Vento largo (58) - zig zag libri cd

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Vento largo (58) - zig zag libri cd
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Vento largo (58)
"Le storie sono creature selvagge e indomite" continuò il mostro "quando le liberi, chi può sapere
quali sconvolgimenti potranno compiere?" (Patrick Ness, Sette minuti dopo la mezzanotte)
Non vogliamo aggiungere altro al primo numero di Vento largo di quest’anno, con le consuete segnalazioni
letterarie e discografiche, se non un grande e sincero grazie a tutti per la bella festa con cui abbiamo
ricominciato. Buona lettura, buon ascolto e attenzione al promemoria in fondo.
(libri)
Bansky, Wall And Piece, L’Ippocampo
Il più geniale e intuitivo dei writer, capace di lasciare sui muri, non meno che su questo libro, piccole tracce,
frammenti di segni, simboli appena accennati che rileggono in modo elementare eppure pungente il senso di
disorientamento e di annebbiamento dei nostri tempi. Nella tradizione di Jackson Pollock, Keith Haring e
Jean-Michel Basquiat con un solo colore (il nero) che ben si addice all’inizio del ventunesimo secolo. Un
artista con la a maiuscola.
Fabio Stassi, L’ultimo ballo di Charlot, Sellerio Editore
“Un giorno senza sorriso è un giorno perso” diceva Charlie Chaplin e la sua figura si propaga in questo bel
libro come le onde concentriche in uno stagno, mettendo a fuoco la vita caotica e affascinante di un
personaggio unico. Il pretesto è il tentativo di un Charlie Chaplin ormai ottantenne di rinviare l’ora fatale e
nello stesso tempo di lasciare al piccolo figlio l’eredità di una visione concentrata nel suo alter ego, Charlot.
Ryszard Kapu!ci"ski, Se tutta l'Africa, Feltrinelli
L’Africa è sempre stato un polo d’attrazione fortissima per il grande reporter polacco, e non soltanto per
questioni geopolitiche. E’ vero che gli anni a cui risalgono questi dieci reportage, raccolti tra il 1962 e il 1966,
sono quelli delle lotte per l’indipendenza, un momento fondamentale nella storia africana, ma è anche vero
che Ryszard Kapu!ci"ski aveva una sensibilità tutta sua per quel continente. Da non perdere.
Paco Ignacio II, Alamo, Tropea
La versione della battaglia di Alamo, secondo Paco Ignacio Taibo II, non vuole cambiare la percezione
dell’evento storico (l’esercito messicano nel 1836 ebbe la meglio su una milizia di duecento coloni texani), ma
comprendere come una sconfitta sia diventata, e sia rimasta nell’arco di due secoli, un mito della retorica
americana. Un lavoro minuzioso e preciso (e molto utile) che scorre con la stessa qualità di un romanzo.
Mario Maffi (e altri), Americana, Il Saggiatore
Un particolarissimo glossario (di settecento pagine) che spiega gli Stati Uniti d’America come nessun altro
libro riesce a fare. La lettura è un viaggio pieno di imprevisti, ma voce per voce traspare, oltre all’indiscutibile
competenza e lucidità, anche un’insana passione per l’America in tutte le sue forme. Alla voce W, per dire,
c’è il Watergate, ma nella colonna a fianco (alla S) ci sono anche sandwich e hot dog. Indispensabile.
(dischi)
The Walkabouts, Berlin, Glitterhouse
Con trent’anni di carriera alle spalle, sempre al di sopra di ogni sospetto, almeno un disco dal vivo ci sta,
senza dubbio: i Walkabouts riescono nell’intento di rendere omaggio a un loro show senza celebrarsi,
giocando con le canzoni dell’ottimo Travels In The Dustland così come con quelle del passato, su tutte Grand
Theft Auto che sfocia in modo naturale in State Trooper di Bruce Springsteen. Consigliatissimo.
Nerves & Muscle, New Mind Revolution, Holdout'n'Bad
Un crocevia tutto italiano di musicisti che sembrano spuntare dalle correnti del Mississippi: dietro la sigla
Nerves & Muscles si ritrova la voglia di condividere il blues di una mezza dozzina di talenti che fanno di New
Mind Revolution un piccolo gioiello di equilibrio tra la ricercatezza della qualità sonora e la naturale istintività
dei convenuti, che non hanno proprio nulla da invidiare a nomi ben più altisonanti e blasonati.
Tift Merritt, Traveling Alone, Yep Roc
Come ha scritto Fabio Cerbone su www.rootshighway.it, “è una raffinata prova d'orgoglio” in cui Tift
Merritt riesce a condensare il suo talento di songwriter e cantante con un cast di riguardo, dal produttore
Tucker Martine al chitarrista Marc Ribot, verso un sound più raffinato ed eccentrico. Traveling Alone è
qualcosa in più di un bel disco e per Tift Merritt è il salto di qualità che la separa dalla condizione di eterna
promessa.
Bill Evans, The Village Recordings 61, Universal
Non sarebbe più successo: il 25 luglio 1961 Bill Evans (al pianoforte, naturalmente), Scott LaFaro al
contrabbasso e Paul Motian alla batteria suonarono tutto il giorno al Village Vanguard, nel cuore del jazz di
New York City. Un trio destinato a restare nella storia, un’esibizione che sarà unica perché qualche giorno
dopo Scott LaFaro morì in un incidente. Giusta e doverosa rivalutazione (con tutte le incisioni) di un
momento unico.
Gregory Porter, Be Good, Motéma
Il nome di Gregory Porter è emerso in modo prepotente al seguito del suo disco di debutto, Water, che l’ha
portato a una nomination ai Grammy come miglior cantante jazz. Be Good ha ampliato la prospettiva,
rivelandolo un interprete capace di attraversare più forme e fonti di ispirazione sempre con grande stile e
attorniato da musicisti di qualità. Un disco di classe, raffinato e coinvolgente, che merita senza dubbio di
essere scoperto.
(promemoria)
Ricordiamo i prossimi appuntamenti: sabato 19 gennaio Elena e Jennifer Barusco presentano Biscotti e piccola
pasticceria, un’occasione speciale per noi e un libro molto gustoso; sabato 9 febbraio Mario Maffi presenta il
bellissimo Americana (Il Saggiatore). Sempre alla stessa ora (17.30), sempre con il cin-cin finale. Segnatevi le
date.
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