Bici corsa - Club Amici della Bici

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Bici corsa - Club Amici della Bici
Bici corsa anno 1950
dal 1938 - Milano
Quando ho trovato questa bella bici, in condizioni alquanto precarie, conoscevo
poco della cicli Galmozzi, è stato possibile eseguire il lavoro di restauro, in special
modo la verniciatura e finitura, solo con l’aiuto della gentilissima collaborazione
del Sig. Angelo Galmozzi, a cui rivolgo ancora un sentito ringraziamento anche
per le interessanti informazioni ricevute.
Pedalare una bici Galmozzi era come indossare un abito ben fatto da un bravo
sarto, il telaio veniva costruito solo su misura del corridore ed in funzione della
sua specialità su strada o su pista.
Francesco Galmozzi, un piccolo artigiano milanese ma un grande telaista.
In gioventù correva per passione ed i suoi telai se li costruiva in cantina, è stato il
primo a variare la solita configurazione dei tubi inferiori del carro posteriore, quelli
che partono dalla scatola del movimento centrale, da sagomati a diritti imponendo
così un nuovo stile ai telai da corsa.
Nel 1922 , a Milano, aveva fondato la cicli Gloria con il capitale di Artemira Gerbi,
figlia del notissimo Giovanni detto “il diavolo rosso”, in seguito, visto il successo
commerciale dell’azienda, subentra come titolare Alfredo Focesi, marito della
Sig.ra Artemira.
Quindi a Francesco va attribuito l’origine del nome Gloria ed il disegno delle
pregiate lavorazioni sulle congiunzioni dei noti telai serie “Garibaldina”, frutto della
sua precedente esperienza lavorativa presso un’officina orafa ed anche la bella
finitura di galvotecnica dei telai (nichelatura con vernice trasparente) indicata sui
cataloghi come “verniciatura speciale greggia al naturale”.
Nel 1926 lasciata, forzatamente, la Gloria si associa con la cicli fratelli Magri che
in seguito rileverà completamente, fino al 1938.
In questo periodo ha origine, in una cantina, la ditta Columbus, famosa produttrice
di tubazioni speciali per cicli, il Sig. Angelo Luigi Colombo, titolare, segue l’idea ed
i consigli della nuova geometria telaistica della Galmozzi – Magri, acquista una
macchina “martellante” per tubi che inizialmente provengono dal recupero di
caldaie usate nella prima guerra mondiale.
Una prima testimonianza dell’ottima qualità dei prodotti Galmozzi - Magri viene
pubblicizzata dalla rivista Cycling alla fiera di Londra, il 17 novembre del 1933.
Suo figlio Angelo, nel 1959, entra definitivamente in officina dove resterà fino al
1986, la sua lunga esperienza nel mondo del ciclismo ha origine fin dal 1946.
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In questo periodo vengono allestite bici e telai per note squadre professionistiche
come Atala (ben tredici anni consecutivi), Lygie, San Pellegrino, Liberia,
Grammon, …
La produzione nazionale viene poi interrotta per ottenere più gratificazione presso
i mercati esteri degli Stati Uniti, Canada e Giappone, dove a oggi le bici Galmozzi
sono ricercatissime.
Nel 1961 con la squadra Faema, il corridore Rik (Hendrik) Van Looy, uno dei più
grandi campioni di tutti i tempi, su bici Galmozzi si laurea, per il secondo anno
consecutivo, Campione Del Mondo a Bremgarter (Svizzera).
La specialissima Galmozzi non raggiungeva i 10 Kg di peso ed aveva la ruota
posteriore di soli 28 raggi che ha retto per l’intero percorso e si è sfasciata solo
subito dopo aver tagliato il traguardo sotto il forte impeto della lunga volata.
I telai Galmozzi, venivano anche imitati, e pertanto a difesa e garanzia del
prodotto erano marcati sul tubo di sterzo, appositamente dalla Columbus, con la
scritta “Galmozzi Super Competizione” che poi veniva nascosta dalla verniciatura.
Altro dettaglio a difesa della contraffazione erano i classici quattro piccoli fori
necessari durante la saldatura del telaio e della forcella, che anziché di diametro 2
mm erano di 2,75 mm, un piccolissimo particolare trascurato nella imitazione.
Molto ricercate sono le selle Brooks elaborate Galmozzi, un vero capolavoro.
Galmozzi ispirandosi al suo cognome disegnò il suo storico marchio molto
significativo, un gallo appollaiato su un mozzo ruota.
L’officina Galmozzi nel 1960 costruisce per l’ingegner Giorgio Mazza,
appassionato di viaggi nel mondo, la sua prima Hannibal, ne seguiranno altri tre
esemplari, sono bici realizzate appositamente per lunghi tour.
La prima aveva una guarnitura in alluminio a tre corone della francese T.A. e
ruota libera con ultimi pignoni da 29 e 32 per facilitare l’ascesa sui percorsi più
impegnativi. Nell’estate del 2009 il settantunenne ingegner Mazza, ha portato a
termine il suo quarantanovesimo viaggio, meta la Grecia, con la sua quarta
Hannibal, una bici fedelissima anche dopo trenta anni dalla sua costruzione.
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Telaio GALMOZZI in acciaio con congiunzioni elaborate e marcato GALMOZZI
SUPER COMPETIZIONE sotto la vernice del tubo sterzo, colore argento con filetti
colore oro , misura da centro a centro cm 55 x 57, peso Kg 3.
Serie sterzo MAGISTRONI.
Guarnitura MB con pedivelle da mm 170 finemente alleggerite e corona in
acciaio con 48 denti, smontabile a disegno cicli GLORIA.
Pedali SHEFFIELD in acciaio.
Cambio posteriore CAMPAGNOLO – Paris - Roubaix completo di fascetta per
appoggio catena.
Catena BRAMPTON - France.
Ruote con tubolari, mozzi FB - CAMPAGNOLO 36 fori, cerchi AMBROSIO con
tacche sui fianchi.
Ruota libera REGINA – Gran Sport Corse, per cambi di velocità con tenditore
rigido, a 5 pignoni con denti da 14-17-18-20-22 ed apposito disco salvaraggi
CAMPAGNOLO.
Sella BROOKS – B17, in cuoio nero elaborato.
Manubrio AMBROSIO – Supercorsa in alluminio, ha l’attacco registrabile in
lunghezza e tappi in sughero di protezione e chiusura sulle estremità.
Freni e leve UNIVERSAL - EXTRA Brev. 453949 in alluminio.
Peso finale della bici Kg 11 con pompa, borraccia e tubolare di scorta.
Ore 61 impiegate per il lavoro.
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collezione Leonardo Stefanini - Senigallia
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