E. Tempesta - La scomparsa dell`Infanzia 16.02.2017
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E. Tempesta - La scomparsa dell`Infanzia 16.02.2017
Elisa Tempesta Istituto Scolastico Paritario "San Gaetano" Roma, 16 febbraio 2017 2 «L’infanzia è un fenomeno sociale e non una categoria biologica» Postman, 1982 • I nostri geni non indicano chi sia o non sia un bambino • Le leggi della sopravvivenza non prevedono nessuna distinzione tra il mondo dell’adulto e quello del bambino 3 Pensiamo all’abbigliamento dei bambini rispetto a quello degli adulti… Notate molte differenze? Negli ultimi anni l’industria dell’abbigliamento infantile ha subito numerose trasformazioni. In pratica, non esistono più “veri e propri” abiti da bambino. Sembra che l’idea di Erasmo proposta e pienamente accettata solo nel ‘700, cioè che i bambini e adulti debbano vestirsi in modo diverso, sia ormai non più valida. 4 Anche i giochi infantili stanno progressivamente scomparendo. Quali sono le caratteristiche generali del gioco infantile? • non richiede grandi istruzioni • non richiede arbitri • non richiede spettatori • Utilizza qualsiasi spazio o materiale che il bambino possa avere a portata di mano 5 6 Attualmente i bambini lamentano il poco tempo a disposizione per fare quello che maggiormente prevede la loro età, il gioco. Sono “pienamente pieni di impegni” e con difficoltà mettono a fuoco il tempo del riposo, del gioco e anche della noia! …i bambini non sanno più annoiarsi… 7 Anche il “gioco del nascondino” era già praticato nell’Atene di Pericle più di duemila anni fa. Oggi è quasi totalmente scomparso nel repertorio dei giochi organizzati dai bambini I GIOCHI INFANTILI SONO UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE 8 Nell’Antica Grecia e nella cultura romana è stata riservata un’attenzione alla natura dell’infanzia (intesa semplicemente come fascia d’età è sempre esistita nelle società umane). I Greci hanno inventato l’idea di scuola Il loro vocabolo per indicarla corrispondeva a “Tempo libero”, il che rifletteva una convinzione tipicamente ateniese, cioè UNA PERSONA CIVILE AVREBBE DOVUTO SPENDERE IL PROPRIO TEMPO LIBERO NELL’ESERCIZIO DEL PENSIERO E DELL’APPRENDIMENTO I GRECI, DUNQUE, HANNO INIZIATO A TRASMETTERE UN EMBRIONE DELL’IDEA DI INFANZIA 9 Successivamente i Romani portarono avanti il concetto di infanzia introdotto dai greci ma arricchendolo di un particolare fondamentale che attualmente viene poco ricordato. L’idea di Pudore. “Senza un’idea bene sviluppata del pudore, l’infanzia non può esistere” (Postman, Postman, 1984 1984)) Nell’“Institutio oratoria” Quintiliano rimprovera i suoi coetanei per la condotta spudorata di fronte ai bambini. “Ci rallegriamo se dicono parole oscene oscene… … non c’è da stupirsene stupirsene;; noi insegniamo, essi apprendono da noi noi.. Ogni banchetto echeggia canzonacce, si fanno vedere cose che ci si dovrebbe vergognare solo a nominarle” 10 L’idea del pudore è in parte legata a quella di segretezza. 11 La prima legge sull’infanticidio è stata introdotta solamente nel 374 d.C. cioè circa tre secoli dopo lo scrittore latino. Ma tutte queste importanti idee iniziarono a scomparire con l’arrivo del Medioevo. Tale trasformazione è riassumibile in quattro punti: • I ragazzi non sanno più leggere e scrivere • Scompaiono le scuole • Scompare il concetto di pudore • Scompare l’infanzia 12 Nel Medioevo, epoca storica fondata principalmente su una cultura di tipo orale, non era chiaro né il concetto di bambino né di adulto. L’infanzia, proprio secondo l’etimologia della parola che si riferisce al “non saper parlare”, è da considerarsi conclusa (nel Medioevo) a sette anni, ossia quando i bambini acquisiscono il controllo del proprio linguaggio. Il bambino in questa epoca non viene inserito in istituzioni specifiche, cresce nella sfera sociale dell’adulto e ha la possibilità di accedere a tutte le forme di vita comune. I BAMBINI SONO CAPACI DI DIRE E CAPIRE QUANTO DICONO E FANNO GLI ADULTI, RIUSCENDO A CONOSCERE TUTTI I SEGRETI DELLA LINGUA 13 La comunicazione orale medievale ci aiuta a comprendere il motivo di assenza di scuole primarie: DOVE LA BIOLOGIA DETERMINA LA CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE NON VI È BISOGNO DI SCUOLE SIMILI Nel medioevo quindi mancava: • un’educazione basata sul principio di “alfabetizzazione” • concetto di pudore Questo simile contesto è possibile solo in una cultura in cui non esiste una netta distinzione tra mondo adulto e mondo infantile e dove mancano istituzioni che esprimano tale differenza. 14 Affinché ci possa essere una nuova idea di infanzia si deve verificare un CAMBIAMENTO RILEVANTE NEL MONDO DEGLI ADULTI. QUALE È A LIVELLO STORICOSTORICO-CULTURALE UN EVENTO IN GRADO DI PORTARE UN CAMBIAMENTO DI SIMILE PORTATA? 15 Per Postman, il cambio del paradigma avvenne a metà del quindicesimo secolo con l’invenzione della STAMPA A CARATTERI MOBILI. L’INVENZIONE DI GUTEMBERG SEGNÒ L’INIZIO DI UNA NUOVA ERA "CON LA NASCITA DELL’UOMO ALFABETIZZATO VENNE ISTITUITA UNA SOSTANZIALE DIFFERENZA TRA GLI ADULTI E I BAMBINI, FONDATA PROPRIO SULLA CAPACITÀ DI QUESTI ULTIMI DI LEGGERE UN TESTO SCRITTO" 16 Se prima non vi era stato bisogno dell’idea dell’infanzia, IN QUANTO TUTTI FACEVANO PARTE DELLA STESSA DIMENSIONE CONOSCITIVA, CON LA NASCITA DI UN NUOVO TIPO DI ADULTO L’ INFANZIA COMINCIA A SEPARARSI DAL SUO MONDO SOCIALE ED INTELLETTUALE ED AD AVER BISOGNO DI UN’ISTITUZIONE SPECIFICA A LEI DEDICATA, OVVERO LA SCUOLA E DI CURE PARTICOLARI DA PARTE DELLA FAMIGLIA 17 La scuola “certifica” la particolarità dell’infanzia e fa sì che il giovane non venga considerato un adulto in miniatura ma un essere in formazione alla vita adulta. L’INFANZIA DIVIENE GRADUALMENTE UNA CATEGORIA SOCIALE, LA SCUOLA INIZIA A TENERE CONTO DELLE DIVERSE ETÀ E DEI DIVERSI APPRENDIMENTI La famiglia al tempo stesso assume consapevolmente il ruolo di ISTITUZIONE EDUCATIVA, in quanto inizia ad essere responsabile della crescita non solo fisica ma anche sociale e morale. 18 Con l’idea di INFANZIA si incomincia a diffondere gradualmente il “SENTIMENTO DELL’INFANZIA” CHE PORTA GLI ADULTI AD “ALLESTIRE” un contesto idoneo all’infanzia stessa, contrassegnato non solo da protezione e cura, ma anche da segreti dai quali è opportuno tenere lontani i più piccoli. In questo modo il bambino (soprattutto nelle culture occidentali) viene riconosciuto: “COME UN SOGGETTO DI CUI VANNO PRESERVATE E ALIMENTATE LA PERSONALITÀ E L’INDIVIDUALITÀ" … "DIFFERITE LE CAPACITÀ DI AUTOCONTROLLO, LA GRATIFICAZIONE« … "E MANTENUTA SOTTO CONTROLLO DEGLI ADULTI LA CONOSCENZA DELLA VITA" 19 Tra il 1850 e il 1950 l’idea dell’Infanzia raggiunse il suo vertice. Vennero compiuti numerosi tentativi per togliere i bambini dalle fabbriche e per fornire loro, oltre alla scuola, forme appropriate di vestiario, di arredamento, di letteratura, di gioco, fino a costruire uno specifico mondo sociale. Furono varate normative nelle quali i bambini risultavano QUALITATIVAMENTE differenti dagli adulti. Si svilupparono nei genitori quei meccanismi psicologici che determinano un atteggiamento più intenso di • EMPATIA • TENEREZZA • RESPONSABILITÀ VERSO I FIGLI 20 Postman afferma che, a partire dagli anni ’50 del XX secolo fino ad arrivare agli anni ‘80, “saremo di fronte ad una scomparsa dell’infanzia, provocata ancora una volta, da una rivoluzione comunicativa”. A partire dall’introduzione del telegrafo, per proseguire con gli altri strumenti comunicativi di tipo elettrico, L’AMBIENTE E IL CONTESTO PREDISPOSTO APPOSITAMENTE DAGLI ADULTI PER L’INFANZIA, COMUNICIA A SUBIRE TRASFORMAZIONI: 1. CAMBIA LA VELOCITÀ E LA FORMA DELLE INFORMAZIONI TRASMESSE 2. CAMBIA LA TIPOLOGIA E LA QUANTITÀ DELLE NOTIZIE CON CUI I BAMBINI POSSONO ENTRARE IN CONTATTO 3. MUTA LA FORMA DELL’INFORMAZIONE TRASMESSA CHE DA TESTUALE DIVIENE PRINCIPALMENTE VISIVA E BASATA SU IMMAGINI 21 “Ho scelto il 1950 perché è l’anno in cui la televisione si insediò, e saldamente nelle famiglie americane, e perché nella televisione si fondano la rivoluzione elettronica e quella grafica. Nella televisione dunque dobbiamo vedere molto chiaramente in che modo e perché la base storica per una linea divisoria tra infanzia ed età adulta stia inequivocabilmente scomparendo” (Postman (Postman,, 1966) 22 Un altro momento di riflessione insieme: In base a quanto avete ascoltato fino ad ora, quali sono le motivazioni specifiche che la tv ha alimentato per “contribuire” alla sparizione della linea divisoria tra infanzia e mondo degli adulti? 23 Ecco le tre cause: 1. Per vedere la tv non è richiesta un’istruzione specifica per comprendere la forma delle informazioni trasmesse 2. In linea generale, non propone argomenti così complessi e non impone difficili questioni di natura intellettuale o etica 3. Non separa gli spettatori. Infatti biologicamente abbiamo tutti la possibilità di vedere, interpretare immagini ed ascoltare quanto viene trasmesso LA TV NON HA DUNQUE PIÙ SEGRETI E L’INFANZIA NE HA BISOGNO PER ESISTERE 24 La televisione è una tecnologia che consente il libero accesso senza restrizione di natura fisica, economica, cognitiva o legata all’immaginazione. La conseguenza più ovvia di tale realtà è quella di eliminare L’ESCLUSIVITÀ DI DETERMINATE CONOSCENZE (principale differenza tra età adulta e quella dei bambini) La rivelazione immediata ed universale di tutto ciò che appartiene al mondo degli adulti ha prodotto gravi conseguenze: si è verificata una deidealizzazione e un’attenuazione dell’idea del pudore 25 L’INFANZIA È IMMERSA IN UN MONDO DI SEGRETI (A VOLTE CIRCONDATI ANCHE DA UN PO’ DI MISTERO E DI TIMORE). SARÀ COMPITO DEGLI ADULTI RENDERE INTELLEGIBILE QUESTO MONDO, ATTRAVERSO UN GRADUALE INSEGNAMENTO CHE TRASFORMERÀ IL PUDORE IN UNA SERIE DI REGOLE MORALI. Il pudore assicura potere ed autorevolezza agli adulti, i quali sanno quali parole, argomenti, comportamenti sono da confinare nella dimensione privata. 26 Postman sintetizza la sua idea di bambino in relazione al fatto che la dimensione elettrica dell’informazione stia non solo facendo scomparire l’infanzia ma parallelamente anche l’età adulta. Ne risulta una nuova configurazione degli stadi della vita che nell’era della televisione (ed ora soprattutto di internet), si sono ridotti a tre: 1. 2. 3. Prima infanzia Bambino-adulto Senilità 27 Tra le prove che possono essere presentate riguardo l’espulsione dell’infanzia dalla nostra società ricordiamo: • I mezzi di comunicazione non solo con la loro forma e il loro contesto tolgono l’infanzia dal suo posto specifico, ma ne riflettono anche il declino con il loro contenuto • L’emergere di un gusto, di uno stile di vita, comuni a bambini ed adulti • La terza prova più brutale è costituita da enormi cifre riguardanti l’alcolismo, l’uso di droghe, attività sessuale sempre più precoce, l’aumento della violenza giovanile, incremento del bullismo e cyberbullismo 28 La natura dell’infanzia rispecchia ciò che la cultura ha bisogno di comunicare e i mezzi che ha per farlo. Ad esempio si può focalizzare l’attenzione sul fatto che i bambini siano praticamente scomparsi dai mass media. Ciò non significa che non si possano vedere fisicamente, ma che sono mostrati come adulti in miniatura – stesso abbigliamento, modo di parlare, interessi… I bambini sono inoltre utilizzati come JOLLY a livello pubblicitario da accompagnare alla sponsorizzazione di qualunque prodotto (dal dentifricio ai divani) 29 Attualmente sentiamo parlare dei digital natives (nativi digitali), ossia i bambini nati in un’epoca contrassegnata dalla comunicazione digitale. Tali bambini sarebbero in grado di confrontarsi con le nuove tecnologie in modo più esperto degli immigrants (immigrati digitali, gli adulti). Se è vero che le nuove tecnologie possono essere risorse fondamentali per la crescita, bisogna essere consapevoli che, a maggior ragione, NECESSITANO DI UNA CORRETTA ALFABETIZZZIONE 30 A tal proposito vorrei focalizzare l’attenzione sui nuovi media. Negli aspetti positivi troviamo il favorire della: • comunicazione; • aggregazione tra soggetti; • diffusione di conoscenze; Il problema è che, se tutto ciò non è compreso realmente dai giovani attraverso “nuovi parametri”, tale potenziale rischia di non attualizzarsi 31 Facciamo un esempio: I social network favoriscono la formazione di comunità e scambio di idee e di opinioni… ma nella maggioranza dei casi sono RELAZIONI EFFIMERE E CHE RARAMENTE RIESCONO A DURARE NEL TEMPO. Altro aspetto da non sottovalutare: quella delle reti è una realtà in cui si ha la possibilità di accedere con molta semplicità alla CONOSCENZA E ALLE INFORMAZIONI, comportando delle rischiose conseguenze: • Sovraccarico informazionale • Sbilanciamento sulla realtà del presente, trascurando il passato • Ritorno al “Medioevo” 32 “Come nella città medievale il bambino era un attore sociale non (o poco) differenziato rispetto all’adulto, ugualmente la navigazione sulla rete è spesso priva dei filtri (o con filtri poco efficaci) e di controllo: il che può significare nuove possibilità di fare esperienza e un incremento di autonomia nei bambini, ma in assenza di una mediazione adulta può significare anche nuovi smarrimenti e nuovi rischi” (C. Di Bari, 2015) 33 Al fine di evitare che potenzialità positive (cooperazione, apprendimento collaborativo, costruzione collettiva della conoscenza…) dei new media possano trasformarsi in conseguenze negative OCCORRE PORRE GLI STRUMENTI AL SERVIZIO DEI COMPITI DELL’EDUCAZIONE, E NON PORRE L’USO DELLA TECNOLOGIA COME FINALITÀ DELL’INTERVENTO EDUCATIVO I nuovi media e le nuove tecnologie devono essere visti nell’ottica come strumenti che possono arricchire il metodo e non “diventare il metodo” 34 Le nuove tecnologie dovrebbero essere inserite nella scuola: 1. SENZA SOPRAVVALUTAZIONI 2. NON SOSTITUENDO L’INSEGNANTE 3. RISPONDENDO ALLE ABITUALI FINALITÀ DEGLI STRUMENTI TRADIZIONALI, OVVERO: aiutare l’insegnante a mettersi in discussione, favorire la partecipazione degli allievi, portarli a diventare ricercatori di conoscenza e protagonisti attivi dei propri processi di educazione, istruzione e formazione 35 La famiglia e la scuola assumono dunque un ruolo cruciale per la conservazione, la trasmissione e la valorizzazione del sapere tradizionale e proprio attraverso tale sapere i bambini devono saper leggere ed interpretare le nuove tecnologie. Il bambino deve essere reso un “abitante e cittadino critico e consapevole” di tutti gli ambienti nei quali è chiamato a vivere, in base alle competenze cognitive , emotive, sociali, morali e comportamentali congrue alla sua fase di vita. 36 La scuola a tal proposito deve essere intesa come “controcanto”, come “garante ecologico”, come strumento sia conservativo (dei saperi tradizionali che non devono essere smarriti) sia sovversivo (per evitare l’imprigionamento ideologico). La scuola deve ancor di più essere VETTORE di istruzione, educazione, e, soprattutto, di formazione dei bambini. A scuola, come in famiglia, si “Comunica costantemente” ed è proprio attraverso la comunicazione che noi educatori andremo a fare la differenza nei nostri bambini perché comunicare in maniera adeguata ASSUME UN RUOLO FONDAMENTALE, OLTRE CHE PER LA FORMAZIONE DI OGNI INDIVIDUO ANCHE PER LA TRASFORMAZIONE E LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA IN OGNI SOCIETÀ. 37