Un Gruppo d`Acquisto con più di 1.600 adesioni

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Un Gruppo d`Acquisto con più di 1.600 adesioni
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INDICE
FOTOVOLTAICO AMORE MIO!
2
Perchè non ha senso costruire CENTRALI NUCLEARI
8
LA CASA BIOENERGETICA
14
Come si diventa ECOLOGICAMENTE PAZZI
20
Una casta di sadici controlla
LE FERROVIE
CACAO Il quotidiano delle BUONE NOTIZIE
22
26
FOTOVOLTAICO, AMORE MIO!
2
3
La storia di un Gruppo d’Acquisto con più di 1.600 adesioni
di Maria Cristina Dalbosco
Se ne parla da anni, e grazie al meccanismo d’incentivazione chiamato
“Conto Energia” (introdotto per la prima volta nel 2005 e profondamente rivisto nel 2007 per promuovere la produzione di energia elettrica da fonte
solare), il fotovoltaico comincia ad essere una realtà importante anche nel
panorama italiano: basti pensare che
alla fine di settembre di quest’anno,
2010, gli impianti fotovoltaici entrati in
esercizio con il sostegno degli incentivi del Conto Energia 2007-2010 sono
quasi 100mila, corrispondenti a più di
1.500 MW di potenza (fonte: GSE).
Poche settimane fa, il 25 agosto
2010, è stato finalmente pubblicato in
Gazzetta Ufficiale il decreto che regolamenta il cosiddetto Terzo Conto
Energia 2011: il sistema del meccanismo incentivante previsto per il triennio 2011-2013 non ha subito grandi
“scossoni” ma alcune novità introdotte sono molto importanti. Per conoscerle e capire meglio come e perchè
sia ancora davvero conveniente per
tutti installare un impianto fotovoltaico, consigliamo la lettura dell’articolo
“Fotovoltaico: Il Nuovo Conto Energia
2011”. a pagina 5
Qui ricordiamo solo i punti essenziali
del cosiddetto Conto Energia. Vi sono
infatti due elementi nodali da comprendere:
1 - l’elettricità generata dall’impianto fotovoltaico, conteggiata con un
contatore apposito, dà diritto a un
incentivo su ogni kWh prodotto
(c.d. Conto Energia, gestito dal GSE,
Gestore Servizio Elettrico) che viene
erogato per 20 anni dal momento in
cui l’impianto viene messo in esercizio;
di dell’incentivo del Conto Energia…
ma a quel momento l’impianto si è già
ampiamente ripagato! E continua a
produrre energia…
tramite pannelli solari fotovoltaici, finanziato al 100% e che si ripaga da
sé con il denaro dell’incentivo statale
del Conto Energia.
2 - l’energia elettrica immessa in rete
(prodotta e non consumata) viene conteggiata da un diverso contatore che
calcola il “dare/avere” con il distributore (per esempio Enel) che comunica il
dato al GSE. Poi, a seconda che si sia
scelto lo “scambio sul posto” o la “cessione in rete” si avrà rispettivamente
il rimborso dei consumi dalla rete fino
a concorrenza della quantità immessa in rete (scambio sul posto) oppure
il pagamento dell’energia venduta al
GSE o sul mercato libero (cessione).
IL GRUPPO D’ACQUISTO
Dal 2007, grazie alla convenienza
offerta dal meccanismo del Conto
Energia, lavoriamo con passione per
diffondere la conoscenza di questa
importante opportunità: con il riconoscimento di un incentivo per ogni kWh
prodotto, l’installazione di un impianto
fotovoltaico è diventata accessibile a
tutti!
Anche grazie all’iniziale e travolgente entusiasmo dei lettori della nostra
newsletter “Cacao - Il quotidiano delle Buone Notizie comiche” (che fin
da subito, in centinaia, si dichiararono interessati a formare un Gruppo
d’Acquisto che trovasse le migliori
condizioni e la migliore assistenza per
l’installazione dei pannelli, e curasse
ogni aspetto della questione), sono
infatti ormai più di tre anni che coordiniamo una rete di aderenti e installatori in tutta Italia e sono quasi 250 gli
impianti realizzati.
Oggi possiamo dire che l’organizzazione del gruppo di lavoro è ormai ben
rodata: insieme all’ingegner Fauri del
Polo Tecnologico per l’Energia (www.
poloenergia. com), che fornisce il
supporto e la supervisione tecnica, e
a Merci Dolci (www.commercioetico.
it), che segue i rapporti con gli aderenti, con gli installatori e con i fornitori
degli altri servizi (assicurazione e banca), abbiamo approntato una procedura che permette di raccogliere
le adesioni e di dare assistenza in
tutti i passaggi: studio di fattibilità,
installazione dell’impianto, assistenza tecnica, analisi finanziaria
e contatti bancari, assicurazione,
erogazione del contributo.
Siamo quindi in grado di offrire un
percorso assistito per realizzare un
impianto di produzione di elettricità
CHE COSA OFFRIAMO
Quello che vogliamo offrire ai partecipanti al gruppo di acquisto è la possibilità di comprare con la garanzia di
ottenere ciò che si paga. Dovrebbe
essere una cosa normale ma tutti sappiamo che in questa società di
pazzi è già una notevole conquista.
In pratica per ogni kWh prodotto conseguono tre vantaggi economici:
1. l’incentivo erogato dal GSE su tutta
la produzione
2. il risparmio in bolletta della parte
di energia prodotta dall’impianto e immediatamente consumata (autoconsumo)
3. in caso di scambio sul posto il contributo in conto scambio (con possibilità, se è immessa in rete più energia di quanta prelevata, di scegliere
se andare a “credito di energia” o se
farsi liquidare l’eccedenza) o, in caso
di cessione, il ricavo derivante dalla
vendita dell’energia.
Dopo 20 anni non arrivano più i sol-
Per ottenere LA NORMALITÀ oggi
dobbiamo attrezzarci adeguatamente proprio perché si tratta di
una grande impresa
Come funziona il Gruppo?
1. L’interessato raccoglie la documentazione richiesta (per sapere di cosa
si tratta vai su http://energiaarcobaleno.com/fotovoltaico/come-funziona.
html, oppure scrivi a fotovoltaico@
mercidolci.it), compila la Richiesta di
valutazione preventiva gratuita e invia il tutto a: Merci Dolci srl - Loc. S.
Cristina, 14 06020 - Gubbio (PG). La
documentazione può anche essere
scansionata e inviata via mail all’indirizzo [email protected]
2. I tecnici incaricati dal gruppo di
acquisto valutano la fattibilità dell’impianto, che viene comunicata all’interessato.
3. A questo punto chi vuole installare
l’impianto con il Gruppo d’Acquisto richiede il preventivo definitivo di spesa,
corredato con il progetto finanziario.
Vale a dire: sopralluogo dell’installatore e successiva offerta comprensiva
della posa in opera e delle pratiche
GSE, oltre alla proposta assicurativa
e a quella di finanziamento da parte
della banca (ovviamente è prevista anche la possibilità di pagare in contanti). Insomma, teniamo conto di TUTTI
quelli che sono i reali costi di installazione dell’impianto fotovoltaico.
4. Una volta accettato il preventivo,
si procede con l’iter di installazione
dell’impianto: anzitutto progetto esecutivo, eventuali pratiche con l’amministrazione pubblica per il rilascio del
nulla osta (DIA o altro a seconda delle
zone, delle classificazioni dei luoghi
scelti per l’installazione e delle tipologie degli impianti stessi), richiesta della connessione di rete al Distributore
locale di energia elettrica. Poi vengono acquistati i componenti dell’impianto, lo si installa, si procede al collaudo,
e infine si realizza la connessione alla
rete elettrica e l’attivazione del contributo del Conto Energia.
COSTI
Calcolare nel dettaglio il costo di un
impianto senza avere tutte le specifiche è impossibile. Ogni impianto
ha sue particolarità. Possiamo offrire
però una forbice di prezzi che permetta di capire la convenienza della proposta che abbiamo costruito.
L’eventuale contratto verrà stipulato
sulla base di un preventivo dettagliato
e personalizzato (nessun kit preconfezionato, nessun impianto “fai da te”
modello Ikea!).
I prezzi che proponiamo sono chiavi
in mano, comprensivi di tutto quanto
fin qui elencato.
Per inciso: quando, nel maggio 2007,
pubblicammo le prime indicazioni di costi, cercammo, sì, di essere
prudenti, ma soprattutto aggiungemmo la seguente precisazione:
“Al momento non sappiamo quanti di coloro che si sono detti interessati realizzeranno davvero l’impianto. Quindi se realmente fossimo in
centinaia potremmo rivedere ulteriormente alcuni costi al ribasso...”
Ebbene, a conferma di tutto ciò, oggi
(ottobre 2010) possiamo dire che
l’obiettivo è stato raggiunto, e anche
grazie agli accordi con aziende che
forniscono moduli e inverter e a un
capillare lavoro presso gli installatori, abbiamo abbattuto i costi - già
comunque di molto calati sul mercato - e siamo in grado, se non vi sono
particolari spese di posa in opera,
di offrire impianti intorno ai 3 kWp a
partire dai 4.500/5.000 euro (Iva al
10% esclusa) per ogni kWp installato. I costi di massima per gli impianti
fotovoltaici fissi, compresivi di gestione del gruppo di acquisto, progetto,
installazione, collaudo, pratiche GSE
(rapporti con Enel e Conto Energia),
pratiche di assicurazione ed eventuali
pratiche per il finanziamento bancario,
si aggirano intorno alle seguenti cifre
(attenzione: intendiamo costo finale, vale a dire, oltre alle voci appena
elencate, comprensivo anche di IVA):
• tra 4.800 e 5.800 Euro per ogni kW
installato per impianti tra 1 e 10 kW;
• tra 4.000 e 4.800 Euro per ogni kW
installato per impianti tra 10 e 20 kW;
• meno di 4.000 Euro per ogni kW installato per impianti oltre i 20 kW;
Gli impianti ad inseguimento solare
(mobili, cioè dotati di un meccanismo
che insegue il movimento solare) costano il 10-15% in più, ma producono
il 20-30% in più.
Guadagno? Ma quanto guadagno???
Abbiamo fatto un po’ di conti: i costi
di installazione di un impianto fotovoltaico, se non si accede a un finan-
4
5
ziamento, si ripagano in un arco di
tempo che va dagli 8 ai 10 anni a seconda del tipo di impianto e dall’area
geografica. Il che significa che, ammortizzati i costi, le entrate del GSE
costituiscono un “utile” che si va ad
aggiungere al risparmio della bolletta.
Ma come fare se non si ha a disposizione l’intera somma subito?
Il Gruppo d’Acquisto può assistere anche in questo. Per impianti fino ai 10
kWp abbiamo concluso una convenzione con Banca Etica, in base alla
quale è possibile l’erogazione di un
finanziamento fino al 100%, con una
durata che può arrivare a 20 anni, a
tasso fisso o variabile, e senza particolari garanzie (previo esito positivo
dell’istruttoria bancaria).
Per impianti di taglia superiore le modalità di finanziamento possono subire
molteplici varianti: dipende dal tipo di
impianto, dalla disponibilità economica
iniziale e dall’area geografica.
Genericamente si può dire che per i
privati il tipo di finanziamento rimane
comunque il prestito personale o il mutuo chirografario o il mutuo fondiario,
molto dipende ovviamente dall’esito
dell’istruttoria che la banca si impegna
a condurre nell’arco di un mese circa
dalla richiesta.
Anche le aziende possono accedere
al finanziamento sotto forma di mutuo
chirografario o fondiario.
Poiché, come si diceva, le soluzioni sono
molteplici e i dettagli del finanziamento
non possono essere generalizzati, ulteriori informazioni in dettaglio vengono fornite personalmente agli aderenti.
Assicurazione
È comprensiva di furto, incendio, danni derivanti da eventi atmosferici, vandalismi (assicurazione base) e danni
indiretti da fermo produzione (facoltativa), con un costo a partire da 13 euro
annui a kilowatt installato.
CHI GESTISCE IL PROGETTO
Visto che questo gruppo di acquisto si
basa sulla qualità delle persone coinvolte ecco la lista dei principali professionisti che vi collaborano.
Certificazione tecnologica dei prodotti e degli installatori, supervisione dei progetti: Maurizio Fauri, ingegnere, professore presso la Facoltà di
Ingegneria dell’Università degli Studi
di Trento: sua la realizzazione del piano di risparmio energetico del comune
di Padova, premiato come una delle
migliori progettazioni realizzate nel
settore.
Consulenza tecnica e Studi di fattibilità: Manuel Gubert, ingegnere
responsabile fonti rinnovabili presso
il Polo Tecnologico per l’Energia di
Trento, e Claudio Miori, ingegnere.
Consulenza commercialistica e
rapporti con le banche: Stefano
Andreani, dottore commercialista in
Firenze.
Gestione rapporto clienti e coordinamento Gruppo d’Acquisto: Maria
Cristina Dalbosco, Sebastian Brusco e
Gabriella Canova di Merci Dolci Srl
Gestione campagne di comunicazione in internet: Simone Canova di
Merci Dolci Srl
Informazioni e contatti:
www.energiaarcobaleno.com
e-mail: [email protected]
Tel: 075 9229913
FOTOVOLTAICO:
Dopo mesi di attese, è stato finalmente approvato il Nuovo Conto Energia
per gli impianti fotovoltaici che entreranno in funzione nel triennio 20112013. [Il decreto interministeriale
(Ministero dello Sviluppo Economico
e Ministero dell’Ambiente) 6 agosto
2010 - “Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare”- è stato pubblicato il 24 agosto
2010 sulla Gazzetta Ufficiale n. 197,
ed è entrato in vigore il giorno successivo.]
Ripercorriamo qui in sintesi il meccanismo del Conto Energia e le novità
introdotte dal decreto.
1. Il “Conto Energia”
Con questo termine si indica un meccanismo di incentivazione che per
IL NUOVO CONTO ENERGIA 2011
20 anni remunera, cioè paga a privati, imprese ed enti pubblici, l’energia
elettrica prodotta dal loro impianto
fotovoltaico. Non si tratta, dunque, di
un contributo che viene concesso al
momento iniziale della spesa (contributo in conto capitale), bensì di una
erogazione in denaro calcolata sulla
base dei kilowattora (kWh) prodotti
(incentivazione in conto esercizio).
Per 20 anni - tale è la durata del Conto
Energia - il proprietario di un impianto
fotovoltaico connesso alla rete elettrica si vedrà accreditare periodicamente una somma di denaro calcolata
sull’intera produzione dell’impianto.
sto vicino all’inverter misura l’energia prodotta dall’impianto (prima che
giunga al contatore di casa e venga
pertanto consumata!) e per ogni kWh
verrà corrisposto un importo prefissato che cambia in funzione della
potenza installata, del tipo di impianto e dell’epoca di installazione.
Qui di seguito due tabelle: abbiamo
riportato quella che si riferisce alle
tariffe relative al Conto Energia 20072010, ma considerato che il 2011 è
quasi alle porte, diamo un’occhiata
anche alle nuove tariffe per gli impianti installati dopo il 1 gennaio 2011.
2. Le Tariffe incentivanti
Si tratta del perno su cui gira l’intero meccanismo del Conto Energia:
in pratica un apposito contatore po-
Tariffe valide fino al 31 dicembre 2010
Potenza [kWp]
Non integrato
Semi-integrato
Integrato
da
1a3
0,384 /kWh
0,422 /kWh
0,470 /kWh
da
3 a 20
0,365 /kWh
0,403 /kWh
0,442 /kWh
20
0,346 /kWh
0,384 /kWh
0,422/kWh
oltre
Con il Terzo Conto Energia il nucleo
portante su cui gira il meccanismo
dell’incentivo non subisce variazioni: l’incentivo sull’energia prodotta
dall’impianto continua ad essere fisso
e garantito per 20 anni.
Come si può vedere, è confermata la
riduzione di cui si è e molto parlato
in questi mesi: tuttavia, quanto meno
per impianti piccoli e per il primo quadrimestre del 2011, è per verità meno
penalizzante di quanto si potesse temere. Basti pensare che con i costi attuali di un impianto fotovoltaico, un’installazione agli inizi del 2011 risulta
più conveniente di quelle effettuate
agli albori del Conto Energia 2007!
Come si vede dalla tabella, le tariffe
subiscono riduzioni già in corso d’anno, per esempio gli impianti sotto i 3
kWp avranno un calo intorno al 2,5%
ogni quattro mesi; facile quindi pre-
vedere una rincorsa per terminare il
tutto entro il relativo quadrimestre... e
se questo porta all’isteria dei prezzi e
delle forniture dei materiali cui abbiamo assistito nel 2010, gli installatori
non avranno vita facile!
A partire dal 2012 e per il 2013 la riduzione è già fissata nel 6% (da calcolare, ovviamente, sull’ultima tariffa
valida).
In queste settimane risulta di fondamentale importanza l’emendamento
inserito nella l. 129/2010 (pubbl. in
GU 19/08/2010, n. 192) che estende
il Conto Energia 2007 anche agli impianti realizzati entro la fine dell’anno
6
7
Tariffe valide per impianti che entrano in esercizio tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2011
Entrata in esercizio
degli impianti
Potenza
[kWp]
Dopo il 31 dic 2010 ed
entro il 30 apr 2011
Dopo il 30 apr 2011 ed
31 ago 2011
Dopo il 31 ago 2011 ed
31 dic 2011
entro il
entro il
Su edifici
[/kWh]
Altri impianti
[/kWh]
Su edifici
[/kWh]
Altri impianti
[/kWh]
Su edifici
[/kWh]
1≤P≤3
0,402
0,362
0,391
0,347
0,380
3 < P ≤ 20
0,377
0,339
0,360
0,322
0,342
20 < P ≤ 200
0,358
0,321
0,341
0,309
0,323
200 < P ≤ 1.000
0,355
0,314
0,335
0,303
0,314
1.000 < P ≤ 5.000
0,351
0,313
0,327
0,289
0,302
5.000
0,333
0,297
0,311
0,275
0,287
oltre
2010, purché entrino in servizio entro
il 30 giugno 2011.
3. Le tipologie di impianti fotovoltaici
Con il Terzo Conto Energia le categorie delle tipologie di impianto sono
ridotte a due: sparita la suddivisione
tra impianti a terra, parzialmente integrati e integrati, rimane unicamente la
distinzione tra “impianti realizzati sugli
edifici” e “altri impianti”. Si ribadisce la
“predilezione” per i primi, che godono
di tariffe più alte, e per gli impianti piccoli, che risentono meno della riduzione dell’incentivo. In proposito vengono anche aumentate da 3 a 6 le classi
di potenza: confermate le prime fasce
(fino a 3 kWp e da 3 a 20), si passa
poi a quelle da 20 a 200, da 200 a
1000, da 1000 a 5000 e infine sopra
i 5 MW. Il tetto della potenza incentivabile e’ stato portato a 3mila MW.
Una specifica menzione, infine, è riservata agli impianti montati su pergole, serre, barriere acustiche, tettoie
e pensiline, per i quali si applica una
tariffa incentivante pari alla media
aritmetica delle tariffe previste per
impianti realizzati “su edifici” e “altri
impianti”.
4. Premi incentivanti
a) Il Conto Energia 2011 ha portato novità anche negli incrementi delle tariffe per specifiche tipologie di impiantii
e prevede le seguenti maggiorazioni:
- il 5% per gli impianti non installati su
edifici che verranno realizzati in zone
industriali, commerciali, cave o discariche esaurite, siti contaminati (questa
ipotesi è del tutto nuova e non è contemplata per gli impianti cui si applica
il Conto Energia 2010)
- il 10% per gli impianti realizzati su edifici in sostituzione di coperture in eternit o comunque contenenti amianto (la
percentuale ora applicata è del 5%)
- il 5 % per gli impianti su edifici operanti in regime di scambio sul posto,
realizzati da Comuni con popolazione
inferiore a 5000 abitanti (unico premio
riconfermato).
Dal 2011 verranno meno i premi ora
previsti per i casi in cui viene autoconsumato almeno il 70% dell’energia
elettrica prodotta lì dove l’impianto è
maggiore di 3 kWp, per gli impianti su
scuole pubbliche o private o strutture
sanitarie pubbliche e per gli impianti
integrati installati su aziende agricole.
b) Gli impianti fotovoltaici realizzati su
edifici, operanti in regime di scambio
sul posto, possono beneficiare di un
premio aggiuntivo se abbinati ad un
uso efficiente dell’energia.
Per accedere al premio è anzitutto
necessario un attestato di certificazione energetica dell’edificio su cui è installato l’impianto, dove siano indicati
anche i possibili interventi migliorativi delle prestazioni energetiche. Una
volta entrato in esercizio l’impianto
fotovoltaico si devono effettuare interventi sull’involucro edilizio che
conseguano una riduzione di almeno
il 10% di entrambi gli indici di prestazione energetica estiva e invernale. Al
termine sarà necessaria una nuova
certificazione energetica che dimostri
l’avvenuta esecuzione degli interventi
e l’ottenimento della riduzione del fabbisogno di energia individuata precedentemente.
Si conferma che la maggiorazione
della tariffa incentivante non può in
ogni caso eccedere il 30% della tariffa riconosciuta alla data di entrata in
esercizio dell’impianto fotovoltaico.
5. Le tariffe incentivanti per la categoria “impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative”
Si tratta di una novità introdotta a partire dal 2011 e si riferisce a installazioni
con moduli o componenti speciali sviluppati specificatamente per sostituire
elementi architettonici. Queste beneficeranno di tariffe incentivanti (secondo
tre intervalli di potenza: da 1 a 20 kWp,
da 20 a 200 kWp, oltre i 200) più alte
rispetto alle due tipologie “classiche”
degli impianti a terra o su edifici: si va
infatti da 0,44 €/kWh dei più piccoli,
passando per 0,40 €/kWh per quelli
da 20 a 200, fino a giungere alla tariffa
di 0,30 €/kWh per i maggiori di 200.
Queste tariffe saranno decurtate del
2% all’anno (anziché del 6% come per
gli impianti “normali”) nel 2012 e 2013.
Quali debbano essere le caratteristiche di questi impianti per poter rien-
trare in questa categoria, è demandato a una successiva definizione da
parte del GSE.
6. Gli “impianti fotovoltaci con innovazione tecnologica”
Si tratta di un impianto fotovoltaico,
come descrive l’art. 2 del decreto, che
“utilizza moduli e componenti caratterizzati da significative innovazioni tecnologiche”.
Queste caratteristiche, le relative tariffe incentivanti e le modalità di accesso saranno definite da un successivo
provvedimento del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il
Ministro dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare e di intesa
con la Conferenza unificata.
7. Le possibilità di cumulo alle tariffe incentivanti con contributi in
conto capitale
Il Nuovo Conto Energia, se da un lato
ribadisce l’incompatibilità della concessione dell’incentivo con la richiesta di detrazioni fiscali, dall’altro conferma l’applicazione dell’iva agevolata
al 10% e modifica le ipotesi di cumulabilità con benefici e contributi pubblici. In particolare si può accedere alla
tariffe incentivante anche in presenza
di contributi in conto capitale fino al:
• 30% del costo di investimento per
impianti su edifici con potenza fino a
3 kW;
• 60% del costo di investimento per
impianti realizzati su scuole pubbliche
o paritarie o su edifici che siano sedi
amministrative di proprietà di enti locali o di regioni e province autonome;
• 30% del costo di investimento per
impianti realizzati su edifici pubblici
diversi da quelli di cui ai punti precedenti, ovvero su edifici di proprietà di
organizzazioni riconosciute non lucrative di utilità sociale, e il cui il soggetto
responsabile sia l’ente pubblico oppure l’organizzazione non lucrativa di
utilità sociale;
• 30% del costo di investimento per impianti realizzati su aree oggetto di interventi di bonifica, ubicate all’interno
di siti contaminati, purché il soggetto
responsabile dell’impianto assuma la
diretta responsabilità delle preventive
operazioni di bonifica;
• 30% del costo di investimento per
impianti integrati con caratteristiche
innovative;
• 30% del costo di investimento per
impianti a concentrazione;
• e, infine, anche in presenza di finanziamenti a tasso agevolato
8. Modalità per richiedere la tariffa
incentivante
Il decreto ha modificato due aspetti
fondamentali:
- la tempistica: Il soggetto responsabile dovrà richiedere al GSE l’incentivo
entro 90 giorni dall’entrata in servizio
dell’impianto. Il mancato rispetto dei
termini per la presentazione della domanda comporta la non ammissibilità
alle tariffe incentivanti per il periodo
intercorrente fra la data di entrata in
esercizio dell’impianto e la data di comunicazione della domanda al GSE;
- la modalità di invio della documentazione da parte del richiedente: I documenti dovranno essere trasmessi al
GSE utilizzando l’apposito portale del
sito GSE (https://applicazioni.gse.it).
La domanda di concessione dell’incentivo dovrà, inoltre, essere inviata
al GSE esclusivamente via fax o tramite posta elettronica certificata.
9. Conclusioni
Come accennato, il Nuovo Conto
Energia 2011 è stato in genere salutato con favore, tra le altre cose anche per l’introduzione di procedure
burocratiche più snelle con GSE...
che ovviamente da sola non risolve affatto il problema - molto sentito
in questi ultimi mesi - delle lentezze nei rimborsi per chi ha aderito
allo scambio sul posto... Ma questa,
come si suol dire, è un’altra storia!
Quanto poi alla fatidica domanda “Ma
è ancora conveniente installare un
impianto fotovoltaico?”, la risposta è
senz’altro affermativa.
E lo dimostriamo con l’esempio di un
impianto su edificio da 3 kWp, ipotizzato al costo di 5.200 €/kWp: con il
Conto Energia attualmente in vigore,
il tempo di rientro del costo di installazione (non attualizzato e senza tenere conto del risparmio in bolletta) è
di 10,3 anni, se il medesimo impianto
verrà installato nel primo quadrimestre 2011 il tempo di rientro si alza a
10,8 anni, nel secondo quadrimestre a
11,1, nell’ultimo a 11,4. Si tratta, ovviamente, di conti “a spanna”, che però
danno il senso della perdurante convenienza nell’installare un impianto
fotovoltaico.
...NON HA SENSO COSTRUIRE
CENTRALI NUCLEARI.
8
Il 21 marzo Fabio Roggiolani, consigliere
regionale dei Verdi toscani, ha reso pubblico uno studio di Francesco Meneguzzo sui
possibili siti italiani dove potrebbero sorgere centrali nucleari. Berlusconi ha promesso che le farà. Bersani si è detto possibilista. Ma nessuno ci dice dove saranno.
Se lo dicessero andrebbero incontro a
un’immediata insurrezione e alla conseguente perdita verticale di voti… È invece
importante che si sappia dove potrebbero
sorgere queste centrali. I posti in Italia, tolti
i parchi, le aree sismiche, quelle vulcaniche e quelle che rischiano l’allagamento o
che hanno vistosi problemi geologici, non
sono molti. E visto che le centrali dovrebbero essere più di 10, possiamo essere
quasi certi su dove andranno a metterle.
E l’amico Meneguzzo è pronto a scommettere (dopo attento studio) che queste
sono le aree più probabili (vedi mappe):
Trino (Vercelli) Fossano (Cuneo) Chioggia,
Monfalcone, Ravenna, Caorso (Piacenza)
Scarlino (Grosseto) San Benedetto (Ascoli
Piceno) Termoli (Campobasso) Latina
Garigliano (Caserta) Scanzano Jonico
(Matera) Palma (Ragusa).
Ce ne sarebbe per un’immediata insurrezione delle popolazioni di queste aree.
Ma gli italiani sono lenti e per incazzarsi
aspetteranno quando vedranno muoversi
la macchina nucleare sotto casa loro.
Basta un solo discorso per dire quanto
questo progetto questo sia folle. I dati ce
la spesa prevista da
Edison per 10 centrali
è di 40 miliardi di euro
li dà Repubblica dei primi di marzo, in un
articolo che finge di essere imparziale e ci
presenta il piano di Edison per 5-10 centrali nucleari sparse per il Paese. Una vera
follia. Vediamo perché. Innanzi tutto se si
partisse immediatamente a costruire entrerebbero in funzione (secondo i tecnici
Edison) nel 2019.
Se ciò si avverasse sarebbe la prima volta
in Italia che un’opera viene realizzata nel
tempo previsto. Ma poniamo pure che ci riescano, sarebbe una realizzazione tardiva
visto che la crisi energetica e gli alti costi
del petrolio stroncheranno l’economia italiana entro 5 anni se non si troveranno delle soluzioni a più breve termine. Ma al di là
di questo, la spesa prevista da Edison per
10 centrali è di 40 miliardi di euro (ottanta-
mila miliardi di lire) con un costo di duemila
euro a kilowatt. Con duemila euro a kilowatt posso installare le turbine ad acqua
di nuova generazione che lavorano spinte
dalle maree o dalla corrente dei fiumi e che
non hanno bisogno di cascate. Ogni singola turbina produce 1 kilowatt di potenza
e ha un diametro di 120 centimetri. Quindi
è piccola e può essere installata sul fondo
di un corso d’acqua senza interferire con
la navigazione. E queste turbine potremmo
iniziare a installarle domani mattina e si ripagherebbero con l’energia prodotta prima
che le centrali nucleari possano entrare in
funzione.
L’articolo di Repubblica ci informa anche
che Moody’s, la nota agenzia di rating (valuta l’affidabilità di un investimento) ha stimato che il prezzo reale di una centrale nucleare arriverebbe a quattromila euro per
ogni kilowatt di potenza, mentre il prezzo
tra 3-4 anni il solare
dovrebbe diventare
conveniente rispetto al
nucleare anche senza
finanziamenti pubblici
attuale di un kilowatt prodotto con l’eolico è
intorno ai tremila euro. Inoltre bisognerebbe calcolare che nei prossimi anni i prezzi
di idrico e eolico continueranno a scendere grazie alla massificazione dei sistemi di produzione e alle nuove tecnologie
che stanno per arrivare sul mercato. E si
calcola che tra 3-4 anni il solare dovrebbe
diventare conveniente rispetto al nucleare
anche senza finanziamenti pubblici. Infine,
nel costo del nucleare non è conteggiata
la spesa per stoccare le scorie radioattive per decine di millenni, scorie che in
mano ha dei terroristi si trasformerebbero
in bombe atomiche sporche (composte da
esplosivo convenzionale e scorie che vengono sparse nell’atmosfera dalla deflagrazione). Infine, se ci fossero ancora dubbi
potremmo aggiungere che l’uranio, che alimenta le centrali nucleari, è agli sgoccioli:
nei prossimi anni sarà sempre più raro e
più caro. In sintesi: oggi costruire centrali
nucleari è pericoloso, stupido e soprattutto
antieconomico.
Sinceramente non credo che alla fine riusciranno a farle. Credo però che riusciranno a spendere un mare di soldi nel
tentativo.
Lo sai che ora possono costruirti una
centrale nucleare sotto casa senza
dirtelo?
E possono costruirti sotto casa anche una
discarica, un inceneritore, un deposito di
materiale radioattivo.
Prodi, nel silenzio di tomba dei media,
ha steso il segreto di Stato su tutto quel
che riguarda le questioni energetiche.
Neanche le Asl o i vigili del fuoco saranno
informati di questi impianti.
F A N T A S C I E N Z A ! ! ! !
Prodi ha fatto una grande puttanata di cui
pochi si sono accorti. Ecco la segnalazione che mi arriva dagli Amici di Grillo di Bari.
I N C R E D I B I L E ! ! ! !
“Sono A. del meetup I Grilli Attivi di Bari
ecco le informazioni relative all’estensione
del segreto di stato al settore energetico.
1) Il 1° maggio è entrato in vigore il D.p.c.m.
(G.U. 16 aprile 2008, n.90) che estende
all’Energia il segreto di Stato.
Direttamente o indirettamente potranno
essere segretate non solo le infrastrutture ma anche le motivazioni della loro
esistenza.
Insomma, un’autostrada per i cancrovalo-
rizzatori, per le centrali a carbone e per il
ritorno al Nucleare...
Ne parla un articolo del Sole-24ore
Facendo riferimento alla Gazzetta
Ufficiale n. 90 del 16-4-2008: DECRETO
DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI
MINISTRI 8 aprile 2008 - si legge la frase “17. gli stabilimenti civili di produzione
bellica e gli impianti civili per produzione
di energia ed altre infrastrutture critiche;”
che si riferisce all’estensione del segreto
di Stato al settore energetico.
Tra gli articoli del decreto riporto il seguente: “3. In relazione ai luoghi coperti
dal segreto di Stato, le amministrazioni
non sono tenute agli obblighi di comunicazione verso le aziende sanitarie locali
ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco a
cui hanno, comunque, facolta’ di rivolgersi
per ausilio o consultazione.”
Ne deduco che non sarà possibile conoscere anzi, produrre dati su mortalità et
similia per le zone in cui insisteranno impianti di produzione energia (e assimilati
- immagino anche questo, riferendomi ai
cancrovalorizzatori). Inoltre non sarà possibile campionare l’aria!!!
10
NON SONO SICURE
C I S O N O S TAT I 1 7 8
Riportiamo qui di seguito un breve
elenco di incidenti nucleari avvenuti
dal 2000 ad oggi.
5 gennaio 2000 – Blayais (Francia) (scala
Ines 2). Una tempesta provoca un incidente alla centrale di Blayais, nella Gironda,
dove due dei quattro reattori vengono
fermati. L’acqua invade alcuni locali della centrale: danneggiati pompe e circuiti
importanti.
27 gennaio 2000 – Giappone. Un incidente a una installazione per il riprocessamento dell’uranio in Giappone provoca livelli di
radiazioni 15 volte superiori alla norma in
un raggio di circa 1,2 miglia. Funzionari
locali segnalano che almeno 21 persone
sono state esposte alle radiazioni.
15 febbraio 2000 – Indian Point (USA).
Una piccola quantità di vapore radioattivo
fuoriesce dal reattore Indian Point 2 vicino alla cittadina di Buchanan sul fiume
Hudson, località a circa 70 chilometri da
New York. La perdita di gas radioattivo
costringe la società che gestisce l’impianto a chiudere la centrale e a dichiarare lo
stato di allerta. La perdita è di circa mezzo metro cubo di vapori radioattivi.
10 aprile 2003 – Paks (Ungheria) (scala
Ines 3). L’unità numero 2 del sito nucleare di Paks (costituito da quattro reattori
è l’unico in Ungheria a 115 chilometri da
Budapest) subisce il surriscaldamento e
la distruzione di trenta barre di combustibile altamente radioattive. Solo un com-
plesso intervento di raffreddamento scongiura il pericolo di un’esplosione nucleare,
limitata ma incontrollata con gravi conseguenze per l’area intorno a Paks.
17 ottobre 2003 – Arcipelago de La
Maddalena (Italia). Sfiorato incidente nucleare: il sottomarino americano Hartford
s’incaglia nella Secca dei Monaci a poche
miglia dalla base di La Maddalena dove
solo l’abilità del comandante riesce a portare in porto il mezzo avariato. Il licenziamento di alcuni militari induce a pensare
che il rischio corso non sia stato risibile.
9 agosto 2004 – Mihama (Giappone).
Nel reattore numero 3 nell’impianto di
Mihama, 350 chilometri a ovest di Tokyo,
una falla provoca la fuoriuscita di vapore
ad alta pressione che raggiunge i 270 gradi e provoca quattro morti tra gli operai.
Altri sette lavoratori vengono ricoverati in
fin di vita. È l’incidente più tragico nella
storia nucleare del Giappone. La centrale
viene chiusa.
9 agosto 2004 – Shimane (Giappone).
Scoppia un incendio nel settore di smaltimento delle scorie in una centrale nella
prefettura di Shimane.
9 agosto 2004 – Ekushima-Daini
(Giappone). L’impianto viene fermato per
una perdita d’acqua dal generatore.
Aprile 2005 – Sellafield (Gran Bretagna).
Viene denunciata la fuoriuscita di oltre
83mila litri di liquido radioattivo in 10 mesi
a causa di una crepa nelle condotte e di
una serie di errori tecnici.
Maggio 2006 – Laboratori Enea di
Casaccia (Italia). Fuoriuscita di plutonio,
ammessa solo quattro mesi dopo, che
ha contaminato sei persone addette allo
smantellamento degli impianti.
Maggio 2006 – Mihama (Giappone).
Ennesimo incidente con fuga di 400 litri di
acqua radioattiva nella ex centrale nucleare di Mihama.
26 luglio 2006 – Oskarshamn (Svezia)
(scala Ines 2). Corto circuito nell’impianto
elettrico della centrale a 250 chilometri a
sud di Stoccolma per cui due dei quattro
generatori di riserva non sono stati in grado di accendersi. Vengono testate tutte
le centrali nucleari del Paese e quella di
Forsmark viene spenta.
7 ottobre 2006 – Kozlodui (Bulgaria).
Viene intercettato un livello di radioattività
venti volte superiore ai limiti consentiti e
le verifiche portano a scoprire una falla in
una tubazione ad alta pressione. La centrale, che sorge nei pressi del Danubio,
scampa a una gravissima avaria. Secondo
la stampa locale la direzione cerca di nascondere l’accaduto e di minimizzarlo nel
rapporto all’Agenzia nazionale dell’Energia Atomica.
28 giugno 2007 – Kruemmel (Germania).
Scoppia un incendio nella centrale nucleare di Krummel, nel nord della Germania
vicino ad Amburgo. Le fiamme raggiungono la struttura che ospita il reattore e si
rende necessario fermare l’attività dell’impianto. In pochi mesi si verificano avarie
anche nelle centrali di Forsmark, Ringhals
e Brunsbuttel. Secondo il rapporto 2006
del ministero federale dell’Ambiente, l’impianto di Kruemmel è il più soggetto a piccoli incidenti tra le 17 centrali. Stando ai
piani di uscita dal nucleare, fissati in una
legge del 2002, il reattore dovrebbe essere spento al più tardi nel 2015.
16 luglio 2007 – Kashiwazaki (Giappone).
La centrale nucleare di KashiwazakiKariwa, la più grande del mondo che
fornisce elettricità a 20 milioni di abitanti, viene chiusa in seguito ai danneggiamenti provocati dal terremoto. L’Agenzia
di controllo delle attività nucleari giapponesi ammette una serie di fughe radioattive dall’impianto, ma precisa che si
tratta di iodio fuoriuscito da una valvola
di scarico. Il direttore generale dell’AIEA,
Mohammed El Baradei, dice che il sisma:
“è stato più forte di quello per cui la centrale era stata progettata”. Il terremoto
provoca un grosso incendio in un trasformatore elettrico, la fuoriuscita di 1.200 litri
di acqua radioattiva che si riversano nel
Mar del Giappone e una cinquantina di altri incidenti. Si teme che la faglia sismica
attiva passi proprio sotto la centrale.
Giugno 2008 - Una perdita di materiale
refrigerante si è verificata nel sistema di
raffreddamento della centrale di Krsko in
Slovenia. L’impianto è stato spento per
qualche ora.
Le due mappe indicano i possibili siti degli impianti. La mappa in alto indica i 12 siti che
ospiterebbero le centrali più grandi, quella in basso i 15 siti per le centrali più piccole.
12
13
NUCLEARI DOVE LE METTO?
I costi del nucleare
In un articolo apparso su “The Wall Street
Journal” del 30 maggio Henry Sokolski,
il direttore dell’ organizzazione di ricerca
“Nonproliferation Policy” di Washington,
afferma che la società elettrica tedesca
E.On che sta costruendo una centrale in
Finlandia ha individuato in 6 miliardi di
euro il costo di un singolo impianto.
Questi costi coprono solo la costruzione dell’ impianto e non comprendono nè
lo smaltimento dei rifiuti radioattivi nè le
spese operative.
In un altro articolo apparso il 2 giugno su
“Il Sole 24 Ore” Giuseppe Oddo fa una
breve analisi della situazione economica
della società leader nel settore elettrico in
Italia e che sicuramente avrebbe un ruolo
chiave nel ritorno del nucleare: l’ Enel.
Oddo ricorda che l’ Enel è una società
ancora oggi in buona parte di proprietà
pubblica, ed elenca i due motivi per cui è
difficilmente plausibile che l’ Enel scenda adesso in campo nel nucleare senza
aiuti economici di Stato: l’ indebitamento
totale dell’ Enel ha superato a fine 2007
i 60 miliardi di euro (per via della recente
acquisizione della spagnola Endesa) e l’
esposizione finanziaria dell’ Enel potrebbe essere già destinata ad aumentare
dal 2010 (se la società Acciona eserciterà il diritto d’opzione per vendere all’
Enel anche la sua quota di minoranza in
Endesa).
Per costruire la centrale nucleare Usa di
Maine Yankee negli anni ‘60 sono stati investiti 231 milioni di dollari correnti.
Recentemente questa centrale ha terminato il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati allocati 635 milioni di
dollari correnti.
Soltanto per smantellare le quattro
centrali nucleari italiane l’International
Energy Agency ha stimato un costo pari
a 2 miliardi di dollari.
Secondo l’International Energy Agency
(IEA) il contributo al fabbisogno energetico mondiale fornito dal nucleare è solo
del 6,5% dell’energia primaria ed è destinato a ridursi al 4,5% nel 2030.
Il nucleare è la fonte energetica più costosa e con il maggior bisogno di sussidi
statali.
Secondo il Dipartimento dell’Energia
degli Stati Uniti (DOE) il costo di 1 kWh
di energia elettrica costa 6,13 cent/$, da
gas 4,96 cent/$, da carbone 5,34 cent/$,
da fonte eolica 5,05 cent/$. Risultati analoghi sono stati presentati da studi della
Chicago University e del Massachusetts
Institute of Technology. Queste valutazioni economiche sono sottostimate perché
non comprensive dei costi del decommissionamento degli impianti e del trattamento delle scorie di lungo periodo.
Le scorie nucleari vengono classificate in tre livelli a seconda della loro
attività radioattiva.
Quelle di terzo livello sono le ceneri scaturite dalla combustione dell’uranio nei
reattori, e per il loro stoccaggio è prevista
la vetrificazione e il deposito in bunker
sotterranei realizzati in maniera tale da
non permettere la fuoriuscita del materiale radioattivo. Queste scorie possono
decadere anche in 100.000 anni, e il plutonio può esigerne addirittura 250.000.
Ora, se nel mondo esistono oltre settanta
depositi dove sistemare le scorie a bassa e media radioattività - quelli europei si
trovano a Le Hague (Francia), Sellafield
(Gran Bretagna), Oskarshamn (Svezia) e
Olkiluoto (Finlandia) -, non esiste ancora
in Europa un luogo sicuro ove procedere
allo stoccaggio delle scorie ad alta attività senza alcun rischio per la salute e
l’ambiente, per non parlare del rischio di
possibili incidenti, attentati terroristici e
calamità naturali, tutte possibili fonti di
disastri lungo un arco temporale estremamente dilatato.
Ad oggi, in tutto il mondo, mentre le 439
centrali in funzione continuano ad accu-
mulare tonnellate di scorie (2300 ogni
anno nei soli Stati Uniti), si è individuato un deposito geologico, sotto il monte
Yucca, nel Nevada meridionale, dove
trasportare e interrare oltre 70.000 tonnellate di rifiuti radioattivi speciali.
Solo per gli studi preliminari del terreno e il progetto sono stati spesi circa 7
miliardi di dollari; per la costruzione del
deposito, si prevede una spesa di almeno 58 miliardi di dollari. Si tratta poi di
trasferirvi il materiale radioattivo, attualmente conservato in 131 depositi sotterranei distribuiti in 39 stati: per il trasporto
occorreranno 4600 treni e autocarri che
dovranno attraversare 44 stati.
A quanto dicono gli esperti, quando questo deposito sarà ultimato (con tutta probabilità dopo il 2010), si sarà accumulata
una quantità tale di scorie radioattive da
richiedere la costruzione di un altro deposito. Sostengono inoltre che, in base a
studi scientifici effettuati da commissioni
non-governative, sarà impossibile impedire a lungo termine infiltrazioni di acque
sotterranee nel deposito.
In Italia sono rimasti, dopo la chiusura
delle centrali nucleari, 55000 metri cubi
di scorie radioattive, 35000 dei quali
sono conservati nelle centrali in attesa
di demolizione. Il resto è conservato in
altri siti, principalmente negli impianti
di Saluggia in Piemonte e Casaccia nel
Lazio.
Il deposito di Saluggia, dove vengono
tenuti 1500 metri cubi di scorie altamente radioattive, si trova sulle sponde della Dorea Baltea, a due chiilometri dalla
confluenza con il Po, in una zona a forte
rischio di alluvione, sopra le più importanti falde acquifere del Piemonte.
Circa 1500 tonnellate di scorie altamente radioattive, prodotte dal combustibile
nucleare usato nelle centrali nucleari
italiane, sono state inviate nell’impianto di ritrattamento di Sellafield in Gran
Bretagna per estrarne uranio e plutonio.
Ciò che rimane è un materiale altamente
radioattivo a periodo di dimezzamento
lunghissimo, ammontante a circa 600
tonnellate, che l’Italia deve provvedere a
stoccare in condizioni di sicurezza.
14
Alla fine del 2002 nasce Merci Dolci srl con lo scopo di proseguire la gestione e ampliare i contenuti del Catalogo delle Merci Dolci, nato da un’idea di consociazione degli acquisti di Jacopo
Fo organizzata on-line sul sito www.commercioetico.it. Quattro i soci (Gabriella Canova, Simone
Canova, Maria Cristina Dalbosco e Jacopo Fo) e un progetto ambizioso: divulgare l’insegnamento del padre comboniano Alex Zanotelli “Voti ogni volta che fai la spesa”.
Di qui un ventaglio ampio e variegato di offerte grazie al quale Merci Dolci si propone di portare ovunque possibile un piccolo contributo per migliorare la nostra qualità di vita: dai prodotti
alimentari biologici certificati e di provenienza da commercio equo e solidale, a un vasto catalogo di informazione indipendente, alla diffusione e divulgazione di forme di utilizzazione di
energie alternative, di sistemi di risparmio energetico e di prodotti tecnologici eco-compatibili.
Merci Dolci è anche
La produzione mondiale di uranio
alla fine del 2006 si è attestata a 39.603
tonnellate, incontrando solo il 60% della
domanda globale per il funzionamento di
reattori nucleari.
È il dato stimato dall’agenzia per l’energia
nucleare Ocse nel suo rapporto biennale.
Il fabbisogno mondiale di uranio annuale
è pari a 66.500 tonnellate per i 435 reattori nucleari in funzione.
Il gap tra domanda e offerta di uranio viene colmato tramite fonti secondarie, come
scorte governative e commerciali, smantellamento di armi nucleari o i processi di
arricchimento.
Si stima il raggiungimento del picco
dell’uranio (cioè quando la domanda sarà
maggiore dell’offerta) nel 2060, ma se il
numero di impianti dovesse crescere la
data si sposterebbe al 2040-2050, cioè
nello stesso periodo in cui si può collocare
il picco combinato di petrolio e metano.
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16
dal tetto e sbuffi cremisi uscire dalle finestre. Isolare con 16 cm di materiale che
ferma la dispersione del calore è veramente conveniente. Ed esistono materiali
derivati dalle ricerche spaziali che comprimono in un centimetro la capacità di isolamento di 16 cm di sughero. Anche isolare
i vetri è essenziale, montando doppi vetri
imbottiti con un gas. Si possono isolare
anche le pareti, in particolare inserendo
pannelli termoriflettenti dietro i caloriferi
a parete, così che il calore non venga
assorbito dai muri.
Riscaldamento
Oggi esistono molti modi per riscaldare
la casa. Caldaie a gas a condensazione
fanno risparmiare il 20% perché bruciano
meglio. Sistemi integrati di pannelli solari
termici (che scaldano l’acqua) e caldaie
inserite in grandi boiler pieni d’acqua, in
modo di sfruttare al meglio il calore della
fiamma. Esistono caldaie a cippato di legno o pellet che riducono i costi dell’80%
rispetto al gas ma richiedono spazio.
(vedi anche GEOTERMIA).
E se volete avere un sistema che produca anche freddo d’estate potete scegliere
caldaie a gas o a cippato (queste solo di
grandi dimensioni) che producono elettricità, calore e freddo.
Per risparmiare è poi buona cosa impiegare impianti di grandi dimensioni. Le
caldaie individuali sono enormemente dispendiose e inefficienti.
Oggi si possono utilizzare grandi caldaie
che portano il caldo in una o più case e dotare ogni famiglia di un contatore del calore
prelevato dalla rete , in questo modo ognuno paga solo il calore che consuma.
Isolamento
Se la tua casa è un colabrodo termico isolarla. È la cosa migliore che puoi fare. Se
guardi la fotografia a raggi infrarossi di un
palazzo, vedrai una colonna rossa alzarsi
Elettricità
Puoi ridurre fino all’80% il tuo consumo
elettrico montando lampadine ad alta efficienza. Con la stessa quantità di elettricità producono 5 volte più luce e di una
qualità migliore per gli occhi. Inoltre esistono modelli che durano fino a 15mila
ore. In alcuni casi si possono montare
lampadine a led che durano fino a 80mila
ore (vengono usate nell’illuminazione di
giardini e per i semafori). Ovviamente la
durata è un essenziale meccanismo di
risparmio. Sostituire una lampadina a incandescenza con una che duri 15mila ore
e consumi l’80% in meno vuol dire risparmiare 150 euro. Acquistare solo elettrodomestici classificati in classe A e doppia A
permette un ulteriore risparmio. Così pure
scegliere lavabiancheria e lavapiatti che
possano rifornirsi di acqua calda dall’impianto centrale della casa senza doverla
scaldare in un boiler elettrico interno.
Pannelli fotovoltaici
Chi ha un tetto rivolto verso sud e ben
esposto al sole per tutta la giornata, senza piante o altro che faccia ombra, può
installare pannelli solari che producono
energia elettrica. Per ottenere un kW sono
necessari dai 5 agli 8 metri quadrati di
pannelli. Per coprire il fabbisogno di una
famiglia media servono circa 3 kW.
Esistono poi guaine impermeabilizzanti
e isolanti che producono energia elettrica (20 mq per un kW). Entro pochi anni
saranno disponibili a prezzi competitivi,
anche sistemi di produzione fotovoltaica
estremamente innovativi. Esistono doppi
vetri, tegole, persiane e perfino vernici
che producono energia elettrica.
Acqua calda. Pannelli solari termici
Sono veramente molto convenienti e si
ammortizzano in pochi anni: infatti offrono
la possibilità di tagliare enormemente il costo dell’acqua calda fornendola gratis per
buona parte dell’anno e il loro costo gode
della detrazione del 55%. Sono collegati
a un boiler isolato termicamente dove si
accumula l’acqua calda di modo di averla a disposizione anche di notte e nelle
giornate di brutto tempo. Per una famiglia
media di 4 persone servono circa 4 metri
quadrati di pannelli. Esistono 2 tipi diversi
di pannelli solari termici, quelli detti “piani”
e quelli collocati all’interno di tubi trasparenti sottovuoto. La Libera Università di
Alcatraz sta organizzando un gruppo di
acquisto di pannelli termici sul modello di
quello fotovoltaico. Se ti interessa vai su
www.jacopofo.com dove trovi il link.
Automatismi
I termostati sono deliziosi strumenti che
misurano la temperatura della casa e
spengono il riscaldamento quando si
è raggiunta la temperatura desiderata.
Inoltre permettono di programmare in
quali ore la caldaia deve funzionare e a
che temperatura.
Esistono rivelatori del movimento che accendono le luci quando arriva qualcuno
evitando di lasciare
accesa l’illuminazione per tutta la notte e
fornendo anche un intelligente controllo
del territorio. Ed è possibile montare regolatori dell’intensità della luce delle lampadine che permettono di avere esattamente
la quantità di illuminazione che si desidera. A volte, una luce troppo forte oltre a
essere uno spreco è pure sgradevole.
Filtri per l’acqua del rubinetto
L’acqua potabile è mediamente migliore e
più controllata dell’acqua minerale venduta in bottiglia.
Si tratta di una situazione kafkiana: in alcuni casi l’acqua minerale in commercio,
se fosse immessa nell’acquedotto di un
Comune farebbe scattare una denuncia
da parte della Asl.
Esistono filtri che costano poco più di 300
euro che permettono di togliere le tracce
di cloro presenti nell’acqua ed eventuali
impurità ottenendo un’acqua dal sapore
perfetto. Non sono da confondere con i filtri a osmosi inversa, carissimi, che tolgo-
18
19
sciacquone così da ridurre comunque laportata dello scarico.
no all’acqua tutto, compresi i preziosi sali
che essa contiene.
Questi filtri hanno senso solo dove non è
disponibile acqua potabile.
I filtri per l’acqua potabile sono disponibili
su www.commercioetico.it.
Risparmiare l’acqua dello scarico.
Nella maggioranza delle famiglie italiane
rappresenta quasi il 50% del consumo
idrico. A ogni scarico se ne vanno fino a
10 litri. Un bel costo solo per buttare via
un po’ di scarti esistenziali. Oggi esistono
sciacquoni dotati di due pulsanti che permettono di usare poca acqua in caso di
eiezioni liquide o di piccola cubatura.
Esistono anche scarichi che si bloccano
appena si smette di premere sul pulsante. Per chi non volesse cambiare cassetta
dello sciacquone esiste un contrappeso di
acciaio che si può agganciare al meccanismo di scarico in modo che si blocchi
appena si smette di premere il pulsante
invece di svuotare automaticamente tutta
la cassetta.
Un metodo brutale ma efficace è anche
quello di inserire un paio di bottiglie piene
d’acqua o due mattoni nella cassetta della
Sistema duale per l’acqua degli scarichi
Non ha molto senso usare acqua potabile
analizzata, depurata e clorata con tanta
fatica per azionare gli sciacquoni.
Ugualmente è assurdo innaffiare con acqua che costa bei soldini per ogni metro
cubo. Più sensato è costruire una cisterna
che raccolga l’acqua piovana e usare questa per gli scarichi domestici e l’irrigazione. Per tenerla pulita si possono buttare
dentro delle belle anguille che saranno
deliziose da mangiare a capodanno.
Ridurre del 50% i consumi di acqua di
docce e rubinetti
Il consumo di acqua dei rubinetti e delle
docce è quasi la metà del consumo complessivo di una famiglia.
Chiunque, in pochi minuti, è in grado di
avvitare ai rubinetti di casa un riduttore
dotato di una valvola di riduzione e di una
particolare retina spaccagetto, che permettono di miscelare aria e acqua sfruttando un principio fisico elementare che
rende “vorticoso” il flusso dell’acqua.
Si ottiene in tal modo un getto altrettanto
efficace e ricco con la metà dell’acqua comunemente utilizzata.
Anche per ridurre del 50% il consumo delle docce basta semplicemente avvitare un
apposito riduttore al tubo flessibile. Un intervento analogo con un riduttore da doccia si può realizzare su lavandini e bidè
che siano sprovvisti di rubinetto con bocchetta filettata. Si tratta di svitare il flessibile dei sanitari per avvitare un raccordo
filettato di un paio di centimetri contenente
una valvola particolare.
Si tratta di una tecnologia molto più vantaggiosa di quelle diffuse finora e che oltretutto è in grado di ottimizzare l’efficienza degli impianti nei quali l’acqua della
doccia diventa improvvisamente fredda
se viene aperto un altro rubinetto.
Si ottiene così un triplice risultato: diminuire il consumo di acqua, e di acqua calda
in particolare, del 50% con una parallela
diminuzione del consumo di combustibile
per scaldare l’acqua e, al contempo, si ottiene maggiore comfort. Il dispositivo oggi
più efficiente in commercio è costruito in
resina apossidica polarizzata. Questi dispositivi sono reperibili presso www.commercioetico.it.
Geotermia
Esistono pompe di calore che succhiano
il calore dall’aria e sfruttano la temperatura che a quindici metri di profondità, sotto
terra, è sempre stabile intorno ai 15 gradi.
Se si usano sistemi geotermici, pompe di
calore e pannelli solari termici per scaldare la casa bisogna realizzare poi impianti
in grado di migliorare l’irradiazione del calore. Infatti questi sistemi danno il massimo a temperature più basse delle caldaie
a combustione. In case nuove si possono
quindi installare caloriferi sotto il pavimento che lavorano a 40 gradi di temperatura
(molto meglio dei 70 gradi dei radiatori
tradizionali). Si possono adottare anche
sistemi che diffondono aria calda.
Sistemi passivi
Gli antichi sapevano che è meglio orientare le case e la pendenza dei tetti sull’asse
nord sud. In questo modo il tetto e la parete verso sud, meglio esposti al sole, si
scaldano di più perché prendono i raggi in
modo più diretto nel momento di massimo
calore.
Una casa disposta in questo modo sarà
meno costosa da riscaldare.
Posso aumentare questa efficienza passiva costruendo una serra a vetri addossata
alla parete sud della casa. In inverno diventerà una specie di grande pannello solare che concentrerà il calore del sole, basterà aprire le porte tra la casa e la serra
per diffondere il tepore in casa. Piantando
rampicanti a rapida crescita posso ottenere poi che in estate la serra venga coperta
dal fogliame, con le finestre aperte diventerà una zona ombreggiata che produce
frescura.
Circolazione dell’aria, ricambio dell’aria
Esistono interi palazzi costruiti tenendo
conto della naturale circolazione dell’aria.
In queste costruzioni il calore raccolto da
vetrate e serre raggiunge naturalmente
tutte le zone senza bisogno di usare ventilatori o pompe e integrando così altre forme di riscaldamento.
In alcune costruzioni l’aria viene pompata
per farla circolare all’interno delle fondamenta dove sono ammassate quantità di
pietrame o in pozzi profondi dove sono
installati scambiatori di temperatura simili
ai radiatori delle auto. Le pietre fanno da
volano termico, tolgono calore in estate e
ne rilasciano in inverno. Gli scambiatori di
calore in profondità usano invece il terreno
come volano termico: come abbiamo detto sottoterra, oltre una certa profondità, la
temperatura è sempre stabile. In questo
modo l’aria viene scaldata d’inverno e raffreddata d’estate. Un altro punto debole
delle case tradizionali è che ogni tanto
bisogna aprire la finestra per far circolare
l’aria e così milioni di metri cubi di aria calda se ne vanno. Esistono semplicissime
scatole di metallo coibentato che si murano sotto la finestra e ne diventano la soglia. Queste scatole contengono una specie di radiatore dove passa l’aria in uscita
che scambia il calore con l’aria in entrata.
In questo modo non bisogna scaldare aria
che in inverno entra a 10 gradi sotto zero.
Con l’aria che esce a 20 gradi possiamo
portare l’aria che entra a 5 gradi.
Detersivi
Riduci drasticamente l’uso di detersivi per
pavimenti, superfici di legno e piastrelle
utilizzando panni in microfibra. Migliaia di
piccole “unghiette” raschiano e raccolgono lo sporco, riducendo drasticamente il
bisogno di detersivi. Il panno torna pulito
semplicemente sciacquandolo sotto acqua tiepida. Il costo è di pochi euro in qualunque supermercato. Ce ne sono ormai
di molti tipi in commercio. Evitate invece
i panni elettrostatici usa e getta che sono
uno spreco. I detersivi industriali possono
essere facilmente sostituiti con prodotti
fatti in casa a bassissimo prezzo che danno risultati assolutamente ottimi.
Vedi www.biotersivi.altervista.org
Lavare i panni
La maggioranza delle persone è convinta che aggiungendo più detersivo i vestiti
vengano più puliti. Questo induce molti
a versare nella lavatrice il doppio della
quantità di detersivo consigliata. Si tratta
di un grave errore perché se si aggiunge
troppo detersivo i vestiti NON si puliscono
bene. Va poi considerato che con un’acqua poco calcarea o laddove sia stato
montato un addolcitore chimico o un magnete, la quantità di detersivo necessaria
elettrica costa meno (ad esempio la sera
dopo le 19) si risparmia denaro e si riduce
il bisogno globale di elettricità nei momenti di picco della richiesta.
Questo risparmio è notevole non solo per
il privato, ma anche per strutture come gli
ospedali, che possono riorganizzare gli
orari di alcune attività diminuendo così i
costi e il sovraccarico del sistema.
per un lavaggio perfetto è inferiore a quella indicata nella confezione.
Va infine detto che esistono in commercio detersivi e detergenti ecologici e biodegradabili. Costano un po’ più dei normali detersivi ma sono superconcentrati
e quindi, a parità di pulito, ne serve una
quantità minore.
Dotarsi di servizi collettivi di lavanderia
Nei paesi scandinavi tutti i palazzi hanno
una lavanderia collettiva. Si risparmia perché invece di comperare 50 lavatrici piccole se ne comprano 5 grandi che sono
più efficienti e hanno costi di gestione
più bassi. Si ottimizzano gli spazi e ci si
può dotare di macchine asciugatrici e per
stirare molto efficienti. Inoltre, si crea un
centro di socializzazione.
Oggi è anche possibile acquistare macchine pagando solo il consumo e lasciando
alle aziende tutto l’onere della manutenzione e della sostituzione delle macchine.
Utilizzare la pentola a pressione per tutti i cibi che richiedono più di 15 minuti di
cottura
Una volta fatta l’abitudine queste pentole
sono veramente facili da usare. Accorciano
di molto i tempi di cottura, quindi fanno risparmiare lavoro, i cibi sono più saporiti
(l’aroma si concentra) serve meno gas per
meno tempo (con un risparmio di più della
metà del gas).
Il buon senso fa risparmiare oltre il 20%
dei tuoi costi energetici!
Molti esperimenti hanno dimostrato che la
semplice attenzione e la coscienza degli
sprechi possono provocare risparmi enormi. Ci sono aziende che invogliando i dipendenti a spegnere le luci, non sprecare
carta per fotocopie inutili e altre semplici
attenzioni sono riuscite a produrre un taglio del 20% dei costi energetici e di materiali.Abbiamo già ricordato che non tenere
accesi in stand bay gli elettrodomestici
permette di risparmiare decine di euro su
ogni bolletta.
Semplicemente utilizzando lavatrice e
lavastoviglie in ore nelle quali la corrente
Purificazione dell’aria: usiamo le piante
La Nasa ha condotto una ricerca durata
anni per misurare la capacità delle piante
di assorbire gli inquinanti più diffusi nelle
case. Il Tricloroetilene (Tce), usato negli
inchiostri delle fotocopiatrici, nelle lacche,
le vernici, gli adesivanti. La Formaldeide
presente negli isolanti, nei compensati,
nelle carte igieniche e in molte resine, il
fumo delle sigarette, i combustibili come
il gas naturale e il kerosene. Il benzene,
emesso dagli automezzi e quindi presente
nell’aria delle città.
Le piante migliori per assorbire il Tce,
sono la Gerbera jamesonii, allevata in
vaso, seguita dalla Spathiphyllum e dalla Dracaena marginata. La formaldeide
viene assorbita bene della chamadorea
e in misura minore dalla Dracaena deremensis. Il benzene invece è fronteggiato
meglio dall’edera, dalla gerbera e dalla
sanseveria.
La filtrazione avviene attraverso le foglie e
le radici di piante per lo più di origine tropicale, in grado di trasformare gli inquinanti
studiati in sostanze nutritizie per la pianta.
(Fonte: Elena Accati Università di Torino
http://www.comieco.org/consumatori_associazioni/ufficio%20ecologico/11_piante.html)
Ma le piante sarebbero utili anche per
combattere le allergie da polline. Tra tutte,
l’areca palmata (Chrysalidocarpus lutescens, famiglia Palmae), una palma originaria delle zone tropicali. Ma anche filo-
20
21
andrà arricchita periodicamente con concimi naturali adatti). La costruzione del
biofiltro verrà conclusa sistemando al di
sopra del vaso un piccolo ventilatore (con
pale del diametro di pochi centimetri) che
sarà indirizzato in modo da soffiare l’aria
all’interno del vaso più piccolo. Passando
attraverso l’argilla espansa inumidita
dall’acqua e attraversata dalle radici della
pianta, si otterrà di filtrare l’aria in modo
particolarmente efficiente.
dendri, ficus, felci, dracena, edera, pothos
sanseveria, dieffenbachia, tutte in grado
di assorbire dall’atmosfera rilevanti quantità di molecole volatili.
Un altro albero che svolge una funzione
purificante è il ginkgo biloba. Per questo in
molte città come Tokio, New York, Milano,
è stato scelto per il verde urbano.
Come rendere più efficace l’attività filtrante delle piante
In internet è possibile trovare dei vasi
speciali che permettono di aumentare notevolmente il potere filtrante delle piante
attraverso un sistema ingegnoso.
La capacità delle piante di depurare l’aria
dipende dall’assorbimento di foglie e radici ed è sulla capacità innanzi tutto delle radici che punta questo sistema, che è possibile costruirsi anche in casa con poca
spesa. Servono due vasi abbastanza
grandi di plastica che devono entrare uno
dentro l’altro lasciando un intercapedine
di un paio di centimetri (il vaso più grande
può essere anche di coccio e quindi esteticamente più gradevole). Per ottenere
l’intercapedine bisogna praticare nel vaso
più piccolo molti buchi di un centimetro di
diametro circa. Poi bisogna mettere nel
vaso grande degli spessori in modo che
il vaso piccolo sia “sospeso” all’interno di
quello grande.
A questo punto si pone la pianta nel vaso
piccolo e lo si riempie di granuli di argilla
espansa. Quindi si aggiunge acqua sul fondo del vaso in modo che lambisca gli strati più bassi di argilla espansa. Otteniamo
così una coltivazione idroponica (l’acqua
A questo punto ti forniamo l’elenco completo delle 51 PIANTE ANTINQUINAMENTO
selezionate dalla Nasa. Di seguito alcuni
dati sulle capacità di assorbimento di alcune delle più efficaci nella depurazione
dell’aria.
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Aechmea fasciata
Aglaonema crispum ‘Silver Queen’
Aloe barbadensis
Anthurium andraeanum
Araucaria heterophylla
Begonia semperflorens
Brassaia actinophylla
Calathea makoyana
Chamaedorea elegans
Chamaedorea seifritzii
Chlorophytum comosum ‘Vittatum’
Chrysalidocarpus lutescens
Chrysanthemum morifolium
Cissus rhombifolia ‘Ellen Danika’
Codiaeum variegatum pictum
Cyclamen persicum
Dendrobium
Dieffenbachia camilla
Dieffenbachia ‘Exotica Compacta’
Dracaena deremensis ‘Janet Craig’
Dracaena deremensis ‘Warneckei’
Dracaena fragrans ‘Massangeana’
Dracaena marginata
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Epipremnum aureum
Euphorbia pulcherrima
Ficus benjamina
Ficus macleilandii ‘Alii’
Ficus robusta
Gerbera jamesonii
Hedera helix
Homalomena wallisii
Kalanchoe blossfeldiana
Liriope spicata
Maranta leuconeura ‘Kerchoveana’
Musa cavendishii
Nephrolepis exaltata ‘Bostoniensis’
Nephrolepis obliterata
Phalenopsis
Philodendron domesticum (sin. P.
tuxla)
Philodendron erubescens
Philodendron oxycardium (sin. P.
scandens)
Philodendron selloum
Phoenix roebelenii
Rhapis excelsa
Rhododendron simsii ‘Compacta’
Sansevieria trifasciata
Schlumbergera bridgesii
Schlumbergera rhipsalidopsis
Spathiphyllum
Syngonium podophyllum
Tulipa gesneriana
22
PAZZI
COME SI DIVENTA
ovvero storia di un’ecologista barbona. di Gabriella Canova
anzi... con il mio stipendio è tanto se riesco
a nutrirmi e a pagare l’affitto, ma senz’altro
ci sarà ancora da limare qua e là.
Cominciamo dai consumi energetici: le
lampadine a basso consumo? Celo. La
ciabatta elettrica, quella con le prese multiple per spegnere il led del televisore e
dello stereo? Celo.
Sì… però per consumare ancora meno
elettricità potrei non guardare la televisione e non ascoltare musica. Così il risparmio è proprio totale. Posso leggere
un libro! Che mi fa anche bene! Sì.. però
se leggo fino a tardi la luce artificiale la
consumo uguale… ok, si legge solo finchè
c’è la luce del giorno, quella è gratis, poi
a letto presto e ci si alza alle prime luci
Basta, ho deciso, divento ecologista integralista. È inutile chiacchierare tanto di
ambiente, lotta allo spreco, salvare la terra… se poi non si entra nel privato, se poi
non si abbraccia totalmente e fortemente
la coscienza ambientalista.
Tocca non far soffrire il mondo con le nostre scelte scellerate.
Comincio da subito: mi informo, basta con
lo shopping selvaggio… oddio non che io
sia proprio una da shopping selvaggio...
dell’alba! Che d’estate vado anche bene..
per l’inverno poi ci penso eh?
Magari d’inverno mi procuro un bel pannellino solare per l’abat jour, oppure un
sacco di candele! Che fanno anche tanto romantico! Sì.. però le candele me le
faccio io, in casa, così spendo meno, e
le profumo con le essenze che mi faccio
da me prendendo i fiori che trovo qui intorno. Sì.. però anche accendere il gas è
proprio uno spreco e inquino pure e così
ingrasso le lobby del petrolio, ma posso
usare la stufa a legna per scaldarmi casa
e cucinare, così prendo due piccioni con
una fava!
Sì.. però la stufa non posso mica alimentarla con la legna comprata che poi così
muoiono un sacco di alberi e io non voglio
essere responsabile della deforestazione
del pianeta.. ok, la legna me la raccolgo
da me, in giro per le colline, prendo solo
quella secca proveniente da alberi morti
da tempo, possibilmente suicidi.
Ohhh, e la parte consumi l’abbiamo
sistemata.
I riduttori di flusso per il risparmio idrico?,
celo (li vendo pure ci mancherebbe che
non ce li avessi!). Sì.. però lo stesso di
acqua, onestamente, ne spreco tanta, da
adesso in poi ogni volta che faccio la doccia mi infilo in una tinozza e così recupero
l’acqua e ci innaffio i fiori... sì però mica
posso innaffiare i fiori con l’acqua sapona-
ta, piena di shampoo e bagnoschiuma.
Shampoo e bagnoschiuma? Ma siamo
matti!!! Basta coi detersivi che inquinano
mari e fiumi!
Prendo degli avanzi di sapone Marsiglia,
e li metto in un contenitore con acqua
calda. Poi sbatto bene ed ecco il mio detersivo, shampo, bagnoschiuma fatto in
casa. Ogni volta che mi serve basta una
rimescolata. Sì.. però mica serve tutto sto
sapone sempre.. in realtà basta strofinarsi
bene con acqua e una spugna di quelle
dure, come diceva quel libro? Strigliarsi,
certo “strigliarsi” con l’acqua rigorosamente fredda d’estate, e appena tiepida
d’inverno che sennò si consuma…
Dovrei avere da qualche parte ancora una
di quelle spazzole che Pia usava per i cavalli…
Ok, e risolto il problema dell’acqua della
doccia, poi quella della pasta la uso per
lavare i piatti e quella che rimane dai piatti? Magari la bevo…
(continua...)
24
UNA CASTA DI SADICI CONTROLLA LE FERROVIE
I sedili dei treni Italiani
sono più che scomodi,
sono scomodissimi. Dopo
qualche ora passata su un
treno la scoliosi ti devasta!
E’ una delle tante punizioni
che subiamo per il solo
fatto di essere italiani.
Care Ferrovie dello Stato:
ecco una modesta proposta.
Gentile amministratore delegato Michele
Mario Elia, le scrivo per offrirle il lavoro
di analisi che abbiamo realizzato sul disastro delle ferrovie italiane. Ovviamente
so benissimo che è assolutamente improbabile che a lei freghi niente del nostro
parere. Ma io continuo a sognare un’Italia diversa, dove i grandi capi ascoltano i
pareri dei consumatori. E mentre le scrivo, magia delle illusioni della mente, immagino che lei possa veramente leggere
queste righe e, entusiasta, telefonarmi
per propormi di diventare Consulente alla
Razionalizzazione delle Ferrovie. E siccome questo giornale è letto è frequentato
da buontemponi come me sono certo che
molti, leggendo questo articolo, vivranno
per alcuni minuti il sogno fantastico di
un Amministratore Delegato di Trenitalia
che sia veramente interessato a salvare
l’azienda.
Siamo pazzi, lo so, ma le posso garantire che questi momenti di illusione sono
per noi un toccasana, un afrodisiaco, una
droga che ci aiuta a vivere in quest’Italia
cogliona un po’ più allegramente.
In effetti, mentre scrivo mi rendo proprio conto della mia pazzia e rido di me.
Scrivere all’Amministratore Delegato delle
Ferrovie… Ma come cazzo mi vengono
queste idee?
Comunque ecco le nostre proposte, per
le quali devo ringraziare in particolare il
duro lavoro di Simone Canova, direttore
di Cacao, che ha dedicato giorni all’analisi
della struttura degli orari dei treni. Resterà
stupito, signor Elia, dal fatto di scoprire
quanto meglio potrebbero funzionare le
ferrovie con un costo ridicolo, semplicemente modificando l’orario dei treni.
Se vuole glielo facciamo noi. Ma bando
alle ciance che il treno non ci aspetta!
Partiamo dalle cose semplici: si è reso
conto che quegli psicotici dei suoi predecessori hanno continuato a buttare
fantastiliardi di euro comprando poltrone
accessoriate con impianti hi-fi incorporato? Ora, visto che sui treni non funziona
nessun impianto di filodiffusione mi spiegate perché bisogna che ogni poltrona ne
abbia uno? Cimoli evidentemente aveva
gravi problemi mentali! Sì, perché all’inizio le Ferrovie volevano fare le sborone e
sui primi pendolini iniziarono a distribuire
a tutti i viaggiatori auricolari usa e getta
e ascoltavi la musica negli impianti audio
della tua poltrona. Poi hanno smesso di
distribuire auricolari ma la musica veniva
trasmessa ancora (ti dovevi portare l’auricolare da casa).
Poi hanno smesso anche di trasmettere
la musica visto che nessuno si porta gli
auricolari da casa e se se li porta li usa
per ascoltarsi l’I-Pod.
Ma nelle ultime consegne di vagoni tutte le
poltrone hanno ancora il loro bel impianto
hi-fi incorporato. Si potrebbe smettere?
Oltretutto questo impianto di ogni poltrona
è sempre acceso!!! Centinaia di migliaia di
led stanno lì accesi senza nessun cavolo
di motivo. Energia sprecata.
2) Trenitalia butta ogni giorno un fiume di
denaro perché le macchinette che fanno
i biglietti, le biglietterie umane e le agenzie di viaggio che fanno biglietteria non
sono in rete tra loro. Tu vai dal bigliettaio
della stazione e chiedi un biglietto per un
Eurostar, il cervellone dà i biglietti esauriti ma spesso poi sali sul treno e trovi un
mare di posti liberi. Questo perché, mi han
spiegato i ferrovieri, viene assegnata una
quota alle agenzie di viaggi che viene data
per venduta. A volte è vero, a volte no.
Quanti posti-viaggiatore perde ogni giorno Trenitalia per questo problema?
3) L’efficienza delle ferrovie lascia a desiderare in molti campi ma diventa tragica
nei viaggi con percorsi misti verticaleorizzontale. Non sono impazzito, mi spiego. Abbiamo verificato che tutti gli orari
dei treni che vanno da Foligno a Firenze e
da Firenze a Pisa (asse orizzontale), sono
sfalsati tra loro e rispetto a quelli MilanoNapoli (asse verticale). E questo vale per
tutti gli snodi della penisola. Inoltre in una
miriade di casi il treno che ti servirebbe
parte un minuto prima dell’arrivo del tuo
e il successivo è dopo un’ora. Ma a chi
l’hanno affidata la realizzazione dell’orario
ferroviario?
A Frankenstein?
4) Perché su un treno Milano-Roma non posso fare anche il biglietto Firenze-Perugia?
Ma a chi l’hanno affidata la
realizzazione dell’orario ferroviario? A Frankenstein?
26
27
Com’è
che
se
vado
all’agenzia che fa i biglietti
all’ingresso laterale della
stazione Centrale di Milano
(a destra guardando la
stazione) impiego 2 minuti
a fare il biglietto e se vado
alla biglietteria di Trenitalia
nell’atrio non me la cavo in
meno di 15 minuti?
Avete tempo da perdere? Quanto vi costa
aver spezzato la gestione dei biglietti su
scala regionale? Nell’era dei computer
che utilità ha questo casino?
5) Per quale motivo per un solo viaggio
ricevo a volte addirittura 4 biglietti di cartoncino diversi? Alle ferrovie stanno sul
cazzo gli alberi? Non si può fare come
in tutti i paesi normali un solo biglietto,
magari un po’ più piccolo? Almeno fosse
scritto in grande!
No, il biglietto è un lenzuolo e i caratteri tipografici sono della grandezza giusta
per risultare invisibili. È possibile avere un
solo biglietto? È possibile raddoppiare la
misura dei caratteri e dimezzare la misura
del biglietto? Centinaia di migliaia di euro
risparmiati migliorando il servizio.
è indispensabile per il benessere degli
italiani: le poltrone sono scomodissime.
Oltretutto i sedili hanno spesso la forma
a barchetta. Ma chi cavolo ha il sedere a
barchetta? Puro sadismo. Milioni di pendolari avrebbero diritto a un viaggio confortevole e a potersi riposare dopo il duro
lavoro. Invece, se gli va bene e riescono
a trovare un posto, ci guadagnano solo la
scogliosi. Questo vuol dire essere carogne!!! Per inciso, consiglierei di imitare la
forma delle poltrone delle ferrovie danesi.
Sono meravigliosamente ergonomiche.
8) Ci sarebbero quelle 160 (mi sembra di
aver capito) locomotive che sono costate
circa un milione di euro l’una che giacciono inutilizzate presso il deposito di Terni
perché per un errore furono ordinate per
un tipo di linea elettrica che poi non venne
mai costruita (molto furbi).
Visto che grossomodo sono 160 milioni di
euro non si potrebbe farne qualche cosa?
È proprio impossibile ridurre il danno e
cambiare il sistema elettrico?
6) Com’è che se vado all’agenzia che fa i
biglietti all’ingresso laterale della stazione
Centrale di Milano (a destra guardando la
stazione) impiego 2 minuti a fare il biglietto e se vado alla biglietteria di Trenitalia
nell’atrio non me la cavo in meno di 15
minuti? Non è che c’è qualche procedura da semplificare e qualche incapace da
rimuovere?
7) Un’operazione essenziale per il benessere dei viaggiatori è cambiare le poltrone.
Vi preghiamo, basta con queste poltrone
che NON permettono una posizione confortevole per dormire!!! Non si reclinano
abbastanza e la testa ti ciondola in avanti. Inoltre la poltrona ha un cuscino dietro
la testa o una protuberanza in modo che
devi stare gobbo e la testa ti ciondola in
avanti ancor di più se ti appisoli.
Hanno costruito migliaia di poltrone
che ci viaggia comodo un italiano solo:
Andreotti. Smetterla con questa storia
Oltretutto i sedili hanno
spesso
la
forma
a
barchetta. Ma chi cavolo
ha il sedere a barchetta?
Comunque sono lì da più di 10 anni a
occupare spazio e controlli… Facciamo
qualche cosa?
Grazie Presidente.
Ora che le ho parlato a cuore aperto già
mi sento meglio.
Sa, mio nonno era ferroviere…
E già mi vedo una delegazione di sindacalisti che la viene a trovare e le dice: “Ma ha
letto quella lettera…”
Sì, perché io alle ferrovie sono affezionato.Lo dico sempre ai ferrovieri quando
faccio il biglietto: “Ma vi rendete conto che
vi stanno rovinando l’azienda? Ma i sindacati cosa cavolo ce li avete a fare? Qui è
come quando a Torino gli operai impedirono ai tedeschi di portarsi via i macchinari
delle grandi fabbriche. Se non muovete il
culo vi trovate come l’Alitalia.”
28
Costruisci con noi la tua casa,
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Oggi una casa in classe energetica
“A” costa circa il 20% in più rispetto a
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Ma una casa non isolata consuma
energia e soldi come un trattore e a
volte è persino malsana.
Quel maggiore costo iniziale si recupera in pochi anni e fa risparmiare denaro per decenni.
Una casa ecologica ha costi di riscaldamento bassissimi, produce l’energia elettrica di cui hai bisogno, dura di
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30
Nel 2060 l’agricoltura produrrà solo prodotti
tipici e biologici e Andreotti ne sarà entusiasta.
Il quotidiano delle
BUONE NOTIZIE
Grazie Robin Hood!
Uno studio effettuato dall’associazione inglese “Campaign for
Better Transport” ha eletto la città di Nottingham “regina” dei trasporti urbani in Gran Bretagna.
50 km di piste ciclabili, 15 di rete
per tram elettrici, un efficiente servizio di bus e scuolabus urbani e
una politica che scoraggia l’apertura dei centri commerciali sono
il segreto di questo successo.
Invece dei grandi magazzini viene promossa l’apertura
di nuovi esercizi commerciali nei quartieri, limitando così gli
spostamenti per fare la spesa.
Al secondo posto in classifica
Londra: la metropolitana e gli autobus trasportano ogni giorno oltre 7
milioni di persone. Molto diffuso anche il servizio di biciclette a noleggio.
La cacca è l’energia del futuro!
Sempre in Gran Bretagna, nella
città di Didcot, è in atto un esperimento pilota per produrre gas
metano a uso domestico tramite la “digestione anaerobica” dei
rifiuti organici dei supermercati,
delle aziende alimentari e dei liquami di 200 famiglie dell’Oxfordshire. A cui viene evidentemente chiesto uno sforzo in più.
Pannelli solari sulla Casa Bianca
Obama ha detto sì! Entro la primavera del 2011 una serie di pannelli
solari termici e fotovoltaici installati sul tetto della White House forniranno acqua calda ed energia
elettrica rinnovabile alla struttura.
Non è la prima volta che succede: 32 pannelli solari termici furono installati dall’amministrazione
Carter nel 1979, poi smantellati
da Ronald Reagan e sostituiti con
un cannone al plasma da Bush.
L’autostrada solare
Sorgerà in Sicilia la prima autostrada energeticamente autosufficiente, nel tratto della A18 CataniaSiracusa. Dal primo gennaio 2011
luci, ventilatori nelle gallerie, pannelli stradali e telefoni per le chiamate di emergenza saranno alimentati con l’energia rinnovabile
prodotta da 80mila pannelli fotovoltaici distribuiti su 2,8 km di strada.
La produzione annuale stimata è
di 12 milioni di chilowattora, con
un risparmio di 31mila tonnellate equivalenti di petrolio e 10mila
tonnellate di anidride carbonica.
Tramite l’autostrada solare potrete
presto raggiungere la prima isola
rinnovabile del mondo, ai Caraibi.
Entro 5 anni il piccolo isolotto di
Bonaire, nelle Antille Olandesi,
sarà in grado di autoalimentarsi esclusivamente con energia pulita, soprattutto eolico e
biodiesel prodotto dalle alghe.
Il risparmio energetico è superato
La nuova frontiera dell’elettronica verde è la digestione.
All’Università Johannes Kepler di
Linz, in Austria, sono riusciti a creare
transistor elettronici commestibili.
Sono a base di glucosio, caffeina
e beta carotina, al termine del ciclo di vita si possono gettare nel
compost o addirittura mangiare.
Potrebbero avere molteplici applicazioni, in campo sanitario ma anche, ad esempio, nel controllo della catena del freddo o del grado di
maturazione dei prodotti alimentari.
Sono ottimi con un backup di cipolla.
permetteva ai cittadini di acquistare prodotti sfusi e a km zero, risparmiando tempo, denaro e rifiuti.
La raccolta porta a porta della spazzatura fece balzare la
percentuale di raccolta differenziata e riciclo all’85%.
1.500 famiglie adottarono una
compostiera domestica mentre il
Comune ne creò una più grande per
il resto della cittadinanza. Il compost
ricavato alimentava gli orti urbani.
La fontanella pubblica che erogava l’acqua del sindaco permise di risparmiare 200.000
bottigliette in plastica all’anno.
Venne fondata la “Banca del rac-
In Italia è record di prodotti
biologici
Secondo i dati riportati dalla
Coldiretti, nel primo semestre 2010
gli acquisti di prodotti da agricoltura
biologica sono aumentati del 9%.
Le crescite maggiori si registrano
nel settore prodotti per l’infanzia
e in quello della prima colazione.
In Italia il biologico sviluppa un giro
di affari stimato in 3 miliardi di euro.
La bella favola di Corchiano
C’era una volta una tranquilla comunità di 4.000 abitanti. Un giorno arrivò Bengasi Battisti, il suo
carisma conquistò tutti e fu subito
eletto sindaco e amministratore.
Da quel giorno nulla fu più uguale.
I vigili ricevettero l’ordine di girare in bicicletta per inquinare
meno mentre gli scuolabus vennero alimentati con biodiesel prodotto dall’olio di frittura usato.
La nuova moneta coniata dall’amministrazione e chiamata Ecoeuro,
conto”, un specie di circolo di lettori
che teneva in vita la narrativa locale.
Il Comune si dotò di uffici per promuove le energie rinnovabili e
di un nuovo regolamento edilizio
che premiava l’efficienza energetica e il basso impatto ambientale.
La leggenda narra che questo posto
dove tutti vivono felici, contenti ed
ecologici esista ancora, provincia
di Viterbo, seconda stella a destra.
Il social car sharing
L’idea è nata negli Stati Uniti
e si sta sviluppando con successo attraverso il sito internet
http://www.getaround.com/.
I cittadini privati che aderisco-
no mettono a noleggio la propria auto nelle ore in cui non la
utilizzano (basta lasciarla negli
appositi parcheggi autorizzati).
Con un affitto di 15 ore settimanali
si possono guadagnare fino a 267
dollari, riducendo il numero di auto
pro capite. La nostra fonte parla di
10 auto in meno per ognuna in car
sharing circolante, con un risparmio
del 40% delle emissioni inquinanti.
La Chiquita è diventata buona?
In Costa Rica l’azienda ha inaugurato un impianto di produzione energetica a biomassa ottenuta dagli scarti della frutta.
Per loro che producono comodini è un passo da gigante...
Bandite le lampadine a incandescenza da 75 watt
Dopo il bando di quelle da 100
watt un anno fa, dal primo settembre 2010 è stata la volta di
quella da 75. Esaurite le scorte
non verranno più messe in commercio, al loro posto soluzioni
più sostenibili come le lampade
a risparmio energetico o a led.
Prossimamente verranno eliminate
le lampadine da 60 watt, le illuminazioni mistiche e le brillanti idee.
Geniali!
Greenpeace contro Facebook: il
nuovo data center di Prineville,
nell’Oregon, con i server del social network, inquina troppo.
Per protestare l’associazione ambientalista ha aperto un gruppo.
Il solare costa meno del nucleare
Il 26 luglio 2010 dovrebbe essere
ricordato come una data storica:
il New York Times ha pubblicato
uno studio di John Blackburn, docente di economia presso la Duke
University, nel quale si legge che il
costo di un kilowattora prodotto con
il solare fotovoltaico ha raggiunto i
16 centesimi di dollaro, meno rispetto al kilowattora prodotto da
una centrale nucleare (dai 18 ai 22
centesimi di dollaro, calcolando anche i costi di trasporto dell’energia).
Mentre negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, quello di un singolo reattore
nucleare è passato dai 3 miliardi
di dollari nel 2002 ai 10 nel 2010.
Secondo Blackburn, uno Stato
come il Nord Carolina potrebbe tranquillamente far fronte
alle proprie necessità energetiche complessive ricorrendo soltanto alle fonti solare ed eolica.
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Disegni: Angese, Jacopo Fo Eleonora Albanese
Redazione: Gabriella Canova, Maria Cristina Dalbosco, Simone Canova
Impaginazione grafica: Armando Tondo
MONUMENTO AL NASO
DECEDUTO A MILANO
IL 26 APRILE 2006