Una necessità

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Una necessità
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
La voce degli
8 Comuni
l’Altopiano
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
N. 261 - ANNO XI - EURO 1,50
Nuove piste da sci?
“Una necessità”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 9 FEBBRAIO 2008
SANITA’
OSTETRICIA - GINECOLOGIA
2007, un anno a gonfie vele
Incremento dei parti
e degli interventi
L’assessore Roberto Rigoni: “Lo sci
alpino alla base del turismo invernale”
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FIOCCHI DI LUCE
Si ripete la
magia dei
fuochi, ma la
nebbia
penalizza
la Russia
pag. 3
pagina 4
PATTINAGGIO VELOCITA’
CANOVE
Mondiali di
Berlino
Enrico al
momento clou
della stagione
Gli alunni delle elementari
senza mensa da mesi
Vicina la soluzione
del problema?
pagina 22
pag. 23
MEZZASELVA
Chiuso il Bar Sport
nuovi gestori cercansi
pag. 10
AZIENDE
In tutto il
mondo le
marmellate
made in
Asiago
pag. 6
REGOLE
ROANA
Una
proposta di
legge per il
ripristino
delle Vicinìe
Ceciliano
Martello
e i suoi
canarini da
medaglia
pag. 7
ENEGO
pag. 12
Carnevale senza carri,
ma con tanta allegria
SOCCORSO
ALPINO
ALTOPIANO
YOUNG
Tutti gli stili
dei giovani
Volontari, ma super esperti
sempre pronti all’intervento
pag. 19
pag. 11
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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L’attività del 2007 del reparto di ostetricia e ginecologia
ATTUALITA’
Il bene del paziente e quello
dell’azienda sanitaria: coniugarli non è facile, ma a volte
si riesce a farlo bene, basta
saper mettere in campo passione, professionalità e innovazione. Nel reparto di ostetricia e ginecologia di Asiago
sembra che il dottor Riccardo
Rolli abbia ottenuto questo
risultato. Lo testimoniano i
numeri relativi all’anno 2007
appena concluso. L’analisi
dell’attività svolta parla anzitutto di un maggior numero
di nati rispetto agli anni precedenti (157 nel 2007, contro i 122 del 2006, i 117 del
2005 e i 109 registrati nell’ultimo anno della precedente
gestione rispetto alla quale
c’è stato un incremento del
44,04%), con un significativo decremento dei tagli
cesarei che sono stati praticati quasi esclusivamente su
donne già precedentemente
cesarizzate.
Numeri in aumento che significano una ritrovata fiducia da parte delle donne
altopianesi con una conseguente riduzione della migrazione passiva. “Le residenti
in Altopiano che hanno scelto di andare da un’altra parte – spiega Riccardo Rolli –
sono state circa una ventina,
spesso per la scelta di affrontare il parto con modalità che
qui non si praticano come ad
esempio il parto in epidurale,
una tecnica che noi non abbiamo potuto applicare fino-
Per Riccardo Rolli e il suo staff
un anno di lavoro intenso
Aumenta il numero dei nati ad Asiago. Incremento anche per gli interventi ginecologici grazie
all’innovativa tecnica della culdotomia che richiama ad Asiago pazienti dalla pianura e da fuori regione
ra a causa della mancanza di
una guardia di anestesia.
Gran parte di loro comunque
si fa seguire qui per tutta la
gravidanza”.
Non ci sono però solo
altopianesi che partoriscono
ad
Asiago:
qualche
partoriente è arrivata da
Marostica (4), una da
Molvena, una da Montebello
Vicentino, due da Padova e
una da Venezia.
La percentuale di straniere
tra albanesi, jugoslave,
macedoni, rumene, cinesi,
algerine, marocchine, cubane
che hanno partorito ad
Asiago è stata del 14,01%
(per un totale di 22 donne).
Interessanti i dati che riguardano le ecografie fatte ad
Asiago che richiamano molte donne da fuori altopiano
per la possibilità di farle più
celermente soprattutto rispetto a Bassano: quelle
ostetriche nel 2007 sono state 398 di cui 266 ad
altopianesi (66,83%) e 132 a
donne provenienti dalla pianura (33,17%); quelle ginecologiche rispettivamente
148 (55,43%) e 119
(44,57%). Sono aumentati i
ricoveri ginecologici, specialmente in day surgery, grazie
al notevole incremento degli
interventi in culdotomia, la
tecnica innovativa importata
ad Asiago dal dottor Rolli e
Riccardo Rolli
praticata in pochissime altre
parti in Italia, che consente di
risolvere molti interventi prima effettuati in laparotomia o
laparoscopia intervenendo per
via vaginale con notevole riduzione della degenza ordinaria e un maggiore e indubbio
conforto per la paziente. La
pratica della culdotomia rappresenta un fiore all’occhiello del reparto di ginecologia
ed ostetricia di Asiago che richiama utenti anche da fuori
regione. Nel 2004 le pazienti
erano in sostanza tutte
dell’Altopiano, nel 2007 si è
avuto un 66,66% di altopianesi,
un 13,82% provenienti da
fuori regione, in particolare da
Trento, Mantova, Modena,
Reggio Emilia, Pesaro, Ascoli
Piceno, Teramo. A tutta questa attività va sommata quella ambulatoriale con 4233 prestazioni. “Numeri da struttura complessa e non da strut-
Affidati gli incarichi direttivi all’Ulss3
Hanno trovato
conferma ufficiale venerdì 1
febbraio, in
occasione dell’incontro tra
il nuovo direttore generale
dell’Ulss
3
Valerio Alberti
e l’esecutivo
della Conferenza dei sindaci, i nomi già annunciati per le poltrone più
ambite di via dei Lotti.
Sarà la bassanese Cristina Beltramello a ricoprire l’incarico di direttore sanitario, succedendo
a
Francesco
P i e t ro b o n c h i a m a t o i n
Regione a guidare la Direzione veneta per i Servizi sanitari. La scelta di
Alberti per il posto di direttore amministrativo,
invece, è caduta su un
nome nuovo e ancora
poco conosciuto ai piedi del Grappa, quello di
Giuseppe Cenci, che
oggi riveste lo stesso incarico ad Arzignano in
seno all’azienda sanitaria 5, Ovest Vicentino. E
un volto nuovo sarà anche quello chiamato a
guidare i Servizi sociali e
a sostituire l’uscente
Alessandro Pigato: il nuovo direttore di reparto
sarà Mariuccia Lorenzi,
in arrivo da Vicenza,
dove ha guidato l’Unità
organizzativa infanzia,
adolescenza e famiglia
dell’Azienda sanitaria n.
6. Un nome, quello della
Lorenzi, che ha ricevuto
con
facilità
anche
l’avvallo della Conferen-
za dei sindaci,
chiamata
in
questo caso per
voce del proprio esecutivo
(composto dal
presidente
Giampaolo
Bizzotto, e da
M a n u e l a
Lanzarin,
Manuele Bozzetto, Andrea
Giòs e Aldo Negrello) ad
esprimere un parere vincolante sulla scelta.
tura semplice qual è il nostro
reparto”
commenta
Riccardo Rolli. Numeri raggiunti nonostante la cronica
carenza di personale, grazie
alla disponibilità e alla professionalità del dottor Rolli, dei
suoi collaboratori e di tutto il
personale ostetrico ed
infermieristico, ottenendo per
giunta un ottimo risultato sul
piano della gestione economica con un risparmio di circa
20.000 euro sul budget assegnato. Stefania Longhini
Vaccini finiti, sospesa
la campagna antimeningite
Si è verificata una momentanea carenza di vaccino
anti-meningite, in Veneto e
in tutta Italia.
Le forniture promesse non
sono state consegnate, per
cui l’Ulss 3 è stata costretta
a sospendere temporaneamente la vaccinazione. La
Regione Veneto e il Ministero della Salute stanno concordando la ripresa della
fornitura di vaccino con le
ditte Farmaceutiche produttrici. Tutte le persone che
sono già in appuntamento per
la vaccinazione non potranno, per ora, essere vaccinate e sono pregate di richiamare dal mese di aprile in poi
per concordare una nuova
data, telefonando al proprio
distretto. Il numero per il distretto di Asiago è 0424 -
604413. “Non c’è comunque
alcuna urgenza di vaccinarsi
– fanno sapere dall’Ulss 3 dato che non siamo assolutamente in situazione di
emergenza: dopo i casi di
meningite che si sono verificati in Provincia di Treviso
(suscitando in tutta la Regione il forte allarme dei mesi di
dicembre e gennaio scorsi)
tutto è tornato alla normalità
e attualmente in tutto il
Veneto la situazione è
paragonabile a quella degli
anni precedenti”.
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Sabato 9 febbraio 2008
ATTUALITA’
Impianti di risalita, vecchi e nuovi, turismo in crisi, strutture
ricettive in difficoltà sono, in seguito ad una stagione invernale
non certo tra le migliori, i grandi
temi di dibattito in Altopiano. Ne
parliamo con l’assessore al turismo del Comune di Asiago Roberto Rigoni che insiste sulla
necessità della creazione di nuovi caroselli sciistici.
Qual’è la situazione del turismo
ad Asiago?
Non ritengo si sia di fronte ad
una recessione economica del
nostro turismo e neppure di un
calo di appetibilità della nostra
offerta. Molti rimangono ancora
i nostri punti di forza che sono lo
splendido ambiente che ci caratterizza oltre all’incomparabile tessuto commerciale costituito dai
molti negozi che qualificano la
nostra immagine; va sottolineata la facile raggiungibilità del
comprensorio altopianese dalla
pianura.
Quali ritiene siano invece i punti
di debolezza dell’offerta turistica
altopianese?
Purtroppo, nel corso degli anni
non si è stati in grado di compiere quegli investimenti necessari
affinché si potesse riqualificare
l’offerta. L’invecchiamento delle
infrastrutture e degli impianti ha
di conseguenza diminuito la nostra competitività nei confronti
di altre località che, fin dagli anni
settanta, vedevano Asiago come
un modello di riferimento da imitare. Parlo di Folgaria che ha saputo creare un comprensorio
sciistico all’avanguardia mentre
noi stavamo a guardare sostenendo la nostra privilegiata vocazione per lo sci da fondo ed
ovviando qualsiasi ipotesi di sviluppo dello sci alpino. Non si può
nascondere la propria incapacità ad essere propositivi sul piano del rilancio dell’impiantistica
invernale trincerandosi dietro lo
slogan “Asiago uguale fondo”
quando si sa benissimo che il
90% della popolazione sciistica
vuole praticare lo sci alpino. Purtroppo non vi è stata alcuna
progettualità per molti anni e ciò
ha determinato un ritardo che
l’Altopiano
3
“Asiago uguale fondo? No, servono
impianti di risalita competitivi”
L’Assessore Roberto Rigoni insiste sulla necessità di nuove piste. “Il progetto per il
carosello “Verena-Larici”: sono maturi i tempi per presentarlo alla popolazione”
non può non penalizzare la nostra economica.
Le ultime due stagioni invernali
sono state pressochè disastrose
a causa della scarsità di neve,
avessimo avuto anche dei
superimpianti….
E’ vero, il tempo non ci ha aiutati,
fortunatamente e paradossalmente, ci hanno aiutati i nostri
amici di Vezzena che, già dal 26 di
dicembre, potevano vantarsi di
avere piste perfettamente
innevate. E’ sempre una questione di investimenti e di
progettualità, se ci sono le idee e
queste vengono perseguite con
l’appoggio delle amministrazioni
pubbliche allora si possono fare
grandi cose. Se l’imprenditore rimane solo diviene difficile operare quegli investimenti assolutamente gravosi di cui necessita
un’offerta invernale che voglia
dirsi tale. Oggi più che mai la gestione degli impianti di risalita
deve allargarsi rendendo possibile la compartecipazione degli
enti pubblici che solo posso accedere a rilevanti fonti di finanziamento in considerazione dell’utilità sociale ed economica riconosciuta agli impianti stessi per
l’indotto che essi creano su tutto il territorio. In questo momento le amministrazioni stanno collaborando con gli impiantisti per
la realizzazione di importanti programmi di sviluppo che verranno
presentati alla Comunità.
Ma è proponibile per l’Altopiano
il paragone con Folgaria che si
trova in Trentino e che ha quindi
il noto vantaggio di far parte di
una Provincia Autonoma?
Guardi, mi viene in mente un episodio accaduto 4 o 5 anni fa, ricordo quando la Provincia di
Vicenza e la Regione Veneto approvarono un finanziamento milionario per la realizzazione del
carosello sciistico TonezzaFolgaria, vi fu qualche nostro sindaco che ebbe a manifestare sulla stampa il proprio disappunto
in quanto nulla era stato stanziato per l’altopiano. Oggi, parte di
quegli impianti all’avanguardia di
Tonezza, da pochissimo ufficial-
mente inaugurata, è funzionante
e rappresenta esempio di lungimiranza e di tenacia nel perseguire obiettivi seri di rilancio turistico anche nelle zone “povere” del
Veneto.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
Dal nostro insediamento stiamo
lavorando per la creazione del
carosello “Verena-Larici” in pieno accordo con le Amministrazioni di Roana, Rotzo e Lusiana,
la Comunità Montana ed il Consorzio degli Usi Civici di San Pietro Valdastico e Pedescala. La
Regione del Veneto ha finanziato
questo progetto e lo sta impiegando quale esempio di
progettualità nel settore
impiantistico in tutto il Veneto. Ritengo siano maturi i tempi per presentarlo al pubblico al fine di aprire un dibattito serio sulle prospettive del nostro sviluppo. Da lì capiremo se vi sarà la volontà di
andare avanti.
Si tratta di progetti che richiedono grossissimi investimenti,
come pensate di finanziarli?
Innanzitutto v’è da dire che ci siamo resi conto, nel corso della progettazione, che l’area è gravata
da vincoli che richiederanno tempo per la loro rimozione, non si può
pensare che i nuovi
impianti saranno realizzati nell’arco di
poco tempo. Anche da ciò abbiamo compreso la differenza
tra noi ed
il vicino
Trentino:
a Vezzena
e Folgaria si
è assistito alla piena fattibilità dei nuovi
impianti data l’assenza in tutte le zone interessate alle nuove sciovie di vincoli ZPS (Zona di
Protezione Speciale) e SIC
(Siti di Impor-
tanza Comunitaria); da noi, al contrario, “lungimiranti” amministratori del passato non hanno saputo far altro che vincolare queste strategiche aree rendendo
più complessa e gravosa la loro
destinazione ai fini turistici. La
forza di volontà tuttavia sussiste, abbiamo già superato enormi difficoltà nella fase di progettazione e sono convinto che, con
ulteriori sforzi, raggiungeremo i
nostri obiettivi. Ciò che servono
sono le idee, i progetti e la forza
di volontà, soltanto con questi
presupposti si possono acquisire i soldi per finanziare i nuovi
impianti, ne sono convinto.
Anche gli alberghi lamentano la
difficoltà di operare nuovi investimenti, alcuni hanno presenta-
to al Comune la richiesta di svincolo della destinazione d’uso alberghiero
Che la situazione dei nostri alberghi sia difficile non è una novità
di questi ultimi anni, certo, non si
può usare questo argomento per
rappresentare una realtà in netto
decadimento dipingendo scenari catastrofici o senza via d’uscita. I nostri alberghi si reggono su
gestioni familiari che hanno saputo operare, in alcuni casi con
grandi sforzi finanziari, importanti investimenti tesi alla
riqualificazione della loro offerta
di ospitalità. A mio parere c’è ancora un gran lavoro da compiere
sotto questo profilo. Ad Asiago,
abbiamo
esempi
in
controtendenza rispetto alle richieste di svincolo della destinazione d’uso ed al disinteresse nei
confronti della riqualificazione.
Quanti sono ad oggi gli alberghi
che hanno richiesto la trasformazione residenziale ad Asiago?
Al momento, soltanto due alberghi, l’hotel President e l’hotel La
Baita. Ovviamente, per molti imprenditori del settore, trasformare enormi volumi destinati ad albergo in appartamenti per vacanza può divenire maggiormente appetibile
sotto il profilo della
redditività rispetto
ad investimenti milionari
nella
riqualificazione
dei servizi. Questo accade quando l’obsolescenza
della struttura richiede di operare
ingenti interventi di
manutenzione straordinaria. Non è infatti pensabile, al giorno
d’oggi, con la presenza
di una clientela sempre
più esigente, che gli alberghi di montagna non siano in
grado di dotarsi di servizi idonei a soddisfare l’ospite ed a
garantirgli quegli standard minimi richiesti sul mercato; penso, ad esempio, a quanto sia
indispensabile creare un pro-
prio centro benessere e magari impreziosire gli interni con arredamenti accoglienti e funzionali.
Certo, l’assenza di fonti di finanziamento agevolate incide su
questo in modo rilevante.
Il settore alberghiero è comunque
in difficoltà.
Ritengo che la crisi dell’alberghiero sia da associare alla forte crescita dell’extralberghiero avutasi
negli ultimi anni. Da oltre 15 anni
il nostro flusso turistico, tra alti e
bassi, si presenta pressoché invariato e questo è un dato da
considerare; non va sottaciuta la
fidelizzazione del nostro ospite al
territorio che rappresenta un elemento portante della nostra economia turistica. Non si può tuttavia negare che, se da un lato vi è
stata la chiusura di alcuni alberghi nel corso degli anni, di nuovi
ne sono stati aperti, altri, ancora,
hanno saputo investire e
riqualificarsi in un contesto in cui,
le scelte urbanistiche hanno inciso non poco sul mantenimento
e sulla crescita dell’offerta alberghiera: se un turista, in passato,
soggiornava per le proprie vacanze in un hotel, negli anni ha potuto acquistare un appartamento
privando l’albergo di un potenziale cliente. Ecco perché, oggi
più che mai, con ben oltre 8500
seconde case solo ad Asiago,
non può essere sottaciuta la
rilevanza
del
settore
extralberghiero per la nostra economia. Un settore verso il quale
ci stiamo aprendo con grande interesse attraverso iniziative di diretto coinvolgimento dei turisti,
penso, ad esempio, all’Asiago
Magazine, essenziale strumento
di comunicazione con tutti i proprietari delle seconde case di
Asiago; al primo sistema di classificazione degli appartamenti per
vacanza in Italia, da noi introdotto con grande successo in via
sperimentale e penso, infine, all’Osservatorio Turistico, a noi utile per assumere importanti informazioni su ciò che richiedono i
turisti che soggiornano negli appartamenti per vacanza.
Stefania Longhini
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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La magia dei “fiocchi di luce” si ripete
ASIAGO
Durante i primi tre giorni di febbraio, si è tenuta all’aeroporto
di Asiago la seconda edizione
della
manifestazione
piromusicale “Asiago… Fiocchi di luce”, iniziativa volta a
conferire un valore aggiunto
alla nostra località turistica e
che, quest’anno più dell’anno
scorso, sembra aver coinvolto
un grande pubblico, attratto
dall’emozione dei colori dei fuochi d’artificio, sfumati in questa seconda edizione dal delicato riflesso della neve ed accompagnati da musica a tema.
Lo spettacolo, organizzato anche quest’anno dal Comune di
Asiago in collaborazione con la
Pro Loco di Asiago e Sasso, ha
avuto come concorrenti la Parente Fireworks, ditta di Rovigo
vincitrice della scorsa edizione
e pertanto inserita a buon diritto tra i partecipanti, la Centre
of Fireworks Khan proveniente dalla lontana Kalingrad in
Russia e la Fêtes et Feux, azienda della vicina Francia e
vincitrice del Campionato
Pirotecnico di Lisbona, nel
2005. Insomma, una gara emozionante ed estremamente
competitiva, che ha visto schierarsi in campo tre delle più grandi squadre mondiali in campo
piromusicale.
Durante il pre spettacolo delle
tre magiche serate, l’animazione e l’intrattenimento musicale
sono stati affidati a Radio
Company, partner ormai da
qualche anno del Comune di
Asiago; inoltre, è stato disponibile un servizio bar con vin
brulè e cioccolate calde grazie
all’impegno dei volontari del
Gruppo Base di Asiago, mentre
la sicurezza e la gestione del traffico sono state organizzate dalla Polizia Municipale di Asiago
e dalla Protezione Civile.
Il 1 Febbraio, ad aprire la
kermesse è toccato ai russi. Pur
essendo venerdì sera, l’affluenza di auto e di gente che, a piedi, si è recata all’interno del luogo dell’evento è stata buona e,
alle ore 21, è iniziata la festa con
la consegna delle prime schede
di voto al pubblico; infatti,
come l’anno scorso, il vincitore doveva essere decretato dai
presenti. La nebbia, però, sembra essere stata la vera protagonista della serata: lo sparo dei
fuochi, programmato per le 22,
rischiava di essere sospeso. La
squadra russa, tuttavia, non ha
voluto demordere e ha iniziato
ugualmente il proprio spettacolo a ritmo di ballate cosacche;
del loro spettacolo, purtroppo,
si è riusciti ad ammirare soltanto nebbia colorata. Il giorno seguente ha visto misurarsi nella
competizione la ditta francese;
un incredibile afflusso: si parla
più di 40.000 di persone, senza
Nonostante la nebbia abbia rovinato lo spettacolo della prima serata, la manifestazione
ha riscosso un grande successo – Ex aequo per le ditte in gara
contare l’interminabile colonna
di fari che circondava la zona;
per fortuna, l’unico personaggio non presente nella fiaba di
questa notte magica era l’antagonista nebbia. Alle 22 precise,
sono iniziati gli scoppi dei fuochi e l’intera zona si è illuminata
di una tavolozza infinita di colori, dimostrando il raffinato
gusto
artistico
che
contraddistingue la ditta francese da più di 25 anni. Incredibile il gran finale che ha letteralmente trasformato la notte in
giorno, illuminando completamente il vicino Monte Katz. A
fine spettacolo, dopo un vero e
proprio scroscio di applausi, la
festa è durata quasi fino a mezzanotte, per una nottata all’insegna dell’emozione e del divertimento.
Domenica 3 Febbraio, è stata la
volta degli italiani. La neve, tanto
sospirata l’anno scorso, cade
quest’anno dal cielo, ma questo non ha fermato lo spettacolo: il via vai di macchine e di
persone è stato quasi pari a
quello di sabato e quello che
inizialmente era sembrava un
problema è diventato invece un
fantastico decoro ai fuochi italiani. La ditta Parente ha dimostrato la stessa abilità che l’anno scorso l’ha portata alla vittoria, soprattutto nella fantasia
delle sue creazioni: stupende le
cascate bianche appese al centro della pista.
Un successo che può far dimenticare il tempo malandrino di
venerdì sera.
La serata e l’iniziativa si sono
concluse con l’estrazione dei
numeri fortunati della lotteria,
organizzata dalla Pro Loco
Asiago e Sasso con la collaborazione e il supporto degli sponsor.
Il tutto aspettando martedì 5,
giorno in cui è stato decretato il
vincitore: un ex equo quest’anno per le tre squadre protagoniste, che hanno contribuito, nonostante gli intoppi meteorologici, a rendere lo spettacolo un
vero evento, non solo per noi
altopianesi, ma anche per i numerosi turisti giunti appositamente dalle nostre parti.
Un paio di domande
all’Assessore alla Cultura e
al Turismo Roberto Rigoni
Riuscirebbe a tracciare
un bilancio complessivo dell’iniziativa?
L’evento ha avuto un riscontro
di pubblico sorprendente; sono
state serate magiche, vissute in
uno splendido scenario
innevato che ha fatto provare
emozioni indimenticabili alle migliaia di turisti e cittadini intervenuti alla manifestazione.
Spiace soltanto per la prima serata, rovinata, purtroppo, da
un’inconsueta e fittissima nebbia.
-Non sarebbe stato possibile
rinviare lo spettacolo?
In questo caso, non è
stato possibile il rinvio per motivi di natura tecnica. L’elevato
grado di umidità avrebbe compromesso l’esito dello spettacolo il giorno seguente. Ad ogni
modo, a compensazione della
grande delusione vissuta, la ditta italiana Parente ci ha
garantito che
offrirà ad
Asiago uno
spettacolo
piromusicale di elevatissimo
livello, presumibilmente nel
mese di ottobre, in occasione
della grande festa per le celebrazione dei cento anni del nostro turismo.
-A livello di entrate ed uscite,
qual è stato il bilancio finanziario dell’iniziativa?
“Asiago...fiocchi di luce”, quest’anno, ha permesso alla nostra Pro Loco di introitare maggiori risorse da sponsor rispetto
a quelle investite per l’intero
evento. Ritengo che questo sia
un risultato straordinario, che
testimonia il grande lavoro che
é stato svolto. In sostanza, siamo riusciti a garantire la copertura finanziaria della manifestazione, creando un evento a costo zero per il Comune, il quale
si é limitato ad anticipare una
somma pari a 35.000 euro in attesa di ricevere un contributo
regionale di 45.000 euro, che
verrà stanziato per il sostegno
delle nostre manifestazioni turistiche. Soldi, questi, che
vengono recepiti esclusivamente per gli investimenti nel
settore turistico e che non possono essere investiti nell’asfalto o in opere pubbliche o, addirittura, in beneficenza, come
sottolinea qualche sprovveduto scarsamente interessato alle
sorti del nostro turismo.
-Quali sono invece i risultati
turistici della manifestazione?
Quali i progetti per la prossima edizione?
Grazie al lavoro e alla motivazione di oltre 70 persone impegnate nell’evento, molte delle
quali volontarie, abbiamo avuto una straordinaria visibilità sui
media nazionali ed un grande ritorno d’immagine tra le migliaia
di turisti intervenuti. Voglio sottolineare i passaggi di
“Asiago...fiocchi di luce” su tg1,
tg2, tg3 Veneto e tg5, nonché la
presenza sui quotidiani e sui settimanali nazionali, senza pensare
alla risonanza sui media locali. Un
evento straordinario che verrà
certamente riproposto l’anno
prossimo, molto probabilmente
in versione ampliata. Me lo
auspico, con l’aiuto di tutti i nostri operatori economici. Stiamo
pensando di aggiungere una serata fuori concorso, magari coinvolgendo ancora la squadra russa. Desidero ringraziare di cuore la
nostra Pro Loco, gli sponsor, la
Regione Veneto, la Provincia di
Vicenza, la Camera di Commercio,
tutte le forze dell’ordine impegnate
nel corso delle tre serate, la Protezione Civile e quanti hanno reso
possibile farci rivivere quelle straordinarie emozioni sulle note di questi celebri brani musicali.
Martina Rossi
I numeri vincenti della lotteria ‘Asiago… Fiocchi di luce’
1 2142 - n. 1 viaggio per due persone in una delle capitali europee
2 5296 - n. 1 spazzaneve Husquarna 4 t hp11,5
3 380 - n. 1 parure in oro 18kt e brillanti composta da orecchini e
collana con pendente
4 1169 - n. 1 televisore lcd 32" Philips
5 5915 - n. 1 computer portatile Notebook Acer Extensa 5220
6 1276 - n. 1 mountain bike Giant Terrago
7 3184 - n. 1 forma di formaggio grana
8 73 - n. 1 forno microonde
9 220 - n. 1 set di valige
10 2380 - n. 1 forma di formaggio “l’Originale”
11 773 - n. 1 cesto di prodotti tipici
12 645 - n. 1 cesto di prodotti tipici
13 2757 - n. 1 cesto di prodotti tipici
14 2359 - n. 1 cesto di prodotti tipici
15 2695 - n. 1 cesto di prodotti tipici
I vincitori dei premi estratti possono ritirare il premio presso
l’ufficio Turismo di Asiago Piazza Carli
dal lunedì al venerdì 9.00-12.30; 15.30-19.00 entro 30 gg dalla data di estrazione. Scaduto il termine,per il ritiro gli stessi
rimangono in proprietà all’associazione che con verbale deciderà se trattenerli per una prossima manifestazione o se in caso
di premi in scadenza, donarli a qualche associazione no/profit
8
Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
5
“Soldi ne portiamo a casa, eccome”
ATTUALITA’
“Forse è il caso che vi informiate
prima di parlare”. E’ questa la risposta di Giancarlo Bortoli a
quanti, a volte in maniera
ingiustificatamente strafottente,
criticano l’operato della Comunità Montana giudicandola un
ente inutile. “Sul piano della ricerca di finanziamenti – dice il
presidente della Spettabile Reggenza - ci stiamo muovendo già
da un bel po’, sia a favore degli
enti pubblici, sia a favore delle
aziende private che desiderano
fare investimenti”. A tante chiacchiere, risponde dunque elencando ciò che di fatto è stato realizzato: i soldi ricevuti e gli interventi fatti o in corso d’opera
o in fase di partenza. Sono tutte
informazioni già ampiamente divulgate anche sul nostro giornale, ma evidentemente non recepite da lettori forse superficiali e cittadini disattenti. Allora, attenzione alle parole di Bortoli.
“Per prima cosa, sottolineo nuovamente gli interventi sul patrimonio storico della Grande Guerra per i quali siamo riusciti a far
approvare una legge dallo Stato
inseguito alla quale sono stati
stanziati 15 miliardi a fondo perduto dei quali 12,5 sono stati assegnati alla nostra Comunità
Montana che in collaborazione
con la Provincia li sta spendendo sull’intero fronte vicentino. I
Il presidente della Comunità Montana Giancarlo Bortoli risponde a quanti criticano
l’operato della Comunità Montana definendola un ente inutile
miliardi in corso di utilizzo solo
per l’Altopiano sono 6,5. Scusate se è poco! E non basta perché
il Governo Prodi ha, su nostra richiesta, rifinanziato la legge, cosa
che consentirà di effettuare altri
investimenti importanti. E’ stato
creato un sito internet in tre lingue per la divulgazione del nostro patrimonio storico che intendiamo presentare a breve in una
sala del Senato della Repubblica;
inoltre sono state stampate migliaia di cartine con i percorsi sui
luoghi della Grande Guerra (finanziate attraverso il GAL) distribuite per la maggior parte in occasione dell’Adunata nazionale degli Alpini”. La Comunità Montana, con proprio personale, si occupa di tutto questo progetto.
Restando alla parte alta
dell’Altopiano, anche la manutenzione delle strade silvo pastorali
è in mano alla Comunità Montana su delega dei Comuni “Cosa
che permette di effettuare interventi mirati e omogenei senza il
pericolo di trovarsi, per la questione dei censuari, tratti di strada sistemati che si alternano a tratti
disastrati”. Anche grazie ai Patti
Territoriali si è riusciti ad ottenere
alcune centinaia di migliaia di
euro per vari progetti in diversi
Comuni. “In base al bando emesso dalla Regione, la Comunità
montana ha esaminato e presen-
tato, seguendone tutto l’iter, un
documento elaborato d’intesa
con tutti i pattisti cioè Comunità
Montana,
Comuni
dell’Altopiano, Comune di
Valstagna e Associazioni di categoria contenente vari progetti.
Con questo strumento abbiamo
ottenuto a fondo perduto 617.500
euro per lo stadio del ghiaccio di
Asiago, 580 mila euro per
Campolongo di Rotzo, 633 mila
euro per la sistemazione della stra-
da Melette-Lozze, 582 mila euro
per la realizzazione di una sala
polifunzionale ad Enego (ex cinema Vittoria)”.
Sempre con l’utilizzo di contributi a fondo perduto è stato lanciato il progetto di Marketing Turistico della Montagna Cimbra.
“Dalla nuova programmazione
economica regionale escono
nuovi fondi utilizzabili dalle aziende e dagli enti – spiega Bortoli Abbiamo creato uno sportello
informativo a questo scopo dove
si possono avere tutte le risposte (numeri di telefono e indirizzo
mail sono riportati nello spazio
pubblicitario sottostante, ndr),
ma anche in passato abbiamo
cercato di far conoscere il più
possibile i finanziamenti per le
imprese. Nell’ultimo triennio
sono stati ottenuti 61
finanziamenti a tasso a agevolato per le imprese per un totale di
13 milioni di euro. A tutto questo
si aggiungono i tanti e apprezzabili progetti realizzati tramite il
GAL, del cui consiglio fa parte
anche la Comunità Montana, con
fondi europei Leader”.
“Non esiste ancora un unico Ufficio Piani e Programmi – conclude Bortoli - ma ci sono vari uffici
con diverse competenze che lavorano già in quest’ottica e già
con successo”.
Stefania Longhini
Costo e Fratellanza da maggio più sicure
204 mila euro per la sicurezza stradale in Altopiano. E’ quanto ha
stanziato la Provincia di Vicenza
per due tratti di strada particolarmente trafficati dove il manto stradale necessitava di essere sistemato.
I fondi stanziati da palazzo Godi
Nievo ammontano ad un totale
di 2 milioni e 100 mila euro per un
piano di bitumature di 18 arterie
della provincia tra cui figurano la
SP 72 della Fratellanza e la SP 349
del Costo. In totale si andranno a
bitumare 50 mila metri di strade,
ripavimentando 400 mila metri
quadrati. È inoltre predisposto il
trattamento antiscivolamento denominato “antiskid”. I lavori comprenderanno anche l’eventuale
parziale ribanchinatura delle scarpate, la finitura delle cunette e
l’esecuzione della segnaletica
stradale orizzontale.
«Per quanto riguarda la strada della Fratellanza – spiega Carlo
Fòngaro, presidente di Vi-Abilità –
interverremo su 3 tratti per un totale di 2.550 metri ed uno stanziamento
di 65 mila euro mentre sulla strada
del Costo asfalteremo 6 tratti per
4.700 metri complessivi e 139 mila
euro di intervento».
I lavori saranno coordinati da ViAbilità, braccio operativo della Provincia che stanzia i finanziamenti.
Verso la seconda metà del mese di
marzo sarà indetta la gara d’appalto ed entro maggio inizieranno i lavori. Tempi di attesa? «Entro 4 mesi
le opere saranno ultimate – assicura Fòngaro».
«Strade in buono stato – commenta l’assessore provinciale alla viabilità Costantino Toniolo - significa
strade più sicure. Non solo in caso
di cattive condizioni climatiche, ma
anche per la normale percorribilità.
Per questo il nostro ente ha sempre
destinato una corposa fetta di bilancio alla manutenzione ordinaria».
Assessore, Lei ha dichiarato che il
risultato della cura che si riserva alla
viabilità permette alle nostre strade
di competere con quelle di province ben più dotate di fondi pubblici,
come la vicina provincia di Trento.
Non è un paragone un po’ azzardato?
«Non direi. I 2 milioni e 100 mila euro
del bilancio 2007 andranno a sommarsi ai 2 milioni e mezzo previsti
per il 2008. Quest’anno andremo a
sistemare circa 70 chilometri di strade e nel 2009 altrettanti 70 chilometri saranno riqualificati. Mi pare che
lo standard sia elevato».
I lavori interesseranno i mesi estivi,
da giugno a settembre, in piena stagione turistica. Ciò determinerà disagi sul piano viabilistico?
«Ovviamente i lavori devono essere espletati nella stagione ottimale,
compatibilmente con i termini delle
gare d’appalto, ma cercheremo di
non coinvolgere date cruciali come
ad esempio le settimane a cavallo
di ferragosto».
Luigi Frigo Bettinado
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Sabato 9 febbraio 2008
ASIAGO
“Le ultime novità arrivano
dagli Emirati Arabi Uniti, dove
abbiamo iniziato da poco a
commercializzare i nostri prodotti e i primi responsi sono
positivi”, spiega soddisfatto
l’amministratore delegato,
Andrea Rigoni. Soddisfatto
perché, dopo aver chiuso il
2007 con un altro exploit (fatturato salito a 41 milioni di euro,
il 21% in più rispetto al 2006,
quando era stato di 33,5 euro,
confermando un trend in forte crescita che dura ormai da
cinque anni), la Rigoni di
Asiago non solo si conferma
leader delle vendite (in valore) nel mercato italiano delle
marmellate, grazie al suo prodotto di punta, la confettura
biologica Fiordifrutta, che nel
2007 ha totalizzato vendite per
l’Altopiano
La Rigoni di Asiago si conferma
leader delle marmellate in Italia
Il fatturato cresce ancora del 20% e dà l’assalto ai mercati esteri: i prodotti made in Altopiano
si vendono anche in Cina e negli Emirati Arabi Uniti. Prossimo obiettivo, gli Stati Uniti
33 milioni e mezzo di euro, ma
procede a ritmo spedito anche
nell’operazione export, varata
lo scorso anno. Operazione
che, dopo aver coinvolto alcuni Paesi europei, si sta ora allargando a macchia d’olio per
l’azienda dell’Altopiano di
Asiago gestita dalla famiglia
Rigoni. “Qual è il segreto del
nostro successo anche all’estero? Facile, la bontà e la formula naturale di Fiordifrutta”,
confessa Andrea Rigoni.
La marmellata della Rigoni di
Asiago, infatti, dopo aver spopolato in Italia ed essere ormai
presente in tutte le insegne della
grande distribuzione, sta ora
catturando consensi e popola-
rità anche al di fuori dei confini nazionali.
A cominciare dalla Danimarca, dove per altro Fiordifrutta
si è aggiudicata il prestigioso
premio Børsen, assegnato dal
più noto giornale economico
danese a quelle specialità gastronomiche che si sono particolarmente distinte per le proprie qualità organolettiche. Selezionato tra più di 100 articoli
diversi, Fiordifrutta alla fragola è risultato il miglior prodotto
venduto nelle catene distributive e nel mercato danese nel
2007. Dopodiché, Fiordifrutta
ha conquistato consensi e importanti fette di mercato in
Germania, Francia, Grecia,
Artisti di casa nostra
Le coccarde di Arianna:
capolavori che annunciano
gioia e felicità
A volte per creare dei capolavori non occorrono materiali costosi, e neppure tantissimo tempo, ma c’è un ingrediente prezioso che assolutamente non può mancare: la creatività. Con qualche foglio di carta, un po’ di
colla, un paio di forbici, una
cucitrice, oltre che una buona dose di fantasia e
manualità, ecco che possono prendere forma degli oggetti il cui scopo è quello di
comunicare gioia, dare il
benvenuto, rendere più allegro e festoso un evento.
Coccarde, fiocchi, ghirlande,
addobbi, decorazioni per annunciare una nascita o rallegrare una cerimonia:Arianna
Rodeghiero ha dato il via alle
sue creazioni in occasione
dell’Adunata degliAlpini di due
anni fa, quando ha preparato delle originali coccarde tricolori da appendere all’esterno del suo negozio in corso
4 Novembre. Nel tripudio di
bandiere e addobbi in bianco, rosso e verde di cui si è
acceso ogni angolo diAsiago
e dei paesi vicini, le coccarde
di Arianna si sono fatte subito notare per il loro straordinario effetto, fatto di semplicità ed eleganza allo stesso
tempo, tanto che nel giro di
pochi giorni in molti le chiesero di confezionarne di simili. Passata quella occasione, le coccarde continuarono ad essere richieste, in
questo caso di un unico colore, azzurro o rosa, per annunciare con la stessa eleganza e semplicità che era
arrivato un bimbo o una bim-
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ba. Così questi prodotti unici,
all’inizio destinati ad amici e
conoscenti, piano piano si
sono presi uno spazio importante fra quelle che sono le
offerte del negozio “Idea Regalo”. I fiocchi e le coccarde
di creazione propria oggi
sono disponibili anche in tulle,
arricchiti da piccoli fiori e nastri, nelle misure più varie,
anche giganti, e si possono
scegliere tra quelli già pronti
o richiedere dando delle precise indicazioni. Oltre che per
le nascite, sono disponibili addobbi per matrimoni, ad
esempio quelli fatti a forma di
cuore che possono dare un
tocco romantico in più alla
casa dei familiari degli sposi,
o all’ingresso della chiesa, o
ancora alla sala del ristorante. L’abilità artistica di Arianna
è un dono di famiglia, tra i suoi
familiari più di qualcuno dipinge, lei stessa è abile con i pennelli, e lo si può vedere anche con ciò che prepara per
adornare il suo negozio di giocattoli, sia in vetrina che all’interno. Va da sé che quando
si hanno queste doti, le stesse vengano “sfruttate” da
amici e parenti, ed ecco che
nel tempo, in varie occasioni, ad Arianna è stato chiesto
di preparare dei cartelloni
con disegni a tema. Un hobby che oggi fa parte del suo
lavoro: rivolgendosi con il necessario anticipo al negozio
Idea Regalo in Corso 4 Novembre, è possibile infatti richiedere, oltre alle coccarde
e agli addobbi, anche cartelloni con vignette per matrimoni, nascite o qualsiasi ricorrenza. Se lo desiderate potete, senza alcun impegno,
prendere visione delle creazioni di Arianna presso il suo
negozio. A proposito di idee e
creatività… è in arrivo San
Valentino, chissà che effetto
farebbe ricevere un bel cuore di carta rossa lavorata,
preparato con l’abilità delle
mani di Arianna, questo lei
non ce l’ha indicato, ma provate a chiederglielo, vedrete
che non saprà dirvi di no!
Servizio Redazionale
Norvegia, Paesi Bassi, Regno
Unito, Repubblica Ceca e, appunto, Emirati Arabi Uniti.
“Un altro mercato che si sta
dimostrando altamente
ricettivo - commenta Andrea
Rigoni - è quello cinese, mentre il prossimo obiettivo saranno gli Usa. Paese nel quale siamo già presenti, ma in
maniera defilata. Adesso siamo quasi pronti per un’azione più massiccia. Stiamo
mettendo a punto un piano di
penetrazione articolato che,
stando alle previsioni, do-
vrebbe partire entro l’anno”.
Successo di vendite, ma anche impegno etico e morale
costante, manifestato pubblicamente con campagne e
azioni in difesa di un ambiente che più è sano e più è in
grado di offrire prodotti sani.
“Collaboriamo sia col Wwf,
attraverso un progetto di protezione della biodiversità nell’ambiente delle Alpi, zona nella quale la Rigoni di Asiago
svolge la sua attività produttiva - conclude Andrea Rigoni , sia con Lega Ambiente, con
l’iniziativa “Bioalimenta il domani”, un progetto didattico
che si sta svolgendo nelle scuole secondarie di primo grado e
che ci vedrà impegnati fino al
2010. Grazie a questo accordo, la Rigoni di Asiago permetterà alle scuole di approfondire gratuitamente gli argomenti
dell’ambiente, dell’agricoltura
e dell’alimentazione, di importanza fondamentale per il nostro futuro. I temi affrontati
avranno sempre come riferimento la coltivazione biologica”.
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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Una legge per ripristinare le Regole
ASIAGO
Recentemente il presidente
del Consiglio Regionale, Marino Finozzi, ha depositato una
proposta di legge per la
reintroduzione delle Vicinie,
dette anche le Regole,
sull’Altopiano. Una proposta
di legge sottoscritta da numerosi consiglieri regionali, da
Achille Variati e Guido Trento
a Giuseppe Berlato Sella e
Roberto Ciambetti. Un appoggio trasversale che fa ben sperare i regolieri.
Ma cosa sono le Regole? Il
comitato regoliero ha così spiegato:
“Senza addentrarci troppo
nella storia, la Regola, in altre
parole la Vicinia, è un’istituzione che appartiene al diritto
longobardo, diffusa un tempo
presso tutte le popolazioni
d’origine germanica come la
nostra, qui sull’Altopiano. La
Vicinia consiste nell’assemblea di tutti i capifamiglia di un
determinato abitato che, per
alzata di mano, decidono a
maggioranza sulla cosa pubblica (nella lingua anglosassone, la vicinia era detta
thing, termine che ad oggi,
Una proposta firmata dal presidente del Consiglio Veneto Marino Finozzi e sottoscritta da numerosi
consiglieri regionali - Le Vicinie: cosa sono e cosa cambierebbe con l’approvazione della legge.
nell’inglese moderno, significa
appunto cosa, questione). Le
competenze di quest’assemblea, anticamente erano le più
disperate, andando dai matrimoni, alle dispute su terreni, alla
sistemazione dei villaggi,
ecc…. Dette riunioni si tenevano sotto un albero posto
spesso in posizione dominante. Molte volte quest’albero era
un tiglio, che in tedesco si dice
linte, ma che nell’antico alto
tedesco e nel cimbro si traduceva in linta (si pensi anche al
colle d’Asiago dove c’è proprio un albergo con questo
nome). Successivamente si
tennero all’ombra del campanile, quando la cristianizzazione
delle popolazioni fu completata (tra l’altro è documentato
come molte chiese in area alpina furono costruite nelle vicinanze degli alberi vicinali).”
“Nel caso dell’Altopiano l’amministrazione regoliera aveva
come oggetto la proprietà collettiva, ossia i terreni e le montagne della parte nord
dell’Altopiano, poiché è l’unica attività ad oggi permessa a
dette assemblee (dalla legge
della Regione Veneto sulla
montagna). Tali terreni sono
detti impropriamente d’uso civico, poiché non possono solamente essere goduti, cioè
usati dai cittadini, ma, di fatto,
appartengono alla popolazione
originaria del posto. La proprietà che gli originari possono
esercitare non è però privata,
ma bensì collettiva, altrimenti
detta a mani riunite. Significa,
che, dato un fondo su cui gra-
va la proprietà collettiva, ciascun avente diritto è proprietario di esso assieme a tutti gli
altri contitolari, senza che,
come accade nel diritto latino,
si possa identificare la propria
quota in maniera definita. La
titolarità di questo diritto deriva dal fatto d’essere originari
del posto, cioè d’essere figli
d’originari o aver risieduto nei
luoghi per un lungo periodo”.
Attualmente i beni regolieri
L’Odegar verrà chiuso per lavori
Dal 24 marzo al 20 giugno non si potrà accedere all’impianto sportivo. Tra gli interventi
più importanti, il rifacimento tetto e miglioramenti dell’impianto del ghiaccio.
Sono stati assegnati i lavori dell’impianto del ghiaccio, il rifacimento del tetto
e interventi sulla sicurezza
allo stadio del ghiaccio
Odegar che richiederanno
la chiusura dell’impianto
sportivo dal 24 marzo fino
al 20 giugno. In particolare, verrà fatta una revisione dei compressori e delle
tubature che scorrono sotto il ghiaccio per
monitorare se ci sono perdite. Inoltre verranno effettuati interventi per migliorare il microclima interno
dello stadio e verranno poste delle lamiere sopra quelle già esistenti sul tetto per
eliminare le infiltrazioni che
vanno ad intaccare il legno
che regge la copertura.
Verrà leggermente aumentata la pendenza del tetto
per evitare ristagni di neve
e di acqua.
Oltre a lavori di manutenzione, le opere che verranno realizzate permetteranno l’utilizzo dell’impianto
per ospitare eventi, come ad
esempio concerti, con il
pubblico nella zona del
ghiaccio, debitamente ricoperta per l’occasione. “Per
questi lavori l’impianto dovrà rimanere chiuso per un
breve periodo – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici
di Asiago, Giampaolo
Rigoni – Ma ho sollecitato
l’impresa perché faccia di
tutto per accorciare i tempi
di chiusura e visto che la
ditta che ha vinto l’appalto,
la I Tech srl di Villa del
Conte, sta già lavorando al
Museo del Acqua al
Kaberlaba, essa potrà spostare degli operai per un
breve periodo dal Museo
allo stadio in modo da accelerare i tempi”. G.R.
Il Comune di Asiago informa
Si avvertono i possessori dei beni posti nel territorio
del Comune di Asiago che dal giorno 10.01.2008,
presso l’Ufficio Urbanistica e l’Ufficio Tributi, potranno essere consultati: 1)* gli elenchi degli immobili iscritti al Catasto terreni – con i relativi identificativi catastali – per i quali sono venuti meno i requisiti per il riconoscimento della ruralità ai fini fiscali,
nonché: 2)** gli elenchi dei nuovi dati censuari delle
particelle catastali oggetto di aggiornamento a seguito delle dichiarazioni rese ad Agea per l’anno
2007. *1) Gli immobili che hanno perso i requisiti di
ruralità devono essere dichiarati al Catasto Edilizio
Urbano, a cura dei soggetti obbligati, entro 90 giorni dal 28 dicembre 2007 (entro il 26 marzo 2008). In
mancanza, provvederà d’ufficio l’Agenzia del Territorio, con oneri a carico del soggetto inadempiente.
**2) Il titolare di diritti reali sulle particelle interessate dall’aggiornamento può proporre ricorso ai sensi
del D.Lgs. n. 546/1992 avverso la variazione dei redditi entro il termine di 120 giorni decorrenti dalla
data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (quindi entro il 25 aprile 2008). Inoltre è facoltà del titolare di diritti reali sulle stesse richiedere in sede di
autotutela il riesame dell’atto di accertamento. In ogni
caso la richiesta di riesame in autotutela non interrompe e non sospende il termine di 120 giorni, ai fini
della presentazione del ricorso alla citata Commissione
Tributaria Provinciale.
sono amministrati dai Comuni.
Con la proposta di legge questi
beni tornerebbero sotto l’amministrazione diretta delle Regole
che a loro volta disporrebbero del
ricavato di questi beni a favore
della collettività. Inoltre i terreni
sottoposti oggi ad uso civico non
potrebbero più essere alienati,
ovvero ceduti, nemmeno con la
forma della perequazione prevista oggi dalla Regione, ovvero il
cambio di destinazione del terreno in cambio di un altro terreno
d’ugual o maggior misura che
diverrebbe d’uso civico.
A questo punto è lecito chiedersi
se la Vicinia non sia un doppione
amministrativo, in altre parole se
non sia la solita furbata all’italiana per entrare in possesso di beni
altrui raggirando la collettività.
“La risposta è No - dicono i
regolieri - Perché le vicinie si
caratterizzano per i loro beni per
legge inalienabili, indivisibili e
inusucapibili. Inoltre, quando a
qualcuno di essi è cambiata la
destinazione d’uso (per es: da
pascolo a strada, etc.) la decisione non spetta agli amministratori ma di volta in volta alla maggioranza dei capifamiglia. Questo vuol dire che le questioni fondamentali non vengono delegate, ma sono prese dai
capifamiglia e fatte proprie dai
delegati, che le devono eseguire! Siamo di fronte ad una democrazia diretta e non di tipo rappresentativo, come accade oggi
in occidente, dove non è un caso,
la gente conta e conta molto solo
quando deve votare. La nascita
della Vicinia dunque implica la
consultazione delle famiglie per
ogni questione importante per il
territorio, creando così consapevolezza del proprio peso sociale
e infondendo senso d’appartenenza ad una comunità”.
Gerado Rigoni
Le Case popolari necessitano
di interventi strutturali
Il terreno sotto l’edificio sta cedendo
provocando fessure sul muro esterno
Problemi strutturali nelle case popolari di Via San Carlo ad
Asiago. Da tempo i residenti che abitano nei 10 appartamenti
comunali segnalano una grossa fenditura lungo il muro esterno verso via Matteotti che si allarga lentamente. Una fessura
causata dal cedimento del terreno sottostante la parte del
complesso posto a nord. Molti lettori ricorderanno che lo stabile ospitava la filovia poi trasformata in caserma dei vigili del
fuoco. Passato in mano al Comune, lo stabile è stato destinato alla realizzazione delle abitazioni popolari aggiungendo all’immobile già esistente un altro corpo e portando la capienza
della struttura agli attuali 10 appartamenti. Come soluzione
provvisoria per la vistosa crepa il Comune è intervenuto iniettando della schiuma nella fessura e poi coprendola con un
rivestimento di legno, ma non sarà questo l’unico intervento
che l’amministrazione intende fare. “Siamo al corrente del problema. Nei prossimi giorni effettueremo un sopralluogo con l’ingegnere dell’ufficio tecnico Luciano Rigoni per cercare una soluzione sia alla fessura che si è creata, sia per le infiltrazioni che
giungono dal tetto – spiega Giampaolo Rigoni, assessore ai Lavori
Pubblici – L’intervento al tetto è già stato fissato appena il tempo
c’è lo permette mentre per la spaccatura nel muro dobbiamo
aspettare le deduzioni dell’ufficio tecnico”.
G.R.
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Sabato 9 febbraio 2008
ASIAGO
Sedici studenti universitari del
Trinity College of Carmarthen –
University of Wales, sono giunti
ad Asiago lunedì 28 gennaio, per
trascorrervi una settimana e approfondire le tematiche del turismo sull’Altopiano. Il gruppo
frequenta infatti il corso di studi
in “businnes and tourism” e lo
scopo del viaggio è quello di
mettere a confronto le diverse
problematiche turistiche tra la
loro terra e l’Altopiano. Un legame nato alcuni anni fa, quello tra
Asiago e il college di Carmarthen,
grazie ad una serie di vacanze
studio che vedono periodicamente studenti asiaghesi e gallesi farsi reciprocamente visita, nell’ambito del programma “I giovani di
Asiago incontrano l’Europa”
promosso dall’Amministrazione
l’Altopiano
Universitari del Galles una settimana ad Asiago
per approfondire le tematiche del turismo
comunale asiaghese. “Asiago
per noi è un modello molto interessante – spiega Anthony
Samuel, uno degli insegnanti che
accompagna i ragazzi – perchè ci
permette di conoscere esempi di attività turistica diversi da quelli cui
siamo abituati. In Galles, ad esempio, c’è una minore presenza pubblica nel settore turistico, e questo
da un lato è positivo, ma allo stesso tempo ha prodotto un sistema
di attività sparse nel territorio e
poco coordinate tra loro. Uno dei
compiti dei nostri studenti è quello
di approfondire dei modelli alternativi”.
Durante il loro soggiorno gli studenti, accompagnati da tre docenti, sono stati ricevuti in municipio
dal vicesindaco e assessore a turismo e cultura, Roberto Rigoni, e
dal consigliere comunale Franco
Sella. Il programma della loro permanenza prevedeva la visita alle
strutture turistiche locali, agli uffici
Arriva la festa di San Valentino
con le sue usanze vecchie e nuove
E’ il giorno degli innamorati, ma anche dell’affetto fra parenti ed amici
Riposti gli addobbi natalizi, le vetrine dei negozi sono state abbellite
con qualche oggetto che accennava al carnevale, conclusosi quest’anno già ai primi di febbraio, ma
soprattutto con creazioni e prodotti
con un tema comune: tanti cuori
rossi comparsi su vari oggetti, teneri e romantici. Si celebra San
Valentino, patrono degli innamorati, che si festeggia il 14 febbraio.
Ma succede così in tutto il mondo? Di certo in Europa occidentale, America del Nord ed Oceania e,
anche se da meno tempo, pure in
Europa orientale, ex Unione Sovietica, Giappone e Sud America. La
festa è praticamente sconosciuta
in territorio africano e nel mondo
arabo, tranne che tra i giovani più
benestanti delle grandi città. Ci
sono luoghi dove è addirittura proibito vendere doni di San Valentino
e promuovere la ricorrenza sui mass
media. A distinguersi dagli altri è
poi la Cina, dove i fidanzati festeggiano la loro storia d’amore a luglio. Ma tornando a casa nostra,
negli ultimi anni la ricorrenza si è
andata lentamente allargando, prendendo spunto da altre nazioni, dove
il giorno di San Valentino viene festeggiato non solo da coppie di innamorati, ma anche da tutti coloro
che si vogliono bene, siano figli e
genitori, sorelle e fratelli, amici e
compagni di scuola o di giochi.
Negli Stati Uniti San Valentino viene festeggiato da tutti: anche i bambini si scambiano biglietti raffigu-
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del turismo, ai centri di lavorazione
del formaggio, ai luoghi suggestivi
che Asiago offre sul versante del
turismo montano. Naturalmente
non è mancata la visita alla città di
Venezia. “Ad ogni incontro – commenta l’assessore Roberto Rigoni
– si rafforza il nostro legame con gli
studenti di Carmarthen. Il nostro
prossimo viaggio in Galles con i
giovani di Asiago è in programma
per maggio”.
Cuori rossi e baci blu, per
confermare amore e affetto
“Ci sono sempre tante occasioni per testimoniare il
proprio amore o il proprio affetto – dicono alla Casa della Bomboniera di Asiago - ma
scegliere la giornata di San
Valentino per confermare il
bene che si vuole a una persona, non per forza tra innamorati, è un’usanza che si
va radicando anche dalle nostre parti. In fondo basta un
bigliettino romantico, un piccolo dono, anche un semplice pensiero, per offrire
una gentile conferma dei
propri sentimenti”. Presso
il negozio di Piazza II° Risorgimento si possono trovare tante idee per S.
Valentino, i motivi sono soprattutto i cuori e i baci, che
si ritrovano su oggettini,
tazze e tazzine, salvadanai
e scatoline, ciondoli, anche
in vetro di Murano. Ma sempre teneri testimoni d’affetto sono gli orsetti, i pulcini,
le bambole, i pupazzi, così
come il modo più dolce per
dire “ti voglio bene” è quello
di donare degli squisiti cioccolatini, anche questi vestiti a festa per la ricorrenza
di San Valentino, la scelta
è tale che ci si può
sbizzarrire in mille modi,
anche con confezioni minime. C’è chi prende dei piccoli cuori di cioccolato e ne
fa dono singolo a familiari,
amici o colleghi di lavoro, e
chi sceglie un oggetto di
maggior valore, perché desidera che il suo regalo resti nel tempo, confermando
nel tempo l’affetto in quell’occasione dichiarato.
Tante culture, un solo significato
ranti i loro eroi dei cartoni animati;
in Inghilterra sono gli ammiratori
anonimi ad avere una lunga tradizione, con i loro biglietti romantici e
i fiori che vengono inviati senza firma, ma anche qui sono partecipi i
bambini, che cantano speciali
canzoni e ricevono in regalo dolci o frutta. I tedeschi si concedono cene a lume di candela e si
scambiano piccoli regali fra partner, come da noi. In Olanda il dono
più diffuso per San Valentino è
un cuore di liquirizia, mentre in
Spagna, popolo per tradizione fra
i più passionali, nel giorno di San
Valentino vengono regalate rose
rosse alla persona amata. Sono
bianchi invece i fiori che molte
persone in Danimarca inviano
per l’occasione ai loro amici, i
cosiddetti “snowdrops”, gli uomini inoltre usano spedire cartoline con poesie in rima, ma
senza firmarle. In Giappone la Festa di San Valentino è più sentita tra
i giovani e la tradizione prevede
però che siano le ragazze a regalare
una scatola di cioccolatini ai ragazzi, che ricambieranno con del cioccolato bianco il giorno del White
Day, esattamente un mese dopo, il
14 marzo. La differenza è che il regalo non è necessariamente diretto a
fidanzati e mariti: le ragazze possono donare cioccolatini anche al proprio datore di lavoro o collega di
ufficio.
Silvana Bortoli
Circa 3 mila visitatori hanno visto e apprezzato la mostra dei presepi
provenienti da tutto il mondo allestita in Comunità Montana per raccogliere
fondi a sostegno dell’attività della San Vincenzo.
Un incanto, una suggestione,
una magia, un’apoteosi di
natività. Sono stati davvero
lusinghieri i commenti e i
pensieri scritti sull’apposito
registro dai visitatori della
mostra di presepi da tutto il
mondo aperta durante le feste natalizie nella sala della
Reggenza della Comunità
Montana. Una mostra organizzata dalla San Vincenzo di
Asiago che presentava oltre
100 presepi, provenienti da
tutti i continenti, facenti parte della collezione di un privato cittadino. Le firme sul
registro sono state circa 1400
e si stima che i visitatori siano stati circa 3000 in due settimane: non solo italiani ma
anche marocchini, australiani, canadesi, argentini,
cubani, brasiliani, russi, rumeni, statunitensi. Un gran-
de successo dunque per una
iniziativa realizzata per sostenere l’attività dell’associazione di volontariato che
aiuta tante famiglie in difficoltà della nostra comunità.
L’ingresso alla mostra era libero, ma i visitatori potevano lasciare all’uscita un’offerta. Sono stati raccolti circa 2500 euro.
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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“La patente di esperto non ce l’ha nessuno”
ATTUALITA’
Giovanni Lafirenze, sminatore specializzato “Le granate non vanno mai
toccate, ma segnalate subito ai Carabinieri della zona”
Chi è Giovanni Lafirenze
Giovanni Lafirenze nasce
a Bari il 5 Settembre del
1959. Compiuti i sedici
anni parte come volontario alla Scuola Allievi
Sottufficiali di Viterbo.
Dopo la specializzazione
di operatore Ponti Radio
viene distaccato presso la
Caserma Cadorna di
Bolzano. Nel 1983 decide di offrire una poderosa svolta al suo tracciato
professionale. A malincuore, si separa dalla
propria divisa, da quelle
mostrine da Geniere che
ha sempre ammirato, e si
lascia coinvolgere da un
n u o v o m e s t i e re : i l
c e rc a t o re d i b o m b e , a
p e r m e t t e rg l i e l o è l a
BO.CA.MI. di Milano,
una ditta specializzata in
recupero bellico, sia in
terra che in mare. Dopo
anni trascorsi in giro per
l’Italia a bonificare i terreni dagli ordigni esplosivi, segue uno specifico
corso dove consegue il
brevetto di “rastrellatore
da mine”. Nel 2002
Lafirenze è assistente tecnico B.C.M., nel frattempo presta la sua opera
presso altre ditte, specializzate anch’esse nel
recupero ordigni inesplosi,
conosce altri colleghi, ma
la sua vita non cambia,
almeno fino al 13 Novembre del 2004 quando subisce un grave incidente,
che lo costringe lontano
dai cantieri per quasi un
anno. In quei tragici mesi,
decide di scrivere un libro
“La Mia Bonifica”, che a
suo giudizio deve rappres e n t a re u n m e s s a g g i o
d’amore al suo ambiente,
e uno strumento-vetrina
che permetta ai lettori di
addentrarsi in un lavoro
poco considerato dall’opinione pubblica. A distanza di 12 mesi riprende a confrontarsi con la
guerra sepolta e le sue
bombe. Intanto “La Mia
Bonifica”, ottiene discreti
successi. L’autore è chiamato in diverse circostanze a sostenere conferenze
su questo “nuovo” tema.
Pagina a cura
di Giovanni Dalle Fusine
La disgrazia avvenuta domenica
20 gennaio in contrada Pennar di
Asiago nella quale ha perso la vita
il recuperante Antonio Pertile, ha
fatto emergere numerose considerazioni ed interrogativi sul
recupero di residuati bellici. Sul
tema abbiamo voluto sentire una
voce autorevole, lo “sminatore
specializzato” Giovanni Lafirenze.
Ci risiamo. La Grande Guerra sembra non aver terminato la sua missione di morte.
“Ancora una volta abbiamo voluto sfidare un vecchio residuato
bellico, ma in cambio riceviamo
una sconfitta unta di sangue. Un
uomo muore all’interno del
garage della propria abitazione,
mentre tenta di “ripulire” un ordigno del primo conflitto mondiale. Volendo inseguire qualche
perché, difficilmente potremo ottenere risposte in grado di giustificare il ripetersi di tragedie quasi
annunciate e purtroppo poco valutate”.
Un tempo “il recuperante” era
un vero e proprio mestiere,
oggi si muore per hobby. Si è
Giusto, molti nostri connazionali nel primo dopoguerra, per mezzo del recupero e la conseguente
vendita dei numerosi ordigni
bellici, riuscirono a soddisfare le
urgenti esigenze delle proprie famiglie, e non solo. Oggi “miseria, povertà, bisogno e fame” non
possono essere considerate, motivazioni adatte alla spiegazione
dell’accaduto d’Asiago. Alla stessa maniera sono sicuro che tutti
siano a conoscenza del pericolo,
che si crea nel maneggiare
residuati bellici.
Nel territorio circoscritto ai
Sette Comuni la necessità portò alcuni ad una competenza
degna degli artificieri professionisti. “Quante volte ho ingoiato citazioni tipo: «Quell’uomo
è un vero esperto». Ma mi sono
sempre chiesto: come si ottiene
la patente d’esperto? Ogni granata sia della Prima, che della
Seconda guerra mondiale costituisce un’unica diversa minaccia,
e pensare solo di maneggiarla diventa un viaggio al fianco di un
pericolo incalcolabile. Proviamo
per un attimo attraverso l’aiuto
dell’immaginazione a seguire il
percorso di un ipotetico «abile
autodidatta»: lo vedremo «caricare all’interno della sua auto il
residuato bellico per trasportarlo altrove». Questa manovra, ovviamente aumenterà vertiginosamente aggressive sollecitazioni,
che colpiranno la granata, ma
ancora peggio durante trasporto
e tragitto, coinvolgerà numerose
persone all’oscuro di incrociare
un’automobile carica di tritolo,
pronto ad esplodere in qualsiasi
momento del viaggio. Ma questo per fortuna non avviene. Ora
il sedicente «esperto» è giunto a
destinazione. Lo notiamo scendere dall’auto e avviarsi verso il
bagagliaio, custode dell’oggetto. Con cura solleva la granata
e dolcemente si avvia verso il luogo da lui scelto perchè sicuro e
idoneo alle sue necessità. Ovvia-
mente il trasporto della granata
è manuale. Il possessore della
«Patente da esperto», conosce, a
suo dire, benissimo l’ordigno e ha
già stabilito che questo non è pericoloso. Lo trasporta evitandogli urti in ogiva o nei pressi della
spoletta, che ha già pulito. Ma
anche quest’ultima azione può rivelarsi un errore e spiego perché:
pulire l’ogiva per riconoscere la
spoletta è un’operazione drammatica in quanto si disturba un
meccanismo che riconosceremo
solo a fine operazione. In questa
fase la vita del signor “Esperto”
è soggetta al meccanismo della
spoletta. Infatti se la pulisce significa che è sporca quindi è completamente all’oscuro di cosa stia
sfregando, ma soprattutto ignora del tutto le condizioni chimico/meccaniche del congegno. Ma
non perdiamo di vista il nostro
uomo. In questo momento vediamo che ha posato l’ordigno su di
un piccolo tavolo di legno e tenta di spolettare l’ordigno bellico.
Ora la sua vita appartiene alla
sua stessa azione sulla spoletta,
che sia a tempo ad urto o entrambi i funzionamenti, non bisogna mai dimenticare che questa contiene: un detonatore primario carico d’esplosivo molto sensibile ed instabile, collegato ad un detonatore secondario
inserito all’interno della carica
esplodente della granata. Il seguito è cronaca, dal momento che
spesso tutto termina con lutti e
disperazione”.
Si dovrebbe trarre insegnamento dall’ultimo tragico
evento accaduto ai Pennar.
“Sarebbe auspicabile. desidero
terminare, quest’amaro commento destinando un piccolo pensiero, ma colmo d’amore ai
famigliari della vittima ed un abbraccio a tutti i recuperanti della
Città d’Asiago, ricordando Loro
una volta di più, che in questo
lavoro la patente d’esperto non
appartiene a nessuno, (non la
possiede neanche chi scrive), e
che le granate non vanno mai
toccate, anzi immediatamente
segnalate ai Carabinieri di
zona”.
Operazione “Cuorephone” - Raccolta di cellulari usati
“Quando smetti di chiamare
non smettere di rispondere”
Il telefono cellulare è ormai
entrato a far parte della nostra quotidianità. Da solo o accompagnato da uno o più
esemplari simili, anche se
tecnologicamente differenti,
quello che fino a qualche
anno fa era considerato un
invidiabile status symbol,
oggi deve supportare
quell’irrefrenabile bisogno di
comunicare che sembra aver
contagiato molti. Un uso a
volte smodato e una pubblicità martellante sulle new
entry nel mercato della telefonia, hanno accelerato il
processo di abbandono di
quei modelli considerati
tecnologicamente
più
obsoleti. Così da uno studio
di alcuni ricercatori dell’Università di Vienna, emerge
che ogni anno si gettino circa 45 telefoni cellulari ogni
mille persone, percentuale
che nel nostro paese arriva
a circa 2 milioni e 600 mila
apparecchi dimenticati in un
cassetto o, ancor peggio,
gettati nei rifiuti. Proprio in
conseguenza di queste silenziose sparizioni, che hanno
anche un pericoloso risvolto collegato allo smaltimento
dei rifiuti, è partita nei giorni scorsi dal Veneto l’operazione “CuorePhone”, promossa da Adler, azienda austriaca con una grande esperienza nel recupero di materiali usati, in collaborazione
con Poste Italiane, a favore
di un progetto per l’infanzia
promosso da Medici senza
Frontiere, la più grande associazione internazionale privata, attiva in 66 paesi nel
mondo, che nel 1999 ha ricevuto il premio Nobel per
la Pace.
Con un
inequivocabile slogan che
recita “Quando smetti di
chiamare, non smettere di
rispondere”, centinaia di migliaia di famiglie venete sono
state invitate a regalare il telefono cellulare ancora funzionante ma non più utilizzato, per l’acquisto di uno
speciale alimento pronto all’uso chiamato Plumpy’Doz,
destinato ai bambini tra i sei
mesi e i tre anni, nel distretto Guidan Roumdji a Maradi
in Niger. Chi possiede uno o
più telefoni cellulari, usati ma
ancora funzionanti, può spedirli gratuitamente ad Adler
utilizzando la busta che in
molti avranno già ricevuto a
casa, ma che è possibile trovare ancora in alcuni uffici
postali dell’Altopiano o richiedere al numero verde
848694698.
Una volta controllati e sistemati, i telefoni verranno venduti nel mercato dell’usato
mondiale, a prezzi variabili in
funzione del marchio e del
modello. Per ciascuno di
questi pezzi Medici senza
Frontiere riceverà una cifra
variabile da 0,50 a 3 euro.
Una somma che sembra irrisoria, ma che può servire
ad acquistare quel cibo
iperproteico, che le madri
aggiungeranno ai pasti regolari dei loro bambini, arricchendo così la loro dieta con
una dose quotidiana di elementi nutritivi essenziali e
250 calorie.
Se un vecchio spot pubblicitario ricordava che “una
telefonata allunga la vita”,
oggi un telefono cellulare
inutilizzato può fare anche di
più.
Per
informazioni
www.cuorephone.it
Giovanni Rattini
8
Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
10
Scuole elementari di Canove
Da mesi senza mensa scolastica
ROANA
Da prima della metà di dicembre senza il servizio di
mensa scolastica. Un disagio
che riguarda gli alunni della
scuola elementare di Canove
frequentata anche dai bambini di Camporovere, Cesuna
e Treschè Conca. Su un totale di circa centoquaranta
iscritti, ben un centinaio
usufruisce della mensa nei
giorni di rientro scolastico, chi
una e chi due volte la settimana: il martedì le classi terza, quarta e quinta e il giovedì tutte quante. Ciò succede
perché a dicembre la ditta
che svolgeva il servizio ha
dovuto rinunciare per seri
problemi di salute del titolare, e i bambini si sono ritrovati a consumare in classe
panini portati da casa. “Sembrava fosse una soluzione da
adottare solo per pochi giorni – dice un gruppo di genitori – invece sono passati
ormai due mesi e i nostri figli
continuano a pranzare in
Nelle giornate di rientro i bambini a pranzo mangiano un panino seduti sul banco
Sembra però vicina una soluzione provvisoria per ovviare al problema
aula, mangiando panini, seduti
al banco dove fanno lezione.
Dal punto di vista igienico, ma
anche alimentare, non ci
sembra il massimo. Tra le
soluzioni prospettate quella
della scelta di un altro ristorante del paese o l’allestimento di una zona mensa all’interno della scuola, ma per
quanto ne sappiamo nessuna delle due ha avuto un riscontro positivo. Ci sembra
che le cose stiano andando
un po’ troppo per le lunghe,
è una situazione che pesa,
soprattutto per coloro che
non abitano a Canove. Alcuni di noi avevano anche
ipotizzato di tenere a casa i
figli il pomeriggio per protesta, un’idea poi scartata,
auspicando arrivi in fretta
una risposta da chi di dovere”. La mensa scolastica,
come il trasporto, è di competenza del comune e non
dell’istituto scolastico, dal
canto loro gli insegnanti del
plesso si sono attivati portando il problema in un consiglio
di interclasse, presenti i rappresentanti dei genitori e il
dirigente scolastico. “Il direttore Piergiorgio Valente –
dice Lucio Spagnolo, insegnante che si sta interessando della questione – ha spiegato ai genitori come si sia
venuto a verificare l’attuale
contesto e come sia stata
chiesta al comune di Roana
un’alternativa per sbloccare
questa situazione di impasse.
La scuola, seppur grande e
in buona parte di nuova costruzione, non è stata pensata per ospitare una mensa,
per cui il modo migliore per
ovviare al problema si pensava fosse quello di trovare
un altro locale che potesse
ospitare i bambini a pranzo,
invece nessuno degli interpellati in paese ha risposto in
modo positivo. Le difficoltà
che ci aspettavamo di trovare erano di altro genere, e
Mezzaselva, chiuso il bar Sport
Il Bar Sport, edicola e tabacchi di Mezzaselva, situato lungo la strada, quasi di fronte
la chiesa, è momentaneamente chiuso. Rosanna
Abalini, originaria di
Mezzaselva, ora residente a
Roana, che lo ha gestito per
3 anni e mezzo ha deciso di
prendersi un periodo di riposo. Ora, dicono i coniugi
Fabris, proprietari dell’esercizio pubblico, abbiamo intenzione di fare qualche piccolo
intervento di sistemazione e
poi intendiamo darlo nuovamente in gestione a qualcuno. Per Mezzaselva dunque
viene a mancare per qualche
tempo un luogo simpatico e
famigliare di ritrovo, dove
bere un caffè insieme, chiacchierare un pò, comprarsi il
giornale o, come era solito
fare un gruppo di paesani in
pensione, ritrovarsi per giocare a carte (passatempo per
il quale ora devono fare un
po’ di strada e recarsi ad
Albaredo o Rotzo).
Viene purtroppo a mancare
anche un punto vendita per il
nostro giornale che ci auguriamo possa riaprire i battenti
quanto prima. Vogliamo ringraziare Rosanna per la consueta gentilezza con la quale
ci ha accolto ogni quindici
giorni e per la preziosa collaborazione nel diffondere il
nostro quindicinale. S.L.
Rosanna Abalini (in piedi)
con alcuni clienti del bar
non certo questa, che ci fa
anche dispiacere, considerando che siamo in una zona
a vocazione turistica in cui le
strutture non mancano. Lo
dico comunque con il totale
rispetto per le scelte di ognuno”. A spiegarci nel dettaglio
il perché del protrarsi di questa situazione di stasi, è Andrea Valente dell’ufficio di
turismo e cultura comunale, che si è occupato di verificare la possibilità di attuazione delle diverse soluzioni prospettate. “Di tempo ne sta passando più di
quanto auspicato – ammette – ma chi non affronta direttamente i problemi non
può rendersi conto dei giorni che ci vogliono per spiegare, chiedere e avere poi
una risposta. Per attivare la
mensa all’interno della
scuola è necessario adibire
una stanza a questo unico
scopo, arredarla, e fornirla
di quanto necessario perché sia a norma. Sono stati
quindi contattati i ristoratori del paese il cui locale fosse velocemente raggiungi-
bile a piedi, con la precisa
indicazione da parte del dirigente scolastico che la distanza dall’edificio scolastico non fosse superiore ai
cinquecento metri. Nessuno dei contattati, alla scadenza dei giorni chiesti per
valutare e decidere, si è
reso disponibile, quindi si
sono prospettate altre soluzioni, come quelle di poter
disporre, pagando un affitto, di locali a norma e adatti al servizio, dove far arrivare i pasti già pronti dalla
ditta Chef Express, che attualmente fornisce i pasti
alle medie di Cesuna. Anche in questi casi gli interpellati hanno chiesto un certo tempo per valutare, e
dunque i giorni sono passati, senza arrivare poi a una
risposta per noi positiva.
Dopo questi tentativi, l’unica soluzione che sembra
rimanere è quella di attivare un servizio di trasporto
con il pulmino, verificando
altre disponibilità di locali,
anche più lontani dalla
scuola”. Sentito in proposi-
to, il sindaco di Roana Mario Porto, conferma che probabilmente sarà questa la
soluzione che verrà adottata. “Martedì prossimo, 12
febbraio, mi incontrerò con
i rappresentanti dei genitori e della scuola – spiega e spero possa in quell’occasione venire accettata la
nostra proposta, quella del
trasporto dei bambini con il
pulmino comunale in un locale di Cesuna che si è reso
disponibile a fare servizio
mensa. Questo come soluzione provvisoria, con l’impegno, appena possibile, di
attivare la mensa all’interno della scuola stessa. Una
prospettiva che potrà avere
il via probabilmente nel prossimo anno scolastico, perché
esistono tutta una serie di
cose da mettere a punto, sia
per quanto riguarda la stanza, che l’orario scolastico,
prevedendo una divisione dei
rientri in più giornate, perché
i bambini sono tanti e non è
possibile servire il pranzo a
tutti nello stesso momento”.
Silvana Bortoli
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Sabato 9 febbraio 2008
ROANA
Di professione fa il parrucchiere, ma la sua vera passione è quella per gli uccelli, che,
da quarant’anni, alleva con
cura e dimestichezza nella sua
casa a Roana.
Stiamo parlando di Ceciliano
Martello, un uomo dall’innata
simpatia e dalla marcata sensibilità, che, sin da bambino, ha
ammirato il canto degli uccelli, interessandosene a tal punto da diventare uno dei più
grandi allevatori a livello provinciale, ma anche nazionale
ed internazionale. Il suo interesse si è rivolto specialmente ai canarini da canto (che,
l’Altopiano
I canarini di Ceciliano Martello:
una passione... da medaglia d’oro
per razza, si dividono da quelli
di posizione e da altre
tipologie), chiamati Malinois
(dal nome della città d’origine
che si trova nel Belgio)Waterslager (cantori d’acqua)
che ammirò per la prima volte
in occasione di una fiera a
Verona, quando il canto armonioso ed inebriante di queste
piccole creature gli ha fatto
intravedere la prospettiva –
senz’altro ardua – di intraprendere la carriera di allevatore.
Il compito non si è rivelato per
nulla facile, in quanto questa
particolare razza necessita di
attenzioni peculiari che leghi-
no l’ambiente e l’alimentazione ai fattori genetici: un impegno che richiede senz’altro
molto sacrificio e, soprattutto,
una rara sensibilità. Requisiti
che, già a prima vista, si possono trovare nel nostro
allevatore altopianese.
Nonostante i numerosi sacrifici, Ceciliano mi parla del suo
allevamento con un tono orgoglioso e soddisfatto, ma, soprattutto, con talmente tanto amore da catapultarmi, senza che
me ne accorga, in un mondo
parallelo, dove scopro che non
è l’uomo l’animale intelligente
per definizione; questi piccoli
L’Auser di Roana unisce i campanili
Il 30 gennaio scorso, il Circolo Auser di Roana, presieduto da Cesare Bolzon, ha
festeggiato il carnevale nella sala comunale di Piazza
San Marco a Canove, opportunamente addobbata per
l’occasione. Numerosa la
11
partecipazione di iscritti e
non al sodalizio di
volontariato e solidarietà provenienti da tutti i sei paesi del
Comune e di qualche benvenuto foraneo. La festa organizzata e diretta dal tesserato
nonché vice presidente
Vi t t o r i n o
Panozzo ha
suscitato
molto entusiasmo sia
tra i partecipanti sia tra
i collaboratori che hanno aiutato a
prepararla,
in prima fila
le donne che
hanno dato
sfogo alla loro fantasia preparando con le loro mani svariati tipi di dolce, dalle classiche frittelle ai saporiti crostoli.
Le frittelle che più di altre
hanno colpito per bontà e forma sono state quelle portate
dalla signora Rodriguez (detta la spagnola), abitante a
Cesuna che ha raccontato
come pure nella sua terra
d’origine, la Spagna, le frittelle rappresentino il dolce di
carnevale più tipico. Ma non
dimentichiamo tutte le altre
dame che con abbondanza
hanno stracolmato le tavole
di dolci deliziosi, il tutto accompagnato con l’ottimo vino
(bevuto sobriamente) della
tenuta agricola di Luigi Guida (Kubelek). La festa, animata da canti e allegria, ha
avuto inizio alle 15 ed è terminata alle 20 con il ripristino
e il riordino della sala messa
a disposizione anche per altre iniziative come il Centro
Ricreativo Anziani di Canove
i cui frequentatori si riuniscono due volte la settimana per
il classico gioco della tombola.
V.P.
animaletti, apparentemente
gracili ed indifesi, hanno una
grande forma di intelligenza e
di raffinatezza: l’anima della
musicalità e del canto.
I suoi canarini cantori sono allevati nella sua spaziosa casa
di Roana; per quanto concerne l’alloggiamento, i MalinoisWaterslager hanno a disposizione delle voliere esterne ed
interne, dove, al tempo opportuno, avviene la riproduzione.
Una volta che nei canarini
maschi avviene la muta della
voce, essi vengono separati
dagli esemplari femminili che
potrebbero contaminarne la
qualità della voce e portati in
alloggiamenti parzialmente
oscurati per perfezionare la
qualità del loro canto; i canarini sono quindi inseriti all’interno di gabbiette singole in compagnia dei relativi maestri. Già:
gli insegnanti non esistono soltanto nella società umana, ma
anche in quella ornitologica;
per i canarini il maestro più valido è un consimile con buone
qualità canore! A scuola ultimata, i più promettenti talenti
vengono destinati ai concorsi,
mentre gli altri vengono allevati da Ceciliano ai fini della
riproduzione o regalati a qualche bimbo o a qualche amante dagli animali.
Dopo il sacrificio, come spesso accade, seguono le
gratificazioni, che, per
Ceciliano Martello, con sono
tardate ad arrivare con alcune vittorie ai concorsi nazionali. Ed ecco che, nel 1994, a
Udine, è arrivata la sua prima
vittoria al Mondiale di Ornitologia che, ogni anno, propone
un’esposizione di ben 15.000/
16.000 uccelli provenienti da
tutto il mondo, ospitato di volta
in volta in diversi Paesi Europei (Italia, Belgio, Francia, Spagna, Germania). Quell’anno,
l’allevatore roanese ha gareg-
giato con un canarino Malinois
bianco (la valutazione si è basata sulla media delle votazioni
riguardanti il canto e quelle concernenti il colore dell’esemplare). Dopo quella prima medaglia
d’oro, ne sono arrivate molte altre, singole e batteria (a gruppi di
quattro, chiamata, nel linguaggio
specialistico, anche stam) per un
totale di 11 riconoscimenti: 2 medaglie di bronzo, 5 medaglie d’argento e 4 medaglie d’oro, l’ultima delle quali gli è stata conferita proprio quest’anno ad Hasselt,
in Belgio. Suo compagno d’avventura, anche sta volta, è stato
il canarino Malinois bianco, che,
ancora una volta, è riuscito a stregare la commissione di esperti,
rapiti dal suo bellissimo suono,
una specie di flauto magico che
esala emozioni ed attrazione;
questa razza di canarini, infatti,
oltre ai suoni d’acqua da cui tra
l’altro prendono il nome, compongono altre note, campanelle
semplici, campanelle rullate, flauti
e suoni metallici: una specie di
orchestra sinfonica nel petto di
un piccolo uccellino.
L’esemplare con cui Ceciliano
ha gareggiato, oltre a questi in-
numerevoli suoni, riesce a riprodurne le relative varianti,
raggiungendo una gamma
completa di 17 note, ampliando ulteriormente il repertorio.
Ad oggi, l’allevatore
altopianese
fa
parte
dell’APOV, Associazione Provinciale di allevatori di diverse
specie di canarini, e si occupa
di un club di specializzazione
per la diffusione e la conoscenza dei canarini MalinoisWaterslager, promuovendo
nelle scuole anche alcuni interessanti incontri sulla specie
volti alla diffusione e al miglioramento del canto del canarino stesso. “A livello personale la soddisfazione porta
ad una volontà di continuo
miglioramento rivolta al mio
allevamento (composto da
circa 500 esemplari, ndr) – mi
confida Ceciliano Martello –
anche se di certo conseguire premi come questo è davvero gratificante”. Insomma,
una vera e propria passione,
unita a sacrificio e sensibilità...
da medaglia d’oro!!!
Martina Rossi
8
l’Altopiano
Sabato 9 febbraio 2008
12
Niente carri, ma grande animazione
ENEGO
Pagina a cura
di Stefania Simi
Breve ma intenso il carnevale di
quest’anno, che a Enego è stato festeggiato, in modo semplice, ma riuscitissimo.
All’inizio, tutti presi un po’ in
contropiede per i limiti assegnati
dal calendario alla festosa ricorrenza, sembrava non venisse
organizzato proprio niente.
I bellissimi carri che animavano
il carnevale fin dagli anni 50, e
che avevano fatto conoscere
l’abilità degli eneghesi anche nei
paesi e nelle province limitrofe,
ormai da un paio d’anni non si
vedono più e, per un attimo, il
timore è stato quello che veramente anche l’ultima fiammella
di vitalità si spegnesse.
Per fortuna invece alcune tradizioni resistono, ed anzi que-
In occasione del carnevale, festeggiato quest’anno in modo semplice, il paese è sembrato risvegliarsi e riunirsi
st’anno hanno addirittura preso più forza. I festeggiamenti
carnevaleschi sono iniziati nella giornata di giovedì grasso,
con la classica cena organizzata dalle suore presso l’asilo, riservata a tutte le donne. Una
tradizione ad Enego questa
cena, che ha sempre rappresentato un momento di aggregazione, ritrovo e animazione, soprattutto per le signore di una certa
età, ma negli ultimi due anni e
soprattutto quest’anno, le giovani non sono mancate, anzi
hanno animato con la loro numerosa e vivace presenza, la
cena, che da sempre è movimentata da scenette organizzate da
alcuni gruppi del paese.
Di volta in volta, i copioni si fanno sempre più organizzati e, oltre alle caratterizzazioni di personaggi famosi del mondo dello spettacolo e della politica, ri-
scuotono naturalmente un enorme successo le caratterizzazioni
di personaggi paesani.
L’abilità di chi pensa e scrive tali
copioni, come di chi organizza il
tutto con i materiali ed i costumi
richiesti, lasciano increduli.
Il risultato poi è ogni volta più
esilarante, dietro insospettabili
si celano veri e propri talenti teatrali, che lasciano basiti.
Riuscire a cogliere i particolari
più peculiari di una persona, del
suo carattere, dei suoi gesti, dei
suoi movimenti, richiede una
grande attenzione, ma soprattutto una grande dose di talento, che non è cosa che si possa
creare dal nulla.
Lo spettacolo di quest’anno,
che ha preso come temi d’ispirazione l’attualità nazionale con
le immondizie di Napoli e l’attualità paesana con l’arrivo dei
nuovi parroci, ha riscosso un
L’addio a nonna Cicci
La sua foto, con quella del marito, ancora ventenni, racchiuse in un portafoto, cimelio della
prima guerra, sono comparse in
alcune pubblicazioni.
Anche per questo sento il bisogno di un doveroso e sentito saluto alla signora che ci ha
lasciato, una signora che si è
spenta ad Enego, che ho conosciuto qui, dalla figlia, alcuni
anni fa, quando già la sua prestanza fisica era ormai mortificata all’immobilismo su di una
sedia, quando ormai la sua mente aveva per lo più lasciato spazio all’oblio.
Lucia Fracassi, che data l’età e
la tenerezza che esprimeva, era ormai per tutti
nonna Cicci, era nata all’inizio del secolo passato, nel 1910, in un piccolo
ed arroccato paese di
montagna, nella Val
Trompia, Collio S.
Colombano in provincia di
Brescia.
Una vita difficile, perché all’epoca, quei luoghi non offrivano certo opulenza, una
vita fatta anche di povertà,
emigrazione per sopravvivere.
Era nata prima che la grande
guerra sconvolgesse luoghi,
persone, animi, ha conosciuto
la miseria ed il dolore che questo conflitto ha provocato intorno a lei, ma purtroppo la seconda guerra mondiale la segnò
ancora di più, chiedendole il sacrificio del suo compagno, provato non solo dalla guerra, ma
dalla prigionia.
Così, vedova ancora giovanissima, con tre creature, dovette
non perder tempo disperandosi o chiedendosi perché la vita
era stata così dura con lei, in
quanto i bisogni quotidiani, la
sopravvivenza premevano di
più.
Una storia che è la storia di tante giovani donne e madri di tempi che ci sembrano lontani, sembrano storie da melodramma,
ma sono invece appena dietro
di noi, di tanti di noi, è che ormai troppo frenetici, troppo presuntuosi, tendiamo sempre più
a dimenticare.
La storia della nonna Cicci è
anche un po’ la storia delle mie
nonne, e per questo non posso fare a meno, in questo
momento di distacco, di riflettere sul tempo
passato, che sembra diventare un
po’ più remoto,
perché se ne è andato un altro tassello, un altro testimone, ma che in realtà resta lì comunque, alla portata di
chiunque voglia arricchirsi con la conoscenza della storia comune.
tale successo che è stata richiesta, cosa mai avvenuta, a gran
voce una replica, che si è tenuta a Stoner, nella serata di martedì grasso, di fronte al pubblico delle grandi occasioni.
Un momento importante insomma, di aggregazione e animazione.
Nell’ultimo venerdì di carnevale invece, si è svolto il teatrino
dell’asilo, le mamme infatti,
come di consuetudine, organizzano un piccolo spettacolo per
divertire i bimbi più piccoli. Quest’anno è andato in scena lo
Zecchino d’oro ed un classico
che riscuote sempre gran successo, la fiaba di Cappuccetto
Rosso.
Certo questo pubblico non è fra
i più esigenti, ma le mamme hanno dato il meglio, non solo nell’interpretazione, ma soprattutto nella creazione dei costumi,
dimostrando un’abilità non indifferente.
La rappresentazione della fiaba,
bella, divertente e stata quindi
resa ancora più coinvolgente dai
bei costumi messi in scena, in
particolare quello del lupo, che
come si suol dire, ha fatto la sua
bella figura.
Il giorno successivo poi, nella
contrada Fosse, organizzata dal
comitato genitori,e con il contributo del Comune, si e svolta
la festa per i ragazzi, maschere,
musica, animazione, dolci, dalle
17 alle 21, quindi, a favore del
pubblico adulto, il palcoscenico è stato occupato da un duo
comico molto apprezzato, proveniente da Cismon : “Gli instabili”.
Un copione scritto da loro, un
repertorio semplice, popolare,
ma mai di cattivo gusto, che ha
riscosso grande successo e
grande partecipazione
Insomma un carnevale fatto in
casa, ma comunque un carnevale ben riuscito che ha coinvolto, e siccome lo scopo di
questa festa è appunto far ridere e divertire, allora si può proprio dire che il carnevale a
Enego, quest’anno è decisamente riuscito!
Elda e Bruno, 60° anniversario di
matrimonio un traguardo che fa
invidia e molta tenerezza!
Il 17 gennaio scorso presso il
duomo di S. Giustina, è stata
celebrata una messa di ringraziamento per un importante anniversario: 60 anni di vita insieme, 60 di matrimonio! Gli
sposi, Bruno Dalla Palma
ed Elda Cappellaro, una
coppia arzilla, ancora in
gamba, ha con giusto orgoglio,
festeggiato
attorniata da una bella e
calorosa famiglia, fatta di
figli, nipoti e bisnipoti, e
naturalmente dagli amici
più cari.
Un percorso lungo una
vita, un’unione forte che
ha superato anche le difficili prove che ad un certo punto il destino ha loro
riservato. Insieme sempre, anche nell’affrontare il dolore per la perdita,
in circostanze tragiche,
folgorato da un fulmine,
del figlio ventenne Giuseppe, Bepi, che anche in
questo festoso giorno i
genitori non hanno smesso di pensare e sentire
vicino. Un’unione quella di Elda
e Bruno allietata però dalla premurosa figlia Marilena, l’altro
caro figlio Alberto, dal genero
Nico, dalla nuora Rinella, e so-
prattutto dagli adorati nipoti e
dalle meravigliose ultime nate
Noemi e Anna, bis nipoti. Un anniversario che è un miraggio,
una speranza, un’ambita meta
per tutte le coppie felici,
un traguardo che ha tanti significati: amore, pazienza, costanza, forza,
fantasia e, naturalmente,
su tutto, anche una buona dose di fortuna. Già,
perché ci vuole anche la
salute per poter festeggiare, non più giovani,
con il proprio compagno/a di avventura!
Arrivare, così in fondo
nel percorso della vita,
ed arrivarci, con colui o
colei che tanti anni or
sono, si è scelto/a, è indubbiamente un grande
dono. Non resta quindi
che augurare a questi
sposi, che il loro percorso insieme sia ancora
lungo e permetta di festeggiare ancora tanti
bei traguardi!
Auguri di cuore!
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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Anche l’Altopiano s’illumina di meno
GALLIO
Per il quarto anno consecutivo Caterpillar, il noto
programma radiofonico
condotto da Massimo Cirri
e Filippo Solibello, lancia
per il prossimo 15 febbraio, vigilia dell’anniversario
dell’entrata in vigore
del protocollo di
Kyoto, “M’illumino di
meno”, la
giornata
di mobilitazione
internazionale per
il risparmio
energetico.
Dopo il
successo delle
passate
edizioni, anche quest’anno semplici cittadini, ma anche
aziende, istituzioni,
scuole, musei, ristoranti, università e quanti abbiano a cuore il futuro del pianeta, saranno chiamati a
spegnere le luci e tutti i
dispositivi elettrici non indispensabili dalle ore 18,
per diminuire i consumi in
Con varie iniziative, alcuni comuni dell’Altopiano aderiscono alla campagna
per il risparmio energetico lanciata da Caterpillar per il prossimo 15 febbraio
eccesso e dimostrare come
il risparmio sia la prima fonte di energia disponibile.
La campagna 2008 iniziata
il 15 gennaio scorso, ha
dato come sempre modo di
raccogliere nel sito
www.caterueb.rai.it le
idee e le iniziative
più interessanti
e innovative in
Italia e all’estero, per
razionalizzare
i consumi
d’energia e
di risorse.
A n c h e
sull’Altopiano
di Asiago
sono state
segnalate
alcune iniziative collegate con
la giornata del “silenzio energetico”.
La più curiosa nel comune di Rotzo, dove grazie ad Archeidos, che gestisce il parco archeologico del Bostel, verranno
spente le luci che solitamente illuminano una casetta ricostruita del villaggio e le aree adiacenti e ac-
ceso un grande fuoco
(usando ramaglie derivanti
dalla pulizia del bosco), intorno al quale verrà distribuito vino brulé.
In uno scenario così suggestivo, verrà spiegato come si
viveva nel passato in armonia con la natura.
Valori che sembrano perduti
definitivamente e che anche
il Comune di Roana, attraverso gli organizzatori dell’annuale Festival Cimbro
dell’Hoga Zait, avrebbe voluto ricordare. Il contatto con
gli organizzatori di Caterpillar,
forse porterà ad una particolare appendice della giornata
in nome del risparmio
energetico, in occasione della prima serata della manifestazione estiva, quando per
ricostruire l’ambientazione
ideale, verrà chiesto a tutti di
spegnere le luci nelle case.
Anche il Comune di Asiago
e quello di Gallio aderiscono all’iniziativa, il primo spegnendo come già lo scorso
anno le luci del centro storico dalle 18 alle 19, il secondo lasciando al buio il
Municipio e Piazza Italia
dalle 18 alle 18.30 e
pubblicizzando l’evento nel
proprio sito, con lo stesso
volantino distribuito nei negozi e affisso nelle
bacheche del paese.
La campagna “M’illumino
di meno” è stata patrocinata anche quest’anno dal Mi-
nistero dell’Ambiente e dalla Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
Giovanni Rattini
Le manifestazioni sull’Altopiano nel mese di febbraio
In collaborazione con l’Ufficio I.A.T.
Sabato 9 febbraio, ad Asiago:
Escursioni guidate con l’Associazione Ciaspole Trekking
Altopiano di Asiago. Itinerario:
Monte Valbella-Echar e visita
di Malga Val Forbice. Partenza ore 9 dal piazzale del
sacrario Militare; rientro previsto per le ore 13.00. Le
escursioni saranno svolte
anche senza la presenza di
neve e saranno di media difficoltà. Info. dettagliate e
iscrizioni : 0424.463091 (Ristorante Wunderbar) –
338.2940665 (Davide)
Sabato 9 e domenica 10,
ad Asiago: 2° Campionato Italiani Interbancario e
Assicurativo di corsa su
racchette da neve.2° Trofeo Snealofen – Banca
Popolare di VicenzaLoc.
Golf. Arena.
Domenica 10 febbraio. a
Lusiana. Campionato
Neve & Ghiaccio 2008.
Gara di rally automobilistico su ghiaccio. Pista in
località Monte Corno. La
manifestazione può subire
variazioni di programma
dovute alle condizioni meteo.
Sabato 16, a Rotzo: Uscita
guidata notturna con le ciaspe
con il Telemark Club 7 Comuni
e
l’Associazione
Biketrekking. Cena al Rifugio
Campolongo. Ritrovo ore 19
presso parcheggio loc.
Campolongo. Prenotazione obbligatoria. Info.: 348.2904409
Domenica 17, a Gallio: Campionati Italiani di Salto e
Combinata Nordica Aspiranti
Gare di salto con gli sci e fondo.
Loc. Pakstall ore 10.
A Lusiana: Campionato
Neve & Ghiaccio 2008.
Gara di rally automobilistico su ghiaccio. Pista in località Monte Corno.
A Rotzo, Gara promozionale di SCI-O Sci di fondo e
orientamento. Centro Fondo
Campolongo. Ore 13,30 ritrovo
partecipanti;ore
14,30:
partenza
a
cronometro Info./iscrizioni:
[email protected]
Venerdì 22, ad Asiago:
Memorial Andrea Costa.
Team Sprint in notturna. Golf
Arena.
Sabato 23, a Cesuna: Uscita
guidata notturna con le ciaspe
con il Telemark Club 7 Comuni
e l’Associazione Biketrekking.
Cena presso Rifugio Kubelek.
Ritrovo ore 19 presso parcheggio di Cesuna. Prenotazione obbligatoria. Info.: 348.2904409.
Domenica 24, ad Asiago: Coppa Italia. Gare sci di fondo maschile e femminile. Golf Arena.
Il 26, 27 e 28 ad Asiago:
Shella Marzo! Il 29/2 grande
falò della “vecia” in piazza II
Risorgimento.
Venerdì 29, a Lusiana:
“Ndemo a ciamar marzo”. Sfilata chiassosa dalle contrade
alle vie del centro di giovani
che trascinano file di barattoli per annunciare la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera. All’arrivo distribuzione di cioccolata calda e
vin brulè. Inizio manifestazione ore 20.
Anche Gallio celebra l’anniversario
della nascita del grande Totò
Il 15 febbraio 1898 nel rione
Sanità a Napoli, Anna Clemente una giovane donna nubile mise al mondo Antonio.
Al figlio in un primo tempo
venne dato lo stesso cognome della madre. Solo molti
anni più tardi, nel 1921 Anna
Clemente riuscì a sposare il
marchese Giuseppe de Curtis,
il padre naturale di suo figlio.
Da allora e per sempre il giovane divenne il principe Antonio de Curtis, da tutti conosciuto come Totò. Un ragazzo vivace e non poteva essere diversamente, ma con poca
voglia di studiare. Dalla sfortunata esperienza del collegio,
il giovane non uscì con un diploma, ma con la deviazione
del setto nasale, involontariamente procuratagli da un suo
istitutore che tirava di boxe.
Nacque proprio così la sua
maschera disarticolata, che lo
avrebbe reso famoso in tutto il
mondo. Il varietà, la rivista, il
teatro, il cinema. E poi ancora
la poesia, la canzone, la televisione. Versatilità, genialità e
talento, che fecero di
Antonio de Curtis uno
dei più grandi attori che
abbiano mai calcato set
e palcoscenici di casa
nostra.
Per ricordare il grande
artista napoletano, in
occasione dell’anniversario della sua nascita,
venerdì 15 febbraio alle
20.15 al Cineghel di
Gallio, prima della normale programmazione,
verrà proiettato “Lei
non sa chi è Totò”, documentario già presentato in anteprima nell’ultima edizione del
Festival del Cinema Italiano
Opere Prime.
Un piccolo cammeo che
ripercorre una vita sotto i riflettori. Giovanni Rattini
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
FACCE DA CARNEVALE
Martedì 5 febbraio 2008
Foto: Davide Degiampietro
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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Gli uomini del Soccorso Alpino, uniti da un comune ideale di solidarietà.
Gli specialisti della montagna
Un’importante attività di volontariato volta a portare soccorso a persone in difficoltà, che richiede specifiche conoscenze e capacità di agire in luoghi impervi ed ostili.
L’attività di volontariato si può
prestare in molti modi, mettendo gratuitamente a disposizione il proprio tempo e le proprie
personali e specifiche conoscenze in varie materie, a favore di persone in difficoltà, fornendo un contributo importante alla risoluzione di problemi
altrimenti
difficilmente
appianabili. Può essere prestata in modo individuale o facendo parte di un’organizzazione,
che dopo aver garantito la formazione dei volontari, li coordina assicurando la continuità dei
servizi. E’ il caso del Corpo nazionale Soccorso Alpino e
Speleologico, organo tecnico
del C.A.I. (Club Alpino Italiano)
i cui compiti e scopi principali
sono quelli di portare soccorso
alle persone in difficoltà in posti impervi e ostili fra le montagne o nelle grotte, oltre che il
recupero di salme, e l’impegno
in occasione di eventi particolari o calamità naturali. Chissà
quante volte durante un’escursione ci è capitato di dire “va a
finire che dobbiamo chiamare il
Soccorso Alpino!”, scherzando
Ventidue operatori, ognuno con
un proprio compito e responsabilità, e due aspiranti che
stanno seguendo l’iter per diventare effettivi, queste sono le
forze umane di cui dispone la
Stazione di Soccorso Alpino dei
7 Comuni. Capo stazione è Angelo Rigoni, il suo vice Simone
Pertile, segretario Daniele Zotti,
responsabile sanitario è il dottor
Maurizio Busa. Gli altri componenti sono Daniele Benetazzo,
Fabio
Biasi,
Rossano
D’Ambros, Giorgio Fracaro,
Roberto Gianesini, Antonio
Lobbia, Alberto Longhini,
Denis Lunardi, Marco Pertile,
Paolo Pertile, Stefano Pertile,
Diego Pizzigolotto, Pierantonio
Rigoni, Remigio Rigoni,
Massimiliano Rossi, Maurizio
Schivo, Manuel Schivo, Loris
Vellar; gli aspiranti sono Johnny
Baù e Diego Lunardi. Tra loro
ci sono vigili del fuoco, infermieri e altre figure professionalmente già competenti in materia di emergenza e soccorso. C’è
un responsabile per il magazzino e uno per gli automezzi (un
fuoristrada Defender e un furgone fuoristrada), c’è chi si occupa delle due motoslitte, e chi
un po’ sulla nostra o altrui difficoltà di proseguire, magari solo
per stanchezza. E quante altre
volte invece abbiamo sentito
citare il Soccorso Alpino per i
suoi interventi in situazioni
drammatiche. Ma chi sono questi volontari, cosa li spinge ad
offrire il loro aiuto in situazioni
difficili, quando e come intervengono, come ci si mette in contatto con loro in caso di necessità, e, ancora, come si può entrare a farvi parte? Le motivazioni personali sono molteplici
e diverse tra loro, ma alla base
c’è una volontà comune, quella
di aiutare il prossimo mettendo
a disposizione la propria competenza su un territorio che si
conosce molto bene. Costituito da oltre cinquant’anni, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino
e Speleologico è parte integrante della Protezione Civile, a livello nazionale è diviso in delegazioni, che a loro volta sono
formate da diverse stazioni di
soccorso. Del Soccorso Alpino,
assieme ai volontari, fanno parte anche alcune figure retribuite, si tratta di specialisti che
svolgono l’attività in modo fisso e continuativo, a disposizione ogni giorno dell’anno, come i
componenti dell’equipaggio di
elisoccorso, rianimatori, medici
e tecnici di soccorso alpino. La
Stazione di Soccorso Alpino dei
7 Comuni, che ha sede in via
Aprosio ad Asiago, fa capo alla
11^ Delegazione Prealpi Venete,
assieme a quelle di Arsiero,
Schio, Recoaro/Valdagno, Verona e Padova. “Per diventare componente di una stazione di Soccorso Alpino – spiega Angelo
Rigoni, a capo della stazione
altopianese – è necessario conoscere il territorio molto bene,
saper muoversi in autonomia in
terreni impervi tipo pareti o altro, sia d’estate che d’inverno,
conoscere le varie tecniche di
arrampicata e le manovre di progressione in cordata, essere un
buon sci-alpinista e quindi saper utilizzare l’Arva, l’apparecchio ricetrasmittente per ricerca
in valanga. Gli aspiranti vengono presentati alla Delegazione
dal capo stazione, e dopo aver
superato le prove d’ingresso
vengono sottoposti a una for-
mazione che comprende vari
moduli, per imparare le tecniche
di squadra e come svolgere un
recupero, affrontando numerose prove, tra cui una con l’elicottero. L’attività annuale del
gruppo prevede poi regolarmente allenamenti e addestramenti,
anche a livello di delegazione,
per tenersi sempre pronti a gestire interventi anche complessi. Si affrontano prove in ambienti invernali ed estivi, con
esercitazioni di ricerca persone
in valanga, recuperi o calate di
una barella, ci si esercita in salite e discese impegnative”. Il
Soccorso Alpino si contatta
chiamando uno dei tre numeri di
cellulare di reperibilità di cui ogni
stazione è dotata, ma il modo più
veloce, soprattutto in casi di urgenza, è quello di contattare il
118, visto che l’attività rientra
nell’emergenza sanitaria. La centrale operativa del 118 mette poi
il richiedente direttamente in contatto con i volontari, organizzati
in modo tale che ci sia sempre
qualcuno disponibile in breve
tempo, 365 giorni all’anno, a qualsiasi ora del giorno e della not-
te. “Al momento della chiamata
– spiega ancora Angelo Rigoni
– innanzitutto è fondamentale
stabilire il punto preciso in cui
l’evento si è verificato, capire
fino a dove si può arrivare con
gli automezzi, valutare se sia necessario richiedere l’intervento
dell’elicottero. In base a ciò che è
accaduto ci si attiva e si agisce;
tramite il ponte radio ci teniamo
continuamente in contatto e, da
poco, abbiamo la possibilità di
dialogare anche con il Pronto
Soccorso di Asiago, in modo che
appena possibile tutto sia pronto anche per l’intervento dei sanitari, ma una certa preparazione
in attività sanitaria ce l’abbiamo
La Stazione dei 7 Comuni, operativa dal 1970
Venti gli interventi portati a termine lo scorso anno, tra le persone soccorse anche tre feriti gravi
delle radio e dei
ponti radio con
frequenze riservate, uno dei quali,
alimentato da pannelli fotovoltaici si
trova sulle Melette
e copre gran parte
del territorio, mentre altri due devono essere installati sul Verena e sul
Lisser. C’è poi chi
si occupa della gestione del bivacco
Stalder sul monte
Zebio, ristrutturato negli anni 80 dai volontari
della Stazione dell’Altopiano, a
spese del Soccorso Alpino e
che, su richiesta, può essere utilizzato da famiglie e gruppi. Nel
corso del 2007 gli interventi
sono stati venti, con 12 persone illese, otto ferite di cui tre in
condizioni gravi. Durante lo
scorso anno, probabilmente per
la prima volta dalla costituzione nel 1970 della Stazione, non
è avvenuto nessun recupero di
salma. Tre sono state le uscite
per soccorso animali, e le attività che maggiormente hanno richiesto l’intervento degli operatori sono state l’escursionismo
e la caccia. La carenza di neve
della scorsa stagione invernale
ha fatto sì che le chiamate di soccorso in quel periodo siano state nulle, mentre solamente nell’agosto scorso si sono registrati
sette interventi. In alcune occasioni il Soccorso Alpino ha
operato in collaborazione con i
Vigili del Fuoco di Asiago, i Carabinieri e i Forestali delle varie
stazioni dell’Altopiano. Oltre all’attività di soccorso in occasione di infortuni e incidenti in zone
impervie, e di ricerca di persone
smarrite, il Soccorso Alpino si
occupa di attività di trasporto
in quota in occasione di alcuni
eventi. Tra questi,
da segnalare la
collaborazione
con il comune di
Asiago per le cinque uscite annuali per anziani in visita alle malghe di
montagna in zona
nord. Ogni anno in
concomitanza con
la
festa
dell’Ortigara, su richiesta dell’A.N.A.
vengono allestiti in
zona dei presidi per
soccorso con la
presenza di un medico, lo stesso
accadrà anche nel prossimo
maggio in occasione dell’Adunata nazionale degli Alpini di
Bassano del Grappa, visto che
si prevede saranno in molti a
giungere in Altopiano per far
tappa anche sul monte sacro agli
Alpini. Tornando agli interventi
di soccorso, tra i più complessi
portati a termine negli ultimi
anni, quello di due anni fa, quan-
pure noi, in modo da poter prestare le prime importanti cure
una volta raggiunta la persona da
soccorrere”. Cosa si prova quando si riesce a portare a termine
con buon esito un intervento?
“Soprattutto la gratificazione –
risponde Rigoni – di essere riusciti a portare soccorso e quindi
in salvo persone ferite o in difficoltà, risolvendo positivamente
problemi, il cui esito poteva essere purtroppo ben diverso.” Chi
fosse interessato a entrare a far
parte del Soccorso Alpino può
informarsi sulle modalità da seguire chiamando il numero telefonico 338.6061018.
Silvana Bortoli
do a metà febbraio fu dato l’allarme per la scomparsa di un
anziano, le cui tracce portarono
dopo qualche giorno a far supporre fosse caduto nello strapiombo sul retro del Forte
Verena. La zona fu sorvolata due
volte con l’elicottero, senza notare nulla. Allora fu calcolato il
punto in cui l’anziano poteva
essere precipitato cadendo, circa duecento metri più sotto dalla cima, ma furono necessarie sei
uscite per portare a termine
l’operazione, le prime in situazione di forte pericolo visto il
luogo assai impervio, sul quale
cadeva una fitta nevicata, con il
rischio di valanghe che per giorni fu forte o marcato. In una delle prime uscite due operatori furono investiti proprio da una
valanga, fortunatamente erano
legati alle corde e non ci furono
tragiche conseguenze. Quando il
manto di neve si stabilizzò, gli
operatori, per la prima volta, poterono scandagliare il pendio
sottostante il grande salto e dopo
avere identificato il corpo, poterono recuperare la salma dell’uomo che, fu poi confermato, aveva perso la vita subito, al momenS.B.
to della caduta.
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Sabato 9 febbraio 2008
LUSIANA
Pagina a cura
di Egidio Zampese
Sono stati eseguiti dalla ditta
Tescari i lavori di sistemazione della copertura delle scuole elementari e medie “Padre
Mario Pozza” danneggiata dal
vento delle scorse settimane.
Sono stati rifatti il tetto e il
sottotetto con la sostituzione
delle lamiere, delle travature e
delle tavolate danneggiato
scardinate dal tornado che
aveva prodotto un buco nella
parte più a sud del tetto. I
lavori sono stati eseguiti nell’arco di una settimana, ma
gli studenti, lasciati a casa
per precauzione la mattina
successiva ai danni provocati dal vento, hanno continuato regolarmente a frequentare le lezioni essendo
l’opera in fase di esecuzione nella parte più alta del-
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Sistemati i danni
provocati dal vento
In una settimana è stato riparato il tetto delle scuole.
Nessun disagio per gli studenti che hanno potuto
frequentare regolarmente le lezioni
l’edificio e attigua a locali e
stanze solo di servizio. Per
quanto riguarda gli altri danni provocati dal vento si è
rimediato togliendo di mezzo le piante cadute come nel
caso del parco giochi e sosta turistica di via Cobbaro
dove un pino era finito sulle
tavole e panche dell’area di
sosta. In Via Lupati invece
una tettoia sollevata e spostata di una cinquantina di
metri, sotto alla strada che
porta a Ristoro, deve essere
ancora rimossa. L’intento è
comunque quello di ricostruire la baracca che serviva da
legnaia. Rimedio è stato posto nei casi di palizzate demolite, cassonetti spostati e auto
danneggiate da vasi o altri oggetti che le hanno investite.
Ricordati i dispersi di Nikolajewka
La battaglia di Nikolajewka è
stata ricordata al santuario della Madonna del Lazzaretto con
un pensiero rivolto ai 22
lusianesi dispersi in Russia dei
quali solo due corpi sono stati
ritrovati in un cimitero di
Tambow. Ha tenuto il discorso ufficiale il sindaco Virgilio
Boscardin ponendo l’accento
sull’atrocità di una pagina di
guerra che ha lasciato gravi lutti. E’ seguita la deposizione di
l’Altopiano
una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre
innalzato nel piazzale cav. Giuseppe Frezza e formato da cemento e un blocco di marmo
proveniente dalla cava Pozzette
di Fioravante Pizzato che ne ha
fatto dono al comitato Pro Madonna del Lazzaretto. Per l’occasione ha accompagnato la
messa il coro “L’Eco delle
valli” e nel piazzale ha suonato la banda “Ronzani”.
Nella foto, il tetto della scuola “Pozza” rimesso a nuovo.
Borse di studio per laureati
Sono state istituite, a cura dell’Amministrazione comunale, tre borse di studio per studenti universitari. Le prime due sono di 400 euro ciascuna, una per discipline
umanistiche e una per discipline scientifiche conseguite
nell’anno accademico 2007/2008 e la terza, di 700 euro,
sugli aspetti economici, politici, sociali o culturali del
Comune di Lusiana o sull’archivio storico comunale. Le
finalità – si legge nel bando – vogliono premiare gli studenti che hanno dimostrato capacità, impegno, e dedizione allo studio conseguendo un ottimo profitto nell’anno scolastico. Per partecipare bisogna risiedere nel Comune aver riportato un punteggio non inferiore a 100/
110 al diploma di laurea.
RadioMonteKatz, tra una curva e l’altra
Niente pedanti riassunti, stavolta. Il vostro Billarman ve
li risparmia. Piuttosto voglio
richiamare l’attenzione di chi
non usa il “vu vu vu” (e
quindi non legge regolarmente RMK), su un paio
di post un po’ fuori dalle
righe e che nessuno de
l’Altopiano potrebbe citare senza compromettere la
propria professionalità.
Direttore, non avermene a
male! Il Carnevale deve
aver ribaltato gli ormoni a
più di qualcuno. Scrivo di
mugòlio, quel toccasana
naturale che molti si fanno in casa per curare i
malanni delle vie respiratorie. Qualcuno mi confonde il mugòlio col
mugolìo... per carità...
sono d’accordo che ha il
suo perché anche come
toccasana, ma l’argomento non era quello. Volevo
osannare questo ritrovato
della tradizione che è pure
buono. Visto che siamo in
argomento, vi copio ed incollo una cosa divertente
scritta da telodisomì a proposito di ciuciaconchiglie,
ovvero “strette tifose
dell’Asiago Hockey”. Va
bene come definizione senza urtare nessuno? Ed ora,
bimbi a nanna, che inizia la
storia. “mi è capitato di
tentare di trascorrere una
serata con un tizio
dell’Asiago, un paio di anni
fa...ahahahah!!!!l’episodio mi
è rimasto impresso perchè
dopo essere arrivati quasi
al dunque, il marcantonio
prende il rasoio e insiste
per regolarmi il tupè...non
i capelli, ecco...la qual
cosa è stata per lui molto
eccitante. troppo...quindi
me ne sono andata con le
classiche pive nel sacco,
ma decisamente di buon
umore per la spassosa occasione di raccontare sta
cosa in giro! “Ho poi avuto uno scambio di battute
in privato, sempre via
Internet (via Facebook, per
chi conosce quel bordello... e sa di cosa parlo) ,
con Lamù, fedelissima
ascoltatrice di RMK. Il tutto è sfociato in un post
“Elogio alla tetta finta”,
in cui mi racconta di un divertentissimo. Cito testualmente senza cambia-
re una parola di quello che
mi ha scritto: “sto camminando per strada e 3 ganzi
sulla quarantina mi passano accanto commentando
“hella, che abbondanza!ma
è tutta roba tua?”, sai, credendo che non avrei risposto, come fa il vero manzo
italico.
invece mi volto e...”beh,
direi, con tutto quello che
le ho pagate!!”.
sono rimasti molto sconcertati, tra il divertito e
l’imbarazzato.
come rovesciare le situazioni.” Poi, mi conclude i discorsi con un sacrosanto
sfogo:”insomma,tornando
al discorso iniziale, con
tutto quello che le ho pagate, devo far pure finta
che è colpa dello sviluppo
t a rd i v o d e l l e n o rdiche,
come a suo tempo avanzato
dalla Falchi?!” E non ha
tutti i torti. C’è una nostra
famosa conterranea, famosa
almeno nel chiacchiericcio
sommesso falso-pudico e in
qualche manifestino che appare ogni tanto, che pare
vantare innate doti naturali
nonostante l’età non proprio
verde. E tutti fingono di crederle, ovviamente, ma tant’è... qual è la differenza?
Nota finale: abbiamo sfondato
anche il tetto delle 70mila visite! Ancora grazie per il vostro
contributo al successo.
Billarman
Alpini, Galvan
nuovo capogruppo
Il geometra Francesco Galvan
è il nuovo capogruppo del
gruppo alpini “Gabriele
Cantele”. Le penne nere
lusianesi, in occasione della
festa del tesseramento, hanno scelto quindici candidati
provvedendo all’elezione del
Consiglio direttivo. I voti
sono andati a Francesco
Galvan, Fortunato Ronzani,
Fabio Dall’Olio, Aurelio Conte, Silvano Ronzani, Franco
Busa, Franco Sartori, Walter
Maino, Remo Pernechele,
Maurizio Passuello, Giacomo
Scarsella, Angelo Canalia,
Franco Cantele, Bortolo
Tescari e Ranieri Cantele. Ma
questi ultimi quattro, presenti
nel consiglio precedente, hanno dato le dimissioni per cui
sono state rinnovate le cariche per gli altri dieci alpini.
L’incarico di capogruppo è
andato a Francesco Galvan,
vice Fortunato Ronzani, segretario Fabio Dall’Olio, revisori dei conti Aurelio Conte e
Silvano Ronzani, consiglieri
Franco Busa, Franco Sartori,
Walter
Maino,
Remo
Pernechele,
Maurizio
Passuello e Giacomo
Scarsella. Nella prossima riunione il nuovo consiglio
direttivo traccerà il programma dell’attività annuale con un
particolare occhio di riguardo
alla partecipazione all’adunata
nazionale di maggio a
Bassano. E.Z.
Nella foto, il nuovo presidente Galvan
E’ nata l’associazione
“Opfel on pira”
Nella sala riunioni del Palazzon, a cura
dell’associazione naturalistica, inizierà giovedì
21 febbraio un corso di frutticoltura con
insegnante il prof. Giorgio Rigoni Candida.
E’ stata costituita l’associazione “Opfel on pira” che intende
promuovere, oltre alla mostra “Pomo pero” autunnale, attività
agricole e culturali sul territorio nei settori ortofrutticolo,
erboristico e zootecnico. Presidente è il naturalista Antonio
Cantele, vice Davide Pozza, segretario Carlo Frello. Il sodalizio
ha già preso contatti con Venetoagricoltura per riprodurre piantine di antiche varietà di meli e peri. Il vivaio specializzato è
già in grado di fornire a chi ne farà richiesta alcune piantine
da mettere a dimora già l’autunno prossimo. Nella sala riunioni del Palazzon, a cura dell’associazione naturalistica,
inizierà giovedì 21 febbraio un corso di frutticoltura con
insegnante il prof. Giorgio Rigoni Candida. Si inizierà con
la spiegazione delle caratteristiche botaniche ed aspetti fisiologici delle piante arboree da frutto. Il 28 sarà dedicato
alla propagazione delle piante da frutto con vari sistemi: per
seme, e per propagazione agamica (talea, margotta, innesto); il 6 marzo si parlerà di impianto del frutteto: scelte,
forme di allevamento e potatura. A conclusione sarà promossa una esercitazione sul campo con la dimostrazione di
tecniche di innesto e potatura.
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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Una mostra sui cimiteri di guerra di Conco
CONCO
E’ stata inaugurata sabato 2
febbraio nella biblioteca civica di Conco, proprio nel 90°
anniversario della sepoltura
del Capitano della Brigata
Sassari Medaglia d’Oro Eugenio Niccolai, la mostra permanente sui cimiteri di guerra di Conco. Una mostra scaturita dal lavoro di ricerca e
di studio fatto in alcuni anni
dal dott. Luciano Cremonini
e da Francesco Galvan. Un
lavoro ritenuto molto interessante dall’amministrazione
comunale tanto che, attraverso l’assessorato alla Cultura
retto da Ornella Alberti, ha
cercato l’appoggio finanziario della Comunità Montana
per realizzarlo.
La mostra riporta alla luce,
con documenti e fotografie,
la storia dei cimiteri di guerra esistenti a Conco, in particolare
il
cimitero
italofrancese sorto nel settembre 1917 in località
Pascolon ed il cimitero italia-
L’esposizione permanente trova posto presso la biblioteca civica. In esposizione documenti
e fotografie frutto di un lavoro di ricerca fatto da Luciano Cremonini e da Francesco Galvan
no di Fontanelle. Nel cimitero militare italofrancese di
Conco, intitolato alla Medaglia d’Oro Tenente Colonnello Giovanni Aprosio e alla
Medaglia d’Argento Capitano Mario Colonna, furono
inumati 2.424 italiani, 284
francesi e 76 austro-ungarici.
Il cimitero accolse le salme
dei militari caduti nella fascia
sud-est dell’Altopiano, tranne quelle che erano state
inumate nei cimiteri civili di
San Giacomo di Lusiana e di
Laverda e in quello civile e
militare di Fontanelle. Caduti poi trasferiti nel sacrario
militare di Asiago oppure
nell’ossario di Pederobba.
Nel cimitero di Fontanelle
invece trovarono riposo due
medaglie d’oro, entrambe
della Brigata Sassari: il capitano Eugenio Niccolai ed il
tenente colonnello Giovanni
Aprosio.
Due curiosità sono emerse
durante la presentazione della mostra permanente. La
Reportage dal fronte
Un’altra mostra a Conco sui temi della Grande Guerra
Fanti in trincea a
Monte Valbella
Immagini che fanno rivivere la Grande Guerra. Possono essere definite così,
senza alcuna presunzione,
le fotografie che da sabato 9 febbraio saranno
esposte a Conco nella
mostra
intitolata
“Reportage dal fronte”
organizzata dal comune di
Conco in collaborazione
con la Provincia e il Museo del Risorgimento e
della Resistenza di
Vicenza.
La documentazione fotografica esposta proviene
dalle raccolte storiche del
Museo del Risorgimento e
della Resistenza di
Vicenza. Molte di queste
immagini sono state rac-
colte dal Generale
Guglielmo Pecori Giraldi,
Comandante la I Armata
del Pasubio e conservate
negli album ora del Museo. La mostra, lontano
dal voler presentare una
ricostruzione storica della Grande Guerra, ha però
la piccola ambizione di far
vedere quella realtà, vedere come i suoi protagonisti vi si vedevano e volevano farsi vedere, con
il linguaggio del rappresentare e del rappresentarsi.
“All’ immagine fotografica – sottolinea lo storico Mauro Passarin - è da
qualche tempo generalmente riconosciuta di-
prima, fatto poco noto, è che
hanno
combattuto
sull’Altopiano numerosi battaglioni francesi, in particolare il 50°, il 108° il 126° e
il 138° battaglione di fanteria a cui si aggiungono il 63°
e il 70° battaglione
chasseurs alpin, più numerosi gruppi di artiglieria da
montagna. Formazioni che
hanno preso parte a numerose sortite contro gli
austroungarici ricevendo il
riconoscimento del Re
gnità di documento storico e se per la Prima
Guerra Mondiale l’uso
dello strumento fotografico non costituisce una
innovazione assoluta, è
unanimemente riconosciuto che l’utilizzo della rappresentazione visiva assume un’importanza fondamentale sulle condotte militari e
propagandistiche, proprio in coincidenza con
la Grande Guerra. Nella
tragedia della Grande
Guerra, la rappresentazione dei suoi eventi, divenne con la fotografia
documento spontaneo e
umano, spesso capolavoro di verità e precisione.
Le
rappresentazioni
istantanee, i panorami, i
gesti, le fisionomie, sarebbero
state
irrimediabilmente perdute senza quella diffusione che, anche se a fini
quasi esclusivamente di
propaganda e di strategia militare, instaurò una
nuova “cultura fotografica”, che muoveva con la
ricerca di certi temi e di
certe passioni, gli intendimenti di mostrare attraverso le immagini la verità di un conflitto
epocale”.
L’inaugurazione è fissata
per le 11 di sabato 9 febbraio presso la sala mostre
della biblioteca civica di
Conco. La mostra rimarrà
aperta in orario biblioteca
dal lunedì al giovedì, il venerdì, sabato e domenica
dalle 10 alle 12 e dalle 17
alle 19.
G.D.F.
Emanuele III per l’audacia
ed il coraggio dimostrato.
La seconda è la storia di un
pezzo del monumento
tombale in memoria del Tenente Colonnello Giovanni
Aprosio. Quando il cimitero militare di Conco è stato
smantellato si sono perse le
tracce dell’opera che riportava una stella a ricordo
della medaglia d’oro assegnatagli. Opera poi
ricomparsa al museo della
Grande Guerra di Sasso
donato dagli eredi di una
signora di Conco che al
tempo della guerra si era innamorata (pienamente corrisposta) dell’ufficiale della Sassari. Per oltre 70 anni
la signora, scomparsa tre
anni fa, aveva custodito
quel cimelio a ricordo del
suo amato.
Gerardo Rigoni
I Francesi sull’Altopiano durante
il primo conflitto mondiale
I cimiteri di Conco e di
Fontanelle sono grandi cimiteri
(quello di Conco misurava 103
metri per 68) che radunavano
quasi 3000 caduti tra italiani,
austroungarici e francesi. In
particolare quello di Conco,
intitolato alla Medaglia d’Oro
Tenente Colonnello Giovanni
Aprosio e alla Medaglia d’Argento Capitano Mario Colonna, raccoglieva i caduti francesi del fronte altopianese. Le
fanterie francesi iniziano ad
arrivare sull’Altopiano nella primavera del 1917 prendendo
posizione dal Turcio verso
Monte Ekar a difesa della Val
Frenzela, nuovo obiettivo delle forze austroungariche per
raggiungere la Val Brenta e la
pianura padana. Nel gennaio
1918 le truppe francesi prendono parte alla battaglia nota come
“Dei Tre Monti”, prima vittoria
italiana dopo la disfatta di
Caporetto riportando numerosi
caduti, quasi la totalità dei 284
poi sepolti nel cimitero italo francese di Conco. Con il proseguire della guerra i francesi parteciperanno a numerose offensive con gli austroungarici rimanendo sull’Altopiano fino all’armistizio del 4 novembre. “E’ un
impegno che noi amministratori
dobbiamo assumere quello di incentivare la memoria degli
avvenimenti storici che hanno
coinvolto il nostro Altopiano –
ha detto il sindaco di Conco,
Roberto Trotto, presentando la
mostra – Richiamare alla memoria gli orrori delle guerre
passate ci fa riflettere sugli
orrori delle guerre di oggi”.
“Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di
molte persone e con il ritrovamento del registro fatto da
Antonio Girardi nel 1919 – ha
spiegato Luciano Cremonini –
Quel registro, redatto per
scrupolo o per pietà, ci ha permesso di ritrovare i nomi e le
provenienze dei caduti francesi che, nell’opera di
riesumazione del 1922, sono
stati spesso storpiati o scritti
in modo illeggibile”. G.R.
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l’Altopiano
Sabato 9 febbraio 2008
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
Caro diario…
Perché tante persone usano
la scrittura per parlare di sé.
Molte persone, nel corso della
loro vita, magari in un momento di particolare sofferenza,
solitudine o grande felicità,
hanno tenuto un diario. Riempire pagine di pensieri e di
emozioni sembra una pratica
usuale soprattutto quando le
nostre emozioni prendono il
sopravvento e sentiamo la necessità di confidare, ad un
amico davvero fidato, le nostre sensazioni, scegliendo di
proiettare su di un foglio i nostri stati d’animo.
L’adolescenza, fase di vita ricca di cambiamenti e di
“scostamenti” rispetto allo stile e alle modalità che precedentemente facevano parte
del bambino, rappresenta
senz’altro il periodo d’elezione per iniziare ad usare carta
e penna. Il passaggio dalla vita
spensierata (da un punto di vista emotivo) del bambino a
quella tormentata dell’adolescente richiede di affrontare
numerose sfide, non ultimo il
bisogno di conoscersi e di capire in fondo chi si è. I tentativi goffi e maldestri per capire
i propri limiti sono spesso la
manifestazione più visibile della
ricerca di sé nell’adolescente.
Comportamenti a rischio, modelli trasgressivi e compagnie
osteggiate dai genitori sono ingredienti che non mancano
mai negli atteggiamenti dei ragazzi “di mezza età”.
Accanto all’esplorazione
comportamentale nasce
un’esigenza più intima e privata, che consiste nel cercare
una confidenza nuova e mai
provata con l’altro. I primi
amori, le prime infatuazioni
sono esperienze che tutti ricordano con grande intensità e tenerezza, anche se vissute solo
in modo platonico. Non è facile infatti riuscire a conoscere un’altra persona se non si è
grandi esperti di se stessi. È
quello che succede all’adolescente. Il suo nuovo e ricco
mondo interno, frutto della crescita sia mentale, sia sentimentale, ha necessità estrema di
fare esercizio prima di sperimentarsi nel mondo esterno.
Chi trova una via esterna, fatta di sfide emozionanti e attività da brivido, probabilmente
riesce a manifestare il proprio
sentire in quelle azioni che a
volte, esaurito il loro temporaneo compito evolutivo, possono diventare in età adulta passioni coltivate per il resto della
vita. Altre persone, più
intimiste e introspettive, sentono il bisogno di utilizzare il
linguaggio per scoprire la propria identità e capire come rapportarsi all’altro. C’è chi incontra un amico o un’amica del
cuore, con cui condividere i
propri pensieri, anche molto
intimi, e chi scopre nella scrittura del diario un viatico gratificante per compiere un profondo viaggio in se stessi. È
quello il momento magico in
cui molti decidono di affidare
alla penna il loro mondo interno, un pò per capire, un po’
per fissare per sempre i propri stati d’animo e il proprio intimo sentire. Perché accade
tutto ciò?
Nella natura umana albergano da sempre due bisogni innati che non possono essere
disattesi: la necessità di relazione e il bisogno di esprimersi. L’individuo dalla nascita non
può esimersi dal contatto con
i suoi simili, inizialmente per
motivi legati alla sopravvivenza. Ciononostante, la natura
sociale spinge l’individuo a un
rapporto molto più complesso
che prevede la condivisione di
sentimenti, pensieri e azioni.
Probabilmente l’utilizzo del linguaggio come mezzo espressivo rappresenta per l’uomo il
momento più importante dal
punto di vista evolutivo. Le
parole possono rappresentare
oggetti invisibili, stati interni,
ricordi, emozioni; possono arricchire il patrimonio culturale
collettivo permettendo un progresso
della
specie
irraggiungibile dall’evoluzione
biologica. L’istinto espressivo
a ben guardare compare già
prima con il disegno, e nasce
come mezzo per creare rappresentazioni dell’ambiente e
di
sé,
accrescendo
l’autopercezione e il livello di
coscienza. L’utilizzo di mezzi
artistici, siano essi raffigurativi o linguistici, rappresenta lo
sforzo
umano
all’autodeterminazione, la ricerca di soddisfacimento dell’innato
bisogno
di
autoconoscenza. Ecco perché
nell’adolescenza l’uso del diario è così frequente. Le pagine bianche si riempiono facil-
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Sapor d’acqua natìa
Storia di un amore a prima vista
Stefano Rigoni,
Psicologo Psicoterapeuta
Cognitivo
Comportamentale –
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
mente, non giudicano, permettono pensieri proibiti, angosce
incomunicabili, confidenze che
nessun altro, se non il foglio,
potrebbe ascoltare. Con l’andare del tempo, l’individuo cresce e il diario perde importanza. L’accresciuta fiducia in se
stessi, la conoscenza di “altri
significativi”, ovvero persone
con cui ci si può condividere
intimità, riduce progressivamente l’esigenza di deporre in
un diario il proprio vissuto, che
trova spazio e comprensione
all’interno di un rapporto adulto fatto di ascolto reciproco.
C’è invece chi continua, anche per tutta la vita. Verrebbe da pensare che sia un comportamento immaturo, alla luce
di quanto detto. In realtà, la
scrittura è uno strumento fantastico che molte volte ha permesso di palesare la genialità
e il talento di tanti artisti. Il
valore estetico dello scritto e
l’esercizio stilistico della scrittura per l’espressione di sé rappresentano nell’età adulta
un’attività molto importante,
che numerose persone adottano come una delle principali
forme d’introspezione e di comunicazione, come ad esempio nella poesia.
Attualmente, accanto al diario e alle lettere, esistono nuove forme di introspezione e di
comunicazione che in parte
sostituiscono i mezzi “tradizionali”, offrendo agli adolescenti
e agli adulti la possibilità di
esprimersi attraverso la rete.
Sono i cosiddetti blog, autentici spaccati di vita e pensieri
che alcuni (molti a dir la verità) affidano alla comunità
WEB per farsi conoscere e
conoscersi. Essendo un argomento a mio parere molto
interessante che permette
delle riflessioni sui ragazzi
d’oggi, avrà uno spazio dedicato in uno dei prossimi contributi.
Ti conobbi per caso sulla
riva del mare. Quella
spiaggia che per me significava castelli da costruire, buche da scavare, sogni da abbozzare
con le conchiglie, pensieri
da smussare sotto la forza d’urto delle onde. Sullo scoglio del mio cuore
si fissò il tuo volto e più
non ebbi pace. Sul molo,
una vecchia donna – la
mia nonna catechista – mi
parlò di te per la prima
volta. Mi diresse verso i
tuoi occhi, mi fece baciare la punta del tuo naso,
mi nascose sotto il tuo
mantello. Fu amore a prima vista! Un innamorato
di passaggio t’avea scarabocchiato una scritta
ardente: “Totus tuus”. A
casa parlavo il dialetto,
l’italiano era forestiero,
del latino non conoscevo
ne genitivo, né tantomeno
il dativo o il locativo.
Ma c’era poesia in quelle sillabe: lo coglievo!
Cresciuto a pane, giochi
e briciole di sogni… m’avvertivo sempre più geloso, sofferente nel cuore,
malinconico sul volto.
T’avrei voluta tutta per
me! Invece, sfogliando i
libri di papà, vedevo che
per corteggiarti gli uomini sembravano inventarsi follie: cattedrali di
marmo e chiesette di montagna, l’esagerazione di
Notre
Dame
e
la
maestosità di Chartres.
M’arrabbiavo quando
tra i corridoi di scuola,
durante la merenda, sentivo Simone che parlava
di te assieme a Duccio di
Buoninsegna, Cimabue,
Gentile da Fabriano,
Lorenzetti, Giotto e Beato Angelico. Non potevo
nemmeno vedere Raffaello, Tiziano e Leonardo da
Vinci: con i colori sembravano voler trafugare
la mia donna. Loro con i
colori: Rossini, Verdi,
Perosi e Schubert sistemando delle note su di un
pentagramma. Come se
non bastasse, passeggiando
su
vecchie
mulattiere con il mio nonno, sentivo che, tra compagni di guerra, si
rilanciavano una frase:
“Su le nude rocce, sui
perenni ghiacciai, su
ogni balza delle Alpi ove
la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade…”.
Come se non bastassero i
poeti, pensavo tra me!
Anche gli alpini poggiavano gli occhi su di te.
Più ti guardavo, più m’ingelosivo, più m’innamoravo. Papà mi diceva che
di te provava paura il dittatore Tito, il governo
ungherese, p o l a c c o e
russo. Chiedevano di te
i musulmani in Mozambico (tra l’altro: ogni
giorno ancor oggi t’inviano “per raccomandata” la XIX sura del
loro Corano). Ti volevano in Inghilterra, negli
Stati Uniti d’America: i
cristiani separati, gli
scismatici, i protestanti.
Andavo a catechismo e
incontravo gente che
per te avea perso il senso della misura, gente
che giocava con le parole: Ambrogio di Milano, Agostino d’Ippona,
B a s i l i o d i C e s a re a ,
Cirillo,
G re g o r i o
Magno,
Anselmo
d’Aosta,
To m m a s o
d’Aquino, Bonaventura
da Bagnoregio! Ne controllavo uno, se ne presentavano dieci: e tu eri
s e m p re p i ù b e l l a ! E r i
umile e alta, eri “più
che
c re a t u r a ”
(D.
Alighieri).
Un giorno t’incontrai
da sola a danzare tra le
pagine di un vecchio libro chiamato Scrittura
S a c r a : e m e rg e v i c o m e
una Venere dalle altezze
del cielo, passeggiavi
tra le fontane e le viuzze
della tua Galilea. Colsi
l’attimo. Chiesi d’entrare nel tuo cuore: sapevo che da là nessuno
m’avrebbe più fatto pau r a . Tu a c c e t t a s t i . D a
quell’istante tu non sei
più stata tu. Non sei più
stata Maria di Nazareth.
Per me sei diventata la
Bellezza! 150 anni t’han
visto colorare il cielo di
Lourdes, impreziosire i
s o g n i d i B e r n a rd e t t e
Soubirous. Lourdes era
un pugno di case, fra
p o v e re t e r re , c o l l i
pirenaici, sentieri sconnessi e campi sterminati. Son passati 30 lustri
ma il peso degli anni
non osa incurvare le tue
spalle. I capelli son
quelli
di
s e m p re :
argentea ti fece tuo Figlio. Gli aranceti profumati, gli ulivi tremolanti
e le stelle parlano di Te.
Sulle nude rocce o nel
calore degli Inferi! Sempre e solo il tuo nome!
Maria, dopo 23 anni
d’attesa, oggi te lo dico:
Ti Amo!
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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Gli stili dei giovani
Parola d’ordine: essere alternativi
Essere alternativi, si sa, ormai è diventata una moda. E’ il paradosso dei
giorni nostri, in cui i giovani vogliono differenziarsi e alla fine sembrano
tutti fatti con lo stampino che usavano loro stessi da piccoli per giocare
con il pongo.
Tra tutte le mode importate dall’estero ne ho selezionate alcune tra quelle
che vediamo maggiormente intorno a noi...date un’occhiata per vedere se
c’è anche la vostra!
Gli emo kids
La tendenza del momento sembra essere
l’EMO, nata come corrente alternativa a
metà degli anni 80 per coloro che ascoltavano il genere chiamato “emotional
core” e ripresa massivamente solo negli
ultimi anni. Avete presente quei ragazzi
che se ne vanno in giro con i jeans attillatissimi, magliette a righe o a scacchi, Vans,
matita nera e accessori dello stesso colore, tra cui l’immancabile borsa a tracolla?
Ecco, loro sono gli emo boys. Quanto
alle ragazze emo, le riconoscete perchè
sembrano bamboline dark, e si differenziano nello stile dagli emo boys solo per il cerchietto baby in testa, numerosi accessori a stelle, teschietti e cuori spezzati, o eventuali manicotti a
righe che ora vanno per la maggiore.
Per tutti gli emo kids, maschi o femmine che siano, i capelli sono il loro
segno distintivo: neri tinti, rossi o biondo platino tendente al bianco, con
la frangetta dritta molto folta (in genere per le ragazze) o il ciuffo laterale
ciclopico che sfida ogni legge della fisica finora conosciuta.
Quello che dà il nome al loro stile, pare non sia soltanto il genere musicale
di riferimento, bensì una abitudine poco felice dei primi emo kids, ovvero
l’autolesionismo ( e quindi il termine greco che significa “sangue”): ora,
però, l’emo più che un modo di vivere è diventato per la maggior parte
soltanto una moda da seguire, quindi in genere i suoi attuali seguaci sono
i primi a rifiutare i clichés dello stile originario. Tra i gruppi emo maggiormente quotati al momento troviamo i My Chemical Romance, i Bullet For
My Valentine, Fall Out Boy, 30 Seconds To Mars e Panic!At The
Disco...qualche tredicenne si ostina ancora a metterci dentro anche i Tokio
Hotel o Avril Lavigne per il loro abbigliamento total black...io mi astengo
dal giudizio per non offendere nessuno! :-)
L’Altopiano non ha ancora visto, esteriormente, i bagliori del ritorno emo;
ma sono sicura che non tarderà il momento in cui tutti noi ci volteremo
esterrefatti a guardare un ragazzo truccato di nero con la borsa a tracolla e
i jeans che lasciano dubitare riguardo i suoi orientamenti...
La pianura è già avanti su questo: giusto l’altro giorno, a Thiene (nota per
essere la capitale nazionale dei finti emo), un paio di fuseaux rossi in stile
guaina dimagrante ha attirato l’attenzione della nostra compagnia, non
tanto per il loro colore “s-cioco”, ma soprattutto perchè le indossava un
maschietto...eh si, lo stile emo può avere effetti collaterali.
I metallari
In quanto cronicamente depressi e aspiranti suicidi, gli emo-kids sono
perseguitati da tutti, in particolare dai METALLARI: il nostro territorio ne
è pieno zeppo...
Molto più degli altri generi, i metallari si dividono in numerosissimi
sottogruppi che per ovvi motivi di spazio non sto a citare (visto che nel
Natale 2008
sarei arrivata
solo a metà)...
Alcuni tra i
gruppi di riferimento più
noti sono gli
intramontabili
Iron Maiden,
seguiti
da
B l a c k
Sabbath,
Nightwish,
Metallica,
K o r n ,
Megadeth...
Il gruppo preferito dai metallari roanesi (ricordiamo che l’originario santo
patrono di Roana, capoluogo dei metallari, era Ozzy Osbourne) sembra
comunque restare quello dei Children of Bodom, che devono il loro nome
al massacro ancora misterioso che nel 1960 sconvolse la Finlandia, nei
pressi del lago Bodom (che sia forse per l’associazione mentale lago di
Bodom-laghetto di Roana? Non so, chiedetelo a loro).
Tre volte all’anno si ritrovano tutti, anche involontariamente, in un luogo
ben preciso, in occasione delle varie fiere ad Asiago: il cosiddetto “banchetto delle ciavarìe”, ovvero quello dove borchie, polsini alternativi,
bandiere di gruppi metal e collanine blasfeme occupano la gran parte dello
spazio disponibile.
Non c’è bisogno di descrivere nei particolari un metallaro: si riconosce
subito. Anfibi neri, jeans strappati, t-shirt del proprio gruppo metal preferito e borchie ovunque (nella cintura, nei guanti da biker, nei lacci delle
scarpe, forse negli slip, ecc...) e giubbotto rigorosamente in pelle nera. Le
metallare aggiungono a questo look il trucco nero e gli accessori in tinta.
I metallari sono cattivi, anzi, cattivissimi: almeno, è quello che traspare dal
loro aspetto e dallo sguardo “lasciatemi-stare-che-oggi-ho-le-scatole-girate”. Molto spesso fanno parte di band (che, naturalmente, suonano
metal) e si salutano tra loro con il solenne “Ave”. Sia ragazzi che ragazze
portano capelli lunghi, molto utili per i live delle loro band, quando capita
di dover fare “head bagging”, e cioè agitarli avanti e indietro mentre
rockeggiano sul palcoscenico (o ci pogano sotto) con i loro strumenti.
I truzzi
L’insulto più grande per uno di loro è quello di essere chiamato con il nome
dell’altro acerrimo nemico di stile: TRUZZO.
I truzzi, o “fighetti” sono il loro perfetto contrario: anch’essi, come gli emo,
hanno la loro origine negli anni 80 sotto il nome di “paninari” e li
contraddistingue la loro ossessione per seguire la moda del momento. In
pratica, quando varia il tempo, varia anche il truzzo.
Questa specie indossa SEMPRE vestiti ultrafirmati da capo a piedi (quelli
che Elio e Le Storie Tese chiamerebbero, “i vestiti trendy; certe volte son
dei capi orrendi, che a nessuno li rivendi”); potrete riconoscere uno di loro
per strada molto facilmente, perchè metterà sempre in bella vista i soldi che
spende per l’abbigliamento. Un esempio di truzzo maschio tipo avrà scarpe a punta Gucci, jeans AngelDevil con cintura coordinata, felpa D&G
(con scritte identificative ripetute fino allo spasmo, ndr), sciarpa Playboy,
berretto Just Cavalli e boxer rigorosamente in vista per mostrare a tutto il
mondo quanto belle sono le scritte
“Armani” in serie
sull’elastico. Dimenticavo, gli occhiali da sole Prada
anche in inverno e
di notte.
La truzza è praticamente uguale, con
la sola differenza
che associa all’abbigliamento firmato anche il make-up dello stesso genere (assumendo
molto spesso le sembianze di una Bratz) e i mini santini di Costantino
Vitagliano e Fabrizio Corona nella borsetta. Il loro idolo? Paris Hilton,
ovviamente!
L’ambiente in cui potete reperire truzzi facilmente sono le discoteche, in cui
gli amici dj li fanno ballare sulla loro musica preferita, e cioè tutto ciò che è
house, dance, techno, lento violento e pop di largo consumo (Justin
Timberlake, Britney Spears e così via).
I truzzi e le truzze si salutano in tutta Italia con un “ciao bello/a zio/a”,
sostituito qui in Veneto da un più confidenziale “ciao Vez” (abbreviazione
che sta per “vecchio”). L’Altopiano vede in questi ultimi anni la più alta
concentrazione (letale) di truzzi di tutto il territorio europeo: detiene, così il
triste record mondiale di slip e boxer firmati in bella vista.
I punk
Particolarmente disprezzati dai truzzi (e ricambiati) sono i PUNK: il loro
movimento è nato negli
anni 70, si rifanno un po’ sia
a metallari che emo per il
genere di musica che ascoltano. Anche il loro stile si
divide in varie sottoculture,
ma di sicuro quella che spopola nei nostri paesi è quella degli skater: vestiti con
capi falsamente casuali (con
marche alternative che raggiungono tranquillamente i
prezzi di quelle indossate
dai truzzi, come Etnies,
Vans, Billabong, e così via), li vedremo sempre accompagnati dal loro
fedelissimo skate, sul quale si esibiscono in numeri da acrobati.
Chiunque si trovi ad ammirare le loro evoluzioni ne resta affascinato; degli
skater “da asfalto” esiste anche la variante da neve (gli snowboarder) e
quella da mare (i surfer).
In genere, i punk sono famosi per la loro taglientissima cresta, tenuta su da
un mix di gel extrafissante e qualche strato di catrame raffinato.
I b-boys
Totalmente discostati dai generi sopra citati sono i B-BOYS, anche loro in
via di prolificazione qui sull’Altopiano.
Si tratta di coloro che ascoltano rap e hip-hop, amano Eminem, Fabri Fibra,
Mondo Marcio, Snoop Dogg, 50 Cent e chi più ne ha, più ne metta.
Solitamente, ognuno di loro è convinto di essere nato a Detroit.
I capi che indossano sono curiosi perchè d’abitudine sono superiori di
almeno 3 taglie rispetto a quella reale del b-boy interessato,
e quindi pantaloni larghi con
il cavallo al ginocchio, t-shirt
con rete traspirante che copre ciò che i pantaloni a vita
(troppo) bassa lasciano scoperto, polsini di vario genere,
scarpe da ginnastica e una
fascetta da tennis o un cappellino da basket a rovescio
in testa.
Anche loro hanno un saluto
personalizzato, il classico
“Yo”, seguito da “fratello” o
“sorella” a seconda di coloro
a cui si rivolgono.
L’arte dei b-boys, oltre alle
rime su una base predefinita,
è sicuramente la break.dance: in
qualche zona li potete trovare, il sabato sera, a darsi sfida...credetemi,
ne vale la pena di fermarsi a guardare!
Le “colleghe” dei b-boys maschi
sono le fly-girls: se avete visto
“Honey” con Jessica Alba, potete
avere un’idea del loro aspetto. Anche le fly-girls si dedicano alla break-dance o alla danza hip-hop, sfoggiando in seguito i risultati in discoteca anziché per strada, per sfidare
le truzze.
I geek
Di sicuro a queste sfide non assisteranno mai i GEEK, conosciuti
anche come “nerd” o, più comunemente, “secchioni”. Secondo loro, la discoteca è un luogo insano da non
frequentare mai e poi mai, poiché rischierebbe di danneggiare gravemente
la loro immensa mente. L’aspetto per loro non ha importanza, in quanto ciò
che conta è il loro essere incredibilmente intelligenti: li troviamo
seduti ore e ore davanti al pc a formulare ipotesi
riguardo l’arrivo di una navicella aliena nel
giardino di casa loro, a calcolarne la data, l’ora,
il minuto e il secondo esatto e a progettarne la
distruzione per la salvezza degli esseri umani
(solo quelli dotati di menti eccelse come loro, si
intende). Infatti, la gratitudine di coloro che
verranno salvati dall’imminente
apocalisse extraterrestre innalzerà per
sempre il nome del cyber-eroe, facendogli conquistare gloria eterna e, di conseguenza, il mondo. (Questi sono più
o meno i sogni in cui un geek si perde
mentre risponde a tutte le domande
online di “Genius”; infatti, quando tutti
gli altri, da piccoli, guardavano “Kiss Me
Licia” e immaginavano di sposare Mirko- o anche Giuliano, il gatto-, i baby geek si intrattenevano invece con la salubre visione di Mike
Bongiorno e la sua ciurma di superbimbi).
I poser
Non dimentichiamo di certo altri stili dalle radici antiche, come i GOTH
(ovvero la versione più dark degli emo, più vicina al metal melodico), gli
HIPPIE, i GRUNGE, gli SKINEHEAD e avanti così all’infinito...Tutti questi
ragazzi e ragazze che aderiscono ai vari stili (e ho citato soltanto quelli che
attualmente vanno per la maggiore, perchè ce ne sono davvero moltissimi) non potrebbero essere più diversi tra loro...
Ma c’è una cosa che li accomuna tutti: l’insofferenza per i POSER.
Wikipedia definisce poser “una persona che adotta il vestiario, il parlato e
atteggiamenti tipici di una particolare sottocultura, generalmente allo scopo di introdurvisi all’interno per ottenere accettazione sociale. Ciò che
però distingue il poser da un vero e proprio esponente di un movimento,
è il fatto che il poser non ne fa parte, seppur ne sia convinto, e del suo
movimento in realtà sa poco o nulla”.
Non saprei spiegarlo meglio! In pratica il poser è il
parassita comune di ogni
stile, il finto emo, il finto
metallaro, il finto punk...
Ad esempio, se ascoltate
da mattina a sera Gigi
D’Agostino e vi definite
emo,
allora
siete
irrimediabilmente un
poser. Se poi vi vestite da
goth e nel vostro I-pod ci
sono soltanto canzoni di
Avril Lavigne, siete ancora più poser.
E ci sono soltanto due
modi per purificarsi da
questo male: ritirarsi a vita
da esule o implorare il perdono dei veri stilosi. Se
rifiutate questa via, il vostro destino vi porterà dritti dritti all’inferno (ricordiamo che essere poser è l’ottavo peccato capitale).
Insomma, i giovani amano riconoscersi in uno stile proprio che li distingua
in base a ciò che ascoltano, a quel che pensano e a come vivono...e guai
a chi vuole fingere di essere qualcuno che non è!
Non è l’assenza di stile quella che in genere provoca i diverbi tra i teenagers,
bensì la mancanza di PERSONALITA’ , tipica appunto dei poser che
tendono ad attaccarsi al carro, per così dire...quindi, se ancora non sapete
a che gruppo appartenete di preciso e non volete ritrovarvi l’esercito
coalizzato di emo, truzzi, e metallari che vi accusano di “poserismo” davanti a casa, vi propongo di fare un test sullo stile che vi chiarirà le idee...lo
trovate nel blog, dove io vi aspetto per avere i vostri commenti (sempre
con la clausola della clemenza, mi raccomando)!
Bye bye ;-)
Iceskater
8
l’Altopiano
Sabato 9 febbraio 2008
20
Ultima pausa in corso
L’Emisfero Asiago prepara
l’assalto ai playoff
HOCKEY
Entra nel vivo, nella sua
fase cruciale, decisiva, la
stagione dell’hockey su
ghiaccio; mandata agli archivi la lunga regular
season, la RBK Hockey
Cup si appresta ora a proporre la post season, la seconda parte della stagione.
Finora si è giocato, ora si
dovrà fare sul serio; quattro mesi di incontri incrociati sono serviti sì a dividere le nove contendenti in
due gironi.
Un primo gruppo d’élite, le
prime quattro della classifica, ammesse al master
round che altro significato
non avrà se non quello di
sentenziare il pur importante ordine di accesso alla
parte alta del tabellone dei
play off; il Renon, fin qui
indiscusso dominatore della stagione, si candida ad
occupare la “pole” anche
nei play off grazie ai 5 punti
di vantaggio sulle altre tre
concorrenti che, peraltro,
partono appaiate a quota
17, cosa che rende quanto
mai serrata ed interessante la sfida per le altre posizioni del ranking.
Ancor più incerto ed equilibrato, se vogliamo, il
Relegation Round, girone riservato alle altre cinque formazioni e che dovrà emettere sia l’ordine di iscrizione
alla parte bassa del tabellone ma anche l’altro conseguente verdetto, quello dell’unica esclusa dalla fase
cruciale della stagione. Il girone si preannuncia per nulla scontato ed il punteggio a
scalare, ma con distacchi minimi, permette a ciascuna
contendente di guardare con
ottimismo al futuro; i sedici
punti in palio rimettono teoricamente in gioco tutti, compreso il “nostro” Emisfero
Asiago, che guarda sì (per
ora) le avversarie dal basso
ma confida in un recupero
sicuramente possibile ed alla
portata per centrare l’obbiettivo di continuare la stagione, migliorando quanto fatto
lo scorso anno.
Giallorossi concentrati ed al
lavoro per prepararsi al meglio ed essere pronti a spararsi tutte le proprie cartucce nelle otto partite che li
aspettano a partire da martedì prossimo; esiste grande
consapevolezza
nelle
potenzialità di una squadra
che, come il campo ha spesso mostrato, può giocarsi tutto con tutti a patto di riuscire
ad esprimere (magari a ranghi completi) il valore dei singoli e del collettivo. Ed a proposito di infortuni ecco giungere
dall’infermeria
giallorossa due divergenti
notizie. Partiamo con quella
buona: il portiere Daniel Bellissimo, infortunatosi in allenamento (un taglio ad un dito
della mano destra e conseguenti tre punti di sutura) alla
Questa la classifica finale della prima fase :
Renon
punti
Fassa
“
Bolzano
“
Milano
“
Valpusteria “
Alleghe
“
Pontebba “
Cortina
“
Emisfero Asiago
44
35
35
34
32
30
29
27
22
vigilia del match di Bolzano,
sta decisamente meglio ed
il suo pieno recupero
per la gara di Brunico
appare pressoché
certo. Rischia invece di veder finita la sua stagione
Andrea
Rodeghiero.
La brutta carica di Kelly nel
match col Milano ha
riproposto il danno alla spalla
a causa della quale aveva
dovuto affrontare un lungo
periodo di assenza; i sanitari
gli hanno imposto almeno 20
giorni di riposo assoluto a cui
seguiranno per Andrea un periodo di riabilitazione prima dell’eventuale reinserimento nei
programmi di allenamento della squadra. Cesare Pivotto
Mercato
Numerosi i movimenti del mercato “di riparazione” (che si è
chiuso lo scorso 30 gennaio) e che hanno per certi versi variato la “geografia” di alcune squadre.
Nell’organico del Valpusteria non c’è più l’attaccante svedese Daniel Olson, finito al Feldkirch. A Cortina, via Merano,
arriva l’attaccante finlandese Jari Suorsa, mentre torna il patria il difensore svedese Martin Wilde. Il Milano “licenzia”
l’attaccante canadese Todd Simon per far arrivare dai Graz
99ers il pari ruolo Greg Day. Il Pontebba ingaggia l’attaccante ucraino Konstantin Kalmikov (proveniente dalla formazione americana del Twin City Cyclones) e, da Merano,
l’altro attaccante Johan Carlsson, “scaricando” a Torre Pellice
Jan Jas. Il Bolzano ha prelevato dal Merano il difensore
Andreas Huber. Infine ad Alleghe, ancora dai Graz 99ers,
arriva una vecchia conoscenza dell’hockey italiano, ed anche asiaghese, l’attaccante Tony Iob.
Questa la composizione dei due gironi della seconda fase della stagione:
master round
Renon punti
Fassa
Bolzano
Milano
relegation round
22
17
17
17
Valpusteria punti
Alleghe
Pontebba
Cortina
Emisfero Asiago
16
15
14
13
11
Tony Iob
Nazionale
Non ci sono giallorossi fra
i convocati da Mickey
Goulet con la Nazionale
maggiore che, dopo il raduno di Bressanone, sta
dando vita alla tappa
dell’Euro Ice Hockey
Challenge, quadrangolare
internazionale che si sta
giocando a Sanok, in Polonia, e che si conclude proprio nel giorno in cui andiamo nelle edicole.
Questo il calendario della
manifestazione:
giovedì 07/02/2008
ore 16.00 incontro
Austria / ITALIA
ore 19.30 incontro
Estonia / Polonia
venerdì 08/02/2008
ore 16.00 incontro
Austria / Estonia
ore 19.30 incontro
Polonia / ITALIA
sabato 09/02/2008
ore 14.00 incontro
ITALIA / Estonia
ore 17.45 incontro
Polonia / Austria
8
Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
21
HOCKEY INLINE
INLINE
Li avevamo lasciati al comando a punteggio pieno, alla
vigilia del posticipo tv con
il Milano 24 degli ex.
Li ritroviamo sempre al comando, grazie al 12-2
rifilato al Modena, ma non
più imbattuti ed ora incalzati da Edera Trieste (-2) e
Milano 24 (-3).
Per la prima volta in stagione, ma soprattutto per la
prima volta da quando militano nella Serie A1 (stagione 2000/01), gli Asiago
Vipers Tegola Canadese
sono stati costretti alla resa
sulla pista di casa. L’incredibile, e difficilmente
ripetibile, striscia positiva
della compagine del presidente Fabio Forte si è fermata dunque a quota 41 (39
vittorie e 2 pareggi). Ad interromperla, sul parquet del
PalaBassano, il Milano 24,
ambiziosa formazione, che
non si è lasciata scappare
l’occasione di approfittare
di un avversario in emerfoto di: Marco Guariglia
Asiago Vipers: stop & go
Crolla il record dei campioni d’Italia e d’Europa, sconfitti in casa nella regular season per la prima volta da quando pattinano in A1.
In Serie A2 Black Vipers scatenati.
genza (pesanti le assenze di
Sartori e Mantese e con un
Ceschini a mezzo servizio)
per tener vivo l’interesse
per il campionato e riaprire
di colpo i giochi per il primato.
Sia chiaro, le assenze giustificano solo parzialmente
lo stop, perché le “vipere
operaie”, per una volta, non
sono riuscite ad esprimersi
come sanno, soffrendo più
del lecito un avversario che
per lunghi tratti ha dominato la sfida. Niente impresa
in emergenza, come con
l’Edera o nella fase finale
della Coppa Italia. Non stavolta. Scarsità di soluzioni,
idee e fiato per Asiago,
sempre costretto ad inseguire e solo nel finale capace di mettere in difficoltà Molteni e compagni alla
fine vincitori per 3-6. Troppo tardi.
<< Era nell’aria già da
qualche settimana – ha affermato il tecnico asiaghese
Cristian Rela – e contro questo Milano ci può stare benissimo di perdere. Tuttavia, sono dispiaciuto che la
squadra non sia scesa in
pista con il giusto approccio, riuscendo ad esprimersi come può solamente
quando ormai la gara era
compromessa. Mi aspettavo un atteggiamento diverso dalla “vecchia guardia”
e dai giocatori di maggior
qualità. Dobbiamo metterci in testa che lo scudetto
che portiamo sulle maglie
va difeso in ogni partita,
lottando dall’inizio alla
fine. Non basta essere campioni per vincere >>.
E le parole dell’allenatore,
unitamente alla voglia di riscatto dei giocatori, hanno
fatto bene ai Vipers, che
qualche giorno più tardi hanno spazzato via scorie del
posticipo e Modena in un primo tempo praticamente privo di
sbavature.
Poi, nei
restanti
20’, esperimenti e
spazio per
tutti, inclusi i
giovani “prospects” che via
via si stanno ritagliando un
ruolo importante al fianco dei
più esperti compagni. Alla
fine il tabellone recita 12-2.
Una risposta forte e chiara
per le inseguitrici. Asiago
c’è.
<< Abbiamo reagito bene
– ha commentato il tecnico
a fine gara – e la voglia di
riscatto si è vista fin dalle
prime pattinate. Modena, a
onor del vero, ha opposto
meno resistenza di quanto
mi aspettassi, ma noi abbiamo affrontato l’impegno con la giusta determinazione, buttandoci alle
spalle la sconfitta con il
Milano 24. Sono soddisfatto della risposta della
squadra >>. Prossima tappa (sabato 9 febbraio) Forlì.
Non conosce soste, invece,
la marcia, fin qui incontrastata, degli Asiago Black Vipers,
assoluti protagonisti nel girone “A” della Serie A2. Ormai l’accesso alla “poule promozione” è ad un passo, o
meglio ad una vittoria, che i
“men in black” di coach
Marobin dovrebbero facilmente conquistare nel prossimo turno (sabato 8 febbraio) contro la cenerentola
Mestre.
Sei partite, altrettante vitto-
rie, l’ultima per 7-1 a Padova, mandando in gol sette giocatori diversi. Forza e varietà di un collettivo che sogna un posto tra le grandi
dell’inline nazionale.
<<Vogliamo divertirci e
far divertire i nostri tifosi – dichiara un soddisfatto
Marobin – combinando
bel gioco e spirito di
squadra.
Vogliamo
fortissimamente vincere e
convincere tutti che siamo
pronti a fare il salto di
qualità. E per fare ciò non
servono parole, ma solo
fatti >>. Sulla stessa lunghezza d’onda il capitano
Andrea Benetti. << L’epilogo della scorsa stagione brucia ancora maledettamente e stiamo lavorando tutti per cancellare quel ricordo. Contro
Padova abbiamo stentato
un po’ in avvio, ma poi la
nostra prova è stata praticamente perfetta. Attenti
e concentrati. Siamo soddisfatti, la strada è quella giusta. Ci manca un
altro risultato positivo per
entrare nella “poule promozione” e poi ce la giocheremo fino in fondo.
Questo è sicuro >>. Le rivali sono avvisate!
In Serie B, infine, proseguo-
no gli alti e bassi per le compagini griffate Vipers, ma
nell’ultimo turno si sono
scambiate i ruoli. A sorridere, finalmente, sono stati
gli Asiago Vipers “A” che
con uno scatto d’orgoglio
hanno lasciato sul posto i
Dinos Sacile (7-2, tripletta
per Carlo Rigoni), installandosi a metà classifica. Pesante battuta d’arresto (91), invece, per gli Asiago
Vipers “B”, affondati a
Verona contro l’imbattuta
capolista, ora in fuga. Nel
week-end per le asiaghesi
in programma due derby:
i Vipers “A” saranno di
scena a Bassano; mentre
i Vipers “B” ricevono i
Diavoli Vicenza.
Stefano Angonese
La Provincia premia i Vipers
Una targa in segno di riconoscenza, per rendere onore all’attività del club altopianese e per
celebrare una volta ancora la
conquista della Coppa dei Campioni 2007, uno dei tanti successi conseguiti dagliAsiago Vipers
Tegola Canadese in questi ultimi anni.
L’idea, tanto semplice
quanto azzeccata (a
volte basta davvero
poco per far bella figura), è venuta alla
Provincia
di
Vicenza, che martedì 29 gennaio ha
pensato di invitare
una delegazione dei
Vipers, guidata dal
presidente Fabio Forte,
presso la sala del Consiglio provinciale, a Vicenza
in Contrà Gazzolle.
Ad accogliere i campioni d’Italia e d’Europa in carica il presidente
della Provincia
Attilio Schneck,
assieme all’assessore allo
sport
Marcello Spigolon e al consigliere provinciale Francesco
Gattolin. << Fa piacere – commenta Fabio Forte – ricevere riconoscimenti che esulano dal
contesto puramente sportivo.
Noi lavoriamo molto anche per
curare la nostra immagine e
questo invito-premio della Provincia ci inorgoglisce perchè
le parole del presidente
Schneck rendono il giusto
merito ai nostri sacrifici. Siamo orgogliosi di essere in
primis asiaghesi e quindi
vicentini e siamo ben felici
di portare le nostre origini
ed il nome del nostro territorio ovunque andiamo >>.
La società altopianese ha, invece, consegnato al presidente della
Provincia una maglia con gli autografi di tutti i protagonisti dell’impresa europea.
S.A.
8
Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
22
Sergio e Michele, Canove e
la... Juve, squadre del cuore
Conosciamo un po’ meglio
altri due componenti la
squadra del Canove Calcio,
stavolta si tratta di un giocatore e di un dirigente:
Michele Mosele che gioca
a mezzocampo e Sergio
Martina, direttore sportivo.
Nonostante i ruoli diversi, i
due hanno numerose affinità, come sottolinea subito Michele “la passione per
il calcio, la voglia di fare
festa insieme e la stessa
squadra del cuore… la
Juve!”. Il nostro incontro
inizia con questa battuta, la
prima di una lunga serie di
frasi scherzose fra i due,
che rivelano un rapporto di
grande amicizia. Una battuta, si diceva, perché chi
conosce, anche solo superficialmente,
Sergio
Martina, che di professione è commercialista, sa
come invece sia tifosissimo
dei rossoneri: “dopo la
mamma….viene il Milan!”
dichiara, aggiungendo “e S.
Siro è la mia casa”.
E’ direttore sportivo del
Canove da ben dieci anni,
dopo
essere
stato
vicepresidente dell’Asiago
per quattordici stagioni e
aver ricoperto il ruolo di
d.s. anche a Stoccareddo,
mentre il calcio giocato per
lui si è fermato alle giovanili. Oltre il Milan, che va a
vedere solo nelle partite
casalinghe “perché è giusto
che ognuno stia a casa propria”, segue il Padova, dove
gioca il suo beniamino, Eder
Baù “quasi un simbolo dei
sacrifici che fanno i ragazzi dell’Altopiano per giocare a calcio, quello che, che
nei lunghi anni da dirigente
nelle varie squadre
dell’altopiano, ho visto arrivare al più alto livello”. Ma
veniamo a parlare del
Canove e del suo ruolo nella squadra. “Quando gioca
il Canove – dice Sergio –
mi dimentico anche del
Milan, non mi informo nemmeno dei risultati fino a
quando non è terminata la
nostra partita”. “Si agita
talmente tanto che al ritorno sono costretto a guidare io l’auto” conferma Michele. “La squadra – con-
tinua Martina – quest’anno
è stata rafforzata dall’arrivo di Andrea Panozzo e dal
ritorno dopo lunga assenza
per infortunio di Michele
Mosele e per motivi di studio di Federico Pedazzo.
Già nel primo girone di Coppa Veneto si è visto come il
team fosse in grado di competere con tutte le formazioni del proprio girone; poi
un solo punto nelle prime
quattro partite di campionato ha condizionato dal punto di vista psicologico i giocatori, ma la ripresa, anche
morale, è arrivata con quattro vittorie successive consecutive, due delle quali fuori casa con le prime della
classifica. “La squadra c’è
– conferma Michele – ma
credo che, tecnicamente sia
possibile fare molto di più,
spesso abbiamo raccolto
poco per pressione mentale, dopo le vittorie ci rilassiamo e ci vuole poi uno
scossone, come prendere
un gol, per tornare a giocare nel migliore dei modi”.
Michele, 26 anni, che con
Stefano Santarossa forma
la coppia di unici giocatori
di Canove, lavora nell’albergo di famiglia, è tornato
a giocare nella stagione in
corso dopo un anno e mezzo di infortunio dovuta alla
frattura del malleolo a causa di una caduta in moto. E’
molto sportivo, pratica lo
sci, lo snow board, e ama
anche l’hockey, sport che
aveva iniziato a praticare da
piccolino, prima di decide-
re che preferiva però il calcio, giocato sempre nel
Canove dai pulcini in su. E’
fidanzato con Roberta, di
Padova, anche lei una buona sportiva, gioca a
pallavolo in serie C, quando può segue Michele nelle
partite, ma non vuole che lui
faccia altrettanto, tanto che,
inizialmente, gli ci è voluta
la complicità di Sergio per
scoprire in quale squadra giocasse. “Il calcio – dice – mi
aiuta a tenermi in forma fisicamente, ma è soprattutto
una grande passione, a volte
dura da conciliare con il mio
lavoro. Per questo ringrazio
mamma Tiziana e papà
Amanzio che mi danno l’opportunità di praticare questo
sport”. “In squadra ci troviamo molto bene – continua
Michele - siamo cresciuti
quasi tutti insieme e nel gruppo si integrano perfettamente anche i nuovi arrivati. Ho
imparato poi molto dall’attuale allenatore, per il quale prima del risultato viene il gioco, per questo lo apprezzo e
stimo”.
“La scelta di Bernardi – conferma Sergio Martina – è
avvenuta semplicemente,
durante una serata al bar.
Aveva smesso da poco di
giocare e non aveva ancora
esperienza come allenatore,
ma ci è piaciuto soprattutto
la sua competenza teorica, la
sua preparazione e serietà.
Per quanto riguarda i ragazzi, voglio sottolineare il fatto
molto positivo di poter contare su una squadra che si
accontenta di un modesto
rimborso spese, la squadra in
pianura costerebbe tre volte
tanto. Per contro, e questo
sotto un certo aspetto è un
difetto, i nostri giocatori non
si rendono conto del valore
della categoria in cui giocano, la stessa di squadre di
grandi cittadine, che contano dai 10.000 ai 20.000 abitanti”.
L’obiettivo di questa stagione, lo conosciamo ed è stato
ribadito più volte dai giocatori intervistati, è quello dei
play – off, sempre alla portata visto la posizione della
squadra a centro classifica.
“Per scaramanzia – dicono
però i due – intanto pensiamo a non finire nei play out,
per poter festeggiare nel migliore dei modi il ventennale
della società: 15 anni consecutivi nella stessa categoria
se non è un record è comunque un risultato che poche
squadre possono vantare”.
Per concludere Sergio
Martina vuole ringraziare tutti
gli sponsor della società “anche quelli dei piccoli contributi, che insieme rappresentano
un aiuto importante. Ci fa poi
partecipi di quello che è un suo
grande sogno, da molti anni
ormai “fare una squadra unica altopianese e poter tornare
ai fasti dell’Asiago Taurus,
anche per l’immagine del nostro territorio, con tutti giocatori locali. Il potenziale c’è, ma
purtroppo credo che, per motivi di campanilismo, questa
resterà una mia utopia”.
Silvana Bortoli
Il punto
sul calcio
altopianese
In Prima categoria, il Frigo Tetti Canove ha dimezzato la posta nel
bassanese contro il S.
Eusebio. Quattro le reti
segnate, tutte nel secondo tempo con i ragazzi di
Bernardi in vantaggio
con due centri di Pertile
e Benetti e i locali agguantare il 2 a 2 con reti
di Zito e Fanton. Gli
altopianesi hanno 28
punti in graduatoria e
domenica saranno di scena a Molvena contro il
Colceresa MPM, ultimo in
classifica. In Seconda
categoria il Lusiana
Conco ha ingranato la
marcia vincente contro il
Sirmec Breganze che ha
steso perentoriamente
con centri di Zanarella e
Zanetti.
I
biancorossoazzurri di
Sartori hanno raggiunto
quota 27 punti in classifica e domenica scenderanno sul terreno del
Careciupan che sovrasta
gli altopianesi di una sola
lunghezza
in
graduatoria. In Terza categoria ha riposato il
Gallio che riprenderà a
giocare contro il Vallonata
a Nove. Sempre in terza
l’Asiagoaltopiano ha battuto nettamente il Siggi
Schio e rimane sempre in
posizione play off. Prossimo avversario sarà il
Petra Monte di Malo.
E.Z.
Sci alpino - Coppa Immobiliare Roana
Deborah Sartori è la migliore tra tutti gli altopianesi
Quattro vittorie di categoria
su quattro con nove podi complessivi sui dodici disponibili:
questo il ruolino di marcia
imposto agli avversari dallo
squadrone dello Sci Club 2000
di Mason Vicentino nella Coppa Immobiliare Roana prova
del circuito provinciale Fisi, al
Monte Verena. La giornata
prevedeva un super-g per allievi e ragazzi sulla pista AlbiCaprioli dove i concorrenti
dovevano affrontare porte
larghe e dislivello di
trecentocinquanta metri. La
“ragazzi femminile” vedeva
tornare alla vittoria Asja
Zenere finita nettamente avanti a Deborah Sartori (6 Campanili) ed a Stefania Carli
(Us Asiago Sci). Tripletta
masonense nella corrispondente categoria maschile
dove la graduatoria registra
l’affermazione di Marco
Zenere su Tommaso Volpato
ed Alberto Spagolla. Quarto
Marco Ferrari (Olympo Ski
Team). Allieve regolate invece da Carlotta Biggi, altra
realtà del “2000”, avanti di sei
decimi nei confronti di Giulia
Bucciol (Gab Ski Group) e di
Anika Anna Angriman altra
giovane promessa del
Mason. Alle loro spalle ancora “2000” con Sara
Cantele e Sara Peron. A
chiudere il poker degli allievi
del “2000” con il quartetto terribile Scanavin, Pernechele,
Zattarin. Menegalli.
R.A.
8
l’Altopiano
Sabato 9 febbraio 2008
E’ la capitale tedesca
dove Enrico Fabris, praticamente da sconosciuto
al grande pubblico, vinse
la sua prima gara di Coppa del Mondo sui 1500
metri ad ospitare da oggi
sabato 9 febbraio e domani i Campionati Mondiali “all-round” edizione
2008.
Un ritorno in Germania
carico
di
ricordi
incancellabili per il bicampione olimpionico che
proprio dalla sua impresa
del novembre 2004 assunse piena coscienza che un
grande futuro poteva spalancarglisi davanti. Esattamente com’è poi avvenuto perché fra medaglie
Mondiali, l’Enrico Nazionale
grande protagonista a Berlino
Sabato 9 e domenica 10 in Germania l’appuntamento clou di questa stagione
olimpiche, titoli europei,
straordinarie prestazioni
nelle rassegne iridate ed
in Coppa del Mondo la
“freccia dei Toccoli” è
diventata quel fenomeno
sportivo e mediatico che
tutti conosciamo.
Tuttavia questi straordinari risultati agonistici fanno parte del suo palmares
che, come si conviene,
reclama di essere amplia-
to ed arricchito di nuove
conquiste. E’ la legge dello sport.
“Punto molto sul “mondiale” berlinese – dichiarava
il nostro a margine della
recente Coppa del Mondo
di Pinè azzoppata dal maltempo – perché nonostante sia stato impossibile
correre i 5mila causa
neve e pioggia sui 1500
(quarto in classifica, ndr)
Campionati europei a squadre
Tea Ravnic conquista
la medaglia di bronzo
Ha diciassette anni, abita a
Canove, frequenta la 4° liceo scientifico ad Asiago ed
ha conquistato un bronzo ai
campionati europei a squadre di pattinaggio velocità.
Tea Ravnic, occhi azzurri
penetranti, sguardo deciso,
look acqua e sapone, quando entra in pista mette le
ali ai piedi. La incontro a
casa sua dove vive con la
mamma Andreja, insegnante di pianoforte, il papà
Robert e la piccola di casa
Roberta, anch’essa pattinatrice.
Con disinvoltura mi racconta della sua ultima avventura: i Campionati Europei
PATTINAGGIO VELOCITA’ 23
a squadre, svoltisi in Polonia il 19 e 20 gennaio scorsi. “La strada è stata tutta
in salita, abbiamo gare quasi
ogni week-end e ci prepariamo assiduamente con 4
allenamenti settimanali al
palazzetto di Pinè che - specifica orgogliosa - è una pista lunga, cioè di 400 mt,
fantastica per questa specialità. Non era sicura la
mia partecipazione, ma poi
si è liberato un posto e sono
potuta partire. Sebbene il
primo giorno non fossi al
top per la specialità dei
3.000 mt (dove è arrivata
nona, ndr), il secondo ero
più carica ed ho partecipa-
to alla competizione a squadre assieme alle mie compagne Nicole Suriani e Francesca Lollobrigida”. Tra un
sorriso e l’altro mi racconta
delle soddisfazioni avute e
dei sacrifici che anche i suoi
genitori fanno per portarla ad
allenarsi quasi ogni giorno e
le lego in viso la tenacia di
un’atleta ormai matura e solida. Una ragazzina coi numeri giusti quindi, e con qualche sogno nel cassetto: partecipare alle Olimpiadi del
2010 nei 3.000 mt e nei 1.500
mt. Cos’altro aggiungere? Un
grande in bocca al lupo Tea,
continua così!
Serena Frigo
ho comunque raccolto
ottine sensazioni sul mio
stato di forma”.
Come dargli torto? La dimostrazione di quanto affermato si è avuta domenica scorsa nella prova di
staffetta dove, con
l’asiaghese Luca Stefani
ed il pinetano Matteo
Anesi, è riuscito a strappare la qualifica del Blue
Team ai “mondiali singole-distanze”
in
programmaa Nagano, in
Giappone, il prossimo
marzo.
A
Berlino
intanto
l’”Enrico Nazionale”,
come lo definisce il sito
espressamente dedicato
alla
manifestazione
iridata, è già virtualmente
presente da giorni. Tale
e tanta la considerazione
di cui gode anche in Germania dove si sottolinea in
maniera importante il suo
impegno extra-sportivo in
favore di buone cause
come la lotta al fumo.
In pista sarà comunque
tutt’altra musica perché
se i padroni di casa in
campo maschile non possono contare su “lame”
particolarmente affilate
come quelle di cui invece
dispongono fra le ragazze
Enrico Fabris dovrà vedersela con una muta di
olandesi, col norvegese
Hovard Bokko, con lo statunitense Shani Davis e
con altri grossi calibri
canadesi e russi.
C’è poi l’incognita di
Sven Kramer il suo “avversario naturale” più pericoloso non presentatosi
all’appuntamento di Pinè
e della cui mosse poco si
sa amando il “tulipano
scntroso” riservatezza e
pre-tattica.
Sia comne sia l’imperativo del roanese sarà quello di dare tutto perché nel
campionato “all-round”
ogni gara fa storia a sé
ma è altrettanto vero che
rimontare qualche distanza corsa non al top diventa impresa improba per
tutti. Disporrà tuttavia di
un assistente speciale in
quanto Luca Stefani è
presente in qualità di riserva. Sarà per lui
un’esperienza ugualmente utile perché ai “mondiali” singole distanze di
Nagano in pista ci sarà
anche
l’emergente
asiaghese dal fisico e dalla mentalità “giusta” per
farsi valere.
Renato Angonese
Programma: sabato 9
febbraio – dalle ore 13,30:
500 f., 500 m., 3000 f.,
5000m.
Domenica 10 febbraio:
1500 f., 1500m., 5000f.,
10.000 m.
Siti internet di riferimento:
w w w. i s u . o r g ,
www.wmberlin2008.de.
8
l’Altopiano
Sabato 9 febbraio 2008
24
Volley Cesuna
VOLLEY
Entusiasmante l’esito della 1^
Festa del Torneo Promozionale di Minivolley svoltasi
domenica 27 al Palazzetto
dello Sport di Roana (nella
foto). Successo di pubblico e
plausi dal direttivo della Federazione
Pallavolo
Vicentina per l’impeccabile
organizzazione del Volley
Cesuna. Ad aprire la festa la
sfilata delle rappresentative
di Cesuna, Cogollo,
Summano
(Piovene
Rocchette) e Torrebelvicino;
a seguire balletto a tema e
scenetta introduttiva del torneo, che quest’anno ha come
sfondo il cartoon “Cars”, con
le comparse che hanno costantemente allietato la giornata.
Grande successo anche per
l’incontro genitori-U18 che
lascia il segno in virtù della
collaborazione con l’Associazione “Amici di Antonio
Pertile” con la raccolta di
contributi per l’iniziativa che
prevede il soggiorno estivo in
altopiano di ragazzi ucraini
per limitare gli effetti venefici delle radiazioni di
Chernobil.
Under 12 e 13
Riguardo ai campionati che
vedono impegnate le formazioni del Cesuna, un apprezzamento va speso nei confronti delle squadre U12 e
Torneo promozionale Minivolley
una festa di sport e solidarietà
Alti e bassi nei campionati: tutti i risultati delle formazioni del Cesuna
U13, guidate da Beatrice
Pesavento ed impegnate nel
torneo denominato “Braccio
di Ferro”: in particolare
l’Under 12 con il pareggio 2
a 2 (formula prevista solo per
le formazioni giovanili) in trasferta contro il PGS Auxilium
Volley di Schio si portano al
comando nel girone “G” in
attesa di recuperare la partita rinviata per la manifestazione legata al “Carnevale
Roanese”; per le U13 il fattore campo si rivela di volta
in volta sempre più determinante, dopo aver vinto in
casa contro il S. Vito Volley
per 3 a 0 devono cedere a
Piovene contro l’US
Summano con il medesimo
risultato.
Under 16
Dopo la brutta sconfitta 3 a
0, parziali 25-13, 25-10 e 2513, contro lo Sporting Alto
Vicentino, candidato a raggiungere il vertice del campionato, pausa forzata per
l’U16 che hanno dovuto rinviare il proprio turno per
l’indisponibilità della palestra.
L’occasione giunge comunque propizia per ritrovare forza e carattere sotto il diretto
pungolo delle allenatrici Michela Peterlin e Giulia Forte.
Prix Volley Cesuna
Termina con la vittoria nella
trasferta di Piovene il girone
di andata nel campionato provinciale Fipav di 2^ divisione
per la formazione femminile
Prix Volley Cesuna: 3 a 1
all’US Summano con parziali
di 21-25, 25-18, 12-25 e 1525 che consentono alle
“Tigers” di consolidare il 5°
posto in classifica. Avversaria definita acerba dal capitano Annamaria Spiller che
spende parole di elogio per i
centrali Barbara Stella, sempre a punto in ogni azione, e
Anna Frigo, definita la Gioli
del Cesuna, che trasforma le
fast (tipico attacco di primo
tempo femminile) in veri e
propri capolavori.
Ovviamente se l’attacco veloce funziona a dovere gran
Festa sulla neve per i Lions
Il Lions Club Asiago 7 Comuni organizza per sabato 16
febbraio la Festa sulla neve,
con una gara di sci e la Cena
dell’amicizia. Ed è proprio
l’amicizia, come viene sottolineato nel volantino di presentazione della manifestazione,
uno dei principali valori della
vita e dell’etica lionistica:
l’evento è stato organizzato
nella convinzione che essa possa essere espressa, apprezzata e condivisa anche con
il divertimento. Il via è programmato per le ore 14.30
al Verena con la gara di
slalom gigante denominata
“4°
Campionato
Distrettuale di Sci Lions, distretto 108 Tai” e si svolgerà sulla pista Civello. Alla
gara possono partecipare i
soci Lions, coniugi, figli e nipoti appartenenti ai Club del
Distretto 108 TA1. Sono
ammessi anche amici ospiti, per i quali verrà stilata una
classifica a parte. Oltre alle
premiazioni individuali, è
prevista una classifica relativa ai “gruppi familiari,
che verrà calcolata facendo la somma dei tre migliori tempi dei partecipanti dello stesso gruppo
familiare, di cui almeno uno
deve essere genitore o nonno.
I partecipanti del gruppo A
(non classificati FISI) saranno divisi in diverse categorie,
a seconda dell’anno di nascita, mentre sono previste due
categorie uniche, maschile e
femminile, per il gruppo B
(classificati FISI e/o Maestri
di Sci). “Se non potrai gareggiare, non importa: vieni ugual-
mente per incoraggiare i partecipanti e a tifare per loro.” –
invita il Lions Club 7 Comuni,
che aggiunge “Sta a noi, alla
nostra reciproca partecipazione, volontà e disponibilità far
sì che anche quest’anno questa occasione di incontro si tramuti in un ottimo successo di
festa e partecipazione”. Alla
sera, chi lo desidera, può partecipare alla “Cena dell’amicizia” (per Lions, familiari
ed amici che abbiano o
meno partecipato alla gara)
alle ore 19.30 presso il Ristorante Milano di Asiago,
durante la quale si terranno
le premiazioni delle gare di
sci. Per informazioni ed
iscrizioni alla gara di slalom
gigante, gli interessati si possono rivolgere a Leonardo
Franco (Lions Club Asiago
7 Comuni), tel. 347
6898418,
e-mail:
[email protected]
, o Italo Scuccato (Lions
Club Bassano Host), tel.
0424-525366; fax. 0424523779,
e-mail:
italoscuccato@tiscali. Il termine per la presentazione
delle iscrizioni è fissato entro giovedì 14 febbraio.
Silvana Bortoli
merito va al “sistema squadra” che consente ad Alessia
Salmaso, palleggiatore, di
mettere le centrali nelle condizioni migliori per far punto.
Caseificio Pennar Cesuna
Due sconfitte nel campionato di 2^ divisione maschile per
il Caseificio Pennar Cesuna
che porta a termine il girone
di andata posizionandosi a 12
punti al nono posto in classifica, ancora in posizione utile per evitare una delle quattro retrocessioni previste. Gli
altopianesi comunque non
demordono sapendo di essere inseriti in un girone impegnativo con agguerriti avversari faranno di tutto per mantenere un’appropriata distanza con le inseguitrici.
Sabato 26 era in programma
il recupero del 12° turno in
calendario che prevedeva la
trasferta contro lo Zaitex
Povolaro, prima in classifica
senza sconfitte. Nulla da fare
per gli altopianesi che non
sono riusciti ad intaccare la
striscia positiva del Povolaro
che ha così continuato a conservare il primato. Risultato
finale 3 a 0 con parziali 2519, 25-14 e 25-21. Partita
stregata, invece, quella che
si è disputata al Palazzetto di
Roana mercoledì 30 contro
lo Schio Sport srl: malgrado
la superiorità dimostrata fino
a metà del 2° set, la squadra
è riuscita a portare a casa
solo uno dei tre punti in palio
perdendo 3 a 2 al tie-break
con parziali di 25-12, 23-25,
25-19, 17-25 e 8-15 conce-
dendo così agli scledensi di
avvantaggiarsi in classifica
proprio a danno del Cesuna.
Alla mancanza di esperienza, fattore determinante
per molti aspetti in questo
momento, - commenta il capitano Ilario De Guio - si può
far fronte solo continuando a giocare pur fra mille
difficoltà, coscienti che i
risultati si otterranno solo
sul lungo periodo. Del resto la pallavolo maschile in
altopiano sta muovendo
ora i primi passi (siamo ora
al secondo anno) mentre in
pianura le società hanno
almeno 30-40 anni di attività alle spalle.
Le partite in casa
I prossimi impegni casalinghi
sono previsti il 09 febbraio alle
18,30 con l’incontro U13 BJ
Pallavolo Cesuna U13 - US
Valli. La settimana successiva grande pallavolo sabato
16 con il Prix Volley impegnato alle 16,30 contro il
Volley Towers di Breganze
e, a seguire alle 20,30, il
Caseificio Pennar affronta
l’US Castello di Arzignano.
Vi aspettiamo numerosi.
Immagini, risultati e classifiche aggiornate dai collegamenti
sul
sito
www.volleycesuna.it.
I Giochi invernali studenteschi
per gli alunni di Lusiana
Con protagonisti gli alunni dell’istituto comprensivo “Padre Mario Pozza”, si sono svolte, a
Monte Corno per il fondo e a Biancoia lo sci alpino, le gare per la fase comunale dei giochi
invernali scolastici che vedranno i primi in graduatoria accedere alle fasi provinciali in programma a Recoaro l’11 febbraio. Nello sci nordico maschile la classifica ha visto superare la
prova Simone Bertacco, Antonio Michelon, Riccardo Marolla, Francesco Carli, Mattia
Minuzzo, e Fabio Bagnara. Nel femminile al primo posto si è posizionata Alice Zampese
seguita da Lisa Battaglin, Chiara Cortese, Laura Zanella e Marika Cortese. Nello sci alpino
Maschile nell’ordine si sono classificati Diego Pernechele, Luca Maino, Alberto Poli, Domenico
Ronzani, Nadir Rachid, Daniele Colpo, Fabio Villanova e Marcello Alberti. Nello sci alpino
hanno nell’ordine conquistato i primi posti della graduatoria Sara Cantele, Chiara Dal Ponte,
Chiara Crestani e Giada Busa. E.Z.
Nella foto, alunni in gara a Biancoia di Conco
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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“Indennità al ribasso? Non è abbastanza” “Gare di sci alpino per ragazzi e allievi:
Il suo giornale nei due numeri precedenti di sabato 12
gennaio e 26 gennaio ha
dato notizia con una certa
enfasi della riduzione delle
indennità agli Amministratori della Comunità Montana del 32%, che interessa
il Presidente della Giunta e
ben sette Assessori, di cui
uno vicepresidente con una
indennità pari al 55% di
quella del Presidente.
La cosa di per sé potrebbe
apparire apprezzabile, se riferita ai costi della politica,
che a seguito di eclatanti
pubblicazioni (vedi Stella
LA CASTA) ha fatto insorgere l’opinione pubblica
sempre più attenta, provocando una ondata di
antipolitica molto preoccupante.
Personalmente sono di tutt’altro avviso, poiché ritengo assai modesta questa riduzione, se rapportata all’effettiva produttività di
questo ente.
Il Governo ha deciso finalmente di sopprimere un numero consistente di C. M.,
poiché si è scoperto, specialmente al sud, che erano stato costituite C. M.
che comprendevano comuni sul livello del mare. Purtroppo questo Governo, prigioniero
di
mille
condizionamenti e compromessi, non ha deciso di andare fino in fondo, cioè sopprimerle tutte, poiché dalla
legge istitutiva 1102 del ’72
si è dimostrato, fatto salva
qualche eccezione, che
questi enti sono dei doppioni inutili dei comuni montani, che preferiscono l’unione per la gestione di alcuni
servizi, lasciando pertanto
le C. M. prive di reali competenze e deleghe, nonché
carenti di risorse finanziarie.
Ma come sempre accade, c’è
stata una levata di scudi
dell’UNCEM a
difesa di questi
inutili centri di
potere. Nel nostro caso è noto
come i Comuni
dell’Altopiano preferiscano gestire in proprio
le funzioni di competenza,
in particolar modo i comuni
maggiori, Asiago, Roana,
Gallio, che dispongono di
risorse adeguate per gestire le funzioni proprie. Non
si è nemmeno riusciti a costituire un Consorzio per la
vigilanza, che sarebbe
quanto mai auspicabile.
Si dirà: ma quello che scrive queste note non è stato
colui che ha ritardato la costituzione della C. M. e dei
suoi organi, in quanto rivendicava un criterio di rotazione per la presidenza, dimettendosi poi da Sindaco
di Rotzo, in quanto il criterio non è stato rispettato?
Non ho nulla da smentire a
riguardo, ma credo di aver
fatto una legittima battaglia
per il mio Comune sostenendo la pari dignità istituzionale di tutti gli otto comuni facenti parte, mentre
invece si è voluto ancora
per la terza volta imporre
un rappresentante del Comune di Asiago.
Ma la paralisi politica dell’ente è sotto gli occhi di
tutti.
Molto più apprezzabile invece è la decisione assunta dall’Amministrazione di
Asiago di ridurre le indennità, peraltro già previste in
parte dalla finanziaria, agli
stagione chiusa in soli 16 giorni!”
Amministratori, Sindaco e
Assessori, il cui impegno
non ha confronto rispetto a
quello minimale della C. M.,
al punto da assorbire gran
parte della giornata e per
certi referati si tratta di un
impegno a tempo pieno.
Pertanto la riduzione del
32% agli Amministratori
delle C. M. mi sembra molto modesta e sarebbe più
equo che la riduzione fosse
del 68% per le ragioni sopra esposte.
Edoardo dr. Sartori
Da qualche giorno cerco di
capire la motivazione della
decisione da parte del Comitato Provinciale di effettuare così tante gare in poco
tempo. Mi riferisco in parte
alla categoria Ragazzi ed Allievi.
Una gara di SL messa in calendario di mercoledì sera in
notturna ad Enego, così gli
atleti non hanno perso la giornata di scuola. In verità il
giorno seguente erano degli
zombi sui banchi… ed in una
settimana sono state fatte
ben 3 gare delle 6 totali della
nostra
Circoscrizione
Vicentina!
Altra baggianata è aver
recuperato la gara di Slalom
Gigante del Broccon proprio
il 04.02.2008 dopo aver fatto: il giorno 01.02.2008 prove di super G; il giorno
02.02.2008 GARA di Super
G; il giorno 03.02.2008
GARA di Super G; il giorno
04.02.2008 GARA di Slalom
Gigante a Broccon; neanche
in Coppa del Mondo fanno
più così tante gare di fila e
sono ragazzi dagli 11 ai 14
anni e le domeniche 17 e 24
di febbraio cosa faranno!!!!
Non si poteva diluire il programma?
Per quanto riguarda la categoria dei più piccoli non
ne parliamo nemmeno..
Le gare sono state programmate di sabato pomeriggio come se dovessero
lasciare il posto ad altri….
Non sarà mica un fatto di
sponsor come la serie B del
calcio? Sono già tre o quattro fine settimana che devono uscire da scuola a
metà mattina, alcuni non
riescono a frequentarla neanche…. E pensare che
hanno dai 7 ai 10 anni. E
quando arriveranno alle superiori?? La scuola non esisterà più, o meglio non esi-
steranno più le gare di sci.
Se proseguiamo di questo
passo..
I signori Delegati e
Company hanno scordato
che hanno a che fare con
dei ragazzini: non esiste più
il gioco ed il divertimento,
bisogna lavorare!!!!
La nostra circoscrizione ha
battuto ogni record: stagione conclusa in soli 16
giorni, dal 20 gennaio al
04 febbraio. Complimenti!!
Chi non ha raggiunto la qualificazione alle gare Regionali, d’ora in avanti avrà la
FORTUNA di pensare alle
vacanze estive. Che bello…
Tanto le gare regionali per
i ragazzi ed allievi sono dal
28.02 al 02.03.2008 e quelle dei Cuccioli e Baby l’8 e
9.03.08. Quanto tempo per
girare i pollici..
Fabrizio Tescari
“Diamo meno importanza alle cose materiali”
In quest’ultimo periodo, si
sente spesso dire su tv e giornali che molte famiglie italiane non riescono ormai più ad
arrivare alla cosiddetta fine
del mese. Le cause sono sotto gli occhi di tutti: tasse troppo alte, caro spesa, mutui e
affitti da pagare. Niente di più
vero. Succede infatti, quasi
inconsapevolmente, che i cittadini (me compreso) abbiano la tendenza a lanciare il
sasso contro le istituzioni e il
governo; forse perché non
richiede così tanto impegno
scaricare tutte le responsabilità sugli altri. Circa tre vol-
"Riccardo,
Erika, Christian,
Alex, Martina e
Gabriele
salutano la loro
BISNONNA
Antonietta del
Turcio. Un
grosso bacione
anche dai suoi
nipoti Silvia,
Chiara, Eva,
Davide, Elena,
Valentina, Elisa,
Denis
e Roberta"
te all’anno, ho la possibilità
di recarmi in Francia, dove
risiedono mia nonna e alcuni
amici d’infanzia. Col tempo,
quasi senza accorgermene,
questo mi ha portato ad avere una visione più ampia dei
problemi organizzativi dello
Stato. Ho soltanto vent’anni,
ma credo di poter affermare
che se qualcosa non funziona all’interno del nostro paese la responsabilità sia in parte da attribuire anche a noi
cittadini. A differenza di altri
paesi dell’Unione Europea in cui ho avuto la fortuna di soggiornare, nella società italiana prevale il
forte desiderio, quasi
una necessità per alcuni,
di apparire. Spesso infatti
anche tra noi giovani, si ha la
tendenza di “mascherarsi”
dietro a un’automobile di
grossa cilindrata o, peggio
ancora, si cade nell’errore di
voler essere giudicati per
quello che si possiede materialmente piuttosto che per
quello che in realtà si è. Sembra ormai diventata una sorta di competizione, in cui, se
riesci a rimanere nello stesso piano degli altri allora non
corri assolutamente il rischio
di essere “emarginato”. Con
questo non voglio essere polemico nei confronti del nostro pese, tra l’altro invidiato
in quasi tutta Europa, credo
soltanto che se i soldi a fine
mese scarseggiano un po’ del
nostro ci sia (mi riferisco a
famiglie normali , che
non hanno parti-
colari problemi di tipo sociale). Si dovrebbe dare minore
importanza alle cose materiali, cercando di spostare
l’ago della bilancia verso
qualcosa di più significativo
altrimenti non faremo altro
che continuare a lamentarci
e a considerare il progetto di
un mutuo e di una famiglia
un’utopia astratta.
Fabio Pernechele
Testimoni cercansi
Si cercano testimoni dell’episodio accaduto in
data 11 ottobre 2005 alle ore 16 a Thiene di fronte
all’Istituto scolastico delle Dorotee, che ha visto
coinvolti in un lite una coppia di genitori. Chi
fosse disponibile a testimoniare l’accaduto nelle
sede opportuna, è pregato di chiamare il numero
telefonico 0424 692062.
8
Sabato 9 febbraio 2008
Se ne è discusso soprattutto
nei giorni scorsi dopo il mancato intervento del Papa all’Università La Sapienza. La
rinuncia papale registra
deplorazione generale: in
Parlamento, sui media, nei
dibattiti pubblici, nella scuola; poche, pochissime le voci
fuori dal coro. La condanna
però contro quella contestazione comunque la si voglia
classificare per i modi o per i
contenuti, quando non per
piaggeria o per convenienza
non appare motivata da ragioni laiche. Laici sono anzitutto i credenti cioè i non appartenenti alla gerarchia ecclesiastica e
dunque il
termine e la
cosa hanno
origini in ambito religioso.
Una volta
secolarizzato
il termine ha
significato
autonomia
da ogni autorità trascendente
o da chi a
questa si
Gentile redazione, sono un lettore affezionato del Vostro
giornale e da un bel po’ di tempo che ho letto l’articolo sulla
pagina di Enego intitolato
“Concerti natalizi ad Enego,
un’atmosfera davvero di festa” uscito sul giornale del 1201-2008. Nonostante siano
passati parecchi giorni, non
posso fare a meno di ripensare a quell’articolo, anche perché parla del coro di cui faccio parte, nonché presidente,
“LE VOCI DELLA SPE-
l’Altopiano
Laici e laici
richiami. Dunque uscito dal
circuito del dogma dell’obbedienza il laico vanta assoluta
autonomia e indipendenza;
non riconosce cioè nessuno
al di sopra di sé, se non per
sua accettazione o per consenso. Il Papa quale autorità
indiscutibile in ambito religioso vincola solo i credenti; ma
i non credenti o i diversamente credenti sono liberi di
ascoltarlo; nessuno potrà impedirlo.
Se lo facesse la sua laicità,
il rispetto
cioè delle posizioni anche
contrarie a quelle proprie
si trasformereb-
be in fondamentalismo, speculare a quello religioso che
si vuole contrastare.
E dunque, nel caso La Sapienza, il problema non è il
Papa, ma le nostre istituzioni, la nostra cultura e in definitiva la nostra debole laicità
così male interpretata e peggio vissuta.
Ciò va detto anche e soprattutto per coloro e sono la
stragrande maggioranza che
hanno espresso in vario modo
riprovazione per l’accaduto,
se non altro perché hanno
avuto riguardo più alle ragioni dell’ossequio e della deferenza vilipesi dalla
contestazione che a motivi
per un laico ma per questo
non meno doveroso riguardo
per un personaggio autorevole e internazionale. Si è persa ancora un’occasione per
mettere alla prova la nostra
maturazione culturale ma
meglio sarebbe dire la nostra
educazione che ancora si
dibatte tra gli estremi di
“Grazie per l’articolo”
LONCA” di Roana. Il prossimo 09-02-2008, ricorre
l’undicesimo anniversario del
coro e in questi anni vi sono
stati alcuni articoli stampa nei
nostri riguardi, sia del Vostro
giornale che dei quotidiani della nostra provincia e non, però
per la prima volta vi è stata
una nostra descrizione alquanto profonda ed azzeccata, che
ha spiegato perfettamente
l’Altopiano
quello che vogliamo essere e
trasmettere. Per questo vogliamo rimanere con una nostra identità, diversa dai normali anche se bravi cori e soprattutto non eseguire assolutamente brani che non siano
un’ancestrale e sovente pelosa accondiscendenza e la
totale disistima e disprezzo
senza limiti. Certo la storica
convivenza sul nostro territorio dello stato pontificio, la
vicenda risorgimentale, gli interventi papali nella vita pubblica e in definitiva il rapporto conflittuale fra le due
sponde del Tevere non hanno giovato alla crescita di un
distacco equilibrato.
Il dare a Cesare si confonde
ancora con il dare a Dio e
anche se il nostro paese ha
l’attenuante della storia non
ha tuttavia ancora appreso la
lezione della dialettica rispettosa ma ferma di un De
Gasperi con la Santa Sede.
Come non giova la politica
del conformismo (per esempio quella vista in questi giorni) così non si fa un passo
avanti con la contestazione
rozza e cieca. Ma gli esempi, che finora non si vedono,
devono provenire da altra direzione. Dobbiamo aspettare un’altra occasione?
Giovanni Bertacche
[email protected]
di nostra creazione, un modo
anche questo di fare conoscere il Nostro bellissimo
Altopiano, con storie nate su
questo territorio e che solo questa realtà può ispirare. Sono stato lusingato da quanto scritto da
Stefania Simi, che vorrei ringraziare. Un saluto a tutta la redazione.
Paolo Lora
Anniversari
Lunedì 11 febbraio Roberto Ambrosini e Sofia Martello
festeggiano il loro 50° anniversario di Matrimonio. Un affettuoso augurio da Gianni, Anna Maria, Valentino, Alessandra, Stefano, Veronica, Valentina, Luca, Thomas e dal
piccolo Nicola.
Sabato 9 febbraio 2008
La sanità:
un’orchestra stonata
Nella sanità pubblica italiana
molte decisioni alla salute del
cittadino vengono prese dall’alto di poltrone politiche potentissime. La sanità burocratica è come un’orchestra
musicale, ma composta solo
da tromboni: il più importante è il trombone direttore che
con la sua bacchetta ballerina coordina gli altri dieci, venti, cento tromboncini. Di fronte a questa orchestra si trovano i poveri ammalati che
devono subire la sua musica
allucinante. Ormai la sanità
è burocrazia e tutti questi direttori, dirigenti, managers, si
sono ridotti a rappresentare
se stessi e non più la gente. Bisognerebbe che questi quaquaraqua scendessero dal traballante tronetto
su cui credono di trovarsi
e, ammalandosi, cadessero
col culo per terra, fra la
polvere che è la loro vera
materia costituente! Da
questa prospettiva vedrebbero com’è la realtà.
Si leggono i giornali con i
titoloni:
l’apparato
sanitario…la struttura dell
a
sanità…l’amministrazione
e il bilancio del ministero
della sanità…il management nonsocomesichiama
sanitario…l’utente sanitario..; ma questa terminologia si adatta ad un’azienda
prettamente commerciale,
non certo ad un ordine
ospedaliero. I termini più
adatti dovrebbero essere
aiuto umanitario, assistenza medica, assistenza psicologica, aiuto disinteressato, o in una parola, amore
per chi chiede aiuto. Si parla e si discute, si palleggiano le responsabilità e le
competenze, ma ci si è dimenticati dei protagonisti di
tutto che non sono gli “utenti” ma le “persone”, le
perone che hanno valori
morali, affettivi o che sono
deboli e timorose e troppo
spesso sole. Ecco: sono loro
la platea che è costretta ad
ascoltare questa stonatissima
musica.
Enzo Magnabosco
Una pianta officinale
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26
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numero di telefono del mittente. La redazione si riserva
anche eventualmente di ridurre, modificare o non
accettare eventuali testi di cattivo gusto.
Spettabile redazione, mi è gradito segnalare la presenza di
una pianta officinale interessante in tempo e luogo insoliti. Si
tratta di una bella ciocca di Tassobarbasso. La si può ammirare in questo periodo sulla parete verticale della vasca dell’acquedotto di Canove all’altezza di due metri da terra. Acquedotto sito in via Belvedere. Per il valore di questa pianta
officinale e per il
posto che la vede
crescere, credo
meriti attenzione
con la pubblicazione di una foto. Per
la cronaca il
tassobarbasso è
pianta biennale con
foglie grandi di colore
verde
giallastro ricoperte
di fitti peli come un
velluto. D’estate
sviluppa uno stelo
lungo ricoperto di
fiori gialli.
Giorgio Michieletto
8
Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
27
a cura di Giovanni Dalle Fusine
Da sabato 9 a venerdì 22 febbraio
Il Sole sorge alle 7,11 e tramonta alle 17,35
Il Santo del mese
San Valentino: E’il tradizionale giorno in cui gli innamorati esprimono il
loro amore l’uno per l’altra, regalando
biglietti di San Valentino, cioccolatini o
piccoli monili, usanza più comune è
quella di regalare fiori. La festività è
stata chiamata così in onore di 2 martiri cristiani. Il giorno ha cominciato ad
essere conosciuto come la Festa degli
Innamori in seguito al tentativo della
Chiesa cattolica di porre termine ad
un popolare rito pagano (per la fertilità).
Fin dal quarto secolo A. C. i romani
pagani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio
Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo
dio venivano messi in un’urna e opportunamente mischiati. Quindi
un fanciullo sceglieva casualmente alcune coppie che per un intero
anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse
concluso. L’anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente
con altre coppie. Determinati a metter fine a questa primordiale
vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato un
santo “degli innamorati” per sostituire il deleterio Lupercus. Così
trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era
stato martirizzato circa duecento anni prima. La storia inoltre sostiene che mentre il futuro santo era in prigione in attesa dell’esecuzione, sia “caduto” nell’amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius,
e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla
fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato il seguente messaggio
d’addio: “ dal vostro Valentino, “ una frase che visse lungamente
anche dopo la morte del suo autore...”. Ma la notorietà internazionale di San Valentino si deve alla leggenda, nata nei paesi anglosassoni,
secondo la quale egli fosse solito donare ai giovani suoi visitatori un
fiore del suo giardino. Tra due di questi giovani nacque un amore che
portò ad un unione tanto felice che molte altre coppie seguirono il
loro esempio, a tal punto da indurre il Santo a dedicare un giorno
dell’anno ad una benedizione nuziale generale.
Sabato 9 gennaio. SS. Apollonia e Rinaldo. È il 9° giorno
del Calendario Gregoriano, mancano 356 giorni alla fine
dell’anno
Domenica 10. S. Arnaldo, Ia di Quaresima.
Lunedì 11. Beata Vergine di Lourdes.
Martedì 12. S. Eulalia.
Mercoledì 13. SS. Beatrice e Benigno.
Giovedì 14. S. Valentino v.m.. Primo quarto di Luna alle
ore 04,34.
Venerdì 15. S. Faustino.
Sabato 16. S. Giuliana vergine.
Domenica 17. S. Donato, IIa di Quaresima.
Lunedì 18. S. Simeone.
Martedì 19. SS. Mansueto e Tullio.
Mercoledì 20. SS. Silvano e Eleuterio.
Giovedì 21. S. Pier Damiani. Luna piena alle ore 04,31.
Venerdì 22. Cattedra di San Pietro.
La Quaresima: come evidenzia l’etimologia latina,
segna i giorni che passano dalla fine del Carnevale
alla Pasqua dì Risurrezione.
Quaranta è il numero che ricorre sistematicamente
nella storia biblica e la Quaresima è dedicata dai
Cristiani all’emulazione dei quaranta giorni di digiuno, passione e morte di Cristo.
Sin dal Medioevo però, l’obbligo maggiormente sentito era l’astinenza dai cibi più golosi. Il popolo impersonava la Quaresima con una vecchia donna
ossuta e vestita di nero, che faceva gran contrasto
con la figura del grosso e rubicondo Carnevale. Per
costringere ad osservare il digiuno era proibito ai
macellai, salvo al sabato dopo Vespro, di vendere
carne “sotto pena di multa”.
Addirittura durante il regno di Carlo Magno (VIII
sec.) la trasgressione di mangiare carne era punita
con la pena di morte.
I PROGRAMMI DI RADIO ASIAGO
Sui 107.700 Mhz
Da lunedì a venerdì Buongiorno Altopiano con Salvatore dalle
8,30 alle 12
([email protected]).
Da lunedì a venerdì Notiziario locale alle 12,45 e repliche alle 1618-21,30, a cura di Stefania Longhini ( [email protected]), con
pagina sportiva curata da Massimo Rigoni.
Il sabato, alle 12,45 e in replica alle 16 – 18- 21.30 Sabato Sport, con
Massimo Rigoni. Per inviare comunicati, risultati, classifiche l’indirizzo è [email protected]
Nel primo week end di febbraio prende il via “Spazio Cinema” con
Alberto Rigoni (classifiche, recensioni, curiosità e programmazioni dei cinema Lux, Grillo Parlante e Cineghel), venerdì dalle 18 alle
19 e sabato dalle 10 alle 11.
Dream Power con Tony Rock, tutti i giorni (anche domenica), al
mattino verso le 10 e al pomeriggio alle 17,30
Il Mercatino, con Lilli Tessari, tutti i giorni, alle 8, 11, 14 e 19. Per
inserire gratuitamente gli annunci scrivere a [email protected]
Tutto l’hockey minuto per minuto, a cura di Massimo Rigoni, nelle
serate in cui si gioca il campionato di serie A di hockey su ghiaccio,
dalle 20,10 fino alle 23 circa. Quando l’Asiago gioca in casa, breve
dopo partita con commenti e interviste ([email protected])
Cena per tutti gli ex collaboratori di Radio Asiago
Venerdì 22 febbraio alle ore 20 ai Due Mori di
Camporovere si terrà la cena di tutti coloro che nel
tempo hanno fatto parte di Radio Asiago. Le adesioni
si ricevono entro il 15 febbraio al negozio
Chiaroscuro, in via Dante ad Asiago. Per
informazioni si può telefonare al n. 338 1460517.
Vendesi rustico
In zona nord di Asiago vendesi rustico da
ristrutturare, di 110 metri quadri abitabili,
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Prezzo: 350.000 euro non trattabili.
Gli interessati possono rivolgersi
alla nostra redazione
ARIETE
Il destino vi presenta un ventaglio di occasioni. Si tratta soltanto di
scegliere. In amore un incontro inaspettato potrebbe avere già dato
inizio ad una nuova fase, da accettare con coraggio e ottimismo. Se
invece Urano non si fosse ancora manifestato, non c’è che una
intelligente e operativa attesa, tanto per spianare le novità che sono
nell’aria.
TORO
Tra le idee originali che vi vengono in mente c’è di certo quella
giusta, si tratta di riconoscerla subito, evitando una pericolosa illusione, tuttora in agguato. Nell’amore, se volete rinnovare o cambiare un rapporto, non avete che da aprirvi alle occasioni che capitano,
tra le quali potreste trovare qualcosa di eccitante, da prendere in
attento esame.
GEMELLI
Partite dai recenti sviluppi di una situazione che vi sta a cuore:
potrete realizzare un progetto ambizioso, tenendo conto dei saggi
consigli di qualcuno che stimate. Nei rapporti d’amore, se non siete
soddisfatti di ciò che avete, è il momento di osare; non vi manca
l’occasione di realizzare i vostri desideri, specie se avete appena
fatto un incontro promettente.
CANCRO
Potete tuttora contare sul sostegno di Giove e di Marte, che non vi
faranno mancare il coraggio di fare una scelta difficile, ma di sicuro
successo, sia nell’amore, se sentite il bisogno di rinnovare la vita di
relazione, che nel lavoro. In questo settore avrete la possibilità di
beneficiare di importanti informazioni, sulle quali basare nuovi impegnativi progetti.
LEONE
Non mancano le occasioni di farvi valere, ma occorre saperle scegliere con attenzione per evitare il pericolo di illusioni, sempre in
agguato, specie quando si tratta d’amore e di sesso. Nei rapporti di
amicizia e di lavoro è meglio attendere nuovi elementi di giudizio
Dalle ore 8.45 di sabato 9 alle ore
8.45 di sabato 16 febbraio
ASIAGO- Farmacia Rossi sas del dr.
Adelchi Zuccato – Viale Matteotti
Dalle ore 8.45 di sabato 16 febbraio
alle ore 8.45 di sabato 23 febbraio
CANOVE – Farmacia del dr.
Leonardo Bosio, Via Roma 33
CONCO – Farmacia della dr.ssa
Monica Federici, Piazza S.Marco, 23
Domenica 10 febbraio
Conco: OMV – Via Cappellari, 12
Mezzaselva: IP – Via XXI Maggio, 149
Domenica 17 febbraio
Asiago: Q8 – Località Mosele
Foza: TOTAL – Via Lazzaretti, 24
Due proverbi due
De gavissekot voname armen manne, de schönecot vonander
hurren, un de stärchekot voname taberchar sain nicht
gaschetz. (trad. La saggezza del pover’uomo, la bellezza
d’una prostituta, e la fortezza dell’operaio, non vengono apprezzate).
Bear übel borratesich, hat in allez sain leben ganug zu nagen.)
trad. Chi male si ammoglia, ha abbastanza da rosicchiare per
tutta la sua vita)
prima di passare all’azione. Ma questo non deve impedirvi di iniziare a fare progetti.
VERGINE
Tenete conto di alcune preziose informazioni: soltanto così potrete
agire con coerenza, sia nell’amore che nel settore professionale. Nei
sentimenti basta seguire le ragioni del cuore, e agire con la massima
spontaneità. Nei rapporti di lavoro o finanziari, invece, è meglio
basarsi anche sulle precedenti esperienze e sui consigli di autorevoli personalità.
BILANCIA
Tenendo conto di recenti sviluppi di una situazione delicata, potete
scegliere se continuare sulla strada che avete imboccato, oppure se
dare una nuova impostazione all’amore o al rapporto di lavoro. Nel
primo caso basta saper parlare al momento giusto, nel secondo
conviene ascoltare i consigli di qualcuno che ha più esperienza. E
poi seguirli senza esitare.
SCORPIONE
Novità d’amore e di soldi in arrivo. Quanto prima! Nell’attesa, cominciate a predisporre la vostra organizzazione domestica e di lavoro per poter sfruttare al meglio il favore del destino. Per quello che
riguarda i sentimenti, iniziate con il recupero dei vostri spazi privati,
per essere pronti a cogliere tempestivamente ciò che di positivo sta
per entrare nella vostra vita.
SAGITTARIO
Siete in cerca di novità? Non avete che da guardarvi attorno, con la
medesima disponibilità ai suggerimenti che il destino, sotto forma di
consigli di amici fidati, vi elargisce con generosità. Non intestarditevi
su convinzioni che potrebbero per una volta essere superate dai
fatti. Specie nei rapporti di coppia, dove conviene essere realistici e
tenere i piedi per terra.
CAPRICORNO
Tra le idee originali che vi frullano per la testa, potrebbe esserci
quella giusta, si tratta di riconoscerla e di metterla in pratica. Nell’amore, se avete ancora qualche dubbio, non agite frettolosamente, ma concedetevi il lusso di una riflessione approfondita, prima di
prendere una posizione impegnativa. Nel lavoro e nelle amicizie
mantenete le vostre abitudini.
ACQUARIO
Se avete voglia di applicarvi, ci sono varie possibilità, sia nell’amore
che nel lavoro, secondo i vostri attuali interessi. Nei sentimenti
potete contare sul vostro intuito, e agire con tatto e buon gusto per
favorire lo sviluppo di un rapporto esistente, se ci tenete. In caso
contrario, potete liberarvi di un fardello ormai superato, dicendo
semplicemente la verità.
PESCI
Basandovi sulle recenti esperienze, potete proseguire nella strada
che avete iniziato, specie se riguarda innovazioni nello stile di vita e
soprattutto nei rapporti d’amore, che possono essere rivisitati in
chiave completamente diversa. Nel lavoro un maggiore impegno
serve per consolidare, o realizzare, equilibrio e collaborazione.
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Sabato 9 febbraio 2008
l’Altopiano
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