Strumenti della Responsabilità Sociale d`Impresa
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Strumenti della Responsabilità Sociale d`Impresa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA’ DI ECONOMIA Corso di laurea in Economia e gestione delle imprese Sede di Cuneo RELAZIONE DI LAUREA Strumenti della Responsabilità Sociale d’Impresa: bilancio sociale e SA 8000 Il caso Tecnicart s.r.l. Relatore: Prof. Massimo Cane Candidata: Doriana Galaverna Numero matricola: 303759 ANNO ACCADEMICO 2008-2009 Desidero ringraziare il mio relatore, Prof. Massimo Cane, per la grande disponibilità che ha dimostrato nei miei confronti e per avermi seguito passo dopo passo nella stesura della mia tesi, essendo sempre disponibile per chiarimenti ed approfondimenti. Un ringraziamento doveroso lo devo al Sig. Carlo Zampieri, titolare dell’azienda Tecnicart s.r.l. di Arezzo, il quale, in questi mesi di preparazione della tesi, è stato un paziente e prezioso collaboratore fornendomi tempestivamente tutte le informazioni che mi servivano per l’analisi del caso, nonostante le mie richieste fossero di intralcio al lavoro da lui svolto quotidianamente. Un enorme Grazie va alla mia famiglia: Papà, Mamma e Zaira. Grazie per avermi permesso di affrontare questo cammino di studi, per avermi appoggiata e sostenuta in qualsiasi momento positivo o di sconforto. Ho cercato di dare il massimo e di non mollare mai, proprio come mi avete insegnato voi. Spero di essere riuscita a soddisfare le aspettative che avevate riposto in me. Un ringraziamento particolare va a Fabrizio. Grazie perché in questi anni sei stato molto paziente, rispettoso delle mie scelte e sempre pronto ad incoraggiarmi di fronte a tutte le difficoltà, convinto che ce l’avrei fatta in ogni occasione. Spero di non averti deluso mai. Grazie! Un grazie di cuore ad Anna. Sei un punto di riferimento fondamentale per me ed una grande amica. Sei una compagna di studi formidabile e ti devo ringraziare per avermi sempre aiutata e sostenuta in qualsiasi momento difficile. Sono convinta che avremo ancora tanti bei momenti da trascorrere insieme, ma per adesso mi sento in dovere di dirti un enorme Grazie!! Un ulteriore ringraziamento, infine, a TUTTI i miei amici, parenti, alla mia squadra e alle mie due mitiche nonne. Ho trascorso questi tre anni di studi sapendo che tutti credevate in me. Grazie per i vostri pensieri positivi e per avermi sempre sostenuta. Indice pag. Introduzione 1 Capitolo 1 La Responsabilità Sociale d’Impresa 1.1 Premesse 4 1.2 Documenti e testi ufficiali 6 1.3 Strumenti di gestione di Responsabilità Sociale 9 1.3.1 Il Codice Etico 10 1.3.2 Particolari standard di comportamento 12 1.3.3 Il bilancio sociale 14 Capitolo 2 Il bilancio sociale 2.1 Definizioni 16 2.2 Cenni storici 20 2.3 Principi di redazione del bilancio sociale 25 2.4 Finalità, obiettivi e limiti del bilancio sociale 30 2.5 Modelli di redazione del bilancio sociale 35 2.5.1 Modello GBS 37 2.5.2 Modello AA 1000 42 2.6 Macro fasi di realizzazione di un bilancio sociale 46 2.7 Rapporto tra il bilancio sociale e il bilancio d’esercizio 50 2.8 Conclusione 52 Capitolo 3 Lo standard SA 8000 3.1 Contesto di riferimento 54 3.2 Storia dello standard 55 3.3 Applicazione 58 3.4 Definizioni 61 3.5 I requisiti della SA 8000 62 3.5.1 Lavoro infantile 63 3.5.2 Lavoro obbligato 64 3.5.3 Salute e sicurezza 64 3.5.4 Libertà di associazione e contrattazione collettiva 65 3.5.5 Discriminazione 66 3.5.6 Procedure disciplinari 67 3.5.7 Orario di lavoro 68 3.5.8 Retribuzione 69 3.5.9 Sistema di gestione 70 3.6 Rapporto tra SA 8000 e bilancio sociale 74 Capitolo 4 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda 4.1 La storia 77 4.2 I prodotti 79 4.3 Il mercato di riferimento e i concorrenti 81 4.4 La politica aziendale 82 4.5 La struttura organizzativa 84 4.6 Gli stakeholders 88 Capitolo 5 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 5.1 La SA 8000 in Tecnicart 91 5.2 I requisiti della norma SA 8000 in Tecnicart 92 5.2.1 Requisito 1: Lavoro infantile 93 5.2.2 Requisito 2: Lavoro obbligato 94 5.2.3 Requisito 3: Salute e sicurezza 95 5.2.4 Requisito 4: Libertà di associazione e Diritto alla contrattazione collettiva 96 5.2.5 Requisito 5: Discriminazione 97 5.2.6 Requisito 6: Provvedimenti disciplinari 98 5.2.7 Requisito 7: Orario di lavoro 99 5.2.8 Requisito 8: Retribuzione 100 5.2.9 Requisito 9: Sistema di gestione 100 5.3 Conclusione 103 Conclusioni 105 Bibliografia 110 Sitografia 111 Introduzione Il bilancio sociale e tutti gli strumenti di rendicontazione (codici etici, norme della famiglia delle ISO e la SA 8000) si inseriscono in un movimento sociale che cerca di rimettere in discussione alcuni presupposti economici e sociali che erano dati per acquisiti da molto tempo. L’attenzione a mettere in campo comportamenti rispettosi di tutti coloro che interagiscono con un’organizzazione e le pesanti conseguenze, anche economiche, che possono verificarsi con azioni non attente al mondo che sta attorno alla propria attività, hanno portato sul tavolo dei top-manager le problematiche della responsabilità sociale. Ci si è resi conto che nessuno può operare focalizzandosi solo ed esclusivamente sul proprio business. Ogni organizzazione assume precise responsabilità nei confronti di tutta le persone coinvolte, anche soltanto indirettamente, dalla propria azione. Chiedersi quale sia la ricaduta sociale di ogni attività economica significa collocare la componente economica di ogni attività nel suo contesto umano. Occorre prendere coscienza dei rischi e dei danni che il dimenticare la responsabilità sociale può arrecare, anche all’azienda più efficiente e redditizia. Nel primo capitolo della tesi si fa riferimento ai caratteri generali della Responsabilità Sociale d’Impresa che diventa, per le aziende, un obiettivo da perseguire, al pari del profitto, per cercare di raggiungere il successo nel lungo periodo con la creazione di valore economico, sociale e competitivo. Vengono descritte le principali fonti, a livello internazionale ed europeo, che dettano le linee guida a cui le imprese devono attenersi per poter essere definite socialmente responsabili. 1 Analizzati gli strumenti di gestione della responsabilità sociale, nel secondo capitolo si entra nello specifico trattando tutti gli aspetti del bilancio sociale quale documento che attesta, agli occhi di tutti gli stakeholders, l’impegno dell’organizzazione a comportarsi in modo responsabile. Si passano in rassegna i principi di redazione di un bilancio sociale ed i principali modelli che le aziende possono adottare e scegliere in base alla propria concezione di responsabilità sociale. Analogamente al secondo, il terzo capitolo vuole entrare nel dettaglio di uno degli strumenti a disposizione delle organizzazioni per comunicare alla società di riferimento l’orientamento alla Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI). Tale strumento è lo standard SA 8000, il quale permette alle imprese, che sono conformi a tutti i nove requisiti definiti nella norma, di ottenere una certificazione. Certificare un’azienda con lo standard SA 8000 significa impegnarsi a garantire, all’interno dell’organizzazione e lungo tutta la catena dei fornitori, eque condizioni di lavoro, tutela nei confronti dei lavoratori e un approvvigionamento etico di risorse. Si analizzano tutti i requisiti esposti nella norma SA 8000:2008 per avere un’idea dei sistemi di gestione che le imprese, che decidono di certificarsi, devono implementare al proprio interno con conseguenti sforzi economici ed organizzativi. Il quarto ed il quinto capitolo trattano l’analisi di un caso concreto di un’azienda toscana, la Tecnicart s.r.l., che pur essendo una piccola impresa di 15/16 dipendenti ha deciso di implementare la SA 8000, convinta che la gestione socialmente responsabile possa rappresentare un valore aggiunto, indipendentemente dalle dimensioni o dalle risorse economiche che un’organizzazione possiede. Quest’azienda rappresenta uno dei tanti esempi di aziende italiane certificate SA 8000 che hanno deciso di operare con un orientamento alla responsabilità sociale, consapevoli del fatto che le loro azioni comportano delle conseguenze sull’ambiente e sulla comunità di riferimento. 2 Capitolo 1 LA RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA La responsabilità sociale d’impresa 1.1 Premesse La responsabilità sociale d’impresa, detta anche con il termine inglese Corporate Social Responsibility (CSR), può essere vista come una risposta al fenomeno sempre più attuale della globalizzazione e della competitività dei mercati internazionali. Negli ultimi anni in Italia, e ancora di più a livello comunitario, si è assistito ad uno sviluppo intenso di tematiche riguardanti la sostenibilità, in un’ottica di miglioramento continuo delle singole imprese. Nella definizione dell’Unione Europea, la CSR è “l’integrazione su base volontaria dei problemi sociali ed ambientali delle imprese nelle loro attività e nelle loro relazioni con tutte le parti interessate (stakeholders)”.1 E’ noto come le performance delle imprese dipendano non solo da elementi concreti ma anche dai cosiddetti intagibles, quali la fiducia degli stakeholders, la reputazione e l’attenzione al benessere dell’ambiente e della comunità in cui l’impresa opera o con cui entra in contatto. Tutti questi elementi non devono essere considerati solamente come costi, ma anche e soprattutto come opportunità che permettono all’impresa di aumentare la propria competitività e i propri risultati, incrementando il suo sviluppo. Il profitto non può e non deve essere percepito come unico indicatore dello stato di salute dell’impresa; esso indica la capacità dell’impresa di stare sul mercato, ma non deve essere l’unico scopo. L’impresa si deve fare carico di altri tipi di responsabilità che vanno oltre i risultati puramente economici; deve cercare di garantire ottimi prodotti, ottimi servizi, soddisfare i consumatori, attirare nuovi clienti e contribuire allo sviluppo della comunità in cui l’impresa si trova ad essere integrata. Comportamenti simili permettono alle imprese di accrescere il loro valore come “istituzioni sociali”, rafforzando la loro identità e migliorando la qualità totale, perché le imprese non possono limitarsi alla produzione di beni economici, ma anche di capitale sociale. 1 Commissione Europea, Libro Verde, Bruxelles, 2001 4 La responsabilità sociale d’impresa Quindi, le imprese, per essere socialmente responsabili, devono cercare di attuare, contemporaneamente, tre linee di azione che consistono nel2: - promuovere le relazioni con gli stakeholders; - interiorizzare l’etica negli affari; - superare il profitto come scopo primario della gestione d’impresa. Per quanto riguarda il primo punto, è necessaria l’instaurazione di un tipo di relazione che va oltre a quella tradizionale tra management e azionisti. Il management deve essere l’agente che cura gli interessi degli stakeholders affinché collaborino al raggiungimento della mission e degli obiettivi di lungo periodo dell’impresa. Questo nuovo tipo di relazione è la conseguenza, in parte, della presa di coscienza della responsabilità sociale che va ben oltre il solo rapporto contrattuale con gli azionisti e, in parte, dell’introduzione della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) nelle politiche aziendali. Infatti, il coinvolgimento e l’attenzione agli stakeholders nelle decisioni dell’impresa viene ricambiata con la fiducia e il consenso che sono necessari per migliorare le performance nel lungo periodo. Del secondo punto si può sottolineare l’importanza dell’introduzione di una governance composta da regole, fini economici ma anche dall’etica. Occorre ricordare che l’impresa è composta da persone e vive grazie alle relazioni che si instaurano tra le persone. L’etica diventa uno strumento importante che permette di collegare le necessità dell’impresa con i bisogni degli stakeholders. Infine, la creazione del valore puramente economico (il profitto) non deve più essere considerato lo scopo principale del successo di un’impresa, in quanto il solo profitto non garantisce più la sopravvivenza nel lungo periodo. Il successo di lungo periodo può essere raggiunto con la contemporanea creazione di valore economico, sociale e competitivo. La formula che permette all’impresa di creare valore comprende il profitto, il vantaggio competitivo e il benessere sociale. 2 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 73 5 La responsabilità sociale d’impresa Ragionando in questo senso, si può parlare di “cambiamento della geometria del valore”. Questo cambiamento prevede il coinvolgimento della società che diventa destinataria della ricchezza e referente della rendicontazione sociale e si affianca alle relazioni tradizionali esistenti tra impresa, dipendenti e azionisti che definiscono, invece, il valore economico. Passaggio da modello di solo mercato a modello della RSI 3 azionisti azionisti società Valore sociale Valore economico Valore economico dipendenti impresa dipendenti impresa Documenti e testi ufficiali 4 1.2 Negli ultimi anni si sono registrati degli interventi da parte di organismi a livello comunitario e a livello di governi nazionali allo scopo di definire delle linee guida per l’applicazione della RSI. Si possono ricordare: - il Summit Globale di Rio de Janeiro nel 1992 per la promozione dello sviluppo sostenibile e di condizioni economiche e sociali più eque; - la convenzione dell’ILO (International Labour Organization) “Dichiarazione tripartitica per le imprese multinazionali e la politica 3 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 74 4 http://www.gestiresostenibile.it M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 77 6 La responsabilità sociale d’impresa sociale”, approvata nel 1999, la quale si basa su alcuni temi fondamentali legati al lavoro quali la formazione, le condizioni di lavoro, l’occupazione e le relazioni industriali; - il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 che definisce obiettivi strategici della coesione sociale e della crescita economica sostenibile da realizzare entro il 2010, individuati dall’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite, denominata Global Compact; - la pubblicazione del Libro Verde “Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese” nel 2001 e delle Comunicazioni del 2003 e del 2006, che hanno riconosciuto una definizione condivisa di CSR, promosso azioni di collaborazione tra i Paesi membri, stimolato campagne di sensibilizzazione alla RSI nei vari Stati europei e la diffusione della consapevolezza dei vantaggi derivanti da una gestione socialmente responsabile; - la dichiarazione dell’ONU “Le norme delle Nazioni Unite per le imprese: verso una responsabilità legale” presentata nel 2004. Essa richiama gli Stati membri e le imprese alla responsabilità in relazione a 9 principi: non discriminazione protezione dei civili uso delle forze di sicurezza diritti dei lavoratori corruzione e protezione dei consumatori diritti economici, sociali e culturali diritti umani e ambiente diritti delle popolazioni indigene 7 La responsabilità sociale d’impresa - la Risoluzione del Parlamento Europeo “La Responsabilità sociale delle imprese: un nuovo partenariato” presentata nel 2007, che si è focalizzata su 5 punti importanti: confermare la volontarietà della RSI maggior coinvolgimento delle PMI prevedere procedure più stringenti a protezione dei consumatori stabilire procedure per punire dirigenti che pratichino azioni scorrette e illegali approfondire la dimensione transnazionale della Responsabilità Sociale. A livello nazionale, il Governo italiano si è reso promotore, insieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di un progetto chiamato CSR-SC che venne presentato in occasione della Conferenza intergovernativa del 14 novembre 2003 a Venezia. Questo progetto ha previsto l’introduzione di un forum multistakeholder sulla CSR con la partecipazione di soggetti pubblici e privati, l’elaborazione di uno strumento volontario di autovalutazione nelle performance sociali e ambientali (il Social Statement), nonché l’istituzione di incontri e di eventi per la promozione del progetto, in collaborazione con il sistema delle Camere di Commercio. L’idea era quella di proporre uno standard di bilancio sociale per tutte le imprese in modo da uniformare le procedure di rilevazione, di misurazione e di presentazione delle performance raggiunte. Quest’iniziativa non ebbe successo come la proposta di legge del marzo 2004. Quest’ultima fu un tentativo di disciplinare la RSI nel sistema italiano, che prevedeva l’istituzione di alcuni organismi e la previsione di incentivi economici. In particolare, era prevista l’istituzione di un’Autorità per la Responsabilità d’Impresa che avrebbe dovuto svolgere funzioni regolative, quali l’individuazione di indicatori per la definizione di comportamenti socialmente responsabili, la verifica di questi indicatori e la 8 La responsabilità sociale d’impresa selezione, sulla base delle indicazioni di un Forum, dei progetti da ammettere ai benefici economici e fiscali. Tale Forum avrebbe dovuto svolgere una funzione consultiva alle attività dell’Autorità e sarebbe stato formato da 25 esperti rappresentanti di diverse categorie: produttori artigiani, commercianti, sindacati, autonomie locali, servizi pubblici e comunità scientifica. Infine, era previsto un Osservatorio Nazionale sul Dumping5 Sociale per verificare il rispetto delle norme anti-dumping in Italia e all’estero. Prima di queste due iniziative, nel 1981, era già stato presentato in Parlamento un progetto di legge che avrebbe voluto introdurre l’obbligo per alcune imprese pubbliche e private di allegare al bilancio d’esercizio annuale un bilancio sociale, il cui contenuto sarebbe stato predeterminato e avrebbe dovuto riguardare solo il gruppo di stakeholder dei lavoratori (salute e sicurezza, salario, orari di lavoro, formazione e relazioni industriali). Nonostante questa fosse un’iniziativa molto innovativa, né i sindacati, né il mondo politico le diedero troppo peso e questo disegno di legge non fu mai approvato. In conclusione, le imprese italiane, i sindacati, le associazioni di categoria, i soggetti pubblici e privati hanno intrapreso il cammino verso la RSI a testimonianza del fatto che si ripone sempre più attenzione a questo tema. Ciò avviene perché si può e si deve cercare un nuovo modo di ‘fare impresa’. 1.3 Strumenti di gestione di Responsabilità Sociale Alla luce di quanto detto finora, si potrebbe affermare che per un’impresa che voglia ottenere il consenso dai suoi stakeholders sono indispensabili degli strumenti per gestire la responsabilità sociale. Quest’ultima insieme 5 “Dumping = procedura di vendita di un bene o di un servizio su di un mercato estero (mercato di importazione) ad un prezzo inferiore a quello di vendita (o, addirittura, a quello di produzione) del medesimo prodotto sul mercato di origine (mercato di esportazione).” (http://www.wikipedia.it) 9 La responsabilità sociale d’impresa all’etica e ai controlli interni ed esterni sono necessari ma non sufficienti a responsabilizzare totalmente un management. Gli strumenti di gestione della Responsabilità Sociale sono: 1) i codici etici; 2) particolari standard di comportamento; 3) il bilancio sociale. 1.3.1 Il Codice Etico Il Codice Etico può definirsi come la “Carta costituzionale dell’impresa”, una carta dei diritti e dei doveri morali che determina le responsabilità etico-morali da rispettare, in modo da evitare comportamenti irresponsabili o illeciti da parte di chi opera all’interno o con l’impresa, che potrebbero ledere l’immagine e il corretto funzionamento dell’impresa stessa. I motivi che possono portare all’introduzione di un Codice Etico all’interno della gestione d’impresa possono essere molteplici: - definire delle linee guida per la convivenza tra i dipendenti; - presentare gli standard di condotta e le politiche aziendali; - migliorare l’immagine, la reputazione aziendale e il giudizio del pubblico dell’azienda; - contrastare politiche di corruzione e conflitti d’interesse; - definire uno standard professionale all’interno dell’impresa. Il movimento dei codici etici si è affermato negli Stati Uniti a partire dagli anni Cinquanta; i primi modelli si limitavano alla definizione della filosofia aziendale e poche altre regole: furono introdotti spontaneamente dai vertici aziendali al fine di prevenire leggi che avrebbero potuto essere introdotte dall’esterno. Un’ulteriore spinta si è avuta negli anni Ottanta, quando la redazione di un codice etico permetteva di evitare dure sanzioni previste dalle leggi a tutela della moralità nel mondo economico. 10 La responsabilità sociale d’impresa In questo periodo, quasi la totalità delle aziende statunitensi possedeva un codice etico e negli anni successivi, anche a livello europeo, si diffuse questa tendenza. I codici etici rappresentano un modello di autoregolamentazione e sono formati da principi riguardanti la morale, i doveri e le procedure, che si concretizzano in regole di condotta dei membri e in responsabilità dei soggetti terzi. Ogni impresa può adottare la struttura del codice etico che più si adatta alla propria politica aziendale, ma in generale si sviluppa su cinque livelli6: 1) principi etici che sostengono la mission aziendale; 2) norme per le relazioni tra impresa e stakeholders; 3) standard etici di comportamento quali la sicurezza, la salute, la tutela dell’ambiente, la riservatezza, l’uguaglianza, la trasparenza, ecc...; 4) sanzioni interne per la violazione di norme contenute nel codice; 5) strumenti di attuazione delle sanzioni. Il codice etico è sicuramente uno strumento adatto alla diffusione del concetto di responsabilità sociale d’impresa, in quanto detta contenuti e confini indispensabili affinché un’impresa possa essere considerata socialmente responsabile, includendo anche i doveri che l’azienda ha nei confronti di azionisti, dipendenti, fornitori, clienti, comunità e tutti gli altri stakeholders. Nonostante tutto, ci sono dei punti di debolezza per questo documento, perché spesso i principi sono stabiliti in modo generale e, adattandoli alle singole situazioni, potrebbero verificarsi casi di interpretazioni di “comodo”; nella redazione del documento, spesso, c’è un approccio codificatorio più che morale; potrebbe risultare un mezzo per nascondere la ricerca di vantaggi competitivi non così leciti; dovrebbe essere sottoposto ad un processo di revisione e aggiornamento periodico; e, soprattutto, è spesso caratterizzato da una carente comunicazione interna ed esterna all’azienda. 6 L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pagg. 12-17 11 La responsabilità sociale d’impresa 1.3.2 Particolari standard di comportamento I principali standard di comportamento di tipo ambientale ed etico sono: - ISO 14000; - ISO 9000; - SA 8000. Le ISO 14000 sono una serie di norme dettate da un’organizzazione privata, la International Standards Organisation, per la gestione ambientale delle imprese. Se l’azienda è conforme a queste regole ottiene la certificazione ISO 14000. Gli obiettivi che si ottengono dall’applicazione di queste norme sono numerosi e riguardano la riduzione dei rischi ambientali, la riduzione di costi di produzione anche legati all’ambiente, il miglioramento della competitività e la gestione degli aspetti normativi ambientali obbligatori. Nel novembre del 1996 è stata presentata una nuova versione della ISO 14000, la ISO 14001; essa si focalizza sul miglioramento continuo della politica aziendale nei confronti dell’ambiente introducendo una serie di vantaggi, quali il miglioramento dell’immagine dell’impresa e i rapporti con la società, i minori costi per lo smaltimento di rifiuti, materie prime ed energia, i minori costi assicurativi e l’agevolazione per l’ottenimento di finanziamenti pubblici. Se l’impresa ottiene la certificazione ISO 14001 significa che il sistema di gestione ambientale dell’azienda è conforme con la norma ed è stato applicato in modo adeguato. Le ISO 9000 sono una serie di norme che costituiscono uno standard di riferimento per il raggiungimento della qualità, definiscono un insieme di regole per il controllo delle fasi del processo produttivo dalle quali dipende il livello di qualità del prodotto. La certificazione ISO 9000 ha lo scopo di regolare i rapporti tra fornitore e impresa per quanto riguarda l’assicurazione della qualità e fa riferimento al sistema in generale, non ai prodotti o ai servizi in particolare. 12 La responsabilità sociale d’impresa Certificare la propria azienda con le ISO 9000 permette di distinguersi in un mercato sempre più globalizzato, competitivo e orientato alla qualità. Le ISO 9000 vengono attualmente applicate in più di 80 Paesi e sempre di più le imprese cercano di implementarle nella propria gestione, perché permettono loro di avere una qualifica in occasione di gare o appalti; permettono di far conoscere ai terzi il proprio sistema di gestione all’avanguardia e di far sapere all’esterno la politica di miglioramento continuo che l’impresa ha intrapreso. Le norme ISO 9000, dal 2000 in avanti, sono suddivise in: - ISO 9000 che descrive le terminologie e i principi essenziali dei sistemi di gestione della qualità e della loro organizzazione (viene anche chiamata “norma vocabolario”); - ISO 9001 per la definizione dei requisiti della qualità; - ISO 9004 per il miglioramento delle prestazioni delle organizzazioni. Le ISO 9000 sono universali, possono essere applicate in qualsiasi settore a prescindere dalle dimensioni delle organizzazioni. Il nome completo della norma recepita in Italia è UNI EN ISO 9001:2000 in quanto la norma ISO è pubblicata dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione e dal Comitato Europeo di Normazione in Europa. Nel 2008 è stata introdotta una nuova versione di ISO 9001 che è diventata ISO 9001:2008 e la precedente (ISO 9001:2000) è stata ritirata. Questa nuova norma non ha aggiunto o tolto requisiti, ma ha solo specificato e ampliato quelli esistenti. La Social Accountability 8000 (SA 8000), invece, è uno standard di comportamento etico introdotto da CEEPA (Council on Economics Priorities Accreditatioin Agency) nell’ottobre 1997 7. Di questo argomento verrà data una spiegazione più approfondita nel capitolo 3. 7 Il Council on Economics Priorities Accreditation Agency (CEEPA) è stato costituito nel 1997 dal Council on Economics Priorities (CEP), istituto americano fondato nel 1969, la cui missione consiste nel fornire ai consumatori e agli investitori strumenti informativi per valutare la performance sociale delle maggiori imprese.” (L. Hinna, Il bilancio sociale, Il Sole 24 Ore, 2005, pag. 286). 13 La responsabilità sociale d’impresa 1.3.3 Il bilancio sociale Il bilancio sociale è un documento volontario che attesta l’attività svolta da un’impresa socialmente responsabile al fine di avere una comunicazione trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders. Anche questo argomento verrà trattato in modo più specifico nel capitolo successivo. 14 Capitolo 2 IL BILANCIO SOCIALE Il bilancio sociale 2.1 Definizioni L’espressione “bilancio sociale” è stata introdotta convenzionalmente dagli studiosi, ma a livello internazionale e nazionale può essere chiamato in vari modi: Social Audit, Social Accounting, Social Balance, Intellectual Capital. Tale espressione non è la più ideale per esprimere il concetto che con il termine si vuole intendere. Il sostantivo “bilancio” richiama il bilancio tradizionale che non ha nulla a che vedere con quello sociale. Il bilancio tradizionale è obbligatorio, ha struttura, metodologie e finalità completamente diverse dal bilancio sociale. Quando si fa riferimento al bilancio tradizionale si pensa a delle voci contrapposte: costi e ricavi, attività e passività, ma tutto ciò non compare nello strumento di comunicazione della responsabilità sociale. Nel bilancio sociale compaiono grandezze non sempre quantitative e monetarie e la sua struttura non è dettata da norme, come ,invece, accade quando si fa riferimento al bilancio tradizionale. In poche parole, si può dire che il bilancio sociale è “un rendiconto dei comportamenti attenti agli aspetti sociali ed etici dell’attività esaminata e una presentazione documentata dei risultati conseguiti” 1. Quindi in questo ambito il termine “bilancio” è utilizzato soltanto nel senso di rendiconto, di dichiarazione dei risultati conseguiti accompagnati da testimonianze che li avvalorano. Il concetto principale, per chi decide di redigere un bilancio sociale, è di rendere conto di quanto si fa di socialmente apprezzabile. Tale strumento è il più indicato per dare visibilità e trasparenza al proprio pubblico di riferimento. L’altro termine utilizzato nell’espressione di bilancio sociale è l’aggettivo “sociale”. Ciò significa che questo tipo di strumento non limita la propria attenzione al proprio business, ma si estende a tutti gli stakeholder, cioè a tutti coloro che gravitano intorno all’attività dell’impresa stessa. 1 A. Corrocher, Il bilancio sociale – Come realizzarlo nelle aziende profit, nelle organizzazioni non profit e negli enti pubblici, FRANCOANGELI, 2005, pag. 17 16 Il bilancio sociale In estrema sintesi il bilancio sociale è un documento potenzialmente straordinario con il quale un’organizzazione presenta se stessa alla comunità di riferimento, rendendo pubblici i suoi comportamenti socialmente responsabili portando, a conferma, la testimonianza di persone direttamente coinvolte e interessate. Può essere inteso come un momento per enfatizzare il proprio legame con il territorio , un’occasione per affermare il concetto di impresa come “buon cittadino”, cioè un soggetto che opera su un territorio perseguendo i propri interessi e contribuendo a migliorare la qualità della vita dei membri della società in cui è inserito. Quando si parla di bilancio sociale, occorre sottolineare tre componenti indispensabili. Il primo aspetto riguarda la descrizione dell’organizzazione che decide di redigere il bilancio sociale. L’azienda deve “raccontarsi” indicando tutto ciò che può essere fondamentale al lettore per capire quale tipo di impresa ha davanti. Affinché tutti possano comprendere, il bilancio sociale deve essere redatto con un linguaggio trasparente e semplice, perché deve poter essere letto da chiunque, non solo da tecnici o esperti in materia, altrimenti perderebbe uno dei suoi obiettivi principali. Il secondo aspetto da considerare, dopo aver presentato la realtà dell’azienda, è la manifestazione dei comportamenti socialmente apprezzabili. Il documento deve indicare che cosa fa l’azienda, in che modo e perché si ritiene che ciò che si fa sia socialmente utile. Solo se l’azienda manifesta la propria vision, le proprie strategie e i propri obiettivi, potrà vantare risultati socialmente significativi. La dichiarazione dei risultati non può essere una manifestazione ipotetica, devono poter essere effettuate delle verifiche concrete e, possibilmente, oggettive. Il terzo ed ultimo aspetto, da tenere presente in tema di bilancio sociale, riguarda le testimonianze. Se si redige un bilancio sociale senza il supporto di testimonianze, non sarebbe più un bilancio sociale, cioè un rendiconto che documenta effettivamente la responsabilità sociale e i comportamenti etici, ma un’operazione di marketing o un tentativo per influenzare il lettore. 17 Il bilancio sociale Questo documento può essere utilizzato da aziende profit, organizzazioni non profit o enti pubblici che percepiscono chiaramente la valenza etica del proprio progetto-prodotto come elemento di valore aggiunto che garantisce competitività. Finora il bilancio sociale è stato descritto come un documento consuntivo che racchiude risultati, obiettivi e testimonianze per sottolineare comportamenti socialmente responsabili, ma può essere inteso come il processo di elaborazione attraverso il quale si arriva al bilancio sociale. Di solito si pensa che il bilancio sociale sia solo una semplice manipolazione di informazioni già disponibili e un esercizio di buona scrittura per presentarle nel migliore dei modi, ma in realtà fare il bilancio sociale significa obbligare tutta la struttura e l’organizzazione a guardare l’attività con occhi diversi. Non basta rispettare regole e procedure, se si vuole manifestare la responsabilità sociale si devono sempre avere presenti gli effetti che il lavoro svolto produce sulla gente. Per documentare ed esplicitare tutti i comportamenti bisogna essere attrezzati, in modo da misurare i fenomeni ed i fatti che testimoniano la responsabilità sociale. Si capisce subito che elaborare un bilancio sociale significa, prima, avere ben presenti gli obiettivi ed esplicitare le strategie, poi, organizzare la struttura ed infine misurare i risultati che si sono raggiunti. Guardando il bilancio sociale sotto questo punto di vista si può capire che le organizzazioni devono essere strutturate in modo diverso: non possono più avere come unici obiettivi i concetti di efficienza, il rispetto delle regole e le procedure da seguire, ma dovranno essere attente alle esigenze e alle valutazioni delle persone esterne, che in qualche modo vengono interessate dall’attività svolta dall’organizzazione stessa. Per un’azienda socialmente responsabile è molto importante porre l’attenzione su come viene percepita l’attività dalle persone esterne e come sono valutate le affermazioni sui risultati raggiunti. A questo proposito si può enunciare il pensiero di Viviani che definisce il documento come una nuova “struttura culturale”, dove è possibile leggere 18 Il bilancio sociale la realtà imprenditoriale come misuratore di reputazione per l’impresa; il rendiconto dovrebbe sottolineare tutto ciò che gli interlocutori credono dell’impresa e definire la coerenza tra ciò che è dichiarato e ciò che effettivamente è perseguito. Le organizzazioni che affrontano il tema della rendicontazione sociale devono avere un atteggiamento molto diverso di fronte al loro lavoro: non si lavora solo per il compenso, per la promozione, per un obbligo contrattuale, per il rispetto delle norme, ma si lavora per dare ai vari stakeholder il migliore beneficio o il minore disturbo, controllando che quest’attenzione sia percepita e apprezzata. La decisione di redigere un bilancio sociale ha un valore strategico e un impatto organizzativo notevole sulla struttura che dovrà realizzarlo, pertanto questa decisione spetterà al livello più alto dell’organizzazione. Il bilancio sociale diventa una documentazione che dovrà essere ripetuta periodicamente, altrimenti perderebbe gran parte della sua efficacia di comunicazione sociale e potrebbe diventare anche controproducente. In conclusione, oltre alla definizione di bilancio sociale riportata in precedenza e ampiamente commentata, si possono citare altre definizioni che nel tempo sono state elaborate da diversi studiosi, in quanto, ancora oggi, non si è riusciti a formulare una definizione univoca e rigorosa. Negli anni Settanta, in Italia, sono state prodotte numerose definizioni e di particolare importanza è quella di Matacena: “il bilancio sociale è il complesso dei documenti contabili e non che, insieme ai bilanci tradizionali, ha lo scopo di offrire informazioni quali-quantitative sulle operazioni svolte dall’impresa per effetto delle finalità sociali assunte”2. Altre argomentazioni più recenti, e forse più accettate dagli studiosi, sono quelle che ritengono il bilancio sociale come “l’utilizzo di un modello di rendicontazione sulle quantità e sulle qualità di relazione tra l’impresa e i suoi stakeholder, mirante a delineare un quadro omogeneo, puntuale, completo e trasparente della complessa interdipendenza tra fattori 2 L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 19 19 Il bilancio sociale economici e quelli socio-politici connaturati e conseguenti alle scelte fatte”3. Per concludere, si può affermare che il bilancio sociale rappresenta un rendiconto redatto in modo volontario, che cerca di misurare quelle che sono le performance dell’impresa da un punto di vista non solo prettamente economico, ma soprattutto sociale, facendo particolare riferimento agli effetti che le scelte dell’azienda provocano su tutte le categorie di soggetti con le quali si relaziona e sull’ambiente in generale. 2.2 Cenni storici I primi bilanci sociali apparvero tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta in un contesto sociale caratterizzato da contestazioni, disordini e accuse sull’operato delle imprese. Ad esempio, in America, durante lo scandalo del Watergate4, alcune imprese petrolifere e chimiche statunitensi furono attaccate dall’opinione pubblica con l’accusa di esercitare il lavoro in condizioni pessime e produrre forte inquinamento. Per questo motivo molte imprese capirono che per riallacciare i rapporti con il pubblico occorreva ricorrere ad una comunicazione trasparente e corretta, in modo da recuperare la reputazione che si era affievolita con il tempo. Questa prima fase del cammino di evoluzione del bilancio sociale può essere chiamata fase pionieristica e si sviluppò negli anni Settanta. Durante questo periodo, le imprese iniziarono ad includere tra le informazioni economiche e finanziarie una descrizione ampia delle iniziative in campo sociale e si arrivò alla diffusione massiccia del fenomeno del reporting sociale a metà degli anni Settanta. 3 L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 19 4 “Lo scandalo Watergate fu uno scandalo politico scoppiato negli Stati Uniti nel 1972, durato due anni, che portò alla richiesta di rinvio a giudizio e alle dimissioni dell’allora presidente degli Usa Richard Nixon.” (http://www.wikipedia.it) 20 Il bilancio sociale I primi bilanci sociali (il primo in assoluto nacque in Germania nel 1938 ad opera della AEG) si presentavano come allegati del bilancio tradizionale, in cui si riportavano informazioni quantitative che sintetizzavano le prestazioni a favore del personale e le spese riguardanti la collettività, per diventare in seguito una sezione distaccata, ma sempre collegata al bilancio tradizionale, e dotata di maggiore autonomia nella trattazione di temi riguardanti la qualità del prodotto, la sicurezza, la tutela dell’ambiente, la protezione dei lavoratori e la comunità in generale. Un’iniziativa importante che riguarda la fase del pionierismo, dopo le iniziative americane significative per lo sviluppo di un modello di bilancio sociale, è la normazione della pratica di redazione del bilancio sociale in Francia. Qui, il bilancio sociale è stato reso obbligatorio con la legislazione sul Bilan Social contenuta nella Legge 77-769 del 12 luglio 1977. Questa legge prevedeva obblighi di rendicontazione su 134 indicatori e temi relativi a: occupazione, salute e sicurezza, salari, formazione, condizioni di lavoro e relazioni industriali. Si legge nella norma: “Le bilan social récapitule en un document unique les principales données chiffrées permettant d’apprécier la situation de l’entreprise dans le domaine social, d’enregistrer les réalisations effectuées et de mesurer les changements intervenus au cours de l’année écoulée et des deux année précédentes. En conséquence, le bilan social comporte des information sur l’emploi, les rémunérations et charges accessoires, les conditions d’hygiène et de sécurité, les autres conditions de travail, la formation, les relations professionnelles ainsi où ces conditions dépendent de l’entreprise”5. Oggi la normativa francese fissa dei punti sui quali ci si basa per la redazione del bilancio sociale: contenuto (suddiviso in sette capitoli riguardanti le condizioni di lavoro); specifici indicatori relativi a singoli settori produttivi; soggetti obbligati alla sua redazione (imprese con più di 750 dipendenti e dal 1982 anche le imprese con più di 300 dipendenti); destinatari del documento. Il bilancio francese rappresenta uno strumento 5 L. Condosta, Il bilancio sociale d’azienda - Teorie e tecniche di redazione, IPSOA, 2008, pagg. 65-66 21 Il bilancio sociale per la verifica delle condizioni di lavoro dei soggetti impiegati nell’impresa, ma è meno utilizzato come strumento manageriale. Diversa fu l’esperienza della Gran Bretagna dove il mondo imprenditoriale si dimostrò sensibile al fenomeno della rendicontazione sociale negli anni Settanta. Il bilancio sociale era finalizzato a dichiarare i risultati raggiunti ed era orientato soprattutto agli stakeholders esterni (erano quindi esclusi i dipendenti). Anche gli Stati Uniti e la Germania furono protagonisti nella fissazione di linee guida per la redazione del bilancio sociale. Nel 1976 venne presentato un primo modello negli Usa: l’American Accounting Association, che elencava una serie di punti per definire il concetto di valutazione sociale e nel 1978 un gruppo di studio tedesco elaborò alcuni principi basilari per la redazione del bilancio sociale. Gli anni Settanta segnarono l’inizio di un lungo cammino di studio ed elaborazione di principi e linee guida orientate alla comunicazione della responsabilità sociale attraverso quello strumento, ancora oggi poco conosciuto, che è il bilancio sociale. Le fasi successive, che succedettero alla fase pionieristica, sono tre6: 1) anni Ottanta: fase di stallo 2) anni Novanta: anni di grande diffusione 3) dal 2000 ad oggi: fase di intervento istituzionale Per quanto riguarda gli anni Ottanta vi fu un periodo di stallo, ribattezzato dagli studiosi come quello del “calo di tensione”, in cui i principi definiti nella fase precedente non trovarono applicazioni pratiche. Le cause che portarono a questa distrazione dalle questioni sociali sono molteplici: - le crisi petrolifere del 1973 e del 1979 che causarono un cambiamento di obiettivi delle politiche economiche; - la paura di dover comunicare, attraverso il bilancio sociale, risultati negativi che, in un contesto di concorrenza spietata, avrebbero danneggiato le imprese stesse; 6 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 281 22 Il bilancio sociale - una resistenza da parte degli esperti contabili nel considerare il bilancio sociale come materia specifica e, pertanto, non fondamentale. Gli anni Novanta, invece, furono gli anni della grande diffusione degli strumenti della RSI in tutti i Paesi industrializzati. La Gran Bretagna fu un esempio per illustrare la crescita delle pratiche in questo periodo. Al contrario della Francia, il contesto anglosassone prevedeva la diffusione di un sistema di welfare liberale che favoriva lo sviluppo volontario, senza regolamentazioni di alcun genere, delle prassi socialmente responsabili. In questo periodo si svilupparono alcuni modelli importanti come la AA1000 e la SA8000. Durante gli anni Duemila, come già accennato nel primo capitolo, vi furono una serie di interventi della comunità politica internazionale per la normazione di tematiche riguardanti la responsabilità sociale: l’adozione del Libro Verde nel 2001, le pubblicazioni conseguenti nel 2002 e nel 2006, il Consiglio Europeo di Lisbona, ecc... Dopo una panoramica temporale circa l’attenzione dedicata alla responsabilità sociale e al bilancio sociale nello specifico all’interno dei principali Paesi, resta da analizzare la situazione italiana. Il primo caso di realizzazione di un bilancio sociale in Italia risale al 1974, quando la Merloni7 presentava un rendiconto molto simile al modello francese, rispondendo ad un’iniziativa lanciata dall’Istituto Battelle di Ginevra al fine di analizzare le condizioni di sviluppo e di applicazione di un bilancio sociale. Solo vent’anni più tardi, nel 1994, si avrà la redazione del secondo bilancio sociale in Italia, quello delle Ferrovie dello Stato. Mentre in Paesi come la Gran Bretagna e la Francia il bilancio sociale è stato introdotto con un processo lineare, in Italia il percorso è stato meno naturale. Le iniziative autonome da parte delle aziende sono state di 7 “Merloni Elettrodomestici Spa è un’azienda nata nel 1930 a Fabriano (AN) ad opera della famiglia Merloni. Nel 2005 diventa Indesit Company. E’ il secondo produttore europeo di elettrodomestici per quota di mercato e la più giovane multinazionale tra i leader di settore. Ha due tipi di business: free standing e built-in; tre marchi principali: Hotpoint-Ariston, Indesit e Scholtès; tre diverse linee di prodotto: freddo, cottura e lavaggio.” (http://www.indesitcompany.com) 23 Il bilancio sociale bassa qualità e le iniziative dei governi sottovalutate e ignorate. Saranno vari elementi di “contesto” (sconvolgimenti politici, crack finanziari, trasformazioni del tessuto economico) a far emergere la CSR come concetto autonomo e a dare il via ad una serie di iniziative private importate dalle imprese operanti in Paesi esteri. L’iniziativa italiana più importante risale all’ottobre del 1998, quando nasce il “Gruppo di studio per la statuizione dei principi di redazione del bilancio sociale” (GBS) con lo scopo di dettare i principi essenziali e le procedure per la realizzazione del bilancio sociale. In estrema sintesi, i principi fondamentali definiti dal GBS sono: - il bilancio sociale è un documento separato dal bilancio annuale e può essere redatto da qualsiasi tipo di azienda (profit, non profit, cooperative); - deve essere ripresentato annualmente; - ha lo scopo di fornire informazioni utili circa l’assetto istituzionale, i valori di riferimento, il processo seguito per esplicitare i valori dichiarati; - deve articolarsi in tre parti: identità aziendale, calcolo e distribuzione del valore aggiunto, relazione sociale. Nel 1981, poi nel 2003 e nel 2004, come già accennato nel primo capitolo, furono presentati dei disegni di legge e dei progetti in Parlamento al fine di regolamentare il bilancio sociale senza ottenere, però, alcun risultato. In conclusione si può affermare che in Italia esistono alcuni osservatori sul bilancio sociale (ad esempio l’osservatorio ISVI che pubblica annualmente un report di ricerca sulla responsabilità sociale in Italia, oppure l’osservatorio della società di rating Avanzi SRI8) che mettono in luce l’aumento esponenziale nell’utilizzo di questo strumento verso la fine degli anni Novanta, specialmente in alcuni settori quali il chimico-farmaceutico e il bancario-creditizio. 8 http://www.isvi.org http://www.avanzi.org 24 Il bilancio sociale 2.3 Principi di redazione del bilancio sociale I principi di redazione del bilancio sociale fanno sì che un generico rendiconto sull’attività d’impresa possa essere considerato un bilancio sociale degno di questo nome. Prima di trattare i principi di redazione, occorre soffermarsi sulle linee guida che ciascuna impresa deve seguire nella sua attività aziendale; negli ultimi anni, organizzazioni esterne alle imprese hanno dettato alcuni principi guida generici come la Dichiarazione dei doveri dell’uomo e, specialmente, quelli rivolti alle imprese di ogni dimensione, come la Carta dei valori d’impresa, o alle multinazionali, come i principi guida di Amnesty International9. La carta dei valori di un’impresa è stata elaborata dalla Commissione etica dell’Istituto Europeo per il bilancio sociale (IBS); essa costituisce un codice di orientamento etico che l’impresa deve applicare per perseguire la sua mission ed è formata da nove principi:10 1) centralità della persona: rispetto dell’ integrità fisica, morale e culturale di ogni individuo, delle pari opportunità e delle diversità; 2) valorizzazione delle risorse umane: sviluppo delle singole professionalità attraverso percorsi di accrescimento professionale e partecipazione alla vita d’impresa; 3) rispetto e la tutela dell’ambiente: sviluppo sostenibile nei confronti di temi ambientali, impegno costante a raggiungere obiettivi nel rispetto delle generazioni future; 9 “ Amnesty International è un’organizzazione non governativa sovranazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Lo scopo di Amnesty International è quella di promuovere, in modo imparziale e indipendente, il rispetto dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e quello di prevenirne gli abusi. Il suo simbolo è una candela nel filo spinato. E’ stata fondata da un avvocato inglese P. Benenson e conta due milioni di sostenitori in 140 nazioni differenti.” (http://www.wikipedia.it) 10 L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 58 25 Il bilancio sociale 4) attenzione alle aspettative degli interlocutori interni ed esterni al fine di instaurare un dialogo costruttivo che permetta di migliorare il clima di appartenenza e il grado di soddisfazione; 5) affidabilità dei sistemi di gestione per accrescere la redditività e la competitività dell’impresa; 6) creazione e distribuzione del valore aggiunto: successo nella produzione e nella competitività sul mercato che permetta all’impresa un’equa distribuzione del valore aggiunto tra gli stakeholder; 7) innovazione e qualità: attenzione alla ricerca e allo sviluppo per una costante innovazione all’interno dei processi aziendali; 8) correttezza e trasparenza: accrescimento del grado di soddisfazione degli stakeholder attraverso una comunicazione chiara, veritiera e trasparente di strategie, attività e obiettivi dell’azienda; 9) interrelazione con la collettività: per instaurare un dialogo di scambio finalizzato al miglioramento della qualità della vita. Gli attuali principi di redazione del bilancio sociale sono stati elaborati tenendo presente questi “postulati”. Alla luce di quanto detto finora si possono elencare le caratteristiche fondamentali del report, ovvero gli elementi che rendono questo documento un vero e proprio bilancio sociale. La mancanza di uno solo di questi principi potrebbe trasformare il bilancio sociale in uno strumento di marketing finalizzato alla promozione e all’immagine dell’impresa. Secondo le indicazioni del GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale) i principi a cui si devono attenere le imprese nella redazione del bilancio sociale sono11: 1. Responsabilità: bisogna far in modo che siano identificabili le categorie di stakeholder, per definire a chi sono rivolti gli effetti dell’attività dell’azienda. 11 GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè Editore, 2007, pagg. 20-21-22 26 Il bilancio sociale 2. Identificazione: devono essere fornite informazioni dettagliate circa la proprietà e il governo dell’azienda. E’ necessario che i terzi abbiano ben chiaro quelli che sono i valori, i principi, le regole e gli obiettivi generali dell’azienda. 3. Trasparenza: tutti i destinatari devono essere posti nelle condizioni di comprendere quanto affermato all’interno del documento, infatti, l’informazione può considerarsi trasparente solo quando permette di capire. Occorre ricordare che il bilancio sociale è uno strumento che deve poter essere utilizzato non solo da tecnici o esperti in materia, anzi, sono proprio le persone comuni che devono convincersi della bontà delle informazioni contenute nel documento ed esprimere un parere in merito. Parlando di trasparenza bisogna sottolineare un secondo aspetto. Nell’attività dell’azienda possono esserci degli argomenti poco lusinghieri dei quali non si vorrebbe parlare. Nella logica del bilancio sociale questi argomenti non vanno dimenticati al fine di non minare la fiducia che deve connotare gli stakeholder e il bilancio sociale. Bisogna convincersi che il bilancio sociale non è uno strumento per i bravissimi, ma per le organizzazioni concrete con i loro punti di forza e di fragilità. Nascondere alcune informazioni svuoterebbe il bilancio sociale di quella sostanza di testimone della responsabilità sociale e perderebbe la credibilità, che invece lo deve caratterizzare. 4. Inclusione: bisogna far in modo di dar voce a tutti gli stakeholder ed eventuali esclusioni devono essere motivate. 5. Coerenza: deve essere fornita una descrizione esplicita della conformità delle politiche del management ai valori dichiarati. 6. Neutralità: il bilancio sociale deve essere imparziale ed indipendente da interessi di parte o da eventuali coalizioni. 27 Il bilancio sociale 7. Competenza di periodo: le attività sociali si devono rilevare nel momento in cui si manifestano, non quando sono maturate le operazioni finanziarie ad esse collegate. 8. Prudenza: gli effetti sociali positivi e negativi devono essere indicati in modo da non falsare la situazione dell’organizzazione. Gli eventuali valori contabili devono essere indicati in base al costo. 9. Comparabilità: deve essere possibile il confronto tra bilanci differenziati nel tempo della stessa azienda o con bilanci di aziende operanti nel medesimo settore o contesto. 10. Comprensibilità, chiarezza ed intelligibilità: le informazioni contenute nel bilancio sociale devono essere chiare e comprensibili. Occorre utilizzare un linguaggio semplice, lontano da tecnicismi, privo di rinvii a norme, con una scrittura lineare e di facile lettura; occorre contenere la lunghezza delle cose che si vogliono dire in modo che l’intero documento possa essere letto senza perdere la concentrazione necessaria per capirlo. E’ necessario sottolineare che il bilancio sociale è uno strumento di comunicazione che deve catturare l’attenzione e farsi leggere e capire con facilità, anche dalle persone non addette ai lavori. 11. Periodicità e ricorrenza: il bilancio sociale, essendo collegato al bilancio d’esercizio, deve corrispondere al periodo amministrativo di quest’ultimo. Il bilancio sociale deve anche essere sistematico; è un documento che serve per instaurare un dialogo con gli stakeholder e quindi non può essere interrotto una volta aperto. Con la ricorrenza che si ritiene più opportuna occorre ripetere il bilancio che diventerà un momento di contatto fra l’organizzazione e i suoi stakeholder. Il documento ha nel suo dna il fatto che, presentato una prima volta, deve essere seguito dalle edizioni successive per aggiornare le informazioni, consolidando il dialogo e i benefici per entrambe le parti. 28 Il bilancio sociale 12. Omogeneità: tutte le espressioni monetarie devono essere espresse nell’unica moneta di conto. 13. Utilità: il bilancio sociale deve essere composto da informazioni ritenute utili per soddisfare le aspettative del pubblico cercando di definire gli argomenti necessari per delineare una conoscenza del fenomeno concreta e non di comodo. 14. Significatività e rilevanza: bisogna tenere conto dell’impatto effettivo che gli accadimenti hanno prodotto sulla realtà circostante e come le attività dell’azienda sono percepite dagli stakeholder. 15. Verificabilità dell’informazione: affermazioni attraverso contenute la nel ricostruzione bisogna documento del cercare una di dare valenza procedimento di alle oggettiva raccolta e rendicontazione dei dati e delle informazioni. Questo risultato si può raggiungere in tre modi. Il primo si riferisce alla misurazione assoluta: si possono utilizzare dati quantitativi opportunamente commentati che rappresentino una soluzione semplice e indiscutibile. Il secondo riguarda le testimonianze dirette raccolte con interviste o questionari dalle persone coinvolte: si cerca di sottoporre a giudizio le affermazioni e i risultati facendo riferimento ad un campione di persone coinvolte; l’importante è permettere al lettore di poter trarre le proprie conclusioni dai risultati dell’indagine senza dover leggere i dati. Il terzo ed ultimo modo di verificare le informazioni contenute nel documento può essere dato dai “focus group”, cioè attraverso l’organizzazione di riunioni alle quali invitare gli stessi personaggi che sono stati sottoposti a questionari, singole persone o rappresentanti di gruppi di stakeholder, e presentare una bozza del bilancio per raccogliere le valutazioni dei presenti. 16. Attendibilità e fedele rappresentazione: le informazioni contenute nel bilancio sociale devono essere prive di errori e pregiudizi, in modo da poter essere considerate come fedele rappresentazione della realtà. 29 Il bilancio sociale Per essere attendibile, l’informazione deve rappresentare in modo completo e veritiero il proprio oggetto e ci deve essere una prevalenza degli aspetti sostanziali su quelli formali. 17. Autonomia delle terze parti: nei casi in cui terze parti fossero incaricate a realizzare specifiche parti del bilancio sociale dovranno poter agire in modo autonomo e indipendente. La delineazione di questi principi è finalizzata, oltre a garantire uniformità nel processo di redazione del bilancio sociale, ad individuare le dimensioni chiave per la valutazione della qualità dei diversi documenti e, soprattutto, dei modelli più innovativi e diffusi. 2.4 Finalità, obiettivi e limiti del bilancio sociale Come già ricordato in precedenza, la redazione del bilancio sociale è una scelta volontaria che le aziende possono fare al fine di comunicare il proprio impegno verso la responsabilità sociale. Varie sono le finalità e le ragioni per cui viene redatto il bilancio sociale; infatti, esistono diversi esempi di bilanci sociali che si diversificano proprio per le finalità che si propongono, senza perdere di vista l’obiettivo primario dell’impegno al dialogo. Le possibili ragioni per cui si redige un bilancio sociale possono essere:12 - pubbliche relazioni: qualsiasi documento redatto da un’azienda deve essere comunicato all’esterno diventando, così, un importante strumento di immagine e ciò vale anche per il bilancio sociale. Un’azienda che sa di aver agito in modo responsabile dal punto di vista sociale, magari meglio della concorrenza, cerca di rafforzare la propria immagine con la redazione del bilancio sociale. Un rischio che si corre è quello di veder comunicate solo le informazioni positive, che rendono il documento 12 L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale; gestione responsabile e sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002, pagg. 236-242 30 Il bilancio sociale incompleto e non permettono agli stakeholder di analizzare l’attività dell’azienda nel suo complesso. Come già ricordato, il bilancio sociale non può essere inteso come strumento di pura immagine, perché in tal senso dovrebbe essere considerato un documento di marketing e non uno strumento di comunicazione della responsabilità sociale; - strategie sociali verso gli stakeholder: questa finalità prevede che venga predisposta una mappa indicante gli stakeholder dell’azienda per definire gli interlocutori e la loro influenza sulla gestione d’impresa. In questo contesto il bilancio sociale diventa uno strumento utile al top management per valutare le performance e per verificare i risultati conseguiti in relazione alle attese degli stakeholder. Un limite di questo approccio è che il bilancio sociale rischia di sottolineare dati e informazioni che riguardano singoli stakeholder, perdendo di vista l’attività sociale dell’impresa nella sua globalità. Le finalità strategiche tentano di superare questo limite cercando di avere una visione globale degli stakeholder in modo da essere credibili e per non portare gli interlocutori al sospetto che l’impresa applichi politiche diverse a seconda delle categorie con cui si trova ad operare; - difesa documentata: i primi bilanci sociali sono nati in un periodo (gli anni Settanta) di forti contestazioni da parte di ecologisti, associazioni di consumatori e sindacati, contro l’azione dei business. E’ per questo motivo che è nata l’esigenza di realizzare documenti in cui venivano descritti gli effetti delle azioni imprenditoriali. La difesa documentata deve concentrarsi sulla comunicazione agli interlocutori degli effetti, anche negativi, delle singole azioni intraprese dai management per cercare di difendersi dagli atti di accusa, che potrebbero mettere a rischio la vita dell’azienda. In questo contesto la difesa documentata è legata a circostanze contingenti, a differenza del bilancio sociale inteso come strumento strategico che, invece, è inserito in un programma aziendale. 31 Il bilancio sociale Il limite di questa finalità è che si rischia di essere vincolati dall’obiettivo difensivo rendendo il bilancio sociale non neutrale e di uguale interesse per tutti gli stakeholder; - difesa anti-regolamentazione: in questo caso si redige il bilancio sociale per prevenire le regolamentazioni esterne, soprattutto quella pubblica. Si tratta di realizzare volontariamente un documento che contenga dati e informazioni sociali che potrebbero essere richiesti da stakeholder in grado di incidere sulla regolamentazione pubblica. Si tratta, in questo caso, di un documento dinamico che cerca di divulgare informazioni relativamente neutrali. Anche questo tipo di approccio ha delle difficoltà perché c’è il rischio che non tutti gli stakeholder siano pienamente soddisfatti: si pensi a quei paesi in cui vi è uno scarso rispetto dei diritti dell’uomo; - valutazione della ricchezza prodotta e distribuita (valore aggiunto): un bilancio sociale si potrebbe basare sull’analisi di produzione e di distribuzione del valore aggiunto. Questo approccio cerca di rappresentare la ricchezza prodotta dall’impresa per una serie di interlocutori interni: azionisti, dipendenti, finanziatori, enti pubblici, anche previdenziali. Il vantaggio di questa tendenza è rivolgersi ad una vasta gamma di stakeholder e di basarsi su valori ricavati dal conto economico. Limitare il bilancio sociale al solo valore aggiunto sarebbe riduttivo, perché verrebbe considerato tutto quanto sfugge al bilancio d’esercizio e ci si rivolgerebbe ad una sola parte di stakeholder; - miglioramento delle relazioni industriali: un bilancio sociale identificato con dati e informazioni circa i dipendenti era molto diffuso negli anni Settanta e Ottanta, perché era il periodo in cui la pressione sindacale era molto forte. Attualmente i bilanci sociali moderni hanno ridotto questa tendenza perché si cerca di allargare i propri orizzonti a categorie di stakeholder diversi; - valutazione complessiva del contributo quantitativo dell’impresa: si è cercato di costruire delle vere e proprie tavole di costi-ricavi sociali ed attività-passività sociali, da allegare al bilancio d’esercizio. In questo caso i 32 Il bilancio sociale dati del bilancio d’esercizio sono integrati con i costi che l’azienda sostiene per la società e i benefici che ricava dall’attività sociale rispetto alla sua normale attività. Utilizzando questo tipo di tendenza, il redattore del bilancio sociale potrebbe essere più neutrale, anche se ne deriverebbe un documento soggettivo e poco attento agli aspetti etico-qualitativi, come i diritti della singola persona umana; - valutazione globale dell’impresa: quest’ultimo approccio cerca di superare i limiti di quello precedente introducendo dati qualitativi (giudizi etici quali i diritti della persona) e di distribuzione della ricchezza aziendale tra i diversi stakeholder. Attraverso questa tendenza è possibile attestare in modo più trasparente e credibile l’accountability13 sociale dell’impresa. Tutte queste finalità possono incidere sulla scelta degli argomenti da documentare, ma la natura del bilancio sociale, le caratteristiche e il modo di redigerlo devono rimanere uguali. E’ necessario correlare realtà ed esigenze diverse all’interno di contesti diversi ed è per questo che non esistono schemi fissi e rigidi quando si parla di bilancio sociale. Quest’ultimo è un “vestito fatto su misura” perché non si tratta di applicare delle tecniche, ma di aver maturato la cultura della responsabilità sociale. Realizzare un bilancio sociale non vuol dire compilare un modello, vuol dire affrontare la descrizione della propria realtà cercando di essere attento alla percezione degli altri. Per concludere si può dire che il bilancio sociale dovrebbe essere un documento che fornisce informazioni sul raggiungimento degli obiettivi sociali prefissati, che permette di dimostrare che l’obiettivo principale dell’attività d’impresa è quello di fornire valore alla comunità di riferimento, che rendiconta le azioni sociali dell’impresa in modo da sottolinearne l’utilità e l’efficienza e, soprattutto, che rappresenti un momento di 13 Il concetto di accountability è molto complesso e si fonda sul binomio autonomiaresponsabilità degli organi di governo aziendale nei confronti degli strakeholder. Non si può dare una traduzione letterale di questo termine. Si può però derivare il significato scomponendo la parola in più parole: account = conto, contabilità; ability = abilità, capacità; accountable = responsabile di; quindi il termine accountability potrebbe essere spiegato come trasparenza, rendicontabilità, conoscere e valutare i risultati dell’attività aziendale nella loro dimensione sociale, ambientale ed etica e renderne conto pubblicamente in modo accurato. 33 Il bilancio sociale riflessione all’interno dell’impresa per consentire un miglioramento della qualità dei prodotti, del rapporto con i consumatori, della sicurezza sul posto di lavoro e del rispetto dell’ambiente. Finora si è parlato esclusivamente di finalità e di funzioni del bilancio sociale ma bisogna anche sottolineare l’esistenza di limiti strutturali, soprattutto di natura interpretativa, che riducono l’efficacia del documento. Spesso non si riescono a determinare i soggetti che costituiscono il centro di imputazione delle attività sociali dell’impresa, si hanno difficoltà nel codificare le azioni che devono essere rilevate nel bilancio sociale e non si riescono a quantificare gli effetti dell’attività sociale dell’impresa. Tutti questi limiti derivano dal fatto che la redazione del bilancio sociale comporta alcuni rischi, già accennati nella stesura dei paragrafi precedenti: 1. il managerial capture: la possibilità che il bilancio sociale venga “catturato” dai vertici aziendali e utilizzato come strumento di pura immagine; 2. il monopolio di alcune organizzazioni nella definizione degli standard di riferimento che potrebbero portare al rifiuto del documento in alcuni contesti; 3. l’esclusione delle piccole imprese per motivi di costi di redazione del documento; 4. l’assenza di considerazione per alcuni gruppi di stakeholder poco influenti, come le generazioni future; 5. semplice enunciazione di dati di difficile interpretazione. Per porre rimedio a questi rischi sono state adottate numerose misure che cercano di dar vita ad un documento realmente utile alle imprese ed alla società in generale. Si è cercato di dare appello ai valori etici dei manager attraverso la diffusione di adeguati standard da parte di organismi indipendenti; si cerca di incorporare all’interno dell’organizzazione un audit interno e ci si affida ad organi di revisione esterna; nella definizione delle linee guida vengono coinvolti gruppi eterogenei e interculturali per ricercare contesti ampi e vari; si lascia che le PMI sperimentino schemi 34 Il bilancio sociale semplificati, in modo da mostrare l’importante impatto sociale delle piccole e medie imprese; si stabilisce un confronto continuo e costante con gli stakeholder. Un’ulteriore mossa che può essere attuata ai fini di dare più trasparenza al documento è quella di coinvolgere i rappresentanti degli stakeholder negli organi di controllo. Dopo aver analizzato anche il lato “negativo” del bilancio sociale, si può concludere affermando che l’obiettivo di questo documento varia in base agli stakeholder di riferimento e che, nel tempo, le sue finalità si sono modificate e integrate tra di loro, anche se resta e primeggia quella di dare visibilità all’attività svolta ed accrescere il consenso nella comunità locale. 2.5 Modelli di redazione del bilancio sociale Come più volte è stato accennato, l’azienda, nel rendicontare la propria responsabilità sociale, cerca di instaurare un dialogo con i propri portatori di interesse creando una vera e propria stakeholders-relashionship. La creazione della relationship dipende dalla maturità della cultura aziendale nei confronti della RSI e dell’attitudine dell’organizzazione ad internalizzare nei processi decisionali le categorie chiave di stakeholders come protagonisti. Il grado di coinvolgimento di queste ultime ed i relativi vantaggi risultano essere in funzione del tipo di approccio che il top management decide di adottare. Infatti, esistono due tipi di macrocategorie di approccio alla rendicontazione sociale14: - modelli che si basano sul documento (c.d. compliance-based); - modelli che si basano sul processo (c.d. stakeholders-based). I modelli che si basano sul documento si limitano a descrivere di quali sezioni deve essere composto il bilancio sociale e quali informazioni deve riportare, in modo da ottenere fiducia e consenso dal pubblico a cui è 14 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 341 35 Il bilancio sociale rivolto, definendo modalità e procedure di rilevazione, misurazione e comunicazione delle performance raggiunte dall’impresa. Questa è un’impostazione contabile che identifica i contenuti dei documenti sociali e fa sì che il bilancio sociale sia facilmente redatto e pubblicato da un gran numero di imprese e possa godere del requisito di comparabilità. Tale approccio, però, trascura il dialogo con gli stakeholders, rinuncia all’interiorizzazione dei loro valori all’interno dell’azienda e alle azioni di miglioramento che potrebbero sorgere da un rapporto di dialogo con i portatori di interesse. Il risultato che si ottiene applicando questi modelli standardizzati, che non fanno emergere le particolarità dell’azienda e non portano ad una riorganizzazione necessaria per aprirsi al dialogo con gli stakeholders, è una diffusione di reports rigidi e inefficaci. Esempi di questi modelli che si basano sul documento sono: il GBS (Gruppo di studio per la statuizione dei principi di redazione del Bilancio Sociale) e il GRI (Global Reporting Iniziative). I modelli orientati al processo, invece, hanno come obiettivo la normalizzazione del percorso o ciclo di gestione che incorpora attività multi-disciplinari rivolte alla promozione di un cambiamento nel contesto impresa, inteso come una gestione economicamente e socialmente responsabile. Il momento centrale dei processi è rappresentato dalla fase intermedia di ascolto e partecipazione dei rappresentanti delle categorie di portatori d’interessi più importanti che rappresenta l’instaurazione di una vera e propria relationship. Esempi di modelli orientati ai processi sono: AA1000, Q-Res, linee guida di Copenaghen Charter. Le aziende devono adottare il modello che più si avvicina alla propria concezione di responsabilità sociale, a seconda del grado di 36 Il bilancio sociale comunicazione e delle informazioni che si vogliono esplicitare al fine di accrescere il consenso e la reputazione tra gli stakeholder. I modelli sopra citati rappresentano un insieme di standard nazionali ed internazionali che sono emersi negli anni per cercare di delineare linee guida necessarie all’impresa per redigere documenti significativi. Un aspetto fondamentale che differenzia gli approcci di rendicontazione internazionali rispetto a quelli nazionali consiste nel focalizzare l’attenzione sul processo di gestione delle complesse relazioni che si instaurano tra impresa e stakeholder di riferimento. Gli elementi tecnici e contabili sono messi in secondo piano in quanto il documento finale viene considerato come conseguenza del processo di gestione delle relazioni con gli stakeholder, per cui non è importante definirne la forma ed il contenuto. In poche parole, gli standard internazionali fanno riferimento all’approccio che si basa sui processi, mentre gli quelli nazionali si riferiscono ad impostazioni che tengono conto della struttura e del contenuto, quindi di “approcci al documento”. Di seguito vengono presentati due modelli: il GBS (standard di contenuto) e l’AA1000 (standard di processo). 2.5.1 Modello GBS A livello nazionale merita menzionare il modello sviluppato dal Gruppo di studio per il Bilancio Sociale, team multidisciplinare composto da accademici, soprattutto in materie aziendali, ma anche economisti e sociologi, professionisti, consulenti e rappresentanti di società di revisione, formatasi in Comitato nel 1998 a seguito di un’idea sorta durante il Convegno di Taormina sul Bilancio sociale, promosso dall’Istituto di Economia Aziendale dell’Università di Messina nel 1997, che da allora continua ad occuparsi di questa tematica. Lo standard di redazione del bilancio sociale GBS considera il documento: autonomo: in grado di fornire informazioni qualitative e quantitative sugli effetti dell’attività aziendale; 37 Il bilancio sociale consuntivo: in cui sono indicate le linee programmatiche per il futuro; pubblico: rivolto agli interlocutori sociali che direttamente o indirettamente sono coinvolti nell’attività d’impresa; periodico: di norma a fine esercizio. Il GBS afferma che le finalità del bilancio sociale sono: fornire agli stakeholder un quadro complessivo delle performance dell’azienda; fornire informazioni utili sulla qualità dell’attività aziendale per ampliare e migliorare, anche sotto il profilo etico-sociale, le conoscenze e le possibilità di valutazione e scelta degli stakeholder. Per quanto riguarda i contenuti del documento, lo standard GBS definisce tre parti che lo compongono15: 1. identità aziendale: implica l’esplicitazione dell’assetto istituzionale, della missione, dei valori etici di riferimento, e del disegno strategico allo scopo di mettere gli stakeholder e il pubblico nella condizione di formarsi un giudizio e valutare le performance dell’azienda; 2. produzione e distribuzione del valore aggiunto: rappresenta l’anello di congiunzione con il bilancio d’esercizio, in quanto il bilancio sociale si presenta come una vera e propria riclassificazione di quest’ultimo per arrivare alla determinazione di indicatori della performance sociale, ambientale ed economica dell’azienda; 3. relazione sociale: espone sinteticamente i risultati ottenuti in relazione agli impegni e ai programmi e agli effetti sui singoli stakeholder. La relazione deve presentarsi come una serie di informazioni ordinate che si riferiscono all’enunciato sull’identità oltre che agli stakeholder individuati, dando al lettore la possibilità di verificare che quanto affermato nella relazione corrisponda al vero e permettendo una valutazione complessiva sul comportamento imprenditoriale. 15 GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore, 2007, pag. 25 38 Il bilancio sociale In questa sezione possono essere elaborate anche alcune sezioni facoltative in cui gli stakeholders possono esprimere giudizi ed opinioni sull’operato dell’impresa, l’azienda può commentare i risultati raggiunti e proporre dei miglioramenti per i bilanci sociali futuri. Analizzando il secondo punto (Produzione e distribuzione del valore aggiunto), occorre specificare che cosa si intende per valore aggiunto. “Il parametro del valore aggiunto misura la ricchezza prodotta dall’azienda nell’esercizio, partecipano con alla riferimento sua agli interlocutori distribuzione”16. Esso (stakeholder) può essere che definito contabilmente come la somma algebrica di utile netto, salari e stipendi (al lordo degli oneri contributivi, previdenziali e fiscali), remunerazione degli organi societari, oneri finanziari netti, imposte e tasse; può anche essere inteso come la differenza tra l’ammontare dei ricavi globali e il totale di costi per beni e servizi ed esprime, come già accennato, la ricchezza prodotta e successivamente distribuita tra le controparti con cui l’impresa si trova ad operare quotidianamente. In ottica di responsabilità sociale, l’impresa dovrebbe tendere alla massimizzazione, non del profitto, ma del valore aggiunto, al fine di poterlo poi distribuire secondo equità o giustizia distributiva. Il processo di calcolo del valore aggiunto riclassifica il conto economico in modo da tenere conto della produzione e della distribuzione del valore aggiunto agli stakeholder di riferimento. Affinché vi sia una correlazione positiva tra valore aggiunto e benessere sociale occorre che la ricchezza prodotta dalle imprese sia distribuita tra coloro che hanno partecipato alla sua creazione. Il valore aggiunto può essere rappresentato in due prospetti distinti: - il prospetto di determinazione del Valore Aggiunto, realizzato mettendo in contrapposizione ricavi e costi intermedi; 16 GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore, 2007, pag. 28 39 Il bilancio sociale - il prospetto di riparto del Valore Aggiunto, composto dalla sommatoria delle remunerazioni degli interlocutori interni e delle liberalità esterne17. Prospetto di determinazione del valore aggiunto globale Fonte: L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 75 Per quanto riguarda la produzione del valore aggiunto, nel calcolo del reddito sociale bisogna escludere tutti quei costi che rappresentano una remunerazione di possibili stakeholders aziendali e che assorbono parte del valore prodotto dall’impresa. Ad esempio, si possono citare i fondi per rischi ed oneri che rappresentano un accantonamento utile per far fronte ad eventuali situazioni di rischio e costituiscono una forma di autofinanziamento per l’impresa. In questo caso tale valore deve essere scorporato dai costi di produzione ed individuato come contributo alla solidità aziendale (l’unico stakeholder che si avvantaggia di tutto ciò è il 17 Liberalità esterne = quote di valore aggiunto che non hanno natura di remunerazione ma costituiscono vere e proprie distribuzioni. Il dato assume rilevanza esplicativa in quanto concorre a esprimere la sensibilità sociale esterna dell’azienda. (GBS, Il bilancio sociale – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè editore, 2007, pag. 33). 40 Il bilancio sociale sistema-impresa). Possono essere citati a titolo di esempio anche gli ammortamenti, che essendo una categoria di recupero di investimenti obsoleti, costituiscono una forma di autofinanziamento per il soggetto aziendale. Il prospetto della produzione del valore aggiunto si ottiene non solo da una riclassificazione del conto economico, ma anche da una riclassificazione delle singole voci di costo. Un fattore di successo del bilancio sociale è proprio la possibilità di riclassificare le voci del piano dei conti per esprimere un contenuto più adatto alla voce stessa in sede di determinazione del valore aggiunto. Prospetto di riparto del valore aggiunto Fonte: L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002, pag. 75 Dopo aver redatto anche il prospetto di distribuzione del valore aggiunto deve essere rispettata la seguente relazione: VALORE AGGIUNTO PRODOTTO = VALORE AGGIUNTO DISTRIBUITO e quindi: V. A. G. N. = Div. + O. F. + R. P. + R. PA. + Lib. dove, il Valore Aggiunto Globale Netto è uguale ai Dividendi (remunerazione del capitale di rischio), più gli Oneri Finanziari 41 Il bilancio sociale (remunerazione del capitale di prestito), più la Remunerazione del personale, più la Remunerazione della Pubblica Amministrazione, più le Liberalità esterne date alla collettività. A questi due prospetti devono poi essere allegati lo Stato Patrimoniale riclassificato e il Conto economico riclassificato, in modo da avere una visione generale della gestione aziendale, per poter trarre le dovute conclusioni, anche in ottica sociale. Per concludere, occorre sottolineare i limiti che tale approccio presenta. Innanzitutto, si considerano, come indicatori per il grado di responsabilità sociale, le performance di alcune categorie di stakeholders. Trattandosi di un approccio “al documento” indirizzato, soprattutto per quelle aziende inesperte nel campo della rendicontazione sociale, si rischia di escludere alcune categorie di interlocutori potenzialmente strategici. Inoltre, il concetto di accountability sembra essere estraneo al modello, in quanto le fasi di feedback e miglioramento delle performance vengono interpretate come integrative, dando l’impressione di ricoprire un ruolo marginale. In poche parole, sembra che il ruolo centrale ricoperto dagli stakeholders, che l’impostazione del GBS afferma, sia in qualche modo ridimensionato. 2.5.2 Modello AA1000 L’AccountAbility 1000, al contrario del modello GBS, è uno standard di processo relativo all’attività di Social and Ethical Accounting, Auditing and Reporting (SEAAR), introdotto nel 1999 dall’Institute of Social and Ethical Accountability (ISEA)18. 18 L’Institute of Social and Ethical Accountability è stato fondato nel 1996 come un’organizzazione internazionale in cui collaborano individui ed organizzazioni per la diffusione della responsabilità sociale e del comportamento etico nel mondo degli affari e delle organizzazioni non profit. (da L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale; gestione responsabile e sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002, pag. 287) 42 Il bilancio sociale L’AA1000 è considerato uno standard completo in quanto offre chiarezza e sicurezza sul tema della sostenibilità sociale essendo collegato ad altri standards quali: SA8000; GRI, che si concentra sulla parte del processo relativa a questioni ambientali ed economiche; ISO 14001, che si focalizza sulle questioni ambientali. AA1000 si propone come un quadro di riferimento, ma non costituisce una serie di requisiti minimi con i quali, se soddisfatti, l’impresa può ottenere una certificazione, piuttosto è considerato uno “standard fondativo” (foundation standard) che ogni impresa può utilizzare per implementare un sistema di gestione della responsabilità sociale. Può essere utilizzato come supporto a standard di dettaglio, quali GBS e GRI, oppure come sistema e processo a sé stante per la comunicazione e gestione della responsabilità sociale. L’obiettivo principale di AA1000 è di promuovere una serie di principi di qualità del processo di accounting, auditing e reporting che possono garantire un miglioramento della RSI e un percorso di sviluppo sostenibile19. I principi di cui si compone lo standard, che rappresentano l’ideale di ogni attività di rendicontazione etico e sociale, sono rappresentati nello schema alla pagina successiva20: 19 Sviluppo sostenibile = sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. 20 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 350 43 Il bilancio sociale Trasparenza Responsabilità Accountability Compliance Inclusività Scopo e natura del processo Significatività dell’informazione Gestione del processo su base dinamica Completezza Assicurazione di qualità Materialità Accessibilità Regolarità Qualità dell’informazione Integrazione Miglioramento continuo Questa scala di principi ha un ordine gerarchico con al vertice il concetto di accountability che può essere suddiviso in tre principi sottostanti: la trasparenza, intesa come il dovere di rendicontare agli stakeholder tutte le attività svolte dall’organizzazione; la responsabilità, intesa come l’assunzione di un dovere nei confronti dei terzi per quanto riguarda il proprio agire e le proprie mancanze; la compliance, intesa come il dovere di essere conformi ad alcuni standard di redazione. Oltre al principio di accountability è necessario il rispetto del principio di inclusività, che prevede la considerazione di tutti gli aspetti socioeconomico-ambientali relativi alle relazioni intercorse con gli stakeholders; questi ultimi sono coinvolti in un processo che permette loro di esprimere giudizi senza paura o restrizioni (engagement). Dal principio di inclusività derivano altri tre rami di principi: - completezza, materialità e regolarità nella stesura dei documenti, al fine di garantire lo scopo e la natura dei processi; - assicurazione di qualità, accessibilità e qualità dell’informazione per valutare la significatività delle informazioni; 44 Il bilancio sociale - integrazione (embeddedness) e miglioramento continuo al fine di tutelare il concetto di gestione del processo che l’azienda ha messo in piedi. Il fulcro centrale dell’AccountAbility 1000, su cui si basa l’intero processo, è lo stakeholder engagement, cioè l’impegno dell’azienda al costante dialogo e alla costruzione di relazioni con tutti i portatori di interesse. Infine a supporto di tutto il processo sono stati sviluppati dei sistemi di embedding, per integrare le varie fasi, evitando che il ciclo di accounting e reporting resti isolato. In sostanza, le fasi di applicazione di AA1000 sono costituite da21: 1. pianificazione (planning): definizione dei valori e degli obiettivi sociali ed etici dell’organizzazione ed individuazione degli stakeholders; 2. contabilità (accounting): attuazione di un sistema accurato di raccolta delle informazioni rilevanti al fine di misurare le performance sociali ed etiche dell’organizzazione attraverso indicatori qualitativi e quantitativi; 3. comunicazione (reporting): pubblicazione di un documento che comunichi agli stakeholder la performance etico-sociale e sollecitazione del feedback (reazioni); 4. verifica (auditing): attività di verifica da parte di un organo indipendente sul processo di raccolta delle informazioni, sulla loro accuratezza e completezza; 5. integrazione (embedding): istituzione di alcuni sistemi per rafforzare il processo ed integrarlo nel migliore dei modi; 6. coinvolgimento (stakeholder engagement): impegno dell’organizzazione a rimanere in stretto contatto con i propri stakeholder in tutte le fasi del processo. Oltre ai principi di qualità del processo di responsabilità sociale e le fasi di realizzazione che costituiscono lo standard della AA1000, la struttura di questo modello si compone di alcune linee guida necessarie per la comprensione dello standard stesso: 21 L. Condosta, Il bilancio sociale d’azienda – Teoria e tecniche di redazione, IPSOA, 2008, pagg. 96-97 45 Il bilancio sociale -revisione e valutazione di qualità: elaborazione di direttive di supporto al processo di verifica e di controllo previsto dalle AA1000; - integrazione delle AA1000: vengono illustrate tutte le relazioni tra AA1000 e gli altri standard o strumenti di gestione della responsabilità sociale; - coinvolgimento degli stakeholder: vengono fornite indicazioni di modo che le imprese e gli stakeholder possano migliorare la qualità delle loro consultazioni e dialoghi; - valutazione della responsabilità: le AA1000 non stabiliscono regole, forma e modalità di comunicazione; ciò permette di avere una grande libertà, ma limita il confronto e la comprensione, di conseguenza, vengono fornite indicazioni agli stakeholder per facilitare la comprensione delle informazioni contenute nel documento; - primi passi: le imprese devono adottare lo standard AA1000 in modo graduale per permettere all’organizzazione di adattarsi poco alla volta al sistema di contabilità sociale implementato nella gestione. Per concludere occorre sottolineare alcuni limiti di questo modello: il primo è che non si tratta di uno standard di contenuto e ciò significa che vengono specificati i processi che un’organizzazione dovrebbe seguire, non i livelli di performance che dovrebbero essere raggiunti; il secondo è la non certificabilità in quanto, non essendo definiti i contenuti minimi, non si può ottenere una certificazione da enti esterni; riguardo a ciò, occorre tenere presente che AA1000 prevede al suo interno alcune linee guida che permettono di valutare la qualità dei rapporti sociali delle imprese ed esprimere giudizi in merito. 2.6 Macro-fasi di realizzazione del bilancio sociale A prescindere da qualsiasi standard internazionale o nazionale, la realizzazione del bilancio sociale può essere descritta con una serie di fasi tipiche, che ricorrono nella realtà aziendale. 46 Il bilancio sociale Si possono elencare quattro macro-fasi che definiscono il processo di redazione del bilancio sociale22: I. la stesura ed adozione delle linee guida II. la redazione del documento III. il social audit IV. la pubblicazione I. La stesura ed adozione delle Linee Guida Come primo step, in un processo di realizzazione del bilancio sociale, occorre elaborare delle linee programmatiche che costituiscano la base su cui strutturare tutto il processo, sulla quale si formerà il contenuto vero e proprio, cioè il corpo del bilancio sociale. Sono due i pilastri sul quale si poggia il documento contenente le Linee Guida: la definizione delle finalità che si intendono perseguire e l’individuazione dei fattori critici di successo per attivare delle ottime relazioni con gli stakeholder e per godere dei relativi benefici. La definizione delle Linee Guida è il risultato di un processo composto da numerosi momenti, tra di loro collegati, che permettono di procedere in modo logico per ottenere un risultato ottimale. Il top management, al quale spetta la decisione convinta dell’adozione del bilancio sociale, deve cercare di coinvolgere tutta l’organizzazione affinché tutti operino in una medesima direzione e con i medesimi obiettivi. Una volta definiti gli aspetti strategici è bene creare un gruppo di lavoro che svolga tutte le operazioni interne volte alla stesura del bilancio sociale e che effettui l’analisi interna dell’azienda, al fine di raccogliere tutte le informazioni utili per tracciare il profilo della stessa. Il rapporto dell’analisi interna costituisce il documento dal quale estrarre le informazioni necessarie da introdurre nel report finale e comunicare all’esterno. 22 M.E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008, pag. 367 47 Il bilancio sociale A questo punto è fondamentale individuare gli stakeholder-chiave, che rappresentano il target della rendicontazione sociale, ed elaborare per ciascuno di questi le linee guida appropriate. La realizzazione dei passaggi finora descritti permettono al gruppo di lavoro di realizzare un primo documento (“Linee Guida”) indicante i fattori critici di successo e le finalità che il documento di rendicontazione sociale dovrà assumere sia all’interno che all’esterno. II. La redazione del documento Alla luce delle Linee Guida, il gruppo di lavoro definisce il contenuto vero e proprio del report finale. Nella stesura del documento bisogna tenere presente gli obiettivi principali della rendicontazione sociale: comunicare la mission, rendicontare i risultati conseguiti e le azioni poste in essere per raggiungerli e dimostrare la coerenza tra mission, strategie e risultati. Nel processo di realizzazione del documento è importante coinvolgere gli stakeholder al fine di scegliere gli indicatori di performance rilevanti per la determinazione dei risultati. Questi ultimi dovranno essere riclassificati e riordinati in base alle esigenze degli stakeholder e alla direzione delle linee guida, prima di confluire nel documento finale. A questo punto viene elaborata una prima bozza del bilancio sociale da sottoporre all’attenzione degli organi decisionali dell’azienda. Una volta esaminato il documento sotto forma di bozza, esso viene portato a forma definitiva e trasferito a coloro che si occuperanno della parte comunicativa e del profilo linguistico più idoneo per gli scopi preposti. III. Il social audit Il passo precedente alla pubblicazione del bilancio sociale è la verifica della qualità del documento. Questa fase, detta di audit sociale, è costituita da un processo in cui un’organizzazione valuta e comunica le proprie performance nel raggiungere gli obiettivi sociali e che ha, come 48 Il bilancio sociale fine principale, quello di verificare il rispetto di orientarsi volontariamente alla RSI. Il controllo avviene su due livelli: il livello interno, che permette di attuare un auto-controllo sul rispetto degli obiettivi fissati nella fase di stesura delle linee guida, ed il livello esterno, che garantisce agli stakeholder l’effettiva realizzazione delle misure sociali dichiarate dall’azienda nel bilancio sociale e il rispetto della mission e della carta dei valori. Il coinvolgimento degli stakeholder anche nella fase di audit è molto importante, in quanto permette di avere una valutazione sull’operato dell’azienda da parte dei soggetti destinatari del documento finale. Il vantaggio che deriva da questa impostazione è l’anticipazione del feedback, proveniente dagli interlocutori, di solito, solo dopo la pubblicazione del bilancio sociale, alla fase di verifica. In questo modo, il top management e il gruppo di lavoro potranno iniziare a rivedere alcune politiche di rendicontazione sociale per poi completare il processo dopo la pubblicazione, a feedback terminato. IV. La pubblicazione del bilancio sociale Finora il procedimento di redazione del bilancio sociale ha avuto una prospettiva puramente interna, perché soltanto la struttura aziendale è stata coinvolta, ad eccezione di alcuni stakeholder-chiave. Dato che l’obiettivo primario della rendicontazione sociale è la comunicazione delle proprie performance al pubblico di riferimento, la pubblicazione del bilancio sociale rappresenta, forse, la fase più importante e decisiva. La pubblicazione deve essere gestita come un vero e proprio evento, perché un errore in questa fase potrebbe vanificare tutti gli sforzi effettuati durante l’anno. Il bilancio sociale deve essere presentato e poi comunicato ai destinatari. La definizione del canale comunicativo è fondamentale, perché si possa mandare un certo messaggio ad un certo stakeholder. Il tipo di canale scelto è in funzione con le caratteristiche e con le abitudini dello stakeholder. 49 Il bilancio sociale Pubblicato e comunicato il documento definitivo, un’impresa che ha veramente interiorizzato la responsabilità e compreso i benefici che si traggono da essa, dovrà riavviare il processo di redazione. L’impresa, a questo punto, avrà adottato le misure correttive, da applicare alle linee guida e alle fasi di redazione del documento, su suggerimento degli stakeholder tramite la conclusione del processo di feedback. Se il giudizio di audit interno ed esterno risulta negativo, il processo dovrà essere riattivato prima di arrivare a conclusione. In questo caso, il meccanismo è lo stesso: si fa tesoro dei suggerimenti e si modifica il processo e/o il documento. Tutte queste fasi rappresentano la semplificazione di un processo che deve avere una forte sponsorizzazione da parte del top management. E’ molto importante l’impegno del vertice aziendale al fine di implementare la responsabilità sociale nell’operare quotidiano. Per concludere, occorre ricordare che il processo di redazione del bilancio sociale è un percorso graduale e, soprattutto, non reversibile: una volta avviato non può essere interrotto, altrimenti si rischierebbe di perdere credibilità agli occhi di tutti gli stakeholder di riferimento. 2.7 Rapporto tra bilancio sociale e bilancio d’esercizio Il bilancio sociale e il bilancio d’esercizio si trovano in un rapporto di autonomia e diversità, ma anche di complementarietà. Autonomia e diversità derivano dal fatto che i due documenti si rivolgono a soggetti differenti e svolgono funzioni diverse. La funzione del bilancio d’esercizio è rendicontare al pubblico il fine ultimo dell’impresa, cioè il profitto (per le aziende for profit), e deve presentare in modo sintetico, ma completo e corretto, i risultati della gestione economico-finanziaria e patrimoniale dell’attività aziendale. In poche parole, il bilancio d’esercizio raccoglie informazioni contabili destinate a far 50 Il bilancio sociale comprendere al pubblico la solvibilità23, la solidità24 e la redditività25 dell’impresa. I soggetti normalmente interessati alla sua lettura sono: il management, i creditori, i dipendenti, gli azionisti e lo Stato. In realtà, l’insieme degli stakeholders, che usufruiscono del bilancio d’esercizio, è limitato, in quanto occorre possedere una cultura specifica per essere in grado di leggere il documento e ricavare da esso le conclusioni che rispecchino il più possibile la realtà dei fatti. Diversamente, il bilancio sociale rappresenta lo strumento di rendicontazione dell’impatto complessivo prodotto da un’impresa nei confronti della società in cui essa opera, fornendo dati e informazioni che riguardano risultati non solo economici, ma anche sociali ed ambientali in modo da rispondere alle esigenze di tutti gli stakeholder con interessi diversi da quelli puramente economici. Una differenza importante rispetto al bilancio d’esercizio deriva dal fatto che il bilancio sociale è un’iniziativa volontaria, non vi è nessuna norma che lo impone, e per questo motivo lo si colloca nello spazio del comportamento etico. Tra i due documenti, che all’apparenza possono sembrare incompatibili, esiste un rapporto di complementarietà: i dati riportati dall’uno vanno ad integrare le informazioni fornite all’altro ed insieme riescono a produrre una rendicontazione a 360 gradi sulla funzione complessiva svolta dall’impresa e a soddisfare pienamente il complesso di stakeholders. Infatti, il bilancio sociale è stato introdotto per cercare di colmare i vuoti di contenuto e di efficacia presenti nel bilancio d’esercizio: si cerca di rendicontare l’attività dell’azienda con indicatori economici e sociali in 23 Il concetto di solvibilità si riferisce alla situazione di liquidità che ha lo scopo di verificare se la combinazione impieghi/fonti è in grado di produrre nel breve periodo equilibrati flussi monetari tali da consentire di far fronte in ogni momento agli impegni in uscita che la gestione richiede. 24 Il concetto di solidità, invece, fa riferimento all’equilibrio patrimoniale che ha l’intento di accertare l’attitudine dell’azienda a raggiungere e mantenere nel tempo una posizione di equilibrio strutturale, condizione necessaria per la sopravvivenza. 25 Il concetto di redditività è legato all’equilibrio economico che accerta la capacità dell’azienda di remunerare in modo adeguato tutti i fattori produttivi utilizzati. 51 Il bilancio sociale grado di arrivare in maniera più diretta ad un pubblico sempre più ampio ed interessato a comprendere come le aziende influenzano la loro vita. 2.8 Conclusione Il bilancio sociale d’impresa è uno strumento che permette agli stakeholders di capire come l’impresa opera, anche dal punto di vista sociale. Questo documento deve essere trasparente, in modo che gli interlocutori possano interpretare al meglio i dati e le informazioni in esso contenute. Più il processo di comunicazione dei dati risulta trasparente, più gli stakeholders saranno in grado di valutare l’operato dell’impresa e esprimere giudizi ed opinioni su alcuni aspetti della gestione. Il bilancio sociale non deve essere una pura elencazione di indicatori, ma deve soddisfare in modo chiaro ed attendibile le esigenze informative di tutti gli stakeholders dell’impresa. Per concludere, occorre ricordare che il bilancio sociale, oltre alla trasparenza, deve rispettare il principio di neutralità, vale a dire comunicare sia gli aspetti positivi che quelli negativi senza troppa soggettività, per offrire una rappresentazione realistica degli effetti socioeconomici dell’azione dell’impresa. 52 Capitolo 3 LO STANDARD SA 8000 Lo standard SA 8000 3.1 Contesto di riferimento Lo standard SA 8000 (Social Accountability 8000) si colloca in un quadro di riferimento relativo ai cambiamenti avvenuti a livello di valori e principi nell’ambito del mondo delle imprese. Quando si parla di aziende occorre pensare non solo alle strategie, necessarie per raggiungere l’obiettivo del profitto, ma anche all’etica, ai riferimenti valoriali dell’individuo e della società, oltre che alle nuove politiche di gestione del personale. La ragione dei cambiamenti sta nel fatto che i consumatori sono sempre più attenti ai prodotti che acquistano e sono disposti a spendere qualcosa in più, pur di ottenere in cambio sicurezza che il prodotto acquistato non sia stato ottenuto violando dei diritti o inquinando l’ambiente. In poche parole, il consumatore, che fino ad oggi è stato attento al rapporto qualitàprezzo, sta cambiando atteggiamento. Questo spiega il motivo per cui vi sia un incremento del numero di aziende che decide di certificarsi seguendo lo standard SA 8000. Certificare un’azienda con lo standard SA 8000 significa accedere a nuove logiche e, soprattutto, ad una nuova filosofia del “fare impresa”. Tuttavia, non si può ignorare il fatto che questo standard potrebbe essere un ottimo e potente strumento di marketing considerando il rapporto che si instaura tra azienda e clienti, anche potenziali, grazie all’implementazione di un sistema SA 8000. Un’azienda che applica standard come la SA 8000 è un’azienda che piace e, diventando espressione dei valori e dei principi nei quali i clienti si rispecchiano, ha maggiori possibilità di successo anche sul mercato. E’ molto importante, inoltre, accennare al rapporto esistente tra profitto ed etica. Al contrario di ciò che si pensa, questi due aspetti possono coesistere in perfetto equilibrio e tutto dipende, come sempre, dagli individui che in base a dei principi si danno delle regole ed attribuiscono loro un significato. Detto ciò, un’azienda profit-oriented può anche essere ethic-oriented, perché quando pianifica la propria gestione si può dotare di 54 Lo standard SA 8000 strumenti per raggiungere il profitto, evitando di sfruttare le persone, di inquinare l’ambiente, valorizzando il territorio e la società circostante. Non deve stupire allora se attualmente la maggior parte delle aziende certificate SA 8000 sono aziende for profit. Un’azienda, che coniuga etica e profitto, è un’azienda in cui si sta bene, in cui la gente ama lavorare e della quale si sente parte integrante. L’immagine di questo tipo di impresa non potrà che essere positiva e costituirà un punto di forza e di orgoglio da utilizzare come arma vincente in un mercato sempre più competitivo. Per quanto riguarda il mercato, costituito da consumatori sempre più attenti ed informati, è difficile la vita per un’azienda che inquina, che fa lavorare i suoi dipendenti in condizioni pessime o che calpesta anche i diritti più elementari. Il management, quindi, dovrà preoccuparsi del grado di soddisfazione dei suoi dipendenti e dovrà fare attenzione a come viene percepita l’attività dell’organizzazione dai consumatori sempre più attenti ai valori. 3.2 Storia dello standard Social Accountability 8000 è uno standard promosso da CEPAA1 (Council on Economic Priorities Accreditation Agency), organo che è stato istituito con lo scopo di monitorare l’applicazione dello standard SA 8000 e di accreditare enti di certificazione. SA 8000 sta per Social Accountability 8000. E’ costituito da otto requisiti che riguardano: il lavoro infantile, il lavoro obbligato, la salute sul luogo di lavoro, la libertà di associazione e contrattazione collettiva, la discriminazione, le procedure disciplinari, l’orario di lavoro e la retribuzione. L’ultimo punto della norma, il nono, prevede la 1 Società di accreditamento per la certificazione etica. Nel 1998 è stato accreditato il primo soggetto per la certificazione SA 8000: la SGS (Société Générale de Surveillance internazionale). 55 Lo standard SA 8000 regolamentazione delle procedure implementate nell’azienda per applicare lo standard al suo interno e presso i fornitori. La norma, simile per impostazione alla famiglia delle ISO, viene emessa nel 1997 a New York su proposta del Comitato consultivo del CEPAA (rinominato poi SAI, Social Accountability International) e nasce per far fronte ad alcuni episodi di sfruttamento e maltrattamento di lavoratori, soprattutto, in quei Paesi in cui i diritti dei lavoratori non erano riconosciuti o applicati. Gioffrey Chandler, presidente di Amnesty International2, aveva osservato: “SA 8000 è un importante meccanismo per far sì che le pratiche del mondo degli affari si allineino sempre di più ai valori della società – fattore determinante per accrescere la reputazione d’impresa al giorno d’oggi. Attraverso l’auditing di elementi aggiuntivi rispetto ai criteri finanziari, SA 8000 permetterà alle imprese di dare, per la prima volta, un significato al concetto di “stakeholder”, e non una semplice adesione formale vuota di contenuti.”3 E’ molto importante sottolineare come questo standard possa essere d’aiuto ai consumatori che intendono essere informati sulle linee di condotta delle imprese di cui utilizzano i prodotti, ma anche alle imprese stesse che si mettono in gioco cercando di sviluppare un comportamento etico e attento alle esigenze del territorio e della comunità di riferimento. Le prime applicazioni della norma, che ancora oggi è ad adesione volontaria, sono registrate intorno al 1998 e la sua massima espansione è avvenuta in Europa a partire dagli anni 2000. 2 “Amnesty International è un’organizzazione non governativa sovranazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Lo scopo di Amnesty International è quella di promuovere, in modo imparziale e indipendente, il rispetto dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e quello di prevenirne gli abusi. Il suo simbolo è una candela nel filo spinato. E’ stata fondata da un avvocato inglese P. Benenson e conta due milioni di sostenitori in 140 nazioni differenti.” (http://www.wikipedia.it) 3 Intervento di Geoffrey Chandler alla terza conferenza internazionale ISEA, Building Stakeholder Relations, Copenaghen, 14 novembre 1999 (L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale; gestione responsabile e sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002, pag. 32) 56 Lo standard SA 8000 Il contenuto dello standard fa riferimento a diversi documenti internazionali, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino e alcune Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO); esso rappresenta uno strumento per dimostrare che il proprio sistema aziendale è socialmente responsabile. Nel 2001 viene redatta una nuova versione della norma con alcuni aggiornamenti significativi circa aspetti lesivi, che in un primo momento erano stati ignorati. Un ultimo aggiornamento della norma si è avuto il 5 Maggio 2008 in cui è stata emessa la norma SA 8000:2008 “Social Accountability 8000”, che sostituisce quella del 2001. Attualmente le imprese certificate SA 8000 sono 1942 in 65 Paesi diversi.4 Questo numero è cresciuto in modo esponenziale negli anni, se si pensa che le aziende certificate nel 2000 erano solo 74 in tutto il mondo e 1200 nel 2006. L’Italia risulta essere al primo posto mondiale con 876 aziende certificate SA 8000, la maggior parte delle quali si trovano in Toscana. Questa zona, infatti, risulta essere la prima regione al mondo per imprese certificate. Questo record è il risultato del programma “Fabrica Ethica” della Regione Toscana, che dal 2001 si fa promotore della Responsabilità Sociale d’Impresa, sostenendo la certificazione, anche grazie a diverse misure che abbattono l’Irap dello 0.50%, offrono maggiori punteggi nei bandi per la richiesta dei contributi e una maggiore visibilità dell’operato delle aziende stesse. Il progetto “Fabrica Ethica” è stato realizzato attraverso una collaborazione multistakeholder sostenuta dalla Commissione Etica Regionale (CER), un organo consultivo e propositivo, che riunisce i soggetti economici e sociali regionali. 4 Dati aggiornati al 31 Marzo 2009 (http://www.saasaccreditation.org) 57 Lo standard SA 8000 Grafico delle imprese certificate SA 8000 nei diversi Paesi Fonte: http://www.saasaccreditation.org 3.3 Applicazione La norma sottostante allo standard si propone di assicurare nelle aziende eque condizioni di lavoro, un approvvigionamento etico di risorse e un processo indipendente di controllo per la tutela dei lavoratori. In generale, essa è applicabile in modo volontario da tutte le aziende di qualsiasi dimensione e settore produttivo, operanti in ogni area geografica. Le ragioni del successo di SA 8000 sono proprio dovute alla sua semplicità e alla sua facilità di applicazione, anche se alcuni ritengono che venga adottato solo ed esclusivamente per ragioni di immagine. Tale idea è contraria a ciò che in realtà si dovrebbe diffondere applicando la SA 8000 in quanto dovrebbe diventare un modo di operare interno all’azienda, una scelta strategica e non un elemento imposto o calato dall’alto. 58 Lo standard SA 8000 Il sistema di gestione etico si configura come l’insieme di azioni intraprese e di risorse coinvolte per realizzare nell’organizzazione la politica di responsabilità sociale.5 Lo scopo principale è quello di migliorare le prestazioni sociali dell’organizzazione e prevenire qualsiasi forma di sfruttamento dei lavoratori in ottica del miglioramento continuo. Le attività previste per ottenere la certificazione sono: 1) attività di preparazione alla certificazione: l’impresa deve nominare un manager responsabile dell’implementazione del sistema SA 8000 in azienda; 2) implementazione: riguarda attività quali la formazione dello staff e l’elaborazione scritta di procedure aziendali, in modo da ottenere la conformità con la norma; 3) pre-audit: prima di iniziare l’audit vero e proprio, che può essere condotto solo da un’ente esterno accreditato CEPAA6, è bene che l’azienda svolga una serie di simulazioni per comprendere se l’organizzazione è in grado di accogliere al suo interno e sostenere un sistema di gestione etico; 4) audit: un gruppo dell’ente esterno verifica l’osservanza dei requisiti SA 8000 e richiede eventuali azioni correttive per poter rilasciare la certificazione; 5) sorveglianza e monitoraggio: l’ottenimento della certificazione deve essere un punto di partenza per l’impresa, che è tenuta a mantenere un sistema di gestione di SA 8000 finalizzato al miglioramento continuo. Gli enti certificatori esterni effettuano azioni di controllo periodico per assicurare che gli elementi della SA 8000 siano sempre rispettati. La certificazione del sistema etico comporta per le aziende il sostenimento di alcuni costi (di implementazione del sistema etico e di certificazione) che consentono di ottenere importanti benefici, quali l’aumento e la 5 G. Lepore, M.V. D’Alesio, La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il quadro legislativo, FRANCOANGELI, 2004, pag. 37 6 CEEPA è l’acronimo di Council on Economics Priorities Accreditation Agency. 59 Lo standard SA 8000 fidelizzazione della clientela, il miglioramento dei rapporti con gli stakeholder, l’incremento della produttività e la diminuzione dei costi della qualità. Oltre tutto, le aziende che si avvicinano alla SA 8000 devono anche garantire che la catena dei fornitori rispetti tutti i requisiti sociali attraverso un impegno scritto e, se ciò non accade, l’azienda è tenuta a segnalare le eventuali incongruenze. E’ importante comprendere quale deve essere il valore di una norma implementata in un’organizzazione. Essa deve supportare il cambiamento di mentalità non solo attraverso l’imposizione di sanzioni, ma attraverso lo sviluppo di una cultura etica che le aziende devono fare propria, affinché vi sia il rispetto delle regole. Per concludere occorre sottolineare che la SA 8000 non deve essere assimilata alla responsabilità sociale, in quanto esistono delle differenze. La SA 8000 si rivolge solo ad una parte di stakeholder relativamente ad un’area molto specifica, che riguarda le condizioni di lavoro in azienda, mentre la RSI deve rendere conto a tutti gli stakeholder. Inoltre, lo standard SA 8000 detta regole ben precise, la cui applicazione è verificabile, mentre la RSI riguarda azioni compiute volontariamente dall’azienda, i cui modelli di misurazione e verificabilità sono ancora in sperimentazione. Il rapporto esistente tra RSI e SA 8000 può essere spiegato dicendo che la norma SA 8000 fa parte di comportamenti propri di un’azienda socialmente responsabile, insieme ad altri standard come AA 1000, i codici etici ed altri. 60 Lo standard SA 8000 3.4 Definizioni7 Prima di analizzare nel dettaglio i vari requisiti della norma SA 8000 bisogna soffermarsi sulle varie definizioni che la norma stessa propone. Si intende azienda, il complesso di qualsiasi organizzazione e organismo economico responsabile dell’implementazione dei requisiti della presente normativa, incluso il personale (amministratori, dirigenti, management, supervisori e l’organico non-dirigenziale). Il fornitore o subappaltatore è un soggetto economico che rifornisce l’azienda di beni e/o servizi necessari per, e utilizzati in/per, la produzione dei beni e/o servizi dell’azienda. Il subfornitore è un soggetto economico della catena della fornitura che, direttamente o indirettamente, procura al fornitore beni e/o servizi per, e utilizzati in/per, la produzione di beni e/o servizi dell’azienda. L’azione di rimedio è un’azione intrapresa per sanare nei confronti di un lavoratore o di un ex dipendente la violazione di un diritto del lavoratore coperto dalla SA 8000. L’azione correttiva è l’implementazione di una variazione del sistema o di una soluzione per assicurare un rimedio immediato e permanente ad una non-conformità. La parte interessata è un individuo o gruppo interessato a, o che influisce su, l’azione sociale dell’azienda. Si definisce bambino qualsiasi persona con meno di 15 anni di età, a meno che leggi locali sull’età minima prevedano un’età più alta per il lavoro o per la scuola dell’obbligo, nel qual caso si applica l’età più alta. Se, comunque, la legge locale sull’età minima stabilisce 14 anni di età in accordo con le eccezioni previste per i paesi in via di sviluppo che aderiscono alla Convenzione ILO 138, si applica l’età più bassa. Il giovane lavoratore, invece, è un qualsiasi lavoratore che superi l’età di bambino come sopra definito e inferiore ai 18 anni. 7 G. Lepore, M.V. D’Alesio, “La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il quadro legislativo”, FRANCOANGELI, 2004, pagg. 52-53 61 Lo standard SA 8000 Si considera lavoro infantile qualsiasi lavoro effettuato da un bambino con un’età inferiore all’età specificata nella definizione di bambino sopra riportata. Si parla di lavoro obbligato quando si è in presenza di qualsiasi lavoro o servizio ottenuto da persona sotto la minaccia di qualsiasi penale e per il quale tale persona non si è offerta volontariamente o per il quale questo lavoro o servizio sia richiesto come forma di pagamento di un debito. Per ultimo viene definito il lavoratore a domicilio che è una persona che svolge, per conto di un’organizzazione sotto controllo diretto o indiretto, al di fuori dello stabilimento dell’organizzazione, dietro remunerazione, un lavoro il cui risultato sia un bene o un servizio come specificato dal datore di lavoro, indipendentemente da chi fornisce l’equipaggiamento, i materiali e/o altri elementi utilizzati. La norma definisce un’interpretazione tutti univoca questi e termini non ci affinché possano venga essere data equivoci nell’applicazione dello standard SA 8000. 3.5 I requisiti della SA 80008 Come già accennato, la norma SA 8000 si compone di otto requisiti: 1) Lavoro infantile; 2) Lavoro forzato; 3) Salute e sicurezza dei lavoratori; 4) Libertà di associazione e diritto alle contrattazioni collettive; 5) Discriminazione; 6) Procedure disciplinari; 7) Orario di lavoro; 8) Livello salariale minimo. 8 G. Lepore, M.V. D’Alesio, La certificazione etica d’impresa – La norma SA 8000 ed il quadro legislativo, FRANCOANGELI, 2004, pagg. 55-143 Per l’analisi della norma si è fatto riferimento alla versione del 2008. 62 Lo standard SA 8000 A questi otto requisiti se ne aggiunge un nono che descrive il sistema di gestione e si compone a sua volta di nove sottopunti che riguardano: la politica aziendale, il riesame della direzione, i rappresentanti dell’azienda, la pianificazione e l’implementazione, il controllo dei fornitori/subappaltatori e subfornitori, le problematiche e le azioni correttive, la comunicazione esterna, l’accesso alla verifica e le registrazioni. 3.5.1 Lavoro infantile L’azienda che vuole ottenere la certificazione deve attenersi non solo ad una serie di divieti, ma deve proporre delle azioni di rimedio a sostegno della politica aziendale in materia. Per quanto riguarda questo primo requisito, l’azienda deve attuare delle azioni di rimedio per i bambini, per i quali si riscontra una situazione lavorativa che rientra nella definizione di “lavoro infantile”. Una delle misure che l’azienda può adottare per porre rimedio ad una situazione di lavoro infantile è quella di proporre il posto di lavoro occupato dal bambino ad un parente o componente del gruppo famigliare del bambino o pagando uno stipendio, per permettere al bambino di andare a scuola. Gli strumenti che l’azienda deve applicare per essere conforme allo standard SA 8000, per quanto riguarda il primo requisito, sono molti: - definire una politica di assunzione fissando i limiti di età dettati dalla norma; - definire e comunicare una politica sul lavoro infantile al personale e agli stakeholders esterni; - stabilire azioni di rimedio per i minori, indipendente dal fatto che vi siano dei minori impiegati in azienda; - se vi sono situazioni in cui un minore è costretto a lavorare, l’azienda deve porre un piano di rimedio, cioè un insieme di azioni a sostegno del minore o della famiglia. 63 Lo standard SA 8000 Va detto che verificare la presenza di bambini è molto difficile, in quanto potrebbero non essere presenti al momento della visita, per questo il rapporto con le ONG (Organizzazioni non governative) e le componenti sindacali risulta fondamentale. 3.5.2 Lavoro obbligato La norma SA 8000 intende come lavoro obbligato tutte quelle situazioni in cui il lavoro è imposto, dove la scelta di lavorare non è effettuata dal lavoratore, ma esiste un fattore di obbligatorietà che impedisce al soggetto interessato di effettuare una scelta. Non va confuso il lavoro obbligato con il lavoro non retribuito o mal retribuito, in quanto l’aspetto di riferimento della norma è che il rapporto di lavoro abbia un significato di obbligatorietà e limitazione nella scelta individuale. Affinché l’azienda possa ottenere la certificazione SA 8000 occorre che adotti alcuni strumenti per essere conforme allo standard, anche per quanto riguarda il secondo requisito; l’azienda deve: - evitare che i lavoratori abbiano debiti nei confronti dell’azienda; - essere in grado di dimostrare la volontarietà della prestazione lavorativa; - evitare la presenza di guardie di sicurezza nel posto di lavoro; - non detenere documenti originali d’identità dei lavoratori. 3.5.3 Salute e sicurezza Il principio chiave dell’articolo 3 della norma SA 8000 è: “l’azienda deve garantire un luogo di lavoro sicuro e salubre e deve adottare misure per prevenire gli incidenti”. Gli altri paragrafi, in questo modo, diventano strumentali rispetto a quello appena citato. L’azienda deve garantire al lavoratore un luogo di lavoro salubre e sicuro, adottando misure di protezione per prevenire situazioni pericolose o incidentali. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda nomina un 64 Lo standard SA 8000 responsabile della salute e della sicurezza ed eroga formazione per tutto il personale, ripetendo la procedura ogniqualvolta vi sia un nuovo assunto. Il secondo e terzo paragrafo della norma prevedono che l’azienda attui delle procedure in modo da identificare e segnalare fonti di pericolo per evitare eventi incidentali. Infine, gli ultimi due paragrafi sono dedicati alla “salubrità” del posto di lavoro. L’azienda deve fare in modo che l’ambiente di lavoro risulti salubre attrezzandosi di servizi idonei, con disponibilità di acqua potabile sul luogo di lavoro, che sia facilmente raggiungibile e utilizzabile durante l’orario di lavoro e nelle pause. Se l’azienda dispone di dormitori, questi devono essere idonei, puliti e rispondenti alle esigenze del personale. Gli strumenti che l’azienda deve applicare, oltre a quelli già citati sopra, per essere conforme alla norma SA 8000 sono: - redazione di report scritti indicanti gli incidenti, per poter evitare rischi ed eventuali incidenti futuri; - formazione del personale, che deve avvenire durante l’orario di lavoro; - servizi igienici a norma e puliti. 3.5.4 Libertà di associazione e contrattazione collettiva L’articolo 4 della norma SA 8000 detta condizioni molto esplicite in materia di libertà di associazione e contrattazione collettiva. Al primo punto si definisce l’obbligo dell’azienda a garantire il diritto dei lavoratori a formare ed appartenere a sindacati e a rispettare il diritto alla contrattazione collettiva. Al secondo punto, la norma si riferisce a quei Paesi in cui non è consentito dalla legge la formazione di associazioni libere ed indipendenti. In questo caso l’azienda deve facilitare la nascita di mezzi di tutela dei lavoratori analoghi a quelli vietati. Il terzo ed ultimo punto prevede che i rappresentanti sindacali non siano discriminati e possano comunicare con propri scritti sul luogo di lavoro. 65 Lo standard SA 8000 Quindi l’azienda che intende essere conforme con la SA 8000, per quanto riguarda il requisito 4, deve: - rispettare il diritto dei lavoratori alla formazione di associazioni e sindacati; - garantire i rappresentanti dei lavoratori che non devono essere discriminati e devono poter svolgere il loro mandato; - nominare il rappresentante SA 8000 per i lavoratori, in accordo con i sindacati rappresentati in azienda. 3.5.5 Discriminazione La norma stabilisce che l’azienda debba evitare qualsiasi comportamento di discriminazione diretta ed indiretta nell’ambiente lavorativo. All’interno di questo requisito viene data un’elencazione di quelli che possono essere i comportamenti discriminatori, ma essendo la SA 8000 una norma che riguarda il rapporto con i lavoratori, vengono citati soltanto quelli che si potrebbero verificare in un luogo di lavoro. Una delle forme di discriminazione più diffuse è sicuramente quella in base al sesso: le donne sono discriminate per quanto riguarda le retribuzioni, le mansioni e anche nelle assunzioni, nella formazione e nella crescita professionale, non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nei Paesi industrializzati. Un’altra forma di discriminazione ed esclusione è quella nei confronti dei disabili, che troppo spesso vengono trattati come problema. Questo fenomeno è in crescita, perché si cerca di cambiare la cultura nei confronti del disabile, che inizia ad essere percepito come un soggetto da inserire nella società e dotato di abilità diverse da sfruttare anche nel mondo del lavoro. Il terzo paragrafo, che fa riferimento a comportamenti sessualmente minacciosi, offensivi e rivolti allo sfruttamento è collegato all’ultimo paragrafo, che riguarda il divieto di sottoporre il personale a test di gravidanza o di verginità, sembra non avere a che fare con i comportamenti discriminatori, ma in realtà questi possono provocare, nella 66 Lo standard SA 8000 persona che li subisce, autoesclusione, poiché il soggetto coinvolto percepisce l’ambiente di lavoro come ostile, minaccioso ed umiliante. Questa è una condizione che colpisce soprattutto le donne non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli ricchi ed industrializzati. L’azienda che vuole ottenere la certificazione SA 8000 deve rispettare anche questo requisito e deve: - definire una politica per il personale per quanto riguarda assunzioni e avanzamenti di carriera; - definire misure mirate per evitare qualsiasi tipo di discriminazione; - registrare i motivi di mancate assunzioni; - fornire ai lavoratori la possibilità di presentare reclami in modo anonimo; - nel caso vi fossero lavoratori di religione diversa, consentire loro di rispettare le loro festività ed i loro riti; - consentire ai lavoratori di nominare un rappresentante che interloquisca con la direzione in caso di discriminazioni sul luogo di lavoro. 3.5.6 Procedure disciplinari Questo requisito fa riferimento a quelle situazioni in cui si verificano dei comportamenti scorretti da parte del lavoratore e il datore di lavoro è costretto intervenire. Sono vietate risposte che facciano uso di violenza fisica, ma la norma va oltre ed impedisce anche l’utilizzo di parole pesanti, che esercitino pressione sul lavoratore ripreso. Nei Paesi industrializzati, le procedure disciplinari sono codificate ed è assolutamente vietata la violenza fisica e psichica. Sono utilizzati strumenti quali: il rimprovero verbale, l’ammonizione scritta, la sanzione fino ad arrivare alla sospensione dal lavoro che, in Italia, significa sospensione dallo stipendio, fino al licenziamento. Questo requisito si riferisce a quel fenomeno che oggi è chiamato “mobbing” sui dipendenti che è sempre più frequente anche nei Paesi occidentali e presenta costi molto elevati se si considerano i problemi connessi e se si considera che, dal punto di vista del profitto, il fenomeno incide fortemente, in quanto i 67 Lo standard SA 8000 lavoratori, che avvertono disagi nell’ambiente di lavoro, si assentano mediamente per almeno 15 giorni durante l’anno lavorativo. L’azienda che vuole essere conforme con lo standard SA 8000, per quanto riguarda il requisito 6, deve: - predisporre un codice disciplinare interno in cui vengono definite le regole per quanto riguarda le sanzioni disciplinari; - comunicare le procedure ai lavoratori; - rendere possibili i reclami in casi in cui si verifichino dei comportamenti scorretti da parte del datore di lavoro; - definire strumenti di controllo in materia. 3.5.7 Orario di lavoro Lo standard SA 8000 prevede che l’azienda si adegui alle normative vigenti e ai contratti di settore o d’area stipulati con le parti interessate. La norma, nel primo paragrafo e secondo paragrafo, prevede che l’orario di lavoro settimanali non superi le 48 ore e che i dipendenti abbiano diritto ad un giorno di riposo nell’arco di un periodo di sette giorni. Non vengono citati i termini dei periodi di ferie, perché la normativa viene applicata a livello internazionale e molti Paesi non prevedono periodi di riposo durante l’anno lavorativo. Nel terzo e quarto paragrafo, viene esaminata la disciplina del lavoro straordinario, intendendo con questo termine le prestazioni lavorative che superano le 48 ore settimanali. Vengono stabiliti dei limiti: le ore di straordinario non possono superare le 12 ore per persona a settimana, salvo i casi in cui vi sia da far fronte ad una domanda di breve periodo, e la retribuzione per l’orario extra deve essere superiore rispetto a quella ordinaria. Lo straordinario deve essere volontario e deve avere il carattere di eccezionalità, collegato a particolari esigenze di mercato. L’azienda che vuole essere conforme alla norma SA 8000, per quanto riguarda il requisito 7, deve: 68 Lo standard SA 8000 - rispettare l’orario definito con la contrattazione collettiva nazionale o di settore; - se ricorre a straordinari, deve verificarne l’effettiva necessità; - informare i lavoratori, i quali devono conoscere le leggi sul lavoro; - in caso di straordinario la diversa retribuzione deve apparire in modo chiaro sulla busta paga. 3.5.8 Retribuzione La norma prevede che le retribuzioni siano conformi agli standard minimi definiti da leggi o accordi settoriali, in modo da garantire al lavoratore di soddisfare i propri bisogni essenziali ed avere una quota di salario aggiuntivo. Il principio universale, dettato da questo punto, è quello della retribuzione minima e sufficiente. Essendo applicabile a livello internazionale, lo standard SA 8000 non può essere più preciso in materia di retribuzioni, in quanto il concetto di minimo e sufficiente è strettamente legato alla realtà economica del Paese al quale si fa riferimento. Infatti, per applicare questo requisito, occorre conoscere, in modo approfondito, il Paese, nel quale ha sede l’azienda che applica lo standard. La norma, inoltre, prevede che la riduzione della retribuzione a scopi punitivi non è accettabile. Questo punto si ricollega al requisito 6 che riguarda le punizioni disciplinari: la retribuzione non può essere utilizzata come strumento di pressione sul lavoratore, in quanto sarebbe inteso come ricatto economico e, quindi, risulterebbe uno strumento di coercizione. A garanzia di tutto ciò, l’azienda deve rendere nota ai lavoratori la composizione della retribuzione in busta paga. Nell’ultimo paragrafo, la norma dispone che non sono accettati falsi schemi di apprendistato per nascondere situazioni di lavoro nero. L’azienda che vuole essere conforme con lo standard SA 8000, per quanto riguarda questo requisito, deve: - rispettare i parametri definiti dallo standard; - registrare i lavoratori e la relativa busta paga; - non utilizzare intermediari per la manodopera; 69 Lo standard SA 8000 - dare una motivazione precisa se la retribuzione risulta inferiore a quella prevista; ciò può accadere per un breve periodo. 3.5.9 Sistema di gestione Il sistema di gestione della responsabilità sociale all’interno delle imprese si compone di altri nove sottorequisiti che permettono di implementare la SA 8000 nell’azienda. 3.5.9.1 Politica aziendale Il documento di Politica Aziendale, che rispetta i principi dello standard SA 8000, ha un ruolo centrale in tutto il sistema. All’interno vengono chiariti i motivi e gli aspetti valoriali che hanno portato l’azienda ad implementare un sistema quale la SA 8000 e viene specificato l’impegno dell’azienda a: - rispettare tutti i punti della norma; - rispettare le leggi nazionali, sopranazionali e le convenzioni; - attuare un miglioramento continuo del sistema SA 8000; - comunicare ed interagire con il personale; - rendere pubblico il documento che attesta la volontà dell’azienda a essere conforme allo standard. Per fare ciò l’azienda deve creare un buon dialogo con gli stakeholders e fissare degli obiettivi di medio/lungo periodo che permettano di applicare e realizzare il sistema SA 8000. 3.5.9.2 Rappresentanti dell’azienda La norma prevede che in azienda debbano essere nominati tre rappresentanti: il rappresentante della direzione per la SA 8000, che fa parte della direzione e la rappresenta; il rappresentante dei lavoratori per la SA 8000, che svolge il ruolo di intermediario con la direzione per l’applicazione dello standard; il rappresentante della direzione, che può coincidere con il rappresentante della direzione SA 8000, in quanto deve essere un membro di quest’ultima, e si occupa dell’implementazione del sistema, con riferimento al requisito 3 (Salute e Sicurezza) della norma. 70 Lo standard SA 8000 3.5.9.3 Riesame della direzione La norma prevede la necessità, da parte dell’alta direzione dell’azienda, di revisionare periodicamente la politica aziendale e le procedure. Questo punto è particolarmente significativo, perché riguarda le strategie che l’azienda deve mettere in atto, affinché sia possibile costruire un sistema di responsabilità sociale secondo la norma SA 8000. In esso è contenuta l’analisi delle performance dell’azienda e, dove opportuno, le modifiche e i miglioramenti del sistema. L’azienda deve definire degli indicatori di performance e controllare periodicamente i risultati in modo da poter introdurre delle soluzioni e rispondere all’esigenza di miglioramento continuo. 3.5.9.4 Pianificazione ed implementazione La conoscenza ed il coinvolgimento di tutte le parti interessate rappresentano il principale fattore di successo del sistema SA 8000. L’azienda deve pianificare e garantire la formazione a tutti i livelli del personale, affinché lo standard possa essere compreso da tutti. Deve definire regole chiare ed applicabili, fornire strumenti per identificare le responsabilità ed individuare le autorità di riferimento. Per quanto riguarda l’applicazione dello standard devono essere utilizzati strumenti, quali il monitoraggio continuo e il controllo delle performance per consentire la verifica e pianificare eventuali correttivi. 3.5.9.5 Controllo dei fornitori/subappaltatori e subfornitori Questo punto definisce il controllo dei fornitori, che è una procedura complessa, che prevede l’estensione del controllo della SA 8000 anche ad aziende esterne. Lo standard non propone un sistema da seguire per attuare il controllo dei fornitori, ma si può dire che il più efficace è quello dell’analisi dei rischi sui fornitori: valutazione di indicatori ambientali, settoriali, relativi alla storia e alle dimensioni e caratteristiche produttive dell’azienda fornitrice. 71 Lo standard SA 8000 L’azienda, inoltre, deve tenere delle registrazioni che riguardano l’impegno del fornitore in relazione alla responsabilità sociale. Il fornitore dovrà dichiarare per iscritto il suo impegno a rispettare i requisiti dello standard, mentre l’azienda, da parte sua, dovrà far in modo che i requisiti vengano davvero rispettati. Nell’ultimo paragrafo, inoltre, lo standard richiede che, se l’azienda fa uso di fornitori classificati come lavoratori a domicilio, questi debbano avere gli stessi diritti dei lavoratori interni all’azienda, soprattutto per alcuni aspetti indicati espressamente dalla norma. 3.5.9.6 Gestione delle problematiche ed attuazione di azioni correttive Questo punto prevede che l’azienda debba mettere in pratica un sistema per individuare e risolvere problematiche che emergono dall’applicazione dello standard. L’azienda deve attuare delle azioni correttive per superare situazioni di non conformità della politica aziendale nei confronti della SA 8000, ma non deve punire o discriminare il personale che fa emergere i punti deboli dell’applicazione della norma. L’azienda, quindi, deve adottare un sistema di gestione dei reclami; le modalità con cui possono essere fatti pervenire alla direzione i reclami sono numerosi: la classica cassetta posta in luoghi in cui il personale possa liberamente esprimere pareri, opinioni e lamentele in modo anonimo, un sistema di mailing interno oppure il rappresentante dei lavoratori può fungere da intermediario tra i dipendenti che sollevano le lamentele e la direzione. I sistemi anonimi risultano gli strumenti più efficaci, soprattutto in quei luoghi in cui si rischia una ritorsione diretta o indiretta quando si esprimono pareri contrari alla direzione; i sistemi privi di anonimato sono utilizzati in quegli ambienti di lavoro in cui il management considera i rilievi come un momento costruttivo di dialogo e confronto tra l’azienda e i suoi dipendenti. 72 Lo standard SA 8000 Una volta rilevati i problemi, l’azienda dovrà implementare azioni correttive adeguate, in modo da evitare l’insorgere di problematiche in futuro. 3.5.9.7 Comunicazione esterna e coinvolgimento delle parti interessate In questo punto l’azienda si impegna a comunicare i risultati, positivi e negativi, che derivano dall’applicazione dello standard, a tutte le parti interessate. L’azienda deve avere ben chiare quali siano le parti interessate, interne ed esterne all’azienda, e valutare gli strumenti più idonei ed efficaci per effettuare la comunicazione. Quando si parla di parti interessate, ci si riferisce agli stakeholders e agli shareholders. Gli stakeholders sono quei soggetti interni ed esterni all’azienda che hanno interesse verso le performance aziendali economiche, sociali ed ambientali. Gli shareholders, invece, sono gli azionisti dell’azienda che presentano interesse verso le performance aziendali, in quanto hanno effettuato investimenti finanziari ed è nel loro interesse sapere quali siano i risultati della gestione. La norma prevede che le informazioni da comunicare alle parti interessate debbano avere come riferimento i risultati del riesame della direzione e del monitoraggio, ma non devono limitarsi a questi indicatori. E’ importante effettuare una comunicazione efficace predisponendo procedure riguardanti modalità e tempi di comunicazione, ma anche utilizzo di mezzi idonei in base alle caratteristiche degli stakeholders di riferimento. 3.5.9.8 Accesso alla verifica La norma prevede che sia consentito l’accesso agli audits nei locali dell’azienda per certificare la conformità ai requisiti dello standard SA 8000, purché questi richiedano informazioni ragionevoli. 73 Lo standard SA 8000 Con questo punto la norma ha voluto sottolineare l’importanza della trasparenza, che bisogna attribuire ai processi di implementazione e gestione dello standard in tutti i suoi punti e la conformità ai requisiti. 3.5.9.9 Registrazioni L’azienda ha l’obbligo di mantenere le registrazioni di tutte le fasi relative allo standard SA 8000. Le registrazioni riguardano: la politica aziendale, tutti i punti della norma, le verifiche, i reclami ed ogni altro strumento fondamentale per provare l’applicazione dello standard in tutti i suoi punti e la conformità ai requisiti. 3.6 Rapporto tra SA 8000 e bilancio sociale9 La SA 8000 e il bilancio sociale sono due strumenti di responsabilità sociale utili alle imprese per promuovere il dialogo con le parti interessate dell’azienda. La SA 8000 ha lo scopo di definire delle regole di comportamento per disciplinare il difficile rapporto datore di lavoro-dipendenti e, quindi, mira al soddisfacimento di una categoria di stakeholder ben precisa: i lavoratori. L’azienda, che decide di implementare il sistema SA 8000, deve impegnarsi a verificare che anche i fornitori rispettino i requisiti dello standard; si può dire, dunque, che la SA 8000 è rivolta ad un gruppo ristretto di stakeholders. Essa è progettata per tenere in considerazione leggi e requisiti di contesto culturale di ogni Paese ed è la prima norma ad essere verificabile, perché acquisisce criteri di trasparenza e credibilità. Il bilancio sociale, invece, è uno strumento che rendiconta quali siano stati i comportamenti attinenti alla responsabilità sociale praticati dall’azienda. Non vi è una normativa precisa che definisca linee guida universali per la redazione di un bilancio sociale in azienda e persino la denominazione 9 http://www.isvi.org 74 Lo standard SA 8000 stessa risulta confusa, in quanto sono stati proposti diversi termini per riferirsi sempre allo stesso documento. Nonostante tutto, la SA 8000 e il bilancio sociale sono degli strumenti di comunicazione volontari, che riferiscono sui rapporti che l’azienda intrattiene con i suoi stakeholder; sono degli strumenti flessibili, definiscono una un’organizzazione 10 benchmarking politica/missione chiara. Inoltre, ben precisa costituiscono un ed adottano elemento di in cui la collettività ripone fiducia, ma la caratteristica più importante che li accomuna è il fatto di essere strumenti di dialogo con le parti interessate. Per la SA 8000, il bilancio sociale diventa uno strumento per enfatizzare il processo di identificazione, ascolto e dialogo con gli stakeholders, per favorire la conoscenza degli impegni presi e per evidenziare il miglioramento continuo. Quest’ultimo è uno dei vantaggi che le sinergie tra la SA 8000 e il bilancio sociale offrono, insieme a: -miglioramento del clima aziendale; - miglioramento nelle comunicazioni; - miglioramento della fidelizzazione e del coinvolgimento; - diminuzione del turn over e del tasso di assenteismo; - miglioramento dell’ambiente di lavoro e quindi della produttività; - miglioramento della reputazione dell’azienda. Per concludere si può affermare che la SA 8000 ed il bilancio sociale sono due documenti distinti, con la loro struttura ed i loro contenuti, ma presentano gli stessi vantaggi e gli stessi obiettivi in quanto tutti e due mirano ad implementare un sistema di responsabilità sociale d’impresa. Se impiegati contemporaneamente possono completarsi l’uno con l’altro e costituire non solo un forte strumento di comunicazione ma uno strumento dinamico di monitoraggio e programmazione, in grado di coinvolgere tutte le parti interessate. 10 Il benchmarking è un processo continuo di misurazione di prodotti, servizi e prassi aziendali, mediante il confronto con i concorrenti più forti. (http://www.wikipedia.it) 75 Capitolo 4 CASO TECNICART S.R.L. L’AZIENDA TECNICART Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda 4.1 La storia Tecnicart s.r.l. fu fondata nel 1954 a Sansepolcro, una località in provincia di Arezzo, da Aldo Zampieri, sua moglie ed alcuni famigliari. Il primo nome fu Artigiana Scatole e, come si può intuire, fu inizialmente una piccola impresa famigliare ed artigiana, con pochi addetti, che operava in alcuni locali a piano terra dell’abitazione. Aldo Zampieri, immigrato dal Veneto, negli anni Trenta fu assunto dalla Buitoni e ricevette due premi per “suggerimenti alla produzione”, ma fu licenziato per presunte “scritte contro il regime fascista”. Partecipò alla guerra e, dopo aver fatto parte di un Battaglione ad elevata specializzazione operativa, venne preso prigioniero; come militarizzato dell’esercito americano, operando nelle attività logistiche, maturò esperienze significative e, nel 1945, fu invitato a recarsi negli Stati Uniti. Zampieri, però, preferì non partire ed assunse la direzione di un’azienda di produzione di prefabbricati e laterizi1 in Arezzo. Nel 1954, maturato un piccolo capitale e saputo che la Buitoni, una volta ricostruito lo stabilimento minato e distrutto dai Tedeschi alla fine della guerra, voleva confezionare le nuove scatole “americane” in cartone ondulato in sostituzione delle casse di legno per le proprie spedizioni, Aldo Zampieri chiese all’Amministratore della Buitoni di poter diventare suo fornitore. La risposta fu molto positiva, perché la Buitoni favoriva, a parità di condizioni, i fornitori locali. Questo segnò l’inizio dell’attività dell’allora Artigiana Scatole, che continua tutt’oggi sotto il nome di Tecnicart. La Buitoni, in quel periodo, era una sorta di Olivetti dell’alimentare, cioè un’impresa molto proiettata nel sociale; vi era l’asilo nido nello stabilimento ed era molto intensa l’attività ricreativa e culturale dell’azienda nei confronti dei dipendenti e della città. Inoltre, era molto forte il senso di appartenenza all’azienda, la quale si distingueva per il susseguirsi di innovazioni, brevetti e strepitosi successi commerciali. In questo clima iniziava il lavoro di Tecnicart e si formava la sua idea riguardo al lavoro. 1 Laterizio = prodotto ceramico non resistente ad alte temperature, fabbricato per cottura di argilla impastata con acqua e impiegato nelle costruzioni edili. 77 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda Si arrivò al 1968 quando, contemporaneamente allo scompiglio ideologico di quegli anni, si manifestò una gravissima crisi dirigenziale della Buitoni a cui seguì il declino. Questo fu un duro colpo per Tecnicart in quanto dipendeva esclusivamente dal cliente Buitoni, ed era focalizzata su un solo prodotto: la scatola americana. Per sopravvivere, nei primi anni Settanta, Tecnicart iniziò la produzione di carta ondulata alimentare, allargando i propri rapporti ad altre importanti aziende alimentari come Barilla, Colussi e Plasmon. Nel 1991 vi fu un cambio al vertice per la Tecnicart, Carlo Zampieri (figlio di Aldo) divenne Amministratore autonomo e, pochi anni più tardi, rilevò tutte le quote della società. Dopo una serie di trasformazioni societarie e trasferimenti delle proprie sedi produttive, Tecnicart raggiunge nell’anno 2000 l’attuale struttura di oltre 10.000 metri quadrati su un’area di 30.000 metri quadrati a San Leo di Anghiari, in provincia di Arezzo. A partire dagli anni Novanta ed in particolare dal 2002, la produzione è stata allargata, grazie alla vocazione innovativa della moglie dell’attuale dirigente dell’azienda Carlo Zampieri, ad ogni articolo cartotecnico in cartone ondulato, scatole fustellate, accoppiate a stampa offset o stampate flexo, espositori, imballaggi speciali e contenitori. La produzione di ogni tipo di soluzione cartotecnica avviene internamente in impianti dislocati su oltre 10.000 metri quadrati coperti, che consentono di proporre forniture “just in time” con la stessa efficacia di piccole e grandi quantità. Inoltre, le nuove relazioni, la forte spinta alla tutela del consumatore e il controllo dei processi, promossa in particolare da Barilla, ha portato il management dell’azienda a ritenere indispensabile, anche se impegnativo e costoso, sottoporre a verifiche esterne il suo operato, con l’ottenimento di certificazioni, quali ISO 9001, SA 8000 e presto EN 155932. 2 La norma UNI EN 15593:2008 “Imballaggi – Gestione dell’igiene nella produzione di imballaggi destinati ai prodotti alimentari”, ha lo scopo di fornire uno strumento per regolare i sistemi di gestione dell’igiene e favorire un livello di sicurezza dei prodotti costante fra produttori diversi. Elaborata in ambito europeo, con un forte contributo anche a livello italiano, la norma riguarda tutti gli aspetti della gestione dell’igiene nella produzione degli imballaggi e specifica i requisiti per un sistema di gestione dell’igiene 78 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda 4.2 I prodotti Tecnicart possiede un’ampia gamma di prodotti, che realizza all’interno dei propri stabilimenti per rispondere alle esigenze di numerose imprese importanti in diversi settori. La Carta Ondulata Alimentare è il principale prodotto con il quale Tecnicart si presenta come fornitore per le importanti aziende alimentari, quali Barilla, Colussi, Buitoni ed altre. Classica è la carta che avvolge direttamente le fette biscottate del Mulino Bianco. Tale materiale è realizzato con carta molto leggera, di pura cellulosa FSC3 da (tutto realizzazione, azienda il certificata processo provenienza di della carta e il reintegro boschivo del legname è tracciato e controllato). La Carta Ondulata può avere vari spessori a seconda delle necessità di protezione del biscotto o della fetta biscottata. E’ costituita da uno strato teso ed uno ondulato. Talvolta, se il biscotto è molto grasso, viene utilizzata una carta resistente al passaggio dei grassi. Qualsiasi dettaglio del processo di produzione è sottoposto a controllo e monitoraggio (HACCP4) anche attraverso Audit degli enti certificatori ISO 9001, SA 8000 e in un breve futuro EN 15593, oltre che da parte della per fabbricanti e fornitori di imballaggi per alimenti, inclusi immagazzinaggio e trasporto. (http://www.ipq.it) 3 La certificazione FSC identifica i prodotti contenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.(http://www.fsc-italia.it) 4 L'HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) è un sistema di autocontrollo che ogni operatore nel settore della produzione di alimenti deve mettere in atto al fine di valutare e stimare pericoli e rischi e stabilire misure di controllo per prevenire l'insorgere di problemi igienici e sanitari. (http://www.wikipedia.it) 79 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda stessa Barilla, molto attenta all’assoluta integrità delle confezioni e alla continua evoluzione dei sistemi di produzione e di controllo della qualità. Tecnicart sta studiando un sistema di controllo, tramite telecamere, per prevenire ed individuare la presenza anche di piccole ed eventuali macchie o corpi estranei potenzialmente contaminanti; già ora, il materiale viene realizzato e manipolato in modo completamente automatizzato. I test di controllo della carta e le prove di migrazione si sono molto evolute. In tal modo viene verificata l’assenza di metalli pesanti e di ogni sorta di sostanza pericolosa per la salute. L’azienda non ha mai rilevato situazioni di non conformità, nonostante le procedure di controllo si svolgano sia internamente che tramite laboratori esterni, rispettando scrupolosamente le metodiche di controllo assunte. Il secondo prodotto che Tecnicart sviluppa all’interno dei propri stabilimenti è la Scatola americana a stampa flexografica. Questo tipo di prodotto nasce, come suggerisce il nome, negli Stati Uniti. Partendo dal cartone ondulato composto da tre o cinque strati di carta riciclata oppure no, (ondulata a accoppiata caldo per e ondulata migliorare la resistenza meccanica del cartone allo schiacciamento) si può realizzare la scatola americana. Essa ha la caratteristica di non necessitare di un impianto particolare per ottenere diverse dimensioni spaziali. Aprendola, essa è perfettamente rettangolare, pertanto ottimizza l’utilizzo senza sprechi del cartone. Nella macchina che la realizza si possono variare facilmente le misure, cambiando il settaggio e la dimensione del foglio di cartone. E’ una grande invenzione nella sua semplicità ed ecocompatibilità. 80 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda Tecnicart realizza un’ulteriore prodotto: la scatola Fustellata che si differenzia dalla scatola americana perché necessita di un impianto Fustella. La Fustella si può definire grossolanamente un manufatto per imprimere tagli e forme. Questa è importante per ottenere prestazioni particolari come sistemi di chiusura diversi, finestre speciali, estetica e alloggiamenti o funzionalità aggiuntive. Il prodotto Cartotecnico è quasi sempre fustellato, ma spesso anche stampato con qualità superiore (Litografica). E’ costituito da un cartoncino di buona grammatura, in genere 230/400 gr/mq, stampato e verniciato con macchine litografiche per realizzare grafiche sofisticate (grafica fotografica o altro). Questo materiale stampato può essere fustellato (per realizzare astucci o piccoli contenitori) o accoppiato a cartone ondulato per realizzare scatole di elevata qualità e buona resistenza. 4.3 Il mercato di riferimento e i concorrenti Il settore della cartotecnica, con la produzione di carta, cartone e imballaggi ondulati, si è sviluppato molto negli ultimi vent’anni, grazie alla richiesta interna di imballaggi di carta e cartone, dovuta a vari fattori, come il crescente numero di manufatti e la loro maggiore movimentazione e, soprattutto, il ruolo strategico dell’imballaggio nella valorizzazione dei prodotti. L’industria cartotecnica presenta un elevato grado di frammentazione, essendo caratterizzata dalla forte presenza di piccole e micro imprese. Con il passare degli anni l’inasprimento della concorrenza e il conseguente abbassamento dei costi ha fatto sì che rimanessero sul mercato solo le imprese più solide, che hanno creato partnership con altre 81 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda aziende ed un maggiore orientamento all’innovazione. Questo atteggiamento era assolutamente necessario per mantenere il nostro Paese, tra i maggiori esportatori mondiali di prodotti di cartotecnica, su un mercato internazionale dove la guerra dei prezzi è sempre più accesa. Attualmente la regione italiana con il maggior numero di imprese operanti in questo settore risulta essere la Lombardia seguita dalla Toscana (con i distretti di Firenze e Lucca) e dal Veneto. Tecnicart opera sul mercato nazionale per la Carta Ondulata mentre per gli altri prodotti, essendo a carattere di servizio, ha un raggio più ristretto di circa 100 Km, salvo eccezioni. I principali concorrenti di Tecnicart per ciascun prodotto sono: per la carta ondulata, Sicart S.p.A. di San Giustino (PG) e Cartondul di Isola Vicentina (VI); per le scatole americane, Scatolificio Bianchini di Promano e Saico S.r.l. di Coldipozzo, entrambe località nel comune di Città del Castello (PG); per i prodotti cartotecnici, Kartoplastic 2 nella zona industriale di Città del Castello (PG). 4.4 La politica aziendale L’esperienza maturata nel settore cartotecnico e la volontà di distinguersi come operatore eccellente dal punto di vista sociale, hanno condotto Tecnicart s.r.l. ad implementare e certificare un sistema di gestione conforme ai requisiti delle norme UNI EN ISO 9001:2000 e SA 8000:2001. Tutto ciò in un’ottica di miglioramento continuo delle performance aziendali e nella consapevolezza che le risorse umane rappresentino il vero valore aggiunto dell’azienda. La politica aziendale di Tecnicart attesta l’orientamento alla responsabilità sociale e costituisce una dichiarazione pubblica dei principi che l’azienda 82 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda intende seguire per potersi definire socialmente responsabile. Tali principi rappresentano il punto di partenza nella definizione degli obiettivi e sono funzionali all’ottenimento di traguardi di miglioramento continuo, attraverso la definizione di obiettivi, i quali devono essere continuamente aggiornati e verificati, e all’ attuazione di azioni di rimedio, nel caso si presentassero delle situazioni di non conformità agli standard. Le finalità che la Direzione si prefigge, attraverso la stesura della politica aziendale, e che intende condividere con tutta l’organizzazione riguardano: l’aumento della soddisfazione dei lavoratori, dei fornitori e di tutti gli stakeholders; l’aumento della competitività e la valorizzazione dell’immagine dell’azienda; la capacità di fornire prodotti e servizi che rispondano, e alle volte anticipino, le esigenze del cliente, in modo da realizzare un prodotto/servizio che superi le aspettative, ottenendo un valore aggiunto rispetto alla concorrenza; il miglioramento delle performance economiche e finanziarie; la sicurezza di garantire la qualità del prodotto e i comportamenti etici; il sostenimento e la motivazione del personale ad attuare i principi etici e a promuovere la qualità del prodotto, anche attraverso proposte di miglioramento. Dopo aver definito le finalità, Tecnicart predispone ogni anno un Piano di Miglioramento, in cui sono sintetizzati gli obiettivi di responsabilità sociale e di qualità, che la Direzione si pone. Per raggiungere tali obiettivi la Direzione si impegna ad osservare una serie di comportamenti, elencati nel documento riguardante la politica aziendale, che permettano di rispettare i requisiti delle norme e delle leggi nazionali ed internazionali. Tecnicart, inoltre, ritiene molto importante il coinvolgimento di fornitori, clienti e di tutti gli stakeholders al fine di migliorare le proprie prestazioni. Ciò è possibile grazie alla pubblicazione del bilancio SA 8000 sul sito 83 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda dell’azienda, che diventa strumento di comunicazione della politica aziendale al fine di garantire la massima trasparenza e permettere la risoluzione di eventuali problemi di conformità nei confronti delle norme. La politica aziendale, infine, è sottoposta a revisione, in sede di Riesame della Direzione, e viene aggiornata per verificarne la costante adeguatezza. 4.5 La struttura organizzativa Tecnicart s.r.l. è una piccola impresa che conta 15/16 dipendenti tra i quali 3/4 fanno parte della stessa famiglia. L’azienda è abbastanza strutturata per le esigenze riguardanti il controllo dei processi che sono certificati. E’ necessaria la definizione dei compiti dei diversi responsabili, ma nonostante tutto è un’azienda snella e attenta ai cambiamenti del mercato di riferimento. Come si può notare dall’organigramma, gli organi di staff, che operano in supporto al vertice dell’azienda, sono istituiti al fine di assicurare la corretta implementazione del sistema di gestione. Sono state identificate da Tecnicart diverse figure importanti: o un RAPPRESENTANTE DELLA DIREZIONE (RD), che ha il compito di: assicurare l’aggiornamento del Sistema Integrato di Gestione aziendale, riferire alla Direzione circa l’andamento del sistema di gestione e circa il grado di soddisfazione dei clienti al fine di permettere il miglioramento da attuare dopo un attento riesame, promuovere all’interno dell’azienda la cultura della Qualità del prodotto e della responsabilità sociale con l’introduzione di tecniche e metodi di gestione adeguati e, infine, promuovere all’interno della Tecnicart l’importanza di soddisfare le richieste di tutti i clienti. 84 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda Il rappresentante della Direzione è affiancato da un assistente, che lo aiuta a svolgere i compiti appena citati, in modo da non trascurare nessun aspetto importante; o un RAPPRESENTANTE DELLA DIREZIONE SA 8000 (RD SA 8000), che ha l’autorità ed il compito di controllare che i requisiti della norma SA 8000 siano rispettati; o un RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI SA 8000 (RL SA 8000), eletto e scelto dai dipendenti, che ha l’autorità ed il compito di semplificare i rapporti e le relazioni con la Direzione, circa gli aspetti riguardanti la SA 8000; o inoltre, è previsto un sistema di prevenzione e protezione dei rischi, cioè un insieme di persone, sistemi e strumenti interni ed esterni finalizzati all’attività di prevenzione dei rischi professionali dell’azienda. I membri del servizio di prevenzione e sicurezza sono: un medico competente un Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), che deve rappresentare la Direzione, per quanto riguarda la salute e la sicurezza di tutto il personale, ed ha il compito di implementare i fattori di sicurezza e salute previsti; questo soggetto deve possedere capacità e requisiti professionali adeguati ai rischi che si possono presentare sul luogo di lavoro, relativi all’attività aziendale svolta; un Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RL per la sicurezza), eletto e scelto dal personale, che ha il compito di rappresentare i lavoratori per quanto riguarda la salute e la sicurezza nel luogo di lavoro; gli addetti al primo soccorso, incaricati di attuare provvedimenti necessari in materia di primo soccorso ed assistenza medica d’urgenza; 85 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda gli addetti antincendio, incaricati dell’attuazione di misure necessarie per la prevenzione di incendi, evacuazione dei lavoratori, in caso di pericolo grave ed immediato e salvataggio. Le figure appena citate sono indispensabili al fine di assicurare l’implementazione di tutte le misure necessarie per essere conformi ai requisiti della norma SA 8000. Tecnicart è molto ben organizzata in questo senso e, nonostante sia una piccola impresa, presenta un organigramma ricco e dettagliato, dal quale traspare il forte impegno dell’azienda a far sì che la Responsabilità sociale venga recepita ed applicata a tutti i livelli dell’organizzazione. Proseguendo nell’analisi della struttura, l’organigramma prevede altre due figure in supporto alla gestione generale dell’azienda: il Responsabile delle risorse umane e il Responsabile delle risorse tecniche, che hanno rispettivamente il compito di gestire il capitale umano e i beni strumentali. Infine, vi sono i responsabili delle aree operative e caratteristiche dell’azienda: il Responsabile Amministrativo il Responsabile Commerciale il Responsabile della pianificazione CO (Carta Ondulata) e il Responsabile della pianificazione SAPF (Scatole Americane e Fustellate) che gestiscono la pianificazione giornaliera delle produzioni per mezzo di un programma integrato che attraverso la rilevazione dei dati in tempo reale propone una programmazione di base che viene monitorata ed adattata dal programmatore in funzione delle richieste dei clienti il Responsabile delle progettazioni il Responsabile degli Approvvigionamenti. 86 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda Organigramma Tecnicart s.r.l 87 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda 4.6 Gli stakeholders Come più volte accennato, con il termine stakeholder si fa riferimento a tutti quei soggetti interni ed esterni all’azienda che hanno un interesse di qualsiasi natura verso l’attività dell’azienda stessa. Tecnicart presenta una serie di soggetti coinvolti nel sistema di gestione con i quali ha instaurato dei rapporti di vario genere. Innanzitutto, il personale deve essere rispettato, coinvolto in un processo di formazione e valorizzazione della professionalità, oltre che informato sulle attività svolte dall’azienda. Poi ci sono i fornitori, per i quali l’azienda ha strutturato un sistema di selezione, qualifica, monitoraggio e sensibilizzazione nel rispetto delle regole e degli impegni che le norme di riferimento richiedono di soddisfare. Al fine di controllare la conformità a tutti i requisiti delle norme di riferimento sono stati individuati i settori più critici per l’applicazione della responsabilità sociale e sono state pianificate delle verifiche mirate presso alcuni fornitori. I clienti sono considerati dall’azienda come partner con cui lavorare, non solo per la soddisfazione delle loro esigenze, ma anche delle aspettative aziendali, in un clima di trasparenza, reciproco rispetto e fiducia. Anche le istituzioni presenti sul territorio, quali la Regione Toscana, la Provincia di Arezzo, il Comune di Anghiari, la ASL, l’Ispettorato del Lavoro, i Vigili del fuoco, l’INPS e l’INAIL sono importanti interlocutori di Tecnicart. L’atteggiamento dell’azienda nei loro confronti è basato sulla trasparenza, sul dialogo e sulla collaborazione. E’ intenzione dell’azienda instaurare rapporti di collaborazione con ONG ed associazioni di volontariato, che operano nel campo della tutela dei diritti delle persone, e rafforzare il rapporto di fiducia con le banche. Anche con i sindacati l’azienda vuole avere rapporti distesi di collaborazione e dialogo. 88 Caso Tecnicart s.r.l. – L’azienda Infine, per ottenere la certificazione del sistema di responsabilità sociale e della qualità, Tecnicart si è rivolta ad un ente di certificazione: la SGS Italia S.p.A. Mappa degli stakeholders di Tecnicart Personale Fornitori Clienti Enti di certificazione TECNICART S.R.L. Istituzioni Sindacati Associazioni ed ONG 89 Capitolo 5 CASO TECNICART S.R.L. IL BILANCIO SA 8000 TECNICART Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 5.1 La SA 8000 in Tecnicart L’implementazione della SA 8000 in Tecnicart nasce da un’idea missionaria del lavoro, non sempre facile da mettere in atto nella realtà, coinvolgendo valori morali non facilmente misurabili. L’amministratore della Tecnicart, Carlo Zampieri, esprime la sua volontà “di voler affermare un’idea cristiana che coinvolga il rispetto della persona, dell’ambiente, di noi stessi, in un mondo splendido di opportunità e di ingegno, ma in cui l’aspetto materiale con le sue degenerazioni (ingiustizia, contrasto, prevaricazione e guerre e anche consumismo fine a se stesso), prevale pericolosamente su quello spirituale. Come amministratore di “cose materiali” la sfida dei prossimi anni è per me contribuire a dare un senso al nostro impegno di lavoro. Mi accingo a leggere e meditare “Caritas in veritate” (enciclica sociale di Benedetto XVI), ritenendo il lavoro un grande dono, ma il suo aggiornamento alla luce del Vangelo, un’opera che mai termina e tutti coinvolge. La parte più importante del nostro lavoro è comunque sempre quella che non si vede e che è interiormente necessaria perché essa ci consente di affrontare ciò a cui siamo chiamati.” Dalle parole del Sig. Zampieri emerge come l’idea di costruire un’azienda socialmente responsabile nasca dal vertice che, guidato in questo caso da valori religiosi, cerca di trasmettere i suoi ideali all’interno dell’organizzazione per cercare di “tirare fuori” dai propri dipendenti e dagli interlocutori la sua stessa grinta e la sua stessa dedizione per il lavoro. Essendo il mondo rivolto all’esaltazione dell’apparenza e del materiale, il segnale che le aziende danno alla società quando decidono di orientarsi verso la responsabilità sociale, è molto forte. Fa strano pensare alle aziende come operatori che si muovono ed lavorano anche per raggiungere il profitto, ma non solo. Eppure, le vicende degli ultimi tempi e i dati delle statistiche descrivono un aumento del numero di aziende, che cercano di implementare nella propria organizzazione standard come la SA 8000 oppure regole come quelle della famiglia delle ISO, per farsi 91 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 promotrici di comportamenti etici che rispettano la morale, le persone e l’ambiente in cui operano. In questo quadro si colloca l’esperienza della Tecnicart s.r.l. che dal 2007 ottiene la certificazione SA 8000 impegnandosi ad essere conforme ai nove requisiti dettati dalla norma e a comunicare, in modo trasparente, chiaro e completo a tutte le parti interessate, le sue prestazioni relativamente agli aspetti della responsabilità sociale. I principi che hanno guidato Tecnicart nella redazione del documento che attesta la SA 8000 sono: periodicità: il documento è stato redatto in modo che all’inizio di ogni anno sia possibile l’aggiornamento e il riesame della Direzione; rilevanza e significatività: i risultati vengono presentati attraverso l’utilizzo di indicatori e di informazioni che permettono di descrivere la conformità con i requisiti della SA 8000; compresibilità, accuratezza e completezza: i dati e le informazioni esposte nel bilancio SA 8000 coprono tutti i requisiti della norma risultando comprensibili e chiari a tutte le parti interessate; fedeltà nella rappresentazione: il bilancio SA 8000 è approvato dalla Direzione, che si assume la responsabilità delle informazioni contenute nel documento stesso. 5.2 I requisiti della norma SA 8000 in Tecnicart La politica aziendale di Tecnicart prevede la diffusione del Bilancio SA 8000 per comunicare a tutti gli stakeholder, reali e potenziali, l’attenzione che l’azienda pone a ciascuno dei nove requisiti della norma. Per ogni punto della SA 8000, Tecnicart si sofferma sull’analisi del requisito, esamina il risultato degli obiettivi, che erano stati fissati nel bilancio precedente, e propone nuovi focus per l’anno successivo, che emergono 92 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 nell’ambito del riesame della Direzione. Tutto ciò permette agli interlocutori di seguire passo per passo tutto il sistema di implementazione della SA 8000 nell’azienda, che dimostra la conformità con i requisiti e giustifica l’ottenimento della certificazione. 5.2.1 Requisito 1: Lavoro infantile Tecnicart non si avvale del lavoro di “bambini”, così come definiti nella norma. Se si rilevassero delle situazioni di non conformità in questo requisito sarebbero immediatamente segnalate e avviate delle azioni correttive. Nell’azienda non vengono assunti, per scelta, giovani lavoratori. Per quanto riguarda l’apprendistato, gli apprendisti presenti in azienda sono tutti maggiorenni e in numero limitato, la forma contrattuale è utilizzata in modo corretto, per un breve periodo di tempo ed è soggetta a controllo o registrazione presso un ente statale. Composizione dell’organico di Tecnicart Età lavoratori Numero lavoratori fino a 14 anni 0 da 14 a 18 anni 0 da 19 a 30 anni 5 da 31 a 40 anni 3 da 41 a 50 anni 3 da 51 a 60 anni 4 oltre 60 anni 1 La procedura e la politica aziendale vengono comunicate al personale e alle parti interessate e nel caso in cui venga rilevata la presenza di un minorenne presso un fornitore, l’azienda si impegna a segnalarlo alle autorità competenti. Dal Riesame della Direzione è emerso che due dei tre obiettivi fissati sono stati raggiunti e rappresentano il nuovo impegno che l’azienda si assume anche per il 2009. Essi riguardano la collaborazione con il Liceo scientifico 93 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 linguistico “Piero Della Francesca” di Sansepolcro per l’inserimento di stagisti in azienda e il monitoraggio di denuncie e reclami, che per il 2008 non hanno rilevato situazioni di criticità. L’unico obiettivo che non ha prodotto i risultati sperati è quello relativo alla proposta del Rappresentante della Direzione SA 8000 e del Rappresentante dei Lavoratori SA 8000 di effettuare un’adozione a distanza collettiva di uno o più bambini per permettergli di studiare, di condurre una vita migliore, secondo le tradizioni e la cultura locale. I lavoratori di Tecnicart non hanno accolto la proposta, perché preferiscono continuare iniziative personali; infatti, l’obiettivo non è stato riproposto per il 2009, ma la Direzione ha intenzione di continuare a verificare la volontà dei propri lavoratori di intraprendere dei progetti comuni. 5.2.2 Requisito 2: Lavoro obbligato Tecnicart non ricorre e non sostiene il lavoro obbligato, cioè non impiega metodi coercitivi per motivi politici, ideologici, sociali o economici, disciplinari e discriminatori. Il personale impiegato in azienda presta il suo lavoro volontariamente; nessuno, neanche in passato, è stato obbligato allo svolgimento delle proprie funzioni lavorative. Proprio come prevede la norma, non sono presenti guardie di sicurezza o personale militare in azienda, non vengono richiesti depositi ai lavoratori, il versamento degli stipendi avviene con metodi di pagamento, che non privano i lavoratori del proprio diritto di recesso ed, infine, non è richiesto al personale di lasciare documenti originali d’identità presso l’azienda. Oltre ai punti che la norma dispone, Tecnicart permette ai familiari dei lavoratori di recarsi liberamente in visita presso gli stabilimenti, proprio per garantire la massima libertà e un clima di lavoro il più possibile disteso e sano. Per assicurare la piena volontarietà di qualsiasi prestazione, la Direzione si impegna a far conoscere a tutti i lavoratori i loro diritti e doveri derivanti dal contratto di lavoro: la copia del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) è disponibile in una delle aree riservate al personale ed è di 94 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 facile accesso a tutti. L’azienda, inoltre, ha aggiornato i dipendenti sulle modalità di lettura della busta paga, affinché tutti possano essere in grado di verificare la presenza di trattenute illegali. Infine, anche per quanto riguarda il lavoro obbligato, l’azienda si impegna a comunicare alle autorità competenti l’eventuale presenza di situazioni di lavoro forzato presso un fornitore. 5.2.3 Requisito 3: Salute e sicurezza Tecnicart impegna molte delle sue energie in ambito di salute e sicurezza, in quanto è consapevole dell’importanza di questo aspetto nei luoghi di lavoro e, proprio per questo, adotta delle misure adeguate per prevenire incidenti e danni alla salute, verificabili durante lo svolgimento del lavoro. Innanzitutto, Tecnicart ha nominato un Rappresentante della Direzione responsabile della salute e della sicurezza di tutto il personale, un medico, degli addetti al pronto soccorso, un Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, in modo che tutti siano al corrente degli obblighi legislativi in tema di salute e sicurezza. Durante il riesame della Direzione, viene analizzato lo stato di avanzamento dei programmi per il miglioramento delle prestazioni aziendali, in termini di salute e di sicurezza, anche in funzione delle rilevazioni sul registro degli infortuni; inoltre, ogni anno è prevista la destinazione di un determinato ammontare per l’acquisto di nuovi dispositivi di protezione individuale. La questione della sicurezza è posta con forza al centro dell’attenzione di Tecnicart, allo scopo di garantire un luogo di lavoro salubre e sicuro ai lavoratori e a tutti coloro che possono essere coinvolti nelle attività aziendali. Grazie all’implementazione del sistema di gestione della responsabilità sociale, è stato possibile l’aggiornamento delle valutazioni dei rischi aziendali in relazione alle nuove disposizioni, l’elaborazione di documenti per contrastare e prevenire situazioni rischiose e la rivalutazione della conformità alle normative vigenti delle macchine e delle attrezzature. 95 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 L’azienda, inoltre, si assicura che tutto il personale riceva una regolare formazione e che questa venga aggiornata e, soprattutto, ripetuta nel momento in cui vi siano delle nuove assunzioni. Per implementare azioni di miglioramento e per coinvolgere i lavoratori, sono previste due riunioni durante l’anno tra la Direzione, il Responsabile della Direzione SA 8000, il Responsabile dei lavoratori SA 8000, il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il Responsabile dei lavoratori per la sicurezza; un momento di confronto per analizzare le situazioni problematiche ed adottare le misure correttive adeguate, in ottica di miglioramento continuo. Durante il 2008, in seguito all’azione di monitoraggio, è emerso un reclamo con il quale sono stati analizzati alcuni punti del questionario proposto ai dipendenti, che avevano riportato risposte negative anche inerenti la sicurezza. Sono state proposte delle soluzioni che sono state approvate dai lavoratori e Tecnicart ha potuto verificare che la situazione problematica è stata superata. 5.2.4 Requisito 4: Libertà di associazione e Diritto alla contrattazione collettiva Tecnicart, in conformità alla legislazione italiana ed alla norma SA 8000, riconosce ai lavoratori il pieno diritto alla contrattazione collettiva, non discrimina gli eventuali rappresentanti sindacali e permette la libertà di associazione tra i dipendenti. Attualmente, in azienda, non è presenta alcuna associazione e non vi sono rappresentanti sindacali, ma la Direzione non ostacola e non interferisce con le attività organizzate dai lavoratori. Sono stati predisposti dei locali aziendali adibiti alle riunioni, in particolare, è utilizzato il refettorio, in cui si possono svolgere delle riunioni che i rappresentanti dei lavoratori o la direzione aziendale convocano in base alle loro necessità. Tecnicart cerca di migliorare il rapporto, già buono, con i propri dipendenti per cercare di sviluppare una mentalità orientata alla risoluzione dei problemi, attraverso il coinvolgimento di tutte le parti. 96 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 Inoltre, la Direzione rispetta le scelte dei lavoratori di aderire a scioperi, manifestazioni e comitati interni. Per quanto riguarda i contratti di lavoro del personale, si fa riferimento al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle aziende esercenti l’industria della carta e del cartone, della cellulosa, pasta legno, fibra vulcanizzata e presfibra e per le aziende cartotecniche e trasformatrici della carta e del cartone in vigore. Il CCNL è richiamato nelle lettere di assunzione individuali, che sono formulate secondo un preciso standard, ed è messo a disposizione del proprio personale con affissione di una copia nei luoghi aziendali facilmente accessibili. 5.2.5 Requisito 5: Discriminazione Per quanto riguarda razza, sesso, lingua, religione, appartenenza sindacale, disabilità, Tecnicart si impegna a non discriminare nell’assunzione, nella retribuzione, nelle promozioni, nei licenziamenti e non permette comportamenti sessualmente coercitivi volti allo sfruttamento. Tecnicart, per essere conforme a questo requisito, ha predisposto una procedura per analizzare la soddisfazione dei lavoratori, che prevede la possibilità di presentare reclami, ai quali devono seguire azioni correttive; assicura retribuzioni uguali per lavoratori di uguale valore; permette ai lavoratori di religioni diverse da quella cattolica di poter osservare le proprie festività, se ne hanno fatta esplicita richiesta; in caso di maternità, garantisce il pagamento delle indennità stabilite per legge e la riduzione dell’orario di lavoro, se fosse necessario. In poche parole, Tecnicart si presenta come garante delle pari opportunità e non ammette alcuna forma di discriminazione: è salvaguardata l’integrità dei lavoratori e non sono ammessi comportamenti lesivi alla loro sfera personale, i dipendenti sono liberi di seguire i propri principi senza alcuna interferenza da parte della Direzione ed ai lavoratori di religione mussulmana è consentito effettuare pause per pregare, soprattutto 97 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 durante il periodo del Ramadam. Attualmente in azienda sono occupati tre lavoratori di origine extra-comunitaria. Occorre sottolineare che la presenza femminile è ridotta in questo tipo di azienda a causa della tipologia di attività svolta, non perché vi sia una particolare politica a monte. Grafico della forza occupazionale dell’azienda suddivisa in uomini e donne 2 14 Uomini Donne Grafico della forza occupazionale dell’azienda suddivisa in lavoratori di nazionalità italiana ed estere 3 13 Lavoratori di nazionalità italiana Lavoratori di altre nazionalità 5.2.6 Requisito 6: Provvedimenti disciplinari L’azienda non assume alcun comportamento che possa ledere la dignità dei lavoratori, rispetta la legislazione italiana e la norma SA 8000 escludendo le multe. Tecnicart è attenta al rispetto dell’integrità fisica, morale ed emotiva dei lavoratori e non ammette, al suo interno e lungo la catena di fornitura, che siano adottati provvedimenti disciplinari lesivi dei diritti fondamentali dell’uomo. La Direzione ha predisposto un regolamento interno, estratto dal CCNL, in cui vengono indicate le pratiche disciplinari esistenti per garantire la 98 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 massima trasparenza e favorire la collaborazione tra la direzione e i dipendenti. Tutti i provvedimenti disciplinari intrapresi vengono registrati in un’apposita modulistica. Qualora si verificassero delle situazioni che ledono la dignità e la professionalità delle persone, i lavoratori devono denunciarle o segnalarle, anche in forma anonima. Da sempre Tecnicart cerca di creare un clima sereno e piacevole tra i lavoratori, infatti, il ricorso a provvedimenti disciplinari è pressoché nullo. Negli ultimi tre anni Tecnicart ha applicato tre provvedimenti non gravi, a dimostrazione del clima disteso esistente presso Tecnicart. Nel corso del 2008, Tecnicart ha dovuto ricorrere ad un rimprovero scritto nei confronti di un lavoratore che si rifiutava di svolgere le funzioni assegnategli dal responsabile della produzione. Il lavoratore si è reso conto dell’errore, ha accettato il provvedimento scusandosi del comportamento tenuto. 5.2.7 Requisito 7: Orario di lavoro Tecnicart applica l’orario di lavoro previsto dal CCNL in vigore per le aziende esercenti l’industria della carta e del cartone, della cellulosa, pasta legno, fibra vulcanizzata e presfibra e per le aziende cartotecniche e trasformatrici della carta e del cartone. L’orario si articola in 40 ore settimanali, suddivise in due turni diurni, per il reparto scatolificio, ed in un unico turno giornaliero, per il reparto della lavorazione della carta ondulata. In corrispondenza a periodi di picchi produttivi, può essere richiesta la disponibilità dei lavoratori di effettuare delle ore di straordinario, che non superano le 12 ore settimanali e sono adeguatamente remunerate. La consuntivazione delle ore di lavoro effettuate avviene attraverso una registrazione quotidiana delle ore lavorate e delle ore di straordinario effettuate da ciascun dipendente. Durante l’anno possono essere richiesti dei periodi di ferie e dei permessi secondo quanto previsto dal CCNL. L’ufficio Amministrazione è responsabile di aggiornare periodicamente il riepilogo di ferie e permessi 99 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 predisposto dall’azienda, al fine di avere un quadro preciso per ogni dipendente. Dal riesame della Direzione sulla situazione monitorata nel 2008 è emerso un reclamo per il miglioramento della programmazione delle ferie estive; si è cercato di porre rimedio tempestivamente, ma l’efficacia dell’azione correttiva potrà essere valutata a fine anno 2009. 5.2.8 Requisito 8: Retribuzione L’azienda retribuisce i lavoratori in base al livello retributivo conforme al CCNL e coerente alle mansioni e alle attività assolte dai lavoratori. L’azienda si impegna a non effettuare trattenute sulla busta paga a scopi disciplinari e a fornire chiara e dettagliata composizione dei salari e delle indennità, affinché non vi siano problemi nella lettura da parte dei lavoratori. Tecnicart si affida ad una società di consulenza esterna per la corretta elaborazione delle buste paga, le quali sono archiviate presso l’ufficio Amministrazione, che le conserva insieme ai contratti di lavoro individuali. Per quanto riguarda le modalità di pagamento l’azienda si è sempre dimostrata flessibile andando incontro alle richieste del dipendente. Per concludere, occorre sottolineare che l’azienda fa ricorso a contratti di lavoro interinali, senza che questi sfocino in contratti di lavoro a tempo indeterminato, perché legati a picchi di lavoro temporanei. 5.2.9 Requisito 9: Sistema di gestione L’ultimo requisito della norma SA 8000 prevede l’analisi del sistema di Gestione della Responsabilità sociale. Attraverso questo punto, l’impresa cerca di spiegare alle parti interessate quali sono le azioni intraprese in ambito di responsabilità sociale. Tecnicart è dotata di un sistema di gestione integrato QualitàResponsabilità sociale, applicabile a tutte le attività svolte dall’azienda che concorrono alla realizzazione delle finalità e dei principi enunciati nella Politica Aziendale. Per raggiungere gli obiettivi e la soddisfazione delle 100 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 parti interessate, Tecnicart dà vita a dei processi che rappresentano i mezzi necessari per generare valore. I processi riguardano la Responsabilità della Direzione, la Gestione delle Risorse umane e tecniche, la realizzazione del prodotto e le misurazioni, le analisi e i miglioramenti. L’azienda, per spiegare i criteri, i metodi e le valutazioni che si applicano sui processi, mette a disposizione tutta una documentazione che comprende: un Manuale, le specifiche procedure, piani, programmi e i documenti necessari all’organizzazione, per assicurare la pianificazione, il funzionamento ed il controllo dei singoli processi. Come previsto dalla norma SA 8000, sono state effettuate numerose visite ispettive interne per verificare la continua conformità con i requisiti della norma. Le visite ispettive sono state condotte tramite interviste al personale dei reparti, esame della modulistica di sistema e sopralluogo dei locali. I risultati dell’indagine sono stati molto positivi: è emerso che i dipendenti sono consapevoli delle tematiche legate alla norma SA 8000 e sono soddisfatti del clima aziendale, infatti, si sono verificati raramente casi di tensione, comunque risolti senza gravi conseguenze o mancanza di conformità. Dall’analisi dei questionari, inoltre, si può comprendere come certi argomenti, quali, ad esempio, la sicurezza e l’igiene ed in generale tutti gli aspetti della responsabilità sociale, siano consolidati all’interno dell’organizzazione. Per quanto riguarda il controllo dei fornitori, Tecnicart si è sempre impegnata per implementare uno stile gestionale socialmente responsabile volto al coinvolgimento degli stakeholders attraverso l’attuazione di un processo a catena di adeguamento agli standard da parte di partner, fornitori e subfornitori per cercare di influenzarne il comportamento ed accrescere la qualità etico-sociale. Nel processo di adeguamento allo standard SA 8000 è richiesta la capacità dei fornitori di rispondere ai requisiti della norma, non solo perché 101 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 espressamente richiesto, ma per la possibilità di applicare principi riconosciuti a livello internazionale. Tecnicart ha predisposto una procedura per definire modalità e responsabilità per valutare e selezionare i propri fornitori sulla base della loro capacità ad essere conformi con la norma SA 8000. Tutti i fornitori di Tecnicart devono rispondere ad un questionario ed accettare il codice di condotta1 per poter continuare il rapporto di fornitura con l’azienda. In base alle risposte del questionario e all’accettazione del codice di condotta, i fornitori vengono suddivisi in classi in base alla criticità: “BASSA”, “ALTA-A”, “ALTA-B”, “ALTA-C”. Al 31/12/2008, Tecnicart possiede: un solo fornitore di classe “ALTA-A” in quanto ha risposto al questionario, ma non ha accettato di controfirmare il codice di condotta; ed otto fornitori di classe “ALTA-B”. Quando i fornitori risultano di classe “ALTA-A”, Tecnicart programma delle visite ispettive, per settore o per area geografica, in accordo con il fornitore, per verificare sul campo la presenza dei comportamenti conformi alle norme; quando i fornitori sono di classe “ALTA-B”, invece, Tecnicart programma alcuni colloqui telefonici per chiarire le problematiche emerse. In conclusione, si può affermare che, per quanto riguarda il Requisito 9, Tecnicart è in linea con gli obiettivi prefissati. La valutazione della soddisfazione dei dipendenti ha prodotto risultati molto positivi; sono state effettuate più ore di formazione interna sul tema della sicurezza rispetto a quelle programmate; sono state condotte tutte le visite ispettive presso i fornitori per verificare quanto accettato nel codice di condotta; è stato pubblicato il bilancio sociale e sono state svolte due riunioni per interagire con tutto il personale sulle tematiche di responsabilità sociale. L’unico obiettivo che non è stato raggiunto, nell’anno 2008, è lo svolgimento della formazione pianificata dall’azienda per l’anno; ciò non è stato attuabile, perché alcuni lavoratori hanno lasciato l’azienda ed il corso 1 Il codice di condotta è un insieme di principi e regole la cui osservanza da parte dei fornitori è ritenuta da parte di Tecnicart, un fattore di assoluta importanza, costituendo un patrimonio decisivo per il consolidamento delle relazioni tra l’organizzazione ed i singoli fornitori. 102 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 da carrellisti è stato svolto solo da tre persone, rispetto alle sei previste, per motivi economico-produttivi. 5.3 Conclusione Dall’analisi dei singoli requisiti si è potuto constatare come Tecnicart abbia interpretato la norma SA 8000 e quali azioni abbia intrapreso per implementare, nel migliore dei modi, la responsabilità sociale d’impresa. A mio avviso risulta molto interessante il lavoro di Tecnicart, la quale si rende testimone del dovere di rispettare i diritti umani dei lavoratori in ogni tipo di processo ed organizzazione e si fa promotrice di tutto ciò con i propri partner. Tecnicart, nonostante sia una piccola impresa, ha voluto impiegare energie umane e di capitale per rendere la propria organizzazione socialmente responsabile, convinta che questa rappresenti una nuova frontiera e possa diventare, nel tempo, un fattore di successo indispensabile in un mondo sempre più globalizzato. Secondo me, è molto significativo l’orientamento delle aziende alla responsabilità sociale, perché devono essere consapevoli del ruolo sociale che rivestono, essendo inserite all’interno di reti di relazioni con tutte le parti interessate ed essendo a stretto contatto con il territorio in cui operano, attraverso lo sfruttamento di risorse economiche ed umane. La norma SA 8000 definisce dei principi fondamentali che in Italia sembrano rispettati a priori, ma la realtà nasconde situazioni critiche e difficili, che non si riescono a comprendere. Attraverso la certificazione della responsabilità sociale le imprese, come la Tecnicart, assumono un ruolo fondamentale nella promozione delle libertà umane e nel rispetto dei diritti universali. L’aumento esponenziale del numero di certificazioni negli ultimi anni, dimostra come l’argomento sia ritenuto sempre più rappresentativo del modo di operare delle aziende e valutato come obiettivo principale accanto al profitto. 103 Caso Tecnicart s.r.l. – Il bilancio SA 8000 E’ stato curioso esaminare le misure implementate da Tecnicart per la gestione della responsabilità sociale. Da quello che si è analizzato traspare una forte motivazione da parte della Direzione a far comprendere a tutta l’organizzazione il modus operandi per lavorare in sintonia e per il raggiungimento di obiettivi comuni. Sono stata colpita dall’organizzazione interna all’azienda , che si presenta molto articolata, nonostante l’organico sia composto soltanto da sedici dipendenti, e alle numerose iniziative che la Direzione propone in campo sociale. Tutto ciò a dimostrazione del fatto che anche le piccole imprese, compiendo sforzi non indifferenti, possono rendersi testimoni attivi dell’implementazione della responsabilità sociale in azienda. 104 Conclusioni La recente evoluzione del ruolo svolto dalle aziende ha comportato il riconoscimento di una dimensione sociale della loro attività, che si affianca e si integra con i profili economici, finanziari e competitivi dell’azienda. Fino a qualche decennio fa, si riteneva sufficiente comunicare esclusivamente i dati relativi all’andamento economico e finanziario della gestione, perché queste erano le informazioni richieste da quanti avevano interessi nelle aziende. Oggi esiste un interesse generale, che si manifesta non solo come la somma delle aspettative delle singole persone che con l’azienda intrattengono rapporti diretti, ma anche come interesse della collettività. Le imprese si devono fare carico di diversi tipi di responsabilità, che vanno oltre i risultati puramente economici. La Responsabilità Sociale d’Impresa, quindi, diventa un obiettivo da raggiungere al pari del profitto, per aumentare la competitività delle aziende incrementando il loro sviluppo. Essere socialmente responsabili significa attuare azioni che permettano alle imprese di accrescere il loro valore come “istituzioni sociali”, rafforzando la loro identità, migliorando la qualità totale e promuovendo le relazioni con gli stakeholders. Negli ultimi anni sono stati numerosi gli interventi da parte di organismi a livello comunitario e a livello di governi nazionali, allo scopo di definire delle linee guida per l’applicazione della RSI, segno che l’esigenza di un orientamento sociale nelle attività delle imprese era forte ed indispensabile. Sono numerosi gli strumenti della Responsabilità Sociale che sono stati proposti ed applicati dalle imprese: i codici etici, le norme della famiglia 105 delle ISO, ma meritano un particolare riguardo soprattutto il bilancio sociale e la norma SA 8000. Il bilancio sociale è un documento volontario che attesta l’attività svolta da un’impresa socialmente responsabile al fine di avere una comunicazione trasparente nei confronti di tutti gli stakeholders. Si tratta di un documento, da affiancare a quelli già esistenti, in grado di fornire, ai diversi soggetti interessati, informazioni sugli effetti sociali che derivano dalle scelte delle aziende. Può essere utilizzato da qualsiasi tipo di organizzazione (profit, non-profit, enti pubblici) che percepisce chiaramente la valenza etica nel suo progetto-prodotto come valore aggiunto che garantisce competitività. Il bilancio sociale è uno strumento di recente applicazione; i primi apparvero intorno agli anni Settanta. All’inizio si presentava come allegato del bilancio d’esercizio, per diventare, poi, una sezione distaccata, ma sempre collegata al bilancio tradizionale, e dotata di maggiore autonomia nella trattazione di temi di stampo sociale. Le ragioni per cui viene redatto un bilancio sociale sono molteplici e diversificate in base alle esigenze dell’impresa, ma sicuramente l’impegno al dialogo e la comunicazione verso l’esterno delle performance sociali rimangono le finalità principali. Il flusso di informazioni da comunicare all’esterno, se da un lato aumenta le possibilità di scelta degli attori economici, dall’altro favorisce alle imprese di migliorare la propria reputazione. Esso, inoltre, fornisce al management informazioni utili per l’autovalutazione, il controllo dei risultati prodotti e per la definizione di strategie da attuare in campo sociale. Il rischio che si può correre nella redazione di un documento simile, è quello di comunicare solo le informazioni positive, che rendono il documento incompleto e non permettono agli interlocutori di analizzare l’attività dell’azienda nel suo complesso. Occorre che il bilancio sociale fornisca un quadro d’insieme e una rendicontazione a 360 gradi sulla funzione complessiva svolta dall’impresa al fine di soddisfare pienamente il complesso di stakeholders. 106 Lo standard SA 8000 (Social Accountability 8000), invece, si colloca in un quadro di riferimento relativo ai cambiamenti avvenuti a livello di valori e di principi nell’ambito del mondo delle imprese. Con questo strumento le aziende cercano di coniugare l’etica con il profitto, al fine di costruire un’immagine positiva di sé, che può rappresentare un importante punto di forza e di orgoglio da utilizzare come arma vincente in un mercato sempre più competitivo. Lo standard prevede otto requisiti riguardanti il lavoro infantile, il lavoro obbligato, la salute sul luogo di lavoro, la libertà di associazione e di contrattazione collettiva, la discriminazione, le procedure disciplinari, l’orario di lavoro e la retribuzione. L’ultimo punto della norma, il nono, prevede la regolamentazione del sistema di gestione per applicare lo standard nell’azienda e presso i fornitori. La certificazione dell’impresa allo standard SA 8000 è molto importante sia per le imprese, che si impegnano a comportarsi diligentemente ed attentamente ai diritti dei lavoratori, sia per i consumatori, che intendono essere informati sulle linee di condotta delle imprese di cui utilizzano i prodotti. Lo scopo principale dello standard è quello di migliorare le prestazioni sociali dell’organizzazione e prevenire qualsiasi forma di sfruttamento dei lavoratori, in ottica di miglioramento continuo. Esso è applicabile in modo volontario da tutte le aziende di qualsiasi dimensione e settore produttivo, operanti in ogni area geografica. Il numero di imprese certificate SA 8000 è cresciuto in modo esponenziale negli anni e l’Italia risulta essere al primo posto mondiale per aziende certificate. Le ragioni di questo successo sono dovute alla semplicità e alla facilità di applicazione della norma. In questo lavoro si è voluto presentare un caso reale di un’impresa certificata SA 8000, per capire in concreto che cosa spinge un’impresa ad applicare la norma SA 8000 e quali sono gli sforzi che occorre fare per implementare un sistema di gestione adeguato e per indirizzare l’intera organizzazione ad operare in termini di responsabilità sociale. 107 L’impresa in questione è Tecnicart s.r.l. Si tratta di una piccola impresa industriale, in provincia di Arezzo, che produce articoli cartotecnici in cartone ondulato, scatole fustellate, imballaggi speciali e contenitori. Conta 15/16 dipendenti ed è guidata da Carlo Zampieri, il quale ha ereditato l’attività dal padre. Tecnicart s.r.l. è fornitore di importanti aziende alimentari, quali Barilla, Colussi, Buitoni ed altre, per quanto riguarda la carta ondulata alimentare, la quale rappresenta il prodotto principale dell’attività aziendale. La forte spinta alla tutela del consumatore e del controllo dei processi promossa in particolare da Barilla ha portato il management dell’azienda a considerare indispensabile, anche se molto impegnativo e costoso, sottoporre a verifiche esterne il suo operato con l’ottenimento di certificazioni quali ISO 9001, SA 8000 e presto EN 15593. Per quanto riguarda lo standard SA 8000, l’azienda ha adottato una struttura organizzativa e una politica aziendale volta a soddisfare i requisiti previsti dalla norma. L’organigramma si presenta molto articolato, in quanto l’impresa deve essere in grado di gestire i vari aspetti riguardanti le diverse certificazioni, e la politica aziendale è molto chiara e ben dettagliata, perché costituisce una dichiarazione pubblica dei principi che l’azienda intende perseguire per potersi definire socialmente responsabile. Per Tecnicart s.r.l. è molto importante il coinvolgimento di fornitori, clienti e, in generale, degli stakeholders, per poter migliorare le proprie prestazioni. Per questo ogni anno viene presentato un bilancio SA 8000 in cui vengono sintetizzate e descritte le azioni intraprese dall’azienda per ognuno dei nove requisiti della norma. Questo documento viene divulgato e diventa uno strumento di comunicazione della politica aziendale, al fine di garantire la massima trasparenza. Dall’analisi dei singoli requisiti della norma SA 8000 è emerso che l’impresa impegna molte delle sue energie in ambito di salute e sicurezza, in quanto è convinta dell’importanza di questo aspetto nei luoghi di lavoro e, proprio per questo motivo, adotta delle misure adeguate per prevenire incidenti e danni alla salute. Questo aspetto è posto con forza al centro 108 dell’attenzione di Tecnicart s.r.l., allo scopo di garantire a tutti coloro che sono coinvolti nelle attività aziendali un luogo di lavoro salubre e sicuro. Un altro aspetto in cui Tecnicart s.r.l. ha riposto molta attenzione è, sicuramente, l’implementazione del sistema di gestione integrato, il quale cerca di dare attuazione a quanto previsto nella politica aziendale con l’introduzione di procedure e processi studiati ad hoc. Attraverso questo punto l’impresa cerca di spiegare ai vari interlocutori quali sono le attività introdotte nell’organizzazione in ambito di responsabilità sociale. E’ stato molto interessante analizzare l’applicazione dello standard SA 8000 in Tecnicart s.r.l. Mi ha colpito la dedizione con la quale il management conduce l’organizzazione a ragionare in termini di responsabilità sociale. Solo il fatto di aver deciso di certificare l’impresa è un forte segnale per gli stakeholders esterni, ma soprattutto per chi vive e lavora all’interno. Persone che lavorano bene, in condizioni di rispetto della persona e delle sue esigenze, sono individui soddisfatti che si sentono parte integrante di un’azienda attenta al benessere dei propri lavoratori. Su questa convinzione, e accanto alla qualità totale, Tecnicart s.r.l. ha voluto costruire il suo fattore di successo creando un clima aziendale sereno e sano, che non può che essere un punto a favore per un’impresa operante sul mercato in un periodo di difficoltà come quello attuale. 109 Bibliografia L. Andriola, C. Serafini, Il bilancio sociale: obiettivi, principi e principali esperienze in atto, ENEA, 2002 A. M. Chiesi, A. Martinelli, M. Pellegatta, Il bilancio sociale – Stakeholder e responsabilità sociale d’impresa, Il sole 24 Ore, 2000 L. Condosta, Il bilancio sociale d’azienda – Teoria e tecniche di redazione, IPSOA, 2008 A. Corrocher, Il bilancio sociale – Come realizzarlo nelle aziende profit, nelle organizzazioni non profit e negli enti pubblici, FRANCOANGELI, 2005 M. E. Di Giandomenico, Il bilancio sociale e il modulo aziendale etico, Giuffrè Editore, 2008 GBS, Il bilancio sociale standard – Principi di redazione del bilancio sociale, Giuffrè Editore, 2007 L. Hinna, Il bilancio sociale – Scenari, settori e valenze, modelli di rendicontazione sociale, gestione responsabile e sviluppo sostenibile, esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 2002 G. Lepore, M.V. D’Alesio, La certificazione etica d’impresa – la norma SA 8000 ed il quadro legislativo, Franco Angeli, 2004 G. Rusconi, M. Dorigatti, Teoria generale del bilancio sociale e applicazioni pratiche, Franco Angeli, 2004 110 Sitografia http://www.avanzi.org http://www.bilanciosociale.it http://www.fabricaethica.it http://www.fsc-italia.it http://www.gestiresostenibile.it http://www.gruppobilanciosociale.org http://www.indesitcompany.com http://www.ipq.it http://www.isvi.org http://www.saasaccreditation.org http://www.sa8000.info http://www.sa-intl.org http://www.wikipedia.it Per il caso: http://www.tecnicart.it 111