Com`è una chiesa? - Diocesi di Cuneo

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Com`è una chiesa? - Diocesi di Cuneo
D - Gli spazi per la celebrazione liturgica -
Com’è una chiesa?
Gli spazi liturgici ed i poli celebrativi All’interno delle differenti strutturazioni degli edifici religiosi, non solo si articolano degli spazi di forme e di usi diversi , ma si situano strumenti per la celebrazione, che connotano gli spazi celebrativi. Seguendo una certa logica del percorso di iniziazione cristiana, e limitandoci solo alle indicazioni dei nuovi ordinamenti generali per la celebrazione dei sacramenti, si possono identificare questi poli specifici, con i loro adeguati strumenti: •
Il battistero: per l’acqua e gli altri strumenti per la celebrazione della rinascita cristiana. •
L’ambone: luogo eminente per la proclamazione della parola di Dio, in sostituzione del pulpito, destinato alla predicazione, un tempo distinta dalla proclamazione della Parola per la celebrazione eucaristica. •
L’altare: polo centrale della celebrazione comunitaria della Cena del Signore, inteso ora come mensa per la Cena del Signore, a differenza degli altari monumentali, destinati alla devozione eucaristica, col tabernacolo e col tronetto per l’esposizione del Santissimo Sacramento. •
La sede: luogo e segno del compito di chi presiede l’assemblea. •
Il tabernacolo: custodia del Santissimo Sacramento e segno della presenza di Gesù Cristo nella Chiesa, ora nuovamente distinto dalla mensa per la celebrazione. •
Lo spazio per la cantoria: come parte della comunità dei fedeli ed a sostengo del canto dell’assemblea, sostituendo sia le sue collocazioni nel coro, nello stile monastico o di confraternite, sia sulla tribuna, in funzione concertistica ed in appoggio all’organo. •
Il confessionale: spazio raccolto per il sacramento della Riconciliazione. Sono questi poli liturgici a risentire in modo più significativo, assieme al linguaggio iconografico, delle variazioni di uso della chiesa a seconda delle sue funzioni, da cattedrale a cappella campestre, ma anche a risentire in modo forte del periodico rinnovamento di spiritualità ecclesiale e teologica. Alcuni spazi, quali il battistero hanno radicalmente cambiato collocazione: dai battisteri medievali davanti alle cattedrali, al modesto fonte battesimale posto in una nicchia di contro‐facciata in questi ultimi secoli, alla collocazione incerta di oggi che, lasciando negletti i vecchi battisteri, è alla merce di sensibilità di singoli preti o alle bizzarrie di progettisti ed artisti. Altri strumenti liturgici hanno avuto sviluppi contrastanti, come la crescita imponente degli altari monumentali, in cui era quasi scomparsa la mensa, in funzione del dossale per l’adorazione eucaristica, e che, dopo la riforma liturgica del Vaticano II, faticano a trovare un loro adeguato ruolo per il ritorno alla centralità dell’azione di memoria eucaristica, e quindi della mensa, rispetto agli apparati devozionali. Questo ha comportato un adeguamento non solo dell’altare, come mensa, scorporandolo dal tabernacolo, ma anche all’insignificanza delle balaustre, come mensa dei fedeli. Lo stesso è avvenuto per la rivalutazione dell’ambone, collegato al presbiterio, a scapito dei pulpiti, enfatizzati per la predicazione. Pure la sede del presidente della celebrazione ha subito una rivalutazione, rispetto al cosiddetto banco dei parati. E la collocazione della cantoria è stata riportata nel contesto immediato dell’assemblea, rispetto alle tribune elevate o ai cori appartati. Proprio per questo è importante far riferimento a come i documenti recenti indicano il valore di questi poli della celebrazione dei vari sacramenti; per questo vi sono dei rimandi in calce alle schede. Tuttavia non vi è stato solo un cambiamento di sensibilità ecclesiale, ma sono intervenute nuove tecnologie, come gli altoparlanti, che hanno contribuito all’abbandono dei pulpiti e delle tribune. Ma le nuove possibilità nel suono, nella luce, nel clima, non sono state di grande aiuto per la ricerca della fisionomia propria dei vari poli dell’azione liturgica, favorendo invece spesso soluzioni di comodo e dozzinali. 51