rosso come il cielo - CD Giovanni Paolo II Gravina di Catania
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rosso come il cielo - CD Giovanni Paolo II Gravina di Catania
Progetto cineforum “Con gli occhi di un bambino…” Classi quinte “ ROSSO COME IL CIELO” Il film è ispirato alla storia vera di Mirco Mencacci, uno tra i migliori montatori cinematografici italiani del suono. Regia : Cristiano Bortone Sceneggiatura : Cristiano Bortone Cast: M. Cocci, S. Colombari, L. Capriotti, P. Sassanelli Genere: Drammatico, biografico Musiche: E. Bosso. Durata: 96 minuti Distribuzione: Lady Film Nazione : Italia Titolo: Rosso come il cielo Anno : 2005 Tematica: Diversità e handicap. Trama: E’ il 1971. Mirco, un bambino toscano di dieci anni, è appassionato di cinema. In seguito ad un incidente col fucile del padre, perde la vista. Impossibilitato dalla legge a frequentare la scuola statale, i genitori sono costretti a farlo ospitare a Genova, in un istituto per ciechi, lì non riuscendo ad usare il metodo Braille, utilizza un vecchio registratore a bobine per inventare favole costruite con rumori e narrazione. Recensioni: Sez. C Alessia Il film “ Rosso come il cielo” parla di fratellanza, uguaglianza e solidarietà umana. Mirco, il protagonista cieco, con l’ aiuto di un registratore e di una bambina vedente, costruisce la registrazione di una favola. Questo segreto a poco a poco coinvolge tutti gli alunni dell’istituto, ma vengono scoperti dal burbero direttore, però, è grazie al maestro Don Giulio che questa favola può continuare fino alla fine. A me questa pellicola cinematografica è piaciuta moltissimo, perché penso che tutti i bambini siano uguali, sia quelli diversamente abili e sia coloro diversi per razza o per religione. Ambra Il film è stato significativo, drammatico e bello Andra Il film mi ha molto colpita. E’ incredibile come Mirco, un bambino di dieci anni, sia riuscito a ridare la speranza e la possibilità di realizzare i propri sogni ai coetanei non vedenti come lui. Il messaggio del regista, secondo me, è di farci capire che dentro ognuno di noi c’è qualcosa di speciale, in questo percorso la scuola non deve essere d’ostacolo a realizzare i nostri desideri, ma, al contrario, aiutarci a compierli. Antonio Film drammatico, emozionante e triste, soprattutto, quando Mirco diventato cieco, ha dovuto lasciare la sua famiglia e gli amici per frequentare un collegio a Genova, per bambini con la sua stessa disabilità. Ho apprezzato il cambiamento di Valerio, il bullo dell’istituto, che in un primo momento litiga con il protagonista, ma dopo, grazie a Mirco, al suo carattere e alla sua forza di combattere contro la sventura capitategli, diventano amici Daniele Pellicola cinematografica che mi ha suscitato diverse emozioni contrastanti. Dolcezza, quando Mirco descrive all’amico Felice i colori: blu come il mare, marrone ruvido come la corteccia di un albero, rosso come il fuoco e il tramonto. Prepotenza, nel momento in cui il protagonista litiga con il bullo Valerio, però riesce a coinvolgere lui e tutti i compagni alla registrazione della recita di fine anno scolastico. Tristezza, allorchè Mirco perde la vista, ma non la gioia e l’entusiasmo per la vita e per il cinema. Emanuele B. Il film è stato molto emozionante, principalmente, quando Mirco ha coinvolto tutti ragazzi dell’istituto per ciechi e una ragazza vedente, di nome Francesca, per costruire una recita fatta di suoni e narrazione, incoraggiati anche dal maestro Don Giulio a realizzarla. Emanuele P. “Rosso come il cielo” è stato tanto commovente. Purtroppo, al direttore dell’istituto per ciechi non interessavano i sentimenti dei bambini ricoverati, non li aiutava e anzi peggiorava il loro stato d’animo facendogli pesare la disabilità, al contrario del maestro Don Giulio, sensibile e attento, che ascoltava gli alunni e cercava in tutti i modi di incoraggiarli. Francesca E. Il film mi è piaciuto, soprattutto, quando il maestro Don Giulio si è lamentato con il direttore del collegio perché non dava la possibilità ai bambini disabili di fare ciò che desideravano. La parte più emozionante è stata nel momento in cui i genitori sono stati bendati per comprendere meglio la “recita dei suoni” , organizzata dai loro figli non vedenti. Francisco Mi sono emozionato quando Mirco prende il fucile del padre per giocarci, però cade, viene colpito agli occhi e perde la vista. Suggestivo è l’effetto che fa vivere il mondo acustico dei non vedenti. Gabriele Mi sono impaurito quando Michele, curioso di vedere e prendere il fucile del padre, sale sulla sedia e lo afferra, ma perde l’equilibrio, cade e una pallottola lo fa diventare quasi cieco. Mi sono divertito allorchè i bambini, di nascosto dagli adulti, hanno preparato la recita di fine anno scolastico. Gaia La parte più emozionante è stata allorquando i bambini ciechi hanno saputo creare una straordinaria recita di fine anno scolastico con suoni, rumori, ombre cinesi e parole. Non ho apprezzato il direttore dell’istituto, quando diceva che i bambini ipovedenti non potevano essere liberi di realizzare ciò che desideravano, perché erano disabili. Gianluca Il film “Rosso come il cielo” ha toccato il cuore di tutti noi spettatori e mi ha fatto capire che nessun cieco è diverso e impossibilitato a vivere una vita normale, così come credevano e pretendevano dai collegiali il direttore e le suore dell’istituto per ciechi. Martina Mi hanno suscitato molta emozione Mirco e i suoi compagni che, pur essendo ciechi, hanno avuto la forza e il coraggio di uscire da soli dall’istituto , andare al cinema per vedere un film e soprattutto creare una recita di suoni e narrazione , contro il volere del direttore. Per poter ammirare lo spettacolo gli spettatori, parenti e amici, si sono dovuti bendare gli occhi per ascoltare e cogliere il messaggio come i non vedenti. Rachele In particolare mi hanno colpita le parole usate da Mirco per far capire ai suoi compagni ciechi che loro sono uguali ai vedenti e il discorso del maestro che ha contraddetto il direttore dell’istituto, affermando che anche gli ipovedenti hanno il diritto di realizzare i loro sogni. Sez. D Alessandro Il film” Rosso come il cielo” mi ha colpito molto perché è stato commovente. Mi sono dispiaciuto quando Mirco, volendo prendere il fucile di suo padre, perde l’equilibrio, cade e un proiettile gli danneggia la vista. Ho apprezzato il comportamento del maestro, Don Giulio, in quanto era l’unico che capiva i bambini disabili e soprattutto perché cercava di aiutare Mirco. Toccante Francesca, la bambina vedente, la prima a dare fiducia al piccolo protagonista e lo dimostra durante la corsa in bicicletta per i vicoli e le ripide discese di Genova. Cristian Damiano Mi sono rattristato quando Mirco prende il fucile, però gli cade ed un colpo gli fa perdere la vista. Emanuele L. Il film “Rosso come il cielo” è stato emozionante, perché Mirco, pur essendo cieco si sentiva e compiva azioni da bambino non disabile. Inoltre, grazie al maestro Don Giulio, il protagonista con un vecchio registratore e aiutato da Francesca, la figlia della cuoca del collegio e da quasi tutti i collegiali, ha creato e registrato una magnifica recita. Mi ha divertito molto vedere i bambini ipovedenti andare al cinema e partecipare emotivamente al film. Ho provato dispiacere, invece, nel momento in cui Mirco ha capito di essere diventato cieco e si è demoralizzato. Francesca N. Commovente e drammatico quando Mirco, per giocare con il fucile del padre, si ferisce agli occhi e da quel momento vede solo ombre, quindi è costretto a frequentare un istituto per ciechi a Genova. Il protagonista si accorge di non vedere più, quando accendendo e spegnendo il lampadario, non nota la differenza e dalla mattina successiva, purtroppo, rifiuta il cibo. Mirco, però, reagisce andando contro quelli che non lo capiscono e portando all’interno del collegio felicità con la sua voglia di inventare. Mi hanno colpita la fiducia e il coraggio di Francesca, allorchè, con il protagonista e la bicicletta vanno al cinema. E’ stato bello anche lo spettacolo di fine anno scolastico, dove Mirco e i suoi compagni presentano la recita con suoni e parole a cui assistono bendati tutti i genitori e anche Ettore, un ex alunno dell’istituto, che aveva conosciuto durante una delle sue uscite con Francesca. Alla fine del film c’era scritto “ Mirco è uscito dal collegio a sedici anni ed è diventato tecnico dei suoni” Gabriele Giovanni Nel film mi è piaciuto il maestro Don Giulio, l’unica persona positiva, che comprende gli alunni. Insegnante e scolari preparano la recita di fine anno registrando suoni, rumori e dialoghi. Al momento dello spettacolo bendano gli occhi ai genitori-spettatori per far sentire loro i suoni prodotti dagli oggetti e registrati dai loro figli. Noemi Questo è stato il film più bello del Progetto Cineforum! Mi sono emozionata un sacco! Le parti positive e commoventi sono state innanzitutto la fiducia di Francesca, nei confronti di Mirco, che pur essendo cieco, gli lascia guidare la bicicletta per la città. L’eccezionale e incredibile figura dell’amico e maestro Don Giulio che difende i ragazzi non vedenti e li tratta come persone normali, contrariamente al direttore che invece ne limitava la libertà. Secondo Don Giulio, i bambini ciechi hanno più fantasia di noi vedenti, perché vengono abituati a conoscere la realtà con tutti i sensi. Incredibile la recita di suoni, rumori e narrazione che i genitori ,con le bende sugli occhi, hanno assistito per calarsi nella realtà dei loro figli. Rebecca Mirco reagisce alla perdita della vista e alla scuola per ciechi con la sua innocenza di bambino che gli dona la forza e il coraggio di ricominciare a vivere . Triste la scena dove il protagonista si rende conto di non vedere più perché accendendo e spegnendo il tasto della luce non nota la differenza e dice alla cuoca: “ La lampadina si è fulminata”. Secondo il mio giudizio, ogni bambino cieco, disabile o malformato ha diritto ad avere una vita normale, a svolgere le attività scolastiche e a provare le emozioni come un suo coetaneo sano. Samuele Secondo il mio giudizio il film “Rosso come il cielo” drammatico-biografico rispecchia la forza d’animo, l’amore, il coraggio e la fiducia di un ipovedente di dieci anni. Mirco, in alcune emozionanti ed appassionanti scene cinematografiche mostra come i ciechi, siano esclusi dalla vita dei normodotati, ma lui, con la forza della mente e del cuore, è riuscito a fare cambiare opinione anche all’austero direttore. Don Giulio, lo straordinario maestro che, fiducioso nelle capacità del protagonista, si batte per i suoi diritti: amore, amicizia, sogni e libertà. Ho apprezzato il cambiamento di Valerio, il bulletto del collegio, che da nemico si trasforma in un prezioso buon amico di tutti. Coraggiosa Francesca, la bambina coprotagonista, che dà fiducia a Mirco non solo nell’allestire lo spettacolo teatrale, ma anche quando con la bici vanno in giro per le ripide discese di Genova. Mi ha colpito il gesto di comprensione dei bambini, che hanno coinvolto i genitori a metter una benda sugli occhi, per far capire loro come si sentano i propri figli. Le parti negative del film sono state l’abbandonarsi di Mirco nel momento in cui si è accorto della sua cecità, la cocciutaggine e la presunzione del direttore dell’istituto, anche lui cieco, che affermava di dover escludere gli ipovedenti dalla vita sociale. Il film mi ha fatto comprendere non solo che tutti abbiamo dei diritti, ma che bisogna affrontare i problemi con la comprensione, l’amicizia e l’amore.