Giornalino giugno 2014 - Parrocchia San Ludovico D`Angio`

Transcript

Giornalino giugno 2014 - Parrocchia San Ludovico D`Angio`
GIORNALE PERIODICO DELLA COMUNITA’ PARROCCHIALE SAN LUDOVICO D’ANGIO’ - MARANO(NA)
Il d’Angiò
IL PUDORE
Qualcuno si domanderà, forse, cosa si intenda
esprimere con tale parola.
Ecco allora che, per questo
“qualcuno”, andiamo a sfogliare il vocabolario per appurare che chi ha pudore
possiede”senso di discrezione, ritegno, riguardo” ed
ancora”timore di udire o
fare oscenità, di compiere
atti disonesti”, significato
quest'ultimo che, per fortuna, non ci sembra riguardare i destinatari del nostro odierno discorrere. A questo punto, però, ci stiamo accorgendo
che la parola pudore non interessa solo
“qualcuno”, ma molti giovani e...meno giovani,
cui, recentemente, ma forse inutilmente, vorrei
rivolgermi per invitarli ad assumere verso il prossimo atteggiamenti che, senza richiamarci ai valori etici e cristiani, dovrebbero, comunque, far parte di una vita che si possa davvero definire
“civile”. Un invito al “pudore”, dunque, un monito, una protesta...non so definire i sentimenti che
che attanagliano il mio cuore: ero un ragazzo
quando amici, conoscenti consumavano droghe
leggere e non, ma avevano il pudore di cercare
luoghi “invisibili” del nostro quartiere. Oggi, per
contro, si sceglie con libertà la piazza, la strada
fuori ad una parrocchia , androni di grandi strutture condominiali, tutti luoghi questi in cui si
hanno dei diritti e dei doveri da osservare verso
gli altri. Ebbene, in quegli spazi comuni, di cui si
fa uso ed abuso come di cosa propria per fare ciò
che più aggrada, ci si sofferma a fumare, a vociare in modo sguaiato, a bere ed altro ancora, senza
badare a rispetto alcuno. Tali spazi comuni, dove
tutti passano, divengono una naturale estensione
dei personali salotti, dove ogni famiglia non permetterebbe sicuramente di arrivare a tanto, comprese le persone singole che, adesso, si soffermano al di fuori per fare baldoria. Chi via via rientra
a casa propria, si trova a fare la gincana tra grup-
pi e gruppetti formatisi nel frattempo e deve necessariamente attraversare assai spesso nuvolette di fumo non proprio profumate e salutari.
State pensando ad un attacco, ad una denuncia
da parte mia?
No! Sto riconoscendo la sconfitta personale di un
parroco, il cui desiderio sarebbe quello di conquistare delicatamente le coscienze dei ragazzi, dei
giovani, per aiutarli a realizzare un progetto di
vita: studiare,imparare un lavoro onesto, cercare
luoghi di aggregazione per rafforzare amicizie e
così via. Cosa li spinge a farsi del male, quasi come se fossero obbligati da un qualcosa di inspiegabile?
Che sconfitta non essere in grado di vincere ogni
forma di male per aiutarli!
Fatto l'esempio di cui sopra, che molti genitori
continuano a lamentare insieme ad altra casistica
nella quale con indifferenza si manca di attenzione verso i diritti del prossimo, con loro torniamo
ad evidenziare la necessità di un cambio di marcia
in nome anche di una dignità umana da rispettare. A sostenere questo nuovo pressante invito,
desideriamo chiamare pure le istituzioni preposte
perchè, in concerto con le famiglie, intervengano
fattivamente ad orientare e, se necessario, a correggere, coloro che tutti vorremmo veder crescere e diventare degni cittadini del domani.
Intanto, dal canto nostro, non ci sembra fuori luogo ricordare che, in ogni circostanza, il Vangelo ci
dice di non fare agli altri quanto non desideriamo
fatto a noi stessi.
Che dire di più? Resta scontato, a questo punto,
che educazione, rispetto, ed ancor più amore reciproco, sono la base ineludibile per sperare in
una vita migliore e civile, come ognuno, in cuor
suo, fortemente desidera.
don Ciro
ADOLESCENTI E SOCIAL NETWORK
La bambina stava abbracciando
sua madre con tutte le sue forze,
la donna, però, era talmente immersa nel suo iPad che non sembrava neppure accorgersi della
figlia, la cui testa le arrivava appena alla
vita. Nel
suo ultimo libro
il famoso
psicologo
e scrittore statunitense Daniel Goleman,
con un po’ di preoccupazione
riporta diversi episodi come
questo appena descritto. La sua
riflessione cerca di spiegare la
rivoluzione che sempre più sta
caratterizzando le nostre relazioni. Fino a che punto i social
network stanno modificando la
convivenza tra gli esseri umani?.
Lo studioso qualche minuto dopo aver assistito all’abbraccio
non corrisposto della figlia alla
madre racconta di trovarsi su un
taxi insieme a nove ragazze di
un’associazione studentesca: Mi
si presentò una scena simile: dopo aver preso posto, si misero
tutte a controllare i loro iPhone o
tablet, scambiando solo qualche
sporadica parola mentre, perlopiù in silenzio, scrivevano messaggi o controllavano i propri
account di Facebook.
Partiamo dagli adolescenti. Secondo alcune stime si calcola
che un adolescente americano
medio riceve e invia 3417 SMS al
mese, la media di cento al giorno, dieci ogni ora. Se ci spostiamo in Italia i dati ci mostrano
che il 95,7% degli adolescenti naviga
quotidianamente
su
internet. Il 16% vi trascorre ogni
giorno oltre quattro ore mentre
il 40% si ferma alle sole due ore.
Tanti genitori si lamentano. Si
sentono impotenti dinanzi ai loro figli che, per interi pomeriggi
(in qualche caso anche nelle ore
della notte), sono catturati dallo
schermo di un computer o di uno smartphone. Ormai tanti litigi in famiglia nascono perché
papà e mamma, in preda
all’esasperazione, minacciano il
proprio figlio (senza crederci
troppo) di far sparire computer
e iPhone usando come pretesto
lo scarso rendimento scolastico.
In realtà un fenomeno sociale di
tale portata richiede una riflessione che non sia né sbrigativa
né catastrofica ma il più possibile aderente alla realtà. Focalizzando la nostra attenzione sugli
adolescenti è opportuno chiarire
due cose. La prima è che si deve
evitare ogni generalizzazione
perché esiste sempre il singolo
adolescente con le sue emozioni, i suoi sogni, la sua storia, la
sua famiglia. Ripetere i soliti,
stanchi stereotipi secondo cui i
ragazzi di oggi non sono come
quelli ieri… serve talvolta a mettere a tacere la coscienza di noi
adulti. La seconda premessa è
che l’adolescente coi suoi vissuti
è sempre più in là rispetto a ogni
pretesa di comprensione definitiva. Le stesse ricerche in ambito
psicologico che hanno per oggetto lo studio del mondo degli
adolescenti, procedono sempre,
quando sono serie, con una certa prudenza interpretativa. Tuttavia una prima certezza ci proviene semplicemente guardandoci intorno. Dalla strada alle
aule scolastiche fin dentro le nostre case, anche durante il pranzo o la cena, si ha l’impressione
che lo stare connessi sia ormai
un flusso ininterrotto. Abbiamo
quindi un mondo e una vita reale
a cui si è aggiunto un mondo e
una vita virtuale. Uno schermo
anche di piccole dimensioni è
sufficiente per farci sentire in
relazione con qualcuno o qualcosa. Dove stanno finendo i contatti diretti e corporei, quelli in cui
ci si guarda negli occhi e quindi
più profondamente anche col
cuore? Il punto è che il mondo
del web e in particolare i social
network stanno incidendo sulla
stessa capacità relazionale degli
individui, piccoli e grandi. Scrive
Goleman che I ragazzi di oggi crescono in una nuova realtà, sono
sintonizzati più sulle macchine e
meno sulle persone di quanto
non sia mai successo in passato.
Si tratta di una situazione problematica per diversi motivi.
(… continua a pag.3)
2
Il mondo virtuale fatto di aggiornamenti su Facebook, di tweet e altro ancora paradossalmente
può rendere gli individui più isolati. Parecchi osservatori notano che pian piano tra i giovani si sta
perdendo la capacità di sostenere una semplice
conversazione che sia essa banale o sui grandi
temi esistenziali, poco cambia. Un giovane universitario dice che non siamo nemmeno più capaci
di goderci un compleanno, un concerto, una festa
o una serata al pub senza distanziarci per qualche
momento da quello che stiamo facendo per assicurarci che il nostro mondo digitale sappia subito come ci stiamo divertendo. Queste parole diventano
evidenti se si guarda al più utilizzato dei social
network: Facebook (più di un miliardo di utenti).
La sua positività è fuori discussione (basti solo
pensare alle tantissime persone che dopo tanti
anni grazie ad esso si sono ritrovate). Ma tra le
tante considerazioni positive e negative che si
possono esprimere mi colpiva qualche tempo fa
una lettera di una ventenne apparsa nella rubrica
di una diffusissima rivista per donne, con la relativa risposta dell’esperto. La ragazza spiegava che
si era tolta da Facebook perché trovava quel mondo irrimediabilmente finto, dove la gente per protagonismo mostra la propria vita sempre
sull’onda delle emozioni. Vi sarebbe insomma una tendenza a enfatizzare le cose ordinarie e
spesso banali della vita, oltre che una ricerca infantile dell’altrui mi piace. In sintesi, mi sento vivo perché riconosciuto dall’altro e così, una volta
diventato degno di attenzione, sconfiggo quel
senso di inutilità esistenziale che mi opprime.
L’esperto dal canto suo ha risposto che se si avverte il bisogno di mostrare ossessivamente anche le cose più ordinarie come il mangiarsi una
pizza o prendere in braccio un cagnolino è segno
che siamo sprofondati in una solitudine lacerante. Quando Invece, si mettono a nudo gli aspetti
più personali e intimi, è perché si ritiene che la
propria esistenza non abbia più nulla di degno e
prezioso da custodire.
Conclusione. Se gli adolescenti per tanti aspetti ci
preoccupano, noi adulti dobbiamo sinceramente
esaminarci. Il narcisismo diffuso e imperante che
sta alla base di tanti disagi esistenziali non lo hanno inventato gli adolescenti ma una cultura che,
da alcuni decenni, ha scelto di rendere lo stesso
adulto come un eterno adolescente. Quali sono i
comportamenti dell’adulto che confondono
l’adolescente fino a comprometterne una crescita matura? Magari ne riparliamo la prossima volta.
Lello Battaglia
“L’ambiente comunicativo può aiutarci a crescere o,
al contrario, a disorientarci. Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo,
da chi ci sta più vicino. Senza dimenticare che chi, per
diversi motivi, non ha accesso ai media sociali, rischia
di essere escluso”.
Papa Francesco
3
BUONISSIMA… LA SECONDA
Io l’anno scorso c’ero, e quindi posso affermare,
senza ombra di dubbio: buonissima la seconda! La
seconda di cui parlo è l’edizione della gara podistica su 10 chilometri “Ri…correre per Don Mimì”, organizzata dalla nostra parrocchia insieme
alla neonata Associazione Sportiva San Ludovico
d’Angiò e con la collaborazione dell’Atletica Marano.
Diverse le novità di questa seconda edizione, in
primis i patrocini morali di Regione Campania,
Provincia di Napoli e Comune di Marano di Napoli, il servizio professionale di cronometraggio elettronico con microchip, la premiazione di tutte
le categorie di atleti presenti alla gara ed infine la
runner–kids, la minigara riservata ai bambini.
L’inaspettato boom di iscrizioni - oltre 750 iscritti
– ci ha portato ad ultimare i preparativi della gara
alle prime luci dell’alba, in un enorme mix di stanchezza e tensione. Sui nostri volti (Antonio, Lella,
Luigi ed io) e su quelli dei numerosissimi collaboratori parrocchiali, si leggevano gradazioni variabili di apprensione e di paura nel sapere che alla
nostra gara si erano iscritti i migliori runners africani - tra cui Abderrafii Roqti e Siham Laaraichi e il vincitore della maratona internazionale di Napoli, Giuseppe Soprano, ventiseienne napoletano, residente a Frattamaggiore.
E’andata ai fortissimi atleti marocchini la seconda
edizione del memorial in ricordo di don Mimì Galluccio, per 30 anni guida spirituale della nostra
parrocchia e maestro di tenerezza, come suole
ricordare il nostro attuale parroco Don Ciro. Abderrafii Roqti e Siham Laaraichi, entrambi della
Finanza Sport Campania, hanno agevolmente imposto il loro ritmo di gara, sulla distanza dei 10
km.
Roqti si è affermato in 31'42", davanti al connazionale e collega di team Hamid Kadiri (32' 27");
terzo posto per Giuseppe Soprano (A.S.D.Bartolo
Longo) in 32'59". Dopo Siham Laaraichi (37' 35"),
sul secondo gradino del podio femminile è salita
Maria Martina Fierro (Atletica Amatori) in 40'
23", davanti a Concetta Flagiello (Atletica Giugliano) in 44' 59". La classifica a squadra è stata appannaggio
dell'Atletica
Marano,
davanti
all’Atletica Giugliano e alla nostra San Ludovico
d’Angiò capitanata da Antonio Sollo, ottimo il
suo 36° posto dopo un anno di inattività.
Alla manifestazione è intervenuto il sindaco Angelo Liccardo, mentre il consigliere di presidenza
nazionale CSI, Salvatore Maturo, ha donato al
parroco don Ciro Russo il foulard che ricorda l'incontro a Roma tra le società e gli atleti del Centro
Sportivo Italiano con Papa Francesco, per il
70ennio
dell'Associazione.
Prima delle premiazioni finali, i bambini dell'oratorio parrocchiale hanno dato vita ad una spettacolare mini corsa, che ha visto l'assegnazione di
giocattoli e doni a tutti i partecipanti.
Un ringraziamento speciale va al Comitato Sportivo Italiano Campania, nella persona di Gianni
Mauriello che, con la sua esperienza e la sua preziosa collaborazione tecnica, ha contribuito al
successo della manifestazione.
Con la maratona si chiude un anno magico per le
attività sportive della nostra parrocchia che ci ha
riservato tante emozioni con il raggiungimento
degli ottavi di finale per gli under 12 e per gli allievi e addirittura i quarti di finale per gli under 10
nei tornei di calcio dell’Arriap – Csi.
Gli obiettivi per il prossimo anno sono molteplici
ma uno in particolare lo voglio condividere con
voi ed è il seguente: proviamo a mettere 1000
persone ai nastri di partenza del “3° memorial
Ri…correre per Don Mimì” che si disputerà il 21
giugno 2015.
Alfonso Esposito
4