Relazione geologica - Comune di Sesto Calende
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Relazione geologica - Comune di Sesto Calende
COM UNE DI SESTO CALENDE Provincia di Varese COMUNE DI SESTO CALENDE VARIANTE PUNTUALE AL P.G.T. N. 2/2014 Componente geologica, idrogeologica e sismica (L. R. n. 12/05 - D. G. R. 30 Novembre 2011 n. 9/2616) RELAZIONE GEOLOGICA N. Commessa: 1083_14 Data: Febbraio 2014 [REV01] Collaborazione: Dott. Paolo Merlo Studio Associato di geologia applicata Dott. Geol. Roberto Granata - Dott. Geol. Paolo Granata Piazza G. Carducci n. 6 - 21100 Varese Tel. 0332/242283 - Fax 0332/241231 e-mail: [email protected] Studio Associato CONGEO INDICE 1 PREMESSA .........................................................................1 2 AREA EX AVIR ....................................................................2 3 4 2.1 Vulnerabilità idraulica .....................................................2 2.2 Interventi realizzati ........................................................3 2.3 Vincoli..........................................................................4 2.4 Sintesi delle conoscenze acquisite ....................................5 2.5 Fattibilità geologica ........................................................7 AREA MARNA – CIRCOLO SESTESE – PIAZZALE ROVELLI ......... 12 3.1 Vulnerabilità idraulica ................................................... 12 3.2 Vincoli........................................................................ 13 3.3 Sintesi delle conoscenze acquisite .................................. 14 3.4 Fattibilità geologica ...................................................... 17 3.5 Considerazioni sull’intervento in progetto......................... 22 RISCHIO SISMICO DELL'INTERO TERRITORIO COMUNALE IN VARIANTE PER ADEGUAMENTO A D.G.R. n. 9/2616 del 30-11-2011 ..... 24 4.1 Analisi della sismicità storica e recente............................ 24 4.2 Normativa di riferimento ............................................... 27 4.3 Analisi della sismicità del territorio ................................. 29 4.4 Carta della pericolosità sismica locale (PSL) ..................... 31 Allegati All. n. 1 – Area ex AVIR: carta dei vincoli, scala 1:2.000 All. n. 2 - Area ex AVIR: carta di sintesi, scala 1:2.000 All. n. 3 - Area ex AVIR: carta di fattibilità geologica, scala 1:2.000 All. n. 4 – Area Marna: carta dei vincoli, scala 1:2.000 All. n. 5 – Area Marna: carta di sintesi, scala 1:2.000 All. n. 6 – Area Marna: carta di fattibilità geologica, scala 1:2.000 Tavole Tav. n. 4 – Carta della pericolosità sismica locale, scala 1:5.000 I Studio Associato CONGEO 1 PREMESSA Il Comune di Sesto Calende (VA) ha intenzione di proporre una variante al P.G.T. al fine di dare attuazione a due tematiche scaturite da due obbiettivi di diverse specificità e di diversi ambiti territoriali, ma funzionalmente connessi. La prima tematica è relativa ad alcuni aspetti disciplinari inerenti il P.I.I. ex AVIR in parte modificativi e in parte confermativi delle relative previsioni programmatorie da recepire anche nel livello pianificatorio del P.G.T.. In questo ambito, la realizzazione delle opere di difesa previste dallo studio idraulico di dettaglio del T.te Lenza (Studio Congeo – Ing. Giorgio Amolari, luglio 2002) e dal P.I.I. approvato, consentono la riclassificazione della fattibilità geologica da 4 (gravi limitazioni) a 3 (consistenti limitazioni). La seconda tematica è relativa all'area della "Marna – Circolo sestese – piazzale Rovelli", conseguente alla redazione di uno studio di approfondimento teso a meglio definire la fattibilità geologica del comparto per la definizione delle modalità operative e procedurali per la riqualificazione complessiva di tale ambito. Una terza tematica di variante, esclusivamente di ambito geologico, riguarda la pericolosità sismica locale per la quale dovrà essere modificata la cartografia in conseguenza dell’aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T. (D.G.R. 30 novembre 2011 n. 9/2616) relativamente agli scenari di pericolosità sismica locale. 1 Studio Associato CONGEO 2 AREA EX AVIR Il comparto oggetto di P.I.I. è situato nel settore centro-meridionale del territorio comunale di Sesto Calende e risulta compreso tra la S.S. n. 33 del Sempione e la linea ferroviaria. 2.1 V ULNERABILITÀ IDRAULICA Il settore in esame è caratterizzato dalla presenza di alcune criticità, evidenziate sia dallo studio idraulico del luglio 2002 che dagli studi più recenti finalizzati alla progettazione delle opere. Procedendo da valle verso monte si possono osservare: − Nel tratto rettilineo tra il piazzale della stazione ed il primo sottopasso si verificano limitati fenomeni di esondazione, soprattutto lungo la sponda sinistra, già con piene ordinarie (Tr 50 anni). Tale criticità è soprattutto legata ai livelli del Lago Maggiore. − Area ex AVIR: la presenza di un tratto tombinato con sezione insufficiente allo smaltimento anche delle portate con tempi di ritorno di 50 anni, provoca la formazione di un battente idrico di circa 1 m di altezza sopra il piano stradale, con conseguente allagamento di una vasta area sia a monte che a valle della sezione considerata, senza però raggiungere la S.S. 33. Più a valle la sponda destra risulta inadeguata al contenimento anche di portate non catastrofiche, mentre in sponda sinistra si verifica esondazione in corrispondenza del termine del tratto con travature, avente sponde non adeguate. − Area a valle della S.S. del Sempione: la presenza di condotte fognarie che attraversano il rilevato stradale mette in comunicazione le acque di esondazione del Lenza con i caseggiati 2 Studio Associato CONGEO compresi tra la statale e il Municipio causando l’allagamento di quest’area. − Tratto a monte della tombinatura: il rigurgito dovuto all’insufficienza della sezione (amplificato dalla presenza di una tubazione fognaria sospesa trasversalmente al corso d’acqua) provoca il superamento dell’argine sinistro ed il deflusso verso valle interessando ampie aree. − Tratto immediatamente a valle del secondo sottopasso ferroviario: presenta sponde di altezza non adeguata al deflusso dell’onda di piena. 2.2 I NTERVENTI REALIZZATI In sintesi gli interventi realizzati per la riduzione del rischio idraulico del tratto in esame sono raggruppabili nei seguenti punti (Fig. n. 2.1): 1) demolizione e rimozione delle coperture e dei loro residui (travi di appoggio e scatolare) nei tratti tombinati; 2) demolizione e rimozione delle pareti e della soletta in c.a.; 3) risezionamento dell’alveo con riprofilatura del fondo secondo 5 sezioni tipo; 4) realizzazione dei nuovi muri di sponda in alveo e fuori alveo in c.a. e pietrame; 5) realizzazione di nuovi attraversamenti stradali; 6) realizzazione di opere di completamento con ripristino dello scaricatore di piena (con apposizione di valvole a clapet per evitare il rigurgito) e degli altri sottoservizi intercettati. 3 Studio Associato CONGEO Fig. n. 2.1 – Stralcio progetto esecutivo interventi di riqualificazione del T.te Lenza (DiZeta Ingegneria, febbraio 2012). Linea rossa = tratto oggetto di intervento; linea arancione = area ex AVIR oggetto di riqualificazione; puntinato azzurro = aree di allagamento per Tr 200 anni. 2.3 V INCOLI La realizzazione riduzione della degli pericolosità interventi idraulica di difesa attuale previsti e consente permette quindi la la riduzione delle aree definite secondo la legenda PAI come “Aree a pericolosità molto elevata (Ee)”, che saranno mantenute esclusivamente per le aree di pertinenza fluviale (alveo, sponde e arginature). Le restanti porzioni verranno classificate come “Aree a pericolosità media o moderata (Em)”. 4 Studio Associato CONGEO La nuova perimetrazione delle aree in dissesto è riportata in allegato n. 1. 2.4 S INTESI DELLE CONOSCENZE ACQUISITE Con riferimento agli ambiti di sintesi definiti nel vigente studio della componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T. e alle modifiche indotte dalla realizzazione delle opere di difesa (Tab. n. 2.1), il comparto in esame appare caratterizzato dai seguenti elementi (All. n. 2): B.1 - Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale Rientra in questo ambito di sintesi tutta la porzione meridionale del territorio comunale, la valle del Lenza e la direttrice Lago di ComabbioTicino, caratterizzate da alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale. Tale acquifero non è comunque captato a scopo idropotabile. C.7 - Aree di pertinenza dei corsi d’acqua Corrispondono alle aree in prossimità dei corsi d’acqua minori dove ha luogo il normale deflusso delle acque; localmente si sono evidenziati, durante i rilevamenti in sito, fenomeni di erosione delle sponde e fenomeni di esondazione, arretramento dei cigli di sponda e accumulo di detriti, connessi alla dinamica torrentizia. Questa fascia corrisponde all’area di tutela assoluta del reticolo idrico. C.8 - Aree protette da interventi di difesa dalle esondazioni Comprende tutte le aree nelle quali si verifica la riduzione delle condizioni di rischio in seguito agli interventi realizzati; si tratta, oltre che del comparto oggetto di P.I.I., anche delle aree a valle della S.S. n. 33 del Sempione e del settore a monte di via Vittorio Veneto. 5 Studio Associato CONGEO A: aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti A.4 Aree di frana quiescente. A.5 Aree a franosità superficiale diffusa (scivolamenti, soliflusso). A.17 Aree di versante acclive a pericolosità potenziale legata alla possibilità di innesco di fenomeni di dissesto. A.18 Aree di versante mediamente acclive. B: aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico B.1 Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale. B.2 Aree con emergenze idriche diffuse. C: aree vulnerabili dal punto di vista idraulico C.1a Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o con consistenti fenomeni di trasporto solido: grado pericolosità molto elevato. C.1b Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua: grado pericolosità elevato. C.2a Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno fino a 200 anni) e/o con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità media o moderata. C.2b Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno superiori a 200 anni) e con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità media o moderata. C.4 Aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali. C.5 Aree soggette ad esondazione lacuale. C.7 Aree di pertinenza dei corsi d’acqua. C.8 Aree protette da interventi di difesa dalle esondazioni. D: aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche D.1 Aree di possibile ristagno, torbose e paludose. D.2 Aree con caratteristiche geotecniche mediocri. Tab. n. 2.1 - Ambiti di sintesi riconosciuti nel P.G.T. vigente. In rosso gli ambiti di sintesi modificati dal presente studio. 6 Studio Associato CONGEO D.2: Aree con caratteristiche geotecniche mediocri In questa classe si possono identificare i settori caratterizzati dalla presenza di limi sabbiosi e sabbie limose con argille e torbe, da limi argillosi con sabbia, sabbie limose e argille limose con torbe. Si tratta di terreni prevalentemente fini che presentano un’elevata eterogeneità sia laterale che verticale; il comportamento geotecnico varia da coesivo a granulare ed il grado di consistenza/addensamento è in genere basso; l’acquifero, libero o sospeso, è spesso prossimo al piano campagna. Si rinvengono nella zona del Lago Maggiore e lungo alcuni tratti dei corsi d’acqua principali (Lenza e Riale). 2.5 F ATTIBILITÀ GEOLOGICA Sulla base degli elementi precedentemente descritti è stata proposta per il comparto ex AVIR una nuova delimitazione della fattibilità geologica nella quale sono distinte tre classi (All. n. 3). Classe di fattibilità 4 – gravi limitazioni In questa classe sono individuate le aree ove l'alto rischio geologico comporta gravi limitazioni per la modifica alla destinazione d'uso del territorio. In tale ambito sono escluse nuove edificazioni, se non interventi volti al consolidamento e/o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti saranno consentiti esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo così come definiti dall'art. 27, comma 1, lettere a) b) e c) della L.R. 12/2005, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. 7 Studio Associato CONGEO Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico potranno essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili e dovranno comunque essere puntualmente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di pericolosità/vulnerabilità rischio che omogenea. A tal determinano fine, alle l’ambito istanze di per l’approvazione da parte dell’autorità comunale, dovrà essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico. Per i nuclei abitati esistenti, quando non sarà strettamente necessario provvedere al loro trasferimento, dovranno essere predisposti idonei piani di protezione civile ed inoltre dovrà essere valutata la necessità di predisporre sistemi di monitoraggio geologico che permettano di tenere sotto controllo l’evoluzione dei fenomeni in atto. Nel comparto in esame tali aree sono riferibili all’unità di sintesi “C.7 - Aree di pertinenza dei corsi d’acqua”. Classe di fattibilità 3 – consistenti limitazioni La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni alla modifica delle destinazioni d’uso dei terreni per le condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate. Queste condizioni possono essere per lo più rimosse con interventi idonei alla eliminazione o minimizzazione del rischio, realizzabili nell’ambito del singolo lotto edificatorio o di un suo intorno significativo. L'utilizzo delle zone, ai fini urbanistici è subordinato alla realizzazione di relazioni di approfondimento e supplementi d’indagine per acquisire una maggiore conoscenza geologico-tecnica dell'area e del suo intorno, per accertare la compatibilità degli interventi con le situazioni di dissesto in atto o potenziali e consentire di precisare le esatte volumetrie e ubicazioni, le idonee destinazioni d'uso, nonché le eventuali opere di difesa. Le aree a consistenti limitazioni nell’area oggetto di variante sono contraddistinte dall’unità di sintesi “C.8 - Aree protette da interventi di difesa dalle esondazioni”. 8 Studio Associato CONGEO Si tratta di aree idonee all’utilizzazione urbanistica a condizione che, per le nuove edificazioni, vengano realizzati interventi tecnici a protezione delle eventuali acque di inondazione conseguenti ad eventi catastrofici (tempi di ritorno superiori a 200 anni). Dovranno essere chiaramente indicate le metodologie per la messa in sicurezza delle opere previste, mediante uno studio idraulico ed idrogeologico specifico, che verifichi la quota di inondabilità del lotto edificabile in relazione alla piena di riferimento e l’interazione tra l’intervento ed il deflusso/livello delle acque di piena. Tutti gli interventi, dalle nuove opere alla ristrutturazione, dovranno essere conformi ai seguenti aspetti prescrittivi: - le acque reflue e meteoriche dovranno essere raccolte ed adeguatamente smaltite; - la possibilità di realizzazione di locali interrati dovrà essere attentamente valutata nelle zone prospicienti i corsi d’acqua; - ogni tipo di superficie abitabile e sede di processi industriali e di impianto tecnologico dovrà preferibilmente essere progettato considerando la massima quota di esondazione valutata almeno con tempi di ritorno centennali. Per le nuove edificazioni devono essere eseguite specifiche e puntuali indagini atte ad accertare le caratteristiche geotecniche dei terreni di imposta delle fondazioni ed il progetto dovrà essere accompagnato da una relazione idrogeologica specifica che definisca nel dettaglio: l’analisi dell’assetto idrologico ed idrogeologico sia del sito di costruzione e/o intervento di modifica/trasformazione sia delle aree potenzialmente interagenti metodologie soluzioni e con il tecniche settore da e definizione adottare, delle comprendendo nell’analisi sia quanto attuabile come soluzione tecnica direttamente nell’opera sia quanto necessario realizzare a difesa del sito con eventuali interventi esterni; la valutazione della possibile evoluzione territoriale e degli interventi attivi e/o passivi proponibili al fine di mitigare il rischio. 9 Studio Associato CONGEO I progetti, dovranno correlati prevedere da relazioni opere idrogeologiche drenanti per e evitare geotecniche, sottopressioni idrostatiche nei terreni di fondazione. Tale settore è classificato come “area a pericolosità media o moderata” secondo la legenda unificata PAI, per la quale valgono le prescrizioni dell’art. 9 comma 6bis delle Norme di Attuazione del PAI. Classe di fattibilità 2 – modeste limitazioni La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l’esecuzione di opere di difesa. Comprende gli ambiti di sintesi “B.1 Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale” e “D.2 - Aree con caratteristiche geotecniche mediocri”. Si tratta di aree idonee all’utilizzazione urbanistica a condizione che vengano realizzati studi per approfondire gli aspetti di pericolosità / vulnerabilità identificati in queste zone in relazione agli interventi previsti al fine di fornire indicazioni progettuali per la loro mitigazione; in particolare devono essere valutati gli aspetti legati a: vulnerabilità dell’acquifero (ambito di sintesi B.1): ogni intervento sull’esistente e ogni nuova opera dovrà assicurare e garantire il mantenimento e/o il miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche delle acque relazione di falda. Sarà quindi necessario geologica-idrogeologica dell’intervento dell’acquifero con e lo stato fornisca che locale apposite produrre accerti di la potenziale prescrizioni sulle un’apposita compatibilità vulnerabilità modalità di attuazione degli interventi stessi. Gli interventi edificatori dovranno inoltre considerare, attraverso adeguati studi, l’interazione con la circolazione idrica sotterranea e lo smaltimento delle acque meteoriche e reflue. Si rimanda salvaguardia delle al “Regolamento acque destinate regionale al delle consumo aree per la umano” ed al “Regolamento regionale per l’uso, risparmio e riuso delle acque” (Reg. 10 Studio Associato CONGEO Reg. 24 marzo 2006 n. 2, 3 e 4) per l’individuazione delle misure di protezione qualitativa e quantitativa delle acque e per quelle relative alla destinazione d’uso del territorio. caratteristiche geotecniche (ambito di sintesi D.2): deve essere affrontato in modo approfondito il problema fondazionale, con la realizzazione di apposite indagini geognostiche in sito e/o in laboratorio, volte a definire in modo preciso, puntuale e dettagliato le caratteristiche geotecniche dei terreni di imposta e la profondità di riscontro della falda idrica per una più consapevole scelta delle soluzioni progettuali più idonee da adottarsi, prevedendo inoltre opere drenanti per evitare sottopressioni idrostatiche nei terreni di fondazione. 11 Studio Associato CONGEO 3 AREA MARNA – CIRCOLO SESTESE – PIAZZALE ROVELLI Il settore in esame è situato nel settore centro-meridionale del territorio comunale di Sesto Calende in adiacenza alla sponda sinistra del Fiume Ticino. 3.1 V ULNERABILITÀ IDRAULICA L’area in esame, compresa all’interno del perimetro del centro edificato (art. 18 L. 865/71), ricade in parte in Fascia A del PAI (settore prossimo alla sponda del Ticino) ed in parte in Fascia B (settore prossimo a via Barberi e a Piazza Cesare da Sesto). Secondo i criteri contenuti nella D.G.R. 30 novembre 2011 n. 9/2616 le aree in Fascia A e B all’interno dei centri edificati devono essere soggette a studi idraulici per la valutazione di dettaglio del rischio idraulico ai fini di una utilizzazione urbanistica del territorio compatibile con le condizioni di rischio. Il Comune di Sesto Calende ha affidato quindi l’incarico di realizzare tale studio idraulico di compatibilità al Dott. Ing. Giorgio Amolari, cui si rimanda per un maggior dettaglio. Nel presente documento si richiamano in sintesi i seguenti aspetti fondamentali: - l’assetto idraulico del comparto risente in maniera rilevante del regime idrologico del lago. Il colmo di piena è caratterizzato da lunghe durate e da velocità della corrente piuttosto basse; - l’evento di piena di riferimento (tempo di ritorno 200 anni) provoca una portata al colmo pari a 2.805 m3 /s, cui corrisponde un livello idrico a quota m 197,74 s.l.m.; - la velocità di deflusso della corrente al di fuori dell’alveo è inferiore a 0,5 m/s; 12 Studio Associato CONGEO - le condizioni di pericolosità, funzione della velocità e dell’altezza della lama d’acqua, sono determinate in accordo con i criteri di zonazione descritti nell’allegato 4 della D.G.R. 30 novembre 2011 n. 9/2616 e sono state rappresentate in tavola n. 3. La pericolosità dipende principalmente dal battente idrico in quanto la velocità di deflusso è molto bassa. - viste le particolari condizioni dell’edificio del Circolo Sestese, costruzione sviluppata su più piani con accesso indipendente a quote differenti, è stata proposta una suddivisione non solo orizzontale ma anche verticale, in quanto nell’edificio coesistono parti cui può essere garantito l’accesso da aree caratterizzate da pericolosità diversa (“molto elevata” per il livello inferiore e “media o moderata” per il livello superiore). 3.2 V INCOLI Il comparto in esame risulta soggetto ai vincoli derivanti dal Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (D.P.C.M. 24 luglio 1998) relativi al Fiume Ticino. In particolare (All. n. 4): Fascia A Rappresenta la fascia di deflusso della piena di riferimento (tempo di ritorno pari a 200 anni); il limite si trova lungo le sponde del Fiume. In questo settore, valgono le prescrizioni degli art. 29, 38, 38bis, 38ter, 39 e 41 delle NdA del PAI. Fascia B Costituisce la porzione di territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento. Il limite esterno si spinge fino a Piazzale Rovelli, via R. Barbieri, Piazza Cesare da Sesto e viale Italia. In questo settore, valgono le prescrizioni degli art. 30, 38, 38bis, 38ter, 39 e 41 delle NdA del PAI. 13 Studio Associato CONGEO Nelle zone del centro edificato le prescrizioni degli articoli sopra citati sono sostituite, come previsto dalla D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre 2012, dalle norme definite in base al grado di rischio risultante dalla verifica idraulica eseguita dal Dott. Ing. Giorgio Amolari. Tali norme sono riportate nei capitoli successivi (3.4 fattibilità geologica). 3.3 S INTESI DELLE CONOSCENZE ACQUISITE Con riferimento agli ambiti di sintesi definiti nel vigente studio della componente geologica, idrogeologica e sismica del P.G.T. e alle risultanze dello studio idraulico di approfondimento (Tab. n. 3.1), il comparto in esame appare caratterizzato dai seguenti elementi (All. n. 5): B.1 - Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale. Rientra in questo ambito di sintesi tutta la porzione meridionale del territorio comunale, la valle del Lenza e la direttrice Lago di ComabbioTicino, caratterizzate da alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale. Tale acquifero non è comunque captato a scopo idropotabile. C.1a - Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o con consistenti fenomeni di trasporto solido: grado pericolosità molto elevato. Si tratta delle porzioni lungo la sponda del Fiume Ticino, della porzione più depressa di via Remo Barberi e del parcheggio comunale alle spalle del circolo sestese (indicativamente fino a quote di c.ca m 197,7 s.l.m.), che sono interessate dall’onda di piena del Fiume Ticino con tempo di ritorno di 200 anni (tempo di riferimento conforme alla normativa PAI) con elevati valori del battente idrico e basse velocità di deflusso. 14 Studio Associato CONGEO A: aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti A.4 Aree di frana quiescente. A.5 Aree a franosità superficiale diffusa (scivolamenti, soliflusso). A.17 Aree di versante acclive a pericolosità potenziale legata alla possibilità di innesco di fenomeni di dissesto. A.18 Aree di versante mediamente acclive. B: aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico B.1 Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale. B.2 Aree con emergenze idriche diffuse. C: aree vulnerabili dal punto di vista idraulico C.1a Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o con consistenti fenomeni di trasporto solido: grado pericolosità molto elevato. C.1b Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua: grado pericolosità elevato. C.2a Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno fino a 200 anni) e/o con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità media o moderata. C.2b Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno superiori a 200 anni) e con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità media o moderata. C.4 Aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali. C.5 Aree soggette ad esondazione lacuale. C.7 Aree di pertinenza dei corsi d’acqua. C.8 Aree protette da interventi di difesa dalle esondazioni. D: aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche D.1 Aree di possibile ristagno, torbose e paludose. D.2 Aree con caratteristiche geotecniche mediocri. Tab. n. 3.1 - Ambiti di sintesi riconosciuti nel P.G.T. vigente. In rosso gli ambiti di sintesi modificati dal presente studio. 15 Studio Associato CONGEO C.1b - Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua: grado pericolosità elevato. Si tratta di una porzione ristretta individuata in corrispondenza di via Remo Barberi per la quale lo studio idraulico ha definito un grado di pericolosità elevato sulla base dei valori di altezza e velocità della corrente di piena. C.2b - Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno superiori a 200 anni) e con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità media o moderata. Si tratta delle aree più esterne, potenzialmente interessate da fenomeni di esondazione catastrofica (tempi di ritorno superiori a 200 anni) che presentano un grado di pericolosità medio o moderato e nullo (aree poste a quota superiore a quella raggiunta dalle acque con tempi di ritorno di 200 anni, ma comprese nelle Fasce PAI). D.2 - Aree con caratteristiche geotecniche mediocri. In questa classe si possono identificare i settori caratterizzati dalla presenza di limi sabbiosi e sabbie limose con argille e torbe, da limi argillosi con sabbia, sabbie limose e argille limose con torbe. Si tratta di terreni prevalentemente fini che presentano un’elevata eterogeneità sia laterale che verticale; il comportamento geotecnico varia da coesivo a granulare ed il grado di consistenza/addensamento è in genere basso; l’acquifero, libero o sospeso, è spesso prossimo al piano campagna. Si rinvengono nella zona del Lago Maggiore e lungo alcuni tratti dei corsi d’acqua principali (Lenza e Riale). 16 Studio Associato CONGEO 3.4 F ATTIBILITÀ GEOLOGICA Sulla base degli elementi precedentemente descritti è stata proposta per il comparto del Circolo Sestese e di piazzale Rovelli una nuova delimitazione della fattibilità geologica nella quale sono distinte tre classi (All. n. 6). Classe di fattibilità 4 – gravi limitazioni Si tratta delle porzioni comprese nella classe di sintesi “C1a - Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d’acqua o con consistenti fenomeni di trasporto solido: grado pericolosità molto elevato”: l'alta vulnerabilità idraulica comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, ivi comprese quelle interrate, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall'art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della l.r. 12/05, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Eventuali interventi per infrastrutture e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo per destinazioni non altrimenti localizzabili nei cui volumi e sagome potranno essere previste funzioni pubbliche complementari a quelle ammissibili all’esterno della classe 4, se connesse fisicamente e strutturalmente per economia costruttiva di impianto, ma con accessibilità esterna alla classe 4 e con quote superiori a quella di riferimento per la piena con tempo di ritorno di 200 anni (m 197,74 s.l.m. con riferimento lo zero idrometrico dell’idrometro di Sesto Calende che rapportato alle quote del database topografico comunale diventa m 197,90 s.l.m.); dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia 17 Studio Associato CONGEO di dissesto e del grado pericolosità/vulnerabilità di rischio omogenea. che A tal determinano fine, alle l’ambito istanze di per l'approvazione da parte dell'autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico. Ai sensi dell'art. 30, comma 2, lettera a) delle NTA del PAI è vincolante il divieto di realizzare interventi che "comportino una riduzione apprezzabile o una parzializzazione della capacità di invaso, salvo che questi interventi prevedano un pari aumento delle capacità di invaso in area idraulicamente rilevante". A tal fine la citata verifica idraulica eseguita dal Dott. Ing. Giorgio Amolari ed allegata alla presente variante, ha stimato come non apprezzabili gli interventi di movimento terra e di realizzazione di nuovi volumi edilizi contenuti entro il limite di 5.860 mc/ha. Tale risulta pertanto il limite massimo delle trasformazioni ammissibili in tale zona da dimostrare nei progetti edilizi delle opere pubbliche realizzabili. Questa zona comprende le aree lungo il Ticino interessate da pericolosità molto elevata. Classe di fattibilità 3 – consistenti limitazioni La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso dei terreni per le condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa. Sono state distinte due zone: Aree che presentano un grado di pericolosità elevato (ambito di sintesi “C.1b - Aree frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno fino a 50/200 anni), con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua: grado pericolosità elevato”) - Sulla base delle indicazioni della D.G.R. 30 novembre 2011 n. 9/2616 sono state inserite in classe di fattibilità 3 ma con una normativa d’uso più restrittiva 18 Studio Associato CONGEO rappresentata dall’art. 9 comma 6 del PAI relativo alle aree a pericolosità elevata (Eb). Sono quindi consentiti: - gli interventi di ristrutturazione edilizia, così come definiti alla lettera d) dell’art. 27 della L.R. 12/2005, senza aumenti di superficie e volume; - gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti per adeguamento igienico-funzionale; Sono inoltre consentiti (art 9 comma 5 NdA PAI): - gli interventi di demolizione senza ricostruzione; - gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo degli edifici, così come definiti alle lettere a), b) e c) dell’art. 27 della L.R. 12/2005; - gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo; - gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico e di restauro e di risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; - i cambiamenti delle destinazioni colturali, purché non interessanti una fascia di ampiezza di 4 m dal ciglio della sponda ai sensi del R.D. 523/1904; - gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; - le opere di difesa, di sistemazione idraulica e di monitoraggio dei fenomeni; - la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili e relativi impianti, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall'Autorità competente. Gli interventi 19 Studio Associato CONGEO devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto delle condizioni idrauliche presenti; Aree caratterizzate da grado di pericolosità medio o moderato e da pericolosità residua (ambito di sintesi “C.2b - Aree allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno superiori a 200 anni) e con modesti valori di velocità ed altezze d’acqua tali da non pregiudicare l’incolumità delle persone, la funzionalità di edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche: grado di pericolosità media o moderata”) - Si tratta di aree idonee all’utilizzazione urbanistica a condizione che vengano realizzati studi per approfondire le interazioni tra la vulnerabilità idraulica e gli interventi previsti al fine di fornire indicazioni progettuali per la loro mitigazione; in particolare devono essere valutati i seguenti aspetti: dovranno essere chiaramente indicate negli elaborati progettuali la quota di inondabilità del lotto edificabile in relazione alla piena di riferimento; l’interazione tra l’intervento ed il deflusso/livello delle acque di piena; le metodologie per la messa in sicurezza delle opere previste. Tutti gli interventi, dalle nuove opere alla ristrutturazione, dovranno prevedere la raccolta e lo smaltimento delle acque reflue e meteoriche. La possibilità di realizzazione di locali interrati dovrà essere attentamente valutata e accompagnata da interventi atti ad evitarne l’allagamento; ogni tipo di superficie abitabile e sede di processi industriali e di impianto tecnologico dovrà preferibilmente essere progettato considerando la massima quota di esondazione. Dovranno inoltre essere previste indagini di approfondimento in merito agli aspetti legati alla vulnerabilità idrogeologica della falda e alle caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione, come meglio specificato in seguito. 20 Studio Associato CONGEO Classe di fattibilità 2 – modeste limitazioni La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l’esecuzione di opere di difesa. Comprende gli ambiti di sintesi “B.1 Aree ad alta vulnerabilità dell’acquifero superficiale” e “D.2 - Aree con caratteristiche geotecniche mediocri”. Si tratta di aree idonee all’utilizzazione urbanistica a condizione che vengano realizzati studi per approfondire gli aspetti di pericolosità / vulnerabilità identificati in queste zone in relazione agli interventi previsti al fine di fornire indicazioni progettuali per la loro mitigazione; in particolare devono essere valutati gli aspetti legati a: vulnerabilità dell’acquifero (ambito di sintesi B.1): ogni intervento sull’esistente e ogni nuova opera dovrà assicurare e garantire il mantenimento e/o il miglioramento delle caratteristiche chimico fisiche delle acque relazione di falda. Sarà quindi necessario geologica-idrogeologica dell’intervento dell’acquifero con e lo stato fornisca che locale apposite produrre accerti di la potenziale prescrizioni sulle un’apposita compatibilità vulnerabilità modalità di attuazione degli interventi stessi. Gli interventi edificatori dovranno inoltre considerare, attraverso adeguati studi, l’interazione con la circolazione idrica sotterranea e lo smaltimento delle acque meteoriche e reflue. Si rimanda salvaguardia delle al “Regolamento acque destinate regionale al delle consumo aree per la umano” ed al “Regolamento regionale per l’uso, risparmio e riuso delle acque” (Reg. Reg. 24 marzo 2006 n. 2, 3 e 4) per l’individuazione delle misure di protezione qualitativa e quantitativa delle acque e per quelle relative alla destinazione d’uso del territorio. caratteristiche geotecniche (ambito di sintesi D.2): deve essere affrontato in modo approfondito il problema fondazionale, con la realizzazione di apposite indagini geognostiche in sito e/o in laboratorio, volte a definire in modo preciso, puntuale e dettagliato le caratteristiche 21 Studio Associato CONGEO geotecniche dei terreni di imposta e la profondità di riscontro della falda idrica per una più consapevole scelta delle soluzioni progettuali più idonee da adottarsi, prevedendo inoltre opere drenanti per evitare sottopressioni idrostatiche nei terreni di fondazione. 3.5 C ONSIDERAZIONI SULL ’ INTERVENTO IN PROGETTO Il piano di recupero del comparto prevede la realizzazione di diversi interventi finalizzati alla riqualificazione dell’area circostante il circolo sestese: l’iniziativa si configura come “infrastruttura pubblica e di interesse pubblico” in quanto prevede la realizzazione di spazi ricreativi, di aggregazione e per i servizi legati alle attività sportive sull’acqua. Le azioni previste più significative sono rappresentate dalla demolizione e ricostruzione dei fabbricati esistenti e dalla sistemazione del parcheggio di piazzale Rovelli. Con riferimento al quadro progettuale precedentemente descritto la nuova fattibilità geologica derivante dall’analisi di dettaglio del rischio idraulico risulta così caratterizzata: - settore di piazzale Rovelli: viene ora classificato in classe di fattibilità 3 con consistenti limitazioni (area allagabile con pericolosità residua). L’area è idonea all’utilizzazione urbanistica a condizione che vengano approfondite le interazioni tra vulnerabilità idraulica e gli interventi previsti. Dovranno inoltre essere previste indagini geotecniche per la caratterizzazione meccanica dei terreni e del livello di falda (D.M. 14 gennaio 2008). - settore circolo sestese (spiaggia, parco giochi, parcheggio e tutti i fabbricati): viene mantenuta la classe di fattibilità 4 con gravi limitazioni per via della pericolosità idraulica molto elevata. L’area presenta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori: è esclusa la nuova edificazione e per l’esistente sono consentiti solo gli interventi di demolizione senza ricostruzione, la manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro ed il 22 Studio Associato CONGEO risanamento conservativo (senza aumento di superfici, volumi e carico insediativo). La situazione di grave rischio documentata per quest’ultimo settore ha spinto i progettisti ad optare per una soluzione che prevede la demolizione della struttura esistente, con conseguente riduzione del grado di rischio, e la costruzione di un nuovo fabbricato posto a quote superiori a quelle coinvolte dalla piena di riferimento (classe di fattibilità 3, area allagabile con pericolosità residua) in posizione adiacente a piazza Cesare da Sesto. Solo una parte della nuova costruzione ricadrà su aree poste in classe di fattibilità 4, ma tutti i locali adibiti a funzioni pubbliche che comportano la permanenza di persone saranno realizzate a quote superiori a quella di riferimento definite nello studio idraulico (pari a m 197,74 s.l.m. con riferimento lo zero idrometrico e a m 197,90 con riferimento le quote del database topografico comunale). In corrispondenza delle quote più basse saranno realizzate esclusivamente le porzioni di edificio strettamente connesse con l’attività sportiva (canoa) quali magazzini e depositi barche etc. che non possono trovare diversa localizzazione. L’intervento così come previsto determina una importante diminuzione del rischio nel comparto: le aree che attualmente vedono coesistere situazioni di elevata pericolosità idraulica e strutture ricreative e di aggregazione con presenza di numerose persone verranno sistemate e destinate a spazio verde e solo limitatamente a strutture sportive non altrimenti l’assembramento di localizzabili, persone saranno mentre spostate quelle in che aree vedono a bassa pericolosità. In questo quadro progettuale le successive fasi dovranno comunque prevedere approfondimenti riguardanti la compatibilità idraulica dell’intervento (interazione tra aree allagabili e costruzioni previste) e le caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geotecniche dei terreni di fondazione. 23 Studio Associato CONGEO 4 RISCHIO SISMICO DELL'INTERO TERRITORIO COMUNALE IN VARIANTE PER ADEGUAMENTO A D.G.R. N. 9/2616 DEL 30-11-2011 4.1 A NALISI Per la DELLA SISMICITÀ STORICA E RECENTE caratterizzazione della pericolosità sismica del territorio comunale si è proceduto all’analisi della distribuzione spazio-temporale dei terremoti avvenuti; a tal fine sono stati consultati i cataloghi sismici ed i documenti redatti dall’Istituto Nazione di Geofisica e Vulcanologia (INGV); in particolare: - Catalogo DOM4.1 [Monachesi e Stucchi, 1997]; - Catalogo NT4.1 e NT4.1.1 [Camassi e Stucchi, 1996, 1992]; - Catalogo dei forti terremoti italiani CFTI1 e CFTI2 [Boschi et al, 1997; Boschi et al., 2000]; - Catalogo parametrico dei terremoti italiani CPTI11 [A. Rovida, R. Camassi, P. Gasperini e M. Stucchi, 2011 ]; - DBMI11 il database macrosismico utilizzato per la compilazione di CPTI11 [Locati, R. Camassi e M. Stucchi, 2011]; - Redazione della mappa di pericolosità sismica prevista dall’Ordinanza PCM 3274 del 20 marzo 2003. Rapporto conclusivo per il Dipartimento di Protezione Civile [Gruppo di Lavoro, 2004]. Sulla base della zonazione sismogenetica elaborata dall’INGV (zonazione ZS9) il territorio comunale non ricade all’interno di nessuna zona sismogenetica (Fig. n. 4.1): non sono quindi presenti nelle vicinanze strutture geologiche in grado di generare terremoti (“faglie capaci”). L’analisi dei cataloghi sismici ha evidenziato che il comparto in esame è caratterizzato da eventi sismici piuttosto rari e di intensità massima rilevata nell’ordine del VI grado della scala Mercalli (Fig. n. 4.2); tali eventi sono riferibili a località epicentrali lontane, appartenenti 24 Studio Associato CONGEO al settore orientale della provincia di Bergamo, al Veronese, al Bresciano ed alla zona dell’Appennino Emiliano. Fig. n. 4.1 - Zonazione sismogenetica ZS9. Fig. n. 4.2 – Carta della massima intensità macrosismica attesa in Lombardia (Molinet et al., 1996). 25 Studio Associato CONGEO Nelle seguenti tabelle si riportano a titolo esemplificativo i risultati ottenuti dalla ricerca effettuata nel catalogo DBMI11 relativa alle osservazioni macrosismiche per i Comuni di Arona e Varano Borghi (Tab. n. 4.1), i più vicini contenuti nel database. Effects Is Earthquake occurred: Anno Me Gi Ora Min Area epicentrale Np Ix Mw Comune di Arona 5 1887 02 23 05:21:50 Liguria occidentale 1516 6.97 ±0.15 4 1905 04 29 01:46 Alta Savoia 267 7-8 5.63 ±0.09 3-4 1914 10 26 03:43 TAVERNETTE 67 7 5.41 ±0.16 4 1918 04 24 14:21:20 LECCHESE 34 6 4.97 ±0.21 3 1960 03 23 23:08:49 Vallese 4 1979 02 09 14:44:17 CAPRIATE S. GERVASIO 178 73 5.00 ±0.20 6 4.85 ±0.13 4 1983 11 09 16:29:52 Parmense 850 6-7 5.06 ±0.09 NF 2002 11 13 10:48:03 Franciacorta 770 5-6 4.29 ±0.09 Comune di Varano Borghi 3 1918 01 13 12:00 Milanese 25 4-5 4.80 ±0.21 3 1918 04 24 14:21:20 LECCHESE 34 6 4.97 ±0.21 5 1951 05 15 22:54 LODIGIANO 154 6-7 5.39 ±0.14 2 2000 08 21 17:14:28 Monferrato 597 6 4.86 ±0.09 Tab. n. 4.1 – Storia sismica dei Comuni di Arona e Varano Borghi (INGV DBMI11). Nel complesso si evidenzia l’assenza di terremoti di una certa entità localizzati in prossimità del territorio comunale, dimostrando come l’area sia caratterizzata da una bassa potenzialità sismica il cui aspetto principale risulta legato agli effetti risentiti, prodotti da terremoti di energia elevata (ML>5) avvenuti in aree epicentrali lontane del territorio in esame. Tale aspetto, infine, è evidenziato anche dall’analisi di disaggregazione della pericolosità sismica che mette in luce come il contributo maggiore alla pericolosità sia legato ad eventi sismici di magnitudo compresa tra 4,5 e 5,5 e distanze epicentrali superiori a 70 km (Fig. n. 4.3). 26 Studio Associato CONGEO Fig. n. 4.3 – Disaggregazione della pericolosità sismica (INGV-S1). 4.2 N ORMATIVA DI RIFERIMENTO Con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, pubblicata sulla G.U. n. 105 dell’8 maggio 2003 Supplemento ordinario n. 72, vengono individuate in prima applicazione le zone sismiche sul territorio nazionale, e fornite le normative tecniche da adottare per le costruzioni nelle zone sismiche stesse. La Regione Lombardia, con D.G.R. n. 14964 del 7 novembre 2003, ha preso atto della classificazione fornita in prima applicazione dalla citata 27 Studio Associato CONGEO Ordinanza 3274/03; il territorio del Comune di Sesto Calende è classificato in zona sismica 4 (Fig. n. 4.4). Fig. n. 4.4 – Classificazione sismica dei Comuni della Lombardia. Nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006 “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”, è riportata la mappa di pericolosità sismica di riferimento per il territorio nazionale. In questo elaborato la pericolosità sismica è espressa in termini di accelerazione massima al suolo (a g ), con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi (V s,30 > 800 m/s) e si può osservare (Fig. n. 4.5) che il territorio comunale presenta valori di pericolosità sismica compresi tra 0,025 e 0,050 g, corrispondenti ad un grado di pericolosità sismica molto basso. 28 Studio Associato CONGEO Fig. n. 4.2 - Valori di pericolosità sismica. 4.3 A NALISI L’analisi DELLA SISMICITÀ DEL TERRITORIO della sismicità locale è stata condotta secondo la metodologia presentata nell’Allegato 5 della D.G.R. n. 9/2616 del 30-112011. Tale metodologia prevede tre livelli di approfondimento, di seguito sintetizzati: 1^ livello: riconoscimento delle aree passibili di amplificazione sismica sulla base sia di osservazioni geologiche (cartografia di inquadramento), sia di dati esistenti. Questo livello, obbligatorio per 29 Studio Associato CONGEO tutti i Comuni, prevede la redazione della Carta della pericolosità sismica locale, nella quale deve essere riportata la perimetrazione areale delle diverse situazioni tipo (Tab. n. 4.2) in grado di determinare gli effetti sismici locali (aree a pericolosità sismica locale - PSL). 2^ livello: caratterizzazione semi-quantitativa degli effetti di amplificazione attesi nelle aree perimetrate nella carta di pericolosità sismica locale, che fornisce la stima della risposta sismica dei terreni in termini di valore di Fattore di Amplificazione (Fa). L’applicazione del 2^ livello consente l’individuazione delle aree in cui la normativa nazionale risulta insufficiente a salvaguardare dagli effetti di amplificazione sismica locale (Fa calcolato superiore a Fa di soglia comunali forniti dalla Regione). Per queste aree si dovrà procedere alle indagini ed agli approfondimenti di 3^ livello o, in alternativa, utilizzare lo spettro di norma caratteristico della categoria di suolo superiore (anziché lo spettro della categoria di suolo B si utilizzerà quello della categoria di suolo C; nel caso in cui la soglia non fosse ancora sufficiente si utilizzerà lo spettro della categoria di suolo D; anziché lo spettro della categoria di suolo C si utilizzerà quello della categoria di suolo D; anziché lo spettro della categoria di suolo E si utilizzerà quello della categoria di suolo D). Per i Comuni ricadenti in zona sismica 4 tale livello deve essere applicato, nelle aree PSL Z3 e Z4, nel caso di costruzioni strategiche e rilevanti ai sensi della D.G.R. n. 14964/2003; ferma restando la facoltà dei Comuni di estenderlo anche alle altre categorie di edifici. 3^ livello: definizione degli effetti di amplificazioni tramite indagini e analisi più approfondite. Tale livello si applica in fase progettuale nei seguenti casi: - quando, a seguito dell’applicazione del 2^ livello, si dimostra l’inadeguatezza della normativa sismica nazionale all’interno degli scenari PSL caratterizzati da effetti di amplificazioni morfologiche e litologiche (zone Z3 e Z4 della Tabella 1 dell’Allegato 5); - in presenza di aree caratterizzate da effetti di instabilità, cedimenti e/o liquefazione e zone di contatto tra litotipi con 30 Studio Associato CONGEO caratteristiche fisico meccaniche molto diverse (zone Z1, Z2 e Z5). Il 3^ livello è obbligatorio anche nel caso in cui si stiano progettando costruzioni il cui uso prevede affollamenti significativi, industrie con attività pericolose per l’ambiente, reti viarie e ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza e costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, sociali essenziali. Gli approfondimenti di 2^ e 3^ livello non devono essere eseguiti in quelle aree che, per situazioni geologiche, geomorfologiche e ambientali o perché sottoposte a vincolo da particolari normative, siano considerate inedificabili, fermo restando tutti gli obblighi derivanti dall’applicazione di altra normativa specifica. 4.4 C ARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE (PSL) La carta della pericolosità sismica locale (Tav. n. 4) rappresenta il risultato dell’analisi di 1^ livello che consiste in un approccio di tipo qualitativo, propedeutico ai successivi livelli di approfondimento; si tratta di un metodo empirico che trova le basi nella continua e sistematica osservazione diretta degli effetti prodotti dai terremoti. Il metodo permette l’individuazione delle zone ove i diversi effetti prodotti dall’azione sismica sono, con buona attendibilità, prevedibili, sulla base di osservazioni geologiche e sulla raccolta dei dati disponibili per una determinata area, quali la cartografia topografica di dettaglio, la cartografia geologica e dei dissesti (dati esistenti già inseriti nella cartografia di analisi e inquadramento). Lo studio della componente geologica, idrogeologica e sismica del vigente P.G.T. del Comune di Sesto Calende (giugno, 2010) comprende la carta della pericolosità sismica locale nella quale vengono individuate le aree passibili di amplificazione sismica distinte in base alle diverse situazioni tipo, riportate nella Tabella 1 dell’Allegato 5. 31 Studio Associato CONGEO L’emanazione da parte di Regione Lombardia di nuovi criteri per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio (D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre 2011) ha introdotto un aggiornamento degli scenari di pericolosità sismica relativamente alle aree potenzialmente soggette ad effetti di cedimenti e liquefazioni (Tab. n. 4.2). Tab. n. 4.2 – Scenari di pericolosità sismica locale (estratto da All. n. 5 D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre 2011). Nel territorio comunale di Sesto Calende erano state individuate aree potenzialmente soggette a effetti di cedimento e/o liquefazione, pertanto si rendono necessarie modifiche della cartografia conseguenti all’aggiornamento delle linee guida regionali, tali modifiche sono legate essenzialmente alla denominazione dell’ambito di pericolosità sismica locale e non producono variazioni alla normativa vigente. Le aree di pericolosità sismica locale (PSL) riconosciute nell’ambito del territorio comunale, sono le seguenti: 32 Studio Associato CONGEO Z1b) Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti: comprende le aree nelle quali i rilievi effettuati hanno messo in luce la presenza di fenomeni di dissesto: si tratta di aree a franosità diffusa con piccoli scivolamenti superficiali, crolli, e soliflusso. Z1c) Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana: comprende le aree nelle quali, in base a considerazioni sulla litologia dei terreni affioranti e sulla pendenza, oltre che dalle evidenze in sito, si ritengono possibili fenomeni di dissesto. Si tratta prevalentemente delle aree di scarpata di erosione fluviale del T.te Lenza, del pendio a monte di Lisanza e dei rilievi collinari principali. Z2b) Zona con depositi granulari fini saturi: comprende le aree lungo le sponde del Lago Maggiore, della Roggia Lenza e del Riale; si tratta di aree caratterizzate dalla presenza di limi sabbiosi e sabbie limose con argille e torbe, da limi argillosi con sabbia, sabbie limose e argille limose con torbe; l’acquifero, libero o sospeso, è spesso prossimo al piano campagna. Per questi settori vale anche la classificazione come “Z4a) Zona di fondovalle e di pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi”. Z3a) Zona di ciglio: è evidenziato sulla cartografia da un elemento lineare che mette in risalto l’orlo delle scarpate principali, aventi altezza superiore a 10 m e inclinazione superiore a 10°. Sono quindi compresi, tra gli altri, i cigli delle scarpate a monte di Lisanza e di Abbazia, gli orli dei terrazzi di erosione del Lenza e quelli in corrispondenza delle località Oriano e Oneda. Z3b) Zona di cresta: anch’essa evidenziata sulla cartografia da un elemento lineare che mette in risalto le linee di cresta principali; si tratta prevalentemente di creste arrotondate. Sono costituite dal substrato gonfolitico ricoperto da spessori variabili di depositi morenici. Tutta la porzione di territorio compresa tra il ciglio di scarpata o la linea di cresta/cocuzzolo e la base del pendio è soggetta, in misura 33 Studio Associato CONGEO differente, ai fenomeni di amplificazione sismica. L’estensione dell’area di influenza delle linee di scarpata è stata determinata in funzione dell’altezza della scarpata in accordo alle indicazioni di cui all’All. 5 alla D.G.R. n. 8/7374/08, basate su considerazioni relative alla modalità di propagazione delle onde di taglio nel sottosuolo, come riportato nella seguente tabella. Classe altimetrica Classe di inclinazione Area di influenza 10 m ≤ H ≤ 20 m Ai = H 10° ≤ α ≤ 90° 20 m ≤ H ≤ 40 m A i = 3/4 H H > 40 m A i = 2/3 H Tab. n. 4.3 – Determinazione dell’area di influenza. Z4a) Zona di fondovalle e di pianura con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi: in questa zona è compresa tutta la parte meridionale del Comune di Sesto (Lago Maggiore e Ticino) e le valli del Lenza e del Riale, costituite da materiali di origine alluvionale ghiaiosi e sabbiosi, ma anche più fini, limoso argillosi. Z4b) Zona pedemontana di falda di detrito, conoide alluvionale e conoide deltizio-lacustre: si tratta di una fascia ristretta tra i rilievi di Cocquo e la sottostante piana lacustre di Lisanza, caratterizzata dalla presenza di depositi detritici eterogenei originatisi sia per la disgregazione del versante sia per l’azione delle acque incanalate che incidono il versante. Z4c) Zone morenica con presenza di depositi granulari e/o coesivi (compresi le coltri loessiche): in questa zona sono comprese le aree orientali, caratterizzate da estesi depositi morenici, e alcuni limitati settori dei rilievi gonfolitici, nei quali sono presenti consistenti accumuli di materiali glaciali. Nella seguente tabella si sintetizzano gli adempimenti e le tempistiche in funzione della zona sismica e dello scenario di pericolosità sismica. 34 Studio Associato CONGEO Tab. n. 4.4 – Sintesi di adempimenti e le tempistiche (estratto da D.G.R. n. 9/2616 del 30 novembre 2011). Si sottolinea che nel caso di sovrapposizione tra zone a pericolosità sismica locale Z3 e Z4 dovranno essere verificati i fattori di amplificazione secondo entrambe le tipologie di effetto. Nel caso di sovrapposizione tra Z1 / Z2 e Z4, dovranno invece essere rispettate le prescrizioni più restrittive dovute agli elementi di instabilità, liquefazione e cedimento (Z1 e Z2). 35