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IL GEOMETRA
BRESCIANO
Rivista bimestrale
d'informazione
del Collegio Geometri
della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice
prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio
Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la
multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile
Bruno Bossini
Segretaria di redazione
Carla Comincini
Redazione
Raffaella Annovazzi, Lara Baghino,
Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli
Alessandro Colonna, Mario Comincini,
Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,
Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento,
Stefano Fracascio, Francesco Ganda,
Francesco Lonati, Franco Manfredini,
Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Matteo Negri,
Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto,
Andrea Raccagni, Valeria Sonvico,
Marco Tognolatti, Simonetta Vescovi,
Giuseppe Zipponi
Hanno collaborato a questo numero
Italo Albertoni, Davide Bacca,
Roberto Baratti, Beppe Battaglia,
Gianfranco Bazzoli, Andrea Botti,
Giovanna Boursier, Milena Gabanelli,
Paolo Ghitti, Renato Greci,
Piergiorgio Priori, Franco Robecchi
Direzione, redazione e amministrazione
25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12
Tel. 030/3706411
www.collegio.geometri.bs.it
Editing, grafica e impaginazione
Francesco Lonati
Fotografie
Studio Eden e Francesco Lonati
Concessionario della pubblicità
Emmedigi Pubblicità
Via Malta 6/b - 25125 Brescia
Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031
Stampa
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Tel. 030.61.86.578 – F ax 030.20.53.376
Di questa rivista sono state stampate 8618 copie,
che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,
Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.
Sommario
EDITORIALE - Commissioni operative: novità sostanziali
2
INTERVISTA - Savoncelli: «Qualificare la
professione grazie alla laurea del geometra»
4
DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Nuove
norme sul praticantato. Raggiungeranno
lo scopo prefissato?
8
DALLA CASSA - Il fondo pensione “Futura”14
SICUREZZA CANTIERI - Gestione delle
terre da scavo. Da rifiuti a sottoprodotti
(Parte seconda)
16
Attività lavorative sulle strade: il DM 4 marzo
2013 integra quello del 10 luglio 2002 20
Convegno sul Titolo IV del TUS 81/2008 e pronunciamenti della giurisprudenza
22
GEOLOGIA - Le prove penetrometriche
nelle indagini geotecniche dei terreni
(Parte seconda)
62
Note sui livelli idrometrici del Garda
66
CONDOMINIO - Nel condominio l’agevolazione fiscale del 50% vale anche per i lavori
sulle parti comuni
72
CULTURA - Maestri del disegno architettonico di strada
80
LIBRI - Piazza della Loggia, il cuore della
città fra gioie e dolori
86
Aggiornamento Albo
88
PROTEZIONE CIVILE - A Montichiari un
workshop sulle riforme istituzionali riguardanti la Protezione Civile
24
CATASTO - OMI, Osservatorio del Mercato
Immobiliare: cos’è, cosa fa
28
SCUOLA - Scuola, la riforma del “serale” passa
anche dal “Tartaglia”
32
AGRICOLTURA - Organizzato dalla Commissione Agricoltura il convegno sull’utilizzo
del biogas
38
Cenni di meteorologia per un’agricoltura più
sicura
40
DAL COLLEGIO DI BRESCIA - I professionisti che formano una società non possono ricevere commesse private
46
“Tariffa piatta”: come, dove e quando conviene investire un impianto energetico 47
N. 5 - 2014 settembre - ottobre
Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali
e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB Brescia
Associato alI’USPI
Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e
non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà
di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli
e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
DAL COLLEGIO DI LODI - Il Collegio di Lodi
in pillole
48
DAL COLLEGIO DI MANTOVA - A Ostiglia
un’esercitazione di Protezione Civile.
Presente il Collegio di Mantova
54
TECNICA - L’utilizzo della pietra negli interni
56
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
2013/2 - 1
EDITORIALE
Bruno Bossini
A
tutti quelli che
hanno a cuore la
categoria, e sono
perciò anche solo indirettamente al corrente dell’attività del Collegio, non sfuggirà
che l’introduzione di alcuni
correttivi ad alcuni suoi processi operativi sta dando i
suoi primi frutti.
Mi riferisco in particolare alle
Commissioni di lavoro i cui risultati operativi (ora più manifestamente trasparenti) iniziano a garantire agli iscritti
una più diretta conoscenza
dell’evoluzione di tutti i temi
professionali su cui esse si
misurano.
La considerazione vale sia
per le Commissioni più tradizionali all’attività del geometra (quella sulla progettazione, la cantieristica, il catasto, il condominio, l’attività
in agricoltura), ma forse ancor
più per quelle legate ad aspetti della professione di
più recente acquisizione da
parte della nostra categoria:
la sicurezza, la bioedilizia, le
certificazioni energetiche,
l’antincendio,la mediazione
ecc.
Questa migliorata operatività
delle Commissioni si manifesta – ed è questa la novità –
in un più stretto e proficuo
rapporto con il Consiglio direttivo che ora ha, più di
prima, la possibilità materiale di indicare gli indirizzi di
lavoro più idonei a rispondere alle esigenze della categoria, ma anche di valutarne
l’operato proponendo, ove
necessario, le puntuali correzioni di strategia al fine di ottenere il raggiungimento
dello scopo prefisso.
Ma a cosa si deve attribuire
2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
Commissioni operative:
novità sostanziali
questo migliorato confronto
tra gli organismi operativi del
Collegio?
Principalmente, credo, alla
decisione del direttivo (fortemente voluta dal Presidente
geom. Platto) di affiancare al
collega “esperto” con il mandato organizzativo del lavoro
anche un “referente” (individuato tra i consiglieri) che riferire ai colleghi sull’andamento dei lavori della “sua”
Commissione, sull’emergere
Composizione
delle Commissioni
per provenienza
Brescia
Chiari
Gardone V.T.
Salò
Breno
Iseo
Verolanuova
Montichiari
Lonato
Edolo
Orzinuovi
Vestone
73
23
21
18
17
17
10
10
8
6
6
2
delle difficoltà e degli ostacoli cui rimediare per garantire alla Commissione un più
producente un iter dei lavori.
Si è creato , in soatanza, una
sorta di binomio operativo
che consente, con maggior efficacia, la trasmissione ai vertici deliberanti dei temi e
delle soluzioni individuate
dalla commissione, E, nel
contempo, a quest’ultima di
ricevere direattamente gli indirizzi operativi e quindi garantirsi una maggior “copertura” istituzionale.
Dedicare la prima mezz’ora di
lavori in Consiglio è ora più
abituale e ciò costituisce un
progresso notevole rispetto
alle prassi sinora adottate al
riguardo.
E ciò consente ora al Collegio
di intervenire con più rapide
risposte ai quesiti professionali ed alle richieste degli iscritti ed anche – altro fatto
importante – un più proficuo
confronto (in certi casi anche
di contrapposizione) con gli
enti pubblici, con gli organismi di categoria e con le
Composizione
delle Commissioni
per anni d’iscrizione
11-20
21-30
31-40
6-10
0-5
41-50
over 50
76
43
34
24
16
15
3
professioni concorrenti e con
le ditte private: tutti i soggetti
cui di fatto spesso dipende
l’operatività giornaliera del
nostro professare.
Da un migliorato rapporto operativo tra le commissioni
ed il nostro apparato dirigente possono in sostanza
nascere capacità di lavoro più
incisive per tutta la categoria,
che nel contesto della crisi economica che viviamo, non
vive certo i suoi momenti migliori e quindi deve quindi
essere ancor più sostenuta.
Ma c’è un altro aspetto di novità riguardo alla vita delle
commissioni che merita di essere commentato, perché
può rappresentare una positiva evoluzione verso il rinnovamento della categoria: la
massiccia presenza dei gio-
vani nelle loro sezioni e riunioni di lavoro.
Giovani geometri iscritti all’Albo non solo indirizzati all’approfondimento delle tematiche di lavoro più moderne (che a loro risultano più
congeniali) ma pronti ad affrontare anche e soprattutto
l’evolversi delle procedure
professionali più tradizionali,
come ad esempio la progettazione ed il catasto seppur
implementate con i concetti
Composizione
delle Commissioni
per fasce d’età
41-50
31-40
51-60
71-80
24-30
over 80
67
51
49
29
14
1
operativi moderni quali, la
bioedilizia e le moderne attrezzature di misurazione elettroniche (stazioni totaliGPS ecc.).
Giovani in genere non ancora
pronti per essere definiti “esperti” nelle materie professionale (vista la loro ancor limitata esperienza sul campo)
ma disponibili quasi sempre
a bruciare le tappe sulla via
della specializzazione del lavoro professionale, e quindi
in prospettiva pronti ad offrire alla categoria il loro contributo.
E non fa nulla se nel contempo sono accompagnati da
da una legittima aspirazione
ad emergere professionalmente nella categoria.
Sul tema va detto che non
tutti gli iscritti sono concordi
EDITORIALE
La nota del Presidente
Dieci giornate - Festival
i è da poco concluso il Festival delle Dieci Giornate di Brescia; rassegna musicale collegata alle
varie categorie professionali.
La nostra categoria è stata abbinata all’Argentina ed alla
musica Argentina (tango argentino).
La giornata è iniziata con un intervento del Prof. Cecchi
Paone presso l’aula magna dell’Università Cattolica di Brescia sulle sue esperienze americane con un raffronto tra co-
S
municazioni e vita americana e quelle italiane.
La conclusione della giornata si è svolta presso l’Auditorium
San Barnaba con eccezionale pianista e cantante di musiche argentine.
Il Festival delle Dieci Giornate magistralmente organizzato
dal maestro Daniele Alberti e dal suo staff di collaboratori,
ha interessato tutta la città in vari punti con musiche di ottimi pianisti e musicisti e con letture della insuperabile Pamela Villoresi.
Il tutto a dimostrare quanto hanno contribuito gli emigranti
italiani per lo sviluppo di quei territori sia dal punto di vista
del lavoro che del progresso economico e sociale nonché
politico.
Di ritorno quanto hanno rimandato all’Italia gli americani ed
argentini sotto il profilo musicale.
I geometri sono stati paragonati ai ballerini argentini in
quanto nella loro attività professionale sono coordinati e
precisi come i movimenti dei tanghéri.
L’immagine della giornata è stata più che positiva per la nostra categoria.
Una considerazione sulle Dieci Giornate del 1849 e quelle
attuali, rapportando i sentimenti che invadevano l’animo dei
bresciani, che anelavano alla libertà politica e quelli che invadono oggigiorno i bresciani che anelano una migliore libertà economica, finanziaria ed imprenditoriale.
Allora battagliavano contro i fucili ed i cannoni del Generale
Hainau, oggi devono battersi contro le imposizioni economiche teutoniche e quelle burocratiche a qualsiasi livello.
Un saluto cordiale a tutti i colleghi e cerchiamo di essere
presenti ovunque.
Il Presidente
Giovanni Platto
su queste aperture nei confronti dei giovani..
Alcuni sostengono che le
commissioni non sono luoghi
per imparare la professione e
che per operare proficuamente nelle commissioni, dicono, è necessario aver concluso l’iter della propria specializzazione professionale.
Le commissioni, in sostanza,
secondo tali pareri non possono e non devono essere
considerate alla stregua dei
corsi di formazione.
In ciò c’è del vero, ma è
sempre questione di intendersi con chiarezza sui problemi.
Perché ad un giovane che mostra interesse per quella professione che rappresenta il
suo futuro deve essere preclusa la possibilità di lavorare
spalla a spalla con i suoi colleghi più esperti che, comunque, prima o poi, dovranno cedergli il passo?
Perché detto giovane dovrebbe limitarsi a crearsi la
formazione professionale da
solo con i soli corsi specializzanti del Collegio quando, sul
campo, al contatto dell’esperienza di colleghi quasi
sempre disponibili a trasmettere il loro sapere professionale a favore della categoria?
Non dimentichiamo al riguardo che i giovani – ovviamente parlo solo di quelli
che non sono spinti ed animati da un puro interesse economico – possono mettere
a disposizione della categoria il loro giovanile entusiasmo.
Hanno ad esempio una maggior propensione all’utilizzo
dei mezzi di lavoro più moderni, sanno navigare in reteed utilizzare in termini di
attrezzature tutto ciò che attiene al mondo dell’informatica sempre in evoluzione.
Hanno anche una maggior
propensione verso esperienze di lavoro più globali
allo studio delle lingue ed a
mettersi in contatto con esperienze di lavoro all’estero.
Naturalmente va precisato
che inizialmente la loro attività al Collegio (e quindi
perché no nelle commissioni?) dovrà essere improntata al voler conoscere, al
voler capire e all’imparare
tutti i segreti della professione.
Solo dopo aver raggiunto
tutto ciò potranno offrire proposte operative che saranno
vagliate in un confronto collegiale. Solo preso atto di tutto
ciò, potranno suggerire strategie professionali e soluzioni di problemi di categoria
che i colleghi certamente, essendo esse valide , non intenderanno scartare. Sarebbe un suicidio ed in ogni
caso mi viene da dire che le
idee, quando sono buone e
valide e proposte da iniziative coerenti con gli interessi
della categoria, non fanno
mai fatica ad emergere.
Solo attraverso idee nuove e
solo adottando scelte innovative, la nostra categoria e
tutti suoi giovani geometri
potranno garantirsi quell’adeguato futuro che tutti auspicano.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 3
INTERVISTA
Savoncelli: “Qualificare
la professione grazie
alla laurea del geometra”
Nell’Italia delle riforme i geometri vogliono
essere protagonisti. Già lo sono stati,
concretamente, in quest’anno di nuova
presidenza del Cng, con contributi rilevanti
in tema di fiscalità, tutela professionale,
Regolamento edilizio unico nazionale, ma
ancor di più intendono esserlo nei mesi a
venire quando si giocheranno partite decisive
su tematiche fondamentali come
le competenze, il governo del territorio,
la formazione dei professionisti di domani.
A Brescia per il convegno di studio sulla
”Alienazione degli immobili staggiti
(pignorati) nel processo esecutivo”, il
presidente nazionale Maurizio Savoncelli ha
accettato di incontrare il direttore del
Geometra bresciano, Bruno Bossini, e di
rispondere ad alcune domande per l’intervista
che riportiamo qui di fianco. Molti i temi
dell’attualità toccati nel breve colloquio che
contiene pure un’anticipazione molto gradita
ai geometri bresciani: Il Cng sta infatti
lavorando per una riforma radicale
dell’accesso alla professione che passi da un
percorso post-secondario triennale di valenza
universitaria, caratterizzato dalle materie
professionali tipiche del geometra, una
proposta che il nostro Collegio sostiene da
tempo e che sta particolarmente a cuore al
nostro presidente Giovanni Platto.
Caro presidente, un anno fa si insediava il nuovo Cng e ti eleggevano al
vertice della nostra categoria: puoi
già trarre un primo bilancio di questi
dodici mesi?
«È stato un anno impegnativo e molto difficile, innanzitutto per il nostro paese e,
dunque, pure per tutti i geometri italiani. La crisi ha pesato moltissimo sul nostro
lavoro, ha ridotto il reddito, ha reso
incerte le prospettive di
molti, anche
se, fortunatamente, si cominciano a vedere pure timidi segnali
positivi. Penso
in particolare
ad esempio al
rilancio della
domanda di
leasing immobiliare non residenziale, che
testimonia
d’una rinnovata volontà di
intrapresa,
nonché della
crescita delle
richieste di
mutuo
che
dice più generalmente della
ripresa degli
investimenti da parte di famiglie ed aziende. Certo
sono segnali timidi, abbiamo bisogno di molto
altro, ma almeno vanno nel
verso auspicato da tempo».
E in questo quadro come si è mosso
il Cng?
«L’impegno mio e del consi-
4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
glio è stato volto ad attuare il
programma per il quale ci
siamo candidati e sul quale
siamo stati eletti. Più generalmente, in quest’Italia
delle riforme (elettorali, costituzionali, economiche)
noi vogliamo esserci e contare, dare il nostro contributo ed essere ascoltati sui
temi che meglio cono-
sciamo. Lo dico con convinzione perché i geometri
sono pienamente dentro
quest’Italia, siamo radicati
sul territorio ed al centro
degli interessi della società
e delle famiglie in un ruolo
che nessun’altra professione ha».
INTERVISTA
Il Presidente del Consiglio
Nazionale Geometri e Geometri
Laureati, Maurizio Savoncelli.
Scendendo nel concreto, a cosa aveteprincipalmente puntato?
«Il primo inevitabile passo,
forse il più importante in
tutto quest’anno, è stato costruire, in qualche caso ricostruire, rapporti professionali e politici innanzitutto
con le altre categorie e poi
con i ministeri ed il Parlamento. È questo un compito
che mi sono assunto in prima
persona e porto innanzi personalmente senza delegare
altri consiglieri perché ritengo che metterci la faccia
dia più forza e credibilità
alle nostre proposte».
Risultati?
«Parecchi, a cominciare dal
proficuo lavoro già portato a
termine dalla Rete delle
professioni tecniche, il coordinamento che fa sedere attorno ad uno stesso tavolo
(per elaborare ed avanzare
poi alla politica proposte
condivise) nove categorie
professionali: geometri, architetti, chimici, dottori agronomi e forestali, geologi,
ingegneri, periti agrari, periti industriali e tecnologi alimentari. Già la presenza attiva della Rete ha parzialmente eliminato il contenzioso tra le categorie che si
traduceva in fastidiose lettere circolari degli uni contro
gli altri, ma soprattutto
siamo riusciti a dar voce unitaria ad un gran numero di
professionisti che divisi non
riuscivano a farsi sentire. È
un organismo snello: nove
persone (ciascuna presidente nazionale della propria categoria) per rappresentare nove professioni
tecniche che riescono ad e-
sprimere pareri univoci che
la politica non può ignorare».
Riuscite davvero a lavorare bene con
tutti? Con chi siamo più in sintonia
e con chi meno?
«Lavoro bene con tutti, forse
un po’ meglio con gli architetti, ma non è questo il problema. Si discute infatti concretamente di temi e provvedimenti che Governo e
Parlamento stanno elaborando e fino ad oggi è stato
possibile ripetutamente avere visioni comuni su molti
argomenti. Per esempio, citando a caso, siamo intervenuti sull’obbligo del Pos
chiarendo che, se nella lettera di conferimento dell’incarico si precisa la formula di
pagamento, il professionista
è esente dall’obbligo del
Pos. Di ben maggior peso
poi, sempre citando un esempio, sono stati i nostri interventi sullo Sblocca-Italia,
il Decreto legge 133 del
2014, soprattutto sui nodi
dell’edilizia e del Catasto
che ci stavano a cuore.
Siamo stati auditi dalla VIII
Commissione della Camera
e con grande piacere abbiamo verificato che buona
parte degli emendamenti
che avevamo suggerito sono
stati accolti».
Possiamo fare anche qui un esempio?
«Direi che il più eclatante,
anche se il cammino parlamentare si sta rivelando ancora accidentato, è l’adozione – proprio nello Sblocca Italia pur se poi stralciato,
ma non abbandonato – del
nuovo Regolamento edilizio
standard unico per tutti gli
ottomila Comuni italiani. Ed
ogni geometra sa quanto importante è un provvedimento come questo per
sfuggire all’arbitrarietà di
tante burocrazie amministrative: modelli unici nazionali, semplici, chiari, senza
margini d’interpretazione
soggettiva, tanto per il permesso di costruire come per
la Scia. Un
passo avanti
storico per uscire
dalle
sabbie mobili
della discrezionalità che
spesso nasconde angherie burocratiche e corruzione. Di
più: nei Modelli
Unici
sono state definite
le
quattro figure
professionali
fondamentali
del processo
edilizio: il progettista architettonico, il
progettista
strutturale (se
serve) il direttore dei lavori
architettonici
ed il direttore
dei
lavori
strutturali».
E in questo nuovo assetto c’è spazio
per i geometri?
«Non solo il nostro spazio c’è
ed è rilevante, ma soprattutto può tornare in capo al
geometra – che ha il rapporto storicamente più
stretto e famigliare con la
committenza – il controllo
dell’intero processo edilizio».
Resta sullo sfondo il tema delle competenze…
«Sì, ma mi pare che anche a
questo proposito stiamo andando gradualmente verso
una ridefinizione, ovvia e inevitabile, della legge del
1929 nella quale si enuncino
dei nuovi principi e si mettano alcuni paletti. Ripeto: la
mia convinzione è che discutendo apertamente con le
altre categorie si possano
delineare soluzioni condivise che non diano adito a
infiniti contenziosi. In questo la grande differenza delIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 5
INTERVISTA
l’attuale consiglio nazionale
rispetto al precedente, sta
proprio nell’approccio: noi
non abbiamo mai creduto
possibile poter imporre a
tutta la società una nostra
soluzione, una governance valida a 360 gradi. Scommettiamo piuttosto sulla possibilità di costruire ipotesi che
convincano anche gli altri e
che, proprio per questa condivisione, possano divenire
la regola codificata dal legislatore. Ed è proprio in questo lavoro di raccordo, di discussione, di maturazione
ampia d’ogni proposta che
mi sento impegnato a fondo
ogni giorno».
Ma qualche volta non ti sembra di
perdere tempo?
«No, perché in pochi mesi
abbiamo già sperimentato
ad ogni livello, nelle commissioni parlamentari come
nei ministeri o nei livelli più
alti della burocrazia, quanto
siano apprezzate le nostre
proposte se tendono ad unire e non a dividere. Ad esempio proprio in questi
giorni abbiamo aperto una
discussione con il ministero
della Giustizia su due questioni che stanno molto a
cuore ai colleghi – l’adeguamento delle tariffe giudiziarie e l’obbligo di perizia in
ogni atto di compravendita
immobiliare – ottenendo
anche qui ascolto e qualche
primo risultato. Ad esempio
sull’obbligo della perizia da
allegare all’atto di compravendita abbiamo ottenuto
l’assenso dei notai (soprattutto dopo che qualche sentenza li ha richiamati alle
loro responsabilità in caso di
6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
dichiarazione mendace del
venditore). In pratica non
basterà più al notaio annotare in atto l’esplicita dichiarazione di conformità dell’immobile da parte del venditore, ma all’atto andrà allegata una perizia che certifica la situazione reale dell’immobile, anche per evitare un contenzioso che oggi
ingolfa i tribunali. Come si
vede, si tratta di riforme e
nuove normative che certo
sono utili alla categoria, ma
pure al complesso della società e quindi assumono
anche una valenza di tipo sociale».
Si è letto sui quotidiani anche di tuoi
incontri con il ministro Lupi…
«Gli incontri sono moltissimi
e un po’ con tutti i protagonisti che operano in campi
d’interesse per la categoria.
Col ministro Lupi in particolare stiamo collaborando
per la definizione del nuovo
provvedimento di governo
del territorio con l’apertura
su molti nuovi temi quali ad
esempio, la necessità di orientare sempre più la fiscalità sul soggetto che detiene
l’immobile piuttosto che
sull’immobile stesso, oppure sulla necessità concretissima della pianificazione
intercomunale di area vasta
per evitare quanto ad esempio ancora succede oggi
in tante realtà, dove l’area
industriale del Comune confina con quella residenziale
di un altro».
Sempre su questo versante nel tuo
intervento al Saie hai parlato di recupero e riqualificazione non solo
degli ambiti urbani ma pure di quelli
non abitati…
«Sì, e mi pare un tema di
grande interesse per la categoria. Nei prossimi anni infatti, anche per una precisa
indicazione dell’Europa, dovremo saper crescere senza
consumare altro territorio. Si
tratta d’una sfida che nella
lettura più semplice riguarda la riqualificazione
del costruito, soprattutto di
quanto costruito negli anni
sessanta e settanta, con un
diverso riguardo per la qualità dei materiali, il risparmio
energetico, la sicurezza
contro eventi calamitosi
quali un sisma. Ma io credo
che un impegno non meno
oneroso e gratificante per i
professionisti e per la società nel suo complesso riguardi la salvaguardia dei
territori non antropizzati e
non destinati a nuova edificazione che non possono essere abbandonati al degrado (troppo spesso divengono infatti luoghi infrequentabili e discariche). Occorre invece che gli enti pubblici ed i privati si occupino anche
della salvaguardia di un
bosco, di un
campo e di
un’area verde,
delle aree agricole. Occorre
avere progetti
per far vivere
queste zone
per non consegnarle all’abbandono, progetti che abbiano magari
un riscontro turistico o semplicemente di
benessere diffuso. E sono
questi ambiti
nei quali i geometri possono
dire la loro,
hanno le competenze per
proporre e realizzare questi progetti
perché conoscono il territorio, tutto il territorio, e conoscono pure coloro che lo
abitano».
Sono d’accordo, ma perdona la domanda provocatoria: di quali geometri stiamo parlando? Con quale
formazione? Con quale professiona-
INTERVISTA
lità visto che oggi ci apprestiamo a
chiamar geometri dei ragazzi che
hanno frequentato sei mesi di corso
dopo la maturità…
«Ed è una follia se si pensa
che un giovane con in tasca
la maturità conseguita in un
liceo classico, all’esame di abilitazione, senza aver mai
fatto un’ora di lezione di topografia, di costruzioni, di estimo… È chiaro che il sistema va letteralmente
rifondato, perché sono
ormai troppi i canali dell’accesso all’esame e alla professione. Sono rimasti infatti
in campo il classico cinque
anni di istituto superiore e
diciotto mesi di praticantato, ma ci sono pure gli Its e
gli Ifts sempre dopo il diploma, così come non mancano le lauree triennali e
questa nuova previsione dei
sei mesi di corso al termine
dell’istituto superiore. Occorre mettere ordine».
Sì, ma come?
«La mia idea è una sola ed ha
il pregio di non aver bisogno
di particolari riforme dell’istituzione scolastica, poiché
bastano gli ambiti di autonomia già garantiti dalle
leggi… Io credo sia necessario per una corretta formazione professionale del futuro geometra un triennio
post diploma di valenza universitaria caratterizzato
dalle materie di studio tipiche del geometra».
Quindi occorrerà trovare accordi con
le università?
«Ci vorranno anche quelli,
pur se noi siamo già ben ancorati ad una classe di
studio, la L7. Attenzione
però: io non ho parlato di un
triennio d’università, ho
detto piuttosto d’un triennio
post diploma di valenza universitaria, perché io penso
di legare questo percorso
alla scuola superiore ed alla
professione e così valorizzare i Collegi e gli istituti per
tecnici Cat, i soli in grado di
garantire una base tecnica
sulla quale innestare la professionalità necessaria all’esercizio della professione».
L’ipotesi è pertanto quella di una
sorta di “laurea del geometra” da
conseguirsi però nel triennio post diploma ancora nell’ambito della secondaria superiore?
«Esattamente. In questo
modo otterremmo almeno
tre risultati decisivi. Il primo,
il più importante, una reale
qualificazione del geometra
di domani, visto che penso a
questo triennio post diploma come ad percorso altamente professionalizzante, centrato sui contenuti
tecnici, sul saper fare oltre
che sul sapere. Anche per
questo penso ad un programma didattico in gran
parte unificato e deciso a livello nazionale dalla categoria (fatte salve ovviamente le peculiarità di ogni
territorio), cosicché siano
ben presenti quelle materie
che realmente servono a
svolgere concretamente la
professione del geometra. Il
secondo obiettivo è solo apparentemente meno importante del primo, poiché
questa soluzione caratterizza e identifica precisamente l’iter formativo del
geometra e lo lega ad un
preciso indirizzo di studi,
addirittura ad un istituto
scolastico. In questo modo
la “scuola dei geometri”
torna ad avere un’identità
chiara per le famiglie che sapranno, fin dal momento
dell’iscrizione dopo le
scuole medie, che il loro figliolo avrà un preciso traguardo professionale da raggiungere. Ed anche questo
elemento di chiarezza non è
poco, vista la confusione generata dai Cat e la generale
incertezza delle famiglie che
ha comportato, insieme alla
crisi edilizia in atto negli ultimi anni, al crollo degli iscritti ai nostri vecchi istituti
superiori per geometri».
Credo che il progetto piacerà parecchio ai bresciani perché il nostro Collegio da tempo lavora alla “laurea del
geometra” in stretto contatto con gli
istituti superiori della provincia e le
università. Ma tu accennavi pure ad
un terzo risultato di questo nuovo
percorso.
«Sì, ed anche questo non è
marginale. Noi infatti abbiamo la necessità di riconquistare al più
presto il valore
europeo del
nostro titolo di
studio, cosa
assolutamente
improbabile
nel guazzabuglio di sigle e
percorsi che
caratterizzano
la situazione
attuale. Se è
vero che si sta
andando verso
una riduzione
a quattro anni
della secondaria superiore,
passaggio considerato da tutti
ormai inevitabile, con il nostro triennio
post diploma
di valenza universitaria raggiungeremmo
quei sette anni
di formazione specialistica
che l’Europa considera imprescindibili per qualificare
un tecnico. E questo sigillo
aiuterebbe poi i giovani colleghi a muoversi meglio e
con più opportunità nel
mondo del lavoro».
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 7
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
Nuove norme sul praticantato
Raggiungeranno
lo scopo prefissato ?
Rivoluzione
nel praticantato
Ne avevamo già data notizia
nei numeri 5 e 6 del 2013,
pubblicando il testo del nuovo
regolamento dei corsi di formazione professionale alternativi al praticantato, allora
approvato dal Consiglio Nazionale uscente, ma non avente ancora forza di legge.
Ora l’articolato, senza alcuna
modifica rispetto a quanto allora pubblicato, è stato convalidato con la stampa sul Bollettino Ufficiale del Ministero
della Giustizia in data 15 agosto 2014.
Da ora, per i praticanti già iscritti nell’apposito registro o
che si iscriveranno in futuro si
apre una – a dir poco – stupefacente scorciatoia per accedere all’esame di Stato.
Al posto dei consueti due anni
di pratica presso studi professionali (già ridotti dal governo
Monti a 18 mesi - Dpr 7 agosto
2012 n. 137) per fare domanda d’accesso all’esame, basterà aver frequentato con profitto per soli sei mesidi un corso
formativo (suddiviso in due trimestri). Non è, francamente,
una novità di poco conto!
Ripubblichiamo, per comodità
del lettore, il dispositivo legislativo (che, in 7 articoli, determina e stabilisce i suoi aspetti organizzativi ed operativi e i suoi contenuti formativi), accompagnandolo con alcune osservazioni sulle nuove
norme che, a nostro avviso,
possono presentare delle incongruità, sulle quali varrebbe la pena aprire quantomeno un serio dibattito.
B.B.
Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati
Regolamento sul professionista affidatario di più di tre
tirocinanti e sui corsi di formazione professionale alternativi al tirocinio (con allegato A).
(Delibera del Consiglio Nazionale
Geometri e Geometri Laureati n. 7 del 22 luglio 2014)
Il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati:
– Visto l’articolo 2, comma 2, della legge 7 marzo 1985, n. 75,
recante “Modifiche all’ordinamento professionale dei Geometri” e s.m.i.;
– Visto l’articolo 6, commi 3 e 10, del D.P.R. 7 agosto 2012,
n. 137, recante riforma degli ordinamenti professionali, a
norma dell’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto
2011, n. 138,convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148;
– Visto il parere favorevole, ai sensi dell’articolo 6, commi 3
e 10, del D.P.R. 7 agosto 2012, n. 137, espresso dal Signor Ministro della Giustizia il 19 giugno 2014 protocollo m_dg.GAB.
19 giugno 2014.0021684.U.;
Adotta
il seguente regolamento:
8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
PARTE PRIMA
DEL TIROCINIO DEL GEOMETRA
Articolo 1
(Autorizzazione all’assunzione della funzione
di professionista affidatario per più di tre tirocinanti)
1. Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 6, comma 3, del
D.P.R. n. 137 del 7 agosto 2012, i Consigli dei Collegi territoriali dei Geometri e Geometri Laureati possono rilasciare
motivata autorizzazione all’assunzione della funzione di
professionista affidatario per un numero superiore a tre e
fino ad un massimo di cinque tirocinanti, contemporaneamente, a favore di:
associazioni professionali, con almeno tre associati e
la presenza tra questi di un iscritto all’albo professionale dei
Geometri e Geometri Laureati da almeno cinque anni;
società tra professionisti, costituite a norma dell’articolo 10 della legge 12 novembre 2011, n. 183 (e conseguente
decreto interministeriale n. 34/2013), con la presenza tra i
soci professionisti di almeno un iscritto all’albo professionale dei Geometri e Geometri Laureati da almeno cinque
anni.
2. La richiesta di autorizzazione, rivolta al Consiglio del
Col-legio territoriale nel cui registro dovranno iscriversi i tirocinanti, deve riportare:
a) la struttura organizzativa dell’associazione e/o società (con allegato il relativo statuto);
b) il programma del tirocinio, coerente con i contenuti
for-mativi di cui all’allegato A, che assicuri lo svolgimento
dello stesso in modo funzionale alla sua finalità;
c) il nominativo dell’iscritto all’albo professionale designa-to quale professionista affidatario.
3. I criteri per il rilascio dell’autorizzazione sono:
a) la struttura organizzativa dell’associazione e/o società deve essere tale da giustificare la possibilità della fruttuosa presenza contemporanea del numero di tirocinanti richiesti;
b) l’attività professionale dell’associazione e/o società
deve essere tale da ricoprire costantemente l’intero ambito
delle attività di competenza del geometra ed in particolare
quelle dell’edilizia, della topografia e dell’estimo.
4. In caso di decorso infruttuoso del termine di legge per
l’adozione di un provvedimento espresso in ordine all’istanza di autorizzazione si applicano gli artt. 2 e 20 della
legge n. 241/ 1990.
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
PARTE SECONDA
DEI CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE
Articolo 2
(Presupposti generali)
1. Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 6, comma 9, del
D.P.R. n.137 del 7 agosto 2012, la frequenza con profitto di
uno specifico corso di formazione professionale, della durata di sei mesi, costituisce una modalità alternativa all’espletamento del periodo complessivo obbligatorio di tirocinio, come previsto dal comma 1 del medesimo art. 6.
2. L’iscrizione al corso di formazione professionale è
consentita a tutti gli iscritti nel registro dei tirocinanti di
qualsiasi Collegio territoriale, compresi coloro che abbiano
precedentemente optato per il tirocinio di Geometra, senza
tuttavia completarne il percorso. L’iscrizione al registro suddetto è condizione necessaria per la frequenza al corso.
3. Il Ministro della Giustizia dichiara la data a decorrere
dalla quale la disposizione di cui al comma 1 è applicabile
al tirocinio, previa verifica, su indicazione del CNGeGL, dell’idoneità dei corsi organizzati sul territorio nazionale a
norma dell’articolo 3 del presente regolamento.
Articolo 3
(Istituzione dei corsi)
1. I corsi di formazione professionale possono essere organizzati dai Collegi territoriali dei Geometri e Geometri
Laureati, e possono essere strutturati su livello regionale o
interregionale, previo accordo specifico tra i Consigli dei
Collegi territoriali interessati.
2. I corsi possono essere organizzati – a livello territoriale, regionale o interregionale – anche da associazioni e da
altri soggetti, autorizzati dal Consiglio Nazionale Geometri
e Geometri Laureati (CNGeGL). Il CNGeGL delibera sulla
domanda di autorizzazione di cui al presente comma.
3. La domanda di autorizzazione, con la relativa proposta di delibera motivata del CNGeGL, viene immediatamente trasmessa al Ministro della Giustizia per l’emissione
del parere vincolante dandone comunicazione ai richiedenti. Sulla base del parere vincolante rilasciato dal Ministro, il CNGeGL autorizza o rigetta la richiesta, con delibera
motivata. L’elenco delle istanze accolte viene pubblicato
sul sito internet del CNGeGL.
Articolo 4
(Durata, contenuti formativi e requisiti didattici)
1. I contenuti formativi essenziali di ogni corso di formazione professionale, che non può superare i 40 corsisti,
sono indicati nell’allegato A. Essi comportano un carico didattico di almeno 308 ore, di cui almeno 100 ore consistenti
in attività tecnico-pratiche, per un periodo complessivo di
6 mesi, anche non consecutivi, suddivisi in due trimestri con
portata e impegno formativo equivalente.
2. Le lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche, finalizzate al conseguimento delle capacità necessarie per l’esercizio e la gestione organizzativa della Professione, da svolgersi preferibilmente presso le sedi degli Istituti tecnici o
dei Collegi territoriali, hanno inizio non oltre il 31 gennaio e
devono concludersi con la verifica finale di profitto entro il
successivo 30 settembre.
3. Il mancato superamento della verifica finale di profitto consente la prosecuzione, fino al completamento del
periodo previsto, del tirocinio professionale presso un professionista affidatario, se non già indicato nel registro dei tirocinanti, da individuare entro 30 giorni dalla data di fine
corso.
Articolo 5
(Docenti e Commissione verificatrice)
1. Entro il mese di dicembre di ogni anno i Consigli dei
Collegi territoriali designano, scegliendoli preferibilmente
tra i professionisti aderenti ad associazioni di categoria riconosciute dal CNGeGL, i docenti esperti per materia di insegnamento, nonché il coordinatore del corso, chiamato a
sovrintendere il rispetto del calendario e la frequenza delle
lezioni. Entro il medesimo termine i Consigli dei Collegi stabiliscono altresì il calendario delle lezioni teoriche e delle
esercitazioni pratiche. Tali dati vengono pubblicati sui siti
internet dei Collegi e comunicati al CNGeGL tempestivamente.
2. Entro il 31 marzo di ogni anno i Consigli dei Collegi territoriali nominano una Commissione di due membri, composta da un professionista geometra e da un docente universitario, e presieduta da quest’ultimo, cui è affidata la verifica di profitto intermedia e finale, ai sensi dell’articolo seguente.
Articolo 6
(Verifica intermedia e finale di profitto)
1. Alla fine del 1° trimestre è effettuata una verifica intermedia di profitto.
Il passaggio dal primo al secondo trimestre del corso è
subordinato al giudizio favorevole della Commissione di cui
all’articolo precedente, espresso sulla base della valutazione complessiva dell’esito della stessa verifica, sulle diverse attività didattiche e sulla frequenza.
2. La verifica intermedia consiste anche nella discusIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 9
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
sione di casi pratici comunque concernenti le materie che
siano state trattate durante il primo trimestre del corso.
3. Alle verifiche di profitto sono ammessi i corsisti che
abbiano frequentato almeno il 90% delle lezioni teoriche e
il 90% delle esercitazioni pratiche.
4. Il Collegio, l’associazione o altro soggetto organizzatore del corso di formazione, a norma dell’articolo 3, comunicano senza indugio al Consiglio del Collegio territoriale
nel cui registro dei tirocinanti i corsisti risultano iscritti, i nominativi di coloro che abbiano superato la verifica finale di
profitto.
Articolo 7
(Certificazione)
1. A seguito del superamento del corso di formazione
professionale, il Consiglio del Collegio territoriale, nel cui
registro dei tirocinanti il soggetto è iscritto, rilascia apposito
certificato di compimento con esito positivo del tirocinio,
quale titolo per l’ammissione all’esame di Stato.
2. Il certificato di cui al comma 1 perde efficacia decorsi
cinque anni senza che segua il superamento dell’esame di
Stato.
3. Quando il certificato perde efficacia, il Consiglio del
Collegio territoriale provvede alla cancellazione del soggetto dal registro dei tirocinanti.
Contenuti formativi essenziali per i corsi di formazione alternativi al tirocinio
(Regolamento - Delibera del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati
n. 7 del 22 luglio 2014)
Modulo A ore 144 compresa verifica finale
Progettazione edilizia - Direzione lavori
Tutela ambientale - Sicurezza sui luoghi di lavoro
1) Norme urbanistiche ed edilizie e norme tecniche per le
costruzioni.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 4
2) Elementi di ergonomia.
Redazione di progetto edilizio di fabbricati di civile abitazione, con fruibilità ampliata ed ecocompatibilità, a due
piani fuori terra in muratura e muratura armata.
Calcolo delle strutture orizzontali e verticali anche con utilizzo di cemento armato.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
prefabbricate in c.a. o metallo.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
5) Prova pratica di progetto edilizio di fabbricato ad uso artigianale o terziario anche con utilizzo di strutture prefabbricate in c.a. o metallo.
ore 8
Esame collettivo della prova pratica con attribuzione di valutazione
ore 4
6) Redazione di progetto manutenzione ordinaria e straordinaria di unità immobiliari e di edifici esistenti.
Ristrutturazione, risanamento conservativo ed adeguamento sismico.
Allegati al progetto.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
Esame collettivo della prova svolta con attribuzione di valutazione
ore 4
7) Prova pratica di progetto di adeguamento energetico e sismico di un edificio di abitazione con almeno due piani fuori
terra.
Stesura della relazione tecnica e degli allegati.
ore 8
esame collettivo della prova pratica svolta con attribuzione
di valutazione.
ore 4
4) Redazione di progetto di fabbricato ad uso artigianale o
terziario in muratura, muratura armata. Utilizzo di strutture
8) Certificazione energetica degli edifici di nuova costruzione caratteristiche degli impianti tecnologici e dei mate-
3) Prova pratica di progetto edilizio di fabbricati di civile abitazione muratura con elementi in c.a.
ore 8
10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
riali costituenti l’involucro.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
9) Prova pratica di certificazione energetica di un edificio di
civile abitazione.
ore 4
Esame collettivo della prova pratica con assegnazione di valutazione.
ore 4
10) Procedure amministrative e burocratiche per l’ottenimento dei titoli autorizzativi (permesso di costruire - DIA SCIA).
Valutazione dell’impatto ambientale.
Relazione paesaggistica - Relazione delle strutture di calcolo.
Come presentare un progetto.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
11) Il computo metrico ed estimativo delle opere da eseguire: procedure e scelta dei materiali da utilizzare.
Procedure per l’appalto delle opere.
Stesura del capitolato di appalto.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
12) Prova pratica di redazione di un computo metrico estimativo di fabbricati di civile abitazione a due piani fuori
terra con due unità immobiliari.
ore 4
Esame collettivo della prova pratica con attribuzione di valutazione.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 4
13) Norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro con particolare riferimento ai cantieri edili. Valutazione dei rischi connessi ad ogni singola lavorazione.
Redazione del Piano di sicurezza.
Responsabilità e compiti del coordinatore in fase di progettazione ed esecuzione.
Procedure burocratiche obbligatorie.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
14) Impianto del cantiere edile, accettazione dei materiali
e loro prove di corrispondenza con le norma del capitolato.
Organizzazione delle fasi di lavorazione e direzione dei lavori.
Accertamento del rispetto delle norme di sicurezza.
Responsabilità del direttore dei lavori.
Procedure amministrative e burocratiche.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
Visita ad un cantiere edile in fase di esecuzione delle opere
di scavo e di realizzazione delle fondazioni.
ore 4
Visita ad un cantiere edile in fase di esecuzione delle opere
in elevazione in muratura e c.a.
ore 4
Visita ad un cantiere edile in fase di esecuzione delle opere
di finitura.
ore 4
15) La contabilità delle opere eseguite per committenti privati e per la pubblica amministrazione.
Procedure amministrative e burocratiche per la fine dei lavori;
Richiesta di certificati di conformità dei materiali e degli impianti.
Collaudo delle opere e delle strutture - Relazione di fine lavori.
Richiesta di certificato di agibilità.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
16) Colloquio intermedio di verifica di apprendimento alla
presenza del Direttore del Corso e della Commissione esaminatrice svolto anche per sezioni funzionali (8 candidati)
ore 4
Modulo B ore 164 compresa verifica finale
Attività topografiche - Geomatica
Aggiornamenti degli archivi e della cartografia catastale.
Attività peritale di valutazioni immobiliari
Consulenza tecnica - Mediazione e conciliazione
Successioni e divisioni patrimoniali
Amministrazione di beni e di patrimoni immobiliari
17) Rilevazioni planoaltimetriche di aree con strumentazione tradizionale, determinazione di distanze e dati angolari. Calcolo e restituzione grafica con produzione di cartografia relativa.
Metodi di rilievo. Calcolo delle coordinate.
Caratteristiche degli strumenti di rilievo.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
Prova pratica di rilievo di un’area a forma irregolare co presenza di un fabbricato previa determinazione dei confini.
ore 8
Calcolo e restituzione grafica di quanto rilevato. Calcolo
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 11
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
della superficie. Planimetrie, curve di livello e profili longitudinali. Esame collettivo del prodotto cartografico del rilievo e del calcolo.
ore 6
Tipologia per approvazione automatica, casi particolari e
trasmissione telematica.
Esame congiunto dei risultati della rilevazione in campagna.
ore 6
18) Determinazione di confini di area di proprietà pubblica
e/o privata.
Procedure, ricerca dei dati cartografici e degli elementi probatori e di diritto delle titilarità. Apposizione dei termini,
verbali di accordi con le proprietà confinanti.
Determinazione delle coordinate dei punti.
Servitù, usi civici e diritti reali.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
22) Catasto edilizio urbano. Sezioni censuarie e unità tipo.
Categorie Catastali (residenziali, ordinarie e speciali).
Titoli di proprietà. Diritti reali di godimento. Concetto di unità immobiliare
La denuncia di nuovo fabbricato con suddivisione
delle unità, beni comuni censibili e non censibili.
La procedura Docfa.La variazione di consistenza e il
frazionamento di unità.
Regole e procedure da seguire, la notifica degli atti
catastali e termini di impugnazione.
Il rilievo dell’unità immobiliare, la restituzione e la
stesura della planimetria catastale.
Classificazione determinazione della rendita.
Inoltro telematico del Docfa.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
Prova pratica in campagna, riconfinazione e stesura di relazione.
ore 8
19) Sistemi di riferimento.
Strumentazioni e procedure per il rilievo satellitare.
Determinazione delle coordinate secondo le caratteristiche
delle strumentazioni utilizzate.
Caratteristiche delle stazioni e delle apparecchiature.
ore 8
Prova pratica di rilievo di un’area effettuata con strumentazione GNSS.
ore 8
Trasformazione delle coordinate con esame collettivo dei risultati numerici conseguenti alle dovute verifiche e redazione dei relativi grafici.
ore 4
20) Elementi di diritto.
Il Codice civile.
La proprietà.
I contratti.
I diritti reali e diritti di godimento.
Le servitù.
Gli usi civici.
Distacchi e distanze.
I regolamenti edilizi.
Le norme igienico sanitarie.
Le barriere architettoniche.
Possibilità di erogazione e-learning
Prova pratica di rilievo di unità abitativa con redazione della
planimetria catastale e compilazione Docfa e determinazione della rendita.
Simulazione di inoltro telematico.
ore 6
23) Il mercato immobiliare.
Il processo di segmentazione.
Standard nazionali ed internazionali di valutazione.
I procedimenti di stima (confronto di mercato, dei costi, finanziario).
Il rapporto di valutazione.
ore 8
Prova pratica di redazione di un rapporto di valutazione con
il metodo del confronto di mercato di un immobile in garanzia delle esposizioni creditizie.
ore 8
Prova pratica di redazione di una valutazione di un immobile speciale compreso in un mercato limitato.
ore 4
ore 8
Prova pratica di redazione di un preliminare di
acquisto/vendita di una unità immobiliare urbana.
ore 4
Prova pratica di redazione di una valutazione di un immobile mediante il criterio finanziario (capitalizzazione diretta).
ore 4
21) Archivi e cartografia catastale.
Catasto terreni - catasto urbano;
L’aggiornamento e la variazione dei dati catastali;
Regole e procedure.
Il frazionamento, il tipo mappale ed il tipo particellare.
Lo standard Pregeo.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
24) Denuncia di successione.
Individuazione e descrizione dell’asse ereditario e
sua valutazione ai fini della divisione tra eredi.
Progetto di divisione di beni urbani e di terreni tra più eredi.
Determinazione delle quote di spettanze e degli eventuali conguagli.
Esempio pratico di denuncia di successione e di
progetto divisionale.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
Prova pratica in campagna, frazionamento di aree con dividendi interessanti una o più particelle o per tipo mappale.
Utilizzo di strumentazione tradizionale e/o di ricevitori
GNSS.
ore 8
25) L’attività peritale.
Ruolo, compiti e responsabilità del geometra (CTU,
ausiliario, consulente di parte, perito) nel processo
civile (cognizione, cautelativo, esecutivo) e penale.
La relazione peritale.
12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
Ruolo, compiti e responsabilità dell’arbitro.
Il lodo arbitrale.
La perizia contrattuale.
Mediazione delegata, profili generali, compiti e attività del mediatore.
Casi di studio.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
26) Amministrazione di beni immobili.
Amministrazione di proprietà e di condominio. Ripartizione spese e tabelle millesimali.
Parti comuni, parti comuni in uso esclusivo, parti
condominiali, impianti comuni.
Il regolamento di condominio.
L’assemblea di condominio, il bilancio annuale preventivo e consuntivo.
Redazione del verbale di assemblea.
L’amministratore: rappresentanze, attribuzioni, responsabilità ed obblighi.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
Alcuni rilievi,
che a noi paiono fondati,
sulle nuove norme
Articolo 2
Come già accennato in premessa, la durata del nuovo
corso alternativo al praticantato è stata fissata in sei mesi
suddivisi in due trimestri
anche non consecutivi, al
fine di «far superare – riprendiamo la lettera di presentazione della delibera
dell’allora Presidente Fausto Savoldi – l’esame di
Stato e consentire ai neodiplomati di iscriversi all’Albo
entro un anno dal diploma».
Ma, alla luce di questa novità certamente interessante, che ne sarà
degli IFTS e ITS, già ampiamente
collaudati presso gli Istituti Tecnici,
che hanno durata di uno o due anni?
Che ne penserà la Scuola? E quale
sarà la sorte della laurea triennale di
geometra che, nella nostra provincia, potrebbe già fin d’ora fare i
primi passi?
Articolo 3
I corsi di formazione alternativi al tirocinio potranno –
dice il testo – anche essere
organizzati da associazioni o
altri soggetti autorizzati dal
Consiglio Nazionale Geometri.
Questa norma – domando – non
potrà creare attriti con quei Collegi
che sono già molto avanti nell’organizzazione dei corsi specializzanti per
la professione?
I corsi potranno essere seguiti dai praticanti anche per
via telematica (e-learning,
come dice l’allegato A).
Dubbio legittimo: siamo certi che la
qualità della preparazione e-learning, mancando il reciproco scambio
diretto docenti-corsisti e fra corsisti,
sarà rispondente alle esigenze della
professione?
Articolo 4
Le ore del corso (308, di cui
almeno 100 “sul campo”) saranno tenute – dice il testo –
27) Regole per l’iscrizione all’Albo.
Il regolamento professionale.
Regole deontologiche e di comportamento.
Norme sul tirocinio e sulla formazione permanente.
I consigli di disciplina.
Le sanzioni disciplinari.
L’organizzazione e la gestione del Collegio Territoriale.
Il Consiglio Nazionale: compiti e regole.
Regole ed obblighi fiscali e previdenziali.
Standard di qualità delle prestazioni.
Rapporti con il committente.
Lettera d’incarico.
Possibilità di erogazione e-learning
ore 6
28) Colloquio finale di verifica di quanto appreso alla presenza del Direttore del Corso e della Commissione esaminatrice, svolto anche per sessioni funzionali singolarmente
(8 candidati).
Assegnazione della valutazione complessiva.
preferibilmente presso gli Istituti Tecnici o presso i Collegi territoriali.
Siamo sicuri che le scuole accetteranno una simile incombenza anche
in concomitanza con il “deprezzamento” dei loro IFTS?
I Collegi territoriali ancora non esistono. Non era meglio indicare come
sede alternativa dei corsi i Collegi
provinciali?
Articolo 5
I Consigli dei Collegi (territoriali?) entro dicembre di
ogni anno dovranno designare i docenti esperti,
scelti preferibilmente tra aderenti ad associazioni di
categoria riconosciute dal
Consiglio Nazionale Geometri, e la commissione (costituita da un geometra e da
un docente universitario) di
verifica intermedia (1° trimestre) e finale (2° trimestre).
Sui primi, viene da pensare che i
“docenti esperti” saranno in prevalenza scelti tra i docenti a scapito dei
professionisti specializzati; su le seconde (considerato che il testo non fa
mai alcun riferimento specifico al
ruolo degli atenei), si dubita che l’Università, senza tutele di autonomia
decisionale, accetterà di offrire la sua
collaborazione.
Il tempo stringe, dicembre è
alle porte, forse occorre che
il Consiglio Nazionale esprima con urgenza il suo parere sul merito di questi appunti che a noi paiono incongruenze e lo faccia in
modo decisivo, oppure rimandi il tutto a data da destinarsi dopo un confronto
proficuo con i Collegi provinciali.
Bruno Bossini
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 13
DALLA CASSA
Il fondo pensione “Futura”
Simonetta Vescovi
N
ei Paesi del Nord
Europa, la cultura
della creazione di
un fondo di previdenza complementare è maggiormente radicata rispetto all’Italia
dove ancora poche persone
credono a queste forme di risparmio. A chi interessa approfondire l’argomento segnalo un link de “Il Sole 24
Ore” dove si analizza il problema sottolineando che i
fondi di categoria sono
quelli più vantaggiosi.
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-12-09/fondipensione-ecco-quali-sono-quellicostosi-e-quelli-piu-convenienti215028.shtml?uuid=ABIPl2i
Il Fondo Pensione Futura,
fondo complementare per i
geometri liberi professionisti, iscritto all’Albo di
COVIP al n. 166, è stato fortemente voluto da Cipag, a seguito di indagini di mercato
e di analisi valutative per
creare un fondo complementare per gli iscritti.
Il Fondo Pensione Futura –
riservato ai geometri liberi
professionisti e al quale
possono aderire anche i famigliari fiscalmente a carico
– non ha scopo di lucro, ha
una gestione monocomparto di tipo bilanciato con
graduale crescita del capitale e una moderata esposizione al rischio.
I vantaggi che esso presenta
sono:
– costi: il Fondo ha costi ridotti, non essendo gestito
da società con scopo di lucro
e non avendo intermediari
(dati che possono essere rilevati dal sito COVIP (Commissione di Vigilanza sui
Fondi Pensione) che garantisce trasparenza, correttezza e prudenza nella gestione);
– flessibilità: un investimento moderato annuale di im-
porti anche variabili, senza
l’obbligo di versamenti annuali, il professionista decide quando e quanto versare;
- anticipo del capitale: - a secondo del numero di anni di
versamenti si può chiedere
un anticipo del capitale per
esigenze particolari;
- vantaggi fiscali: con una deducibilità sino a 5.164,57
euro e tassazione agevolata
delle prestazioni con aliquote che variano dal 15% al
9% in base al periodo di permanenza nel Fondo.
A titolo esemplificativo,
viene riportata sotto una tabella standardizzata, ma sul
sito di Fondo Futura
(www.fondofutura.it o accedendo direttamente dal sito
della Cipag www.cipag.it) è
possibile creare una tabella
personalizzata per poter valutare meglio la propria situazione e si potranno tro-
vare moltissime altre informazioni in merito.
In questi periodi difficili, sia
per i giovani sia per i meno
giovani, è difficoltoso pensare a investire una quota in
un fondo complementare.
Soprattutto per i giovani
pensare al futuro pensionistico sembra anacronistico,
ma per poter costruire un
buon fondo basta anche una
piccola quota, ma mantenuta negli anni. Difatti la
quota minima di adesione è
di euro 500,00 annui, poco
più di euro 41,00 al mese.
Il consiglio che possiamo
dare è quello di dedicare un
po’ di tempo per analizzare
la propria situazione futura,
magari partendo dalla verifica della propria posizione
nell’area riservata nel sito
della Cipag, alla quale si accede con le credenziali.
❑
Fondo Pensione Futura - Stima della pensione complementare (Progetto esemplificativo standardizzato
Contributo iniziale euro 1.500
Età di
ingresso
Anni di
versamento
Comparti
Iscritto di sesso maschile
30
40
50
37
27
17
Bilanciato
Bilanciato
Bilanciato
Iscritto di sesso femminile
30
40
50
37
27
17
Bilanciato
Bilanciato
Bilanciato
Versamenti
lordi
cumulati
Posizione
individuale
finale
Rendita
annua
Età di pensionamento ipotizzata:
66.761
46.231
27.646
96.737
60.674
32.858
4.433
2.781
1.569
Età al pensionamento ipotizzata:
66.761
46.231
27.646
96.737
60.674
32.858
3.795
2.380
1.338
Contributo iniziale euro 2.500
Versamenti
lordi
cumulati
Contributo iniziale euro 5.000
Posizione
individuale
finale
Rendita
annua
Versamenti
lordi
cumulati
Posizione
individuale
finale
Rendita
annua
161.473
101.296
54.869
7.400
4.642
2.619
222.538
154.104
92.152
323.314
202.850
109.895
14.817
9.296
5.246
161.473
101.296
54.869
6.335
3.974
2.233
222.538
154.104
92.152
323.314
202.850
109.895
12.684
7.958
4.437
67 anni
111.269
77.052
46.076
67 anni
111.269
77.052
46.076
Tutte le cifre della tabella sono espresse in euro
Prima rata annua di una rendita vitalizia immediata senza reversibilità ottenuta mediante conversione dell’intera posizione individuale maturata al momento di accesso al pensionamento.
Nota bene: I valori della posizione individuale e della rata di rendita sono riportati in termini reali e pertanto sono già al netto degli effetti dell’inflazione.
Avvertenza: La posizione individuale maturata e soggetta a variazioni in conseguenza della variabilità dei rendimenti conseguiti effettivamente dalla gestione. La variabilità è tendenzialmente più elevata quanto maggiore è il contenuto azionario del comparto. Anche se la stima non prende in considerazione tale variabilità, nelle valutazioni tieni conto di questo
importante elemento.
14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
CASSA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 15
SICUREZZA CANTIERI
Renato Greci
Gestione delle terre da scavo
Da rifiuti a sottoprodotti
(Parte seconda - Grandi opere e cantieri sottoposti a V.I.A. e/o A.I.A.)
I
ntroduzione: si richiama sommariamente quanto già
scritto nella prima parte
pubblicata nel numero
scorso della rivista ed in particolare che sul supplemento ordinario n. 63 alla
Gazzetta Ufficiale n. 194, del
20 agosto 2013 (entrata in vigore il 21 agosto 2013), è
stata pubblicata la legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione del Decreto legge 21
giugno 2013, n. 69 recante
“Disposizioni urgenti per il
rilancio dell’economia”, cosiddetto “Decreto del fare”.
La legge di cui sopra, con
l’art. 41 (Disposizioni in materia
ambientale) comma 2; e l’art.
41-bis (Ulteriori disposizioni in
materia di terre e rocce da scavo), ha
introdotto un nuovo procedimento per la gestione
delle terre e rocce da scavo
(ormai è più corretto riferirsi
ai “materiali da scavo”).
Queste nuove procedure,
sono state di gran lunga
semplificate rispetto a
quanto previsto dal D.M. n.
161/2012, e si applicano alle
terre e rocce da scavo che
provengono da attività o da
opere non soggette a “Valutazione di impatto ambientale” (V.I.A.) o ad “Autorizzazione integrata ambientale”
(A.I.A.), indipendentemente dai volumi escavati.
Per le grandi opere e i cantieri sottoposti a Via o ad Aia
rimangono in vigore le disposizioni del (D.M. 161/12)
“Regolamento recante la disciplina
dell’utilizzazione delle terre e rocce
da scavo”
16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
“Terre e Rocce da Scavo”
prodotte in cantieri
sottoposti a Via e/o Aia
Premessa
La normativa in materia
d’impatto sull’ambiente, intendendo sia l’ambiente naturale sia l’ambiente antropico (impatto delle attività
sulle persone), riguarda le opere in fase di esercizio cioè
durante il loro funzionamento.
Si trascura di solito la fase di
cantierizzazione e d’esecuzione delle opere edili infrastrutturali che in certi casi
può avere un impatto addirittura maggiore sul territorio che la stessa fase di esercizio.
Ritroviamo alcuni accenni
alla Valutazione d’impatto
ambientale nell’allegato C al
Dpr 12 aprile 1996.
I richiami maggiori sulle fasi
esecutive dell’opera sono
contenuti nell’art. 27 del
D.Lgs. 152/2006 (c.d. “Testo
unico”) in materia d’ambiente.
Pertanto, quando si parla di
cantieri sottoposti a Valutazione d’impatto ambientale
(Via) ci si deve rapportare
con la realizzazione di opere
infrastrutturali (Varianti di
Valico A1, TAV, Pedemon-
tana, ecc.) di grande rilevanza il cui impatto sull’ambiente e sulle popolazioni è
di estrema importanza.
Si parla quindi della realizzazione (cantierizzazione, esecuzione e sistemazione
dei luoghi compresi) di
grandi opere che solitamente hanno valore nazionale, sovra-regionale o regionale.
Rimangono esclusi, non avendo l’obbligo di adeguarsi alla Via anche se alcune opere possono avere
un significativo impatto sull’ambiente naturale e antropico, il cantiere edile classico (costruzione di palaz-
zina, edificio) ed altresì le opere di urbanizzazione e l’esecuzione di strade di piccole dimensioni ed opere
comunque confinate al
quartiere/comune.
Riutilizzo del materiale
di scavo come “sottoprodotto”
I materiali prodotti dall’escavazione in cantieri ovvero prodotti durante l’esecuzione di un’opera diversa,
possono essere riutilizzati in
qualità di:
– “sottoprodotti” per eseguire reinterri, riempimenti,
rimodellazioni, rilevati, ripascimenti, interventi a
mare, miglioramenti fondiari o viari oppure forme di
ripristini e miglioramenti
ambientali;
– sottofondi e massicciate in
sostituzione di materiali di
cava ed in processi produttivi.
Per i cantieri sottoposti a Valutazione impatto ambientale e/o Autorizzazione integrata ambientale il riutilizzo
dei materiali da scavo non
contaminati come “sottopro-
SICUREZZA CANTIERI
dotti” è vincolato alla redazione del “Piano di utilizzo”
compilato ai sensi dell’art. 5
del D.M. 10 agosto 2012, n.
161 e all’invio alla Regione o
al Ministero in caso di Via affinché possano esprimere
parere riguardante i contenuti o richiedere precisazioni o integrazioni.
I
l “Piano di utilizzo”
sarà inoltrato alle autorità competenti comunque prima dell’inizio
dei lavori che devono cominciare entro due anni
dalla comunicazione e presentazione, fatte salve deroghe espressamente motivate dell’autorità competente.
Il proponente, cioè il soggetto che presenta il “Piano
di utilizzo”, deve redigerlo
secondo parametri e dettagli ben precisi. Questa figura (chiamata altresì “Esecutore del Piano di utilizzo”)
è l’unico responsabile del
predetto documento e
dovrà redigere, sia i documenti di trasporto necessari
a garantire la tracciabilità
del materiale di scavo, sia la
“Dichiarazione di avvenuto
utilizzo” (D.A.U. di cui all’allegato 7 del D.M. 10 agosto
2012 n. 161), al termine dei
lavori di impiego.
Di seguito si richiamano per
sommi capi le notizie che
devono essere definite nel
documento di cui sopra, ed
in particolare:
– l’ubicazione precisa e completa, anche con dati catastali, del sito di produzione,
il volume totale e la quantità
suddivisa per litologia (volume in banco);
– l’ubicazione, anche con
dati catastali, dell’eventuale
sito di deposito intermedio
dei materiali da scavo, la
quantità lasciata in deposito
suddivisa per litologia (volume in banco). È necessario
precisare il proprietario dell’area e l’ente e l’atto con cui
è stata rilasciata l’autorizzazione.
Di estrema importanza è definire la durata del deposito.
Al termine del periodo di
stoccaggio il materiale deve
essere destinato agli ambiti
elencati nel capitolo dei siti
di utilizzazione;
– l’ubicazione precisa e completa, anche con dati catastali, del sito di utilizzazione, il volume totale e la
quantità utilizzata suddivisa
per litologia (volume in
banco). Il sito di utilizzazione può essere lo stesso
cantiere di produzione oppure il sottoprodotto può
essere utilizzato in altre opere e per queste è necessario precisare l’Ente e l’atto
autorizzativo.
In tutti e due i casi occorre individuare l’utilizzatore.
– Il processo/i industriali a
cui il materiale da scavo è
sottoposto per essere utilizzato quale sottoprodotto,
precisando la destinazione,
le quantità suddivise per litologia (volume in banco),
l’ente e l’atto autorizzativo,
nonché l’eventuale trattamento di normale pratica industriale (si veda la definizione);
– si devono indicare, come
richiamato nell’allegato 2 e 4
al D.M. n. 161/2012, le procedure utilizzate per le indagini di caratterizzazione del
sito e le risultanze accertate
(attività antropiche, modalità di campionamento e di
scavo, ed approfondimenti
in corso d’opera);
– ai sensi del punto 6 dell’allegato 5 al D.M. n. 161/2012 si
devono individuare, descrivere e segnalare i percorsi
previsti e le modalità per il
trasporto su strada, su ferrovia, con nastro trasportatore ecc. del materiale da
scavo tra le diverse aree impiegate nel processo di gestione.
I materiali da scavo, in qualità di “sottoprodotti” (a seguito del “Piano di recupero” ed ai sensi dell’art. 2,
comma1 del D.M. 10 agosto
2012 n. 161,verranno trasportati senza che vi sia la
necessità, non essendo considerati rifiuti, dell’emissione dei “Formulari di Identificazione del Rifiuto”
(F.I.R.).
I
l “Piano di utilizzo”
per tutte le aree interessate (sito di produzione, sito/i di deposito intermedio in attesa di utilizzo
e sito/i di utilizzo) oltre a
quanto già precisato deve
fornire le seguenti informazioni:
– inquadramento territoriale;
– inquadramento urbanistico;
– inquadramento geologico,
geotecnico e idrogeologico
con livelli di falde e direzione;
– descrizione delle attività a
cui il sito era stato destinato
ed utilizzato;
– procedure di campionamento in fase progettuale e
allegazione dei risultati ottenuti durante la caratterizzazione ambientale.
S
i precisa che in
base ai risultati
delle analisi ottenuti durante la caratterizzazione ambientale, eseguita
come si è detto in fase di
progettazione condotta secondo le procedure di campionamento del sito contenute nell’allegato 2 del D.M.
n.161/2012, i materiali da
scavo saranno riutilizzati
come “sottoprodotti”:
– in qualsiasi sito, indipendentemente dalla destinazione dell’area di scavo, di
stoccaggio momentaneo o
di utilizzo, solo se le concentrazioni degli inquinanti dei
campioni analizzati sono
pari o inferiori ai limiti previsti nella colonna A, della
tabella 1, dell’allegato 5.
Della parte IV del D.Lgs. n.
152/2006;
– nei siti a destinazione commerciale o industriale solo
se le concentrazioni degli inquinanti dei campioni analizzati sono compresi tra i valori previsti nella colonna A
e la colonna B, della tabella
sopra richiamata.
Si precisa che può esservi,
per fenomeni del tutto naturali, una concentrazione
degli elementi inquinanti
superiore alle concentrazioni limite previste per le
colonne A e B della suddetta
tabella 1.
Il proponente, in contraddittorio con l’agenzia competente per territorio, presenta un “piano di accertamento”, nel quale si chiede
di assumere le concentraIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 17
SICUREZZA CANTIERI
zioni degli elementi che superano in modo naturale i livelli delle colonne A e B
come valori di fondo. Pertanto il materiale escavato
potrà essere riutilizzato
nella stessa area di scavo o
in un sito diverso, ma con
medesime caratteristiche
degli elementi che caratterizzano i valori di fondo.
D
ell’avvenuto utilizzo deve essere
data comunicazione all’autorità competente.
L’omessa “Dichiarazione di
Avvenuto Utilizzo” (D.A.U., di
cui all’allegato 7 del D.M. 10
agosto 2012 n. 161), da parte
del soggetto terzo indicato,
comporta la cessazione con
18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
effetto immediato della qualifica del materiale escavato
come “sottoprodotto”, col
conseguente obbligo di trattare il materiale come rifiuto
(ai sensi della Parte IV del
D.Lgs. 152/06 e s.m.i.).
Allo scadere dei termini di
durata massima indicati nel
“Piano di utilizzo”, viene
meno la qualifica di sottoprodotto del materiale da
scavo con conseguente obbligo di gestire il predetto
materiale come rifiuto.
Resta impregiudicata la facoltà di presentare, entro i
due mesi antecedenti la scadenza dei predetti termini,
un nuovo “Piano di utilizzo”
che ha la durata massima di
un anno.
❑
SICUREZZA CANTIERI
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 19
SICUREZZA CANTIERI
Piergiorgio Priori
Roberto Baratti
Attività lavorative sulle strade:
il Dm 4 marzo 2013 integra
quello del 10 luglio 2002
P
ubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale
del 20 marzo 2013,
il Decreto interministeriale
del 4 marzo 2013 detta disposizioni ai gestori delle infrastrutture, alle imprese appaltatrici, esecutrici o affidatarie che devono svolgere
attività lavorative in ambito
stradale.
Il decreto integra e non sostituisce il Decreto ministeriale 10 luglio 2002 sulla segnalazione dei cantieri. Prevede la formazione obbligatoria per la sicurezza integrativa rispetto a quella di cui al
d.lgs. 81/2008, per lavoratori
e preposti addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della
segnaletica stradale “di cantiere”.
Pertanto i professionisti che
operano nel campo della
progettazione, direzione lavori e, in particolare, in
quello della sicurezza sui
luoghi di lavoro e cantieri
temporanei e mobili, devono richiedere la certificazione delle aziende operanti che predispongono un
cantiere stradale o che intervengono, anche solo minimamente, sulla carreggiata
apponendo la segnaletica
stradale.
Schematicamente il decreto
individua i criteri generali di
sicurezza relativi:
• alle procedure che i gestori
delle infrastrutture e le imprese appaltatrici, esecutrici o affidatarie devono
applicare durante l’apposizione della segnaletica
stradale destinata alle attività lavorative che si
svolgono in presenza di
20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
traffico veicolare;
• all’informazione, formazione
e all’addestramento specifico che i datori di lavoro
del gestore delle infrastrutture e delle imprese
esecutrici e affidatarie,
devono assicurare a ciascun lavoratore;
• ai dispositivi di protezione
individuale che i datori di
lavoro devono mettere a
disposizione dei lavoratori;
• alle caratteristiche dei dispositivi per segnalare i
veicoli operativi;
• alla segnaletica specifica
della zona di intervento
suddivisa per categoria di
strada.
Le indicazioni fornite dal decreto trovano attuazione nei
due allegati:
• Allegato I - “Criteri minimi
per la posa, il mantenimento e la rimozione della
segnaletica di delimitazione e di segnalazione
delle attività lavorative
che si svolgono in presenza di traffico veicolare”
• Allegato II - “Schema di
corsi di formazione per
preposti e lavoratori, addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della segnaletica stradale destinata alle
attività lavorative che si
svolgano in presenza di
traffico veicolare”
Nel decreto, all’articolo 1,
viene sottolineato che oltre
ai criteri individuati, la loro
applicazione “non preclude
l’utilizzo di altre metodologie di consolidata validità”. In particolare le attività lavorative di cui si occupa il decreto “fanno riferimento alle situazioni esplicitate nei principi per il segnalamento temporaneo di
cui all’articolo 2 del disciplinare approvato con decreto
del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 10 luglio 2002, le cui previsioni
sono fatte salve”. Mentre
l’articolo 2 cita che nelle attività di apposizione della segnaletica per la delimitazione di cantieri stradali in
presenza di traffico veicolare, i gestori delle infra-
strutture – quali definiti dall’articolo 14 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285
– e le imprese appaltatrici,
esecutrici o affidatarie applicano almeno i criteri minimi di sicurezza di cui all’allegato I del decreto. Della adozione e applicazione di
tali criteri minimi i gestori
delle infrastrutture, le imprese appaltatrici, esecutrici e affidatarie danno evidenza nei documenti della
sicurezza evidenziati nel
d.lgs. 81/2008 (articoli 17, 26,
96 e 100).
L’articolo 3 cita: i datori di lavoro del gestore delle infrastrutture e delle imprese esecutrici e affidatarie, ferme
restando le previsioni del
d.lgs. n. 81/2008, “assicurano
che ciascun lavoratore riceva una informazione, formazione e addestramento
specifici relativamente alle
procedure di cui all’articolo
2”. La durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1
sono individuati nell’allegato II al decreto che divide
in due categorie i lavoratori
che si approcciano alla formazione o all’aggiornamento se almeno hanno esperienza sui cantieri di
questo tipo.
Inoltre viene anche specificata la formazione per i preposti e per il datore di lavoro.
È fondamentale che anche
gli organismi di formazione
scelgano accuratamente i
formatori che devono avere
formazione e curriculum
specifico.
Nell’articolo 4 vengono individuati i dispositivi di prote-
SICUREZZA CANTIERI
zione individuale che i datori di lavoro devono mettere a disposizione dei lavoratori (comma 1), “fermo restando i vigenti obblighi di
formazione e addestramento, dispositivi di protezione individuale conformi
alle previsioni di cui al Titolo
III del d.lgs. n. 81/2008”.
In particolare, gli indumenti
ad alta visibilità “devono rispondere a quanto previsto
dal decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475, dal decreto ministeriale 9 giugno
1995, dal decreto legislativo
2 gennaio 1997, n. 10, e dalla
norma UNI EN 471, quindi
devono essere di classe 3 o
equivalente per tutte le attività lavorative su strade di
categoria A, B, C, e D, ed almeno di classe 2 per le
strade E ed F urbane ed extraurbane, secondo la classificazione di cui all’articolo 2,
comma 3, del codice della
strada. Non sono più ammessi indumenti ad alta visibilità di classe 1”. Oltre agli
obblighi già vigenti del Testo
Unico, i datori di lavoro
“sono tenuti ad adeguarsi
alle previsioni di cui al
comma 1 entro e non oltre
dodici mesi dall’entrata in vigore del presente decreto”.
Al comma 3 dell’articolo 4 si
segnala che “i veicoli operativi di cui all’articolo 38 del regolamento codice della
strada, devono essere segnalati, con dispositivi supplementari a luce lampeggiante,
o pannelli luminosi, o segnali
a messaggio variabile, ovvero la combinazione di
questi segnali, in relazione
alla categoria della strada e
alla tipologia di intervento”.
Il comma 4 delinea la tipologia di segnaletica della
zona di intervento: “deve avere le caratteristiche di cui
all’art. 3 del ‘disciplinare
tecnico relativo agli schemi
segnaletici, differenziati per
categoria di strada, da adottare per il segnalamento
temporaneo’ approvato con
decreto del Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti
del 10 luglio 2002”.
L’
Ci preme far presente ai colleghi l’importanza del rispetto degli adempimenti
formativi previsti dal D.lgs
81 negli ambienti di lavoro.
Le principali attività formative che devono essere tenute in evidenza riguardano
la struttura della sicurezza,
che è formata dal datore di lavoro che individua e designa
il responsabile della sicurezza, l’addetto antincendio
e l’addetto alle gestione del
primo soccorso e il rappresentante dei lavoratori.
I lavoratori neoassunti devono essere formati secondo quanto previsto dal
D.lgs 81/08, art. 37, comma 1
e 4 e del punto 10 dell’accordo Stato-Regione del 21
dicembre 2011.
Anche i lavoratori già in forza
devono aver ricevuto adeguata formazione, come previsto dall’ accordo Stato-Regione del 21 dicembre 2011,
in base al rischio della propria attività.
In caso di utilizzo di attrezzature speciali o macchine
operatrici, i lavoratori devono ricevere adeguata formazione con le modalità
previste nel documento
pubblicato il 22 febbraio
2012 dalla Conferenza permanete per i rapporti tra lo
Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e
Bolzano in attuazione dell’art. 73, comma 5 del D.lgs.
n. 81.
❑
adeguamento alle
nuove disposizioni del decreto 4
marzo 2013 dovrà avvenire
entro 12 mesi dall’entrata in
vigore del decreto, avvenuta
con la pubblicazione in Gazzetta del comunicato relativo al decreto (GU n. 67 del
20 marzo 2013); pertanto,
entro il 20 marzo 2014, le imprese che operano su carreggiata stradale devono
obbligatoriamente essere
formate o aggiornate ai sensi
del decreto citato: di conseguenza, è dovere dei coordinatori e progettisti verificare
tale obbligo.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 21
SICUREZZA CANTIERI
Paolo Ghitti
“I
l Titolo IV del T.U.S.
81/08 alla luce dei pronunciamenti della giurisprudenza” è stato l’argomento del seminario tenutosi nell’aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Nicolò Tartaglia” di
Brescia il 26 settembre
scorso, organizzato come
contributo alla intensa attività di formazione e informazione della Commissione Sicurezza del Collegio geometri di Brescia a favore
degli iscritti, accorsi in nutrita e interessata schiera.
I lavori sono stati introdotti
dal geom. Armido Belotti,
segretario del Consiglio direttivo del Collegio, che ha
portato ai partecipanti il saluto del presidente, Giovanni Platto.
Sono poi proseguiti con gli
interventi del geom. Nadia
Bettari, coordinatrice della
Commissione Sicurezza, e
dell’avv. Francesco Menini,
penalista e consulente giuridico della Commissione.
Il contributo del geom. Bettari è consistito nell’illustrazione degli obblighi e delle
responsabilità che ricadono
sulle figure a cui la normativa
affida compiti legati alla sicurezza nei cantieri temporanei e mobili.
Di seguito l’avv. Menini,
prendendo spunto da una
serie di pronunciamenti
della Suprema Corte di Cassazione e da casi che personalmente ha seguito nell’esercizio della sua attività forense, ha esposto le posizioni che la giurisprudenza
ha assunto in questi ultimi
anni in tema di sicurezza, focalizzando l’attenzione su
22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
Convegno sul Titolo IV del TUS
81/2008 e pronunciamenti
della giurisprudenza
SICUREZZA CANTIERI
sentenze e casi concreti che
hanno coinvolto la figura del
coordinatore per la sicurezza, soprattutto quello per
l’esecuzione dei lavori, e il
direttore dei lavori.
Successivamente il geom.
Bettari ha succintamente il-
lustrato il contenuto del Decreto interministeriale 22 luglio 2014, il cosiddetto “Decreto palchi”, che tratta dell’applicazione del titolo IV
del T.U. 81/08 agli spettacoli
musicali, cinematografici,
teatrali e di intrattenimento
e alle manifestazioni fieristiche, rimandando a successivi momenti l’approfondimento sullo specifico argomento.
La collega ha completato infine il suo intervento mostrando i modelli semplificati per la redazione del
piano operativo di sicurezza, del piano di sicurezza
e di coordinamento, del fa-
scicolo dell’opera, nonché
del piano di sicurezza sostitutivo individuati con il decreto interministeriale 9 settembre 2014, mettendo in evidenza le principali differenze rispetto ai modelli
predisposti e pubblicati
dalla Commissione sinora utilizzati.
Il seminario si è quindi concluso con un breve dibattito
fra i presenti.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 23
PROTEZIONE CIVILE
Italo Albertoni
I
n occasione del Salone dell’Emergenza
REAS (dal 10 al 12 ottobre 2014) presso il Centro
Fiera di Montichiari la Regione Lombardia – Direzione Generale Sicurezza,
Protezione Civile e Immigrazione – in collaborazione
con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile,
ha organizzato nella giornata
di sabato 11 ottobre un interessante workshop dedicato
alle riforme istituzionali recentemente approvate in
materia di Protezione Civile
(Legge n. 100/2012 e Legge
n. 56/2014).
24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
A Montichiari un workshop
sulle riforme istituzionali
riguardanti la Protezione Civile
Gremitissima si è presentata la Sala Scalvini con la
presenza di numerose associazioni di volontariato, oltre
ai rappresentanti di Enti locali e ai professionisti del
settore, tra i quali una buona
parte del Gruppo Protezione Civile del nostro Collegio.
Al tavolo dei lavori, coordinati dalla dirigente regionale dott.ssa Nadia Padovan, erano presenti, tra gli
altri: l’Assessore alla Protezione Civile di Regione Lombardia Simona Bordonali, la
Prefettura di Brescia nella
persona del dott. Pasqua-
relli, il Presidente di ANCI
Lombardia, il Presidente
della Provincia di Mantova e
il Prefetto Franco Gabrielli
Capo Dipartimento della
Protezione civile giunto da
Genova colpita dalle note
alluvioni dei giorni precedenti.
La tavola rotonda si è concentrata sul tema: conseguenze delle riforme istituzionali in materia di Protezione Civile nelle attività di:
– prevenzione, previsione,
allertamento;
– pianificazione e gestione
delle emergenze;
– formazione, informazione,
addestramento e volontariato.
Gli argomenti, ampiamente
dibattuti, hanno riguardato
la prevenzione (Piani di emergenza) la formazione
(Corsi di specializzazione) e
l’importante supporto dei
volontari (Associazioni di
volontariato).
Il Presidente della Provincia
di Mantova (città terremotata nel 2012) si è soffermato
sull’importanza del volontariato della nostra Regione:
«è un patrimonio indispensabile per i 10 milioni di abitanti della Lombardia; – ha
detto – ogni Regione non
PROTEZIONE CIVILE
Nella pagina di sinistra, il tavolo
della presidenza del workschop di
Montichiari;
In questa pagina: il prefetto Franco
Gabrielli Capo Dipartimento della
Protezione Civile (a sinistra) e
l’assessore alla Protezione Civile della
Regione Veneto Daniele Stival.
può avere lo stesso modello
di Protezione Civile, perché
non sono tutte uguali; per esempio, la Regione Molise
ha 314 mila abitanti e la sola
Provincia di Brescia ne ha
oltre un milione».
I
l Presidente di ANCI
Lombardia ha manifestato la sua preoccupazione per la riforma del
volontariato conseguentemente alla riforma Delrio (L.
56/2014), precisando: «se le
Province rimarranno con le
risorse attuali, queste scarseggeranno anche per la P.C.
perché sarà necessario far
fronte alle priorità di competenza provinciale, quali le
scuole e le strade».
Importanti rassicurazioni
sono state fornite dal Capo
Dipartimento Franco Gabrielli in merito alle conseguenze delle riforme: continueranno le competenze
del sistema di Protezione Civile, dal Dipartimento alle
Regioni, dalle Province ai
Comuni.
Il bilancio nazionale relativo
alla Protezione Civile è ri-
Gruppo Esperti Protezione Civile
iscritti al Collegio geometri di Brescia
che hanno superato il test finale
dei corsi di specializzazione
Corso di formazione 2004
Italo Giovanni Albertoni
Pietro Tiziano Antonioli
Vittorio Baratti
Massimo Beltracchi
Daniele Cavazza
Rolando Cozzoli
Stefano Fettolini
Piero Fiaccavento
Giovanni Frosi
Andrea Lariccia
Alberto Lazzaroni
Stefano Lonati
Alberto Massaroli Perani
Mirco Giuseppe Melchiori
Vitale Moglia
Osvaldo Ronchi
Omar Salvetti
Oscar Traversari
Gian Battista Turrini
Corso di formazione 2013
Alberto Baratti
Elisabetta Barba
Ivano Bellini
Emanuel Boninsegna
Davide Braga
Stefano Checchi
Silvio Marcello Citroni
Marco Erculiani
Emiliano Ferrari
Nicola Ghidini
Renato Greci
Fabio Lancini
Mario Lombardi
Gianantonio Mazzoni
Stefano Monteverdi
Rudy Mossini
Paolo Natali
Luigi Francesco Pedrali
Andrea Raccagni
Giovanni Ragni
Riccardo Richini
Alberto Rubagotti
Enzo Soregaroli
Gabriele Vassalli
Paolo Zizzi
dotto del 50%, ma Gabrielli
chiarisce: «nulla è stato tolto
per il volontariato, che è il
motore; i volontari sono una
grande cosa in un grande
mondo di Protezione Civile.
È imminente – ha poi proseguito Gabrielli – la modifica
della normativa della Consulta nazionale di P.C. con la
partecipazione delle Regioni che hanno fatto un percorso virtuoso, mentre le
altre dovranno aspettare,
perché ci sono ancora alcune
Regioni che non hanno il
Piano guida di Protezione
Civile e, di conseguenza, i rispettivi Comuni non si sono
dotati del piano di Protezione Civile aggiornato. I sindaci devono far fronte a due
priorità: la redazione del
Piano di emergenza e la formazione di un Gruppo di
Protezione Civile».
Non poteva mancare un riferimento ai volontari “angeli
del fango” intervenuti a Genova e a tal proposito Gabrielli ha ricordato la scomparsa di una ragazza di 27
anni, improvvisatasi volontaria, colpita da infarto.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 25
PROTEZIONE CIVILE
L’assessore alla Protezione civile della
Regione Lombardia Simona
Bordonali e il presidente della
Provincia di Mantova Alessandro
Pastacci.
Sotto e nella pagina di destra due
vedute della sala duranteil workshop.
Questo grave lutto è la conferma che «è necessario formarsi e non improvvisare»”
ha concluso Gabrielli.
L’assessore alla Protezione
Civile di Regione Lombardia
Simona Bordonali nel ricor-
26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
dare che la nostra Regione
può contare su 25 mila volontari, ha affermato: «Come
Regione Lombardia abbiamo intenzione di continuare a delegare la funzione
di P.C. alle Province, affi-
dando alle Consulte di volontariato provinciali e a
quella regionale funzioni
sempre più importanti, non
solo consultive, ma anche
propositive e decisionali,
per arrivare alla formazione
della nuova legge regionale
con il contributo delle Consulte del volontariato, in
modo da portare entro dicembre le necessarie modifiche normative».
La Bordonali ha ricordato
PROTEZIONE CIVILE
anche l’importanza dei Piani
di emergenza di cui ogni Comune dovrebbe dotarsi,
piani che necessitano di revisione e aggiornamento secondo le linee guida regionali, auspicando la partecipazione dei volontari di P.C.
durante la pianificazione,
perché questi conoscono il
territorio e la storia delle calamità del passato. L’Assessore ha comunicato l’avvio
della revisione della Legge
Regionale n. 12/2005 per
rendere obbligatorio l’inserimento dei Piani di emergenza comunale nei Piani di
Governo del territorio
(P.G.T.). Ha infine evidenziato l’opportunità che i Comuni facciano conoscere i
Piani di emergenza ai propri
cittadini: «qualche Comune
ha distribuito copia dei
piani a tutte le famiglie, in
quei Comuni dove c’è stato
un evento calamitoso, come
per esempio a Salò».
Già ..., Salò! Come non ricordare il terremoto del 2004?
Proprio in quella occasione
è iniziato il percorso “in cantiere” di alcuni nostri colleghi che da poche settimane avevano ricevuto l’attestato di partecipazione,
da parte del Dipartimento di
Protezione Civile, al corso di
formazione per la pianificazione e gestione dell’emergenza sismica - rilievo del
danno e valutazione dell’agibilità. A tale corso ne è seguito un altro nel 2013,
sempre presso il Collegio di
Brescia, abilitando nuovi
colleghi per l’intervento di
volontariato in campo sismico.
S
empre a Salò, nell’ambito delle manifestazioni previste in occasione della decima ricorrenza del terremoto del 24 novembre 2004,
l’Università degli Studi di
Brescia e il Comune di Salò –
con il patrocinio del Collegio
Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia – hanno organizzato una
giornata di studio dal titolo
“Rischio sismico e vulnerabilità urbana” presso il palazzo municipale lunedì 24
novembre 2014.
Il Collegio di Brescia (attual-
mente sono 44 i suoi esperti
abilitati per l’emergenza sismica) è pronto a ospitare i
colleghi dei Collegi lombardi per ulteriori corsi di
specializzazione sulle diverse calamità che, purtroppo non di rado, feriscono il nostro Paese. Ricordiamo che il sistema Protezione Civile nazionale affronta ogni calamità riguardanti il nostro territorio che
è esposto ai seguenti rischi:
sismico, idrogeologico, alluvionale – vulcanico – incendio boschivo, industriale, nucleare, trasporti,
reti strategiche di servizi,
immigrazione, ambientale,
neve.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 27
CATASTO
OMI, Osservatorio
del Mercato Immobiliare:
cos’è, cosa fa
L’
Osservatorio del
Mercato Immobiliare cura la rilevazione e l’elaborazione delle
informazioni di carattere
tecnico-economico relative
ai valori immobiliari, al mercato degli affitti e ai tassi di
rendita oltre alla pubblicazione di studi ed elaborazioni e la valorizzazione statistica degli archivi dell’Agenzia delle Entrate. Tra le
sue attività ci sono anche l’analisi, la ricerca, lo sviluppo
e la sperimentazione di profili teorici, applicativi e di innovazione delle materie istituzionali e definizione dei
valori immobiliari. La banca
dati dell’Osservatorio costituisce un utile strumento
per tutti gli operatori del
mercato, per la pubblica amministrazione e, più in generale, per il singolo cittadino.
Le zone omogenee OMI
le microzone catastali e
la rappresentazione per fasce
– L’ipotesi di base dell’OMI è
che il fattore posizionale sia
quello maggiormente esplicativo delle differenze di valore
tra le varie unità immobiliari, in
particolare di quelle a destinazione residenziale. Si ritiene
pertanto utile suddividere il
territorio in porzioni che esprimano livelli omogenei di mercato, in funzione delle caratteristiche comuni (urbanistiche,
socio-economiche, di dotazioni di servizi, ecc.).
Ogni territorio comunale è segmentato in una o più zone omogenee, che riflettono un
comparto omogeneo del mercato immobiliare locale, nel
quale si registra una sostanziale uniformità di apprezza28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
mento delle U.I. È stato stabilito che il massimo scostamento dell’intervallo dei valori
delle stesse, non deve di regola essere superiore ad 1,5.
Le quotazioni individuano una
forbice di valori per unità immobiliari ordinarie aventi una data
destinazione d’uso (residenziale, ufficio, negozio, ecc.), site
in una data zona omogenea.
I valori minimi e massimi rappresentano l’ordinarietà e pertanto vengono escluse quelle
quotazioni riferite ad immobili
di particolare pregio o degrado
o che comunque presentano
caratteristiche non ordinarie
per la tipologia edilizia della
zona di appartenenza.
– Un vincolo alla definizione
delle zone OMI è stato posto
imponendo che ciascuna di
esse appartenga ad una ed una
sola microzona catastale e microzone catastali sono state
deliberate dai comuni ai sensi
del Decreto del Presidente
della Repubblica del 23 marzo
1998 n. 138. La scelta di univocità tra zona OMI e microzona
catastale è dipesa dall’opportunità di mantenere un sistema di riferimento dell’Osservatorio coerente con quello
catastale.
– Al fine di avere un quadro uniforme del mercato immobiliare sull’intero territorio nazionale, le zone OMI, infine, sono
state raggruppate in fasce, che
individuano aree territoriali
con precisa collocazione geografica nel Comune e rispecchiano, in generale, una collocazione urbanistica consolidata (Centrale, Semicentrale,
Periferica, Suburbana, Rurale).
Tipologia prevalente
La tipologia prevalente consente di caratterizzare, cia-
scuna zona omogenea OMI,
in base alla specie immobiliare più diffusa tra quelle
presenti nel mercato locale.
Nella zona omogenea OMI
possono essere valorizzate
anche altre tipologie rappresentative del mercato.
Stato conservativo
prevalente e la misura
delle consistenze
È lo stato conservativo (ottimo, normale e scadente)
nel quale può trovarsi più
frequentemente un’unità
immobiliare residenziale all’interno di una zona OMI.
La superficie commerciale si
determina misurando al
lordo le murature interne ed
esterne perimetrali (queste
ultime vanno considerate
fino alla mezzeria nei tratti
confinanti con le parti di uso
comune o con altra unità im-
CATASTO
mobiliare).
I muri interni e quelli perimetrali esterni, che vengono
computati per intero, sono
da considerare fino ad uno
spessore massimo di cm 50,
mentre i muri in comunione
vengono computati nella
misura massima del 50% e
pertanto fino ad uno spessore massimo di cm 25. La
superficie viene arrotondata
al metro quadrato per difetto o per eccesso. Alla superficie, determinata nel
modo suddetto, vanno aggiunte le superfici delle pertinenze esclusive, opportunamente indicizzate in
modo da ottenere così la superficie commerciale virtuale complessiva.
Secondo le indicazioni in
materia definite dal Decreto
del Presidente della Repubblica del 23 marzo 1998, n.
138, a cui si rinvia per il dettaglio.
Il processo di rilevazione
La rilevazione è differenziata in due modalità operative in dipendenza della vivacità del mercato immobiliare:
– Rilevazione diretta mediante schede standardizzate nel caso in cui la quantità di compravendite verificatasi nel semestre consenta l’acquisizione di un
campione numericamente
elaborabile.
– Rilevazione indiretta mediante metodologie di comparazione e valutazione proprie dell’estimo e sulla base
dell’expertise degli uffici
che operano in campo tecnico estimale, nel caso in cui
il mercato non risulti suffi-
Ecco un esempio di cosa fa l’OMI e a cosa serve
A Brescia 12mila case invendute
È lo stesso numero di contratti d’acquisto sottoscritto in città negli ultimi 7 anni
In provincia di Brescia ci sono 12mila
case invendute. Più di tutte le compravendite rogitate lo scorso anno,
quanto i contratti d’acquisto sottoscritti in città negli ultimi sette anni.
In pratica è come se vi fosse a disposizione un alloggio per ogni abitante
di Gavardo o Mazzano, neonati compresi. Fatto mille il patrimonio edilizio
di città e provincia, gli immobili in
vendita sono 17,6. Tanto? Poco?
Dipende. secondo i dati dell’Istituto
Scenari Immobiliari, elaborati dal
Sole 24 Ore, in tutta Italia vi sono
542mila case in vendita. Numero che
restituisce una media nazionale di
15,8 alloggi sul mercato ogni mille
abitazioni. Brescia ha dunque un portafoglio immobiliare più gonfio
rispetto all’indice nazionale. a guidare
questa speciale classifica c’è La
Spezia, con 26,5 per mille di case
invendute sull’intero patrimonio registrato al Catasto. Seguono Trieste e
Bolzano. In Lombardia la classifica
dell’offerta
vede
primeggiare
Cremona (23,7 case in “vendita” ogni
mille abitazioni), seguita da Varese
(indice 23,1), Mantova (21,9), Milano
e Monza (21,7) e Bergamo, 19esima
a livello nazionale, con il 19,1 per
mille.
Capovolgendo i dati la minor incidenza dell’invenduto si registra a
L’Aquila, anche per via del sisma del
2009, che ha sensibilmente ridotto le
unità immobiliari. Seguono Nuoro
(5,2) e Frosinone (5,7). La provincia
lombarda con meno case sul mercato è invece Sondrio, 63esimo posto e
13,5 immobili in vendita ogni mille
abitazioni.
Brescia si colloca invece al 33esimo
posto. Le 12mila abitazioni in vendita, per il 30% sono nuove costruzioni, immobili mai abitati. Due su tre
sono invece usate, più difficili da collocare, soprattutto se datate con una
classe energetica bassa, ma anche
quelle dove si possono strappare
buoni sconti. Resta il tema: come
leggere un pacchetto così corposo di
invenduto? Sicuramente c’è il fatto
che in passato si è costruito troppo e
ora bisogna smaltire quegli stock,
franati contro il muro della crisi.
Per Scenari Immobiliari, però «in
alcuni casi l’abbondante offerta è
sinonimo di un mercato dinamico:
spesso dove si costrisce di più il mercato è vivace».
In realtà, guardando i dati delle compravendite, quel che emerge non è
proprio un’idea di vivacità. Rispetto
agli anni precrisi le compravendite in
provincia di Brescia si sono più che
dimezzate, dalle 20.000 del 2007 alle
8.786 del 2013. E i cartelli con la
scritta «vendesi» sono ormai impolverati. Anche i dati sui permessi di
costruire sono crollati dell’80% in
sette anni. Va detto che nel primo
semestre del 2014 c’è stata un’inversione di tendenza, con un +30% di
compravendite rispetto allo scorso
autunno. Nello “sblocca-Italia» ci
sono poi alcune misure per stimolare
il settore, come il bonus del 20% per
chi compra per affittare. Basterà per
sfrondare l’invenduto?
Davide Bacca
COMPRAVENDITE IMMOBILIARE - RESIDENZIALI
Brescia città
Intera provincia
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2.950
20.316
2.529
16.436
2.075
14.084
2.217
14.252
1.993
13.402
1.661
9.903
1.379
8.786
Fonte: Osservatorio del Mercato Immobiliare - Agenzia delle Entrate
NUMERO CASE IN VENDITA - LA CLASSIFICA
Posizione
1
Nuovo
La Spezia
Usato
580
3.280
Abitazioni in vendita ogni 1.000 case
26.5
2
Trieste
240
3.500
3
Bolzano
2.240
4.000
33
Brescia
3.600
8.700
101
Frosinone
1.200
340
102
Nuoro
290
630
5,2
103
L’Aquila
490
760
4,8
142.340
400.680
Totale
26,3
24,3
17,6
5,7
15,8
Fonte: Sole 24 Ore su dati Scenari Immobiliari
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 29
CATASTO
ciente alla costituzione di un
campione significativo.
I campioni oggetto
di rilevazione e loro fasi
di rilevazione
Prima fase: Pianificazione
della rilevazione: (vedi sito
Agenzia delle Entrate OMI).
Seconda fase: Rilevazione
tramite schede e costituzione del campione.
La rilevazione mediante
schede standardizzate è effettuata dal personale dell’ufficio periferico anche avvalendosi dell’ausilio delle
componenti professionali
che operano nel settore e
con le quali sono stati sottoscritti appositi protocolli di
collaborazione. Al termine
30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
di tale rilevazione è costituito un campione su base
cartacea di schede di rilevazione per unità immobiliare.
Terza fase: Costituzione del
database informatico delle
schede.
L’Agenzia è dotata di procedure informatizzate che permettono non solo l’acquisizione del campione su database informatici, ma la pre-elaborazione dello stesso al
fine di scartare quelle schede che risultano incomplete
o anomale rispetto allo stato
originario dei valori di compravendita. Al termine di tale
fase è costituito l’archivio
informatizzato delle schede
di rilevazione, su cui è possibile effettuare le successive
elaborazioni statistiche.
Le schede di rilevazione
Il nuovo ruolo assegnato all’Osservatorio, la sua apertura all’esterno e l’incremento della domanda di trasparenza del mercato immobiliare, hanno condotto a delineare un sistema standardizzato di rilevazione, mediante la predisposizione di
apposite schede contenenti
informazioni anche di dettaglio. Ciò ha richiesto l’impianto di una nuova architettura del sistema informativo
e delle correlate procedure
informatiche.
La rilevazione con schede
(per le tipologie edilizie - Abitazioni - pdf, Parcheggi -
pdf, Uffici - pdf, Negozi - pdf,
Capannoni - pdf) è effettuata
nei Comuni e nelle zone in
cui vi è presenza di dinamica
di mercato. Il numero di
schede da rilevare deve essere distribuito, avvalendosi della conoscenza del
mercato immobiliare locale,
per zona e per tipologia.
Per giungere alle quotazioni
si parte dalla rilevazione diretta, nei comuni e nelle
zone in cui si registra dinamica di mercato con shede
suddivise in varie parti che
riguardano:
• la tipologia dell’immobile
o dell’unità immobiliare;
• la fonte della rilevazione;
• la identificazione dell’immobile rilevato;
CATASTO
• la destinazione prevalente
di zona;
• le caratteristiche inestrinseche del fabbricato in cui
è ubicata l’unità immobiliare;
•le caratteristiche intrinseche del fabbricato;
• le caratteristiche intrinseche dell’unità immobiliare;
• la consistenza dell’unità
immobiliare;
• la consistenza delle pertinenze;
• la consistenza totale dell’unità immobiliare e delle
pertinenze (ragguagliate);
• il prezzo/valore.
Ogni semestre sono rilevate
oltre 35.000 schede per la
destinazione residenziale in
Dietro comunicazione dell’ing. Francesco Librizzi, Direttore
dell’Ufficio Provinciale di Brescia dell’Agenzia delle Entrate, si rende
noto che il Collegio Geometri e Geometri Laureati della provincia di
Brescia ha designato il collega geom. Giuseppe Bellavia quale suo
rappresentante nel Comitato Consultivo Misto dell’OMI.
1.200 comuni e oltre 3.000
schede per le tipologie non
residenziali.
Le fonti di rilevazione
Sono: la agenzie immobiliari, stime interne dell’Agenzia, aste, atti di compravendita (comma 497, legge
finanziaria 2006), tribunali,
ecc. I valori rilevati sono riferiti al metro quadrato di superficie commerciale (lorda)
ovvero di superficie utile
(netta), rispettivamente per
il mercato delle compravendite e delle locazioni. Al fine
di valorizzare e rendere trasparente l’apporto delle agenzie immobiliari, sono
stati siglati specifici Rapporti di collaborazione con
le principali associazioni di
categoria.
Il processo di elaborazione
Vedi sito della Agenzia delle
Entrate OMI.
Commissione
di validazione
Gli elementi economici che
costituiscono la Banca dati
dell’Osservatorio Immobiliare vengono approvati, con
cadenza semestrale, dalla
Commissione interna di validazione appositamente istituita presso ciascun ufficio periferico. La Commissione di validazione, presieduta dal dirigente dell’Ufficio Provinciale del Territorio, è composta dal responsabile della struttura
tecnico-estimale, dal referente provinciale dell’Osservatorio e da tecnici particolarmente esperti che operano in ambito estimale.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 31
SCUOLA
Scuola, la riforma del “serale”
passa anche dal “Tartaglia”
I
l corso serale al “Tartaglia” è una vera e propria istituzione. Un percorso d’istruzione con le sue peculiarità ed un radicamento riconosciuto nella società bresciana, una presenza storica ed efficace che ogni anno porta
al diploma un discreto numero di studenti/lavoratori, che
spesso dopo qualche anno divengono liberi professionisti
e si iscrivono al Collegio entrando nel nostro Albo. E, come
spesso capita a ciò che funziona e dunque non fa notizia, non
se ne parla spesso. Anzi negli ultimi decenni su queste colonne ne abbiamo solo fatto cenno di sfuggita. Proviamo a
rimediare almeno in parte oggi, anche perché entra in vigore
proprio in questi mesi una riforma destinata ad incidere sull’organizzazione di questi corsi. Il direttore del “Geometra
Bresciano”, geometra Bruno Bossini, ha pertanto colto quest’occasione per incontrare in una saletta del “Tartaglia” i
professori Giuseppe Alini, Guido Bosio e Tiziana Pasini (che
è la responsabile dei rapporti con gli enti esterni alla
scuola), oltre all’ex preside e consulente del Collegio per le
questioni scolastiche e formative , prof. Fulvio Negri, ed il
collega Andrea Andreolassi che ha conseguito il suo diploma nel 2006 seguendo i corsi serali e nel 2011 si è iscritto
al nostro Collegio. Il testo che segue è il riassunto in forma
d’intervista d’una proficua chiacchierata che ci ha consentito
di conoscere un po’ meglio i corsi serali per i geometri di domani.
Vorrei partire dalla riforma, dalla
novità che ci ha spinto ad organizzare
quest’incontro con alcuni professori
del corso serale del ”Tartaglia”, approfittando anche della cortesia e
della disponibilità del prof. Negri e
del collega Andreolassi, che per motivi diversi ben conoscono questa
32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
realtà. Siamo dunque alla vigilia
d’una riforma anche del serale?
«Più che alla vigilia, siamo
ormai pienamente entrati
nel nuovo ordinamento. Il
Dpr 263/12 entrato in vigore
il 26 febbraio 2013 ha infatti
posto le basi per la nascita
dei nuovi Cpia, ovvero
Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, che sono
attivi proprio a partire dall’anno scolastico in corso, il
2014/2015».
In sostanza di cosa si tratta?
«Concretamente i Centri
raggruppano sotto un’unica
dirigenza (i Centri territoriali
permanenti) i vari corsi serali e quelli svolti negli istituti di prevenzione e pena.
È una riforma profonda sul
versante dell’ordinamento,
che si traduce immediatamente in novità principalmente organizzative, ma che
gradualmente porterà ad un
nuovo assetto didattico ed
organizzativo».
Ma, giusto per capirci, il serale del
“Tartaglia” che destino avrà? Rischia di sparire?
«No, questo rischio non c’è,
anzi. In provincia di Brescia
sono già stati individuate tre
sedi per i corsi serali dei diversi indirizzi: la città, Gavardo e Chiari, che avranno
ciascuna rispettivamente
una popolazione scolastica
prevista di 2583, 1295 e 889
studenti. In pratica il ministero ha
definito tre diverse aree della
nostra provincia
censendo con i
numeri che ho appena detto la potenziale domanda
di istruzione che
gli istituti con i
corsi diurni non
soddisfano. Si è
ad esempio tenuto conto del numero di giovani
tra i 15 ed i 29 anni che non
studiano e non lavorano
(quelli che glik inglesi chiamano Neet – Not education, employment or training), ma pure
dei cittadini stranieri con
permesso di soggiorno,
nonché proprio della storica
e attuale offerta d’istruzione
per adulti erogata dai Ctp e
dai corsi serali preesistenti».
Se ho inteso bene: cambia la dirigenza, si fa più precisa la programmazione, ma i corsi esistenti rimarranno?
«Sì, i corsi rimangono incardinati negli istituti scolastici
che attualmente gestiscono
le serali e le sezioni nelle
carceri. Ciò che cambia, oltre
la dirigenza e qualche assetto organizzativo, è però la
prospettiva stessa dell’intervento formativo. Fino a
ieri infatti ogni istituto attivava un corso serale sulla
base delle richieste del territorio ma con l’ottica riferita
al suo specifico iter formativo. I Cpia invece guardano
al territorio nel suo complesso e puntano all’innalzamento dei livelli di istruzione della popolazione adulta che in quell’ambito
vive».
Fin qui le novità della riforma…
«No, resta da aggiungere
che, anche il serale ha seguito in questi ultimi anni e
porta a compimento proprio
in questo anno scolastico la
trasformazione subita dall’intera scuola secondaria
superiore. Tanto per intenderci il nuovo serale del
“Tartaglia” ha rivisto i suoi orari e le sue materie di inse-
SCUOLA
Nelle immagini, momenti
dell’intervista svoltasi in un’aula del
“Tartaglia”
Al centro, in basso il prof. Guido
Bosio
gnamento per consentire
allo studente di conseguire
al termine dell’iter di studi la
qualifica di “tecnico di CAT”
– ovvero di costruzioni, ambiente e territorio – non più
com’era un tempo di geometra. Anche se a questo
proposito dobbiamo dare
una notizia importante».
quinto anno, ma poi non
l’hanno completato per le
ragioni più diverse, di completare gli studi e diplomarsi geometri. Dal prossimo anno infatti, salvo ulteriori proroghe, chi avesse ad
esempio frequentato terza e
quarta ma non la quinta, dovrebbe riverificare la sua posizione e integrare la sua formazione con alcune materie
aggiuntive anche per gli anni
terzo e quarto, prima di frequentare la quinta classe e
divenire alfine tecnico CAT.
Voglio ripeterlo, perché ritengo sia una notizia importante che a molti è sfuggita:
quest’anno chi per un motivo qualsivoglia non è riuscito a completare l’ultimo
Quale?
«Il serale del “Tartaglia” ancora per quest’anno ha infatti ottenuto la deroga dal
ministero a diplomare geometri i suoi allievi del quinto
anno. In pratica è consentito
agli studenti dell’ultimo
anno, ma pure a coloro che
negli anni scorsi avevano ottenuto l’abilitazione al
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 33
SCUOLA
In questa pagina, in senso orario: i
professori Tiziana Pasini, Giuseppe
Alini e Fulvio Negri, ex preside del
“Tartaglia”e consulente del Collegio
per le questioni scolastiche e
formative
anno del ciclo di studi da
geometra, può farlo al serale
mentre dall’anno prossimo
dovrà mettere in conto un
maggiore adeguamento del
suo carnet di crediti scolastici
e professionali».
Vero, questa è un’opportunità che
merita di essere segnalata e sottolineata anche sul nostro periodico,
visto che per iscriversi ai corsi e rientrare a scuola ci sono ancora alcune
settimane. Tornando alla riforma ed
ai corsi del “Tartaglia”, mi dicevate
prima che si è modificato negli anni
l’iter formativo…
«Sì, al “Tartaglia” si fanno
corsi serali per il diploma di
geometra praticamente da
sempre e negli anni Settanta
si era arrivati ad avere due
sezioni parallele dalla prima
alla quinta. Vent’anni fa è
stata introdotta la sperimentazione del corso Sirio che
abbiamo chiuso proprio
quest’anno. Senza tornare a
34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
parlare della quinta “per
geometri” che abbiamo in
deroga ancora per quest’anno, possiamo dire che
al serale del “Tartaglia” è attivo il triennio superiore per
Tecnico CAT (le classi terza,
quarta e quinta) al quale l’adulto accede dimostrando
la propria competenza acquisita non solo con un titolo
di studio (ovvero il biennio
già frequentato) ma pure
con esperienze sul campo,
in azienda o in cantiere. Ogni
studente insomma ha un suo
portfoglio di crediti e conoscenze e nel triennio lo deve
completare per avere quel
bagaglio che è considerato
congruo per un tecnico CAT.
Anche al serale insomma
non siamo lontani dal libretto individuale delle conoscenze e delle competenze d’ogni singolo allievo
verso il quale sta tendendo
tutta la scuola».
SCUOLA
Il geom. Andrea Andreolassi, che ha
conseguito il diploma nel 2006
seguendo i corsi serali del
“Tartaglia” e ora svolge la libera
professione.
E veniamo ora all’orario e alle materie, che se non erro sono stati anch’essi mutati recentemente.
«Anche il serale ha seguito la
strada della riforma del
diurno. In pratica si è ridotto
il numero delle ore settimanali di lezione, riducendo in
maniera sostanzialmente uniforme un po’ tutte le materie. Al serale come al
diurno la diminuzione è
stata attorno del 30%. In sostanza il serale è passato da
30 a 22 ore settimanali,
mentre le materie sono le
medesime (al serale non ci
sono solamente educazione
fisica e religione). Le 22 ore
sono concentrate in 5 giorni,
dal lunedì al venerdì,
mentre il sabato, un tempo
di lezione, oggi è libero.
Ogni sera si inizia alle 18 e 45
e si finisce alle 23.05 e i docenti si alternano per
tre/quattro materie differenti».
Vedo che negli anni, a differenza che
al diurno, il numero degli iscritti è rimasto sostanzialmente costante, attorno ai 100/110 studenti. Al di là
del numero vogliamo provare a fare
l’identikit dello studente del serale?
Chi è? perché si iscrive? abbandona
spesso o tendenzialmente tiene duro
sino alla fine?
«Partiamo dalle motivazioni, che sono a grandi linee
di due tipi. C’è chi si iscrive
per l’esigenza di consolidare la sua posizione lavorativa e c’è chi è invece mosso
dalla volontà di conseguire
un titolo di studio e completare un iter formativo che aveva dovuto interrompere
per le ragioni più varie. Il mix
di queste ragioni è alla base
del 99% delle motivazioni
degli studenti. Anche se non
manca chi si iscrive per la
semplice curiosità intellettuale d’un settore che vuole
conoscere meglio: abbiamo
diplomato in questi anni
anche un avvocato che lasciava lo studio a sera per
venire a scuola, ed anche un
professore di materie umanistiche che cambiava
scuola la sera per diplomarsi
geometra…».
E l’età? C’è una classe d’età prevalente?
«Non abbiamo mai studiato
la nostra popolazione da
questo punto di vista, anche
se si può certamente dire
che un tempo erano maggioritari quarantenni, cinquantenni e sessantenni, ovvero
persone mature, mentre
oggi sono più frequenti i
venti/trentenni, ex studenti
del diurno che tornano al serale per completare ciò che
hanno interrotto magari solo
pochi anni prima. E si può
completare l’aspetto anagrafico dicendo che un 20%
sono stranieri, tutti inseriti
da tempo nella società italiana, ed un 15% sono donne.
La dispersione scolastica infine è minima: qualcuno inevitabilmente cede in terza
dopo poche settimane, ma
chi supera la salita dei primi
mesi, solitamente arriva al
traguardo».
Visto che abbiamo esaurito il focus
sugli studenti, farei parlare a questo
punto un ex studente del serale come
il collega Andreolassi. Ti riconosci in
quest’identikit? Sono state queste le
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 35
SCUOLA
motivazioni della tua iscrizione? E
poi, come ti sei trovato?
«Sì, l’identikit è corretto, mi ci
riconosco. Io sono partito
manovale ed ho sempre avuto la curiosità e la voglia di
imparare. Quando mi è capitato d’essere occupato in un
grande cantiere in città, ho
provato ad iscrivermi. Ed ho
proseguito sino al diploma.
È stata dura, di più durissima, perché venire in aula
dopo otto ore in cantiere
non è facile, studiare nel week
end richiede un supplemento di volontà non banale, ma alla fine la soddisfazione è grande».
Mai avuto un ripensamento, magari
in primavera quando invece di stare
sui libri avresti potuto riposarti, rilassarti, passeggiare?
«Ho avuto anch’io le mie difficoltà, ho avuto a più riprese
la tentazione di smettere,
ma ad aiutarmi c’è stato
sempre il sostegno dei docenti oltre al fatto non secondario che ogni nozione
acquisita a scuola potevo
applicarla dopo poche settimane in cantiere. E quest’ultima opportunità mi ha aiutato tantissimo. In pratica
così come cresceva la mia
competenza grazie alle lezioni serali, parimenti cresceva il mio ruolo in cantiere: da muratore, carpentiere a responsabile d’una
squadra, poi qualche conteggio di contabilità, alcuni
rilievi… Insomma piccoli
passi e nuove responsabilità che mi confermavano
nella buona scelta d’andare
a scuola. Così sono arrivato
al diploma. Poi la crisi, la fine
dei grandi cantieri mi ha
36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
quasi imposto di aprire uno
studio, di frequentare il
corso di preparazione all’esame, di sostenerlo e diventare libero professionista».
Ed ora di cosa ti occupi professionalmente?
«Faccio un po’ di tutto, come
tutti: sicurezza cantieri, piccole progettazioni, certificazioni energetiche…”.
Par di capire che non hai ancora finito di studiare, di far corsi d’approfondimento al Collegio?
«In verità il tarlo dello studio
non mi ha abbandonato e
così, visto che il lavoro non è
tantissimo, frequento corsi,
amplio le mie competenze e
mi sono pure iscritto all’università».
Complimenti. Ma, scusa: hai detto
del sostegno dei professori e qualcuno
potrebbe pensare che il difficile sia
frequentare, ma che la promozione
sia praticamente certa…
«No, non è così. La promozione non è garantita, ho
visto più d’un collega ripetere. Occorre studiare, studiare parecchio. Quando ho
parlato del sostegno dei docenti mi riferivo al fatto che
col professore del serale c’è
un rapporto diverso rispetto
a quello che c’è tra lo studente ed il professore del
diurno. Al serale nessuno
vuol perdere tempo, nessuno chiacchiera durante la
lezione, il rispetto del docente è massimo, ma anche
il docente nei confronti
dello studente ha un rapporto aperto, di fiducia, non
lesina consigli, ripetizioni,
focus personalizzati».
«I docenti che siedono a
questo tavolo non lo diranno
mai – interviene il prof.
Negri, ex preside del Tartaglia – ma occorre invece affermare che fare l’insegnante al serale richiede
doti particolari, capacità superiori di dialogo con gli studenti. Per capirci, non ci saranno probabilmente mai
problemi di disciplina, ma lo
studente esige, chiede
molto, vuole lezioni efficaci,
risposte sensate sempre.
Non si accontenta di tirare
l’ora della campanella, paga
un costo in termini di impegno e fatica e richiede altrettanto dall’altra parte. E
per essere buoni docenti al
serale, come posso testimoniare quanti siedono a
questo tavolo, occorrono
doti speciali. Anche per
questa ragione la scelta dei
docenti per questi corsi dovrebbe essere più mirata,
curata, seguita. E invece, ancora una volta sono la buona
volontà e l’abnegazione di
professori che ben conosco
a garantire alla scuola bresciana una riconosciuta eccellenza».
❑
Il 27 ottobre 2014 si è riunito nell’aula “Miró” dell’Istituto Superiore “N. Tartaglia - M. Olivieri” il Comitato
Tecnico Scientifico dello stesso Istituto per dibattere il tema:
«Istituto Tecnico Costruzioni Ambiente Territorio (CAT)
fra orientamento e Istruzione Tecnica Superiore: quali prospettive?»
I componenti del Comitato Tecnico Scientifico presenti erano: prof.ssa Rosa Vitale, Dirigente scolastico
dell’Istituto “Tartaglia-Olivieri”; Delegato rappresentante del dott. Marco Bonometti, Presidente A.I.B.;
Delegato rappresentante del dott. Ezio Almici, Direttore Secoval; Delegato rappresentante del dott. Dario
Fogazzi, Presidente Cogeme; geom. Giovanni Platto, Presidente Collegio Geometri; Delegato rappresentante del dott. Tiziano Pavoni, Presidente Collegio Costruttori e Presidente Scuola Edile Bresciana; e i
docenti prof.ssa Silvana Tonioli, prof.ssa Rosanna Scalvi, prof. Matteo Cominelli, prof.ssa Veronica Pede,
prof. Fulvio Negri.
Del dibattito daremo ampio resoconto nel n. 6/2014 de “Il geometra bresciano”
parziale
* *Dato
SCUOLA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 37
AGRICOLTURA
Stefano Benedini
I
l convegno “Produzione di energia da
fonti rinnovabili. Impianti a biogas da reflui animali e biomasse” del giorno
… a … è stato organizzato
dalla nostra Commissione Agricoltura. L’intento era
quello di dare concretezza
alla sensibilità dei geometri
sui temi ambientali e rispondere alla necessità di approfondire le conoscenze
dei professionisti e di fare
un confronto con altre fonti
energetiche rinnovabili alternative possibili in agricoltura: quella cioè dei pannelli
fotovoltaici, che però implicano il consumo di suolo, e
quella che destina alla produzione di energia materie
prime alimentari (biomasse). Temi di riflessione,
questi, riconducibili alle
38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
Organizzato dalla Commissione
Agricoltura il convegno
sull’utilizzo del biogas
proposte di EXPO2015 attinenti anche all’attività di
consulenza e progettazione
dei geometri.
Il programma proposto dal
convegno è stato certamente esaustivo, anche se i
tempi dedicati (una mattinata) non hanno consentito
di approfondire gli aspetti
più minuti del processo di
produzione energetica.
Il biogas prodotto dalla digestione dei liquami zootecnici è essenzialmente costituito da metano e anidride
carbonica: esso, dopo aver
subìto un trattamento specifico (desolforazione, raffreddamento e deumidificazione) è convogliato nel cogeneratore, costituito da un
motore endotermico (che
sottrae calore) accoppiato a
un generatore che lo tra-
sforma in energia elettrica e
in energia termica. La prima
è ceduta alla rete elettrica
nazionale, la seconda, in
parte è utilizzata nello
stesso processo di produzione per il riscaldamento
del fermentatore, in parte è
utilizzata in azienda o ceduta a terzi mediante opportuni contratti; infine la parte
eccedente viene smaltita in
atmosfera.
Nel convegno sono stati
presi in considerazione gli aspetti progettuali di un tale
AGRICOLTURA
tipo d’impianto e presentato il quadro normativo che
regola il settore, a partire
dall’iter autorizzativo per
giungere alla convenzione
con l’Ente Gestore Energia,
a cui cedere l’energia elettrica prodotta. Il pomeriggio
è stato invece riservato alle
visite a un’azienda di Orzinuovi, leader nella realizzazione e gestione di impianti
di cogenerazione e a un’azienda zootecnica che già
fruisce di impianto a reflui animali di Casale Cremasco.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 39
AGRICOLTURA
Piero Fiaccavento
I
l peggioramento delle condizioni del
tempo è sempre fonte di grave preoccupazione
per gli agricoltori, perché gli
eventi meteorologici più devastanti possono distruggere i prodotti della terra,
con gravi conseguenze economiche.
Quindi, conoscere bene la
meteorologia attraverso lo
studio dello spostamento
delle nubi con l’ausilio di satelliti e radar (che permettono di stimare le precipitazioni piovose e la raccolta di
una serie di dati statistici)
può consentire interventi
sul territorio capaci di contenere i danni economici derivanti dagli eventi meteo più
accentuati. Per tale motivo è
utile agli agricoltori avere almeno le cognizioni di base
della meteorologia.
Ciclo dell’ acqua
L’acqua del mare, dei fiumi,
dei laghi sotto l’azione del
sole, evaporando, sale verso
40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
Cenni di meteorologia
per un’agricoltura più sicura
l’alto sotto forma di piccole
goccioline legate e strette
tra loro a formare le nubi.
Quando queste incontrano
aria più fredda, le goccioline
aumentano il loro diametro,
si scontrano con quelle adiacenti inglobandole e, aumentando di peso, cadono.
È la pioggia, il fenomeno
della precipitazione.
D’ inverno le goccioline possono trasformarsi in cristalli
di ghiaccio, dando origine
alla neve. Questa, in montagna, contribuisce a formare e a mantenere i ghiacciai, ottime riserve d’acqua.
Dallo scioglimento dei ghiacci traggono origine torrenti, fiumi e laghi, le cui
acque, defluendo, giungono
fino al mare. Allo stesso
modo, l’acqua delle piogge
che irrorano la terra percola
nelle falde sotterranee formando un importante serbatoio d’acqua potabile (fenomeno dell’infiltazione)
che scorre lentamente fino a
riemergere in sorgenti o a
confluire nell’acqua dei
fiumi e, con essa, raggiungere il mare, dove si conclude il ciclo dell’acqua.
L’ acqua viene anche assorbita dalle piante che poi la
rilasciano dalle foglie per evaporazione contribuendo
al ciclo dell’ acqua (traspirazione delle piante).
Quindi le nubi sono prodotte dalla condensazione
del vapore generato dall’acqua sulla superficie ter-
restre riscaldata dall’irraggiamento solare.
ll fenomeno, per quanto
complesso, si può riassumere come segue:
a causa dell’irraggiamento solare la temperatura della superficie terrestre aumenta;
per conduzione termica il
suolo scalda anche l’aria a
contatto con esso. Poiché
l’aria calda è più leggera di
quella fredda, si solleva generando una corrente ascensionale portando con sé l’umidità contenuta. Salendo,
l’aria si raffredda a causa del
gradiente diabatico (è la velocità con cui una particella
d’aria secca che si muove
verticalmente si scalda o si
raffredda. Corrisponde
sempre a 0,976 °C ogni 100
metri, in quanto non dipende dalla dalla temperatura esterna, ma dalla pressione, che con l’aumentare
della quota diminuisce) raggiungendo il punto di saturazione del vapore, il quale
si trasforma in microscopiche goccioline d’acqua
che galleggiano nell’aria, formando le nubi.
AGRICOLTURA
Nella pagina di sinistra: illustrazioni
che esemplificano il ciclo dell’acqua.
Se la temperatura è particolarmente bassa, le goccioline possono assumere la
forma di microscopici cristalli di ghiaccio.
La formazione delle nuvole
può avvenire nei seguenti
casi:
– lungo un fronte meteorologico, caldo o freddo. In
questo caso l’aria fredda,
più densa, scorre sotto
l’aria calda, con la conseguente formazione di ammassi nuvolosi;
– quando l’aria scorre risalendo il versante di una
montagna si raffredda progressivamente;
– per convezione, quando
una massa d’aria calda si
solleva a causa dell’irraggiamento solare o di un incendio;
– quando l’aria calda giunge
a contatto con una superficie più fredda, come
quella di uno specchio
d’acqua p. es.;
– quando due masse d’aria
al di sotto del punto di saturazione si mescolano.
Le nubi sono classificate in
base alla loro altitudine e
alla loro forma.
La classificazione delle nubi
G
li allarmi meteorologici emanati
dalle prefetture si
basano, in Lombardia, sui
dati forniti dalla Regione tramite l’Arpa Lombardia in
base ai codici sotto riportati.
Dai codici meteo, si passa al
livello di criticità e quindi ai
codici di allerta.
Simboli
di avviso meteorologico
L’Arpa regionale, attraverso
le osservazioni satellitari, la
lettura dei dati radar, le segnalazioni delle stazioni
meteo sul territorio e te-
nendo conto della morfologia del terreno in esame,
valuta le situazioni di pericolosità e lancia il preavviso
meteorologico.
La formazione di un temporale presuppone la presenza di un’elevata umidità
dell’aria. I temporali sono
La nuvolosità del cielo si misura in okta con una scala che va da 0 a 9. Ogni
grado è identificato con un colore
0 okta
1 okta
2 okta
3 okta
4 okta
5 okta
6 okta
7 okta
8 okta
9 okta
■■
■■
■■
■■
■■
■■
■■
■■
■■
■■
nessuna nuvola in cielo
nuvole rare e sparse
nuvole sparse
nuvole sparse con tendenza a raggrupparsi e accumularsi
metà del cielo è coperta di nuvole
la maggior parte del cielo è coperta da nuvole
cielo generalmente coperto
cielo coperto con rare schiarite
cielo totalmente coperto
cielo completamente invisibile (a causa di nebbia o neve)
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 41
AGRICOLTURA
Codice degli allarmi meteorologici in
funzione dell’altezza della pioggia,
della velocità del vento e dell’altezza
della neve.
Due grafici che illustrano il formarsi
del temporale.
forma in tal modo la tipica
nube a cavolfiore con notevole sviluppo verticale (fino
a 10.000 m).
Non appena la nube raggiunge le parti alte della troposfera con temperature
molto fredde, le gocce
quasi sempre dovuti alla
grande calura: le alte temperature al suolo provocano la
formazione di bolle d’aria
calda che vengono spinte
verso l’alto. Si formano così
dei cumuli in cui si condensa
il vapore acqueo presente
d’acqua ghiacciano. A queste altitudini l’aria fredda e
asciutta viene immessa
nella nube raffreddandola e
dando avvio a una corrente
discendente che la trasforma in nube da temporale.
nell’aria.
Per effetto della condensazione si libera calore, permettendo alle masse d’aria
(correnti ascensionali) di salire ulteriormente.
Alla base e ai lati della nube
viene aspirata aria calda; si
Le correnti discensionali trasportano ora le gocce
d’acqua verso il basso: si
produce così uno scroscio di
pioggia e, in casi estremi, di
grandine.
Le correnti atmosferiche ascensionali e discensionali
sono inoltre all’origine di cariche elettriche differenziate, che si stabilizzano attraverso lampi e tuoni.
La grandine è una forma di
precipitazione allo stato solido; essa è composta da cristalli di ghiaccio di dimensioni e forma variabili.
Il chicco di grandine una volta
raggiunto un determinato
peso si libera dalle correnti
ascensionali, la forza di gravità prende il sopravvento e
la grandine cade a terra.
La grandine si forma quando
le goccioline d’acqua vengono catturate dalle intense
correnti ascensionali nella
torre temporalesca.
42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
AGRICOLTURA
Varie forme di grandine.
La scala di classificazione della
grandine in base alla dimendione dei
granuli.
L
a grandine ha una
sua scala di classificazione basata
sulle dimensioni dei granuli
e sulla intensità chiamata
“Torro”, (acronimo di Tornado
and Storm Research Organization,
ed è stata introdotta da Johnatan Webb nel 1986).
I danni potenziali di una
grandinata vengono stimati
attraverso 5 fattori:
1) dimensione del chicco;
2) velocità di caduta del
chicco;
3) durezza del chicco;
4) forma del chicco;
5) orientamento della traiettoria di caduta del chicco.
La predetta scala va da un
valore minimo di H0 a un
massimo di H10.
Come ci si ripara
dalla grandine
Le reti anti-grandine sono
oggi sicuramente il metodo
più efficace, pratico ed economico per proteggere le
colture dalla grandine. Servono anche a ridurre brusche escursioni termiche ed
eventuali raffiche di vento
che potrebbero danneggiare il raccolto.
Le reti antigrandine sono
particolarmente utilizzate
per la protezione di alberi
da frutta (meli, peri e vigne);
sono inoltre stabilizzate ai
raggi UV per durare molti
anni.
Un altro evento meteorologico che può arrecare forti
danni danni all’agricoltura è
la tromba d’aria e/o il tornado, più o meno nocivo a
seconda delle sue dimenIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 43
AGRICOLTURA
Esempi di impiego di reti di
protezione dalla grandine; una
stazione meteorologica posizionata sul
territorio; l’immagine di una tromba
d’aria.
nado) risucchia come in un
imbuto, una grande quantità
di polvere e detriti lungo il
suo moto fino alla dissipazione della sua forza.
L’altezza di una tromba
d’aria può variare tra i 100 e i
1000 metri: rappresenta la
distanza tra il suolo e la base
del cumulo-nembo che l’ha
generata.
Il fenomeno temporalesco è
– come abbiamo già detto –
legato al riscaldamento dell’aria fino a una temperatura
superiore a quella dell’ambiente: questa nella sua risalita verso l’alto acquista
una velocità elevatissima,
fino a 250 km/ora,
generando un cumulo-nembo torreggiante.
Quando l’aria calda incontra strari
moto ferddi si appesantisce. Si dice che incontra
l’incudine della
tromba d’aria e
precipita ai lati
del cumulo-nembo.
Normalmente un
fenomeno temsioni al suolo. La tromba
d’aria è associata a temporali estremamente violenti e
si presenta come un violento vortice d’aria, con effetti distruttivi. Si origina
alla base di un cumulonembo e raggiunge il suolo
percorrendo anche centinaia di chilometri e può generare, in casi eccezionali,
venti anche di 500 km/h.
Una tromba d’aria con la
base dai 100 ai 1000 metri di
diametro è detta tornado.
La tromba d’aria (o il tor44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
poralesco sviluppa al suo interno dei moti ventosi più o
meno rettilinei; in alcuni
casi, invece, il moto ventoso
che genera il cumulo-nembo
può dar vita a vortici, ovvero
alla formazione di moti circolari all’interno e all’esterno della nube.
L
a meteorologia oggi è una scienza
molto utile alle imprese per pianificare le loro
attività in funzione delle
condizioni climatiche previste, e ciò è a maggior ragione vero in agricoltura.
L’agrometeorologia è infatti
un ramo della meteorologia
che studia le interazioni dei
fattori meteorologici e idrologici con l’ecosistema agricolo-forestale e con l’agricoltura.
L’agrometeorologia consente anche l’ottimizzazione dell’attività agricola al
fine di controllare l’andamento climatico e le previsioni del tempo; a tal fine si
possono seguire due metodologie diverse:
• la prima è la raccolta dei
dati meteo attraverso le sta-
AGRICOLTURA
In questa pagina tre immagini di
analisi meteorologiche da satellite;
una stazione radar per rilevazioni
meteo e due schemi esplicativi del
suo funzionamento.
zioni meteo posizionate in
loco con i relativi allarmi di
superamento delle varie soglie meteorologiche (pressione, temperatura, piovosità, velocità e direzione del
vento e umidità;
• la seconda riguarda le osservazioni meteorologiche
da satellite e da radar
meteo, oltre le segnalazioni
meteorologiche dell’Arpa
regionale.
La documentazione fotografica da satellite permette di
individuare l’evoluzione
meteorologica sulla terra,
mentre il radar meteo (strumento che permette di rilevare le precipitazioni pioggia, neve o grandine) è basato su un impulso, emesso
da un’antenna parabolica, di
onde elettromagnetiche che
viaggiano nell’atmosfera;
quando queste onde incontrano un gruppo di idrometeore (pioggia, neve o grandine) vengono parzialmente
riflesse. Dall’intensità dell’eco si può risalire al tipo di
precipitazione, mentre dal
tempo che il segnale impiega a ritornare all’antenna
si può calcolare la distanza
fra la stazione radar e la zona
della precipitazione.
Un sistema elettronico provvede alla conversione del
segnale ricevuto in formato
numerico che rende possibile il suo utilizzo.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 45
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Giovanna Boursier
Milena Gabanelli
D
a non crederci:
mentre si cercano
idee per creare
lavoro, sopravvivono leggi
che lo impediscono. Parliamo del divieto, per le società di ingegneria, di lavorare per imprenditori privati. In altre parole: se un
gruppo di ingegneri si mette
insieme e costituisce una società può partecipare ad appalti pubblici per costruire
edifici per i Comuni, il Mose
di Venezia, scuole, ospedali,
strade, ma non può accettare la commessa di un imprenditore privato per la costruzione di un semplice capannone o un parcheggio.
La storia è esplosa con una
sentenza del tribunale di Torino. Cosa è successo? La società di ingegneri ME Studio
srl ha ottenuto da un privato
una commessa per la progettazione di un immobile,
con relative consulenze e
servizi, ma a metà lavori il
committente decide di sospendere i pagamenti.
Siamo nel 2010 e il titolare
della società di ingegneria,
Mauro Esposito, si rivolge al
tribunale di Torino per ottenere il dovuto dalla Edilrivoli 2006: circa un milione di
euro. Nel 2013 arriva la sentenza: «Il contratto è nullo
perché le società di capitali
non possono svolgere attività di ingegneria per i privati». Quindi la ME Studio
non solo non incassa il dovuto, ma il Tribunale gli impone anche di restituire i
366.000 euro già incassati,
più gli interessi, col rischio,
quindi, di fallimento. Una
bomba per le 6.000 società
di ingegneria, che danno la46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
I professionisti che formano
una società non possono
ricevere commesse private
voro a circa 250.000 addetti.
«Queste aziende rischiano
di fare la nostra fine – dice Esposito – ed è un’aberrazione poiché all’estero se
non hai una società non lavori».
La tipica storia di un Paese
bloccato da burocrazia, decreti, rimandi, interessi di
parte. Tutto risale ad una
legge del 1939 con la quale
Mussolini vieta le società anonime di professionisti in
campo tecnico, legale o amministrativo; una legge razziale che aveva lo scopo di
impedire agli ebrei di nascondersi dentro a queste
società. Dagli anni Settanta i
legislatori intervengono su
una parte di questa legge,
ma resta il divieto per l’attività «rientrante nelle prestazioni professionali tipiche
dell’ingegnere o dell’architetto» come «la progettazione vara e propria». La
prima modifica arriva nel
1994 con il ministro Merloni,
che legittima le società di capitale, ma solo se operano
nel settore pubblico. Nel ’97
il ministro Bersani, abroga
definitivamente la legge del
’39, ma siccome nessuno si
occupa di fare i decreti attuativi, la legge resta in vigore. Nel 2006 di nuovo Bersani, in qualità di ministro
dello Sviluppo economico,
estende agli ingegneri la
possibilità di lavorare anche
nel privato, ma secondo l’interpretazione del giudice
torinese restano sempre escluse le società di capitale.
Se dei professionisti hanno
lavorato, investito e adesso
falliscono per un anacronistico cavillo... pazienza.
L’associazione Agire, che
raccoglie ingegneri, architetti e geometri, lancia l’allarme in rete e diciannove
senatori, con il Pd capofila, si
affrettano a rimediare scrivendo l’emendamento 33
bis, che viene approvato
dalle Commissioni competenti di Palazzo Madama.
Tempo dieci giorni e le Commissioni di Montecitorio lo
stralciano, votando in massa
un emendamento soppressivo proposto da Sel e 5
Stelle. E a questo punto la
vicenda diventa kafkiana.
Secondo la deputata Pd
Francesca Bonomo, sarebbe
stato il governo, a chiedere
di eliminare tutti gli emendamenti non attinenti al
testo originario del decreto
competitività. Come se il
problema non riguardasse la
competitività del Paese. La
deputata di Sel, Serena Pellegrino, invece non nasconde che a chiederle di
cancellare l’emendamento
sarebbe stato il Consiglio
Nazionale degli architetti
«perché ampliando l’accesso alle società di capitale, che spesso non sono
formate da ingegneri professionisti, si tagliano le gambe
ai piccoli studi di associati».
Agire replica: «Sono balle, la
ME Studio, come la maggioranza delle società di ingegneria, è formata da professionisti iscritti
all’albo, e per
ottenere commesse dagli
Enti devi essere
un professionista. Non sta né
in cielo né in
terra che ab-
biamo le carte in regola per
prendere appalti pubblici e
non siamo adeguati quando
lavoriamo per il privato!».
Francesca Bonomo aggiuge:
«Stiamo cercando di risolvere il problema con la ministra Boschi». Dal ministero ci
dicono: «Adesso la volontà
del governo è di portarlo all’esame parlamentare, oppure nella Legge di stabilità
entro fine anno».
Morale: a fine luglio il premier Renzi ha celebrato a
Genova i fasti dell’ingegneria italiana, e davanti al
relitto della nave Concordia
ha dichiarato: «un’impresa
mai vista, che dimostra la
straordinarietà dell’ingegneria italiana». Ma a firmare
i contratti con il consorzio
Titan-Micoperi, scelto dall’armatore Costa per realizzare il progetto, c’erano
anche società di capitale di
ingegneria. E siccome l’americana Titan e la ravvenate
Micoperi sono due ditte private, che si fa di quei contratti? Se una mattina dovessero dire che non vogliono
più pagare, ci sarà un altro
giudice che annulla tutto
perché nessuno, nemmeno
il lanciafiamme di Calderoli,
ha pensato che era il caso di
cancellare dalla faccia della
terra una legge razziale?
❑
Da “Corriere della Sera” del 10 settembre 2014
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Da “OttopiùCasa” del 9 luglio 2014
N
uovi vantaggi per
la moderna tecnologia che punta
a sviluppare e diffondere
sempre di più l’utilizzo di energie rinnovabili. Dal 1° luglio 2014 produrre calore
con l’energia elettrica è diventato ancora più conveniente, grazie all’entrata in
vigore della nuova “tariffa
piatta”: una sperimentazione messa a regime per le
famiglie che hanno dotato la
loro casa di una pompa di calore come unico sistema domestico di riscaldamento.
L’applicazione della nuova
tariffa, che al momento non
comprende però i sistemi
combinati con la caldaia ed è
dedicata alle sole case singole (escludendo quindi i
condomini), introduce il
prezzo unico di 23 centesimi
per kiloWatt-ora, indipendentemente dal volume di
consumo annuo. Una differenza che la rende più conveniente delle tariffe domestiche, le cosiddette D2 e
D3, che hanno un metodo di
calcolo progressivo e spingono le bollette a crescere
proporzionalmente all’incremento dei consumi.
L’installazione di una
pompa di calore per riscaldamento o raffrescamento
comporta un aumento della
potenza di connessione.
Questo significa spesso il
passaggio dalla tariffa D2
(che comprende allacciamenti residenziali fino a 3 kiloWatt-ora) alla più costosa
D3, o anche al ricorso all’installazione di un nuovo contatore, con conseguente crescita dei costi fissi. La nuova
tariffa piatta è comunque
“Tariffa piatta”: come, dove
e quando conviene investire
in un impianto energetico
tanto più conveniente
quanto più si hanno consumi
e costi elevati, anche se è
bene tenere in considerazione la quota di fabbisogno
energetico non coperta dall’autoproduzione.
In quali casi conviene la tariffa piatta?
Per chi oggi dispone di una
pompa di calore allacciata
all’unico contatore di casa,
con potenza massima di 3 kiloWatt-ora (tariffa D2), l’”appiattimento” conviene con
consumi totali superiori a 4
mila e 500 kiloWatt-ora all’anno.
In caso di regime tariffario
D3, vale a dire con potenza
superiore ai 3 kiloWatt-ora,
la convenienza inizia per
consumi di almeno 2mila e
700 kiloWatt-ora l’anno.
Quando invece la pompa di
calore è allacciata su un contatore separato (tariffa denominata Bta) la nuova
“piatta” è conveniente
sempre, indipendentemente dai valori di potenza
impegnata e di consumi.
Le richieste per accedere al
nuovo regime tariffario sono
già possibili dall’1 luglio di
quest’anno e potranno essere avanzate fino al 31 dicembre 2015. Come? Compilando un modulo reperibile dal proprio venditore di
energia elettrica e allegando
la documentazione tecnica
dell’impianto. La pompa di
calore deve rispettare gli
stessi requisiti minimi di
prestazione previsti per l’accesso all’eco-bonus fiscale
del 65%.
Convenienza dell’azione
combinata. Al di là degli effetti del nuovo provvedi-
mento, l’installazione di una
pompa di calore a compressione, che funziona grazie all’energia elettrica, può aggiungere valore al lavoro
dell’impianto fotovoltaico,
per un miglior risultato in termini di autoconsumo. Il rapporto tra pannelli e pompa
di calore però dalle nostre
parti è sempre sfasato. Cosa
vuol dire? Che per molti
mesi dell’anno c’è uno scalino di differenza tra l’energia prodotta dal fotovoltaico e quella consumata
dalla pompa, visto che la
resa solare è decisamente
inferiore nei mesi invernali.
In più, ai fini di un autoconsumo che ci renda più possibile autonomi, vanno valutate le condizioni complessive della casa, tra serramenti, tenuta del tetto e isolamento dei muri perimetrali, a riprova del fatto che
una resa davvero soddisfacente e risparmiosa la si ot-
tiene solo integrando le possibilità offerte dal moderno
mercato, tra impianti, apparecchi e cappotti. A supplire
almeno in parte alla carenza
di sole invernale ci pensano
comunque le tecnologie che
si occupano di accumulo e
conservazione dell’energia,
come le batterie e i meccanismi di scambio dei flussi,
che ci consentono di sfruttare al massimo i momenti
favorevoli (quelli con più
luce e tepore) comprimendo
i momenti più freddi e bui,
con rilasci di flussi energetici
accumulati in precedenza.
Per finire ecco un consiglio
degli esperti per chi ha intenzione di mettere in opera
la combinazione tra pompa
di calore e pannelli fotovoltaici: conviene soprattutto a
chi passa in casa le ore centrali del giorno e quindi la utilizza in quei momenti.
❑
Ci viene segnalata l’uscita del nuovo volume “Dopo Giovanni Urbani. Quale
cultura per la durabilità del patrimonio dei territori storici?”, a cura di
Ruggero Boschi, Carlo Minelli, Pietro Segala, ebook di 326 pagine, Firenze,
Nardini Editore, 2014, euro 14,90.
Con il nuovo Quaderno di Kermes (edito da Nardini Editore, in ebook*) riconsiderando i lasciti di alcuni importanti anniversari di questo 2014:
– il XX della morte di Giovanni Urbani;
– il LXXV della fondazione dell’ICR;
– il L dell’avvio della Commissione Franceschini;
– il XV dell’avvio della redazione del “Piano Umbria” (ma richiamando pure
il XL dell’alluvione di Firenze che cadrà nel 2016);
l’Istituto Mnemosyne
propone di incrementare cultura-affetto-scienza che diano fondamento alla
progressiva riduzione di “ri-restauri” (sempre più ravvicinati anche perché
inadatti a rimuovere le cause di degrado) e consentano di promuovere le
condizioni della durabilità del patrimonio dei territori storici.
Brescia, settembre 2014
* Istituto Mnemosyne, Istituto per la salvaguardia del patrimonio storico
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 47
DAL COLLEGIO DI LODI
Il Collegio di Lodi in pillole
C
ogliendo l’occasione del rientro dalle vacanze estive, il Collegio geometri della
provincia di Lodi ha deciso di destinare il proprio spazio sulla rivista ad argomentazioni non puramente tecniche; infatti intendiamo proporre una panoramica
su Organi istituzionali del Collegio (quinquennio 2014-2017), iscritti e dimessi, Commissioni.
48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
DAL COLLEGIO DI LODI
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 49
DAL COLLEGIO DI LODI
50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
DAL COLLEGIO DI LODI
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 51
DAL COLLEGIO DI LODI
52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
DAL COLLEGIO DI MANTOVA
A Ostiglia un’esercitazione
di Protezione Civile
Presente il Collegio di Mantova
N
ei giorni 12-13-14
settembre 2014 si
è svolta presso il
Campo di Ammassamento
Comunale di Ostiglia (Mn)
una esercitazione di protezione civile che ha visto
coinvolte diverse Associazioni di Protezione Civile.
All’esercitazione ha aderito
il Collegio dei Geometri e
dei Geometri Laureati di
Mantova; l’esercitazione ha
riguardato il sopralluogo in
due fabbricati lesionati dal
terremoto e la compilazione
della scheda AeDes.
L’esercitazione ha permesso ai geometri di provare sul campo quanto appreso nel corso di abilitazione professionale effettuato nell’autunno 2013
presso il Collegio dei geometri e geometri laureati di
Brescia volto alla specializzazione di tecnici di Protezione Civile riguardo la gestione tecnica dell’emergenza sismica-rilievo del
danno e valutazione dell’agibilità.
I fabbricati visionati sono
stati: l’abitazione rurale con
annessi fabbricati ad uso agricolo sita nel Comune di
Sustinente e la chiesa della
parrocchia della Beata Vergine Maria sita in Sacchetta
di Sustinente (Mn).
I due gruppi di geometri si
sono avvalsi del supporto di
volontari di Protezione Civile col compito delle trasmissioni radio col campo
base e di volontari della
Croce Rossa Italiana.
Per effettuare il sopralluogo
in completa sicurezza, i tecnici intervenuti hanno utilizzato tutte le nozioni in loro
54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
DAL COLLEGIO DI MANTOVA
prima delle opere per la
messa in sicurezza.
Al termine del sopralluogo, i
due gruppi di geometri si
sono confrontati e hanno effettuato una verifica della
documentazione redatta
trovando in essa completa
sintonia.
C
onsiderato l’ottimo esito dell’esercitazione, il Collegio dei geometri di Mantova auspica un rapporto
sempre più stretto con la
Protezione Civile di Mantova al fine di affrontare in
modo sempre più professionale ogni situazione di emergenza sismica, di rilievo
del danno e di valutazione
dell’agibilità in supporto
alla Protezione Civile mantovana.
❑
possesso ed acquisite in
anni di esperienza professionale.
I sopra citati fabbricati sono
stati seriamente danneg-
giati dal sisma del 2012 ed i
tecnici suddivisi in due
gruppi hanno effettuato i sopralluoghi predisponendo
apposita documentazione
Collegio geometri di Mantova:
nuove Commissioni di studio
Si sono costituite presso il Collegio geometri le nuove Commissioni di studio e sono state presentate nella riunione generale del 19 settembre 2014 presso la sala convegni del
Parco del Mincio.
La riunione generale ha avuto inizio con i saluti del Presidente del Parco del Mincio dott. Maurizio Pellizzer, il quale
ha auspicato per il futuro una maggior collaborazione tra i
due Enti ed ha augurato un buon lavoro alle nuove Commissioni di studio.
Il Presidente geom. Davide Cortesi successivamente ha illustrato l’attività del Consiglio Direttivo, in particolare i rapporti con le istituzioni locali ed ha presentato le attività del
Consiglio Nazionale Geometri che sta promuovendo la professione del geometra attraverso la costituzione di alcune
fotografica e redigendo la
scheda AeDes. Entrambi i
gruppi hanno assentito la regolarità di quanto emerso
nei sopralluoghi effettuati,
associazioni di categoria.
Ha infine presentato le cinque Commissioni con i rispettivi
geometri referenti:
Commissione Catasto, referente: geom. Gabriele Molinari.
Commissione Tribunale-Valutatori-Mediatori, referenti:
geom. Luigi Raffanini - geom. Arturo Cantini - geom. Stefano Andreoli.
Commissione Urbanistica-Paesaggio-Vincoli, referenti:
geom. Arturo Cantini - geom. Massimo Terzi.
Commissione Sicurezza e Protezione Civile, referenti:
geom. Cesare Stuani - geom. Davide Cortesi.
Commissione Ambiente e Territorio, referente: geom. Davide Cortesi.
Ogni Commissione si riunirà periodicamente ed avrà il compito di aggiornare gli iscritti nei propri ambiti di competenza.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 55
TECNICA
Andrea Botti
N
L’utilizzo della pietra
negli interni
egli ultimi decenni, il settore
della progettazione d’interni, dall’abitazione allo spazio pubblico,
ha dimostrato una rinnovata
attenzione verso il rivestimento in pietra delle superfici verticali. A questo proposito non mancano esempi
illustri di un passato non
molto lontano, come le raffinate soluzioni di Adolf Loos
(CAD/CAM - Computer
Aided Design/Computer
Aided Manufacturing) la
“pelle litica”che, in passato,
rivestiva come una placcatura, viene modellata, sagomata, plasmata per rispondere sempre più alle esigenze di progettisti che
guardano alla pietra con un
atteggiamento libero da
condizionamenti della
storia, della tradizione e, ov-
ture, formati, sono solo alcuni dei parametri con i
quali si definiscono, oggi, i
caratteri di un rivestimento
interno, posato con malta,
colla o con l’impiego delle
soluzioni d’ancoraggio disponibili sul mercato: di tipo
puntuale (tasselli, zanche,
staffe), mediante profilati
(lineare, continuo), fino ai
veri e propri telai composti
da montanti e correnti.
della Banca di Granada, firmata
dall’architetto spagnolo Alberto Campo Baeza. L’opera, conclusa nel 2001, si
presenta come un cubo stereotomico, scavato fino al
pesante coronamento in
modo da ottenere una sequenza di vuoti regolari ordinati in una griglia cartesiana. La cavità, interrotta da
quattro pilastri circolari di
ordine gigante, è illuminata
(Villa Müller a Praga 1928-30)
e di Mies Van der Rohe (padiglione tedesco all’esposizione internazionale di Barcellona nel 1929).
Oggi, grazie all’impiego
delle più recenti tecnologie
viamente, dalle imposizioni
di carattere statico e ambientale proprie dei rivestimenti esterni. Leggerezza/massività, opacità/trasparenza,
giunto
aperto/giunto chiuso, tex-
Questi ultimi trovano applicazione, soprattutto, negli
interventi che prevedono un
notevole sviluppo in altezza
e/o quando la pietra deve
essere svincolato dai muri
portanti, come nel caso
da luce proveniente dalla
copertura e dalla traslucenza delle lastre sottili che
rivestono internamente le
pareti perimetrali. La pietra
è ovunque protagonista:
massiva e monumentale o
56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
TECNICA
Nella pagina di sinistra: Banca di
Granada, Spagna.
In questa pagina: in alto a sinistra,
Armani Store, Londra; in alto a
destra, Centro Regionale
Informazione Turistica, Varsavia; in
basso, Princi Bakery, Milano.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 57
TECNICA
Sopra, centro Regionale
Informazione Turistica, Varsavia.
Sotto, interno della Stone House,
Lubéron, Francia.
sottile fino alla trasparenza;
i pavimenti e il rivestimento
della sala conferenze sono
in marmo Travertino bianco 1 da
cm 60x60 con spessore di cm
5, il rivestimento della corte
è in Alabastro2, bianco o trasparente, da cm 30x30/60
con spessore cm 2.
Q
uando adeguatamente sostenuto
da strutture metalliche, il rivestimento in
pietra simula la muratura inesistente e definisce spazi
funzionali. Una soluzione
che, nell’Armani Store di
Londra (2003), trova impiego a fianco delle soluzioni tradizionali. Qui il progettista, Claudio Silvestrin,
traduce in architettura il linguaggio rigoroso dello stilista più famoso del mondo.
Le lastre, fissate a telai di alluminio indipendenti dai
muri portanti, formano volumi scatolari rafforzati dalla
scelta del giunto chiuso e dall’impiego, negli spigoli e
nelle testate, da conci in
massello. Il litotipo scelto è
la pietra di Saint-Maximin,
un'arenaria di colore grigiocrema chiaro, levigato, che si
estrae nella Francia settentrionale3, con formati da cm
30/40x40/90 e spessore cm 3
per i rivestimenti verticali,
40x40 e 60x60 e spessore cm
2-3 per la pavimentazione.
Come in un progetto museale, nulla dell’involucro
interferisce con la lettura
delle opere che, in questo
caso, sono i prodotti in vendita. Stessa scelta progettuale anche in un altro intervento firmato Silvestrin: la
Princi Bakery in piazza
58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
TECNICA
Sopra, Interni della Stone House,
Lubéron, Francia; in basso, Casa
Cava, Matera.
Duomo nel cuore di Milano
(2006), una sorta di panificio-laboratorio basato sui
metodi della tradizione meneghina. Il rivestimento è in
Porfido bianco delle Dolomiti: manufatti quadrati con superficie fiammata per la pavimentazione e bolognini con
faccia a vista a spacco per il
rivestimento delle pareti. Il
taglio a macchina su tutti i
lati agevola la posa a semisecco4 mediante un sistema di
fissaggio meccanico (sul
bordo e sul retro). Le pareti
verticali e inclinate sono ‘uniformemente irregolari’,
metafora di una parete rocciosa interrotta solo da una
nicchia illuminata.
Gli scarti di lavorazione possono rappresentare un’opportunità se adeguatamente re-impiegati, le irregolarità prodotte dalle macchine in cava trasformano il
Foto: © Piermario Ruggeri
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 59
TECNICA
Foto: © Piermario Ruggeri
Casa Cava, Matera
manufatto in un ‘testo’ che
racconta e ne accentuano il
carattere massivo. Nel Centro
Regionale di Informazione Turistica
di Varsavia, progettato nel
2009 dallo studio polacco
A+D team, la posa degli
scarti domina la composizione e interpreta a pieno le
richieste della committenza:
promuovere la realtà locale
e tutti i suoi aspetti. Per
questo i giovani e coraggiosi
progettisti hanno optato per
un rivestimento verticale costituito da avanzi di lavorazione di una’arenaria locale
(proveniente dalla regione
di Swietokrzyskie) le cui superfici ruvide, creano un mosaico di texture e sfumature,
che rimanda, se correttamente illuminato, alla natura misteriosa delle grotte.
Quando la pietra diviene elemento strutturale il rivestimento interno coincide
con muratura stessa e l’uniformità del linguaggio esterno/interno è il denominatore comune delle scelte
progettuali. L’architetto sve60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
dese Carl Fredrik Svenstedt,
ha adottato questa soluzione in un intervento di recupero e completamento di
un’abitazione privata a
Lubéron, in Francia, nel
2011. Inserita nel contesto
del Parco regionale la Stone
House si lega in un rapporto
dialettico con le rovine di
una preesistente casa colonica; il risultato è un edificio
a ‘C’ che comprende: l’abitazione padronale, la dependance per gli ospiti ed una
piscina. La scelta del materiale lapideo è caduta sulla
Pietra del Pont du Gard, un calcare di colore biondo, ricco
di residui fossili largamente
diffuso in età romana e medievale. Questo materiale,
estratto a Nimes, ha riacquistato notorietà grazie al recente lavoro dell’architetto
Gilles Perraudin, progettista
di una cantina vinicola realizzata mediante l’impiego
di questa pietra in forma di
blocchi assemblati a secco5.
A ciò si è ispirato Svenstedt
nella Stone House: le pareti
sono costituite
da blocchi da cm
50x50x200 disposti l’uno sull’altro o da cm
100x100x50,
posti inclinati di
alcuni gradi in
modo da formare una parete
litica dinamica.
Le murature
sono a vista sia
all’esterno e all’interno, poiché
ritenute in grado
di assicurare inerzia termica
sufficiente all’equilibrio climatico degli ambienti senza ricorso a materiali isolanti, inoltre, per
soddisfare i requisiti richiesti agli edifici in zona sismica, murature e fondazioni sono collegate mediante pilastri gettati in fori
predisposti nei blocchi litici
sovrapposti.
L
a presenza della
pietra negli interni
può
diventare
un’esperienza totalizzante
nel recupero delle antiche
realtà estrattive, come nel
caso dell’Auditorium e
Centro Culturale Casa Cava di
Matera.
Alcuni anni fa durante i lavori
di manutenzione di una piccola casa a corte è venuta
alla luce, occultata dietro
una porta tamponata, un’enorme cavità sotterranea di
circa mc 1500 risultata dall’escavazione di un’antica cava
di tufo a pozzo 6. Il progetto di
recupero e l’intervento concluso nel 2011, curato dall’ufficio comunale e da un ar-
chitetto specializzato nel
settore, si è basato sulla volontà di rendere funzionale
lo spazio naturale nel quale
hanno trovato collocazione
oltre all’auditorium: vani per
la didattica, laboratori multimediali, biblioteca, reception, caffetteria e foresteria.
La pavimentazione sopraelevata è costituita da una
struttura leggera in acciaio e
vetro che lascia pienamente
visibile il letto calcareo della
cava, una rampa consente
l’accesso al palco, attorno,
tre settori di gradinate in
legno sospese sul fondo roccioso. Il sistema di canalizzazione degli impianti di condizionamento corre sotto le
strutture in acciao-vetro ed è
spesso a vista, l’acustica è
garantita dallo spazio della
cava e dalla sua naturale
conformazione, corretta da
superfici riflettenti ed assorbenti.
❑
1
Per un approfondimento sulle caratteristiche
del materiale vedi:
A.BOTTI, Geografia litica – lapis Tibutinus,
pietra dell’impero, in “Il geometra bresciano”
N. 5, settembre-ottobre, 2013.
2
Roccia sedimentaria, presente in forma opaca e traslucida, N.d.A.
3
Arenaria di 40 milioni di anni che si estrae
presso Chantilly, 25 km a nord di Parigi. Napoleone III impiego questo materiale per la
realizzazione del 90% delle opere che danno
alla capitale francese lo stile uniforme e il colore dal bianco al giallo scuro. Tra i vari palazzi
di prestigio costruiti con la pietra di SaintMaximin si segnalano Palace Royal, parte del
Louvre, gli Invalides e Place de la Concorde.
4
Con questo termine si prevede una soluzione
di posa mediante la quale gli elementi che
compongono il rivestimento sono posti a diretto contatto fra loro senza alcuna soluzione
di continuità visibile. N.d.A.
5
Per un approfondimento vedi:
A.BOTTI, La pietra nelle nuove tendenze dell’architettura, in “Il geometra bresciano” N. 6, novembre-dicembre, 2007.
6
Mediante una antica tecnica manuale dall’alto verso il basso con allargamento progressivo del diametro di cava. N.d.A.
GEOLOGIA
Giovanni Fasser
Le prove penetrometriche
nelle indagini geotecniche
dei terreni
(Parte seconda. La prima parte è stata pubblicata sul n. 4/2014)
Prove penetrometriche statiche
La prova penetrometrica statica consiste nella misura della
resistenza alla penetrazione di una punta conica standardizzata, con apertura di 60° e diametro di 35,7 mm (area
della sezione, A= 10 cm2), che viene infissa nel terreno mediante martinetti idraulici, alla velocità costante di 20 mm/s.
Durante la prova si misurano le pressioni all’ avanzamento
della punta (Qc) e del manicotto laterale (Fs) ogni 20 cm,
nella prova con punta meccanica, e ogni 1-2 cm, nelle prove
con punta elettrica strumentata.
È una prova nata in Olanda, più sofisticata e precisa della
precedente, ma con il limite che può essere effettuata solo
in terreni a grana fine, coesivi e non, ma con un grado di addensamento o compattezza poco elevato.
Si tratta di una prova continua, che può iniziare sia dal piano
campagna, sia dal fondo di uno scavo o di un foro opportunamente predisposto. I penetrometri statici sono in genere
montati su un autocarro che fornisce anche la necessaria reazione con il proprio peso, oppure si deve ancorare lo strumento al terreno mediante eliche. La capacità di un penetrometro è in genere limitata a 100-200 kN, da cui discende
l’ impossibilità di penetrare in terreni sabbiosi molto addensati, con orizzonti cementati o con significativa frazione
ghiaiosa. In questi casi si può ricorrere ad un preforo, ma così
facendo si perdono le osservazioni nel tratto attraversato
con la perforazione; in alternativa si può iniziare la prova con
un penetrometro dinamico super-pesante (DPSH) e proseguire con la prova statica.
– CPT - con punta meccanica (cono “olandese”);
– CPTE - con punta elettrica, strumentata;
– CPTU - con punta elettrica piezometrica (piezocono);
– SCPTU - con piezocono sismico (sismografi integrati).
CPT (Cone Penetration test): Prova con punta meccanica
Viene eseguita con una doppia batteria di aste coassiali
(quelle esterne cave) che vengono spinte alternativamente
dalla superficie. All’ estremità inferiore delle aste è avvitata
la punta meccanica, o punta Begemann. La misura della Resistenza alla punta (Qc) e della resistenza laterale (Fs) viene
eseguita ogni 20 cm di penetrazione mediante una cella oleodinamica e manometri, oppure con cella di carico elettrica. I dati vengono annotati dall’ operatore manualmente.
CPTE : prova con punta elettrica
In queste prove viene impiegata una sola batteria di aste,
quelle cave esterne: all’ interno corre il cavo elettrico che
trasmette i segnali all’ unità di acquisizione in superficie. La
Esistono vari tipi di prova penetrometrica statica, in funzione della punta impiegata, e rappresentano l’ evoluzione
tecnologica della prima prova:
62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
GEOLOGIA
Nella pagina di sinistra:
penetrometro statico-dinamico
INGEO; schema di punta
meccanica; penetrometro staticodinamico tipo Emilia (Pagani
geotech. Equip.)
punta è strumentata, in genere con estensimetri, dove è inserito anche un inclinometro. Durante la prova si misurano,
con frequenza di 1-2 cm di avanzamento: la resistenza di
punta (Qc), la resistenza di attrito laterale locale (Fs) e l’ inclinazione della punta rispetto alla verticale.
I vantaggi di questa prova derivano dal dettaglio e la precisione dei dati acquisiti, che vengono registrati automaticamente nell’ unità di acquisizione e possono essere visualizzati in tempo reale su un computer portatile collegato ad
essa. D’ altra parte si tratta di strumentazione sofisticata e
costosa, che deve essere maneggiata con cura, soprattutto
perché si utilizza in cantiere, e non può essere impiegata in
presenza di terreni a grana grossa (ghiaie e ciottoli) o molto
addensati.
In questa pagina:
unità di acquisizione prova CPTU; e
schema di piezocono.
CPTU: prova con piezocono
Nella prova con il piezocono (CPTU) alla normale punta penetrometrica elettrica vengono aggiunte una o più piastre
porose collegate a trasduttori, che consentono la misura
della pressione interstiziale (u) nell’ intorno della punta durante l’ infissione. Con questa apparecchiatura è anche possibile eseguire prove di dissipazione della pressione interstiziale indotta dall’ infissione, arrestando la penetrazione
ad una determinata profondità e registrando l’ andamento
nel tempo della pressione neutra.
Schema piezocono
Le prove di dissipazione si effettuano, su ruchiesta della Direzione Lavori, arrestando la penetrazione in modo da permettere la dissipazione della pressione interstiziale in eccesso (oltre a quella della falda), dovuta al fatto che lo sforzo
di penetrazione nel terreno della punta avviene rapidamente. Si ottiene il grafico della dissipazione della pressione in funzione del tempo, che permette di misurare Il livello di falda (terreni permeabili) all’ esaurimento della sovrapressione e ricavare il coefficiente di permeabilità dei
terreni, anche coesivi.
Con il piezocono sono notevolmente migliorati i dati ottenuti nelle prove penetrometriche statiche sia in termini di
precisione di misura che come frequenza di campionamento dei dati. Con il piezocono è infatti possibile acquisire le grandezze Qc (resistenza di punta), Fs (attrito laterale) e u (pressione idrostatica nei pori) ad ogni centimetro
di profondità, oltre all’ inclinazione della prova sulla verticale. E’ la prova più avanzata, che permette di misurare
varie grandezze e stimare i parametri geotecnici di resistenza e deformabilità, oltre alla stratigrafia, nei terreni sia
coesivi che non, ma sempre a grana fine, poco addensati, inoltre permette di misurare il livello piezometrico della
falda.
Il limite di tale prova è che deve essere effettuata in terreni
saturi, che la piastra porosa deve essere perfettamente disareata (la punta del piezocono richiede una preparazione
accurata), la strumentazione è tecnologicamente sofisticata, pertanto la prova in sé è più lenta e costosa di quella
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 63
GEOLOGIA
Energizzazione per prova SCPTU e
diagrammi di una prova CPTU con
interpretazione stratigrafica.
con la punta meccanica (CPT).
SCPTU: prova con piezocono sismico
Il piezocono sismico, sperimentato in California negli anni ’
80, è un piezocono elettrico standard all’ interno del quale
sono stati inseriti dei geofoni o accelerometri, che permettono la registrazione di segnali simici generati artificialmente. La prova SCPTU (Seismic Cone Penetration Test con misura
della pressione neutra U) consiste nell’ infissione nel ter-
arrivo). Ottenuti i tempi di arrivo è possibile quindi calcolare
la velocità di propagazione delle onde S e P.
I risultati delle prove penetrometriche statiche possono essere utilizzati per il riconoscimento della successione dei terreni nel sottosuolo in base ai valori caratteristici assunti dalla
resistenza alla punta, all’ andamento del profilo penetrometrico, ai valori caratteristici assunti dal rapporto FR (Fs/Qc) e
anche dall’ esame delle sovrappressioni interstiziali generate durante l’ infissione. È sempre consigliabile avere in adiacenza alle prove la stratigrafia di un sondaggio per tarare
il riconoscimento.
Inoltre esistono numerose correlazini tra i valori di Qc, Fs e
sv, con i principali parametri geotecnici di resistenza e
deformabilità (De Beer, Meyerhof, Schmertmann, Robertson, Baldi, Jamiolkowski e altri) e con i parametri sismici.
Conclusioni
Tra le prove geotecniche in sito, le prove penetrometriche
statiche o dinamiche sono molto diffuse, rispetto ad altre
prove in sito o in laboratorio, per vari motivi:
– sono in genarale più rapide ed economiche; il minore
costo specifico rende possibile investigare un numero
molto elevato di verticali con una spesa notevolmente inferiore a quella necessaria per eseguire un uguale numero di
sondaggi con prelievo di campioni indisturbati da inviare al
laboratorio;
reno del piezocono per la
misura, ogni 1-2 cm, dei classici parametri Qc, Fs ed u
(pressione neutra). Ad ogni
metro di profondità viene
sospesa l’ infissione del piezocono ed a piano campagna, tramite adeguato sistema di energizzazione,
vengono generate delle vibrazioni artificiali nel terreno.
Tramite i sensori sismici
(geofoni o accelerometri)
presenti all’ interno del piezocono ed una unità di acquisizione vengono rilevati
gli arrivi delle onde sismiche
P e S, per determinare i
tempi necessari alle onde sismiche per percorrere il
tratto da piano campagna
fino alla profondità a cui si
trova il piezocono (tempi di
64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
GEOLOGIA
Prova CPTU, ISMGEO
– possono investigare un volume maggiore di terreno;
– permettono di ottenere un andamento continuo delle caratteristiche geotecniche in funzione della profondità;
– in alcuni casi (prove penetrometriche dinamiche nei terreni a grana grossa) rappresentano l’ unica possibilità di
caratterizzare il deposito.
D’ altra parte si deve tener conto anche degli svantaggi:
– si prestano ad essere utilizzate in contesti non adatti;
– alcuni tipi di prova non sono sufficientemente standardizzate;
– sono difficilmente individuabili le condizioni al contorno,
così come le condizioni di drenaggio (tranne che con il piezocono);
– sono molto pronunciati gli effetti del disturbo e i gradienti
di tensione e deformazione indotti nel terreno circostante;
– necessità di utilizzare correlazioni empiriche per ricavare
i parametri ricercati (a volte utilizzate con troppa disinvoltura).
A titolo indicativo si riportano alcuni esempi basati sull’ esperienza dello scrivente, di tempi per l’ esecuzione, a regola d’ arte, delle indagini più usate:
1) un sondaggio a rotazione, a carotaggio continuo, della
profondità di 30 metri in terreni non difficili, con un nu-
mero medio di prove in foro e/o prelievo di campioni indisturbati richiede almeno due giorni di lavoro;
2) prove penetrometriche statiche con punta meccanica
(CPT), eseguite a regola d’ arte, 5-6 verticali/giorno al massimo;
3) prove penetrometriche statiche con piezocono (CPTU), eseguite a regola d’ arte, con prove di dissipazione, 2 verticali al giorno al massimo;
4) prove penetrometriche dinamiche (DPT) con attrezzatura
super-pesante, con uso di rivestimenti, 6 verticali al
giorno al massimo.
Di fondamentale importanza è comunque l’ utilizzo di attrezzature e modalità di esecuzione standardizzate, in cui
venga garantita il più possibile la qualità e la ripetitività dei
dati.
È altrettanto importante utilizzare i vari tipi di prove, non solamente le prove penetrometriche, in funzione dei terreni
che si prevede di incontrare e dell’ opera che dovrà essere
progettata, quindi dei parametri geotecnici che dovranno
essere forniti al progettista delle strutture. Pertanto è fondamentale un rapporto di comunicazione e scambio continuo tra lo specialista responsabile delle indagini, il geotecnico e/o progettista delle strutture in tutte le fasi dell’ indagine.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 65
GEOLOGIA
Gianfranco Bazzoli
Note sui livelli idrometrici
del Lago di Garda
La regolazione dei livelli
del Lago di Garda
Il Lago di Garda ha una quota del pelo libero dell’acqua
oscillante intorno ai 64 m sul
livello del mare. Lo zero idrometrico viene misurato a
Peschiera del Garda, e precisamente è definito alla
dell’immissario Sarca.
Una deliberazione del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici (n. 55 del 11 marzo
1965) fissò, rispetto allo zero
idrometrico di Peschiera
d/G, i seguenti livelli di regolazione:
– massimo nel mese di a-
prile 140 cm (eccezionale
175 cm);
– massimo primaverile-estivo (maggio-agosto) 135
cm;
– massimo estivo-autunnale
(settembre-dicembre) 70
cm;
– minimo 15 cm (eccezionale
-5 cm).
1
N
el 2002 con delibera del Comitato Istituzionale
dell’Autorità di Bacino del
fiume Po si decise di modificare il livello massimo autunnale, elevandolo in via
provvisoria da 70 cm a 90 cm.
Nel settembre 2013 in seguito ad accordi fra regioni e
province ripariali ed enti di
gestione delle risorse idriche, è stato concordato
un documento che prevede
una fase di gestione sperimentale dei livelli in deroga
ai valori fissati nel 1965, per
una durata di almeno cinque
anni, sulla base di un modello previsionale da sviquota di 64,027 m s.l.m. Le
misure del livello sono in genere riportate in centimetri
rispetto allo zero.
Il livello del Garda, soggetto
ad oscillazioni naturali (afflussi meteorici, apporti
dagli immissari, sesse) è artificialmente regolato, tramite
la regimazione dei deflussi
dell’emissario fiume Mincio,
affluente di sinistra del
fiume Po (in grado di fare defluire portate sino a 200 metri
cubi per secondo) e tramite
la modulazione degli afflussi, che avviene soprattutto operando nei grandi invasi idroelettrici del bacino
66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
2
luppare sulla base delle
stime dello scioglimento
delle coperture nevose.
In situazioni eccezionali di
rischio di alluvione in Trentino, vengono immesse nel
Garda le acque del fiume Adige, tramite la galleria che
parte dall’alveo del fiume a
Mori (TN) e giunge al lago a
Torbole (TN). Questa galleria, che è il più grande canale scolmatore europeo,
può far affluire nel Garda
portate sino a 500 m3/s.
Gli effetti dell’apporto delle
acque atesine sul livello del
Lago sono, in termini assoluti,
piuttosto ridotti. Per far crescere il livello del Garda di un
centimetro l’afflusso deve essere di 3.699.800 m3. In tabella
1 riporto le date in cui la galleria Adige-Garda è stata aperta, i volumi di acqua immessi ed il loro relativo impatto sui livelli del lago.
Va aggiunto che all’arrivo
delle acque dell’Adige nell’invaso benacense sono imputati anche altri effetti, oltre
GEOLOGIA
Fig. 1 - L’idrometro di Peschiera del
Garda (foto ARPA Veneto).
Fig. 2 - La galleria Adige - Garda
durante l’apertura del 1965.
alla variazione di livello: intorbidimento della acque
del lago, dovuto ai solidi sospesi nell’Adige in piena, abbassamento della temperatura dell’acqua nei pressi del
recapito e – secondo alcuni –
formazione di nebbie e disturbo alla fauna ittica.
una situazione già critica.
Un livello massimo del Garda, non influenzato da apporti da bacini esterni, è testimoniato da un cippo al
porto vecchio di Desenzano,
collocato presso un vecchio
idrometro costituito da una
graduazione segnata su una
Le registrazioni storiche
dei livelli del Lago di Garda
In tabella 2 riporto i valori di
livello idrometrico minimi e
massimi annuali, dal 1949 al
2013, espressi in cm sullo
zero ed in quote assolute (m
s.l.m). In tale periodo, i livelli minimi (8 cm sullo zero)
sono stati registrati nel 2003
e nel 2007. Nel 1960 fu registrato il valore massimo, 212
cm sullo zero di Peschiera. In
tale occasione un’aliquota
di circa 19 cm era dovuta all’immissione di acque dalla
galleria Adige-Garda: si
tratta di un caso in cui l’effetto ridotto, in termini assoluti, della galleria Adige
Garda in realtà impatta su
lastra di marmo (Fig.3), che
indica in data 2 luglio 1879
un livello del lago di 215 cm
sullo zero (66,177 m s.l.m.).
Il diagramma di figura 4 riporta le variazioni idrometriche giornaliere dal 2001 al
gennaio 2013. Si nota che dal
2008 la quantità d’acqua invasata nel Garda è stata mediamente superiore a quella
degli anni precedenti.
In figura 5 si diagrammano,
per ciascun giorno dell’anno, i valori massimi, minimi e medi relativamente al
periodo 2001-2013. Viene riportata anche la registrazione dei valori giornalieri
del 2013.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 67
GEOLOGIA
Fig. 3 – Asta idrometrica e cippo
commemorativo a Desenzano (foto
Gf.Bazzoli).
Fig. 4 – Livelli idrometrici giornalieri
del Lago di Garda dal 2001 al
2013.
3
4
68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
GEOLOGIA
Fig. 5 – Valori minimi, massimi e
medi dei livelli del lago per ciascun
giorno dell’anno, calcolati sul periodo
2001 -2013, a confronto con i valori
giornalieri 2013.
Fig. 6 – A sinistra, dettaglio di un
dipinto di Girolamo dai Libri
(“Madonna della Quercia”, datato
intorno al 1533) in cui è ritratto il
lago del Frassino (a destra), con
sullo sfondo ben riconoscibile la riva
occidentale del Garda. Il punto di
vista si trova sulla cresta morenica a
monte del villaggio di Broglie. Foto
Gf. Bazzoli.
5
I paleolivelli
del Lago di Garda
I paleolivelli del lago di
Garda possono essere ricostruiti in base a indagini geologiche e geomorfologiche,
che prendono in considerazione:
– i segni lasciati sulle sponde rocciose dal battente
ondoso: piattaforme di erosione e solchi di battente;
– l’altezza degli apici dei più
antichi delta degli immissari lacustri.
La datazione del periodo in
cui vennero lasciati i segni del
battente ondoso possono essere fatte con misure radiometriche su resti di fossili (in
particolare di conchiglie di
gasteropodi lacustri) e di
legni contenuti nei sedimenti
antichi, deposti nelle paleo-
6
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 69
GEOLOGIA
Fig. 7 – Modello digitale del terreno
elaborato a partire dai dati numerici
della Shuttle Radar Topography
Mission, con riportata a tratteggio la
linea di quota 65 m s.l.m.,
corrispondente alla linea di spiaggia
attuale. Il colore azzurro riempie le
aree poste al di sotto della quota di
82 m s.l.m., alla quale il laghetto del
Frassino risulta collegato al Garda.
Questa immagine rappresenta
dunque il livello del Garda a prima
di 16.000 anni fa (non il massimo
livello). Sirmione era un’isola.
Le linee di livello hanno
un’equidistanza di 10 metri.
Restituzione ed elaborazione e dei
dati: Studio Geologico Associato
GeoAlp.
7
spiagge. Anche le datazioni
dei siti archeologici sulle
sponde del lago, di cui viene
dato un ottimo esempio in un
lavoro di Carlo Baroni (2010),
sono di grande ausilio in
queste ricostruzioni.
Al momento dello scioglimento delle masse glaciali al
termine dell’ultima glaciazione, le quantità d’acqua
che affluivano al bacino benacense erano immense:
basti pensare che all’altezza
di Tremosine il ghiacciaio aveva uno spessore di 1000
metri! Nelle fasi iniziali dello
scioglimento glaciale il livello del lago giungeva come
minimo a 30 metri sopra il livello attuale (quindi a 85 m
s.l.m.) e probabilmente
anche di più, forse sino a 110
m s.l.m. I livelli massimi furono comunque raggiunti ad
una data non più vicina di
16.000 anni fa, e non più toccati successivamente. A
quell’epoca anche le piane
di Riva del Garda e di Arco, in
Trentino, erano sommerse.
La data di 16.000 anni fa è testimoniata dalla datazione
di semi e di conchiglie contenuti nelle carote di sedimenti del laghetto del Frassino, posto vicino a Peschiera con livello a quota 74
m s.l.m., e separato oggi dal
Garda da una soglia topografica (un rilievo) avente quota
82 m s.l.m. La datazione di
questi reperti dimostra che a
partire da 16.000 anni fa il laghetto del Frassino fu completamente separato dal
Garda, cui era unito (Fig. 7), e
che al quale non fu poi mai
più ricongiunto (Baroni,
2010).
70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
In seguito il livello del Garda
cominciò a calare: tra 11.000
e 12.000 anni fa si trovava a
circa 3,5 metri sopra il livello
medio attuale: questo è testimoniato in particolare da
solchi di battente nella falesia di roccia calcarenitica
della Rocca di Manerba del
Garda (il Sasso). Da allora il
Garda non ha mai superato
la quota di 68 m s.l.m. Anzi,
siti palafitticoli ora sommersi (località La Quercia a
Lazise) e depositi di spiaggia e di torbe a 3 metri di
profondità sotto il livello lacustre attuale (località Fornella a San Felice del Benaco) indicano che tra 4.100
e 3.500 anni fa (età del
Bronzo) il livello del lago di
Garda si trovò fino a 3.5 m al
di sotto di quello attuale. Variazioni in risalita del livello
fecero poi abbandonare i siti
palafitticoli.
Negli ultimi 3.000 anni variazioni di livello tra 1 e 2 metri
non sono state infrequenti.
❑
Riferimenti bibliografici
ARPA Veneto, Considerazioni sui livelli idrometrici del Lago di Garda.
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/idrologia/file-e-allegati/rapporti-e-docu-
menti/idrologia-regionale/idrologia-regionale-la-rete-idrometrica/bacino-del-gardamincio
Baroni C. (2010) – Paleolivelli tardoglaciali e
olocenici del Lago di Garda, Convegno “Una
nuova geologia per la Lombardia”, Milano
2008, LED Edizioni Universitarie, pagg. 231254.
http://www.lagodigarda.it/index. Sito della
Comunità del Garda con i livelli giornalieri
http://www.laghi.net. Sito Enti Regolatori
Grandi Laghi Lombardia
http://www.agenziainterregionalepo.it/news/
18-news/205-06092013-proposta-di-revisione-della-regolazione-dei-livelli-idrometrici-del-lago-di-garda.pdf
http://www.bacinimontani.provincia.tn.it/pdf
/galleria_adige_garda_loppio.pdf. - Notizie
sulla galleria Adige-Garda.
CONDOMINIO
Da “OttopiùCasa” del 6 agosto 2014
Nel condominio l’agevolazione
fiscale del 50% vale anche
per i lavori sulle parti comuni
Per quali lavori
spettano le agevolazioni
I lavori sulle unità immobiliari residenziali e sugli edifici residenziali per i quali
spetta l’agevolazione fiscale
del 50% sono:
A. quelli elencati alle lettere
b), c) e d) dell’art. 3 del Dpr
380/2001 (Testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia). In particolare, la detrazione riguarda (vedi alle pagine
seguenti) le spese sostenute
per interventi di manutenzione straordinaria, per le opere di restauro e risanamento conservativo, per i lavori di ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole
unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria
catastale, anche rurali e
sulle loro pertinenze.
B. Quelli indicati alle lettere
a), b) c) e d) dell’articolo 3
del Dpr 380/2001 (manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro
e risanamento conservativo,
ristrutturazione edilizia), effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali (vedi alle pagine seguenti).
C. Gli interventi necessari
alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi
calamitosi, anche se detti lavori non rientrano nelle categorie indicate nelle precedenti lettere A e B e a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza
(per questi interventi la detrazione è stata introdotta
dal Dl n. 201/2011).
D. Gli interventi relativi alla
realizzazione di autorimesse o posti auto pertinen-
ziali, anche a proprietà comune.
E. I lavori finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi a oggetto
ascensori e montacarichi
(per esempio, la realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione).
F. Gli interventi per la realiz-
72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
Il contribuente deve essere in possesso di:
◆ domanda di accatastamento (se
l’immobile non è ancora censito);
◆ ricevute di pagamento dell’imposta comunale (Ici-Imu), se
dovuta;
◆ delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori
(per gli interventi su parti comuni
di edifici residenziali) e tabella millesimale di ripartizione delle spese;
◆ dichiarazione di consenso del
possessore dell’immobile all’esecuzione dei lavori, per gli interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari
conviventi;
◆ abilitazioni amministrative
richieste dalla vigente legislazione
edilizia in relazione alla tipologia di
lavori da realizzare (concessioni,
autorizzazioni, eccetera) o, se la
normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui
indicare la data di inizio dei lavori e
attestare che gli interventi realizzati rientrino tra quelli agevolabili.
zazione di ogni strumento
che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro
mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna dell’abitazione per le
persone portatrici di handicap gravi, ai sensi dell’art.
3, comma 3, della legge
104/1992. La detrazione
compete unicamente per le
spese sostenute per realizzare interventi sugli immo-
bili, mentre non spetta per
le spese sostenute in relazione al semplice acquisto
di strumenti, anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità interna
ed esterna. Pertanto, a titolo
di esempio, non rientrano
nell’agevolazione i telefoni
a viva voce, gli schermi a
tocco, i computer, le tessere
espanse. Tali beni, tuttavia,
sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e
informatici per i quali, a determinate condizioni, è prevista la detrazione irpef del
19%.
G. Gli interventi di bonifica
dall’amianto e di esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici.
Con riferimento alla sicurezza domestica, non dà diritto alla detrazione il semplice acquisto, anche a fini
sostitutivi, di apparecchiature o elettrodomestici dotati di meccanismi di sicurezza, in quanto tale fattispecie non integra un intervanto sugli immobili (per esempio, non spetta alcuna
detrazione per l’acquisto di
una cucina a spegnimento
automatico che sostituisca
una tradizionale cucina a
gas). L’agevolazione compete, invece, anche per la
semplice riparazione di impianti insicuri realizzati su
immobili (per esempio, la
sostituzione del tubo del
gas o la riparazione di una
presa malfunzionante).
Tra le opere agevolabili rientrano:
• l’installazione di apparecchi di rilevazione di presenza di gas inerti;
• il montaggio di vetri anti
infortunio;
• l’installazione del corrimano.
H. Interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a
prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da
parte di terzi. Per “atti illeciti” si intendono quelli penalmente illeciti (per eComunicazione all’ASL
Deve essere inviata all’azienda
sanitaria locale competente per
territorio una comunicazione (raccomandata A.R. o altro stabilito
dalla Regione) con le seguenti
informazioni:
◆ generalità del committente dei
lavori e ubicazione degli stessi;
◆ natura dell’intervento da realizzare;
◆ dati identificativi dell’impresa
esecutrice dei lavori con esplicita
assunzione di responsabilità, da
parte della medesima, in ordine al
rispetto degli obblighi posti dalla
vigente normativa in materia di
sicurezza sul lavoro e contribuzione;
◆ data di inizio dell’intervento di
recupero.
La comunicazione non deve essere effettuata in tutti i casi in cui i
decreti legislativi relativi alle condizioni di sicurezza nei cantieri non
prevedono l’obbligo della notifica
preliminare all’Asl.
sempio, furto, aggressione,
sequestro di persona e ogni
altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di
diritti giuridicamente protetti). In questi casi, la detrazione è applicabile unicamente alle spese sostenute
per realizzare interventi
sugli immobili. Non rientra
nell’agevolazione, per esempio, il contratto stipulato con un istituto di vigilanza.
A titolo esemplificativo,
CONDOMINIO
rientrano tra queste misure:
– rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie
degli edifici;
– apposizione di grate sulle
finestre o loro sostituzione;
– porte blindate o rinforzate;
– apposizione o sostituzione
di serrature, lucchetti, cate-
sche;
– tapparelle metalliche con
bloccaggi;
– vetri antisfondamento;
– casseforti a muro;
– fotocamere o cineprese
collegate con centri di vigilanza privati;
– apparecchi rilevatori di
prevenzione antifurto e rela-
tive centraline.
I. Gli interventi finalizzati
alla cablatura degli edifici, al
contenimento dell’inquinamento acustico, al conseguimento di risparmi energetici, all’adozione di misure
di sicurezza statica ed antisismica degli edifici, all’esecuzione di opere interne.
Pagamento mediante bonifico
Per fruire della detrazione è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o
postale, da cui risultino:
◆ causale del versamento, con
riferimento alla norma (art. 16 bis
del Dpr 917/1986);
◆ codice fiscale del soggetto che
paga;
◆ codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.
Le spese che non è possibile pagare con bonifico (oneri di urbanizzazione, diritti pagati per concessioni, autorizzazioni e denunce inizio
lavori, imposte di bollo) possono
essere pagate in altro modo.
Quando vi sono più 0soggetti che
sostengono la spesa, e tutti intendono fruire della detrazione, il
bonifico deve portare il codice
fiscale delle persone interessate.
Se il bonifico contiene l’indicazione del codice fiscale del solo soggetto che fino al 13/05/2011 era
obbligato a presentare il modulo di
comunicazione al Centro operativo
di Pescara, gli altri aventi diritto,
per ottenere la detrazione, devono
riportare in un apposito spazio
della dichiarazione dei redditi il
codice fiscale indicato sul bonifico. Per gli interventi realizzati sulle
parti comuni condominiali, oltre al
codice fiscale del condominio indicare quello dell’amministratore o
di altro condomino che effettua il
pagamento.
Altri adempimenti
I contribuenti devono conservare,
oltre alla ricevuta del bonifico, le
fatture o le ricevute fiscali relative
alle spese per la realizzazione dei
lavori di ristrutturazione. Questi
documenti, che intestati alle persone che fruiscono della detrazione, potrebbero essere richiesti,
dagli uffici finanziari che controllano le dichiarazioni dei redditi. Per
gli interventi realizzati sulle parti
comuni condominiali il contribuente, in luogo di tutta la documentazione, può utilizzare una certificazione rilasciata dall’amministratore, in cui lo stesso attesti di
averlo adempiuto a tutti gli obblighi e indichi la somma di cui il
contribuente può tenere conto ai
fini della detrazione.
Niente cumulabilità con i benefici
“energetici”
La detrazione per gli interventi di
recupero edilizio non è cumulabile
con l’agevolazione fiscale prevista
per i medesimi interventi dalle
disposizioni finalizzate al risparmio energetico.
Pertanto, nel caso in cui gli interventi realizzati rientrino sia nelle
agevolazioni previste per il risparmio energetico che in quelle previste per le ristrutturazioni edilizie, il
contribuente potrà fruire, per le
medesime spese, soltanto dell’uno
o dell’altro beneficio fiscale,
rispettando gli adempimenti specificamente previsti in relazione a
ciascuna di esse.
Alla realizzazione di interventi finalizzati al risparmio
energetico è equiparata a
tutti gli effetti la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili. Pertanto, rientra
tra i lavori agevolabili l’installazione di un impianto
fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, in
quanto basato sull’impiego
della fonte solare e, quindi,
sull’impiego di fonti rinnovabili di energia (risoluzione
dell’Agenzia delle Entrate n.
22/E del 2 aprile 2013).
Misure antisismiche
in zone ad alta pericolosità
Fino al 31 dicembre 2015,
sono detraibili anche le
spese sostenute per interventi di adozione di misure
antisismiche, le cui procedure di autorizzazione sono
state attivate a partire dal 4
agosto 2013 (data di entrata
in vigore della legge n.
90/2013).
La detrazione è pari:
nacci, spioncini;
– installazione di rilevatori
di apertura e di effrazione
sui serramenti;
– apposizione di saracineIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 73
CONDOMINIO
• al 65% delle
spese effettuate
dal 4 agosto 2013
al 31 dicembre
2014;
• al 50% delle
spese che saranno sostenute
dal 1 gennaio
2015 al 31 dicembre 2015.
La detrazione, da
calcolare su un
importo complessivo massimo di 96.000
euro per unità
immobiliare (e
da ripartire in 10
quote annuali di
pari importo),
può essere fruita
da soggetti passivi Irpef e Ires,
sempre che:
• le spese siano
rimaste a loro carico;
• possiedano o
detengano l’immobile in
base a un titolo idoneo (diritto di proprietà o altro diritto reale, contratto di locazione, o altro diritto personale di godimento).
Inoltre, l’agevolazione può
essere richiesta se:
• l’intervento è effettuato su
costruzioni adibite ad abitazione principale o ad attività
produttive;
• l’immobile si trova in zone
sismiche ad alta pericolosità
zone 1 e 2), i cui criteri di identificazione sono stati fissati con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei
ministri n. 3274 del 20 marzo
2003.
Per costruzioni adibite ad attività produttive si inten74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
dono le unità immobiliari in
cui si svolgono attività agricole, professionali, produttive di beni e servizi, commerciali o non commerciali.
Altre spese ammesse
all’agevolazione
Oltre alle spese necessarie
per l’esecuzione dei lavori,
ai fini della detrazione è
possibile
considerare
anche:
• le spese per la progettazione e le altre prestazioni
professionali connesse;
• la spese per prestazioni
professionali comunque richieste dal tipo di intervento;
• le spese per la messa in regola degli edifici ai sensi del
Dm 37/2008 - ex legge 46/90
(impianti elettrici) e delle
norme Unicig per gli impianti a metano (legge
1083/71);
• le spese per l’acquisto di
materiali;
• il compenso corrisposto
per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti;
• le spese per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi;
• l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di bollo e i
diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le
denunce di inizio lavori;
• gli oneri di urbanizzazione;
• gli altri eventuali costi
strettamente collegati alla
realizzazione degli interventi nonché gli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli
interventi agevolati (decreto n. 41 del 18 febbraio
1998).
Non possono invece ritenersi comprese tra quelle
oggetto della detrazione le
spese di trasloco e custodia
dei mobili per il periodo necessario all’effettuazione
degli interventi di recupero
edilizio.
❑
CONDOMINIO
Detrazione IRPEF del 50% per lavori sulle singole unità abitative
INTERVENTI
Accorpamenti di locali o
di altre unità immobiliari
Allargamento porte
Allargamento porte e
finestre esterne
Allarme finestre esterne
Ampliamento con
formazione di volumi
tecnici
Apertura interna
MODALITÀ
Spostamento di alcuni locali da una unità immobiliare
ad altra o anche unione di due unità immobiliari con
opere esterne
Con demolizioni di modesta entità, realizzazione di
chiusure o aperture interne che non modifichino lo
schema distributivo delle unità immobiliari e dell’edi
ficio
Con demolizioni di modeste proporzioni di muratura
INTERVENTI
Installazione, sostituzione dell’impianto o riparazione
con innovazioni
Demolizione e/o costruzione (scale, vano ascensore,
locale caldaia, ecc.) con opere interne ed esterne
Infissi esterni
Apertura vano porta per unire due unità immobiliari
o altri locali con opere interne o apertura sul
pianerottolo interno
Ascensore
Nuova installazione o sostituzione di quello
preesistente (esterno o interno) con altro avente
caratteri essenziali diversi, oppure per adeguamento
L. 13/89
Balconi
Rifacimento con altro avente caratteri diversi
(materiali, finiture e colori) da quelli preesistenti e
nuova costruzione
Barriere architettoniche
Eliminazione
Box auto
Nuova costruzione (detraibile purché reso
pertinenziale di una unità immobiliare)
Cablatura degli edifici
Opere finalizzate alla cablatura degli edifici, a
condizione che interconnettano tutte le unità
immobiliari residenziali
Caldaia
Sostituzione o riparazione con innovazioni
caloriferi e condizionatori Sostituzione con altri anche di diverso tipo e
riparazione o installazione di singoli elementi
(detraibile nelle singole unità immobiliari se si tratta
di opere finalizzate al risparmio energetico)
Installazione di macchinari esterni
Cancelli esterni
Nuova realizzazione o sostituzione con altri aventi
caratteristiche diverse (materiali, dimensioni e colori)
da quelle preesistenti
Canna fumaria
Nuova costruzione interna o esterna o rifacimento
modificando i caratteri preesistenti
Cantine
Effettuazione di suddivisioni interne con demolizioni
e ricostruzioni tavolati opere esterne con modifiche
delle caratteristiche delle pareti, porte e finestre
Centrale idrica
Riparazioni varie con modifiche distributive interne o
esterne
Nuova costruzione (volume tecnico) nell’ambito di
un’operazione di manutenzione straordinaria, di un
restauro o di una ristrutturazione
Centrale termica
Riparazioni varie interne ed esterne, conservando le
caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a
que˙lle preesistenti (opere murarie)
Con modifiche distributive interne
Citofoni, videocitofoni e
telecamere
Inferriata fissa
Interruttore differenziale
Intonaci esterni facciata
Lastrico solare
Locale caldaia
Lucernari
Mansarda
Marciapiede
Messa a norma degli
edifici
Montacarichi
Muri di cinta
Muri esterni di
contenimento
Muri interni
Parapetti e balconi
Parete esterna
Parete interna
Pavimentazione esterna
Pensilina protezione
autovetture
MODALITÀ
Con modifiche esterne (sagoma, materiali e colori
nuova costruzione volume tecnico) nell’ambito di
un’operazione di manutenzione straordinaria, di un
restauro o di una ristrutturazione
Sostituzione o nuova installazione con le opere
murarie occorrenti
Sostituzione con innovazioni rispetto alla situazione
preesistente
Nuova installazione con o senza opere esterne
Nuova installazione o sostituzione con altri aventi
sagoma, materiali o colori diversi (solo se riguarda
l’intera facciata)
Sostituzione o riparazione con innovazioni
Intonaci e tinteggiatura esterna con modifiche a
materiali e/o colori
Rifacimento con materiali diversi rispetto a quelli
preesistenti
Riparazioni murarie varie con modifiche rispetto alla
situazione preesistente
Nuova formazione (volume tecnico) o esecuzione di
interventi esterni che modificano materiali, finiture,
colori
Nuova formazione o sostituzione con altri aventi
caratteri (sagome e colori) diversi da quelli
preesistenti
Modifiche interne ed esterne con opere edilizie, senza
modificarne la destinazione d’uso
Nuova realizzazione su suolo privato
Interventi di messa a norma degli edifici (detraibile,
purché compresa nelle categorie di cui all’art. 1 L.
449/97 e siano presentate le certificazioni di legge)
Nuova installazione e sostituzione di quello
preesistente con altro avente caratteristiche
(materiali e colori) diverse da quelle preesistenti
Realizzazione e sostituzione con modificazioni
rispetto alla situazione preesistente
Nuova costruzione, demolizione e ricostruzione in
altra parte esterna o nello stesso luogo, ma
modificando dimensioni, sagoma, materiali e colori
Nuova costruzione o demolizione e ricostruzione in
altra parte interna
Rifacimento o sostituzione con altri aventi caratteri
diversi da quelli preesistenti
Rifacimento anche parziale modificando materiali e
colori (o anche solo i colori)
Nuova costruzione, demolizione e ricostruzione in
altra parte interna
Nuova pavimentazione o sostituzione della
preesistente modificando la superficie e i materiali
Sostituzione di quella preesistente con altra avente
caratteristiche (materiali e colori)diverse da quelle
preesistenti
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 75
CONDOMINIO
INTERVENTI
Persiana
Pianerottolo
Piscina
Porta blindata esterna
Porta blindata interna
Contenimento
dell’inquinamento acustico
Cornicioni
Davanzali finestre e balconi
Facciata
Finestra
Fognatura
Garage
Gradini scale
Grondaie
Impianto di riscaldamento
autonomo interno (purché
conforme al DM 37/2008
- ex legge 46/90)
Impianto elettrico
Impianto idraulico
Soppalco
Sottotetto
Strada asfaltata privata
Tegole
MODALITÀ
Nuova installazione o sostituzione con altra avente
sagoma, materiale e colori diversi
Riparazione struttura con dimensioni e materiali
diversi da quelli preesistenti
Rifacimento modificando caratteri preesistenti
Nuova installazione o sostituzione con altra avente
sagome o colori diversi
Nuova installazione
Opere finalizzate al contenimento realizzate anche in
assenza di opere edilizie propriamente dette
(detraibile, purché sia certificato il raggiungimento
degli standard di legge)
Nuova formazione o rifacimento con caratteristiche
diverse da quelle preesistenti
Nuova realizzazione o sostituzione di quelli
preesistenti con altri aventi caratteristiche diverse
(materiali, finiture e colori)
Rifacimento, anche parziale, modificando materiali
e/o colori (o anche solo i colori)
Nuova apertura o modifica di quelle preesistenti
Sostituzione con finestre di sagoma, materiale e
colori diversi
Nuova costruzione o rifacimento con dimensioni e/o
percorso diversi da quello preesistente, con opere
interne o esterne (dal limite della proprietà fino alla
fognatura pubblica)
Riparazioni varie e sostituzioni di parti con
caratteristiche diverse da quelle preesistenti
Nuova costruzione (detraibile, se reso pertinenziale
ad una unità immobiliare)
Sostituzione gradini interni ed esterni, modificando la
forma, le dimensioni o i materiali preesistenti
Nuova installazione o sostituzione con modifiche
della situazione preesistente
Nuovo impianto senza opere edilizie
Nuovo impianto con opere edilizie esterne (canna
fumaria e/o altre opere interne o esterne) per
riscaldamento o ventilazione
Riparazioni con ammodernamenti e/o innovazioni
Sostituzione dell’impianto o integrazione per messa a
norma
Sostituzione o riparazione con innovazioni rispetto
al preesistente
Innovazioni rispetto alla struttura preesistente o
nuova costruzione
Riparazione modificando la posizione preesistente;
sostituzione apparecchi sanitari, innovazioni con
caratteristiche diverse da quelle preesistenti
Modifiche interne ed esterne con varie opere edilizie
senza modificarne la destinazione d’uso
Formazione di una unità immobiliare abitabile nel
sottotetto mediante l’esecuzione di opere edilizie
varie (detraibile, purché già compreso nel volume)
Per accesso alla proprietà
Sostituzione con altre di materiale e/o forma diversa
da quelle preesistenti
76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
INTERVENTI
Terrazzi
Porta-finestra
Porte esterne
Recinzioni
Ricostruzione
Risparmio energetico
Sanitari
Saracinesca
Scala esterna
Scala interna
Serramenti esterni
Sicurezza statica
Solaio
Tetto
Tinteggiatura esterna
Travi (tetto)
Veranda
Vespaio
Zoccolo esterno facciata
MODALITÀ
Rifacimento completo con caratteristiche diverse da
quelle preesistenti (dimensioni o piano)
Nuova installazione o sostituzione con altra avente
sagoma e colori diversi
Trasformazione da finestra a porta-finestra
Nuova installazione o sostituzione con altre aventi
sagoma o colori diversi e viceversa
Realizzazione di nuova recinzione o sostituzione di
quella preesistente con altra avente caratteristiche
diverse
Demolizione e fedele ricostruzione di edifici
Opere finalizzate al risparmio energetico, realizzate
anche in assenza di opere edilizie propriamente dette
(detraibile, purché sia certificato il raggiungimento
degli standard di legge)
Sostituzione di impianti e apparecchiature
Realizzazione di servizio igienico interno
Nuova installazione di qualsiasi tipo o sostituzione di
quella preesistente con innovazioni
Nuova installazione, rifacimento e sostituzione con
altra di caratteri (pendenza, posizione, dimensioni
materiali e colore) diversi dai preesistenti
Nuova installazione, rifacimento o sostituzione con
altra, modificando pendenza e posizione rispetto a
quella preesistente
Nuova installazione o sostituzione con altri aventi
finiture e colori diversi dai preesistenti
Opere finalizzate alla sicurezza statica ed antisismica
Sostituzione dei solai di copertura con materiali
diversi da quelli preesistenti
Sostituzione di solai interpiano senza modifica delle
quote
Adeguamento all’altezza dei solai, nel rispetto delle
volumetrie esistenti
Sostituzione dell’intera copertura
Modifica della pendenza delle falde con o senza
aumento di volume
Rifacimento modificando materiali e/o colori
Sostituzione con modifiche
Sostituzione totale per formazione nuovo tetto
Innovazioni rispetto alla situazione precedente
Nuova costruzione con demolizione del muro che dà
sul balcone creando aumento di superficie lorda di
pavimento
Traformazione di balcone in veranda
Rifacimento
Sostituzione con altro avente caratteri essenziali
diversi
CONDOMINIO
Detrazione IRPEF del 50% per lavori sulle parti condominiali
INTERVENTI
Aerosabbiatura
Allargamento porte interne
Allarme (impianto)
MODALITÀ
Su facciata
Con demolizioni di modesta entità
Riparazione senza innovazioni
Riparazione con sostituzione di alcuni elementi
Androne
Rifacimento conservando caratteristiche uguali a
quelle preesistenti
Antenna
Antenna comune in sostituzione delle antenne private
Balconi
Riparazioni parti murarie (frontalini, cielo),
sostituzione di parapetti e ringhiere conservando
caratteristiche (materiali, sagome e colori) uguali
Box
Riparazioni varie e sostituzione di parti anche
strutturali conservando dimensioni uguali a quelle
preesistenti
Caldaia
Riparazione senza innovazioni
Riparazione con sostituzione di alcuni elementi
Caloriferi e condizionatori Sostituzione con altri anche di diverso tipo e
riparazione o installazione di singoli elementi
Cancelli esterni
Riparazione o sostituzione cancelli o portoni,
conservando caratteristiche (sagoma e colori) uguali
a quelle preesistenti
Canna fumaria
Riparazione o rifacimento, interno ed esterno
conservando caratteristiche (materiali, sagoma e
colori) uguali a quelle preesistenti
Cantine
Riparazione conservando caratteristiche (materiali e
colori) uguali a quelle preesistenti
Centrale idrica
Riparazioni varie interne ed esterne, conservando
caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a
quelle preesistenti
Centrale termica
Riparazioni varie interne ed esterne, conservando
caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a
quelle preesistenti
Cornicioni
Rifacimento o sostituzione conservando i caratteri
essenziali preesistenti (materiali, dimensioni)
Davanzali, finestre, balconi Riparazione o sostituzione conservando i caratteri
essenziali preesistenti
Facciata
Piccola apertura per sfiatatoio gas, rifacimento,
anche completo, con materiali e colori uguali a quelli
preesistenti
Finestra
Sostituzione senza modifica della tipologia di infissi
Fognatura
Riparazione o sostituzione della canalizzazione
fognaria, fino al limite della proprietà del fabbricato
Garage
Riparazioni varie e sostituzione di parti anche
strutturali conservando dimensioni uguali a quelle
preesistenti
Gradini scale
Sostituzione con gradini uguali a quelli preesistenti,
interni ed esterni
Grondaie
Riparazione o sostituzione senza modifiche della
situazione preesistente
Impianto di riscaldamento Riparazione dell’impianto senza innovazioni,
(purché conforme al DM riparazione con ammodernamenti e/o innovazioni
37/2008 - ex L. 46/90)
Impianto elettrico
Sostituzione dell’impianto o integrazione per messa a
norma
INTERVENTI
Impianto idraulico
Inferriata fissa
Infissi esterni
Infissi interni
Interruttore differenziale
Intonaci esterni facciata
Intonaci interni
Lastrico solare
Locale caldaia
Lucernari
Marciapiede su suolo
privato
Montacarichi (interni
ed esterni)
Muri di cinta
Muri esterni di
contenimento
Muri interni
Parapetti e balconi
Parcheggi
Parete esterna
Parete interna
Pavimentazione esterna
Pavimentazione interna
Pensilina protezione
Persiana
Pianerottolo
Piscina
Porta blindata esterna
MODALITÀ
Riparazione senza innovazioni o sostituzioni
Sostituzione di quelle preesistenti senza modificare la
sagoma e/o i colori
Riparazione o sostituzione, conservando la sagoma,
i materiali e i colori uguali a quelli preesistenti
Sostituzione con altri infissi conservando le
caratteristiche preesistenti
Riparazione senza innovazioni o riparazione con
sostituzione di alcuni elementi
Intonaci e tinteggiatura esterna conservando
materiali e colori uguali a quelli preesistenti
Intonaci e tinteggiatura interna senza limitazioni di
materiale e colori
Rifacimento conservando materiali uguali a quelli
preesistenti
Riparazioni murarie varie conservando le
suddivisioni interne preesistenti
Sostituzione con altri aventi gli stessi caratteri
(sagoma e colori) di quelli preesistenti
Rifacimento come preesistente
Riparazione conservando caratteristiche uguali a
quelle preesistenti
Riparazione conservando caratteristiche uguali a
quelle preesistenti
Riparazione o rifacimento con materiali e sagoma
uguali a quelli preesistenti
Riparazione o rifacimento conservando la stessa
posizione, anche con materiali diversi
Riparazione o rinforzo della struttura conservando
caratteri uguali a quelli preesistenti
Riparazioni varie e sostituzione di parti anche
strutturali conservando dimensioni uguali a quelle
preesistenti
Rifacimento, anche completo, con materiali e colori
uguali a quelli preesistenti
Riparazione o rifacimento conservando la stessa
posizione, anche con materiali diversi
Rifacimento con dimensioni e materiali uguali a quelli
preesistenti
Riparazioni senza innovazioni
Rifacimento conservando sagoma e colori
preesistenti
Sostituzione conservando le caratteristiche
preesistenti (sagoma e colori)
Riparazione struttura conservando dimensioni e
materiali uguali a quelli preesistenti (interno ed
esterno)
Riparazione e rinforzo di strutture, conservando le
caratteristiche (materiali, sagoma e colori)
preesistenti
Sostituzione conservando sagoma e colori
preesistenti
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 77
CONDOMINIO
INTERVENTI
Porta-finestra
Porte esterne
Porte interne
Recinzioni
Sanitari
Saracinesca
Scala esterna
Scala interna
Serramenti esterni
Serramenti interni
MODALITÀ
Sostituzione con altra avente gli stessi caratteri
essenziali
Sostituzione conservando sagome e colori
preesistenti
Riparazione, conservando materiali, colori e
dimensioni
Riparzione e sostituzione conservando
caratteristiche (sagoma, materiali e colori)
preesistenti
Riparazione apparecchi sanitari e opere edilizie varie
(tubazioni, piastrelle, ecc.)
Sostituzione con altra purché vengano conservati
dimensioni e colori uguali a quelli preesistenti
Riparazione conservando pendenza, posizione,
sagoma, colori e materiali uguali a quelli preesistenti
Riparazione e sostituzione conservando pendenza,
sagoma e posizioni preesistenti
Sostituzione con altri aventi le stesse caratteristiche
Riparazioni, conservando materiali, caratteristiche e
colori preesistenti
78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
INTERVENTI
Solaio
Tegole
Terrazzi
Tetto
Tinteggiatura esterna
Tinteggiatura interna
Tramezzi
Travi (tetto)
Veranda
Zoccolo esterno facciata
MODALITÀ
Sostituzione dei solai di copertura con materiali
uguali a quelli preesistenti
Sostituzione con altre uguali a quelle preesistenti
Riparazione delle pavimentazioni, rifacimento o
sostituzione conservando le caratteristiche
preesistenti (dimensioni e piano)
Riparazione con sostituzione di parte della struttura e
dei materiali di copertura, conservando le
caratteristiche preesistenti
Rifacimento conservando materiali e colori
preesistenti
Rifacimento senza limitazioni per materiali e colori
Sostituzione tramezzi interni, senza alterazione della
tipologia dell’unità immobiliare
Sostituzione con altre aventi materiali, dimensioni e
posizione uguali a quelle preesistenti
Rifacimento parziale conservando caratteri essenziali
Rifacimento conservando i caratteri essenziali
CULTURA
Maestri
del disegno architettonico di strada
Franco Robecchi
C
hi opera nel
mondo delle costruzioni sa che gli
edifici, i manufatti in generale, hanno una loro vita,
prevalente per i tecnici del
settore, basata sul disegno.
È un po’ come nella vita di
tutti gli esseri viventi. Prima
si è uova, poi embrioni, poi,
magari, larve, bruchi, poi crisalidi e infine animali adulti.
Il disegno è il bruco dell’edificio, spesso uno splendido
bruco, come è nel caso di innumerevoli farfalle. Si può
amare l’architettura, ma
anche l’edilizia e l’ingegneria, solo in termini di disegno, così come esistono
collezionisti di immagini
(l’originale è inevitabilmente deteriorabile) di
larve e bruchi, in inglese caterpillar, proprio come il
nome delle macchine per i
movimenti di terra, che riguardano le costruzioni. Si è
già parlato, su questa rivista,
degli splendidi disegni di
architettura, che talora accompagnano ad altissimo livello la realtà di edifici altrettanto pregevoli. Ma talora i disegni hanno vita a sé,
per uno speciale amore e
una speciale abilità degli
autori, in non pochi casi alternativi al vero edificio e
spesso esemplari senza eredi, poiché gli edifici raffigurati mai furono costruiti.
Ma il mondo del disegno di
edifici non appartiene solo
ai tecnici progettisti. Il disegnare edifici, architetture,
paesaggi urbani, scene di
contenuto tecnico è una
delle specialità degli artisti
di un tempo, ma anche di
quelli d’oggi che intendono
80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
produrre opere visive che
comunichino qualcosa e non
solo fastidio, come è frequente vezzo della cosiddetta arte contemporanea.
Anche anticamente il disegno pittorico di edifici era
ritenuto una specializzazione della pittura, della
grafica o del mosaico. Ovviamente molti pittori sapevano raffigurare alberi, uomini, animali e anche case,
ma non raramente, soprattutto dal Seicento e con una
codificazione nel Settecento, il pittore di edifici era
CULTURA
A sinistra: La realtà e il disegno, sul
campo; in basso, una chiesa barocca
di Dresda, in poche pennellate di
acquerello e in una mano sicura;
uno specialista che operava sia da solo sia in collaborazione
con altri. Da solo realizzava, soprattutto nel Barocco, le incredibilmente difficili ed efficaci scenografie, le “quadrature”, che animavano, ad affresco, i saloni dei grandi palazzi
e le chiese, con finte architetture rocambolesche e molto
realistiche, completamento spesso essenziale della stessa
architettura reale. In collaborazione con colleghi pittori, esperti soprattutto nelle figure e nella raffigurazione di animali, creava i fondali architettonici per quadri, anche su tela.
Certamente artisti come il Canaletto o Piranesi abbinavano
capacità di disegno architettonico a quant’altro si rendesse
necessario, ma abbiamo esempi, anche in Brescia di dipinti
settecenteschi con il pittore di paesaggio urbano distinto
dall’esperto di raffigurazioni di persone che si faceva carico
di riempire di folle vivaci piazze e vie di città.
I ritrattisti di architetture devono avere amore per la geometria regolare, godere del segno preciso che possa identificare gli spigoli e gli intagli nelle pietre, ma anche saper
giocare con le ombre e le sintesi: né troppi dettagli né
Bastano tre tonalità dello stesso
colore per ottenere il sole e le ombre,
l’architettura e lo stile.
troppe semplificazioni. Nella nostra epoca abbiamo abilissimi esperti nella raffigurazioni di edifici, anche sezionati o
ruotati. Un pugno di questi specialisti è stato ingaggiato e
valorizzato dalla rivista “Bell’Italia”, e poi “Bell’Europa”, che
hanno pubblicato centinaia di splendide tavole del grande
maestro Francesco Corni, ma anche di Tiziano Perotto, Loreno Confortini e altri. Il Confortini ha disegnato belle tavole
anche sulla storia urbanistica di Brescia.
M
olto meno noto è un giovane disegnatore che
gira l’Europa con un album sotto braccio, una
matita, una gomma e una piccola scatola di acquerelli. Si chiama Florian Afflerbach, è tedesco, laureato in
architettura e lo avremmo potuto incontrare, fin da quando
faceva il liceo, a Firenze, a Parigi, a Praga o in qualunque altra
città d’arte, fra i molti ragazzi che stanno accovacciati a terra,
con un album sulle cosce, intenti a ritrarre con un disegno la
facciata di S. Maria Novella, il Ponte di Rialto o il battistero
di Parma. Alcuni di essi sono riuniti in un’associazione inIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 81
CULTURA
A sinistra, un edificio pubblico
raffigurato meglio che in fotografia.
In basso, moderni edifici e una gru
cingolata: l’arte al servizio
dell’edilizia.
ternazionale che ha nome
Urban Sketchers, disegnatori urbani, che hanno come
principale finalità il prendere appunti grafici dal
vero, sulla loro vita quotidiana, le loro vacanze, i loro
incontri. Producono tavole
spesso bellissime, con tratti
rapidi e abili distribuzioni di
colori. Soprattutto Florian
Afflerbach può interessare a
chi si interessa di edilizia, di
città, di architettura e ingegneria. Il giovane Florian ha
un tratto nitido e sicuro, convincente nel suo rapido realismo, perfettamente adatto
alla concretezza solida dell’architettura, ma anche alle
vibrazioni della luce. Le tavole che qui si pubblicano
offrono una parziale esemplificazione, però sufficiente
ad incuriosire e a destare apprezzamento. Anche questo
artista ha una sua specializzazione e, come si diceva,
conferma la frequente divaricazione fra l’abilità di chi ritrae figure umane o animali
e chi, invece rappresenta architetture. Anche Florian è
abilissimo in queste ultime,
mentre scade quando tenta
di raffigurare persone. Ma
sulle architetture è un maestro, così come in una sua seconda specialità: la raffigurazione di vecchie automobili
o veicoli in genere. La sapiente formula prospettica è
ottenuta con poche linee di
costruzione, spesso tracciate, anch’esse, a mano libera. Nessuna pedanteria
meticolosa, di misure, misurine, squadre e compassi:
solo un grande occhio. La
raffigurazione architettonica
di Florian mostra benissimo
82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
CULTURA
A destra: una centrale elettrica.
Al centro: moderno e antico in una
città tedesca.
In basso: la fiorentina Piazza
d’Ognissanti.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 83
CULTURA
La basilica di S.Marco a Venezia
Sotto: la chiesa veneziana di S.
Maria della Salute, con una matita
e pochi veli di grigio.
84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
CULTURA
Architetture residenziali tedesche,
ritratte dal vero, fermandosi un
attimo sul marciapiede. Il piacere
dell’abilità pittorica e il piacere di
guardare questi disegni.
quel particolare equilibrio
che dà fascino alla raffigurazione architettonica: l’equilibrio fra precisione geometrica e vivacità globale di
percezione. In un disegno di
questo tipo non possono
mancare i criteri di rispetto
dei parallelismi e delle perpendicolarità, delle esatte
proporzioni, così come delle
leggi delle ombre, ma lontano dalle forme rigide di un
disegno tecnico, freddo e
povero. Tutto il contrario di
quei rendering che vanno
per la maggiore, di una povertà grafica sconcertante,
squallidi e sgradevoli. La ricchezza delle luci, delle sfumature, dell’evidenza delle
forme prevalenti e dell’attenuazione di quelle secondarie o in secondo piano appartengono ad una capacità
pittorica impalpabile di percepire la realtà visiva, refrattaria ad ogni insegnamento
pedante e ad ogni tentativo
di codificare i modi di raffigurazione con riga, squadra,
compasso o computer. La
percezione visiva e l’immediata connessione all’abilità
di una mano libera fanno
parte di quelle qualità congenite che differenziano un
artista dalle altre persone. Il
settore della grafica architettonica è un capitolo a sé
di questa straordinaria facoltà della mente umana,
che qui vogliamo esemplificare.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 85
LIBRI
Piazza della Loggia
il cuore della città
fra gioie e dolori
M
ercoledì 15 ottobre è stato presentato nel salone
Vanvitelliano il libro “Piazza della Loggia: il
tempo degli uomini, il cuore della città”. Quarto
titolo della collana che il Collegio geometri di Brescia promuove per illustrare luoghi d’arte eminenti della multiforme provincia bresciana. I volumi già pubblicati sono: “Il
legno e la passione”, 2010; “La materia e lo spirito, 2011; “San
Rocco di Pavone”, 2012. Fra breve seguirà il quinto, quello
sul quartiere cittadino del Carmine.
Il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, nell’occasione ha riservato al Collegio parole di apprezzamento e plauso per la meritoria iniziativa editoriale, che ha la prerogativa di ricordare ai
Bresciani – spesso smemorati, se non addirittura ignari – che
le bellezze straordinarie di cui sono circondati rappresentano
l’espressione più autentica delle loro radici e lo stimolo più
vivo a operare per lo sviluppo della vita culturale cittadina.
Qui di seguito riproponiamo l’articolo apparso su “Bresciaoggi” a firma di Lisa Cesco (la ringraziamo), che dà conto
dell’avvenimento, a cui hanno presenziato, oltre allo stesso
sindaco Del Bono, all’autore Vittorio Nichilo, al presidente
del Collegio di Brescia Giovanni Platto, e alla curatrice Francesca Bossini anche numerosi colleghi e cittadini vivamente
interessati al patrimonio artistico e culturale del territorio
bresciano.
«F
ulcro della vita
politica, economica, amministrativa e culturale della
città, Piazza Loggia continua
ad affascinare bresciani e turisti con le sue architetture
dense di storia e passione
civile. Allo spazio urbano
per eccellenza il Collegio
geometri e geometri laureati
dedica l’ennesimo volume
della collana di testi editi
per valorizzare i luoghi
d’arte del territorio. “Piazza
della Loggia: il tempo degli
uomini, il cuore della città” –
scritto da Vittorio Nichilo,
curato da Francesca Bossini
e presentato ieri nel salone
Vanvitelliano – mette a
fuoco le molteplici anime
della piazza attraverso
cinque secoli di storia bresciana.
«Piazza Loggia è una magni86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
fica scatola architettonica,
ma è soprattutto un luogo
che si è caricato di importanti significati simbolici
fatti dei dolori e delle gioie,
del sangue e del sudore
degli uomini che l’hanno attraversata», spiega Nichilo
delineando le tappe di “costruzione” dei punti chiave
della piazza: dal 1433, anno
in cui il doge Foscari delibera la costruzione di una
loggia per imprimere un
segno del governo locale,
alla nascita del Monte di
pietà e all’apposizione della
colonna di San Marco nell’area di piazzetta bell’Italia.
Piazza Loggia ha ospitato
anche le carceri cittadine, i
primi caffè sul modello francese, i banchetti degli ambulanti (corsi e ricorsi storici,
nei secoli andati si discuteva
se togliere le bancarelle per
LIBRI
Nella pagina di sinistra: il salone
Vanvitelliano durante la
presentazione del libro “Piazza della
Loggia” e la sua copertina.
L’angolo nord-est del palazzo della
Loggia, particolare.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 87
LIBRI
Fotografia in alto a destra: Giovanni
Platto, Emilio Del Bono e Vittorio
Nichilo.
In basso: I Macc de le ure e una
veduta frontale della Loggia.
Fotografia in alto a sinistra: (da
sinistra) lo storico Vittorio Nichilo, il
direttore del “Geometra bresciano”
Bruno Bossini, il sindaco di Brescia
Emilio Del Bono e il Presidente del
Collegio geometri Giovanni Platto.
restituire decoro alla piazza,
proprio come accade oggi).
Fu luogo buio e sinistro – è
stata teatro delle pubbliche
esecuzioni dei condannati a
morte, e nel 1518 vi fu bruciata una strega, rea di curare con le erbe – ma anche
porta di accesso della modernità, visto che nel 1852 o-
88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3
spitò il primo esperimento –
prodigioso per l’epoca – per
testare la luce elettrica.
«Piazza Loggia è uno spazio
identitario e comunitario, il
luogo della ribellione a tutela della libertà», ha sottolineato il sindaco Emilio Del
Bono, tracciando un ideale
filo rosso dalle Dieci Gior-
nate alla Resistenza alla
strage del 28 maggio 1974,
nel segno comune dell’anelito per la democarzia».
«Ci piaceva metterci idealmente dal punto di vista dei
Macc de le Ure che dominano la
piazza, per raccontare in un
volume la vita e gli eventi
che si sono succeduti in tutto
questo tempo», ha rivelato il
presidente del Collegio Giovanni Platto, prima di offrire
un’anticipazione sul nuovo
progetto editoriale in corso
per il 2014, che sarà dedicato
al Carmine fra tradizione e
modernità.
❑
Aggiornamento Albo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 8 settembre 2014
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
1527
Baffelli Leone Gino
Malegno (Bs) 19/08/1946
25053 Malegno (Bs) Via Lanico 56
Dimissioni
6288
Civettini Cristina
Brescia 29/08/1991
25021 Bagnolo Mella (Bs) Via E. Fermi 31
Dimissioni
1068
Coglio Vincenzo
Leno (Bs) 12/05/1938
25024 Leno (Bs) Via Monte Grappa 4
Dimissioni
4326
Finazzi Giancarlo
Brescia 05/05/1974
25030 Berlingo (Bs) Via Don Bosco 23
Dimissioni
5695
Maffoni Silvano
Orzinuovi (Bs) 30/11/1970
25034 Orzinuovi (Bs) Viale Piave 40
Dimissioni
3541
Mangano Salvatore
Desio (Mi) 03/09/1958
25124 Brescia Via Creta 21
Dimissioni
3243
Milini Faustino
Pontevico (Bs) 20/02/1958
25026 Pontevico (Bs) Via Padri Giuseppini 40
Dimissioni
3716
Verzeletti Davide
Travagliato (Bs) 01/03/1965
25039 Travagliato (Bs) Via Tito Speri 6/A
Dimissioni
3962
Zini Mauro
Gavardo (Bs) 11/06/1969
25080 Vallio (Bs) Via G. Marconi 14
Dimissioni
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 20 ottobre 2014
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
4216
Bonara Paolo
Rodengo Saiano (Bs) 04/02/1969
25050 Rodengo Saiano (Bs) Via Ponte Cingoli 34
Dimissioni
1788
Bortolotti Adriano
Manerba sul Garda 26/03/1946
25080 Manerba del Garda (Bs) Via Dei Narcisi 15
Dimissioni
5347
Bosio Antonella
Iseo (Bs) 15/01/1976
25049 Iseo (Bs) Via Bonomelli - Tr. IV, 4
Dimissioni
6234
Monfardini Simone
Montichiari (Bs) 05/05/1989
25021 Bagnolo Mella (Bs) Via Romanino 3
Dimissioni
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 3 aprile 2014
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
4501
Montichiari (Bs) 29/01/1977
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Decesso
Bellandi Nicola
Il mondo di B. Bat.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/3 - 89