Matinèe a cinema:Il Ragazzo Invisibile

Transcript

Matinèe a cinema:Il Ragazzo Invisibile
ISTITUTO COMPRENSIVO
“D’AOSTA”
Tutti gli usi della parola a tutti, non perché tutti siano artisti,
ma perché nessuno sia schiavo (Rodari)
Percorso Perditra Tantimondi
Matinee a cinema
Sala Eliseo Poggiomarino
martedì 26 gennaio 2016
Il Ragazzo Invisibile
Dati tecnici. Regia di Gabriele Salvatores.
Con Ludovico
Girardello, Valeria
Golino, Fabrizio Bentivoglio, Christo
Jivkov, Noa Zatta. Titolo originale The
Invisible Boy. Fantastico, durata 100 min.
- Italia, Francia 2014.
Di cosa tratta il film. Chi non hai mai desiderato avere un potere da supereroe? E se un
giorno scoprissimo di poter diventare invisibili? Gabriele Salvatores, uno dei nostri
registi più versatili, si cimenta con il genere fantascientifico e dirige Il ragazzo
invisibile, una storia dedicata al pubblico dei più giovani. Michele è un adolescente di
13 anni, sveglio ma senza particolari attitudini. È biondo, ha gli occhi azzurri e un viso
delicato, non brilla nello studio, i compagni lo prendono in giro, non è nemmeno bravo
nello sport. Insomma, è un comune adolescente, innamorato perdutamente di una nuova
arrivata di straordinaria bellezza. A Trieste vive insieme alla mamma, una brava
poliziotta, e la sorellina. Non ama studiare e non ama i suoi compagni di scuola, in
particolare Ivan e Brando che non perdono l’occasione di fare i bulli con lui. È
innamorato, come detto, di Stella, ma non riesce mai a trovare il modo giusto per
dirglielo. Ad un certo momento lo straordinario irrompe nella vita del protagonista: una
mattina, infatti, si sveglia e scopre di essere diventato invisibile. E questa non sarà la
sua unica scoperta: Michele, in realtà, è figlio di due “speciali”, ovvero contadini russi
che, in patria, hanno subito radiazioni (a causa di esperimenti genetici) e che per questo
si sono trasformati in mutanti con superpoteri. I genitori di Michele, con altre creature
come loro, sono stati radunati in un campo di prigionia per essere sottoposti a studi e
osservazioni, ma loro decidono di fuggire alle autorità per lasciare libero il figlio di
vivere un’esistenza normale; abbandonano il bambino sulla soglia della casa di una
donna, che si prenderà cura di lui con amore fino al momento in cui diventa invisibile e
dovrà cercare le risposte sulle proprie origini. Quando Michele scopre di avere il potere
I.C. “D’Aosta” Ottaviano Scheda didattica del film “Il Ragazzo Invisibile”
1
di diventare invisibile, tuttavia, non sa come utilizzarlo se non per “vendicarsi”
dell’insegnante inopportuna, dei prepotenti non tanto intelligenti e per stare più vicino
alla ragazza che ama. Fino a quando una sera Michele, unico testimone del rapimento di
Stella, decide di darsi da fare. Non sa però che quel rapimento non è un rapimento
“classico” voluto da malavitosi che vogliono ricavarne un riscatto. C’è un piano che
coinvolge un programma molto più grande di quello che immagina.
Il finale svela i misteri del fantasy e restituisce al ragazzo la propria identità. Una ricerca
che passa attraverso dubbi, paure e sorprese. Ma questo appartiene a tutti, non solo a chi
proviene da un mondo parallelo.
Significati. Ciascuno di noi almeno una volta
comprende che la vita, il mondo e la realtà che ci
circonda è qualcosa di più di quello che vediamo,
tocchiamo e sentiamo. C’è un mondo sconosciuto dove
sono tanti gli uomini e i bambini che hanno poteri da
supereroi. E tali poteri non sono solo quelli del corpo,
ma sono soprattutto doni dell’anima, che nascono da
paure o da aspirazioni: quante volte abbiamo sentito il
desiderio di scomparire dalla vita degli altri, per evitare
persone (professori, amici non simpatici) o situazioni
che ci provocano imbarazzo, o paure di non essere
all’altezza dei compiti che ci affidano? E quante volte
abbiamo desiderato di essere invisibili per fare cose
magiche o salvare persone?
Michele è il classico nerd: compra per una festa in maschera un costume brutto e per
pochi soldi, è vessato dai bulli a scuola ed è innamorato di una ragazza irraggiungibile.
Quanti ragazzi, nella sua stessa situazione, vorrebbero essere qualcun altro oppure avere
l’opportunità di usare superpoteri? Una volta scoperto di essere invisibile, il
protagonista nutre il sentimento di vendetta nei confronti di chi lo ha sempre
sottovalutato e cerca, così, di dimostrare la sua forza e la sua superiorità con azioni
comiche, goffe, esagerate e, alla fine, inutili. Un buon messaggio, questo, per tutti gli
adolescenti che non hanno ancora trovato la propria identità e si affidano a maschere
(vestiti, trucchi, piercing) o ad atteggiamenti artefatti per la necessità di essere accettati
dal gruppo, per ottenere attenzioni, per conquistare l’affetto dei coetanei o degli adulti.
Al contrario dei film fantascientifici americani, in questo il regista sottolinea che l’uso
dei poteri non aumenta il ritmo della narrazione ma, al contrario, risulta fonte di
riflessioni sulle insicurezze dei giovani e, a volte, l’inadeguatezza dei più grandi nel
saperli ascoltare, capire e aiutare. Gli adulti sono presenti nel racconto e nella vita di
Michele: sono, a loro modo, amorevoli e attenti ma, come nella realtà, risentono della
voglia di apparire quando, invece, sarebbe meglio che per i figli, alunni, nipoti,
rimanessero una presenza al loro fianco, quasi appunto “invisibile”, ma certa e
confortante. Ancora un viaggio, per il regista premio Oscar, questa volta verso un
“altrove” che esplora le possibilità dell’esistenza, non necessita di superpoteri per essere
affrontata, ma di coraggio, un pizzico di autostima, bontà e di tutte le qualità che una
persona ha già dentro di sé e che i più giovani devono imparare a scoprire. Il ragazzo,
infine, capisce, e ricorda anche agli spettatori, che avere superpoteri (magari anche solo
tanto denaro o tanta tecnologia a disposizione) comporta anche grandi responsabilità,
come diceva Spiderman, uno degli eroi a cui si pensa guardando il film: bisogna sempre
I.C. “D’Aosta” Ottaviano Scheda didattica del film “Il Ragazzo Invisibile”
2
stare attenti a come si usano i “poteri” che si hanno a disposizione, considerando di non
fare mai del male a se stessi e, soprattutto, agli altri. Michele, come i protagonisti dei
film di Salvatores citati, affronta un’avventura, supera le proprie paure, si mette in gioco
e scopre la propria interiorità: si tratta, quindi, di un viaggio di formazione faticoso, ma
allo stesso tempo affascinante e strabiliante, come lo è la vita stessa.
La scelta del potere dell'invisibilità è ricca di valenze metaforiche, soprattutto per il
cinema che è per definizione racconto del visibile, e visto che l'adolescenza è in genere
il periodo di minima autostima e massimo narcisismo, essere invisibili diventa
contemporaneamente un'aspirazione e uno spauracchio. Salvatores sceglie di filmare
l'assenza nel momento stesso in cui rivendica il suo (anti)eroe come presenza
innanzitutto fisica, e non sottrae il suo protagonista
all'ambiguità di questo rapporto di attrazione e repulsione
verso il proprio "non essere".
Ha detto il regista Gabriele Salvatores. Ho sempre
pensato che l'adolescenza sia uno dei periodi più difficili
nella vita di un essere umano. Il tuo stesso corpo diventa
un estraneo, ti guardi allo specchio e non ti riconosci,
senti che dentro di te sta nascendo un potere (un super
potere?) che non sai come usare... Anche perché ancora
non hai ben capito chi sei e che posto hai nel mondo.
Sono sicuro che tutti gli adolescenti si sono sentiti almeno
una volta "invisibili". O avranno desiderato esserlo. E
tutti, almeno una volta, avranno desiderato di avere un
potere speciale che li protegga o li renda eroi almeno "just
for one day", come canta David Bowie. Io non ho figli
ma, forse proprio per questo, mi è capitato, negli ultimi
anni, di girare già tre film con protagonisti adolescenti: sono il nostro futuro e io, che
faccio il regista, sento il dovere di contribuire al loro immaginario. Il genere fantastico
non è molto frequentato dal nostro cinema. Eppure chi oggi ha meno di quarant'anni è
cresciuto anche con un immaginario "fantasy". La nostra cultura moderna, basata sulla
forma estetica del realismo, si è arricchita di nuove suggestioni e nuovi immaginari. Lo
stesso concetto di realismo, dopo la scoperta dell'inconscio e l'avvento della "realtà
virtuale", andrebbe ridefinito. Come dice Spider Man: "Grandi poteri generano grandi
responsabilità". C'è una strada italiana al fantasy? Si possono scrivere storie che
interessino generazioni diverse, genitori e figli? Queste storie ci appartengono? Si
possono raccontare senza budget multimiliardari? E c'è un pubblico italiano per un
fantasy italiano? Queste sono le sfide che vogliamo raccogliere. Tra tutti i super poteri,
l'invisibilità è quello più intimo e discreto: non puoi volare, non diventi una torcia
umana, non sfondi muri... Puoi solo sparire. Un super potere dell'anima. Mi ha sempre
colpito una frase di Stan Lee, autore di Spider Man: "Super Eroi con super problemi!".
Anche il nostro giovane super eroe ha dei super problemi, ma non sono quelli di salvare
il mondo o di combattere contro altri super eroi, ma altri molto più intimi e personali ma
per lui importantissimi. Credo che abbiamo usato praticamente tutti gli effetti speciali a
disposizione, da quelli di Méliès a quelli 3D di ultima generazione. La creazione di
immagini si sta spostando sempre di più dal set alla post produzione. Ma, alla fine, certo
anche grazie agli effetti speciali che la precedono nella storia, la scena che mi emoziona
di più è quella in cui il ragazzo, invisibile, ascolta sua madre che parla al telefono a
I.C. “D’Aosta” Ottaviano Scheda didattica del film “Il Ragazzo Invisibile”
3
pochi centimetri da lui. E sono solo due inquadrature girate in maniera molto
tradizionale.
Graphic novel. Il ragazzo invisibile è diventato anche una graphic novel prodotta da
Panini Comics con Rai Cinema e Indigo Film. La storia si sviluppa a partire dai
personaggi del film, i testi sono di Diego Cajelli. I tre piani narrativi che si intrecciano
nella storia sono affidati ad altrettanti artisti italiani.
Tecnica cinematografica. Gabriele Salvatores compie un altro salto di stile
cimentandosi con un film di genere nel genere: una storia di supereroi all'interno di un
film per ragazzi, filone supremamente (e inspiegabilmente) trascurato in Italia. Quello
di Michele è un classico viaggio di formazione che pone al pubblico, snocciolandole
una dopo l'altra all'interno di una narrazione fluida e coesa, le grandi domande di chi si
affaccia all'età adulta (e che continuano a riguardare anche il mondo dei "grandi"). Chi
siamo? Di chi possiamo fidarci? A chi dobbiamo dare ascolto? Di chi (o che cosa)
siamo figli? La nostra famiglia di elezione coincide con quella biologica? Quali sono i
nostri veri talenti e come possiamo usarli in modo consapevole? Salvatores sceglie, con
molta onestà artistica, di ricordarci che il suo film deve rimanere accessibile in primis ai
giovanissimi, e dunque non disdegna spiegazioni didascaliche e sottolineature esplicite,
rifiutando lo snobismo dell'autore adulto che strizza l'occhio ai suoi coetanei. Il ragazzo
invisibile resta però fortemente autoriale nelle scelte estetiche e narrative, che rispettano
la composizione grafica del fumetto e l'iperrealismo (magico) del racconto fantastico.
Gli effetti speciali del film sono artigianali nel senso migliore del termine: niente di
fantasmagorico o strabiliante, piuttosto un recupero della meraviglia e dell'incanto
infantile, sempre profondamente radicati nella concretezza di una quotidianità
riconoscibile. Anche il montaggio si tiene lontano dalla frenesia da action
movie hollywoodiano, ancor più se legato all'immaginario fumettistico. Il ragazzo
invisibile lavora soprattutto sulla costruzione dei personaggi e sulla semina dei grandi
quesiti esistenziali, sempre enunciati a misura di adolescente.
Per il lavoro in classe dopo la visione del film. 1.Salvatores sostiene che, oggi, "lo
stesso concetto di realismo si è arricchito di nuove suggestioni e nuovi immaginari dopo
la scoperta dell'inconscio e della realtà virtuale. Ha ragione? Qual è la vostra opinione in
merito? 2. Salvatores si chiede se ci sia un pubblico italiano per un fantasy italiano ed
egli ci sta provando. Qual è la vostra opinione in merito? C'è questo pubblico? 3.
Michele, il protagonista del film, frequenta la scuola e non è amato dai compagni. In
effetti, non è che egli si dia molto da fare per essere accettato. Perché secondo voi? 4.
Per Michele, nella sua classe, conta solo Stella, la ragazzina di cui, nell'entusiasmo dei
suoi giovanissimi anni, è perdutamente innamorato. Ma ella sembra non accorgersi di
lui fino a che.... Fino a che cosa? 5. Gabriele Salvatores sostiene che "l'adolescenza è
uno dei periodi più difficili della vita di un essere umano". E in effetti è vero; se si è
maschi, ad esempio, si cresce velocemente, il viso si riempie di brufoli, la voce cambia,
si comincia a guardare le ragazze o una ragazza in una maniera diversa, si soffre per
amore con una intensità forse superiore a quella dei grandi e spesso si è infelici.
Secondo voi sono giuste tutte queste definizioni che segnano il passaggio dall'infanzia
all'adolescenza alla prima giovinezza? 6. Salvatore dice che tutti i ragazzi, almeno una
volta nella vita, abbiano sognato di essere invisibili. E voi avete fatto un sogno simile e
I.C. “D’Aosta” Ottaviano Scheda didattica del film “Il Ragazzo Invisibile”
4
se a voi capitasse di possedere il dono dell'invisibilità qual è la prima azione che
compireste? 7. E' indubbio che il fantasy statunitense abbia grande seguito in Italia dove
molti ragazzi hanno fatto propria la frase di Spiderman "grandi poteri generano grandi
responsabilità". Quando Michele scopre di avere il dono della invisibilità ricorda la
frase di Spiderman nel compiere tutte le sue azioni successive o la dimentica? 8. In base
a quale oggetto legato ad Halloween, Michele pensa di poter essere invisibile? 9. E
quando Michele scoprirà che il suo potere è molto più profondo e pericoloso? 10. Il
primo della classe di Michele a essere vittima di una serie di strani rapimenti è Martino
piccolo genio della matematica. Perché proprio lui? 11. Poi tocca a Ivan, diciassette
anni, ripetente con cui Michele ha un conto aperto. Perché? E perché poi tra loro i
rapporti cambiano? 12. Brando un altro
compagno di classe di Michele, all'inizio è
fedele seguace di Ivan e poi... Perché
Brando dà il meglio di sé nel finale del
film? 13. All'inizio della storia Giovanna,
la mamma di Michele sembra non capire
più suo figlio. Lo sente e lo vede diverso e
lontano ma poi... cosa accade? 14.
Giovanna è una poliziotta che indaga sulla
scomparsa dei compagni del figlio. Quando
si rende conto che Michele abbia le sue responsabilità in queste sparizioni degli altri
ragazzi? 15. Basili è lo psicologo che la Polizia manda nella classe di Michele per
aiutare psicologicamente i ragazzi, preoccupati per la scomparsa dei loro compagni.
Basili nel corso della storia, cambia diventando, egli sicuro all'inizio, insicurissimo. E'
giusto dire che, nel film, tutti gli adulti e non solo Basili, siano sempre in difficoltà e
che la loro sicurezza sia solo apparente? 16. Perché Andreij uomo misterioso, cieco e
dotato della capacità di leggere nel pensiero rivela improvvisamente a Michele di essere
suo padre? 17. Secondo voi Andreij è un supereroe?
Riflettiamo sui ruoli e sulle relazioni. Cosa significa essere “eroi”? Analizza il
rapporto tra il protagonista e i suoi coetanei: quali sono i suoi sentimenti? Come supera
le difficoltà nella relazione? Gli adulti come si comportano con il ragazzo? Sono di
esempio? Quanto è importante l’ambiente scolastico nella formazione dei ragazzi?
Rifletti sull’uso dei “poteri”, che possono essere individuati, ad esempio, anche nella
tecnologia che oggi abbiamo a disposizione. Fai un confronto sulle diverse tecniche
utilizzate per raccontare le storie. Svolgi una ricerca sul genere fantasy: quali differenze
tra questo film e le produzioni americane, ad esempio? Quali sono i modi migliori e più
intelligenti di usare Internet? Fai anche una riflessione sul fenomeno cyberbullismo.
Approfondisci il significato delle parole: “coraggio” e “responsabilità.
Gli invisibili nella letteratura per ragazzi. La letteratura giovanile ha da sempre
privilegiato il tema dell’invisibilità, basti pensare a Harry Potter al quale Albus Silente,
regala il Mantello dell’Invisibilità, appartenuto al padre. Il mantello permette ad Harry
di essere presente in alcune situazioni pericolose e di sfuggire così ai suoi nemici.
Anche Tom Sawyer ricorre alla invisibilità quando guarda, non guardato, ciò che
succede durante il suo falso funerale. Dove l’invisibilità rappresenta una costante del
racconto è però la narrativa fiabesca, nella quale personaggi, oggetti magici, luoghi,
alberi possono sfruttare l’essere invisibile per proteggere i buoni o per salvarli dal
I.C. “D’Aosta” Ottaviano Scheda didattica del film “Il Ragazzo Invisibile”
5
pericolo. Anche nel mito l’essere invisibile può decidere del finale di una storia o di
un’azione e non solo nella mitologia classica, ma anche in quella moderna. Ne Il
Signore degli Anelli infatti, chi infila l’anello al dito può sfruttare il potere di non
essere visto, né percepito. Nella letteratura del Trecento abbiamo un esempio esilarante
di invisibilità, quella legata al Decameron e in particolare alla novella di Buffalmacco, il
quale viene irriso dai suoi amici che gli fanno credere di essere diventato invisibile.
Gianni Rodari, Tonino l’invisibile. Offriamo qui il testo di una famosa novella di
Rodari sull’invisibilità.
Una volta un ragazzo di nome Tonino andò a scuola che non sapeva la lezione ed era
molto preoccupato al pensiero che il maestro lo interrogasse. «Ah, - diceva tra sé, - se
potessi diventare invisibile ... » Il maestro fece l'appello, e quando arrivò, al nome di
Tonino, il ragazzo rispose: - Presente! - ma nessuno lo sentì, e il maestro, disse: Peccato che Tonino non sia venuto, avevo giusto pensato di interrogarlo. Se è
ammalato, speriamo che non sia niente di grave. Cosí Tonino comprese di essere
diventato invisibile, come aveva desiderato. Per la gioia spiccò un salto dal suo banco e
andò a finire nel cestino della carta straccia. Si rialzò e si aggirò qua e là per la classe,
tirando i capelli a questo e a quello e rovesciando i calamai. Nascevano rumorose
proteste, litigi a non finire. Gli scolari m si accusavano l'un l'altro di quei dispetti, e non
potevano sospettare che la colpa era invece Tonino l'invisibile. Quando si fu stancato di
quel gioco Tonino uscì dalla scuola e salì su un autobus, naturalmente senza pagare il
biglietto, perché nessuno poteva vederlo. Trovò posto libero e si accomodò. Alla
fermata successiva salì una signora con la borsa della spesa e fece per sedersi proprio in
quel sedile, che ai suoi occhi era libero. Invece si sedette sulle ginocchia di Tonino, che
si sentì soffocare. La signora gridò: - Che scherzo è questo? Non ci si può più nemmeno
sedere? Guardate, faccio per posare la borsa e rimane sospesa per aria. La borsa in realtà
era posata sulle ginocchia di Tonino. Nacque una gran discussione, e quasi tutti i
passeggeri pronunciarono parole di fuoco contro l'azienda dell’autobus. Tonino scese in
centro, si infilò in una pasticceria e cominciò a servirsi a volontà, pescando a due mani
tra maritozzi, bignè al cioccolato e paste d'ogni genere. La commessa, che vedeva
sparire le paste dal banco, diede la colpa ad un dignitoso signore che stava comprando
delle caramelle col buco per una vecchia zia. Il signore protestò: - Io ladro? Lei non sa
con chi parla. Lei non sa chi era mio padre. Lei non sa chi era mio nonno! - Non voglio
nemmeno saperlo, - rispose la commessa. - Come, si permette di insultare mio nonno!
Fu una lite spaventosa. Corsero le guardie. Tonino l'invisibile scivolò tra le gambe del
tenente e si avviò verso la scuola, per assistere all'uscita dei suoi compagni. Difatti li
vide uscire, anzi, rotolare giù a valanga dai gradini della scuola, ma essi non lo videro
affatto. Tonino si affannava invano a rincorrere questo e quello, a tirare i capelli al suo
amico Roberto, a offrire un lecca lecca al suo amico Guiscardo. Non lo vedevano, non
gli davano retta per nulla, i loro sguardi lo trapassavano come se fosse stato di vetro
Stanco e un po' scoraggiato Tonino rincasò. Sua madre era al balcone ad aspettarlo. Sono qui, mamma! - gridò Tonino. Ma essa non lo vide e non lo udí, e continuava a
scrutare ansiosamente la strada alle sue spalle. - Eccomi, papà, - esclamò Tonino,
quando fu in casa, sedendosi a tavola al suo solito posto. Ma il babbo mormorava,
inquieto: - Chissà perché Tonino tarda tanto. Non gli sarà mica successa qualche
disgrazia? - Ma sono qui, sono qui! Mamma, papà! - gridava Tonino. Ma essi non
udivano sua voce. Tonino ormai piangeva, ma a che servono lacrime, se nessuno può
vederle? - Non voglio più essere invisibile, - si lamentava Tonino, col cuore in pezzi. -
I.C. “D’Aosta” Ottaviano Scheda didattica del film “Il Ragazzo Invisibile”
6
Voglio che mio padre mi veda, che mia madre mi sgridi, che il maestro mi interroghi!
Voglio giocare con i miei amici! È brutto essere invisibili, è brutto star soli. Uscì sulle
scale e scese lentamente in cortile. - Perché piangi? - gli domandò un vecchietto, seduto
a prendere il sole su una panchina. - Ma lei mi vede? -domandò Tonino, pieno d'ansia. Ti vedo sì. Ti vedo tutti i giorni andare e tornare da scuola. - Ma io non l'ho mai visto,
lei. - Eh, lo so. Di me non si accorge nessuno. Un vecchio pensionato, tutto solo, perché
i ragazzi dovrebbero guardarlo? Io per voi sono proprio come l'uomo invisibile. Tonino! - gridò in quel momento la mamma dal balcone. - Mamma, mi vedi? - Ah, non
dovrei vederti, magari. Vieni subito e sentirai il babbo. - Vengo subito mamma – gridò
Tonino pieno di gioia. Non ti fanno paura gli sculaccioni? – rise il vecchietto. Tonino
gli volò al collo e gli diede un bacio. - Lei mi ha salvato – disse. - Eh che esagerazione !
– disse ridendo tra sé il vecchietto.
I.C. “D’Aosta” Ottaviano Scheda didattica del film “Il Ragazzo Invisibile”
7