Funghi, i segreti da Bergamo nel mondo

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Funghi, i segreti da Bergamo nel mondo
Hinterland 27
L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 22 GIUGNO 2011
a
Funghi, i segreti da Bergamo nel mondo
Un agronomo di Ranica, Gian Pietro Maffi, ha ripercorso la storia dei coltivatori emigrati in Europa
Dalla Valle Cavallina le famiglie di esperti hanno fatto decollare il mercato in Francia e Svizzera
PAOLA RIZZI
a Gian Pietro Maffi,
agronomo di Ranica, ha dato alle stampe la sua appassionante
ricerca che porta alle origini delle prime fungaie nel racconto
dei coltivatori bergamaschi emigrati in cerca di fortuna. Un
tuffo nella storia del fungo, delle sue coltivazioni, dei fungicoltori per celebrare il centenario
della funghicoltura italiana.
Il pregevole volume dal titolo
«L’Italia delle fungaie: storia di
coltivatori e coltivazioni» verrà
presentato ufficialmente a Verona venerdì nel palazzo della
Gran Guardia, in occasione dei
festeggiamenti per il centenario
organizzati dall’Associazione
italiana fungicoltori, alla presenza del presidente della Commissione agricoltura della Comunità europea Paolo De Castro.
punto di riferimento più importante per i pionieri fungicoltori
bergamaschi approdati in Francia.
Una storia appassionante iniziata con Giuseppe classe 1871
che dopo l’ennesima grandinata
che aveva distrutto il frutto del
duro lavoro nei campi, dice basta e, sfidando la contrarietà del
padre, emigra in Francia. A Parigi in attesa d’imbarcarsi verso
gli Stati Uniti, si imbatte in una
vecchia conoscenza che gli propone un lavoro molto particolare col quale si può guadagnare
un sacco di soldi. Si lavora sotto
Il volume verrà
presentato a Verona
per i 100 anni della
produzione
Le famiglie di fungicoltori
Nel racconto di Maffi si risale ai
pionieri coltivatori bergamaschi
per lo più emigranti che negli
anni ’30 e ’40 hanno fatto della
coltivazione del Prataiolo la loro unica attività, diventando anche imprenditori e proprietari
di grandi fungaie come le famiglie Zinetti, Pezzali, Valenti, Finetti e Zamblera provenienti da
Casazza, gli Azzola, i Morosini e
i Carrara da Fiobbio e poi i Bracchi, i Testa e altri la cui memoria
si è persa senza lasciare traccia.
Capofila la famiglia Zinetti di
Casazza che è stata una delle più
grandi realtà della funghicoltura francese per quasi un secolo,
terra con il letame di cavallo per
preparare dei cumuli per la produzione dei famosi Champignons de Paris.
Il libro vuole essere dunque
una panoramica a 360 gradi sulla funghicoltura italiana. «Fin
dai tempi dell’università – sottolinea Gian Pietro Maffi – mi sono appassionato a questo settore, accumulando negli anni una
profonda conoscenza di tutte le
realtà del nostro Paese. Senza alcuna presunzione, ho raccontato l’affascinante mondo della
funghicoltura, affinché il patrimonio di conoscenze acquisito
nel corso degli anni, l’evoluzio-
ne dei sistemi di coltivazione e i
personaggi che ne hanno fatto la
storia possano essere conosciuti dai giovani fungicoltori abituati alle moderne fungaie ipertecnologiche e dagli appassionati di
funghi. È stata un’ardua e lunga
impresa: ho parlato con figli e nipoti di chi aveva impiantato le
prime coltivazioni nel nostro
Paese; ho ascoltato coloro che
hanno vissuto in prima persona
gli importanti passi verso la moderna funghicoltura italiana; ho
interpellato personaggi che hanno fatto la storia; mi sono recato nei luoghi dove sono nate le
primitive fungaie e ho consultato gli archivi storici di quei comuni; infine ho visionato un’infinità di libri e riviste».
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Emigranti in tutto il mondo
Grazie alla capillare ricerca di
Maffi vengono messe a fuoco le
storie suggestive di alcuni protagonisti che, con coraggio e intelligenza, hanno orientato l’evoluzione della funghicoltura in
Italia e nel mondo. Sono racconti di emigrazione che parlano di
giovani lavoratori partiti in cerca di un futuro in Francia, Svizzera, America e Canada e che
tornati in Italia, con le esperienze acquisite, hanno contribuito
in modo determinante alla nascita della fungicoltura nel nostro Paese; altre sono storie di
scienziati e di imprenditori che
hanno ideato sistemi di produzione esportati in tutto il mondo. ■
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto 1: una storica fungaia di
Ranica in un’immagine d’epoca.
Foto 2: una fungaia oggi. Foto 3:
l’agronomo Gian Pietro Maffi
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