Strumenti della Responsabilità Sociale d`Impresa

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Strumenti della Responsabilità Sociale d`Impresa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO
FACOLTA’ DI ECONOMIA
Corso di laurea in Economia e gestione delle imprese
Sede di Cuneo
RELAZIONE DI LAUREA
Strumenti della Responsabilità Sociale d’Impresa:
bilancio sociale e SA 8000
Il caso Tecnicart s.r.l.
Relatore:
Prof. Massimo Cane
Candidata:
Doriana Galaverna
Numero matricola: 303759
ANNO ACCADEMICO 2008-2009
Desidero ringraziare il mio relatore, Prof. Massimo Cane, per la grande
disponibilità che ha dimostrato nei miei confronti e per avermi seguito
passo dopo passo nella stesura della mia tesi, essendo sempre
disponibile per chiarimenti ed approfondimenti.
Un ringraziamento doveroso lo devo al Sig. Carlo Zampieri, titolare
dell’azienda Tecnicart s.r.l. di Arezzo, il quale, in questi mesi di
preparazione della tesi, è stato un paziente e prezioso collaboratore
fornendomi tempestivamente tutte le informazioni che mi servivano per
l’analisi del caso, nonostante le mie richieste fossero di intralcio al lavoro
da lui svolto quotidianamente.
Un enorme Grazie va alla mia famiglia: Papà, Mamma e Zaira. Grazie per
avermi permesso di affrontare questo cammino di studi, per avermi
appoggiata e sostenuta in qualsiasi momento positivo o di sconforto.
Ho cercato di dare il massimo e di non mollare mai, proprio come mi avete
insegnato voi. Spero di essere riuscita a soddisfare le aspettative che
avevate riposto in me.
Un ringraziamento particolare va a Fabrizio. Grazie perché in questi anni
sei stato molto paziente, rispettoso delle mie scelte e sempre pronto ad
incoraggiarmi di fronte a tutte le difficoltà, convinto che ce l’avrei fatta in
ogni occasione. Spero di non averti deluso mai. Grazie!
Un grazie di cuore ad Anna. Sei un punto di riferimento fondamentale per
me ed una grande amica. Sei una compagna di studi formidabile e ti devo
ringraziare per avermi sempre aiutata e sostenuta in qualsiasi momento
difficile. Sono convinta che avremo ancora tanti bei momenti da
trascorrere insieme, ma per adesso mi sento in dovere di dirti un enorme
Grazie!!
Un ulteriore ringraziamento, infine, a TUTTI i miei amici, parenti, alla mia
squadra e alle mie due mitiche nonne. Ho trascorso questi tre anni di studi
sapendo che tutti credevate in me. Grazie per i vostri pensieri positivi e
per avermi sempre sostenuta.
Indice
pag.
Introduzione
1
Capitolo 1
La Responsabilità Sociale d’Impresa
1.1 Premesse
4
1.2 Documenti e testi ufficiali
6
1.3 Strumenti di gestione di Responsabilità Sociale
9
1.3.1 Il Codice Etico
10
1.3.2 Particolari standard di comportamento
12
1.3.3 Il bilancio sociale
14
Capitolo 2
Il bilancio sociale
2.1 Definizioni
16
2.2 Cenni storici
20
2.3 Principi di redazione del bilancio sociale
25
2.4 Finalità, obiettivi e limiti del bilancio sociale
30
2.5 Modelli di redazione del bilancio sociale
35
2.5.1 Modello GBS
37
2.5.2 Modello AA 1000
42
2.6 Macro fasi di realizzazione di un bilancio sociale
46
2.7 Rapporto tra il bilancio sociale e il bilancio d’esercizio
50
2.8 Conclusione
52
Capitolo 3
Lo standard SA 8000
3.1 Contesto di riferimento
54
3.2 Storia dello standard
55
3.3 Applicazione
58
3.4 Definizioni
61
3.5 I requisiti della SA 8000
62
3.5.1 Lavoro infantile
63
3.5.2 Lavoro obbligato
64
3.5.3 Salute e sicurezza
64
3.5.4 Libertà di associazione e contrattazione collettiva
65
3.5.5 Discriminazione
66
3.5.6 Procedure disciplinari
67
3.5.7 Orario di lavoro
68
3.5.8 Retribuzione
69
3.5.9 Sistema di gestione
70
3.6 Rapporto tra SA 8000 e bilancio sociale
74
Capitolo 4
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
4.1 La storia
77
4.2 I prodotti
79
4.3 Il mercato di riferimento e i concorrenti
81
4.4 La politica aziendale
82
4.5 La struttura organizzativa
84
4.6 Gli stakeholders
88
Capitolo 5
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
5.1 La SA 8000 in Tecnicart
91
5.2 I requisiti della norma SA 8000 in Tecnicart
92
5.2.1 Requisito 1: Lavoro infantile
93
5.2.2 Requisito 2: Lavoro obbligato
94
5.2.3 Requisito 3: Salute e sicurezza
95
5.2.4 Requisito 4: Libertà di associazione e
Diritto alla contrattazione collettiva
96
5.2.5 Requisito 5: Discriminazione
97
5.2.6 Requisito 6: Provvedimenti disciplinari
98
5.2.7 Requisito 7: Orario di lavoro
99
5.2.8 Requisito 8: Retribuzione
100
5.2.9 Requisito 9: Sistema di gestione
100
5.3 Conclusione
103
Conclusioni
105
Bibliografia
110
Sitografia
111
Introduzione
Il bilancio sociale e tutti gli strumenti di rendicontazione (codici etici, norme
della famiglia delle ISO e la SA 8000) si inseriscono in un movimento
sociale che cerca di rimettere in discussione alcuni presupposti economici
e sociali che erano dati per acquisiti da molto tempo.
L’attenzione a mettere in campo comportamenti rispettosi di tutti coloro
che interagiscono con un’organizzazione e le pesanti conseguenze, anche
economiche, che possono verificarsi con azioni non attente al mondo che
sta attorno alla propria attività, hanno portato sul tavolo dei top-manager le
problematiche della responsabilità sociale.
Ci si è resi conto che nessuno può operare focalizzandosi solo ed
esclusivamente sul proprio business. Ogni organizzazione assume precise
responsabilità nei confronti di tutta le persone coinvolte, anche soltanto
indirettamente, dalla propria azione.
Chiedersi quale sia la ricaduta sociale di ogni attività economica significa
collocare la componente economica di ogni attività nel suo contesto
umano. Occorre prendere coscienza dei rischi e dei danni che il
dimenticare la responsabilità sociale può arrecare, anche all’azienda più
efficiente e redditizia.
Nel primo capitolo della tesi si fa riferimento ai caratteri generali della
Responsabilità Sociale d’Impresa che diventa, per le aziende, un obiettivo
da perseguire, al pari del profitto, per cercare di raggiungere il successo
nel lungo periodo con la creazione di valore economico, sociale e
competitivo. Vengono descritte le principali fonti, a livello internazionale ed
europeo, che dettano le linee guida a cui le imprese devono attenersi per
poter essere definite socialmente responsabili.
1
Analizzati gli strumenti di gestione della responsabilità sociale, nel
secondo capitolo si entra nello specifico trattando tutti gli aspetti del
bilancio sociale quale documento che attesta, agli occhi di tutti gli
stakeholders, l’impegno dell’organizzazione a comportarsi in modo
responsabile. Si passano in rassegna i principi di redazione di un bilancio
sociale ed i principali modelli che le aziende possono adottare e scegliere
in base alla propria concezione di responsabilità sociale.
Analogamente al secondo, il terzo capitolo vuole entrare nel dettaglio di
uno degli strumenti a disposizione delle organizzazioni per comunicare
alla società di riferimento l’orientamento alla Responsabilità Sociale
d’Impresa (RSI). Tale strumento è lo standard SA 8000, il quale permette
alle imprese, che sono conformi a tutti i nove requisiti definiti nella norma,
di ottenere una certificazione. Certificare un’azienda con lo standard SA
8000 significa impegnarsi a garantire, all’interno dell’organizzazione e
lungo tutta la catena dei fornitori, eque condizioni di lavoro, tutela nei
confronti dei lavoratori e un approvvigionamento etico di risorse.
Si analizzano tutti i requisiti esposti nella norma SA 8000:2008 per avere
un’idea dei sistemi di gestione che le imprese, che decidono di certificarsi,
devono implementare al proprio interno con conseguenti sforzi economici
ed organizzativi.
Il quarto ed il quinto capitolo trattano l’analisi di un caso concreto di
un’azienda toscana, la Tecnicart s.r.l., che pur essendo una piccola
impresa di 15/16 dipendenti ha deciso di implementare la SA 8000,
convinta che la gestione socialmente responsabile possa rappresentare
un valore aggiunto, indipendentemente dalle dimensioni o dalle risorse
economiche che un’organizzazione possiede.
Quest’azienda rappresenta uno dei tanti esempi di aziende italiane
certificate SA 8000 che hanno deciso di operare con un orientamento alla
responsabilità sociale, consapevoli del fatto che le loro azioni comportano
delle conseguenze sull’ambiente e sulla comunità di riferimento.
2
Capitolo 1
LA RESPONSABILITA’
SOCIALE D’IMPRESA
La responsabilità sociale d’impresa
1.1
Premesse
La responsabilità sociale d’impresa, detta anche con il termine inglese
Corporate Social Responsibility (CSR), può essere vista come una
risposta al fenomeno sempre più attuale della globalizzazione e della
competitività dei mercati internazionali. Negli ultimi anni in Italia, e ancora
di più a livello comunitario, si è assistito ad uno sviluppo intenso di
tematiche riguardanti la sostenibilità, in un’ottica di miglioramento continuo
delle singole imprese. Nella definizione dell’Unione Europea, la CSR è
“l’integrazione su base volontaria dei problemi sociali ed ambientali delle
imprese nelle loro attività e nelle loro relazioni con tutte le parti interessate
(stakeholders)”.1
E’ noto come le performance delle imprese dipendano non solo da
elementi concreti ma anche dai cosiddetti intagibles, quali la fiducia degli
stakeholders, la reputazione e l’attenzione al benessere dell’ambiente e
della comunità in cui l’impresa opera o con cui entra in contatto. Tutti
questi elementi non devono essere considerati solamente come costi, ma
anche e soprattutto come opportunità che permettono all’impresa di
aumentare la propria competitività e i propri risultati, incrementando il suo
sviluppo.
Il profitto non può e non deve essere percepito come unico indicatore dello
stato di salute dell’impresa; esso indica la capacità dell’impresa di stare
sul mercato, ma non deve essere l’unico scopo. L’impresa si deve fare
carico di altri tipi di responsabilità che vanno oltre i risultati puramente
economici; deve cercare di garantire ottimi prodotti, ottimi servizi,
soddisfare i consumatori, attirare nuovi clienti e contribuire allo sviluppo
della comunità in cui l’impresa si trova ad essere integrata.
Comportamenti simili permettono alle imprese di accrescere il loro valore
come “istituzioni sociali”, rafforzando la loro identità e migliorando la
qualità totale, perché le imprese non possono limitarsi alla produzione di
beni economici, ma anche di capitale sociale.
1
Commissione Europea, Libro Verde, Bruxelles, 2001
4
La responsabilità sociale d’impresa
Quindi, le imprese, per essere socialmente responsabili, devono cercare
di attuare, contemporaneamente, tre linee di azione che consistono nel2:
- promuovere le relazioni con gli stakeholders;
- interiorizzare l’etica negli affari;
- superare il profitto come scopo primario della gestione d’impresa.
Per quanto riguarda il primo punto, è necessaria l’instaurazione di un tipo
di relazione che va oltre a quella tradizionale tra management e azionisti.
Il management deve essere l’agente che cura gli interessi degli
stakeholders affinché collaborino al raggiungimento della mission e degli
obiettivi di lungo periodo dell’impresa. Questo nuovo tipo di relazione è la
conseguenza, in parte, della presa di coscienza della responsabilità
sociale che va ben oltre il solo rapporto contrattuale con gli azionisti e, in
parte, dell’introduzione della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) nelle
politiche aziendali. Infatti, il coinvolgimento e l’attenzione agli stakeholders
nelle decisioni dell’impresa viene ricambiata con la fiducia e il consenso
che sono necessari per migliorare le performance nel lungo periodo.
Del secondo punto si può sottolineare l’importanza dell’introduzione di una
governance composta da regole, fini economici ma anche dall’etica.
Occorre ricordare che l’impresa è composta da persone e vive grazie alle
relazioni che si instaurano tra le persone. L’etica diventa uno strumento
importante che permette di collegare le necessità dell’impresa con i
bisogni degli stakeholders.
Infine, la creazione del valore puramente economico (il profitto) non deve
più essere considerato lo scopo principale del successo di un’impresa, in
quanto il solo profitto non garantisce più la sopravvivenza nel lungo
periodo. Il successo di lungo periodo può essere raggiunto con la
contemporanea creazione di valore economico, sociale e competitivo. La
formula che permette all’impresa di creare valore comprende il profitto, il
vantaggio competitivo e il benessere sociale.
2
M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore,
2008, pag. 73
5
La responsabilità sociale d’impresa
Ragionando in questo senso, si può parlare di “cambiamento della
geometria del valore”. Questo cambiamento prevede il coinvolgimento
della società che diventa destinataria della ricchezza e referente della
rendicontazione sociale e si affianca alle relazioni tradizionali esistenti tra
impresa, dipendenti e azionisti che definiscono, invece, il valore
economico.
Passaggio da modello di solo mercato a modello della RSI 3
azionisti
azionisti
società
Valore
sociale
Valore
economico
Valore
economico
dipendenti
impresa
dipendenti
impresa
Documenti e testi ufficiali 4
1.2
Negli ultimi anni si sono registrati degli interventi da parte di organismi a
livello comunitario e a livello di governi nazionali allo scopo di definire delle
linee guida per l’applicazione della RSI.
Si possono ricordare:
- il Summit Globale di Rio de Janeiro nel 1992 per la promozione dello
sviluppo sostenibile e di condizioni economiche e sociali più eque;
-
la
convenzione
dell’ILO
(International
Labour
Organization)
“Dichiarazione tripartitica per le imprese multinazionali e la politica
3
M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore,
2008, pag. 74
4
http://www.gestiresostenibile.it
M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore,
2008, pag. 77
6
La responsabilità sociale d’impresa
sociale”, approvata nel 1999, la quale si basa su alcuni temi fondamentali
legati al lavoro quali la formazione, le condizioni di lavoro, l’occupazione e
le relazioni industriali;
- il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 che definisce obiettivi strategici
della coesione sociale e della crescita economica sostenibile da realizzare
entro il 2010, individuati dall’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite,
denominata Global Compact;
- la pubblicazione del Libro Verde “Promuovere un quadro europeo per la
responsabilità sociale delle imprese” nel 2001 e delle Comunicazioni del
2003 e del 2006, che hanno riconosciuto una definizione condivisa di
CSR, promosso azioni di collaborazione tra i Paesi membri, stimolato
campagne di sensibilizzazione alla RSI nei vari Stati europei e la
diffusione della consapevolezza dei vantaggi derivanti da una gestione
socialmente responsabile;
- la dichiarazione dell’ONU “Le norme delle Nazioni Unite per le imprese:
verso una responsabilità legale” presentata nel 2004. Essa richiama gli
Stati membri e le imprese alla responsabilità in relazione a 9 principi:
non discriminazione
protezione dei civili
uso delle forze di sicurezza
diritti dei lavoratori
corruzione e protezione dei consumatori
diritti economici, sociali e culturali
diritti umani e ambiente
diritti delle popolazioni indigene
7
La responsabilità sociale d’impresa
- la Risoluzione del Parlamento Europeo “La Responsabilità sociale delle
imprese: un nuovo partenariato” presentata nel 2007, che si è focalizzata
su 5 punti importanti:
confermare la volontarietà della RSI
maggior coinvolgimento delle PMI
prevedere procedure più stringenti a protezione dei consumatori
stabilire procedure per punire dirigenti che pratichino azioni scorrette
e illegali
approfondire la dimensione transnazionale della Responsabilità
Sociale.
A livello nazionale, il Governo italiano si è reso promotore, insieme al
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di un progetto chiamato
CSR-SC
che
venne
presentato
in
occasione
della
Conferenza
intergovernativa del 14 novembre 2003 a Venezia. Questo progetto ha
previsto l’introduzione di un forum multistakeholder sulla CSR con la
partecipazione di soggetti pubblici e privati, l’elaborazione di uno
strumento volontario di autovalutazione nelle performance sociali e
ambientali (il Social Statement), nonché l’istituzione di incontri e di eventi
per la promozione del progetto, in collaborazione con il sistema delle
Camere di Commercio. L’idea era quella di proporre uno standard di
bilancio sociale per tutte le imprese in modo da uniformare le procedure di
rilevazione, di misurazione e di presentazione delle performance
raggiunte. Quest’iniziativa non ebbe successo come la proposta di legge
del marzo 2004. Quest’ultima fu un tentativo di disciplinare la RSI nel
sistema italiano, che prevedeva l’istituzione di alcuni organismi e la
previsione di incentivi economici. In particolare, era prevista l’istituzione di
un’Autorità per la Responsabilità d’Impresa che avrebbe dovuto svolgere
funzioni regolative, quali l’individuazione di indicatori per la definizione di
comportamenti socialmente responsabili, la verifica di questi indicatori e la
8
La responsabilità sociale d’impresa
selezione, sulla base delle indicazioni di un Forum, dei progetti da
ammettere ai benefici economici e fiscali. Tale Forum avrebbe dovuto
svolgere una funzione consultiva alle attività dell’Autorità e sarebbe stato
formato da 25 esperti rappresentanti di diverse categorie: produttori
artigiani, commercianti, sindacati, autonomie locali, servizi pubblici e
comunità scientifica. Infine, era previsto un Osservatorio Nazionale sul
Dumping5 Sociale per verificare il rispetto delle norme anti-dumping in
Italia e all’estero.
Prima di queste due iniziative, nel 1981, era già stato presentato in
Parlamento un progetto di legge che avrebbe voluto introdurre l’obbligo
per alcune imprese pubbliche e private di allegare al bilancio d’esercizio
annuale un bilancio sociale, il cui contenuto sarebbe stato predeterminato
e avrebbe dovuto riguardare solo il gruppo di stakeholder dei lavoratori
(salute e sicurezza, salario, orari di lavoro, formazione e relazioni
industriali). Nonostante questa fosse un’iniziativa molto innovativa, né i
sindacati, né il mondo politico le diedero troppo peso e questo disegno di
legge non fu mai approvato.
In conclusione, le imprese italiane, i sindacati, le associazioni di categoria,
i soggetti pubblici e privati hanno intrapreso il cammino verso la RSI a
testimonianza del fatto che si ripone sempre più attenzione a questo tema.
Ciò avviene perché si può e si deve cercare un nuovo modo di ‘fare
impresa’.
1.3
Strumenti di gestione di Responsabilità Sociale
Alla luce di quanto detto finora, si potrebbe affermare che per un’impresa
che voglia ottenere il consenso dai suoi stakeholders sono indispensabili
degli strumenti per gestire la responsabilità sociale. Quest’ultima insieme
5
“Dumping = procedura di vendita di un bene o di un servizio su di un mercato estero
(mercato di importazione) ad un prezzo inferiore a quello di vendita (o, addirittura, a
quello di produzione) del medesimo prodotto sul mercato di origine (mercato di
esportazione).” (http://www.wikipedia.it)
9
La responsabilità sociale d’impresa
all’etica e ai controlli interni ed esterni sono necessari ma non sufficienti a
responsabilizzare totalmente un management.
Gli strumenti di gestione della Responsabilità Sociale sono:
1)
i codici etici;
2)
particolari standard di comportamento;
3)
il bilancio sociale.
1.3.1 Il Codice Etico
Il Codice Etico può definirsi come la “Carta costituzionale dell’impresa”,
una carta dei diritti e dei doveri morali che determina le responsabilità
etico-morali da rispettare, in modo da evitare comportamenti irresponsabili
o illeciti da parte di chi opera all’interno o con l’impresa, che potrebbero
ledere l’immagine e il corretto funzionamento dell’impresa stessa.
I motivi che possono portare all’introduzione di un Codice Etico all’interno
della gestione d’impresa possono essere molteplici:
- definire delle linee guida per la convivenza tra i dipendenti;
- presentare gli standard di condotta e le politiche aziendali;
- migliorare l’immagine, la reputazione aziendale e il giudizio del pubblico
dell’azienda;
- contrastare politiche di corruzione e conflitti d’interesse;
- definire uno standard professionale all’interno dell’impresa.
Il movimento dei codici etici si è affermato negli Stati Uniti a partire dagli
anni Cinquanta; i primi modelli si limitavano alla definizione della filosofia
aziendale e poche altre regole: furono introdotti spontaneamente dai
vertici aziendali al fine di prevenire leggi che avrebbero potuto essere
introdotte dall’esterno.
Un’ulteriore spinta si è avuta negli anni Ottanta, quando la redazione di un
codice etico permetteva di evitare dure sanzioni previste dalle leggi a
tutela della moralità nel mondo economico.
10
La responsabilità sociale d’impresa
In questo periodo, quasi la totalità delle aziende statunitensi possedeva un
codice etico e negli anni successivi, anche a livello europeo, si diffuse
questa tendenza.
I codici etici rappresentano un modello di autoregolamentazione e sono
formati da principi riguardanti la morale, i doveri e le procedure, che si
concretizzano in regole di condotta dei membri e in responsabilità dei
soggetti terzi.
Ogni impresa può adottare la struttura del codice etico che più si adatta
alla propria politica aziendale, ma in generale si sviluppa su cinque livelli6:
1) principi etici che sostengono la mission aziendale;
2) norme per le relazioni tra impresa e stakeholders;
3) standard etici di comportamento quali la sicurezza, la salute, la tutela
dell’ambiente, la riservatezza, l’uguaglianza, la trasparenza, ecc...;
4) sanzioni interne per la violazione di norme contenute nel codice;
5) strumenti di attuazione delle sanzioni.
Il codice etico è sicuramente uno strumento adatto alla diffusione del
concetto di responsabilità sociale d’impresa, in quanto detta contenuti e
confini indispensabili affinché un’impresa possa essere considerata
socialmente responsabile, includendo anche i doveri che l’azienda ha nei
confronti di azionisti, dipendenti, fornitori, clienti, comunità e tutti gli altri
stakeholders.
Nonostante tutto, ci sono dei punti di debolezza per questo documento,
perché spesso i principi sono stabiliti in modo generale e, adattandoli alle
singole situazioni, potrebbero verificarsi casi di interpretazioni di “comodo”;
nella redazione del documento, spesso, c’è un approccio codificatorio più
che morale; potrebbe risultare un mezzo per nascondere la ricerca di
vantaggi competitivi non così leciti; dovrebbe essere sottoposto ad un
processo di revisione e aggiornamento periodico; e, soprattutto, è spesso
caratterizzato da una carente comunicazione interna ed esterna
all’azienda.
6
L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in
atto, ENEA, 2002, pagg. 12-17
11
La responsabilità sociale d’impresa
1.3.2 Particolari standard di comportamento
I principali standard di comportamento di tipo ambientale ed etico sono:
- ISO 14000;
- ISO 9000;
- SA 8000.
Le ISO 14000 sono una serie di norme dettate da un’organizzazione
privata,
la
International Standards
Organisation,
per la
gestione
ambientale delle imprese.
Se l’azienda è conforme a queste regole ottiene la certificazione ISO
14000.
Gli obiettivi che si ottengono dall’applicazione di queste norme sono
numerosi e riguardano la riduzione dei rischi ambientali, la riduzione di
costi di produzione anche legati all’ambiente, il miglioramento della
competitività e la gestione degli aspetti normativi ambientali obbligatori.
Nel novembre del 1996 è stata presentata una nuova versione della ISO
14000, la ISO 14001; essa si focalizza sul miglioramento continuo della
politica aziendale nei confronti dell’ambiente introducendo una serie di
vantaggi, quali il miglioramento dell’immagine dell’impresa e i rapporti con
la società, i minori costi per lo smaltimento di rifiuti, materie prime ed
energia, i minori costi assicurativi e l’agevolazione per l’ottenimento di
finanziamenti pubblici. Se l’impresa ottiene la certificazione ISO 14001
significa che il sistema di gestione ambientale dell’azienda è conforme con
la norma ed è stato applicato in modo adeguato.
Le ISO 9000 sono una serie di norme che costituiscono uno standard di
riferimento per il raggiungimento della qualità, definiscono un insieme di
regole per il controllo delle fasi del processo produttivo dalle quali dipende
il livello di qualità del prodotto.
La certificazione ISO 9000 ha lo scopo di regolare i rapporti tra fornitore e
impresa per quanto riguarda l’assicurazione della qualità e fa riferimento al
sistema in generale, non ai prodotti o ai servizi in particolare.
12
La responsabilità sociale d’impresa
Certificare la propria azienda con le ISO 9000 permette di distinguersi in
un mercato sempre più globalizzato, competitivo e orientato alla qualità.
Le ISO 9000 vengono attualmente applicate in più di 80 Paesi e sempre di
più le imprese cercano di implementarle nella propria gestione, perché
permettono loro di avere una qualifica in occasione di gare o appalti;
permettono di far conoscere ai terzi il proprio sistema di gestione
all’avanguardia e di far sapere all’esterno la politica di miglioramento
continuo che l’impresa ha intrapreso.
Le norme ISO 9000, dal 2000 in avanti, sono suddivise in:
- ISO 9000 che descrive le terminologie e i principi essenziali dei sistemi di
gestione della qualità e della loro organizzazione (viene anche chiamata
“norma vocabolario”);
- ISO 9001 per la definizione dei requisiti della qualità;
- ISO 9004 per il miglioramento delle prestazioni delle organizzazioni.
Le ISO 9000 sono universali, possono essere applicate in qualsiasi settore
a prescindere dalle dimensioni delle organizzazioni.
Il nome completo della norma recepita in Italia è UNI EN ISO 9001:2000 in
quanto la norma ISO è pubblicata dall’Ente Nazionale Italiano di
Unificazione e dal Comitato Europeo di Normazione in Europa.
Nel 2008 è stata introdotta una nuova versione di ISO 9001 che è
diventata ISO 9001:2008 e la precedente (ISO 9001:2000) è stata ritirata.
Questa nuova norma non ha aggiunto o tolto requisiti, ma ha solo
specificato e ampliato quelli esistenti.
La Social Accountability 8000 (SA 8000), invece, è uno standard di
comportamento etico introdotto da CEEPA (Council on Economics
Priorities Accreditatioin Agency) nell’ottobre 1997 7.
Di questo argomento verrà data una spiegazione più approfondita nel
capitolo 3.
7
Il Council on Economics Priorities Accreditation Agency (CEEPA) è stato costituito nel
1997 dal Council on Economics Priorities (CEP), istituto americano fondato nel 1969, la
cui missione consiste nel fornire ai consumatori e agli investitori strumenti informativi per
valutare la performance sociale delle maggiori imprese.” (L. Hinna, Il bilancio sociale, Il
Sole 24 Ore, 2005, pag. 286).
13
La responsabilità sociale d’impresa
1.3.3
Il bilancio sociale
Il bilancio sociale è un documento volontario che attesta l’attività svolta da
un’impresa socialmente responsabile al fine di avere una comunicazione
trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders.
Anche questo argomento verrà trattato in modo più specifico nel capitolo
successivo.
14
Capitolo 2
IL BILANCIO SOCIALE
Il bilancio sociale
2.1
Definizioni
L’espressione “bilancio sociale” è stata introdotta convenzionalmente dagli
studiosi, ma a livello internazionale e nazionale può essere chiamato in
vari modi: Social Audit, Social Accounting, Social Balance, Intellectual
Capital.
Tale espressione non è la più ideale per esprimere il concetto che con il
termine si vuole intendere. Il sostantivo “bilancio” richiama il bilancio
tradizionale che non ha nulla a che vedere con quello sociale. Il bilancio
tradizionale
è
obbligatorio,
ha
struttura,
metodologie
e
finalità
completamente diverse dal bilancio sociale. Quando si fa riferimento al
bilancio tradizionale si pensa a delle voci contrapposte: costi e ricavi,
attività e passività, ma tutto ciò non compare nello strumento di
comunicazione della responsabilità sociale.
Nel bilancio sociale compaiono grandezze non sempre quantitative e
monetarie e la sua struttura non è dettata da norme, come ,invece, accade
quando si fa riferimento al bilancio tradizionale.
In poche parole, si può dire che il bilancio sociale è “un rendiconto dei
comportamenti attenti agli aspetti sociali ed etici dell’attività esaminata e
una presentazione documentata dei risultati conseguiti” 1. Quindi in questo
ambito il termine “bilancio” è utilizzato soltanto nel senso di rendiconto, di
dichiarazione dei risultati conseguiti accompagnati da testimonianze che li
avvalorano. Il concetto principale, per chi decide di redigere un bilancio
sociale, è di rendere conto di quanto si fa di socialmente apprezzabile.
Tale strumento è il più indicato per dare visibilità e trasparenza al proprio
pubblico di riferimento.
L’altro termine utilizzato nell’espressione di bilancio sociale è l’aggettivo
“sociale”. Ciò significa che questo tipo di strumento non limita la propria
attenzione al proprio business, ma si estende a tutti gli stakeholder, cioè a
tutti coloro che gravitano intorno all’attività dell’impresa stessa.
1
A. Corrocher, Il bilancio sociale – Come realizzarlo nelle aziende profit, nelle
organizzazioni non profit e negli enti pubblici, FRANCOANGELI, 2005, pag. 17
16
Il bilancio sociale
In estrema sintesi il bilancio sociale è un documento potenzialmente
straordinario con il quale un’organizzazione presenta se stessa alla
comunità di riferimento, rendendo pubblici i suoi comportamenti
socialmente responsabili portando, a conferma, la testimonianza di
persone direttamente coinvolte e interessate. Può essere inteso come un
momento per enfatizzare il proprio legame con il territorio , un’occasione
per affermare il concetto di impresa come “buon cittadino”, cioè un
soggetto che opera su un territorio perseguendo i propri interessi e
contribuendo a migliorare la qualità della vita dei membri della società in
cui è inserito.
Quando si parla di bilancio sociale, occorre sottolineare tre componenti
indispensabili. Il primo aspetto riguarda la descrizione dell’organizzazione
che decide di redigere il bilancio sociale. L’azienda deve “raccontarsi”
indicando tutto ciò che può essere fondamentale al lettore per capire
quale tipo di impresa ha davanti. Affinché tutti possano comprendere, il
bilancio sociale deve essere redatto con un linguaggio trasparente e
semplice, perché deve poter essere letto da chiunque, non solo da tecnici
o esperti in materia, altrimenti perderebbe uno dei suoi obiettivi principali.
Il secondo aspetto da considerare, dopo aver presentato la realtà
dell’azienda,
è
la
manifestazione
dei
comportamenti
socialmente
apprezzabili. Il documento deve indicare che cosa fa l’azienda, in che
modo e perché si ritiene che ciò che si fa sia socialmente utile. Solo se
l’azienda manifesta la propria vision, le proprie strategie e i propri obiettivi,
potrà vantare risultati socialmente significativi. La dichiarazione dei risultati
non può essere una manifestazione ipotetica, devono poter essere
effettuate delle verifiche concrete e, possibilmente, oggettive.
Il terzo ed ultimo aspetto, da tenere presente in tema di bilancio sociale,
riguarda le testimonianze. Se si redige un bilancio sociale senza il
supporto di testimonianze, non sarebbe più un bilancio sociale, cioè un
rendiconto che documenta effettivamente la responsabilità sociale e i
comportamenti etici, ma un’operazione di marketing o un tentativo per
influenzare il lettore.
17
Il bilancio sociale
Questo documento può essere utilizzato da aziende profit, organizzazioni
non profit o enti pubblici che percepiscono chiaramente la valenza etica
del proprio progetto-prodotto come elemento di valore aggiunto che
garantisce competitività.
Finora il bilancio sociale è stato descritto come un documento consuntivo
che racchiude risultati, obiettivi e testimonianze per sottolineare
comportamenti socialmente responsabili, ma può essere inteso come il
processo di elaborazione attraverso il quale si arriva al bilancio sociale.
Di solito si pensa che il bilancio sociale sia solo una semplice
manipolazione di informazioni già disponibili e un esercizio di buona
scrittura per presentarle nel migliore dei modi, ma in realtà fare il bilancio
sociale significa obbligare tutta la struttura e l’organizzazione a guardare
l’attività con occhi diversi. Non basta rispettare regole e procedure, se si
vuole manifestare la responsabilità sociale si devono sempre avere
presenti gli effetti che il lavoro svolto produce sulla gente. Per
documentare ed esplicitare tutti i comportamenti bisogna essere attrezzati,
in modo da misurare i fenomeni ed i fatti che testimoniano la
responsabilità sociale. Si capisce subito che elaborare un bilancio sociale
significa, prima, avere ben presenti gli obiettivi ed esplicitare le strategie,
poi, organizzare la struttura ed infine misurare i risultati che si sono
raggiunti.
Guardando il bilancio sociale sotto questo punto di vista si può capire che
le organizzazioni devono essere strutturate in modo diverso: non possono
più avere come unici obiettivi i concetti di efficienza, il rispetto delle regole
e le procedure da seguire, ma dovranno essere attente alle esigenze e
alle valutazioni delle persone esterne, che in qualche modo vengono
interessate dall’attività svolta dall’organizzazione stessa.
Per un’azienda socialmente responsabile è molto importante porre
l’attenzione su come viene percepita l’attività dalle persone esterne e
come sono valutate le affermazioni sui risultati raggiunti.
A questo proposito si può enunciare il pensiero di Viviani che definisce il
documento come una nuova “struttura culturale”, dove è possibile leggere
18
Il bilancio sociale
la realtà imprenditoriale come misuratore di reputazione per l’impresa; il
rendiconto dovrebbe sottolineare tutto ciò che gli interlocutori credono
dell’impresa e definire la coerenza tra ciò che è dichiarato e ciò che
effettivamente è perseguito.
Le organizzazioni che affrontano il tema della rendicontazione sociale
devono avere un atteggiamento molto diverso di fronte al loro lavoro: non
si lavora solo per il compenso, per la promozione, per un obbligo
contrattuale, per il rispetto delle norme, ma si lavora per dare ai vari
stakeholder il migliore beneficio o il minore disturbo, controllando che
quest’attenzione sia percepita e apprezzata.
La decisione di redigere un bilancio sociale ha un valore strategico e un
impatto organizzativo notevole sulla struttura che dovrà realizzarlo,
pertanto questa decisione spetterà al livello più alto dell’organizzazione.
Il bilancio sociale diventa una documentazione che dovrà essere ripetuta
periodicamente, altrimenti perderebbe gran parte della sua efficacia di
comunicazione sociale e potrebbe diventare anche controproducente.
In conclusione, oltre alla definizione di bilancio sociale riportata in
precedenza e ampiamente commentata, si possono citare altre definizioni
che nel tempo sono state elaborate da diversi studiosi, in quanto, ancora
oggi, non si è riusciti a formulare una definizione univoca e rigorosa.
Negli anni Settanta, in Italia, sono state prodotte numerose definizioni e di
particolare importanza è quella di Matacena: “il bilancio sociale è il
complesso dei documenti contabili e non che, insieme ai bilanci
tradizionali, ha lo scopo di offrire informazioni quali-quantitative sulle
operazioni svolte dall’impresa per effetto delle finalità sociali assunte”2.
Altre argomentazioni più recenti, e forse più accettate dagli studiosi, sono
quelle che ritengono il bilancio sociale come “l’utilizzo di un modello di
rendicontazione sulle quantità e sulle qualità di relazione tra l’impresa e i
suoi stakeholder, mirante a delineare un quadro omogeneo, puntuale,
completo e trasparente della complessa interdipendenza tra fattori
2
L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in
atto, ENEA, 2002, pag. 19
19
Il bilancio sociale
economici e quelli socio-politici connaturati e conseguenti alle scelte
fatte”3.
Per concludere, si può affermare che il bilancio sociale rappresenta un
rendiconto redatto in modo volontario, che cerca di misurare quelle che
sono le performance dell’impresa da un punto di vista non solo
prettamente economico, ma soprattutto sociale, facendo particolare
riferimento agli effetti che le scelte dell’azienda provocano su tutte le
categorie di soggetti con le quali si relaziona e sull’ambiente in generale.
2.2
Cenni storici
I primi bilanci sociali apparvero tra la fine degli anni Sessanta e la metà
degli anni Settanta in un contesto sociale caratterizzato da contestazioni,
disordini e accuse sull’operato delle imprese. Ad esempio, in America,
durante lo scandalo del Watergate4, alcune imprese petrolifere e chimiche
statunitensi furono attaccate dall’opinione pubblica con l’accusa di
esercitare il lavoro in condizioni pessime e produrre forte inquinamento.
Per questo motivo molte imprese capirono che per riallacciare i rapporti
con il pubblico occorreva ricorrere ad una comunicazione trasparente e
corretta, in modo da recuperare la reputazione che si era affievolita con il
tempo.
Questa prima fase del cammino di evoluzione del bilancio sociale può
essere chiamata fase pionieristica e si sviluppò negli anni Settanta.
Durante questo periodo, le imprese iniziarono ad includere tra le
informazioni economiche e finanziarie una descrizione ampia delle
iniziative in campo sociale e si arrivò alla diffusione massiccia del
fenomeno del reporting sociale a metà degli anni Settanta.
3
L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in
atto, ENEA, 2002, pag. 19
4
“Lo scandalo Watergate fu uno scandalo politico scoppiato negli Stati Uniti nel 1972,
durato due anni, che portò alla richiesta di rinvio a giudizio e alle dimissioni dell’allora
presidente degli Usa Richard Nixon.” (http://www.wikipedia.it)
20
Il bilancio sociale
I primi bilanci sociali (il primo in assoluto nacque in Germania nel 1938 ad
opera della AEG) si presentavano come allegati del bilancio tradizionale,
in cui si riportavano informazioni quantitative che sintetizzavano le
prestazioni a favore del personale e le spese riguardanti la collettività, per
diventare in seguito una sezione distaccata, ma sempre collegata al
bilancio tradizionale, e dotata di maggiore autonomia nella trattazione di
temi riguardanti la qualità del prodotto, la sicurezza, la tutela
dell’ambiente, la protezione dei lavoratori e la comunità in generale.
Un’iniziativa importante che riguarda la fase del pionierismo, dopo le
iniziative americane significative per lo sviluppo di un modello di bilancio
sociale, è la normazione della pratica di redazione del bilancio sociale in
Francia. Qui, il bilancio sociale è stato reso obbligatorio con la legislazione
sul Bilan Social contenuta nella Legge 77-769 del 12 luglio 1977. Questa
legge prevedeva obblighi di rendicontazione su 134 indicatori e temi
relativi a: occupazione, salute e sicurezza, salari, formazione, condizioni di
lavoro e relazioni industriali.
Si legge nella norma: “Le bilan social récapitule en un document unique
les principales données chiffrées permettant d’apprécier la situation de
l’entreprise dans le domaine social, d’enregistrer les réalisations
effectuées et de mesurer les changements intervenus au cours de l’année
écoulée et des deux année précédentes. En conséquence, le bilan social
comporte des information sur l’emploi, les rémunérations et charges
accessoires, les conditions d’hygiène et de sécurité, les autres conditions
de travail, la formation, les relations professionnelles ainsi où ces
conditions dépendent de l’entreprise”5.
Oggi la normativa francese fissa dei punti sui quali ci si basa per la
redazione del bilancio sociale: contenuto (suddiviso in sette capitoli
riguardanti le condizioni di lavoro); specifici indicatori relativi a singoli
settori produttivi; soggetti obbligati alla sua redazione (imprese con più di
750 dipendenti e dal 1982 anche le imprese con più di 300 dipendenti);
destinatari del documento. Il bilancio francese rappresenta uno strumento
5
L. Condosta, Il bilancio sociale d’azienda - Teorie e tecniche di redazione, IPSOA, 2008,
pagg. 65-66
21
Il bilancio sociale
per la verifica delle condizioni di lavoro dei soggetti impiegati nell’impresa,
ma è meno utilizzato come strumento manageriale.
Diversa fu l’esperienza della Gran Bretagna dove il mondo imprenditoriale
si dimostrò sensibile al fenomeno della rendicontazione sociale negli anni
Settanta. Il bilancio sociale era finalizzato a dichiarare i risultati raggiunti
ed era orientato soprattutto agli stakeholders esterni (erano quindi esclusi i
dipendenti).
Anche gli Stati Uniti e la Germania furono protagonisti nella fissazione di
linee guida per la redazione del bilancio sociale. Nel 1976 venne
presentato
un
primo
modello
negli
Usa:
l’American
Accounting
Association, che elencava una serie di punti per definire il concetto di
valutazione sociale e nel 1978 un gruppo di studio tedesco elaborò alcuni
principi basilari per la redazione del bilancio sociale.
Gli anni Settanta segnarono l’inizio di un lungo cammino di studio ed
elaborazione di principi e linee guida orientate alla comunicazione della
responsabilità sociale attraverso quello strumento, ancora oggi poco
conosciuto, che è il bilancio sociale.
Le fasi successive, che succedettero alla fase pionieristica, sono tre6:
1) anni Ottanta: fase di stallo
2) anni Novanta: anni di grande diffusione
3) dal 2000 ad oggi: fase di intervento istituzionale
Per quanto riguarda gli anni Ottanta vi fu un periodo di stallo, ribattezzato
dagli studiosi come quello del “calo di tensione”, in cui i principi definiti
nella fase precedente non trovarono applicazioni pratiche. Le cause che
portarono a questa distrazione dalle questioni sociali sono molteplici:
- le crisi petrolifere del 1973 e del 1979 che causarono un cambiamento di
obiettivi delle politiche economiche;
- la paura di dover comunicare, attraverso il bilancio sociale, risultati
negativi che, in un contesto di concorrenza spietata, avrebbero
danneggiato le imprese stesse;
6
M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore,
2008, pag. 281
22
Il bilancio sociale
- una resistenza da parte degli esperti contabili nel considerare il bilancio
sociale come materia specifica e, pertanto, non fondamentale.
Gli anni Novanta, invece, furono gli anni della grande diffusione degli
strumenti della RSI in tutti i Paesi industrializzati. La Gran Bretagna fu un
esempio per illustrare la crescita delle pratiche in questo periodo. Al
contrario della Francia, il contesto anglosassone prevedeva la diffusione di
un sistema di welfare liberale che favoriva lo sviluppo volontario, senza
regolamentazioni di alcun genere, delle prassi socialmente responsabili.
In questo periodo si svilupparono alcuni modelli importanti come la
AA1000 e la SA8000.
Durante gli anni Duemila, come già accennato nel primo capitolo, vi furono
una serie di interventi della comunità politica internazionale per la
normazione di tematiche riguardanti la responsabilità sociale: l’adozione
del Libro Verde nel 2001, le pubblicazioni conseguenti nel 2002 e nel
2006, il Consiglio Europeo di Lisbona, ecc...
Dopo una panoramica temporale circa l’attenzione dedicata alla
responsabilità sociale e al bilancio sociale nello specifico all’interno dei
principali Paesi, resta da analizzare la situazione italiana.
Il primo caso di realizzazione di un bilancio sociale in Italia risale al 1974,
quando la Merloni7 presentava un rendiconto molto simile al modello
francese, rispondendo ad un’iniziativa lanciata dall’Istituto Battelle di
Ginevra al fine di analizzare le condizioni di sviluppo e di applicazione di
un bilancio sociale. Solo vent’anni più tardi, nel 1994, si avrà la redazione
del secondo bilancio sociale in Italia, quello delle Ferrovie dello Stato.
Mentre in Paesi come la Gran Bretagna e la Francia il bilancio sociale è
stato introdotto con un processo lineare, in Italia il percorso è stato meno
naturale. Le iniziative autonome da parte delle aziende sono state di
7
“Merloni Elettrodomestici Spa è un’azienda nata nel 1930 a Fabriano (AN) ad opera
della famiglia Merloni. Nel 2005 diventa Indesit Company. E’ il secondo produttore
europeo di elettrodomestici per quota di mercato e la più giovane multinazionale tra i
leader di settore. Ha due tipi di business: free standing e built-in; tre marchi principali:
Hotpoint-Ariston, Indesit e Scholtès; tre diverse linee di prodotto: freddo, cottura e
lavaggio.” (http://www.indesitcompany.com)
23
Il bilancio sociale
bassa qualità e le iniziative dei governi sottovalutate e ignorate. Saranno
vari elementi di “contesto” (sconvolgimenti politici, crack finanziari,
trasformazioni del tessuto economico) a far emergere la CSR come
concetto autonomo e a dare il via ad una serie di iniziative private
importate dalle imprese operanti in Paesi esteri.
L’iniziativa italiana più importante risale all’ottobre del 1998, quando nasce
il “Gruppo di studio per la statuizione dei principi di redazione del bilancio
sociale” (GBS) con lo scopo di dettare i principi essenziali e le procedure
per la realizzazione del bilancio sociale.
In estrema sintesi, i principi fondamentali definiti dal GBS sono:
- il bilancio sociale è un documento separato dal bilancio annuale e può
essere redatto da qualsiasi tipo di azienda (profit, non profit, cooperative);
- deve essere ripresentato annualmente;
- ha lo scopo di fornire informazioni utili circa l’assetto istituzionale, i valori
di riferimento, il processo seguito per esplicitare i valori dichiarati;
- deve articolarsi in tre parti: identità aziendale, calcolo e distribuzione del
valore aggiunto, relazione sociale.
Nel 1981, poi nel 2003 e nel 2004, come già accennato nel primo capitolo,
furono presentati dei disegni di legge e dei progetti in Parlamento al fine di
regolamentare il bilancio sociale senza ottenere, però, alcun risultato.
In conclusione si può affermare che in Italia esistono alcuni osservatori sul
bilancio sociale (ad esempio l’osservatorio ISVI che pubblica annualmente
un report di ricerca sulla responsabilità sociale in Italia, oppure
l’osservatorio della società di rating Avanzi SRI8) che mettono in luce
l’aumento esponenziale nell’utilizzo di questo strumento verso la fine degli
anni Novanta, specialmente in alcuni settori quali il chimico-farmaceutico e
il bancario-creditizio.
8
http://www.isvi.org
http://www.avanzi.org
24
Il bilancio sociale
2.3
Principi di redazione del bilancio sociale
I principi di redazione del bilancio sociale fanno sì che un generico
rendiconto sull’attività d’impresa possa essere considerato un bilancio
sociale degno di questo nome.
Prima di trattare i principi di redazione, occorre soffermarsi sulle linee
guida che ciascuna impresa deve seguire nella sua attività aziendale;
negli ultimi anni, organizzazioni esterne alle imprese hanno dettato alcuni
principi guida generici come la Dichiarazione dei doveri dell’uomo e,
specialmente, quelli rivolti alle imprese di ogni dimensione, come la Carta
dei valori d’impresa, o alle multinazionali, come i principi guida di Amnesty
International9.
La carta dei valori di un’impresa è stata elaborata dalla Commissione etica
dell’Istituto Europeo per il bilancio sociale (IBS); essa costituisce un codice
di orientamento etico che l’impresa deve applicare per perseguire la sua
mission ed è formata da nove principi:10
1)
centralità della persona: rispetto dell’ integrità fisica, morale e
culturale di ogni individuo, delle pari opportunità e delle diversità;
2)
valorizzazione
delle
risorse
umane:
sviluppo
delle
singole
professionalità attraverso percorsi di accrescimento professionale e
partecipazione alla vita d’impresa;
3)
rispetto e la tutela dell’ambiente: sviluppo sostenibile nei confronti di
temi ambientali, impegno costante a raggiungere obiettivi nel rispetto
delle generazioni future;
9
“ Amnesty International è un’organizzazione non governativa sovranazionale impegnata
nella difesa dei diritti umani. Lo scopo di Amnesty International è quella di promuovere, in
modo imparziale e indipendente, il rispetto dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo e quello di prevenirne gli abusi. Il suo simbolo è una
candela nel filo spinato. E’ stata fondata da un avvocato inglese P. Benenson e conta
due milioni di sostenitori in 140 nazioni differenti.” (http://www.wikipedia.it)
10
L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in
atto, ENEA, 2002, pag. 58
25
Il bilancio sociale
4)
attenzione alle aspettative degli interlocutori interni ed esterni al fine
di instaurare un dialogo costruttivo che permetta di migliorare il clima
di appartenenza e il grado di soddisfazione;
5)
affidabilità dei sistemi di gestione per accrescere la redditività e la
competitività dell’impresa;
6)
creazione e distribuzione del valore aggiunto: successo nella
produzione e nella competitività sul mercato che permetta all’impresa
un’equa distribuzione del valore aggiunto tra gli stakeholder;
7)
innovazione e qualità: attenzione alla ricerca e allo sviluppo per una
costante innovazione all’interno dei processi aziendali;
8)
correttezza e trasparenza: accrescimento del grado di soddisfazione
degli stakeholder attraverso una comunicazione chiara, veritiera e
trasparente di strategie, attività e obiettivi dell’azienda;
9)
interrelazione con la collettività: per instaurare un dialogo di scambio
finalizzato al miglioramento della qualità della vita.
Gli attuali principi di redazione del bilancio sociale sono stati elaborati
tenendo presente questi “postulati”.
Alla luce di quanto detto finora si possono elencare le caratteristiche
fondamentali del report, ovvero gli elementi che rendono questo
documento un vero e proprio bilancio sociale. La mancanza di uno solo di
questi principi potrebbe trasformare il bilancio sociale in uno strumento di
marketing finalizzato alla promozione e all’immagine dell’impresa.
Secondo le indicazioni del GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale) i
principi a cui si devono attenere le imprese nella redazione del bilancio
sociale sono11:
1. Responsabilità: bisogna far in modo che siano identificabili le categorie
di stakeholder, per definire a chi sono rivolti gli effetti dell’attività
dell’azienda.
11
GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè Editore,
2007, pagg. 20-21-22
26
Il bilancio sociale
2. Identificazione: devono essere fornite informazioni dettagliate circa la
proprietà e il governo dell’azienda. E’ necessario che i terzi abbiano
ben chiaro quelli che sono i valori, i principi, le regole e gli obiettivi
generali dell’azienda.
3. Trasparenza: tutti i destinatari devono essere posti nelle condizioni di
comprendere quanto affermato all’interno del documento, infatti,
l’informazione può considerarsi trasparente solo quando permette di
capire. Occorre ricordare che il bilancio sociale è uno strumento che
deve poter essere utilizzato non solo da tecnici o esperti in materia,
anzi, sono proprio le persone comuni che devono convincersi della
bontà delle informazioni contenute nel documento ed esprimere un
parere in merito.
Parlando di trasparenza bisogna sottolineare un secondo aspetto.
Nell’attività dell’azienda possono esserci degli argomenti poco
lusinghieri dei quali non si vorrebbe parlare. Nella logica del bilancio
sociale questi argomenti non vanno dimenticati al fine di non minare la
fiducia che deve connotare gli stakeholder e il bilancio sociale.
Bisogna convincersi che il bilancio sociale non è uno strumento per i
bravissimi, ma per le organizzazioni concrete con i loro punti di forza e
di fragilità. Nascondere alcune informazioni svuoterebbe il bilancio
sociale di quella sostanza di testimone della responsabilità sociale e
perderebbe la credibilità, che invece lo deve caratterizzare.
4. Inclusione: bisogna far in modo di dar voce a tutti gli stakeholder ed
eventuali esclusioni devono essere motivate.
5. Coerenza: deve essere fornita una descrizione esplicita della
conformità delle politiche del management ai valori dichiarati.
6. Neutralità: il bilancio sociale deve essere imparziale ed indipendente
da interessi di parte o da eventuali coalizioni.
27
Il bilancio sociale
7. Competenza di periodo: le attività sociali si devono rilevare nel
momento in cui si manifestano, non quando sono maturate le
operazioni finanziarie ad esse collegate.
8. Prudenza: gli effetti sociali positivi e negativi devono essere indicati in
modo da non falsare la situazione dell’organizzazione. Gli eventuali
valori contabili devono essere indicati in base al costo.
9. Comparabilità:
deve
essere
possibile
il
confronto
tra
bilanci
differenziati nel tempo della stessa azienda o con bilanci di aziende
operanti nel medesimo settore o contesto.
10. Comprensibilità, chiarezza ed intelligibilità: le informazioni contenute
nel bilancio sociale devono essere chiare e comprensibili. Occorre
utilizzare un linguaggio semplice, lontano da tecnicismi, privo di rinvii a
norme, con una scrittura lineare e di facile lettura; occorre contenere la
lunghezza delle cose che si vogliono dire in modo che l’intero
documento possa essere letto senza perdere la concentrazione
necessaria per capirlo. E’ necessario sottolineare che il bilancio
sociale è uno strumento di comunicazione che deve catturare
l’attenzione e farsi leggere e capire con facilità, anche dalle persone
non addette ai lavori.
11. Periodicità e ricorrenza: il bilancio sociale, essendo collegato al
bilancio d’esercizio, deve corrispondere al periodo amministrativo di
quest’ultimo. Il bilancio sociale deve anche essere sistematico; è un
documento che serve per instaurare un dialogo con gli stakeholder e
quindi non può essere interrotto una volta aperto. Con la ricorrenza
che si ritiene più opportuna occorre ripetere il bilancio che diventerà un
momento di contatto fra l’organizzazione e i suoi stakeholder. Il
documento ha nel suo dna il fatto che, presentato una prima volta,
deve essere seguito dalle edizioni successive per aggiornare le
informazioni, consolidando il dialogo e i benefici per entrambe le parti.
28
Il bilancio sociale
12. Omogeneità: tutte le espressioni monetarie devono essere espresse
nell’unica moneta di conto.
13. Utilità: il bilancio sociale deve essere composto da informazioni
ritenute utili per soddisfare le aspettative del pubblico cercando di
definire gli argomenti necessari per delineare una conoscenza del
fenomeno concreta e non di comodo.
14. Significatività e rilevanza: bisogna tenere conto dell’impatto effettivo
che gli accadimenti hanno prodotto sulla realtà circostante e come le
attività dell’azienda sono percepite dagli stakeholder.
15. Verificabilità
dell’informazione:
affermazioni
attraverso
contenute
la
nel
ricostruzione
bisogna
documento
del
cercare
una
di
dare
valenza
procedimento
di
alle
oggettiva
raccolta
e
rendicontazione dei dati e delle informazioni. Questo risultato si può
raggiungere in tre modi. Il primo si riferisce alla misurazione assoluta:
si possono utilizzare dati quantitativi opportunamente commentati che
rappresentino una soluzione semplice e indiscutibile. Il secondo
riguarda le testimonianze dirette raccolte con interviste o questionari
dalle persone coinvolte: si cerca di sottoporre a giudizio le affermazioni
e i risultati facendo riferimento ad un campione di persone coinvolte;
l’importante è permettere al lettore di poter trarre le proprie conclusioni
dai risultati dell’indagine senza dover leggere i dati. Il terzo ed ultimo
modo di verificare le informazioni contenute nel documento può essere
dato dai “focus group”, cioè attraverso l’organizzazione di riunioni alle
quali invitare gli stessi personaggi che sono stati sottoposti a
questionari, singole persone o rappresentanti di gruppi di stakeholder,
e presentare una bozza del bilancio per raccogliere le valutazioni dei
presenti.
16. Attendibilità e fedele rappresentazione: le informazioni contenute nel
bilancio sociale devono essere prive di errori e pregiudizi, in modo da
poter essere considerate come fedele rappresentazione della realtà.
29
Il bilancio sociale
Per essere attendibile, l’informazione deve rappresentare in modo
completo e veritiero il proprio oggetto e ci deve essere una prevalenza
degli aspetti sostanziali su quelli formali.
17. Autonomia delle terze parti: nei casi in cui terze parti fossero incaricate
a realizzare specifiche parti del bilancio sociale dovranno poter agire in
modo autonomo e indipendente.
La delineazione di questi principi è finalizzata, oltre a garantire uniformità
nel processo di redazione del bilancio sociale, ad individuare le dimensioni
chiave per la valutazione della qualità dei diversi documenti e, soprattutto,
dei modelli più innovativi e diffusi.
2.4
Finalità, obiettivi e limiti del bilancio sociale
Come già ricordato in precedenza, la redazione del bilancio sociale è una
scelta volontaria che le aziende possono fare al fine di comunicare il
proprio impegno verso la responsabilità sociale. Varie sono le finalità e le
ragioni per cui viene redatto il bilancio sociale; infatti, esistono diversi
esempi di bilanci sociali che si diversificano proprio per le finalità che si
propongono, senza perdere di vista l’obiettivo primario dell’impegno al
dialogo.
Le possibili ragioni per cui si redige un bilancio sociale possono essere:12
- pubbliche relazioni: qualsiasi documento redatto da un’azienda deve
essere comunicato all’esterno diventando, così, un importante strumento
di immagine e ciò vale anche per il bilancio sociale. Un’azienda che sa di
aver agito in modo responsabile dal punto di vista sociale, magari meglio
della concorrenza, cerca di rafforzare la propria immagine con la
redazione del bilancio sociale. Un rischio che si corre è quello di veder
comunicate solo le informazioni positive, che rendono il documento
12
L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione
sociale; gestione responsabile e sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il
Sole 24 Ore, 2002, pagg. 236-242
30
Il bilancio sociale
incompleto e non permettono agli stakeholder di analizzare l’attività
dell’azienda nel suo complesso. Come già ricordato, il bilancio sociale non
può essere inteso come strumento di pura immagine, perché in tal senso
dovrebbe essere considerato un documento di marketing e non uno
strumento di comunicazione della responsabilità sociale;
- strategie sociali verso gli stakeholder: questa finalità prevede che venga
predisposta una mappa indicante gli stakeholder dell’azienda per definire
gli interlocutori e la loro influenza sulla gestione d’impresa. In questo
contesto il bilancio sociale diventa uno strumento utile al top management
per valutare le performance e per verificare i risultati conseguiti in
relazione alle attese degli stakeholder. Un limite di questo approccio è che
il bilancio sociale rischia di sottolineare dati e informazioni che riguardano
singoli stakeholder, perdendo di vista l’attività sociale dell’impresa nella
sua globalità. Le finalità strategiche tentano di superare questo limite
cercando di avere una visione globale degli stakeholder in modo da
essere credibili e per non portare gli interlocutori al sospetto che l’impresa
applichi politiche diverse a seconda delle categorie con cui si trova ad
operare;
- difesa documentata: i primi bilanci sociali sono nati in un periodo (gli anni
Settanta) di forti contestazioni da parte di ecologisti, associazioni di
consumatori e sindacati, contro l’azione dei business. E’ per questo motivo
che è nata l’esigenza di realizzare documenti in cui venivano descritti gli
effetti delle azioni imprenditoriali.
La difesa documentata deve concentrarsi sulla comunicazione agli
interlocutori degli effetti, anche negativi, delle singole azioni intraprese dai
management per cercare di difendersi dagli atti di accusa, che potrebbero
mettere a rischio la vita dell’azienda. In questo contesto la difesa
documentata è legata a circostanze contingenti, a differenza del bilancio
sociale inteso come strumento strategico che, invece, è inserito in un
programma aziendale.
31
Il bilancio sociale
Il limite di questa finalità è che si rischia di essere vincolati dall’obiettivo
difensivo rendendo il bilancio sociale non neutrale e di uguale interesse
per tutti gli stakeholder;
- difesa anti-regolamentazione: in questo caso si redige il bilancio sociale
per prevenire le regolamentazioni esterne, soprattutto quella pubblica. Si
tratta di realizzare volontariamente un documento che contenga dati e
informazioni sociali che potrebbero essere richiesti da stakeholder in
grado di incidere sulla regolamentazione pubblica. Si tratta, in questo
caso, di un documento dinamico che cerca di divulgare informazioni
relativamente neutrali. Anche questo tipo di approccio ha delle difficoltà
perché c’è il rischio che non tutti gli stakeholder siano pienamente
soddisfatti: si pensi a quei paesi in cui vi è uno scarso rispetto dei diritti
dell’uomo;
- valutazione della ricchezza prodotta e distribuita (valore aggiunto): un
bilancio sociale si potrebbe basare sull’analisi di produzione e di
distribuzione del valore aggiunto. Questo approccio cerca di rappresentare
la ricchezza prodotta dall’impresa per una serie di interlocutori interni:
azionisti, dipendenti, finanziatori, enti pubblici, anche previdenziali. Il
vantaggio di questa tendenza è rivolgersi ad una vasta gamma di
stakeholder e di basarsi su valori ricavati dal conto economico. Limitare il
bilancio sociale al solo valore aggiunto sarebbe riduttivo, perché verrebbe
considerato tutto quanto sfugge al bilancio d’esercizio e ci si rivolgerebbe
ad una sola parte di stakeholder;
- miglioramento delle relazioni industriali: un bilancio sociale identificato
con dati e informazioni circa i dipendenti era molto diffuso negli anni
Settanta e Ottanta, perché era il periodo in cui la pressione sindacale era
molto forte. Attualmente i bilanci sociali moderni hanno ridotto questa
tendenza perché si cerca di allargare i propri orizzonti a categorie di
stakeholder diversi;
- valutazione complessiva del contributo quantitativo dell’impresa: si è
cercato di costruire delle vere e proprie tavole di costi-ricavi sociali ed
attività-passività sociali, da allegare al bilancio d’esercizio. In questo caso i
32
Il bilancio sociale
dati del bilancio d’esercizio sono integrati con i costi che l’azienda sostiene
per la società e i benefici che ricava dall’attività sociale rispetto alla sua
normale attività. Utilizzando questo tipo di tendenza, il redattore del
bilancio sociale potrebbe essere più neutrale, anche se ne deriverebbe un
documento soggettivo e poco attento agli aspetti etico-qualitativi, come i
diritti della singola persona umana;
- valutazione globale dell’impresa: quest’ultimo approccio cerca di
superare i limiti di quello precedente introducendo dati qualitativi (giudizi
etici quali i diritti della persona) e di distribuzione della ricchezza aziendale
tra i diversi stakeholder. Attraverso questa tendenza è possibile attestare
in modo più trasparente e credibile l’accountability13 sociale dell’impresa.
Tutte queste finalità possono incidere sulla scelta degli argomenti da
documentare, ma la natura del bilancio sociale, le caratteristiche e il modo
di redigerlo devono rimanere uguali. E’ necessario correlare realtà ed
esigenze diverse all’interno di contesti diversi ed è per questo che non
esistono schemi fissi e rigidi quando si parla di bilancio sociale.
Quest’ultimo è un “vestito fatto su misura” perché non si tratta di applicare
delle tecniche, ma di aver maturato la cultura della responsabilità sociale.
Realizzare un bilancio sociale non vuol dire compilare un modello, vuol
dire affrontare la descrizione della propria realtà cercando di essere
attento alla percezione degli altri.
Per concludere si può dire che il bilancio sociale dovrebbe essere un
documento che fornisce informazioni sul raggiungimento degli obiettivi
sociali prefissati, che permette di dimostrare che l’obiettivo principale
dell’attività d’impresa è quello di fornire valore alla comunità di riferimento,
che rendiconta le azioni sociali dell’impresa in modo da sottolinearne
l’utilità e l’efficienza e, soprattutto, che rappresenti un momento di
13
Il concetto di accountability è molto complesso e si fonda sul binomio autonomiaresponsabilità degli organi di governo aziendale nei confronti degli strakeholder. Non si
può dare una traduzione letterale di questo termine. Si può però derivare il significato
scomponendo la parola in più parole: account = conto, contabilità; ability = abilità,
capacità; accountable = responsabile di; quindi il termine accountability potrebbe essere
spiegato come trasparenza, rendicontabilità, conoscere e valutare i risultati dell’attività
aziendale nella loro dimensione sociale, ambientale ed etica e renderne conto
pubblicamente in modo accurato.
33
Il bilancio sociale
riflessione all’interno dell’impresa per consentire un miglioramento della
qualità dei prodotti, del rapporto con i consumatori, della sicurezza sul
posto di lavoro e del rispetto dell’ambiente.
Finora si è parlato esclusivamente di finalità e di funzioni del bilancio
sociale ma bisogna anche sottolineare l’esistenza di limiti strutturali,
soprattutto di natura interpretativa, che riducono l’efficacia del documento.
Spesso non si riescono a determinare i soggetti che costituiscono il centro
di imputazione delle attività sociali dell’impresa, si hanno difficoltà nel
codificare le azioni che devono essere rilevate nel bilancio sociale e non si
riescono a quantificare gli effetti dell’attività sociale dell’impresa. Tutti
questi limiti derivano dal fatto che la redazione del bilancio sociale
comporta alcuni rischi, già accennati nella stesura dei paragrafi
precedenti:
1. il managerial capture: la possibilità che il bilancio sociale venga
“catturato” dai vertici aziendali e utilizzato come strumento di pura
immagine;
2. il monopolio di alcune organizzazioni nella definizione degli standard di
riferimento che potrebbero portare al rifiuto del documento in alcuni
contesti;
3. l’esclusione delle piccole imprese per motivi di costi di redazione del
documento;
4. l’assenza di considerazione per alcuni gruppi di stakeholder poco
influenti, come le generazioni future;
5. semplice enunciazione di dati di difficile interpretazione.
Per porre rimedio a questi rischi sono state adottate numerose misure che
cercano di dar vita ad un documento realmente utile alle imprese ed alla
società in generale. Si è cercato di dare appello ai valori etici dei manager
attraverso la diffusione di adeguati standard da parte di organismi
indipendenti; si cerca di incorporare all’interno dell’organizzazione un audit
interno e ci si affida ad organi di revisione esterna; nella definizione delle
linee guida vengono coinvolti gruppi eterogenei e interculturali per
ricercare contesti ampi e vari; si lascia che le PMI sperimentino schemi
34
Il bilancio sociale
semplificati, in modo da mostrare l’importante impatto sociale delle piccole
e medie imprese; si stabilisce un confronto continuo e costante con gli
stakeholder. Un’ulteriore mossa che può essere attuata ai fini di dare più
trasparenza al documento è quella di coinvolgere i rappresentanti degli
stakeholder negli organi di controllo.
Dopo aver analizzato anche il lato “negativo” del bilancio sociale, si può
concludere affermando che l’obiettivo di questo documento varia in base
agli stakeholder di riferimento e che, nel tempo, le sue finalità si sono
modificate e integrate tra di loro, anche se resta e primeggia quella di dare
visibilità all’attività svolta ed accrescere il consenso nella comunità locale.
2.5
Modelli di redazione del bilancio sociale
Come più volte è stato accennato, l’azienda, nel rendicontare la propria
responsabilità sociale, cerca di instaurare un dialogo con i propri portatori
di interesse creando una vera e propria stakeholders-relashionship. La
creazione della relationship dipende dalla maturità della cultura aziendale
nei
confronti
della
RSI
e
dell’attitudine
dell’organizzazione
ad
internalizzare nei processi decisionali le categorie chiave di stakeholders
come protagonisti. Il grado di coinvolgimento di queste ultime ed i relativi
vantaggi risultano essere in funzione del tipo di approccio che il top
management decide di adottare. Infatti, esistono due tipi di macrocategorie di approccio alla rendicontazione sociale14:
- modelli che si basano sul documento (c.d. compliance-based);
- modelli che si basano sul processo (c.d. stakeholders-based).
I modelli che si basano sul documento si limitano a descrivere di quali
sezioni deve essere composto il bilancio sociale e quali informazioni deve
riportare, in modo da ottenere fiducia e consenso dal pubblico a cui è
14
M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore,
2008, pag. 341
35
Il bilancio sociale
rivolto, definendo modalità e procedure di rilevazione, misurazione e
comunicazione delle performance raggiunte dall’impresa.
Questa è un’impostazione contabile che identifica i contenuti dei
documenti sociali e fa sì che il bilancio sociale sia facilmente redatto e
pubblicato da un gran numero di imprese e possa godere del requisito di
comparabilità.
Tale approccio, però, trascura il dialogo con gli stakeholders, rinuncia
all’interiorizzazione dei loro valori all’interno dell’azienda e alle azioni di
miglioramento che potrebbero sorgere da un rapporto di dialogo con i
portatori di interesse.
Il risultato che si ottiene applicando questi modelli standardizzati, che non
fanno emergere le particolarità dell’azienda e non portano ad una
riorganizzazione necessaria per aprirsi al dialogo con gli stakeholders, è
una diffusione di reports rigidi e inefficaci.
Esempi di questi modelli che si basano sul documento sono: il GBS
(Gruppo di studio per la statuizione dei principi di redazione del Bilancio
Sociale) e il GRI (Global Reporting Iniziative).
I modelli orientati al processo, invece, hanno come obiettivo la
normalizzazione del percorso o ciclo di gestione che incorpora attività
multi-disciplinari rivolte alla promozione di un cambiamento nel contesto
impresa, inteso come una gestione economicamente e socialmente
responsabile. Il momento centrale dei processi è rappresentato dalla fase
intermedia di ascolto e partecipazione dei rappresentanti delle categorie di
portatori d’interessi più importanti che rappresenta l’instaurazione di una
vera e propria relationship.
Esempi di modelli orientati ai processi sono: AA1000, Q-Res, linee guida
di Copenaghen Charter.
Le aziende devono adottare il modello che più si avvicina alla propria
concezione
di
responsabilità
sociale,
a
seconda
del
grado
di
36
Il bilancio sociale
comunicazione e delle informazioni che si vogliono esplicitare al fine di
accrescere il consenso e la reputazione tra gli stakeholder.
I modelli sopra citati rappresentano un insieme di standard nazionali ed
internazionali che sono emersi negli anni per cercare di delineare linee
guida necessarie all’impresa per redigere documenti significativi.
Un aspetto fondamentale che differenzia gli approcci di rendicontazione
internazionali
rispetto
a
quelli
nazionali
consiste
nel
focalizzare
l’attenzione sul processo di gestione delle complesse relazioni che si
instaurano tra impresa e stakeholder di riferimento. Gli elementi tecnici e
contabili sono messi in secondo piano in quanto il documento finale viene
considerato come conseguenza del processo di gestione delle relazioni
con gli stakeholder, per cui non è importante definirne la forma ed il
contenuto. In poche parole, gli standard internazionali fanno riferimento
all’approccio che si basa sui processi, mentre gli quelli nazionali si
riferiscono ad impostazioni che tengono conto della struttura e del
contenuto, quindi di “approcci al documento”.
Di seguito vengono presentati due modelli: il GBS (standard di contenuto)
e l’AA1000 (standard di processo).
2.5.1 Modello GBS
A livello nazionale merita menzionare il modello sviluppato dal Gruppo di
studio per il Bilancio Sociale, team multidisciplinare composto da
accademici, soprattutto in materie aziendali, ma anche economisti e
sociologi, professionisti, consulenti e rappresentanti di società di revisione,
formatasi in Comitato nel 1998 a seguito di un’idea sorta durante il
Convegno di Taormina sul Bilancio sociale, promosso dall’Istituto di
Economia Aziendale dell’Università di Messina nel 1997, che da allora
continua ad occuparsi di questa tematica.
Lo standard di redazione del bilancio sociale GBS considera il documento:
autonomo: in grado di fornire informazioni qualitative e quantitative
sugli effetti dell’attività aziendale;
37
Il bilancio sociale
consuntivo: in cui sono indicate le linee programmatiche per il futuro;
pubblico:
rivolto
agli
interlocutori
sociali
che
direttamente
o
indirettamente sono coinvolti nell’attività d’impresa;
periodico: di norma a fine esercizio.
Il GBS afferma che le finalità del bilancio sociale sono:
fornire agli stakeholder un quadro complessivo delle performance
dell’azienda;
fornire informazioni utili sulla qualità dell’attività aziendale per
ampliare e migliorare, anche sotto il profilo etico-sociale, le
conoscenze e le possibilità di valutazione e scelta degli stakeholder.
Per quanto riguarda i contenuti del documento, lo standard GBS definisce
tre parti che lo compongono15:
1. identità aziendale: implica l’esplicitazione dell’assetto istituzionale,
della missione, dei valori etici di riferimento, e del disegno strategico
allo scopo di mettere gli stakeholder e il pubblico nella condizione di
formarsi un giudizio e valutare le performance dell’azienda;
2. produzione e distribuzione del valore aggiunto: rappresenta l’anello di
congiunzione con il bilancio d’esercizio, in quanto il bilancio sociale si
presenta come una vera e propria riclassificazione di quest’ultimo per
arrivare alla determinazione di indicatori della performance sociale,
ambientale ed economica dell’azienda;
3. relazione sociale: espone sinteticamente i risultati ottenuti in relazione
agli impegni e ai programmi e agli effetti sui singoli stakeholder. La
relazione deve presentarsi come una serie di informazioni ordinate che
si riferiscono all’enunciato sull’identità oltre che agli stakeholder
individuati, dando al lettore la possibilità di verificare che quanto
affermato nella relazione corrisponda al vero e permettendo una
valutazione complessiva sul comportamento imprenditoriale.
15
GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore,
2007, pag. 25
38
Il bilancio sociale
In questa sezione possono essere elaborate anche alcune sezioni
facoltative in cui gli stakeholders possono esprimere giudizi ed opinioni
sull’operato dell’impresa, l’azienda può commentare i risultati raggiunti
e proporre dei miglioramenti per i bilanci sociali futuri.
Analizzando il secondo punto (Produzione e distribuzione del valore
aggiunto), occorre specificare che cosa si intende per valore aggiunto. “Il
parametro del valore aggiunto misura la ricchezza prodotta dall’azienda
nell’esercizio,
partecipano
con
alla
riferimento
sua
agli
interlocutori
distribuzione”16.
Esso
(stakeholder)
può
essere
che
definito
contabilmente come la somma algebrica di utile netto, salari e stipendi (al
lordo degli oneri contributivi, previdenziali e fiscali), remunerazione degli
organi societari, oneri finanziari netti, imposte e tasse; può anche essere
inteso come la differenza tra l’ammontare dei ricavi globali e il totale di
costi per beni e servizi ed esprime, come già accennato, la ricchezza
prodotta e successivamente distribuita tra le controparti con cui l’impresa
si trova ad operare quotidianamente.
In ottica di responsabilità sociale, l’impresa dovrebbe tendere alla
massimizzazione, non del profitto, ma del valore aggiunto, al fine di
poterlo poi distribuire secondo equità o giustizia distributiva.
Il processo di calcolo del valore aggiunto riclassifica il conto economico in
modo da tenere conto della produzione e della distribuzione del valore
aggiunto agli stakeholder di riferimento. Affinché vi sia una correlazione
positiva tra valore aggiunto e benessere sociale occorre che la ricchezza
prodotta dalle imprese sia distribuita tra coloro che hanno partecipato alla
sua creazione.
Il valore aggiunto può essere rappresentato in due prospetti distinti:
- il prospetto di determinazione del Valore Aggiunto, realizzato mettendo in
contrapposizione ricavi e costi intermedi;
16
GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore,
2007, pag. 28
39
Il bilancio sociale
- il prospetto di riparto del Valore Aggiunto, composto dalla sommatoria
delle remunerazioni degli interlocutori interni e delle liberalità esterne17.
Prospetto di determinazione del valore aggiunto globale
Fonte: L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze
in atto, ENEA, 2002, pag. 75
Per quanto riguarda la produzione del valore aggiunto, nel calcolo del
reddito sociale bisogna escludere tutti quei costi che rappresentano una
remunerazione di possibili stakeholders aziendali e che assorbono parte
del valore prodotto dall’impresa. Ad esempio, si possono citare i fondi per
rischi ed oneri che rappresentano un accantonamento utile per far fronte
ad eventuali situazioni di rischio e costituiscono una forma di
autofinanziamento per l’impresa. In questo caso tale valore deve essere
scorporato dai costi di produzione ed individuato come contributo alla
solidità aziendale (l’unico stakeholder che si avvantaggia di tutto ciò è il
17
Liberalità esterne = quote di valore aggiunto che non hanno natura di remunerazione
ma costituiscono vere e proprie distribuzioni. Il dato assume rilevanza esplicativa in
quanto concorre a esprimere la sensibilità sociale esterna dell’azienda. (GBS, Il bilancio
sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore, 2007, pag. 33).
40
Il bilancio sociale
sistema-impresa). Possono essere citati a titolo di esempio anche gli
ammortamenti, che essendo una categoria di recupero di investimenti
obsoleti, costituiscono una forma di autofinanziamento per il soggetto
aziendale.
Il prospetto della produzione del valore aggiunto si ottiene non solo da una
riclassificazione del conto economico, ma anche da una riclassificazione
delle singole voci di costo.
Un fattore di successo del bilancio sociale è proprio la possibilità di
riclassificare le voci del piano dei conti per esprimere un contenuto più
adatto alla voce stessa in sede di determinazione del valore aggiunto.
Prospetto di riparto del valore aggiunto
Fonte: L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze
in atto, ENEA, 2002, pag. 75
Dopo aver redatto anche il prospetto di distribuzione del valore aggiunto
deve essere rispettata la seguente relazione:
VALORE AGGIUNTO PRODOTTO = VALORE AGGIUNTO DISTRIBUITO
e quindi:
V. A. G. N. = Div. + O. F. + R. P. + R. PA. + Lib.
dove,
il
Valore
Aggiunto
Globale
Netto
è
uguale
ai
Dividendi
(remunerazione del capitale di rischio), più gli Oneri Finanziari
41
Il bilancio sociale
(remunerazione del capitale di prestito), più la Remunerazione del
personale, più la Remunerazione della Pubblica Amministrazione, più le
Liberalità esterne date alla collettività.
A questi due prospetti devono poi essere allegati lo Stato Patrimoniale
riclassificato e il Conto economico riclassificato, in modo da avere una
visione generale della gestione aziendale, per poter trarre le dovute
conclusioni, anche in ottica sociale.
Per concludere, occorre sottolineare i limiti che tale approccio presenta.
Innanzitutto, si considerano, come indicatori per il grado di responsabilità
sociale, le performance di alcune categorie di stakeholders. Trattandosi di
un approccio “al documento” indirizzato, soprattutto per quelle aziende
inesperte nel campo della rendicontazione sociale, si rischia di escludere
alcune categorie di interlocutori potenzialmente strategici. Inoltre, il
concetto di accountability sembra essere estraneo al modello, in quanto le
fasi di feedback e miglioramento delle performance vengono interpretate
come integrative, dando l’impressione di ricoprire un ruolo marginale. In
poche parole, sembra che il ruolo centrale ricoperto dagli stakeholders,
che l’impostazione del GBS afferma, sia in qualche modo ridimensionato.
2.5.2 Modello AA1000
L’AccountAbility 1000, al contrario del modello GBS, è uno standard di
processo relativo all’attività di Social and Ethical Accounting, Auditing and
Reporting (SEAAR), introdotto nel 1999 dall’Institute of Social and Ethical
Accountability (ISEA)18.
18
L’Institute of Social and Ethical Accountability è stato fondato nel 1996 come
un’organizzazione internazionale in cui collaborano individui ed organizzazioni per la
diffusione della responsabilità sociale e del comportamento etico nel mondo degli affari e
delle organizzazioni non profit. (da L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e
valenze; modelli di rendicontazione sociale; gestione responsabile e sviluppo sostenibile;
esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002, pag. 287)
42
Il bilancio sociale
L’AA1000 è considerato uno standard completo in quanto offre chiarezza
e sicurezza sul tema della sostenibilità sociale essendo collegato ad altri
standards quali:
SA8000;
GRI, che si concentra sulla parte del processo relativa a questioni
ambientali ed economiche;
ISO 14001, che si focalizza sulle questioni ambientali.
AA1000 si propone come un quadro di riferimento, ma non costituisce una
serie di requisiti minimi con i quali, se soddisfatti, l’impresa può ottenere
una certificazione, piuttosto è considerato uno “standard fondativo”
(foundation standard) che ogni impresa può utilizzare per implementare un
sistema di gestione della responsabilità sociale. Può essere utilizzato
come supporto a standard di dettaglio, quali GBS e GRI, oppure come
sistema e processo a sé stante per la comunicazione e gestione della
responsabilità sociale.
L’obiettivo principale di AA1000 è di promuovere una serie di principi di
qualità del processo di accounting, auditing e reporting che possono
garantire un miglioramento della RSI e un percorso di sviluppo
sostenibile19.
I principi di cui si compone lo standard, che rappresentano l’ideale di ogni
attività di rendicontazione etico e sociale, sono rappresentati nello schema
alla pagina successiva20:
19
Sviluppo sostenibile = sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali,
senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
20
M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore,
2008, pag. 350
43
Il bilancio sociale
Trasparenza
Responsabilità
Accountability
Compliance
Inclusività
Scopo e natura
del processo
Significatività
dell’informazione
Gestione del processo
su base dinamica
Completezza
Assicurazione di
qualità
Materialità
Accessibilità
Regolarità
Qualità
dell’informazione
Integrazione
Miglioramento
continuo
Questa scala di principi ha un ordine gerarchico con al vertice il concetto
di accountability che può essere suddiviso in tre principi sottostanti: la
trasparenza, intesa come il dovere di rendicontare agli stakeholder tutte le
attività
svolte
dall’organizzazione;
la
responsabilità,
intesa
come
l’assunzione di un dovere nei confronti dei terzi per quanto riguarda il
proprio agire e le proprie mancanze; la compliance, intesa come il dovere
di essere conformi ad alcuni standard di redazione.
Oltre al principio di accountability è necessario il rispetto del principio di
inclusività, che prevede la considerazione di tutti gli aspetti socioeconomico-ambientali relativi alle relazioni intercorse con gli stakeholders;
questi ultimi sono coinvolti in un processo che permette loro di esprimere
giudizi senza paura o restrizioni (engagement).
Dal principio di inclusività derivano altri tre rami di principi:
- completezza, materialità e regolarità nella stesura dei documenti, al fine
di garantire lo scopo e la natura dei processi;
- assicurazione di qualità, accessibilità e qualità dell’informazione per
valutare la significatività delle informazioni;
44
Il bilancio sociale
- integrazione (embeddedness) e miglioramento continuo al fine di tutelare
il concetto di gestione del processo che l’azienda ha messo in piedi.
Il fulcro centrale dell’AccountAbility 1000, su cui si basa l’intero processo,
è lo stakeholder engagement, cioè l’impegno dell’azienda al costante
dialogo e alla costruzione di relazioni con tutti i portatori di interesse. Infine
a supporto di tutto il processo sono stati sviluppati dei sistemi di
embedding, per integrare le varie fasi, evitando che il ciclo di accounting e
reporting resti isolato.
In sostanza, le fasi di applicazione di AA1000 sono costituite da21:
1. pianificazione (planning): definizione dei valori e degli obiettivi sociali
ed etici dell’organizzazione ed individuazione degli stakeholders;
2. contabilità (accounting): attuazione di un sistema accurato di raccolta
delle informazioni rilevanti al fine di misurare le performance sociali ed
etiche dell’organizzazione attraverso indicatori qualitativi e quantitativi;
3. comunicazione (reporting): pubblicazione di un documento che
comunichi
agli
stakeholder
la
performance
etico-sociale
e
sollecitazione del feedback (reazioni);
4. verifica (auditing): attività di verifica da parte di un organo indipendente
sul processo di raccolta delle informazioni, sulla loro accuratezza e
completezza;
5. integrazione (embedding): istituzione di alcuni sistemi per rafforzare il
processo ed integrarlo nel migliore dei modi;
6. coinvolgimento
(stakeholder
engagement):
impegno
dell’organizzazione a rimanere in stretto contatto con i propri
stakeholder in tutte le fasi del processo.
Oltre ai principi di qualità del processo di responsabilità sociale e le fasi di
realizzazione che costituiscono lo standard della AA1000, la struttura di
questo modello si compone di alcune linee guida necessarie per la
comprensione dello standard stesso:
21
L. Condosta, Il bilancio sociale d’azienda – Teoria e tecniche di redazione, IPSOA,
2008, pagg. 96-97
45
Il bilancio sociale
-revisione e valutazione di qualità: elaborazione di direttive di supporto al
processo di verifica e di controllo previsto dalle AA1000;
- integrazione delle AA1000: vengono illustrate tutte le relazioni tra
AA1000 e gli altri standard o strumenti di gestione della responsabilità
sociale;
- coinvolgimento degli stakeholder: vengono fornite indicazioni di modo
che le imprese e gli stakeholder possano migliorare la qualità delle loro
consultazioni e dialoghi;
- valutazione della responsabilità: le AA1000 non stabiliscono regole,
forma e modalità di comunicazione; ciò permette di avere una grande
libertà, ma limita il confronto e la comprensione, di conseguenza, vengono
fornite indicazioni agli stakeholder per facilitare la comprensione delle
informazioni contenute nel documento;
- primi passi: le imprese devono adottare lo standard AA1000 in modo
graduale per permettere all’organizzazione di adattarsi poco alla volta al
sistema di contabilità sociale implementato nella gestione.
Per concludere occorre sottolineare alcuni limiti di questo modello: il primo
è che non si tratta di uno standard di contenuto e ciò significa che
vengono specificati i processi che un’organizzazione dovrebbe seguire,
non i livelli di performance che dovrebbero essere raggiunti; il secondo è
la non certificabilità in quanto, non essendo definiti i contenuti minimi, non
si può ottenere una certificazione da enti esterni; riguardo a ciò, occorre
tenere presente che AA1000 prevede al suo interno alcune linee guida
che permettono di valutare la qualità dei rapporti sociali delle imprese ed
esprimere giudizi in merito.
2.6
Macro-fasi di realizzazione del bilancio sociale
A prescindere da qualsiasi standard internazionale o nazionale, la
realizzazione del bilancio sociale può essere descritta con una serie di fasi
tipiche, che ricorrono nella realtà aziendale.
46
Il bilancio sociale
Si possono elencare quattro macro-fasi che definiscono il processo di
redazione del bilancio sociale22:
I.
la stesura ed adozione delle linee guida
II.
la redazione del documento
III. il social audit
IV. la pubblicazione
I.
La stesura ed adozione delle Linee Guida
Come primo step, in un processo di realizzazione del bilancio sociale,
occorre elaborare delle linee programmatiche che costituiscano la base su
cui strutturare tutto il processo, sulla quale si formerà il contenuto vero e
proprio, cioè il corpo del bilancio sociale.
Sono due i pilastri sul quale si poggia il documento contenente le Linee
Guida: la definizione delle finalità che si intendono perseguire e
l’individuazione dei fattori critici di successo per attivare delle ottime
relazioni con gli stakeholder e per godere dei relativi benefici.
La definizione delle Linee Guida è il risultato di un processo composto da
numerosi momenti, tra di loro collegati, che permettono di procedere in
modo logico per ottenere un risultato ottimale. Il top management, al quale
spetta la decisione convinta dell’adozione del bilancio sociale, deve
cercare di coinvolgere tutta l’organizzazione affinché tutti operino in una
medesima direzione e con i medesimi obiettivi.
Una volta definiti gli aspetti strategici è bene creare un gruppo di lavoro
che svolga tutte le operazioni interne volte alla stesura del bilancio sociale
e che effettui l’analisi interna dell’azienda, al fine di raccogliere tutte le
informazioni utili per tracciare il profilo della stessa. Il rapporto dell’analisi
interna costituisce il documento dal quale estrarre le informazioni
necessarie da introdurre nel report finale e comunicare all’esterno.
22
M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore,
2008, pag. 367
47
Il bilancio sociale
A questo punto è fondamentale individuare gli stakeholder-chiave, che
rappresentano il target della rendicontazione sociale, ed elaborare per
ciascuno di questi le linee guida appropriate.
La realizzazione dei passaggi finora descritti permettono al gruppo di
lavoro di realizzare un primo documento (“Linee Guida”) indicante i fattori
critici di successo e le finalità che il documento di rendicontazione sociale
dovrà assumere sia all’interno che all’esterno.
II. La redazione del documento
Alla luce delle Linee Guida, il gruppo di lavoro definisce il contenuto vero e
proprio del report finale. Nella stesura del documento bisogna tenere
presente gli obiettivi principali della rendicontazione sociale: comunicare la
mission, rendicontare i risultati conseguiti e le azioni poste in essere per
raggiungerli e dimostrare la coerenza tra mission, strategie e risultati.
Nel processo di realizzazione del documento è importante coinvolgere gli
stakeholder al fine di scegliere gli indicatori di performance rilevanti per la
determinazione dei risultati. Questi ultimi dovranno essere riclassificati e
riordinati in base alle esigenze degli stakeholder e alla direzione delle
linee guida, prima di confluire nel documento finale.
A questo punto viene elaborata una prima bozza del bilancio sociale da
sottoporre all’attenzione degli organi decisionali dell’azienda. Una volta
esaminato il documento sotto forma di bozza, esso viene portato a forma
definitiva e trasferito a coloro che si occuperanno della parte comunicativa
e del profilo linguistico più idoneo per gli scopi preposti.
III. Il social audit
Il passo precedente alla pubblicazione del bilancio sociale è la verifica
della qualità del documento. Questa fase, detta di audit sociale, è
costituita da un processo in cui un’organizzazione valuta e comunica le
proprie performance nel raggiungere gli obiettivi sociali e che ha, come
48
Il bilancio sociale
fine principale, quello di verificare il rispetto di orientarsi volontariamente
alla RSI.
Il controllo avviene su due livelli: il livello interno, che permette di attuare
un auto-controllo sul rispetto degli obiettivi fissati nella fase di stesura delle
linee guida, ed il livello esterno, che garantisce agli stakeholder l’effettiva
realizzazione delle misure sociali dichiarate dall’azienda nel bilancio
sociale e il rispetto della mission e della carta dei valori.
Il coinvolgimento degli stakeholder anche nella fase di audit è molto
importante, in quanto permette di avere una valutazione sull’operato
dell’azienda da parte dei soggetti destinatari del documento finale. Il
vantaggio che deriva da questa impostazione è l’anticipazione del
feedback, proveniente dagli interlocutori, di solito, solo dopo la
pubblicazione del bilancio sociale, alla fase di verifica.
In questo modo, il top management e il gruppo di lavoro potranno iniziare
a rivedere alcune politiche di rendicontazione sociale per poi completare il
processo dopo la pubblicazione, a feedback terminato.
IV. La pubblicazione del bilancio sociale
Finora il procedimento di redazione del bilancio sociale ha avuto una
prospettiva puramente interna, perché soltanto la struttura aziendale è
stata coinvolta, ad eccezione di alcuni stakeholder-chiave.
Dato che l’obiettivo primario della rendicontazione sociale è la
comunicazione delle proprie performance al pubblico di riferimento, la
pubblicazione del bilancio sociale rappresenta, forse, la fase più
importante e decisiva. La pubblicazione deve essere gestita come un vero
e proprio evento, perché un errore in questa fase potrebbe vanificare tutti
gli sforzi effettuati durante l’anno.
Il bilancio sociale deve essere presentato e poi comunicato ai destinatari.
La definizione del canale comunicativo è fondamentale, perché si possa
mandare un certo messaggio ad un certo stakeholder. Il tipo di canale
scelto è in funzione con le caratteristiche e con le abitudini dello
stakeholder.
49
Il bilancio sociale
Pubblicato e comunicato il documento definitivo, un’impresa che ha
veramente interiorizzato la responsabilità e compreso i benefici che si
traggono da essa, dovrà riavviare il processo di redazione. L’impresa, a
questo punto, avrà adottato le misure correttive, da applicare alle linee
guida e alle fasi di redazione del documento, su suggerimento degli
stakeholder tramite la conclusione del processo di feedback.
Se il giudizio di audit interno ed esterno risulta negativo, il processo dovrà
essere riattivato prima di arrivare a conclusione. In questo caso, il
meccanismo è lo stesso: si fa tesoro dei suggerimenti e si modifica il
processo e/o il documento.
Tutte queste fasi rappresentano la semplificazione di un processo che
deve avere una forte sponsorizzazione da parte del top management. E’
molto importante l’impegno del vertice aziendale al fine di implementare la
responsabilità sociale nell’operare quotidiano.
Per concludere, occorre ricordare che il processo di redazione del bilancio
sociale è un percorso graduale e, soprattutto, non reversibile: una volta
avviato non può essere interrotto, altrimenti si rischierebbe di perdere
credibilità agli occhi di tutti gli stakeholder di riferimento.
2.7
Rapporto tra bilancio sociale e bilancio d’esercizio
Il bilancio sociale e il bilancio d’esercizio si trovano in un rapporto di
autonomia e diversità, ma anche di complementarietà. Autonomia e
diversità derivano dal fatto che i due documenti si rivolgono a soggetti
differenti e svolgono funzioni diverse.
La funzione del bilancio d’esercizio è rendicontare al pubblico il fine ultimo
dell’impresa, cioè il profitto (per le aziende for profit), e deve presentare in
modo sintetico, ma completo e corretto, i risultati della gestione
economico-finanziaria e patrimoniale dell’attività aziendale. In poche
parole, il bilancio d’esercizio raccoglie informazioni contabili destinate a far
50
Il bilancio sociale
comprendere al pubblico la solvibilità23, la solidità24 e la redditività25
dell’impresa.
I soggetti normalmente interessati alla sua lettura sono: il management, i
creditori, i dipendenti, gli azionisti e lo Stato. In realtà, l’insieme degli
stakeholders, che usufruiscono del bilancio d’esercizio, è limitato, in
quanto occorre possedere una cultura specifica per essere in grado di
leggere il documento e ricavare da esso le conclusioni che rispecchino il
più possibile la realtà dei fatti.
Diversamente,
il
bilancio
sociale
rappresenta
lo
strumento
di
rendicontazione dell’impatto complessivo prodotto da un’impresa nei
confronti della società in cui essa opera, fornendo dati e informazioni che
riguardano risultati non solo economici, ma anche sociali ed ambientali in
modo da rispondere alle esigenze di tutti gli stakeholder con interessi
diversi da quelli puramente economici.
Una differenza importante rispetto al bilancio d’esercizio deriva dal fatto
che il bilancio sociale è un’iniziativa volontaria, non vi è nessuna norma
che lo impone, e per questo motivo lo si colloca nello spazio del
comportamento etico.
Tra i due documenti, che all’apparenza possono sembrare incompatibili,
esiste un rapporto di complementarietà: i dati riportati dall’uno vanno ad
integrare le informazioni fornite all’altro ed insieme riescono a produrre
una rendicontazione a 360 gradi sulla funzione complessiva svolta
dall’impresa e a soddisfare pienamente il complesso di stakeholders.
Infatti, il bilancio sociale è stato introdotto per cercare di colmare i vuoti di
contenuto e di efficacia presenti nel bilancio d’esercizio: si cerca di
rendicontare l’attività dell’azienda con indicatori economici e sociali in
23
Il concetto di solvibilità si riferisce alla situazione di liquidità che ha lo scopo di
verificare se la combinazione impieghi/fonti è in grado di produrre nel breve periodo
equilibrati flussi monetari tali da consentire di far fronte in ogni momento agli impegni in
uscita che la gestione richiede.
24
Il concetto di solidità, invece, fa riferimento all’equilibrio patrimoniale che ha l’intento di
accertare l’attitudine dell’azienda a raggiungere e mantenere nel tempo una posizione di
equilibrio strutturale, condizione necessaria per la sopravvivenza.
25
Il concetto di redditività è legato all’equilibrio economico che accerta la capacità
dell’azienda di remunerare in modo adeguato tutti i fattori produttivi utilizzati.
51
Il bilancio sociale
grado di arrivare in maniera più diretta ad un pubblico sempre più ampio
ed interessato a comprendere come le aziende influenzano la loro vita.
2.8
Conclusione
Il bilancio sociale d’impresa è uno strumento che permette agli
stakeholders di capire come l’impresa opera, anche dal punto di vista
sociale.
Questo documento deve essere trasparente, in modo che gli interlocutori
possano interpretare al meglio i dati e le informazioni in esso contenute.
Più il processo di comunicazione dei dati risulta trasparente, più gli
stakeholders saranno in grado di valutare l’operato dell’impresa e
esprimere giudizi ed opinioni su alcuni aspetti della gestione.
Il bilancio sociale non deve essere una pura elencazione di indicatori, ma
deve soddisfare in modo chiaro ed attendibile le esigenze informative di
tutti gli stakeholders dell’impresa.
Per concludere, occorre ricordare che il bilancio sociale, oltre alla
trasparenza, deve rispettare il principio di neutralità, vale a dire
comunicare sia gli aspetti positivi che quelli negativi senza troppa
soggettività, per offrire una rappresentazione realistica degli effetti socioeconomici dell’azione dell’impresa.
52
Capitolo 3
LO STANDARD
SA 8000
Lo standard SA 8000
3.1
Contesto di riferimento
Lo standard SA 8000 (Social Accountability 8000) si colloca in un quadro
di riferimento relativo ai cambiamenti avvenuti a livello di valori e principi
nell’ambito del mondo delle imprese.
Quando si parla di aziende occorre pensare non solo alle strategie,
necessarie per raggiungere l’obiettivo del profitto, ma anche all’etica, ai
riferimenti valoriali dell’individuo e della società, oltre che alle nuove
politiche di gestione del personale.
La ragione dei cambiamenti sta nel fatto che i consumatori sono sempre
più attenti ai prodotti che acquistano e sono disposti a spendere qualcosa
in più, pur di ottenere in cambio sicurezza che il prodotto acquistato non
sia stato ottenuto violando dei diritti o inquinando l’ambiente. In poche
parole, il consumatore, che fino ad oggi è stato attento al rapporto qualitàprezzo, sta cambiando atteggiamento. Questo spiega il motivo per cui vi
sia un incremento del numero di aziende che decide di certificarsi
seguendo lo standard SA 8000.
Certificare un’azienda con lo standard SA 8000 significa accedere a nuove
logiche e, soprattutto, ad una nuova filosofia del “fare impresa”.
Tuttavia, non si può ignorare il fatto che questo standard potrebbe essere
un ottimo e potente strumento di marketing considerando il rapporto che si
instaura tra azienda e clienti, anche potenziali, grazie all’implementazione
di un sistema SA 8000. Un’azienda che applica standard come la SA 8000
è un’azienda che piace e, diventando espressione dei valori e dei principi
nei quali i clienti si rispecchiano, ha maggiori possibilità di successo anche
sul mercato.
E’ molto importante, inoltre, accennare al rapporto esistente tra profitto ed
etica. Al contrario di ciò che si pensa, questi due aspetti possono
coesistere in perfetto equilibrio e tutto dipende, come sempre, dagli
individui che in base a dei principi si danno delle regole ed attribuiscono
loro un significato. Detto ciò, un’azienda profit-oriented può anche essere
ethic-oriented, perché quando pianifica la propria gestione si può dotare di
54
Lo standard SA 8000
strumenti per raggiungere il profitto, evitando di sfruttare le persone, di
inquinare l’ambiente, valorizzando il territorio e la società circostante. Non
deve stupire allora se attualmente la maggior parte delle aziende
certificate SA 8000 sono aziende for profit.
Un’azienda, che coniuga etica e profitto, è un’azienda in cui si sta bene, in
cui la gente ama lavorare e della quale si sente parte integrante.
L’immagine di questo tipo di impresa non potrà che essere positiva e
costituirà un punto di forza e di orgoglio da utilizzare come arma vincente
in un mercato sempre più competitivo.
Per quanto riguarda il mercato, costituito da consumatori sempre più
attenti ed informati, è difficile la vita per un’azienda che inquina, che fa
lavorare i suoi dipendenti in condizioni pessime o che calpesta anche i
diritti più elementari.
Il management, quindi, dovrà preoccuparsi del grado di soddisfazione dei
suoi dipendenti e dovrà fare attenzione a come viene percepita l’attività
dell’organizzazione dai consumatori sempre più attenti ai valori.
3.2
Storia dello standard
Social Accountability 8000 è uno standard promosso da CEPAA1 (Council
on Economic Priorities Accreditation Agency), organo che è stato istituito
con lo scopo di monitorare l’applicazione dello standard SA 8000 e di
accreditare enti di certificazione.
SA 8000 sta per Social Accountability 8000. E’ costituito da otto requisiti
che riguardano: il lavoro infantile, il lavoro obbligato, la salute sul luogo di
lavoro,
la
libertà
di
associazione
e
contrattazione
collettiva,
la
discriminazione, le procedure disciplinari, l’orario di lavoro e la
retribuzione.
L’ultimo
punto
della
norma,
il
nono,
prevede
la
1
Società di accreditamento per la certificazione etica. Nel 1998 è stato accreditato il
primo soggetto per la certificazione SA 8000: la SGS (Société Générale de Surveillance
internazionale).
55
Lo standard SA 8000
regolamentazione delle procedure implementate nell’azienda per applicare
lo standard al suo interno e presso i fornitori.
La norma, simile per impostazione alla famiglia delle ISO, viene emessa
nel 1997 a New York su proposta del Comitato consultivo del CEPAA
(rinominato poi SAI, Social Accountability International) e nasce per far
fronte ad alcuni episodi di sfruttamento e maltrattamento di lavoratori,
soprattutto, in quei Paesi in cui i diritti dei lavoratori non erano riconosciuti
o applicati.
Gioffrey Chandler, presidente di Amnesty International2, aveva osservato:
“SA 8000 è un importante meccanismo per far sì che le pratiche del
mondo degli affari si allineino sempre di più ai valori della società – fattore
determinante per accrescere la reputazione d’impresa al giorno d’oggi.
Attraverso l’auditing di elementi aggiuntivi rispetto ai criteri finanziari, SA
8000 permetterà alle imprese di dare, per la prima volta, un significato al
concetto di “stakeholder”, e non una semplice adesione formale vuota di
contenuti.”3
E’ molto importante sottolineare come questo standard possa essere
d’aiuto ai consumatori che intendono essere informati sulle linee di
condotta delle imprese di cui utilizzano i prodotti, ma anche alle imprese
stesse che si mettono in gioco cercando di sviluppare un comportamento
etico e attento alle esigenze del territorio e della comunità di riferimento.
Le prime applicazioni della norma, che ancora oggi è ad adesione
volontaria, sono registrate intorno al 1998 e la sua massima espansione è
avvenuta in Europa a partire dagli anni 2000.
2
“Amnesty International è un’organizzazione non governativa sovranazionale impegnata
nella difesa dei diritti umani. Lo scopo di Amnesty International è quella di promuovere, in
modo imparziale e indipendente, il rispetto dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo e quello di prevenirne gli abusi. Il suo simbolo è una
candela nel filo spinato. E’ stata fondata da un avvocato inglese P. Benenson e conta
due milioni di sostenitori in 140 nazioni differenti.” (http://www.wikipedia.it)
3
Intervento di Geoffrey Chandler alla terza conferenza internazionale ISEA, Building
Stakeholder Relations, Copenaghen, 14 novembre 1999 (L. Hinna, Il bilancio sociale –
Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale; gestione responsabile e
sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002, pag. 32)
56
Lo standard SA 8000
Il
contenuto
dello
standard
fa
riferimento
a
diversi
documenti
internazionali, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la
Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino e alcune
Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO); esso
rappresenta uno strumento per dimostrare che il proprio sistema aziendale
è socialmente responsabile.
Nel 2001 viene redatta una nuova versione della norma con alcuni
aggiornamenti significativi circa aspetti lesivi, che in un primo momento
erano stati ignorati.
Un ultimo aggiornamento della norma si è avuto il 5 Maggio 2008 in cui è
stata emessa la norma SA 8000:2008 “Social Accountability 8000”, che
sostituisce quella del 2001.
Attualmente le imprese certificate SA 8000 sono 1942 in 65 Paesi diversi.4
Questo numero è cresciuto in modo esponenziale negli anni, se si pensa
che le aziende certificate nel 2000 erano solo 74 in tutto il mondo e 1200
nel 2006.
L’Italia risulta essere al primo posto mondiale con 876 aziende certificate
SA 8000, la maggior parte delle quali si trovano in Toscana. Questa zona,
infatti, risulta essere la prima regione al mondo per imprese certificate.
Questo record è il risultato del programma “Fabrica Ethica” della Regione
Toscana, che dal 2001 si fa promotore della Responsabilità Sociale
d’Impresa, sostenendo la certificazione, anche grazie a diverse misure
che abbattono l’Irap dello 0.50%, offrono maggiori punteggi nei bandi per
la richiesta dei contributi e una maggiore visibilità dell’operato delle
aziende stesse. Il progetto “Fabrica Ethica” è stato realizzato attraverso
una collaborazione multistakeholder sostenuta dalla Commissione Etica
Regionale (CER), un organo consultivo e propositivo, che riunisce i
soggetti economici e sociali regionali.
4
Dati aggiornati al 31 Marzo 2009 (http://www.saasaccreditation.org)
57
Lo standard SA 8000
Grafico delle imprese certificate SA 8000 nei diversi Paesi
Fonte: http://www.saasaccreditation.org
3.3
Applicazione
La norma sottostante allo standard si propone di assicurare nelle aziende
eque condizioni di lavoro, un approvvigionamento etico di risorse e un
processo indipendente di controllo per la tutela dei lavoratori. In generale,
essa è applicabile in modo volontario da tutte le aziende di qualsiasi
dimensione e settore produttivo, operanti in ogni area geografica.
Le ragioni del successo di SA 8000 sono proprio dovute alla sua
semplicità e alla sua facilità di applicazione, anche se alcuni ritengono che
venga adottato solo ed esclusivamente per ragioni di immagine. Tale idea
è contraria a ciò che in realtà si dovrebbe diffondere applicando la SA
8000 in quanto dovrebbe diventare un modo di operare interno all’azienda,
una scelta strategica e non un elemento imposto o calato dall’alto.
58
Lo standard SA 8000
Il sistema di gestione etico si configura come l’insieme di azioni intraprese
e di risorse coinvolte per realizzare nell’organizzazione la politica di
responsabilità sociale.5
Lo scopo principale è quello di migliorare le prestazioni sociali
dell’organizzazione e prevenire qualsiasi forma di sfruttamento dei
lavoratori in ottica del miglioramento continuo.
Le attività previste per ottenere la certificazione sono:
1)
attività di preparazione alla certificazione: l’impresa deve nominare un
manager responsabile dell’implementazione del sistema SA 8000 in
azienda;
2)
implementazione: riguarda attività quali la formazione dello staff e
l’elaborazione scritta di procedure aziendali, in modo da ottenere la
conformità con la norma;
3)
pre-audit: prima di iniziare l’audit vero e proprio, che può essere
condotto solo da un’ente esterno accreditato CEPAA6, è bene che
l’azienda svolga una serie di simulazioni per comprendere se
l’organizzazione è in grado di accogliere al suo interno e sostenere
un sistema di gestione etico;
4)
audit: un gruppo dell’ente esterno verifica l’osservanza dei requisiti
SA 8000 e richiede eventuali azioni correttive per poter rilasciare la
certificazione;
5)
sorveglianza e monitoraggio: l’ottenimento della certificazione deve
essere un punto di partenza per l’impresa, che è tenuta a mantenere
un sistema di gestione di SA 8000 finalizzato al miglioramento
continuo. Gli enti certificatori esterni effettuano azioni di controllo
periodico per assicurare che gli elementi della SA 8000 siano sempre
rispettati.
La certificazione del sistema etico comporta per le aziende il sostenimento
di alcuni costi (di implementazione del sistema etico e di certificazione)
che consentono di ottenere importanti benefici, quali l’aumento e la
5
G. Lepore, M.V. D’Alesio, La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il
quadro legislativo, FRANCOANGELI, 2004, pag. 37
6
CEEPA è l’acronimo di Council on Economics Priorities Accreditation Agency.
59
Lo standard SA 8000
fidelizzazione della clientela, il miglioramento dei rapporti con gli
stakeholder, l’incremento della produttività e la diminuzione dei costi della
qualità.
Oltre tutto, le aziende che si avvicinano alla SA 8000 devono anche
garantire che la catena dei fornitori rispetti tutti i requisiti sociali attraverso
un impegno scritto e, se ciò non accade, l’azienda è tenuta a segnalare le
eventuali incongruenze.
E’ importante comprendere quale deve essere il valore di una norma
implementata in un’organizzazione. Essa deve supportare il cambiamento
di mentalità non solo attraverso l’imposizione di sanzioni, ma attraverso lo
sviluppo di una cultura etica che le aziende devono fare propria, affinché
vi sia il rispetto delle regole.
Per concludere occorre sottolineare che la SA 8000 non deve essere
assimilata alla responsabilità sociale, in quanto esistono delle differenze.
La SA 8000 si rivolge solo ad una parte di stakeholder relativamente ad
un’area molto specifica, che riguarda le condizioni di lavoro in azienda,
mentre la RSI deve rendere conto a tutti gli stakeholder. Inoltre, lo
standard SA 8000 detta regole ben precise, la cui applicazione è
verificabile, mentre la RSI riguarda azioni compiute volontariamente
dall’azienda, i cui modelli di misurazione e verificabilità sono ancora in
sperimentazione.
Il rapporto esistente tra RSI e SA 8000 può essere spiegato dicendo che
la norma SA 8000 fa parte di comportamenti propri di un’azienda
socialmente responsabile, insieme ad altri standard come AA 1000, i
codici etici ed altri.
60
Lo standard SA 8000
3.4
Definizioni7
Prima di analizzare nel dettaglio i vari requisiti della norma SA 8000
bisogna soffermarsi sulle varie definizioni che la norma stessa propone.
Si intende azienda, il complesso di qualsiasi organizzazione e organismo
economico responsabile dell’implementazione dei requisiti della presente
normativa, incluso il personale (amministratori, dirigenti, management,
supervisori e l’organico non-dirigenziale).
Il fornitore o subappaltatore è un soggetto economico che rifornisce
l’azienda di beni e/o servizi necessari per, e utilizzati in/per, la produzione
dei beni e/o servizi dell’azienda.
Il subfornitore è un soggetto economico della catena della fornitura che,
direttamente o indirettamente, procura al fornitore beni e/o servizi per, e
utilizzati in/per, la produzione di beni e/o servizi dell’azienda.
L’azione di rimedio è un’azione intrapresa per sanare nei confronti di un
lavoratore o di un ex dipendente la violazione di un diritto del lavoratore
coperto dalla SA 8000.
L’azione correttiva è l’implementazione di una variazione del sistema o di
una soluzione per assicurare un rimedio immediato e permanente ad una
non-conformità.
La parte interessata è un individuo o gruppo interessato a, o che influisce
su, l’azione sociale dell’azienda.
Si definisce bambino qualsiasi persona con meno di 15 anni di età, a
meno che leggi locali sull’età minima prevedano un’età più alta per il
lavoro o per la scuola dell’obbligo, nel qual caso si applica l’età più alta.
Se, comunque, la legge locale sull’età minima stabilisce 14 anni di età in
accordo con le eccezioni previste per i paesi in via di sviluppo che
aderiscono alla Convenzione ILO 138, si applica l’età più bassa.
Il giovane lavoratore, invece, è un qualsiasi lavoratore che superi l’età di
bambino come sopra definito e inferiore ai 18 anni.
7
G. Lepore, M.V. D’Alesio, “La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il
quadro legislativo”, FRANCOANGELI, 2004, pagg. 52-53
61
Lo standard SA 8000
Si considera lavoro infantile qualsiasi lavoro effettuato da un bambino con
un’età inferiore all’età specificata nella definizione di bambino sopra
riportata.
Si parla di lavoro obbligato quando si è in presenza di qualsiasi lavoro o
servizio ottenuto da persona sotto la minaccia di qualsiasi penale e per il
quale tale persona non si è offerta volontariamente o per il quale questo
lavoro o servizio sia richiesto come forma di pagamento di un debito.
Per ultimo viene definito il lavoratore a domicilio che è una persona che
svolge, per conto di un’organizzazione sotto controllo diretto o indiretto, al
di fuori dello stabilimento dell’organizzazione, dietro remunerazione, un
lavoro il cui risultato sia un bene o un servizio come specificato dal datore
di lavoro, indipendentemente da chi fornisce l’equipaggiamento, i materiali
e/o altri elementi utilizzati.
La
norma
definisce
un’interpretazione
tutti
univoca
questi
e
termini
non
ci
affinché
possano
venga
essere
data
equivoci
nell’applicazione dello standard SA 8000.
3.5
I requisiti della SA 80008
Come già accennato, la norma SA 8000 si compone di otto requisiti:
1) Lavoro infantile;
2) Lavoro forzato;
3) Salute e sicurezza dei lavoratori;
4) Libertà di associazione e diritto alle contrattazioni collettive;
5) Discriminazione;
6) Procedure disciplinari;
7) Orario di lavoro;
8) Livello salariale minimo.
8
G. Lepore, M.V. D’Alesio, La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il
quadro legislativo, FRANCOANGELI, 2004, pagg. 55-143
Per l’analisi della norma si è fatto riferimento alla versione del 2008.
62
Lo standard SA 8000
A questi otto requisiti se ne aggiunge un nono che descrive il sistema di
gestione e si compone a sua volta di nove sottopunti che riguardano: la
politica aziendale, il riesame della direzione, i rappresentanti dell’azienda,
la
pianificazione
e
l’implementazione,
il
controllo
dei
fornitori/subappaltatori e subfornitori, le problematiche e le azioni
correttive, la comunicazione esterna, l’accesso alla verifica e le
registrazioni.
3.5.1 Lavoro infantile
L’azienda che vuole ottenere la certificazione deve attenersi non solo ad
una serie di divieti, ma deve proporre delle azioni di rimedio a sostegno
della politica aziendale in materia.
Per quanto riguarda questo primo requisito, l’azienda deve attuare delle
azioni di rimedio per i bambini, per i quali si riscontra una situazione
lavorativa che rientra nella definizione di “lavoro infantile”.
Una delle misure che l’azienda può adottare per porre rimedio ad una
situazione di lavoro infantile è quella di proporre il posto di lavoro occupato
dal bambino ad un parente o componente del gruppo famigliare del
bambino o pagando uno stipendio, per permettere al bambino di andare a
scuola.
Gli strumenti che l’azienda deve applicare per essere conforme allo
standard SA 8000, per quanto riguarda il primo requisito, sono molti:
- definire una politica di assunzione fissando i limiti di età dettati dalla
norma;
- definire e comunicare una politica sul lavoro infantile al personale e agli
stakeholders esterni;
- stabilire azioni di rimedio per i minori, indipendente dal fatto che vi siano
dei minori impiegati in azienda;
- se vi sono situazioni in cui un minore è costretto a lavorare, l’azienda
deve porre un piano di rimedio, cioè un insieme di azioni a sostegno del
minore o della famiglia.
63
Lo standard SA 8000
Va detto che verificare la presenza di bambini è molto difficile, in quanto
potrebbero non essere presenti al momento della visita, per questo il
rapporto con le ONG (Organizzazioni non governative) e le componenti
sindacali risulta fondamentale.
3.5.2 Lavoro obbligato
La norma SA 8000 intende come lavoro obbligato tutte quelle situazioni in
cui il lavoro è imposto, dove la scelta di lavorare non è effettuata dal
lavoratore, ma esiste un fattore di obbligatorietà che impedisce al soggetto
interessato di effettuare una scelta.
Non va confuso il lavoro obbligato con il lavoro non retribuito o mal
retribuito, in quanto l’aspetto di riferimento della norma è che il rapporto di
lavoro abbia un significato di obbligatorietà e limitazione nella scelta
individuale.
Affinché l’azienda possa ottenere la certificazione SA 8000 occorre che
adotti alcuni strumenti per essere conforme allo standard, anche per
quanto riguarda il secondo requisito; l’azienda deve:
- evitare che i lavoratori abbiano debiti nei confronti dell’azienda;
- essere in grado di dimostrare la volontarietà della prestazione lavorativa;
- evitare la presenza di guardie di sicurezza nel posto di lavoro;
- non detenere documenti originali d’identità dei lavoratori.
3.5.3 Salute e sicurezza
Il principio chiave dell’articolo 3 della norma SA 8000 è: “l’azienda deve
garantire un luogo di lavoro sicuro e salubre e deve adottare misure per
prevenire gli incidenti”. Gli altri paragrafi, in questo modo, diventano
strumentali rispetto a quello appena citato.
L’azienda deve garantire al lavoratore un luogo di lavoro salubre e sicuro,
adottando misure di protezione per prevenire situazioni pericolose o
incidentali. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda nomina un
64
Lo standard SA 8000
responsabile della salute e della sicurezza ed eroga formazione per tutto il
personale, ripetendo la procedura ogniqualvolta vi sia un nuovo assunto.
Il secondo e terzo paragrafo della norma prevedono che l’azienda attui
delle procedure in modo da identificare e segnalare fonti di pericolo per
evitare eventi incidentali.
Infine, gli ultimi due paragrafi sono dedicati alla “salubrità” del posto di
lavoro.
L’azienda deve fare in modo che l’ambiente di lavoro risulti salubre
attrezzandosi di servizi idonei, con disponibilità di acqua potabile sul luogo
di lavoro, che sia facilmente raggiungibile e utilizzabile durante l’orario di
lavoro e nelle pause.
Se l’azienda dispone di dormitori, questi devono essere idonei, puliti e
rispondenti alle esigenze del personale.
Gli strumenti che l’azienda deve applicare, oltre a quelli già citati sopra,
per essere conforme alla norma SA 8000 sono:
- redazione di report scritti indicanti gli incidenti, per poter evitare rischi ed
eventuali incidenti futuri;
- formazione del personale, che deve avvenire durante l’orario di lavoro;
- servizi igienici a norma e puliti.
3.5.4 Libertà di associazione e contrattazione collettiva
L’articolo 4 della norma SA 8000 detta condizioni molto esplicite in materia
di libertà di associazione e contrattazione collettiva.
Al primo punto si definisce l’obbligo dell’azienda a garantire il diritto dei
lavoratori a formare ed appartenere a sindacati e a rispettare il diritto alla
contrattazione collettiva.
Al secondo punto, la norma si riferisce a quei Paesi in cui non è consentito
dalla legge la formazione di associazioni libere ed indipendenti. In questo
caso l’azienda deve facilitare la nascita di mezzi di tutela dei lavoratori
analoghi a quelli vietati.
Il terzo ed ultimo punto prevede che i rappresentanti sindacali non siano
discriminati e possano comunicare con propri scritti sul luogo di lavoro.
65
Lo standard SA 8000
Quindi l’azienda che intende essere conforme con la SA 8000, per quanto
riguarda il requisito 4, deve:
- rispettare il diritto dei lavoratori alla formazione di associazioni e
sindacati;
- garantire i rappresentanti dei lavoratori che non devono essere
discriminati e devono poter svolgere il loro mandato;
- nominare il rappresentante SA 8000 per i lavoratori, in accordo con i
sindacati rappresentati in azienda.
3.5.5 Discriminazione
La norma stabilisce che l’azienda debba evitare qualsiasi comportamento
di discriminazione diretta ed indiretta nell’ambiente lavorativo. All’interno di
questo requisito viene data un’elencazione di quelli che possono essere i
comportamenti discriminatori, ma essendo la SA 8000 una norma che
riguarda il rapporto con i lavoratori, vengono citati soltanto quelli che si
potrebbero verificare in un luogo di lavoro.
Una delle forme di discriminazione più diffuse è sicuramente quella in
base al sesso: le donne sono discriminate per quanto riguarda le
retribuzioni, le mansioni e anche nelle assunzioni, nella formazione e nella
crescita professionale, non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nei
Paesi industrializzati.
Un’altra forma di discriminazione ed esclusione è quella nei confronti dei
disabili, che troppo spesso vengono trattati come problema. Questo
fenomeno è in crescita, perché si cerca di cambiare la cultura nei confronti
del disabile, che inizia ad essere percepito come un soggetto da inserire
nella società e dotato di abilità diverse da sfruttare anche nel mondo del
lavoro.
Il terzo paragrafo, che fa riferimento a comportamenti sessualmente
minacciosi, offensivi e rivolti allo sfruttamento è collegato all’ultimo
paragrafo, che riguarda il divieto di sottoporre il personale a test di
gravidanza o di verginità, sembra non avere a che fare con i
comportamenti discriminatori, ma in realtà questi possono provocare, nella
66
Lo standard SA 8000
persona che li subisce, autoesclusione, poiché il soggetto coinvolto
percepisce l’ambiente di lavoro come ostile, minaccioso ed umiliante.
Questa è una condizione che colpisce soprattutto le donne non solo nei
Paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli ricchi ed industrializzati.
L’azienda che vuole ottenere la certificazione SA 8000 deve rispettare
anche questo requisito e deve:
- definire una politica per il personale per quanto riguarda assunzioni e
avanzamenti di carriera;
- definire misure mirate per evitare qualsiasi tipo di discriminazione;
- registrare i motivi di mancate assunzioni;
- fornire ai lavoratori la possibilità di presentare reclami in modo anonimo;
- nel caso vi fossero lavoratori di religione diversa, consentire loro di
rispettare le loro festività ed i loro riti;
- consentire ai lavoratori di nominare un rappresentante che interloquisca
con la direzione in caso di discriminazioni sul luogo di lavoro.
3.5.6 Procedure disciplinari
Questo requisito fa riferimento a quelle situazioni in cui si verificano dei
comportamenti scorretti da parte del lavoratore e il datore di lavoro è
costretto intervenire. Sono vietate risposte che facciano uso di violenza
fisica, ma la norma va oltre ed impedisce anche l’utilizzo di parole pesanti,
che esercitino pressione sul lavoratore ripreso.
Nei Paesi industrializzati, le procedure disciplinari sono codificate ed è
assolutamente vietata la violenza fisica e psichica. Sono utilizzati
strumenti quali: il rimprovero verbale, l’ammonizione scritta, la sanzione
fino ad arrivare alla sospensione dal lavoro che, in Italia, significa
sospensione dallo stipendio, fino al licenziamento. Questo requisito si
riferisce a quel fenomeno che oggi è chiamato “mobbing” sui dipendenti
che è sempre più frequente anche nei Paesi occidentali e presenta costi
molto elevati se si considerano i problemi connessi e se si considera che,
dal punto di vista del profitto, il fenomeno incide fortemente, in quanto i
67
Lo standard SA 8000
lavoratori, che avvertono disagi nell’ambiente di lavoro, si assentano
mediamente per almeno 15 giorni durante l’anno lavorativo.
L’azienda che vuole essere conforme con lo standard SA 8000, per
quanto riguarda il requisito 6, deve:
- predisporre un codice disciplinare interno in cui vengono definite le
regole per quanto riguarda le sanzioni disciplinari;
- comunicare le procedure ai lavoratori;
- rendere possibili i reclami in casi in cui si verifichino dei comportamenti
scorretti da parte del datore di lavoro;
- definire strumenti di controllo in materia.
3.5.7 Orario di lavoro
Lo standard SA 8000 prevede che l’azienda si adegui alle normative
vigenti e ai contratti di settore o d’area stipulati con le parti interessate.
La norma, nel primo paragrafo e secondo paragrafo, prevede che l’orario
di lavoro settimanali non superi le 48 ore e che i dipendenti abbiano diritto
ad un giorno di riposo nell’arco di un periodo di sette giorni. Non vengono
citati i termini dei periodi di ferie, perché la normativa viene applicata a
livello internazionale e molti Paesi non prevedono periodi di riposo durante
l’anno lavorativo.
Nel terzo e quarto paragrafo, viene esaminata la disciplina del lavoro
straordinario, intendendo con questo termine le prestazioni lavorative che
superano le 48 ore settimanali. Vengono stabiliti dei limiti: le ore di
straordinario non possono superare le 12 ore per persona a settimana,
salvo i casi in cui vi sia da far fronte ad una domanda di breve periodo, e
la retribuzione per l’orario extra deve essere superiore rispetto a quella
ordinaria.
Lo straordinario deve essere volontario e deve avere il carattere di
eccezionalità, collegato a particolari esigenze di mercato.
L’azienda che vuole essere conforme alla norma SA 8000, per quanto
riguarda il requisito 7, deve:
68
Lo standard SA 8000
- rispettare l’orario definito con la contrattazione collettiva nazionale o di
settore;
- se ricorre a straordinari, deve verificarne l’effettiva necessità;
- informare i lavoratori, i quali devono conoscere le leggi sul lavoro;
- in caso di straordinario la diversa retribuzione deve apparire in modo
chiaro sulla busta paga.
3.5.8 Retribuzione
La norma prevede che le retribuzioni siano conformi agli standard minimi
definiti da leggi o accordi settoriali, in modo da garantire al lavoratore di
soddisfare i propri bisogni essenziali ed avere una quota di salario
aggiuntivo. Il principio universale, dettato da questo punto, è quello della
retribuzione
minima
e
sufficiente.
Essendo
applicabile
a
livello
internazionale, lo standard SA 8000 non può essere più preciso in materia
di retribuzioni, in quanto il concetto di minimo e sufficiente è strettamente
legato alla realtà economica del Paese al quale si fa riferimento. Infatti,
per applicare questo requisito, occorre conoscere, in modo approfondito, il
Paese, nel quale ha sede l’azienda che applica lo standard.
La norma, inoltre, prevede che la riduzione della retribuzione a scopi
punitivi non è accettabile. Questo punto si ricollega al requisito 6 che
riguarda le punizioni disciplinari: la retribuzione non può essere utilizzata
come strumento di pressione sul lavoratore, in quanto sarebbe inteso
come ricatto economico e, quindi, risulterebbe uno strumento di
coercizione. A garanzia di tutto ciò, l’azienda deve rendere nota ai
lavoratori la composizione della retribuzione in busta paga.
Nell’ultimo paragrafo, la norma dispone che non sono accettati falsi
schemi di apprendistato per nascondere situazioni di lavoro nero.
L’azienda che vuole essere conforme con lo standard SA 8000, per
quanto riguarda questo requisito, deve:
- rispettare i parametri definiti dallo standard;
- registrare i lavoratori e la relativa busta paga;
- non utilizzare intermediari per la manodopera;
69
Lo standard SA 8000
- dare una motivazione precisa se la retribuzione risulta inferiore a quella
prevista; ciò può accadere per un breve periodo.
3.5.9 Sistema di gestione
Il sistema di gestione della responsabilità sociale all’interno delle imprese
si compone di altri nove sottorequisiti che permettono di implementare la
SA 8000 nell’azienda.
3.5.9.1
Politica aziendale
Il documento di Politica Aziendale, che rispetta i principi dello standard SA
8000, ha un ruolo centrale in tutto il sistema. All’interno vengono chiariti i
motivi e gli aspetti valoriali che hanno portato l’azienda ad implementare
un sistema quale la SA 8000 e viene specificato l’impegno dell’azienda a:
- rispettare tutti i punti della norma;
- rispettare le leggi nazionali, sopranazionali e le convenzioni;
- attuare un miglioramento continuo del sistema SA 8000;
- comunicare ed interagire con il personale;
- rendere pubblico il documento che attesta la volontà dell’azienda a
essere conforme allo standard.
Per fare ciò l’azienda deve creare un buon dialogo con gli stakeholders e
fissare degli obiettivi di medio/lungo periodo che permettano di applicare e
realizzare il sistema SA 8000.
3.5.9.2
Rappresentanti dell’azienda
La norma prevede che in azienda debbano essere nominati tre
rappresentanti: il rappresentante della direzione per la SA 8000, che fa
parte della direzione e la rappresenta; il rappresentante dei lavoratori per
la SA 8000, che svolge il ruolo di intermediario con la direzione per
l’applicazione dello standard; il rappresentante della direzione, che può
coincidere con il rappresentante della direzione SA 8000, in quanto deve
essere un membro di quest’ultima, e si occupa dell’implementazione del
sistema, con riferimento al requisito 3 (Salute e Sicurezza) della norma.
70
Lo standard SA 8000
3.5.9.3
Riesame della direzione
La norma prevede la necessità, da parte dell’alta direzione dell’azienda, di
revisionare periodicamente la politica aziendale e le procedure.
Questo punto è particolarmente significativo, perché riguarda le strategie
che l’azienda deve mettere in atto, affinché sia possibile costruire un
sistema di responsabilità sociale secondo la norma SA 8000. In esso è
contenuta l’analisi delle performance dell’azienda e, dove opportuno, le
modifiche e i miglioramenti del sistema.
L’azienda deve definire degli indicatori di performance e controllare
periodicamente i risultati in modo da poter introdurre delle soluzioni e
rispondere all’esigenza di miglioramento continuo.
3.5.9.4
Pianificazione ed implementazione
La conoscenza ed il coinvolgimento di tutte le parti interessate
rappresentano il principale fattore di successo del sistema SA 8000.
L’azienda deve pianificare e garantire la formazione a tutti i livelli del
personale, affinché lo standard possa essere compreso da tutti. Deve
definire regole chiare ed applicabili, fornire strumenti per identificare le
responsabilità ed individuare le autorità di riferimento.
Per quanto riguarda l’applicazione dello standard devono essere utilizzati
strumenti, quali il monitoraggio continuo e il controllo delle performance
per consentire la verifica e pianificare eventuali correttivi.
3.5.9.5
Controllo dei fornitori/subappaltatori e subfornitori
Questo punto definisce il controllo dei fornitori, che è una procedura
complessa, che prevede l’estensione del controllo della SA 8000 anche ad
aziende esterne. Lo standard non propone un sistema da seguire per
attuare il controllo dei fornitori, ma si può dire che il più efficace è quello
dell’analisi dei rischi sui fornitori: valutazione di indicatori ambientali,
settoriali, relativi alla storia e alle dimensioni e caratteristiche produttive
dell’azienda fornitrice.
71
Lo standard SA 8000
L’azienda, inoltre, deve tenere delle registrazioni che riguardano l’impegno
del fornitore in relazione alla responsabilità sociale.
Il fornitore dovrà dichiarare per iscritto il suo impegno a rispettare i requisiti
dello standard, mentre l’azienda, da parte sua, dovrà far in modo che i
requisiti vengano davvero rispettati.
Nell’ultimo paragrafo, inoltre, lo standard richiede che, se l’azienda fa uso
di fornitori classificati come lavoratori a domicilio, questi debbano avere gli
stessi diritti dei lavoratori interni all’azienda, soprattutto per alcuni aspetti
indicati espressamente dalla norma.
3.5.9.6
Gestione delle problematiche ed attuazione di azioni correttive
Questo punto prevede che l’azienda debba mettere in pratica un sistema
per individuare e risolvere problematiche che emergono dall’applicazione
dello standard.
L’azienda deve attuare delle azioni correttive per superare situazioni di
non conformità della politica aziendale nei confronti della SA 8000, ma
non deve punire o discriminare il personale che fa emergere i punti deboli
dell’applicazione della norma.
L’azienda, quindi, deve adottare un sistema di gestione dei reclami; le
modalità con cui possono essere fatti pervenire alla direzione i reclami
sono numerosi: la classica cassetta posta in luoghi in cui il personale
possa liberamente esprimere pareri, opinioni e lamentele in modo
anonimo, un sistema di mailing interno oppure il rappresentante dei
lavoratori può fungere da intermediario tra i dipendenti che sollevano le
lamentele e la direzione.
I sistemi anonimi risultano gli strumenti più efficaci, soprattutto in quei
luoghi in cui si rischia una ritorsione diretta o indiretta quando si
esprimono pareri contrari alla direzione; i sistemi privi di anonimato sono
utilizzati in quegli ambienti di lavoro in cui il management considera i rilievi
come un momento costruttivo di dialogo e confronto tra l’azienda e i suoi
dipendenti.
72
Lo standard SA 8000
Una volta rilevati i problemi, l’azienda dovrà implementare azioni correttive
adeguate, in modo da evitare l’insorgere di problematiche in futuro.
3.5.9.7
Comunicazione esterna e coinvolgimento delle parti interessate
In questo punto l’azienda si impegna a comunicare i risultati, positivi e
negativi, che derivano dall’applicazione dello standard, a tutte le parti
interessate.
L’azienda deve avere ben chiare quali siano le parti interessate, interne ed
esterne all’azienda, e valutare gli strumenti più idonei ed efficaci per
effettuare la comunicazione.
Quando si parla di parti interessate, ci si riferisce agli stakeholders e agli
shareholders. Gli stakeholders sono quei soggetti interni ed esterni
all’azienda
che
hanno
interesse
verso
le
performance
aziendali
economiche, sociali ed ambientali.
Gli shareholders, invece, sono gli azionisti dell’azienda che presentano
interesse verso le performance aziendali, in quanto hanno effettuato
investimenti finanziari ed è nel loro interesse sapere quali siano i risultati
della gestione.
La norma prevede che le informazioni da comunicare alle parti interessate
debbano avere come riferimento i risultati del riesame della direzione e del
monitoraggio, ma non devono limitarsi a questi indicatori.
E’ importante effettuare una comunicazione efficace predisponendo
procedure riguardanti modalità e tempi di comunicazione, ma anche
utilizzo di mezzi idonei in base alle caratteristiche degli stakeholders di
riferimento.
3.5.9.8
Accesso alla verifica
La norma prevede che sia consentito l’accesso agli audits nei locali
dell’azienda per certificare la conformità ai requisiti dello standard SA
8000, purché questi richiedano informazioni ragionevoli.
73
Lo standard SA 8000
Con questo punto la norma ha voluto sottolineare l’importanza della
trasparenza, che bisogna attribuire ai processi di implementazione e
gestione dello standard in tutti i suoi punti e la conformità ai requisiti.
3.5.9.9
Registrazioni
L’azienda ha l’obbligo di mantenere le registrazioni di tutte le fasi relative
allo standard SA 8000. Le registrazioni riguardano: la politica aziendale,
tutti i punti della norma, le verifiche, i reclami ed ogni altro strumento
fondamentale per provare l’applicazione dello standard in tutti i suoi punti
e la conformità ai requisiti.
3.6
Rapporto tra SA 8000 e bilancio sociale9
La SA 8000 e il bilancio sociale sono due strumenti di responsabilità
sociale utili alle imprese per promuovere il dialogo con le parti interessate
dell’azienda.
La SA 8000 ha lo scopo di definire delle regole di comportamento per
disciplinare il difficile rapporto datore di lavoro-dipendenti e, quindi, mira al
soddisfacimento di una categoria di stakeholder ben precisa: i lavoratori.
L’azienda, che decide di implementare il sistema SA 8000, deve
impegnarsi a verificare che anche i fornitori rispettino i requisiti dello
standard; si può dire, dunque, che la SA 8000 è rivolta ad un gruppo
ristretto di stakeholders.
Essa è progettata per tenere in considerazione leggi e requisiti di contesto
culturale di ogni Paese ed è la prima norma ad essere verificabile, perché
acquisisce criteri di trasparenza e credibilità.
Il bilancio sociale, invece, è uno strumento che rendiconta quali siano stati
i comportamenti attinenti alla responsabilità sociale praticati dall’azienda.
Non vi è una normativa precisa che definisca linee guida universali per la
redazione di un bilancio sociale in azienda e persino la denominazione
9
http://www.isvi.org
74
Lo standard SA 8000
stessa risulta confusa, in quanto sono stati proposti diversi termini per
riferirsi sempre allo stesso documento.
Nonostante tutto, la SA 8000 e il bilancio sociale sono degli strumenti di
comunicazione volontari, che riferiscono sui rapporti che l’azienda
intrattiene con i suoi stakeholder; sono degli strumenti flessibili,
definiscono
una
un’organizzazione
10
benchmarking
politica/missione
chiara.
Inoltre,
ben
precisa
costituiscono
un
ed
adottano
elemento
di
in cui la collettività ripone fiducia, ma la caratteristica più
importante che li accomuna è il fatto di essere strumenti di dialogo con le
parti interessate.
Per la SA 8000, il bilancio sociale diventa uno strumento per enfatizzare il
processo di identificazione, ascolto e dialogo con gli stakeholders, per
favorire la conoscenza degli impegni presi e per evidenziare il
miglioramento continuo. Quest’ultimo è uno dei vantaggi che le sinergie
tra la SA 8000 e il bilancio sociale offrono, insieme a:
-miglioramento del clima aziendale;
- miglioramento nelle comunicazioni;
- miglioramento della fidelizzazione e del coinvolgimento;
- diminuzione del turn over e del tasso di assenteismo;
- miglioramento dell’ambiente di lavoro e quindi della produttività;
- miglioramento della reputazione dell’azienda.
Per concludere si può affermare che la SA 8000 ed il bilancio sociale sono
due documenti distinti, con la loro struttura ed i loro contenuti, ma
presentano gli stessi vantaggi e gli stessi obiettivi in quanto tutti e due
mirano ad implementare un sistema di responsabilità sociale d’impresa.
Se impiegati contemporaneamente possono completarsi l’uno con l’altro e
costituire non solo un forte strumento di comunicazione ma uno strumento
dinamico di monitoraggio e programmazione, in grado di coinvolgere tutte
le parti interessate.
10
Il benchmarking è un processo continuo di misurazione di prodotti, servizi e prassi
aziendali, mediante il confronto con i concorrenti più forti. (http://www.wikipedia.it)
75
Capitolo 4
CASO
TECNICART S.R.L.
L’AZIENDA
TECNICART
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
4.1
La storia
Tecnicart s.r.l. fu fondata nel 1954 a Sansepolcro, una località in provincia
di Arezzo, da Aldo Zampieri, sua moglie ed alcuni famigliari.
Il primo nome fu Artigiana Scatole e, come si può intuire, fu inizialmente
una piccola impresa famigliare ed artigiana, con pochi addetti, che
operava in alcuni locali a piano terra dell’abitazione.
Aldo Zampieri, immigrato dal Veneto, negli anni Trenta fu assunto dalla
Buitoni e ricevette due premi per “suggerimenti alla produzione”, ma fu
licenziato per presunte “scritte contro il regime fascista”. Partecipò alla
guerra e, dopo aver fatto parte di un Battaglione ad elevata
specializzazione operativa, venne preso prigioniero; come militarizzato
dell’esercito
americano,
operando
nelle
attività
logistiche,
maturò
esperienze significative e, nel 1945, fu invitato a recarsi negli Stati Uniti.
Zampieri, però, preferì non partire ed assunse la direzione di un’azienda di
produzione di prefabbricati e laterizi1 in Arezzo.
Nel 1954, maturato un piccolo capitale e saputo che la Buitoni, una volta
ricostruito lo stabilimento minato e distrutto dai Tedeschi alla fine della
guerra, voleva confezionare le nuove scatole “americane” in cartone
ondulato in sostituzione delle casse di legno per le proprie spedizioni, Aldo
Zampieri chiese all’Amministratore della Buitoni di poter diventare suo
fornitore. La risposta fu molto positiva, perché la Buitoni favoriva, a parità
di condizioni, i fornitori locali. Questo segnò l’inizio dell’attività dell’allora
Artigiana Scatole, che continua tutt’oggi sotto il nome di Tecnicart.
La Buitoni, in quel periodo, era una sorta di Olivetti dell’alimentare, cioè
un’impresa molto proiettata nel sociale; vi era l’asilo nido nello stabilimento
ed era molto intensa l’attività ricreativa e culturale dell’azienda nei
confronti dei dipendenti e della città. Inoltre, era molto forte il senso di
appartenenza all’azienda, la quale si distingueva per il susseguirsi di
innovazioni, brevetti e strepitosi successi commerciali. In questo clima
iniziava il lavoro di Tecnicart e si formava la sua idea riguardo al lavoro.
1
Laterizio = prodotto ceramico non resistente ad alte temperature, fabbricato per cottura
di argilla impastata con acqua e impiegato nelle costruzioni edili.
77
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
Si arrivò al 1968 quando, contemporaneamente allo scompiglio ideologico
di quegli anni, si manifestò una gravissima crisi dirigenziale della Buitoni a
cui seguì il declino. Questo fu un duro colpo per Tecnicart in quanto
dipendeva esclusivamente dal cliente Buitoni, ed era focalizzata su un
solo prodotto: la scatola americana.
Per sopravvivere, nei primi anni Settanta, Tecnicart iniziò la produzione di
carta ondulata alimentare, allargando i propri rapporti ad altre importanti
aziende alimentari come Barilla, Colussi e Plasmon.
Nel 1991 vi fu un cambio al vertice per la Tecnicart, Carlo Zampieri (figlio
di Aldo) divenne Amministratore autonomo e, pochi anni più tardi, rilevò
tutte le quote della società.
Dopo una serie di trasformazioni societarie e trasferimenti delle proprie
sedi produttive, Tecnicart raggiunge nell’anno 2000 l’attuale struttura di
oltre 10.000 metri quadrati su un’area di 30.000 metri quadrati a San Leo
di Anghiari, in provincia di Arezzo.
A partire dagli anni Novanta ed in particolare dal 2002, la produzione è
stata allargata, grazie alla vocazione innovativa della moglie dell’attuale
dirigente dell’azienda Carlo Zampieri, ad ogni articolo cartotecnico in
cartone ondulato, scatole fustellate, accoppiate a stampa offset o
stampate flexo, espositori, imballaggi speciali e contenitori. La produzione
di ogni tipo di soluzione cartotecnica avviene internamente in impianti
dislocati su oltre 10.000 metri quadrati coperti, che consentono di proporre
forniture “just in time” con la stessa efficacia di piccole e grandi quantità.
Inoltre, le nuove relazioni, la forte spinta alla tutela del consumatore e il
controllo dei processi, promossa in particolare da Barilla, ha portato il
management dell’azienda a ritenere indispensabile, anche se impegnativo
e costoso, sottoporre a verifiche esterne il suo operato, con l’ottenimento
di certificazioni, quali ISO 9001, SA 8000 e presto EN 155932.
2
La norma UNI EN 15593:2008 “Imballaggi – Gestione dell’igiene nella produzione di
imballaggi destinati ai prodotti alimentari”, ha lo scopo di fornire uno strumento per
regolare i sistemi di gestione dell’igiene e favorire un livello di sicurezza dei prodotti
costante fra produttori diversi. Elaborata in ambito europeo, con un forte contributo anche
a livello italiano, la norma riguarda tutti gli aspetti della gestione dell’igiene nella
produzione degli imballaggi e specifica i requisiti per un sistema di gestione dell’igiene
78
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
4.2
I prodotti
Tecnicart possiede un’ampia gamma di prodotti, che realizza all’interno
dei propri stabilimenti per rispondere alle esigenze di numerose imprese
importanti in diversi settori.
La Carta Ondulata Alimentare è il principale prodotto con il quale Tecnicart
si presenta come fornitore per le importanti aziende alimentari, quali
Barilla, Colussi, Buitoni ed altre.
Classica è la carta che avvolge direttamente le fette biscottate del Mulino
Bianco. Tale materiale è realizzato
con carta molto leggera, di pura
cellulosa
FSC3
da
(tutto
realizzazione,
azienda
il
certificata
processo
provenienza
di
della
carta e il reintegro boschivo del
legname è tracciato e controllato).
La Carta Ondulata può avere vari spessori a seconda delle necessità di
protezione del biscotto o della fetta biscottata. E’ costituita da uno strato
teso ed uno ondulato. Talvolta, se il biscotto è molto grasso, viene
utilizzata una carta resistente al passaggio dei grassi.
Qualsiasi dettaglio del processo di produzione è sottoposto a controllo e
monitoraggio (HACCP4) anche attraverso Audit degli enti certificatori ISO
9001, SA 8000 e in un breve futuro EN 15593, oltre che da parte della
per fabbricanti e fornitori di imballaggi per alimenti, inclusi immagazzinaggio e trasporto.
(http://www.ipq.it)
3
La certificazione FSC identifica i prodotti contenti legno proveniente da foreste gestite in
maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed
economici.(http://www.fsc-italia.it)
4
L'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) è un sistema di autocontrollo
che ogni operatore nel settore della produzione di alimenti deve mettere in atto al fine di
valutare e stimare pericoli e rischi e stabilire misure di controllo per prevenire l'insorgere
di problemi igienici e sanitari. (http://www.wikipedia.it)
79
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
stessa Barilla, molto attenta all’assoluta integrità delle confezioni e alla
continua evoluzione dei sistemi di produzione e di controllo della qualità.
Tecnicart sta studiando un sistema di controllo, tramite telecamere, per
prevenire ed individuare la presenza anche di piccole ed eventuali
macchie o corpi estranei potenzialmente contaminanti; già ora, il materiale
viene realizzato e manipolato in modo completamente automatizzato.
I test di controllo della carta e le prove di migrazione si sono molto evolute.
In tal modo viene verificata l’assenza di metalli pesanti e di ogni sorta di
sostanza pericolosa per la salute.
L’azienda non ha mai rilevato situazioni di non conformità, nonostante le
procedure di controllo si svolgano sia internamente che tramite laboratori
esterni, rispettando scrupolosamente le metodiche di controllo assunte.
Il secondo prodotto che Tecnicart sviluppa all’interno dei propri stabilimenti
è la Scatola americana a stampa flexografica.
Questo tipo di prodotto nasce, come
suggerisce il nome, negli Stati Uniti.
Partendo dal cartone ondulato composto
da tre o cinque strati di carta riciclata
oppure
no,
(ondulata
a
accoppiata
caldo
per
e
ondulata
migliorare
la
resistenza meccanica del cartone allo schiacciamento) si può realizzare la
scatola americana. Essa ha la caratteristica di non necessitare di un
impianto particolare per ottenere diverse dimensioni spaziali. Aprendola,
essa è perfettamente rettangolare, pertanto ottimizza l’utilizzo senza
sprechi del cartone. Nella macchina che la realizza si possono variare
facilmente le misure, cambiando il settaggio e la dimensione del foglio di
cartone.
E’
una
grande
invenzione
nella
sua
semplicità
ed
ecocompatibilità.
80
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
Tecnicart realizza un’ulteriore prodotto: la scatola Fustellata che si
differenzia dalla scatola americana perché necessita di un impianto
Fustella. La Fustella si può definire grossolanamente un manufatto per
imprimere tagli e forme. Questa è
importante per ottenere prestazioni
particolari come sistemi di chiusura
diversi,
finestre
speciali,
estetica
e
alloggiamenti
o
funzionalità
aggiuntive.
Il
prodotto
Cartotecnico
è
quasi
sempre fustellato, ma spesso anche stampato con qualità superiore
(Litografica). E’ costituito da un cartoncino di buona grammatura, in
genere 230/400 gr/mq, stampato e verniciato con macchine litografiche
per realizzare grafiche sofisticate (grafica fotografica o altro). Questo
materiale stampato può essere fustellato (per realizzare astucci o piccoli
contenitori) o accoppiato a cartone ondulato per realizzare scatole di
elevata qualità e buona resistenza.
4.3
Il mercato di riferimento e i concorrenti
Il settore della cartotecnica, con la produzione di carta, cartone e
imballaggi ondulati, si è sviluppato molto negli ultimi vent’anni, grazie alla
richiesta interna di imballaggi di carta e cartone, dovuta a vari fattori, come
il crescente numero di manufatti e la loro maggiore movimentazione e,
soprattutto, il ruolo strategico dell’imballaggio nella valorizzazione dei
prodotti.
L’industria cartotecnica presenta un elevato grado di frammentazione,
essendo caratterizzata dalla forte presenza di piccole e micro imprese.
Con il passare degli anni l’inasprimento della concorrenza e il
conseguente abbassamento dei costi ha fatto sì che rimanessero sul
mercato solo le imprese più solide, che hanno creato partnership con altre
81
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
aziende
ed
un
maggiore
orientamento
all’innovazione.
Questo
atteggiamento era assolutamente necessario per mantenere il nostro
Paese, tra i maggiori esportatori mondiali di prodotti di cartotecnica, su un
mercato internazionale dove la guerra dei prezzi è sempre più accesa.
Attualmente la regione italiana con il maggior numero di imprese operanti
in questo settore risulta essere la Lombardia seguita dalla Toscana (con i
distretti di Firenze e Lucca) e dal Veneto.
Tecnicart opera sul mercato nazionale per la Carta Ondulata mentre per
gli altri prodotti, essendo a carattere di servizio, ha un raggio più ristretto di
circa 100 Km, salvo eccezioni.
I principali concorrenti di Tecnicart per ciascun prodotto sono:
per la carta ondulata, Sicart S.p.A. di San Giustino (PG) e Cartondul di
Isola Vicentina (VI);
per le scatole americane, Scatolificio Bianchini di Promano e Saico
S.r.l. di Coldipozzo, entrambe località nel comune di Città del Castello
(PG);
per i prodotti cartotecnici, Kartoplastic 2 nella zona industriale di Città
del Castello (PG).
4.4
La politica aziendale
L’esperienza maturata nel settore cartotecnico e la volontà di distinguersi
come operatore eccellente dal punto di vista sociale, hanno condotto
Tecnicart s.r.l. ad implementare e certificare un sistema di gestione
conforme ai requisiti delle norme UNI EN ISO 9001:2000 e SA 8000:2001.
Tutto ciò in un’ottica di miglioramento continuo delle performance
aziendali e nella consapevolezza che le risorse umane rappresentino il
vero valore aggiunto dell’azienda.
La politica aziendale di Tecnicart attesta l’orientamento alla responsabilità
sociale e costituisce una dichiarazione pubblica dei principi che l’azienda
82
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
intende seguire per potersi definire socialmente responsabile. Tali principi
rappresentano il punto di partenza nella definizione degli obiettivi e sono
funzionali all’ottenimento di traguardi di miglioramento continuo, attraverso
la definizione di obiettivi, i quali devono essere continuamente aggiornati e
verificati, e all’ attuazione di azioni di rimedio, nel caso si presentassero
delle situazioni di non conformità agli standard.
Le finalità che la Direzione si prefigge, attraverso la stesura della politica
aziendale,
e
che
intende
condividere
con
tutta
l’organizzazione
riguardano:
l’aumento della soddisfazione dei lavoratori, dei fornitori e di tutti gli
stakeholders;
l’aumento della competitività e la valorizzazione dell’immagine
dell’azienda;
la capacità di fornire prodotti e servizi che rispondano, e alle volte
anticipino, le esigenze del cliente, in modo da realizzare un
prodotto/servizio che superi le aspettative, ottenendo un valore
aggiunto rispetto alla concorrenza;
il miglioramento delle performance economiche e finanziarie;
la sicurezza di garantire la qualità del prodotto e i comportamenti etici;
il sostenimento e la motivazione del personale ad attuare i principi etici
e a promuovere la qualità del prodotto, anche attraverso proposte di
miglioramento.
Dopo aver definito le finalità, Tecnicart predispone ogni anno un Piano di
Miglioramento, in cui sono sintetizzati gli obiettivi di responsabilità sociale
e di qualità, che la Direzione si pone. Per raggiungere tali obiettivi la
Direzione si impegna ad osservare una serie di comportamenti, elencati
nel documento riguardante la politica aziendale, che permettano di
rispettare i requisiti delle norme e delle leggi nazionali ed internazionali.
Tecnicart, inoltre, ritiene molto importante il coinvolgimento di fornitori,
clienti e di tutti gli stakeholders al fine di migliorare le proprie prestazioni.
Ciò è possibile grazie alla pubblicazione del bilancio SA 8000 sul sito
83
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
dell’azienda, che diventa strumento di comunicazione della politica
aziendale al fine di garantire la massima trasparenza e permettere la
risoluzione di eventuali problemi di conformità nei confronti delle norme.
La politica aziendale, infine, è sottoposta a revisione, in sede di Riesame
della
Direzione,
e
viene
aggiornata
per
verificarne
la
costante
adeguatezza.
4.5
La struttura organizzativa
Tecnicart s.r.l. è una piccola impresa che conta 15/16 dipendenti tra i quali
3/4 fanno parte della stessa famiglia.
L’azienda è abbastanza strutturata per le esigenze riguardanti il controllo
dei processi che sono certificati. E’ necessaria la definizione dei compiti
dei diversi responsabili, ma nonostante tutto è un’azienda snella e attenta
ai cambiamenti del mercato di riferimento.
Come si può notare dall’organigramma, gli organi di staff, che operano in
supporto al vertice dell’azienda, sono istituiti al fine di assicurare la
corretta implementazione del sistema di gestione.
Sono state identificate da Tecnicart diverse figure importanti:
o
un RAPPRESENTANTE DELLA DIREZIONE (RD), che ha il compito
di: assicurare l’aggiornamento del Sistema Integrato di Gestione
aziendale, riferire alla Direzione circa l’andamento del sistema di
gestione e circa il grado di soddisfazione dei clienti al fine di
permettere il miglioramento da attuare dopo un attento riesame,
promuovere all’interno dell’azienda la cultura della Qualità del
prodotto e della responsabilità sociale con l’introduzione di tecniche e
metodi di gestione adeguati e, infine, promuovere all’interno della
Tecnicart l’importanza di soddisfare le richieste di tutti i clienti.
84
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
Il rappresentante della Direzione è affiancato da un assistente, che lo
aiuta a svolgere i compiti appena citati, in modo da non trascurare
nessun aspetto importante;
o
un RAPPRESENTANTE DELLA DIREZIONE SA 8000 (RD SA
8000), che ha l’autorità ed il compito di controllare che i requisiti della
norma SA 8000 siano rispettati;
o
un RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI SA 8000 (RL SA 8000),
eletto e scelto dai dipendenti, che ha l’autorità ed il compito di
semplificare i rapporti e le relazioni con la Direzione, circa gli aspetti
riguardanti la SA 8000;
o
inoltre, è previsto un sistema di prevenzione e protezione dei rischi,
cioè un insieme di persone, sistemi e strumenti interni ed esterni
finalizzati
all’attività
di
prevenzione
dei
rischi
professionali
dell’azienda. I membri del servizio di prevenzione e sicurezza sono:
un medico competente
un Responsabile del servizio di prevenzione e protezione
(RSPP), che deve rappresentare la Direzione, per quanto
riguarda la salute e la sicurezza di tutto il personale, ed ha il
compito di implementare i fattori di sicurezza e salute previsti;
questo soggetto deve possedere capacità e requisiti professionali
adeguati ai rischi che si possono presentare sul luogo di lavoro,
relativi all’attività aziendale svolta;
un Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RL per la
sicurezza), eletto e scelto dal personale, che ha il compito di
rappresentare i lavoratori per quanto riguarda la salute e la
sicurezza nel luogo di lavoro;
gli addetti al primo soccorso, incaricati di attuare provvedimenti
necessari in materia di primo soccorso ed assistenza medica
d’urgenza;
85
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
gli addetti antincendio, incaricati dell’attuazione di misure
necessarie per la prevenzione di incendi, evacuazione dei
lavoratori, in caso di pericolo grave ed immediato e salvataggio.
Le figure appena citate sono indispensabili al fine di assicurare
l’implementazione di tutte le misure necessarie per essere conformi ai
requisiti della norma SA 8000. Tecnicart è molto ben organizzata in questo
senso e, nonostante sia una piccola impresa, presenta un organigramma
ricco e dettagliato, dal quale traspare il forte impegno dell’azienda a far sì
che la Responsabilità sociale venga recepita ed applicata a tutti i livelli
dell’organizzazione.
Proseguendo nell’analisi della struttura, l’organigramma prevede altre due
figure in supporto alla gestione generale dell’azienda: il Responsabile
delle risorse umane e il Responsabile delle risorse tecniche, che hanno
rispettivamente il compito di gestire il capitale umano e i beni strumentali.
Infine, vi sono i responsabili delle aree operative e caratteristiche
dell’azienda:
il Responsabile Amministrativo
il Responsabile Commerciale
il Responsabile della pianificazione CO (Carta Ondulata) e il
Responsabile della pianificazione SAPF (Scatole Americane e
Fustellate) che gestiscono la pianificazione giornaliera delle produzioni
per mezzo di un programma integrato che attraverso la rilevazione dei
dati in tempo reale propone una programmazione di base che viene
monitorata ed adattata dal programmatore in funzione delle richieste
dei clienti
il Responsabile delle progettazioni
il Responsabile degli Approvvigionamenti.
86
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
Organigramma Tecnicart s.r.l
87
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
4.6
Gli stakeholders
Come più volte accennato, con il termine stakeholder si fa riferimento a
tutti quei soggetti interni ed esterni all’azienda che hanno un interesse di
qualsiasi natura verso l’attività dell’azienda stessa.
Tecnicart presenta una serie di soggetti coinvolti nel sistema di gestione
con i quali ha instaurato dei rapporti di vario genere.
Innanzitutto, il personale deve essere rispettato, coinvolto in un processo
di formazione e valorizzazione della professionalità, oltre che informato
sulle attività svolte dall’azienda.
Poi ci sono i fornitori, per i quali l’azienda ha strutturato un sistema di
selezione, qualifica, monitoraggio e sensibilizzazione nel rispetto delle
regole e degli impegni che le norme di riferimento richiedono di soddisfare.
Al fine di controllare la conformità a tutti i requisiti delle norme di
riferimento sono stati individuati i settori più critici per l’applicazione della
responsabilità sociale e sono state pianificate delle verifiche mirate presso
alcuni fornitori.
I clienti sono considerati dall’azienda come partner con cui lavorare, non
solo per la soddisfazione delle loro esigenze, ma anche delle aspettative
aziendali, in un clima di trasparenza, reciproco rispetto e fiducia.
Anche le istituzioni presenti sul territorio, quali la Regione Toscana, la
Provincia di Arezzo, il Comune di Anghiari, la ASL, l’Ispettorato del
Lavoro, i Vigili del fuoco, l’INPS e l’INAIL sono importanti interlocutori di
Tecnicart. L’atteggiamento dell’azienda nei loro confronti è basato sulla
trasparenza, sul dialogo e sulla collaborazione.
E’ intenzione dell’azienda instaurare rapporti di collaborazione con ONG
ed associazioni di volontariato, che operano nel campo della tutela dei
diritti delle persone, e rafforzare il rapporto di fiducia con le banche.
Anche con i sindacati l’azienda vuole avere rapporti distesi di
collaborazione e dialogo.
88
Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda
Infine, per ottenere la certificazione del sistema di responsabilità sociale e
della qualità, Tecnicart si è rivolta ad un ente di certificazione: la SGS
Italia S.p.A.
Mappa degli stakeholders di Tecnicart
Personale
Fornitori
Clienti
Enti di
certificazione
TECNICART
S.R.L.
Istituzioni
Sindacati
Associazioni ed
ONG
89
Capitolo 5
CASO
TECNICART S.R.L.
IL BILANCIO SA 8000
TECNICART
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
5.1
La SA 8000 in Tecnicart
L’implementazione della SA 8000 in Tecnicart nasce da un’idea
missionaria del lavoro, non sempre facile da mettere in atto nella realtà,
coinvolgendo valori morali non facilmente misurabili.
L’amministratore della Tecnicart, Carlo Zampieri, esprime la sua volontà
“di voler affermare un’idea cristiana che coinvolga il rispetto della persona,
dell’ambiente, di noi stessi, in un mondo splendido di opportunità e di
ingegno, ma in cui l’aspetto materiale con le sue degenerazioni
(ingiustizia, contrasto, prevaricazione e guerre e anche consumismo fine a
se
stesso),
prevale
pericolosamente
su
quello
spirituale.
Come
amministratore di “cose materiali” la sfida dei prossimi anni è per me
contribuire a dare un senso al nostro impegno di lavoro. Mi accingo a
leggere e meditare “Caritas in veritate” (enciclica sociale di Benedetto
XVI), ritenendo il lavoro un grande dono, ma il suo aggiornamento alla
luce del Vangelo, un’opera che mai termina e tutti coinvolge. La parte più
importante del nostro lavoro è comunque sempre quella che non si vede e
che è interiormente necessaria perché essa ci consente di affrontare ciò a
cui siamo chiamati.”
Dalle parole del Sig. Zampieri emerge come l’idea di costruire un’azienda
socialmente responsabile nasca dal vertice che, guidato in questo caso da
valori
religiosi,
cerca
di
trasmettere
i
suoi
ideali
all’interno
dell’organizzazione per cercare di “tirare fuori” dai propri dipendenti e dagli
interlocutori la sua stessa grinta e la sua stessa dedizione per il lavoro.
Essendo il mondo rivolto all’esaltazione dell’apparenza e del materiale, il
segnale che le aziende danno alla società quando decidono di orientarsi
verso la responsabilità sociale, è molto forte. Fa strano pensare alle
aziende come operatori che si muovono ed lavorano anche per
raggiungere il profitto, ma non solo. Eppure, le vicende degli ultimi tempi e
i dati delle statistiche descrivono un aumento del numero di aziende, che
cercano di implementare nella propria organizzazione standard come la
SA 8000 oppure regole come quelle della famiglia delle ISO, per farsi
91
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
promotrici di comportamenti etici che rispettano la morale, le persone e
l’ambiente in cui operano.
In questo quadro si colloca l’esperienza
della Tecnicart s.r.l. che dal 2007 ottiene
la certificazione SA 8000 impegnandosi
ad essere conforme ai nove requisiti
dettati dalla norma e a comunicare, in
modo trasparente, chiaro e completo a tutte le parti interessate, le sue
prestazioni relativamente agli aspetti della responsabilità sociale.
I principi che hanno guidato Tecnicart nella redazione del documento che
attesta la SA 8000 sono:
periodicità: il documento è stato redatto in modo che all’inizio di ogni
anno sia possibile l’aggiornamento e il riesame della Direzione;
rilevanza e significatività: i risultati vengono presentati attraverso
l’utilizzo di indicatori e di informazioni che permettono di descrivere la
conformità con i requisiti della SA 8000;
compresibilità, accuratezza e completezza: i dati e le informazioni
esposte nel bilancio SA 8000 coprono tutti i requisiti della norma
risultando comprensibili e chiari a tutte le parti interessate;
fedeltà nella rappresentazione: il bilancio SA 8000 è approvato dalla
Direzione, che si assume la responsabilità delle informazioni contenute
nel documento stesso.
5.2
I requisiti della norma SA 8000 in Tecnicart
La politica aziendale di Tecnicart prevede la diffusione del Bilancio SA
8000 per comunicare a tutti gli stakeholder, reali e potenziali, l’attenzione
che l’azienda pone a ciascuno dei nove requisiti della norma. Per ogni
punto della SA 8000, Tecnicart si sofferma sull’analisi del requisito,
esamina il risultato degli obiettivi, che erano stati fissati nel bilancio
precedente, e propone nuovi focus per l’anno successivo, che emergono
92
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
nell’ambito del riesame della Direzione. Tutto ciò permette agli interlocutori
di seguire passo per passo tutto il sistema di implementazione della SA
8000 nell’azienda, che dimostra la conformità con i requisiti e giustifica
l’ottenimento della certificazione.
5.2.1 Requisito 1: Lavoro infantile
Tecnicart non si avvale del lavoro di “bambini”, così come definiti nella
norma. Se si rilevassero delle situazioni di non conformità in questo
requisito sarebbero immediatamente segnalate e avviate delle azioni
correttive.
Nell’azienda non vengono assunti, per scelta, giovani lavoratori.
Per quanto riguarda l’apprendistato, gli apprendisti presenti in azienda
sono tutti maggiorenni e in numero limitato, la forma contrattuale è
utilizzata in modo corretto, per un breve periodo di tempo ed è soggetta a
controllo o registrazione presso un ente statale.
Composizione dell’organico di Tecnicart
Età lavoratori
Numero lavoratori
fino a 14 anni
0
da 14 a 18 anni
0
da 19 a 30 anni
5
da 31 a 40 anni
3
da 41 a 50 anni
3
da 51 a 60 anni
4
oltre 60 anni
1
La procedura e la politica aziendale vengono comunicate al personale e
alle parti interessate e nel caso in cui venga rilevata la presenza di un
minorenne presso un fornitore, l’azienda si impegna a segnalarlo alle
autorità competenti.
Dal Riesame della Direzione è emerso che due dei tre obiettivi fissati sono
stati raggiunti e rappresentano il nuovo impegno che l’azienda si assume
anche per il 2009. Essi riguardano la collaborazione con il Liceo scientifico
93
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
linguistico “Piero Della Francesca” di Sansepolcro per l’inserimento di
stagisti in azienda e il monitoraggio di denuncie e reclami, che per il 2008
non hanno rilevato situazioni di criticità.
L’unico obiettivo che non ha prodotto i risultati sperati è quello relativo alla
proposta
del
Rappresentante
della
Direzione
SA
8000
e
del
Rappresentante dei Lavoratori SA 8000 di effettuare un’adozione a
distanza collettiva di uno o più bambini per permettergli di studiare, di
condurre una vita migliore, secondo le tradizioni e la cultura locale.
I lavoratori di Tecnicart non hanno accolto la proposta, perché
preferiscono continuare iniziative personali; infatti, l’obiettivo non è stato
riproposto per il 2009, ma la Direzione ha intenzione di continuare a
verificare la volontà dei propri lavoratori di intraprendere dei progetti
comuni.
5.2.2 Requisito 2: Lavoro obbligato
Tecnicart non ricorre e non sostiene il lavoro obbligato, cioè non impiega
metodi coercitivi per motivi politici, ideologici, sociali o economici,
disciplinari e discriminatori. Il personale impiegato in azienda presta il suo
lavoro volontariamente; nessuno, neanche in passato, è stato obbligato
allo svolgimento delle proprie funzioni lavorative.
Proprio come prevede la norma, non sono presenti guardie di sicurezza o
personale militare in azienda, non vengono richiesti depositi ai lavoratori, il
versamento degli stipendi avviene con metodi di pagamento, che non
privano i lavoratori del proprio diritto di recesso ed, infine, non è richiesto
al personale di lasciare documenti originali d’identità presso l’azienda.
Oltre ai punti che la norma dispone, Tecnicart permette ai familiari dei
lavoratori di recarsi liberamente in visita presso gli stabilimenti, proprio per
garantire la massima libertà e un clima di lavoro il più possibile disteso e
sano.
Per assicurare la piena volontarietà di qualsiasi prestazione, la Direzione
si impegna a far conoscere a tutti i lavoratori i loro diritti e doveri derivanti
dal contratto di lavoro: la copia del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale
del Lavoro) è disponibile in una delle aree riservate al personale ed è di
94
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
facile accesso a tutti. L’azienda, inoltre, ha aggiornato i dipendenti sulle
modalità di lettura della busta paga, affinché tutti possano essere in grado
di verificare la presenza di trattenute illegali.
Infine, anche per quanto riguarda il lavoro obbligato, l’azienda si impegna
a comunicare alle autorità competenti l’eventuale presenza di situazioni di
lavoro forzato presso un fornitore.
5.2.3 Requisito 3: Salute e sicurezza
Tecnicart impegna molte delle sue energie in ambito di salute e sicurezza,
in quanto è consapevole dell’importanza di questo aspetto nei luoghi di
lavoro e, proprio per questo, adotta delle misure adeguate per prevenire
incidenti e danni alla salute, verificabili durante lo svolgimento del lavoro.
Innanzitutto, Tecnicart ha nominato un Rappresentante della Direzione
responsabile della salute e della sicurezza di tutto il personale, un medico,
degli addetti al pronto soccorso, un Rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza, in modo che tutti siano al corrente degli obblighi legislativi in
tema di salute e sicurezza. Durante il riesame della Direzione, viene
analizzato lo stato di avanzamento dei programmi per il miglioramento
delle prestazioni aziendali, in termini di salute e di sicurezza, anche in
funzione delle rilevazioni sul registro degli infortuni; inoltre, ogni anno è
prevista la destinazione di un determinato ammontare per l’acquisto di
nuovi dispositivi di protezione individuale.
La questione della sicurezza è posta con forza al centro dell’attenzione di
Tecnicart, allo scopo di garantire un luogo di lavoro salubre e sicuro ai
lavoratori e a tutti coloro che possono essere coinvolti nelle attività
aziendali.
Grazie all’implementazione del sistema di gestione della responsabilità
sociale, è stato possibile l’aggiornamento delle valutazioni dei rischi
aziendali in relazione alle nuove disposizioni, l’elaborazione di documenti
per contrastare e prevenire situazioni rischiose e la rivalutazione della
conformità alle normative vigenti delle macchine e delle attrezzature.
95
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
L’azienda, inoltre, si assicura che tutto il personale riceva una regolare
formazione e che questa venga aggiornata e, soprattutto, ripetuta nel
momento in cui vi siano delle nuove assunzioni.
Per implementare azioni di miglioramento e per coinvolgere i lavoratori,
sono previste due riunioni durante l’anno tra la Direzione, il Responsabile
della Direzione SA 8000, il Responsabile dei lavoratori SA 8000, il
Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il Responsabile
dei lavoratori per la sicurezza; un momento di confronto per analizzare le
situazioni problematiche ed adottare le misure correttive adeguate, in
ottica di miglioramento continuo.
Durante il 2008, in seguito all’azione di monitoraggio, è emerso un
reclamo con il quale sono stati analizzati alcuni punti del questionario
proposto ai dipendenti, che avevano riportato risposte negative anche
inerenti la sicurezza. Sono state proposte delle soluzioni che sono state
approvate dai lavoratori e Tecnicart ha potuto verificare che la situazione
problematica è stata superata.
5.2.4 Requisito
4:
Libertà
di
associazione
e
Diritto
alla
contrattazione collettiva
Tecnicart, in conformità alla legislazione italiana ed alla norma SA 8000,
riconosce ai lavoratori il pieno diritto alla contrattazione collettiva, non
discrimina gli eventuali rappresentanti sindacali e permette la libertà di
associazione tra i dipendenti.
Attualmente, in azienda, non è presenta alcuna associazione e non vi
sono rappresentanti sindacali, ma la Direzione non ostacola e non
interferisce con le attività organizzate dai lavoratori. Sono stati predisposti
dei locali aziendali adibiti alle riunioni, in particolare, è utilizzato il
refettorio, in cui si possono svolgere delle riunioni che i rappresentanti dei
lavoratori o la direzione aziendale convocano in base alle loro necessità.
Tecnicart cerca di migliorare il rapporto, già buono, con i propri dipendenti
per cercare di sviluppare una mentalità orientata alla risoluzione dei
problemi, attraverso il coinvolgimento di tutte le parti.
96
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
Inoltre, la Direzione rispetta le scelte dei lavoratori di aderire a scioperi,
manifestazioni e comitati interni.
Per quanto riguarda i contratti di lavoro del personale, si fa riferimento al
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle aziende esercenti
l’industria della carta e del cartone, della cellulosa, pasta legno, fibra
vulcanizzata e presfibra e per le aziende cartotecniche e trasformatrici
della carta e del cartone in vigore.
Il CCNL è richiamato nelle lettere di assunzione individuali, che sono
formulate secondo un preciso standard, ed è messo a disposizione del
proprio personale con affissione di una copia nei luoghi aziendali
facilmente accessibili.
5.2.5 Requisito 5: Discriminazione
Per quanto riguarda razza, sesso, lingua, religione, appartenenza
sindacale,
disabilità,
Tecnicart
si
impegna
a
non
discriminare
nell’assunzione, nella retribuzione, nelle promozioni, nei licenziamenti e
non
permette
comportamenti
sessualmente
coercitivi
volti
allo
sfruttamento.
Tecnicart, per essere conforme a questo requisito, ha predisposto una
procedura per analizzare la soddisfazione dei lavoratori, che prevede la
possibilità di presentare reclami, ai quali devono seguire azioni correttive;
assicura retribuzioni uguali per lavoratori di uguale valore; permette ai
lavoratori di religioni diverse da quella cattolica di poter osservare le
proprie festività, se ne hanno fatta esplicita richiesta; in caso di maternità,
garantisce il pagamento delle indennità stabilite per legge e la riduzione
dell’orario di lavoro, se fosse necessario.
In poche parole, Tecnicart si presenta come garante delle pari opportunità
e non ammette alcuna forma di discriminazione: è salvaguardata l’integrità
dei lavoratori e non sono ammessi comportamenti lesivi alla loro sfera
personale, i dipendenti sono liberi di seguire i propri principi senza alcuna
interferenza da parte della Direzione ed ai lavoratori di religione
mussulmana è consentito effettuare pause per pregare, soprattutto
97
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
durante il periodo del Ramadam. Attualmente in azienda sono occupati tre
lavoratori di origine extra-comunitaria.
Occorre sottolineare che la presenza femminile è ridotta in questo tipo di
azienda a causa della tipologia di attività svolta, non perché vi sia una
particolare politica a monte.
Grafico della forza occupazionale dell’azienda suddivisa in uomini e donne
2
14
Uomini
Donne
Grafico della forza occupazionale dell’azienda suddivisa in lavoratori di
nazionalità italiana ed estere
3
13
Lavoratori di nazionalità italiana
Lavoratori di altre nazionalità
5.2.6 Requisito 6: Provvedimenti disciplinari
L’azienda non assume alcun comportamento che possa ledere la dignità
dei lavoratori, rispetta la legislazione italiana e la norma SA 8000
escludendo le multe.
Tecnicart è attenta al rispetto dell’integrità fisica, morale ed emotiva dei
lavoratori e non ammette, al suo interno e lungo la catena di fornitura, che
siano adottati provvedimenti disciplinari lesivi dei diritti fondamentali
dell’uomo.
La Direzione ha predisposto un regolamento interno, estratto dal CCNL, in
cui vengono indicate le pratiche disciplinari esistenti per garantire la
98
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
massima trasparenza e favorire la collaborazione tra la direzione e i
dipendenti.
Tutti i provvedimenti disciplinari intrapresi vengono registrati in un’apposita
modulistica. Qualora si verificassero delle situazioni che ledono la dignità
e la professionalità delle persone, i lavoratori devono denunciarle o
segnalarle, anche in forma anonima.
Da sempre Tecnicart cerca di creare un clima sereno e piacevole tra i
lavoratori, infatti, il ricorso a provvedimenti disciplinari è pressoché nullo.
Negli ultimi tre anni Tecnicart ha applicato tre provvedimenti non gravi, a
dimostrazione del clima disteso esistente presso Tecnicart. Nel corso del
2008, Tecnicart ha dovuto ricorrere ad un rimprovero scritto nei confronti
di un lavoratore che si rifiutava di svolgere le funzioni assegnategli dal
responsabile della produzione. Il lavoratore si è reso conto dell’errore, ha
accettato il provvedimento scusandosi del comportamento tenuto.
5.2.7 Requisito 7: Orario di lavoro
Tecnicart applica l’orario di lavoro previsto dal CCNL in vigore per le
aziende esercenti l’industria della carta e del cartone, della cellulosa,
pasta legno, fibra vulcanizzata e presfibra e per le aziende cartotecniche e
trasformatrici della carta e del cartone.
L’orario si articola in 40 ore settimanali, suddivise in due turni diurni, per il
reparto scatolificio, ed in un unico turno giornaliero, per il reparto della
lavorazione della carta ondulata.
In corrispondenza a periodi di picchi produttivi, può essere richiesta la
disponibilità dei lavoratori di effettuare delle ore di straordinario, che non
superano le 12 ore settimanali e sono adeguatamente remunerate.
La consuntivazione delle ore di lavoro effettuate avviene attraverso una
registrazione quotidiana delle ore lavorate e delle ore di straordinario
effettuate da ciascun dipendente.
Durante l’anno possono essere richiesti dei periodi di ferie e dei permessi
secondo
quanto
previsto
dal
CCNL.
L’ufficio
Amministrazione
è
responsabile di aggiornare periodicamente il riepilogo di ferie e permessi
99
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
predisposto dall’azienda, al fine di avere un quadro preciso per ogni
dipendente.
Dal riesame della Direzione sulla situazione monitorata nel 2008 è emerso
un reclamo per il miglioramento della programmazione delle ferie estive; si
è cercato di porre rimedio tempestivamente, ma l’efficacia dell’azione
correttiva potrà essere valutata a fine anno 2009.
5.2.8 Requisito 8: Retribuzione
L’azienda retribuisce i lavoratori in base al livello retributivo conforme al
CCNL e coerente alle mansioni e alle attività assolte dai lavoratori.
L’azienda si impegna a non effettuare trattenute sulla busta paga a scopi
disciplinari e a fornire chiara e dettagliata composizione dei salari e delle
indennità, affinché non vi siano problemi nella lettura da parte dei
lavoratori.
Tecnicart si affida ad una società di consulenza esterna per la corretta
elaborazione delle buste paga, le quali sono archiviate presso l’ufficio
Amministrazione, che le conserva insieme ai contratti di lavoro individuali.
Per quanto riguarda le modalità di pagamento l’azienda si è sempre
dimostrata flessibile andando incontro alle richieste del dipendente.
Per concludere, occorre sottolineare che l’azienda fa ricorso a contratti di
lavoro interinali, senza che questi sfocino in contratti di lavoro a tempo
indeterminato, perché legati a picchi di lavoro temporanei.
5.2.9 Requisito 9: Sistema di gestione
L’ultimo requisito della norma SA 8000 prevede l’analisi del sistema di
Gestione della Responsabilità sociale. Attraverso questo punto, l’impresa
cerca di spiegare alle parti interessate quali sono le azioni intraprese in
ambito di responsabilità sociale.
Tecnicart è dotata di un sistema di gestione integrato QualitàResponsabilità sociale, applicabile a tutte le attività svolte dall’azienda che
concorrono alla realizzazione delle finalità e dei principi enunciati nella
Politica Aziendale. Per raggiungere gli obiettivi e la soddisfazione delle
100
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
parti interessate, Tecnicart dà vita a dei processi che rappresentano i
mezzi necessari per generare valore.
I processi riguardano la Responsabilità della Direzione, la Gestione delle
Risorse umane e tecniche, la realizzazione del prodotto e le misurazioni,
le analisi e i miglioramenti.
L’azienda, per spiegare i criteri, i metodi e le valutazioni che si applicano
sui processi, mette a disposizione tutta una documentazione che
comprende: un Manuale, le specifiche procedure, piani, programmi e i
documenti necessari all’organizzazione, per assicurare la pianificazione, il
funzionamento ed il controllo dei singoli processi.
Come previsto dalla norma SA 8000, sono state effettuate numerose visite
ispettive interne per verificare la continua conformità con i requisiti della
norma. Le visite ispettive sono state condotte tramite interviste al
personale dei reparti, esame della modulistica di sistema e sopralluogo dei
locali. I risultati dell’indagine sono stati molto positivi: è emerso che i
dipendenti sono consapevoli delle tematiche legate alla norma SA 8000 e
sono soddisfatti del clima aziendale, infatti, si sono verificati raramente
casi di tensione, comunque risolti senza gravi conseguenze o mancanza
di conformità.
Dall’analisi dei questionari, inoltre, si può comprendere come certi
argomenti, quali, ad esempio, la sicurezza e l’igiene ed in generale tutti gli
aspetti
della
responsabilità
sociale,
siano
consolidati
all’interno
dell’organizzazione.
Per quanto riguarda il controllo dei fornitori, Tecnicart si è sempre
impegnata
per
implementare
uno
stile
gestionale
socialmente
responsabile volto al coinvolgimento degli stakeholders attraverso
l’attuazione di un processo a catena di adeguamento agli standard da
parte di partner, fornitori e subfornitori per cercare di influenzarne il
comportamento ed accrescere la qualità etico-sociale.
Nel processo di adeguamento allo standard SA 8000 è richiesta la
capacità dei fornitori di rispondere ai requisiti della norma, non solo perché
101
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
espressamente richiesto, ma per la possibilità di applicare principi
riconosciuti a livello internazionale.
Tecnicart ha predisposto una procedura per definire modalità e
responsabilità per valutare e selezionare i propri fornitori sulla base della
loro capacità ad essere conformi con la norma SA 8000.
Tutti i fornitori di Tecnicart devono rispondere ad un questionario ed
accettare il codice di condotta1 per poter continuare il rapporto di fornitura
con l’azienda. In base alle risposte del questionario e all’accettazione del
codice di condotta, i fornitori vengono suddivisi in classi in base alla
criticità: “BASSA”, “ALTA-A”, “ALTA-B”, “ALTA-C”.
Al 31/12/2008, Tecnicart possiede: un solo fornitore di classe “ALTA-A” in
quanto ha risposto al questionario, ma non ha accettato di controfirmare il
codice di condotta; ed otto fornitori di classe “ALTA-B”. Quando i fornitori
risultano di classe “ALTA-A”, Tecnicart programma delle visite ispettive,
per settore o per area geografica, in accordo con il fornitore, per verificare
sul campo la presenza dei comportamenti conformi alle norme; quando i
fornitori sono di classe “ALTA-B”, invece, Tecnicart programma alcuni
colloqui telefonici per chiarire le problematiche emerse.
In conclusione, si può affermare che, per quanto riguarda il Requisito 9,
Tecnicart è in linea con gli obiettivi prefissati. La valutazione della
soddisfazione dei dipendenti ha prodotto risultati molto positivi; sono state
effettuate più ore di formazione interna sul tema della sicurezza rispetto a
quelle programmate; sono state condotte tutte le visite ispettive presso i
fornitori per verificare quanto accettato nel codice di condotta; è stato
pubblicato il bilancio sociale e sono state svolte due riunioni per interagire
con tutto il personale sulle tematiche di responsabilità sociale.
L’unico obiettivo che non è stato raggiunto, nell’anno 2008, è lo
svolgimento della formazione pianificata dall’azienda per l’anno; ciò non è
stato attuabile, perché alcuni lavoratori hanno lasciato l’azienda ed il corso
1
Il codice di condotta è un insieme di principi e regole la cui osservanza da parte dei
fornitori è ritenuta da parte di Tecnicart, un fattore di assoluta importanza, costituendo un
patrimonio decisivo per il consolidamento delle relazioni tra l’organizzazione ed i singoli
fornitori.
102
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
da carrellisti è stato svolto solo da tre persone, rispetto alle sei previste,
per motivi economico-produttivi.
5.3
Conclusione
Dall’analisi dei singoli requisiti si è potuto constatare come Tecnicart abbia
interpretato la norma SA 8000 e quali azioni abbia intrapreso per
implementare, nel migliore dei modi, la responsabilità sociale d’impresa.
A mio avviso risulta molto interessante il lavoro di Tecnicart, la quale si
rende testimone del dovere di rispettare i diritti umani dei lavoratori in ogni
tipo di processo ed organizzazione e si fa promotrice di tutto ciò con i
propri partner.
Tecnicart, nonostante sia una piccola impresa, ha voluto impiegare
energie umane e di capitale per rendere la propria organizzazione
socialmente responsabile, convinta che questa rappresenti una nuova
frontiera e possa diventare, nel tempo, un fattore di successo
indispensabile in un mondo sempre più globalizzato.
Secondo me, è molto significativo l’orientamento delle aziende alla
responsabilità sociale, perché devono essere consapevoli del ruolo
sociale che rivestono, essendo inserite all’interno di reti di relazioni con
tutte le parti interessate ed essendo a stretto contatto con il territorio in cui
operano, attraverso lo sfruttamento di risorse economiche ed umane.
La norma SA 8000 definisce dei principi fondamentali che in Italia
sembrano rispettati a priori, ma la realtà nasconde situazioni critiche e
difficili, che non si riescono a comprendere. Attraverso la certificazione
della responsabilità sociale le imprese, come la Tecnicart, assumono un
ruolo fondamentale nella promozione delle libertà umane e nel rispetto dei
diritti universali. L’aumento esponenziale del numero di certificazioni negli
ultimi anni, dimostra come l’argomento sia ritenuto sempre più
rappresentativo del modo di operare delle aziende e valutato come
obiettivo principale accanto al profitto.
103
Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000
E’ stato curioso esaminare le misure implementate da Tecnicart per la
gestione della responsabilità sociale. Da quello che si è analizzato
traspare una forte motivazione da parte della Direzione a far comprendere
a tutta l’organizzazione il modus operandi per lavorare in sintonia e per il
raggiungimento di obiettivi comuni. Sono stata colpita dall’organizzazione
interna all’azienda , che si presenta molto articolata, nonostante l’organico
sia composto soltanto da sedici dipendenti, e alle numerose iniziative che
la Direzione propone in campo sociale. Tutto ciò a dimostrazione del fatto
che anche le piccole imprese, compiendo sforzi non indifferenti, possono
rendersi testimoni attivi dell’implementazione della responsabilità sociale
in azienda.
104
Conclusioni
La recente evoluzione del ruolo svolto dalle aziende ha comportato il
riconoscimento di una dimensione sociale della loro attività, che si affianca
e si integra con i profili economici, finanziari e competitivi dell’azienda.
Fino a qualche decennio fa, si riteneva sufficiente comunicare
esclusivamente i dati relativi all’andamento economico e finanziario della
gestione, perché queste erano le informazioni richieste da quanti avevano
interessi nelle aziende. Oggi esiste un interesse generale, che si
manifesta non solo come la somma delle aspettative delle singole persone
che con l’azienda intrattengono rapporti diretti, ma anche come interesse
della collettività.
Le imprese si devono fare carico di diversi tipi di responsabilità, che vanno
oltre i risultati puramente economici. La Responsabilità Sociale d’Impresa,
quindi, diventa un obiettivo da raggiungere al pari del profitto, per
aumentare la competitività delle aziende incrementando il loro sviluppo.
Essere socialmente responsabili significa attuare azioni che permettano
alle imprese di accrescere il loro valore come “istituzioni sociali”,
rafforzando la loro identità, migliorando la qualità totale e promuovendo le
relazioni con gli stakeholders.
Negli ultimi anni sono stati numerosi gli interventi da parte di organismi a
livello comunitario e a livello di governi nazionali, allo scopo di definire
delle linee guida per l’applicazione della RSI, segno che l’esigenza di un
orientamento
sociale
nelle
attività
delle
imprese
era
forte
ed
indispensabile.
Sono numerosi gli strumenti della Responsabilità Sociale che sono stati
proposti ed applicati dalle imprese: i codici etici, le norme della famiglia
105
delle ISO, ma meritano un particolare riguardo soprattutto il bilancio
sociale e la norma SA 8000.
Il bilancio sociale è un documento volontario che attesta l’attività svolta da
un’impresa socialmente responsabile al fine di avere una comunicazione
trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders. Si tratta di un documento,
da affiancare a quelli già esistenti, in grado di fornire, ai diversi soggetti
interessati, informazioni sugli effetti sociali che derivano dalle scelte delle
aziende. Può essere utilizzato da qualsiasi tipo di organizzazione (profit,
non-profit, enti pubblici) che percepisce chiaramente la valenza etica nel
suo progetto-prodotto come valore aggiunto che garantisce competitività.
Il bilancio sociale è uno strumento di recente applicazione; i primi
apparvero intorno agli anni Settanta. All’inizio si presentava come allegato
del bilancio d’esercizio, per diventare, poi, una sezione distaccata, ma
sempre collegata al bilancio tradizionale, e dotata di maggiore autonomia
nella trattazione di temi di stampo sociale.
Le ragioni per cui viene redatto un bilancio sociale sono molteplici e
diversificate in base alle esigenze dell’impresa, ma sicuramente l’impegno
al dialogo e la comunicazione verso l’esterno delle performance sociali
rimangono le finalità principali. Il flusso di informazioni da comunicare
all’esterno, se da un lato aumenta le possibilità di scelta degli attori
economici, dall’altro favorisce alle imprese di migliorare la propria
reputazione. Esso, inoltre, fornisce al management informazioni utili per
l’autovalutazione, il controllo dei risultati prodotti e per la definizione di
strategie da attuare in campo sociale.
Il rischio che si può correre nella redazione di un documento simile, è
quello di comunicare solo le informazioni positive, che rendono il
documento incompleto e non permettono agli interlocutori di analizzare
l’attività dell’azienda nel suo complesso. Occorre che il bilancio sociale
fornisca un quadro d’insieme e una rendicontazione a 360 gradi sulla
funzione complessiva svolta dall’impresa al fine di soddisfare pienamente
il complesso di stakeholders.
106
Lo standard SA 8000 (Social Accountability 8000), invece, si colloca in un
quadro di riferimento relativo ai cambiamenti avvenuti a livello di valori e di
principi nell’ambito del mondo delle imprese. Con questo strumento le
aziende cercano di coniugare l’etica con il profitto, al fine di costruire
un’immagine positiva di sé, che può rappresentare un importante punto di
forza e di orgoglio da utilizzare come arma vincente in un mercato sempre
più competitivo.
Lo standard prevede otto requisiti riguardanti il lavoro infantile, il lavoro
obbligato, la salute sul luogo di lavoro, la libertà di associazione e di
contrattazione collettiva, la discriminazione, le procedure disciplinari,
l’orario di lavoro e la retribuzione. L’ultimo punto della norma, il nono,
prevede la regolamentazione del sistema di gestione per applicare lo
standard nell’azienda e presso i fornitori.
La certificazione dell’impresa allo standard SA 8000 è molto importante
sia per le imprese, che si impegnano a comportarsi diligentemente ed
attentamente ai diritti dei lavoratori, sia per i consumatori, che intendono
essere informati sulle linee di condotta delle imprese di cui utilizzano i
prodotti.
Lo scopo principale dello standard è quello di migliorare le prestazioni
sociali dell’organizzazione e prevenire qualsiasi forma di sfruttamento dei
lavoratori, in ottica di miglioramento continuo.
Esso è applicabile in modo volontario da tutte le aziende di qualsiasi
dimensione e settore produttivo, operanti in ogni area geografica.
Il numero di imprese certificate SA 8000 è cresciuto in modo esponenziale
negli anni e l’Italia risulta essere al primo posto mondiale per aziende
certificate. Le ragioni di questo successo sono dovute alla semplicità e alla
facilità di applicazione della norma.
In questo lavoro si è voluto presentare un caso reale di un’impresa
certificata SA 8000, per capire in concreto che cosa spinge un’impresa ad
applicare la norma SA 8000 e quali sono gli sforzi che occorre fare per
implementare un sistema di gestione adeguato e per indirizzare l’intera
organizzazione ad operare in termini di responsabilità sociale.
107
L’impresa in questione è Tecnicart s.r.l. Si tratta di una piccola impresa
industriale, in provincia di Arezzo, che produce articoli cartotecnici in
cartone ondulato, scatole fustellate, imballaggi speciali e contenitori.
Conta 15/16 dipendenti ed è guidata da Carlo Zampieri, il quale ha
ereditato l’attività dal padre.
Tecnicart s.r.l. è fornitore di importanti aziende alimentari, quali Barilla,
Colussi, Buitoni ed altre, per quanto riguarda la carta ondulata alimentare,
la quale rappresenta il prodotto principale dell’attività aziendale.
La forte spinta alla tutela del consumatore e del controllo dei processi
promossa in particolare da Barilla ha portato il management dell’azienda a
considerare indispensabile, anche se molto impegnativo e costoso,
sottoporre a verifiche esterne il suo operato con l’ottenimento di
certificazioni quali ISO 9001, SA 8000 e presto EN 15593.
Per quanto riguarda lo standard SA 8000, l’azienda ha adottato una
struttura organizzativa e una politica aziendale volta a soddisfare i requisiti
previsti dalla norma. L’organigramma si presenta molto articolato, in
quanto l’impresa deve essere in grado di gestire i vari aspetti riguardanti le
diverse certificazioni, e la politica aziendale è molto chiara e ben
dettagliata, perché costituisce una dichiarazione pubblica dei principi che
l’azienda intende perseguire per potersi definire socialmente responsabile.
Per Tecnicart s.r.l. è molto importante il coinvolgimento di fornitori, clienti
e, in generale, degli stakeholders, per poter migliorare le proprie
prestazioni. Per questo ogni anno viene presentato un bilancio SA 8000 in
cui vengono sintetizzate e descritte le azioni intraprese dall’azienda per
ognuno dei nove requisiti della norma. Questo documento viene divulgato
e diventa uno strumento di comunicazione della politica aziendale, al fine
di garantire la massima trasparenza.
Dall’analisi dei singoli requisiti della norma SA 8000 è emerso che
l’impresa impegna molte delle sue energie in ambito di salute e sicurezza,
in quanto è convinta dell’importanza di questo aspetto nei luoghi di lavoro
e, proprio per questo motivo, adotta delle misure adeguate per prevenire
incidenti e danni alla salute. Questo aspetto è posto con forza al centro
108
dell’attenzione di Tecnicart s.r.l., allo scopo di garantire a tutti coloro che
sono coinvolti nelle attività aziendali un luogo di lavoro salubre e sicuro.
Un altro aspetto in cui Tecnicart s.r.l. ha riposto molta attenzione è,
sicuramente, l’implementazione del sistema di gestione integrato, il quale
cerca di dare attuazione a quanto previsto nella politica aziendale con
l’introduzione di procedure e processi studiati ad hoc. Attraverso questo
punto l’impresa cerca di spiegare ai vari interlocutori quali sono le attività
introdotte nell’organizzazione in ambito di responsabilità sociale.
E’ stato molto interessante analizzare l’applicazione dello standard SA
8000 in Tecnicart s.r.l. Mi ha colpito la dedizione con la quale il
management conduce l’organizzazione a ragionare in termini di
responsabilità sociale. Solo il fatto di aver deciso di certificare l’impresa è
un forte segnale per gli stakeholders esterni, ma soprattutto per chi vive e
lavora all’interno. Persone che lavorano bene, in condizioni di rispetto
della persona e delle sue esigenze, sono individui soddisfatti che si
sentono parte integrante di un’azienda attenta al benessere dei propri
lavoratori. Su questa convinzione, e accanto alla qualità totale, Tecnicart
s.r.l. ha voluto costruire il suo fattore di successo creando un clima
aziendale sereno e sano, che non può che essere un punto a favore per
un’impresa operante sul mercato in un periodo di difficoltà come quello
attuale.
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Bibliografia
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http://www.bilanciosociale.it
http://www.fabricaethica.it
http://www.fsc-italia.it
http://www.gestiresostenibile.it
http://www.gruppobilanciosociale.org
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http://www.ipq.it
http://www.isvi.org
http://www.saasaccreditation.org
http://www.sa8000.info
http://www.sa-intl.org
http://www.wikipedia.it
Per il caso:
http://www.tecnicart.it
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