bici elettriche

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bici elettriche
g Claudia Vianino
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Design… elettrico
Le bici elettriche, altrimenti dette “a pedalata
assistita”, sono state finora proposte sul
mercato italiano in versioni più o meno curate
e personalizzate. Dall’Europa, e in particolare
da Germania e Gran Bretagna, è in arrivo una
nuova tendenza, che potrebbe rivoluzionare il
mercato: la e-bike di design
L
a bici elettrica o “a
pedalata assistita”
è sicuramente il
fenomeno ciclistico
del momento,
incrementato dalla crisi
economica, dall’aumento
dei prezzi dei carburanti e
soprattutto dal pensiero “eco
etico”, che ha contagiato
molti paesi europei (Olanda
e Germania in primis).
Per quanto riguarda l’Italia, le
vendite di e-bikes non hanno
ancora raggiunto i numeri di
altri paesi: rappresentano solo
il 2% del fatturato nazionale
– (dati 2010 – vedi box).
Questo mezzo di trasporto
ha comunque preso piede
anche da noi e tra i vari attori
di mercato si è scatenata una
vera e propria corsa all’oro.
L’utente interessato,
tuttavia, si è modificato
progressivamente: non è più
solo la persona anziana o
con ridotta mobilità fisica,
ma anche il ragazzino
che non ha ancora
l’età per il motorino
o il professionista
che, spostandosi
nel caotico contesto
urbano con un mezzo
non inquinante, fa
anche un po’ di moto.
38 giugno 2011
Con l’aumentare della
“consapevolezza elettrica”
sono di pari passo aumentate
le necessità specifiche. Il
consumatore delle e-bike si
è evoluto ed ha sviluppato
esigenze diverse che
consentono, addirittura,
di segmentare il mercato.
Oltre tutto, proprio per la
“eco etica” cui si accennava
sopra, oggi “elettrico è bello”:
la e-bike diventa “trendy”
e gli utilizzatori di questo
mezzo vengono visti come
rispettosi dell’ambiente,
persone consapevoli
che fanno tendenza.
In questo nuovo contesto
anche il design del mezzo
ha subito un’evoluzione: si
ricercano modelli sempre
meno standard, sempre
più curati. Ecco dunque,
comparire sul mercato
soluzioni che si allontano
decisamente dalla classica
bici di importazione o dalla
bici di forma tradizionale,
dotata di batteria e motorino.
La bici elettrica di
design, oggi, è ancora
di nicchia, ma è una
nicchia che può generare
fatturati, che coinvolge
cervelli di rilievo e che ha
anche attirato l’attenzione di
note case automobilistiche
e produttori di moto.
B Copenhagen Wheel, una
ruota con un grande mozzo
posteriore che ingloba tutti
i componenti elettrici della
bici, inclusa la batteria
E Richard Thorpe,
ingegnere e designer di
McLaren ha sviluppato
GoCycle, un nuovo
concetto di city bike e
leggera, realizzata con
particolari in plastica,
stampati a iniezione e
rinforzati con fibra di vetro
C Avveniristica e
spettacolare proposta
dell’ungherese Arco, la
M55 Terminus è una e-bike
ibrida prodotta in serie limitata,
dotata di un sensore al movimento
centrale che attiva automaticamente
la batteria, in base alla cadenza di pedalata
Dall’auto alla bici
Lexus, Honda, Volkswagen,
Porche, per citare alcuni
nomi, hanno recentemente
presentato i loro “concept
design” di bici elettrica. Come
spesso accade, tuttavia, questi
colossi buttano il sasso solo
per capire qual è l’ampiezza
del cerchio che si genera. Sia
Lexus sia VW, per esempio,
hanno dichiarato che non
metteranno in produzione i
loro prototipi, per il momento.
Invece, c’è chi in questa
nicchia ci crede e investe. Uno
dei primissimi esempi – che
ha tracciato il solco – è quello
di Richard Thorpe, ingegnere
e designer di McLaren.
Richard, nel 2002, decide di
mettersi in proprio e dare
vita alla Karbon Kinetics Ltd.
Thorpe si specializza nelle
bici elettriche ma sceglie di
seguire la strada del “custom
made” e non dell’offerta del
mercato d’importazione. Il
risultato è GoCycle, una e-bike
che esce completamente dai
canoni classici: un insieme
armonioso dove tutte le
trasmissioni sono coperte
dalla carena. Leggerissima
(12,9 kg circa) con
sospensione posteriore e freni
a disco, è ripiegabile e il suo
telaio ha design veramente
innovativo. È realizzato
non in carbonio, come ci si
sarebbe aspettato vista la
provenienza del designer,
ma in lega di magnesio,
tramite il procedimento di
iniezione in stampo. La
tecnologia si chiama Magflow
e – a detta di Thrope – è la
prima volta che viene usata
per la realizzazione di un
telaio da bici. Il pensiero
di design che sta dietro a
questo concetto, come spiega
Thorpe, è l’allontanarsi
dalla massificazione della
forma per ricercare – anche
nella componentistica
o nelle batterie – una
soluzione assolutamente
personale e creativa.
A vista o no?
Le tendenze di design per
la bici elettrica comunque,
sono sostanzialmente
due e ruotano attorno
al pacco batteria. Una
scuola di pensiero lo vuole
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assolutamente nascosto,
l’altra opta per soluzioni
molto aperte, che tendono
quasi a metterlo in evidenza.
Chi segue la scuola di
pensiero della batteria
nascosta, cerca di integrarla
con il design del telaio (per
esempio c’è una soluzione
che la inserisce nel reggisella
e dunque la fa scomparire
nel tubo sella, disegnato
appositamente). Chi, invece,
opta per mettere il pacco
batteria in evidenza, lo fa
diventare un elemento di
design tramite la grafica o la
forma del contenitore, oppure
con idee “custom” (come la
versione che lo camuffa da
borraccia e lo inserisce sul
tubo obliquo del telaio!).
BD YikeBike è una
particolarissima bicicletta
elettrica pieghevole adatta
non solo per il trasporto
urbano cittadino ma anche
da usare in trasferte visto
che una volta resa compatta
occupa davvero poco spazio
I designer di bici elettriche
devono poi tenere conto
delle vigenti leggi europee
(per esempio su certe bici
elettriche, particolarmente
veloci, è necessario montare gli
specchietti retrovisori). Inoltre,
a influenzare il design, ci sono
due fattori principali: il primo
è che la bici, esteticamente,
deve sempre e ancora ricordare
“una bicicletta”; il secondo
è dato dalla tecnologia
utilizzata. Non c’è ancora una
grande varietà di propulsori
elettrici né di componentistica
dedicata, tuttavia, colossi
come Bosch, ma soprattutto
Shimano (e anche SRAM), si
stanno interessando a questo
mercato e stanno proponendo
soluzioni più performanti,
pratiche e compatte.
40 giugno 2011
Il mercato italiano
B Prodotta dall’omonima casa tedesca,
Grace ha telaio in lega di alluminio,
leggerissimo. I tubi inglobano anche
la batteria agli Ioni di Litio. Molto
veloce (può raggiungere i 45 km/h a
carica massima), Grace è dotata di
freni a disco e forcella ammortizzata
Su oltre 780.000 e-bikes vendute in
Europa, l’Italia è il fanalino di coda con
circa 37.000 unità. In testa c’è l’Olanda, con
200.000 e-bikes vendute, praticamente il
37% del fatturato nazionale di biciclette.
«La produzione italiana di bici elettriche
nel 2010, - ci dice Piero Nigrelli di ANCMA,
Associazione Nazionale Ciclo Moto e
Accessori, - è stata di circa 35/40.000
pezzi. Pensiamo che questa stima
possa, con buona approssimazione,
riconfermarsi anche per il 2011». Se
consideriamo che il mercato nazionale
delle biciclette si assesta intorno ai
2.000.000 di pezzi, le 35.000 bici elettriche
vendute rappresentano un magro 2%.
«A contendersi le quote di mercato –
continua Nigrelli – vi sono due colossi,
Italwin e TC Mobility, seguiti da altri
produttori come Atala, Aurora, Bianchi
(Puch), Bottecchia, Olympia e così via».
Insomma, vendere design
paga, se dietro c’è un
pensiero concreto e pratico.
Idee “eco”
Anche il celeberrimo MIT
“Massachussets Institute
of Technology” si è
cimentato con un “concept”
dedicato alle bici elettriche:
soprattutto, i designer del
SENSEable City Lab del MIT,
in collaborazione con Ducati
Energia (e il cofinanziamento
del Ministero dell’Ambiente
italiano) si sono concentrati
su una soluzione che
integrasse, nel modo più
pulito e minimale possibile,
tutti gli elementi della
trasmissione elettrica. Nasce
così la Copenhagen Wheel,
una ruota con un grande
mozzo posteriore che ingloba
tutti i componenti elettrici
della bici, inclusa la batteria.
Il progetto è stato presentato a
Copenhagen in occasione del
“Climate Summit for Mayors”,
a fine 2009, scegliendo di
abbinare la ruota a una
bici Cinelli Bootleg Mystic
Rats bianca. Attualmente,
tuttavia, non c’è ancora una
e-bike in produzione con
questa incredibile soluzione.
Va considerato che la ruota
di Copenhagen consente,
secondo quanto dichiarato
dal SENSEable City Lab, di
trasformare qualsiasi bicicletta
in un modello elettrico.
Ringraziamenti
Un grazie particolare ad Armando Cresti che, dopo aver
maturato una significativa esperienza con l’azienda
Ambrosio di Milano e Beltrami di Reggio Emilia,
ha approfondito molto il discorso bici elettriche e ci
ha fornito importanti spunti per quest’articolo.
Come si diceva, il look di
queste bici elettriche di
design resta comunque
legato a una visione ancora
tradizionale del mezzo a
due ruote. Quando, poco
sopra, affermavamo che
la e-bike deve comunque
sempre ricordare una bici,
intendevamo dire che in
questo settore le forme troppo
futuristiche o i voli pindarici
di disegno sembrano avere
poco mercato. Per questo
i designer si orientano
verso stili che, seppur
molto ricercati e/o creativi,
ricordino la bici-bici: da
corsa o bmx o city bike
o mtb che sia. “Concept”
arditi come certi modelli
più simili a un Terminator
che a una bicicletta,
finiscono per interessare
una clientela di supernicchia
(per esempio, l’incredibile
e-bike ungherese M55).
La e-bike di design, a parer
nostro, ha tutte le carte in regola
per sfondare anche in Italia: il
consumatore è sicuramente più
evoluto da un punto di vista di
design, rispetto ad altri paesi
europei, oltre a essere ormai
abituato a concepire l’oggetto
di design non solo come
“status symbol” ma anche
come efficace, utile, pratica
soluzione da tutti i giorni.
Apple “docet”, con l’enorme
successo di Iphone o Ipod.
In Italia, oggi, i prezzi di una
bici elettrica tradizionale
vanno da un minimo di 500
euro a un massimo di 1300
circa e quindi il prezzo medio
di vendita è di circa 900
euro. Invece con modelli di
design, più ricercati e curati,
i prezzi di vendita sarebbero
completamente diversi. Secondo
l’eminente magazine tedesco
“Extra Energy”, unicamente
specializzato e dedicato a
questo tipo di veicoli, il prezzo
medio di una bici elettrica di
design può tranquillamente
assestarsi intorno ai 1800 euro.
I conti sono presto fatti. z
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E in italia?
giugno 2011 41