Scarica - "Sant`Anselmo da Baggio V."

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20 giugno 2010 - 514
PARROCCHIA S. ANSELMO - MILANO
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OGGI
In giornata RITIRO FIDANZATI
IV DOMENICA
DOPO PENTECOSTE
Non uccidere. Ma io vi dico:
nessuno si adiri
con il proprio fratello
* Ore 17.00 VESPERO ED ADORAZIONE Vangelo: Mt 5, 21 - 24
* Ore 18.00 Prima S. MESSA presso Gesù ci ha detto di essere venuto a
"dare compimento alla Legge".
Sì, quello che egli ci invita a fare supera di gran lunga la
giustizia degli scribi e farisei che pure erano scrupolosi
di
osservanti della legge.
Il balzo in avanti sta nel fatto che Gesù insiste nell'invitare a
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MARTEDI’ 22 GIUGNO
vivere (non solo a memorizzare) quell'unico comandamento
Conclusione gruppi di ascolto in cui c'è tutto: la legge e i profeti. E l'unico comandamento è
dell'amare Dio e il prossimo; anzi dell'esprimere
Ritrovo ore 21.00 in Chiesa - seguirà rinfresco quello
l'amore di Dio amando il prossimo; mai disattendendolo
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MERCOLEDI’ 23 GIUGNO neppure nel caso che ci sia di mezzo l'offesa. Qui sta la
e la carica rivoluzionaria dell'insegnamento di Gesù.
dalle ore 18.00 alle ore 19.00 bellezza
Non è concepibile che io me ne vada tranquillo in chiesa per
ESPOSIZIONE SS. SACRAMENTO e mie pratiche devote, se ho della "ruggine" con qualcuno.
Anzi, la radicalità di Gesù giunge a dirmi: se stai per pregare
e ADORAZIONE SILENZIOSA
e ti viene in mente che una certa persona è rimasta ferita in
cuore a causa tua, non pensar di poter "snocciolare preghiere".
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GIOVEDI’ 24 GIUGNO
Esse rimbalzerebbero contro di te, se non vai prima a
* ore 21.00 Incontro in preparazione alla
riconciliarti con quella persona "che ha qualcosa contro di te".
la nostra parrocchia
Don Roberto DE STEFANI
FESTA PATRONALE
(3 ottobre) e avvio Signore, la mia preghiera, oggi, è questa: liberami dal
attività pastorale del mese di settembre - nascondermi dietro il muro delle mie scuse e giustificazioni.
Tirami tu al di qua delle barricate. Fammi, al più presto,
tutti sono invitati a partecipare
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DOMENICA 27 GIUGNO
V DOMENICA DOPO PENTECOSTE
* Ore 10.30 (durante la S. Messa)
celebrazione di due BATTESIMI
contattare chi ce l'ha con me. E io potrò pregarti poi in pace,
potrò vivere la tua Parola che è pace.
RICORDIAMO NELLA
PREGHIERA I NOSTRI
FRATELLI DEFUNTI
* Ore 17.00 VESPERO ED ADORAZIONE FRANCHI Luciano
14 06 10
PROGRAMMA ORATORIO ESTIVO 2010
SECONDA SETTIMANA - 21 / 25 GIUGNO
Lunedì 21 giugno: In oratorio: Compiti (per le elementari), giochi, film, laboratori …
Martedì 22 giugno: In oratorio: Compiti (per le medie), giochi, film, laboratori …
Mercoledì 23 giugno: Gita a BUSTO ARSIZIO (presso il PIME) ritrovo ore 8,30 sul sagrato
Giovedì 24 giugno: In oratorio; S. Messa, compiti (per le elementari), giochi, film, laboratori …
Venerdì 25 giugno: USCITA GARDALAND WATERPARK
BUON DIVERTIMENTO A TUTTI
Orari in oratorio: 9.00 - 17.00
In chiesa con l’infradito: un problema di regole
Con le vacanze torna d’attualità il tema dell’abbigliamento poco formale e spesso succinto nei luoghi di culto.
Ne parla Marinella Calzona, esperta di Scienze dell’Educazione e teologa.
«Non serve strapparsi le vesti, ma occorre offrire elementi utili ai fedeli per
recuperare la sacralità degli spazi»
di Annamaria BRACCINI
Infradito sì, infradito no. Anche se finalmente è arrivata l’estate, forse, bisognerebbe capire che
non tutti i luoghi, specialmente a Milano, sono in riva al mare. E non è necessario stupirsi se a
scuola, il professore, e ancora di più, in chiesa, il parroco, impongono qualche regola. Non si
tratta di oscurantismo, ma prima di tutto di rispetto e di buon senso.
Il problema c’è: lo dice chiaramente “un’addetta ai lavori”: Marinella Calzona, tra le fondatrici
dell’associazione Moda e Modi e del portale Imore, teologa ed esperta in Scienze dell’Educazione,
che spiega senza mezzi termini quanto la questione sia molto più ampia di un semplice interrogativo di costume: «Il tema dell’abbigliamento poco formale e spesso succinto in luogo sacro tocca
tutti. La moda o il modo di vestirsi, in bene e in male, è specchio dei tempi. Non a caso il sociologo
Zygmunt Baumann ha definito il nostro tempo “Modernità liquida”, proprio per indicare che non
esistono punti di riferimento, sicurezze, mentre prende sempre più piede una vita, appunto,
“liquida”, costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo, specie a quelle relative al consumo, per
non sentirsi esclusa. Evidente, in un tale contesto, il rischio che corrono i giovani, sempre più
fragili e immersi in un modello culturale senza “paletti” che aiutino a definire ciò che è bene e ciò
che è male. D’altra parte, l’abbigliamento, per i ragazzi, è un segno di appartenenza e omologarsi
agli standards dei coetanei regala loro quella sicurezza che non hanno per immaturità.
Il problema di oggi è la mancanza di coscienza di sé e del proprio corpo. Da un lato, il corpo non
ha valore, lo “svendo” mettendolo in mostra; dall’altro, dico tutto di me con il corpo e attraverso il
corpo, perché il mio valore sta lì per intero. Lo si cura in modo eccessivo, lo si usa per raccontarsi,
questo è il significato, ad esempio, dei tatuaggi. Un altro fattore che si deve tenere presente
è l’aspetto commerciale: i giovani sono un mercato molto appetibile per il mondo della moda: su
questo settore del consumo si fanno investimenti anche ingenti, si privilegia il desiderio tipico
dell’età di cambiare spesso capi ed è, quindi, del tutto chiaro che più si diffonde l’omologazione,
più si vende. Ora è trendy questo, domani già tutt’altro. Non dimentichiamo, poi, che
sull’abbigliamento giovanile nel quotidiano ha un’influenza determinante la televisione, in mancanza di altri modelli. Gli eroi dei nostri tempi, purtroppo, sono le veline, i protagonisti di certi
show, gli sportivi, le celebrity. Naturalmente per queste persone è di somma importanza
“apparire” ed
apparire comunque, quindi anche accettando di rompere regole».
Insomma, si vorrebbe entrare in chiesa vestiti come si va sull’Isola dei famosi? «Sì. Mancando i
princìpi, sfugge l’idea che sia necessario adeguare l’abbigliamento al luogo, alle circostanze e
all’identità personale: ossia a “chi sono”, a “come sono fatto”, all’età e al ruolo. Relativamente al
vestiario con cui entrare in chiesa, il problema - ma anche la via di soluzione - sta a monte e
significa recuperare il senso della sacralità degli spazi. La questione vera ha molto a che vedere
con la formazione e la catechesi di giovani ed adulti: occorre tornare a percepire che un luogo è
sacro perché è luogo della presenza di Dio in mezzo agli uomini, comprendendo, ancor più in
profondità, “chi sia Dio”».
Qualche soluzione da suggerire, a genitori in difficoltà e a sacerdoti preoccupati? «Una volta
recuperato questo senso compiuto del sacro sarà più facile che l’abbigliamento
sia più adeguato. Nel frattempo è necessario che la catechesi, voglio dire anche
la predica domenicale, ci indichi con esattezza ciò che è adatto al luogo di culto
e ciò che non lo è. Non serve strapparsi le vesti come se si volesse imporre il
burqua, occorre semmai, offrire elementi utili, come i dress code che stanno
adottando tante aziende per salvaguardare la loro immagine. È interessante
WWW.SANTANSELMODABAGGIO.IT