4.MADRE DI DIO 11-2012 - vigilia

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4.MADRE DI DIO 11-2012 - vigilia
Omelia nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio
Eucarestia di Ringraziamento - Te Deum
Cattedrale di Aosta 31.12.2011
[Letture: Nn 6, 22-27; Gal 4, 4-7; Lc 2, 16-21]
Pensiero di accoglienza all’inizio della Celebrazione
Cari fratelli e sorelle la celebrazione di questa Eucaristia di ringraziamento alla fine
dell’anno è diventata una bella consuetudine per le tre parrocchie del centro storico della nostra
città e io accolgo con gioia i Parroci, i Canonici e gli altri Sacerdoti, il Diacono, le religiose e tutti i
fedeli della Cattedrale, di Sant’Orso e di Saint Etienne.
Ci ritroviamo per portare davanti al Signore il nostro grazie e le nostre speranze, gli auguri
che ci scambieremo a partire da stasera e domani e che diventano così preghiera assieme alla
grande intenzione di oggi, quella della pace per tutti gli uomini della terra. In questa intenzione vi
suggerisco due preghiere particolari: la prima vicina, per le persone sole e ammalate e per le
famiglie in difficoltà delle nostre comunità; la seconda lontana, per i nostri fratelli e sorelle nella
fede perseguitati in diverse parti del mondo e in particolare in Nigeria e per le popolazioni colpite
dalla violenza degli uomini e della natura, in particolare in Siria e in Thailandia.
***
Omelia
1.
La Parola di Dio ci aiuta a vivere questo momento che è fatto di uno sguardo rivolto
indietro e di uno rivolto invece al futuro, al nuovo anno che sta per iniziare.
Guardando all’anno trascorso, diciamo di essere qui per ringraziare – canteremo al termine
della celebrazione il solenne Te Deum - tuttavia sono convinto che in cuor nostro un po’ ci
lamentiamo. Mi sembra che Maria ci possa aiutare.
L’evangelista Luca ci dice che Maria custodisce tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
Maria custodisce ciò che accade, ciò che vede e sente e medita. Il suo atteggiamento non è quello
passivo di chi registra nella memoria le cose viste ed udite; Maria le conserva con cura,
riconoscendone il valore di tesoro prezioso: è consapevole che quanto sta avvenendo è qualcosa di
grande, di assolutamente nuovo perché davvero Dio si è fatto carne per amore degli uomini perché
vuole la loro salvezza. Contrariamente al nostro tempo, Maria non banalizza la vita quotidiana,
alla continua ricerca di emozioni nuove e diverse, sa invece andare in profondità in quanto vive.
Il luogo della custodia è il cuore: non solo sede delle emozioni e dei sentimenti, ma la radice
delle decisioni, la persona intera come capace di scelte libere, consapevoli. Maria si lascia
interpellare da tutto quanto vede e sente nella sua libertà e lascia che tali eventi, nei quali si
manifesta il piano divino, plasmino la sua personalità più profonda.
2.
Maria custodisce e medita, letteralmente mette insieme, incastra i vari pezzi. Maria ci è
presentata nella fatica di comporre in unità elementi diversi, quasi opposti della sua vita, realtà
tanto disparate e contraddittorie (le parole dell’angelo e la liturgia celeste riportate dai pastori se
confrontate con i disagi del viaggio, la mancata ospitalità, la povertà del contesto in cui quel
misterioso bimbo è venuto alla luce).
Maria cerca di mettere insieme. Il compito della fede è proprio questo: discernere nei
frammenti del vissuto il dispiegarsi del piano divino. Il punto di unità attorno al quale Maria tutto
raccoglie è il bambino che le è stato dato ed affidato e al quale provvede come ogni mamma.
3.
Il secondo sguardo è in avanti. Vorrei porre a me e a voi la domanda con la quale il Santo
Padre Benedetto XVI apre il messaggio per la giornata della Pace 2012, che si celebra domani: Con
quale atteggiamento guardare al nuovo anno? Nel Salmo 130 troviamo una bellissima immagine. Il Salmista
dice che l’uomo di fede attende il Signore «più che le sentinelle l’aurora» (v. 6), lo attende con ferma
speranza, perché sa che porterà luce, misericordia, salvezza. … Vi invito a guardare il 2012 con questo
atteggiamento fiducioso. È vero che nell’anno che termina è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che
sta assillando la società, il mondo del lavoro e l’economia; … Sembra quasi che una coltre di oscurità sia
scesa sul nostro tempo e non permetta di vedere con chiarezza la luce del giorno. In questa oscurità il cuore
dell’uomo non cessa tuttavia di attendere l’aurora di cui parla il Salmista.
E questa luce, la nostra speranza hanno un volto e un nome. Il volto di un uomo che è il
Figlio di Dio. Il suo nome è Gesù e dice a tutti che Dio salva, strappa l’umanità ad ogni schiavitù e
ad ogni paura, per farle conoscere un’esistenza nuova. Scrive san Paolo: quando venne la pienezza
del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna per riscattare ciascuno di noi e farci suoi figli e
che noi siamo figli lo prova il fatto che ci ha donato lo Spirito Santo che grida dentro di noi Abbà,
Padre. Non siamo più schiavi ma figli!
È ben vero che vengono tempi duri e che tutti avremo un po’ più di difficoltà, alcuni tanta.
Non dimentichiamo però che siamo in questo tempo di grazia e che il Signore, Lui, non ci
abbandona e insieme possiamo guardare avanti con speranza sostenendoci a vicenda con la
preghiera ed anche con la condivisione.