Lettera - Slow Food International

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Lettera - Slow Food International
Bruxelles, 9 novembre 2016
Mr Phil Hogan
Commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale
Commissione europea
Berlaymont
1049 Bruxelles
In copia: Mr Miguel Arias Cañete, Commissario per il Clima e l’Energia
Mr Karmenu Vella, Commissario per l'Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca
Mr Vytenis Andriukaitis, Commissario per la Salute e la Sicurezza alimentare
[Lettera inviata via e-mail]
Egregio Commissario Hogan,
Le scriviamo per esprimere le nostre preoccupazioni in merito all’impegno da lei recentemente
espresso a investire nella promozione del consumo di carne in Europa e del manzo europeo sui
mercati esteri.
Promuovere il consumo di carne è in diretta contraddizione con l’obiettivo dell’Unione europea di
ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Colpisce in particolare ora che l’Accordo di Parigi sui
cambiamenti climatici è appena entrato in vigore (il 4 novembre 2016).
La produzione zootecnica genera il 14,5% circa di tutte le emissioni di gas a effetto serra, più di
quante ne generano i trasporti globalii. Il Chatham House Royal Institute of International Affairs ha
recentemente concluso che la fame di carne è una causa rilevante del cambiamento climatico e che
la riduzione del consumo di carne a livello mondiale sarà fondamentale per mantenere il
riscaldamento globale al di sotto della “soglia di pericolo” di due gradi Celsius, obiettivo principale
dei negoziati sul clima di Parigiii, per non parlare dell’aspirazione a limitare il riscaldamento a
1,5°C. Gli studi condotti stimano che cambiamenti realistici nelle abitudini alimentari che riducano
il consumo di carne senza eccessive deviazioni dalla norma possano ridurre le emissioni di gas a
effetto serra legate all’alimentazione del 25-40%.iii
Con la COP22 attualmente in corso, l’Unione europea dovrebbe portare sul tavolo dei negoziati la
necessità di favorire una transizione verso abitudini alimentari sostenibili, ad esempio promuovendo
diete sane basate su ingredienti vegetali. L’introduzione di misure volte ad aumentare ulteriormente
il consumo di carne minerebbe la credibilità dell’UE e il suo impegno a combattere il cambiamento
climatico.
Incrementare il consumo di carne, e di conseguenza la produzione di carne, avrebbe gravi
conseguenze ambientali e impedirebbe il necessario passaggio a pratiche agricole sostenibili che
sostengano l’intera gamma di servizi ecosistemici. La produzione zootecnica occupa il 75% di tutti i
terreni agricoli del mondo, compresi i terreni destinati alla coltivazione di foraggio, all’alpeggio e al
pascoloiv. La continua domanda di carne è un fattore centrale tra le cause di deforestazione, perdita
di biodiversità, degrado del suolo ed esaurimento delle risorse idriche.
La recente analisi sullo sviluppo sostenibile condotta dal Centro europeo di strategia politica per il
Presidente Juncker evidenzia gli impatti ambientali negativi della produzione industriale di carne. In
particolare, l’analisi afferma che: «La produzione zootecnica su larga scala è all’origine di elevate
quantità di letame, che l’agricoltura non è in grado di assorbire. Questo genera livelli insalubri di
azoto nelle acque superficiali delle principali aree produttive. Gli studi scientifici dimostrano il
rapido declino della capacità di denitrificazione del suolo, fenomeno che rischia di condurre
all’inquinamento da azoto anche delle riserve idriche del sottosuolo. Tutto questo evidenzia la
necessità di un processo produttivo con un minore numero di animali per ettaro.”v
Un altro aspetto in gioco è il benessere animale. Otto miliardi di animali terrestri sono macellati
ogni anno nell’UE. La maggior parte di essi vive in condizioni che non consentono di esprimere i
propri comportamenti naturali. Troppo spesso, il loro trasporto al macello e le pratiche di
macellazione non rispettano gli standard minimi di benessere animale. Quel che di fatto accade
nella produzione di carne è una palese violazione delle disposizioni del Trattato dell’UE, secondo
cui la politica agricola dell’Unione dovrebbe rispettare pienamente il benessere animale. Il consumo
di massa di carne prodotta industrialmente è la radice del problema e, di conseguenza, mantenere
stabili o addirittura aumentare gli attuali livelli dei consumi di carne non consente di affrontare il
problema della sofferenza animale nel settore agricolo.
Infine, il suo impegno a promuovere il consumo di carne si scontra con la necessità urgente di
affrontare le malattie croniche legate all’alimentazione. Il consumo di grandi quantità di carni
trasformate e carne rossa è collegato a numerose patologie, tra cui l’obesità, le malattie
cardiovascolari, il diabete di tipo 2, diversi tipi di cancro e a un elevato rischio generale di
mortalità.vi Ridurre il consumo di carne può avere un ruolo essenziale nel migliorare la salute
umana e allevierebbe in modo importante la pressione sui sistemi sanitari europei.
Sulla base dei fatti e delle informazioni illustrate, invitiamo la Commissione a non utilizzare il
denaro pubblico per sostenere il consumo di carne. Non vediamo un futuro per il settore zootecnico
europeo nel perseguire l’obiettivo di un maggiore consumo di carne per aumentare ulteriormente la
produzione. Auspichiamo invece un riorientamento fondamentale del settore verso volumi minori,
maggiore qualità, rispetto del benessere animale, maggiore sostenibilità ambientale, minori
emissioni e un rinnovato legame tra allevamento e agricoltura.
Con la presente, siamo a chiederle di organizzare un incontro per discutere il tema più
approfonditamente.
La ringraziamo fin d’ora di una sua gentile risposta.
Cordiali saluti,
Paolo Di Croce, Segretario Generale, Slow Food Philip Lymbery, Amministratore Delegato, Compassion in World Farming Sue Dibb, Coordinatrice, Eating Better Reineke Hameleers, Direttore, Eurogroup for Animal Jeremy Wates, Segretario Generale, European Environmental Bureau Nina Renshaw, Segretario Generale, European Public Health Alliance (EPHA) Saskia Ozinga, Coordinatrice Campagne, Fern Magda Stoczkiewicz, Direttore, Friends of the Earth Europe Clare Oxborrow, Direttrice delle Campagne sul cibo e l’’agricoltura, Friends of the Earth (Inghilterra, Galles, Irlanda del nord) Jorgo Riss, Direttore, Greenpeace European Unit Dr Joanna Swabe, Direttore Esecutivo, Humane Society International/Europe Federica Martin, Consigliere di amministrazione, Safe Food Advocacy Europe (SAFE) i
Fao (2013) Tackling climate change through livestock – http://www.fao.org/3/a-i3437e/index.html
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iii
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http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959652614012931
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http://www.pnas.org/content/113/15/4146.abstract
Westhoek H. et al (2014) Food choices, health and environment: Effects of cutting Europe's meat and dairy intake –
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959378014000338
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iv
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http://www.nature.com/nature/journal/v478/n7369/full/nature10452.html
v
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vi
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