Relazione geologica - Comune di Sesto Calende

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Relazione geologica - Comune di Sesto Calende
COM UNE DI SESTO CALENDE
Provincia di Varese
COMUNE DI SESTO CALENDE
VARIANTE PUNTUALE AL P.G.T. N. 2/2014
Componente geologica, idrogeologica e sismica
(L. R. n. 12/05 - D. G. R. 30 Novembre 2011 n. 9/2616)
RELAZIONE GEOLOGICA
N. Commessa: 1083_14
Data: Febbraio 2014 [REV01]
Collaborazione:
Dott. Paolo Merlo
Studio Associato di geologia applicata
Dott. Geol. Roberto Granata - Dott. Geol. Paolo Granata
Piazza G. Carducci n. 6 - 21100 Varese
Tel. 0332/242283 - Fax 0332/241231
e-mail: [email protected]
Studio Associato CONGEO
INDICE
1
PREMESSA .........................................................................1
2
AREA EX AVIR ....................................................................2
3
4
2.1
Vulnerabilità idraulica .....................................................2
2.2
Interventi realizzati ........................................................3
2.3
Vincoli..........................................................................4
2.4
Sintesi delle conoscenze acquisite ....................................5
2.5
Fattibilità geologica ........................................................7
AREA MARNA – CIRCOLO SESTESE – PIAZZALE ROVELLI ......... 12
3.1
Vulnerabilità idraulica ................................................... 12
3.2
Vincoli........................................................................ 13
3.3
Sintesi delle conoscenze acquisite .................................. 14
3.4
Fattibilità geologica ...................................................... 17
3.5
Considerazioni sull’intervento in progetto......................... 22
RISCHIO
SISMICO
DELL'INTERO
TERRITORIO
COMUNALE
IN
VARIANTE PER ADEGUAMENTO A D.G.R. n. 9/2616 del 30-11-2011 ..... 24
4.1
Analisi della sismicità storica e recente............................ 24
4.2
Normativa di riferimento ............................................... 27
4.3
Analisi della sismicità del territorio ................................. 29
4.4
Carta della pericolosità sismica locale (PSL) ..................... 31
Allegati
All. n. 1 – Area ex AVIR: carta dei vincoli, scala 1:2.000
All. n. 2 - Area ex AVIR: carta di sintesi, scala 1:2.000
All. n. 3 - Area ex AVIR: carta di fattibilità geologica, scala 1:2.000
All. n. 4 – Area Marna: carta dei vincoli, scala 1:2.000
All. n. 5 – Area Marna: carta di sintesi, scala 1:2.000
All. n. 6 – Area Marna: carta di fattibilità geologica, scala 1:2.000
Tavole
Tav. n. 4 – Carta della pericolosità sismica locale, scala 1:5.000
I
Studio Associato CONGEO
1 PREMESSA
Il Comune di Sesto Calende (VA) ha intenzione di proporre una
variante al P.G.T. al fine di dare attuazione a due tematiche scaturite da
due obbiettivi di diverse specificità e di diversi ambiti territoriali, ma
funzionalmente connessi.
La prima tematica è relativa ad alcuni aspetti disciplinari inerenti il
P.I.I. ex AVIR in parte modificativi e in parte confermativi delle relative
previsioni programmatorie da recepire anche nel livello pianificatorio del
P.G.T.. In questo ambito, la realizzazione delle opere di difesa previste
dallo studio idraulico di dettaglio del T.te Lenza (Studio Congeo – Ing.
Giorgio Amolari, luglio 2002) e dal P.I.I. approvato, consentono la
riclassificazione della fattibilità geologica da 4 (gravi limitazioni) a 3
(consistenti limitazioni).
La seconda tematica è relativa all'area della "Marna – Circolo sestese
–
piazzale
Rovelli",
conseguente
alla
redazione
di
uno
studio
di
approfondimento teso a meglio definire la fattibilità geologica del
comparto per la definizione delle modalità operative e procedurali per la
riqualificazione complessiva di tale ambito.
Una terza tematica di variante, esclusivamente di ambito geologico,
riguarda
la
pericolosità
sismica
locale
per
la
quale
dovrà
essere
modificata la cartografia in conseguenza dell’aggiornamento dei criteri
ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica
e
sismica
del
P.G.T.
(D.G.R.
30
novembre
2011
n.
9/2616)
relativamente agli scenari di pericolosità sismica locale.
1
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2 AREA EX AVIR
Il comparto oggetto di P.I.I. è situato nel settore centro-meridionale
del territorio comunale di Sesto Calende e risulta compreso tra la S.S. n.
33 del Sempione e la linea ferroviaria.
2.1 V ULNERABILITÀ
IDRAULICA
Il settore in esame è caratterizzato dalla presenza di alcune criticità,
evidenziate sia dallo studio idraulico del luglio 2002 che dagli studi più
recenti finalizzati alla progettazione delle opere. Procedendo da valle
verso monte si possono osservare:
−
Nel tratto rettilineo tra il piazzale della stazione ed il primo
sottopasso
si
verificano
limitati
fenomeni
di
esondazione,
soprattutto lungo la sponda sinistra, già con piene ordinarie (Tr
50 anni). Tale criticità è soprattutto legata ai livelli del Lago
Maggiore.
−
Area ex AVIR: la presenza di un tratto tombinato con sezione
insufficiente allo smaltimento anche delle portate con tempi di
ritorno di 50 anni, provoca la formazione di un battente idrico di
circa 1 m di altezza sopra il piano stradale, con conseguente
allagamento di una vasta area sia a monte che a valle della
sezione considerata, senza però raggiungere la S.S. 33. Più a
valle la sponda destra risulta inadeguata al contenimento anche
di portate non catastrofiche, mentre in sponda sinistra si verifica
esondazione
in
corrispondenza
del
termine
del
tratto
con
travature, avente sponde non adeguate.
−
Area a valle della S.S. del Sempione: la presenza di condotte
fognarie
che
attraversano
il
rilevato
stradale
mette
in
comunicazione le acque di esondazione del Lenza con i caseggiati
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compresi tra la statale e il Municipio causando l’allagamento di
quest’area.
−
Tratto
a
monte
della
tombinatura:
il
rigurgito
dovuto
all’insufficienza della sezione (amplificato dalla presenza di una
tubazione fognaria sospesa trasversalmente al corso d’acqua)
provoca il superamento dell’argine sinistro ed il deflusso verso
valle interessando ampie aree.
−
Tratto
immediatamente
a
valle
del
secondo
sottopasso
ferroviario: presenta sponde di altezza non adeguata al deflusso
dell’onda di piena.
2.2 I NTERVENTI
REALIZZATI
In sintesi gli interventi realizzati per la riduzione del rischio idraulico
del tratto in esame sono raggruppabili nei seguenti punti (Fig. n. 2.1):
1)
demolizione e rimozione delle coperture e dei loro residui
(travi di appoggio e scatolare) nei tratti tombinati;
2)
demolizione e rimozione delle pareti e della soletta in c.a.;
3)
risezionamento dell’alveo con riprofilatura del fondo secondo 5
sezioni tipo;
4)
realizzazione dei nuovi muri di sponda in alveo e fuori alveo in
c.a. e pietrame;
5)
realizzazione di nuovi attraversamenti stradali;
6)
realizzazione di opere di completamento con ripristino dello
scaricatore di piena (con apposizione di valvole a clapet per
evitare il rigurgito) e degli altri sottoservizi intercettati.
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Fig. n. 2.1 – Stralcio progetto esecutivo interventi di riqualificazione del
T.te Lenza (DiZeta Ingegneria, febbraio 2012). Linea rossa = tratto oggetto di
intervento;
linea
arancione
=
area
ex
AVIR
oggetto
di
riqualificazione;
puntinato azzurro = aree di allagamento per Tr 200 anni.
2.3 V INCOLI
La
realizzazione
riduzione
della
degli
pericolosità
interventi
idraulica
di
difesa
attuale
previsti
e
consente
permette
quindi
la
la
riduzione delle aree definite secondo la legenda PAI come “Aree a
pericolosità molto elevata (Ee)”, che saranno mantenute esclusivamente
per le aree di pertinenza fluviale (alveo, sponde e arginature).
Le restanti porzioni verranno classificate come “Aree a pericolosità
media o moderata (Em)”.
4
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La nuova perimetrazione delle aree in dissesto è riportata in allegato
n. 1.
2.4 S INTESI
DELLE CONOSCENZE ACQUISITE
Con riferimento agli ambiti di sintesi definiti nel vigente studio della
componente
geologica,
idrogeologica
e
sismica
del
P.G.T.
e
alle
modifiche indotte dalla realizzazione delle opere di difesa (Tab. n. 2.1),
il comparto in esame appare caratterizzato dai seguenti elementi (All. n.
2):
B.1 - Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale
Rientra in questo ambito di sintesi tutta la porzione meridionale del
territorio comunale, la valle del Lenza e la direttrice Lago di ComabbioTicino, caratterizzate da alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale.
Tale acquifero non è comunque captato a scopo idropotabile.
C.7 - Aree di pertinenza dei corsi d’acqua
Corrispondono alle aree in prossimità dei corsi d’acqua minori dove
ha luogo il normale deflusso delle acque; localmente si sono evidenziati,
durante i rilevamenti in sito, fenomeni di erosione delle sponde e
fenomeni di esondazione, arretramento dei cigli di sponda e accumulo di
detriti, connessi alla dinamica torrentizia. Questa fascia corrisponde
all’area di tutela assoluta del reticolo idrico.
C.8 - Aree protette da interventi di difesa dalle esondazioni
Comprende tutte le aree nelle quali si verifica la riduzione delle
condizioni di rischio in seguito agli interventi realizzati; si tratta, oltre
che del comparto oggetto di P.I.I., anche delle aree a valle della S.S. n.
33 del Sempione e del settore a monte di via Vittorio Veneto.
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A: aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti
A.4
Aree di frana quiescente.
A.5
Aree a franosità superficiale diffusa (scivolamenti, soliflusso).
A.17
Aree di versante acclive a pericolosità potenziale legata alla possibilità di
innesco di fenomeni di dissesto.
A.18
Aree di versante mediamente acclive.
B: aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico
B.1
Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale.
B.2
Aree con emergenze idriche diffuse.
C: aree vulnerabili dal punto di vista idraulico
C.1a
Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a
50/200 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o con
consistenti fenomeni di trasporto solido: grado pericolosità molto elevato.
C.1b
Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a
50/200 anni), con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua: grado
pericolosità elevato.
C.2a
Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno
fino a 200 anni) e/o con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da
non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e
infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità
media o moderata.
C.2b
Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno
superiori a 200 anni) e con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali
da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e
infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità
media o moderata.
C.4
Aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali.
C.5
Aree soggette ad esondazione lacuale.
C.7
Aree di pertinenza dei corsi d’acqua.
C.8
Aree protette da interventi di difesa dalle esondazioni.
D: aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche
D.1
Aree di possibile ristagno, torbose e paludose.
D.2
Aree con caratteristiche geotecniche mediocri.
Tab. n. 2.1 - Ambiti di sintesi riconosciuti nel P.G.T. vigente. In rosso gli
ambiti di sintesi modificati dal presente studio.
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D.2: Aree con caratteristiche geotecniche mediocri
In questa classe si possono identificare i settori caratterizzati dalla
presenza di limi sabbiosi e sabbie limose con argille e torbe, da limi
argillosi con sabbia, sabbie limose e argille limose con torbe. Si tratta di
terreni prevalentemente fini che presentano un’elevata eterogeneità sia
laterale che verticale; il comportamento geotecnico varia da coesivo a
granulare ed il grado di consistenza/addensamento è in genere basso;
l’acquifero, libero o sospeso, è spesso prossimo al piano campagna. Si
rinvengono nella zona del Lago Maggiore e lungo alcuni tratti dei corsi
d’acqua principali (Lenza e Riale).
2.5 F ATTIBILITÀ
GEOLOGICA
Sulla base degli elementi precedentemente descritti è stata proposta
per
il comparto
ex AVIR
una nuova delimitazione
della fattibilità
geologica nella quale sono distinte tre classi (All. n. 3).
Classe di fattibilità 4 – gravi limitazioni
In questa classe sono individuate le aree ove l'alto rischio geologico
comporta gravi limitazioni per la modifica alla destinazione d'uso del
territorio.
In tale ambito sono escluse nuove edificazioni, se non interventi
volti al consolidamento e/o alla sistemazione idrogeologica per la messa
in sicurezza dei siti.
Per gli edifici esistenti saranno consentiti esclusivamente le opere
relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione
ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo così come
definiti dall'art. 27, comma 1, lettere a) b) e c) della L.R. 12/2005,
senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico
insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento
alla normativa antisismica.
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Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico potranno
essere
realizzate
solo
se
non
altrimenti
localizzabili
e
dovranno
comunque essere puntualmente valutate in funzione della tipologia di
dissesto
e
del
grado
di
pericolosità/vulnerabilità
rischio
che
omogenea.
A
tal
determinano
fine,
alle
l’ambito
istanze
di
per
l’approvazione da parte dell’autorità comunale, dovrà essere allegata
apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità
degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico.
Per
i
nuclei
abitati
esistenti,
quando
non
sarà
strettamente
necessario provvedere al loro trasferimento, dovranno essere predisposti
idonei piani di protezione civile ed inoltre dovrà essere valutata la
necessità
di
predisporre
sistemi
di
monitoraggio
geologico
che
permettano di tenere sotto controllo l’evoluzione dei fenomeni in atto.
Nel comparto in esame tali aree sono riferibili all’unità di sintesi “C.7
- Aree di pertinenza dei corsi d’acqua”.
Classe di fattibilità 3 – consistenti limitazioni
La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate
consistenti limitazioni alla modifica delle destinazioni d’uso dei terreni
per
le
condizioni
di
pericolosità/vulnerabilità
individuate.
Queste
condizioni possono essere per lo più rimosse con interventi idonei alla
eliminazione o minimizzazione del rischio, realizzabili nell’ambito del
singolo lotto edificatorio o di un suo intorno significativo. L'utilizzo delle
zone, ai fini urbanistici è subordinato alla realizzazione di relazioni di
approfondimento e supplementi d’indagine per acquisire una maggiore
conoscenza geologico-tecnica dell'area e del suo intorno, per accertare
la compatibilità degli interventi con le situazioni di dissesto in atto o
potenziali e consentire di precisare le esatte volumetrie e ubicazioni, le
idonee destinazioni d'uso, nonché le eventuali opere di difesa.
Le aree a consistenti limitazioni nell’area oggetto di variante sono
contraddistinte dall’unità di sintesi “C.8 - Aree protette da interventi di
difesa dalle esondazioni”.
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Studio Associato CONGEO
Si tratta di aree idonee all’utilizzazione urbanistica a condizione che,
per
le
nuove
edificazioni,
vengano
realizzati
interventi
tecnici
a
protezione delle eventuali acque di inondazione conseguenti ad eventi
catastrofici (tempi di ritorno superiori a 200 anni). Dovranno essere
chiaramente indicate le metodologie per la messa in sicurezza delle
opere previste, mediante uno studio idraulico ed idrogeologico specifico,
che verifichi la quota di inondabilità del lotto edificabile in relazione alla
piena di riferimento e l’interazione tra l’intervento ed il deflusso/livello
delle acque di piena.
Tutti gli interventi, dalle nuove opere alla ristrutturazione, dovranno
essere conformi ai seguenti aspetti prescrittivi:
-
le acque reflue e meteoriche dovranno essere raccolte ed
adeguatamente smaltite;
-
la possibilità di realizzazione di locali interrati dovrà essere
attentamente valutata nelle zone prospicienti i corsi d’acqua;
-
ogni tipo di superficie abitabile e sede di processi industriali e
di impianto tecnologico dovrà preferibilmente essere progettato
considerando la massima quota di esondazione valutata almeno con
tempi di ritorno centennali.
Per le nuove edificazioni devono essere eseguite specifiche e puntuali
indagini atte ad accertare le caratteristiche geotecniche dei terreni di
imposta delle fondazioni ed il progetto dovrà essere accompagnato da una
relazione idrogeologica specifica che definisca nel dettaglio:
l’analisi dell’assetto idrologico ed idrogeologico sia del sito di
costruzione e/o intervento di modifica/trasformazione sia delle aree
potenzialmente
interagenti
metodologie
soluzioni
e
con
il
tecniche
settore
da
e
definizione
adottare,
delle
comprendendo
nell’analisi sia quanto attuabile come soluzione tecnica direttamente
nell’opera sia quanto necessario realizzare a difesa del sito con
eventuali interventi esterni;
la
valutazione
della
possibile
evoluzione
territoriale
e
degli
interventi attivi e/o passivi proponibili al fine di mitigare il rischio.
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Studio Associato CONGEO
I
progetti,
dovranno
correlati
prevedere
da
relazioni
opere
idrogeologiche
drenanti
per
e
evitare
geotecniche,
sottopressioni
idrostatiche nei terreni di fondazione.
Tale
settore
è
classificato
come
“area
a
pericolosità
media
o
moderata” secondo la legenda unificata PAI, per la quale valgono le
prescrizioni dell’art. 9 comma 6bis delle Norme di Attuazione del PAI.
Classe di fattibilità 2 – modeste limitazioni
La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate
modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della
destinazione
d’uso,
che
possono
essere
superate
mediante
approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza
l’esecuzione di opere di difesa. Comprende gli ambiti di sintesi “B.1 Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale” e “D.2 - Aree con
caratteristiche geotecniche mediocri”.
Si tratta di aree idonee all’utilizzazione urbanistica a condizione che
vengano realizzati studi per approfondire gli aspetti di pericolosità /
vulnerabilità identificati in queste zone in relazione agli interventi
previsti al fine di fornire indicazioni progettuali per la loro mitigazione;
in particolare devono essere valutati gli aspetti legati a:
vulnerabilità
dell’acquifero
(ambito
di
sintesi
B.1):
ogni
intervento sull’esistente e ogni nuova opera dovrà assicurare e garantire
il mantenimento e/o il miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche
delle
acque
relazione
di falda.
Sarà
quindi necessario
geologica-idrogeologica
dell’intervento
dell’acquifero
con
e
lo
stato
fornisca
che
locale
apposite
produrre
accerti
di
la
potenziale
prescrizioni
sulle
un’apposita
compatibilità
vulnerabilità
modalità
di
attuazione degli interventi stessi. Gli interventi edificatori dovranno
inoltre
considerare,
attraverso
adeguati
studi,
l’interazione
con
la
circolazione idrica sotterranea e lo smaltimento delle acque meteoriche e
reflue.
Si
rimanda
salvaguardia
delle
al
“Regolamento
acque
destinate
regionale
al
delle
consumo
aree
per
la
umano”
ed
al
“Regolamento regionale per l’uso, risparmio e riuso delle acque” (Reg.
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Studio Associato CONGEO
Reg. 24 marzo 2006 n. 2, 3 e 4) per l’individuazione delle misure di
protezione qualitativa e quantitativa delle acque e per quelle relative alla
destinazione d’uso del territorio.
caratteristiche geotecniche (ambito di sintesi D.2): deve essere
affrontato
in
modo
approfondito
il
problema
fondazionale,
con
la
realizzazione di apposite indagini geognostiche in sito e/o in laboratorio,
volte a definire in modo preciso, puntuale e dettagliato le caratteristiche
geotecniche dei terreni di imposta e la profondità di riscontro della falda
idrica per una più consapevole scelta delle soluzioni progettuali più
idonee da adottarsi, prevedendo inoltre opere drenanti per evitare
sottopressioni idrostatiche nei terreni di fondazione.
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Studio Associato CONGEO
3 AREA MARNA – CIRCOLO SESTESE – PIAZZALE
ROVELLI
Il settore in esame è situato nel settore centro-meridionale del
territorio comunale di Sesto Calende in adiacenza alla sponda sinistra
del Fiume Ticino.
3.1 V ULNERABILITÀ
IDRAULICA
L’area in esame, compresa all’interno del perimetro del centro
edificato (art. 18 L. 865/71), ricade in parte in Fascia A del PAI (settore
prossimo alla sponda del Ticino) ed in parte in Fascia B (settore
prossimo a via Barberi e a Piazza Cesare da Sesto). Secondo i criteri
contenuti nella D.G.R. 30 novembre 2011 n. 9/2616 le aree in Fascia A e
B all’interno dei centri edificati devono essere soggette a studi idraulici
per la valutazione di dettaglio del rischio idraulico ai fini di una
utilizzazione urbanistica del territorio compatibile con le condizioni di
rischio.
Il Comune di Sesto Calende ha affidato quindi l’incarico di realizzare
tale studio idraulico di compatibilità al Dott. Ing. Giorgio Amolari, cui si
rimanda per un maggior dettaglio. Nel presente documento si richiamano
in sintesi i seguenti aspetti fondamentali:
-
l’assetto idraulico del comparto risente in maniera rilevante del
regime idrologico del lago. Il colmo di piena è caratterizzato da
lunghe durate e da velocità della corrente piuttosto basse;
-
l’evento di piena di riferimento (tempo di ritorno 200 anni)
provoca
una
portata
al
colmo
pari
a
2.805
m3 /s,
cui
corrisponde un livello idrico a quota m 197,74 s.l.m.;
-
la velocità di deflusso della corrente al di fuori dell’alveo è
inferiore a 0,5 m/s;
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Studio Associato CONGEO
-
le
condizioni
di
pericolosità,
funzione
della
velocità
e
dell’altezza della lama d’acqua, sono determinate in accordo
con i criteri di zonazione descritti nell’allegato 4 della D.G.R.
30 novembre 2011 n. 9/2616 e sono state rappresentate in
tavola n. 3. La pericolosità dipende principalmente dal battente
idrico in quanto la velocità di deflusso è molto bassa.
-
viste le particolari condizioni dell’edificio del Circolo Sestese,
costruzione sviluppata su più piani con accesso indipendente a
quote differenti, è stata proposta una suddivisione non solo
orizzontale
ma
anche
verticale,
in
quanto
nell’edificio
coesistono parti cui può essere garantito l’accesso da aree
caratterizzate da pericolosità diversa (“molto elevata” per il
livello inferiore e “media o moderata” per il livello superiore).
3.2 V INCOLI
Il comparto in esame risulta soggetto ai vincoli derivanti dal Piano
Stralcio delle Fasce Fluviali (D.P.C.M. 24 luglio 1998) relativi al Fiume
Ticino. In particolare (All. n. 4):
Fascia A
Rappresenta la fascia di deflusso della piena di riferimento (tempo di
ritorno pari a 200 anni); il limite si trova lungo le sponde del Fiume.
In questo settore, valgono le prescrizioni degli art. 29, 38, 38bis,
38ter, 39 e 41 delle NdA del PAI.
Fascia B
Costituisce la porzione di territorio interessata da inondazione al
verificarsi della piena di riferimento. Il limite esterno si spinge fino a
Piazzale Rovelli, via R. Barbieri, Piazza Cesare da Sesto e viale Italia.
In questo settore, valgono le prescrizioni degli art. 30, 38, 38bis,
38ter, 39 e 41 delle NdA del PAI.
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Nelle zone del centro edificato le prescrizioni degli articoli sopra citati
sono sostituite, come previsto dalla D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre
2012, dalle norme definite in base al grado di rischio risultante dalla
verifica idraulica eseguita dal Dott. Ing. Giorgio Amolari. Tali norme
sono riportate nei capitoli successivi (3.4 fattibilità geologica).
3.3 S INTESI
DELLE CONOSCENZE ACQUISITE
Con riferimento agli ambiti di sintesi definiti nel vigente studio della
componente
geologica,
idrogeologica
e
sismica
del
P.G.T.
e
alle
risultanze dello studio idraulico di approfondimento (Tab. n. 3.1), il
comparto in esame appare caratterizzato dai seguenti elementi (All. n.
5):
B.1 - Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale.
Rientra in questo ambito di sintesi tutta la porzione meridionale del
territorio comunale, la valle del Lenza e la direttrice Lago di ComabbioTicino, caratterizzate da alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale.
Tale acquifero non è comunque captato a scopo idropotabile.
C.1a - Aree frequentemente inondabili (indicativamente con
tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con significativi valori di
velocità
e/o
altezze
d’acqua
o
con
consistenti
fenomeni
di
trasporto solido: grado pericolosità molto elevato.
Si tratta delle porzioni lungo la sponda del Fiume Ticino, della
porzione più depressa di via Remo Barberi e del parcheggio comunale
alle spalle del circolo sestese (indicativamente fino a quote di c.ca m
197,7 s.l.m.), che sono interessate dall’onda di piena del Fiume Ticino
con tempo di ritorno di 200 anni (tempo di riferimento conforme alla
normativa PAI) con elevati valori del battente idrico e basse velocità di
deflusso.
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A: aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti
A.4
Aree di frana quiescente.
A.5
Aree a franosità superficiale diffusa (scivolamenti, soliflusso).
A.17
Aree di versante acclive a pericolosità potenziale legata alla possibilità di
innesco di fenomeni di dissesto.
A.18
Aree di versante mediamente acclive.
B: aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico
B.1
Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale.
B.2
Aree con emergenze idriche diffuse.
C: aree vulnerabili dal punto di vista idraulico
C.1a
Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a
50/200 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o con
consistenti fenomeni di trasporto solido: grado pericolosità molto elevato.
C.1b
Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a
50/200 anni), con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua: grado
pericolosità elevato.
C.2a
Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno
fino a 200 anni) e/o con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da
non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e
infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità
media o moderata.
C.2b
Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno
superiori a 200 anni) e con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali
da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e
infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità
media o moderata.
C.4
Aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali.
C.5
Aree soggette ad esondazione lacuale.
C.7
Aree di pertinenza dei corsi d’acqua.
C.8
Aree protette da interventi di difesa dalle esondazioni.
D: aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche
D.1
Aree di possibile ristagno, torbose e paludose.
D.2
Aree con caratteristiche geotecniche mediocri.
Tab. n. 3.1 - Ambiti di sintesi riconosciuti nel P.G.T. vigente. In rosso gli
ambiti di sintesi modificati dal presente studio.
15
Studio Associato CONGEO
C.1b - Aree frequentemente inondabili (indicativamente con
tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con modesti valori di
velocità ed altezze d’acqua: grado pericolosità elevato.
Si tratta di una porzione ristretta individuata in corrispondenza di via
Remo Barberi per la quale lo studio idraulico ha definito un grado di
pericolosità elevato sulla base dei valori di altezza e velocità della
corrente di piena.
C.2b - Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente
con tempi di ritorno superiori a 200 anni) e con modesti valori di
velocità ed altezze d’acqua tali da non pregiudicare l’incolumità
delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo
svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità media o
moderata.
Si tratta delle aree più esterne, potenzialmente interessate da
fenomeni di esondazione catastrofica (tempi di ritorno superiori a 200
anni) che presentano un grado di pericolosità medio o moderato e nullo
(aree poste a quota superiore a quella raggiunta dalle acque con tempi
di ritorno di 200 anni, ma comprese nelle Fasce PAI).
D.2 - Aree con caratteristiche geotecniche mediocri.
In questa classe si possono identificare i settori caratterizzati dalla
presenza di limi sabbiosi e sabbie limose con argille e torbe, da limi
argillosi con sabbia, sabbie limose e argille limose con torbe. Si tratta di
terreni prevalentemente fini che presentano un’elevata eterogeneità sia
laterale che verticale; il comportamento geotecnico varia da coesivo a
granulare ed il grado di consistenza/addensamento è in genere basso;
l’acquifero, libero o sospeso, è spesso prossimo al piano campagna. Si
rinvengono nella zona del Lago Maggiore e lungo alcuni tratti dei corsi
d’acqua principali (Lenza e Riale).
16
Studio Associato CONGEO
3.4 F ATTIBILITÀ
GEOLOGICA
Sulla base degli elementi precedentemente descritti è stata proposta
per il comparto del Circolo Sestese e di piazzale Rovelli una nuova
delimitazione della fattibilità geologica nella quale sono distinte tre
classi (All. n. 6).
Classe di fattibilità 4 – gravi limitazioni
Si tratta delle porzioni comprese nella classe di sintesi “C1a - Aree
frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a
50/200 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o
con consistenti fenomeni di trasporto solido: grado pericolosità molto
elevato”:
l'alta
vulnerabilità
idraulica
comporta
gravi
limitazioni
all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso.
Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, ivi comprese quelle
interrate, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione
idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti
sono
consentite
esclusivamente
le
opere
relative
ad
interventi
di
demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria,
restauro, risanamento conservativo, come definiti dall'art. 27, comma 1,
lettere a), b), c) della l.r. 12/05, senza aumento di superficie o volume e
senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni
necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.
Eventuali interventi per infrastrutture e attrezzature pubbliche e di
interesse pubblico possono essere realizzate solo per destinazioni non
altrimenti localizzabili nei cui volumi e sagome potranno essere previste
funzioni pubbliche complementari a quelle ammissibili all’esterno della
classe 4, se connesse fisicamente e strutturalmente per economia
costruttiva di impianto, ma con accessibilità esterna alla classe 4 e con
quote superiori a quella di riferimento per la piena con tempo di ritorno
di 200 anni (m 197,74 s.l.m. con riferimento lo zero idrometrico
dell’idrometro di Sesto Calende che rapportato alle quote del database
topografico comunale diventa m 197,90 s.l.m.); dovranno comunque
essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia
17
Studio Associato CONGEO
di
dissesto
e
del
grado
pericolosità/vulnerabilità
di
rischio
omogenea.
che
A
tal
determinano
fine,
alle
l’ambito
istanze
di
per
l'approvazione da parte dell'autorità comunale, deve essere allegata
apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità
degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico.
Ai sensi dell'art. 30, comma 2, lettera a) delle NTA del PAI è
vincolante
il
divieto
di
realizzare
interventi
che
"comportino
una
riduzione apprezzabile o una parzializzazione della capacità di invaso,
salvo che questi interventi prevedano un pari aumento delle capacità di
invaso in area idraulicamente rilevante".
A tal fine la citata verifica idraulica eseguita dal Dott. Ing. Giorgio
Amolari ed allegata alla presente variante, ha stimato come non
apprezzabili gli interventi di movimento terra e di realizzazione di nuovi
volumi edilizi contenuti entro il limite di 5.860 mc/ha. Tale risulta
pertanto il limite massimo delle trasformazioni ammissibili in tale zona
da dimostrare nei progetti edilizi delle opere pubbliche realizzabili.
Questa zona comprende le aree lungo il Ticino interessate da
pericolosità molto elevata.
Classe di fattibilità 3 – consistenti limitazioni
La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate
consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica
della
destinazione
d’uso
dei
terreni
per
le
condizioni
di
pericolosità/vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali
potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa.
Sono state distinte due zone:
Aree che presentano un grado di pericolosità elevato (ambito di
sintesi “C.1b - Aree frequentemente inondabili (indicativamente con
tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con modesti valori di velocità ed
altezze
d’acqua:
grado
pericolosità
elevato”)
-
Sulla
base
delle
indicazioni della D.G.R. 30 novembre 2011 n. 9/2616 sono state inserite
in classe di fattibilità 3 ma con una normativa d’uso più restrittiva
18
Studio Associato CONGEO
rappresentata
dall’art.
9
comma
6
del
PAI
relativo
alle
aree
a
pericolosità elevata (Eb).
Sono quindi consentiti:
- gli interventi di ristrutturazione edilizia, così come definiti alla
lettera d) dell’art. 27 della L.R. 12/2005, senza aumenti di superficie e
volume;
-
gli
interventi
di
ampliamento
degli
edifici
esistenti
per
adeguamento igienico-funzionale;
Sono inoltre consentiti (art 9 comma 5 NdA PAI):
- gli interventi di demolizione senza ricostruzione;
- gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro
e di risanamento conservativo degli edifici, così come definiti alle lettere
a), b) e c) dell’art. 27 della L.R. 12/2005;
- gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli
impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità,
senza
aumenti
di
superficie
e
volume,
senza
cambiamenti
di
destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo;
-
gli
interventi
necessari
per
la
manutenzione
ordinaria
e
straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico e di restauro e di
risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con
la normativa di tutela;
- i cambiamenti delle destinazioni colturali, purché non interessanti
una fascia di ampiezza di 4 m dal ciglio della sponda ai sensi del R.D.
523/1904;
- gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati
e alla eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di
interferenza antropica;
- le opere di difesa, di sistemazione idraulica e di monitoraggio dei
fenomeni;
- la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete
riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili e relativi
impianti, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di
dissesto
esistente
validato
dall'Autorità
competente.
Gli
interventi
19
Studio Associato CONGEO
devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per
cui sono destinati, tenuto conto delle condizioni idrauliche presenti;
Aree caratterizzate da grado di pericolosità medio o moderato e da
pericolosità residua (ambito di sintesi “C.2b - Aree allagabili con minore
frequenza (indicativamente con tempi di ritorno superiori a 200 anni) e
con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da non pregiudicare
l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo
svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità media o
moderata”) - Si tratta di aree idonee all’utilizzazione urbanistica a
condizione che vengano realizzati studi per approfondire le interazioni
tra la vulnerabilità idraulica e gli interventi previsti al fine di fornire
indicazioni progettuali per la loro mitigazione; in particolare devono
essere valutati i seguenti aspetti:
dovranno essere chiaramente indicate negli elaborati progettuali
la quota di inondabilità del lotto edificabile in relazione alla piena di
riferimento;
l’interazione tra l’intervento ed il deflusso/livello delle acque di
piena;
le metodologie per la messa in sicurezza delle opere previste.
Tutti gli interventi, dalle nuove opere alla ristrutturazione, dovranno
prevedere la raccolta e lo smaltimento delle acque reflue e meteoriche.
La
possibilità
di
realizzazione
di
locali
interrati
dovrà
essere
attentamente valutata e accompagnata da interventi atti ad evitarne
l’allagamento; ogni tipo di superficie abitabile e sede di processi
industriali
e
di
impianto
tecnologico
dovrà
preferibilmente
essere
progettato considerando la massima quota di esondazione.
Dovranno inoltre essere previste indagini di approfondimento in
merito agli aspetti legati alla vulnerabilità idrogeologica della falda e alle
caratteristiche
geotecniche
dei terreni di fondazione,
come
meglio
specificato in seguito.
20
Studio Associato CONGEO
Classe di fattibilità 2 – modeste limitazioni
La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate
modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della
destinazione
d’uso,
che
possono
essere
superate
mediante
approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza
l’esecuzione di opere di difesa. Comprende gli ambiti di sintesi “B.1 Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale” e “D.2 - Aree con
caratteristiche geotecniche mediocri”.
Si tratta di aree idonee all’utilizzazione urbanistica a condizione che
vengano realizzati studi per approfondire gli aspetti di pericolosità /
vulnerabilità identificati in queste zone in relazione agli interventi
previsti al fine di fornire indicazioni progettuali per la loro mitigazione;
in particolare devono essere valutati gli aspetti legati a:
vulnerabilità
dell’acquifero
(ambito
di
sintesi
B.1):
ogni
intervento sull’esistente e ogni nuova opera dovrà assicurare e garantire
il mantenimento e/o il miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche
delle
acque
relazione
di falda.
Sarà
quindi necessario
geologica-idrogeologica
dell’intervento
dell’acquifero
con
e
lo
stato
fornisca
che
locale
apposite
produrre
accerti
di
la
potenziale
prescrizioni
sulle
un’apposita
compatibilità
vulnerabilità
modalità
di
attuazione degli interventi stessi. Gli interventi edificatori dovranno
inoltre
considerare,
attraverso
adeguati
studi,
l’interazione
con
la
circolazione idrica sotterranea e lo smaltimento delle acque meteoriche e
reflue.
Si
rimanda
salvaguardia
delle
al
“Regolamento
acque
destinate
regionale
al
delle
consumo
aree
per
la
umano”
ed
al
“Regolamento regionale per l’uso, risparmio e riuso delle acque” (Reg.
Reg. 24 marzo 2006 n. 2, 3 e 4) per l’individuazione delle misure di
protezione qualitativa e quantitativa delle acque e per quelle relative alla
destinazione d’uso del territorio.
caratteristiche geotecniche (ambito di sintesi D.2): deve essere
affrontato
in
modo
approfondito
il
problema
fondazionale,
con
la
realizzazione di apposite indagini geognostiche in sito e/o in laboratorio,
volte a definire in modo preciso, puntuale e dettagliato le caratteristiche
21
Studio Associato CONGEO
geotecniche dei terreni di imposta e la profondità di riscontro della falda
idrica per una più consapevole scelta delle soluzioni progettuali più
idonee da adottarsi, prevedendo inoltre opere drenanti per evitare
sottopressioni idrostatiche nei terreni di fondazione.
3.5 C ONSIDERAZIONI
SULL ’ INTERVENTO IN PROGETTO
Il piano di recupero del comparto prevede la realizzazione di diversi
interventi finalizzati alla riqualificazione dell’area circostante il circolo
sestese: l’iniziativa si configura come “infrastruttura pubblica e di
interesse pubblico” in quanto prevede la realizzazione di spazi ricreativi,
di aggregazione e per i servizi legati alle attività sportive sull’acqua. Le
azioni previste più significative sono rappresentate dalla demolizione e
ricostruzione dei fabbricati esistenti e dalla sistemazione del parcheggio
di piazzale Rovelli.
Con riferimento al quadro progettuale precedentemente descritto la
nuova fattibilità geologica derivante dall’analisi di dettaglio del rischio
idraulico risulta così caratterizzata:
- settore di piazzale Rovelli: viene ora classificato in classe di
fattibilità 3 con consistenti limitazioni (area allagabile con pericolosità
residua). L’area è idonea all’utilizzazione urbanistica a condizione che
vengano approfondite le interazioni tra vulnerabilità idraulica e gli
interventi previsti. Dovranno inoltre essere previste indagini geotecniche
per la caratterizzazione meccanica dei terreni e del livello di falda (D.M.
14 gennaio 2008).
- settore circolo sestese (spiaggia, parco giochi, parcheggio e tutti i
fabbricati): viene mantenuta la classe di fattibilità 4 con gravi limitazioni
per via della pericolosità idraulica molto elevata. L’area presenta gravi
limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori: è esclusa la nuova edificazione
e per l’esistente sono consentiti solo gli interventi di demolizione senza
ricostruzione, la manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro ed il
22
Studio Associato CONGEO
risanamento conservativo (senza aumento di superfici, volumi e carico
insediativo).
La situazione di grave rischio documentata per quest’ultimo settore
ha spinto i progettisti ad optare per una soluzione che prevede la
demolizione della struttura esistente, con conseguente riduzione del
grado di rischio, e la costruzione di un nuovo fabbricato posto a quote
superiori a quelle coinvolte dalla piena di riferimento (classe di fattibilità
3, area allagabile con pericolosità residua) in posizione adiacente a
piazza Cesare da Sesto.
Solo una parte della nuova costruzione ricadrà su aree poste in
classe di fattibilità 4, ma tutti i locali adibiti a funzioni pubbliche che
comportano la permanenza di persone saranno realizzate a quote
superiori a quella di riferimento definite nello studio idraulico (pari a m
197,74 s.l.m. con riferimento lo zero idrometrico e a m 197,90 con
riferimento
le
quote
del
database
topografico
comunale).
In
corrispondenza delle quote più basse saranno realizzate esclusivamente
le porzioni di edificio strettamente connesse con l’attività sportiva
(canoa) quali magazzini e depositi barche etc. che non possono trovare
diversa localizzazione.
L’intervento
così
come
previsto
determina
una
importante
diminuzione del rischio nel comparto: le aree che attualmente vedono
coesistere
situazioni
di
elevata
pericolosità
idraulica
e
strutture
ricreative e di aggregazione con presenza di numerose persone verranno
sistemate e destinate a spazio verde e solo limitatamente a strutture
sportive
non
altrimenti
l’assembramento
di
localizzabili,
persone
saranno
mentre
spostate
quelle
in
che
aree
vedono
a
bassa
pericolosità.
In questo quadro progettuale le successive fasi dovranno comunque
prevedere
approfondimenti
riguardanti
la
compatibilità
idraulica
dell’intervento (interazione tra aree allagabili e costruzioni previste) e le
caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geotecniche dei terreni di
fondazione.
23
Studio Associato CONGEO
4 RISCHIO
SISMICO
DELL'INTERO
TERRITORIO
COMUNALE IN VARIANTE PER ADEGUAMENTO A
D.G.R. N. 9/2616 DEL 30-11-2011
4.1 A NALISI
Per
la
DELLA SISMICITÀ STORICA E RECENTE
caratterizzazione
della
pericolosità
sismica
del
territorio
comunale si è proceduto all’analisi della distribuzione spazio-temporale
dei terremoti avvenuti; a tal fine sono stati consultati i cataloghi sismici
ed i documenti redatti dall’Istituto Nazione di Geofisica e Vulcanologia
(INGV); in particolare:
-
Catalogo DOM4.1 [Monachesi e Stucchi, 1997];
-
Catalogo NT4.1 e NT4.1.1 [Camassi e Stucchi, 1996, 1992];
-
Catalogo dei forti terremoti italiani CFTI1 e CFTI2 [Boschi et al,
1997; Boschi et al., 2000];
-
Catalogo parametrico dei terremoti italiani CPTI11 [A. Rovida, R.
Camassi, P. Gasperini e M. Stucchi, 2011 ];
-
DBMI11 il database macrosismico utilizzato per la compilazione di
CPTI11 [Locati, R. Camassi e M. Stucchi, 2011];
-
Redazione
della
mappa
di
pericolosità
sismica
prevista
dall’Ordinanza PCM 3274 del 20 marzo 2003. Rapporto conclusivo
per il Dipartimento di Protezione Civile [Gruppo di Lavoro, 2004].
Sulla
base
della
zonazione
sismogenetica
elaborata
dall’INGV
(zonazione ZS9) il territorio comunale non ricade all’interno di nessuna
zona sismogenetica (Fig. n.
4.1):
non sono
quindi presenti nelle
vicinanze strutture geologiche in grado di generare terremoti (“faglie
capaci”).
L’analisi dei cataloghi sismici ha evidenziato che il comparto in
esame è caratterizzato da eventi sismici piuttosto rari e di intensità
massima rilevata nell’ordine del VI grado della scala Mercalli (Fig. n.
4.2); tali eventi sono riferibili a località epicentrali lontane, appartenenti
24
Studio Associato CONGEO
al settore orientale della provincia di Bergamo, al Veronese, al Bresciano
ed alla zona dell’Appennino Emiliano.
Fig. n. 4.1 - Zonazione sismogenetica ZS9.
Fig. n. 4.2 – Carta della massima intensità macrosismica attesa in
Lombardia (Molinet et al., 1996).
25
Studio Associato CONGEO
Nelle seguenti tabelle si riportano a titolo esemplificativo i risultati
ottenuti dalla
ricerca effettuata nel catalogo
DBMI11
relativa
alle
osservazioni macrosismiche per i Comuni di Arona e Varano Borghi (Tab.
n. 4.1), i più vicini contenuti nel database.
Effects
Is
Earthquake occurred:
Anno Me Gi Ora
Min
Area epicentrale
Np
Ix
Mw
Comune di Arona
5
1887 02 23 05:21:50
Liguria occidentale
1516
6.97 ±0.15
4
1905 04 29 01:46
Alta Savoia
267
7-8
5.63 ±0.09
3-4
1914 10 26 03:43
TAVERNETTE
67
7
5.41 ±0.16
4
1918 04 24 14:21:20
LECCHESE
34
6
4.97 ±0.21
3
1960 03 23 23:08:49
Vallese
4
1979 02 09 14:44:17
CAPRIATE S. GERVASIO
178
73
5.00 ±0.20
6
4.85 ±0.13
4
1983 11 09 16:29:52
Parmense
850
6-7
5.06 ±0.09
NF
2002 11 13 10:48:03
Franciacorta
770
5-6
4.29 ±0.09
Comune di Varano Borghi
3
1918 01 13 12:00
Milanese
25
4-5
4.80 ±0.21
3
1918 04 24 14:21:20
LECCHESE
34
6
4.97 ±0.21
5
1951 05 15 22:54
LODIGIANO
154
6-7
5.39 ±0.14
2
2000 08 21 17:14:28
Monferrato
597
6
4.86 ±0.09
Tab. n. 4.1 – Storia sismica dei Comuni di Arona e Varano Borghi (INGV DBMI11).
Nel complesso si evidenzia l’assenza di terremoti di una certa entità
localizzati in prossimità del territorio comunale, dimostrando come l’area
sia caratterizzata da una bassa potenzialità sismica il cui aspetto
principale risulta legato agli effetti risentiti, prodotti da terremoti di
energia elevata (ML>5) avvenuti in aree epicentrali lontane del territorio
in esame. Tale aspetto, infine, è evidenziato anche dall’analisi di
disaggregazione della pericolosità sismica che mette in luce come il
contributo maggiore alla pericolosità sia legato ad eventi sismici di
magnitudo compresa tra 4,5 e 5,5 e distanze epicentrali superiori a 70
km (Fig. n. 4.3).
26
Studio Associato CONGEO
Fig. n. 4.3 – Disaggregazione della pericolosità sismica (INGV-S1).
4.2 N ORMATIVA
DI RIFERIMENTO
Con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del
20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche
per le costruzioni in zona sismica”, pubblicata sulla G.U. n. 105 dell’8
maggio 2003 Supplemento ordinario n. 72, vengono individuate in prima
applicazione le zone sismiche sul territorio nazionale, e fornite le
normative tecniche da adottare per le costruzioni nelle zone sismiche
stesse.
La Regione Lombardia, con D.G.R. n. 14964 del 7 novembre 2003, ha
preso atto della classificazione fornita in prima applicazione dalla citata
27
Studio Associato CONGEO
Ordinanza
3274/03;
il
territorio
del
Comune
di
Sesto
Calende
è
classificato in zona sismica 4 (Fig. n. 4.4).
Fig. n. 4.4 – Classificazione sismica dei Comuni della Lombardia.
Nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28
aprile 2006 “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e
per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”,
è riportata la mappa di pericolosità sismica di riferimento per il territorio
nazionale. In questo elaborato la pericolosità sismica è espressa in
termini di accelerazione massima al suolo (a g ), con probabilità di
eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi (V s,30 > 800 m/s) e si
può osservare (Fig. n. 4.5) che il territorio comunale presenta valori di
pericolosità sismica compresi tra 0,025 e 0,050 g, corrispondenti ad un
grado di pericolosità sismica molto basso.
28
Studio Associato CONGEO
Fig. n. 4.2 - Valori di pericolosità sismica.
4.3 A NALISI
L’analisi
DELLA SISMICITÀ DEL TERRITORIO
della
sismicità
locale
è
stata
condotta
secondo
la
metodologia presentata nell’Allegato 5 della D.G.R. n. 9/2616 del 30-112011.
Tale metodologia prevede tre livelli di approfondimento, di seguito
sintetizzati:
1^ livello: riconoscimento delle aree passibili di amplificazione
sismica
sulla
base
sia
di
osservazioni
geologiche
(cartografia
di
inquadramento), sia di dati esistenti. Questo livello, obbligatorio per
29
Studio Associato CONGEO
tutti i Comuni, prevede la redazione della Carta della pericolosità sismica
locale, nella quale deve essere riportata la perimetrazione areale delle
diverse situazioni tipo (Tab. n. 4.2) in grado di determinare gli effetti
sismici locali (aree a pericolosità sismica locale - PSL).
2^
livello:
caratterizzazione
semi-quantitativa
degli
effetti
di
amplificazione attesi nelle aree perimetrate nella carta di pericolosità
sismica locale, che fornisce la stima della risposta sismica dei terreni in
termini di valore di Fattore di Amplificazione (Fa). L’applicazione del 2^
livello consente l’individuazione delle aree in cui la normativa nazionale
risulta
insufficiente
a
salvaguardare
dagli
effetti
di
amplificazione
sismica locale (Fa calcolato superiore a Fa di soglia comunali forniti dalla
Regione). Per queste aree si dovrà procedere alle indagini ed agli
approfondimenti di 3^ livello o, in alternativa, utilizzare lo spettro di
norma caratteristico della categoria di suolo superiore (anziché lo
spettro della categoria di suolo B si utilizzerà quello della categoria di
suolo C; nel caso in cui la soglia non fosse ancora sufficiente si utilizzerà
lo spettro della categoria di suolo D; anziché lo spettro della categoria di
suolo C si utilizzerà quello della categoria di suolo D; anziché lo spettro
della categoria di suolo E si utilizzerà quello della categoria di suolo D).
Per i Comuni ricadenti in zona sismica 4 tale livello deve essere
applicato, nelle aree PSL Z3 e Z4, nel caso di costruzioni strategiche e
rilevanti ai sensi della D.G.R. n. 14964/2003; ferma restando la facoltà
dei Comuni di estenderlo anche alle altre categorie di edifici.
3^ livello: definizione degli effetti di amplificazioni tramite indagini
e analisi più approfondite. Tale livello si applica in fase progettuale nei
seguenti casi:
-
quando, a seguito dell’applicazione del 2^ livello, si dimostra
l’inadeguatezza della normativa sismica nazionale all’interno degli
scenari PSL caratterizzati da effetti di amplificazioni morfologiche
e litologiche (zone Z3 e Z4 della Tabella 1 dell’Allegato 5);
-
in
presenza
di
aree
caratterizzate
da
effetti
di
instabilità,
cedimenti e/o liquefazione e zone di contatto tra litotipi con
30
Studio Associato CONGEO
caratteristiche fisico meccaniche molto diverse (zone Z1, Z2 e
Z5).
Il 3^ livello è obbligatorio anche nel caso in cui si stiano progettando
costruzioni il cui uso prevede affollamenti significativi, industrie con
attività
pericolose
per
l’ambiente,
reti
viarie
e
ferroviarie
la
cui
interruzione provochi situazioni di emergenza e costruzioni con funzioni
pubbliche o strategiche importanti, sociali essenziali.
Gli approfondimenti di 2^ e 3^ livello non devono essere eseguiti in
quelle aree che, per situazioni geologiche, geomorfologiche e ambientali
o perché sottoposte a vincolo da particolari normative, siano considerate
inedificabili, fermo restando tutti gli obblighi derivanti dall’applicazione
di altra normativa specifica.
4.4 C ARTA
DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE
(PSL)
La carta della pericolosità sismica locale (Tav. n. 4) rappresenta il
risultato dell’analisi di 1^ livello che consiste in un approccio di tipo
qualitativo, propedeutico ai successivi livelli di approfondimento; si
tratta di un metodo empirico che trova le basi nella continua e
sistematica osservazione diretta degli effetti prodotti dai terremoti.
Il metodo permette l’individuazione delle zone ove i diversi effetti
prodotti dall’azione sismica sono, con buona attendibilità, prevedibili,
sulla base di osservazioni geologiche e sulla raccolta dei dati disponibili
per una determinata area, quali la cartografia topografica di dettaglio, la
cartografia geologica e dei dissesti (dati esistenti già inseriti nella
cartografia di analisi e inquadramento).
Lo studio della componente geologica, idrogeologica e sismica del
vigente P.G.T. del Comune di Sesto Calende (giugno, 2010) comprende
la carta della pericolosità sismica locale nella quale vengono individuate
le aree passibili di amplificazione sismica distinte in base alle diverse
situazioni tipo, riportate nella Tabella 1 dell’Allegato 5.
31
Studio Associato CONGEO
L’emanazione da parte di Regione Lombardia di nuovi criteri per la
definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del
Piano di Governo del Territorio (D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre
2011) ha introdotto un aggiornamento degli scenari di pericolosità
sismica relativamente alle aree potenzialmente soggette ad effetti di
cedimenti e liquefazioni (Tab. n. 4.2).
Tab. n. 4.2 – Scenari di pericolosità sismica locale (estratto da All. n. 5
D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre 2011).
Nel territorio comunale di Sesto Calende erano state individuate aree
potenzialmente soggette a effetti di cedimento e/o liquefazione, pertanto
si
rendono
necessarie
modifiche
della
cartografia
conseguenti
all’aggiornamento delle linee guida regionali, tali modifiche sono legate
essenzialmente alla denominazione dell’ambito di pericolosità sismica
locale e non producono variazioni alla normativa vigente.
Le aree di pericolosità sismica locale (PSL) riconosciute nell’ambito
del territorio comunale, sono le seguenti:
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Studio Associato CONGEO
Z1b) Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti:
comprende le aree nelle quali i rilievi effettuati hanno messo in luce la
presenza di fenomeni di dissesto: si tratta di aree a franosità diffusa con
piccoli scivolamenti superficiali, crolli, e soliflusso.
Z1c) Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana:
comprende le aree nelle quali, in base a considerazioni sulla litologia dei
terreni affioranti e sulla pendenza, oltre che dalle evidenze in sito, si
ritengono possibili fenomeni di dissesto. Si tratta prevalentemente delle
aree di scarpata di erosione fluviale del T.te Lenza, del pendio a monte
di Lisanza e dei rilievi collinari principali.
Z2b) Zona con depositi granulari fini saturi: comprende le aree
lungo le sponde del Lago Maggiore, della Roggia Lenza e del Riale; si
tratta di aree caratterizzate dalla presenza di limi sabbiosi e sabbie
limose con argille e torbe, da limi argillosi con sabbia, sabbie limose e
argille limose con torbe; l’acquifero, libero o sospeso, è spesso prossimo
al piano campagna. Per questi settori vale anche la classificazione come
“Z4a) Zona di fondovalle e di pianura con presenza di depositi alluvionali
e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi”.
Z3a) Zona di ciglio: è evidenziato sulla cartografia da un elemento
lineare che mette in risalto l’orlo delle scarpate principali, aventi altezza
superiore a 10 m e inclinazione superiore a 10°. Sono quindi compresi,
tra gli altri, i cigli delle scarpate a monte di Lisanza e di Abbazia, gli orli
dei terrazzi di erosione del Lenza e quelli in corrispondenza delle località
Oriano e Oneda.
Z3b) Zona di cresta: anch’essa evidenziata sulla cartografia da un
elemento lineare che mette in risalto le linee di cresta principali; si
tratta
prevalentemente
di
creste
arrotondate.
Sono
costituite
dal
substrato gonfolitico ricoperto da spessori variabili di depositi morenici.
Tutta la porzione di territorio compresa tra il ciglio di scarpata o la
linea di cresta/cocuzzolo e la base del pendio è soggetta, in misura
33
Studio Associato CONGEO
differente, ai fenomeni di amplificazione sismica. L’estensione dell’area
di influenza delle linee di scarpata è stata determinata in funzione
dell’altezza della scarpata in accordo alle indicazioni di cui all’All. 5 alla
D.G.R. n. 8/7374/08, basate su considerazioni relative alla modalità di
propagazione delle onde di taglio nel sottosuolo, come riportato nella
seguente tabella.
Classe altimetrica
Classe di
inclinazione
Area di influenza
10 m ≤ H ≤ 20 m
Ai = H
10° ≤ α ≤ 90°
20 m ≤ H ≤ 40 m
A i = 3/4 H
H > 40 m
A i = 2/3 H
Tab. n. 4.3 – Determinazione dell’area di influenza.
Z4a) Zona di fondovalle e di pianura con presenza di depositi
alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi: in questa zona
è compresa tutta la parte meridionale del Comune di Sesto (Lago
Maggiore e Ticino) e le valli del Lenza e del Riale, costituite da materiali
di origine alluvionale ghiaiosi e sabbiosi, ma anche più fini, limoso
argillosi.
Z4b) Zona pedemontana di falda di detrito, conoide alluvionale
e conoide deltizio-lacustre: si tratta di una fascia ristretta tra i rilievi
di Cocquo e la sottostante piana lacustre di Lisanza, caratterizzata dalla
presenza
di
depositi
detritici
eterogenei
originatisi
sia
per
la
disgregazione del versante sia per l’azione delle acque incanalate che
incidono il versante.
Z4c) Zone morenica con presenza di depositi granulari e/o
coesivi (compresi le coltri loessiche): in questa zona sono comprese
le aree orientali, caratterizzate da estesi depositi morenici, e alcuni
limitati settori dei rilievi gonfolitici, nei quali sono presenti consistenti
accumuli di materiali glaciali.
Nella
seguente
tabella
si
sintetizzano
gli
adempimenti
e
le
tempistiche in funzione della zona sismica e dello scenario di pericolosità
sismica.
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Studio Associato CONGEO
Tab. n. 4.4 – Sintesi di adempimenti e le tempistiche (estratto da D.G.R.
n. 9/2616 del 30 novembre 2011).
Si sottolinea che nel caso di sovrapposizione tra zone a pericolosità
sismica
locale
Z3
e
Z4
dovranno
essere
verificati
i
fattori
di
amplificazione secondo entrambe le tipologie di effetto. Nel caso di
sovrapposizione tra Z1 / Z2 e Z4, dovranno invece essere rispettate le
prescrizioni più restrittive dovute agli elementi di instabilità, liquefazione
e cedimento (Z1 e Z2).
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