelli Oriano (libero professionista), Coppa Enrico (dipendente Ufficio Tecnico del comune di Un’annata molto prolifera per il
Castelplanio e presidente del Di- “Cuppari” che è uno degli Istituti
più quotati della città Pergolesiana.
C’erano proprio tutti all’appello, a
parte pochissimi assenti giustificati (Graidi e Lucaioli) Una rimpatriata molto allegra dove sono
stati ricordati i momenti più buffi
e le situazioni più divertenti del
periodo scolastico. Particolarità di
questa classe è sempre stato l’affiatamento di tutti i componenti
sia durante il periodo scolastico che dopo. Infatti non si sono
mai persi di vista e negli ultimi
tempi è stata addirittura creata
una mailing list che tiene ancora
più uniti tutti i suoi componenti.
Dopo cena è partito l’arrivederci
a presto per ricordare ancora quei
bellissimi 5 anni trascorsi insieme.
Enrico Coppa
Nella foto allegata riconosciamo, da
sinistra accasciati: Rinaldi, Tiberi,
Aquilanti, Carloni, Uncini e Ambrosi; in piedi da sinistra: Omenetti,
Santoni (dietro), Fabrizi, Romualdi
(dietro), Ciccarelli Oriano, Coppa
(dietro), Ciccarelli Landino, Corallini, Gigli (dietro), Bartoloni, Alessandrini e Massei
SPORT E TEMPO LIBERO
16 FEBBRAIO 2014
MAGGIOLI DELLA FILENI BASKET TRA I BANCHI DI SCUOLA
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BASKET LEGA GOLD NUOVA INIZIATIVA AL MINI-BASKET
Perché domenica hai giocato male?
La Fileni Bpa ospita Casale al PalaTriccoli
I 250 alunni delle 10 classi della scuola
primaria Monte Tabor di Jesi hanno incontrato Michele Maggioli, a conclusione
di un percorso di quattro lezioni di Basket
offerti alla scuola dall’Aurora Basket Jesi.
L’entusiasmo dei bambini ha travolto il capitano della Fileni Basket che ha ascoltato
e ha soddisfatto le curiosità dei bambini rispondendo con disponibilità e simpatia alle
loro domande anche “scomode” (perché
domenica hai giocato male e hai fatto pochi punti?). L’incontro è avvenuto venerdì
31 gennaio, a gruppi di due classi alla volta,
nella palestra della scuola diretta dalla dott.
ssa Rosa Meloni. Sia l’incontro con Maggioli sia l’intero progetto basket, realizzato
La trasferta in terra siciliana si è rivelata
amara per la Fileni Bpa, che domenica scorsa a Trapani ha incassato una nuova sconfitta: 77 a 65 il risultato finale per i padroni di
casa. Agli jesini, privi degli infortunati Rocca
e Goldwire, non erano bastati i 18 punti di
Miglori ed i 16 di Jukic per cogliere il primo
successo esterno.
Giovedì 6 gli arancio-blu erano tornati alla
vittoria davanti al proprio pubblico battendo
il Brescia per 95 a 93 dopo un tempo supplementare. Il turno infrasettimanale aveva
offerto emozioni agli oltre duemila del PalaTriccoli: dopo una grande rimonta la Fileni si
era imposta nell’overtime grazie ad un superlativo Borsato. “Questa è la vittoria del cuore,
voluta e desiderata anche quando tutto sembrava impossibile – aveva detto a fine partita
il tecnico Piero Coen (nella foto di Candolfi)
– I ragazzi sono stati straordinari e la ricorderò per sempre anche per difficili condizioni in cui ci siamo trovati”. La classifica dopo
il sesto turno di ritorno: Trento, Torino 30;
Capo D’Orlando 28; Veroli, Verona, Barcellona, Biella, Trapani 24; Brescia 22; Casale
dagli allenatori del settore giovanile Christian Consolani e Lorenzo Severini, sono
stati momenti formativi importanti di trasmissione dell’importanza dello sport come
veicolo di socializzazione e di diffusione di
valori sociali ed educativi.
NEL NOSTRO TERRITORIO CON MARIA SONIA BALDONI
Alla riscoperta delle erbe selvatiche
Tra le più belle novità della predicazione
attenta di Papa Francesco è la rinnovata attenzione al creato, al mondo che ci circonda
visto nuovamente come un dono di Dio e
non più come una risorsa da spremere.
Amare la natura, conoscerla per utilizzarne
le grandi potenzialità e le sue immense proprietà è uno dei regali più belli che ci hanno
fatto. Lo studio e il recupero delle tradizioni passate, come saper riconoscere le erbe
spontanee ad uso alimentare, avere le nozioni delle loro proprietà curative, mediche
e paramediche, è un’attività impegnativa
ma che merita di essere intrapresa perché
parte fondamentale della nostra storia.
È quanto sta facendo da anni e con successo Maria Sonia Baldoni. La sua storia è diventata un libro, La Sibilla delle Erbe, che
racconta la sua attività di recupero delle
tradizioni, di studio del territorio e di divulgazione della sua conoscenza, nel caso specifico a Capracotta, nel Molise più remoto.
Leggendo quelle pagine si capisce come il
lavoro di Maria Sonia non sia solo preparare tisane o conoscere i segreti delle erbe
officinali, ma è come farsi trasportare dentro la natura, è un viaggio non solo di conoscenza esteriore, ma anche e soprattutto
di noi stessi.
Maria Sonia Baldoni ama raccontare la sua
vita, il suo amore verso la natura (anche
grazie al figlio che è Guardia Forestale) e organizza da tempo una serie di incontri, conferenze e lezioni su questo tema, con una
passione ed una competenza che affascinano. A vent’anni accompagnava la suocera a
raccogliere le erbe nei campi e da quell’esperienza ha imparato molto, tanto da voler perseguire un suo ideale. Non bisogna
pensare però che sia un’esperienza astratta,
Maria Sonia predilige gli aspetti pratici del
suo lavoro e l’approccio concreto alla sua
attività. Fu chiamata in Molise, in una terra
in cui i giovani avevano pochissime possibilità lavorative, per dare un’alternativa nuova
a quella generazione a cui spesso viene tolto
il futuro. Lo studio e il recupero delle tradizioni di un territorio non è sola conoscenza
ma può essere il motore di attività nuove e
di nascenti possibilità anche lavorative, soprattutto in una zona come la nostra che è
ricca ma sconosciuta, come uno scrigno nascosto che aspetta di essere aperto.
Attualmente Maria Sonia sta tenendo una
serie di corsi sul riconoscimento delle erbe
delle quattro stagioni, promosso dall’Associazione Opere Caritative Francescane,
presso la Casa Alloggio “Il Focolare” in località Camerano.
Ilaria Stronati
Monferrato, Ferentino, Napoli 20; Fileni Bpa
Jesi 16; Trieste 14; Forlì 12; Imola 2 punti.
Oggi, domenica 16 febbraio, al PalaTriccoli
arriva il Casale Monferrato (ore 18), compagine in lotta per entrare nei play-off. Punti di
forza della rosa allenata dal tecnico Griccioli
sono l’ex jesino Casini ed il giovane Martinoni. All’andata finì 86 a 76 per i piemontesi.
Da qualche settimana è partito il progetto che coinvolge i bambini del mini-basket
dell’Aurora ed i giocatori della prima squadra, che per un pomeriggio si sono scoperti
allenatori. L’iniziativa durerà fino al termine
della stagione.
Giuseppe Papadia
L’UNDER 14 JESINA CONTRO L’UNDER 15 DELLA CAPITALE SERBA
Il Partizan Rugby di Belgrado a Jesi
A Jesi gli amici serbi
del Partizan Rugby
di Belgrado, categoria Under 15, in tour
sportivo - turistico
nelle Marche. I giocatori hanno affrontato i pari età di Jesi
la sera del 10 febbraio: per i nostri ragazzi una formidabile
occasione di incontro con una realtà sportiva di una grande città come Belgrado, sia
sul campo che nel tradizionale terzo tempo.
Un episodio di amicizia sportiva e di accoglienza alle squadre che vengono da lontano,
ma anche di gran valore espresso sul campo,
dove combattività e lealtà hanno reso veramente divertente ed appassionante il match.
Il risultato è stato favorevole al Partizan per
34 a 5, dovuto ad una superiorità fisica che
però è stata affrontata con orgoglio, capacità
tecnica e combattività dalla Under 14 jesina.
La squadra nostrana ha dimostrato al proprio pubblico ed ai cugini belgradesi le qualità che la rendono attualmente una delle
migliori squadre di categoria delle Marche.
Al termine del terzo tempo i dirigenti del
Partizan hanno offerto al Rugby Jesi di ospitare i ragazzi in un tour analogo a Belgrado,
che sarà presto organizzato.
MOIE. IL 15 E 16 FEBBRAIO INAUGURA IL CAMPO “GRANDE TORINO” CON LA PARTECIPAZIONE DI ERALDO PECCI, EX GIOCATORE DEL TORINO
Due giornate per lo sport etico che educa alla libertà e all’autonomia
Sabato 15 e domenica 16 febbraio inaugurazione del campo da calcio “Grande
Torino” a Moie, dopo i recenti lavori di
intervento sulla struttura, organizzata dal
Comune di Maiolati Spontini e dalla Fondazione “Gabriele Cardinaletti”, in collaborazione con Vallesina City, A.S. Moie,
Nuovo Sport Giovani-osservatorio nazionale dello sport giovanile, Club Panathlon Jesi. Questo il programma delle due
giornate: sabato 15 alle 17.30, presso la
Biblioteca La Fornace, sottoscrizione della
dichiarazione del Panathlon sull’etica dello sport, con l’intervento di Lamberto Pro-
ietti Mosca, presidente del Club Panathlon
di Jesi. Seguirà il convegno sul tema: “Lo
sport che educa alla libertà e all’autonomia”, a cura della Fondazione Gabriele
Cardinaletti. Sono previsti gli interventi
di Andrea Cardinaletti-presidente della
fondazione, Giancarlo Carbini e Sandro
Grizi- rispettivamente sindaco e assessore
allo sport di Maiolati Spontini, Vincenzo
Prunelli-medico e referente della commissione culturale presso Panathlon, Sergio Vatta-allenatore giovanili F.C.Torino,
Giovanna de Marco-dottore di ricerca in
psicologia delle emozioni, Carla Maroso-
vedova del leggendario Virgilio Maroso,
terzino sinistro del grande Torino.
Domenica 16 ritrovo alle 10, nel piazzale
antistante il campo “Grande Torino” in
via Pesaro, per la cerimonia di inaugurazione, con la partecipazione di Eraldo
Pecci (ex giocatore del Torino e della Nazionale). Interverranno autorità e rappresentanti del mondo dello sport. La banda
musicale “L’Esina” proporrà intermezzi
musicali. I lavori di intervento al campo,
nuovi spogliatoi con servizi e copertura
in manto sintetico in sostituzione di quella in terra battuta, sono stati realizza-
ti da fine agosto a novembre 2013. «Era
diventata inderogabile – hanno affermato il
sindaco Giancarlo Carbini e l›assessore allo
Sport Sandro Grizi - la necessità di adeguare l’impianto per consentire alle numerose
squadre giovanili di potersi allenare e giocare in un campo adeguato. Urgente anche
l’ampliamento degli spogliatoi, per consentirne l’utilizzo a più squadre contemporaneamente. Il tutto non solo per agevolare e
rendere più adeguata la pratica dello sport,
ma anche per rispondere alle giuste attenzioni dei genitori».
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ESPERIENZE
16 FEBBRAIO 2014
SOLIDARIETÀ AL DUOMO PER LA FESTA DI SAN MARTINO: UN TEMPO CONDIVISO CON LE RELAZIONI E LE STORIE
Come nella vita con quesiti complessi da rebus
Sabato 9 novembre oltre cento persone, di varie età ed etnie,
hanno trascorso il pomeriggio nel
centro storico di Jesi, hanno cenato insieme, giocato una lotteria
ed assistito a brevi spettacoli sulle tradizioni popolari. Chissà se
qualcuno ricorda la festa di San
Martino di trent’anni fa, quando non c’era ancora la “festa dei
cornuti” , e il giorno dopo, “delle
cornute”, con cena divisa per sessi! In onore di San Martino, soldato romano che donò la sua cappa
ad un misero, e del vino nuovo,
simbolo eucaristico, il Masci 2
(Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) con la magistra, la
responsabile Paola Scaloni, ha organizzato una “caccia” a tema, il
cui tesoro era la solidarietà. Non
una corsa, né una gara per arrivare primi, ma conoscere e condividere relazioni, attraverso luoghi e
persone. Il tesoro c’era per tutti:
la soddisfazione di vincere sfide
linguistiche, di pensiero e di gioia,
per i bambini partecipanti dei regalini. I quattro gruppi erano guidati ognuno da uno scout adulto
e avevano un colore: arancione
era il gruppo dei bambini, giallo
quello degli adolescenti, blu gli
amici adulti e verde un gruppo di
giovani genitori e figli. Tutto sotto le grandi ali della Parrocchia
del Duomo, la “Chiesa madre”, o
“Ecclesia madre”, così la denominavano nel ‘700. Con le parole di
papa Francesco, “Chiesa”, dal greco ekklesia, significa “convocazione”: Dio ci convoca, ci spinge ad
uscire dall’individualismo, dalla
tendenza a chiudersi in se stessi e
ci chiama a far parte della sua famiglia! Con questo spirito il Masci2 ha convocato in teoria tutti,
in pratica le persone che hanno
condiviso un po’ del loro tempo
e con chi nella comunità da secoli
ne conserva lo Spirito.
Ogni gruppo aveva un percorso
stabilito con tappe simili: ha visitato un palazzo (ringraziamo i
privati avv. Avitabile e dott. Butini
e per il pubblico il Museo Diocesano e la Pinacoteca Civica), dove
la conservazione artistica è di per
sé solidarietà; ha incontrato una
persona anziana, che sta in casa
e non si può muovere; ha partecipato a un’attività lavorativa solidale e si è fermato a riflettere in
una chiesa (Cattedrale, San Pietro,
Santuario delle Grazie e Chiesa
dell’Adorazione) dove la solidarietà si fa contemplazione, preghiera.
Per trovare questi luoghi era necessario risolvere rebus e ascoltare chi se ne fa carico, un po’ come
nella vita quando dobbiamo risolvere quesiti a prima vista insolvibili. Attraverso passaggi scanditi
da buste e messaggi ogni gruppo
ha scoperto chi un organo, strumento di linguaggio universale,
chi un altare mai osservato prima, chi una statua, chi una cappella (nome che deriva proprio
dalla cappa di Martino, custodita
in un luogo da allora cosiddetto)
e hanno acceso una candela per
meditare. Nella sua libreria Gatti
ci ha letto una storia sul valore del
lavoro in senso completo come
arte, poesia che salva, alla Bottega
del Mondo, Mercato Equo e So-
lidale, abbiamo scoperto come la
solidarietà possa diventare economia di beni, l’inventore fu l’allora
giovanissimo Frans Van der Hoff,
olandese, messicano d’adozione,
poi sacerdote. Nel PERCORSO
DEL FUOCO E DELLA MISURA,
museo di antichi mestieri in bicicletta e di pratiche attinenti il fuoco, l’ing. Borocci ha fatto vedere
come trasuda di solidarietà la vita
vissuta e nella bottega di Palmiro
chiunque può avere in prestito e
usare un attrezzo. La solidarietà
ha raggiunto vette di bellezza nei
piani alti di palazzo Colocci, e nel
pozzo di palazzo Ghislieri, che ci
ricorda come l’acqua venisse gestita in comunità come bene preziosissimo.
Al Museo Diocesano (palazzo Ripanti vecchio) e nella Pinacoteca
Civica (palazzo Pianetti nuovo)
le spiegazioni sono state profonde e con domande intelligenti la
solidarietà è emersa dal cuore dei
visitatori. Salomone, il re giusto,
per decidere chi fosse la madre di
un bambino conteso fra due donne, decide di spaccarlo a metà. A
quel punto la madre vera grida di
darlo all’altra donna purché sia
salvo. Chi esprime solidarietà? Ha
domandato il diacono Randolfo
Frattesi, guida al Museo Diocesano, la madre che rinuncia al proprio figlio, hanno risposto i bambini. Alla Pinacoteca, la nostra
guida, sig. Mosca, ha mostrato la
solidarietà di Enea, che si carica
sulle spalle il padre e il popolo
per salvarli dalle distruzioni della guerra, ha mostrato Lucia, la
ragazzina della predella e della
grande pala di Lorenzo Lotto, a
lei dedicata dalla Confraternita
ospedaliera di Jesi, che decide di
donare il suo patrimonio ai poveri, è l’atto della sua condanna.
Impensabile, per la mentalità di
un pagano dell’antica Roma, rinunciare al patrimonio, era una
sfida alla potestà del pater familias! L’ospitalità è la forma della
solidarietà nelle case, fa aprire le
porte, in Romania, e anche al Circoletto, due rumene in abiti tradizionali ci hanno offerto una ciambella di un pane speciale a forma
di treccia, venuto apposta da là
per noi, che si insaporisce nel sale
e si beve con un po’ di vino, nella soglia dell’uscio, pregustazione
del vino divino di cui nostro Signore ci ciba e poi hanno cantato per noi. La serata è continuata
con la lotteria e con le danze peruviane, simili al nostro saltarello.
Che dire della giovanissima bengalese che, attraverso le immagini
del Bangladesh, ci ha raccontato
della terribile guerra che ha fatto
trentamila morti del suo popolo, per conservare l’uso della loro
lingua? Per finire una carrellata di
immagini e di musiche albanesi…
con l’eroe albanese, il principe
cristiano Skanderbeg… con gioia
e serenità abbiamo bevuto il vino
nuovo della solidarietà.
Luigina Lampacrescia