Italo Castellani Arcivescovo di Lucca

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Italo Castellani Arcivescovo di Lucca
Italo Castellani
Arcivescovo di Lucca
CELEBRAZIONE S.MESSA
GIORNO DI PASQUA 2013
 ITALO CASTELLANI
Arcivescovo di Lucca
La Risurrezione di Gesù è il centro, il cuore della nostra fede!
San Paolo affermava senza mezzi termini: “Se il Cristo non è risuscitato, allora è vana la
nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede” (1 Cor 15,14). Le Letture che abbiamo
ascoltato ci fanno capire come la fede nella risurrezione di Cristo sia al centro di tutta
l’esperienza dei discepoli.
Maria di Magdala, una donna, per prima va al sepolcro e si ferma di fronte al primo segno
della Risurrezione di Gesù: la pietra molto pesante della copertura è ribaltata!
Anche due discepoli, Pietro e Giovanni, corrono al sepolcro.
Giovanni vede il secondo segno della Risurrezione di Gesù: le bende per terra!
Pietro vede il terzo segno: il sudario piegato in un luogo a parte. Giovanni, dice il testo
evangelico, di fronte a questi ‘segni della Risurrezione’ “vide e credette” (Gv 20,8).
Questi segni di Risurrezione troveranno conferma nelle numerose apparizioni del Risorto
agli altri discepoli che, con queste parole, annunceranno la Risurrezione di Gesù nella
predicazione: “Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il
popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con Lui dopo
la sua risurrezione dai morti” (At 10,40).
Compito, missione degli Apostoli e dei loro successori è trasmettere con autorevolezza e
con la forza dello Spirito Santo la verità che Cristo è risorto.
Da allora in poi la Chiesa –grazie alla testimonianza dei fedeli e soprattutto dei Martiri e dei
Santi che hanno confessato la fede nella Risurrezione, con la loro vita illuminata dalla
Risurrezione– testimonia all’umanità la bellezza di vivere Cristo, secondo la Sua Parola e
risorgere con Lui.
Ora, oggi, ai nostri giorni, tocca a noi dare mani, piedi, parole e soprattutto cuore al Risorto!
Italo Castellani
Arcivescovo di Lucca
Tutto cambia se viviamo alla luce della risurrezione. Il Risorto apre i nostri occhi e vediamo
le falsità che sono in noi, le contraddizioni del nostro tempo, le vere urgenze per il bene
dell’umanità. Il Risorto dilata il nostro cuore e ci rende capaci di amare, che significa essere
liberi di donare noi stessi senza riserve, senza misura, perché l’amore è dono gratuito e
sovrabbondante.
Il Signore Gesù Risorto non è un evento concluso una volta per sempre. Gesù continua a
risorgere, a seminare germi di speranza e di fiducia, di coraggio e di libertà nella storia
umana, nella vita della Chiesa, nella nostra vita.
Gesù Cristo risorge oggi: rotola via dall’imboccatura dei nostri cuori i massi che ostacolano
una vita piena di amore –l’unica risorsa inesauribile che è dal Risorto e dà senso pieno
all’esistenza– e ci indica la strada della Pasqua, che vuole dire passaggio ininterrotto
dall’odio all’amore, dalla prova alla libertà, dall’effimero all’eterno!
Pasqua è la festa dei macigni, che pesano nella nostra vita quotidiana, rotolati via una volta
per sempre!
La celebrazione della Pasqua ci pone ancora una volta un interrogativo, come discepoli del
Signore in questo nostro tempo e come comunità che si fregiano del titolo di ‘cristiane’:
“Con Dio o senza Dio che cambia nella mia vita, nella vita della comunità cristiana?”.
La Risurrezione del Signore ci provoca personalmente, come comunità cristiana, e ci pone
queste domande: cosa cambia la Risurrezione di Cristo nei nostri rapporti sociali, nelle
nostre relazioni familiari, nel nostro ambiente di lavoro, nei nostri stili di vita, nel nostro
rapporto con il denaro e le realtà materiali, nella nostra vita affettiva?
Interrogativi semplici che ci indicano una visione altra della vita, che San Paolo nella
seconda Lettura di questa liturgia Pasquale, indica così: “Se siete risorti con Cristo, cercate
le cose di lassù, dove è Cristo, rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della
terra” (Col 3,1-2).
La Risurrezione del Signore di fatto stravolge la vita dei discepoli e dà alla loro vita una
prospettiva nuova.
Italo Castellani
Arcivescovo di Lucca
A noi discepoli di oggi e nell’oggi della nostra storia, carica ad un tempo di contraddizioni e
speranze, l’invito a ritornare ad essere cristiani, a vivere la vita nell’essenzialità della
Risurrezione!
Carissimi fedeli, in questo giorno splendido, di gioia e di festa, nessuno sia triste. Facciamo
in modo che a tutti giunga un raggio della luce del Risorto.
Con delicatezza –“la tua destra non sappia cosa fa la tua sinistra” (Mt 6,3), ci ricorda il
Vangelo– condividiamo quel molto o poco che possediamo in beni e denaro con i nostri
vicini di casa che non arrivano a fine mese con spirito di fraternità.
Con spirito di autentica solidarietà condividiamo quel poco o molto lavoro di cui
disponiamo con chi è rimasto senza lavoro, in particolare dando fiducia e speranza ai
giovani.
Con gratuità condividiamo quel poco o molto tempo libero che abbiamo dedicandolo in
spirito di servizio agli ammalati, anziani e a chi è nella solitudine.
Con decisione condividiamo quel poco o molto amore che abbiamo nel cuore seminando
ogni giorno pace e perdono attorno a noi.
Con semplicità di cuore condividiamo quel poco o molto della testimonianza educativa e
di fede che ci è stata trasmessa passandola alle giovani generazioni.
Con rinnovata responsabilità condividiamo quel poco o molto senso civico che abbiamo –la
‘Lucchesità’ che storicamente ci contraddistingue– partecipando con rinnovata fiducia alla
costruzione del ‘bene comune’.
Con l’apertura di cittadini del mondo condividiamo il nostro patrimonio etico e culturale
nell’ascolto e nel dialogo con culture ed espressioni religiose diverse dei fratelli e sorelle
della ‘porta accanto’.
L’Eucaristia che ora celebriamo, il segno più grande ed evidente che davvero il Signore è
Risorto e vive in mezzo a noi, è già di per se segno di questa Pasqua, di questo ‘passaggio’
dalla morte alla vita!
Italo Castellani
Arcivescovo di Lucca
Questa è la nostre fede. Questa è la nostra speranza. Questa è la nostra gioia!
E, come ci ha ricordato Papa Francesco nella celebrazione delle Palme, siamo chiamati tutti
“a vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottanta
anni. Con Cristo il cuore non invecchia mai”!