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Università della Svizzera italiana Executive Master in Economia e Gestione Sanitaria e Sociosanitaria (Net-MEGS) La regolamentazione del settore ospedaliero svizzero e l’attività della Sorveglianza dei prezzi Lavoro di tesi Maira Fierri Relatore: Prof. Dr. Massimo Filippini Lugano, marzo 2006 Ringraziamenti Desidero ringraziare alcune persone che mi hanno offerto il loro prezioso aiuto nel quadro dello svolgimento della presente tesi. Il prof. Massimo Filippini, per la sua competente supervisione, i suoi suggerimenti e commenti critici; il signor Manuel Jung, responsabile del settore sanitario presso la Sorveglianza dei prezzi, il quale grazie alla sua lunga esperienza e competenza nel settore ha potuto fornirmi utili consigli; il signor Daniel Finsterwald, collaboratore scientifico presso il Segretariato della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, per la documentazione e le informazioni fornite; il signor Manfred Langenegger, capo della Sezione garanzia della qualità presso l'Ufficio federale della sanità pubblica e l'Ufficio federale di giustizia per le puntuali indicazioni. Ringrazio infine tutti coloro che mi hanno sostenuta durante la formazione e in particolare nel corso di questi ultimi mesi dedicati all'elaborazione della presente tesi. 2 Indice 1. Introduzione 7 1.1 Contesto 7 1.2 Obiettivi 13 1.3 Metodologia 14 1.4 Struttura del lavoro 15 2. Giustificazione e modalità d’intervento dello Stato nella sanità e in particolare nel settore ospedaliero 16 2.1 Giustificazione economica dell’intervento dello Stato 16 2.2 Modalità d'intervento dello Stato 19 3. Istituzioni di regolamentazione 28 3.1 Definizione e caratteristiche delle istituzioni regolatrici 28 3.2 Regolatori del settore ospedaliero 33 4. Presentazione delle prassi cantonali di regolamentazione 42 4.1 Settore ospedaliero in Svizzera 4.1.1 Struttura dell'offerta 4.1.2 Produzione ospedaliera 4.1.3 Spese ospedaliere 43 44 47 49 4.2 Pratiche cantonali di regolamentazione 4.2.1 Pianificazione e lista ospedaliera 4.2.2 Sistema di rimborso delle prestazioni stazionarie 4.2.3 Garanzia della qualità delle prestazioni 50 51 56 61 5. Ruolo e attività della Sorveglianza dei prezzi in ambito di tariffe ospedaliere 66 5.1 Sorveglianza dei prezzi 66 5.2 Base legale e obiettivi dell’intervento della Sorveglianza dei prezzi in ambito ospedaliero 69 5.3 Effetti dell’attività della Sorveglianza dei prezzi in ambito di tariffe ospedaliere 71 3 6. Metodo d’analisi delle tariffe ospedaliere 74 6.1 Benchmarking dei costi tramite indicatori semplici e complessi 74 6.2 Analisi delle tariffe ospedaliere da parte della Sorveglianza dei prezzi 6.2.1 Elementi di giudizio 6.2.2 Determinazione delle tariffe ospedaliere 78 78 80 7. Proposte di miglioramento del metodo d'analisi delle tariffe ospedaliere 89 7.1 Contesto 89 7.2 Indicatori per la scelta degli ospedali di riferimento 90 7.3 Metodo per la definizione dei gruppi di ospedali comparabili 7.3.1 Calcolo degli indici 7.3.2 Calcolo della distanza-Manhattan 7.3.3 Ponderazione 7.3.4 Scelta degli ospedali comparabili 91 91 93 93 94 7.4 Applicazione del nuovo metodo 95 8. Conclusione 97 9. Bibliografia 102 10. Allegati 106 Allegato 1: Definizione delle categorie e sottocategorie di sistemi tariffali 107 Allegato 2: Lista delle decisioni di principio del Consiglio federale che confermano i criteri di calcolo adottati dalla Sorveglianza dei prezzi 109 Allegato 3: Calcolo della tariffa ospedaliera per il reparto comune 111 Allegato 4: Indicatori 117 4 Indice delle tabelle Tabella 1: Prestazioni lorde totali e per assicurato (in fr.) a carico dell'assicurazione sociale malattia, 2001 – 2004 9 Tabella 2: Numero totale di ospedali, densità di ospedali ogni 100'000 abitanti, numero di ospedali per statuto giuridico-economico e il corrispondente numero di letti, proporzione di ospedali pubblici e sovvenzionati sul totale di ospedali in % e proporzione di letti in ospedali pubblici e sovvenzionati sul totale dei letti in % per Cantone nel 2003 45 Tabella 3: Numero di strutture ospedaliere in funzione del tipo di cura offerta per Cantone nel 2003 47 Tabella 4: Numero di giornate di cura, numero di casi stazionari, durata di degenza media (ospedali generali), giornate di cura e tasso di ospedalizzazione ogni 1'000 abitanti per Cantone nel 2003 48 Tabella 5: Paragone tra gli effetti delle strategie cantonali in applicazione dell’art. 39 LAMal 56 Tabella 6: Frequenza dei sistemi tariffali rilevati per gli ospedali in Svizzera nel 2005 57 Tabella 7: Numero di ospedali per Cantone in funzione del sistema tariffale 59 Tabella 8: Margini di tolleranza 86 Tabella 9: Valori minimi e massimi degli indicatori 92 Tabella 10: Indici per l’ospedale 1 92 Tabella 11: Distanza-Manhattan 93 Tabella 12: Ponderazione 94 Tabella 13: Matrice delle distanze 94 Tabella 14: Matrice della similarità (Ähnlichkeitsmatrix) 95 Indice delle figure Figura 1: Modello delle istituzioni regolatrici del settore ospedaliero svizzero 39 Figura 2: Densità dei letti acuti (settore stazionario) ogni 1'000 abitanti per Cantone nel 2003 46 Figura 3: Spese pro capite LAMal e Stato (poteri locali) per il settore ospedaliero per Cantone nel 2003 49 Figura 4: Tappe per la determinazione delle tariffe ospedaliere 81 5 Lista delle abbreviazioni APDRG All Patient Diagnosis Related Groups Art. Articolo Cap. Capitolo CDS Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità CESPC Costi d'esercizio standardizzati per caso CMI Indice di case-mix CPC Costi d'esercizio per caso Cpv. Capoverso DRG Diagnosis Related Groups Ecc. Eccetera Es. Esempio FMH Federazione dei medici svizzeri Fr. Franchi svizzeri H+ Gli Ospedali Svizzeri LAMal Legge federale sull’assicurazione malattie Let. Lettera LSPr Legge federale sulla sorveglianza dei prezzi OAMal Ordinanza sull’assicurazione malattie OCPre Ordinanza sul calcolo dei costi e la registrazione delle prestazioni da parte degli ospedali e delle case di cura nell’assicurazione malattie PIL Prodotto interno lordo SAO Statistica amministrativa degli ospedali Segg. Seguenti SPr Sorveglianza dei prezzi Tab. Tabella UFAS Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFS Ufficio federale di statistica UFSP Ufficio federale della sanità pubblica 6 1. Introduzione 1.1 Contesto L’esplosione dei costi della salute è da anni un tema scottante. Nonostante le riforme intraprese in ambito sanitario per contenere i costi sia dalla parte della domanda di prestazioni sanitarie - quali l’aumento della partecipazione ai costi e la possibilità di scegliere programmi assicurativi come il Managed Care in cambio di uno sconto sui premi, sia dalla parte dell’offerta – ad esempio la pianificazione ospedaliera, l’introduzione di budget globali o la riduzione delle tariffe – il trend registrato negli ultimi anni non è cambiato. Evoluzione della spesa sanitaria Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (in seguito UFS), dal 1985 al 2003 i costi del sistema sanitario sono aumentati del 163%, passando da circa 19 a circa 49,9 miliardi di franchi1. I costi della salute pro capite ammontavano a fr. 2'903 nel 1985, mentre nel 2003 erano di fr. 6'736. Le risorse destinate al sistema sanitario sono a loro volta cresciute considerevolmente. Infatti, i costi sanitari in percento del prodotto interno lordo (PIL) sono saliti, nello stesso periodo, dal 7,8% all’11,5%. Inoltre l’incremento dei costi della salute è stato più rapido della crescita del PIL: tra il 1990 e il 2003, le spese sanitarie sono aumentate dell'84%, il PIL del 32,7%. Si pone dunque un problema di finanziamento dei costi sanitari, dal momento che la crescita economica non riesce più a finanziare completamente questi costi. Nel 1985 le prestazioni ospedaliere ammontavano a 7,3 miliardi di franchi e rappresentavano il 38,5% delle spese sanitarie totali. Nel 2003 erano di 17,7 miliardi di franchi e rappresentavano il 35,5% del totale dei costi sanitari. Mentre tra il 1985 e il 2003 i costi globali del sistema sanitario hanno subito un incremento del 163%, le prestazioni ospedaliere hanno registrano un aumento del 143%. Secondo l'UFS (2005c) l’evoluzione dei costi del settore ospedaliero è da mettere in relazione a quella degli altri 1 Per ulteriori dettagli si veda UFS (2004, 2005c). 7 istituti per le cure di lunga degenza (istituti non ospedalieri) che, durante il periodo 1985-2003, hanno registrato un aumento dei costi superiore alla media del settore sanitario generale. Inoltre, l'evoluzione dei costi del settore ospedaliero è da mettere in relazione alla continua riduzione della durata di degenza negli ospedali. Composizione della spesa sanitaria nel 2003 Come menzionato in precedenza, nel 2003 la spesa sanitaria in Svizzera ammontava a quasi 50 miliardi di franchi. Stando ai dati pubblicati dall’UFS (2005c), dal punto di vista della produzione, i principali fornitori di prestazioni che generano questa spesa sono: gli ospedali (35,5%), i servizi ambulatoriali2 (29,7%) e gli istituti non ospedalieri3 (18%). Il restante 16,8% è ripartito tra il commercio al dettaglio4, gli istituti senza scopo di lucro5, lo Stato e le assicurazioni sociali (costi per la prevenzione e costi amministrativi). Dal punto di vista del consumo, le cure stazionarie (dispensate da ospedali e da istituti non ospedalieri) rappresentano quasi la metà della spesa sanitaria (48%), mentre circa un terzo riguarda le cure ambulatoriali (29%). Il restante 23% è ripartito tra la vendita di medicamenti e apparecchi diagnostici (13%), i servizi ausiliari (3%), la prevenzione (2%) e l’amministrazione (5%). Dal punto di vista del finanziamento, i costi della salute sono finanziati principalmente dalle assicurazioni sociali6 (40%), di cui l’assicurazione malattia di base7 è la voce più importante (33% del totale dei costi della salute). Lo Stato (essenzialmente i Cantoni) copre il 18% dei costi. Una parte importante dei costi è a carico dei privati (franchigia, partecipazione ai costi 2 3 4 5 6 7 Medici, dentisti, fisioterapisti, psicoterapeuti, cure a domicilio, altri servizi paramedici, laboratori di analisi e altri. Case medicalizzate per anziani, istituti per malati cronici e istituti per handicappati fanno parte di questa categoria. Commercio al dettaglio di medicamenti e apparecchi terapeutici. Leghe per la salute (es. Lega contro il cancro). Fanno parte di questa categoria le seguenti assicurazioni obbligatorie: l’assicurazione malattia di base (si veda nota seguente), l’assicurazione contro gli infortuni (AINF), l’assicurazione per l'invalidità (AI), l’assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) e l’assicurazione militare (AM). A differenza dell’assicurazione malattia di base, queste assicurazioni obbligatorie sono finanziate mediante contributi proporzionali al reddito. Per assicurazione malattia di base si intende l’assicurazione a cui sono assoggettati tutti i residenti in Svizzera. Essi, pagando un premio che non dipende né dalla situazione finanziaria né dal rischio individuale, hanno accesso a un pacchetto di prestazioni sanitarie identico su tutto il territorio nazionale e definito dallo Stato centrale. I termini "assicurazione sociale malattia", "assicurazione sociale contro le malattie", "assicurazione malattia obbligatoria", "assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie", "assicurazione di base", "assicurazione obbligatoria" e "assicurazione malattia" sono dei sinonimi di assicurazione malattia di base. 8 delle prestazioni dell'assicurazione malattia obbligatoria e pagamento di prestazioni non coperte da assicurazioni sociali o private) e di altri finanziatori privati8 (33%). Le assicurazioni private9 sopportano circa il 9% dei costi del sistema sanitario. Nel 2003 i costi ospedalieri di 17,7 miliardi di franchi erano finanziati per il 37% dallo Stato (soprattutto i Cantoni), per il 38% dalle assicurazioni sociali, per il 14% dalle assicurazioni private e per il restante 11% dai privati sottoforma di franchigia e di partecipazione alle spese dell’assicurazione malattia. Secondo le statistiche di Santésuisse (2005a), l’associazione mantello degli assicuratori malattia, l’assicurazione sociale malattia nel 2004 ha sopportato costi per 19,2 miliardi di franchi, di cui 4,6 per il settore stazionario ospedaliero10. La tabella seguente mostra le spesa dell’assicurazione sociale malattia dal 2001 al 2004. Tabella 1: Prestazioni lorde totali11 e per assicurato (in fr.) a carico dell'assicurazione sociale malattia, 2001 – 2004 2001 Prestazioni lorde Ospedale stazionario Totale 3'749'061'506 16'578'539'019 2002 per assicurato 514 Prestazioni lorde 3'767'539'221 2'272 17'281'628'140 2003 per assicurato 513 Prestazioni lorde 4'139'879'930 2'354 18'160'609'959 2004 per assicurato 561 Prestazioni lorde per assicurato 4'622'003'247 624 2'462 19'233'247'432 2'595 Fonte: Santésuisse (2005a). Dal 2001 al 2004 le spese sanitarie a carico dell’assicurazione malattia di base sono aumentate di quasi il 16%, mentre quelle per le prestazioni ospedaliere stazionarie del 23,3%. A differenza dell’evoluzione constatata sul più lungo periodo e nel settore sanitario globale, i costi delle prestazioni ospedaliere a carico dell’assicurazione malattia obbligatoria crescono dunque più velocemente della spesa totale. Nel 2004 il 8 9 10 11 Per altri finanziamenti privati si intendono le donazioni. Queste assicurazioni sono facoltative e possono essere delle assicurazioni complementari offerte dalle casse malati o delle altre assicurazioni private. Gli importi riportati in questo paragrafo e nella tabella differiscono leggermente da quelli registrati dall’UFS. Le due statistiche non possono essere paragonate. Gli importi a carico dell’assicurazione sociale malattia contemplano pure la parte a carico del paziente (franchigia e partecipazione ai costi). 9 settore stazionario ospedaliero rappresentava il 23,8% delle spese dell’assicurazione malattia di base. Settore ospedaliero in cifre Secondo le statistiche dell’UFS (2005a), in Svizzera, nel 2003, si contavano 354 ospedali, nei quali erano disponibili 48'837 posti letto12. Considerata la popolazione residente nel 2003 di circa 7,4 milioni di persone, vi sono in media 6,6 letti ogni mille abitanti. Questo dato scende a 5,8 letti se si considerano solo i letti per il settore stazionario (escludendo quindi quelli per il settore semi-stazionario, per i neonati sani, per i non malati e altri letti speciali). La densità dei letti varia da Cantone a Cantone. Ad esempio, il Cantone di Svitto ha un tasso di 2,2 letti ogni 1'000 abitanti, mentre quello di Basilea-Città di 12,7. Una particolarità del sistema ospedaliero elvetico è la presenza di tanti ospedali di piccole dimensioni. L’80% degli ospedali ha infatti meno di 181 posti letto. Secondo uno studio di Crivelli, Filippini e Lunati (2000), la dimensione ottimale dal punto di vista dell’efficienza di scala è di circa 200 letti. Secondo il rapporto, già a partire da 135 letti la dimensione dell’ospedale può essere considerata soddisfacente da questo punto di vista. Tuttavia, in Svizzera, il 70% degli ospedali ha meno di 132 letti: le piccole dimensioni della maggior parte dei nosocomi non permettono quindi di sfruttare le economie di scala. Anche il recente studio di Filippini e Farsi (2004) sull’analisi dell’efficienza e della produttività negli ospedali svizzeri conclude che le economie di scala sono significative negli ospedali con meno di 200 letti. Dall’analisi dell’efficienza di costo a lungo termine, effettuata - mediante una frontiera stocastica dei costi totali sulla base dei dati (relativi al periodo 1998 – 2001) di 156 ospedali acuti emerge pure che l’influenza della gravità dei casi trattati sui costi totali di un ospedale non è significativa. Il fatto che gli ospedali di grande dimensione abbiano costi più elevati è da ricondurre al vasto spettro di specializzazioni e all’attività di formazione e di ricerca che questi ospedali offrono. Da questo studio risulta inoltre che la riduzione della durata di degenza di una giornata permette di abbassare i costi totali del 4%: questo potenziale 12 Il numero di letti si riferisce a 352 ospedali, poiché due strutture non hanno fornito dati al riguardo. 10 risparmio è quindi molto importante soprattutto nei piccoli ospedali che registrano delle durate di degenza particolarmente lunghe. L’analisi dimostra anche che un aumento dei trattamenti ambulatoriali provoca un aumento dei costi totali molto esiguo. L’efficienza di costo può quindi essere aumentata fornendo trattamenti ambulatoriali piuttosto che stazionari (se possibile). Inoltre, l’analisi dimostra che i costi ospedalieri variano da una Cantone all’altro. Queste differenze sono spiegate in parte con le differenti regolamentazioni cantonali. L’analisi dell’efficienza a corto termine, svolta sulla base di una frontiera dei costi variabili, conclude che le differenze di efficienza tra i tipi di ospedale sono dovute principalmente a differenze a livello di spese in capitale. Le cause di inefficienza sono quindi legate a decisioni relative al corto termine piuttosto che a scelte di investimento a lungo termine. Lo studio, infine, rileva che non ci sono differenze significative a livello di efficienza tra gli ospedali pubblici e quelli privati (sovvenzionati e non sovvenzionati). Nonostante il livello di efficienza sia aumentato tra il 1998 e il 2001 in quasi tutti i tipi di ospedali, lo studio sottolinea che la maggior parte degli ospedali potrebbe ancora aumentare il grado di efficienza. Nel 2003 sono state registrate 13'664'217 giornate di cura negli ospedali svizzeri. Il tasso di occupazione dei letti è in media dell’88% e la durata di degenza media di 12,4 giorni. Se si considerano solo gli ospedali per le cure somatiche acute centrali e di base13, escludendo quindi le cliniche psichiatriche, di riabilitazione e altre cliniche specializzate, la durata media di degenza è di 9,2 giorni. Anche per quanto concerne il tasso di occupazione e la durata di degenza ci sono grandi differenze tra i Cantoni. Ad esempio, nel Cantone di Zugo la durata di degenza è di solo 7,1 giorni, mentre nel Cantone di Appenzello Interno è di 22,5 giorni. Stando alle informazioni dell’UFS, dall’anno 2000 la durata media di soggiorno diminuisce annualmente dell’1%. Nel 2003 il tasso di ospedalizzazione per il settore stazionario in Svizzera era di 143,6 ogni 1'000 abitanti. Gli ospedali per le cure somatiche centrali e di base hanno registrato un tasso di ospedalizzazione di 118,3 per 1'000 abitanti. Neuchâtel e Ticino sono i Cantoni caratterizzati dal tasso maggiore (159,8, rispettivamente 148,2 per 1'000 13 Zentrum- und Grundversorgungsspitäler. Questa denominazione deriva dalla classificazione degli ospedali secondo la tipologia dell’UFS (si veda capitolo 4). 11 abitanti), mentre nei Cantoni di Turgovia e Sciaffusa il tasso di ospedalizzazione è il più basso (96,9, rispettivamente 98,7 per 1'000 abitanti). Nel 2003 gli ospedali svizzeri occupavano 123'475,4 persone a tempo pieno, per le quali sono stati spesi 11,9 miliardi di franchi in costi del personale. I costi d’esercizio totali ammontavano a 17,4 miliardi di franchi14. La maggior parte degli ospedali in Svizzera sono pubblici o sovvenzionati dal settore pubblico. Su 354 istituti, poco più di un terzo (134) sono privati e non sono sussidiati dallo Stato. Se si considerano solo gli ospedali per le cure somatiche acute centrali e di base, circa il 75% degli ospedali sono pubblici o sovvenzionati dal settore pubblico. Anche per quanto concerne lo statuto giuridico-economico, ci sono delle grandi disparità tra i Cantoni. Queste cifre mettono in evidenza l’importanza del settore ospedaliero quale fornitore di prestazioni sanitarie, quale datore di lavoro e quale consumatore di risorse economiche. Organizzazione e regolamentazione del settore ospedaliero Dai dati esposti sopra risulta come le differenze tra i Cantoni sono molto forti sia a livello di capacità produttiva che a livello di produzione ospedaliera. Come Crivelli, Filippini e Mosca (2003) hanno rilevato nel loro studio sul federalismo e la spesa sanitaria regionale, queste differenze sono riconducibili principalmente al federalismo. La Costituzione federale definisce infatti la suddivisione dei compiti tra il potere centrale e i poteri locali, attribuendo a ogni livello di governo la facoltà di prelevare delle imposte per finanziare i propri compiti. Nell’ambito sanitario, in Svizzera, il potere centrale ha poche competenze. Una di queste è la definizione delle prestazioni sanitarie che costituiscono il cosiddetto servizio pubblico (ovvero le prestazioni coperte dall’assicurazione malattia obbligatoria). Le competenze maggiori sono detenute dai Cantoni. Essi, infatti, sono responsabili dell’organizzazione e della regolamentazione delle strutture che offrono prestazioni sanitarie. 14 La differenza tra questo dato e quello menzionato in precedenza (17,7 miliardi di franchi) è dovuta a ragioni statistiche. Infatti, le statistiche degli ospedali del 2003 non contemplano i dati di due ospedali. 12 I Cantoni decidono quindi in merito all’organizzazione del proprio settore ospedaliero. Ciò significa che essi stabiliscono chi produce (ospedale pubblico o privato, sussidiato o no), cosa produce (quali prestazioni), come finanziare gli ospedali pubblici nonché se e come finanziare gli ospedali privati. Per sistema di finanziamento si intende il modo in cui il potere locale sostiene finanziariamente l’attività ospedaliera (ad esempio attraverso la copertura del deficit o attraverso lo stanziamento di un contributo globale). I sistemi di finanziamento adottati dai vari Cantoni risultano molto diversi tra loro. I Cantoni decidono inoltre secondo quale sistema tariffale e quale livello delle tariffe i nosocomi possono fatturare le prestazioni all'assicurazione sociale malattia. Anche per quanto concerne i sistemi tariffali esistono delle differenze importanti tra i Cantoni e all'interno dello stesso Cantone. I Cantoni sono anche responsabili della regolamentazione del settore ospedaliero. Regolamentare significa definire delle regole contrattuali tra lo Stato regolatore e l’impresa privata o pubblica di servizi pubblici. Le condizioni contrattuali riguardano principalmente la fissazione delle tariffe di vendita della prestazione ai consumatori, la quantità e la qualità delle prestazioni erogate e le modalità di trasferimento (finanziamento) che lo Stato deve effettuare affinché l’impresa sia incentivata ad accettare il contratto. Gli obiettivi della regolamentazione sono la promozione dell’efficienza economica (ovvero la correzione delle inefficienze di mercato) e la promozione dell’equità. Una regolamentazione efficace e efficiente deve riuscire a fornire all’impresa regolata gli incentivi corretti per evitare forme di inefficienza e deve essere assicurata da autorità che dispongono di determinate caratteristiche di cui ci occuperemo in seguito. 1.2 Obiettivi Dopo un periodo – dagli anni Trenta agli anni Settanta – caratterizzato dalla politica di nazionalizzazione in molti settori economici, a partire dagli anni Settanta si è assistito a dei processi di privatizzazione e di deregolamentazione in vari ambiti, come nel mercato dell’elettricità. La constatazione della presenza di inefficienze nonostante l’intervento statale ha infatti rimesso in questione il ruolo dello Stato. Fino alla fine degli anni 13 Novanta, la tendenza era di privatizzare e di introdurre la concorrenza sui mercati liberalizzati. A partire dall’inizio del 21esimo secolo, in alcuni settori è stata adottata una politica di ri-nazionalizzazione. Lo Stato, secondo la nuova concezione, dovrebbe incoraggiare la concorrenza nei settori in cui è auspicabile e regolamentare in maniera nuova, fornendo gli incentivi corretti all’efficienza, i settori che non possono o non si vuole sottoporre al libero mercato. Attualmente, il settore sanitario rimane in tutte le economie, anche in quelle più liberali, un settore fortemente regolamentato. Al funzionamento del libero mercato si sostituisce l’intervento statale. Questo intervento assume forme e intensità diverse in funzione dell’organizzazione del sistema sanitario. Il primo obiettivo di questo studio è quindi l'analisi sistematica della regolamentazione del settore ospedaliero svizzero. A tal fine analizzeremo i motivi che giustificano l’intervento dello Stato nel settore ospedaliero, le modalità di questo intervento, le autorità incaricate di regolamentare il settore ospedaliero svizzero e le prassi cantonali di regolamentazione. In secondo luogo intendiamo analizzare il ruolo della Sorveglianza dei prezzi quale istituzione regolatrice del settore ospedaliero svizzero (in particolare delle tariffe ospedaliere). Infine, intendiamo formulare una proposta concreta di miglioramento del ruolo della Sorveglianza dei prezzi. 1.3 Metodologia Il metodo utilizzato in questo studio è descrittivo, empirico e pragmatico. La presente tesi ha potuto essere realizzata grazie all'analisi della letteratura scientifica in materia di economia sanitaria e di regolamentazione, nonché di vari studi concernenti aspetti dell'organizzazione e della regolamentazione del settore ospedaliero. L'osservazione critica e l'elaborazione dei dati dell'Ufficio federale di statistica e di Santésuisse sono risultate essenziali per l'esemplificazione pratica dei concetti esposti. Inoltre, l'esperienza acquisita nel corso di sette anni di attività presso la Sorveglianza dei prezzi quale collaboratrice scientifica ha contribuito ad accrescere il mio interesse per queste tematiche, fornendomi nel contempo importanti elementi di giudizio e spunti di riflessione. Infine, i contatti con il Segretariato della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS), con l'Ufficio federale di giustizia e con 14 l'Ufficio federale della sanità pubblica hanno completato il quadro delle informazioni concernenti le prassi dei Cantoni e della Confederazione. 1.4 Struttura del lavoro Il vasto tema della regolamentazione ospedaliera e dell’attività della Sorveglianza dei prezzi sarà trattato in vari capitoli. Dopo l’introduzione (capitolo uno), verranno presentate le ragioni economiche dell’intervento dello Stato nel settore sanitario, in particolare in quello ospedaliero, definendo le modalità di tale intervento (capitolo due). Nel terzo capitolo saranno analizzate le istituzioni di regolamentazione, ovvero in che maniera lo Stato interviene istituzionalmente nel settore ospedaliero. La valutazione delle prassi di regolamentazione nei vari Cantoni sarà oggetto del quarto capitolo. Il quinto capitolo concerne il ruolo della Sorveglianza dei prezzi nel processo di regolamentazione delle tariffe ospedaliere e gli effetti del suo intervento. Nel sesto capitolo, a una breve presentazione dei metodi di benchmarking dei costi seguirà quella del metodo d’analisi delle tariffe ospedaliere attualmente adottato dalla Sorveglianza dei prezzi. Nel settimo capitolo si formuleranno delle proposte di miglioramento degli strumenti a disposizione della Sorveglianza dei prezzi per la determinazione delle tariffe ospedaliere a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. In conclusione, troveranno spazio alcune considerazioni finali e riflessioni personali in merito alle misure necessarie per rendere più efficiente l’intervento dello Stato. 15 2. Giustificazione e modalità d’intervento dello Stato nella sanità e in particolare nel settore ospedaliero Anche nelle economie più liberalizzate come quelle occidentali il settore pubblico interviene nel settore sanitario. Cosa, come e per chi produrre non è quindi deciso esclusivamente dal mercato ma anche dallo Stato, che interviene nel settore sanitario in modo più o meno marcato e secondo modalità diverse a dipendenza del tipo di organizzazione del sistema sanitario stesso. In questo capitolo illustreremo le ragioni e le modalità dell’intervento dello Stato nella sanità in generale e nel settore ospedaliero in particolare. A una riflessione teorica sui motivi della presenza dello Stato in ambito sanitario, valida per tutti i Paesi occidentali, seguirà una presentazione delle modalità d’intervento dello Stato nel settore ospedaliero svizzero. 2.1 Giustificazione economica dell’intervento dello Stato Molti economisti, tra cui anche Folland, Goodman e Stano (2004), Zweifel e Breyer (1997) e Stiglitz (1992), individuano le ragioni dell’intervento pubblico nel fallimento dell’economia di mercato. Il teorema fondamentale dell’economia del benessere sostiene che, se sono rispettate determinate condizioni, il meccanismo di mercato porta ad un’allocazione efficiente delle risorse (ottimo paretiano). Come affermano Samuelson e Nordhaus (2002), ciò significa che "non è possibile riorganizzare la produzione in modo tale da migliorare le condizioni di vita di qualcuno senza peggiorare quelle di altri". Le condizioni per la realizzazione dell’efficienza nel senso di Pareto sono molto restrittive e quasi nessun mercato riesce a soddisfarle pienamente. Infatti, esse prevedono l’esistenza di molti venditori e compratori (ovvero la concorrenza perfetta), prodotti e servizi omogenei, assenza di esternalità positive o negative, perfetta mobilità dei fattori produttivi (quindi assenza di barriere all’entrata e all’uscita) nonché la completa informazione sul mercato (dunque assenza di asimmetria informativa). 16 Un altro presupposto per il buon funzionamento del mercato è lo scambio di beni privati, ovvero prodotti o servizi che presentano le caratteristiche di rivalità nel consumo (il consumo di un bene da parte di un individuo non permette il consumo dello stesso bene da parte di un altro individuo) e di escludibilità (un consumatore può essere escluso dal consumo di un bene se non ne paga il prezzo). I beni pubblici per definizione non hanno queste due proprietà, quindi non possono essere offerti dal sistema di libero mercato o comunque lo sono in quantità insufficiente. Come è stato sottolineato da Samuelson e Nordhaus (2002), il mercato non riesce ad allocare le risorse in modo efficiente ogni qualvolta una di queste condizioni non è rispettata. Le principali cause del fallimento del mercato sono: insufficiente concorrenza, esternalità, prodotto eterogeneo, carenza di informazione e beni pubblici. Verifichiamo brevemente se le condizioni per il buon funzionamento del mercato sono soddisfatte per quanto concerne i mercati sanitari. Il primo presupposto per il raggiungimento dell’efficienza allocativa è la presenza di molti produttori e molti consumatori. Nei mercati sanitari non sempre vi sono molti produttori. Ad esempio, nelle zone periferiche il numero di fornitori di prestazioni (medici, ospedali, ecc.) è limitato. Inoltre la presenza di molti produttori e molti consumatori non garantisce la concorrenza perfetta sul mercato. Come fanno notare Samuelson e Nordhaus (2002), i produttori e i consumatori, infatti, devono essere talmente "piccoli" da non poter influenzare il prezzo di un bene. In un mercato in cui non vi è concorrenza perfetta, le quantità prodotte possono essere troppo basse e i prezzi troppo alti. La concorrenza perfetta può funzionare se non ci sono barriere all’entrata o all’uscita dal mercato. Gli ingenti investimenti necessari per creare un ospedale costituiscono delle barriere sia all’entrata che all’uscita. Altri ostacoli all’entrata sul mercato sono rappresentate ad esempio dalle leggi che regolano l’esercizio delle professioni sanitarie. In concorrenza perfetta l’obiettivo delle imprese è la massimizzazione del profitto. Nel settore sanitario molte prestazioni sanitarie sono invece offerte prevalentemente da 17 organizzazioni non-profit private o pubbliche le quali, evidentemente, non hanno questo scopo. Va inoltre rilevato che i servizi sanitari offerti da ospedali, da medici o da qualsiasi altro professionista sanitario non possono essere considerati dei servizi omogenei. Siamo in presenza di esternalità negative quando un individuo impone un costo ad altri individui ma non li indennizza. Un’esternalità positiva nasce invece quando un individuo apporta agli altri un beneficio senza ottenere un indennizzo. Nel caso in cui esistono delle esternalità, il prezzo che si forma sul mercato non è completo perché non tiene conto dei costi/benefici esterni. Le quantità scambiate sul mercato sono quindi troppo basse nel caso di esternalità positive, e troppo elevate nel caso di esternalità negative. Un esempio di esternalità positiva in sanità è la vaccinazione. Se una persona si vaccina contro l’influenza, la probabilità che altre persone si ammalano diminuisce. Tutti beneficiano dell’azione della persona che si è vaccinata, ma nessuno la indennizza. I mercati sanitari sono inoltre caratterizzati dalla scarsa informazione. I pazienti non sono in grado di fare una diagnosi del proprio stato di salute e non conoscono le possibilità di cura. Si devono quindi rivolgere a un medico con il quale instaurano un rapporto di agenzia. Il paziente in sanità non è sovrano delle proprie scelte. Egli non può o non è in grado di prendere delle decisioni completamente razionali e ottimali. La maggior parte dei prodotti e servizi in ambito sanitario sono dei beni privati. Se una persona va dal medico, il medico non può visitare contemporaneamente un altro paziente. Vi è quindi rivalità nel consumo. Inoltre, un individuo non ottiene i medicamenti in farmacia, se non li paga. Attraverso il meccanismo del prezzo è possibile escludere qualcuno dalla fruizione di un determinato bene. Ma in campo sanitario questo non vale per tutti i beni. La prevenzione e la ricerca sono infatti dei beni pubblici. Siccome non è possibile escludere qualcuno dal consumo di questi beni e non c’è rivalità nel consumo, il mercato non è in grado di offrire questi beni o li può offrire solo in quantità insufficiente dal punto di vista dell’ottimo sociale. 18 I mercati sanitari presentano delle peculiarità che impediscono a questi di funzionare in modo ottimale. L’allocazione delle risorse che ne risulta non è pertanto ottimale: queste distorsioni giustificano l’intervento dello Stato in ambito sanitario. Il settore pubblico risponde quindi alle lacune del mercato con un’azione allocativa volta a migliorare l’efficienza. Come sostengono Samuelson e Nordhaus (2002), anche se tutte queste condizioni fossero rispettate e il mercato rappresentasse la soluzione ideale per un’allocazione efficiente delle risorse, il risultato potrebbe comunque non essere soddisfacente dal punto di vista della distribuzione dei redditi. Alcuni individui potrebbero infatti non disporre delle risorse sufficienti per vivere. Lo Stato interviene quindi per ridistribuire i redditi. Questa azione da parte del settore pubblico è una decisione politica che ha come obiettivo l’equità. Lo Stato corregge gli squilibri regionali e sociali per dare a tutti, anche a chi non dispone dei mezzi, la possibilità di beneficiare di certi servizi il cui consumo è ritenuto dalla collettività particolarmente desiderabile e meritevole. I beni meritori (o di merito), essendo dei beni privati come praticamente tutti i servizi sanitari (ad eccezione della prevenzione e della ricerca), potrebbero essere offerti dal mercato. Ma c’è il rischio che chi non dispone dei mezzi adeguati non possa fruire di questi beni. Lo Stato (o la società), per ragioni di giustizia sociale, stabilisce quindi che a tutti debbano essere garantiti questi beni a un prezzo accessibile. Questi beni costituiscono il servizio pubblico. 2.2 Modalità d'intervento dello Stato Nella sanità lo Stato svolge principalmente due dei tre ruoli tipici del settore pubblico: promuovere l’equità (azione ridistribuiva) e incrementare l’efficienza (azione allocativa). Gli strumenti di cui dispone per compiere i propri compiti sono la spesa pubblica, le imposte, l’attività delle imprese pubbliche e la regolamentazione delle attività private. Il sistema sanitario svizzero è uno dei più complessi al mondo. In questo contesto ci limitiamo a presentare le modalità d'intervento dello Stato nel settore ospedaliero, 19 evidenziando in particolare tre aspetti: la pianificazione, il finanziamento e la regolamentazione delle tariffe ospedaliere. Premettiamo che questa tesi, se non viene espressamente segnalato il contrario, si concentra esclusivamente sul settore ospedaliero stazionario. Dal 1996 è in vigore la legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal)15. Questa legislazione obbliga tutti i residenti in Svizzera a sottoscrivere una copertura assicurativa di base che dà accesso a un catalogo di prestazioni definito su scala nazionale. Con questa normativa federale lo Stato ha voluto garantire un accesso universale alle cure indipendentemente dal reddito e dal rischio. Si può quindi affermare che il sistema sanitario svizzero è equo in senso orizzontale, poiché a parità di bisogni il sistema è in grado di offrire le stesse prestazioni indipendentemente dalle caratteristiche socioeconomiche dei soggetti. In Svizzera le casse malati che offrono la copertura assicurativa di base sono in concorrenza tra loro. I premi per l’assicurazione malattia di base variano quindi in funzione della cassa malati, ma sono però unitari per gli adulti presso la stessa cassa malati e lo stesso Cantone. Essi non dipendono quindi dal rischio, dal reddito o da altri fattori (sesso, età) dell'assicurato. Il fatto che i premi dell’assicurazione sociale malattia non dipendano dal reddito individuale rende il sistema iniquo per quanto concerne il finanziamento. A tal proposito, l’Organizzazione mondiale della sanità considera equo un modello di finanziamento nel quale i contributi chiesti ai vari soggetti non dipendono dal grado di utilizzo dei servizi, ma riflettono la capacità di pagare dei cittadini. Come affermano Crivelli, Filippini e Mosca (2003) "un sistema sanitario è tanto più equo, quanto è maggiore la parte della spesa finanziata in modo progressivo o perlomeno proporzionale al reddito". Come abbiamo illustrato nell’introduzione, circa il 33% della spesa sanitaria è finanziata dall’assicurazione malattia obbligatoria e circa il 42% è finanziata direttamente dai privati (franchigia e partecipazione ai costi) o tramite un’assicurazione privata. Per attenuare l’iniquità nel finanziamento, la LAMal ha previsto l’erogazione di sussidi per le classi sociali meno abbienti: per queste classi il finanziamento dell’assicurazione obbligatoria è dunque leggermente dipendente dalla 15 L'influsso relativamente marginale dello Stato sull'approvvigionamento sanitario per mezzo delle assicurazioni sociali federali (AVS/AI, AM, AINF) non verrà trattato in questa tesi. 20 loro capacità finanziaria, tuttavia il finanziamento del sistema sanitario svizzero resta comunque molto regressivo, come rilevano anche Crivelli, Filippini e Mosca (2003). La LAMal definisce delle regole generali. L’applicazione di queste regole è competenza dei Cantoni. L’organizzazione del sistema ospedaliero e quindi la definizione di quali ospedali sono autorizzati a praticare a carico dell’assicurazione sociale malattia, la scelta di chi produce le prestazioni ospedaliere (produzione pubblica o privata), le modalità di finanziamento degli ospedali e le tariffe che devono essere rimborsate dall’assicurazione sociale malattia sono aspetti che competono alle autorità cantonali. Come vedremo in modo più approfondito nel capitolo 4, i 26 sistemi ospedalieri cantonali risultano molto differenti gli uni dagli altri. In questo capitolo intendiamo illustrare come il Legislatore ha deciso di regolare il settore ospedaliero in Svizzera. Le prestazioni sanitarie definite nel catalogo di prestazioni della LAMal, tra cui anche le cure stazionarie offerte dagli ospedali, costituiscono il servizio pubblico. Lo Stato (Cantone) ha il compito di determinare di quali prestazioni ospedaliere necessita la sua popolazione e di stabilire quali ospedali sono autorizzati a fornire le prestazioni che soddisfano questi bisogni. Lo strumento introdotto dalla LAMal a questo scopo è la pianificazione ospedaliera (art. 39 LAMal). Con questo strumento il settore pubblico non intende raggiungere solo obiettivi di equità (offrire una copertura a tutta la popolazione) ma anche di efficienza economica. Infatti egli intende correggere le inefficienze del mercato, che si potrebbero manifestare in questo settore specifico con un esubero di offerta. La pianificazione ha come obiettivo di ridurre le sovraccapacità e quindi di contenere l’aumento dei costi che ne risulta. L’intervento dello Stato è dunque importante soprattutto in un mercato come quello sanitario, determinato principalmente dall’offerta. Altri due obiettivi importanti che la regolamentazione statale intende raggiungere attraverso la pianificazione ospedaliera sono la garanzia della qualità e il controllo dell’ingresso nel mercato. Questi aspetti sono espressi nelle condizioni necessarie per essere autorizzati a offrire prestazioni LAMal: garantire una sufficiente assistenza medica e una fornitura adeguata di medicamenti, disporre del necessario personale specializzato e di appropriate installazioni mediche (art. 39 cpv. 1 let. a, b e c LAMal). 21 La LAMal non stabilisce chi deve produrre le prestazioni ospedaliere. Nella maggior parte dei Cantoni una gran parte degli ospedali è comunque pubblica. Ve ne sono alcuni, come Ticino o Turgovia, in cui la presenza di cliniche private che operano a carico della LAMal è però molto importante. Il Legislatore esorta le autorità cantonali a considerare adeguatamente gli enti privati nella pianificazione ospedaliera (art. 39, cpv. 1 let. d LAMal). L’intenzione è di introdurre la concorrenza sul mercato. Il meccanismo del finanziamento delle cure ospedaliere è assai complicato in Svizzera. Infatti esso è garantito da diversi agenti: Stato, assicurazione di base, assicurazione complementare e pazienti. Inoltre, la partecipazione dei diversi attori alla copertura dei costi varia in funzione del Cantone, della struttura (ospedale pubblico, ospedale sovvenzionato dall’ente pubblico o ospedale privato), del reparto (comune, semiprivato o privato) e del luogo (Cantone di domicilio o no) in cui è ricoverato il paziente. La legge sull’assicurazione malattie regola il finanziamento delle cure ospedaliere in reparto comune da parte degli assicuratori malattia e degli assicurati. Questi ultimi, in caso di ricovero in un reparto comune di un ospedale del Cantone di domicilio, devono pagare la franchigia e, superata questa, il 10% delle spese delle cure ospedaliere fino ad un massimo di fr. 700 all'anno (per gli adulti), nonché un contributo giornaliero ai costi di degenza ospedaliera di fr. 10 (art. 64 cpv. 2 LAMal e art. 104 cpv. 1 OAMal). Secondo l’art. 49 cpv. 1 LAMal, le casse malati rimborsano al massimo il 50% dei costi fatturabili per le cure stazionarie fornite nel Cantone di domicilio a pazienti assicurati nel reparto comune degli ospedali pubblici o sussidiati dall’ente pubblico. Sono esclusi pertanto i costi per la formazione e ricerca, i costi derivanti da sovraccapacità e i costi d’investimento. I rimanenti costi d’esercizio e i costi di investimento sono assunti dal Cantone. Conformemente alla legge federale sull’adeguamento dei contributi cantonali per le cure stazionarie all’interno dei Cantoni, questi ultimi devono versare i loro contributi ai costi d’esercizio per le cure dispensate a persone con un’assicurazione complementare in un ospedale pubblico o sussidiato dall’ente pubblico (nel 2004 questo contributo era pari al 100% della tariffa rimborsata dall’assicurazione obbligatoria). Se un ospedale privato è incluso nella pianificazione ospedaliera può fornire cure stazionarie a pazienti con l’assicurazione di base e quindi è soggetto alla LAMal. L’assicurazione di base deve assumere al massimo il 100% dei costi fatturabili (costi 22 d’esercizio e costi d’investimento). Sono esclusi i costi per la formazione e la ricerca e i costi legati alle sovraccapacità. Il Cantone non assume i costi non coperti dalle casse malati nel caso di degenze in ospedali privati. Le regole di finanziamento appena esposte non sono valide per i ricoveri in un ospedale situato fuori dal Cantone di domicilio dell'assicurato. Secondo l'art. 41 cpv. 3 LAMal, se per motivi d'ordine medico, il ricovero avviene in un ospedale pubblico o sussidiato dall’ente pubblico situato fuori Cantone, il Cantone di domicilio assume la differenza tra i costi fatturati dall'ospedale in questione e quelli corrispondenti alle tariffe applicabili agli abitanti del Cantone ove si trova il suddetto ospedale. Le modalità con cui lo Stato finanzia gli ospedali pubblici varia da Cantone a Cantone e dipende fortemente dal sistema tariffale (diaria, forfait per caso, DRG16) nonché dalla forma giuridica degli ospedali pubblici (di diritto pubblico o privato). Molti Cantoni sono passati dalla copertura del deficit alla definizione ex-ante (prospettica) di contributi globali. I Cantoni tendono sempre più ad adottare dei sistemi di finanziamento che incentivano i fornitori di prestazioni ad essere più efficienti. Va inoltre segnalato che l’attuale finanziamento del settore ospedaliero non favorisce la concorrenza tra gli ospedali di diversi Cantoni e, all’interno dello stesso Cantone, tra strutture pubbliche e private. L’ultimo aspetto della regolamentazione statale è relativo alle tariffe ospedaliere a carico dell’assicurazione di base. Il Legislatore ha deciso che la rimunerazione delle 16 Il DRG (Diagnosis Related Groups) è un sistema di classificazione dei pazienti in base alla diagnosi. Ogni paziente è attribuito a uno dei circa 500 – 700 gruppi di casi omogenei in merito alla diagnosi. La classificazione del paziente in un gruppo o DRG avviene sulla base della diagnosi principale e secondaria, degli interventi chirurgici e diagnostici, dell’età, del sesso, dello stato alla dimissione e del peso alla nascita (per i neonati). Questo sistema parte dal presupposto che tutti i pazienti di un gruppo DRG sono clinicamente uguali e necessitano di un impegno terapeutico all’incirca equivalente. La classificazione è fatta da un software (grouper). Ogni DRG ha un determinato peso relativo (costweight) che indica l’impegno medio di trattamento per i pazienti di questo gruppo rispetto all’impegno medio di trattamento per tutti i pazienti curati in ospedali acuti svizzeri. In Svizzera è adottato il sistema APDRG (All Patient Diagnosis Related Groups) il quale contempla 641 gruppi. A partire dal 2006 la maggior parte degli ospedali in Svizzera che adottano un sistema tariffale basato sui DRG fatturano secondo la versione 5.1 degli APDRG. A partire dal 2009 tutti gli ospedali acuti in Svizzera fattureranno le loro prestazioni sulla base del sistema G-DRG. Per ulteriori dettagli si veda www.zmt.ch, www.aprdgsuisse.ch e www.swissdrg.org. 23 prestazioni ospedaliere da parte dell'assicurazione sociale malattia avviene secondo tariffe forfettarie (art. 43 cpv. 2 let. c e art. 49 cpv. 1 LAMal) che vengono stabilite su base negoziale. Ai negoziati partecipano gli assicuratori e i fornitori di prestazione. La LAMal prescrive pure che le tariffe devono essere calcolate secondo le regole dell’economia, ovvero secondo i principi dell'economia aziendale generalmente riconosciuti. Inoltre la legge stabilisce che le cure devono essere prodigate a costi convenienti (art. 43 cpv. 6 LAMal). La convenzione tariffale deve essere approvata dal Governo cantonale, il quale deve verificare che l’accordo tariffale è conforme alla legge e ai principi di equità e di economicità17 (art. 46 cpv. 4 LAMal). Se nessuna convenzione può essere stabilita tra le parti, il Governo cantonale, dopo aver sentito gli assicuratori e i fornitori, stabilisce la tariffa. Come vedremo nel capitolo 4, esistono varie forme di sistemi tariffali. Come già sottolineato in precedenza, lo Stato interviene per correggere le insufficienze del mercato. Nel caso delle tariffe ospedaliere, l’obiettivo del settore pubblico è quello di stabilire dei prezzi comparabili a quelli che risulterebbero dall’incontro della domanda e dell’offerta su un mercato perfettamente concorrenziale, ed evitare quindi che le casse malati debbano rimborsare delle tariffe troppo elevate. Questo ruolo giudiziario che il Cantone deve svolgere si scontra però con il suo ruolo esecutivo di gestione e finanziamento degli ospedali pubblici. Quindi, soprattutto per le tariffe di questa categoria di ospedali, lo Stato potrebbe non essere interessato ad approvare o fissare delle tariffe troppo convenienti, ciò che contribuirebbe ad incrementare i costi della salute. Questo possibile conflitto di interesse è attenuato dal fatto che la regolamentazione cantonale delle tariffe è sottoposta a un controllo da parte di un’autorità federale: la Sorveglianza dei prezzi18. Infatti, prima di approvare o fissare una tariffa, l’Esecutivo 17 18 Con principio di economicità si intende sia il rapporto tra le risorse impiegate e il risultato ottenuto (efficienza) che la quantità di prestazioni fornite. In questo senso un fornitore di prestazione non rispetta il principio di economicità se è inefficiente (cioè se per produrre una determinata quantità di prestazioni ha impiegato troppe risorse dal punto di vista dei costi) o se fornisce una quantità di prestazioni non giustificate dal profilo medico (in tedesco si parla di Mengenausweitung). La Sorveglianza dei prezzi è un’autorità della concorrenza incaricata di impedire gli aumenti abusivi dei prezzi e il mantenimento di prezzi abusivi. La sua missione è quella di proteggere il pubblico e le imprese contro i prezzi fissati abusivamente a causa della mancanza di concorrenza. Per ulteriori dettagli si vedano i capitoli 3 e 5 nonché il sito Internet www.mister-prezzi.ch. 24 cantonale deve sottoporla al Sorvegliante dei prezzi, il quale può raccomandare di abbassare la tariffa. Il fatto che sia i Governi cantonali che la Sorveglianza dei prezzi debbano approvare ex-ante i prezzi fa sì che si possa parlare di regolamentazione e non di controllo da parte di un’autorità garante della concorrenza. L’attività di quest’ultima è infatti caratterizzata da interventi ex-post a garanzia della concorrenza. Nei capitoli 3 e 5 ci soffermeremo sul ruolo della Sorveglianza dei prezzi e sulla sua attività in ambito di tariffe ospedaliere. Abbiamo individuato nei fallimenti del mercato la giustificazione dell’intervento dello Stato in sanità: in questo ambito, la regolamentazione statale dovrebbe introdurre gli incentivi corretti per evitare forme di inefficienza. Lo Stato dispone di vari strumenti per correggere le inefficienze del mercato, quali ad esempio, la pianificazione ospedaliera che costituisce uno strumento per eliminare le capacità in esubero. Attraverso la definizione di forme di finanziamento, come il contributo globale, lo Stato può inoltre incitare gli istituti ospedalieri a operare in maniera più efficiente. Infine, esercitando una pressione sul livello delle tariffe e proponendo dei sistemi tariffali che rendono difficile un eventuale sovraconsumo di prestazioni (come ad esempio il forfait per caso anziché la diaria) è possibile stimolare le strutture ospedaliere ad assumere comportamenti più responsabili e più attenti alle conseguenze economiche in termini di costi della loro attività. Ma anche l’economia pubblica può fallire. Infatti, come ha rilevato Stiglitz (1992), i problemi dei mercati incompleti e delle imperfezioni informative esistono anche nel settore pubblico. A questo proposito, l’esplosione dei costi sanitari pone seri interrogativi sull’efficacia dell’intervento dello Stato. Secondo la letteratura specifica in materia di regolamentazione, esistono vari metodi di regolamentazione delle tariffe incentivanti. Ad esempio sia Joskow (2005) che Viscusi, Harrington e Vernon (2005) menzionano quali meccanismi di regolamentazione incentivanti il prezzo fisso stabilito ex-ante o il price cap. In base a questo sistema viene fissato un prezzo iniziale massimo consentito del servizio che è inferiore a quello praticato dal monopolio. Questo prezzo viene poi adeguato all’evoluzione del tasso di variazione dell’indice dei prezzi al consumo, del tasso di variazione della produttività e del tasso di variazione dei costi dovuto a fattori esogeni. Tale meccanismo ha il vantaggio di fornire incentivi alla riduzione dei costi, ma rischia di non eliminare la 25 rendita del monopolista qualora i prezzi fissati siano troppo elevati in ragione dell’eventuale scarsa informazione sui costi dell’impresa regolamentata a disposizione del regolatore. Inoltre, questo meccanismo disincentiva l’impresa a curare la qualità del servizio offerto. Infine vi sono delle incertezze riguardo ai parametri sui quali si basa la formula per la fissazione del prezzo. Un altro metodo di regolamentazione che Joskow (2005) classifica tra i metodi di regolamentazione incentivanti è la fissazione del prezzo al livello del costo medio dell’impresa regolamentata ("cost of service"). L’autore stesso ammette che questo metodo non incentiva il contenimento dei costi. A tale conclusione giungono pure Filippini, Farsi e Fetz (2005). Tuttavia, come sostiene Joskow (2005), tale metodo ha il merito di eliminare la rendita del monopolista. Si tratta di un sistema che presuppone la conoscenza dei costi da parte del regolatore. Un meccanismo che si situa tra questi due estremi, pure menzionato da Viscusi, Harrington e Vernon (2005) quale metodo di regolamentazione incentivante, è la ripartizione dei profitti ("earnings sharing"). Secondo questo sistema una parte del prezzo che può fatturare l’impresa regolamentata è fisso e determinato ex-ante, mentre un’altra parte dipende dai costi conseguiti. L’incentivo dell’impresa regolamentata a ridurre i costi e ad assumere comportamenti che aumentano l’efficienza risulta quindi dalla possibilità di ritenere una parte degli utili che ha realizzato. L’ultimo metodo di regolamentazione incentivante, menzionato sia da Joskow (2005) sia da Viscusi, Harrington e Vernon (2005), che intendiamo presentare in questa sede è la "yardstick regulation". Secondo questo metodo le tariffe sono fissate sulla base dei costi di altre imprese comparabili: l’impresa è così incentivata a contenere i propri costi. Tuttavia, anche in questo caso, l’applicazione del metodo non è sempre semplice in ragione delle informazioni di cui dispone il regolatore in merito al livello di efficienza di costi raggiunto dall’impresa regolamentata. Un possibile strumento per ovviare a questo problema potrebbe essere la stima econometrica di una funzione dei costi. Inoltre, il regolatore deve definire in che misura correggere la tariffa in funzione dei costi dell’impresa o delle imprese comparabili. 26 Attualmente tutti i Cantoni adottano un metodo di regolamentazione che consiste nel fissare le tariffe sulla base dei costi medi realizzati. Questo sistema permette di ridurre la rendita del monopolista ma non fornisce incentivi al contenimento dei costi. Alcuni Cantoni hanno introdotto delle forme "light" di "yardstick regulation". Questo sistema potrebbe effettivamente indurre gli ospedali a ridurre i propri costi. La Sorveglianza dei prezzi, come vedremo in seguito (capitolo 6), adotta entrambi i metodi. In un primo tempo, essa determina i costi medi dell’ospedale in esame, in seguito valuta il risultato ottenuto sulla base dei costi di altri ospedali comparabili. Nel definire ed implementare un sistema di regolamentazione, lo Stato deve affrontare due decisioni: 1) definire quale tipo di strumento di regolamentazione impiegare; 2) definire l’istituzione che deve assumersi la responsabilità di regolamentazione. Si tratta di due scelte fondamentali che possono influenzare in modo determinante il grado di efficacia raggiunto dall’intervento dello Stato. Nel prossimo capitolo saranno discusse le caratteristiche che dovrebbe avere un’istituzione di regolamentazione in modo da poter essere efficace. 27 3. Istituzioni di regolamentazione In questo capitolo intendiamo presentare come lo Stato potrebbe intervenire istituzionalmente, e quali istituzioni, nella pratica, sono incaricate della regolamentazione del settore ospedaliero. 3.1 Definizione e caratteristiche delle istituzioni regolatrici Prima di presentare le possibili istituzioni di regolamentazione che uno Stato può definire19, occorre distinguere tra regolamentazione economica e regolamentazione sociale. Come indicano Samuelson e Nordhaus (2002), la regolamentazione economica si preoccupa di controllare ex-ante i prezzi, le condizioni di ingresso e di uscita dal mercato nonché la qualità del servizio prestato da una particolare industria. La regolamentazione sociale si prefigge per contro di tutelare l’ambiente, la salute e la sicurezza di lavoratori e consumatori. La regolamentazione economica mira a correggere i risultati del mercato monopolistico o le distorsioni della concorrenza imperfetta, mentre con la regolamentazione sociale si vogliono correggere le esternalità e i problemi derivanti dall'informazione imperfetta. In generale, non sono le stesse organizzazioni ad occuparsi della regolamentazione economica e di quella sociale. In questo contesto ci limitiamo quindi a presentare le istituzioni responsabili della regolamentazione economica. I Ministeri o i Governi e le agenzie regolatrici indipendenti sono le possibili istituzioni che dispongono di potere decisionale in materia. Vi sono poi organizzazioni, come le agenzie ministeriali o le agenzie consultive indipendenti, che non prendono decisioni ma svolgono un ruolo di appoggio alle istituzioni di regolamentazione. Le autorità della concorrenza, benché spesso classificate tra le autorità di regolamentazione, non sono da considerarsi vere e proprie istituzioni responsabili della regolamentazione economica, in quanto la loro 19 Per una discussione più approfondita sul tema delle varie forme istituzionali che possono essere adottate nella regolamentazione di imprese si veda OECD/IEA (2001). 28 funzione principale è di garantire e rinforzare la concorrenza sui mercati20 e non quella di definire ex-ante i vari aspetti della regolamentazione economica (prezzi, condizioni di entrata e uscita dal mercato, qualità). In Svizzera le autorità della concorrenza sono la Commissione federale della concorrenza e la Sorveglianza dei prezzi. Mentre la prima non è considerata una vera e propria istituzione regolatrice21, la seconda lo è in quanto interviene ex-ante nel processo di regolamentazione del settore ospedaliero, come illustreremo in seguito. All’esposizione dei quattro modelli di istituzioni regolatrici seguirà la presentazione delle caratteristiche di cui queste istituzioni dovrebbero disporre per assicurare un’efficace ed efficiente attività di regolamentazione. Modello 1: Ministero o Governo In questo caso, il Governo o una parte di esso (Ministero) è incaricato della regolamentazione di un determinato settore. In Svizzera, ad esempio, i Governi cantonali decidono in merito alle tariffe ospedaliere a carico dell'assicurazione di base. Modello 2: agenzie ministeriali In alcuni Paesi sono state istituite agenzie ministeriali legate al Ministero. In generale, queste istituzioni dispongono di un proprio budget, sono gestite in modo autonomo e operano all'interno di un proprio quadro legale. Esse sono però subordinate al Ministero. Modello 3: agenzie regolatrici indipendenti Queste agenzie sono organizzazioni pubbliche che regolamentano certi aspetti di un'industria, ad esempio i prezzi per i consumatori. Esse possono avere anche un potere giudiziario e infliggere multe ai partecipanti dell'industria, se questi non rispettano le 20 21 A tal fine le autorità di concorrenza agiscono proibendo i cartelli, l’abuso di posizioni dominanti o altri comportamenti che impediscono la concorrenza. Inoltre, esse prevengono le fusioni e le acquisizioni che potrebbero nuocere alla concorrenza sul mercato. L’unica funzione attualmente assunta dalla Commissione federale della concorrenza nell’ambito sanitario (settore delle assicurazioni complementari) è di vegliare a che le casse malati non assumano dei comportamenti collusivi per negoziare delle tariffe più basse per i ricoveri nel reparto privato e semiprivato. 29 regole. Alcune ricevono un mandato esplicito di protezione dei consumatori e di regolamentazione dell'entrata e dell'uscita dal mercato attraverso l'attribuzione di licenze. In generale, tali agenzie sono incaricate dell'implementazione delle regole fissate dal Governo; a loro è comunque garantita l’indipendenza politica e amministrativa. Nel settore sanitario svizzero non esiste questo tipo di istituzione. Modello 4: agenzie consultive indipendenti Queste agenzie sono indipendenti dal Ministero. Esse operano in modo autonomo e hanno un ruolo consultivo in merito a diversi aspetti della regolamentazione. Affinché le istituzioni possano regolamentare in modo efficace ed efficiente, è necessario che esse possiedano le seguenti caratteristiche: 1) indipendenza dai gruppi d’interesse, 2) indipendenza dalla "vita" politica, 3) risorse finanziarie e di capitale umano adeguate, 4) strumenti giudiziari adeguati. 1) Indipendenza dai gruppi d’interesse Le parti regolate non devono influire sulle decisioni di regolamentazione. In altre parole, i regolatori non devono essere "catturati" dagli interessi dei partecipanti dell’industria. In realtà, molto spesso vi sono dei fenomeni di "cattura"22, in parte dovuti all’asimmetria informativa. Infatti, le imprese regolamentate dispongono di maggiori informazioni su costi e tecnologia rispetto ai regolatori, ciò che impedisce a questi ultimi di fissare dei prezzi corretti. Lo studio dell’OECD/IEA (2001) indica che, per evitare la "cattura", i regolatori non devono intrattenere relazioni con le parti regolate durante e dopo il loro incarico. Un’altra misura per garantire l’indipendenza dai gruppi d’interesse è la proibizione degli interessi finanziari o professionali dei regolatori nell’industria. Infine, le norme procedurali che garantiscono la trasparenza del meccanismo decisionale e limitano il potere discrezionale dei regolatori dovrebbero contribuire a rinforzare l’indipendenza. 22 Come indicano Viscusi, Harrington e Vernon (2005) nonché Samuelson e Nordhaus (2002), la "teoria della cattura" è stata sviluppata da George J. Stigler. A tal proposito si veda Stigler, G.J. (1971). 30 2) Indipendenza dalla "vita" politica Per indipendenza dalla "vita" politica, si intende il fatto che i regolatori non dovrebbero subire l'influenza della politica a corto termine. Secondo lo studio dell’OECD/IEA (2001) questo tipo di indipendenza può essere garantito mediante dei mandati irrevocabili oppure mediante altre misure quali un budget separato, l'autonomia nella gestione delle risorse umane e dei salari nonché la nomina non rinnovabile. L'importanza dell'indipendenza politica dipende dal potere di regolamentazione dell'istituzione. Se quest'ultima ha un ampio potere, l'indipendenza politica ha implicazioni importanti per la regolamentazione del quadro e della struttura dell'industria, mentre se l'istituzione si occupa di questioni tecniche o ha un potere consultivo, l'indipendenza politica è meno importante. Gli obiettivi dell'indipendenza politica sono tre. In primo luogo, ridurre l'influenza delle pressioni politiche a corto termine sulla regolamentazione. Secondariamente, rinforzare l'indipendenza dei regolatori dai gruppi d'interesse. Quale terzo punto, se lo Stato è proprietario delle imprese regolate, l'indipendenza politica è necessaria per evitare i conflitti d'interesse tra lo Stato proprietario e lo Stato regolatore. Nella pratica è però difficile raggiungere l'indipendenza politica. In un sistema democratico, il Parlamento, eletto dal popolo, detiene il potere legislativo. Quindi, anche se il regolatore è politicamente indipendente, la regolamentazione è sempre soggetta al controllo politico. Inoltre, i regolatori sono nominati da istituzioni politiche (di solito dal Parlamento), le quali riflettono le loro preferenze nella scelta dei regolatori. Infine la garanzia dell'indipendenza politica richiede la costituzione di organizzazioni separate. Ciò implica dei costi, e può creare problemi a lungo termine dovuti alla tendenza dell'organizzazione a crescere e a perpetuare se stessa. L'indipendenza dalle pressioni della politica favorisce una regolamentazione efficace e efficiente. Non è però strettamente necessario né possibile evitare un certo controllo politico sulle strutture regolatrici. 31 3) Risorse finanziarie e di capitale umano adeguate Come rilevato dallo studio dell’OECD/IEA (2001), le autorità di regolamentazione devono disporre di adeguate risorse finanziarie e di capitale umano per svolgere efficacemente i propri compiti. In generale, le istituzioni regolatrici dispongono di un proprio budget approvato dal Parlamento o dal Governo: ciò permette loro di operare con una certa indipendenza. Il budget è alimentato dalla fiscalità generale o da tasse specifiche imposte ai partecipanti dell’industria. Se le risorse finanziarie messe a disposizione dell’autorità di regolamentazione sono insufficienti, essa non potrà svolgere adeguatamente i propri compiti. Se invece le risorse finanziarie accordate risultano essere eccessive, l’autorità di regolamentazione rischia di non più concentrarsi unicamente sui propri obiettivi e quindi di utilizzare in maniera poco efficiente delle preziose risorse. Le istituzioni regolatrici devono inoltre disporre di risorse umane adeguate in termini di effettivi, di competenze e di specializzazione come menziona Joskow (2005). Lo studio dell’OECD(IEA (2001) sottolinea che, oltre alle competenze tecniche, i regolatori devono anche dare prova di integrità, essere in grado di valutare oggettivamente e avere tenacia per resistere alle pressioni. 4) Strumenti giuridici adeguati Gli strumenti giuridici di cui dispone l’autorità di regolamentazione sono determinati dal quadro legale entro il quale si svolge il processo di regolamentazione. Questi strumenti riguardano sia la facoltà di imporre all'impresa regolamentata l'obbligo di fornire le informazioni utili alla regolamentazione, sia la facoltà di imporre e di far rispettare all'impresa regolamentata la decisione del regolatore. Mentre ogni istituzione regolatrice, sia essa decisionale o di appoggio, dovrebbe disporre della facoltà di imporre all'impresa regolamentata l'obbligo di fornire le informazioni utili, la facoltà di imporre e di far rispettare la decisione del regolatore è riservata alle istituzioni regolatrici che hanno un potere decisionale, quali quelle presentate nei modelli 1 (Ministero o Governo) e 3 (agenzia regolatrice indipendente). Le istituzioni di appoggio al regolatore possono ovviamente esercitare unicamente un potere consultivo nei 32 confronti del regolatore, che poi decide in merito ai vari aspetti della regolamentazione economica. Affinché la regolamentazione sia efficace, è necessario che il regolatore possa esercitare un potere decisionale, e che questo tenga debitamente conto del parere espresso dall'istituzione di appoggio (se il sistema ne comprende una). Come rilevano Viscusi, Harrington e Vernon (2005), ogni sistema di regolamentazione prevede la facoltà di ricorso contro la decisione del regolatore. Secondo lo studio dell’OECD/IEA (2001), i motivi per ricorrere dovrebbero essere limitati a errori sui fatti o a errori formali. Ciò dovrebbe far sì che l’autorità giudiziaria non ribalti il giudizio del regolatore. Infine, sarebbe opportuno che l'istituzione regolatrice possa esercitare un potere giudiziario in caso di mancato rispetto delle regole stabilite da parte dei partecipanti dell'industria. 3.2 Regolatori del settore ospedaliero Prima di presentare l’organizzazione della regolamentazione del settore ospedaliero, si impongono due premesse: - parlando di settore ospedaliero ci riferiamo esclusivamente al settore stazionario degli ospedali e alle prestazioni a carico dell'assicurazione sociale malattia; - per regolamentazione intendiamo la regolamentazione economica. Come illustrato in precedenza, la regolamentazione si preoccupa di controllare le condizioni di entrata e uscita dal mercato, i prezzi e la qualità del servizio prestato dagli ospedali. Quali istituzioni in Svizzera sono responsabili di questi aspetti? Il Parlamento svizzero ha varato nel marzo 1994 la legge federale sull'assicurazione malattie (LAMal) che è stata accettata dal popolo nel dicembre 1994. La LAMal, in vigore dal 1996, disciplina l'assicurazione sociale contro le malattie. Pur trattandosi di una legge sull'assicurazione e non di una legge sanitaria, essa fissa dei principi generali relativi ai vari aspetti della regolamentazione ai quali tutti i Cantoni devono attenersi. Le maggiori competenze in ambito ospedaliero spettano comunque ai Cantoni. Infatti, la Confederazione stabilisce le regole generali, ma sono le autorità cantonali che 33 determinano come applicarle concretamente. Esse sono responsabili della concessione agli ospedali delle autorizzazioni a praticare a carico dell'assicurazione sociale malattia e della determinazione delle tariffe rimborsate dalle casse malati. In merito alla garanzia della qualità delle prestazioni fornite, le maggiori competenze spettano al Consiglio federale, il quale le ha però delegate alle associazioni professionali e agli assicuratori. Dopo aver analizzato le varie forme istituzionali che può assumere un ente di regolamentazione, può essere interessante caratterizzare la situazione attualmente esistente nel settore ospedaliero svizzero. Dapprima descriveremo il sistema, e in seguito indicheremo il modello adottato. Condizioni d'ingresso e di uscita dal mercato Le condizioni di entrata e di uscita dal mercato sono concretizzate mediante la determinazione della pianificazione ospedaliera cantonale e la lista degli ospedali. Come sottolinea Rüefli (2005), nella maggior parte dei Cantoni il Governo cantonale decide quali strutture possono fornire prestazioni a carico dell’assicurazione sociale malattia. Nei Cantoni di Appenzello Interno, Berna, Giura, Lucerna e Ticino, questo compito è svolto dal Parlamento cantonale. Le decisioni prese dal Parlamento sono sovente più contrastate poiché maggiormente sottoposte all’influenza dei gruppi d’interesse. Il numero di attori coinvolti nel processo di pianificazione (ospedali pubblici o privati, casse malati, medici, Parlamento cantonale, Comuni e altri Cantoni) e il loro ruolo (attivo o passivo) varia da Cantone a Cantone. In ogni Cantone, comunque, le casse malati e gli ospedali pubblici partecipano all’elaborazione della pianificazione ospedaliera in modo attivo oppure fornendo una presa di posizione. Tariffe LAMal La LAMal ha instaurato il primato delle negoziazioni. Ciò significa che assicuratori e fornitori di prestazioni conducono trattative al fine di stabilire quali tariffe devono essere fatturate alle casse malati. Le tariffe concordate vengono sottoposte al Governo cantonale per l’approvazione. Se i negoziati falliscono, l’Esecutivo cantonale stabilisce le tariffe. La competenza in ambito di tariffe spetta quindi al Governo cantonale, ovvero 34 all’istituzione regolatrice presentata nel primo modello esposto in precedenza. Nonostante la decisione spetti al Governo cantonale, essa è basata sulle analisi svolte da un dipartimento o da un ufficio dell’Amministrazione cantonale preposto a tal fine, quindi dall’istituzione regolatrice presentata nel secondo modello (agenzia ministeriale). In generale, questo ufficio è incaricato di esaminare le tariffe risultanti dalle negoziazioni avvenute tra le parti o, in caso di fallimento delle stesse, di analizzare le proposte tariffali delle parti ed eventualmente di formulare una proposta alternativa. In seguito a tale analisi, l'agenzia ministeriale consulta un'agenzia consultiva indipendente (modello 4): la Sorveglianza dei prezzi (il cui ruolo verrà descritto in seguito). Infine, sentito il parere del Sorvegliante dei prezzi, l’ufficio cantonale sottopone una proposta al Governo cantonale, che emana una decisione in merito alle tariffe da applicare. Il Governo cantonale (o l’ufficio cantonale preposto) deve esaminare se la convenzione tariffale è conforme alla legge e ai principi di equità ed economicità. A tal fine essa dispone di vari metodi di regolamentazione: regolamentazione diretta delle tariffe (costo medio), metodo del price cap e "yardstick regulation" (benchmarking). Finora, nel settore ospedaliero è stato applicato soprattutto il primo dei tre metodi elencati. L’obiettivo della regolamentazione diretta delle tariffe è quello di limitare la rendita del monopolista fissando un prezzo che corrisponde al costo medio. La difficoltà risiede nel fatto di conoscere i costi esatti del settore LAMal, poiché la maggior parte delle strutture non dispone di una contabilità analitica per unità finali d’imputazioni. In assenza di tale trasparenza dei costi, peraltro richiesta dalla LAMal, è difficile stabilire quale sia la tariffa corretta. Alcuni Cantoni hanno introdotto una forma embrionale di "yardstick regulation": la tariffa di una struttura viene definita in base ai costi di altre strutture analoghe efficienti. Questo tipo di regolamentazione è stato adottato solo per gli ospedali pubblici, per i quali il Cantone dispone di informazioni sul livello di efficienza di costo raggiunto dalle imprese regolamentate. Altre difficoltà riscontrate nell’applicazione di questo strumento sono costituite dalla ricerca di strutture comparabili e dalla definizione di un metro di misura. Qualità delle prestazioni Secondo l'art. 58 LAMal, il Consiglio federale, quindi l'istituzione regolatrice presentata nel primo modello, è responsabile della garanzia della qualità delle prestazioni. Il 35 Consiglio federale, però, ha delegato queste competenze alle associazioni professionali e agli assicuratori. Infatti, secondo l'art. 77 cpv.1 OAMal, i fornitori di prestazioni o le loro organizzazioni (ad esempio l’associazione degli ospedali H+) devono elaborare concetti e programmi in materia di qualità delle prestazioni e di promozione della qualità. Le modalità d’esecuzione (controllo dell'osservanza, conseguenze dell'inosservanza, finanziamento) possono essere regolate in convenzioni tariffali o in convenzioni particolari. Queste ultime non devono essere approvate dalle autorità cantonali. Le convenzioni tariffali, invece, devono essere approvate dai Governi cantonali. Nonostante l'approvazione da parte degli Esecutivi cantonali, questi ultimi non sono considerati i regolatori degli aspetti relativi alla qualità delle prestazioni. Questo non impedisce però ai Cantoni di assumere un ruolo attivo nella garanzia della qualità. Infatti, certi Cantoni hanno definito degli indicatori per la misura della qualità delle prestazioni fornite dagli ospedali pubblici o sovvenzionati dal potere pubblico. Secondo l'art. 77 cpv. 2 OAMal, le disposizioni convenzionate devono essere comunicate all'UFSP. Secondo le informazioni fornite dal signor Langenegger, capo della Sezione garanzia della qualità presso l'UFSP, questo ufficio svolge un ruolo di catalizzatore: esso cerca di incitare le parti a concludere degli accordi relativi alla garanzia della qualità. Secondo l'art. 77 cpv. 3 OAMal, nei campi per i quali non si è potuto stipulare alcuna convenzione oppure laddove la convenzione non corrisponde ai requisiti di cui all'art. 77 cpv. 1 OAMal, il Consiglio federale emana le necessarie disposizioni dopo aver sentito le parti interessate. Finora, l'Esecutivo federale non ha però mai fatto uso di questo diritto. H+ e Santésuisse, invece, hanno definito alla fine del 1997 una convenzione quadro concernente il management della qualità che è stata riconosciuta dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (oggi UFSP) come contratto sulla garanzia della qualità ai sensi della legge23. Questa convenzione quadro definisce però unicamente i principi generali sui quali si fonda il concetto di qualità e indica come deve essere interpretato il concetto di miglioramento continuo della qualità. Una perizia eseguita nel 1999 dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali ha stabilito che le misure intraprese per garantire la qualità delle cure previste dall'art. 77 OAMal non soddisfano le esigenze della legge. Pertanto, con una mozione del 2004 (Mozione 23 Per ulteriori dettagli sulla convenzione quadro del 1997 si veda il sito Internet www.kiq.ch della società denominata "Servizio nazionale di coordinamento e d’informazione per la promozione della qualità H+/Santésuisse (CIQ)". 36 04.3624), la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale ha chiesto al Consiglio federale di delegare alla Confederazione la responsabilità della garanzia della qualità e della sicurezza dei pazienti. In seguito a questa mozione, il Consiglio federale assume ora le competenze che aveva delegato precedentemente alle associazioni professionali e agli assicuratori. Infatti, secondo la mozione, l'Esecutivo federale è incaricato di controllare, regolamentare e coordinare la garanzia della qualità e la sicurezza dei pazienti nel trattamento medico, conformemente all'art. 58 LAMal. Il Consiglio federale dovrebbe quindi definire le prescrizioni concrete in materia di garanzia della qualità coinvolgendo le varie cerchie interessate (Confederazione, Cantoni, fornitori di prestazioni, assicuratori malattia e organizzazioni dei pazienti). Nonostante le autorità cantonali dispongano delle maggiori competenze in ambito di regolamentazione, il loro potere decisionale non è assoluto. Infatti, contro le decisioni dei Cantoni in merito alla pianificazione e alle tariffe può essere interposto ricorso al Consiglio federale24. Dall’introduzione della LAMal fino al 2005, l’Esecutivo federale ha emanato 117 decisioni sui ricorsi concernenti la pianificazione e la lista ospedaliera nonché 86 decisioni sui ricorsi in materia di tariffe per il settore stazionario degli ospedali secondo le informazioni dell’Ufficio federale di giustizia. La LAMal ha attribuito competenze in ambito di regolamentazione delle tariffe anche a un’altra istituzione: l’Ufficio federale della Sorveglianza dei prezzi. Prima di approvare o fissare una tariffa, l’Esecutivo cantonale deve infatti sottoporla al Sorvegliante dei prezzi, il quale, dopo aver analizzato la tariffa, invia una raccomandazione al Governo. Quest’ultimo deve confrontarsi con la presa di posizione del Sorvegliante dei prezzi e pubblicarne il contenuto. Qualora il Governo, nella sua decisione, si scostasse dalla posizione della Sorveglianza dei prezzi, dovrebbe spiegarne pubblicamente i motivi. Se il Governo decide in merito alle tariffe senza aver consultato preventivamente la Sorveglianza dei prezzi commette un errore formale. Il ruolo della Sorveglianza dei prezzi è comparabile a quello di un’agenzia consultiva indipendente presentata nel modello quattro. Nonostante le sue raccomandazioni non siano inderogabili, il ruolo svolto dalla Sorveglianza dei prezzi in ambito tariffale è molto importante. Come hanno 24 Dal 1° gennaio 2007 questa competenza spetterà al Tribunale amministrativo federale. 37 messo in evidenza Hammer et al. (2000) in uno studio sugli effetti della LAMal commissionato dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (oggi UFSP), la Sorveglianza dei prezzi ha infatti sviluppato un metodo uniforme di calcolo delle tariffe che è stato difeso dal Consiglio federale in numerose decisioni in merito a ricorsi. Inoltre, molti Cantoni hanno seguito le raccomandazioni della Sorveglianza dei prezzi. Alla luce di quanto esposto, possiamo ora caratterizzare il modello adottato nel settore ospedaliero svizzero (per quanto concerne le tariffe ospedaliere25). Il modello impiegato è costituito da tre istituzioni: Governo (modello 1), agenzia ministeriale (modello 2) e agenzia consultiva indipendente (modello 4). Mentre la prima istituzione ha potere decisionale, le altre due svolgono un ruolo di appoggio a beneficio della prima. L’agenzia ministeriale (ad es. l’ufficio cantonale che analizza le tariffe ospedaliere) gode in generale di una certa libertà nello svolgimento dei propri compiti; essa non è tuttavia indipendente dal Governo e non ha potere decisionale, bensì consultivo. L’agenzia consultiva indipendente (la Sorveglianza dei prezzi) è indipendente dal Governo che decide in merito alle tariffe. Infatti, essa si situa a livello federale, mentre l’autorità che decide è a livello cantonale. Questa agenzia può esercitare solo un potere consultivo nei confronti del Governo che decide. La figura seguente illustra le relazioni tra le tre istituzioni. La freccia semplice indica il flusso di informazioni, mentre la freccia "doppia" indica la presa di posizione all’intenzione dell’autorità che decide. 25 Questo modello non è valido né per la pianificazione ospedaliera né per la qualità delle prestazioni. In merito a questi aspetti, ad esempio, la Sorveglianza dei prezzi non interviene. Inoltre, come abbiamo già menzionato, in alcuni Cantoni la pianificazione ospedaliera è di competenza del Parlamento. 38 Figura 1: Modello delle istituzioni regolatrici del settore ospedaliero svizzero Governo cantonale Sorveglianza dei prezzi Ufficio cantonale E' opportuno analizzare tale modello tenendo conto delle quattro caratteristiche necessarie per una regolamentazione efficace ed efficiente. 1) Indipendenza dai gruppi d’interesse Sulla base delle informazioni di cui disponiamo, è difficile valutare se i regolatori sono completamente indipendenti dai gruppi d'interesse. Laddove il Parlamento partecipa alle discussioni relative alle tariffe ospedaliere, l'indipendenza dai gruppi d'interesse rischia di non essere garantita. Infatti, i deputati possono rappresentare gli interessi degli ospedali, ciò che pregiudica la presa di decisioni oggettive e indipendenti dagli interessi delle aziende regolamentate da parte del Governo. In merito alla Sorveglianza dei prezzi, si potrebbe supporre che – trattandosi di un'istituzione di appoggio a un altro regolatore – essa non subisca le pressioni dei gruppi di interesse. Nella pratica, la situazione si presenta però diversamente. Ad esempio, vi sono stati casi in cui Cantoni o fornitori di prestazioni hanno richiesto dei preavvisi alla Sorveglianza dei prezzi prima della conclusione delle trattative tariffali, nonostante l'intervento di quest'istituzione sia previsto unicamente a negoziati conclusi. Pressioni sono state esercitate anche dalle associazioni dei fornitori di prestazioni o degli assicuratori malattia. In tutte queste situazioni, la Sorveglianza dei prezzi ha 39 comunque mantenuto la propria autonomia di giudizio, condizione irrinunciabile per il corretto adempimento del proprio mandato. 2) Indipendenza dalla "vita" politica I Governi cantonali approvano o fissano le tariffe ospedaliere. I Cantoni, alla luce del duplice ruolo di proprietari e regolatori, potrebbero non avere interesse a fissare delle tariffe a carico dell’assicurazione sociale malattia ai costi più vantaggiosi, come richiesto dalla LAMal, poiché devono finanziare la parte scoperta. Questo conflitto d’interesse è però attenuato dall’obbligo di sottoporre le tariffe alla Sorveglianza dei prezzi e dalla minaccia di ricorso al Consiglio federale da parte delle casse malati. Un altro contributo all’attenuazione di questo conflitto proviene dalle nuove forme giuridiche degli ospedali. Infatti, in pochi Cantoni gli ospedali pubblici appartengono direttamente all’Amministrazione cantonale. Negli ultimi anni molti ospedali pubblici sono infatti diventati organizzazioni indipendenti di diritto pubblico. Questa evoluzione è accompagnata da un nuovo tipo di rapporto tra Cantone e strutture ospedaliere, che si concretizza nel contratto di prestazioni e quindi anche in nuove forme di finanziamento degli ospedali, quale ad esempio il contributo globale. In questo caso, anziché coprire ex-post il deficit degli ospedali, il Cantone stabilisce il contributo massimo da versare agli ospedali per le prestazioni definite nel contratto di prestazioni. Il Sorvegliante dei prezzi, pur essendo designato dal mondo politico, non è sottoposto alle pressioni politiche come potrebbero esserlo le autorità cantonali. Il fatto che l'istituzione della Sorveglianza dei prezzi si situa a livello federale, la "protegge" dalle influenze dirette della politica cantonale. 3) Risorse finanziarie e di capitale umano adeguate Purtroppo non disponiamo di sufficienti informazioni per valutare se i Governi cantonali e le agenzie ministeriali dispongono di risorse finanziarie e di capitale umano adeguate per assicurare una regolamentazione efficace. Per quanto concerne la Sorveglianza dei prezzi, invece, possiamo affermare che le risorse finanziarie e di capitale umano messe a sua disposizione per eseguire i compiti di regolamentazione nel 40 settore ospedaliero sono insufficienti. Essa, infatti, ha dovuto più volte rinunciare ad analizzare delle tariffe ospedaliere, e quindi a fornire un suo parere all'autorità cantonale, a causa dell'effettivo inadeguato. Inoltre, essa dispone di un budget per acquisti di documentazione e testi metodologici relativamente esiguo. 4) Strumenti giuridici adeguati Basandoci sulla nostra esperienza, sembra che gli strumenti giuridici siano commisurati alle competenze giuridiche (potere decisionale o consultivo) delle istituzioni regolatrici. In merito alla facoltà di ricorrere contro la decisione del regolatore, l'OECD/IEA (2001) sostiene che i motivi del ricorso debbano essere limitati a errori sui fatti (accertamento inesatto o incompleto di fatti giuridicamente rilevanti da parte del regolatore) o a errori formali, e che l'autorità giudiziaria non dovrebbe stravolgere la decisione del regolatore. Nel settore ospedaliero svizzero, la facoltà di ricorso al Consiglio federale contro le decisioni del Governo è sancita nell'art. 53 LAMal. Il Consiglio federale decide con ampio potere di apprezzamento: ciò significa che può esprimersi e quindi decidere in merito a ogni punto controverso. Infatti, l'autorità giudiziaria ha già "sconfessato" le decisioni dei Governi cantonali. L'efficacia di un'istituzione regolatrice dovrebbe comunque essere valutata anche in funzione degli obiettivi che intende raggiungere. In questo contesto, ci siamo limitati a presentare le caratteristiche di un'istituzione di regolamentazione efficace. In funzione di queste e sulla base delle nostre conoscenze, abbiamo tentato di valutare il modello adottato per il settore ospedaliero svizzero. Da questa valutazione emerge che l'indipendenza dai gruppi d'interesse e dalla politica rischia di non essere sempre garantita, e ciò implica dei problemi a livello di efficacia della regolamentazione. Un altro presupposto fondamentale per una regolamentazione efficace ed efficiente, al quale abbiamo solo accennato in questo contesto, è il fatto che il regolatore deve poter disporre delle necessarie informazioni sulle imprese regolamentate. A questo problema sono confrontate anche le autorità di regolamentazione del settore ospedaliero svizzero. 41 4. Presentazione delle prassi cantonali di regolamentazione La Svizzera è uno Stato federale composto da 26 Cantoni. L’art. 3 della Costituzione federale definisce la ripartizione dei compiti tra lo Stato centrale (Confederazione) e i poteri locali (Cantoni e Comuni). Secondo questo articolo "i Cantoni sono sovrani per quanto la loro sovranità non è limitata dalla Costituzione federale ed esercitano tutti i diritti non delegati alla Confederazione". Questi diritti concernono anche l’organizzazione e la regolamentazione sanitaria e sociosanitaria. I compiti della Confederazione si limitano alla regolamentazione dell’assicurazione malattia, alla sorveglianza delle assicurazioni private, alla protezione, prevenzione e promozione della salute, alla formazione medica e alla ricerca scientifica. Ai Cantoni spettano le competenze maggiori in ambito sanitario. Essi assicurano la vigilanza in campo sanitario, garantiscono l’approvvigionamento sanitario (ospedali, case anziani, spitex, sociopsichiatria), organizzano la formazione delle professioni non universitarie, assicurano parte del finanziamento delle cure residenziali, erogano i sussidi ai premi delle casse malati per le persone meno abbienti e approvano le convenzioni e le tariffe. I Comuni partecipano all’organizzazione dell’approvvigionamento sanitario e al finanziamento delle case per anziani, delle cure a domicilio e degli ospedali26. Come rilevano Crivelli, Filippini e Mosca (2003), in Svizzera non esiste un sistema sanitario unico ma 26 sub-sistemi cantonali, contraddistinti da differenze sostanziali nel livello di spesa, nell’offerta e nell’organizzazione dell’attività sanitaria. L’unico "trait d’union" tra questi sistemi è la legge federale sull’assicurazione malattie. In Svizzera, dunque, i Cantoni sono sovrani in ambito sanitario. Ogni Cantone, nel rispetto della LAMal, decide quali ospedali sono autorizzati a praticare a carico dell’assicurazione obbligatoria, in quale maniera finanziare le strutture ospedaliere e quale sistema tariffale adottare. Da queste decisioni emergono modelli organizzativi e regolamentazioni molto diversi tra loro. Nella prima parte di questo capitolo 26 Per ulteriori dettagli sul federalismo e il sistema sanitario svizzero si veda lo studio di Crivelli e Filippini (2003). 42 presenteremo alcuni dati sull’offerta e la produzione ospedaliera nonché le spese legate all'attività ospedaliera per Cantone, mentre nella seconda parte evidenzieremo le scelte cantonali in merito alla pianificazione, alla struttura tariffale e alla qualità delle prestazioni ospedaliere. 4.1 Settore ospedaliero in Svizzera Le caratteristiche dei sistemi ospedalieri cantonali che intendiamo presentare in questo paragrafo sono il numero e il tipo di strutture, l’assetto proprietario, lo statuto giuridicoeconomico, il numero di letti e la densità dei posti letto per 1'000 abitanti. Oltre alla struttura dell’offerta, esporremo pure alcuni dati relativi alla produzione ospedaliera: numero di giornate di cura, numero di casi stazionari trattati, durata di degenza media, giornate di cura e tasso di ospedalizzazione ogni 1'000 abitanti. Infine, illustreremo le spese pro capite sostenute dalle casse malati e dai poteri locali (Cantoni e relativi Comuni) per Cantone. I dati presentati di seguito sono tratti dalle statistiche concernenti gli ospedali dell’Ufficio federale di statistica e riguardano il 200327. Le denominazioni degli ospedali (ospedali per le cure somatiche acute centrali e di base, cliniche specializzate, ecc.) risultano dalla tipologia degli ospedali sviluppata dall’UFS (2001). Essa suddivide gli ospedali in 2 grosse categorie in funzione del tipo di cure offerte: ospedali generali (che offrono cure somatiche acute) e cliniche specializzate (che forniscono cure psichiatriche, cure di riabilitazione o altre cure specialistiche). Queste categorie sono a loro volta suddivise secondo diversi criteri. Gli ospedali generali (centrali e di base) si ripartiscono in 5 gruppi (livelli di prestazioni) in funzione del numero di casi stazionari 27 Le statistiche degli ospedali dell’UFS per il 2003 non contengono i dati relativi al numero di letti, alle giornate di cura e ai casi trattati di un ospedale del Cantone di Soletta e di un ospedale del Cantone di Zurigo. Per ulteriori dettagli riguardanti le statistiche degli ospedali si veda UFS (2005a). 43 trattati o della somma ponderata delle categorie di formazione continua FMH28 che offre l’ospedale. Gli ospedali centrali corrispondono agli ospedali universitari (livello di prestazioni 1) e ai grandi ospedali cantonali (livello di prestazioni 2). Gli ospedali di base corrispondono agli ospedali regionali (livelli di prestazioni da 3 a 5). Gli ospedali psichiatrici sono a loro volta suddivisi in due categorie sulla base del numero di giornate di cura. Infine, le cliniche specializzate sono ripartite in funzione della specializzazione (chirurgia, ginecologia/ostetricia, pediatria, geriatria, altre cliniche specializzate). 4.1.1 Struttura dell'offerta Nel 2003 in Svizzera vi erano 354 ospedali, la cui forma istituzionale può essere pubblica, privata non-profit o for-profit. Gli ospedali pubblici possono far parte dell’Amministrazione (cantonale di solito) oppure essere uno ente autonomo. Negli ultimi anni si è assistito a un’aziendalizzazione di diversi ospedali pubblici (ad esempio con la creazione dell’Ente ospedaliero cantonale in Ticino). In generale, gli ospedali privati non-profit sono delle fondazioni, cooperazioni o associazioni. Questi si distinguono dalle cliniche for-profit poiché non distribuiscono un eventuale utile. Società semplici, società di capitali o di persone possono costituire lo statuto giuridico delle cliniche for-profit. Lo Stato finanzia gli ospedali pubblici e sovvenziona (mediante un contributo ai costi operativi o la copertura del deficit) alcuni ospedali non-profit, mentre non sostiene finanziariamente le cliniche for-profit. Come evidenzia la tabella seguente, circa un terzo degli ospedali svizzeri è di tipo privato e non riceve sussidi cantonali. Per mostrare le differenze cantonali a livello di offerta ospedaliera abbiamo riportato anche i dati relativi al numero di ospedali ogni 100'000 abitanti. 28 Somma ponderata categorie FMH Numero di casi settore Livello di prestazioni (3*a + 2*b + c) stazionario (F) (> 30'000) 1 (ospedali universitari) (Σ FMH > 100) 2 (100 >) Σ FMH ≥ 20 (30'000 >) F ≥ 9'000 3 20 > Σ FMH ≥ 10 9'000 > F ≥ 6'000 4 10 > Σ FMH ≥ 5 6'000 > F ≥ 3'000 5 5 > Σ FMH ≥ 0 3'000 > F ≥ 0 a = Numero di specialità mediche designate con la categoria FMH A. b = Numero di specialità mediche designate con la categoria FMH B. c = Numero di specialità mediche designate con la categoria FMH C o D. Tipo K111 K112 K121 K122 K123 44 Tabella 2: Numero totale di ospedali, densità di ospedali ogni 100'000 abitanti, numero di ospedali per statuto giuridico-economico e il corrispondente numero di letti, proporzione di ospedali pubblici e sovvenzionati sul totale di ospedali in % e proporzione di letti in ospedali pubblici e sovvenzionati sul totale dei letti in % per Cantone nel 2003 Numero totale di ospedali AG AI AR BE BL BS FR GE GL GR JU LU NE NW OW SG SH SO SZ TG TI UR VD VS ZG ZH CH 22 2 8 36 13 14 8 16 1 24 3 9 13 1 1 19 4 9 4 14 24 1 35 17 5 51 354 Ospedali Numero di Proporzione Numero di Ospedali Numero di ospedali privati letti in letti in pubblici o ospedali pubblici o ospedali ospedali sovvenzionati ogni sovvenzionati privati pubblici o 100'000 sul totale sovvenzionati abitanti ospedali in % 3.9 13.3 15.1 3.8 4.9 7.5 3.3 3.8 2.6 12.9 4.3 2.6 7.8 2.6 3.0 4.2 5.4 3.7 3.0 6.1 7.6 2.8 5.5 6.0 4.9 4.1 4.8 11 1 3 22 6 11 5 6 1 16 2 6 11 1 1 15 3 7 3 4 8 1 23 15 3 35 220 2'519 97 286 4'214 1'182 2'229 779 2'378 128 990 365 1'210 875 98 81 2'063 442 881 263 779 1'148 143 3'120 1'433 357 6'537 34'597 11 1 5 14 7 3 3 10 920 17 288 1'141 181 133 138 495 8 1 3 2 482 80 287 21 4 1 2 1 10 16 237 30 47 32 633 950 12 2 2 16 134 758 169 127 979 8'145 50 50 38 61 46 79 63 38 100 67 67 67 85 100 100 79 75 78 75 29 33 100 66 88 60 69 62 Proporzione di letti in ospedali pubblici o sovvenzionati sul totale dei letti in % 73 85 50 79 87 94 85 83 100 67 82 81 98 100 100 90 94 95 89 55 55 100 80 89 74 87 81 Fonte: UFS (2005a). Elaborazione personale. La tabella 2 mostra che le proporzioni tra gli istituti privati e quelli pubblici o sovvenzionati dallo Stato non sono identiche in tutti i Cantoni. In alcuni Cantoni la presenza di ospedali privati è più significativa di quella di ospedali pubblici, come ad esempio nel Cantone Ticino. In altri Cantoni, invece, non ci sono ospedali privati. Se si considera il numero di letti per ospedale, l’importanza degli ospedali pubblici o sovvenzionati aumenta, poiché in generale gli istituti privati hanno meno posti letto 45 rispetto a quelli pubblici o sovvenzionati (in media i primi hanno 61 posti letto, mentre i secondi 159). Le differenze nell’offerta ospedaliera tra i vari Cantoni sono messe in evidenza anche dalla densità dei letti acuti ogni 1'000 abitanti, come mostra la figura 2. Figura 2: Densità dei letti acuti (settore stazionario) ogni 1'000 abitanti per Cantone nel 2003 8.0 7.0 6.0 5.0 4.0 3.0 2.0 1.0 0.0 AG AI AR BE BL BS FR GE GL GR JU LU NE NW OW SG SH SO SZ TG TI UR VD VS ZG ZH CH Cantoni Fonte: UFS (2005a). Elaborazione personale. Ogni Cantone ha almeno un ospedale generale per le cure di base (livello di prestazioni da 3 a 5). Solo 4 Cantoni (GL, NW, OW e UR) hanno un unico ospedale (livello di prestazioni 4). In tutti gli altri Cantoni ci sono almeno due strutture ospedaliere. Il Cantone con più ospedali è Zurigo. Per quanto concerne la tipologia delle strutture, gli ospedali universitari si trovano nei Cantoni di Berna, Basilea Città, Ginevra, Vaud e Zurigo. La metà dei Cantoni dispone di ospedali generali centrali (livello di prestazioni 2), mentre non in tutti i Cantoni vi sono delle cliniche specializzate in cure psichiatriche o delle cliniche di riabilitazione. In alcuni Cantoni si trovano delle cliniche specializzate in chirurgia, ginecologia/ostetricia, pediatria, geriatria o altre cliniche specializzate. 46 Tabella 3: Numero di strutture ospedaliere in funzione del tipo di cura offerta per Cantone nel 2003 AG AI AR BE BL BS FR GE GL GR JU LU NE NW OW SG SH SO SZ TG TI UR VD VS ZG ZH Totale Ospedali generali Cliniche specializzate Totale centrali cure di base Psichiatria Riabilitazione Chirurgia Ginecologia Pediatria Geriatria Altre cliniche ospedali / ostetricia specializzate Ospedali universitari, Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 Livello 1 Livello 2 livello 1 2 4 4 1 1 6 3 1 22 1 1 2 2 1 3 1 1 8 1 2 8 5 3 4 3 6 3 1 36 2 1 1 1 1 2 1 4 13 1 2 1 1 1 2 2 2 2 14 1 1 4 1 1 8 1 1 2 1 1 1 2 6 1 16 1 1 1 4 2 6 2 3 2 1 1 2 24 1 1 1 3 1 2 1 2 1 1 1 9 2 5 2 1 3 13 1 1 1 1 1 9 1 1 2 1 2 1 1 19 1 1 1 1 4 1 1 1 4 1 1 9 2 2 4 2 1 2 1 6 2 14 2 1 4 7 1 3 3 1 2 24 1 1 1 3 6 5 4 6 3 1 2 4 35 1 5 1 2 3 5 17 1 1 2 1 5 1 4 6 4 5 7 9 1 7 3 1 3 51 5 22 32 53 51 25 37 47 30 8 6 12 26 354 Fonte: UFS (2005a). Elaborazione personale. Sulla base dei dati appena esposti, risulta chiaro che la struttura dell’offerta ospedaliera in Svizzera è tutt’altro che omogenea. Questa situazione è il risultato delle scelte cantonali in merito al numero e al tipo di ospedali necessari per coprire i fabbisogni della popolazione. I Cantoni che non dispongono sul proprio territorio di strutture sufficienti per la cura dei propri cittadini sono obbligati ad acquistare le prestazioni da altri Cantoni. In pratica, ogni Cantone ha concluso degli accordi con altri Cantoni o con gli ospedali di altri Cantoni poiché è impossibile e inefficiente per ogni Cantone disporre di tutte le strutture necessarie alla soddisfazione dei bisogni di cura della propria popolazione. 4.1.2 Produzione ospedaliera Le differenze cantonali messe in evidenza non si riflettono unicamente nella struttura dell’offerta, ma anche nei risultati della produzione ospedaliera (si veda la tabella 4). 47 Tabella 4: Numero di giornate di cura, numero di casi stazionari, durata di degenza media (ospedali generali), giornate di cura e tasso di ospedalizzazione ogni 1'000 abitanti per Cantone nel 2003 AG AI AR BE BL BS FR GE GL GR JU LU NE NW OW SG SH SO SZ TG TI UR VD VS ZG ZH CH Giornate di cura Casi stazionari Durata di degenza media (ospedali generali) 1'125'537 34'215 185'372 1'685'680 437'530 766'244 307'240 946'575 41'835 493'938 134'113 497'218 289'190 30'771 25'495 753'972 147'744 308'774 89'156 457'827 682'584 46'967 1'161'831 538'410 154'884 2'321'115 13'664'217 79'936 1'572 11'980 148'712 36'613 52'275 29'840 64'111 4'578 37'840 9'062 42'441 28'450 3'519 2'495 70'700 9'011 27'362 11'156 28'204 58'349 3'579 102'187 42'165 12'329 185'280 1'103'746 11.5 22.5 7.8 8.6 13.8 10.9 7.8 10.3 9.1 9.6 13.1 8.3 11.0 8.7 10.2 7.8 9.0 11.4 9.7 7.9 16.4 13.1 9.2 8.1 6.9 10.9 10.5 Giornate di Tasso di cura ogni 1'000 ospedalizzazione abitanti ogni 1'000 abitanti 2'016 2'281 3'495 1'773 1'659 4'106 1'253 2'247 1'089 2'648 1'940 1'410 1'733 791 772 1'653 1'999 1'252 665 1'983 2'157 1'335 1'829 1'901 1'504 1'864 1'862 143.2 104.8 225.9 156.4 138.9 280.1 121.7 152.2 119.1 202.9 131.1 120.4 170.5 90.5 75.5 155.0 121.9 111.0 83.2 122.2 184.4 101.8 160.9 148.9 119.7 148.8 150.4 Fonte: UFS (2005a). Elaborazione personale. Dai dati in questione risultano ben visibili le importanti differenze tra i Cantoni per quanto concerne la durata di degenza media, le giornate di cura e il tasso d’ospedalizzazione. 48 4.1.3 Spese ospedaliere Anche a livello di spese ospedaliere a carico dell'assicurazione sociale malattia e dei poteri locali si constata una forte variabilità tra i Cantoni. A questo proposito, la figura 3 illustra le prestazioni lorde29 del settore stazionario rimborsate dall'assicurazione malattia di base per assicurato e le spese pro capite30 (contributi alla gestione corrente e spese d'investimento per gli ospedali) dei poteri locali (Cantoni e Comuni)31. Figura 3: Spese pro capite LAMal e Stato (poteri locali) per il settore ospedaliero per Cantone nel 2003 ZH ZG VS VD UR TI TG SZ SO SH SG OW NW NE LU JU GR GL GE FR BS BL BE AR AI AG 0 500 1'000 1'500 2'000 2'500 3'000 Fr. pro capite Prestazioni lorde LAMal Costi netti Stato (Cantone e Comuni) Fonte: Santésuisse (2005a); Amministrazione federale delle finanze. Elaborazione personale. 29 30 31 Le prestazioni lorde includono pure la parte a carico dei pazienti (franchigia e partecipazione ai costi). La popolazione di riferimento è la popolazione residente media secondo il domicilio economico. Vi sono delle leggere differenze tra il numero di assicurati e il numero di abitanti per Cantone. I costi sostenuti dai poteri locali per gli ospedali comprendono anche i costi dell'ambulatorio degli ospedali. 49 Il livello di spesa LAMal è fortemente correlato con la densità dei letti acuti (coefficiente di correlazione del 0,79 a un livello di significatività dello 0,01) e con il tasso d'ospedalizzazione (coefficiente di correlazione del 0,90 a un livello di significatività dello 0,01). Inoltre, il numero di letti acuti ogni 1'000 abitanti è correlato positivamente con il tasso d’ospedalizzazione. Si potrebbe supporre che le differenze cantonali a livello di spesa possano essere spiegate dalle diverse difficoltà dei casi trattati espresse con l’indice di case-mix (CMI). Tuttavia, tra le spese LAMal di un determinato Cantone e il CMI dei casi provenienti dal Cantone in questione pubblicato dall’UFS (2005b)32 la correlazione è molto debole (0,38). Di conseguenza, appare più logico ipotizzare che le disparità cantonali a livello di spesa ospedaliera siano piuttosto dovute alle differenze a livello di capacità produttiva e a livello di efficienza più che al diverso grado di complessità dei pazienti curati negli ospedali generali. Il tema delle disparità cantonali nel settore sanitario è stato trattato da Crivelli, Filippini e Mosca (2003). A tal proposito, gli autori sostengono che tra i Cantoni non esistono significative differenze nell'efficacia degli interventi sanitari. Per mezzo di una stima econometrica, essi hanno invece stabilito che "una delle cause principali della variazione di spesa è la diversa capacità produttiva esistente nei Cantoni". I risultati econometrici riportati da Crivelli, Filippini e Mosca (2003) sostengono inoltre l’esistenza del fenomeno della domanda indotta dall’offerta. 4.2 Pratiche cantonali di regolamentazione In questa sede intendiamo presentare le scelte operate dai Cantoni in merito ai vari aspetti della regolamentazione: pianificazione, sistema di rimborso delle prestazioni e qualità. 32 Le spese LAMal si riferiscono a tutto il settore stazionario ospedaliero, mentre l’indice di CMI riguarda solo gli ospedali generali. Questi ultimi nel 2003 hanno registrato il 61% delle giornate di cura totali e l’82% dei casi stazionari totali. 50 4.2.1 Pianificazione e lista ospedaliera Base legale La LAMal (art. 39) ha introdotto l’obbligo per i Cantoni di pianificare le strutture ospedaliere o i loro reparti e di redigere la lista degli ospedali che sono autorizzati a fornire delle prestazioni stazionarie a carico dell’assicurazione malattia obbligatoria. Come rileva Rüefli (2005), mentre molti Cantoni disponevano già di una pianificazione ospedaliera prima dell’entrata in vigore della LAMal, la lista ospedaliera costituisce un nuovo strumento di gestione per le autorità cantonali. Obiettivi Il messaggio del 6 novembre 1991 concernente la revisione dell’assicurazione malattia specifica che la pianificazione ospedaliera è uno strumento per garantire l’assistenza medica alla popolazione. Gli obiettivi che intende raggiungere sono il miglioramento del coordinamento tra i fornitori di prestazioni, l’utilizzo ottimale delle risorse e, di conseguenza, il contenimento dei costi. L’analisi della documentazione relativa alle pianificazioni cantonali svolta da Rüefli (2005) raggruppa gli obiettivi della pianificazione per settore ospedaliero. Di seguito ne riassumiamo gli elementi principali. Nel settore somatico acuto la pianificazione ospedaliera ha come obiettivo principale quello di garantire l’assistenza stazionaria alla popolazione, soprattutto nei piccoli Cantoni e in quelli di montagna (ad esempio NW, OW, UR, SZ, VS e GR). Un secondo scopo, menzionato in nove pianificazioni, è l’efficienza, ovvero l’utilizzazione ottimale delle risorse nonché la riduzione delle sovraccapacità nel settore. Per due Cantoni (LU e VD) evitare le ospedalizzazioni improprie costituisce anche un obiettivo di efficienza. Un terzo gruppo di obiettivi riguarda la struttura dell’offerta. A tal proposito, cinque Cantoni menzionano la cooperazione intercantonale e quattro altri indicano una migliore coordinazione tra le attività degli ospedali situati nel Cantone. Tre Cantoni romandi (GE, NE e VD) citano quale obiettivo la creazione di reti sanitarie che coprono il percorso del paziente. Altri quattro Cantoni indicano come scopo quello di trasferire l’attività sanitaria dal settore 51 stazionario a quello ambulatoriale. Dal canto loro, i Cantoni di Neuchâtel e Vallese nominano la qualità delle prestazioni quale obiettivo della pianificazione, mentre il Cantone di Svitto intende evitare le ospedalizzazioni fuori Cantone. Nel settore della riabilitazione e della psichiatria gli obiettivi sono meno espliciti. Nella prima specialità, lo scopo menzionato più spesso è quello di assicurare un percorso continuo delle cure di riabilitazione. Alcuni Cantoni (UR, NW, OW, SH, SZ e SG) hanno l’obiettivo di ampliare l’offerta nell’ambito della riabilitazione. Il Cantone di Zurigo intende invece decurtare le capacità esistenti nel settore della riabilitazione. Nel settore stazionario della psichiatria solo i Cantoni di Zurigo e Svitto esprimono esplicitamente gli obiettivi della pianificazione: il Cantone di Zurigo intende eliminare una parte delle capacità produttive e trasferire l’attività dal settore stazionario a quello ambulatoriale, mentre il Cantone di Svitto intende concentrare la fornitura di prestazioni sull’offerta cantonale. Dall’analisi di Rüefli (2005) emerge pure che a livello quantitativo, nella maggior parte dei Cantoni, gli obiettivi della pianificazione sono espressi in numero e in densità di posti letto. Cinque Cantoni (AI, GE, NE, SH e VD) menzionano pure il grado di occupazione dei letti; due Cantoni (GE e NE) esprimono inoltre obiettivi in termini di durata di degenza. Il Cantone di Ginevra formula dal canto suo ancora in giornate di cura l’obiettivo principale della pianificazione, mentre il Cantone di Basilea-Campagna oltre al numero e alla densità di letti, menziona il numero di casi. Nel settore della riabilitazione e della psichiatria spesso non sono menzionati obiettivi quantitativi. Se lo sono, essi riguardano soprattutto il numero e la densità di letti. Parametri di pianificazione (grandezze pianificate) Come sottolinea Rüefli (2005), in Svizzera, la pianificazione ospedaliera è basata ancora in buona parte sulle capacità e sugli input: la maggior parte dei Cantoni pianifica infatti il numero di letti. Solo i Cantoni di Ginevra, Lucerna, Obvaldo e Svitto si basano esclusivamente su parametri diversi dal numero di letti, mentre tutti gli altri Cantoni pianificano una combinazione di possibili parametri (numero di letti, prestazioni mediche/specialità mediche, reparti, DRG e personale). Unicamente tre Cantoni (NE, SZ e VD) orientano la pianificazione sui DRG. A questo proposito, nel quadro dei 52 cambiamenti del finanziamento ospedaliero attualmente in discussione, il DRG tende ad assumere sempre più importanza quale grandezza di riferimento per la pianificazione: diversi Cantoni intendono infatti introdurre una pianificazione orientata sulle prestazioni. Stando alle informazioni raccolte presso il Segretariato della CDS, i Cantoni dei Grigioni, Argovia e Basilea-Campagna stanno passando a una pianificazione basata sulle prestazioni. Determinazione del fabbisogno della popolazione Lo studio di Rüefli (2005) mette in evidenza i metodi sui quali si fondano i Cantoni per determinare il fabbisogno della popolazione. Secondo gli autori di questo studio, il fabbisogno della popolazione, espresso con la densità di letti necessaria per un orizzonte temporale stabilito, è determinato mediante due metodi o una combinazione degli stessi. Secondo il metodo normativo, un Cantone si orienta su una regione comparabile il cui approvvigionamento ospedaliero è considerato efficiente, efficace e di buona qualità e applica i valori di riferimento di questa regione al proprio bacino d’utenza. Il metodo analitico permette invece di stabilire il fabbisogno in numero di letti sulla base di una formula che considera la durata media di degenza, il tasso d’ospedalizzazione, il numero di abitanti e l’occupazione media dei letti. Come evidenzia Rüefli (2005), nella sanità non è possibile stabilire in modo oggettivo il fabbisogno di approvvigionamento. Ad eccezione dell’evoluzione demografica, non si può infatti quantificare i fattori esogeni che hanno un’influenza, né si può prevedere in quale modo evolve la medicina. Ogni Cantone considera determinati elementi (ad esempio la struttura dei pazienti in funzione della copertura assicurativa, il flusso di pazienti tra i Cantoni, lo statuto giuridico degli ospedali e il loro livello di prestazioni) per pianificare il fabbisogno, non è pertanto possibile paragonare i valori relativi alla densità di letti necessaria che ne risultano. Lo studio di Rüefli (2005) ha rilevato che il metodo normativo è applicato nei Cantoni di Obvaldo, Nidvaldo, Uri e Svitto che hanno stabilito la loro pianificazione sulla base di quella del Cantone di San Gallo. Anche i Cantoni di Friborgo, Giura, Neuchâtel e Ticino hanno applicato il metodo normativo. La pianificazione analitica è stata invece scelta dai Cantoni di Appenzello Esterno, Berna, Glarona, Soletta, Turgovia, Vallese, Vaud e Zurigo. Ogni Cantone si è però basato sui propri determinanti del fabbisogno. I Cantoni restanti hanno adottato entrambi i metodi. La determinazione analitica del 53 fabbisogno futuro si fonda nella maggior parte dei casi sull’evoluzione passata dell’offerta di strutture ospedaliere e della domanda di prestazioni. Lo studio svolto da Rüefli (2005) conclude la sezione dedicata alla determinazione del fabbisogno della popolazione rilevando che l’identificazione e la dimensione delle sovraccapacità che risultano dalla pianificazione dipendono quindi dai determinanti utilizzati per stabilire il fabbisogno. Lista ospedaliera Come si evince dal messaggio del 6 novembre 1991 concernente la revisione dell’assicurazione malattia, la lista ospedaliera è un elenco degli istituti autorizzati a lavorare a carico dell’assicurazione malattia sociale compilato dal Cantone e che classifica le diverse categorie di stabilimenti sanitari secondo i rispettivi mandati. La LAMal ha conferito ai Cantoni la competenza in merito alla pianificazione e alla lista ospedaliera. Le decisioni di questi ultimi sono soggette al ricorso al Consiglio federale. I criteri applicati dall'Esecutivo federale nelle sue decisioni hanno permesso di stabilire la prassi per l’elaborazione della lista ospedaliera. Lo studio di Ayer (2000) presenta questi criteri, che riportiamo di seguito. Per gli ospedali situati sul territorio cantonale i Cantoni possono adottare due tipi di liste. La lista dettagliata distingue le strutture che hanno un reparto comune da quelle che offrono delle prestazioni per i reparti privato e semiprivato. Tale lista è quindi costituita da due parti: la prima parte contempla i reparti comuni degli ospedali pubblici e privati e il corrispondente numero di letti (lista A), la seconda include i reparti privati e semiprivati che possono praticare a carico dell’assicurazione malattia di base (lista B). La lista integrale, invece, considera tutti i reparti degli ospedali inclusi nella pianificazione e il numero di letti corrispondente. Inoltre, il Cantone deve attribuire i mandati di prestazione agli ospedali inclusi nella lista ospedaliera, la quale deve pure distinguere le prestazioni di base da quelle specialistiche. Per gli ospedali situati fuori Cantone, i Cantoni dispongono di due opzioni: la lista chiusa e la lista aperta. Nel primo caso, il Cantone include nella lista gli ospedali che forniscono delle prestazioni necessarie a coprire il fabbisogno della propria 54 popolazione. In questo elenco, il Cantone deve anche specificare quali prestazioni gli istituti extra-cantonali possono fornire agli assicurati del proprio Cantone. Nel secondo caso, il Cantone rinuncia ad elencare le strutture ospedaliere situate fuori Cantone e lascia aperta la possibilità di scegliere un ospedale qualsiasi, contemplato però nella lista del Cantone in cui è situato. Come rileva Ayer (2000), questa opzione è adottata soprattutto dai Cantoni piccoli. Dall’analisi sommaria delle liste ospedaliere pubblicate nei siti Internet dei Cantoni possiamo dedurre che, praticamente in tutti i Cantoni, le liste ospedaliere sono elaborate secondo i criteri stabiliti dal Consiglio federale. Come abbiamo già avuto modo di spiegare, le strutture contemplate nella lista ospedaliera sono autorizzate a fornire delle prestazioni a carico dell’assicurazione malattia di base. L’inclusione di un nosocomio nella lista ospedaliera ha pertanto delle ripercussioni finanziarie sia sugli assicuratori malattia che sui Cantoni. Effetti della pianificazione Stando allo studio di Rüefli (2005), dal 1997 al 2003 il numero di ospedali è sceso da 406 a 354. Le strutture pubbliche o sovvenzionate hanno registrato una diminuzione del 15% (da 259 a 220), mentre quelle private del 9% (da 147 a 134). Le riduzioni in questione non corrispondono unicamente a delle chiusure di ospedali, ma anche a fusioni e a conversioni dello scopo dell’istituto (ad esempio da ospedale a casa per anziani). Nello stesso periodo, il numero di letti (settore stazionario e semistazionario) è passato da 49'292 a 44'115. Questo trend di riduzione delle capacità produttive si registra già dal 1985. La diminuzione dei posti letto è avvenuta soprattutto negli ospedali generali di piccole dimensioni e nelle cliniche specializzate. Gli ospedali di media dimensione hanno invece registrato un leggero aumento dei letti. Questo processo di concentrazione va nella direzione della dimensione ottimale degli ospedali (dal punto di vista dell’efficienza di scala). La tabella seguente mostra le strategie adottate dai Cantoni e gli effetti sul numero di strutture e di letti. 55 Tabella 5: Paragone tra gli effetti delle strategie cantonali in applicazione dell’art. 39 LAMal Strategia Cantoni Chiusure di ospedali AR, BE, BS, SO, TI, ZG, ZH FR, JU, NE, NW, OW, SG, SH, TG, VD, VS AI, BL, GE, GR, SZ AG, GL, LU, UR Riorganizzazioni Riduzioni lineari Nessuna Variazione del numero di strutture 1997 - 2003 Riduzione media Parte nel totale del numero di letti della riduzione di 1997 - 2003 letti 1997 - 2003 -34 -15,7% 73,5% -18 -10,2% 14,7% 3 -3 -10,1% -3,7% 12,1% -0,3% Fonte: Rüefli (2005). Come rileva Rüefli (2005), anche a livello dell’offerta di prestazioni vi sono stati dei cambiamenti. In alcuni Cantoni (JU, VS, ZG e SO) sono state registrate delle riduzioni delle specialità mediche (menzionate nella statistica degli ospedali), mentre in altri Cantoni (AG, VD, SG, BE, GR, ZH, TG, AR, FR, TI e BS) vi è stata invece una concentrazione. Altri Cantoni (AI, NW, GE, UR, SH, GL, OW, LU, BL, NE e SZ), infine, hanno optato per una diversificazione delle specialità. Gli effetti delle misure di pianificazione sui costi nel settore ospedaliero non sono facilmente quantificabili. Infatti, la dinamica dei costi dipende da molti fattori tra i quali l’evoluzione dei ricavi e dei costi dell’ospedale e i meccanismi di finanziamento. Secondo Rüefli (2005) l'influsso della pianificazione ospedaliera sui costi sembra essere piuttosto limitato. 4.2.2 Sistema di rimborso delle prestazioni stazionarie In questo paragrafo vogliamo illustrare i sistemi di rimborso delle prestazioni ospedaliere da parte delle casse malati adottati nel 2005. Per facilitare la comprensione abbiamo cercato di raggruppare i vari modelli tariffali in funzione della base di riferimento delle tariffe (giornate di cura, soggiorno ospedaliero, prestazioni o diagnosi). Le definizioni delle categorie e delle sottocategorie dei sistemi tariffali che abbiamo potuto rilevare dai dati pubblicati da Santésuisse (2005b) sono presentate nell'allegato 1. Nella tabella seguente presentiamo la frequenza dei vari sistemi tariffali. 56 Tabella 6: Frequenza dei sistemi tariffali rilevati per gli ospedali in Svizzera nel 2005 Forfait per giornata Forfait per caso Forfait misti Forfait basati sulle prestazioni o diagnosi (MIPP / Intervento / APDRG) Combinazione di sistemi tariffali o altro Totale Totale secondo statistica ospedali (UFS) Totale rilevati su totale statistica ospedali in % Numero di ospedali In % del totale rilevato Numero di giornate di cura In % del totale rilevato Numero di casi In % del totale rilevato 156 31 83 50 10 26 5'827'441 1'334'977 3'645'496 44 10 28 289'535 118'683 379'021 28 11 36 36 11 2'139'726 16 231'948 22 8 314 3 100 215'416 13'163'056 2 100 20'958 1'040'145 2 100 354 13'664'217 1'103'746 89 96 94 Fonte: Santésuisse (2005b); UFS (2005a). Elaborazione personale. E' stato possibile rilevare i sistemi tariffali di 314 ospedali sui 354 contenuti nelle statistiche degli ospedali dell'UFS (2005a). Alcuni ospedali inclusi in queste statistiche non operano a carico dell'assicurazione malattia di base, mentre di altri nosocomi Santésuisse non conosce le tariffe. E' interessante notare come il sistema di rimborso più adottato nel 2005 in Svizzera è la diaria (50% degli ospedali rilevati). Molto frequente è pure il sistema del forfait misto, che combina la diaria con il forfait per caso. Le tariffe basate sulle prestazioni o diagnosi vengono applicate in 36 ospedali svizzeri, di cui 34 fatturano secondo gli APDRG (All Patient Diagnosis Related Groups). Se consideriamo le varie categorie di ospedali da questo punto di vista, constatiamo che nelle cliniche psichiatriche e di riabilitazione il sistema di rimborso più comune è la diaria. Gli ospedali universitari fatturano le prestazioni sulla base degli APDRG (BE e VD), sulla base delle giornate di cura (GE), sulla base dei forfait misti (ZH) e sulla base di forfait per caso (BS). Per i grandi ospedali cantonali (livello di prestazioni 2) è stato rilevato con una frequenza del 50% il sistema tariffale misto (diaria e forfait per caso); 4 (19%) ospedali di questa categoria adottano gli APDRG, altri 4 la tariffa giornaliera, uno la tariffa per caso e uno la tariffa basata sul percorso del paziente. Anche per gli ospedali del livello di prestazioni 3 il sistema del forfait misto è presente nel 50% dei casi. La diaria è stata rilevata nel 22% degli istituti. Gli APDRG sono adottati nel 18% delle strutture ospedaliere, mentre il forfait per caso nell'11%. Gli ospedali del livello di prestazioni 4 fatturano soprattutto dei forfait misti (40%) e in 57 base agli APDRG (28%). I forfait per caso e le diarie sono stati rilevati entrambi nel 12% dei casi. Il resto degli ospedali di questa categoria adotta una combinazione di sistemi tariffali. La diaria è il sistema di rimborso più frequente (40%) tra gli ospedali del livello di prestazioni 5. A questo sistema seguono, in ordine di importanza, i forfait misti (37%), i forfait per caso (12%), gli APDRG (8%) e una combinazione di sistemi tariffali (2%). Tra le cliniche specializzate (in chirurgia, ginecologia e ostetricia, geriatria e altro) il sistema tariffale più comune è il forfait giornaliero (50%). Nel 20% di questi ospedali viene applicato il forfait misto. Un altro 20% fattura in base ai forfait per caso, mentre il restante 10% adotta gli APDRG. La tabella seguente illustra la frequenza dei sistemi tariffali nei vari Cantoni. Come possiamo notare, in alcuni Cantoni vi è quasi un unico sistema di rimborso, mentre in altri è riscontrabile la presenza di diversi sistemi tariffali. 58 Tabella 7: Numero di ospedali per Cantone in funzione del sistema tariffale Forfait per giornata Forfait per caso Forfait misti 9 2 6 20 9 2 1 7 0 4 2 9 6 0 0 7 3 8 0 11 13 0 4 10 4 19 156 10 0 0 0 0 12 3 0 0 0 0 0 0 1 1 1 0 0 0 1 0 0 0 1 0 1 31 0 0 2 13 2 0 4 0 1 15 1 0 5 0 0 9 1 0 0 2 0 0 9 0 0 19 83 AG AI AR BE BL BS FR GE GL GR JU LU NE NW OW SG SH SO SZ TG TI UR VD VS ZG ZH Totale Combinazione di Forfait basati sulle prestazioni sistemi tariffali o altro o diagnosi (MIPP / Intervento / APDRG) 1 2 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 0 7 4 1 0 14 0 6 0 1 0 0 1 36 8 Totale ospedali 22 2 8 36 11 14 8 7 1 20 3 9 11 1 1 17 4 8 3 14 24 1 27 17 5 40 314 Fonte: Santésuisse (2005b); UFS (2005a). Elaborazione personale. Nonostante la presenza del sistema basato sulla diaria sia ancora molto importante, la tendenza è quella del passaggio verso un sistema tariffale basato sulle prestazioni (APDRG). Notiamo infine che ogni sistema di tariffe comporta degli effetti perversi. Come sostengono Ferrari e Stäger (2004), la remunerazione in base alle giornate di cura è un sistema di rimborso retrospettivo poiché si basa sul costo sostenuto. Gli ospedali che fatturano secondo questo sistema ricevono un finanziamento dipendente dalla quantità 59 di giornate di cura erogate. In tale sistema il prezzo della giornata di cura rappresenta il costo medio giornaliero di un soggiorno ospedaliero. Esso non tiene però conto della variazione dei costi durante il soggiorno ospedaliero: i costi sono più elevati nella fase iniziale del soggiorno ospedaliero e poi si riducono. Ne consegue che questo sistema tariffale non incita gli ospedali a contenere i costi, rischiando persino di incitare il sovraconsumo: l'ospedale che è remunerato secondo questo tipo di tariffa potrebbe trattenere più a lungo i pazienti per recuperare i costi sostenuti nella fase iniziale del soggiorno ospedaliero. I sistemi tariffali basati sui casi sono definiti sistemi di remunerazione prospettici in quanto stabiliscono dei prezzi a priori: il forfait per caso rappresenta il costo medio del soggiorno ospedaliero. A differenza del sistema basato sulle diagnosi, esso non tiene però conto dei costi dei singoli trattamenti. Tale sistema di rimborso disincentiva la struttura ospedaliera dall’erogare giornate di degenza non giustificate dal punto di vista medico, ma potrebbe stabilire delle regole relative alla definizione dei casi (e della riospedalizzazione) tali da comportare un aumento dei casi trattati. I sistemi che prevedono dei forfait per caso in funzione del reparto (medicina, chirurgia, ecc.) potrebbero a loro volta stabilire regole relative alla fatturazione dei forfait nei casi di trasferimenti da un reparto all’altro tali da permettere di fatturare il forfait più elevato, causando così un aumento della spesa a carico dell’assicurazione sociale malattia. I sistemi di rimborso basati sui forfait misti (diaria e forfait per caso) sono dal canto loro una combinazione di sistemi di remunerazione retrospettivi e prospettici. In generale, la diaria copre i costi legati al vitto, all'alloggio ed eventualmente alle cure infermieristiche, mentre il forfait per caso copre i costi legati al trattamento medico. E’ difficile valutare se questo sistema presenta in misura maggiore i rischi legati al sistema dei forfait per giornata o quelli legati al sistema dei forfait per caso. Il sistema basato sulla diagnosi (APDRG) è un sistema di rimborso prospettico secondo il quale gli ospedali sono remunerati in base a tariffe stabilite a priori che tengono conto della diagnosi del paziente (definita sulla base degli APDRG). Come rilevano Ferrari e Stäger (2004), nonostante questo sistema fornisca degli incentivi al contenimento dei costi, anch’esso presenta degli incentivi perversi. Infatti gli ospedali, sotto la pressione 60 dei costi, potrebbero essere incitati a dimettere il paziente prima del previsto. Un’eventuale riammissione del paziente (oltre le 24 ore dopo la dimissione, secondo la versione 5.1 degli APDRG) comporterà la registrazione di un nuovo caso e quindi la fatturazione di un nuovo forfait all’assicurazione sociale malattia. Il sistema basato sulla diagnosi rischia quindi di incrementare il numero di casi trattati. Inoltre, come sottolineano Ferrari e Stäger (2004), un rischio intrinseco a questo sistema è legato alla codifica delle diagnosi: alcune diagnosi potrebbero essere codificate con degli APDRG più remunerativi. Ne conseguirebbe un aumento dell’indice di case-mix. Come sottolineano anche Folland, Goodman e Stano (2004), un altro incentivo perverso di questo sistema è la riduzione della qualità delle cure. Sotto la pressione dei costi, gli ospedali potrebbero non essere incitati a garantire la qualità delle cure. Ferrari e Stäger (2004) ritengono dunque importante introdurre degli indicatori per il controllo della qualità. Inoltre, sia Ferrari e Stäger (2004) che Folland, Goodman e Stano (2004) individuano quale rischio di questo sistema la selezione dei pazienti: l’istituto ospedaliero potrebbe propendere a trattare i pazienti per i quali il margine di guadagno (determinato dalla differenza tra i costi sostenuti e la remunerazione ottenuta) sono elevati. Infine, gli autori summenzionati indicano la specializzazione degli istituti quale possibile inconveniente di tale sistema di rimborso, il quale inciterebbe le strutture ospedaliere a specializzarsi nelle prestazioni più redditizie, ciò che comporta il rischio di non più garantire la copertura del fabbisogno della popolazione. 4.2.3 Garanzia della qualità delle prestazioni Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, la garanzia della qualità è sancita nell'art. 58 LAMal e nell'art. 77 OAMal. Secondo queste disposizioni, il Consiglio federale è responsabile della garanzia della qualità delle prestazioni. Esso, però, ha delegato le sue competenze alle associazioni professionali e agli assicuratori. Infatti, conformemente all'art. 77 OAMal, i fornitori di prestazioni devono elaborare dei programmi in materia di garanzia e promozione della qualità le cui modalità d’esecuzione sono definite nelle convenzioni tariffali o nelle convenzioni particolari. Se nessuna convenzione può essere stabilita, oppure se la convenzione non rispetta le esigenze espresse nell’art. 77 cpv. 1 OAMal, la competenza in materia passa nuovamente al Consiglio federale. Stando alle informazioni fornite dal Segretariato 61 della CDS, in Svizzera, a differenza di quanto avviene in altri Paesi (soprattutto quelli che hanno un sistema sanitario nazionalizzato come la Gran Bretagna), non vi sono finora state molte iniziative volte alla misurazione della qualità a livello cantonale e a livello federale. Nel quadro del progetto di riforma ospedaliera (LORAS) della Direzione sanitaria del Cantone di Zurigo (1996) è nata l'idea di misurare gli outcome (i risultati). Nel 2000 è stata quindi istituita l'Associazione Outcome (Verein Outcome), un'organizzazione nonprofit che raggruppa Cantoni, assicuratori e ospedali, avente per obiettivi quelli di coordinare le misurazioni dei risultati, lo sviluppo delle misurazioni attuali e il concepimento di nuove misure dei risultati nonché lo sviluppo dei progetti per la promozione della qualità basati sulla misura della qualità33. Attualmente 71 ospedali pubblici e privati dei Cantoni di Argovia, Berna, Soletta e Zurigo sono associati alla Verein Outcome ed eseguono quindi questo tipo di analisi. Circa 15 ospedali di altri Cantoni, non associati alla Verein Outcome, acquistano le analisi riguardanti l’outcome al prezzo di costo. Le analisi della Verein Outcome vertono su quattro tematiche. Per ogni tematica vengono definiti gli aspetti che si vogliono misurare e i criteri per definirne la qualità. La prima tematica concerne vari aspetti relativi al trattamento delle diagnosi più frequenti (es. infarto del miocardio, appendicite). La seconda tematica riguarda gli aspetti che non sono legati a una diagnosi precisa (es. complicazione dovute all'anestesia, riospedalizzazione non pianificata entro 30 giorni dalla dimissione). La terza tematica concerne degli aspetti parziali ma importanti per la valutazione della qualità del ricovero, sia dal punto di vista del paziente che da quello della struttura ospedaliera. Questi aspetti degli output ospedalieri sono ad esempio il rinvio di interventi chirurgici, la qualità del pronto soccorso, i tempi di consegna dei referti medici. La quarta tematica riguarda la soddisfazione dei pazienti (mediante questionari viene rilevata la percezione della qualità da parte del paziente). Come è già stato menzionato nel capitolo 3, H+ e Santésuisse hanno stabilito nel 1997 una convenzione quadro a livello nazionale sul management della qualità: essa definisce i principi sui quali deve fondarsi il miglioramento della qualità. Nel 2004, H+, 33 Per ulteriori informazioni si veda il sito Internet www.vereinoutcome.ch. 62 Santésuisse e gli assicuratori (infortunio, militare e invalidità) rappresentati dalla Commissione delle tariffe mediche LAINF (CTM) hanno fondato una società per la garanzia della qualità (CIQ). Il "Servizio nazionale di coordinamento e d'informazione per la promozione della qualità H+/Santésuisse (CIQ)" ha l'obiettivo di introdurre a livello svizzero un sistema di misurazione dei risultati. L'Ufficio della sanità pubblica (UFSP) e la Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS) partecipano alla società in qualità di osservatori34. Con una mozione del 2004 (Mozione 04.3624), la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale ha chiesto al Consiglio federale di delegare alla Confederazione la responsabilità della garanzia della qualità e della sicurezza dei pazienti. Essa dovrebbe quindi fissare le condizioni necessarie e stabilire le misure da prendere per garantire la qualità, sia per quanto concerne le cure ambulatoriali che per quelle ospedaliere. Tali condizioni dovranno tenere conto in particolare della qualità dei trattamenti e dovranno essere stabilite nel quadro di una piattaforma nazionale che raggruppa i Cantoni, i fornitori di prestazioni, gli assicuratori malattia e le organizzazioni dei pazienti. Il Consiglio federale ha ricordato come, secondo l'art. 58 cpv. 3 LAMal, la Confederazione abbia delegato alle associazioni di fornitori di prestazioni e alle federazioni degli assicuratori il compito di definire le disposizioni legali in materia di garanzia della qualità. Lo stesso Consiglio federale ammette però che i risultati non sono stati soddisfacenti. Esso riconosce quindi la necessità di garantire la qualità per mezzo di disposizioni federali più severe, alle quali devono attenersi fornitori di prestazioni e assicuratori. Nonostante queste considerazioni, il Consiglio federale non ritiene opportuno né finanziariamente sostenibile che la Confederazione assuma tutte le responsabilità in materia di garanzia della qualità e di sicurezza dei pazienti. L'Esecutivo propone quindi di rifiutare la mozione. In seguito alle discussioni relative alla mozione in questione in seno alle Camere federali, la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati ha proposto un emendamento del primo punto della mozione. Considerata questa modifica, il Consiglio federale ha accettato la mozione. Secondo quest’ultima, il Consiglio federale è ora incaricato di controllare, regolamentare e coordinare la garanzia della qualità e la 34 Ulteriori informazioni in merito alla società per la garanzia della qualità (CIQ) sono ottenibili nel sito Internet www.kiq.ch. 63 sicurezza dei pazienti nel trattamento medico, conformemente all'art. 58 LAMal. Esso dovrebbe definire le prescrizioni in materia di garanzia della qualità coinvolgendo le varie cerchie interessate (Confederazione, Cantoni, fornitori di prestazioni, assicuratori malattia e organizzazioni dei pazienti). Questa mozione non delega al Governo federale nuovi compiti: infatti, l’art. 58 LAMal contempla già questa funzione. Come si evince dai dibattiti parlamentari relativi alla mozione citata in precedenza35, i fornitori di prestazioni erano già tenuti ad applicare l’art. 77 OAMal, stipulando con gli assicuratori malattia delle convenzioni relative alla garanzia della qualità. Le parti alle convenzioni devono informare l’UFSP in merito alle vigenti disposizioni. Da una valutazione eseguita nel 1999 da parte dell’UFSP, è tuttavia emerso che le misure in materia non soddisfano le esigenze dell’ordinanza. Ci si può dunque chiedere quale sia il livello di governo più opportuno per controllare la qualità delle prestazioni sanitarie. Come rilevano Crivelli e Filippini (2003), l’introduzione della LAMal ha sancito l'obbligatorietà dell’assicurazione malattia in tutta la Svizzera, attribuendo alla Confederazione il compito di definire il pacchetto di prestazioni sanitarie di base che devono essere garantite a tutta la popolazione svizzera, ciò che costituisce il servizio pubblico su scala nazionale. Nonostante l’organizzazione e la produzione dei servizi sanitari sia di competenza dei Cantoni, per ragioni di equità territoriale, è opportuno, che le esigenze in materia di garanzia della qualità siano definite dallo Stato centrale. Il rispetto del principio dell’equità territoriale presuppone che i cittadini che risiedono in regioni diverse della stessa nazione beneficino dello stesso accesso alle prestazioni del sistema sanitario in termini di quantità e qualità delle prestazioni nonché di tempi di attesa. Tenuto conto del fatto che la Confederazione ha la responsabilità di definire il pacchetto di prestazioni di base, è quindi auspicabile che la stessa definisca le misure per garantire la qualità del servizio pubblico. Non vi è ancora chiarezza in merito al finanziamento dell’implementazione delle norme relative alla qualità dei servizi sanitari che devono essere definite. Si presume però, considerate le riserve espresse dal Consiglio federale nella sua risposta alla mozione citata in precedenza, che il finanziamento necessario per applicare le norme relative alla garanzia della qualità non sarà assunto dallo Stato centrale. 35 La mozione e i dibattiti parlamentari possono essere scaricati dal sito Internet www.parlament.ch. 64 Oltre a queste iniziative che si estendono a tutta la Svizzera, esistono iniziative dei singoli ospedali. Ad esempio, alcuni nosocomi hanno delle certificazioni ISO (International Organization for Standardization) oppure rilevano degli indicatori di struttura, processo e risultati. Stando alle informazioni del Segretariato del CDS, gli ospedali che hanno introdotto un sistema di rimborso basato sui DRG hanno dei contratti di prestazione con i relativi Cantoni nei quali sono regolati gli aspetti della qualità delle cure. Come fa notare la CDS (2005), la questione della garanzia della qualità acquisirà un'importanza sempre maggiore con l'introduzione del finanziamento basato sulle prestazioni. Infatti, siccome non verrà più coperto in modo retrospettivo il deficit degli ospedali ma saranno definiti dei prezzi per le prestazioni, c'è il rischio che gli ospedali risparmino sulla qualità per ottimizzare i costi. 65 5. Ruolo e attività della Sorveglianza dei prezzi in ambito di tariffe ospedaliere Come abbiamo brevemente accennato nei capitoli precedenti, nel processo di regolamentazione delle tariffe interviene un altro regolatore: la Sorveglianza dei prezzi. Essa, pur non disponendo di un potere decisionale, svolge un ruolo significativo in ambito di tariffe ospedaliere. In questo capitolo presenteremo quest’istituzione, la base legale e gli obiettivi del suo intervento nonché gli effetti della sua attività. 5.1 Sorveglianza dei prezzi Cenni storici La Sorveglianza dei prezzi è stata istituita nel 1973 da un decreto federale urgente concernente la vigilanza sui prezzi, i salari e i profitti. In quel periodo di surriscaldamento dell'economia dovuto alla crisi del petrolio, il Parlamento ha ritenuto necessario prendere delle misure per contrastare tale evoluzione. Mentre la competenza in materia di salari e profitti si limitava ad osservare la loro evoluzione, una competenza di intervento era invece prevista in materia di prezzi, ovvero la competenza di ridurli. Alla scadenza del decreto federale urgente (1975) la situazione economica del Paese non era però migliorata. Il Parlamento ha quindi prolungato il mandato della Sorveglianza dei prezzi in materia di prezzi (escludendo i salari e i profitti dalle sue competenze) fino al 1978. Durante questo periodo l’intervento della Sorveglianza dei prezzi era motivato dalla politica congiunturale ed aveva lo scopo di contribuire alla stabilizzazione dell’economia. A questa prima fase ne segue un’altra, in cui l’intervento della Sorveglianza dei prezzi è motivato dalla politica della concorrenza. L’attuale Sorveglianza dei prezzi è stata istituita da un’iniziativa popolare "intesa a impedire abusi nella formazione dei prezzi" lanciata dalle organizzazioni delle consumatrici. L’iniziativa in questione è stata accettata dal popolo e dai Cantoni con la votazione popolare del 28 novembre 1982. Nella Costituzione federale è stato quindi introdotto l’art. 31septies: "per impedire abusi 66 nella formazione dei prezzi, la Confederazione emana disposizioni sulla sorveglianza dei prezzi e dei prezzi raccomandati per merci e servizi offerti da imprese e organizzazioni dominanti il mercato, segnatamente da cartelli e organizzazioni analoghe, di diritto pubblico o privato. Se il fine lo richiede, tali prezzi possono essere ridotti". Per eseguire questa disposizione costituzionale, il 20 dicembre 1985 il Parlamento ha emanato la legge sulla sorveglianza dei prezzi (LSPr), entrata in vigore il 1° luglio 1986. Non soddisfatte della maniera in cui il Parlamento aveva concretizzato il disegno di legge del Consiglio federale nella legge del 1985, le organizzazioni delle consumatrici della Svizzera francese e del Ticino nel 1987 hanno depositato l’iniziativa popolare "sulla sorveglianza dei prezzi e degli interessi dei crediti". L’iniziativa è stata respinta poiché l’articolo costituzionale vigente era stato ritenuto sufficiente per tenere conto delle richieste delle autrici dell’iniziativa. Il Consiglio federale ha comunque deciso di prendere in considerazione gli obiettivi dell’iniziativa nella revisione della LSPr e ha proposto al Parlamento una revisione delle disposizioni corrispondenti della LSPr. Il Parlamento ha seguito le proposte del Consiglio federale, ad eccezione del diritto del Sorvegliante dei prezzi di pubblicare le proprie raccomandazioni. La revisione è stata adottata dal Parlamento ed è entrata in vigore il 1° ottobre 199136. Campo d’applicazione della LSPr La legge si applica ai prezzi delle merci e dei servizi (inclusi i crediti) fissati da cartelli o da imprese di diritto privato o pubblico che dominano il mercato (art. 1 e 2 LSPr). Compiti del Sorvegliante dei prezzi Il Sorvegliante dei prezzi37 è nominato dal Consiglio federale. I suoi compiti sono osservare l’evoluzione dei prezzi, impedire o eliminare l’aumento abusivo di prezzi e il mantenimento di prezzi abusivi e informare il pubblico in merito alla propria attività (art. 3 e 4 LSPr). 36 37 Per ulteriori dettagli si veda Lanz (1999). Il Sorvegliante dei prezzi è anche denominato Mister Prezzi. 67 Abuso di prezzo ed elementi di giudizio Vi è un abuso di prezzo unicamente nel caso in cui il livello dei prezzi del mercato non sia conseguenza di un’efficace concorrenza (art. 12 LSPr). Per determinare se vi è un abuso di prezzo il Sorvegliante dei prezzi dispone di diversi metodi: metodo della simulazione, metodo comparativo e metodo dei costi. Il metodo della simulazione mira a determinare quale prezzo sarebbe applicabile in situazione di concorrenza. Tale metodo prevede la simulazione della concorrenza sul mercato in questione da parte dell’autorità competente (Sorveglianza dei prezzi) e la determinazione del prezzo che ne risulta. Siccome queste simulazioni non sono sempre possibili nella pratica, tale metodo non può sempre essere adottato, anche se, come menziona Lanz (1999), esso ha già trovato applicazione pratica. Il metodo comparativo, invece, prevede che, per determinare se un prezzo monopolistico o un prezzo fissato da un cartello è abusivo ai sensi della LSPr, ci si basi su un mercato di confronto sul quale vengono scambiati prodotti o servizi identici o simili, che presenti strutture identiche o analoghe, ma sul quale esiste la concorrenza. I mercati comparabili possono essere distinti secondo l’aspetto materiale, geografico e temporale. Secondo questo metodo, si può considerare come termine di confronto il prezzo di un prodotto simile sul mercato considerato (mercato comparabile nell’aspetto materiale), oppure il prezzo dello stesso prodotto o di un prodotto simile in un’altra regione o Paese (mercato comparabile nell’aspetto geografico), o anche il prezzo dello stesso prodotto in diversi periodi, nel caso in cui il grado della concorrenza avesse subito delle modifiche (mercato comparabile nell’aspetto temporale). Il metodo dei costi prevede dal canto suo la determinazione del prezzo di un prodotto sulla base dei costi dell’impresa e in seguito la valutazione del carattere abusivo del prezzo. Questo metodo presuppone l’analisi dei costi che possono essere fatti valere e delle riflessioni in merito all’efficienza dell’impresa. Come rileva Lanz (1999), tale sistema è utilizzato soprattutto per analizzare i prezzi dei prodotti dei monopoli naturali e legali. 68 Inoltre, il Sorvegliante dei prezzi nell'ambito dell’esame del carattere abusivo dei prezzi tiene conto della necessità di realizzare equi benefici. Sempre secondo Lanz (1999), la prospettiva di realizzare degli utili è il motore dell’attività economica. La Sorveglianza dei prezzi non intende quindi impedire che le aziende realizzino un utile, bensì mira a impedire che i cartelli o i monopoli realizzino delle rendite (extra-profitti). E’ considerato equo un utile che risulterebbe da una situazione di efficace concorrenza. Gli altri elementi, contemplati dalla legge, di cui tiene conto il Sorvegliante dei prezzi per determinare se vi è un abuso di prezzo sono elementi specifici all’industria o al mercato in esame (art. 13 LSPr). L’intervento della Sorveglianza dei prezzi (in seguito SPr) serve a correggere le inefficienze del mercato che si manifestano in prezzi più elevati rispetto a quelli che risulterebbero da un mercato concorrenziale. Provvedimenti del Sorvegliante dei prezzi Le misure che il Sorvegliante dei prezzi può adottare per impedire degli abusi di prezzo dipendono dal soggetto al quale si applicano. Se il Sorvegliante dei prezzi accerta un abuso da parte di un'impresa di diritto pubblico o privato che domina il mercato, il Sorvegliante dei prezzi può esercitare un diritto di decisione (art. 10 LSPr) nei confronti di quest’impresa. Prima di applicare questo diritto, però, egli cerca un accordo con la parte (art. 9 LSPr). In caso di prezzi stabiliti o approvati da un’autorità esecutiva o legislativa a livello federale, cantonale o comunale, Mister Prezzi può esercitare un diritto di raccomandazione nei confronti di quest’autorità (art. 14 LSPr). Lo stesso diritto può essere esercitato nei confronti di altre Sorveglianze sui prezzi previste dal diritto federale (art. 15 LSPr). 5.2 Base legale e obiettivi dell’intervento della Sorveglianza dei prezzi in ambito ospedaliero Come abbiamo già avuto modo di spiegare, la LAMal accorda ampio margine ai partner tariffali (ospedali e casse malati) in merito alle tariffe. Infatti, essi sono esortati a 69 negoziare le tariffe. La convenzione risultante deve essere poi sottoposta al Cantone per l’approvazione. In caso di fallimento delle trattative, tocca al Cantone stabilire le tariffe. Siccome le tariffe devono essere approvate o fissate dall’autorità cantonale, si applica l’art. 14 LSPr, secondo il quale, prima di approvare o fissare le tariffe, l’autorità cantonale deve chiedere il parere del Sorvegliante dei prezzi38. L’autorità che approva o fissa le tariffe deve quindi confrontarsi con tale giudizio. Nel caso in cui il Cantone si scostasse da quest’ultimo, deve menzionarne i motivi nella sua decisione. L’intervento del Sorvegliante dei prezzi non è espressamente menzionato negli articoli di legge della LAMal. Nel messaggio relativo a quest’ultima, però, viene specificato che l’art. 14 LSPr si applica per le tariffe approvate o decise dall’autorità cantonale. La competenza della SPr è stata confermata in diverse decisioni del Consiglio federale sui ricorsi in materia di tariffe ospedaliere39. Riassumendo, l’intervento della SPr si basa sugli articoli 14 LSPr, 46 e 47 LAMal. Dal messaggio relativo alla LAMal si evince che l’intervento della SPr dovrebbe incitare le parti tariffali a un comportamento moderato e responsabile. Siccome sul mercato sanitario non vi è concorrenza, i prezzi concordati dai partner tariffali possono essere troppo elevati. Anche nel caso in cui i prezzi sono stabiliti dalle autorità cantonali, si corre lo stesso rischio a causa dei conflitti di interesse ai quali queste autorità sono esposte (ad esempio quando il Cantone fissa le tariffe per gli ospedali pubblici). La SPr, applicando le disposizioni della LAMal, analizza le proposte tariffali che le vengono sottoposte e calcola a sua volta la tariffa ospedaliera per il caso specifico. Il risultato ottenuto viene poi confrontato con le proposte tariffali. Se queste ultime sono più elevate, sono allora considerate abusive ai sensi della LSPr, e la SPr raccomanda di applicare la tariffa risultante dal suo esame. L’obiettivo dell’intervento della SPr è quello di evitare che alle casse malati vengano fatturati dei prezzi troppo elevati. Siccome essa è un’istituzione indipendente dai vari attori (casse malati, fornitori di prestazioni, Cantoni) e non è quindi sottoposta a nessun conflitto d’interesse, la 38 39 Le autorità cantonali devono consultare il Sorvegliante dei prezzi anche nel caso di diminuzione delle tariffe. Decisioni del Consiglio federale del 13 agosto 1997 relativa alle tariffe ospedaliere 1996 del Cantone di Zurigo, del 13 agosto 1997 sulle tariffe ospedaliere 1996 del Cantone di Ginevra, del 28 settembre 1998 sulle tariffe ospedaliere della Berner Klinik Montana, del 14 aprile 1999 sulle tariffe ospedaliere 1998 del Cantone di Basilea-Campagna. 70 tariffa risultante dalla sua analisi è dunque "neutra" e inoltre permette di raggiungere gli obiettivi di contenimento dei costi della LAMal. 5.3 Effetti dell’attività della Sorveglianza dei prezzi in ambito di tariffe ospedaliere Lo studio di Hammer et al. (2000) – commissionato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali – concernente gli effetti della LAMal a livello di tariffe, analizza l’influsso dell’intervento del Sorvegliante dei prezzi in questo settore. Questo studio sostiene che l’importanza della SPr è aumentata notevolmente nei settori in cui si è espressa. Il suo ruolo è stato decisivo soprattutto nell’elaborazione dei principi di calcolo delle tariffe ospedaliere. La prassi adottata dalla SPr ha infatti permesso di chiarire molte questioni riguardanti l’applicazione della LAMal. La legge menziona infatti solo a grandi linee quali costi possono essere fatturati all’assicurazione di base (art. 49 cpv. 1 LAMal) e quali esigenze relative alla trasparenza dei costi devono adempiere i fornitori di prestazioni (art. 49 cpv. 6 LAMal). L’attività del Sorvegliante dei prezzi ha precisato quali costi sono effettivamente computabili40 e quali condizioni permettono di adempiere le richieste in merito alla trasparenza dei costi41. Gli elementi della prassi sviluppata dalla SPr in ambito di calcolo delle tariffe che sono stati riconosciuti dal Consiglio federale nelle sue decisioni sui ricorsi (ai sensi dell'art. 53 LAMal) riguardano: - il tasso normativo di occupazione dei letti e il conseguente calcolo della sovraccapacità; - la deduzione dei costi per la formazione e la ricerca in funzione della dimensione dell’ospedale; 40 41 - la parte degli investimenti non a carico dell’assicurazione di base; - la deduzione dei costi relativi all’ambulatorio; - la deduzione dei costi per i reparti privato e semiprivato; - il calcolo degli interessi sul capitale circolante; - il calcolo del rincaro; Costi fatturabili (denominazione utilizzata nella LAMal) e costi imputabili sono dei sinonimi di costi computabili. Per ulteriori dettagli si veda Hammer et al. (2000). 71 - il calcolo della deduzione in seguito alle carenze nella trasparenza dei costi; - il calcolo delle tariffe di gruppo; - la regola della sostenibilità economica di eventuali aumenti di tariffe; - i confronti di tariffe tra ospedali (benchmarking). L’allegato 2 illustra le decisioni del Consiglio federale nelle quali sono stati confermati per la prima volta gli aspetti dei principi di calcolo elencati sopra. Lo studio di Hammer et al. (2000) rileva inoltre che la trasparenza della documentazione presentata dagli ospedali è migliorata grazie all’intervento costante della SPr. Le raccomandazioni del Sorvegliante dei prezzi sono state confermate quasi pienamente dal Consiglio federale nelle sue decisioni soprattutto nei primi anni dopo l’introduzione della LAMal. Ciò ha contribuito a stabilizzare l’evoluzione dei costi nel settore stazionario ospedaliero. Inoltre, le posizioni del Sorvegliante dei prezzi si sono affermate anche in numerose decisioni cantonali che non sono state oggetto di ricorso al Consiglio federale. Va sottolineato che la maggior parte dei Cantoni è attualmente a conoscenza della prassi della SPr e si basa su di essa per determinare le tariffe ospedaliere. I principi per il calcolo delle tariffe sviluppati dalla SPr e confermati dal Consiglio federale, essendo noti pure a quasi tutti gli altri partner tariffali, hanno un influsso importante sulle negoziazioni delle tariffe. Spesso, infatti, le casse malati basano il loro calcolo delle tariffe sui criteri del Sorvegliante dei prezzi per evitare degli aumenti delle tariffe a loro carico. Le reazioni alle raccomandazioni della SPr non sono sempre positive. Le casse malati ritengono a volte che i criteri adottati dal Sorvegliante dei prezzi siano troppo poco severi. Gli ospedali, invece, hanno generalmente una posizione opposta. I Cantoni reagiscono diversamente in funzione dell’oggetto della raccomandazione. Di solito, se si tratta della tariffa di un ospedale pubblico, ritengono la posizione del Sorvegliante dei prezzi troppo rigida; mentre se si tratta della tariffa di una clinica privata, in generale, sono favorevoli a una posizione piuttosto rigida. 72 Dal 1996 al 2005 la SPr ha inviato ai Governi cantonali 82 raccomandazioni relative alle tariffe stazionarie di 277 ospedali. Da una nostra stima risulta che se i Cantoni avessero fissato le tariffe raccomandate piuttosto che quelle sottoposte alla Sorveglianza dei prezzi, gli assicuratori malattia avrebbero potuto risparmiare circa mezzo miliardo di franchi dal 1996 al 2005. Questo calcolo è stato eseguito sulla base della differenza tra le tariffe proposte dai Cantoni o dagli ospedali e le tariffe raccomandate dalla Sorveglianza dei prezzi nonché delle giornate di cura erogate o il numero di casi trattati. Ad esempio, se per un ospedale che ha erogato 10'000 giornate di cura un Cantone ha proposto una tariffa per il reparto comune di fr. 500 per giornata di cura, mentre la Sorveglianza dei prezzi ha raccomandato una tariffa per il reparto comune di fr. 400, il risparmio potenziale ammonta a un milione di franchi ed è il risultato del calcolo seguente: (500 – 400)*10'000. Per ogni ospedale che è stato oggetto di una raccomandazione, la Sorveglianza dei prezzi ha eseguito questo tipo di stime. I risultati di questi calcoli sono dei risparmi potenziali, perché considerano tutti i pazienti come pazienti del reparto comune e inoltre non tengono conto delle giornate di cura che saranno effettivamente erogate nell'anno in cui sarà applicata la tariffa sottoposta alla Sorveglianza dei prezzi (in generale il calcolo delle tariffe che saranno applicate in un determinato anno si basano sui dati di due anni prima). Infine, questi calcoli si basano sulle tariffe proposte dai Cantoni o dagli ospedali e non sulle tariffe che saranno effettivamente decise dai Cantoni (queste ultime possono non corrispondere né a quelle raccomandate dalla Sorveglianza dei prezzi, né a quelle che le sono state proposte).42 Questo risparmio ipotetico di mezzo miliardo di franchi riguarda unicamente gli ospedali che sono stati oggetto di raccomandazioni. L'effetto indiretto delle raccomandazioni della SPr, sulla base delle quali si è costituita la rigida prassi del Consiglio federale, non è dal canto suo quantificabile con precisione. Si ritiene però che sia dello stesso ordine di grandezza dell'effetto diretto. 42 Purtroppo le informazioni dettagliate relative a queste stime non sono pubbliche. In diversi rapporti annuali, però, la Sorveglianza dei prezzi ha presentato vari aspetti della sua attività nell'ambito delle tariffe ospedaliere. A tal proposito si veda Preisüberwachung (1997) e Sorveglianza dei prezzi (1998, 1999, 2000, 2002, 2006). 73 6. Metodo d’analisi delle tariffe ospedaliere L’obiettivo della regolamentazione economica è la promozione dell’efficienza economica (ovvero la correzione delle inefficienze di mercato). Una regolamentazione efficace ed efficiente deve dunque riuscire a fornire all’impresa regolata gli incentivi corretti per evitare forme di inefficienza. Nel capito 2 abbiamo presentato i metodi di regolamentazione incentivanti e abbiamo indicato che i regolatori del settore ospedaliero stazionario adottano soprattutto un metodo, che presuppone la fissazione delle tariffe sulla base del costo medio del servizio, ritenuto poco incentivante dal punto di vista del contenimento dei costi. Tale metodo ha però il merito di eliminare la rendita di monopolio. Alcuni Cantoni hanno introdotto o stanno introducendo dei metodi di regolamentazione più incentivanti, come la "yardstick regulation", ovvero la fissazione delle tariffe di un ospedale sulla base dei costi di altri ospedali. Questo metodo si basa sul benchmarking dei costi, ovvero sull’identificazione di ospedali comparabili giudicati efficienti ai quali vengono confrontati gli ospedali di cui si vogliono determinare le tariffe. Nella prima parte di questo capitolo illustreremo come può essere eseguito un benchmarking dei costi. Nella seconda parte, invece, illustreremo dettagliatamente il metodo adottato dalla Sorveglianza dei prezzi per l’analisi delle tariffe ospedaliere. Come si potrà constatare, per determinare le tariffe ospedaliere la Sorveglianza dei prezzi calcola i costi medi ed esegue poi un benchmarking, ovvero valuta il livello di questi costi in funzione dei costi di altre strutture ospedaliere. 6.1 Benchmarking dei costi tramite indicatori semplici e complessi Una definizione generale di benchmarking è fornita da Ferrari e Stäger (2004). Secondo gli autori il benchmarking è "un processo di ricerca continua e costante della migliore prassi gestionale esistente nel mondo competitivo esterno, quale punto di riferimento per ottenere il miglioramento delle performance aziendali". Applicato al settore ospedaliero, il benchmarking dei costi consiste nell’identificare l’ospedale che rappresenta la migliore prassi (best-practice) da un punto di vista dell’efficienza di costo, alla quale vengono paragonate le altre strutture ospedaliere. 74 Prima di esporre il benchmarking dei costi è necessario definire il concetto di efficienza di costo. Come rilevano Farsi e Filippini (2005), un’impresa è efficiente dal punto di vista dei costi se produce ai costi minimi una determinata quantità di output dato il livello dei prezzi dei fattori di produzione. Dunque, secondo gli autori, l’inefficienza di costo corrisponde allo scostamento dal livello minimo dei costi per produrre una determinata quantità di output dato il livello dei prezzi dei fattori di produzione. In altre parole, la produzione è inefficiente se l’allocazione delle risorse e le tecnologie adottate non sono ottimali. Di seguito, se non menzioniamo il contrario, utilizzeremo il termine di efficienza per indicare l’efficienza di costo. Il problema al quale si è confrontati nell’applicazione di un sistema di benchmarking è la misura dell’efficienza (o dell’inefficienza) delle imprese regolamentate. Come sottolineano Filippini e Farsi (2004), l’efficienza può essere misurata mediante degli indicatori semplici. Il calcolo di questi indicatori non implica analisi matematiche o statistiche. Infatti, essi sono dei rapporti tra una misura di output e una misura di input. Un presupposto all’utilizzo di questi indicatori è la misurazione degli output e degli input. Come illustrano gli autori nella loro analisi sull’efficienza e la produttività negli ospedali svizzeri, gli indicatori semplici possono essere classificati in quattro categorie: indicatori di produttività (parziale, ovvero il rapporto tra l’output e un singolo input, ad es. numero di casi per infermiera, o totale, ossia il rapporto tra il totale degli output e il totale degli input), indicatori della struttura dei costi (es. quota-parte dei costi del personale sui costi totali, costi per caso), indicatori relativi alle caratteristiche degli output che misurano la qualità delle strutture43 (es. numero di infermiere per letto oppure presenza di un pronto soccorso) e relativi ad altre caratteristiche degli output (es. durata media di degenza oppure quota-parte di giornate di cura nei reparti privati e semi-privati sul totale delle giornate di cura) nonché indicatori inerenti altre caratteristiche dei nosocomi (es. numero di medici associati)44. 43 44 Come segnalano Filippini e Farsi (2004), gli indicatori di qualità della struttura indicano la potenziale capacità degli ospedali di fornire prestazioni qualitative, ma non forniscono informazioni sulla qualità delle prestazioni effettivamente erogate. Per ulteriori dettagli sugli indicatori semplici per misurare l’efficienza degli ospedali si veda Filippini e Farsi (2004). 75 Filippini e Farsi (2004) fanno notare come gli indicatori semplici permettano di rappresentare diversi aspetti dell’efficienza degli ospedali e di situare un ospedale nei confronti di altri ospedali. Tuttavia, come spiegano gli autori, questi indicatori presentano dei limiti. Gli ospedali forniscono infatti servizi differenti per i quali sono necessarie quantità diverse di risorse, ciò che implica anche costi diversi. Siccome un ospedale tratta diversi pazienti, non è possibile paragonare l’efficienza dei nosocomi sulla base di un singolo indicatore. Un indicatore semplice è basato sul presupposto che, in media, diversi ospedali forniscono una combinazione di servizi simile dal punto di vista dei costi. Questa ipotesi non è però realistica. Infatti, i pazienti di diverse regioni hanno problemi di salute diversi a causa di differenze relative allo statuto socioeconomico, al contesto lavorativo e ambientale, ecc. Inoltre, gli ospedali non operano nelle stesse condizioni economiche e ambientali. I costi dei fattori di produzione possono infatti differire da una regione all’altra. Gli indicatori semplici non considerano questi aspetti. Gli indicatori semplici, considerati i loro limiti, non permettono quindi di approfondire l’analisi dell’efficienza. Secondo Filippini e Farsi (2004), esistono dei metodi più complessi (benchmarking tramite indicatori complessi) che permettono di superare questi limiti. Come sottolineano gli autori, tali metodi misurano l’efficienza basandosi su frontiere di costo. L’inefficienza è quindi definita come uno scostamento del livello di costo di un singolo ospedale dalla frontiera. Esistono vari metodi per stimare delle frontiere di costo, che si distinguono in due categorie: metodi parametrici (approccio econometrico) e metodi non parametrici (programmazione lineare). I primi si basano sull’analisi di regressione per la stima di una frontiera di costo e si suddividono in sue sottocategorie: frontiere deterministiche e frontiere stocastiche. I secondi, invece, sono basati sulle tecniche di programmazione lineare. Appartengono a questi metodi la Data Envelopment Analysis (DEA) e la Free Diposal Hull (FDH)45. Filippini e Farsi (2004) hanno analizzato l’efficienza e la produttività negli ospedali svizzeri utilizzando delle frontiere stocastiche di costo. 45 Per ulteriori dettagli relativi ai metodi parametrici e non parametrici si veda Farsi e Filippini (2005), Filippini, Farsi e Fetz (2005) nonché Farsi e Filippini (2004). 76 Come spiegano gli autori citati, l’approccio econometrico permette di stimare una frontiera stocastica di costo. Quest'ultima rappresenta il costo minimo di produzione di un determinato livello di output, dati i prezzi dei fattori di produzione e la tecnologia. Pertanto la frontiera di costo funge da metro per misurare l’efficienza raggiunta dagli ospedali: l’ospedale efficiente si troverà sulla frontiera. Gli autori dello studio sull’efficienza negli ospedali svizzeri fanno notare come la differenza verticale tra i costi osservati e la frontiera dei costi sia composta da due parti: la prima componente riguarda le differenze tra le imprese che non sono osservabili (variazioni aleatorie inosservabili) e che potrebbero influenzare i costi, la seconda concerne il grado di inefficienza dell’impresa. Stabilendo una frontiera dei costi specifica per ogni impresa, il modello della frontiera stocastica permette di identificare l’inefficienza per ogni impresa. Come rilevano Filippini e Farsi (2004), la misura dell’inefficienza per un ospedale è quindi il rapporto tra i costi osservati e i costi della frontiera, inoltre – aggiungono - questo metodo permette pure di stimare l’efficienza di scala46. L’applicazione del benchmarking presuppone la misura del grado di efficienza raggiunto dalle imprese regolamentate. Come abbiamo già menzionato in precedenza, spesso il regolatore non dispone delle informazioni in merito. Un possibile strumento per ovviare a questo problema potrebbe quindi essere la stima econometrica di una funzione dei costi. Filippini, Farsi e Fetz (2005) sottolineano che questi metodi più complessi possono quindi essere utilizzati per ridurre l’asimmetria informativa tra il regolatore e l’impresa regolamentata. Dall’analisi – eseguita da Filippini, Farsi e Fetz (2005) – dei diversi approcci (parametrici e non parametrici) per misurare l’efficienza sui quali si potrebbe basare un benchmarking dei costi, emerge come i risultati in termini di efficienza (livello di efficienza e ranking delle imprese secondo il grado di efficienza raggiunto) siano sensibili all’approccio adottato. Pertanto, secondo questi autori, l’analisi di benchmarking dovrebbe essere utilizzata come strumento complementare nella regolamentazione. Questi approcci econometrici, rilevano i tre ricercatori, possono 46 Come indicano Crivelli, Filippini e Lunati (2001) un’impresa ha raggiunto l’efficienza di scala quando aumentando la produzione non è più possibile diminuire i costi medi di produzione. Un’impresa efficiente dal punto di vista di scala ha raggiunto la dimensione aziendale ottima. 77 essere applicati, con la dovuta cautela e rispettando determinate condizioni relative ai dati, per prevedere i costi di ogni impresa regolamentata all’interno di un certo intervallo di confidenza. Secondo i tre autori menzionati, questo metodo potrebbe dunque essere utilizzato come alternativa ai convenzionali metodi di benchmarking. Secondo tale metodo, il regolatore prevede un intervallo di confidenza (che tiene conto delle caratteristiche non osservabili e di un certo livello di efficienza) per il costo atteso di un’impresa, la quale è chiamata a giustificare eventuali costi eccedenti. 6.2 Analisi delle tariffe ospedaliere da parte della Sorveglianza dei prezzi In questa sezione presenteremo il metodo adottato dalla Sorveglianza dei prezzi per determinare le tariffe ospedaliere stazionarie per il reparto comune a carico dell’assicurazione malattia obbligatoria. Illustreremo dapprima gli elementi di giudizio basati sulla LSPr e sulla LAMal sui quali si fonda l’esame delle tariffe, e in seguito le tappe per determinare le tariffe per il settore stazionario degli ospedali. 6.2.1 Elementi di giudizio L'esame delle tariffe si basa sugli elementi di giudizio indicati all'articolo 13 LSPr. In particolare viene adottato il metodo dei costi e il metodo comparativo. Nel mercato sanitario il libero sviluppo delle forze di mercato è spesso molto limitato, in quanto la funzione regolatrice dei prezzi svolta dalla legge della domanda e dell’offerta non esplica alcun effetto. Per questo motivo i costi costituiscono di norma un punto di partenza per l’esame delle tariffe. Una SPr che tiene conto della politica della concorrenza non può tuttavia basare la sua valutazione unicamente sui costi dichiarati, anche se le aziende e le organizzazioni che operano in un ambito esente da concorrenza – fatti salvi gli interessi pubblici superiori – non devono per principio essere privilegiate rispetto alle aziende che devono confrontarsi costantemente con la concorrenza. La SPr deve pertanto sempre 78 considerare, nel caso concreto, quali prezzi sarebbero ammessi in situazione di efficienza produttiva. Si deve quindi verificare se i prezzi e i costi fatti valere potrebbero essere raggiunti rispettivamente coperti anche in condizioni di concorrenza e se, di conseguenza, sono giustificati. L’esame di tale questione presuppone riflessioni relative all’efficienza o all’economicità della gestione aziendale, quindi ad esempio all’utilizzazione completa delle capacità. In questo contesto specifico (settore ospedaliero) la Sorveglianza dei prezzi interpreta il concetto di economicità come una misura generale dell'efficienza. L'economicità è definita come la relazione tra i risultati ottenuti (output) e le risorse impiegate (input). L'economicità di un'azienda aumenta se per produrre un determinato output vengono impiegate minori risorse in termini di costi. Per delle ragioni pragmatiche, nella valutazione dell'economicità di un ospedale, la Sorveglianza dei prezzi parte dal presupposto che le prestazioni (output) fornite dagli ospedali soddisfano il livello qualitativo imposto dalla LAMal, e che i nosocomi forniscono unicamente la quantità di prestazioni necessaria alla cura dei pazienti. L'economicità di un'impresa può essere determinata mediante un paragone tra la situazione effettiva e la situazione ipotetica (Ist-Soll Vergleich), un paragone con altre imprese (comparabili) e un paragone temporale. L'art. 46 cpv. 4 della LAMal richiede esplicitamente che le convenzioni tariffali siano conformi al principio di economicità47. Le verifiche eseguite fino all’anno 2000 nell'ambito della procedura d'approvazione tenevano conto di questa esigenza solo marginalmente. Durante questi esami si sono infatti verificati dei problemi in relazione alla disponibilità dei dati necessari all'analisi. Al fine di rispettare il principio di economicità, dall’anno 2000 la SPr fonda le sue analisi anche sui paragoni dei costi tra i diversi ospedali e sulle relative evoluzioni. 47 Le convenzioni tariffali di cui all'art. 46 cpv. 4 LAMal riguardano tutti i fornitori di prestazioni e non solo gli ospedali. Riferito a tutti i fornitori di prestazioni, il termine di economicità, contemplato in questo articolo, è da interpretare in senso più largo rispetto a quanto non faccia la Sorveglianza dei prezzi per gli ospedali. Infatti, con economicità si intende sia il rapporto tra le risorse impiegate e il risultato ottenuto (efficienza) che la quantità di prestazioni fornite. In questo senso un fornitore di prestazione non rispetta il principio di economicità se è inefficiente (cioè se per produrre una determinata quantità di prestazioni ha impiegato troppe risorse dal punto di vista dei costi) o se fornisce una quantità di prestazioni non giustificate dal profilo medico (in tedesco si parla di Mengenausweitung). 79 Nell’esaminare le tariffe e i prezzi da approvare o da stabilire da parte delle autorità, il Sorvegliante dei prezzi tiene conto di eventuali interessi pubblici superiori (art. 14 cpv. 3 LSPr). Questi comprendono disposizioni legali in materia di politica sanitaria e sociale. La valutazione degli aumenti tariffali si basa anche su considerazioni in merito alla sostenibilità degli aumenti delle tariffe a livello economico e quindi alle possibili ripercussioni sui premi dell’assicurazione malattia. 6.2.2 Determinazione delle tariffe ospedaliere Sulla base degli elementi esposti sopra risulta chiaro che il calcolo delle tariffe ospedaliere non può basarsi unicamente sui costi dichiarati dagli ospedali, anche se questi adempiono completamente le esigenze della LAMal (art. 49 LAMal) e della relativa ordinanza (OCPre48). Oltre al calcolo delle tariffe sulla base dei costi è necessario intraprendere pure un esame dell’economicità. Se da quest’ultimo risulta che i costi dell’ospedale che si sta analizzando sono troppo elevati, occorre correggerli (correzione per economicità). La figura 4 illustra le tappe per determinare le tariffe ospedaliere. 48 Ordinanza sul calcolo dei costi e la registrazione delle prestazioni da parte degli ospedali e delle case di cura nell’assicurazione malattie. 80 Figura 4: Tappe per la determinazione delle tariffe ospedaliere 1. Esame dei costi (art. 13 LSPr, art. 49 LAMal) Calcolo dei costi d'esercizio standardizzati secondo le regole della LAMal 2. Esame dell'economicità (art. 13 LSPr, art. 32, cpv. 1, art. 43, cpv. 6, art. 46, cpv. 4, art. 49, cpv. 7 LAMal) Esame del livello dei costi e della loro evoluzione L'ospedale lavora in maniera efficiente L'ospedale non lavora in maniera efficiente 3. Correzione per economicità Calcolo dei costi d'esercizio standardizzati fatturabili 4. Tariffa basata sui costi 4. Tariffa basata sui costi fatturabili "corretti" Fonte: Sorveglianza dei prezzi. 1a tappa: esame dei costi In questa prima fase si determinano i costi d’esercizio standardizzati. Dai costi d’esercizio totali dell’ospedale si deducono tutti i costi che non sono a carico dell’assicurazione di base come gli onorari dei medici per i pazienti assicurati in reparto privato e semiprivato e per i pazienti dell'ambulatorio, i costi per investimenti (per gli ospedali pubblici)49, gli interessi sul capitale circolante, i costi per l’ambulatorio, i costi per le prestazioni rimborsate dalla SVK50 (es. trapianti), i costi per le prestazioni ai pazienti e a terzi, i costi per la formazione e la ricerca, i costi derivanti dalle sovraccapacità e i costi per il reparto privato e semiprivato. Ai costi risultanti vengono aggiunti gli interessi normativi sul capitale circolante e il rincaro normativo, se tra 49 50 Gli ospedali privati hanno diritto al rimborso dei costi per investimenti da parte delle casse malati. La Sorveglianza dei prezzi stima i costi per gli investimenti delle cliniche private sulla base del modello della Commissione delle tariffe mediche (SVPK/MTK-Spitaltaxmodell für Privatspitäler). Se da questo calcolo risultano dei costi per investimenti inferiori a quelli dichiarati dalla clinica, allora questi ultimi vengono sostituiti con il risultato del calcolo normativo. Schweizerischer Verband für Gemeinschaftsaufgaben der Krankenversicherer. 81 l’anno per il quale si fissa la tariffa e l’anno sul quale si basano i costi c’è una distanza di 2 anni. I costi che risultano da queste correzioni sono denominati costi d’esercizio standardizzati. Nell’allegato 3 presentiamo il modello di calcolo di questi costi e i parametri utilizzati per le correzioni dei costi d’esercizio totali. Questo esempio si basa sui costi registrati secondo la contabilità finanziaria. Attualmente, sempre più ospedali dispongono di una contabilità per centri di costo, mentre pochi ospedali hanno una contabilità per unità finali di imputazione. Se i costi alla base del calcolo delle tariffe sono registrati secondo uno di questi due tipi di contabilità analitica, è possibile che alcune deduzioni menzionate sopra risultino non più necessarie. La contabilità per centri di costo permette, ad esempio, di separare i costi della gestione caratteristica da quelli della gestione estranea (es. costi e ricavi per la casa del personale o per la caffetteria): una loro deduzione non è quindi più necessaria. Il calcolo dei costi d’esercizio standardizzati si basa sulla documentazione presentata dal Cantone o dall’ospedale. La valutazione della qualità di questa documentazione permette di stabilire il grado di copertura dei costi da parte della cassa malati. Secondo l’art. 49 cpv. 1 LAMal, gli importi forfettari per gli abitanti del Cantone coprono al massimo il 50% dei costi fatturabili nel reparto comune degli ospedali pubblici (100% per le cliniche private). Una partecipazione del 50% è possibile solamente se vi è una completa trasparenza. In caso di trasparenza insufficiente, il grado di copertura sarà inferiore al 50%. Ciò avviene per evitare che l'assicurazione sociale malattia paghi più del 50% dei costi fatturabili. Quanto più la quota di copertura dei costi delle casse malati si avvicina al 50%, tanto più importante diventa la trasparenza per poter valutare se l’aumento di tariffa è giustificato o meno. Fino ad oggi la SPr non ha mai raccomandato dei gradi di copertura dei costi superiori al 48%. In nessuno dei casi sottoposti essa ha constatato una trasparenza totale dei costi. Agli ospedali che dispongono di una contabilità analitica per unità finali d’imputazione la SPr non ha raccomandato un grado di copertura del 50% perché questi non hanno ancora un sistema di registrazione delle prestazioni completo. Nell’allegato 3 abbiamo menzionato i gradi di copertura dei costi in funzione della documentazione presentata. 82 2a tappa: esame dell’economicità I costi d’esercizio standardizzati risultanti dalla prima tappa devono essere sottoposti all’esame dell’economicità. Diversi test permettono di determinare se l’ospedale lavora in modo efficiente (ovvero se produce un determinato output impiegando il minimo delle risorse in termini di costi), di conseguenza, se le casse malati devono assumere i costi d’esercizio standardizzati. I test che vengono eseguiti attualmente sono: - paragone intracantonale dei costi d’esercizio standardizzati per caso (CESPC) - evoluzione dei CESPC dell’ospedale in esame - paragone intercantonale dei CESPC - paragone intercantonale dei costi per caso (CPC) secondo la statistica amministrativa degli ospedali (SAO) dell’UFS - evoluzione dei CPC secondo la SAO dell’ospedale in esame - paragone di altri indicatori. La scelta degli ospedali di riferimento per il paragone dei CESPC si basa principalmente sulla tipologia degli ospedali sviluppata dall’UFS (che abbiamo già trattato nel capitolo 4), sull’indice di case-mix calcolato dall’UFS per la SPr, nonché sulle informazioni fornite dai Dipartimenti cantonali della sanità. Mentre la categoria dell’ospedale secondo la tipologia dell’UFS (in seguito categoria-UFS) permette di situare la dimensione del nosocomio, l’indice di case-mix (CMI) è un indicatore della gravità dei pazienti trattati. Test 1: paragone intracantonale dei CESPC Questo test consiste nel paragone dei CESPC dell’ospedale in esame con quelli di ospedali comparabili (ovvero che appartengono alla stessa categoria-UFS o a una categoria superiore) situati nello stesso Cantone. Tale esame è molto significativo sia poiché avviene nell'ambito dello stesso Cantone, sia poiché la comparabilità non si basa unicamente sulla categoria-UFS e il CMI, ma anche sulle indicazioni del Cantone. Nei piccoli Cantoni questo test non può essere eseguito a causa della mancanza di elementi di paragone. 83 Un ospedale è considerato efficiente se i suoi CESPC non superano in misura superiore al 5% quelli dell’ospedale paragonabile avente i CESPC più bassi. Se si paragonano i costi dei reparti ospedalieri (es. medicina, chirurgia, ecc.) anziché i costi di tutto l’ospedale, si considera che un reparto lavora in modo efficiente se i suoi costi non superano più del 15% i costi del reparto meno caro. Questo tipo di paragone è molto più delicato e deve pertanto essere eseguito soltanto tra ospedali dello stesso Cantone e su indicazioni precise di quest’ultimo. Test 2: evoluzione dei CESPC dell’ospedale in esame Mediante questo test si analizza l’evoluzione dei CESPC dell’ospedale in esame. Una condizione necessaria per eseguirlo è che l’ospedale in questione sia già stato esaminato dalla SPr in passato. L’analisi dell’evoluzione dei costi permette di stabilire se vi è un problema a livello di crescita dei costi. Un ospedale è considerato efficiente se i suoi CESPC non presentano un tasso di crescita annuale superiore all’1,5%. Test 3: paragone intercantonale dei CESPC Questo paragone è simile a quello del test 1, ma si estende a tutta la Svizzera. Attualmente la SPr deve però limitarsi a operare questo tipo di paragone tra gli ospedali di cui ha già calcolato i CESPC. Un ospedale è efficiente se i suoi CESPC non superano più del 10% quelli dell’ospedale meno caro appartenente alla stessa categoria-UFS. Test 4: paragone intercantonale dei CPC I CPC sono i costi totali secondo la SAO dell’UFS divisi per il numero di casi. Questi costi sono più elevati dei CESPC poiché contengono ancora una grande parte di costi non computabili secondo l’art. 49 LAMal (es. costi per la formazione e la ricerca). I CPC secondo la SAO dell’ospedale in esame possono essere paragonati a quelli di tutti gli altri ospedali appartenenti alla stessa categoria-UFS. 84 Un ospedale è considerato efficiente se i suoi CPC sono inferiori a quelli dell’ospedale che rappresenta il 25° percentile. Se invece i CPC superano del 15% i costi di questo ospedale comparabile, ci potrebbe essere un problema di inefficienza. Test 5: evoluzione dei CPC dell’ospedale in esame Questo test permette di analizzare l’evoluzione dei CPC secondo la SAO dell’ospedale in esame. Rispetto al test 2, questo esame è meno significativo perché i costi non sono standardizzati. E’ però importante soprattutto nei casi in cui la SPr non dispone dei CESCP storici dell’ospedale in esame. Un ospedale è considerato efficiente se i suoi CPC non presentano un tasso di crescita annuale superiore all’1,5%. Test 6: paragone di altri indicatori Sulla base dei dati della SAO e di quelli di cui dispone la SPr, è possibile calcolare degli indicatori per tutti gli ospedali. Questi permettono di identificare le cause di un eventuale livello troppo elevato dei costi per caso. A partire dal 2005 la SPr ha accesso elettronico ai dati della SAO. E' stato quindi possibile creare una banca dati completa sulla base della quale calcolare i circa 50 indicatori presentati nell’allegato 4. Abbiamo indicato per ogni test il criterio che permette di stabilire se l’ospedale in esame è efficiente. Se uno di questi criteri non è rispettato, ci potrebbe essere un problema di efficienza. I motivi legati all’alto livello dei costi o a un tasso di crescita dei costi troppo elevato devono essere analizzati per mezzo degli altri 5 test (compreso quello sugli indicatori) e prendendo in considerazione altri fattori (es. ubicazione geografica, mandato di prestazione, ecc.). 3a tappa: correzione per economicità Se dai test menzionati risulta che l’ospedale lavora in maniera efficiente, nessuna correzione per economicità è necessaria e i costi d’esercizio standardizzati calcolati dalla SPr costituiscono la base per il calcolo della tariffa. Se invece si constata che 85 l’ospedale in esame non è efficiente, i costi d’esercizio standardizzati devono essere corretti sulla base dei costi degli ospedali comparabili e efficienti o sulla base dei suoi costi storici (nei casi in cui, per mancanza di dati, non è stato possibile trovare degli ospedali comparabili). Siccome per ogni paragone, soprattutto per quelli intercantonali, vi è un certo grado di incertezza, la SPr applica ai CESPC dell’ospedale di riferimento dei margini di tolleranza che variano in funzione del tipo di paragone (intra- o intercantonale) e del livello di prestazioni (categoria-UFS) dell’ospedale comparabile rispetto a quello dell’ospedale in esame. La tabella seguente mostra i margini di tolleranza. Tabella 8: Margini di tolleranza Paragone intracantonale con i CESPC dell’ospedale efficiente (meno caro) Paragone intercantonale con i CESPC dell’ospedale efficiente (meno caro) Ospedali appartenenti allo stesso livello di prestazioni + 5% + 10% Ospedale di riferimento è di un livello più elevato rispetto all’ospedale in esame 0% + 5% Ospedale di riferimento è di due livelli più elevato rispetto all’ospedale in esame - 5% 0% Fonte: Sorveglianza dei prezzi. Consideriamo l’esempio presentato nell’allegato 3. Questo ospedale ha dei CESPC di fr. 5'912 (si veda linea w della tabella dell'allegato 3). Secondo i test dell’economicità risulta che questo ospedale non lavora in maniera efficiente e da un paragone intracantonale risulta che i suoi CESPC sono circa dell'11% più elevati di quelli di un ospedale efficiente appartenente allo stesso livello di prestazioni (i cui CESPC ammontano a circa fr. 5'330). Siccome il paragone è tra due ospedali della stessa categoria-UFS e dello stesso Cantone, il margine di tolleranza è del 5%. I costi d’esercizio standardizzati fatturabili per caso dell’ospedale in questione ammontano quindi a fr. 5'600 (= 5’330*1,05). I costi d’esercizio fatturabili totali risultano dalla moltiplicazione dei costi d’esercizio fatturabili per caso per il numero di casi. Come di evince dall’esempio, questi ammontano a 44,8 milioni di franchi. 86 Il Consiglio federale ha approvato per la prima volta il benchmarking adottato dalla SPr nelle decisioni del 10 dicembre 2004 concernenti gli ospedali di Sursee-Wolhusen (Cantone di Lucerna) e gli ospedali di Svitto e di Lachen (Cantone di Svitto). L’ospedale di riferimento per questi tre nosocomi (tutti appartenenti al livello di prestazioni 4) era il Bürgerspital Solothurn (livello di prestazioni 2). Siccome si trattava di un paragone intercantonale con un ospedale di due livelli di prestazioni più elevato rispetto agli ospedali in esame, il Consiglio federale non ha accordato nessun margine di tolleranza. 4a tappa: calcolo della tariffa ospedaliera Quest’ultima fase permette di determinare la tariffa ospedaliera che viene raccomandata al Governo cantonale. I costi d’esercizio standardizzati fatturabili e il grado di copertura dei costi da parte dell’assicurazione obbligatoria costituiscono la base di questo calcolo. Se il Governo cantonale intende fissare una tariffa per giornata di cura, i costi fatturabili vengono suddivisi per il totale delle giornate di cura e poi moltiplicati per il grado di copertura dei costi. Se, invece, il Governo cantonale intende fissare una tariffa per caso, i costi fatturabili vengono divisi per il numero di casi e moltiplicati per il grado di copertura dei costi. Vi sono dei casi in cui l'Esecutivo cantonale propone altre forme di remunerazione, ad esempio una tariffa mista (diaria e forfait per caso). In questi casi tutto il calcolo per determinare i costi standardizzati considera separatamente i costi che sono rimborsati con la diaria (in generale i costi del settore alberghiero ed eventualmente delle cure infermieristiche) e i costi che sono coperti dal forfait per caso (costi per le terapie e altri costi legati all’aspetto medico). Questi particolari concernono soprattutto la prima tappa dell’esame (metodo dei costi) e non le altre. In generale, la SPr raccomanda delle tariffe conformi al sistema tariffale che il Cantone intende adottare, sempre che la trasparenza della documentazione lo permetta. In caso contrario, la SPr raccomanda una tariffa per caso. 87 Come abbiamo già sottolineato nel capitolo 5, il metodo dei costi adottato dalla SPr è oggi conosciuto e accettato praticamente da tutti i partner tariffali. Il metodo comparativo, nonostante due decisioni favorevoli del Consiglio federale in sede di ricorso, è invece ancora molto criticato dai diversi attori del settore ospedaliero. Nel prossimo capitolo presenteremo le principali critiche a questo metodo e le proposte per migliorarlo. 88 7. Proposte di miglioramento del metodo d'analisi delle tariffe ospedaliere 7.1 Contesto La LAMal esige che i fornitori di prestazioni eroghino delle prestazioni efficaci, appropriate ed economiche (art. 32 LAMal). A partire dall’anno 2000, la SPr ha ampliato il suo metodo di analisi delle tariffe ospedaliere con l’esame dell’economicità. Questo comporta, oltre alla valutazione del tasso di crescita dei costi dell’ospedale analizzato, anche l’esame del suo livello dei costi paragonato a quello delle strutture comparabili. I confronti eseguiti dalla SPr sono stati a volte criticati dai soggetti destinatari delle sue raccomandazioni (in particolare dai Cantoni e dagli ospedali). In particolare, essi non concordavano con la scelta degli ospedali di riferimento operata dalla SPr, ritenendoli non comparabili alla loro struttura. Inoltre, sempre secondo i destinatari delle raccomandazioni, la qualità dei dati non era sufficiente per eseguire dei confronti. In particolare, essi consideravano assolutamente necessario basare il paragone anche e soprattutto sul CMI. La SPr ha però potuto tener conto di questo indice solo parzialmente durante l’analisi delle tariffe, poiché tale dato non le era sempre disponibile. In fase di ricorso, però, essa ha potuto avere accesso a questo indicatore e lo ha considerato per verificare i confronti eseguiti. Queste verifiche hanno sempre confermato il risultato raggiunto in prima analisi. Il Consiglio federale, nelle decisioni del 10 dicembre 2004 concernenti le tariffe 2001 degli ospedali di Sursee-Wolhusen (Cantone di Lucerna), di Svitto e di Lachen (Cantone di Svitto), ha appoggiato il metodo della SPr. In decisioni precedenti, invece, pur avendo espresso la necessità di eseguire dei paragoni, il Governo federale aveva dato ragione alle critiche formulate dai Cantoni e dagli ospedali. Durante queste procedure, anche l’UFS e l’UFPS sono stati invitati a prendere posizione. Questi uffici hanno espresso opinioni diverse da quelle della SPr in merito alla scelta degli ospedali di riferimento e alla qualità dei dati necessaria per eseguire dei confronti. I tre uffici federali hanno pertanto deciso di sviluppare assieme un metodo oggettivo, sistematico, pragmatico e comprensibile (da parte degli attori del settore) per scegliere gli ospedali di riferimento. Il gruppo di lavoro 89 interno all’Amministrazione federale, costituito a questo scopo nella primavera del 2005, ha esposto il metodo sviluppato alla fine del 2005. Di seguito, presenteremo gli indicatori sulla base dei quali vengono scelti gli ospedali di riferimento e il metodo stesso che permette di determinare le strutture comparabili a quella in esame. 7.2 Indicatori per la scelta degli ospedali di riferimento Come abbiamo menzionato poc'anzi, i paragoni eseguiti dalla SPr sono stati criticati poiché basati principalmente sulla struttura ospedaliera (numero di letti, ecc.) piuttosto che sul prodotto (output) dell’ospedale. Gli indicatori devono permettere di identificare dei gruppi di ospedali comparabili quindi principalmente per le prestazioni offerte e secondariamente per i determinanti esogeni dei costi. Grazie al miglioramento della qualità dei dati è oggi possibile confrontare i nosocomi sulla base delle prestazioni che forniscono, per mezzo di indicatori di prestazioni. Il CMI è l’indicatore più consono a questo scopo. Esso costituisce infatti il riassunto delle prestazioni offerte nonché del grado di complessità dei pazienti trattati. Siccome la precisione di questo indicatore non è identica in tutti gli ospedali (anche a causa dei problemi di codifica) è necessario basare i confronti anche su altri fattori. A tal proposito, il gruppo di lavoro è dell’avviso che bisogna considerare pure il numero di casi (del settore stazionario), il numero di APDRG (misura dell'ampiezza dello spettro di prestazioni) e l’intensità di formazione continua (numero di posti per la formazione continua FMH per casi trattati). La scelta degli ospedali di riferimento non può unicamente basarsi sugli indicatori di prestazioni. Il gruppo di lavoro ha quindi ritenuto necessario considerare pure degli indicatori di struttura relativi ai determinanti esogeni dei costi, ovvero i determinanti dei costi sui quali l’ospedale non ha nessun influsso a corto termine. Due ospedali efficienti con lo stesso CMI possono infatti avere dei costi per caso differenti: la differenza potrebbe essere dovuta a una diversa dimensione (un ospedale grande ha 90 maggiori possibilità di sfruttare le economie di scala) oppure alla presenza di un pronto soccorso. Pur partendo dal presupposto che l’assicurazione malattia non deve assumere i costi dovuti a inefficienze, va riconosciuto che - siccome la struttura ospedaliera non è modificabile a corto termine – la struttura stessa dovrebbe essere (almeno parzialmente) presa in considerazione. Ecco perché è necessario basare la scelta degli ospedali di riferimento anche su indicatori di struttura relativi ai determinanti esogeni dei costi, quali il numero di letti in esercizio e il pronto soccorso (presenza o assenza del pronto soccorso). 7.3 Metodo per la definizione dei gruppi di ospedali comparabili Dopo aver determinato gli indicatori, è necessario standardizzarli. Per ogni indicatore si definisce quindi un valore minimo e uno massimo, al fine di stabilire per ogni ospedale e ogni indicatore un indice tra lo 0% e il 100%. In seguito viene calcolata la distanza tra gli ospedali per ogni indice. La differenza assoluta per ogni indice viene addizionata per ottenere la cosiddetta distanza-Manhattan. Sulla base di questa misura è possibile determinare quali sono gli ospedali più simili a quello in esame. 7.3.1 Calcolo degli indici Per ogni indicatore viene definito un valore minimo e uno massimo che vengono sostituiti con lo 0% rispettivamente il 100%. Questi valori sono presentati nella tabella seguente. 91 Tabella 9: Valori minimi e massimi degli indicatori Indicatori Pronto soccorso (sì/no) [PS] Numero di letti [letti] CMI lordo [CMI] Numero di casi [casi] Intensità della formazione continua [IFC] = numero di posti di formazione continua / numero di casi Numero di APDRG [APDRG] Valore per 0% 0 0 0,396 0 Valore per 100% 1 700 1,22 38’175 0 0,02736 0 641 Fonte: UFS, UFSP e SPr (2006). Sulla base dei valori definiti sopra, vengono calcolati i valori effettivi degli ospedali in punti percentuali (indici). Consideriamo l’esempio (ospedale 1) seguente: - Pronto soccorso: sì - Numero di letti: 400 - CMI lordo: 0,9 - Numero di casi: 10’000 - Numero di posti di formazione continua FMH: 70 - Numero di APDRG: 150 Gli indici risultanti per questo ospedale sono presentati nella tabella 10. Tabella 10: Indici per l’ospedale 1 Ospedale Tipologia Indice PS Indice letti Indice CMI Indice casi Indice IFC Indice APDRG 1 K112 100 57 61 26 26 23 Fonte: UFS, UFSP e SPr (2006). Questi indici sono calcolati come segue: Indice PS: 100 (100, con pronto soccorso; 0, senza pronto soccorso) Indice letti: 57 = 400/700*100 Indice CMI: 61 = (0,9 – 0,396)/(1,22 – 0,396)*100 Indice casi: 26 = 10’000/38'175*100 Indice IFC: 26 = 0,007/0,02736*100 Indice APDRG: 23 = 150/641*100 Per ogni ospedale della Svizzera si calcolano gli indici secondo questo modello. 92 7.3.2 Calcolo della distanza-Manhattan Sulla base degli indici calcolati sopra, si possono determinare le distanze tra gli ospedali. Questo processo è illustrato di seguito con l’esempio di due ospedali. Tabella 11: Distanza-Manhattan Ospedale Tipologia 1 2 Differenza Differenza assoluta K112 K121 Indice PS Indice letti Indice CMI Indice casi Indice IFC Indice APDRG 100 0 100 57 20 37 61 67 -6 26 12 14 26 25 1 23 38 -15 100 37 6 14 1 15 DistanzaManhattan- 173 Fonte: UFS, UFSP e SPr (2006). Dalla somma delle distanze assolute risulta la distanza-Manhattan: tale misura fornisce informazioni in merito alla comparabilità degli ospedali. Strutture con una distanzaManhattan piccola sono più simili rispetto a strutture con una distanza-Manhattan grande. 7.3.3 Ponderazione Il gruppo di lavoro necessitava di un modello che permettesse di individuare le strutture comparabili soprattutto dal punto di vista delle prestazioni. Esso ha quindi deciso di ponderare con un fattore 4 l’indice CMI. Gli indici letti, casi, IFC e APDRG sono ponderati con un fattore 1, mentre l’indice pronto soccorso, essendo un indice che assume i valori 0 o 100, è stato ponderato con un fattore 0,2. Per mezzo della ponderazione adottata si ottiene una relazione di circa 1:6 tra gli indicatori di struttura e quelli di prestazioni. In seguito alla ponderazione degli indici si ottiene una distanza-Manhattan ponderata come illustrato nella tabella seguente. 93 Tabella 12: Ponderazione Ospedale Tipologia Indice PS Indice letti Indice CMI Indice casi Indice IFC Indice APDRG 1 2 Differenza Differanza assoluta Ponderazione Differenza assoluta ponderata K112 K121 100 0 100 57 20 37 61 67 -6 26 12 14 26 25 1 23 38 -15 100 37 6 14 1 15 0.2 1 4 1 1 1 20 37 24 14 1 15 DistanzaManhattan 173 ponderata 111 Fonte: UFS, UFSP e SPr (2006). 7.3.4 Scelta degli ospedali comparabili Se si eseguono i calcoli presentati sopra per tutti gli ospedali, si ottiene la matrice delle distanze, la quale mostra le distanze-Manhattan ponderate tra gli ospedali. Tabella 13: Matrice delle distanze Ospedale 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 1 0 111 92 93 68 91 82 73 87 67 87 126 86 93 2 111 0 87 44 99 76 75 98 114 82 92 169 81 150 3 92 87 0 87 26 23 44 77 33 47 19 104 30 69 4 93 44 87 0 89 66 67 104 108 72 82 169 71 140 5 68 99 26 89 0 35 42 67 23 39 19 86 28 51 6 91 76 23 66 35 0 23 64 42 28 20 107 17 78 7 82 75 44 67 42 23 0 47 65 23 37 110 22 89 8 73 98 77 104 67 64 47 0 86 48 64 97 63 90 9 87 114 33 108 23 42 65 86 0 56 28 75 45 40 10 67 82 47 72 39 28 23 48 56 0 34 113 21 80 11 87 92 19 82 19 20 37 64 28 34 0 93 17 58 12 126 169 104 169 86 107 110 97 75 113 93 0 102 43 13 86 81 30 71 28 17 22 63 45 21 17 102 0 69 14 93 150 69 140 51 78 89 90 40 80 58 43 69 0 Fonte: UFS, UFSP e SPr (2006). Gli ospedali 1 e 2 con una distanza di 111 non sono molto simili. Per entrambi ci sono altre strutture ospedaliere più comparabili (distanza-Manhattan inferiore). 94 Per ogni ospedale può essere stabilito un gruppo di ospedali comparabili. In ogni linea della tabella 14 sono presentati in ordine decrescente i 13 ospedali comparabili, dal più simile (distanza-Manhattan più piccola) al meno simile (distanza-Manhattan più grande). Tabella 14: Matrice della similarità (Ähnlichkeitsmatrix) Ospedale 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Similarità in ordine decrescente (ospedale) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 10 5 8 7 13 9 4 7 6 13 10 3 11 6 5 13 9 7 2 6 7 13 10 11 11 9 3 13 6 10 13 11 3 7 10 5 13 6 10 11 5 3 7 10 13 6 11 5 5 11 3 14 6 13 13 7 6 11 5 3 13 3 5 6 9 10 14 9 5 11 8 13 6 11 10 7 5 3 9 12 5 11 3 13 7. 11 11 10 3 7 9 8 1 10 8 7 3 9 6 8. 6 8 14 5 14 8 9 3 7 9 14 6 8 10 9. 3 5 8 1 8 4 4 9 12 1 8 7 14 7 10. 4 9 2 8 1 2 2 14 8 4 4 10 4 8 11. 14 1 4 9 12 14 1 12 1 14 1 1 2 1 12. 2 14 1 14 4 1 14 2 4 2 2 2 1 4 13. 12 12 12 12 2 12 12 4 2 12 12 4 12 2 Fonte: UFS, UFSP e SPr (2006). Per l’ospedale 10, ad esempio, risulta che gli ospedali più simili sono l’ospedale 13, 7 e 6. Essi possono quindi essere considerati degli ospedali comparabili. In seguito alla determinazione degli ospedali comparabili, è possibile paragonare i costi o le tariffe di questi ospedali. 7.4 Applicazione del nuovo metodo Rispetto al metodo attuale utilizzato per determinare gli ospedali comparabili, basato principalmente sulla tipologia dell’UFS, il nuovo metodo rappresenta un miglioramento sostanziale. La SPr intende quindi adottare questo metodo nelle sue future analisi delle tariffe ospedaliere. Chiaramente, il metodo può essere ulteriormente raffinato, ad esempio prendendo in considerazione le attività mediche degli ospedali. 95 Gli ospedali che praticano a carico dell’assicurazione sociale malattia devono rispettare il principio di economicità. La SPr e i Cantoni sono quindi tenuti, oltre a controllare i costi dichiarati dalle strutture, a eseguire dei paragoni tra ospedali, per i quali il metodo esposto in questo capitolo costituisce uno strumento importante. Agli ospedali che presentano costi più elevati rispetto a quelli di strutture comparabili, verrà richiesta una riduzione dei propri costi sulla base dei costi/tariffe inferiori di ospedali di riferimento. Il metodo esposto permette di determinare gli ospedali comparabili a quello in esame. La SPr non ha però ancora definito quale criterio permette di definire il gruppo comparabile. Infatti, possono formare tale gruppo gli ospedali che presentano una certa distanza-Manhattan ponderata dall’ospedale in esame, oppure i dieci (o quindici, ecc.) ospedali più simili (come presentato nella tabella 14). Inoltre, essa deve ancora stabilire quali ospedali del gruppo comparabile saranno presi in considerazione come ospedali di riferimento. Va sottolineato che il risultato del metodo deve sempre essere valutato nel caso specifico. Un apprezzamento è quindi necessario in ogni singolo caso. Infine, la SPr non ha ancora definito come eseguire un’eventuale correzione per economicità. Tali questioni saranno affrontate prossimamente dalla SPr. 96 8. Conclusione Nel presente lavoro abbiamo analizzato le ragioni alla base della regolamentazione del settore ospedaliero, le modalità d’intervento dello Stato e le istituzioni propriamente incaricate di regolamentare il settore. Abbiamo inoltre presentato il settore ospedaliero dal punto di vista della struttura dell’offerta, della produzione nonché delle spese a carico dell’assicurazione malattia e dei poteri locali. Le differenze tra i Cantoni rilevate sono riconducibili alle diverse prassi cantonali di regolamentazione in merito alla pianificazione e al finanziamento ospedaliero, in particolare al sistema tariffale e al livello delle tariffe. Riguardo a questo ultimo aspetto, va considerato l'intervento di un altro regolatore: la Sorveglianza dei prezzi. Tutte le convenzioni tariffali che i Governi cantonali intendono approvare e tutte le tariffe che sono chiamati a fissare devono infatti essere sottoposte alla Sorveglianza dei prezzi. Il costante intervento di quest’ultima nel settore sanitario ha permesso di stabilire le regole per il calcolo delle tariffe ospedaliere. Mentre una parte del metodo d’analisi (la determinazione dei costi d’esercizio standardizzati) è pienamente accettata dagli attori del settore ospedaliero e appoggiata dal Consiglio federale, quella relativa ai confronti tra le strutture è a tutt’oggi ancora soggetta a critiche, soprattutto da parte dei Cantoni e degli ospedali stessi. In collaborazione con l’Ufficio federale di statistica e l’Ufficio federale della sanità pubblica, la Sorveglianza dei prezzi ha quindi sviluppato un nuovo metodo oggettivo, sistematico e pragmatico per definire gli ospedali comparabili a quello in esame. Questo metodo sarà adottato nel corso del 2006. Le peculiarità del mercato sanitario non permettono a quest’ultimo di raggiungere l’efficienza allocativa: lo Stato interviene quindi per correggere le inefficienze del mercato. A tal fine, deve cercare di introdurre gli incentivi necessari per stimolare una maggiore efficienza da parte degli attori del settore. L’intervento dello Stato è anche giustificato dal fatto che l’assistenza sanitaria è considerata un bene meritorio che deve essere offerto a tutta la popolazione, indipendentemente dai mezzi di cui dispone (questo aspetto non è stato trattato nel quadro della presente tesi). 97 Per raggiungere gli obiettivi menzionati sopra, nel 1996 è entrata in vigore la LAMal. Il Legislatore, infatti, con questa nuova normativa intendeva rafforzare la solidarietà tra gli assicurati, colmare alcune lacune nella copertura assicurativa (obiettivi di equità), promuovere una concorrenza equa tra gli assicuratori malattia e introdurre misure efficaci per il contenimento dei costi (obiettivi di efficienza). Diversi articoli della LAMal contemplano misure per il contenimento dei costi, sia dal lato dell’offerta (pianificazione ospedaliera e mandati di prestazione, sistemi di rimborso prospettici, budget globale per le cure ospedaliere, congelamento e controllo delle tariffe, controllo dell’economicità e della qualità delle prestazioni), che dal lato della domanda (estensione della partecipazione ai costi da parte degli assicurati, introduzione di forme alternative di assicurazione come HMO che limitano la libertà di scelta dell’assicurato in cambio di una riduzione dei premi assicurativi). Nel presente studio abbiamo indirettamente rilevato gli effetti sui costi di alcune delle misure per quanto concerne l’offerta. Siccome il tema principale di questa tesi era la regolamentazione del settore ospedaliero e non le cause dei costi sanitari (ospedalieri), non ci siamo occupati delle misure di contenimento dei costi che agiscono sulla domanda. Mentre l’introduzione della LAMal ha permesso di garantire un accesso universale alle cure e quindi di raggiungere l’equità (orizzontale), gli obiettivi di efficienza, nonostante le misure previste dalla LAMal a tal fine, non sono invece stati raggiunti pienamente. Infatti, la spesa sanitaria non ha cessato di aumentare negli ultimi anni e la situazione è diventata quasi insostenibile. In un comunicato stampa del 27 gennaio 2006 l’UFSP ha annunciato che le spese sanitarie a carico dell'assicurazione obbligatoria in Svizzera tra gennaio e settembre 2005 sono aumentate del 7% pro capite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sorge spontaneo chiedersi se le misure previste dalla LAMal per contenere i costi sono abbastanza efficaci. A nostro avviso, queste misure sono efficaci: riteniamo infatti che il continuo aumento dei costi è in parte dovuto proprio al fatto che queste misure non sono state finora adottate in maniera abbastanza incisiva. Se le possibilità di contenimento dei costi contemplate nella LAMal fossero state sfruttate pienamente, l’aumento dei costi sanitari (o meglio ospedalieri) non sarebbe probabilmente stato così consistente. L'implementazione incisiva di queste misure, però, è soggetta a forti resistenze, in 98 particolare da parte degli operatori del settore e della popolazione. Ad esempio, la decisione di un Cantone di chiudere un ospedale suscita spesso critiche molto pesanti, basate sugli effetti macroeconomici dell'operazione sulla regione in questione (perdita di posti di lavoro, perdita di un fornitore di prestazione nelle vicinanze della propria abitazione). La realizzazione di queste misure è inoltre resa ancora più complicata dal fatto che i Cantoni assumono ruoli diversi nel settore (regolatori, proprietari di ospedali, giudici nella determinazione delle tariffe) e sono quindi maggiormente esposti a conflitti d'interesse. Manca, infatti, un regolatore completamente indipendente dai Cantoni, dai fornitori di prestazioni, dalle casse malati e da altri attori con interessi nel settore. La Sorveglianza dei prezzi ha dal canto suo contribuito a stabilizzare la crescita dei costi del settore ospedaliero. In futuro, sulla base del nuovo metodo per definire gli ospedali comparabili a quello in esame, essa potrà inoltre eseguire dei benchmarking in maniera sistematica: ciò dovrebbe contribuire ulteriormente a frenare l’aumento dei costi ospedalieri. Il nuovo metodo, pur costituendo un miglioramento di quello attualmente adottato, dal momento che si basa principalmente su indicatori delle prestazioni ospedaliere, è fondato pur sempre su indicatori semplici. Abbiamo menzionato nel capitolo 6 i limiti dei benchmarking dei costi basati sugli indicatori semplici. Questi limiti possono essere superati adottando dei metodi più complessi come l’approccio econometrico delle frontiere stocastiche di costo. In futuro, la Sorveglianza dei prezzi potrebbe basare le sue analisi anche su questi metodi. L'influenza della Sorveglianza dei prezzi sul contenimento dei costi avrebbe potuto e potrebbe essere più consistente se essa disponesse di un potere decisionale in materia di tariffe ospedaliere e, ovviamente, di risorse adeguate per analizzare tutte le tariffe che le vengono sottoposte dai Cantoni. Infatti, le esigue risorse di cui dispone per l’analisi del settore ospedaliero (1,5 posti a tempo pieno), non le permettono di prendere posizione su ogni caso concreto. Nonostante le misure previste dalla LAMal siano, come detto, a nostro avviso sufficientemente efficaci per contenere i costi sanitari, il Consiglio federale ha ritenuto necessaria una revisione del finanziamento ospedaliero. Con questo progetto di revisione della LAMal (finanziamento ospedaliero duale fisso), attualmente in 99 discussione in Parlamento, si intende aumentare l’efficienza e quindi contenere la spesa sanitaria, promuovendo nel contempo la concorrenza tra fornitori di prestazioni attraverso l’introduzione di incentivi economici. Per raggiungere questi obiettivi si intende stabilire in modo chiaro la responsabilità dei partner finanziari: la legge fisserà quindi la ripartizione del finanziamento tra Cantone e assicurazione malattia. La chiave di ripartizione attualmente decisa da un ramo del Parlamento (Consiglio degli Stati) prevede che lo Stato (Cantoni) assuma al minimo il 60% dei costi, mentre le casse malati al massimo il 40%. Il Consiglio nazionale deve ancora esprimersi in merito al finanziamento ospedaliero: la chiave di ripartizione decisa dal Consiglio degli Stati non è quindi definitiva. Le percentuali di ripartizione del finanziamento tra Cantone e assicurazione malattia dovrebbero essere identiche sul piano nazionale (il Consiglio degli Stati ha però già ammesso alcune eccezioni per i Cantoni in cui il livello dei premi dell’assicurazione obbligatoria malattia è inferiore alla media nazionale). Inoltre, si intendono assoggettare allo stesso disciplinamento gli ospedali pubblici e privati, allo scopo di rafforzare il concetto di concorrenza. Infine, si vuole favorire il coordinamento intercantonale e indebolire le barriere cantonali. Nel messaggio del 15 settembre 2004 relativo al nuovo sistema di finanziamento ospedaliero, sono stabilite delle misure per incentivare il contenimento dei costi già previste dall’attuale LAMal, come la contabilità analitica, il finanziamento del soggetto (prestazione) piuttosto che il finanziamento dell’oggetto (ospedale), ecc. Il nuovo finanziamento ospedaliero ha però il pregio di sottoporre ospedali pubblici e privati allo stesso disciplinamento. Ciò permetterà infatti di eseguire dei confronti tra strutture pubbliche e private, attualmente non possibile in ragione del finanziamento diversificato di questi due tipi di istituti. Se da un lato il finanziamento duale fisso, introducendo una ripartizione chiara del finanziamento uguale per tutti gli ospedali e per tutti i Cantoni, aumenta la trasparenza dei costi e potrebbe fornire stimoli per incrementare l’efficienza (concorrenza pubblicoprivato e tra strutture di vari Cantoni), dall’altra rimangono molti interrogativi riguardo all’efficacia di questo tipo di finanziamento. Esso, infatti, rischia di complicare le negoziazioni tra ospedali, Cantone e casse malati con conseguenti elevati costi di transazione. Inoltre, con le tariffe per prestazioni gli ospedali potrebbero essere incentivati a produrre più casi, e soprattutto quelli più redditizi. Le modifiche legislative 100 non prevedono i criteri sulla base dei quali devono essere calcolate le tariffe e devono essere effettuati i benchmarking. C’è dunque il rischio che le tariffe vengano fissate sulla base di una media svizzera troppo elevata. La presa in considerazione dei costi d’investimento pone dal canto suo problemi che non sono chiariti nelle modifiche legislative previste (es. come deve essere valutata l’infrastruttura ospedaliera? Secondo quale metodo vengono ammortizzati gli investimenti? Chi decide secondo quali criteri vengono acquistate nuove infrastrutture?). Infine, appare difficile che la concorrenza tra ospedali pubblici e privati funzioni effettivamente, poiché questi ultimi forniscono prestazioni lucrative e sono specializzati in alcuni settori, potendo inoltre selezionare i pazienti. Le modifiche legislative non prevedono regole chiare in merito a questa problematica. A 10 anni dall’introduzione della LAMal, la Sorveglianza dei prezzi ha constatato che, sotto pressione del continuo aumento dei costi sanitari, le misure di contenimento dei costi previste dalla LAMal cominciano ad essere adottate dai Cantoni. Ora si intende nuovamente modificare il regime di finanziamento: anche se questo sistema prevede degli incentivi nuovi per stimolare l’efficienza, gli effetti del nuovo ordinamento si manifesteranno solo a medio termine. Il contributo della Sorveglianza dei prezzi al contenimento dei costi ospedalieri sarà quindi anche in futuro fondamentale come è stato il caso sino ad oggi. 101 9. Bibliografia Statistiche Amministrazione federale delle finanze, Statistique financière des collectivités publiques in www.bfs.admin.ch. Santésuisse (2005a), Santésuisse-Datenpool, Definitive santésuisseRechnungsstellerstatistik 2004, Aufgerechnet auf 100% mit Bestandesdaten Risikoausgleich 2004, Stand 25.7.05, Solothurn: Santésuisse. Ufficio federale di statistica (2005a), Statistiques des hôpitaux et des établissements de santé non hospitaliers 2003, Neuchâtel: UFS. Ufficio federale di statistica (2005b), Statistique médicale 2003, Neuchâtel: UFS. Studi e opere Ayer, A. 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Sorveglianza dei prezzi (2002), Rapporto annuale 2001, in Commissione della concorrenza (a cura di) Diritto e politica della concorrenza, Berna: Commissione della concorrenza, 2001/5. Sorveglianza dei prezzi (2006), Rapporto annuale 2005, in Commissione della concorrenza (a cura di) Diritto e politica della concorrenza, Berna: Commissione della concorrenza, 2005/5. Stigler, G.J. (1971), The Theory of Economic Regulation, Bell Journal of Economics and Management Science, vol. 2, n. 1, pp. 3 – 21. Stiglitz, J. (1992), Il ruolo economico dello Stato, Bologna: Il Mulino. Ufficio federale di statistica (2001), Typologie des hôpitaux, Neuchâtel: UFS, Version 5.1. Ufficio federale di statistica (2004), Coût et financement du système de santé 2002, Neuchâtel: UFS. Ufficio federale di statistica (2005c), Coût et financement du système de santé 2003, Neuchâtel: UFS. 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Legge federale del 21 giugno 2002 sull’adeguamento dei contributi cantonali per le cure stazionarie all’interno dei Cantoni in base alla legge federale sull’assicurazione malattie, RS 832.14. Ordinanza del 27 giugno 1995 sull’assicurazione malattie, RS 832.102. Ordinanza del 3 luglio 2002 sul calcolo dei costi e la registrazione delle prestazioni da parte degli ospedali e delle case di cura nell’assicurazione malattie (OCPre), RS 832.104. Messaggio del 6 novembre 1991 concernente la revisione dell'assicurazione malattia (91.071), Foglio federale 1992, pp. 93 – 292. Messaggio del 15 settembre 2004 concernente la modifica della legge federale sull'assicurazione malattie (Finanziamento ospedaliero) (04.061), Foglio federale 2004, pp. 4903 – 4944. Mozione 04.3624, Commissione della sicurezza sociale e della sanità (CSS) del Consiglio nazionale, L'assurance-qualité et la sécurité des patients dans le domaine de la santé, 25.11.2004. Legge federale del 20 dicembre 1985 sulla sorveglianza dei prezzi, RS 942.20. Messaggio del 30 maggio 1984 a sostegno di una legge concernente la sorveglianza dei prezzi (84.058), Foglio federale, 1984, pp. 781 - 834. Messaggio del 27 novembre 1989 concernente l’iniziativa popolare "sulla sorveglianza dei prezzi e degli interessi dei crediti" e la revisione della legge sulla sorveglianza dei prezzi (89.078), Foglio federale, 1990, pp. 85 - 107. Interviste Daniel Finsterwald, collaboratore scientifico, Segretariato della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS), Berna, 19 dicembre 2005. Ufficio federale di giustizia, Divisione dei ricorsi al Consiglio federale, Berna, 18 gennaio 2006. Manfred Langenegger, capo della Sezione garanzia della qualità dell'Ufficio federale della sanità pubblica, Berna, 13 marzo 2006. 105 10. Allegati 106 Allegato 1: Definizione delle categorie e sottocategorie di sistemi tariffali Categorie e sottocategorie di sistemi tariffali Definizioni Forfait per giornata Tariffa onnicomprensiva applicabile a ogni giornata di cura Tariffa onnicomprensiva applicabile a ogni giornata di cura Forfait per giornata in funzione del reparto il cui importo varia in funzione del reparto (medicina, chirurgia, ecc.) Forfait per giornata in funzione del tipo di riabilitazione e/o del grado di gravità del paziente Tariffa onnicomprensiva applicabile a ogni giornata di cura il cui importo varia in funzione del tipo di riabilitazione (es. muscolo-schelettrica, neurologica) e/o del grado di gravità del paziente (leggero, medio, pesante) Forfait per giornata in funzione del tipo di trattamento/terapia Tariffa onnicomprensiva applicabile a ogni giornata di cura il cui importo varia in funzione del tipo trattamento o terapia (sistema tariffale adottato soprattutto in psichiatria) Forfait per giornata in funzione della durata Tariffa onnicomprensiva applicabile a ogni giornata di cura degenza il cui importo varia in funzione della durata di degenza Forfait per giornata in funzione del tipo di degenza Tariffa onnicomprensiva applicabile a ogni giornata di cura il cui importo varia in funzione del tipo di degenza (acuto, lungadegenza, malati cronici) Forfait per giornata escluse le prestazioni supplementari Tariffa parziale applicabile a ogni giornata di cura che non remunera alcune prestazioni le quali sono fatturate separatamente Forfait per giornata + prestazioni supplementari + onorario secondo punti CPO Tariffa applicabile a ogni giornata di cura oltre alla quale vengono fatturate delle prestazioni supplementari e l'onorario del medico secondo i punti del Catalogo delle prestazioni ospedaliere (CPO) Tariffa onnicomprensiva applicabile a ogni giornata di cura Forfait per giornata per alberghiero e forfait suddivisa in due componenti: una per il rimborso delle per giornata per cure prestazioni del settore alberghiero, l'altra per il rimborso delle cure Forfait per giornata in funzione dell'età paziente (adolescente e adulto, anziano) Tariffa onnicomprensiva applicabile a ogni giornata di cura il cui importo varia in funzione dell'età del paziente Tariffa giornaliera applicabile a ogni giornata di cura oltre Forfait per giornata + onorario e prestazioni alla quale sono fatturate delle prestazioni mediche e della clinica secondo TarMed clinica in funzione del TarMed 107 Categorie e sottocategorie di sistemi tariffali Definizioni Forfait per caso Tariffa onnicomprensiva applicabile al soggiorno ospedaliero Forfait per caso in funzione del reparto Tariffa onnicomprensiva applicabile al soggiorno ospedaliero (indipendentemente dalla durata di degenza) specifica al reparto in cui è ricoverato il paziente (es. medicina, chirurgia, ecc.) Forfait per caso + onorario per caso Tariffa applicabile al soggiorno ospedaliero oltre alla quale viene fatturato un forfait per le prestazioni del medico Forfait per caso escluso onorario medico Tariffa per caso che non remunera le prestazioni mediche, le quali sono fatturate separatamente Forfait misti (forfait per giornata + forfait per caso) Forfait onnicomprensivi composti da una diaria e da una tariffa applicabile al soggiorno ospedaliero Forfait per giornata + forfait per caso in funzione del reparto Tariffa giornaliera applicabile a ogni giornata di cura e tariffa per caso applicabile al soggiorno ospedaliero specifica al reparto in cui è ricoverato il paziente (es. medicina, chirurgia, ecc.) Forfait per giornata + forfait per caso in funzione della terapia Tariffa giornaliera applicabile a ogni giornata di cura e tariffa per caso applicabile al soggiorno ospedaliero specifica alla terapia applicata al paziente Forfait per caso + onorario medico Tariffa applicabile al soggiorno ospedaliero e forfait (in generale giornaliero) per le prestazioni mediche Tariffa giornaliera applicabile a ogni giornata di cura e Forfait per giornata + forfait d'ammissione tariffa per caso applicabile al momento dell'ammissione del paziente Forfait basati sulle prestazioni o diagnosi APDRG Tariffa onnicomprensiva applicabile al soggiorno ospedaliero (identificato con un determinato DRG) che risulta dalla moltiplicazione del baserate (valore del punto) per il peso del DRG del paziente Forfait basato sull'intervento ospedaliero (chirurgico) Tariffa onnicomprensiva applicabile all'intervento (di solito chirurgico) il cui importo varia in funzione dell'intervento Forfait basato sul percorso integrato del paziente (mipp) Tariffa onnicomprensiva il cui importo varia in funzione del percorso integrato del paziente 108 Allegato 2: Lista delle decisioni di principio del Consiglio federale che confermano i criteri di calcolo adottati dalla Sorveglianza dei prezzi Criteri di calcolo Decisioni del Consiglio federale Tasso di occupazione dei letti ZH 97, GE 97, SG 99 Sovraccapacità SG 99, BE 01, VS 03 Parte dei costi fissi ZH 97, ZH 99, SG 99 Durata di degenza ZH 97, SG 99 Costi per la formazione e la ricerca ZH 97, GE 97, TG 97, TG 99, BL 99, BE 01 Costi per investimenti ZH 97, GE 97, SG 98, BL 99 Costi ambulatorio BL 99 Deduzione dei costi per i reparti privato e semiprivato ZH 97, GE 97, SG 98, BL 99, SG 99, TG 02 Interessi sul capitale circolante ZH 97, SG 97, TG 99 Rincaro ZH 97 Trasparenza dei costi e grado di copertura dei costi ZH 97, GE 97, TG 97, TG 99, TG 01, BL 02, VS 03 Tariffe di gruppo ZH 97, TG 99, SG 99, BL 99 Sostenibilità economica di eventuali aumenti di tariffe ZH 97, GE 97 Confronti di tariffe tra ospedali (benchmarking) BE 01, LU 04 BE 01 Decisione del Consiglio federale dell'11 aprile 2001 concernente le tariffe dal 1998 al 2000 della Berner Klinik Montana. BL 99 Decisione del Consiglio federale del 14 aprile 1999 concernente le tariffe 1998 degli ospedali del Cantone di Basilea-Campagna. BL 02 Decisione del Consiglio federale del 18 dicembre 2002 concernente le tariffe 2000 per la clinica Birshof AG. GE 97 Decisione del Consiglio federale del 13 agosto 1997 concernente le tariffe 1996 degli ospedali del Cantone di Ginevra. LU 04 Decisione del Consiglio federale del 10 dicembre 2004 concernente le tariffe 2001 dell'ospedale cantonale di Sursee-Wolhusen. 109 SG 98 Decisone del Consiglio federale del 28 settembre 1998 concernente le tariffe 1997 del Kinderspital St. Gallen. SG 99 Decisione del Consiglio federale del 14 aprile 1999 concernente le tariffe 1998 degli ospedali del Cantone di San Gallo. TG 97 Decisione del Consiglio federale del 19 novembre 1997 concernente le tariffe 1997 degli ospedali turgoviesi di Frauenfeld e Münsterlingen. TG 99 Decisione del Consiglio federale del 3 febbraio 1999 concernente le tariffe 1998 degli ospedali turgoviesi di Frauenfeld e Münsterlingen. TG 01 Decisione del Consiglio federale del 15 giugno 2001 concernente le tariffe 1998-2000 della Übergangsklinik Bindesgarten AG. TG 02 Decisione del Consiglio federale del 18 dicembre 2002 concernente la tariffa giornaliera 2000 della clinica Seeschau AG. ZH 97 Decisione del Consiglio federale del 13 agosto1997 concernente le tariffe 1996 degli ospedali del Cantone di Zurigo. ZH 99 Decisione del Consiglio federale del 17 febbraio 1999 concernente la lista ospedaliera 1998 del Cantone di Zurigo. 110 Allegato 3: Calcolo della tariffa ospedaliera per il reparto comune Formule Dati 1999 a b c d e1 e2 f g h Grado d'occupazione dei letti standard in % Giornate di cura Numero di letti Numero di casi Durata media di degenza Durata media standard di degenza Grado d'occupazione dei letti medio, % Grado d'occupazione dei letti medio, ricalcolato, % Deduzione per sovraccapacità in % Costi d'esercizio (totale intermedio 1: costi totali meno conti 3820-3821; conti 3830-3831; conti 440i 449; conto 46; parte dei conti 62 e 63; conto 64; conti 650-658, conto 68; prestazioni SVK) Costi di ricerca e formazione (5% conti 30-39 k escluso conto 38) l Costi d'esercizio (totale intermedio 2) m Costi derivanti da sovraccapacità Riduzione per assicurati in reparto semiprivato e m1 privato m2 Costi d'esercizio (totale intermedio 3) Interessi sul capitale circolante (0.46% del totale m3 intermedio 3) n Costi d'esercizio o Rincaro in % p q r Costi d'esercizio standardizzati Correzione per economicità Costi d'esercizio standardizzati fatturabili Grado di copertura dei costi da parte degli assicuratori malattia in % s Calcolo t u v w Costi d'esercizio standardizzati fatturabili per giornata di cura Tariffa forfettaria LAMal per giornata di cura per il 2001, Fr. Costi standardizzati fatturabili per caso (100%) Costi standardizzati per caso 85 62'000 200 8'000 7.75 b/d 7.75 84.93 b/(c*365)*100 84.93 (d*e2)/(c*365)*100 0.06 80-(80*g/a) 50'000'000 2'450'000 47'550'000 30'653 i-k l/100*h 951'000 l/100*2 46'568'347 l-m-m1 214'214 46'782'562 1.10 47'296'182 2'496'182 44'800'000 m2+m3 ISN=0.8%; IPC=1.52% n*(1+(o/100)) p-r v*d 46 723 r/b 332 t*s/100 5'600 5’912 r/d p/d 111 Parametri Grado di occupazione dei letti standard in % (a) Questa percentuale indica il grado di occupazione dei letti al di sotto del quale si considera che l’ospedale non sta sfruttando la sua capacità produttiva. Il tasso varia in funzione del tipo di ospedale: - ospedale acuto con pronto soccorso: 85% - ospedale acuto senza pronto soccorso: 90% - ospedali psichiatrici, geriatrici e di riabilitazione: 90% Il grado di occupazione dei letti standard serve per il calcolo della sovraccapacità. Giornate di cura (b) Si tratta del numero di giornate di cura totale che ha fornito l’ospedale durante l’anno considerato (nell’esempio nel 1999) per il settore stazionario. Numero di letti (c) Si tratta del numero di letti in esercizio durante l’anno considerato e per il quale l’ospedale dispone della necessaria infrastruttura (es. cucina, personale di cura, ecc.). Numero di casi (d) Il numero di casi viene definito con il numero di uscite registrate nell’anno in questione. Durata media (standard) di degenza (e1, e2) La durata media di degenza risulta dalla divisione delle giornate di cura (b) per il numero di casi trattati (d). La durata media standard di degenza era una grandezza utilizzata, soprattutto i primi anni dopo l’introduzione della LAMal, per correggere la degenza dell’ospedale in esame se questa superava del 10% la media della durata di degenza della categoria (secondo la tipologia dell’UFS) dell’ospedale in esame. Diversi ospedali registravano infatti delle durate medie di degenza troppo elevate rispetto alla media della propria categoria. Grado di occupazione dei letti effettivo e ricalcolato (f, g) Il grado di occupazione effettivo dei letti risulta dalla divisione delle giornate di cura (b) per il numero massimo di giornate di cura (numero di letti * 365 giorni). Il grado di occupazione dei letti ricalcolato è stabilito sulla base del numero di casi (d) e della durata standard di degenza (e2) anziché delle giornate di cura (b). Il numero di casi 112 moltiplicato per la durata standard di degenza viene diviso per il numero di letti moltiplicato per 365 giorni. Deduzione per sovraccapacità (h) Se il grado di occupazione effettivo dei letti (g) è inferiore al grado di occupazione standard dei letti (a) significa che l’ospedale ha una struttura troppo grande per le prestazioni che ha fornito, c’è quindi sovraccapacità. Il calcolo della sovraccapacità considera solo l’80% della differenza tra il grado di occupazione effettivo (g) e standard (a) poiché si parte dal presupposto che circa l’80% dei costi dell’ospedale sono dei costi fissi. Costi d’esercizio (totale intermedio 1) (i) Dai costi totali sono dedotte le seguenti posizioni non computabili: - onorari dei medici per i pazienti in ambulatorio e per i pazienti dei reparti privato e semiprivato (conti 3820, 3821, 3830, 3831) - costi per investimenti (conti 440, 441, 443, 444, 449) - interessi sul capitale circolante (conto 46) - ricavi derivanti da trattamenti ambulatoriali (parte dei conti 62-63) - ricavi del policlinico (conto 64) - ricavi per prestazioni al personale e a terzi (conto 68) - ricavi per prestazioni a pazienti (conti 650-658) - prestazioni SVK. Sulla base di una contabilità finanziaria non è possibile stabilire l’ammontare esatto dei costi per il settore ambulatoriale, né quelli per le prestazioni a terzi e a pazienti, pertanto si deducono i ricavi corrispondenti. Costi per formazione e ricerca (k) La maggior parte degli ospedali non è in grado di stabilire a quanto ammontano i costi per la formazione e la ricerca. E’ quindi necessario determinarli in modo normativo. L'ammontare di queste spese dipende dalla dimensione dell'ospedale: - ospedale universitario: 25% dei costi totali - ospedali aventi più di 125 letti: 5% dei costi del personale (conti 30-39 escluso 38) - ospedali aventi da 75 a 124 letti: 2% dei costi del personale (conti 30-39 escluso 38) - ospedali aventi da 1 a 74 letti: 1% dei costi del personale (conti 30-39 escluso 38) 113 Costi d’esercizio (totale intermedio 2) (l) Dalla differenza tra il totale intermedio 1 e i costi per formazione e ricerca risulta il totale intermedio 2. Costi derivanti da sovraccapacità (m) I costi derivanti dalla sovraccapacità sono dedotti dai costi computabili. La percentuale di sovraccapacità determinata alla linea (h) viene applicata al totale intermedio 2. Differenze di costo presso le singole categorie di pazienti (m1) Se i costi d’esercizio (totale intermedio 1) non si riferiscono unicamente ai costi per i pazienti del reparto comune, è necessario effettuare una deduzione poiché i costi per il reparto comune sono inferiori a quelli per i reparti privato e semiprivato. Il tasso di deduzione dipende dalla parte di giornate di cura registrate nei reparti privato e semiprivato rispetto alle giornate di cura totali. Se questa parte è superiore al 20%, il tasso di deduzione è del 2%, se la parte è compresa tra il 10 e il 20%, il tasso di deduzione è dell’1%, se la parte è inferiore al 10%, non vi è invece nessuna deduzione. La base per il calcolo del tasso di riduzione per gli assicurati in reparto privato e semiprivato è il totale intermedio 2. Costi d’esercizio (totale intermedio 3) (m2) Deducendo dai costi d’esercizio (totale intermedio 2) i costi derivanti da sovraccapacità e i costi per gli assicurati in reparto privato e semiprivato si ottengono i costi d’esercizio (totale intermedio 3). Interessi sul capitale circolante (m3) Il tasso per il calcolo degli interessi sul capitale circolante è la rendita media annuale delle obbligazioni della Confederazione per 10 anni (si veda Bulletin mensuel de statistiques économiques della Banca nazionale svizzera, tab. E3) e un termine di pagamento di 40 giorni. In questo esempio abbiamo considerato una rendita del 4,20%. Il calcolo del tasso per il calcolo degli interessi sul capitale circolante è 4,2/365*40 = 0.46%. Questo tasso viene applicato ai costi d'esercizio (totale intermedio 3). Costi d’esercizio (n) Dalla somma dei costi d’esercizio (totale intermedio 3) e degli interessi sul capitale circolante si ottengono i costi d’esercizio. 114 Rincaro normativo ponderato (o) Se vi sono due anni di distanza tra l’anno di base per il calcolo delle tariffe e l’anno in cui entrano in vigore le tariffe (come nell’esempio), si calcola un rincaro normativo ponderato. La previsione dell'indice dei salari nominali per il 2000 era dello 0,8% (si veda Die Volkswirtschaft, Das Magazin für Wirtschaftspolitik 02-2001, tab. B10.2), mentre l'indice dei prezzi al consumo per il 2000 era di 1,52%. Quest’ultima percentuale risulta dal calcolo seguente: (indice dei prezzi al consumo 2000 – indice dei prezzi al consumo 1999) / indice dei prezzi al consumo 1999 * 100. La base degli indici utilizzati in questo calcolo è maggio 2000. La percentuale del rincaro normativo risulta dalla somma tra l'indice dei salari nominali ponderato per la percentuale dei salari e oneri sociali e l'indice dei prezzi al consumo ponderato per la percentuale delle altre spese d'esercizio. Costi d’esercizio standardizzati (p) Al totale dei costi d’esercizio si applica la percentuale del rincaro normativo per ottenere i costi d’esercizio standardizzati. Costi d’esercizio standardizzati per caso (w) I costi d’esercizio standardizzati per caso presentati alla linea (w) di fr. 5'912 risultano dalla divisione dei costi d’esercizio standardizzati (p) per il numero di casi (d). Questa è una grandezza importante poiché funge da base per il confronto con gli altri ospedali. Correzione per economicità (q) La correzione per economicità risulta dalla differenza tra i costi d’esercizio standardizzati (p) e i costi d’esercizio standardizzati fatturabili (r). Costi d’esercizio standardizzati fatturabili (r) Se non c’è stata nessuna correzione per economicità, i costi d’esercizio standardizzati fatturabili corrispondono ai costi d’esercizio standardizzati. Se, invece, l’ospedale in questione è considerato inefficiente i suoi costi d’esercizio standardizzati fatturabili sono determinati sulla base di quelli di uno o più ospedali di riferimento. I costi per caso del benchmark, compreso un eventuale margine di tolleranza (v), vengono moltiplicati per il numero di casi dell’ospedale in questione (d) per ottenere i costi d’esercizio standardizzati fatturabili. 115 Grado di copertura dei costi da parte degli assicuratori malattia (s) Il grado di copertura dei costi dipende dal tipo di documentazione presentata e dalla sua qualità, come si evince dalla tabella seguente: Documentazione Qualità Grado di copertura Ospedali pubblici Ospedali privati Contabilità finanziaria, calcolo delle tariffe Qualità insoddisfacente 43% 86% Contabilità finanziaria, calcolo delle tariffe Buona qualità 44% 88% Contabilità finanziaria, calcolo delle tariffe, contabilità per centri di costo Contabilità per centri di costo non dettagliata e di qualità insoddisfacente 45% 90% Contabilità finanziaria, calcolo delle tariffe, contabilità per centri di costo Contabilità per centri di costo di buona qualità 46% 92% Contabilità finanziaria, calcolo delle tariffe, contabilità per centri di costo, contabilità per unità finali d'imputazione Contabilità per centri di costo di buona qualità, contabilità per unità finali d'imputazione di qualità soddisfacente, rilevazione incompleta delle prestazioni 48% 96% Contabilità finanziaria, calcolo delle tariffe, contabilità per centri di costo, contabilità per unità finali d'imputazione Contabilità per centri di costo di buona qualità, contabilità per unità finali d'imputazione completa, sufficientemente dettagliata e di buona qualità (compresa la rilevazione delle prestazioni) 50% 100% 116 Allegato 4: Indicatori Fonte: Dati UFS. Elaborazione da parte della Sorveglianza dei prezzi. 117 Allegato 1 Indice 1. Introduzione 2. Regolamentazione del settore (tariffe) ospedaliero 3. Istituzioni di regolamentazione 4. Valutazione di alcune pratiche di regolamentazione delle tariffe ospedaliere a livello internazionale e in Svizzera 5. Il modello attuale di calcolo delle tariffe ospedaliere della Sorveglianza dei prezzi 6. Proposte di miglioramento del modello Sorveglianza dei prezzi 7. Questioni aperte e eventuali sviluppi futuri del modello 8. Conclusioni Allegato 2 Bibliografia 1. • Corso di Economia politica e pubblica (Lezione 5: Il settore pubblico in pratica), Crivelli, L. e Filippini, M., Net-MEGS. • Dati Amministrazione federale delle finanze (www.efv.admin.ch/efw/i/index1.htm). • Dati Ufficio federale di statistica (www.bfs.admin.ch). • Dati Santésuisse. 2. • Corso di Analisi comparata delle performance dei sistemi sanitari (Lezione 2: Tipologia dei sistemi sanitari, processi di riforma ed esplosione dei costi, Lezione 3: Il sistema sanitario svizzero), Crivelli, L., Net-MEGS. • Corso di Economia politica e pubblica (Lezione 3: Giustificazione economica dell’attività pubblica, Lezione 7: Strutture di mercato), Crivelli, L. e Filippini, M., Net-MEG. • Clewer, A. e Perkins, D. (1998), Economics for health care management, London: Prentice Hall • Zweifel, P. e Breyer, F. (1997), Health Economics, New York: Oxford University Press. • Samuelson, P.A. e Nordhaus, W.D. (1997), Economia, Milano: McGraw-Hill (cap. 17: Regolamentazione dei servizi pubblici). • Stiglitz, J. (1992), Il ruolo economico dello Stato, Bologna: Il Mulino. • Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal). • Messaggi relativi alla legge federale sull’assicurazione malattie. 3. • OECD/IEA (2001), Regulatory institutions in liberalised electricity markets, Paris:OECD. 4. • Crivelli, L., Filippini, M. e Lunati, D. (2001), Efficienza nel settore delle case per anziani svizzere, Berna: seco. • Crivelli, L., Filippini, M. e Mosca, I. (2003), Federalismo e spesa sanitaria regionale: analisi empirica per i Cantoni svizzeri, Quaderno N. 03-04, Facoltà di scienze economiche, Università della Svizzera Italiana. • Dati OECD. • Dati UFS. • Leggi cantonali. • Santésuisse, Taxes journalières des hôpitaux, Solothurn: Santésuisse. 5., 6., 7. • Legge federale sulla sorveglianza dei prezzi. • LAMal. • Ordinanze LAMal. • Messaggi relativi alla LAMal • Decisioni del Consiglio federale in materia di tariffe ospedaliere. • Documenti interni.