Rapporto immigrati con Diabete

Transcript

Rapporto immigrati con Diabete
STUDIO DAWN ITALIA
INDAGINE
SUGLI IMMIGRATI CON DIABETE
E SUI LORO MEDICI SPECIALISTICI
Rapporto di base
Milano, 8 gennaio 2007
INDICE
pag.
PREMESSA
2
NOTE METODOLOGICHE
4
GLI IMMIGRATI CON DIABETE
IL CAMPIONE DEGLI IMMIGRATI CON DIABETE
9
PROFILO DEL DIABETE
15
EVOLUZIONE DEL DIABETE
23
LA SITUAZIONE ATTUALE
28
IL FUTURO
38
PROFILO DEI PAZIENTI DIABETICI
51
I MEDICI SPECIALISTICI DEGLI IMMIGRATI CON DIABETE
PRATO
59
GENOVA
63
MAZARA DEL VALLO
66
UNA NOTA DI CONFRONTO
69
1
PREMESSA
Questo documento costituisce il rapporto di una indagine “pilota” in materia di immigrati con
diabete realizzata nel quadro dello studio DAWN Italia. L’indagine è stata condotta in tre
Centri per Diabetici scelti in ragione delle etnie presenti nei rispettivi bacini di utenza:
Genova, Prato e Mazara del Vallo. Complessivamente sono state realizzate 60 interviste
personali a immigrati con diabete e 11 a medici specialistici dei centri sopra indicati.
L’indagine fa parte dello studio DAWN Italia, un articolato impianto di ricerca focalizzato sui
vari soggetti in relazione con il diabete: le persone con diabete, i medici specialistici, gli
infermieri professionali, i decisori istituzionali di Regioni significative, i familiari di persone con
il diabete, immigrati con diabete e i medici di immigrati con il diabete.
Abbiamo definito questo rapporto “di base” perché esso presenta una prima analisi dei
risultati dell’indagine, suscettibile di ulteriori e successivi approfondimenti da parte del
Committente e del board scientifico.
Il rapporto finale di sintesi delle varie fasi dell’indagine verrà consegnato a Novo Nordisk
entro il mese di febbraio 2007.
2
LO STUDIO DAWN ITALIA
LA STRUTTURA DELLA RICERCA
FASE ITALIANA
STUDIO
INTERNAZ.
INDAGINE
QUANTITATIVA
DIABETICI
INDAGINE
QUANTITATIVA
MEDICI
572 interviste
personali
150 interviste
personali
FASI AD HOC
INDAGINE
ITALIANA
INDAGINE
QUANTITATIVA
PERSONALE
SPECIALISTICO
*INDAGINE AGGIUNTIVA
SU 60 IMMIGRATI CON
DIABETE E 11 MEDICI
SPECIALISTICI
INDAGINE
QUALITATIVA
FAMILIARI DI
DIABETICI
INDAGINE
QUALITATIVA
DECISORI
ISTITUZIONALI
100 interviste personali
71 interviste personali
8 focus group
10 interviste
personali
3
NOTE METODOLOGICHE
Indagine sugli immigrati con diabete
Le interviste agli immigrati con diabete sono state condotte di persona presso tre Centri
per Diabetici scelti d’accordo con il Committente in ragione del loro interesse ai fini della
ricerca:
¾ Prato, perché annovera una consistente comunità cinese (intorno alle 15 mila persone);
¾ Mazara del Vallo, per la massiccia presenza di immigrati nordafricani;
¾ Genova, per la caratteristica della multi-etnicità della sua immigrazione.
Le interviste sono state realizzate sulla base di un questionario strutturato la cui
somministrazione ha comportato una durata media di intervista intorno ai 30 minuti. Sono
state realizzate 20 interviste in ciascuno dei Centri indicati, per un totale di 60 interviste.
Le interviste sono state realizzate tra il 15 novembre ed il 12 dicembre 2006.
4
NOTE METODOLOGICHE
Trattandosi (a nostra conoscenza) della prima indagine condotta in Italia in materia di
immigrati con diabete, le interviste sono state realizzate senza seguire alcun criterio predeterminato di selezione degli intervistandi: gli intervistatori si sono “semplicemente”
trattenuti nei tre Centri selezionati per tutto il tempo necessario a realizzare le interviste
assegnate a ciascun Centro (20), chiedendo agli immigrati volta a volta presenti la
disponibilità ad essere intervistati. I risultati hanno, perciò, un valore esplorativo e
rappresentano delle prime acquisizioni suscettibili di conferme o modifiche in successive
indagini su campioni più consistenti.
Nel rapporto – dove possibile- le risultanze della indagine sugli immigrati con diabete
vengono confrontate con i risultati della indagine sugli italiani con diabete. La
comparazione ha un valore indicativo, date le dimensioni contenute del campione degli
immigrati (e i suoi criteri costitutivi); si è, tuttavia, ritenuto interessante utilizzare le
acquisizioni dell’indagine sugli italiani con diabete come “pietra di paragone” ai fini di una
lettura più calibrata dei risultati emersi dall’indagine sugli immigrati con diabete.
5
DIMENSIONI DEI CAMPIONI (v.a.)
700
600
572
500
400
300
200
100
60
0
ITALIANI
IMMIGRATI
6
NOTE METODOLOGICHE
Indagine sui medici specialistici degli immigrati con diabete
L’indagine si è basata su 11 interviste personali a medici specialistici tra i cui pazienti
figurano anche immigrati con diabete.
Le interviste sono state ripartite tra i tre Centri per Diabetici precedentemente indicati.
Le interviste sono state condotte di persona sulla base di un questionario semi-strutturato,
con una durata media di intervista di quindici minuti.
Le interviste sono state realizzate presso i Centri per Diabetici sopra indicati dal 15
novembre al 12 dicembre 2006. Sono state effettuate 5 interviste a Prato, 3 a Genova e 3 a
Mazara del Vallo.
7
GLI IMMIGRATI CON DIABETE
8
IL CAMPIONE DEGLI IMMIGRATI CON
DIABETE
9
CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE DEGLI IMMIGRATI CON
DIABETE
L’etnia più rappresentata nel campione è quella maghrebina (37%), che è maggioritaria
a Mazara e presente anche a Genova e Prato. La seconda per dimensioni è costituita
dai cinesi (22%), presenti soprattutto a Prato. Seguono l’insieme delle etnie europee (est
europee), i latino-americani (ispanici) e gli africani.
La ripartizione per sesso è identica a quella riscontrata tra i diabetici italiani: registra,
cioè, una leggera prevalenza di maschi.
La distribuzione degli immigrati con diabete per classi di età appare
profondamente diversa da quella degli italiani: essa presenta, infatti, una
consistente concentrazione nella fascia sotto i 44 anni ed una sostanziale
assenza nelle classi d’età sopra i 65 anni. Entrambe queste caratteristiche appaiono
riconducibili alla minore età media degli immigrati rispetto alla popolazione italiana, ma
la concentrazione sotto i 44 anni va posta in relazione, in particolare, ad una maggiore
frequenza di diabetici di Tipo 1.
Il diabete di Tipo 1 è, infatti, il doppio più diffuso -in proporzione- tra gli immigrati
diabetici rispetto ai diabetici italiani.
10
GRUPPO ETNICO AUTO-DICHIARATO (%)
ALTRO
8,3%
AFRICANO
8,3%
MAGHREBINO
36,7%
ISPANICO
10,0%
ETNIE EUROPEE
15,0%
CINESE
21,7%
11
SESSO (%)
UOMINI
DONNE
100%
90%
80%
48,3
48,3
51,7
51,7
ITALIANI
IMMIGRATI
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
12
CLASSI DI ETA’ (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
50
45
43,3
40
35
33,4
34,3
30,4
30
25
20,0
20
14,3
15
11,9
10
9,1
5
3,3
0
FINO A 44 ANNI
45-54 ANNI
55-64 ANNI
65-74 ANNI
75-80 ANNI
13
TIPO DI DIABETE (%)
TIPO 2
TIPO 1
100%
11,2
90%
21,7
80%
70%
60%
50%
88,8
40%
78,3
30%
20%
10%
0%
ITALIANI
IMMIGRATI
14
PROFILO DEL DIABETE
15
Caratteristiche degli immigrati con diabete e tipo di cure per il diabete
L’immigrato con il diabete ha tipicamente un’età inferiore a 55 anni (63%), ne aveva
meno di 44 quando gli è stata diagnosticata la patologia (58%), la cui diagnosi risale –
nella metà dei casi- a meno di 5 anni fa.
Al 60% degli intervistati il diabete è stato diagnosticato per la prima volta in Italia:
si tratta, generalmente, di immigrati residenti in Italia da più di 5 anni, mentre agli
immigrati da meno di 5 anni (33%) il diabete è stato plausibilmente diagnosticato per la
prima volta nel Paese d’origine.
Al momento della prima diagnosi, l’insulina fu prescritta a ben il 42% circa degli
intervistati (a fronte del 24% degli italiani), a conferma della maggiore incidenza del
diabete di Tipo 1 tra gli immigrati con diabete.
L’utilizzo dell’insulina come cura (da sola o insieme a medicinali per abbassare il tasso di
glucosio nel sangue) sale al 52% del campione al momento attuale, una percentuale
analoga a quella riscontrata tra i diabetici italiani (50%).
16
A CHE ETA’ DIAGNOSTICATO (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
40
36,7
35
32,7
30
26,9
25,0
25
20,0
20
18,3
15,6
15
12,7
12,1
10
5
0
MENO DI 34 ANNI
35-44 ANNI
45-54 ANNI
55-64 ANNI
PIU' DI 65 ANNI
17
DA QUANTO TEMPO DIAGNOSTICATO (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
50
45,0
45
40
35
30,8
30
26,0
25
20
15,0
15
15,0
12,6
14,9
13,3
11,5
10
6,7
5,0
5
3,5
0
MENO DI 1 ANNO
DA 1 A 5 ANNI
6-10 ANNI
11-15 ANNI
16-20 ANNI
PIU' DI 20 ANNI
18
LUOGO DELLA PRIMA DIAGNOSI DEL DIABETE (%)
ALTROVE
3,3%
PAESE DI ORIGINE
36,7%
ITALIA
60,0%
19
TIPO DI CURE PRESCRITTE AL MOMENTO DELLA PRIMA DIAGNOSI
DEL DIABETE (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
70
60,3
60
56,7
50
41,7
40
30
24,1
20
19,6
11,8
10
13,3
8,3
0
NESSUN FARMACO
SOLO PILLOLE/MEDICINALI
La somma supera il 100% in quanto erano possibili più risposte
INSULINA
ALTRE CURE
20
TIPO DI CURE ATTUALI PER IL DIABETE (%)
ITALIANI
50
IMMIGRATI
47,4
45,0
45
40
35
31,7
29,5
30
25
20,8
20,0
20
15
9,6
10
8,3
5
3,3
1,7
0
SOLO PILLOLE/MEDICINALI
INSULINA E MEDICINALI
La somma supera 100% in quanto erano possibili più risposte
SOLO INSULINA
ALTRE CURE
NESSUNA CURA
21
PAZIENTI CHE ASSUMONO INSULINA (%)
60
50,3
TOTALE
51,7
50
40
29,5
INSULINA E MEDICINALI
31,7
30
20
SOLO INSULINA
10
20,8
20,0
ITALIANI
IMMIGRATI
0
22
EVOLUZIONE DEL DIABETE
23
La notorietà della possibile ereditarietà del diabete
Solo il 25% degli immigrati diabetici è al corrente di avere (o di aver avuto) familiari
affetti da diabete, a fronte del 56% dei diabetici italiani.
Anche per gli immigrati, come per gli italiani, nella maggioranza dei casi si tratta di un
genitore; ad essi si aggiungono i fratelli/sorelle in proporzione analoga a quella degli
italiani (tenuto conto delle dimensioni del campione), mentre risulta più difficile per gli
immigrati diabetici ricordarsi del diabete di altri componenti della famiglia.
L’informazione corretta sull’ereditarietà del diabete e sul far parte di una categoria
a rischio appartiene solo a un terzo degli immigrati che sanno di avere, o di avere
avuto, familiari con il diabete, a fronte del 47% circa dei diabetici italiani (che sanno di
avere, o di avere avuto, familiari con il diabete).
24
DIABETICI CON FAMILIARI DIABETICI (%)
60
56,6
50
40
30
25,0
20
10
0
ITALIANI
IMMIGRATI
25
FAMILIARI CHE HANNO O HANNO AVUTO IL DIABETE (%)
La base è costituita dagli intervistati che sanno di avere, o di aver avuto, familiari con il diabete (italiani:
56,6%; immigrati: 25%). La somma supera il 100% sia per gli italiani sia per gli immigrati, in quanto
erano possibili più risposte.
ITALIANI
IMMIGRATI
70
60,8
60,0
60
50
40
35,8
30
26,7
26,7
22,2
20
10
26
0
UN GENITORE
MIO FRATELLO/ MIA SORELLA
UN ALTRO MEMBRO DELLA FAMIGLIA
NOTORIETA’ DELLA POSSIBILE EREDITARIETA’ DEL DIABETE (%)
La base è costituita dagli intervistati che sanno di avere, o di aver avuto, familiari con il diabete (italiani:
56,6%; immigrati: 25%).
ITALIANI
IMMIGRATI
60
53,3
50
45,1
40
33,3
29,3
30
25,6
20
13,3
10
27
0
EREDITARIETA' E PROPRIO RISCHIO
EREDITARIETA' MA NON PROPRIO RISCHIO
NON SAPEVANO EREDITARIETA'
LA SITUAZIONE ATTUALE
28
Lo stato di controllo del diabete e la “compliance”
Il 90% degli immigrati intervistati ritiene che il proprio diabete sia (perfettamente o almeno
parzialmente) sotto controllo. Si tratta di una percentuale analoga a quella riscontrata tra
gli italiani con diabete (94%) ma con una significativa differenza: nel caso dei diabetici
italiani la maggioranza ritiene che il proprio diabete sia perfettamente sotto
controllo, mentre nel caso degli immigrati diabetici la maggioranza ritiene che il
proprio diabete sia parzialmente sotto controllo.
Prendere le medicine è il consiglio medico più seguito dagli immigrati con diabete,
seguito dal sottoporsi ad analisi. Fare esercizio fisico è, invece, il consiglio meno seguito
in assoluto, ma anche il rispetto dell’organizzazione giornaliera e il seguire una dieta
appaiono rispettati integralmente solo da minoranze.
Gli indici globali di “compliance” (“del tutto” più “in parte”) degli immigrati
diabetici sono analoghi a quelli dei diabetici italiani per quanto riguarda
l’assunzione di medicine e il sottoporsi ad analisi, risultano invece inferiori per
quanto riguarda l’organizzazione giornaliera, la dieta e soprattutto l’esercizio
fisico.
29
VALUTAZIONI SULLO STATO ATTUALE DEL DIABETE (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
60
55,0
54,5
50
39,2
40
35,0
30
20
10
5,1
5,0
5,0
0,7
0
PERFETTAMENTE SOTTO
CONTROLLO
PARZIALMENTE SOTTO
CONTROLLO
NON SICURO SOTTO CONTROLLO
NON SOTTO CONTROLLO
30
LA “COMPLIANCE” AUTODICHIARATA DAGLI IMMIGRATI CON
DIABETE (%)
DEL TUTTO
100
90
96,6
IN PARTE
95,0
18,3
80,0
80
70,0
45,0
70
60
50
40
63,3
60,0
78,3
26,7
30
50,0
20
16,7
10
16,7
10,0
10,0
SEGUIRE UNA DIETA
FARE ESERCIZIO FISICO
0
PRENDERE MEDICINE
SOTTOPORSI AD ANALISI
ORGANIZZAZIONE
GIORNALIERA
31
LA “COMPLIANCE” AUTODICHIARATA DAGLI ITALIANI E DAGLI
IMMIGRATI CON DIABETE (%)
ITALIANI
100
95,3
96,6
IMMIGRATI
98,4
95,0
92,3
90
86,7
80,0
80
70,0
70
58,4
60
50
40
30
26,7
20
10
0
PRENDERE MEDICINE
SOTTOPORSI AD ANALISI
SEGUIRE UNA DIETA
ORGANIZZAZIONE
GIORNALIERA
FARE ESERCIZIO FISICO
32
La registrazione delle analisi, l’informazione sul diabete, la responsabilità
principale della gestione del diabete
Analogamente a quanto riscontrato tra i diabetici italiani, la grande maggioranza degli
immigrati con diabete tiene registrazione delle analisi in autocontrollo domiciliare cui si
sottopone. L’abitudine delle registrazioni appare legata alla cura dell’insulina, mentre gli
immigrati che non usano l’insulina tendono addirittura a non sottoporsi ad auto-analisi.
Il Centro per diabetici ed il medico specialista sono le fonti d’informazione in assoluto più
importanti sul diabete per i pazienti stranieri. Il ruolo preminente del Centro Diabetici
come fonte di informazione per gli immigrati appare un dato di ricerca originale e
rilevante ai fini delle politiche di comunicazione.
La convinzione della responsabilità in prima persona della gestione e del controllo del
proprio diabete, che investe la maggioranza assoluta dei diabetici italiani, è notevolmente
meno diffusa tra gli immigrati diabetici. Tra questi ultimi appare, al contrario, relativamente
più diffusa la delega di responsabilità al medico specialistico o addirittura all’infermiere
specialistico.
La maggioranza degli immigrati diabetici che si ritiene responsabile in prima persona del
proprio diabete ha maturato tale convinzione con il tempo.
33
TENGONO UN REGISTRO DELLE ANALISI AUTOSOMMINISTRATE (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
70
63,3
60,0
60
50
39,7
40
30
20,0
20
16,3
10
0,3
0
SI'
NO
NO AUTO-ANALISI
34
LE FONTI D’INFORMAZIONE SUL DIABETE (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
70
63,5
60
La somma supera 100% in quanto erano possibili più risposte
53,3
51,7
50
40
35,8
31,7
30
21,7
20
10
6,8
6,6
1,7
0
IL MEDICO SPECIALISTA
IL MEDICO GENERICO
QUOTIDIANI E RIVISTE
LA TV
CENTRO DIABETICI
35
A CHI VIENE ATTRIBUITA LA RESPONSABILITA’
PRINCIPALE DEL CONTROLLO DEL DIABETE (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
70
60
58,0
50
41,6
40
30,0
30
25,2
20
16,7
INFERMIERE SPECIALISTICO
10,3
10
6,7
4,1
5,0
2,4
0
IL MEDICO GENERICO
IL MEDICO SPECIALISTA
ME STESSO
ALTRI
NON SO
36
QUANDO E’ MATURATA LA CONVINZIONE DELLA
CENTRALITA’ DELL’AUTOCONTROLLO (%)
La base è costituita dagli intervistati che si ritengono responsabili in prima persona della gestione e
controllo del proprio diabete (italiani: 58,0%; immigrati: 41,6%).
ITALIANI
IMMIGRATI
70
60,0
60
54,5
50
43,7
40
36,0
30
20
10
4,0
1,8
0
DALL'INIZIO
CON IL TEMPO
NON SO
37
IL FUTURO
38
L’atteggiamento verso il futuro
Gli immigrati con diabete, considerati nell’insieme, appaiono meno ottimisti dei
diabetici italiani di fronte alla prospettiva di convivenza con il diabete nei prossimi 5
anni: il loro “voto” medio – su una scala 1-10- si attesta, infatti, sul 5,5 al confronto del 6,3
degli italiani.
Le dimensioni contenute del campione non consentono una analisi statistica secondaria
puntuale; tuttavia, il minor grado di ottimismo degli immigrati diabetici parrebbe riconducibile
alla valutazione (segnalata nel paragrafo precedente) di un grado minore di controllo del
proprio diabete (“parzialmente sotto controllo”: 55%) rispetto agli italiani (“perfettamente
sotto controllo”: 55% circa).
39
ATTEGGIAMENTO MEDIO NEI CONFRONTI DELLA CONVIVENZA
CON IL DIABETE NEI PROSSIMI 5-6 ANNI
(voti 1 = molto pessimista; 10 = molto ottimista)
10
10
6,3
5
1
ITALIANI
5,5
5
1
IMMIGRATI
40
I medici specialistici, i medici generici e i Centri per Diabetici
Gli immigrati con diabete incontrano più difficoltà dei diabetici italiani a farsi visitare
dal medico generico (il 30% al confronto dell’8% circa) e ancor più dal medico
specialista (il 43,3% al confronto sempre dell’8% circa).
La difficoltà principale, nel caso del medico generico, è rappresentata dalle barriere
linguistiche. Nel caso del medico specialistico, le barriere linguistiche passano al secondo
posto, configurandosi come una difficoltà addizionale rispetto a quella di prendere
appuntamento, che rappresenta il primo motivo di difficoltà.
A parte la quota di intervistati che segnala difficoltà, soprattutto di ordine linguistico, a farsi
visitare dal medico generico (pari al 15% del campione), in generale gli immigrati con
diabete si trovano a proprio agio nel rapporto con il proprio medico curante.
Il 93% degli immigrati diabetici impiega meno di un’ora per raggiungere un centro
specializzato nella cura del diabete e il 60% impiega addirittura meno di mezz’ora. I tempi di
percorrenza (tenuto conto degli intervalli campionari) appaiono simili a quelli segnalati dai
diabetici italiani, che indicano in un’ora di percorrenza il raggio del bacino d’utenza dei
Centri per Diabetici.
41
FACILITA’ AD OTTENERE VISITE DEL MEDICO GENERICO (%)
MOLTO SEMPLICE
SEMPLICE
100
91,8
90
80
70,0
70
60
62,8
50
40
61,7
30
20
29,0
10
8,3
0
ITALIANI
IMMIGRATI
42
FACILITA’ AD OTTENERE VISITE DEL MEDICO SPECIALISTICO (%)
MOLTO SEMPLICE
SEMPLICE
100
91,4
90
80
70
60
56,7
67,3
50
40
46,7
30
20
10
24,1
10,0
0
ITALIANI
IMMIGRATI
43
DIFFICOLTA’ VISITE (%)
MEDICO GENERICO
SPECIALISTA
60
53,8
50
47,4
40
36,8
30
20
15,4
10,5
10
7,7
0
BARRIERE LINGUISTICHE
DIFFICOLTA' APPUNTAMENTO
DISCREPANZE ORARI
La base è costituita dagli intervistati che incontrano difficoltà ad ottenere visite dal medico generico
44
e/o dal medico specialista (pari rispettivamente al 30% e al 43,3% del campione).
SI TROVA A SUO AGIO A PARLARE CON IL SUO MEDICO CURANTE?
(%)
ITALIANI
IMMIGRATI
80
70,0
70
60
58,9
50
40
36,5
30
20
10
10,0
8,3
6,7
5,0
3,7
0,3
0,5
0
SI', DEL TUTTO
SI'
NO
ASSOLUTAMENTE NO
NON SO
45
TEMPO IMPIEGATO PER RAGGIUNGERE IL CENTRO DIABETICI
ITALIANI
IMMIGRATI
70
60,0
60
51,3
50
40
37,2
33,3
30
20
10
7,3
6,7
4,2
0
MENO DI MEZZ'ORA
MENO DI 1 ORA
MENO DI 1 ORA E MEZZO
PIU' DI 1 ORA E MEZZO
46
Sintomi e complicazioni legate al diabete
Gli immigrati con diabete segnalano una incidenza di cure in corso per complicazioni o altre
patologie legate al diabete non significativamente diversa da quella dei diabetici italiani,
tenuto conto degli intervalli di fiducia campionari (il 42% a fronte del 36%).
La patologia collaterale più diffusa riguarda gli occhi/la vista, come per gli italiani, seguita da
problemi alle estremità, che sono il doppio più diffuse che tra i diabetici italiani.
La percentuale di immigrati diabetici attualmente in cura per qualche patologia non legata al
diabete è meno della metà di quella quota riscontrata tra gli italiani (il 25% a fronte del
60%). Questa circostanza potrebbe essere riconducibile alla più giovane età media degli
immigrati diabetici rispetto ai diabetici italiani.
47
IN CURA PER PATOLOGIE LEGATE AL DIABETE (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
70
63,6
60
55,0
50
41,7
40
35,7
30
20
10
3,3
0,7
0
SI'
NO
NON RISPONDE
48
TIPO DI COMPLICAZIONE/PATOLOGIE LEGATE AL DIABETE PER CUI
È IN CURA (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
60
52,9
52,0
50
44,0
40
30
26,5
20
18,1
16,0
15,2
16,0
16,0
10
0
PROBLEMI AGLI
OCCHI/VISTA
IPERTENSIONE/
PRESSIONE ALTA
MANI O PIEDI
CUORE
REUMATISMI
Base: gli intervistati che sono in cura per complicazioni/patologie legate al diabete (italiani: 35,7%;
immigrati: 41,7%). La somma supera, in entrambi i casi, il 100% in quanto erano possibili più risposte.
49
AL MOMENTO È IN CURA PER QUALCHE PATOLOGIA NON LEGATA
AL SUO DIABETE? (%)
70
60,1
60
50
40
30
25,0
20
10
0
ITALIANI
IMMIGRATI
50
PROFILO DEI PAZIENTI DIABETICI
51
Caratteristiche principali delle persone con il diabete
La grande maggioranza degli immigrati con diabete vive in Italia da meno di 10 anni: uno su
tre addirittura da meno di 5 anni. A questi ultimi il diabete è stato generalmente
diagnosticato per la prima volta nel Paese di origine, mentre la patologia è stata
diagnosticata direttamente in Italia agli immigrati da più lunga data (che hanno anche
mediamente più anni dei primi).
Gli immigrati con diabete hanno mediamente un’istruzione medio-bassa; in larga
maggioranza, svolgono lavoro manuali, soprattutto faticosi, per lo più in un luogo fisso e con
orari regolari; non manca, tuttavia, chi è spesso lontano da casa per lavoro e chi lavora in
casa.
Il 15% vive da solo; tutti gli altri, vivono in famiglie (o convivenze), con una “moda” statistica
di 4 persone, di cui almeno una di età inferiore a 15 anni.
52
DA QUANTI ANNI VIVE IN ITALIA (%)
35
33,3
30
25,0
25
20
18,3
15
13,4
10,0
10
5
0
MENO DI 5 ANNI
6-10 ANNI
11-15 ANNI
16-20 ANNI
PIU' DI 20 ANNI
53
A CHE ETÀ HA COMPLETATO LA SUA FORMAZIONE SCOLASTICA?
(%)
ITALIANI
IMMIGRATI
40
37,3
35
30
27,3
25
22,9
21,7
20,0
20
15
14,0
13,1
12,7
11,4
10
6,6
4,7
5
5,0
3,3
0
FINO A 10 ANNI
11-14 ANNI
15-18 ANNI
19-20 ANNI
21 ANNI E OLTRE
NO FORMAZIONE
SCOLASTICA
NON RISPONDE
54
LA PRINCIPALE ATTIVITA’ GIORNALIERA (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
70
58,3
60
50
40
35,8
34,1
30
20,0
20
16,3
15,0
8,6
10
1,7
1,9
3,3
0
LAVORO MANUALE POCO
FATICOSO
LAVORO MANUALE
FATICOSO
LAVORO DA UFFICIO
STUDIO
PREVALENTEMENTE
INATTIVO
55
LA GIORNATA TIPO IN SINTESI (%)
ITALIANI
IMMIGRATI
70
60
58,0
50
46,7
40
30
26,7
21,7
20
11,7
10
7,0
8,3
4,5
3,3
3,1
0
IN CASA QUASI TUTTO
GIORNO
LAVORO IN LUOGO E
ORARI REGOLARI
LAVORO IN POSTI DIVERSI
VIAGGIARE DURANTE
GIORNO
SPESSO LONTANO DA
CASA
56
N° DI PERSONE CHE VIVONO IN FAMIGLIA (%)
TOTALI
FINO A 15 ANNI
OLTRE 60 ANNI
35
30,0
30
25
23,3
20
18,3
16,7
15,0
15,0
15
11,7
10,0
10,0
10
6,7
5,0
5
5,0
3,3
1,7
0
UNO
DUE
TRE
QUATTRO
CINQUE
PIU' DI 5
57
I MEDICI SPECIALISTICI DEGLI IMMIGRATI
CON DIABETE
58
PRATO
59
Caratteristiche dei medici specialistici e degli immigrati con diabete
(Prato)
I cinque medici intervistati a Prato sono medici specializzati nella cura del diabete o
diabetologi, hanno un’età compresa tra i 40 e i 49 anni, vantano un’esperienza
professionale nella cura del diabete di 10 anni, in media, e si occupano di 200 persone
affette da diabete, in media, al mese.
La percentuale degli immigrati con diabete (dichiarata dai medici specialistici intervistati)
si aggira intorno all’8% del totale dei pazienti seguiti: una percentuale analoga a quella
rappresentata dagli immigrati sul totale della popolazione del comune di Prato (9,1%).
Questi ultimi sono (nell’ordine pressoché concordemente indicato dai medici) cinesi,
pakistani e maghrebini.
Gli immigrati con diabete sono affetti in oltre l’80% dei casi dal tipo 2 e in quasi il 20% dal
tipo 1. L’incidenza del diabete di tipo 1 tra gli immigrati con diabete appare, quindi,
superiore a quella riscontrata tra i diabetici italiani (11%).
60
Le difficoltà incontrate dai medici specialistici nella cura degli
immigrati con diabete (Prato)
La difficoltà principale incontrata dai medici specialistici nell’assistenza a immigrati con il
diabete è costituita dalle barriere linguistiche dovute al fatto che non conoscono bene
l’italiano.
Un’altra grande difficoltà (che emerge, però, dalle domande sulle esigenze specifiche
degli immigrati con diabete) è rappresentata dalle abitudini alimentari inadatte, ad
esempio: “i cinesi mangiano solo riso e pasta” e “i pakistani usano troppi condimenti”.
Alcuni medici citano le difficoltà derivanti dalle prescrizioni religiose, in particolare nel
caso dei musulmani che, “quando c’è il Ramadan, hanno problemi a causa del digiuno,
non seguono la dieta, sono indisciplinati”.
In tema di alimentazione, una dottoressa lamenta, tuttavia, che: “non abbiamo
dimistichezza con la loro alimentazione, non abbiamo una vera casistica per bilanciare in
modo corretto la loro alimentazione.”
Alle due difficoltà principali (barriere linguistiche e alimentazione) si aggiungono, in alcuni
casi, la condizione di clandestinità e la mancanza di un aiuto adeguato da parte dei datori
di lavoro.
61
La “compliance” degli immigrati con diabete (Prato)
Il tema della “compliance” dei pazienti diabetici è stato affrontato nell’indagine con
riguardo a cinque aspetti specifici e in chiave comparativa, nel senso che ai medici
specialistici è stato chiesto: “In generale sono più attenti a seguire le sue prescrizioni,
consigli, istruzioni i pazienti italiani o gli immigrati?” Di seguito presentiamo in modo
sintetico i risultati:
¾ quasi tutti i medici ritengono che “entrambi” (sia gli italiani sia gli immigrati) pratichino
l’autoanalisi;
¾ la maggior parte dei medici pensa che “entrambi” assumano regolarmente le medicine
(la minoranza propende per gli italiani);
¾ controversi sono i giudizi riguardo il seguire una dieta (a proposito della quale si
registra una maggior attenzione da parte degli immigrati, a dispetto della difficoltà di
fondo rappresentata dalle abitudini alimentari etniche);
¾ e controverse sono anche le valutazioni riguardo il rispetto dell’organizzazione
giornaliera (con una maggiore propensione relativa verso gli italiani);
¾infine, si registra ampia concordanza sul fatto che “nessuno” segua le prescrizioni in
materia di esercizio fisico.
L’esercizio fisico regolare rappresenta, dunque, il punto debole principale della
“compliance” degli immigrati con diabete, come del resto degli italiani con diabete,
che pure sappiamo praticare attività fisica regolare (27%) in misura superiore agli italiani
62
auto-definitisi “sani” (fonte Makno, BSS 2005: 20%).
GENOVA
63
Caratteristiche dei medici specialistici e degli immigrati con diabete
(Genova)
A Genova sono stati intervistati un diabetologo ed un medico specialistico che vantano
un’esperienza professionale di 25 anni nella cura del diabete (ed un’età superiore ai 50 anni)
ed un medico più giovane con un’anzianità professionale specifica di 10 anni. I due
professionisti senior seguono 200-250 diabetici, in media, al mese, mentre il medico più
giovane ne assiste un centinaio.
I due specialisti senior annoverano un 10% di immigrati con diabete tra i propri pazienti
diabetici, mentre il medico più giovane ne dichiara addirittura il 20%. Nel complesso, gli
immigrati con diabete rappresentano intorno al 12% dei pazienti dei tre medici
specialistici:una percentuale decisamente superiore a quella degli immigrati sul totale
della popolazione del comune di Genova (5%).
Gli immigrati con diabete curati a Genova sono latino-americani, africani e cinesi. Gli
immigrati con diabete seguiti dai due professionisti più maturi sono generalmente affetti dal
diabete di tipo 2; viceversa, lo specialista più giovane si occupa generalmente di diabetici del
tipo 1.
Sebbene il quadro sia meno omogeneo di quello riscontrato a Prato, con le opportune
cautele del caso parrebbe, dunque, che anche a Genova, come a Prato, l’incidenza del
diabete di tipo 1 tra gli immigrati con diabete sia superiore a quella riscontrata tra i
diabetici italiani.
64
Le difficoltà incontrate dai medici specialistici nella cura e la
“compliance” degli immigrati con diabete (Genova)
I due professionisti più maturi dichiarano di non incontrare alcuna difficoltà nella cura
degli immigrati con diabete: plausibilmente la lingua non costituisce un ostacolo, in
questo caso, in relazione alla preminente presenza di immigrati di lingua spagnola.
Piuttosto, i due professionisti lamentano il fatto che “molti interrompono le cure perché
ritornano in Patria.”
Lo specialista più giovane elenca, invece, le stesse difficoltà evidenziate dai colleghi di
Prato: le barriere linguistiche, i differenti stili di alimentazione e la mancanza d’impegno
personale nel seguire le prescrizioni.
Quest’ultimo medico ritiene, quindi, che in generale gli italiani siano più attenti a seguire
le sue prescrizioni, consigli, istruzioni, mentre i due professionisti senior non riscontrano
differenze significative nella “compliance” degli italiani e degli immigrati.
65
MAZARA DEL VALLO
66
Caratteristiche dei medici specialistici e degli immigrati con diabete
(Mazara del Vallo)
A Mazara del Vallo sono stati intervistati due diabetologi ed un diabetologo pediatra, tutti
con un’età superiore ai 40 anni ed un’esperienza professionale di cura delle persone con
diabete superiore ai 15 anni. I due diabetologi si occupano rispettivamente di 250 e di
100 diabetici in età superiore ai 14 anni, mentre il diabetologo pediatra segue
prevalentemente persone di età inferiore ai 14 anni ma anche un numero non
trascurabile di over 14.
Anche a Mazara la quota di diabetici sul totale dei pazienti dei tre specialisti risulta
considerevolmente più elevata di quella degli immigrati sul totale della
popolazione del comune (5%). Gli immigrati con diabete sono soprattutto maghrebini,
ma non mancano i latino-americani, gli africani e i cinesi.
I due diabetologi si occupano in modo quasi esclusivo di diabetici di tipo 2, viceversa il
diabetologo pediatra segue in modo prevalente diabetici di tipo 1.
67
Le difficoltà incontrate dai medici specialistici nella cura e la
“compliance” degli immigrati con diabete (Mazara del Vallo)
Il diabetologo di maggiore esperienza professionale dichiara di non incontrare alcuna
difficoltà particolare nella cura degli immigrati, mentre gli altri due professionisti
segnalano (come i colleghi di Prato e Genova) le difficoltà derivanti dalle barriere
linguistiche e dai differenti stili alimentari, con in più una maggior enfasi sulle regole
religiose (in particolare: la pratica del digiuno durante il Ramadan, che rappresenta un
ostacolo per la terapia insulinica dei pazienti islamici). A queste difficoltà si aggiungono i
ritmi di vita faticosi, la condotta di vita irregolare e gli abbandoni della cura dovuti ai rientri
o, addirittura, ai ritorni in Patria (come segnalato anche a Genova).
In generale, i diabetologi di Mazara ritengono che gli immigrati con diabete siano
altrettanto attenti degli italiani nella assunzione delle medicine ma che siano meno
assidui per quanto riguarda l’autoanalisi e l’esercizio fisico. Discordi sono, invece, i pareri
riguardo la dieta e il rispetto dell’organizzazione giornaliera (ma va tenuto conto di quanto
già segnalato in tema di ritmi giornalieri e di differenti abitudini alimentari degli immigrati).
68
UNA NOTA DI CONFRONTO
69
Principali evidenze delle due indagini
La percentuale degli immigrati diabetici sul totale dei pazienti curati nei centri di Genova
e di Mazara del Vallo –stimata sulla base delle dichiarazioni dei medici specialistici- è
superiore alla quota rappresentata dagli immigrati sulla popolazione totale dei rispettivi
comuni. Questa circostanza potrebbe indicare o una maggior incidenza del diabete tra gli
immigrati dei due centri (maghrebini, africani, latino-americani) o una loro maggior
propensione a rivolgersi alle strutture pubbliche per la cura del diabete.
L’indagine sugli immigrati con diabete conferma la maggiore incidenza del diabete di Tipo
1, segnalata anche dai medici specialistici, collegata plausibilmente con la maggiore
presenza di giovani tra gli immigrati rispetto alla popolazione italiana (che vanta una
quota di ultra-sessantacinquenni tra le più elevate dell’intero pianeta).
Tra i medici specialistici e gli immigrati con diabete si registra ampia concordanza sulle
difficoltà di relazione rappresentate dalle barriere linguistiche. Ad esse, gli immigrati
accompagnano le difficoltà di prendere appuntamento per le visite, mentre i medici
sottolineano maggiormente le difficoltà per la cura del diabete derivanti dai differenti stili
alimentari e dai vincoli dovuti a regole religiose (in particolare per quanto riguarda i
pazienti islamici).
Concordi sono anche le valutazioni dei medici e degli immigrati sulla “compliance”: gli
immigrati con diabete sono altrettanto assidui dei pazienti italiani nell’assumere medicine
ma, in generale, non seguono i consigli in tema di esercizio fisico (anche a causa delle
70
loro condizioni generali di vita).