AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO PARMA BANDO DI

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AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO PARMA BANDO DI
AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO
AIPO
PARMA
BANDO DI GARA
1. STAZIONE APPALTANTE: Agenzia Interregionale per il fiume Po –
Via Garibaldi, 75 – 43100 Parma – Tel. 0521/7971 – Fax 0521/797360 –
2. PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: Procedura aperta ai sensi degli
artt. 3 e 54 del D.Lgs 163/06 e s.m.i., come da determina a contrarre N. 1148
del 19.10.2011;
3. LUOGO, DESCRIZIONE, IMPORTO COMPLESSIVO DEI
LAVORI, ONERI PER LA SICUREZZA E MODALITA’ DI
PAGAMENTO DELLE PRESTAZIONI:
3.1. luogo di esecuzione: Area Idrografica Po Piemonte Orientale e Area
Idrografica Po Piemonte Occidentale;
3.2. descrizione: Affidamento di n. 2 Accordi Quadro relativi a lavori di
manutenzione ordinaria di opere idrauliche di competenza di A.I.Po
codice identificativo della gara – CIG:
per Area Idrografica Po Piemonte Orientale N. 34367965C6;
per Area Idrografica Po Piemonte Occidentale N. 34367618E3
3.3. importo complessivo dell’appalto:
a)
Lotto 1) Area Idrografica Po Piemonte Orientale: € 1.926.600,00
(Unmilione-novecentoventiseimilaseicento/00);
b)
Lotto 2) Area Idrografica Po Piemonte Occidentale: € 1.230.916,17
(Unmilioneduecentotrentamilanovecentosedici/17);
3.4 Categoria iscrizione SOA:
1
Lotto 1) OG/8 classifica IV
Lotto 2) OG/8 classifica IV
3.5. modalità di determinazione del corrispettivo: a misura;
4. VALIDITA’ ACCORDI QUADRO: fino al 31.12.2012;
5. DOCUMENTAZIONE: il disciplinare di gara contenente le norme
integrative del presente bando relative alle modalità di partecipazione alla
gara, alle modalità di compilazione, di presentazione dell’offerta, ai
documenti da presentare a corredo della stessa ed alle procedure di
aggiudicazione dell’appalto, nonché il capitolato speciale di appalto, lo
schema di accordo quadro e gli elenchi prezzi unitari sono visibili presso la
sede dell’Ente appaltante indicata al n.1 nei giorni feriali escluso il sabato
dalle ore 9.00 alle ore 13.00; e sono altresì disponibili sul sito
www.agenziapo.it – Appalti e contratti;
6. TERMINE, INDIRIZZO DI RICEZIONE, MODALITA’ DI
PRESENTAZIONE E DATA DI APERTURA DELLE OFFERTE:
6.1. termine di presentazione dell’offerta: ore 12.00 del giorno 23.11.2011
6.2. indirizzo: Agenzia interregionale per il fiume Po – AIPO – Via
Garibaldi, 75 – 43100 Parma;
6.3. modalità: secondo quanto previsto nel disciplinare di gara di cui al punto
5, del presente bando;
6.4. apertura offerte: il giorno 24.11.2011 alle ore 9,30 presso la sede della
Stazione appaltante di cui al punto 1.
7. SOGGETTI AMMESSI ALL’APERTURA DELLE OFFERTE: i
legali rappresentanti dei concorrenti di cui al successivo punto 10 ovvero
soggetti, uno per ogni concorrente, muniti di specifica delega loro conferita
2
dai suddetti legali rappresentanti:
8. CAUZIONE: l’offerta dei concorrenti deve essere corredata: da una
cauzione provvisoria, pari al 2% (due per cento) dell’importo complessivo
dell’appalto costituita, secondo gli schemi tipo di cui al D.M. 12.03.2004 n.
123, da fideiussione bancaria o polizza assicurativa, o polizza rilasciata da un
intermediario finanziario iscritto nell’elenco speciale di cui all’art. 107 del
D.Lgs. 385/93;
9. FINANZIAMENTO: Capitoli di bilancio dell’AIPO;
10. SOGGETTI AMMESSI ALLA GARA: concorrenti di cui all’art. 34,
comma 1, del D.Lgs 163/06 e s.m.i., costituiti da imprese singole o imprese
riunite o consorziate, ai sensi degli articoli 36 e 37 del D.Lgs 163/06 e s.m.i.,
ovvero da imprese che intendano riunirsi o consorziarsi ai sensi dell’articolo
37 del D.Lgs 163/06 e s.m.i., nonché concorrenti con sede in altri stati
membri dell’Unione Europea alle condizioni di cui all’articolo 3, comma 7,
del D.P.R. N. 34/2000;
11. CONDIZIONI MINIME DI CARATTERE ECONOMICO E
TECNICO NECESSARIE PER LA PARTECIPAZIONE:
Attestazione di qualificazione in corso di validità, rilasciata da una SOA
(D.P.R. 34/2000) regolarmente autorizzata, che documenti il possesso della
qualificazione in categorie e classifiche adeguate ai lavori da assumere;
12. TERMINI DI VALIDITA’ DELL’OFFERTA: l’offerta è valida per
180 giorni dalla data dell’esperimento della gara;
13. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: massimo ribasso percentuale
sull’importo dei lavori a base di gara;
14. VARIANTI: non sono ammesse offerte in variante;
3
15. ALTRE INFORMAZIONI:
a) non sono ammessi a partecipare alle gare soggetti che si trovino nelle
condizioni previste dall’art. 38 del D.Lgs 163/06 e s.m.i. e che non siano in
regola con gli obblighi previsti dalle legge 68/99;
b) si procederà, ai sensi del comma 9 dell’art. 122 del D.Lgs 163/06 e s.m.i.,
all’esclusione automatica dalla gara delle offerte che presentino una
percentuale di ribasso pari o superiore alla soglia di anomalia individuata ai
sensi dell’art. 86 – comma 1 del citato Decreto Legislativo; nel caso di
offerte in numero inferiore a dieci la stazione appaltante potrà sottoporre a
verifica le offerte ritenute anormalmente basse applicando in tal caso l’art. 86
– comma 3 del D.Lgs 163/06 e s.m.i.;
c) si procederà all’aggiudicazione anche in presenza di una sola offerta
valida sempre che sia ritenuta congrua e conveniente;
d) in caso di offerte uguali si procederà per sorteggio;
e) l’aggiudicatario deve prestare cauzione definitiva nella misura e nei modi
previsti dall’articolo 113 del D.Lgs 163/06 e s.m.i. La polizza di cui all’art.
129 della medesima legge e all’art. 125 del D.P.R. n. 207/10 dovrà essere
costituita con riferimento ad ogni singolo intervento affidato in esecuzione
degli Accordi quadro, con gli importi ed i massimali previsti dal predetto art.
125 del D.P.R. 207/10.
f) si applicano le disposizioni previste dall’articolo 75, comma 7 del D.Lgs
163/06 e s.m.i.;
g) le autocertificazioni, le certificazioni, i documenti e l’offerta devono
essere in lingua italiana o corredati di traduzione giurata;
h) nel caso di concorrenti costituiti ai sensi dell’art. 34 e ss del D.Lgs 163/06
4
e s.m.i., i requisiti di cui al punto 11, del presente bando devono essere
posseduti, nella misura di cui all’articolo 92, comma 2, del D.P.R. 207/10
qualora associazioni di tipo orizzontale, e, nella misura di cui all’articolo 92,
comma 3 del medesimo D.P.R. qualora associazioni di tipo verticale;
i) gli importi dichiarati da imprese stabilite in altro stato membro
dell’Unione Europea, qualora espressi in altra valuta, dovranno essere
convertiti in EURO;
l) la contabilità dei lavori sarà effettuata secondo quanto previsto dal
Capitolato Speciale di Appalto;
m) le rate di acconto e i corrispettivi saranno pagati con le modalità previste
dal Capitolato Speciale di Appalto;
n) gli eventuali subappalti saranno disciplinati ai sensi delle vigenti leggi;
o) i pagamenti relativi ai lavori svolti dal subappaltatore o cottimista
verranno effettuati dall’aggiudicatario che è obbligato a trasmettere, entro
venti giorni dalla data di ciascun pagamento effettuato, copia delle fatture
quietanzate con l’indicazione delle ritenute a garanzie effettuate;
p) tutte le controversie derivanti dal contratto sono deferite alla competenza
del Giudice Ordinario. E’ esclusa la competenza arbitrale.
q) i dati raccolti saranno trattati, ai sensi del D.Lgs 196/2003, esclusivamente
nell’ambito della presente gara;
r) il responsabile del procedimento: Dott. Giuseppe Barbieri (Tel. 0521797251).
IL DIRIGENTE
(Dott. Giuseppe Barbieri)
5
Allegato “E”
PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DI N. 2 ACCORDI QUADRO
RELATIVI A LAVORI DI MANUTENZIONE ORDINARIA DI OPERE
IDRAULICHE DI COMPETENZA DI AIPO.
DISCIPLINARE DI GARA
ART. 1. OGGETTO DELLA GARA
1.1 Descrizione generale
Il presente disciplinare si riferisce ad una procedura aperta indetta ai sensi dell’art. 55
del D.Lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii, per l’aggiudicazione di n. 4 Accordi Quadro, da
stipularsi ai sensi dell’art. 59 del D. Lgs. n. 163/06.
Le prestazioni oggetto degli Accordi Quadro consistono in lavori di manutenzione
ordinaria, quali lo sfalcio, il taglio selettivo, il decespugliamento, il disboscamento e la
manutenzione dell’alveo e delle sommità arginali, interessanti opere idrauliche di
competenza di A.I.Po, situate nell’ambito del territorio delle seguenti Aree o Sub-Aree
idrografiche del fiume Po:
Lotto n. 1: Sub-Area idrografica Po Piemonte Orientale
Lotto n. 2: Sub-Area idrografica Po Piemonte Occidentale
Per ognuno dei suddetti lotti sarà stipulato un autonomo Accordo Quadro.
Ai concorrenti sarà data la possibilità di presentare offerta per più lotti, ma ad un
medesimo concorrente potrà essere aggiudicato esclusivamente un solo lotto.
1.1 Durata
La validità degli Accordi Quadro è riferita agli interventi previsti nella programmazione
di AIPo relativa agli anni 2011 e 2012.
1.2 Valore massimo stimato e numeri CIG.
I valore massimo biennale stimato degli Accordi Quadro oggetto della gara è il
seguente:
Accordo
Quadro
Lotto 1
Sub-Area
Piemonte
Orientale
Categoria Importo
contrattuale
degli
SOA
Accordi Quadro (al netto dell’iva e
delle altre somme a disposizione)
2011
2012
Totale
Po
OG8
Euro
858.000
Euro
1.068.600
Euro
1.926.600
Numero CIG
N. 34367965C6
1
Allegato “E”
2011
Lotto 2
Sub-Area
Po
Piemonte
Occidentale
2012
Totale
N. 34367618E3
OG8
Euro
Euro
918.916,17 312.000
Euro
1.230.916,17
Potranno essere affidati lavori di manutenzione ordinaria fino alla concorrenza del
valore massimo stimato di ciascun Accordo Quadro, mediante la stipulazione di singoli
contratti di appalto. Al raggiungimento del valore massimo stimato, l’Accordo cesserà
di avere efficacia, anche anticipatamente rispetto alla sua scadenza naturale.
1.3 Documentazione di gara
La documentazione posta a base della gara è costituita dal bando, dal disciplinare di
gara, dallo schema di Accordo Quadro, dal Capitolato speciale, dall’elenco prezzi e
dalle dichiarazioni F, F-bis, F-ter che sono pubblicati sul sito internet
www.agenziapo.it, alla voce Appalti e contratti.
ART. 2 SOGGETTI AMMESSI ALLA GARA
Sono ammessi alla gara i soggetti di cui all’art. 34, comma 1, del D. Lgs. n 163/2006.
Art. 3 REQUISITI DI PARTECIPAZIONE DI ORDINE GENERALE
Non è ammessa la partecipazione alla gara di concorrenti per i quali sussistono:
a) le cause di esclusione di cui all’art. 38, lettere a), b), c), d), e), f), g), h), i), l), m),
m-bis), m-ter) ed m-quater) del D. Lgs. n. 163/2006;
b) la contemporanea partecipazione alla gara in più di un raggruppamento
temporaneo o consorzio ordinario di concorrenti ovvero di partecipare alla gara
anche in forma individuale qualora partecipi alla gara medesima in
raggruppamento temporaneo o consorzio ordinario di concorrenti;
c) la contemporanea partecipazione alla gara come autonomo concorrente e come
consorziato indicato, ai sensi dell’art. 37, comma 7, del D.Lgs. n. 163/2006, dal
consorzio di cui all’art. art. 34, comma 1, lettera b) (consorzi fra società
cooperative e consorzi fra imprese artigiane) del D.Lgs. n. 163/2006,
partecipante alla gara;
d) la contemporanea partecipazione alla gara come autonomo concorrente e come
consorziato indicato, ai sensi dell’art. 36, comma 5, del D.Lgs. n. 163/2006, dal
consorzio di cui all’art. art. 34, comma 1, lettera c) (consorzio stabile) del D.Lgs.
n. 163/2006, partecipante alla gara.
ART. 4 REQUISITI DI CAPACITA’ SPECIFICA – ATTESTAZIONE SOA
I concorrenti devono essere in possesso dell’attestazione di qualificazione rilasciata, ai
sensi dell’articolo 40, comma 3, lettere a) e b) del d.lgs. n. 163/2006 e s. m, da società di
attestazione (SOA) di cui al DPR n. 34/2000 e s. m. regolarmente autorizzata, che
documenti la qualificazione nelle seguenti categorie e classifiche:
•
•
Lotto n. 1: Categoria SOA OG 8 – Classifica IV
Lotto n. 2: Categoria SOA OG 8 – Classifica IV
2
Allegato “E”
Nel caso di partecipazione di concorrenti raggruppati o consorziati di cui all’art. 34, lett.
d) ed e), i requisiti sopra indicati devono essere posseduti nella misura minima del 40%
da parte del soggetto mandatario capogruppo e nella misura minima del 10% da parte di
ognuno degli altri soggetti raggruppati o consorziati, fermo restando il possesso dei
requisiti richiesti da parte del raggruppamento o del consorzio nel suo complesso.
Dall’attestazione SOA deve risultare, altresì, il possesso del sistema di qualità conforme
alle norme europee della serie Uni En Iso 9000 e alla vigente normativa nazionale,
secondo quanto previsto nella Tabella, Allegato B, al DPR n. 34/2000.
ART.
5
PRESCRIZIONI
COMPLEMENTARI
CONTRATTUALI
E
INFORMAZIONI
Si specifica:
a) che è possibile da parte dei soggetti che intendono concorrere alla procedura,
ottenere chiarimenti in ordine alla presente procedura mediante la proposizione
di quesiti scritti da inoltrare al responsabile del procedimento, al fax n.
0521/797251, entro e non oltre il giorno 18.11.2011; a tali quesiti si provvederà,
a mezzo fax, a dare risposta scritta al richiedente; i quesiti e le relative risposte
saranno pubblicate sul sito internet www.agenziapo.it, alla voce Appalti e
contratti; non saranno fornite risposte ai quesiti pervenuti successivamente al
termine sopra indicato.
Si precisa altresì che si applicheranno le seguenti disposizioni:
a) l’offerta è valida per 180 giorni dal termine indicato per la scadenza della
presentazione della offerta;
b) si applicano le disposizioni previste dall’art. 40, comma 7, del D.Lgs. n.
163/2006;
c) le autocertificazioni, le certificazioni, i documenti e l’offerta devono essere
redatti in lingua italiana o corredati di traduzione giurata;
d) gli importi dichiarati da imprese stabilite in altro Stato membro dell’Unione
Europea, devono essere espressi in Euro;
e) la stipulazione del contratto è, comunque, subordinata al positivo esito della
procedure previste dalla normativa vigente in materia di lotta alla mafia;
f) è esclusa la competenza arbitrale; l’organo competente per le procedure di
ricorso è il TAR dell’Emilia Romagna, sezione staccata di Parma;
g) i dati raccolti saranno trattati, ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003 e ss.mm.ii.,
esclusivamente nell’ambito della gara cui si riferisce il presente disciplinare di
gara;
h) l’aggiudicazione avrà luogo anche in presenza di una solo offerta valida, sempre
che sia ritenuta congrua e conveniente.
i) Il responsabile del procedimento è il Dr. Giuseppe Barbieri (tel. 0521/797251–
[email protected]).
ART. 6 CAUZIONI
Deve essere costituita una distinta cauzione provvisoria per ogni lotto per cui è
presentata offerta, pari al 2% dell’importo totale del singolo lotto. La cauzione
provvisoria deve essere costituita in contanti o in titoli del debito pubblico garantiti dallo
3
Allegato “E”
stato o mediante fidejussione bancaria o assicurativa o rilasciata da intermediari
finanziari iscritti nell’elenco speciale di cui all’art. 107 del D. Lgs. n. 385/1993 che
svolgono in via esclusiva o prevalente attività di rilascio di garanzie, a ciò autorizzati dal
Ministro dell’Economia e delle Finanze. A pena di esclusione, la garanzia fideiussoria
provvisoria deve prevedere:
la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale;
la rinuncia all’eccezione di cui all’art. 1957, comma 2, del codice civile, nonché
l’operatività della garanzia stessa entro 15 giorni, a semplice richiesta scritta della
stazione appaltante;
la validità per 180 giorni dalla data di presentazione dell’offerta;
l’impegno del fidejussore a rilasciare, in caso di aggiudicazione, la garanzia
fidejussoria definitiva per l’esecuzione del contratto a favore di A.I.Po (nel caso di
cauzione provvisoria in contanti o in titoli, deve essere prodotto uno specifico atto
di impegno di un fideiussore abilitato).
Nel caso di offerta sottoscritta da più imprese con la dichiarazione del relativo impegno
a costituirsi in associazione temporanea di imprese o in consorzio di cui all’art. 37 del
D.Lgs. n. 163/2006, la cauzione provvisoria deve essere intestata a tutte le imprese del
costituendo raggruppamento o consorzio.
L’importo della cauzione provvisoria (e della cauzione definitiva) è ridotto del
cinquanta per cento nei confronti delle imprese in possesso di certificazione di sistema
di qualità conforme alle norme europee della serie UNI CEI ISO 9000, rilasciata da
soggetti accreditati ai sensi della norme europee della serie UNI CEI EN 45000 e della
serie UNI CEI EN ISO/IEC 17000. Nel caso di un raggruppamento temporaneo di
concorrenti, per beneficiare della riduzione del 50% dell’importo della cauzione, è
necessario che tutti i concorrenti raggruppati siano in possesso della certificazione di
qualità
All’atto della stipula del contratto l’aggiudicatario deve prestare:
Cauzione definitiva di cui all’art. 113 primo periodo, del D.Lgs. n. 163/2006
La cauzione definitiva, nella misura prevista dall’art. 113 del D. Lgs. n. 163/2006, dovrà
essere prestata contestualmente alla firma dell’Accordo Quadro e deve permanere fino
alla scadenza del medesimo.
La cauzione definitiva deve essere costituita mediante fidejussione bancaria o polizza
assicurativa o fidejussione rilasciata da intermediari finanziari iscritti nell’elenco
speciale di cui all’art. 107 del D.Lgs. n. 385/1993, che svolgono in via esclusiva o
prevalente attività di rilascio di garanzie, a ciò autorizzati dal Ministro dell’Economia e
delle Finanze, secondo le polizze tipo approvate con D.M. n. 123/2004 ove previste.
La presentazione di cauzioni provvisorie inferiori o prive delle caratteristiche richieste
costituirà formale causa di esclusione, considerato che il soggetto deputato
all’espletamento della gara non ha alcuna discrezione in merito alla valutazione
dell’apprezzabilità dell’eventuale errore.
Ai sensi dell’art. 75, comma 6, del D.Lgs. n. 163/2006, la cauzione provvisoria verrà
svincolata all’aggiudicatario automaticamente al momento della stipula dell’Accordo
Quadro, mentre agli altri concorrenti, ai sensi dell’art. 75, comma 9, del D.Lgs. n.
163/2006, entro trenta giorni dalla comunicazione dell’avvenuta aggiudicazione.
4
Allegato “E”
ART. 7 PAGAMENTO A FAVORE DELL’AUTORITÀ DI VIGILANZA SUI
CONTRATTI PUBBLICI
I concorrenti devono effettuare il pagamento della contribuzione all’Autorità per la
vigilanza sui contratti pubblici, ai sensi dell’art. 1, commi 65 e 67, della legge 23
dicembre 2005, n. 266 e per importi pari a:
• Lotto n. 1 – Euro 140,00
• Lotto n. 2 – Euro 140,00
e con le modalità previste nell’avviso del 31.03.2010 dell’Autorità per la Vigilanza sui
Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture pubblicato sul sito della stessa, come di
seguito riportato:
a) online mediate carta di credito dei circuiti Visa, MasterCard, Diners, America
Express, al “Servizio riscossioni”.
b) in contanti, muniti del modello di pagamento rilasciato dal Servizio di
riscossione, presso tutti i punti vendita della rete tabaccai lottisti abilitati al
pagamento di bollette e bollettini.
Il partecipante deve allegare la ricevuta in originale del versamento ovvero la fotocopia
dello stesso corredata da dichiarazione di autenticità e copia di un documento d’identità.
ART. 8 AVVALIMENTO
In attuazione dei disposti dell’art. 49 del D.Lgs. n. 163/2006, il concorrente – singolo
(lettere a), b), c), dell’art. 34, comma 1, del D.Lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii) o
partecipante a raggruppamenti o consorzi ((lettere d), e) ed f), dell’art. 34, comma 1, del
D.Lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii) – può dimostrare il possesso dei requisiti di carattere
economico, finanziario, tecnico e organizzativo avvalendosi dei requisiti di un altro
soggetto. Ai fini di quanto sopra dovrà essere fornita in sede di domanda di
partecipazione tutta la documentazione prevista dal comma 2 del suddetto articolo 49
del D.Lgs. n. 163/2006 e precisamente:
1) dichiarazione sostitutiva, resa ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. n. 445/2000,
sottoscritta dal legale rappresentante del concorrente, attestante che, per
dimostrare il possesso dei requisiti necessari per partecipare alla gara, intende
avvalersi dell’avvalimento; la dichiarazione deve specificare i requisiti per i
quali intende ricorrere all’avvalimento ed indicare l’impresa ausiliaria;
2) dichiarazione sostitutiva sottoscritta dal legale rappresentante dell'impresa
ausiliaria attestante il possesso da parte di quest'ultima dei requisiti generali di
cui all'articolo 38 del D.Lgs. n. 163/2006;
3) dichiarazione sostitutiva, sottoscritta dal legale rappresentante dell'impresa
ausiliaria con cui quest'ultima si obbliga verso il concorrente e verso la stazione
appaltante a mettere a disposizione per tutta la durata del contratto le risorse
necessarie di cui è carente il concorrente;
4) dichiarazione sostitutiva sottoscritta dal legale rappresentante dell'impresa
ausiliaria con cui questa attesta che non partecipa alla gara in proprio o associata
o consorziata ai sensi dell'articolo 34 del D.Lgs. n. 163/2006;
5) copia autentica del contratto in virtù del quale l'impresa ausiliaria si obbliga nei
confronti del concorrente a fornire i requisiti e a mettere a disposizione le risorse
necessarie per tutta la durata della concessione oppure nel caso di avvalimento
5
Allegato “E”
nei confronti di un'impresa che appartiene al medesimo gruppo, dichiarazione
sostitutiva attestante il legame giuridico ed economico esistente nel gruppo, dal
quale discendono i medesimi obblighi previsti dall’art. 49, comma 5, D.Lgs. n.
163/2006 (obblighi previsti dalla normativa antimafia).
Il concorrente e l'impresa ausiliaria sono responsabili in solido nei confronti della
stazione appaltante in relazione alle prestazioni oggetto del contratto.
In relazione a ciascuna gara non è consentito, a pena di esclusione, che della stessa
impresa ausiliaria si avvalga più di un concorrente, e che partecipino sia l'impresa
ausiliaria che quella che si avvale dei requisiti.
Ogni concorrente può avvalersi di una sola impresa ausiliaria per ciascuna categoria di
qualificazione.
ART. 9 CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE – ESCLUSIONE AUTOMATICA
DELLE OFFERTE ANOMALE
L’aggiudicazione avverrà secondo il criterio del prezzo più basso, di cui all’art. 82,
comma 2, lett. a), del D. Lgs. n. 163/2006, mediante ribasso percentuale sull’elenco
prezzi posto a base della gara.
Ai sensi dell’art. 253, comma 20-bis, del D. Lgs. n. 163/2006, come modificato dalla
legge n. 106/2011, la stazione appaltante procederà all’esclusione automatica dalla gara
delle offerte che presentano una percentuale di ribasso pari o superiore alla soglia di
anomalia individuata ai sensi dell’art. 86 del D. Lgs. n. 163/2006. Tale facoltà non sarà
esercitabile qualora il numero delle offerte ammesse, per ciascun lotto, sarà inferiore a
10. In quest’ultimo caso si applicherà l’art. 86, comma 3, del D. Lgs. n. 163/2006.
ART. 10 MODALITÀ DI PRESENTAZIONE E CRITERI DI AMMISSIBILITÀ
DELLE OFFERTE
Il plico contente l’offerta e le documentazioni, a pena di esclusione dalla gara, deve
essere idoneamente sigillato, deve pervenire, a mezzo raccomandata del servizio
postale, oppure mediante agenzia di recapito autorizzata; è altresì facoltà dei concorrenti
la consegna a mano del plico.
Il plico deve pervenire perentoriamente entro le ore 12,00 del giorno 23.11.2011
esclusivamente al seguente indirizzo: Agenzia Interregionale per il fiume Po, Ufficio
Gare e Contratti, Strada Garibaldi n. 75, 43121 Parma.
Per evitare dubbi interpretativi si precisa che per sigillo deve intendersi un qualsiasi
segno o impronta, apposto su materiale plastico come ceralacca o piombo o striscia
incollata, atto a rendere chiusa la busta contenente l’offerta, a impedire che essa possa
subire manomissioni di sorta, e, quindi ad attestare l’autenticità della chiusura originaria
proveniente dal mittente.
Il recapito tempestivo dei plichi rimane ad esclusivo rischio dei mittenti.
Il plico, debitamente chiuso e controfirmato o siglato sui lembi di chiusura, deve recare
all’esterno − oltre all’intestazione del mittente, all’indirizzo dello stesso ed al Codice
fiscale del concorrente − le indicazioni relative all’oggetto della gara, al giorno e
all’ora della scadenza di presentazione dell’offerta.
6
Allegato “E”
Si precisa che nel caso di concorrenti con idoneità plurisoggettiva (associazione
temporanea di impresa, consorzio ordinario, GEIE) vanno riportati sul plico i
nominativi gli indirizzi ed i codici fiscali dei partecipanti ai detti soggetti sia se questi
sono già costituiti e sia se sono da costituirsi.
Il plico deve contenere al suo interno le seguenti buste, a loro volta sigillate e
controfirmate sui lembi di chiusura, recanti l’intestazione del mittente e la dicitura,
rispettivamente:
“A” – Documentazione amministrativa”
“B” - Offerta economica – Lotto n…….”(specificare il lotto cui si riferisce l’offerta);
Nella busta “A – Documentazione amministrativa” devono essere contenuti, a pena
di esclusione dalla gara, i seguenti documenti:
I) domanda di partecipazione, con la specificazione del/i lotto/i per il/i quale/i si
chiede di partecipare, sottoscritta dal legale rappresentante del concorrente; nel
caso di concorrente costituito da associazione temporanea o da un consorzio
ordinario non ancora costituiti la domanda deve essere sottoscritta da tutti i
soggetti che costituiranno la predetta associazione o consorzio; alla domanda, in
alternativa all’autenticazione della sottoscrizione, deve essere allegata, a pena di
esclusione dalla gara, copia fotostatica di un documento di identità del/dei
sottoscrittore/i; la domanda può essere sottoscritta anche da un procuratore del
legale rappresentante ed in tal caso va allegata, a pena di esclusione dalla gara,
copia conforme all’originale della relativa procura.
II) dichiarazione sostitutiva resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del DPR 28 dicembre
2000, n. 445 e s. m. oppure, per i concorrenti non residenti in Italia,
documentazione idonea equivalente secondo la legislazione dello stato di
appartenenza, con la quale il concorrente:
1) indica l’iscrizione alla CCIAA o ad ogni altro organismo equipollente secondo
la legislazione dello Stato di appartenenza ex artt. 39 del D. Lgs. 163/2006 e
s.m.i. con indicazione della denominazione o ragione sociale, della Partita IVA,
del Codice Fiscale, dell’oggetto sociale e dei soggetti di cui all’art. 38 lett. b) e
c) del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i.;
2) attesta, indicandole specificatamente, di non trovarsi nelle condizioni previste
nell’articolo 38, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f), g), h), i), l), m), m-bis), mter) ed m-quater) del d.lgs. n. 163/2006 e s. m. e precisamente:
a) di non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione coatta, di
amministrazione controllata o di concordato preventivo e che nei propri
riguardi non è in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali
situazioni;
b) che non è pendente nei propri confronti procedimento per l’applicazione di
una delle misure di prevenzione di cui all’articolo 3 della legge, n. 1423/56
e s. m. o di una delle cause ostative previste dall’articolo 10 della legge
575/65 e s. m.; l’esclusione ed il divieto operano se la pendenza del
procedimento riguarda il titolare o il direttore tecnico, se si tratta di impresa
individuale; i soci o il direttore tecnico se si tratta di società in nome
collettivo, i soci accomandatari o il direttore tecnico se si tratta di società in
accomandita semplice, gli amministratori muniti di poteri di rappresentanza
o il direttore tecnico o il socio unico persona fisica, ovvero il socio di
maggioranza in caso di società con meno di quattro soci, se si tratta di altro
tipo di società;
7
Allegato “E”
c) che nei propri confronti non è stata pronunciata sentenza di condanna passata
in giudicato, o emesso decreto penale di condanna divenuto irrevocabile,
oppure sentenza di applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell’articolo
444 del Codice di Procedura Penale, per reati gravi in danno dello Stato o
della Comunità che incidono sulla moralità professionale; è comunque causa
di esclusione la condanna, con sentenza passata in giudicato, per uno o più
reati di partecipazione ad una organizzazione criminale, corruzione, frode,
riciclaggio, quali definiti dagli atti comunitari citati all’articolo 45, paragrafo
1, della direttiva 2004/18/CE; l’esclusione o il divieto operano se la sentenza
o il decreto sono stati emessi nei confronti: del titolare o direttore tecnico se
si tratta di impresa individuale; dei soci o del direttore tecnico, se si tratta di
società in nome collettivo; dei soci accomandatari o del direttore tecnico se si
tratta di società in accomandita semplice; degli amministratori muniti di
potere di rappresentanza, del direttore tecnico, del socio unico persona
fisica, ovvero del socio di maggioranza in caso di società con meno di
quattro soci, se si tratta di altro tipo di società o consorzio; in ogni caso
l’esclusione e il divieto operano anche nei confronti del soggetti cessati dalla
carica nell’anno antecedente la data di pubblicazione del bando di gara,
qualora l’impresa non dimostri che vi sia stata completa ed effettiva
dissociazione dalla condotta penalmente sanzionata; l’esclusione e il divieto
in ogni caso non operano quando il reato è stato depenalizzato ovvero
quando è intervenuta la riabilitazione ovvero quando il reato è stato
dichiarato estinto dopo la condanna ovvero in caso di revoca della condanna
medesima (Ai sensi dell’articolo 38, comma 2, del D.Lgs. 163/2006,
devono essere indicate anche le eventuali condanne per le quali gli
interessati abbiano beneficiato della non menzione, ad esclusione di quelle
per le quali il reato è stato depenalizzato ovvero per le quali è intervenuta
la riabilitazione ovvero quando il reato è stato dichiarato estinto dopo la
condanna ovvero in caso di revoca della condanna medesima);
d) di non aver violato il divieto di intestazione fiduciaria posto all’articolo 17
della legge 19 marzo 1990, n. 55 e s. m.;
e) di non aver commesso gravi violazioni, definitivamente accertate, alle norme
in materia di sicurezza e a ogni altro obbligo derivante dai rapporti di lavoro;
f) di non aver commesso grave negligenza o malafede nell’esecuzione di lavori
affidati da codesta Amministrazione aggiudicatrice e di non aver commesso
errore grave nell’esercizio della sua attività professionale;
g) di non aver commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, rispetto gli
obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse, secondo la legislazione
italiana o quella dello Stato in cui è stabilito;
h) che nel casellario informatico delle imprese istituito presso l’Osservatorio
dei Contratti Pubblici dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di
lavori, servizi e forniture, non risulta l’iscrizione di cui al comma 1-ter
dell’art. 38 del D. Lgs. N. 163/2006 e smi, per aver presentato falsa
dichiarazione o falsa documentazione in merito ai requisiti e condizioni
rilevanti per la partecipazione a procedure di gara e per l’affidamento dei
subappalti;
i) di non aver commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, alle norme
in materia di contributi previdenziali ed assistenziali secondo la legislazione
italiana o quella dello Stato in cui è stabilito;
8
Allegato “E”
l) di essere in regola con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei
disabili di cui alla Legge n. 68/99;
m) che nei propri confronti non è stata applicata la sanzione interdittiva di cui
all’articolo 9, comma 2, lettera c), del d.lgs. n. 231/2001 e non sussiste alcun
divieto
di contrarre con la pubblica amministrazione compresi i
provvedimenti interdittivi di cui all’art. 14 del D. Lgs. 9 aprile 2008 n. 81
(già articolo 36-bis, comma 1, del decreto legge 4 luglio 2006, 223,
convertito con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248);
m-bis) che nei propri confronti non risultano iscrizioni nel casellario informatico
di cui all’art. 7, comma 10, del D.Lgs. 163/2006 per aver presentato falsa
dichiarazione o falsa documentazione ai fini del rilascio dell’attestazione
SOA;
m-ter) che nell’anno antecedente alla pubblicazione del bando non è stato
vittima dei reati previsti e puniti dagli articoli 317 e 629 del codice penale
aggravati ai sensi dell’articolo 7 del D.L. 13/05/1991, n. 152, convertito
dalla L. 12/07/1991, n. 203 o, qualora lo sia stato, non ha omesso di
denunciare i medesimi fatti all’autorità giudiziaria, salvo che ricorrano
i casi previsti dall’articolo 4, primo comma, della Legge 24 novembre
1981, n. 689;
m-quater) (barrare la casella che interessa):
di non essere in alcuna situazione di controllo di cui all'articolo 2359
del codice civile con alcun soggetto e di aver formulato autonomamente
l’offerta;
oppure
di non essere a conoscenza della partecipazione alla medesima
procedura di soggetti che si trovano, rispetto al concorrente, in una delle
situazioni di controllo di cui all’art. 2359 del codice civile, e di aver
formulato l’offerta autonomamente;
oppure
di essere a conoscenza della partecipazione alla medesima procedura di
soggetti che si trovano rispetto al concorrente, in situazione di controllo di
cui all'articolo 2359 del codice civile e di aver formulato autonomamente
l'offerta, con indicazione del concorrente con cui sussiste tale situazione;
(tale dichiarazione e' corredata dai documenti utili a dimostrare che la
situazione di controllo non ha influito sulla formulazione dell'offerta,
inseriti in separata busta chiusa). La stazione appaltante esclude i
concorrenti per i quali accerta che le relative offerte sono imputabili ad un
unico centro decisionale, sulla base di univoci elementi. La verifica e
l’eventuale esclusione sono disposte dopo l’apertura delle buste contenenti
l’offerta economica.
3) accetta, senza condizione o riserva alcuna, tutte le norme e disposizioni
contenute nel bando, nel presente disciplinare di gara, nel capitolato speciale,
nello schema di Accordo Quadro e nelle eventuali risposte ai quesiti;
4) attesta di aver esaminato tutti gli elaborati progettuali, di essersi recati sul
luogo di esecuzione dei lavori, di avere preso conoscenza delle condizioni
locali, della viabilità di accesso, di aver verificato le capacità e le disponibilità,
compatibili con i tempi di esecuzione previsti, delle cave eventualmente
necessarie e delle discariche autorizzate, nonché di tutte le circostanze generali
e particolari suscettibili di influire sulla determinazione dei prezzi, sulle
condizioni contrattuali e sull’esecuzione dei lavori e di aver giudicato i lavori
9
Allegato “E”
stessi realizzabili, gli elaborati progettuali adeguati ed i prezzi nel loro
complesso remunerativi e tali da consentire il ribasso offerto nonché di aver
effettuato una verifica della disponibilità della mano d’opera necessaria per
l’esecuzione dei lavori e della disponibilità di attrezzature adeguate all’entità e
alla tipologia e categoria dei lavori in appalto;
5) (nel caso di consorzi di cui all’art. 34 comma 1 lett. b) e c) del D.Leg.vo
163/06 e s.m.i): dichiara per quali consorziati il consorzio concorre e
relativamente a questi ultimi consorziati opera il divieto di partecipare alla
gara in qualsiasi altra forma (indicare denominazione e sede legale delle
imprese esecutrici);
6) indica le lavorazioni che intende eventualmente subappaltare, nei limiti
consentiti dall’art. 118 del D. Lgs. n. 163/2006;
7) indica il domicilio e il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica presso i
quali autorizza espressamente l’invio di ogni comunicazione relativa alla
presente gara;
III) (nel caso di raggruppamento temporaneo o consorzio ordinario non ancora
costituito) dichiarazioni, rese da ogni concorrente, attestanti:
a) a quale concorrente, in caso di aggiudicazione, sarà conferito mandato
speciale con rappresentanza o funzioni di capogruppo;
b) l’impegno, in caso di aggiudicazione, ad uniformarsi alla disciplina vigente in
materia di lavori pubblici con riguardo alle associazioni temporanee o
consorzi o GEIE;
c) la quota di partecipazione al raggruppamento, corrispondente alla
percentuale di lavori o di servizi che verranno eseguiti da ciascun
concorrente e quale categoria di lavori o tipologia di servizi verrà eseguita da
ciascun concorrente;
IV) attestazione di qualificazione, in corso di validità, in originale (o fotocopia
sottoscritta dal legale rappresentante ed accompagnata da copia del documento di
identità dello stesso) o, nel caso di concorrenti costituiti da imprese associate o da
associarsi, consorziate o da consorziarsi, più attestazioni (o fotocopie sottoscritte
dai legali rappresentanti ed accompagnate da copie dei documenti di identità
degli stessi), che documenti la qualificazione in categorie e classifiche secondo
quanto previsto all’art. 4 del presente disciplinare di gara, nonché il possesso del
sistema di qualità aziendale, ove richiesto;
V) documento attestante il versamento in contanti o in titoli della cauzione
provvisoria o fideiussione bancaria oppure polizza assicurativa oppure polizza
relativa alla cauzione provvisoria, valida per almeno 180 giorni, come prescritto
dall’art. 6 del presente disciplinare di gara;
VI) attestazione dell’avvenuto pagamento del contributo a favore dell’Autorità per la
vigilanza dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, con le modalità di cui
all’art. 7 del presente disciplinare;
VII) (nel caso di avvalimento): documentazione prevista dall’art. 8 del presente
disciplinare;
VIII) (nel caso di raggruppamento temporaneo già costituito): mandato collettivo
irrevocabile con rappresentanza conferito alla mandataria per atto pubblico o
scrittura privata autenticata;
IX) (nel caso di consorzio ordinario o GEIE gia costituiti): atto costitutivo o statuto
del consorzio o GEIE in copia autentica;
10
Allegato “E”
Le dichiarazioni di cui ai punti I) e II), dell’elenco documenti devono essere rese,
preferibilmente, utilizzando i modelli di dichiarazione, allegati “A” e “A-bis” del
presente disciplinare. La dichiarazione di cui al numero III), deve essere resa
utilizzando, preferibilmente, il modello di dichiarazione, allegato “A- ter”.
Le dichiarazioni di cui sopra devono essere sottoscritte dai legali rappresentanti dei
concorrenti; potranno essere sottoscritte anche da procuratori dei legali rappresentanti ed
in tal caso va allegata copia conforme all’originale della relativa procura.
Nel caso di raggruppamenti temporanei o consorzi ordinari di concorrenti non ancora
formalmente costituiti, le dichiarazioni sostitutive previste ai punti I), II), III) dell’elenco
dei documenti, devono essere rese da tutti i soggetti raggruppati o consorziati.
Nel caso di raggruppamenti temporanei o consorzi ordinari già formalmente costituiti, le
dichiarazioni di cui al punto II), numeri 1) e 2) devono essere rese con riferimento a tutti i
soggetti raggruppati. Le stesse dichiarazioni nel caso di consorzi cooperativi, di consorzi
artigiani e di consorzi stabili, devono essere rese anche dai consorziati per conto dei
quali il consorzio concorre.
Le attestazioni di cui al numero 2), lettere b), c), m-ter) della dichiarazione sostitutiva
prevista al punto II) dell’elenco dei documenti, devono essere rese anche dai soggetti
indicati nell’articolo 38, comma 1, lettera b) del d.lgs. n. 163/2006 e s. m. (per le
imprese individuali: titolare e direttore tecnico; per le società in nome collettivo: socio
e direttore tecnico; per le società in accomandita semplice: soci accomandatari e
direttore tecnico; per le altre società: amministratori muniti di poteri di
rappresentanza, il direttore tecnico e il socio unico persona fisica, ovvero il socio di
maggioranza in caso di società con meno di quattro soci); l’attestazione di cui al
numero 2) lettera c) della dichiarazione sostitutiva prevista al punto II) dell’elenco dei
documenti deve essere resa anche da ciascuno dei soggetti indicati nell’articolo 38,
comma 1 lettera c) del d.lgs. n. 163/2006 e s. m., cessati nella carica nell’anno
antecedente la data di pubblicazione del bando di gara (per le imprese individuali:
titolare e direttore tecnico; per le società in nome collettivo: socio e direttore tecnico;
per le società in accomandita semplice: soci accomandatari e direttore tecnico; per le
altre società: amministratori muniti di poteri di rappresentanza, il direttore tecnico e il
socio unico persona fisica, ovvero il socio di maggioranza in caso di società con meno
di quattro soci). Qualora qualcuno dei soggetti indicati nell’articolo 38, comma 1,
lettera c) del d.lgs. n. 163/2006 e s. m, cessato nella carica nell’anno antecedente la data
del bando di gara, non sia in condizione di rendere la richiesta attestazione, il
concorrente deve dimostrare di avere adottato atti o misure di completa dissociazione
dalla condotta penalmente sanzionata.
La domanda, le dichiarazioni e le documentazioni di cui ai punti I), II), III), IV), V),
VI), VII), VIII) e IX) dell’elenco dei documenti, a pena di esclusione dalla gara,
devono contenere quanto previsto nei predetti numeri.
Per le imprese concorrenti aventi sede in altro Stato aderente all’Unione europea vale
l’articolo 47 del D.Lgs. n. 163/2006 e s. m.
Nella/e busta/e “B” – Offerta economica – Lotto n…” deve essere contenuta, a pena
di esclusione dalla gara, la seguente indicazione:
1) Offerta economica recante l’indicazione il ribasso unico percentuale
sull’elenco prezzi che si intende offrire, espresso in cifre ed in lettere.
11
Allegato “E”
Per ogni lotto per cui si partecipa alla gara, dovrà prodursi un’autonoma offerta
economica, contenuta in una distinta busta “B” – Offerta economica”, con
specificazione del lotto cui si riferisce l’offerta.
L’offerta economica di cui sopra, deve essere sottoscritta dai legali rappresentanti dei
concorrenti; potranno essere sottoscritte anche da procuratori dei legali rappresentanti ed
in tal caso va allegata copia conforme all’originale della relativa procura. Nel caso di
raggruppamento di imprese costituendo, l’offerta deve essere sottoscritta da tutti i legali
rappresentanti delle imprese costituende.
ART. 11 PROCEDURA DI SCELTA DEL CONTRAENTE
La prima seduta pubblica avrà luogo presso l’Agenzia Interregionale per il fiume Po,
Strada Garibaldi n. 75, Parma, terzo piano, il giorno 24.11.2011, ore 9,30.
L’organo di gara, il giorno e all’ora prefissata, in seduta pubblica, sulla base della
documentazione contenuta nella busta “A” – Documentazione Amministrativa”,
procederà a:
a) verificare la correttezza formale delle offerte e della documentazione ed in caso
negativo ad escludere dalla gara i concorrenti cui esse si riferiscono;
b) verificare che i concorrenti non partecipino alla gara in più di un
raggruppamento temporaneo o consorzio ordinario di concorrenti ovvero che
non partecipino anche in forma individuale qualora partecipino alla gara
medesima in raggruppamento temporaneo o consorzio ordinario di concorrenti
ed in caso positivo ad escludere il concorrente ed il/i raggruppamento/i
temporaneo/i o consorzio/i ordinario/i;
c) verificare che i consorziati - per conto dei quali i consorzi di cui all’articolo 34,
comma 1, lettere b) e c) del d.lgs. n 163/2006 e s. m. hanno indicato che
concorrono - non abbiano presentato offerta in qualsiasi altra forma ed in caso
positivo ad escludere il consorzio ed il consorziato dalla gara;
L’organo di gara nella stessa seduta, o in sedute successive ove necessario, verificherà il
possesso dei requisiti generali dei concorrenti al fine della loro ammissione alla gara,
sulla base delle dichiarazioni da essi presentate, e dei riscontri eventualmente rilevabili
dai dati risultanti dal casellario informatico delle imprese istituito presso l’Autorità per
la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
L’organo di gara, quindi, procederà all’apertura delle buste “B” – Offerta economica –
dei concorrenti non esclusi, seguendo l’ordine progressivo specificato nel presente
disciplinare, partendo dal Lotto n. 1, dandone pubblicamente lettura. Nel caso di
difformità tra l’offerta espressa in cifre e quella espressa in lettere, si terrà conto solo di
quest’ultima.
Non si procederà all’apertura delle buste economiche relative ad un lotto, se non dopo
aver aggiudicato provvisoriamente il lotto che lo precede secondo l’ordine progressivo.
L’aggiudicatario di un lotto non potrà concorrere relativamente ai lotti successivi e,
pertanto, le sue eventuali ulteriori offerte non saranno aperte.
Qualora il numero delle offerte ammesse, con riferimento ciascun singolo lotto, fosse
pari o superiore a dieci, si procederà all’esclusione automatica delle offerte pari o
superiori alla soglia di anomalia calcolata secondo il metodo previsto dall’art. 86,
comma 1, del D. Lgs. n. 163/2006. In tal caso contrario, ai fini della valutazione di
congruità si applicherà l’art. 86, comma 3, del D. Lgs. n. 163/2006.
I calcoli necessari per determinare la soglia di anomalia, saranno effettuati fino alla
terza cifra decimale (arrotondata all’unità superiore qualora la quarta cifra decimale
fosse pari o superiore a cinque).
12
Allegato “E”
Nel caso in cui due o più concorrenti presentino l’offerta migliore, si procederà alla
individuazione del miglior offerente mediante sorteggio pubblico.
Il concorrente che risulterà aver presentato l’ offerta migliore relativamente ad un lotto
sarà dichiarato aggiudicatario provvisorio del lotto medesimo.
ART. 12 ULTERIORI INFORMAZIONI
L’aggiudicazione definitiva, disposta con apposita determinazione, resterà subordinata
all’esito positivo delle verifiche ed i controlli in capo all'aggiudicatario circa il possesso
dei requisiti di partecipazione richiesti nel Bando e dal presente disciplinare di gara ai
sensi dell’art. 38 del D. Lgs. n. 163/2006, nonché di quelli richiesti dalle vigenti
disposizioni normative per la stipula dei contratti con le Pubbliche Amministrazioni, ex
artt. 11 e 12 del D.Lgs. 163/2006.
Nel caso in cui le verifiche effettuate non dovessero confermare il possesso dei requisiti
prescritti, sarà disposta la revoca dell’aggiudicazione e l’aggiudicazione al concorrente
che segue nella graduatoria relativa al lotto in questione. Troveranno altresì applicazioni
le ulteriori sanzioni previste dall’art. 48 del D. Lgs. n. 163/2006.
IL DIRIGENTE
(Dott. Giuseppe Barbieri)
13
ALLEGATO ”F”
MODELLO DELLE DICHIARAZIONI DI CUI AI NUMERI I), II), DELL’ART. 10
DEL DISCIPLINARE DI GARA.
Spett. le AIPo
Via Garibaldi n. 75
43121 PARMA
PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DI N. 2 ACCORDI QUADRO
RELATIVI A LAVORI DI MANUTENZIONE ORDINARIA DI OPERE IDRAULICHE
DI COMPETENZA DI AIPO.
Il sottoscritto__________________________________________________________nato a
_____________________________________ (Prov._____) il___________________
nella sua qualità di __________________________________________________________
dell’impresa_______________________________________________________________
con sede legale in
_
via __________________________________________________________________n. _
con codice fiscale n.
con partita IVA n.
CHIEDE
I)
Di partecipare alla procedura aperta di cui all’oggetto (barrare la casella
corrispondente alle modalità di partecipazione)
come concorrente singolo
in raggruppamento temporaneo di imprese o consorzio ordinario di cui all’art. 34
comma 1 lett. e) del D.Leg.vo 163/06e s.m.i.,
per i seguenti lotti (barrare le caselle che interessano):
Lotto n. 1: Sub-Area idrografica Po Piemonte Orientale
Lotto n. 2: Sub-Area idrografica Po Piemonte Occidentale
e, a tal fine, ai sensi degli articoli 46 e 47 del DPR 28 dicembre 2000 n.445 e consapevole
delle sanzioni penali previste dall'articolo 76 del medesimo DPR 445/2000, per le ipotesi di
falsità in atti e dichiarazioni mendaci ivi indicate,
DICHIARA:
1
II)
1) Che l’impresa è regolarmente iscritta nel Registro delle imprese istituito presso la
CC.I.AA. di_____________________________per attività corrispondente ai lavori
da eseguire ed attesta i seguenti dati:
- Numero di iscrizione____________________________________
- Data di iscrizione______________________________________
- Codice attività________________________________________
- Forma giuridica della ditta concorrente (barrare la casella che interessa):
ditta individuale
consorzio cooperative ( art. 34
co.1 lett.b D.lgs 163/2006)
società in nome collettivo
consorzio tra imprese artigiane
(art. 34 co.1 lett. b
D.lgs.
società in accomandita semplice
163/2006)
società per azioni
consorzio stabile di cui all’
articolo 36 D.Lgs 163/2006 (art.
società in accomandita per azioni
34 co. 1 lett. c D.Lgs. 163/2006)
società a responsabilità limitata
consorzio ex articoli 2602 e ss.
del Codice civile (art. 34 co. 1
società cooperative
lett. e D.Lgs. 163/2006
2) Che i soggetti di cui all’art. 38, comma 1, lett. b) e c) del D. Lgs. N. 163/2006 e
s.m.i. (titolare o direttore tecnico se si tratta di impresa individuale; dei soci o del
direttore tecnico, se si tratta di società in nome collettivo; dei soci accomandatari o
del direttore tecnico se si tratta di società in accomandita semplice; degli
amministratori muniti di potere di rappresentanza, del direttore tecnico, del socio
unico persona fisica, ovvero del socio di maggioranza in caso di società con meno
di quattro soci, se si tratta di altro tipo di società o consorzio), sono:
- Sig_____________________________________________________________
nato il_________________a__________________________________in qualità
di_________________________________________________________
- Sig_____________________________________________________________
nato a_______________________________________il__________________in
qualità di_________________________________________________________
- Sig_____________________________________________________________
nato a_______________________________________il__________________in
qualità di_________________________________________________________
- che le persone di cui all’art. 38, comma 1, c) del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i.,
cessate dalla carica nell’anno antecedente alla data di pubblicazione del bando di
gara, sono:
- Sig_____________________________________________________________
nato a_______________________________________il__________________in
qualità di_________________________________________________________
3) di non trovarsi nelle condizioni previste dall'art. 38, comma 1, lettere a), b), c), d), e),
2
f), g), h), i), l), m),m-bis), m-ter) ed m-quater) del D. Lgs. 163/2006, ed in particolare:
a) che non si trova in stato di fallimento, di liquidazione coatta amministrativa, di
concordato preventivo o nei cui riguardi sia in corso un procedimento per la
dichiarazione di una di tali situazioni;
b) che nei propri confronti non è pendente un procedimento per l'applicazione di una
delle misure di prevenzione di cui all’articolo 3 della legge 27 dicembre 1956, n.
1423 o di una delle cause ostative previste dall'art. 10 della legge 31/5/1965 n.
575;
c) che nei propri confronti non è stata pronunciata sentenza di condanna passata in
giudicato, o emesso decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, oppure
sentenza di applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell’articolo 444 del
codice di procedura penale per reati gravi in danno dello Stato o della Comunità
che incidono sulla moralità professionale; (ovvero indicare tutte le eventuali
condanne riportate, comprese quelle con il beneficio della non menzione):
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
(Avvertenza: la dichiarazione relativa alle lett. b) e c) deve essere resa anche
dagli altri soggetti indicati dall’art. 38, comma 1, lett. b), del D.Lgs. n. 163/2006,
utilizzando l’Allegato A-bis)
-
(solo nel caso in cui vi siano persone di cui all’art. 38, comma 1, lett c) del D.
Lgs. 163/2006 e s.m.i., cessate dalla carica nell’anno antecedente alla data di
pubblicazione del bando di gara) barrare la casella che interessa:
nei loro confronti non è stata pronunciata sentenza di condanna passata in
giudicato, o emesso decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, oppure
sentenza di applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell’articolo 444 del
codice di procedura penale per reati gravi in danno dello Stato o della Comunità
che incidono sulla moralità professionale;
nei loro confronti è stata pronunciata sentenza di condanna passata in giudicato,
o emesso decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, oppure sentenza di
applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell’articolo 444 del codice di
procedura penale per reati gravi in danno dello Stato o della Comunità che
incidono sulla moralità professionale e che l'Impresa ha adottato idonei atti o
misure di completa ed effettiva dissociazione dalla condotta penalmente
sanzionata (indicare le generalità dei soggetti interessati, le condanne comminate,
comprese quelle con il beneficio della non menzione e allegare la documentazione
a dimostrazione delle misure di dissociazione adottate).
__________________________________________________________________
__________________________________________________________________
d) di non aver violato il divieto di intestazione fiduciaria posto dall’articolo 17 della
legge 19 marzo 1990, n. 55;
e) di non aver commesso gravi infrazioni debitamente accertate alle norme in materia
di sicurezza e a ogni altro obbligo derivante dai rapporti di lavoro, risultanti dai
dati in possesso dell'Osservatorio;
f) di non aver commesso grave negligenza o malafede nell’esecuzione di lavori
affidati da codesta stazione appaltante o di non aver commesso errore grave
nell'esercizio dell'attività professionale;
3
g) l’inesistenza, a carico dell’impresa, di irregolarità, definitivamente accertate,
rispetto agli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse, secondo la
legislazione italiana o dello Stato in cui l’impresa è stabilita;
h) che non risultano iscrizioni nel Casellario Informatico per aver presentato falsa
dichiarazione o falsa documentazione in merito al possesso dei requisiti e alle
condizioni rilevanti per la partecipazione alle procedure di gara e per l’affidamento
dei subappalti;
i) di non aver commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, alle norme in
materia di contributi previdenziali e assistenziali, secondo la legislazione italiana o
dello Stato in cui sono stabiliti; ai soli fini della richiesta d’ufficio del DURC, e
quindi non a pena d’esclusione, dichiara i seguenti dati:
INAIL: codice ditta/PAT___________________Sede di____________________
INPS: matricola azienda______________________Sede di__________________
CASSA EDILE: codice ______________________Sede di__________________
Dimensione aziendale (Barrare ciò che interessa): da 0 a 5; da 6 a15; da 16
a 50; da 51 a 100; oltre 100.
Tipologia di contratto applicato_________________________________________
Numero
totale
lavoratori
impiegati
nell’esecuzione
dell’appalto:____________________di cui dipendenti n_______________
Percentuale d’incidenza della manodopera______%
l) (barrare la casella che interessa)
che l’impresa è in regola con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei
disabili, ai sensi e per gli effetti dell'art. 17 della legge n. 68/99;
che l’impresa non è tenuta al rispetto delle norme che disciplinano il diritto al
lavoro dei disabili (legge n. 68/99), avendo alle dipendenze un numero di
lavoratori inferiore a 15;
che l’impresa non è tenuta al rispetto al rispetto delle norme che disciplinano il
diritto al lavoro dei disabili (legge n. 68/99), avendo alle dipendenze un numero di
lavoratori compreso tra 15 e 35 e non ha proceduto a nuove assunzioni dopo il 18
gennaio 2000;
m) di non aver subito sanzioni interdittive di cui all'art. 9, comma 2, lett. c) del D.
Lgs. 231/2001 o altra sanzione che comporti il divieto di contrarre con la pubblica
amministrazione, compresi i provvedimenti interdettivi di cui all’art. 36 bis,
comma 1, del D.L. 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni, con la
Legge 4 agosto 2006, n. 248.
m-bis) che nei confronti dell’impresa non risulta iscrizione nel Casellario Informatico
per aver presentato falsa dichiarazione o falsa ai fini del rilascio dell’attestazione
SOA;
m-ter) che nell’anno antecedente alla pubblicazione del bando, non è stato vittima dei
reati previsti e puniti dagli articoli 317 e 629 del codice penale aggravati ai sensi
dell’articolo 7 del D.L. 13/05/1991, n. 152, convertito dalla L. 12/07/1991, n. 203
o, qualora lo sia stato, non ha omesso di denunciare i medesimi fatti
all’autorità giudiziaria, salvo che ricorrano i casi previsti dall’articolo 4, primo
comma, della Legge 24 novembre 1981, n. 689;
m-quater) (barrare la casella che interessa):
di non essere in alcuna situazione di controllo di cui all'articolo 2359 del codice
civile con alcun soggetto e di aver formulato autonomamente l’offerta;
di non essere a conoscenza della partecipazione alla medesima procedura di
soggetti che si trovano, rispetto al concorrente, in una delle situazioni di controllo
di cui all’art. 2359 del codice civile, e di aver formulato l’offerta autonomamente;
4
di
essere a conoscenza della partecipazione alla medesima procedura di soggetti
che si trovano rispetto al concorrente, in situazione di controllo di cui all'articolo
2359 del codice civile e di aver formulato autonomamente l'offerta, con
indicazione del concorrente con cui sussiste tale situazione. La stazione appaltante
esclude i concorrenti per i quali accerta che le relative offerte sono imputabili ad
un unico centro decisionale, sulla base di univoci elementi;
3) accetta, senza condizione o riserva alcuna, tutte le norme e disposizioni contenute nel
bando, nel presente disciplinare di gara, nel capitolato speciale, nello schema di
Accordo Quadro e nelle eventuali risposte ai quesiti;
4) attesta di aver esaminato tutti gli elaborati progettuali, di essersi recati sul luogo di
esecuzione dei lavori, di avere preso conoscenza delle condizioni locali, della
viabilità di accesso, di aver verificato le capacità e le disponibilità, compatibili con i
tempi di esecuzione previsti, delle cave eventualmente necessarie e delle discariche
autorizzate, nonché di tutte le circostanze generali e particolari suscettibili di influire
sulla determinazione dei prezzi, sulle condizioni contrattuali e sull’esecuzione dei
lavori e di aver giudicato i lavori stessi realizzabili, gli elaborati progettuali adeguati
ed i prezzi nel loro complesso remunerativi e tali da consentire il ribasso offerto
nonché di aver effettuato una verifica della disponibilità della mano d’opera
necessaria per l’esecuzione dei lavori e della disponibilità di attrezzature adeguate
all’entità e alla tipologia e categoria dei lavori in appalto;
5) (nel caso di consorzi di cui all’art. 34 comma 1 lett. b) e c) del D.Leg.vo 163/06 e
s.m.i): dichiara per quali consorziati il consorzio concorre e relativamente a questi
ultimi consorziati opera il divieto di partecipare alla gara in qualsiasi altra forma
(indicare denominazione e sede legale delle imprese esecutrici);
______________________________________________________________________
_____________________________________________________________________
(N.B. anche le consorziate indicate devono produrre la dichiarazione all. A.)
6) indica le lavorazioni che intende eventualmente subappaltare, nei limiti consentiti
dall’art. 118 del D. Lgs. n. 163/2006;
______________________________________________________________________
_____________________________________________________________________
7) indica il domicilio e il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica presso i quali
autorizza espressamente l’invio di ogni comunicazione relativa alla presente gara:
domicilio: _________________________________________________
numero di fax: _____________________________________________
e-mail: _____________________________________________________
FIRMA
_______________________________
N.B. Allegare, a pena di esclusione, copia fotostatica non autenticata di un documento di
identità del firmatario della stessa ed originale o copia autentica della procura speciale nel
5
caso in cui il firmatario sia un procuratore della Società.
6
ALLEGATO “F- BIS”
DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DELL'ART. 38, lett. b), c) ed m-ter) del D. LGS.
163/2006
(Art. 46 D.P.R. 445 del 28 dicembre 2000)
Spett. le AIPo
Via Garibaldi n. 75
43121 PARMA
PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DI N. 2 ACCORDI QUADRO
RELATIVI A LAVORI DI MANUTENZIONE ORDINARIA DI OPERE IDRAULICHE
DI COMPETENZA DI AIPO.
Consapevole delle sanzioni penali, nel caso di dichiarazioni non veritiere, di formazione o uso
di atti falsi , richiamate dall’art. 76 del D.P.R. 445 del 28 dicembre 2000,
Il sottoscritto
nato il ____________________ a
in qualità di
dell’impresa_______________________________________________________________
DICHIARA
1) che nei propri confronti non è pendente un procedimento per l'applicazione di una delle
misure di prevenzione di cui all’articolo 3 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423 o di
una delle cause ostative previste dall'art. 10 della legge 31/5/1965 n. 575;
2) che nei propri confronti non è stata pronunciata sentenza di condanna passata in
giudicato, o emesso decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, oppure sentenza
di applicazione della pena su richiesta, ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura
penale per reati gravi in danno dello Stato o della Comunità che incidono sulla moralità
professionale (ovvero indicare tutte le eventuali condanne riportate, comprese quelle
con il beneficio della non menzione):
_______________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
3) che, ai sensi dell’articolo 38, comma 1, lettera m-ter) del D.Lgs. 163/2006, nell’anno
antecedente alla pubblicazione del bando, non è stato vittima dei reati previsti e puniti
dagli articoli 317 e 629 del codice penale aggravati ai sensi dell’articolo 7 del D.L.
13/05/1991, n. 152, convertito dalla L. 12/07/1991, n. 203 o, qualora lo sia stato, non
hanno omesso di denunciare i medesimi fatti all’autorità giudiziaria, salvo che
ricorrano i casi previsti dall’articolo 4, primo comma, della Legge 24 novembre 1981, n.
689
7
_________________________
(luogo, data)
IL DICHIARANTE
______________________________
N.B. La dichiarazione deve essere corredata da fotocopia, non autenticata, di documento di
identità del sottoscrittore e presentata dai seguenti soggetti:
per le imprese individuali: dal titolare e dai direttori tecnici qualora questi ultimi siano
persone diverse dal titolare;
per le s.n.c.: da tutti i soci e dai direttori tecnici;
per le s.a.s: da tutti i soci accomandatari e dai direttori tecnici;
per ogni altro tipo di società o consorzio: dgli amministratori muniti di potere di
rappresentanza, dal direttore tecnico, dal socio unico persona fisica, ovvero dal socio di
maggioranza in caso di società con meno di quattro soci.
8
ALLEGATO “F ter”
MODELLO DELLE DICHIARAZIONI DI CUI AL NUMERO III), DELL’ART.
10 DEL DISCIPLINARE DI GARA.
DICHIARAZIONE DI IMPEGNO IRREVOCABILE ALLA
COSTITUZIONE DI RAGGRUPPAMENTO TEMPORANEO D’IMPRESE
Spett. le AIPo
Via Garibaldi n. 75
43121 PARMA
PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO N. 2 ACCORDI QUADRO
RELATIVI A LAVORI DI MANUTENZIONE ORDINARIA DI OPERE
IDRAULICHE DI COMPETENZA DI AIPO.
1) IMPRESA MANDATARIA
Il sottoscritto
nato il ____________________ a
in qualità di
(specificare se titolare, legale rappresentante, procuratore)
dell’impresa / società
con sede legale in
via __________________________________________________________________n.
con codice fiscale n.
con partita IVA n.
con codice attività n.
2) IMPRESA MANDANTE
Il sottoscritto
nato il ____________________ a
in qualità di
(specificare se titolare, legale rappresentante, procuratore)
dell’impresa / società
con sede legale in
via __________________________________________________________________n.
9
con codice fiscale n.
con partita IVA n.
con codice attività n.
3) IMPRESA MANDANTE
Il sottoscritto
nato il ____________________ a
in qualità di
(specificare se titolare, legale rappresentante, procuratore)
dell’impresa / società
con sede legale in
via __________________________________________________________________n.
con codice fiscale n.
con partita IVA n.
con codice attività n.
con la presente,
DICHIARANO
•
di conformarsi alla disciplina prevista dall’art. 37 del D.Lgs. 163/2006
impegnandosi irrevocabilmente, in caso di aggiudicazione della gara in oggetto, a
conferire mandato collettivo speciale con rappresentanza all’impresa sopraindicata
al numero 1), qualificata come Mandataria, la quale stipulerà il contratto in nome e
per conto proprio e delle mandanti. Si impegnano altresì a non modificare la
composizione del Raggruppamento temporaneo d’Imprese da costituirsi sulla base
del presente impegno ed a perfezionare in tempo utile il relativo mandato, ai sensi
delle vigenti disposizioni.
•
di uniformarsi alla disciplina vigente in materia di pubblici appalti di lavori, servizi
e forniture.
Che le parti dell’intervento che saranno eseguite dalle suindicate Imprese sono:
impresa (mandataria): ____________________________________
impresa (mandante): _______________________________________________
impresa (mandante): _______________________________________________
10
Che l’Impresa capogruppo è:
______________________________________________________________________
La presente dichiarazione è sottoscritta in data_____________________,
per l'impresa n. 1) da (a)___________________________________________in qualità
di___________________________________________________________(specificare
espressamente se titolare, legale rappresentante, procuratore)
sottoscrizione ________________________________________________________
per l'impresa n. 2) da (a)__________________________________________ in qualità
di___________________________________________________________(specificare
espressamente se titolare, legale rappresentante, procuratore)
sottoscrizione ________________________________________________________
per l'impresa n. 3) da (a)___________________________________________ in qualità
di___________________________________________________________ (specificare
espressamente se titolare, legale rappresentante, procuratore)
sottoscrizione ________________________________________________________
(a) Indicare nome e cognome del soggetto dotato dei poteri di firma.
Allegare, a pena di esclusione, copia fotostatica non autenticata di un documento di identità del
firmatario della stessa ed originale o copia autentica della procura speciale nel caso in cui il
firmatario sia un procuratore della Società.
11
Allegato “B”
ACCORDO QUADRO, AI SENSI DELL’ART. 59 DEL D. LGS. N. 163/06, PER
L’AFFIDAMENTO DI APPALTI DI MANUTENZIONE ORDINARIA DELLE
OPERE IDRAULICHE DI COMPETENZA DI AIPO, DA ESEGUIRSI NELLA
SUB-AREA IDROGRAFICA _______________________ DEL FIUME PO.
TRA
L’Agenzia Interregionale per il fiume Po, con sede legale in Parma, Via Giuseppe
Garibaldi n. 75, in persona del Dott. Ing.________________, giusta poteri allo stesso
conferiti dall’Accordo Costitutivo dell’Agenzia (nel seguito per brevità anche
“A.I.Po”);
E
- _____, sede legale in ___, Via ___, iscritta al Registro delle Imprese di ___ al n.
___, P. IVA ___, domiciliata ai fini del presente atto in ___, Via ___, in persona del
___ e legale rappresentante Dott. ___, giusta poteri allo stesso conferiti da
____________, [in caso di RTI, nella sua qualità di impresa mandataria capo-gruppo
del Raggruppamento Temporaneo tra, oltre alla stessa, la mandante ___, sede legale
in ___, Via ___, capitale sociale Euro ___=, iscritta al Registro delle Imprese di ___
al n. ___, P. IVA ___, domiciliata ai fini del presente atto in ___, via ___, e la
mandante ___, sede legale in ___, Via ___, capitale sociale Euro ___=, iscritta al
Registro delle Imprese di ___ al n. ___, P. IVA ___, domiciliata ai fini del presente
atto in ___, via ___, giusta mandato collettivo speciale con rappresentanza autenticato
dal notaio in ___, dott. ___ ___, repertorio n. ___ ] (nel seguito per brevità anche
“Appaltatore”)
PREMESSO
a)
che A.I.Po, al fine di garantire la funzionalità e la sicurezza delle opere
idrauliche di sua competenza, deve provvedere periodicamente ad interventi di
manutenzione ordinaria quali lo sfalcio, il taglio selettivo, il decespugliamento, il
disboscamento, la manutenzione dell’alveo, delle sommità arginali e delle opere
accessorie (quali chiaviche, organi di manovra per la chiusura ed apertura delle
paratoie sia meccaniche che le parti elettriche, rampe, ecc);
1
Allegato “B”
b)
che A.I.Po è amministrazione aggiudicatrice, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 3, comma 25, D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture” ed è, quindi, stazione appaltante, ai sensi del
comma 33 del predetto articolo;
c)
che l’utilizzazione di uno strumento come l’Accordo Quadro, di cui all’art. 59
del D.Lgs. n. 163/2006, consente la razionalizzazione della spesa per lavori, beni e
servizi, il supporto alla programmazione dei fabbisogni, la semplificazione e
standardizzazione delle procedure di affidamento dei singoli appalti, il conseguimento
di economie di scala, una maggiore trasparenza delle procedure di gara, il
miglioramento della responsabilizzazione e del controllo della spesa, un incremento
della specializzazione delle competenze, una maggiore efficienza nell’interazione fra
Amministrazione e mercato e, non ultimo, un risparmio nelle spese di gestione della
procedura medesima;
d)
che in esecuzione della determinazione direttoriale n. _____del ___________,
A.I.Po, in qualità di stazione appaltante, ha indetto con Bando di gara pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, foglio inserzioni, n. ____ del ________,
una procedura aperta per la stipula, ai sensi dell’art. 59, comma 8, del D. Lgs. n.
163/2006, di Accordi Quadro per la realizzazioni di lavori di manutenzione ordinaria
delle opere idrauliche di sua competenza, nelle seguenti ambiti idrografici del fiume
Po:
Sub-Area Po Piemonte Orientale
Sub-Area Po Piemonte Occidentale
e)
che con determinazione direttoriale n. ___del_______________è stata disposta
l’aggiudicazione definitiva, resa efficace con successiva determinazione direttoriale
n.____del________________, dell’Accordo Quadro relativo al Sub-Area idrografica
__________________ a favore dell’Appaltatore;
f)
che la stipula del presente Accordo Quadro non è fonte di alcuna obbligazione
per A.I.Po nei confronti dell’Appaltatore, in quanto definisce la disciplina relativa alle
modalità di conclusione ed esecuzione dei singoli Appalti Specifici, nei quali
verranno specificati, di volta in volta ed a seguito di specifica determina dirigenziale,
l’oggetto dei lavori di manutenzione ordinaria, gli importi ed il luogo di esecuzione;
che l’Appaltatore dichiara che quanto risulta dal presente Accordo Quadro e dai suoi
allegati, ivi compreso il Capitolato speciale d’appalto e l’elenco prezzi unitari, nonché
gli ulteriori atti della procedura, definiscono in modo adeguato e completo gli impegni
2
Allegato “B”
assunti con la firma del presente atto, nonché l’oggetto delle prestazioni da eseguire e,
in ogni caso, che ha potuto acquisire tutti gli elementi per una idonea valutazione
tecnica ed economica delle stesse e per la formulazione dell’offerta;
CIÒ PREMESSO, TRA LE PARTI COME IN EPIGRAFE RAPPRESENTATE
SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE
Articolo 1 – Disposizioni generali sull’Accordo Quadro
Il presente Accordo Quadro definisce la disciplina contrattuale relativa alle condizioni
ed alle modalità di affidamento da parte di A.I.Po dei singoli appalti specifici e,
conseguentemente, di esecuzione delle prestazioni oggetto dei singoli contratti.
Il presente Accordo Quadro non è fonte di alcuna obbligazione per A.I.Po nei
confronti dell’Appaltatore e non è impegnativo in ordine all’affidamento a
quest’ultimo di appalti specifici per un quantitativo minimo predefinito.
L’Appaltatore, invece, si impegna ad assumere ed a eseguire regolarmente i singoli
appalti che A.I.Po, in attuazione del presente Accordo, deciderà di affidargli.
Si applicano al presente Accordo Quadro ed ai singoli appalti specifici le disposizioni
di cui al D. Lgs. n. 163/06 e s.m. (Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e
forniture) e l’ulteriore normativa vigente in materia di lavori pubblici.
Articolo 2 – Oggetto dell’Accordo Quadro
Le prestazioni oggetto del presente Accordo Quadro, da affidarsi all’Appaltatore
mediante la stipula di specifici contratti d’appalto, consistono in lavori di
manutenzione ordinaria quali lo sfalcio, il taglio selettivo, il decespugliamento, il
disboscamento, la manutenzione dell’alveo, delle sommità arginali e delle opere
accessorie (quali chiaviche, organi di manovra per la chiusura ed apertura delle
paratoie sia meccaniche che le parti elettriche, rampe, ecc), interessanti opere
idrauliche di competenza di A.I.Po, situate nell’ambito del territorio della Sub-Area
idrografica “_________________” del fiume Po, meglio individuata nella/e
planimetria/e allegata/e.
Articolo 3 - Durata dell’Accordo Quadro
3
Allegato “B”
Il presente Accordo Quadro ha decorrenza dalla data della relativa stipulazione e fino
al 31 dicembre 2012.
Alla scadenza dell’anzidetto termine l’Accordo cesserà di avere effetto, anche nel
caso di utilizzo solo parziale del quantitativo massimo di cui al successivo art. 4.
Si considereranno validamente affidati gli specifici appalti per i quali sia stata
adottata, entro il termine di scadenza dell’Accordo, la determinazione di approvazione
del progetto e di impegno contabile della relativa spesa (o sub impegno a cura del
Dirigente d’Area).
Dalla data di scadenza dell’Accordo non potranno essere affidati ulteriori appalti, ma
potranno essere regolarmente eseguiti e conclusi quelli già validamente affidati.
Articolo 4 – Valore massimo stimato dell’Accordo Quadro
Il valore massimo stimato dei lavori di manutenzione che potranno essere affidati per
tutta la durata del presente Accordo Quadro è di ________________ euro.
Si computeranno nel suddetto valore massimo stimato solo gli importi dei lavori
affidati, comprensivi degli oneri per la sicurezza nonché gli importi delle eventuali
perizie suppletive e di variante, escludendo tutte le altre voci dei quadri economici.
Al raggiungimento del valore massimo stimato l’Accordo cesserà di avere efficacia,
anche anticipatamente rispetto alla sua scadenza naturale, fatta salva la facoltà di
incremento di un quinto.
Articolo 5 – Capitolato speciale d’appalto ed elenco prezzi
Il capitolato speciale d’appalto e l’elenco prezzi, allegati al presente Accordo Quadro
quali parti integranti e sostanziali del medesimo, contengono le specifiche
contrattuali, tecniche ed economiche sulla cui base saranno progettati, eseguiti e
computati i singoli appalti.
In occasione degli affidamenti dei singoli appalti, il capitolato speciale potrà essere
adeguato alle specificità dei singoli interventi ed alla normativa, amministrativa e
tecnica, vigente in quel momento.
Ai prezzi indicati nell’allegato elenco dovrà essere applicato il ribasso unico
percentuale offerto dall’Appaltatore in sede di procedura di gara per l’aggiudicazione
dell’Accordo Quadro. I predetti prezzi resteranno fissi ed invariabili per tutta la durata
dell’Accordo Quadro.
4
Allegato “B”
Qualora in fase progettuale o esecutiva dovesse risultare necessario individuare una
nuova lavorazione non prevista, per determinare il relativo prezzo si farà riferimento
al prezzario ufficiale della Regione ove si devono eseguire i lavori e, in subordine, al
prezzario ufficiale integrale di A.I.Po. In mancanza, si procederà alla determinazione
del nuovo prezzo mediante l’analisi dei prezzi elementari di cui all’art. 32, comma 2,
del DPR n. 207/2010. Anche i nuovi prezzi così determinati sarà applicato il ribasso
percentuale offerto dall’Appaltatore.
Articolo 6 – Definizione dei singoli appalti
Per l’individuazione dei singoli appalti da affidare all’Appaltatore in attuazione del
presente Accordo Quadro, si farà riferimento alle previsioni contenute nel programma
triennale dei lavori pubblici di A.I.Po, relativamente agli anni 2011 e 2012.
In fase di progettazione potranno essere accorpati in unico appalto più interventi
previsti nella programmazione triennale e localizzati nella Sub-Area idrografica
interessata dal presente Accordo Quadro.
I singoli appalti saranno affidati previa adozione della determinazione dirigenziale di
approvazione del relativo progetto e di contestuale (sub) impegno della spesa sul
competente capitolo del bilancio di previsione di A.I.Po.
Articolo 7 – Modalità di affidamento dei singoli appalti
L’affidamento dei singoli appalti all’Appaltatore avverrà direttamente, senza un
nuovo confronto competitivo, in quanto il presente Accordo, ai sensi dell’art. 59,
comma 4, del D. Lgs. n. 163/06, è concluso con un unico operatore economico.
In sede di affidamento dei singoli appalti, ove necessario, A.I.Po potrà chiedere per
iscritto all’Appaltatore di completare la sua offerta, ai sensi dell’art. 59, comma 4, del
D. Lgs n. 163/06.
Per ogni lavoro affidato verrà sottoscritto un apposito contratto d’appalto in forma di
scrittura privata, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione all’Appaltatore
dell’avvenuto affidamento.
L’Appaltatore, per ogni nuovo appalto affidato, sarà tenuto a produrre le garanzie
previste dalla normativa in materia di lavori pubblici. Per quanto riguarda la cauzione
definitiva, si farà riferimento a quella prodotta in sede di stipulazione del presente
accordo quadro, ai sensi del successivo art. 11.
5
Allegato “B”
In sede di aggiudicazione e di stipulazione dei singoli contratti d’appalto non
troveranno applicazione gli obblighi di comunicazione né il termine dilatorio previsti
dall’art. 79 e dall’art. 11, comma 10, del D. Lgs. n. 163/06.
Articolo 8 – Esecuzione dei singoli appalti
L’esecuzione dei singoli appalti dovrà avvenire nel pieno rispetto della normativa
vigente in materia di lavori pubblici.
L’Appaltatore, rimanendo esclusa ogni forma di responsabilità di A.I.Po, si impegna
ad applicare le norme contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro ai propri
dipendenti nonché a far fronte agli obblighi di legge in materia di previdenza,
assistenza sociale, assicurazione dei lavoratori e di igiene e sicurezza del lavoro.
Dei lavori eseguiti dovrà essere tenuta regolare contabilità secondo le norme vigenti.
La regolare esecuzione dei singoli appalti dovrà essere risultare dal certificato di
collaudo o di regolare esecuzione, la cui formale approvazione consentirà la
liquidazione della rata di saldo per quel singolo appalto.
Per i lavori di importo inferiore a 40.000,00 euro sarà possibile redigere la contabilità
in forma semplificata ai sensi dell’art. 210 del DPR n. 207/2010.
Articolo 9 – Attività di vigilanza in occasione degli eventi di piena
In aggiunta ai lavori che costituiscono l’oggetto del presente Accordo Quadro, A.I.Po
potrà chiedere all’Appaltatore la disponibilità allo svolgimento di un servizio di
vigilanza in occasione degli eventi di piena che si dovessero verificare nel territorio
della Sub-Area.
I compiti del personale a tal fine messo a disposizione dall’Appaltatore consisteranno
nella chiusura, vigilanza e apertura delle chiaviche ed in attività di ispezione e di
segnalazione di eventuali anomalie lungo le arginature. Resteranno esclusi gli
eventuali interventi di somma urgenza che gli eventi di piena dovessero causare.
Il compenso sarà determinato per ogni evento di piena a consuntivo, sulla base dei
prezzi della manodopera, dei materiali e dei noli, contenuti nello specifico elenco
prezzi per i servizi di piena, allegato al disciplinare di gara, al netto del ribasso offerto
e, nel caso occorressero altri mezzi e forniture, si applicherà il prezzo Regionale
vigente nell’area oggetto degli interventi. Per quanto riguarda il prezzo della
manodopera, il ribasso sarà applicato solo alla quota parte riferibile alle spese generali
ed all’utile d’impresa.
6
Allegato “B”
L’importo massimo dei servizi affidabile, al netto dell’iva, non potrà superare il 10%
del valore del presente Accordo Quadro e sarà impegnato con specifica
determinazione in relazione ad ogni evento di piena.
Articolo 10 – Lavori di manutenzione ordinaria esclusi dall’Accordo Quadro
Sono esclusi dall’ambito di applicazione del presente Accordo Quadro i lavori di
manutenzione ordinaria oggetto di convenzioni o accordi da stipularsi con gli Enti
locali e per la cui esecuzione fosse prevista una loro partecipazione finanziaria.
Sono, inoltre, esclusi gli eventuali lavori di manutenzione ordinaria da affidarsi ad
imprese agricole, singole od associate, nei casi previsti dalla normativa nazionale o
delle Regioni interessate.
Articolo 11 – Cauzione definitiva
A garanzia delle obbligazioni assunte dall’Appaltatore con la stipula del presente
Accordo Quadro, l’Appaltatore medesimo deve prestare una cauzione definitiva pari
ad Euro ______/00 (_____________), pari al 10% (dieci per cento) del valore
complessivo dell’Accordo Quadro, mediante la stipula di una fideiussione bancaria/
assicurativa, secondo le modalità e condizioni di seguito stabilite. L’importo della
cauzione sarà ridotto del 50% nel caso in cui l’Appaltatore sia in possesso della
certificazione del sistema di qualità conforme alle norme europee della serie Uni Cei
Iso 9000. Nel caso in cui il ribasso di gara offerto fosse superiore al 10%, la garanzia
fideiussoria sarà aumentata nella misura prevista dall’art. 113, comma 1, del D. Lgs.
n. 163/06.
Detta cauzione dovrà prevedere la rinuncia al beneficio della preventiva escussione
del debitore principale, la rinuncia all'eccezione di cui all'articolo 1957, comma 2, del
codice civile, nonché l'operatività della garanzia medesima entro quindici giorni, a
semplice richiesta scritta dell’Amministrazione.
La cauzione garantisce l’impegno dell’Appaltatore ad assumere ed ad eseguire
regolarmente i singoli appalti oggetto del presente Accordo Quadro e potrà essere
escussa, totalmente o parzialmente, da A.I.Po nei casi di risoluzione o di applicazione
di penali, come previsto dai successivi artt. 11 e 12.
La garanzia avrà validità per tutta la durata dell’Accordo Quadro e, comunque, sino
alla completa ed esatta esecuzione delle obbligazioni nascenti dall’Accordo Quadro e
7
Allegato “B”
sarà svincolata, secondo le modalità ed alle condizioni di seguito indicate, a seguito
della piena ed esatta esecuzione delle predette obbligazioni e decorsi detti termini.
La garanzia sarà progressivamente svincolata in ragione e a misura dell’avanzamento
dell’esecuzione dell’Accordo Quadro, secondo le modalità previste dall’art. 113,
comma 3, del D. Lgs. n. 163/06.
Qualora
l’ammontare
della
garanzia
prestata
dovesse
ridursi
per
effetto
dell’applicazione di penali o per qualsiasi altra causa, l’Appaltatore dovrà provvedere
al reintegro entro il termine di 10 (dieci) giorni lavorativi dal ricevimento della
relativa richiesta effettuata da A.I.Po.
In sede di affidamento dei singoli appalti, l’Appaltatore sarà tenuto, altresì, a prestare
le coperture assicurative previste dall’art. 125 del DPR n. 207/2010.
Articolo 12 – Penali
La mancata stipulazione del contratto relativo ai singoli appalti aggiudicati entro il
termine di 30 (trenta) giorni, decorrenti dall’invito comunicato formalmente da
A.I.Po, per causa imputabile all’Appaltatore, comporterà l’applicazione di una penale
giornaliera di importo pari allo 0,5 per mille del valore massimo stimato dell’Accordo
Quadro, fermo restando il diritto di A.I.Po di avvalersi della risoluzione ai sensi del
seguente art. 13.
A.I.Po avrà diritto di rivalersi direttamente sulla cauzione costituita a garanzia
dell’Accordo Quadro per l’applicazione della suddetta penale.
L’importo complessivo della penale non potrà superare il 10% (dieci per cento) del
valore massimo stimato dell’Accordo Quadro.
Articolo 13 – Risoluzione dell’Accordo Quadro
A.I.Po, senza bisogno di assegnare previamente alcun termine per l’adempimento,
potrà risolvere di diritto l’Accordo Quadro, ai sensi dell’art. 1456 cod. civ., previa
dichiarazione da comunicarsi all’Appaltatore con raccomandata a.r., nei seguenti casi:
a) qualora venga accertata in capo all’Appaltatore la non sussistenza ovvero il
venir meno dei requisiti minimi richiesti per la partecipazione alla procedura
aperta per l’aggiudicazione del presente Accordo Quadro, nonché per la
stipula del medesimo Accordo Quadro;
b) nel caso in cui le transazioni finanziarie relative ai singoli appalti specifici
fossero effettuate dall’Appaltatore senza avvalersi del bonifico bancario o
8
Allegato “B”
postale o di altri strumenti idonei a consentire la piena tracciabilità delle
operazioni;
c) per inadempimento dell’Appaltatore di un contratto relativo ad un appalto
specifico affidato in attuazione del presente Accordo Quadro;
d) rifiuto o ritardo ingiustificati da parte dell’Appaltatore nella stipulazione del
contratto relativo ad uno specifico appalto;
e) mancata reintegrazione della cauzione eventualmente escussa entro il termine
di 10 (dieci) giorni lavorativi dal ricevimento della relativa richiesta inviata da
A.I.Po;
f) violazione dei divieti di cessione ai sensi del seguente art. 13 del presente
Accordo Quadro.
La risoluzione dell’Accordo Quadro nel caso di cui alla predetta lett. sub a), legittima
la risoluzione anche dei singoli contratti d’appalto in corso di esecuzione. In tal caso
saranno pagati all’Appaltatore i lavori eseguiti ed i materiali utili presenti in cantiere,
escluso qualsiasi altro indennizzo. Negli altri casi di risoluzione dell’Accordo Quadro,
gli affidamenti in corso di esecuzione potranno essere portati a conclusione qualora
non vi ostino cause specifiche relative ai singoli contratti d’appalto.
In tutti i casi di risoluzione dell’Accordo Quadro per causa imputabile all’appaltatore,
A.I.Po avrà il diritto di incamerare la cauzione prestata, fatto salvo il risarcimento di
ogni ulteriore danno.
La risoluzione dell’Accordo Quadro è causa ostativa all’aggiudicazione di nuovi
appalti specifici.
Nel caso di risoluzione dell’Accordo Quadro per causa riferibile all’Appaltatore,
A.I.Po si riserva la facoltà di stipulare un altro Accordo Quadro, per il valore stimato
residuo, ad un altro operatore economico che abbia partecipato alla gara indetta per
l’affidamento dell’Accordo, scorrendo progressivamente la graduatoria della gara, ai
sensi dell’art. 140 del D. Lgs. n. 163/06.
Articolo 14 – Divieti di cessione. Subappalto
È fatto espresso divieto all’Appaltatore di cedere, sotto qualunque forma, il presente
Accordo Quadro o parti di esso.
L’Accordo Quadro non è fonte di alcun credito pecuniario a favore dell’Appaltatore e,
pertanto, è vietata qualsiasi cessione di presunti crediti basati sul medesimo Accordo.
9
Allegato “B”
La cessione dei crediti derivanti dai singoli contratti d’appalto stipulati in attuazione
dell’Accordo Quadro è invece consentita e resta disciplinata dall’art. 117 del D.Lgs.
n. 163/06.
Sono ammessi i subappalti relativi ai singoli appalti specifici con le modalità e nei
limiti previsti dall’art. 118 del D. Lgs. n. 163/06.
Articolo 15 – Tracciabilità dei flussi finanziari
Nei contratti d’appalto stipulati in esecuzione del presente Accordo Quadro e negli
eventuali subappalti o subcontratti dovrà essere inserita, a pena di nullità assoluta,
un’apposita clausola con la quale l’Appaltatore, il subappaltatore o il subcontraente si
assumono gli obblighi di tracciabilità finanziaria di cui all’art. 3 della legge 13 agosto
2010, n. 136 e successive modifiche.
AIPo procederà con la risoluzione del presente Accordo Quadro, ai sensi dell’art.
1456 del codice civile, in tutti i casi in cui le transazioni finanziarie derivanti
dall’attuazione dell’Accordo fossero eseguite senza utilizzare lo strumento del
bonifico bancario o postale o di altri strumenti idonei a consentire la piena
tracciabilità delle operazioni.
L’Appaltatore, il subappaltatore e il subcontraente che ha notizia dell’inadempimento
della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria di cui sopra, deve
procedere all’immediata risoluzione del rapporto contrattuale, informandone
contestualmente la stazione appaltante e la Prefettura – Ufficio territoriale del
Governo territorialmente competente.
Articolo 16 – Foro competente
Per ogni controversia attinente l’esecuzione, l’interpretazione, la validità e la
risoluzione del presente Accordo Quadro sarà competente in via esclusiva il foro di
Parma.
10
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
CAPO I
NORME AMMINISTRATIVE DELL’ATTO CONTRATTUALE
14
ART. 1
OGGETTO DELL’APPALTO
15
ART. 2
AMMONTARE DELL’APPALTO
15
ART. 3
CONOSCENZA DELLE CONDIZIONI DI APPALTO E
DELLE CONDIZIONI LOCALI
16
ART. 4
DESCRIZIONE SOMMARIA DELLE OPERE
17
ART. 5
MODALITÀ DI AGGIUDICAZIONE DELL’APPALTO
17
ART. 6
OSSERVANZA DEL REGOLAMENTO LL.PP. E DI
ALTRE NORME
ART. 7
18
DOCUMENTI FACENTI PARTE DELL’ATTO
CONTRATTUALE
18
ART. 8
SUB-APPALTO
19
ART. 9
VARIANTI DELLE OPERE PROGETTATE
20
ART. 10 REVISIONE PREZZI
20
ART. 11 PAGAMENTO DEI LAVORI
20
ART. 12 TRACCIABILITÀ DEI FLUSSI FINANZIARI
21
ART. 13 CAUZIONE PROVVISORIA
21
ART. 14 CAUZIONE DEFINITIVA E GARANZIE
22
ART. 15 NORME GENERALI PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI
22
ART. 16 PROGRAMMA ESECUTIVO DEI LAVORI
23
ART. 17 ONERI GENERALI A CARICO DELL’IMPRESA
23
ART. 18 DANNI DIPENDENTI DA FORZA MAGGIORE
27
Art. 24
RINVENIMENTO DI OGGETTI
30
Art. 25
LAVORO NOTTURNO E FESTIVO
31
ART. 26 ANTICIPAZIONI FATTE DALL’IMPRESA
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
31
1
ART. 27 DOMICILIO LEGALE DELL’IMPRESA CONTROVERSIE
31
ART. 28 OSSERVANZA DELLE CONDIZIONI NORMATIVE E
RETRIBUTIVE RISULTANTI DAI CONTRATTI
COLLETTIVI DI LAVORO
31
ART. 29 DIREZIONE LAVORI (ART. 147 REG LL.PP)
32
ART. 30 FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL
DIRETTORE DEI LAVORI ( art 148 reg LL.PP)
32
ART. 31 FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL
DIRETTORE OPERATIVO (ART.149 REG LL.PP)
33
ART. 32 FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DELL'
ISPETTORE DI CANTIERE (ART 150 REG LL.PP.)
34
ART. 33 FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL
COORDINATORE IN MATERIA DI SICUREZZA PER
LA PROGETTAZIONE (ART. 100 D.LGS. 81/08)
34
ART. 34 FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL
COORDINATORE IN MATERIA DI SICUREZZA PER
L'ESECUZIONE DEI LAVORI (ART. 92 DEL D.LGS.
81/08)
34
ART. 35 RISERVATEZZA DEL CONTRATTO
35
Art. 36 CONSEGNA, INIZIO ED ESECUZIONE DEI LAVORI (Artt.
153-154-155 del Regolamento)
35
ART. 37 IMPIANTO DEL CANTIERE E PROGRAMMA DEI
LAVORI
36
ART. 38 TEMPO UTILE PER ULTIMARE I LAVORI
37
ART. 39 PENALI PER RITARDI
37
ART. 40 ORDINI DELLA DIREZIONE LAVORI E DEL
COORDINATORE PER LA SICUREZZA PER
L’ESECUZIONE DELLE OPERE
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
38
2
ART. 41 SOSPENSIONI, RIPRESE E PROROGHE DEI LAVORI
(art .158 del Regolamento)
38
ART. 42 VARIANTI IN CORSO D'OPERA
39
ART. 43 ACCERTAMENTO E MISURAZIONE DEI LAVORI
(art 180 del Regolamento)
Art. 44
40
CONTO FINALE, COLLAUDO PROVVISORIO E
DEFINITIVO DEI LAVORI (artt. 200-202-215 del
Regolamento)
41
ART. 46 ORARIO DI LAVORO E LAVORO STRAORDINARIO
44
ART. 47 DIFETTI DI COSTRUZIONE
45
ART. 48 INADEMPIENZE GRAVI DELL’APPALTATORE
45
ART. 49 MATERIALI ED APPARECCHIATURE A PIÈ D’OPERA
ED ESECUZIONE DEI LAVORI: CONDIZIONI
GENERALI DI ACCETTAZIONE E PROVE DI
CONTROLLO
46
ART. 50 SPESE PER LA RIDUZIONE DEI RISCHI INSITI NEGLI
AMBIENTI DI LAVORO
47
CAPO II
NORME PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEI
LAVORI
49
1 - Manutenzione alvei
50
1.1
Decespugliamento di scarpate fluviali
50
1.2
Disboscamento di scarpate fluviali
50
1.3
Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali
50
2 - Movimenti terra
2.1
51
Scavo di sbancamento o ricalibratura d'alveo con sistemazione
entro l’ambito del cantiere
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
52
3
2.2
Scavo di sbancamento o ricalibratura d'alveo con sistemazione
fuori dall’ambito del cantiere
2.3
52
Scavo di fondazione a sezione obbligata
52
3 - Demolizioni
52
3.1
Demolizione di strutture in pietrame a secco o in gabbioni
52
3.2
Demolizione di strutture in mattoni
53
3.3
Demolizione di strutture in calcestruzzo
53
3.4
Demolizione di strutture in cemento armato
53
3.5
Taglio e demolizione di pavimentazione stradale
53
4 - Formazione di drenaggi
53
4.1
Formazione di drenaggi con materiale arido
53
4.2
Filtri drenanti
53
4.3
Tubazioni forate in calcestruzzo
54
4.4
Tubazioni in PVC
54
5 - Formazione di rilevati
54
5.1
Preparazione del piano di posa e del rilevato arginale
54
5.2
Formazione o ringrosso di rilevati arginali con materiale
proveniente da cave private
5.3
54
Formazione o ringrosso di rilevati con materiale proveniente da
aree demaniali
55
6 - Opere di protezione spondale
55
6.1
Formazione di protezione spondale in massi naturali
55
6.2
Sistemazione faccia a vista delle mantellate
56
6.3
Formazione di protezione spondale in massi artificiali
57
6.4
Formazione di protezione spondale in gabbioni
57
6.5
Formazione di protezione spondale in materassi metallici
57
6.6
Formazione di protezione spondale mediante copertura diffusa
con astoni di salice
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
58
4
6.7
Fornitura e posa in opera di lastre in c.a. a protezione del petto
arginale
58
6.8
Teli ripartitori di carichi
58
6.9
Tappeti filtranti zavorrati
58
6.10
Burghe
59
6.11
Burgoni
59
6.12
Materassi bituminosi filtranti tipo Fixtone
59
6.13
Sacconi riempiti di sabbia
59
7 - Geosintetici e geocompositi
59
7.1
Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto fuori acqua
59
7.2
Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto sotto il pelo
dell'acqua 59
7.3
7.4
Fornitura e posa in opera di georete tridimensionale
antierosione, rinforzata con griglia in poliestere
60
Fornitura e posa in opera di geomembrana impermeabile
60
8 - Opere in conglomerato cementizio
60
8.1
Calcestruzzo per opere di sottofondazione non armata
61
8.2
Calcestruzzo per opere in cemento armato in genere
61
8.3
Casserature per strutture in calcestruzzo semplice o armato
61
8.4
Casserature per getti di calcestruzzo faccia a vista
61
8.5
Ferro per c.a. in barre ad aderenza migliorata B450C DM 14
gennaio 2008 (11.3.2.1)
61
8.6
Intonaco con malta di cemento per esterni
62
8.7
Formazione di paramento di muri in calcestruzzo con pietrame
spaccato 62
10 - Opere di sistemazione dei versanti
62
10.1
Palificata di sostegno in legname
62
10.2
Gradonata viva con talee e piantine
63
10.3
Grata viva in legname con talee e piantine
63
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
5
11 - Pavimentazioni stradali
11.1
63
Costruzione di cassonetto stradale con regolarizzazione e
rullatura del fondo
63
11.2
Fondazioni stradali in misto granulare
63
11.3
Conglomerato bituminoso per strati di base
64
11.4
Conglomerato bituminoso per strati di usura
64
12 - Opere in verde
64
12.1
Fornitura a piè d'opera di terreno agrario
64
12.2
Fornitura e posa di talee
64
12.3
Fornitura e posa di specie arbustive
64
12.4
Inerbimento di superfici: semplice o potenziato
65
CAPO III
NORME TECNICHE
66
A)
Norme generali per l’esecuzione dei lavori
67
B)
Manutenzione alvei
68
B.1
Generalità
68
B.2
Decespugliamento di scarpate fluviali
68
•
Modalità esecutive
68
B.3
Disboscamento di scarpate fluviali
68
•
Modalità esecutive
68
B.4
Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali
69
•
Modalità esecutive
69
C)
Movimenti terra
69
C.1
Scavi
69
•
Generalità
69
•
Modalità esecutive
70
Demolizioni
71
D)
•
Generalità
71
•
Modalità esecutive
71
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
6
E)
Formazione di drenaggi
72
E.1
Generalità
72
E.2
Drenaggi in generale
72
•
Caratteristiche dei materiali
72
•
Modalità esecutive
72
•
Prove di accettazione e controllo
72
E.3
Filtri drenanti al piede dei rilevati
73
•
Caratteristiche dei materiali
73
•
Modalità esecutive
73
•
Prove di accettazione e controllo
73
E.4
Tubazioni di raccolta e allontanamento acque drenate
73
•
Generalità
74
•
Caratteristiche dei materiali
74
•
Modalità esecutive
74
•
Prove di accettazione e controllo
74
F)
Formazione di rilevati
74
•
Generalità
74
•
Caratteristiche dei materiali
74
•
Modalità esecutive
75
•
Prove di accettazione e controllo
75
Opere di protezione spondale
76
G)
G.1
Opere di protezione spondale in massi naturali o artificiali
76
•
Generalità
76
•
Caratteristiche dei materiali
76
•
Modalità esecutive
77
•
Prove di accettazione e controllo
78
G.2
Opere di protezione spondale in gabbioni e materassi metallici
78
•
Generalità
78
•
Caratteristiche dei materiali
79
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
7
•
Modalità esecutive
79
•
Prove di accettazione e controllo
80
G.3
Opere di protezione spondale realizzate mediante copertura
diffusa con astoni di salice
81
•
Generalità
81
•
Caratteristiche dei materiali
81
•
Modalità esecutive
82
•
Prove di accettazione e di controllo
82
G.4
Burghe contenenti pietrame o ciottolo
82
•
Generalità – caratteristiche dei materiali
83
•
Modalità esecutive
83
•
Prove di accettazione e controllo
83
G.5
Burgoni in ciottolo o pietrame
83
•
Generalità – caratteristiche dei materiali
83
•
Modalità esecutive
84
•
Prove di accettazione e controllo
84
G.6
Materassi bituminosi filtranti tipo “fixtone”
84
•
Generalità – caratteristiche dei materiali
84
G.7
Sacconi riempiti in sabbia
85
•
Generalità – caratteristiche dei materiali
85
•
Modalità esecutive
85
•
Prove di accettazione e controllo
85
G.8
Tappeti filtranti zavorrati
86
•
Generalità – caratteristiche dei materiali
86
•
Prove di accettazione e controllo
86
G.9
Teli ripartitori di carichi
87
•
Generalità – caratteristiche dei materiali
87
H)
H.1
Geosintetici e geocompositi
87
Geotessili in tessuto non tessuto
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
87
8
•
Generalità
87
•
Caratteristiche dei materiali
87
•
Modalità esecutive
88
•
Prove di accettazione e controllo
88
H.2
Georeti tridimensionali antierosione
88
•
Generalità
88
•
Caratteristiche dei materiali
89
•
Modalità esecutive
89
•
Prove di accettazione e controllo
89
H.3
Geomembrane impermeabili
90
•
Generalità
90
•
Caratteristiche dei materiali
90
•
Modalità esecutive
90
•
Prove di accettazione e controllo
90
I)
Opere in conglomerato cementizio
91
I.5
Intonaci
104
•
Generalità
104
•
Caratteristiche dei materiali
104
•
Modalità esecutive
105
•
Prove di accettazione e controllo
105
I.6
Murature con paramento in pietrame spaccato
105
•
Caratteristiche dei materiali
105
•
Modalità esecutive
105
L)
L.1
Fondazioni speciali
106
Diaframmi
106
L.1.1 Diaframmi in c.a.
106
L.1.1.1
Generalità
106
L.1.1.2
Tolleranze geometriche
106
L.1.1.3
Preparazione del piano di lavoro e perforazione
107
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
9
L.1.1.4
Armatura
109
L.1.1.5
Getto del calcestruzzo
110
L.1.1.6
Documentazione dei lavori
111
L.1.1.7
Controlli
112
L.1.2 Diaframmi plastici
114
L.1.2.1
Diaframmi in conglomerato plastico
114
L.1.2.2
Diaframmi con fanghi autoindurenti
115
L.1.2.3
Diaframmi sottili in terra stabilizzata
116
L.1.3 Diaframmi sottili eseguiti con tubi-forma infissi a vibrazione e
con iniezioni di miscele cementizie o plastiche autoindurenti in
estrazione dell'utensile
116
L.1.4 Diaframmi in conglomerato cementizio o plastico con infissione
della cassaforma a vibrazione e scavo all'interno
L.1.5 Diaframmi
in conglomerato
cementizio
o
117
plastico
tecnologia vibro-jetting
L.1.6 Diaframmi impermeabili in pannelli di HDPE
con
117
118
L.1.6.1••
Generalità
L.1.6.2••
Caratteristiche dei materiali
118
L.1.6.3••
Modalità esecutive
118
L.1.6.4••
Prove di accettazione e controllo
119
L.2
118
Trattamenti colonnari di terra stabilizzata jet-grouting
120
L.2.1 Generalità
120
L.2.2 Tolleranze
121
L.2.3 Sistema di gettiniezione normale o monofluido
121
L.2.4 Sistema di gettiniezione bifluido
122
L.2.5 Sistema di gettiniezione trifluido
122
L.2.6 Armatura dei trattamenti colonnari
123
L.2.7 Documentazione lavori
123
L.2.8 Controlli 124
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
10
L.2.9 Diaframmi
sottili
eseguiti
con
il
metodo
jet-grouting
monodirezionale
125
Pali
125
L.3.1 Pali in legno
129
L.3.2 Pali prefabbricati
129
L.3.3 Pali trivellati
130
L.3.3.1 TOLLERANZE GEOMETRICHE
130
L.3.4 Pali battuti e gettati in opera
130
L.3.4.1 GENERALITÀ
130
L.3.5 Micropali iniettati
131
L.4
136
L.3
Palancole
L.4.1 Palancole metalliche
136
L.4.2 Palancole in conglomerato cementizio armato
136
M)
137
Opere di sistemazione dei versanti
M.1
Palificate di sostegno in legname
137
•
Generalità
137
•
Caratteristiche dei materiali
137
•
Modalità esecutive
138
•
Prove di accettazione e controllo
138
M.2
Gradonate vive con talee e piantine
139
•
Generalità
139
•
Caratteristiche dei materiali
139
•
Modalità esecutive
139
•
Prove di accettazione e controllo
140
M.3
Grate vive in legname con talee e piantine
140
•
Generalità
140
•
Caratteristiche dei materiali
140
•
Modalità esecutive
141
•
Prove di accettazione e controllo
141
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
11
N)
Pavimentazioni stradali
141
N.1
Generalità
141
N.2
Fondazioni in misto granulare
142
•
Generalità
142
•
Caratteristiche dei materiali
142
•
Modalità esecutive
143
•
Prove di accettazione e controllo
144
N.3
Strati di base
144
•
Generalità
144
•
Caratteristiche dei materiali
144
•
Modalità esecutive
145
•
Prove di accettazione e controllo
147
N.4
Strati di collegamento e di usura
148
•
Generalità
148
•
Caratteristiche dei materiali
148
•
Modalità esecutive
151
•
Prove di accettazione e controllo
151
O)
Opere in verde
151
O.1
Generalità
151
•
Generalità
151
•
Garanzia d’attecchimento
152
O.2
Preparazione del terreno
152
•
Caratteristiche dei materiali
152
•
Modalità esecutive
152
O.3
Messa a dimora di talee e piantine
154
•
Caratteristiche dei materiali
154
•
Modalità esecutive
154
•
Prove di accettazione e controllo
155
O.4
Semine
156
Agenzia Interregionale per il fiume Po - AIPO
12
•
Caratteristiche dei materiali
156
•
Modalità esecutive
156
•
Prove di accettazione e controllo
159
P)
Rilievi topografici
159
P.1
Livellazione
159
•
Capisaldi di livellazione
159
•
Livellazione geometrica
160
P.2
Poligonali d'appoggio
160
P.3
Rilievi celerimetrici
161
P.4
Sezioni trasversali
162
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NORME AMMINISTRATIVE DELL’ATTO CONTRATTUALE
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ART. 1
OGGETTO DELL’APPALTO
L’appalto
riguarda
......................……………………………………………………………………………………
.....................................................………………………………………………………………
…………………....
Corso d’acqua ...................………... , Tronco di Custodia n° …….., Stanti …………..,
località ............................... , Comune ........................…… .
L’esecuzione dei lavori e le particolarità tecniche del progetto del quale l’Appaltatore
riconosce di avere piena ed esatta conoscenza, avverrà secondo le condizioni stabilite nel
presente Capitolato Speciale d’Appalto e nella legislazione vigente.
ART. 2
AMMONTARE DELL’APPALTO
L’importo complessivo dei lavori a base di Appalto ammonta ad € ……………. (diconsi euro
…………) così suddiviso:
a) Importo esecuzione lavori:
Euro
A misura
A corpo
Totale
(soggetto a ribasso d’asta)
b) Importo per l’attuazione dei piani di sicurezza:
Euro
A misura
A corpo
Totale
(non soggetto a ribasso d’asta)
Ai fini del rispetto delle vigenti disposizioni in materia di qualificazione dei soggetti
esecutori dei lavori pubblici (D.P.R. 207/2010) la categoria prevalente è la seguente:
● OG8
Classifica
fino a €
e le categorie subappaltabili o scorporabili sono le seguenti:
● OG8
Classifica
fino a €
● OG8
Classifica
fino a €
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Le quantità delle varie specie di lavori indicate nel progetto potranno variare in più o in meno
per effetto di variazioni o di modifiche nella struttura delle opere e ciò tanto in via assoluta
quanto nelle reciproche proporzioni, ovvero anche a causa di soppressioni di alcune categorie
previste e di esecuzione di altre non previste, senza che l’Impresa possa trarne argomento per
chiedere compensi non contemplati nel Capitolato.
ART. 3
CONOSCENZA DELLE CONDIZIONI DI APPALTO E DELLE
CONDIZIONI LOCALI
L’assunzione dell’appalto oggetto del Capitolato implica da parte dell’Impresa la conoscenza
perfetta non solo di tutte le norme generali e particolari che lo regolano, ma anche di tutte le
condizioni locali che si riferiscono alle opere, quali la natura del suolo e del sottosuolo, la
viabilità e gli accessi, la possibilità di utilizzare materiali locali in rapporto ai requisiti
richiesti, la distanza da cave di adatto materiale, la presenza o meno di acqua (sia che essa
occorra per l’esecuzione dei lavori, sia che debba essere allontanata), l’esistenza di adatti
scarichi a rifiuto ed in generale di tutte le circostanze generali e speciali che possono aver
influito sul giudizio dell’Impresa circa la convenienza di assumere l’opera alle condizioni di
offerta.
Al momento della presentazione dell’offerta l’Impresa, nell’accettare i lavori designati in
Capitolato, deve dichiarare di avere esaminato tutti gli elaborati progettuali, compreso il
calcolo sommario della spesa o il computo metrico estimativo, ove redatto, di essersi recato
sul luogo di esecuzione dei lavori, di avere preso conoscenza delle condizioni locali, della
viabilità di accesso, di aver verificato le capacità e le disponibilità, compatibili con i tempi di
esecuzione previsti, delle cave eventualmente necessarie e delle discariche autorizzate, nonché
di tutte le circostanze generali e particolari suscettibili di influire sulla determinazione dei
prezzi, sulle condizioni contrattuali e sull’esecuzione dei lavori e di aver giudicato i lavori
stessi realizzabili, gli elaborati progettuali adeguati ed i prezzi nel loro complesso
remunerativi e tali da consentire il ribasso offerto. La stessa dichiarazione contiene altresì
l’attestazione di avere effettuato una verifica della disponibilità della mano d’opera necessaria
per l’esecuzione dei lavori nonché della disponibilità di attrezzature adeguate all’entità e alla
tipologia e categoria dei lavori in appalto.
L’Impresa non potrà eccepire durante l’esecuzione dei lavori la mancata conoscenza di
condizioni o la sopravvenienza di elementi non valutati o non considerati, tranne che tali
nuovi elementi si configurino come cause di forza maggiore contemplate dal D.Lgs. 163/2006
e s.m.i. e dal Codice Civile e, comunque, impreviste o imprevedibili (e non escluse da altre
norme del Regolamento 207/2010).
Non si potrà procedere alla stipulazione del contratto o alla consegna dei lavori in via
d’urgenza, se il responsabile del procedimento e l’esecutore non abbiano concordemente dato
atto, con verbale da entrambi sottoscritto, del permanere delle condizioni che consentono
l’immediata esecuzione dei lavori, con riferimento a quelle indicate all’art. 106, comma 1,
lett. a), b), c) del DPR n. 207/2010.
L’offerta dovrà essere valutata al netto dell’incidenza della mano d’opera.
Per l’incidenza della mano d’opera si fa riferimento alle tabelle contenute del Decreto
Ministeriale dell’11.12.1978.
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ART. 4
DESCRIZIONE SOMMARIA DELLE OPERE
Le opere che formano l’oggetto del presente appalto sono sinteticamente riportate in appresso,
ferme restando le speciali disposizioni e le particolari indicazioni che nella realizzazione
potranno essere impartite dall’ Ufficio di Direzione Lavori.
L’ammontare dell’appalto è disaggregato come segue con riguardo alla tipologia ed
omogeneità delle opere (scavi – demolizioni – rimozioni; indagini – sondaggi - prove in sito;
rilievi cartografici; tagli – rimozioni – sistemazioni vegetali; conglomerati cementi – ferro per
c.a. – manufatti in cemento; ecc.):
1)
€
2)
3)
4)
€
5)
€
Sommano €
In arrotondamento
€
Il lavoro, oltre a quanto sopra richiamato, comprende tutti gli oneri contenuti nel Capitolato
Speciale d’Appalto e secondo la legislazione vigente, in tutte le sue parti, anche se non
esplicitamente richiamati, ed in modo particolare quelli contenuti nel successivo art. 17) Oneri
generali a carico dell’Impresa.
Si intendono inoltre compresi nel prezzo dei lavori e perciò a carico dell’ Appaltatore gli oneri
contenuti nel Regolamento DPR 207/2010 ed altre fonti normative e regolamentari anche se
non esplicitamente richiamati nel Capitolato Speciale d’Appalto.
ART. 5
MODALITÀ DI AGGIUDICAZIONE DELL’APPALTO
Il criterio di aggiudicazione, conforme al vigente Codice dei contratti pubblici di lavori,
servizi e forniture - art. 82 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i. - ed al relativo Regolamento di cui al
DPR 207/2010 - e comunque specificato sul bando di gara, prevede l’aggiudicazione al
prezzo più basso così determinato:
a) per contratti da stipulare a misura il sistema di aggiudicazione avverrà mediante ribasso
sull’elenco prezzi posto a base di gara ovvero mediante offerta a prezzi unitari;
oppure
b) per contratti da stipulare con lavori a corpo il sistema di aggiudicazione sarà mediante un
ribasso d’asta sull’importo dei lavori posto a base di gara ovvero mediante offerta a prezzi
unitari;
oppure
c) per contratti da stipulare con lavori misti (a corpo e misura) il sistema di aggiudicazione
sarà mediante offerta prezzi unitari.
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ART. 6
OSSERVANZA DEL REGOLAMENTO LL.PP. E DI ALTRE NORME
In tutto ciò che non sia espresso nel Capitolato, l’Appalto è soggetto all’esatta osservanza
delle seguenti statuizioni qualora applicabili e considerate vigenti:
− Legge 20 marzo 1865, n. 2248: Legge sulle Opere Pubbliche, per quanto ancora in vigore.
− D. Lgs 12/04/2006 n. 163 e s.m.i.: Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e
forniture;
DM LLPP 19 aprile 2000 n 145 “Capitolato generale d’Appalto” per le parti in vigore
− D.P.R. 5 ottobre 2010 n.207: “Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto
legislativo 12 aprile 2006 n.163 recante “codice dei contratti pubblici relativi a lavori,
servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”;
− tutta la legislazione vigente in materia di lotta alla delinquenza mafiosa;
− norme emanate dal C.N.R., norme U.N.I., norme C.E.I. e testi citati nel Capitolato.
Dal punto di vista delle normative tecniche l’Impresa è in particolare obbligata anche alla
osservanza:
a) di tutte le norme per la sicurezza e l’igiene del lavoro sotterraneo emanate ed emendate di
cui al decreto legislativo n81 del 2008;
b) delle disposizioni di leggi e regolamenti intorno alle opere idrauliche;
c) delle vigenti leggi statali e regionali in materia di cave;
d) di tutte le norme di qualsiasi genere applicabili all’ appalto in oggetto, siano esse
governative, regionali, provinciali, comunali, ovvero emesse dalle Amministrazioni delle
Ferrovie dello Stato, delle Strade Statali, delle Poste e Telegrafi che hanno giurisdizione
sui luoghi in cui devono eseguirsi le opere, restando contrattualmente convenuto che anche
se tali norme o disposizioni dovessero arrecare oneri e limitazioni nello sviluppo dei lavori,
senza accampare alcun diritto o ragione contro l’Amministrazione Appaltante, essendosi di
ciò tenuto conto nello stabilire i patti ed il prezzo a corpo del Capitolato;
e) delle seguenti Leggi: R.D. n. 2232 del 16/11/1939 “Norme per l’accettazione delle pietre
naturali da costruzione”; Il DM infrastrutture del 14 gennaio 2008 “ “Nuove norme
Tecniche per le costruzioni”;
f) Le norme sulla gestione delle terre e rocce da scavo di cui al decreto legislativo
152/2006 alle relative norme Regionali.
j) delle “Norme” della Associazione Elettrotecnica Italiana (A.E.I.) e del Comitato
Elettronico Italiano (C.E.I.) per quanto riguarda linee ed apparecchiature elettriche, nonché
impianti telefonici e telecomunicazioni senza filo.
Per quanto riguarda l’impiego di materiali da costruzione per i quali non si abbiano norme
ufficiali, l’Impresa - su richiesta dell’Ufficio di Direzione Lavori - è tenuta all’osservanza
delle più recenti norme che, pur non avendo carattere ufficiale, fossero raccomandate dai
competenti organi tecnici. L’osservanza di tutte le norme sopra indicate in maniera sia
esplicita che generica si intende estesa a tutte quelle già emanate e non richiamate o che
potranno essere emanate durante l’esecuzione dei lavori e riguardino l’accettazione e
l’impiego di materiali da costruzione e quanto altro attiene ai lavori e riguardino
l’accettazione e l’impiego di materiali da costruzione e quanto altro attiene ai lavori.
ART. 7
DOCUMENTI FACENTI PARTE DELL’ATTO CONTRATTUALE
Formano parte integrante dell’Atto contrattuale ai sensi del D.P.R. 207/10:
a) Il Capitolato generale approvato con Decreto Ministeriale 19.04.2000 n. 145 limitatamente
alle norme non abrogate dal D.P.R. n. 207/2010;
b) il Capitolato Speciale d’appalto;
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c) gli elaborati progettuali e le relazioni;
d) l’elenco dei prezzi unitari;
e) i piani di sicurezza previsti dall’articolo 131 del D.Lgs 163/06 e s.m.i.;
f) il cronoprogramma;
g) le polizze di garanzia;
h) l’offerta dell’impresa.
ART. 8
SUB-APPALTO
Ai sensi dell'art. 118 del d.lgs. 163/06 è considerato subappalto qualsiasi contratto avente ad
oggetto attività ovunque espletate, secondo quanto previsto dall’art. 170 del D.P.R. 207/10,
che richiedano l'impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i noli a caldo,
se singolarmente di importo superiore al 2% dell'importo delle prestazioni affidate o di
importo superiore a 100.000 euro e qualora l'incidenza del costo della manodopera e del
personale sia superiore al 50% dell'importo del contratto da affidare. Non si configura come
subappalto l'affidamento di attività specifiche a lavoratori autonomi.
Tutte le prestazioni e lavorazioni indicate dal Committente nel progetto esecutivo, a qualsiasi
categoria appartengano, sono subappaltabili, ferme restando le vigenti disposizioni che ne
prevedono il divieto, fino alla misura massima del 30%, L'Appaltatore rimane comunque
responsabile, nei confronti del Committente, delle opere e prestazioni subappaltate.
L'affidamento in subappalto è sottoposto alle seguenti condizioni:
a)
i concorrenti all'atto dell'offerta o l'Appaltatore, nel caso di varianti in corso di
esecuzione, all'atto dell'affidamento, devono indicare i lavori o le parti di opere ovvero i
servizi e le forniture o parti di servizi e forniture che intendono subappaltare;
b)
l'Appaltatore deve provvedere al deposito del contratto di subappalto presso il
Committente almeno venti giorni prima della data di effettivo inizio dell'esecuzione delle
relative prestazioni, corredato di tutta la certificazione attestante il possesso da parte del
subappaltatore di tutti i requisiti prescritti;
c)
l'Appaltatore deve praticare, per le prestazioni affidate in subappalto, gli stessi prezzi
unitari posti a contratto, con ribasso non superiore al 20%;
d)
l'Appaltatore che si avvale del subappalto deve allegare alla copia autentica del
contratto la dichiarazione circa la sussistenza o meno di eventuali forme di controllo o di
collegamento con il titolare del subappalto.
il contratto di subappalto deve contenere una clausola con la quale il
subappaltatore/subcontraente si assume tutti gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di
cui all’art. 3 della legge n. 136/2010 e s.m.i..
Nei cartelli esposti all'esterno del cantiere devono essere indicati anche i nominativi di tutte le
imprese in subappalto.
e)
L'Appaltatore è responsabile dell'osservanza da parte dei subappaltatori delle norme in
materia di trattamento economico e normativo stabilite dai contratti collettivi nazionale e
territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni.
f)
L'Appaltatore e, per suo tramite, i Subappaltatori, devono trasmettere al Committente
o al Responsabile dei Lavori prima dell'inizio dei lavori:
• la documentazione di avvenuta denuncia agli enti previdenziali, assicurativi e
antinfortunistici;
• copia del Piano Operativo di Sicurezza;
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• copia dei versamenti contributivi, previdenziali, assicurativi, nonché di quelli dovuti
agli organismi paritetici previsti dalla contrattazione collettiva.
g)
L'Appaltatore è tenuto a curare il coordinamento di tutti i subappaltatori operanti nel
cantiere, al fine di rendere gli specifici Piani redatti dai singoli subappaltatori compatibili tra
loro e coerenti con il Piano di Sicurezza e Coordinamento. Il direttore tecnico di cantiere è
responsabile del rispetto del Piano da parte di tutte le imprese impegnate nell'esecuzione dei
lavori.
L'esecuzione delle prestazioni affidate in subappalto non può formare oggetto di ulteriore
subappalto salvo che per la fornitura con posa in opera di impianti e di strutture speciali: in tal
caso l'Appaltatore è tenuto a comunicare al Committente tutti i sub-contratti stipulati per
l'esecuzione dell'appalto, il nome del sub-contraente, l'importo del contratto, l'oggetto del
lavoro, servizio o fornitura affidati
ART. 9
VARIANTI DELLE OPERE PROGETTATE
Le varianti alle opere in progetto saranno ammesse solo per le motivazioni e nelle forme
previste dal D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. e disciplinate dal DPR 207/2010.
Le varianti migliorative in diminuzione delle opere in progetto proposte dall’Appaltatore
dovranno essere conformi ai contenuti di cui all’articolo 162) del DPR 207/2010
Si ribadisce la circostanza che, indipendentemente dalle ipotesi previste dall’articolo 132) del
D. Lgs. 163/2006 e s.m.i., la stazione appaltante può sempre ordinare l’esecuzione di lavori in
misura inferiore rispetto a quanto previsto nel Capitolato Speciale d’Appalto, nei limiti di un
quinto dell’importo di contratto, come determinato ai sensi dell’articolo 161 DPR 207/2010 e
senza che nulla spetti all’Appaltatore a titolo di indennizzo.
ART. 10
REVISIONE PREZZI
In base alla vigente normativa non è prevista l’applicazione della revisione ai prezzi
contrattuali, fatta salva l’applicazione del prezzo chiuso di cui all’art. 133, comma 3, del D.
Lgs. N. 163/2006 e s.m.i..
ART. 11
PAGAMENTO DEI LAVORI
I lavori a misura saranno valutati e contabilizzati con le modalità riportate nel Capo II del
presente Capitolato Speciale d’Appalto.
Per la contabilizzazione dei lavori a corpo, solo ai fini dei pagamenti in acconto, l’Ufficio di
Direzione Lavori procederà, sempre con le modalità di valutazione esposte nel Capo II del
Capitolato Speciale d’Appalto, alla misura delle opere realizzate ed alla quantificazione
dell’importo corrispondente, utilizzando, convenzionalmente, il “Prezzario ufficiale di
riferimento per le opere di competenza dell’Agenzia Interregionale per il Po nel territorio del
bacino idrografico” ed in vigore.
I pagamenti in acconto in corso d’opera, di cui all’art. 143 del DPR 207/2010, saranno
effettuati ogniqualvolta l’avanzamento lavori, convenzionalmente valutati nel modo sopra
indicato, raggiunga un importo pari al _____% 1 dell’importo a base di contratto, ottenuti
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applicando i prezzi offerti dall’Appaltatore ovvero quelli di elenco al netto del ribasso d’asta,
ed applicando le ritenute di garanzia nella misura dello 0,5% di cui all’art. 4 del DPR
207/2010
Dell’emissione di ogni certificato di pagamento il responsabile del procedimento provvede ad
informare per via telematica gli enti previdenziali ed assicurativi, compresa la cassa edile, ove
richiesto, tramite il rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC).
Prima dell’emissione di ogni certificato di pagamento il R.U.P. deve richiedere il rilascio del
Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC)
In caso di inadempienze contributive e retributive dell’appaltatore e subappaltatore, la
Stazione Appaltante si potrà avvalere della facoltà prevista dagli artt. 4 e 5 del D.P.R. 207/10.
Le ritenute di cui sopra possono essere svincolate soltanto in sede di liquidazione del conto
finale, dopo l’approvazione del collaudo provvisorio, ove gli enti suddetti non abbiano
comunicato all’Amministrazione committente eventuali inadempienze entro il termine di
trenta giorni dal ricevimento della richiesta del Responsabile del Procedimento.
In caso di sospensioni dei lavori con durata superiore a 90 giorni (novanta) potrà essere
corrisposto all’Appaltatore un acconto, al netto delle ritenute di cui sopra, qualunque ne sia
l’ammontare in base ai lavori eseguiti.
La rata di saldo verrà pagata all’emissione dello stato finale, previa costituzione di
fideiussione, alle condizioni di cui all’art. 124 DPR 207/2010 fatto salvo quanto precisato
dall’ Autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici con nota n. 51817/01/SEGR/28 del 4.10.2001
per i lavori in economia per i quali “ non ha ragion d’essere la presentazione della
fideiussione da parte delle ditte aggiudicatarie “ .
ART. 12
TRACCIABILITÀ DEI FLUSSI FINANZIARI
Nell’atto contrattuale sarà indicato il numero del conto corrente dedicato e dovrà essere
allegata la dichiarazione presentata dall’Impresa ai sensi dell’art. 3 della legge n. 136/2010
contenente l’assunzione da parte dell’appaltatore di tutti gli obblighi di tracciabilità dei flussi
finanziari.
L’Appaltatore è tenuto a comunicare alla stazione appaltante ai sensi della L. 136/10 eventuali
variazioni del conto dedicato.
In caso di cessione del corrispettivo di appalto successiva alla stipula del contratto, il relativo
atto, in forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, dovrà indicare con precisione le
generalità del concessionario ed il luogo del pagamento delle somme cedute ed essere
trasmesso all’A.I.Po
In difetto delle indicazioni sopra riportate nessuna responsabilità può attribuirsi alla stazione
appaltante per pagamenti a persone non autorizzate dall’Appaltatore a riscuotere.
ART. 13
CAUZIONE PROVVISORIA
La cauzione provvisoria, è disciplinata dall’articolo 75) del D. Lgs 163/2006 e s.m.i.,
a) per lavori di importo a base d’asta fino a € 500.000,00 la rata di acconto sarà pari al 25% del corrispettivo
netto d’appalto;
b) per lavori di importo a base d’asta compreso tra € 500.000,00 e € 1.000.000,00 la rata di acconto sarà pari al
20% del corrispettivo netto d’appalto;
c) per lavori di importo a base d’asta superiore a € 1.000.000,00 la rata di acconto sarà pari al 15% del
corrispettivo netto d’appalto.
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ART. 14
CAUZIONE DEFINITIVA E GARANZIE
Al momento della stipulazione del contratto l’Impresa deve depositare la cauzione definitiva
nella misura e nei modi previsti dal D. Lgs 163/2006 e s.m.i. e dall’art. 123 del D.P.R. 207/10.
La cauzione può essere prestata in numerario o in titoli di Stato o garantiti dallo Stato, al corso
del giorno del deposito, od a mezzo di fideiussione di istituto bancario o di Compagnia
Assicurativa a ciò abilitati.
Nessun interesse decorrerà, a favore dell’Impresa, sulle somme depositate; ove la cauzione sia
depositata in titoli fruttiferi non vincolati, l’Impresa avrà diritto a ritirare le cedole o i
tagliandi maturati.
La cauzione definitiva deve permanere fino alla data di emissione del certificato di collaudo
provvisorio o del certificato di regolare esecuzione, o comunque decorsi dodici mesi dalla
data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato.
La cauzione viene decurtata in forma percentuale per Imprese “certificate” ai sensi dell’art.
113 del D. Lgs 163/2006 e s.m.i.
L’esecutore dei lavori è obbligato, ai sensi dell’articolo 129 del D. Lgs 163/2006 e s.m.i., a
stipulare una polizza di assicurazione per la copertura di danni di esecuzione e responsabilità
civile verso terzi nelle forme e nei modi di cui all’articolo 125) del Regolamento pari ad
€__________________. L’esecutore dei lavori è obbligato, nei casi di cui all’articolo 129
comma 2 del D. Lgs 163/2006 e s.m.i., a stipulare una polizza di assicurazione indennità
decennale nelle forme e nei modi di cui all’articolo 126) del Regolamento.
ART. 15
NORME GENERALI PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI
a) Norme di esecuzione.
L’Impresa, nell’esecuzione dei lavori, è tenuta alla scrupolosa osservanza delle norme
contenute nel Capitolato Speciale d’Appalto.
Nell’esecuzione dei lavori l’Impresa è altresì obbligata ad osservare ed a far osservare dal
proprio personale tutte le norme antinfortunistiche e sulla sicurezza del lavoro vigenti
all’epoca dei lavori, applicando i documenti all’uopo redatti ai sensi dell’art. 131) del D.
Lgs. 163/06 e s.m.i., nonché le eventuali disposizioni impartite dal coordinatore per
l’esecuzione.
L’Impresa è diretta ed unica responsabile di ogni conseguenza negativa, sia civile che
penale, derivante dalla inosservanza o dalla imperfetta osservanza delle norme di cui ai
precedenti articoli.
b) Ordine da tenersi nell’avanzamento lavori.
L’Impresa ha la facoltà di sviluppare i lavori nel modo che crederà più opportuno per darli
perfettamente compiuti nel termine stabilito dal programma di avanzamento lavori e nel
termine contrattuale purché esso, a giudizio della Direzione Lavori, non riesca
pregiudizievole alla buona riuscita delle opere ed agli interessi dell’Amministrazione.
Tuttavia l’Amministrazione ha diritto di prescrivere l’esecuzione ed il compimento di
determinati lavori entro un ragionevole termine, anche in difformità delle indicazioni del
citato programma, specialmente in relazione ad esigenze di ordine od interesse pubblico,
senza che l’Impresa possa rifiutarvisi ed avanzare pretese di particolari compensi.
c) Lavori eseguiti ad iniziativa dell’Impresa.
Qualora l’Impresa, di propria iniziativa, anche dopo aver informato l’Ufficio di Direzione
Lavori e senza opposizione del medesimo, eseguisse maggiori lavori od impiegasse
materiali di dimensioni eccedenti, o di lavorazione più accurata, o di maggior pregio
rispetto a quelli previsti od autorizzati, e sempre che l’Amministrazione accetti le opere
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così come eseguite, l’Impresa non avrà diritto ad alcun aumento dei prezzi e comunque ad
alcun compenso, quali che siano i vantaggi che possano derivare all’Amministrazione
stessa, ed i materiali e le lavorazioni suddette si considereranno delle dimensioni e qualità
previste in progetto.
ART. 16
PROGRAMMA ESECUTIVO DEI LAVORI
Ai fini del compimento delle opere nei tempi contrattuali l’Appaltatore dovrà predisporre,
prima dell’inizio dei lavori, il programma esecutivo dei lavori, anche indipendente dal
cronoprogramma di cui all’art. 40) del D.P.R.207/10, nel quale sono riportate per ogni
lavorazione, le previsioni circa il periodo di esecuzione nonché l’ammontare presunto,
parziale e progressivo, dell’avanzamento dei lavori alle date contrattualmente stabilite per la
liquidazione dei certificati di pagamento.
Detto programma, che dovrà garantire l’ultimazione dei lavori nel tempo utile contrattuale ed
al quale l’Appaltatore dovrà attenersi durante l’esecuzione delle opere, sarà sottoposto
all’esame dell’Ufficio di Direzione Lavori il quale, nei successivi 15 giorni, comunicherà
all’Impresa le proprie determinazioni.
Scaduto inutilmente detto termine il programma si intenderà definitivamente approvato.
ART. 17
ONERI GENERALI A CARICO DELL’IMPRESA
Oltre agli oneri prescritti dal Capitolato, dalle vigenti disposizioni di legge, dal Regolamento
approvato con D.P.R. 207/2010, qualora non espressamente previsti tra gli oneri contrattuali e
quindi compensati o con la specifica voce di elenco prezzi od in altro modo indicato negli
elaborati, sono a carico dell’Impresa:
1 La formazione del cantiere e l’esecuzione di tutte le opere a tal uopo occorrenti, comprese
quelle di recinzione, di protezione e quelle necessarie per mantenere la continuità degli
accessi e delle comunicazioni, nonché degli scoli delle acque e di ogni altra canalizzazione
esistente.
2 L’installazione delle attrezzature ed impianti necessari ed atti, in rapporto all’entità delle
opere, ad assicurare la migliore esecuzione, il normale ed ininterrotto svolgimento dei
lavori.
3 I tracciamenti, i rilievi, le misurazioni, etc., necessari alle operazioni di consegna, alle
misurazioni, alle verifiche, alla contabilità dei lavori nonché alle operazioni conseguenti
alle procedure di esproprio, comprese le spese per il personale e gli strumenti necessari. La
consegna all’Ufficio di Direzione Lavori, prima dell’esecuzione delle opere, delle
restituzioni grafiche dei rilievi, fornite sia su supporto trasparente che su supporto
magnetico sotto forma di files in formato DWG di Autocad - release 10 o successive - ed
in doppia copia eliografica. Tutti i rilievi saranno riferiti a capisaldi I.G.M. concordati con
l’Ufficio di Direzione Lavori debitamente monografati.
4 L’approntamento delle opere provvisionali quali accessi, passi carrai, coronelle, canali
fugatori, ponteggi, impalcature, assiti, steccati, armature, centinature, casserature, etc.
compresi spostamenti, sfridi, mantenimenti, smontaggi e ripristini a fine lavori. Le
incastellature, le impalcature e le costruzioni provvisionali in genere, se prospettanti
all’esterno del cantiere o aggettanti su spazi pubblici o privati, dovranno essere
idoneamente schermate. Fra le opere in argomento è compresa altresì un’adeguata
illuminazione del cantiere.
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5 La sistemazione delle strade e dei collegamenti esterni ed interni; la collocazione, ove
necessaria di ponticelli, camminamenti anche a mensola, scalette di adeguata portata e
sicurezza.
6 La conservazione ed il ripristino delle vie, dei passaggi e dei servizi, pubblici o privati, che
venissero interrotti o modificati a causa dell’esecuzione dei lavori, provvedendovi a
proprie spese con opportune opere provvisionali.
7 La sorveglianza del cantiere, sia diurna che notturna e la custodia di tutti i materiali,
impianti e mezzi d’opera esistenti nello stesso (siano essi di pertinenza dell’Impresa che
avute in consegna dall’Amministrazione appaltante), nonché delle opere eseguite od in
corso di esecuzione. Tale vigilanza si intende estesa anche ai periodi di sospensione dei
lavori e dal periodo intercorrente tra l’ultimazione ed il collaudo, salvo l’anticipata
consegna delle opere all’Amministrazione appaltante limitatamente alle opere consegnate.
8 Le segnalazioni diurne e notturne di spazi occupati, transiti interrotti, pericoli incombenti;
9 L’adozione di tutti i provvedimenti e le cautele, le prestazioni e le opere necessarie per
garantire la vita, l’incolumità e l’igiene delle persone addette ai lavori e di terzi, per
evitare danni ai beni pubblici e privati. Tutte le predisposizioni dovranno essere conformi
alle norme di prevenzione degli infortuni, con particolare riguardo a quelle contenute nel
Decreto legislativo n81 del 2008 e sue modificazioni, le quali saranno anche applicabili
per eventuali lavori in economia, restando sollevati da ogni responsabilità .
10 La fornitura di locali uso ufficio (in muratura o prefabbricati), idoneamente rifiniti, forniti
dei servizi, e di tutte le attrezzature necessarie alla permanenza ed al lavoro di ufficio della
Direzione Lavori. Ove da essa richiesta i locali saranno realizzati nel cantiere od in luogo
prossimo, stabilito od accettato dalla Direzione Lavori, la quale disporrà anche il numero
degli stessi e le attrezzature di dotazione. Saranno inoltre allacciati alle normali utenze
(luce, acqua, telefono) facendosi carico all’Impresa di tutte le spese di allacciamento, di
uso e di manutenzione.
11 La fornitura alla Direzione Lavori di personale tecnico, di canneggiatori, degli strumenti
topografici e di quelli informatici, completi di software, per l’effettuazione dei rilievi,
delle misure di controllo delle opere eseguite, per la contabilizzazione di queste ultime e
per quant’altro.
12 La riproduzione di grafici, disegni, relazioni ed altri allegati alfanumerici vari relativi alla
contabilità ed alla rappresentazione delle opere in esecuzione.
13 L’autorizzazione al libero accesso alla Direzione Lavori ed al personale di assistenza e
sorveglianza, in qualsiasi momento, nei cantieri di lavoro o di produzione dei materiali per
le prove, i controlli, le misure e le verifiche previste dal capitolato.
14 La fornitura di mezzi di trasporto per gli spostamenti della Direzione Lavori e del
personale di assistenza.
15 La fornitura di locali e strutture di servizio per gli operai, quali tettoie, ricoveri, spogliatoi
prefabbricati o meno, e la fornitura di servizi igienico-sanitari in numero adeguato.
16 L’autorizzazione al libero accesso delle altre Imprese o Ditte ed al relativo personale
dipendente, ai cantieri di lavoro, nonché l’uso parziale o totale di ponteggi, impalcature,
opere provvisionali ed apparecchi di sollevamento, senza diritto a compenso, per tutto il
tempo occorrente all’esecuzione dei lavori o delle forniture scorporate.
17 Le spese per gli allacciamenti provvisori e relativi contributi e diritti, dei servizi di acqua,
elettricità, gas, telefono e fognature necessari per il funzionamento del cantiere e
l’esecuzione dei lavori nonché le spese di utenza e consumo relative ai predetti servizi.
18 Le pratiche presso Amministrazioni, Enti e privati per permessi, licenze, concessioni,
autorizzazioni, per opere di presidio, occupazioni temporanee e definitive di suoli pubblici
o privati, interruzioni provvisorie di pubblici servizi, attraversamenti, trasporti speciali
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nonché le spese ad essi relative per tasse, diritti, indennità, canoni, cauzioni etc. In difetto
rimane ad esclusivo carico dell’Impresa ogni eventuale multa o contravvenzione nonché il
risarcimento degli eventuali danni.
L’esecuzione degli scavi di assaggio e di sondaggi del terreno, nonché la prestazione di
ogni occorrenza per le verifiche e le prove finalizzate ai collaudi provvisori e definitivi dei
manufatti e delle opere oggetto di appalto.
La conservazione dei campioni fino al collaudo, muniti di sigilli controfirmati dalla
Direzione Lavori e dall’Impresa, in idonei locali o negli uffici direttivi.
Ogni prova che l’Ufficio di Direzione Lavori ritenesse necessaria per gli accertamenti
intesi alla verifica del funzionamento dei manufatti e degli impianti, compreso ogni
incombenza e spesa per denunce, autorizzazioni, approvazioni, licenze, etc. che a riguardo
fossero prescritte.
Il rispetto dei termini di confine verso le proprietà di terzi.
Il ricevimento, a richiesta dell’Amministrazione, di materiali e forniture non comprese
nell’appalto nonché la loro sistemazione, conservazione e custodia, garantendo a proprie
spese e con piena responsabilità il perfetto espletamento di tali operazioni.
Il carico, trasporto e scarico dei materiali, delle forniture e dei mezzi d’opera ed il
collocamento a deposito od in opera con le opportune cautele atte ad evitare danni o
infortuni.
Nel caso il materiale derivato delle operazioni di taglio della vegetazione avesse valore
commerciale, l’appaltatore è tenuto alla sua acquisizione previo il pagamento del canone
erariale stabilito dagli uffici competenti .
Tutto quanto occorra in genere per dare completamente ultimati a perfetta regola d’arte i
lavori.
La riparazione di danni che, per ogni causa o per negligenza dell’Impresa, fossero
apportati ai materiali forniti od ai lavori scorporati da altri compiuti.
La riparazione dei danni, dipendenti anche da forza maggiore, che si verificassero alle
attrezzature ed a tutte le opere provvisionali.
Tutti gli oneri relativi alle prescrizioni dettate dalla Conferenza dei Servizi ovvero dagli
Organi preposti alla Tutela dell’Ambiente in sede di emissione del parere sul progetto, se
non valutati a parte.
La fornitura di fotografie e relativi negativi delle opere nel formato, numero e frequenza
prescritti dalla Direzione Lavori La fornitura di notizie statistiche sull’andamento dei
lavori, per periodi quindicinali, da far pervenire alla Direzione Lavori non oltre il
mercoledì immediatamente successivo al termine della quindicina, stabilendosi una
penale, per ogni giorno di ritardo, di € 25,00. Le notizie da fornire sono le seguenti:
• numero degli operai impiegati distinti nelle varie categorie, per ciascun giorno della
quindicina, con le relative ore lavorative;
• genere di lavori eseguito nella quindicina, giorni in cui non si è lavorato e cause
relative.
La fornitura di cartelli indicatori e la relativa installazione, nel sito indicato dalla
Direzione Lavori, entro quindici giorni dalla consegna dei lavori. I cartelloni, delle
dimensioni di m. 3,00 x 2,00, o altre concordate con l’Ufficio di Direzione Lavori,
recheranno a colori indelebili la denominazione dell’Ente finanziatore, quella dell’Ente
Appaltante, la località di esecuzione dei lavori, l’oggetto e l’importo degli stessi nonché la
denominazione dell’Ente preposto alla Direzione Lavori, inoltre in applicazione ai
contenuti del D.L.vo 81/2008 e s.s. su detto cartello dovrà essere indicato, ove previsto il
nominativo del Coordinatore per la sicurezza per l’esecuzione delle opere. Tanto i cartelli
che le armature di sostegno dovranno essere eseguiti con materiali di adeguata resistenza e
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di decoroso aspetto e mantenuti in ottimo stato fino al collaudo dei lavori. Per la mancanza
o il cattivo stato del prescritto numero di cartelli indicatori sarà applicata all’Impresa una
penale di € 300,00. Sarà inoltre applicata una penale giornaliera di € 300,00 dal giorno
della constatata inadempienza fino a quello della posizione o riparazione del cartello
mancante o deteriorato. L’importo delle penali sarà addebitato sul certificato di pagamento
in acconto successivo all’inadempienza.
32 La completa responsabilità per danni a persona ed a cose, di carattere amministrativo,
civile e penale.
33 La manutenzione delle opere eseguite fino a collaudo ultimato.
34 La pulizia del cantiere e lo sgombero, a lavori ultimati, delle attrezzature, dei materiali
residui e di quant’altro non utilizzato nelle opere.
35 Tutte le spese e tutti i carichi fiscali - nessuno escluso - inerenti e conseguenti alla
stipulazione del contratto, nonché degli eventuali atti complementari dello stesso,
compresi i diritti di segreteria che non siano per legge ad esclusivo carico della Stazione
Appaltante e comprese, infine, le relative eventuali variazioni nel corso dell’esecuzione
del contratto. La Stazione Appaltante si riserva di provvedere ai pagamenti sopra indicati,
richiedendo all’Impresa il preventivo deposito delle somme all’uopo occorrenti.
36 Le indagini geognostiche e gli studi dei terreni finalizzati alla verifica delle migliori
soluzioni nei termini delle tecnologie esecutive adottate.
37 L’Impresa è tenuta all’osservanza ed all’adempimento delle norme previste dal D.L.vo
81/2008, nonché dal D.P.R. 207/2010 e altre norme in materia, mediante
l’approvvigionamento dei materiali ed attrezzature per la prevenzione antinfortunistica e
la protezione dei lavoratori nei seguenti specifici temi:
- la sicurezza, l’igiene e la salute sul luogo di lavoro;
- la prevenzione antinfortunistica e la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da
esposizione durante il lavoro ad agenti nocivi di natura chimica, fisica o biologica;
- l’informazione dei lavoratori dei rischi specifici cui sono esposti e delle norme
essenziali di prevenzione;
- l’inquinamento industriale, acustico ed atmosferico;
- la responsabilità nei confronti di terzi.
38 Tutti gli oneri conseguenti l’integrale applicazione della vigente normativa sulla
“sicurezza dei cantieri” ai sensi del D.L.vo 81/2008 e s.s. L’Impresa, in qualità di “datore
di lavoro” deve pertanto osservare le “misure generali di tutela” di dlgs 81/2008.
L’Impresa è tenuta ad attuare quanto contenuto nei piani di sicurezza previsti dall’ art.
131) del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. e può presentare, al coordinatore per l’esecuzione dei
lavori, proposta di integrazione al piano di sicurezza ove ritenga di poter meglio garantire
la sicurezza del cantiere sulla base della propria esperienza. In nessun caso le eventuali
integrazioni possono giustificare modifiche o adeguamento dei prezzi pattuiti.
Qualora l’Impresa non adempia a tutti questi obblighi, l’Amministrazione sarà in diritto,
previo avviso scritto e, nel caso che questo resti senza effetto, entro il termine fissato dalla
notifica, di provvedere direttamente a quanto necessario, qualunque sia la spesa, disponendo il
dovuto pagamento con speciali ordinativi a carico dell’Impresa. In caso di rifiuto o di ritardo
di tali pagamenti da parte dell’Impresa, questi saranno fatti d’Ufficio e l’Amministrazione
tratterrà pari importo sul successivo acconto. Sono fatte salve tutte le altre forme di tutela
previste dalla normativa vigente o dal contratto per le inadempienze dell’Appaltatore.
Tutti gli oneri e gli obblighi sopra specificati sono considerati come inclusi e distribuiti
proporzionalmente nei prezzi di contratto, per cui nessun compenso spetta all’Impresa
neppure nel caso di proroghe del termine contrattuale di ultimazione dei lavori.
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ART. 18
DANNI DIPENDENTI DA FORZA MAGGIORE
I danni provocati da causa di forma maggiore saranno compensati all’Impresa ai sensi e nei
limiti stabiliti dall’art. 166 del D.P.R.207/2010.
I danni causati da forza maggiore devono essere denunciati alla Direzione Lavori, a pena di
decadenza, entro il termine di cinque giorni da quello del verificarsi il danno.
L’indennizzo per i danni e’ limitato all’importo dei lavori necessari per l’occorrente
riparazione, valutati ai prezzi ed alle condizioni di contratto, con esclusione dei danni e delle
perdite di materiali non ancora posti in opera, di utensili, di attrezzature di cantiere e di mezzi
d’opera.
Nessun indennizzo e’ dovuto quando a determinare il danno abbia concorso la colpa
dell’Appaltatore o delle persone delle quali esso e’ tenuto a rispondere.
L’Appaltatore non può sospendere o rallentare l’esecuzione dei lavori, tranne quelle parti per
le quali lo stato delle cose debba rimanere inalterato sino a che non sia eseguito
l’accertamento dei fatti.
I danni prodotti da piene ai lavori di difesa di corsi d’acqua o di mareggiate, quando non siano
stati ancora iscritti a libretto, sono valutati in base alla misurazione provvisoria fatta dagli
assistenti di cantiere. Mancando la misurazione, l’Appaltatore può dare dimostrazione dei
lavori eseguiti con idonei mezzi di prova, ad eccezione di quella testimoniale.
ART. 19
FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DELL'APPALTATORE
IN MATERIA DI SICUREZZA
L'Appaltatore è colui che assume il compimento dell'opera appaltata con l'organizzazione di
tutti i mezzi necessari; pertanto ad esso compete, con le conseguenti responsabilità:
- È fatto obbligo all'Appaltatore di provvedere ai materiali, ai mezzi d'opera e ai
trasporti necessari alla predisposizione di opere provvisionali, che per cause non
previste e prevedibili, il Coordinatore per l'esecuzione dei lavori o il responsabile dei
lavori ovvero il Committente, ritengono necessarie per assicurare un livello di
sicurezza adeguato alle lavorazioni. In questo caso per l'esecuzione di lavori non
previsti si farà riferimento all'elenco prezzi allegato ovvero si procederà a concordare
nuovi prezzi, come riportato nell'articolo corrispondente del Capitolato Speciale
d'Appalto - Disposizioni amministrative;
- nominare il Direttore tecnico di cantiere e comunicarne il nominativo al Committente
ovvero al Responsabile dei Lavori, al Coordinatore per la sicurezza in fase di
progettazione ed al Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, se previsto;
- comunicare al Committente ovvero al Responsabile dei Lavori, al Coordinatore per la
sicurezza in fase di progettazione ed al Coordinatore per la sicurezza in fase di
esecuzione, se previsto, il nominativo del Responsabile del Servizio di Prevenzione e
Protezione;
- predisporre e trasmettere al Committente o al responsabile dei Lavori tutta la
documentazione interente la propria idoneità tecnico professionale richiesta e di cui
all'art. 90 del d.lgs. 81/08;
- redigere entro trenta giorni dall'aggiudicazione, e comunque prima della consegna dei
lavori, il Piano Operativo di Sicurezza conformemente a quanto indicato e prescritto
all'art. 89 comma 1 lettera f-ter del d.lgs. 81/08, da considerare quale piano
complementare e di dettaglio del Piano di Sicurezza e Coordinamento per quanto
attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell'organizzazione del
cantiere e nell'esecuzione dei lavori;
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-
redigere entro trenta giorni dall'aggiudicazione, e comunque prima della consegna dei
lavori, un Piano di Sicurezza Sostitutivo del Piano di Sicurezza e di Coordinamento
(qualora non previsto);
- munire il personale occupato in cantiere di apposita tessera di riconoscimento
corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l'indicazione del
datore di lavoro. I datori di lavoro con meno di dieci dipendenti possono assolvere a
tale obbligo mediante annotazione, su apposito registro di cantiere vidimato dalla
Direzione provinciale del lavoro territorialmente competente da tenersi sul luogo di
lavoro, degli estremi del personale giornalmente impiegato nei lavori;
- tenere a disposizione dei Coordinatori per la sicurezza, del Committente ovvero del
Responsabile dei Lavori e degli Organi di Vigilanza copia controfirmata della
documentazione relativa alla progettazione e al piano di sicurezza;
- promuovere le attività di prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute del
personale operante in cantiere, in coerenza a principi e misure predeterminati;
- promuovere un programma di informazione e formazione dei lavoratori, individuando
i momenti di consultazione dei dipendenti e dei loro rappresentanti;
- mantenere in efficienza i servizi logistici di cantiere (uffici, mensa, spogliatoi, servizi
igienici, docce, ecc.);
assicurare:
- il mantenimento del cantiere in condizioni ordinate e di soddisfacente salubrità;
- la più idonea ubicazione delle postazioni di lavoro;
- le più idonee condizioni di movimentazione dei materiali;
- il controllo e la manutenzione di ogni impianto che possa determinare situazioni di
pericolo per la sicurezza e la salute dei lavoratori;
- fornire alle imprese subappaltanti e ai lavoratori autonomi presenti in cantiere:
- adeguata documentazione, informazione e supporto tecnico-organizzativo;
- le informazioni relative ai rischi derivanti dalle condizioni ambientali nelle immediate
vicinanze del cantiere, dalle condizioni logistiche all'interno del cantiere, dalle
lavorazioni da eseguire, dall'interferenza con altre imprese secondo quanto previsto
dall'art. 81 del d.lgs. 81/08;
- le informazioni relative all'utilizzo di attrezzature, apprestamenti, macchinari e
dispositivi di protezione collettiva ed individuale;
- mettere a disposizione di tutti i Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione
delle imprese subappaltanti e dei lavoratori autonomi il progetto della sicurezza ed il
Piano di Sicurezza e Coordinamento;
- corrispondere gli oneri relativi, senza alcun ribasso, in relazione ai lavori affidati in
subappalto, qualora vengano affidati anche gli apprestamenti e le opere provvisionali
di sicurezza;
- informare il Committente ovvero il Responsabile dei Lavori e i Coordinatori per la
sicurezza delle proposte di modifica al Piano di Sicurezza e Coordinamento formulate
dalle imprese subappaltanti e dai lavoratori autonomi;
- organizzare il servizio di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori in
funzione delle caratteristiche morfologiche, tecniche e procedurali del cantiere oggetto
del presente Appalto;
- affiggere e custodire in cantiere una copia della notifica preliminare, degli atti
autorizzativi e di tutta la necessaria documentazione di legge;
- fornire al Committente o al Responsabile dei Lavori i nominativi di tutte le imprese e i
lavoratori autonomi ai quali intende affidarsi per l'esecuzione di particolari
lavorazioni, previa verifica della loro idoneità tecnico-professionale;
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-
effettuare, qualora richiesto dalla Direzione dei Lavori e comunque al termine dei
lavori, misure fonometriche volte a certificare il rispetto dei requisiti acustici passivi
degli edifici valutati in sede di progetto, di cui al D.P.C.M. 5 dicembre 1997 e
trasmetterne gli esiti al Committente.
Ogni e qualsiasi danno o responsabilità che dovesse derivare dal mancato rispetto delle
disposizioni sopra richiamate, sarà a carico esclusivamente all'Appaltatore con esonero totale
della stazione Appaltante.
ART. 20
PERSONALE DELL'APPALTATORE
Il personale destinato ai lavori dovrà essere, per numero e qualità, adeguato all'importanza dei
lavori da eseguire ed ai termini di consegna stabiliti o concordati con la Direzione dei Lavori
anche in relazione a quanto indicato dal programma dei lavori integrato. Dovrà pertanto essere
formato e informato in materia di approntamento di opere, di presidi di prevenzione e
protezione e in materia di salute e igiene del lavoro.
L'Appaltatore dovrà inoltre osservare le norme e le prescrizioni delle leggi e dei regolamenti
vigenti sull'assunzione, tutela, protezione ed assistenza dei lavoratori impegnati sul cantiere,
comunicando, prima della stipula del contratto, gli estremi della propria iscrizione agli Istituti
previdenziali ed assicurativi.
Tutti i dipendenti dell'Appaltatore sono tenuti ad osservare:
i regolamenti in vigore in cantiere;
le norme antinfortunistiche proprie del lavoro in esecuzione e quelle particolari vigenti in
cantiere;
le indicazioni contenute nei Piani di Sicurezza e le indicazioni fornite dal Coordinatore per
l'esecuzione.
Tutti i dipendenti e/o collaboratori dell'Appaltatore devono essere formati, addestrati e
informati alle mansioni disposte, in funzione della figura, e con riferimento alle attrezzature
ed alle macchine di cui sono operatori, a cura ed onere dell'Appaltatore medesimo.
L'inosservanza delle predette condizioni costituisce per l'Appaltatore responsabilità, sia in via
penale che civile, dei danni che per effetto dell'inosservanza stessa dovessero derivare al
personale, a terzi ed agli impianti di cantiere.
ART. 21
FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL DIRETTORE
TECNICO DI CANTIERE
Il Direttore tecnico di cantiere, nella persona di un tecnico professionalmente abilitato,
regolarmente iscritto all'albo di categoria e di competenza professionale estesa ai lavori da
eseguire, viene nominato dall'Appaltatore, affinché in nome e per conto suo curi lo
svolgimento delle opere, assumendo effettivi poteri dirigenziali e la responsabilità
dell'organizzazione dei lavori, pertanto ad esso compete con le conseguenti responsabilità:
gestire ed organizzare il cantiere in modo da garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori;
osservare e far osservare a tutte le maestranze presenti in cantiere, le prescrizioni contenute
nei Piani della Sicurezza, le norme di coordinamento del presente Capitolato e contrattuali e le
indicazioni ricevute dal Coordinatore per l'esecuzione dei lavori;
allontanare dal cantiere coloro che risultassero in condizioni psico-fisiche tali o che si
comportassero in modo tale da compromettere la propria sicurezza e quella degli altri addetti
presenti in cantiere o che si rendessero colpevoli di insubordinazione o disonestà;
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vietare l'ingresso alle persone non addette ai lavori e non espressamente autorizzate dal
Responsabile dei Lavori.
L'Appaltatore è in ogni caso responsabile dei danni cagionati dalla inosservanza e
trasgressione delle prescrizioni tecniche e delle norme di vigilanza e di sicurezza disposte
dalle leggi e dai regolamenti vigenti.
ART. 22
FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEI LAVORATORI
AUTONOMIE DELLE IMPRESE SUBAPPALTATRICI
Al lavoratore autonomo ovvero all'impresa subappaltatrice competono con le conseguenti
responsabilità:
il rispetto di tutte le indicazioni contenute nei piani di sicurezza e tutte le richieste del
Direttore tecnico dell'Appaltatore;
l'uso tutte le attrezzature di lavoro ed i dispositivi di protezione individuale in conformità alla
normativa vigente;
la collaborazione e la cooperazione con le imprese coinvolte nel processo costruttivo;
non pregiudicare con le proprie lavorazioni la sicurezza delle altre imprese presenti in
cantiere;
informare l'Appaltatore sui possibili rischi per gli addetti presenti in cantiere derivanti dalle
proprie attività lavorative;
....................................................
ART. 23
DISCIPLINA DEL CANTIERE
Il Direttore tecnico dell'impresa deve mantenere la disciplina nel cantiere; egli è obbligato ad
osservare ed a far osservare ad ogni lavoratore presente in cantiere, in ottemperanza alle
prescrizioni contrattuali, gli ordini ricevuti dal Direttore dei Lavori e dal Coordinatore per la
Sicurezza in fase di Esecuzione. E' tenuto ad allontanare dal cantiere coloro che risultassero
incapaci o che si rendessero colpevoli di insubordinazione o disonestà. E' inoltre tenuto a
vietare l'ingresso alle persone non addette ai lavori e non autorizzate dal Direttore dei Lavori.
L'Appaltatore è in ogni caso responsabile dei danni cagionati dalla inosservanza e
trasgressione delle prescrizioni tecniche e delle norme di vigilanza e di sicurezza disposte
dalle leggi e dai regolamenti vigenti.
Le Ditte dirette fornitrici del Committente sono tenute ad osservare l'orario di cantiere e le
disposizioni di ordine generale emanate dall'Appaltatore.
L'inosservanza da parte di tali Ditte delle disposizioni predette esonera l'Appaltatore dalle
relative responsabilità.
ART. 24
RINVENIMENTO DI OGGETTI
L'Appaltatore è tenuto a denunciare al Committente ed al Direttore dei Lavori il rinvenimento,
occorso durante l'esecuzione delle opere, di oggetti di interesse archeologico o di valore
intrinseco e ad averne la massima cura fino alla consegna alle autorità competenti.
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ART. 25
LAVORO NOTTURNO E FESTIVO
Nell'osservanza delle norme relative alla disciplina del lavoro e nel caso di ritardi tali da non
garantire il rispetto dei termini contrattuali, la Direzione dei Lavori potrà ordinare la
continuazione delle opere oltre gli orari fissati e nei giorni festivi; in tal caso l'Appaltatore
potrà richiedere la corresponsione delle sole tariffe per la mano d'opera previste dalla
normativa vigente per queste situazioni.
A garanzia di tale osservanza, sull’importo netto progressivo dei lavori è operata una ritenuta
nella misura dello 0,50%.
ART. 26
ANTICIPAZIONI FATTE DALL’IMPRESA
Qualora l’Impresa effettuasse delle anticipazioni in nome e per conto della Stazione
Appaltante ed a seguito di specifico ordine, l’interesse annuo che gli verrà accordato per tali
somme anticipate è pari al tasso di sconto ufficiale in vigore decorrenti dalla data di
presentazione delle relative fatture.
ART. 27
DOMICILIO LEGALE DELL’IMPRESA - CONTROVERSIE
Ai sensi dell’art.2 del Capitolato Generale D.M.145/2000, l’Impresa deve avere domicilio nel
luogo quale ha sede l’Ufficio di Direzione Lavori. Ove non abbia in tale luogo uffici propri,
deve eleggere domicilio presso gli Uffici Comunali, o lo studio di un professionista, o gli
uffici di società legalmente riconosciuta.
Le comunicazioni di qualsiasi genere dipendenti dal contratto devono essere effettuate dal
Direttore dei Lavori o dal Responsabile del procedimento presso il domicilio dell’Appaltatore
eletto ai sensi del comma 1 dell’art. 2) del Capitolato Generale.
Quando sorgessero contestazioni o controversie tra la Stazione Appaltante e l’Impresa, è
escluso il ricorso all’arbitrato e la competenza spetta al giudice del luogo dove il contratto è
stato stipulato.
ART. 28
OSSERVANZA DELLE CONDIZIONI NORMATIVE E RETRIBUTIVE
RISULTANTI DAI CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO
Nell’esecuzione dei lavori che formano oggetto del appalto, ed in relazione alle categorie dei
lavori, l’Impresa si obbliga ad applicare integralmente le norme contenute nei contratti
collettivi nazionali di lavoro per gli operai dipendenti dalle aziende edili o affini, e negli
accordi provinciali integrativi degli stessi, in vigore per il tempo e nella località in cui si
svolgono i lavori anzidetti.
L’Impresa si obbliga, altresì, ad applicare il contratto e gli accordi medesimi anche dopo la
scadenza e fino alla loro sostituzione e, se cooperative, anche nei rapporti con i soci.
I suddetti obblighi vincolano l’Impresa anche se non sia aderente alle associazioni stipulanti o
receda da esse e indipendentemente dalla natura industriale e artigiana, dalla struttura e
dimensione dell’Impresa stessa e da ogni altra sua qualificazione giuridica, economica e
sindacale.
In caso di inottemperanza agli obblighi precisati nel articolo, accertata dalla Stazione
Appaltante o ad essa segnalata dall’Ispettorato del Lavoro, la Stazione Appaltante
comunicherà all’Impresa e, se del caso, anche all’Ispettorato suddetto, l’inadempienza
accertata e potrà procedere nei modi previsti dall’art. 4 del d.p.r.207/2010.
Per le detrazioni e sospensioni dei pagamenti di cui sopra, L’Impresa non può opporre
eccezioni alla Stazione Appaltante né ha titolo a risarcimento danni.
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ART. 29
DIREZIONE LAVORI (ART. 147 REG LL.PP)
Ai sensi del Regolamento 207/2010 il RUP………………………………………………. ha
istituito un ufficio di direzione dei lavori per il coordinamento, la direzione ed il controllo
tecnico-contabile dell'esecuzione dell'intervento costituito da:
- Direttore dei Lavori ………………………………….
- Direttore Operativo ……………………………………………………………………
- Ispettore di cantiere…………………………………………………………………...
ART. 30
FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL DIRETTORE DEI
LAVORI ( ART 148 REG LL.PP)
Il Direttore dei Lavori assume la rappresentanza in un ambito strettamente tecnico vigilando
sulla buona esecuzione delle opere e sulla loro corrispondenza al progetto e alle norme
contrattuali con funzione, per l'Appaltatore, di interlocutore esclusivo relativamente agli
aspetti tecnici ed economici del contratto.
Il Direttore dei lavori ha la responsabilità del coordinamento e della supervisione di quanto
svolto dall'ufficio della direzione dei lavori ed in particolare relativamente alle attività dei suoi
assistenti con funzione di Direttore Operativo e di Ispettore di cantiere.
In particolare il Direttore dei Lavori è tenuto a:
• accertare che, all'atto dell'inizio dei lavori, siano messi a disposizione dell'Appaltatore,
da parte del Committente, gli elementi grafici e descrittivi di progetto necessari per la
regolare esecuzione delle opere in relazione al programma dei lavori;
• attestare, all'atto dell'inizio dei lavori, la disponibilità delle aree e degli immobili
interessati dai lavori, l'assenza di impedimenti sopravvenuti rispetto agli accertamenti
effettuati prima dell'approvazione del progetto e la realizzabilità del progetto stesso,
anche in relazione alle caratteristiche ambientali e a quanto altro occorre per la corretta
esecuzione dei lavori;
• fissare il giorno e il luogo per la consegna dei lavori all'Appaltatore, redigere il verbale
di consegna dei lavori e verificarne la rispondenza con l'effettivo stato dei luoghi.
• Il Direttore dei Lavori verifica altresì la rispondenza tra il progetto esecutivo e
l'effettivo stato dei luoghi e, in caso di differenze riscontrate, ne riferisce
immediatamente al Responsabile dei Lavori;
• vigila perché i lavori siano eseguiti a perfetta regola d'arte ed in conformità al progetto,
al contratto ed al programma dei lavori, verificandone lo stato e richiamando
formalmente l'Appaltatore al rispetto delle disposizioni contrattuali in caso di
difformità o negligenza;
• effettuare controlli, quando lo ritenga necessario, sulla quantità e qualità dei materiali
impiegati ed approvvigionati, avendone la specifica responsabilità dell'accettazione
degli stessi;
• trasmettere tempestivamente, durante il corso dei lavori, ulteriori disposizioni ed
elementi particolari di progetto necessari al regolare ed ordinato andamento dei lavori;
• dare le necessarie istruzioni nel caso che l'Appaltatore abbia a rilevare omissioni,
inesattezze o discordanze nelle tavole grafiche o nella descrizione dei lavori;
• coordinare l'avanzamento delle opere, la consegna e la posa in opera delle forniture e
l'installazione degli impianti affidati dal Committente ad altre Ditte in conformità al
programma dei lavori;
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fare osservare, per quanto di sua competenza, le prescrizioni vigenti in materia di
costruzioni in conglomerato cementizio armato ed in acciaio;
ordinare le eventuali sospensioni e riprese dei lavori;
redigere tutti i documenti di sua competenza in relazione allo svolgimento dei lavori;
disporre le eventuali variazioni o addizioni al progetto previa approvazione del del
RUO, vigilare sulla messa in pristino di varianti arbitrarie apportate dall'Appaltatore e
sull'attuazione delle variazioni ordinate dal RUP;
redigere in contraddittorio con l'Appaltatore, il verbale di ultimazione dei lavori ed il
verbale di verifica provvisoria dei lavori ultimati;
redigere la relazione finale sull'andamento dei lavori e sullo stato delle opere,
comprendente il giudizio sulle riserve e la proposta di liquidazione;
svolgere l'alto controllo della contabilizzazione delle opere e redigere i documenti
contabili di sua competenza;
emettere il certificato di regolare esecuzione nei casi previsti;
assistere ai collaudi;
verificare periodicamente il possesso e la regolarità da parte dell’esecutore e del
subappaltatore della documentazione prevista dalle leggi vigenti in materia di obblighi
nei confronti dei dipendenti;
provvedere alla segnalazione al Responsabile del procedimento dell’inosservanza da
parte dell’esecutore, della disposizione di cui all’articolo 118 comma 4 del codice;
curare la costante verifica di validità del programma di manutenzione, dei manuali
d’uso e dei manuali di manutenzione, modificandone ed aggiornandone i contenuti a
lavori ultimati.
ART. 31
FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL DIRETTORE
OPERATIVO (ART.149 REG LL.PP)
Il Direttore Operativo, eventualmente nominato dal RUP, è un assistente del Direttore dei
Lavori ed a lui risponde direttamente in relazione all'attività svolta relativamente alla verifica
ed al controllo della regolarità e della corrispondenza di quanto realizzato alle clausole
contrattuali.
Al Direttore Operativo competono, con le conseguenti responsabilità, i compiti espressamente
affidatigli dal Direttore dei Lavori. In particolare:
• verificare che l'Appaltatore svolga tutte le pratiche di legge relative alla denuncia dei
calcoli delle strutture;
• programmare e coordinare le attività dell'Ispettore di cantiere;
• verificare e controllare l'aggiornamento del programma dei lavori, segnalando
eventuali slittamenti e difformità rispetto alle previsioni contrattuali, proponendo i
necessari interventi correttivi al Direttore dei lavori;
• assistere il Direttore dei Lavori nell'identificare gli interventi necessari ad eliminare
difetti di progetto ovvero esecutivi;
• individuare ed analizzare le cause che influiscono negativamente sulla qualità dei
lavori, proponendo al Direttore dei Lavori adeguate azioni correttive;
• assistere ai collaudi;
• esaminare ed approvare il programma delle prove di collaudo e di messa in servizio
degli impianti;
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33
•
collaborare alla tenuta dei libri contabili sottoscrivendoli.
ART. 32
FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DELL' ISPETTORE DI
CANTIERE (ART 150 REG LL.PP.)
L’Ispettore di cantiere, eventualmente nominato dal Committente, è un assistente del Direttore
dei Lavori ed a lui risponde direttamente in relazione all’attività svolta relativamente alla
sorveglianza dei lavori in conformità alle prescrizioni contenute nel presente Capitolato
speciale d’appalto.
All’Ispettore di cantiere competono, con le conseguenti responsabilità, i compiti
espressamente affidatigli dal Direttore dei Lavori. In particolare:
• verificare che la fornitura dei materiali sia conforme alle prescrizioni;
• verificare, prima della messa in opera, che materiali, apparecchiature e impianti
abbiano superato i collaudi prescritti;
• controllare l’attività dei subappaltatori;
• controllare la regolare esecuzione dei lavori relativamente alla conformità ai progetti
ed alle specifiche tecniche contrattuali;
• garantire l’assistenza alle prove di laboratorio sui materiali;
• garantire l’assistenza ai collaudi dei lavori ed alle prove di messa in esercizio ed
accettazione degli impianti;
• predisporre gli atti contabili qualora ne sia stato incaricato dal Direttore dei Lavori.
ART. 33
FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL COORDINATORE
IN MATERIA DI SICUREZZA PER LA PROGETTAZIONE (ART. 100
D.LGS. 81/08)
Il Coordinatore della Sicurezza per la Progettazione, designato dal Committente o dal
Responsabile dei Lavori (artt. 91 e 98 d.lgs. 81/08), deve essere in possesso dei requisiti
professionali di cui all'art. 98 dello stesso decreto.
Ad esso compete, con le conseguenti responsabilità:
la redazione del piano di Sicurezza e Coordinamento ai sensi dell' art. 100 d.lgs. 81/08;
la predisposizione di un fascicolo adattato alle caratteristiche dell'opera con le
informazioni utili ai fini della prevenzione e protezione dai rischi cui sono esposti i
lavoratori, che dovrà essere considerato anche all'atto di eventuali lavori successivi
sull'opera.
ART. 34
FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITÀ DEL COORDINATORE
IN MATERIA DI SICUREZZA PER L'ESECUZIONE DEI LAVORI
(ART. 92 DEL D.LGS. 81/08)
Il Coordinatore della sicurezza per l'esecuzione dei lavori, designato dal Committente o dal
Responsabile dei Lavori (art. 90 del d.lgs. 81/08), è il soggetto incaricato dell'esecuzione dei
compiti di cui all'art. 92 del d.lgs. 81/08 e deve essere in possesso dei requisiti professionali di
cui all'art. 98 dello stesso decreto.
Ad esso compete, con le conseguenti responsabilità:
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34
1. la verifica, tramite opportune azioni di coordinamento e di controllo, dell'applicazione,
da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, delle disposizione loro
pertinenti contenute nel Piano di Sicurezza e Coordinamento e la corretta applicazione
delle relative procedure di lavoro;
2. la verifica dell'idoneità del Piano Operativo di Sicurezza, da considerare come piano
complementare e di dettaglio del Piano di Sicurezza e Coordinamento assicurandone
la coerenza con quest'ultimo e adeguare il Piano di Sicurezza e Coordinamento ed i
fascicoli informativi in relazione all'evoluzione dei lavori ed alle eventuali modifiche
intervenute, valutando le proposte delle imprese esecutrici dirette a migliorare la
sicurezza in cantiere, nonché verificare che le imprese esecutrici adeguino, se
necessario, i rispettivi Piani Operativi di Sicurezza;
3. l'organizzazione tra i datori di lavoro, ivi compresi i lavoratori autonomi, della
cooperazione ed il coordinamento delle attività nonché la loro reciproca informazione;
4. la verifica di quanto previsto dagli accordi tra le parti sociali al fine di assicurare il
coordinamento tra i rappresentanti per la sicurezza al fine di migliorare le condizioni
di sicurezza nel cantiere;
5. segnalare e proporre al Committente od al Responsabile dei Lavori, previa
contestazione scritta alle imprese ed ai lavoratori autonomi interessati, in caso di gravi
inosservanze delle norme di sicurezza, la sospensione dei lavori, l'allontanamento delle
imprese o dei lavoratori autonomi dal cantiere o la risoluzione del contratto. Qualora il
Committente o il Responsabile dei lavori non adotti alcun provvedimento in merito
alla segnalazione, senza fornire idonea motivazione, il coordinatore per l'esecuzione
provvede a dare comunicazione dell'inadempienza all'ASL territorialmente competente
e alla Direzione provinciale del lavoro;
6. la sospensione, in caso di pericolo grave ed imminente, delle singole lavorazioni fino
alla comunicazione scritta degli avvenuti adeguamenti effettuati dalle imprese
interessate.
Nei cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese, anche non contemporanea, il
coordinatore per l'esecuzione, redige anche il piano di Sicurezza e di Coordinamento di cui
all'art. 100 d.lgs. 81/08 e predispone il fascicolo, di cui all'articolo 91, comma 1, lettere a) e b)
del d.lgs. 81/08.
Art. 35
RISERVATEZZA DEL CONTRATTO
Il Contratto, come pure i suoi allegati, deve essere considerato riservato fra le parti.
Ogni informazione o documento che divenga noto in conseguenza od in occasione
dell'esecuzione del Contratto, non potrà essere rivelato a terzi senza il preventivo accordo fra
le parti.
In particolare l'Appaltatore non può divulgare notizie, disegni e fotografie riguardanti le opere
oggetto dell'Appalto né autorizzare terzi a farlo, in mancanza del predetto accordo.
Art. 36
CONSEGNA, INIZIO ED ESECUZIONE DEI LAVORI (Artt.
153-154-155 del Regolamento)
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Il Direttore dei Lavori comunica all'Appaltatore il giorno ed il luogo in cui deve presentarsi
per ricevere la consegna dei lavori, munito del personale idoneo nonché delle attrezzature e
dei materiali necessari per eseguire, ove occorra, il tracciamento dei lavori secondo i piani,
profili e disegni di progetto. Su indicazione del Direttore dei Lavori devono essere collocati a
cura dell'Appaltatore, picchetti, capisaldi, sagome, termini, ovunque si riconoscano necessari.
Sono a carico dell'Appaltatore gli oneri per le spese relative alla consegna, alla verifica ed al
completamento del tracciamento.
Il Direttore dei Lavori procederà alla consegna dell'area, redigendo un verbale in
contraddittorio con l'Appaltatore in duplice copia firmato dal Direttore dei Lavori e
dall'Appaltatore. Dalla data del verbale di consegna decorre il termine utile per il compimento
dei lavori. Il verbale deve essere redatto nel rispetto delle procedure, delle condizioni e
contenere gli elementi richiamati dall'art. 154 del D.P.R. 207 del 05 ottobre 2010.
Il verbale di consegna contiene l'indicazione delle condizioni e delle circostanze speciali locali
riconosciute e le operazioni eseguite, come i tracciamenti, gli accertamenti di misura, i
collocamenti di sagome e capisaldi. Contiene inoltre l'indicazione delle aree, delle eventuali
cave, dei locali e quant'altro concesso all'Appaltatore per l'esecuzione dei lavori oltre alla
dichiarazione che l'area oggetto dei lavori è libera da persone e cose e che lo stato attuale è
tale da non impedire l'avvio e la prosecuzione dei lavori.
Il Direttore dei Lavori è responsabile della corrispondenza del verbale di consegna dei lavori
all'effettivo stato dei luoghi. Qualora l'appaltatore intenda far valere pretese derivanti dalla
riscontrata difformità dello stato dei luoghi rispetto a quello previsto in progetto, deve
formulare riserva sul verbale di consegna all'atto della sua redazione.
Secondo quanto previsto dal programma dei lavori ovvero dal progetto esecutivo
dell'intervento, la consegna dei lavori è stata suddivisa in ………… consegne parziali alle
quali seguiranno altrettanti verbali considerando quale data di consegna, a tutti gli effetti di
legge, quella dell'ultimo verbale di consegna parziale.
In caso di consegne parziali l'Appaltatore è tenuto a presentare un programma di esecuzione
dei lavori che preveda la realizzazione prioritaria delle lavorazioni sulle aree e sugli immobili
disponibili.
Nel caso di subentro di un Appaltatore ad un altro nell'esecuzione dell'appalto, il Direttore dei
Lavori redige apposito verbale in contraddittorio con entrambi gli appaltatori per accertare la
reale consistenza dei materiali, dei mezzi d'opera e di quant'altro il nuovo Appaltatore deve
assumere dal precedente, oltre ad indicare eventuali indennità da corrispondersi.
Subito dopo la consegna dei lavori l'Appaltatore darà inizio alle opere, che dovranno essere
ultimate entro i tempi precisati nel programma dei lavori a partire dalla data indicata nel
verbale di consegna.
Detti verbali di sospensione ed i conseguenti verbali di ripresa, di cui al già citato art. 158) del
Regolamento, dovranno essere trasmessi dalla Direzione Lavori al Responsabile del
Procedimento entro e non oltre cinque giorni dalla data della loro redazione, così come
espressamente sancito dall’art. 138) comma 3 del Regolamento.
In caso di sospensione di durata maggiore di 90 giorni si procederà al pagamento in acconto
qualunque sia l’importo del credito maturato ai sensi dell’art. 141 del D.P.R. 207/2010
ART. 37
IMPIANTO
LAVORI
DEL
CANTIERE
E
PROGRAMMA
DEI
L'Appaltatore dovrà provvedere entro ......................... giorni dalla data di consegna
all'impianto del cantiere che dovrà essere allestito nei tempi previsti dal programma dei lavori
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redatto dalla stazione appaltante sulla base di quanto definito in sede di progettazione
esecutiva dell'intervento ed allegato ai documenti progettuali consegnati per la gara d'appalto.
Il programma dei lavori è un atto contrattuale che stabilisce la durata delle varie fasi della
realizzazione di un'opera.
Il programma dei lavori si rende necessario anche per la definizione delle misure di
prevenzione degli infortuni che devono essere predisposte dal Coordinatore per l'esecuzione
dei lavori prima e durante lo svolgimento delle opere. In questo senso il programma dei lavori
dovrà essere definito negli stessi casi previsti per la redazione del Piano di Sicurezza e
Coordinamento.
In base all'art. 90 del d.lgs. 81/08 questo documento deve essere approntato dal Committente o
dal Responsabile dei Lavori parallelamente alla redazione del progetto ed in accordo con le
date di inizio e fine dei lavori stabilite dal contratto principale, individuando nel dettaglio tutti
i tempi necessari per l'esecuzione delle parti dell'opera. In mancanza di tale programma
l'Appaltatore sarà tenuto ad eseguire le varie fasi di lavoro secondo l'ordine temporale stabilito
dalla Direzione dei Lavori senza che ciò costituisca motivo per richiedere risarcimenti o
indennizzi.
In presenza di particolari esigenze il Committente si riserva, comunque, la facoltà di apportare
modifiche non sostanziali al programma predisposto.
ART. 38
TEMPO UTILE PER ULTIMARE I LAVORI
Tutti i lavori, le forniture e le prestazioni occorrenti per la costruzione delle opere oggetto
dell’appalto saranno effettuati nel rispetto del “programma dettagliato dei lavori” già
richiamato all’art. 16.
Tutte le opere appaltate dovranno comunque essere completamente ultimate nel termine di
giorni
(………) naturali e consecutivi a partire dalla data del verbale di consegna dei
lavori.
In detto tempo è compreso quello occorrente per l’impianto del cantiere, quello dovuto a
sospensioni normalmente prevedibili per inclemenza stagionale del tempo e per il verificarsi
di quote idrometriche tali da non consentire l’esecuzione dei lavori previsti (che viene
presuntivamente quantificato in gg. …./mese per il totale di gg. …….), per ottenere dalle
competenti autorità le eventuali concessioni, licenze e permessi di qualsiasi natura e per ogni
altro lavoro preparatorio da eseguire prima dell’effettivo inizio dei lavori.
ART. 39
PENALI PER RITARDI
In applicazione dell’art. 145 del Regolamento approvato con D.P.R. 207/2010, l’Impresa sarà
assoggettata alla penale dell’ uno per mille dell’importo netto contrattuale per ogni giorno
naturale di ritardo tra la data indicata nel Certificato di Ultimazione e quella contrattualmente
stabilita tenuto conto delle eventuali sospensioni disposte e proroghe concesse, salvo le
procedure previste all’art. 145 del D.P.R. 207/2010 e la rivalsa dei danni maggiori.
L’ammontare complessivo della penale di cui sopra non potrà superare complessivamente il
10% dell’ammontare netto contrattuale, da determinarsi in relazione all’entità delle
conseguenze legate all’eventuale ritardo.
Per le eventuali sospensioni dei lavori e per le eventuali proroghe che, si ripete,
modificheranno il tempo stabilito per l’ultimazione dei lavori, si applicheranno le disposizioni
contenute nell’art. 159 del D.P.R. 207/2010.
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La penale viene dedotta dall’importo dello stato finale al netto dell’IVA, o anche a discrezione
dell’Amministrazione, dagli acconti, se di entità tale da superare l’importo delle ritenute di
garanzia .
ART. 40
ORDINI DELLA DIREZIONE LAVORI E DEL COORDINATORE PER
LA SICUREZZA PER L’ESECUZIONE DELLE OPERE
Gli ordini di servizio, le istruzioni e prescrizioni della Direzione Lavori così come le
disposizioni impartite dal Coordinatore, dovranno essere eseguiti con la massima cura e
prontezza, nel rispetto delle norme di contratto, del presente Capitolato e della legislazione
vigente in materia.
L’Impresa non potrà mai rifiutarsi di dare loro immediata esecuzione sotto pena
dell’esecuzione di ufficio, con addebito delle maggiori spese che la Stazione Appaltante
avesse a sostenere rispetto alle condizioni di contratto.
Resta comunque fermo il suo diritto di avanzare per iscritto le osservazioni che ritenesse
opportune in merito all’ordine impartitogli.
L’Appaltatore o un suo incaricato dovranno recarsi nell’ufficio della Direzione Lavori, nei
giorni e nelle ore che saranno indicati, per collaborare alla compilazione della contabilità degli
stessi e per sottoscrivere quei documenti contabili che l’Impresa è tenuta a firmare.
ART. 41
SOSPENSIONI, RIPRESE E PROROGHE DEI LAVORI (art .158 del
Regolamento)
Qualora circostanze speciali impediscano in via temporanea che i lavori procedano utilmente
secondo quanto contenuto e prescritto dai documenti contrattuali, il Direttore dei Lavori può
ordinarne la sospensione redigendo apposito verbale in contraddittorio con l'Appaltatore (il
quale può apporre le proprie riserve), indicandone le ragioni e l'imputabilità anche con
riferimento alle risultanze del verbale di consegna. Nel verbale di sospensione è inoltre
indicato lo stato di avanzamento dei lavori, le opere la cui esecuzione rimane interrotta e le
cautele adottate affinché alla ripresa le stesse possano essere continuate ed ultimate senza
eccessivi oneri, la consistenza della forza lavoro e dei mezzi d'opera esistenti in cantiere al
momento della sospensione.
I termini di consegna si intendono prorogati di tanti giorni quanti sono quelli della
sospensione; analogamente si procederà nel caso di sospensione o ritardo derivanti da cause
non imputabili all'Appaltatore.
L'Appaltatore è comunque tenuto a provvedere alla custodia del cantiere, dei materiali e alla
conservazione delle opere eseguite. Tale obbligo cessa solo dopo l'approvazione dell'atto di
collaudo.
Durante la sospensione dei lavori, il Direttore dei Lavori può disporre visite in cantiere volte
ad accertare le condizioni delle opere e la consistenza delle attrezzature e dei mezzi
eventualmente presenti, dando, ove occorra, disposizioni nella misura strettamente necessaria
per evitare danni alle opere già eseguite, alle condizioni di sicurezza del cantiere e per
facilitare la ripresa dei lavori.
La ripresa dei lavori viene effettuata dal Direttore dei Lavori, redigendo opportuno verbale di
ripresa dei lavori in contraddittorio con l'Appaltatore (il quale può apporre le proprie riserve),
non appena sono cessate le cause della sospensione, nel quale è indicato il nuovo termine
contrattuale.
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38
Qualora successivamente alla consegna dei lavori insorgano, per cause imprevedibili o di
forza maggiore, circostanze che impediscano parzialmente il regolare svolgimento dei lavori,
l'Appaltatore è tenuto a proseguire le parti di lavoro eseguibili, mentre si provvede alla
sospensione parziale dei lavori non eseguibili mediante apposito verbale.
Nel caso che i lavori debbano essere totalmente o definitivamente sospesi per cause di forza
maggiore o per cause dipendenti direttamente od indirettamente dal Committente,
l'Appaltatore, oltre alla corrispondente proroga dei tempi di consegna, ha diritto, dopo 90
(novanta) giorni consecutivi di sospensione, o dopo la notifica da parte del Committente della
definitiva sospensione dei lavori:
al rimborso delle spese vive di cantiere sostenute durante il periodo di sospensione;
al pagamento del nolo per le attrezzature installate, oppure al pagamento delle spese di
rimozione, trasporto e ricollocamento in opera delle stesse, e ciò a scelta del Direttore dei
Lavori;
al pagamento, nei termini contrattuali, dell'importo delle opere, prestazioni e forniture
eseguite fino alla data di sospensione dei lavori.
Qualora la sospensione non fosse totale, il Direttore dei Lavori, previo accordo fra le parti,
stabilirà l'entità della proroga dei termini di consegna e l'ammontare dell'indennizzo da
corrispondere all'Appaltatore stesso.
Sospensioni e ritardi saranno presi in considerazione solo se espressamente riconosciuti come
tali con annotazione del Direttore dei Lavori sul giornale dei lavori.
Il Coordinatore per la sicurezza per l’esecuzione delle opere, nell’esercizio delle proprie
funzioni può chiedere elementi inerenti la sicurezza, propone al Committente la sospensione
di lavorazioni e l’allontanamento dell’Impresa nel caso di gravi inosservanze alle norme di
sicurezza, può altresì sospendere autonomamente singole lavorazioni o tutte le attività in caso
di pericolo grave od imminente direttamente riscontrato.
Ogni altra sospensione può essere disposta dal Responsabile del procedimento ai sensi
dell’art. 158 del Regolamento 207/2010
ART. 42
VARIANTI IN CORSO D'OPERA
Il Committente si riserva la facoltà di introdurre nelle opere oggetto del contratto, nei limiti di
quanto previsto dalla normativa vigente per le opere pubbliche, le opportune varianti.
Le varianti in corso d'opera possono essere ammesse, sentito il progettista e il Direttore dei
Lavori, esclusivamente qualora ricorrano uno o più motivi previsti dal regolamento dei LL.PP.
o dal codice degli appalti.
Non sono considerati varianti gli interventi disposti dal Direttore dei Lavori per risolvere
aspetti di dettaglio, che siano contenuti entro un importo non superiore al 5% i lavori delle
categorie di lavoro dell'appalto e che non comportino un aumento dell'importo del contratto
stipulato per la realizzazione dell'opera.
Sono inoltre ammesse, nell'esclusivo interesse del Committente, le varianti, in aumento o in
diminuzione, finalizzate al miglioramento dell'opera e alla sua funzionalità, purché non
comportino modifiche sostanziali e siano motivate da obiettive esigenze derivanti da
circostanze sopravvenute e imprevedibili al momento della stipula del contratto. L'importo in
aumento relativo a tali varianti non può superare il 5% dell'importo originario del contratto e
deve trovare copertura nella somma stanziata per l'esecuzione dell'opera. Qualora tali varianti
eccedano il quinto dell'importo originario del contratto, è facoltà del Committente procedere
alla risoluzione del contratto, la quale dà luogo al pagamento dei lavori eseguiti, dei materiali
utili e del 10% dei lavori non eseguiti, fino a quattro quinti dell'importo del contratto.
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Il Committente, durante l'esecuzione dei lavori, può ordinare, alle stesse condizioni del
contratto, una diminuzione dei lavori secondo quanto previsto nel Capitolato generale
d'appalto.
Non può essere introdotta alcuna variazione o addizione al progetto approvato da parte
dell'Appaltatore. Lavori eseguiti e non autorizzati non verranno pagati e sarà a carico
dell'Appaltatore la rimessa in pristino dei lavori e delle opere nella situazione originaria
secondo le disposizioni del Direttore dei Lavori.
ART. 43
Accertamento e misurazione dei lavori (art 180 del
Regolamento)
Per l’accertamento e la misurazione dei lavori in corso d’opera valgono le disposizioni di cui
all’art. 180 del Regolamento.
La Direzione Lavori potrà procedere in qualunque momento all’accertamento ed alla
misurazione delle opere compiute; ove l’Impresa non si prestasse ad eseguire in
contraddittorio tali operazioni le sarà assegnato un termine perentorio, scaduto il quale i
maggiori oneri che si dovranno per conseguenza sostenere le verranno senz’altro addebitati.
In tale caso, inoltre, l’Impresa non potrà avanzare alcuna richiesta per eventuali ritardi nella
contabilizzazione o nell’emissione dei certificati di pagamento.
Nei prezzi contrattuali sono compresi tutti gli oneri ed obblighi richiamati nel presente
capitolato e negli altri atti contrattuali che l'Appaltatore dovrà sostenere per l'esecuzione di
tutta l'opera e delle sue parti nei tempi e modi prescritti.
I prezzi contrattualmente definiti sono accettati dall'Appaltatore nella più completa ed
approfondita conoscenza delle quantità e del tipo di lavoro da svolgere rinunciando a
qualunque altra pretesa di carattere economico che dovesse derivare da errata valutazione o
mancata conoscenza dei fatti di natura geologica, tecnica, realizzativa o normativa legati
all'esecuzione dei lavori.
Le eventuali varianti che comportino modifiche sostanziali al progetto (ampliamenti o
riduzioni di cubatura, aggiunta o cancellazione di parti dell'opera, ecc.), dovranno essere
ufficialmente autorizzate dalla Direzione dei Lavori e contabilizzate a parte secondo le
condizioni contrattuali previste per tali lavori; non sono compresi, in questa categoria, i lavori
di rifacimento richiesti per cattiva esecuzione o funzionamento difettoso che dovranno essere
eseguiti a totale carico e spese dell'Appaltatore.
Il prezzo previsto per tutte le forniture di materiali e di impianti è comprensivo, inoltre,
dell'onere per l'eventuale posa in periodi diversi di tempo, qualunque possa essere l'ordine di
arrivo in cantiere dei materiali forniti dall'Appaltatore.
Queste norme si applicano per tutti i lavori indicati dal presente capitolato (eseguiti in
economia, a misura, a corpo, ecc.) e che saranno, comunque, verificati in contraddittorio con
l'Appaltatore; si richiama espressamente, in tal senso, l'applicazione dell'Elenco prezzi
indicato nei documenti che disciplinano l'Appalto.
Nella valutazione a corpo i prezzi contrattuali sono compresi tutti gli oneri ed obblighi
richiamati nel presente capitolato e negli altri atti contrattuali che l'Appaltatore dovrà
sostenere per l'esecuzione di tutta l'opera e delle sue parti nei tempi e modi prescritti.
Ai sensi dell’Art. 184. i lavori a corpo sono annotati su apposito libretto delle misure, sul
quale, in occasione di ogni stato d'avanzamento e per ogni categoria di lavorazione in cui
risultano suddivisi, viene registrata la quota percentuale dell'aliquota relativa alla voce
disaggregata della stessa categoria, rilevabile dal contratto, che è stata eseguita.
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2. In occasione di ogni stato d'avanzamento la quota percentuale eseguita dell'aliquota relativa
alla voce disaggregata di ogni categoria di lavorazione che è stata eseguita viene riportata
distintamente nel registro di contabilità.
3. Le progressive quote percentuali delle voci disaggregate eseguite delle varie categorie di
lavorazioni sono desunte da valutazioni autonomamente effettuate dal direttore dei lavori, il
quale può controllarne l'ordine di grandezza attraverso un riscontro nel computo metrico
estimativo dal quale le aliquote sono state dedotte. Tale computo peraltro non fa parte della
documentazione contrattuale.
Qualora, nell'ambito dei lavori oggetto del presente capitolato, si rendesse necessaria la
realizzazione di opere da valutare a misura, queste dovranno essere computate secondo i
criteri riportati di seguito.
Tutti i prezzi dei lavori valutati a misura sono comprensivi delle spese per il carico, la
fornitura, il trasporto, la movimentazione in cantiere e la posa in opera dei materiali
includendo, inoltre, le spese per i macchinari di qualsiasi tipo (e relativi operatori), le opere
provvisorie, le assicurazioni ed imposte, l'allestimento dei cantieri, le spese generali, l'utile
dell'Appaltatore e quanto altro necessario per la completa esecuzione dell'opera in oggetto.
Viene quindi fissato che tutte le opere incluse nei lavori a misura elencate di seguito si
intenderanno eseguite con tutte le lavorazioni, i materiali, i mezzi e la mano d'opera necessari
alla loro completa corrispondenza con le prescrizioni progettuali e contrattuali, con le
indicazioni della Direzione dei Lavori, con le norme vigenti e con quanto previsto dal presente
capitolato senza altri oneri aggiuntivi, da parte del Committente, di qualunque tipo. Il prezzo
stabilito per i vari materiali e categorie di lavoro è comprensivo, inoltre, dell'onere per
l'eventuale posa in opera in periodi di tempo diversi, qualunque possa essere l'ordine di arrivo
in cantiere dei materiali forniti dall'Appaltatore.
Art. 44
CONTO FINALE, COLLAUDO PROVVISORIO E DEFINITIVO DEI
LAVORI (artt. 200-202-215 del Regolamento)
L’AIPO, entro 30 (trenta) giorni dalla data di ultimazione dei lavori (ovvero entro 30 giorni
dalla data di consegna dei lavori per il collaudo in corso d'opera) nomina il il Collaudatore o
La commissione di Collaudo con competenze adeguate alla tipologia, categoria, complessità e
importo degli interventi e qualifiche professionali di legge.
Il collaudo ha lo scopo di verificare e certificare che l'opera sia stata eseguita secondo i
termini ed i documenti contrattuali, ed in particolare secondo le prescrizioni tecniche
prestabilite ed in conformità ad eventuali varianti approvate ed a quant'altro definito in corso
d'opera dal Direttore dei Lavori. Il collaudo ha inoltre lo scopo di verificare la corrispondenza
di quanto realizzato ai dati risultanti dalla contabilità finale e dai documenti giustificativi
corrispondano tra loro e con le risultanze di fatto, non solo per dimensione, forma e quantità,
ma anche per qualità dei materiali, dei componenti e delle provviste e che le procedure
espropriative poste a carico dell’esecutore siano state espletate tempestivamente e
diligentemente.
Il collaudo comprende anche tutte le verifiche tecniche particolari previste dai documenti di
contratto e dalla legislazione vigente oltre all'esame di eventuali riserve dell'Appaltatore, poste
nei termini prescritti, sulle quali non sia già intervenuta una risoluzione definitiva.
Nei casi e nei termini previsti dalla legge è obbligatorio il collaudo in corso d'opera con le
modalità prescritte.
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All'organo di collaudo il Committente dovrà fornire, oltre alla documentazione relativa al
conto finale e alla ulteriore documentazione allegata alla propria relazione sul conto finale, la
seguente documentazione:
la copia conforme del progetto approvato, completo di tutti i suoi allegati, nonché dei progetti
e delle eventuali perizie di variante e suppletive con le relative approvazioni intervenute;
l'originale di tutti i documenti contabili o giustificativi prescritti dal presente capitolato e dalla
normativa vigente e di tutte le ulteriori documentazioni che fossero richieste dall'organo
suddetto.
Nel caso di incarico conferito in corso d'opera, L’AIPo , attraverso il RUP ,trasmette
all'organo di collaudo:
• la copia conforme del progetto, del capitolato speciale d'appalto nonché delle eventuali
varianti approvate;
• copia del programma contrattualmente adottato ai fini del riferimento convenzionale al
prezzo chiuso e copia del programma di esecuzione dei lavori redatto dall'impresa e
approvato dal Direttore dei Lavori;
• copia del contratto, e degli eventuali atti di sottomissione o aggiuntivi eventualmente
sopravvenuti;
• verbale di consegna dei lavori ed eventuali verbali di sospensione e ripresa lavori;
• rapporti periodici del direttore dei lavori e tutti gli altri atti che fossero richiesti
dall'organo di collaudo;
• verbali di prova sui materiali, nonché le relative certificazioni di qualità.
Esaminati i documenti acquisiti, l'organo di collaudo fissa il giorno della visita di collaudo e
ne informa il Committente che ne dà tempestivo avviso all'Appaltatore, al Direttore dei
Lavori, al personale incaricato della sorveglianza e della contabilità dei lavori e, ove
necessario, agli eventuali incaricati dell'assistenza giornaliera dei lavori, affinché intervengano
alle visite di collaudo.
Se l'appaltatore non interviene alle visite di collaudo, queste vengono esperite alla presenza di
due testimoni estranei alla stazione appaltante e la relativa spesa è posta a carico
dell'Appaltatore.
Il Direttore dei Lavori ha l'obbligo di presenziare alle visite di collaudo.
Il Collaudatore, in corso di collaudo, può prescrivere accertamenti, saggi, riscontri ed in
generale qualsiasi prova ritenga necessaria per la verifica della buona esecuzione del lavoro.
Dette operazioni di riscontro, compreso quanto necessario per l'eventuale ripristino delle parti
alterate dalle operazioni di verifica, sono a carico dell'Appaltatore; nel caso in cui l'appaltatore
non ottemperi a tali obblighi, il Collaudatore dispone che sia provveduto d'ufficio, deducendo
la spesa dal residuo credito dell'appaltatore.
Ferma restando la discrezionalità dell'organo di collaudo nell'approfondimento degli
accertamenti, il collaudatore in corso d'opera deve fissare in ogni caso le visite di collaudo:
• durante la fase delle lavorazioni degli scavi, delle fondazioni ed in generale delle
lavorazioni non ispezionabili in sede di collaudo finale o la cui verifica risulti
complessa successivamente all'esecuzione;
• nei casi di interruzione o di anomalo andamento dei lavori rispetto al programma.
Della visita di collaudo è redatto processo verbale contenente, oltre ai dati principali
dell'intervento, i rilievi fatti dal collaudatore, le singole operazioni di verifica eseguite con i
relativi risultati, conformemente a quanto indicato all'artt. 221, 223 del D.P.R. 05 ottobre
2010.
Nel caso di collaudo in corso d'opera, le visite vengono eseguite con la cadenza che la
Commissione ritiene adeguata per un accertamento progressivo della regolare esecuzione dei
lavori.
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42
I relativi verbali, da trasmettere al Committente entro trenta giorni successivi alla data delle
visite, riferiscono anche sull'andamento dei lavori e sul rispetto dei termini contrattuali e
contengono le osservazioni ed i suggerimenti ritenuti necessari, senza che ciò comporti
diminuzione delle responsabilità dell'Appaltatore e della Direzione Lavori, per le parti di
rispettiva competenza.
Il processo verbale oltre che dal collaudatore e dall'Appaltatore, sono firmati dal Direttore dei
Lavori, dal RUP e da quanti altri intervenuti.
Qualora dalle visite e dagli accertamenti effettuati in sede di collaudo definitivo emergessero
difetti di esecuzione o inadempimenti imputabili all'Appaltatore e tali da rendere necessari
lavori di riparazione di completamento o adempimenti, l'Appaltatore stesso è tenuto ad
eseguire entro giusto termine quanto prescritto dal Collaudatore.
Se i difetti e le mancanze sono di lieve entità e sono riparabili in breve tempo, il Collaudatore
prescrive specificatamente le lavorazioni da eseguire, assegnando all'Appaltatore un termine;
il certificato di collaudo non è rilasciato sino a che da apposita dichiarazione del Direttore dei
Lavori risulti che l'Appaltatore abbia completamente e regolarmente eseguito le lavorazioni
prescrittigli, ferma restando la facoltà del Collaudatore di procedere direttamente alla relativa
verifica.
Trascorso il termine assegnato dal Collaudatore per l'esecuzione dei lavori senza che
l'Appaltatore vi abbia provveduto, il Committente ha diritto di eseguirli direttamente,
addebitandone l'onere all'Appaltatore, il quale tuttavia potrà deferire il giudizio in merito al
Collegio Arbitrale.
Se i difetti e le mancanze non pregiudicano la stabilità dell'opera e la regolarità del servizio
cui l'intervento è strumentale, il Collaudatore determina, nell'emissione del certificato, la
somma che, in conseguenza dei riscontrati difetti, deve detrarsi dal credito dell'appaltatore.
In caso di discordanza fra la contabilità e lo stato di fatto, le verifiche vengono estese al fine di
apportare le opportune rettifiche nel conto finale, fatta salva la facoltà del Collaudatore, in
caso di gravi discordanze, di sospendere le operazioni di collaudo.
Dai dati di fatto risultanti dal processo verbale di collaudo e dai documenti contrattuali, anche
successivi all'inizio dei lavori, il Collaudatore redige apposita relazione di verifica di
conformità, formulando le proprie considerazioni in merito, esprimendosi in merito alla
collaudabilità del lavoro ed alle eventuali condizioni, sulle eventuali domande
dell'Appaltatore e sulle eventuali penali ed esprimendo un suo parere relativamente
all'impresa, tenuto conto delle modalità di esecuzione dei lavori e delle domande e riserve
dell'impresa stessa (in riferimento a quanto prescritto dalla normativa vigente in materia di
qualificazione delle imprese).
Qualora l'opera risulti collaudabile, il Collaudatore emette il Certificato di collaudo con le
modalità ed i termini definiti dalla normativa di riferimento.
Il collaudo finale deve avere luogo non oltre sei mesi dall'ultimazione dei lavori, salvi i casi di
particolare complessità dell'opera da collaudare, in cui il termine può essere elevato sino ad un
anno.
Il certificato di collaudo viene trasmesso per la sua accettazione all'appaltatore, il quale deve
firmarlo nel termine di venti giorni. All'atto della firma egli può aggiungere le domande che
ritiene opportune, rispetto alle operazioni di collaudo.
Il certificato di collaudo assume carattere definitivo decorsi due anni dalla data della relativa
emissione. Decorso tale termine, il collaudo si intende tacitamente approvato ancorché l'atto
formale di approvazione non sia intervenuto entro due mesi dalla scadenza del medesimo
termine.
Il Collaudo, anche se favorevole, non esonera l'Appaltatore dalle responsabilità di legge.
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43
Sono a carico dell'Appaltatore gli oneri di gratuita manutenzione sino alla data del
collaudo definitivo; i difetti che si rilevassero durante tale periodo e che fossero
imputabili all'Appaltatore, dovranno essere prontamente eliminati a cura e spese dello
stesso.
Ai sensi dell’articolo 141 comma 3 del Decreto Legislativo 163/06 nel casi di lavori di
importo fino ad € 500.000 il certificato di collaudo è sostituito da quello di regolare
esecuzione, per i lavori di importo superiore ma non eccedente € 1.000.000 , è in facoltà’
dell’AIPO di sostituire il certificato di collaudo con quello di regolare esecuzione .
Il certificato di regolare esecuzione è comunque emesso non oltre tre mesi dalla data di
ultimazione dei lavori.
ART 45
COLLAUDO STATICO
Secondo quanto disposto dalla vigente legislazione (art. 65 del D.P.R. 380/01), tutte le opere
con valenza statica in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, e le opere in
acciaio e in legno sono soggette a collaudo statico, da eseguirsi al termine dei lavori di
costruzione delle strutture oggetto della relativa denuncia agli uffici competenti.
A strutture ultimate, entro il termine di sessanta giorni, il Direttore dei Lavori depositerà al
competente ufficio la relazione a strutture ultimate e il Committente provvederà alla nomina
del Collaudatore il quale eseguirà le prove di collaudo ed emetterà il relativo certificato entro i
termini previsti dalla vigente legislazione.
Nel corso dell'esecuzione delle opere l'Appaltatore è pertanto tenuto all'esecuzione dei prelievi
di campioni di calcestruzzo e acciaio, per eseguire le necessarie prove di laboratorio.
Il numero dei campioni da prelevare dovrà essere congruente con quanto previsto dall'attuale
legislazione ed in particolare:
sui getti in calcestruzzo dovranno essere effettuati prelievi in numero non inferiore ad uno
ogni 100 m3 di getto, eseguiti con cubetti di dimensioni cm. 20x20x20;
per gli acciai non controllati in stabilimento verranno effettuati prelievi di almeno tre spezzoni
di ogni diametro per ogni partita;
per gli acciai controllati in stabilimento la frequenza dei prelievi verrà effettuata in base a
precise disposizioni impartite dal Direttore dei Lavori; tutti i campioni prelevati dovranno
essere inviati, previo controllo e visto del Direttore dei Lavori, ad un laboratorio ufficiale per
le prove di resistenza.
ART. 46
ORARIO DI LAVORO E LAVORO STRAORDINARIO
L’orario giornaliero dei lavori sarà quello stabilito dal contratto collettivo valevole nella zona
o da quello risultante dagli accordi locali.
L’Appaltatore può ordinare ai propri dipendenti di lavorare oltre il normale orario giornaliero,
o di notte, ove consentito dagli accordi sindacali di lavoro, dandone preventiva comunicazione
al Direttore dei Lavori.
Questi può vietare l’esercizio di tale facoltà qualora ricorrano motivati impedimenti di ordine
tecnico o organizzativo. In ogni caso l’Appaltatore non ha diritto ad alcun compenso oltre i
prezzi contrattuali.
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Salva l’osservanza delle norme relative alla disciplina del lavoro, se il Direttore dei Lavori
ravvisa la necessità che i lavori siano continuati ininterrottamente o siano eseguiti in
condizioni eccezionali, su autorizzazione del Responsabile del Procedimento ne dà ordine
scritto all’Appaltatore, il quale è obbligato ad uniformarvisi, salvo il diritto al ristoro del
maggior costo della manodopera previsto dalla normativa vigente per queste situazioni.
All’infuori dell’orario normale e nei giorni festivi l’Impresa non potrà eseguire lavori che
richiedano la presenza del personale dell’Ufficio di Direzione Lavori.
ART. 47
DIFETTI DI COSTRUZIONE
L’Appaltatore deve demolire e rifare a sue spese le lavorazioni che il Direttore dei Lavori
accerta eseguite senza la necessaria diligenza o con materiali diversi da quelli prescritti
contrattualmente o che, dopo la loro accettazione e messa in opera, abbiano rivelato difetti o
inadeguatezze.
Se l’Appaltatore contesta l’ordine del Direttore dei Lavori la decisione e’ rimessa al
Responsabile del procedimento; qualora l’Appaltatore non ottemperi all’ordine ricevuto, si
procede d’ufficio a quanto necessario per il rispetto del contratto.
Qualora il Direttore dei Lavori presuma che esistano difetti di costruzione, può ordinare che le
necessarie verifiche siano disposte in contraddittorio con l’Appaltatore. Quando i vizi di
costruzione siano accertati, le spese delle verifiche sono a carico dell’Appaltatore, in caso
contrario l’Appaltatore ha diritto al rimborso di tali spese e di quelle sostenute per il ripristino
della situazione originaria, con l'esclusione di qualsiasi altro indennizzo o compenso.
I controlli e le verifiche eseguite dalla stazione appaltante nel corso dell’appalto non
escludono la responsabilità dell’Appaltatore per vizi, difetti e difformità dell’opera, di parte di
essa, o dei materiali impiegati, né la garanzia dell’Appaltatore stesso per le parti di lavoro e
materiali già controllati. Tali controlli e verifiche non determinano l’insorgere di alcun diritto
in capo all’Appaltatore, né alcuna preclusione in capo alla stazione appaltante.
Ai sensi dell’art. 235 D.P.R. 207/2010, oltre a quanto disposto dall’art. 224 del regolamento,
sono ad esclusivo carico dell'appaltatore le spese di visita del personale della stazione
appaltante per accertare la intervenuta eliminazione delle mancanze riscontrate dall'organo di
collaudo ovvero per le ulteriori operazioni di collaudo resa necessaria dai difetti o dalle stesse
mancanze. Tali spese sono prelevate dalla rata di saldo da pagare all'impresa.
ART. 48
INADEMPIENZE GRAVI DELL’APPALTATORE
In caso di gravi inadempienze da parte dell’assuntore degli obblighi derivanti dal Capitolato,
l’Amministrazione si potrà risolvere il contratto ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs 163/2006 e
s.m.i.
In caso di contestazioni tra la stazione appaltante e l’esecutore circa aspetti tecnici che
possono influire sull’esecuzione del contratto si applica l’art. 164 del D.P.R. 207/2010.
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ART. 49
MATERIALI ED APPARECCHIATURE A PIÈ D’OPERA
ESECUZIONE DEI LAVORI: CONDIZIONI GENERALI
ACCETTAZIONE E PROVE DI CONTROLLO
ED
DI
I materiali e i componenti devono corrispondere alle prescrizioni contenute nel Capitolato
Speciale ed essere della migliore qualità.
I materiali ed i componenti possono essere messi in opera solamente dopo l’accettazione del
Direttore dei Lavori; in caso di controversia, si procede ai sensi dell’articolo 164 del
Regolamento.
L’accettazione dei materiali e dei componenti è definitiva solo dopo la loro posa in opera. Il
Direttore dei Lavori può rifiutare in qualunque tempo i materiali e i componenti deperiti dopo
l’introduzione in cantiere, o che per qualsiasi causa non fossero conformi alle caratteristiche,
tecniche risultanti dai documenti allegati al contratto; in questo ultimo caso l’Appaltatore deve
rimuoverli dal cantiere e sostituirli con altri a sue spese.
Ove l’Appaltatore non effettui la rimozione nel termine prescritto dal Direttore dei Lavori, la
Stazione Appaltante può provvedervi direttamente a spese dell’Appaltatore, a carico del quale
resta anche qualsiasi onere o danno che possa derivargli per effetto della rimozione eseguita
d’ufficio.
Anche dopo l’accettazione e la posa in opera dei materiali e dei componenti da parte
dell’Appaltatore, restano fermi i diritti e i poteri della stazione appaltante in sede di collaudo.
L’Appaltatore che nel proprio interesse o di sua iniziativa abbia impiegato materiali o
componenti di caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali, o
eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la contabilità è
redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
Nel caso sia stato autorizzato per ragioni di necessità o convenienza da parte del Direttore dei
Lavori l’impiego di materiali o componenti aventi qualche carenza nelle dimensioni, nella
consistenza o nella qualità, ovvero sia stata autorizzata una lavorazione di minor pregio, viene
applicata una adeguata riduzione del prezzo in sede di contabilizzazione, sempre che l’opera
sia accettabile senza pregiudizio e salve le determinazioni definitive dell’organo di collaudo.
Gli accertamenti di laboratorio e le verifiche tecniche sono disposti dalla Direzione dei Lavori
o dall’organo di collaudo, imputando la spesa a carico delle somme a disposizione
accantonate a tale titolo nel quadro economico. Per le stesse prove la Direzione dei Lavori
provvede al prelievo del relativo campione ed alla redazione di apposito verbale di prelievo; la
certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali riporta espresso riferimento a tale
verbale.
La Direzione dei Lavori e l’organo di collaudo possono disporre ulteriori prove ed analisi
ancorché non prescritte dal Capitolato Speciale ma ritenute necessarie per stabilire l’idoneità
dei materiali o dei componenti, le relative spese sono poste a carico dell’Appaltatore.
Se gli atti contrattuali non contengono specifica indicazione, l’Appaltatore è libero di
scegliere il luogo ove prelevare i materiali necessari alla realizzazione del lavoro, purché essi
abbiano le caratteristiche prescritte dai documenti tecnici allegati al contratto. Le eventuali
modifiche di tale scelta non comportano diritto al riconoscimento di maggiori oneri, né
all’incremento dei prezzi pattuiti.
Nel prezzo dei materiali sono compresi tutti gli oneri derivanti all’appaltatore dalla loro
fornitura a piè d’opera, compresa ogni spesa per eventuali aperture di cave, estrazioni,
trasporto da qualsiasi distanza e con qualsiasi mezzo, occupazioni temporanee e ripristino dei
luoghi.
A richiesta della stazione appaltante l’Appaltatore deve dimostrare di avere adempiuto alle
prescrizioni della Legge sulle espropriazioni per causa di pubblica utilità, ove
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contrattualmente siano state poste a suo carico, e di aver pagato le indennità per le
occupazioni temporanee o per i danni arrecati.
Qualora gli atti contrattuali prevedano il luogo di provenienza dei materiali, il direttore dei
lavori può prescriverne uno diverso, ove ricorrano ragioni di necessità o convenienza.
Se il cambiamento di cui sopra importa una differenza in più o in meno del quinto del prezzo
contrattuale del materiale, si fa luogo alla determinazione del nuovo prezzo ai sensi degli artt.
163 e 164 del Regolamento.
Qualora i luoghi di provenienza dei materiali siano indicati negli atti contrattuali,
l’Appaltatore non può cambiarli senza l’autorizzazione scritta del direttore dei lavori, che
riporti l’espressa approvazione del Responsabile unico del procedimento. In tal caso si applica
l’articolo 167, D.P.R. 207/2010.
ART. 50
SPESE PER LA RIDUZIONE DEI RISCHI INSITI NEGLI AMBIENTI
DI LAVORO
Per Appalti ricadenti nel campo di applicazione del D.ls 81/2008 e s.s., il Committente ovvero
il Responsabile dei Lavori nominerà il Coordinatore per la progettazione al quale è assegnato
il compito della valutazione delle spese necessarie per la riduzione dei rischi insiti negli
ambienti di lavoro.
Detta somma in ossequio ai contenuti dell’art. 131 del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. dovrà essere
esclusa da eventuali forme di ribassi od offerte in quanto scaturisce da valutazioni per le quali
non sono ammesse deroghe od economie.
ART. 51
DIFESA AMBIENTALE
L'Appaltatore si impegna, nel corso dello svolgimento dei lavori, a salvaguardare l'integrità
dell'ambiente, rispettando le norme attualmente vigenti in materia ed adottando tutte le
precauzioni possibili per evitare danni di ogni genere, nonché tutte le disposizioni inerenti
l’esecuzione dei lavori disposte dall’Autorità ambientale nell’approvazione del progetto.
In particolare, nell'esecuzione delle opere, deve provvedere a:
evitare l'inquinamento delle falde e delle acque superficiali;
effettuare lo scarico dei materiali solo nelle discariche autorizzate;
segnalare tempestivamente al Committente ed al Direttore dei Lavori il ritrovamento, nel
corso dei lavori di scavo, di opere sotterranee che possano provocare rischi di inquinamento o
materiali contaminati.
ART. 52
PROVE, VERIFICHE E RISERVE
Tutti i lavori dovranno essere eseguiti secondo quanto contenuto e prescritto dai documenti
contrattuali.
Il Committente procederà, a mezzo della Direzione dei Lavori, al controllo dello svolgimento
dei lavori, verificandone le condizioni di esecuzione e lo stato di avanzamento.
La Direzione dei Lavori potrà procedere in qualunque momento all'accertamento e
misurazione delle opere compiute; ove l'Appaltatore non si prestasse ad eseguire in
contraddittorio tali operazioni, gli sarà assegnato un termine perentorio, scaduto il quale gli
verranno addebitati i maggiori oneri sostenuti. In tal caso, inoltre, l'Appaltatore non potrà
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avanzare alcuna richiesta per eventuali ritardi nella contabilizzazione o nell'emissione dei
certificati di pagamento.
Il Direttore dei Lavori segnalerà tempestivamente all'Appaltatore le eventuali opere che
ritenesse non eseguite in conformità alle prescrizioni contrattuali o a regola d'arte;
l'Appaltatore provvederà a perfezionarle a sue spese.
Qualora l'Appaltatore non intendesse ottemperare alle disposizioni ricevute, il Committente
avrà la facoltà di provvedervi direttamente od a mezzo di terzi.
Insorgendo controversie su disposizioni impartite dal Direttore dei Lavori o sulla
interpretazione delle clausole contrattuali, l'Appaltatore potrà formulare riserva entro 15
(quindici) giorni da quando i fatti che la motivano si siano verificati o siano venuti a sua
conoscenza.
La formulazione delle riserve dovrà effettuarsi secondo quanto previsto all’art. 190 e
191 del reg 207/2010.
Le riserve dovranno essere specificate in ogni loro elemento tecnico ed economico.
Esse devono essere iscritte a pena di decadenza sul primo atto dell'appalto idoneo a riceverle,
successivo all'insorgenza o alla cessazione del fatto che ha determinato il pregiudizio
dell'esecutore. In ogni caso, sempre a pena di decadenza, le riserve sono iscritte anche nel
registro di contabilità all'atto della firma immediatamente successiva al verificarsi o al cessare
del fatto pregiudizievole. Le riserve non espressamente confermate sul conto finale si
intendono abbandonate.
Le riserve devono essere formulate in modo specifico ed indicare con precisione le ragioni
sulle quali esse si fondano. In particolare, le riserve devono contenere a pena di
inammissibilità la precisa quantificazione delle somme che l'esecutore, ritiene gli siano
dovute.
La quantificazione della riserva è effettuata in via definitiva, senza possibilità di successive
integrazioni o incrementi rispetto all'importo iscritto
Entro 15 (quindici) giorni dalla formulazione delle riserve il Direttore dei Lavori farà le sue
controdeduzioni.
Le riserve dell'Appaltatore e le controdeduzioni del Direttore dei Lavori non avranno effetto
interruttivo o sospensivo per tutti gli altri aspetti contrattuali.
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CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
CAPO II
NORME PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEI LAVORI
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1 - Manutenzione alvei
1.1
Decespugliamento di scarpate fluviali
Nel prezzo è compreso anche l'abbattimento di alberi di alto fusto, di diametro non superiore a
6 cm.
Il prezzo comprende inoltre tutte le operazioni necessarie per eseguire il lavoro così come
descritto nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo IV, sia esso
effettuato a mano o a macchina. Sono compresi altresì l'allontanamento del materiale estratto
e la sua eliminazione a discarica, nonché le operazioni di regolarizzazione del terreno a lavori
ultimati. Se durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei,
dovrà, a sue spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto. Sono a carico
dell’Impresa anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di stoccaggio dei
materiali, nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai lavori, dal
passaggio e dalle manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico dell’Impresa
anche il corrispettivo per le discariche.
I lavori di decespugliamento, nel caso di appalto a misura, saranno compensati a metro
quadrato di superficie ripulita.
1.2
Disboscamento di scarpate fluviali
Il prezzo comprende tutte le operazioni necessarie per eseguire il lavoro così come descritto
nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo IV, sia esso effettuato a
mano o a macchina. Sono compresi altresì l'allontanamento del materiale non utilizzabile e la
sua eliminazione a discarica, nonché, per i tronchi abbattuti, l'accatastamento, il taglio dei
rami, la riduzione in astoni di lunghezza commerciale ed il trasporto nei luoghi indicati dalla
Direzione Lavori. Il prezzo compensa anche la successiva regolarizzazione del terreno. Se
durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei, dovrà, a sue
spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto, indennità di discarica incluse.
Sono a carico dell’Impresa anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di
stoccaggio dei materiali, nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai
lavori, dal passaggio e dalle manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico
dell’Impresa anche il corrispettivo per le discariche.
I lavori di disboscamento, nel caso di appalto a misura, saranno compensati a metro quadrato
di superficie ripulita.
1.3
Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali
Nel prezzo sono compresi gli oneri per l'allontanamento del materiale estratto e per la sua
eliminazione a discarica, nonché per le operazioni di regolarizzazione del terreno a lavori
ultimati.
Nel caso il materiale derivato avesse valore commerciale, l’Appaltatore è tenuto alla sua
acquisizione previo il pagamento del canone erariale stabilito dagli Uffici competenti.
Se durante i lavori l’Impresa dovesse rinvenire nel terreno dei materiali estranei, dovrà, a sue
spese, provvedere al loro allontanamento e al trasporto a rifiuto. Sono a carico dell’Impresa
anche gli oneri per il recupero e le indennità di eventuali aree di stoccaggio dei materiali,
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50
nonché per la pulizia ed il ripristino di tutte le aree interessate dai lavori, dal passaggio e dalle
manovre di mezzi, o dal deposito di materiali. Resta a carico dell’Impresa anche il
corrispettivo per le discariche.
I lavori di sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali, nel caso di appalto a misura, saranno
compensati a metro quadrato di superficie sistemata su piani e scarpate arginali di qualsiasi
sviluppo, siano essi effettuati a macchina o a mano.
2 - Movimenti terra
Le sezioni di rilievo dovranno essere chiaramente individuate in sito mediante opportuna
picchettazione, tale da rendere riconoscibile la sezione anche una volta eseguiti i lavori. La
distanza fra due sezioni dovrà essere tale da evidenziare ogni variazione sostanziale. Gli oneri
per tutte le operazioni di rilievo e di misurazione sono a carico dell’Impresa.
Nel prezzo di tutti gli scavi si intendono compensati anche:
− l'esecuzione dello scavo anche in presenza d'acqua, compreso l'onere per gli eventuali
aggottamenti con l'impiego di pompe;
− l'innalzamento, carico, trasporto e messa a rinterro o a rilevato del materiale scavato nelle
aree individuate dalla Direzione Lavori (rinterro e rilevato da realizzarsi con le modalità
previste nel paragrafo "Formazione di rilevati" del Capo III del Capitolato Speciale
d'Appalto), oppure il carico sui mezzi di trasporto, trasporto del materiale di qualsiasi
entità proveniente dallo scavo, scarico e sistemazione a discarica pubblica od invece entro
le aree poste a disposizione dal Committente o scelte dall’Appaltatore;
− le indennità di deposito temporaneo o definitivo, ovvero il canone demaniale nel caso il
materiale avesse valore commerciale e l’Appaltatore intendesse acquisirlo;
− i permessi, i diritti o canoni di discarica se necessari;
− l'esecuzione di fossi di guardia e di qualsiasi altra opera per la deviazione delle acque
superficiali e l'allontanamento delle stesse dagli scavi;
− l'esecuzione delle armature, sbadacchiature e puntellamenti provvisori delle pareti degli
scavi compreso manodopera, noleggio e sfrido di legname, chioderia e quant'altro occorra
per l'armatura ed il disarmo. Sono escluse invece le armature continue degli scavi tipo
armature a cassa chiusa e palancole metalliche o simili ad infissione o marciavanti, da
utilizzare a insindacabile giudizio della Direzione Lavori;
− l'eventuale mancato recupero, parziale o totale, del materiale impiegato nelle puntellature,
nelle sbadacchiature e nelle armature suddette, e ciò anche se gli scavi fossero eseguiti per
campioni;
− i maggiori oneri derivanti dagli allargamenti e dalle scarpate che si dovranno dare agli
scavi stessi in relazione alle condizioni naturali ed alle caratteristiche delle opere;
− l'accurata pulizia delle superfici di scavo e la loro regolarizzazione;
− la demolizione delle eventuali tombinature o fognature di qualsiasi tipo e dimensioni
nonché il loro rifacimento;
− l'incidenza degli interventi, ove necessario, per ricerca, assistenza e superamento di cavi,
tubazioni e condutture sotterranee (SIP - ENEL - GAS - METANO - ACQUA - etc.).
I rilevamenti e la misurazione degli scavi agli effetti del pagamento saranno eseguiti in
contraddittorio con l’Impresa prima dell'inizio dei lavori ed al momento della
contabilizzazione.
Nel caso di appalti a misura i movimenti di terra saranno valutati generalmente a m3.
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2.1
Scavo di sbancamento o ricalibratura d'alveo con sistemazione entro l’ambito
del cantiere
Il prezzo comprende, oltre a tutti gli oneri richiamati al punto 2, il trasporto del materiale, lo
scarico e la sistemazione entro l’area del cantiere.
Lo scavo per ricalibrature d'alveo sarà misurato e compensato a volume di materiale in posto
prima dello scavo, computato con il metodo delle sezioni ragguagliate.
2.2
Scavo di sbancamento o ricalibratura d'alveo con sistemazione fuori dall’ambito
del cantiere
Il prezzo comprende, oltre a tutti gli oneri richiamati al punto 2, il trasporto del materiale, lo
scarico e la sistemazione nella discarica.
Lo scavo di sbancamento sarà misurato e compensato a volume di materiale in posto prima
dello scavo computato con il metodo delle sezioni ragguagliate.
2.3
Scavo di fondazione a sezione obbligata
Nel caso di appalti a misura lo scavo di fondazione sarà misurato a volume in base alle sezioni
obbligate di scavo risultanti dai disegni di progetto, a partire dal piano campagna originario o
dal piano ottenuto a seguito di sbancamento, salvo che l’Ufficio di Direzione Lavori non
adotti, a suo insindacabile giudizio, altri sistemi.
3 - Demolizioni
Il prezzo deve intendersi applicabile per qualunque quantitativo di materiale da demolire,
anche di dimensioni minime.
Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri relativi a tale categoria di lavori, sia che venga
eseguita in elevazione, fuori terra, in fondazione, entro terra, in breccia e in qualunque forma,
comunque senza l'uso di mine.
In particolare sono compresi i ponti di servizio, le impalcature, le armature e sbadacchiature
eventualmente occorrenti, nonché l'immediato allontanamento dei materiali di risulta.
L’Impresa è obbligata a recuperare i materiali dichiarati utilizzabili dall’Ufficio di Direzione
Lavori, che rimangono proprietà dell'Amministrazione, e a caricare, trasportare a scaricare a
rifiuto quelli non utilizzabili. Il prezzo è comprensivo anche del corrispettivo per le
discariche.
Negli appalti a misura, le demolizioni sono valutate a m3 misurate in sito prima
dell'esecuzione del lavoro.
3.1
Demolizione di strutture in pietrame a secco o in gabbioni
La demolizione di strutture in pietrame a secco o gabbioni sarà compensata, nei lavori a
misura, con valutazione a metro cubo di materiale demolito, misurato in sito prima
dell'esecuzione del lavoro.
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3.2
Demolizione di strutture in mattoni
La demolizione di strutture in mattoni sarà compensata, negli appalti a misura, con
valutazione a metro cubo di materiale demolito, misurato in sito prima dell'esecuzione del
lavoro.
3.3
Demolizione di strutture in calcestruzzo
La demolizione di strutture in calcestruzzo sarà compensata, negli appalti a misura, con
valutazione a metro cubo di materiale demolito, misurato in sito prima dell'esecuzione del
lavoro.
3.4
Demolizione di strutture in cemento armato
La demolizione di strutture in cemento armato sarà compensata, negli appalti a misura, con
valutazione a metro cubo di materiale demolito, misurato in sito prima dell'esecuzione del
lavoro. Saranno da considerarsi demolizioni di strutture in cemento armato quelle relative a
conglomerati cementizi con armatura superiore a 30 kg/m3.
3.5
Taglio e demolizione di pavimentazione stradale
Il prezzo compensa il taglio, la demolizione e la rimozione della pavimentazione stradale di
qualsiasi tipo e di qualunque spessore, da realizzarsi con adeguati mezzi meccanici, lungo i
tracciati preventivamente individuati.
Sono compresi nel prezzo il carico e il trasporto a discarica a qualsiasi distanza del materiale
rimosso, nonché i relativi oneri, canoni o diritti.
Negli appalti a misura la valutazione sarà fatta a metro cubo (m3).
4 - Formazione di drenaggi
4.1
Formazione di drenaggi con materiale arido
Il prezzo comprende: la fornitura del materiale delle dimensioni prescritte, la posa in opera
secondo le indicazioni di progetto e quant'altro occorrente per ultimare l'opera a regola d'arte.
I drenaggi in materiale arido per i riempimenti a tergo di strutture o per la realizzazione di
canali drenanti saranno compensati, negli appalti a misura, ad assestamento avvenuto, con
valutazione a metro cubo.
4.2
Filtri drenanti
Il prezzo comprende la fornitura del materiale delle dimensioni e della distribuzione
granulometrica prescritta, la posa in opera secondo le indicazioni di progetto, la
compattazione del materiale e quant'altro occorrente per ultimare l'opera a regola d'arte.
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53
Il prezzo compensa altresì la realizzazione di tappeti drenanti al piede dei rilevati arginali,
anche a più strati, ognuno dei quali opportunamente compattato.
Negli appalti a misura la valutazione sarà fatta a m3, a compattazione ed assestamento
avvenuti, salva diversa disposizione nella voce di elenco.
4.3
Tubazioni forate in calcestruzzo
Il prezzo comprende la fornitura delle tubazioni, il carico e lo scarico a piè d'opera, la posa
secondo le modalità previste e ogni lavoro e provvista per dare l'opera ultimata a regola d'arte.
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di tubazioni forate in calcestruzzo semplice,
posate secondo le indicazioni di progetto.
Negli appalti a misura la valutazione sarà a metro lineare.
4.4
Tubazioni in PVC
Il prezzo comprende la fornitura delle tubazioni, il carico e lo scarico a piè d'opera, la posa
secondo le modalità previste e ogni lavoro e provvista per dare l'opera ultimata a regola d'arte.
Il prezzo compensa, con valutazione a metro lineare negli appalti a misura, la fornitura e la
posa in opera di tubazioni in PVC rigido serie 303/1.
5 - Formazione di rilevati
5.1
Preparazione del piano di posa e del rilevato arginale
Il prezzo compensa la preparazione del piano di posa per nuove arginature o per ringrosso o
rialzo di arginature esistenti, eseguita mediante scavo di cassonetto o di gradonature, secondo
le geometrie e le dimensioni previste dagli elaborati progettuali.
Il prezzo comprende l'onere dell'accumulo a piè d'opera, della separazione del materiale
vegetale per la successiva ripresa e la posa lungo le scarpate arginali, il riutilizzo del materiale
terroso idoneo integrato con altro proveniente dalle cave di prestito per il reintegro del
cassonetto o dei gradoni e la posa a regola d’arte del detto materiale a riempimento del
cassonetto e delle gradonature.
Negli appalti a misura, salvo diversa precisazione nella voce di elenco, la preparazione del
piano di posa viene compensato a mq se di spessore prestabilito, oppure a m3 se di spessore
variabile in funzione dei luoghi.
5.2
Formazione o ringrosso di rilevati arginali con materiale proveniente da cave
private
I rilevamenti e la misurazione dei rilevati agli effetti del pagamento saranno eseguiti in
contraddittorio con L’Impresa prima dell'inizio dei lavori ed al momento della loro
contabilizzazione.
Le sezioni di rilievo dovranno essere chiaramente individuate in sito mediante opportuna
picchettazione, tale da rendere riconoscibile la sezione anche una volta eseguiti i lavori. La
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54
distanza fra le due sezioni di rilievo sarà tale da evidenziare ogni variazione di rilievo ai fini
esecutivi. Gli oneri per tutte le operazioni di rilievo e di misurazione sono a carico
dell’Impresa.
I rilevati eseguiti saranno misurati a compattazione ed assestamento avvenuti e computati con
il metodo delle sezioni ragguagliate. Il prezzo comprende la fornitura a piè d'opera del
materiale, la posa per strati dello spessore indicato nei disegni di progetto, la compattazione
con il macchinario e le modalità prescritte negli stessi elaborati progettuali e quant'altro
necessario per dare l'opera finita a regola d'arte secondo le modalità e caratteristiche previste
nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III, comprese le prove di
accettazione e controllo.
Il prezzo compensa la formazione di nuovi rilevati arginali o il ringrosso e/o il rialzo di
rilevati esistenti con materiale proveniente da cave private individuate dall’Impresa
Appaltante.
Negli appalti a misura il prezzo è riferito al m3 dato in opera finito.
L'area delle sezioni in rilevato verrà computata rispetto al piano campagna, senza tener conto
né dello scavo di scoticamento o di ammorsamento (nel caso di ringrosso o rialzo arginale), né
dell'occorrente materiale di riempimento; né dei cedimenti subiti dal terreno stesso per effetto
del compattamento meccanico o per naturale assestamento; né della riduzione di volume che il
materiale riportato subirà, rispetto al volume che occupava nel sito di scavo oppure allo stato
sciolto, a seguito del compattamento meccanico.
Qualora l’Impresa superasse le sagome fissate dall’Ufficio di Direzione Lavori, il maggiore
rilevato non verrà contabilizzato e l’Impresa, se ordinato dall’Ufficio di Direzione Lavori,
rimuoverà, a sua cura e spese, i volumi di terra riportati o depositati in più, provvedendo nel
contempo a quanto necessario per evitare menomazioni alla stabilità dei rilevati accettati
dall’Ufficio di Direzione Lavori.
5.3
Formazione o ringrosso di rilevati con materiale proveniente da aree demaniali
Nel caso che il materiale provenga da scavi di ricalibratura d'alveo o di sbancamento in aree
demaniali, nel prezzo risulta compensato, oltre a tutto quanto già descritto alla voce l'onere
per lo scavo, il carico del materiale nel luogo di giacenza, il trasporto e lo scarico a piè d'opera
nell'area dei lavori, nonché la sistemazione finale dell'area di prelievo del materiale secondo le
indicazioni progettuali o dall’Ufficio di Direzione Lavori.
6 - Opere di protezione spondale
6.1
Formazione di protezione spondale in massi naturali
Di norma il peso del materiale, deve essere determinato con l'impiego della bilancia a bilico;
in casi particolari, riconosciuti dall’Ufficio di Direzione Lavori, mediante ordine di servizio,
la determinazione del peso dei massi naturali può essere effettuata mediante mezzi
galleggianti stazzati.
L'operazione di pesatura verrà effettuata in contraddittorio tra dall’Ufficio di Direzione
Lavori, o suoi rappresentanti; le parti firmeranno le bollette, madre e figlie, nel numero
disposto dall’Ufficio di Direzione Lavori.
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55
Per le operazioni di pesatura l’Impresa deve disporre di uno o più bilici, secondo le
disposizioni dall’Ufficio di Direzione Lavori, rimanendo a tutto suo carico ogni spesa ed
onere relativi alle operazioni di pesatura, ivi compresi, l'impianto dei bilici ed il relativo
controllo iniziale, quelli periodici da parte del competente Ufficio, le eventuali riparazioni dei
bilici e la costruzione di una baracca ad uso del personale dell'Amministrazione preposto alle
operazioni di pesatura.
Il peso dei carichi viene espresso in tonnellate e frazioni di tonnellate fino alla terza cifra
decimale; se ne detrae la tara del veicolo e della cassa, nonché il peso dei cunei o scaglioni
usati per fermare i massi di maggiore dimensione, ottenendo così il peso netto che viene
allibrato nei registri contabili.
L’Impresa deve fornire appositi bollettari; ciascuna bolletta viene datata ed oltre il peso netto
deve portare il peso lordo, la targa o il contrassegno dei veicolo o delle casse a cui la bolletta
stessa si riferisce, nonché la categoria del materiale.
Ad ogni veicolo o cassone carico corrisponde quindi una serie di bollette, di cui la madre resta
al personale dell'Amministrazione che ha effettuato la pesatura e le figlie di norma vengono
consegnate al rappresentante dell’Impresa, al conducente del mezzo di trasporto ed al
personale dell'Amministrazione che sorveglia la posa del materiale in opera.
Quando i materiali vengano imbarcati sui pontoni o su altri galleggianti, ciascuno di tali mezzi
deve essere accompagnato da una distinta di carico nella quale dovranno figurare la matricola
di identificazione del galleggiante, la stazza a carico completo, l'elenco delle bollette figlie
riguardanti ciascuno degli elementi imbarcati e la somma dei pesi lordi che in esse figurano.
La somma deve coincidere con la lettura della stazza a carico completo.
E’ ammessa la fornitura di massi naturali proveniente da salpamenti, previa autorizzazione
dell’Ufficio di Direzione Lavori.
Lo scarico non può essere mai iniziato senza autorizzazione del Rappresentante dell’Ufficio di
Direzione Lavori, questi, prima di autorizzare il versamento, controlla il carico, eseguito lo
scarico verifica se lo zero della scala di stazza corrisponde alla linea di galleggiamento, quindi
completa le bollette apponendovi la propria firma.
Il materiale comunque perduto lungo il trasporto non può essere contabilizzato.
Oltre a quanto stabilito nel Capitolato, l’Ufficio di Direzione Lavori ha la più ampia facoltà di
aggiungere tutte quelle condizioni che ritenga più opportune per assicurare la buona riuscita
delle operazioni di pesatura nonché l'efficienza dei controlli sui pesi dei carichi, sulla
regolarità dei trasporti e sul collocamento in opera dei massi.
Nessuno speciale compenso o indennità può riconoscersi all’Impresa per il tempo necessario
alle operazioni di taratura, stazzatura, pesatura dei materiali o per controlli su dette operazioni.
6.2
Sistemazione faccia a vista delle mantellate
Il prezzo compensa la sistemazione faccia a vista a superficie pianeggiante delle mantellate e
comprende tutti gli oneri occorrenti per far assumere al paramento lato fiume l'aspetto di un
mosaico grezzo, con assenza di grandi vuoti o soluzioni di continuità; il prezzo comprende
altresì la fornitura del terreno vegetale, l'intasamento della mantellata e la semina fino ad
attecchimento avvenuto.
Negli appalti a misura la valutazione sarà fatta a metro quadrato.
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6.3
Formazione di protezione spondale in massi artificiali
Il prezzo compensa la realizzazione delle difese di sponda in massi artificiali, compresi tutti
gli oneri per la fornitura ed il trasporto dei componenti del calcestruzzo, per la realizzazione
del getto ed in generale per tutto quanto occorrente per la costruzione dei prismi e per la loro
posa in opera secondo le modalità descritte nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale
d'Appalto - Capo III e le prescrizioni progettuali. Sono compresi anche gli oneri per il prelievo
dei campioni e per le prove di laboratorio.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà fatta a metro cubo riferita ai volumi effettivi dedotti
geometricamente dalla misurazione dei singoli prismi da effettuarsi prima della posa in opera.
6.4
Formazione di protezione spondale in gabbioni
Il prezzo compensa tutti gli oneri per la confezione del gabbione a seconda della sua altezza,
compresi i materiali impiegati, nonché quelli per la posa in opera.
Nel prezzo sono compresi cioè tutti gli oneri per la fornitura, il trasporto, la posa ed il
montaggio delle scatole metalliche; gli oneri per la fornitura del filo zincato necessario per le
cuciture di ogni scatola, per i collegamenti tra le varie scatole e per i tiranti tra le facce
opposte o contigue e tutte le operazioni di cucitura, collegamento e tirantaggio.
Il prezzo comprende, altresì, la fornitura, il trasporto e la posa del materiale di riempimento
secondo le indicazioni riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto Capo III, nonché l'eventuale posa in opera del gabbione da realizzarsi successivamente al
riempimento dello stesso.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà effettuata a metro cubo riferita ai volumi effettivi
dedotti geometricamente dalla misurazione delle singole figure geometriche da effettuarsi
prima della posa in opera.
6.5
Formazione di protezione spondale in materassi metallici
Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri per la fornitura, il trasporto, la posa ed il montaggio
delle scatole metalliche di spessore predefinito, gli oneri per la fornitura del filo zincato
necessario per le cuciture di ogni scatola, per i collegamenti tra le varie scatole e per i tiranti
tra le facce opposte o contigue, incluse le operazioni stesse di cucitura, collegamento e
tirantaggio, la fornitura, il trasporto e la posa del materiale di riempimento secondo le
indicazioni riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III,
nonché la posa in opera del materasso da realizzarsi, eventualmente, successivamente al
riempimento dello stesso.
Negli appalti a misura, la valutazione sarà effettuata a metro quadrato riferita ai volumi
effettivi dedotti geometricamente dalla misurazione delle singole figure geometriche da
effettuarsi prima della posa in opera.
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6.6
Formazione di protezione spondale mediante copertura diffusa con astoni di
salice
Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri per la regolarizzazione e la predisposizione della
sponda, l'approvvigionamento del materiale vegetale, sia esso proveniente da vivaio o
reperibile in loco, il taglio degli astoni, il loro trasporto fino al luogo del cantiere, il loro
eventuale immagazzinamento, il corretto posizionamento delle verghe, l'infissione dei
picchetti e l'ancoraggio tramite filo di ferro zincato, la ricopertura con uno strato di terreno
vegetale e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità descritte nello specifico
paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III e negli elaborati progettuali. Nei prezzi
risultano altresì compresi gli oneri per la garanzia dell’attecchimento, il ripristino delle
fallanze, nonché l'onere relativo alla realizzazione della protezione al piede eseguita con le
dimensioni e le modalità previste negli elaborati progettuali e nello specifico paragrafo del
Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
La copertura diffusa, negli appalti a misura, sarà valutata a metro lineare di protezione messa
in opera sulla base dell'altezza della sponda, misurata verticalmente a partire dalla difesa al
piede, ovvero a metro quadrato di superficie spondale insediata, se così indicato nella voce di
elenco.
6.7
Fornitura e posa in opera di lastre in c.a. a protezione del petto arginale
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di lastre in c.a. prefabbricate, con spessore
minimo delle nervature di 15 cm e delle dimensioni previste in progetto, realizzate con
calcestruzzo avente resistenza caratteristica cubica minima pari a 300 kg/cm2 e debitamente
armate con una quantità di ferro non inferiore a 80 kg/m3.
Il prezzo comprende anche l'onere per la preparazione del piano di posa, per l'innaffiamento,
per la regolarizzazione dei giunti secondo le modalità ed i tipi di progetto, per l'esecuzione
delle prove di accettazione e controllo sui materiali previste in capitolato e per ogni altra
operazione necessaria per dare l'opera finita e regola d'arte.
Negli appalti a misura, la valutazione verrà effettuata a metro quadrato di superficie coperta.
6.8
Teli ripartitori di carichi
Relativamente ai teli ripartitori di carichi si provvederà alla pesatura di uno o più campioni
della fornitura messa a disposizione dall’Appaltatore, a discrezione dell’Ufficio di Direzione
Lavori, per verificare la loro rispondenza alle caratteristiche prescritte nel relativo prezzo
unitario. Di detta pesatura verrà redatto apposito verbale.
Negli appalti a misura, la valutazione verrà effettuata a metro quadrato di superficie coperta.
6.9
Tappeti filtranti zavorrati
Il tappeto filtrante zavorrato sarà valutato a metro quadro per la superficie effettiva, misurando
fuori acqua le singole fasce confezionate misurate prima della posa in opera con esclusione
della fascia necessaria alla sovrapposizione questa non inferiore a 20 cm..
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58
Con il prezzo in elenco si intendono compensate ogni fornitura e lavorazione necessaria alla
buona esecuzione delle opere, la mobilitazione di cantiere ed eventuali opere provvisionali.
6.10
Burghe
Le burghe verranno conteggiate ad unità prima delle operazioni di varo e saranno compensate
solo quelle regolarmente poste in opera .
6.11
Burgoni
I burgoni verranno conteggiati a numero di elementi regolarmente posti in opera.
6.12
Materassi bituminosi filtranti tipo Fixtone
I materassi bituminosi filtranti tipo Fixtone andranno valutati a m2 sulla base dei disegni di
progetto.
6.13
Sacconi riempiti di sabbia
I sacconi verranno conteggiati a numero di elementi regolarmente posti in opera.
7 - Geosintetici e geocompositi
7.1
Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto fuori acqua
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di tessuto non tessuto e comprende tutti gli
oneri per gli sfridi, le sovrapposizioni, le cuciture, le prove di laboratorio richieste dalla
Direzione Lavori e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello
specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto – Capo III e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura i geotessili in tessuto non tessuto saranno compensati a metro quadrato,
in ragione della grammatura e in base alla superficie effettivamente coperta dal telo, senza
tenere conto delle sovrapposizioni.
7.2
Fornitura e posa in opera di tessuto non tessuto sotto il pelo dell'acqua
Il prezzo compensa la posa in opera di tessuto non tessuto come al numero precedente e con
gli stessi oneri, ma posato sotto il livello dell'acqua.
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59
7.3
Fornitura e posa in opera di georete tridimensionale antierosione, rinforzata
con griglia in poliestere
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di georete tridimensionale in nylon
rinforzata con griglia in poliestere delle caratteristiche riportate nel Capo III del Capitolato
Speciale d'Appalto e comprende tutti gli oneri per gli sfridi, i sormonti, le cuciture, gli
ancoraggi, le prove di laboratorio richieste dall’Ufficio di Direzione Lavori e quant'altro
necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello specifico paragrafo del
Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura, le georeti tridimensionali antierosione saranno compensate a metro
quadrato, in base alla superficie effettivamente coperta dalla georete, senza tenere conto dei
sormonti.
7.4
Fornitura e posa in opera di geomembrana impermeabile
Il prezzo compensa la pulitura e la livellazione del terreno di posa, la fornitura e la posa in
opera di uno strato in tessuto non tessuto di peso unitario non inferiore a 70 gr./m2, la
fornitura e la posa in opera della geomembrana impermeabile delle caratteristiche riportate nel
Capo III del Capitolato Speciale d'Appalto e comprende tutti gli oneri per gli sfridi, i
sormonti, gli ancoraggi, le giunzioni o saldature, le prove di laboratorio richieste dall’Ufficio
di Direzione Lavori e quant'altro necessario per eseguire l'opera con le modalità previste nello
specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III e nei disegni di progetto.
Negli appalti a misura, le geomembrane impermeabili saranno compensate a metro quadrato
in base alla superficie effettivamente coperta dal telo, senza tenere conto dei sormonti.
8
Realizzazione delle opere in calcestruzzo semplice ed armato.
8 - Opere in conglomerato cementizio
I getti di calcestruzzo armato saranno misurati nel loro effettivo volume geometrico risultante dai disegni
costruttivi approvati dalla Direzione Lavori.
Il prezzo relativo ai calcestruzzi compensa il costo degli inerti, del cemento e tutti gli oneri per il
confezionamento, sollevamento, avvicinamento e getto dei calcestruzzi eseguiti da qualsiasi altezza e profondità,
nonché la vibratura dei getti, con vibratori ad immersione e da applicare alle casseforme e compresi i ponteggi
necessari salvo casi particolari a giudizio della Direzione Lavori.
Sono pure compensati: l'esecuzione dei giunti, la preparazione e la pulizia delle superfici prima dei getti, la
protezione e la stagionatura, nonché la formazione di chiavi e tutte le opere di ravvivamento nelle riprese di
getto.
Si intenderà compresa nel prezzo unitario di tutti i calcestruzzi la realizzazione della finitura superficiale
corrispondente ai gradi F1 e F2.
Salva diversa indicazione nella voce di elenco il calcestruzzo, negli appalti a misura, verrà valutato a metro cubo
in opera.
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60
8.1
Calcestruzzo per opere di sottofondazione non armata
Il prezzo compensa, con gli oneri sopra descritti, la fornitura in opera di calcestruzzo per opere di
sottofondazione non armate, confezionato con due o più pezzature di inerte, in modo da ottenere una
distribuzione granulometrica adeguata all'opera da eseguire, gettato con o senza l'ausilio di casseri, questi
contabilizzati a parte.
Il Calcestruzzo deve appartenere alla classe C16/20 di cui al DM 14 gennaio 2008 Salva diversa indicazione
nella voce di elenco il calcestruzzo sia sulla classe di appartenenza.
Negli appalti a misura, verrà valutato a metro cubo in opera.
8.2
Calcestruzzo per opere in cemento armato in genere
Il prezzo compensa, con gli oneri sopra descritti, la fornitura in opera appartenente a classe di resistenza
superiore a C25/30, salva diversa indicazione nella voce di elenco prezzi, per strutture in cemento armato in
genere, confezionato secondo le norme di cui al DM 14 gennaio 2008, con granulometria degli inerti tale da
ottenere una distribuzione granulometrica adeguata all'opera da eseguire, gettato con l'ausilio di casseri, ferro e
casseri contabilizzati a parte.
Salva diversa indicazione nella voce di elenco il calcestruzzo, negli appalti a misura, verrà valutato a metro cubo
in opera.
8.3
Casserature per strutture in calcestruzzo semplice o armato
Il prezzo compensa la fornitura ed il montaggio delle casseforme per getti in calcestruzzo sia orizzontali che
verticali od inclinati a qualsiasi profondità ed a qualsiasi altezza dal piano di appoggio, compreso sfridi, tiranti,
chioderia, banchinaggi, puntellamenti, ponteggi di servizio, getti, disarmo e pulizia delle stesse ed ogni altro
onere, secondo le specifiche di cui sopra.
Negli appalti a misura, le casseforme verranno misurate a metro quadro in base alla effettiva superficie bagnata
dal getto.
Negli appalti a misura, i casseri saranno compensati a metro quadrato in base alla superficie delle facce della
struttura da casserare, senza tenere conto di altro.
8.4
Casserature per getti di calcestruzzo faccia a vista
Il prezzo compensa la fornitura ed il montaggio, con gli oneri previsti per la voce precedente nonché quelli per la
lavorazione necessaria a conseguire la faccia a vista dei getti di calcestruzzo.
8.5
Ferro per c.a. in barre ad aderenza migliorata B450C DM 14
gennaio 2008 (11.3.2.1)
Il prezzo del ferro di armatura compensa la fornitura, la lavorazione e la posa, lo sfrido, il trasporto e
l'immagazzinamento, le legature, gli appositi distanziatori tra i ferri ed i casseri, il cui peso non sarà
contabilizzato, di barre ad aderenza migliorata del tipo Fe b 44 k controllate in stabilimento.
Sono altresì compresi nel prezzo gli oneri per le eventuali saldature per giunzione tra tondini di qualsiasi
diametro e tra ferri tondi e profilati metallici, come pure le prove regolamentari e quelle richieste dalla Direzione
Lavori.
Il ferro di armatura, negli appalti a misura, verrà valutato secondo il peso teorico corrispondente a ciascun
diametro in base ai dati della tabella del Prontuario del C.A. Ing. L. Santarella - Hoepli - Milano, secondo lo
sviluppo risultante dai disegni costruttivi approvati dall’Ufficio di Direzione Lavori .
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8.6
Intonaco con malta di cemento per esterni
Il prezzo compensa l'esecuzione di intonaco per esterni, eseguito in spessore complessivo di 2 cm, con malta di
cemento dosata a 400 kg di cemento 325 per metro cubo di impasto, rifinito e lisciato a cazzuola.
Nel prezzo sono compresi gli oneri per la esecuzione di angoli, spigoli e sigillature, quelli per il sollevamento e
l'avvicinamento della malta, nonché quello per i ponteggi a qualunque altezza e quota e le pulizie.
La valutazione, negli appalti a misura, sarà effettuata a metro quadrato di superficie effettiva.
8.7
Formazione di paramento di muri in calcestruzzo con pietrame
spaccato
Il prezzo compensa la formazione di paramento esterno di muri in calcestruzzo con pietrame spaccato e sbozzato,
per uno spessore medio di 30 cm, da posarsi in opera per corsi orizzontali, contestualmente al getto del
calcestruzzo, compresa la stilatura dei giunti con malta a 400 kg di cemento, nonché la fornitura del pietrame.
La valutazione, negli appalti a misura, sarà effettuata a metro quadrato di superficie effettiva di paramento
.
10 - Opere di sistemazione dei versanti
10.1
Palificata di sostegno in legname
Il prezzo compensa, secondo le dimensioni indicate nei disegni progettuali, la realizzazione di
palificate di sostegno in legname. La misura in altezza corrisponderà alla distanza tra il
traverso o il corrente più alto rispetto al piano di fondazione, mentre la profondità sarà data
dalla dimensione media della metà superiore dell'opera, misurata come distanza tra gli assi dei
correnti più alti.
Il prezzo comprende la fornitura del legname, del materiale di fissaggio tra i correnti e i
traversi, del materiale di ancoraggio alla fondazione, degli astoni e delle piantine, del
materiale terroso di riempimento; comprende altresì il trasporto dei materiali a piè d'opera, il
taglio, la scortecciatura e l'eventuale trattamento del legname, la costruzione della struttura ed
il suo ancoraggio alla fondazione, il riempimento, la messa a dimora del materiale vegetale e
quant'altro necessario per dare l'opera ultimata a regola d'arte secondo le modalità riportate
nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III, esclusa solo la
fondazione ed il relativo scavo che verranno compensati a parte.
Nei lavori a misura la valutazione sarà fatta a metro cubo.
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10.2
Gradonata viva con talee e piantine
Il prezzo compensa, con le dimensioni riportate nei disegni di progetto, la realizzazione di
gradonate viva con talee e piantine radicate. Il prezzo comprende lo scavo delle banchine, sia
esso eseguito a macchina o a mano, la fornitura e la messa a dimore delle talee e/o delle
piantine, il successivo riempimento ed ogni altro onere per dare l'opera ultimata a regola d'arte
secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto Capo III.
Nei lavori a misura la valutazione sarà fatta a metro lineare.
10.3
Grata viva in legname con talee e piantine
Il prezzo compensa la realizzazione di grate vive in legname con talee e piantine.
Il prezzo comprende la fornitura del legname, del materiale per le chiodature e le legature, dei
piloti in acciaio, della rete elettrosaldata, del terreno di copertura, della carta catramata e del
materiale vegetale; il prezzo comprende altresì ogni lavorazione necessaria per la
regolarizzazione della superficie, per la costruzione della struttura compreso il contrafforte
alla base con o senza tondoni di appoggio, per il suo ancoraggio al terreno, per la posa ed il
fissaggio della rete elettrosaldata, per la posa del terreno di copertura e delle talee, per la
profilatura superficiale della scarpata ed ogni altro onere per dare l'opera ultimata a regola
d'arte secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale
d'Appalto - Capo III.
Nei lavori a misura, la valutazione sarà fatta a metro lineare,. con le dimensioni riportate nei
disegni di progetto.
11 - Pavimentazioni stradali
11.1
Costruzione di cassonetto stradale con regolarizzazione e rullatura del fondo
Il prezzo compensa la realizzazione di cassonetto stradale, comprendente la regolarizzazione e
la rullatura con rullo di adatto peso, statico o vibrante, o con piastra vibrante idonea, del piano
di fondo dello scavo di cassonetto, compresi gli oneri per il funzionamento del rullo o della
piastra e per ogni altra operazione necessaria per completare l'opera a regola d'arte.
Negli appalti a misura, la valutazione verrà effettuate a metro quadrato per lo spessore
riportato nei disegni di progetto.
11.2
Fondazioni stradali in misto granulare
Il prezzo compensa la formazione di fondazioni stradali e di strade sterrate realizzate secondo
le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
La valutazione, negli appalti a misura, avverrà a metro cubo a compattazione avvenuta.
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11.3
Conglomerato bituminoso per strati di base
Il prezzo compensa l'esecuzione di strati di base dello spessore compresso di 6 cm, realizzati
secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto Capo III.
La valutazione, negli appalti a misura, avverrà a metro quadro a compattazione avvenuta.
11.4
Conglomerato bituminoso per strati di usura
Il prezzo compensa l'esecuzione di strati di usura dello spessore compresso di 3 cm, realizzati
secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto Capo III. Il prezzo comprende anche la provvista e la stesa di una mano di ancoraggio
costituita da bitume di penetrazione 80/100 modificato con polimeri sintetici e stesa con
apposita attrezzatura a pressione alla temperatura di almeno 160 °C, in ragione di 1 kg/m2.
La valutazione, negli appalti a misura, avverrà a metro quadro a compattazione avvenuta.
12 - Opere in verde
12.1
Fornitura a piè d'opera di terreno agrario
Il prezzo compensa la fornitura a piè d'opera di terreno agrario delle caratteristiche riportate
nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
La valutazione, negli appalti a misura, avverrà a metro cubo a opera eseguita.
La misurazione di detto volume avverrà dopo la stesa del terreno sulle superfici da inerbire,
misurando, con il metodo della sezioni ragguagliate, la superficie occupata e moltiplicandola
per lo spessore teorico previsto in progetto (verificata la corrispondenza dello stesso).
12.2
Fornitura e posa di talee
Il prezzo compensa la fornitura e la posa di talee di specie arbustive, con diametro minimo 3
cm e lunghezza minima 80 cm, ad elevata capacità vegetativa, infisse per almeno 60 cm nel
terreno oppure negli interstizi delle difese spondali. Sono compresi tutti gli oneri per dare il
lavoro ultimato a regola d'arte secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del
Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
Nei contratti a misura, la valutazione sarà effettuata a numero.
12.3
Fornitura e posa di specie arbustive
Il prezzo compensa la fornitura e la posa in opera di specie arbustive autoctone di piccole
dimensioni (altezza inferiore a 80 cm) a radice nuda e/o con pane di terra. Il prezzo
comprende la fornitura delle specie arbustive, l'esecuzione della buca, l'impianto, il reinterro,
la concimazione e la bagnatura dell'impianto, le potature di formazione e tutto quanto
necessario per eseguire il lavoro a regola d'arte con le modalità riportate nello specifico
paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
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64
Nei contratti a misura, la valutazione sarà effettuata a numero.
12.4
Inerbimento di superfici: semplice o potenziato
I prezzi compensano l'inerbimento di superfici piane o inclinate con un miscuglio di sementi
di specie erbacee selezionate mediante tecnica a spaglio o meccanica, realizzato con le
modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale d'Appalto - Capo III.
I prezzi comprendono anche tutte le operazioni necessarie per la preparazione alla semina del
terreno agrario, compresa quindi la stesa del terreno stesso lungo le superfici da inerbire per lo
spessore previsto in progetto. I prezzi comprendono anche i lavori di vangatura, fresatura ed
erpicatura del terreno agrario da eseguirsi prima delle operazioni di semina o di piantamento,
realizzati secondo le modalità riportate nello specifico paragrafo del Capitolato Speciale
d'Appalto - Capo III.
Per quanto concerne l’inerbimento potenziato e’ previsto altresì la spruzzatura di una
emulsione bituminosa non inferiore a 2 kg/mq., lo spargimento di fertilizzanti e concimi con
l’innaffiamento sistematico per il tempo occorrente.
Nei contratti a misura, la valutazione sarà effettuata a metro quadrato.
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65
CAPO III
NORME TECNICHE
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66
A)
Norme generali per l’esecuzione dei lavori
a) Generalità
L’Impresa è tenuta alla scrupolosa osservanza delle norme contenute nel Capitolato e di
quanto altro prescritto nei documenti di progetto.
Nell’esecuzione dei lavori l’Impresa è altresì obbligata ad osservare ed a far osservare dal
proprio personale tutte le norme antinfortunistiche e sulla sicurezza del lavoro vigenti
all’epoca dell’appalto, nonché quelle specificatamente indicate nei piani di sicurezza di
cui all’art. 31) della Legge 415/98.
L’Impresa è diretta ed unica responsabile di ogni conseguenza negativa, sia civile che
penale, derivante dalla inosservanza o dalla imperfetta osservanza delle norme di cui ai
precedenti commi.
All’atto della consegna dei lavori l’Appaltatore procederà in contraddittorio con l’Ufficio
di Direzione Lavori al tracciamento con metodi topografici di sezioni trasversali e/o profili
longitudinali, dei limiti degli scavi e dei rilevati e di tutte le opere d’arte previste in base ai
disegni di progetto ed ai capisaldi e riferimenti che verranno indicati dall’Ufficio di
Direzione Lavori.
b) Ordine da tenersi nell’avanzamento lavori
L’Impresa ha la facoltà di sviluppare i lavori nel modo che crederà più opportuno per darli
perfettamente compiuti nel termine stabilito dal programma esecutivo dei lavori e nel
termine contrattuale, purché esso, a giudizio dell’Ufficio di Direzione Lavori, non riesca
pregiudizievole alla buona riuscita delle opere ed agli interessi dell'Amministrazione.
Tuttavia, l'Amministrazione ha diritto di prescrivere l'esecuzione ed il compimento di
determinati lavori entro un ragionevole termine, anche in difformità rispetto alle
indicazioni del citato programma, specialmente in relazione ad esigenze di ordine od
interesse pubblico, senza che l’Impresa possa rifiutarvisi ed avanzare pretese di particolari
compensi.
L’Impresa dovrà provvedere, durante l'esecuzione dei lavori, a mantenere pulite le aree di
lavoro, di manovra, di passaggio, o di deposito temporaneo; è altresì obbligata, al termine
dei lavori, a riportarle nelle condizioni che le caratterizzavano prima dell'inizio dei lavori.
Tali oneri sono inglobati nei prezzi di elenco.
c) Lavori eseguiti ad iniziativa dell’Impresa
L’Appaltatore che nel proprio interesse o di sua iniziativa abbia impiegato materiali o
componenti di caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali, o
eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la
contabilità è redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
Nel caso sia stato autorizzato per ragioni di necessità o convenienza da parte del Direttore
dei Lavori l’impiego di materiali o componenti aventi qualche carenza nelle dimensioni,
nella consistenza o nella qualità, ovvero sia stata autorizzata una lavorazione di minor
pregio, viene applicata una adeguata riduzione del prezzo in sede di contabilizzazione,
sempre che l’opera sia accettabile senza pregiudizio e salve le determinazioni definitive
dell’organo di collaudo.
d) Preparazione dell'area di cantiere e dei lavori
Prima che abbia luogo la consegna dei lavori, L’Impresa dovrà provvedere a sgombrare la
zona, dove essi dovranno svolgersi, dalla vegetazione boschiva ed arbustiva
eventualmente esistente e procedere alla demolizione parziale o totale di quelle costruzioni
e manufatti che verranno indicati dall’Ufficio di Direzione Lavori. Sono compresi nei
prezzi di elenco gli oneri per la formazione del cantiere e per l'esecuzione di tutte le opere
a tal fine occorrenti, compresi gli interventi necessari per l'accesso al cantiere, per la sua
recinzione e protezione e quelli necessari per mantenere la continuità delle comunicazioni,
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67
degli scoli, delle canalizzazioni e delle linee telefoniche, elettriche e del gas esistenti.
Restano a carico dell’Impresa gli oneri per il reperimento e per le indennità relativi alle
aree di stoccaggio e deposito temporaneo e/o definitivo delle attrezzature di cantiere, dei
materiali e delle apparecchiature di fornitura e dei materiali di risulta.
B)
Manutenzione alvei
B.1
Generalità
I lavori descritti in questo capitolo riguardano le operazioni di manutenzione straordinaria dei
corsi d'acqua e comprendono, in particolare, interventi di decespugliamento, disboscamento e
riprofilatura delle sponde.
I lavori andranno eseguiti nei tratti e secondo le indicazioni riportate nei disegni di progetto o
in base alle prescrizioni date di volta in volta dall’Ufficio di Direzione Lavori. L’Impresa
dovrà assolutamente evitare che il materiale rimosso dalle sponde o dagli argini cada in acqua
e venga allontanato dalla corrente.
B.2
Decespugliamento di scarpate fluviali
• Modalità esecutive
I lavori di decespugliamento andranno prevalentemente eseguiti con mezzo meccanico,
cingolato o gommato, dotato di braccio adeguato alle lavorazioni richieste ed opportunamente
munito di apparato falciante conforme alle vigenti disposizioni di legge, l'intervento sarà
completato a mano.
Dovranno essere completamente eliminati i cespugli, i rampicanti, gli arbusti e gli alberelli il
cui tronco abbia diametro inferiore a 15 cm, se necessario con due passate in senso opposto
della ruspa, oppure con una sola passata e con la presenza di un manovale incaricato di
tagliare le piante piegate dalla ruspa.
La sterpaglia rimossa andrà poi ripulita dal terriccio, allontanata dall'area di lavoro e bruciata
o portata a rifiuto.
Terminate le operazioni di decespugliamento, il terreno andrà opportunamente regolarizzato.
B.3
Disboscamento di scarpate fluviali
• Modalità esecutive
I lavori di disboscamento si riferiscono a superfici in cui vi sia elevata presenza di piante con
diametro del tronco superiore a 15 cm e comprendono anche i lavori di decespugliamento
descritti al paragrafo precedente.
Per quanto riguarda in particolare la rimozione delle piante, i tronchi abbattuti dovranno
essere raccolti, accatastati, privati dei rami, ridotti in astoni di lunghezza commerciale e
trasportati dove indicato dell’Ufficio di Direzione Lavori. I materiali non utilizzabili dovranno
essere portati a rifiuto.
Durante i lavori di rimozione delle piante l’Impresa dovrà porre la massima attenzione per
evitare qualunque pericolo per le persone e per le cose; l’Impresa è comunque pienamente
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responsabile di qualsiasi danno conseguente ai lavori di rimozione. L’Impresa dovrà altresì
usare ogni precauzione per la salvaguardia delle piante di pregio esistenti, specificatamente
segnalate dall’Ufficio di Direzione Lavori .
B.4
Sfalcio e decespugliamento di rilevati arginali
• Modalità esecutive
Le operazioni di taglio e rimozione di rovi, arbusti e vegetazione infestante lungo i rilevati
arginali dovranno essere eseguite nei tratti indicati in progetto o dall’Ufficio di Direzione
Lavori.
I lavori andranno prevalentemente eseguiti con mezzo meccanico, cingolato o gommato,
dotato di braccio adeguato alle lavorazioni richieste ed opportunamente munito di apparato
falciante conforme alle vigenti disposizioni di legge, l'intervento sarà completato a mano.
La sterpaglia rimossa andrà poi ripulita dal terriccio, allontanata dall'area di lavoro e bruciata
o portata a rifiuto. L’Impresa dovrà anche raccogliere e trasportare a discarica eventuali rifiuti
solidi rinvenuti nell'area di intervento.
Se previsto in progetto o prescritto dall’Ufficio di Direzione Lavori, terminate le operazioni di
decespugliamento, il terreno andrà opportunamente regolarizzato.
C)
C.1
Movimenti terra
Scavi
• Generalità
Le tipologie di scavo relative all'esecuzione di opere idrauliche e di sistemazione dei versanti
sono individuate nel seguito.
Scavo di sbancamento
Per scavo di sbancamento si intende quello occorrente per lo spianamento del terreno su cui
dovranno sorgere manufatti, per la regolarizzazione dei versanti in frana, per l'asportazione di
materiali in alveo ed in generale qualsiasi scavo a sezione aperta in vasta superficie che
permetta l'impiego di normali mezzi meccanici od ove sia possibile l'allontanamento delle
materie di scavo, sia pure con la formazione di rampe provvisorie, che saranno eseguite a
carico dell’Impresa. Saranno pertanto considerati scavi di sbancamento anche quelli che si
trovino al di sotto del piano di campagna quando gli scavi stessi rivestano i caratteri sopra
accennati, come ad esempio la realizzazione del cassonetto al di sotto del piano di posa dei
rilevati arginali o di quello stradale. Lo scavo andrà eseguito anche in presenza di acqua e i
materiali scavati, se non diversamente indicato dall’Ufficio di Direzione Lavori, andranno
trasportati a discarica o accumulati in aree indicate ancora dall’Ufficio di Direzione Lavori,
per il successivo utilizzo. In quest'ultimo caso, sarà onere dell’Impresa provvedere a rendere il
terreno scevro da qualunque materiale vegetale o in genere estraneo per l'utilizzo previsto.
Scavi per ricalibrature d'alveo
Per scavo di ricalibratura dell'alveo si intende quello da eseguirsi per risagomare la sezione
trasversale del corso d'acqua secondo i disegni di progetto. Tali operazioni andranno svolte
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esclusivamente per quei tratti d'alveo indicati nelle tavole progettuali. Lo scavo andrà eseguito
anche in presenza di acqua e i materiali scavati, se non diversamente indicato dall’Ufficio di
Direzione Lavori, andranno trasportati a discarica o accumulati in aree indicate ancora
dall’Ufficio di Direzione Lavori, per il successivo utilizzo. In quest'ultimo caso, sarà onere
dell’Impresa provvedere a rendere il terreno scevro da qualunque materiale vegetale o in
genere estraneo per l'utilizzo previsto.
Scavi di fondazione
Si definisce scavo di fondazione lo scavo a sezione obbligata, secondo i tipi di progetto,
effettuato sotto il piano di sbancamento o sotto il fondo alveo, disposto per accogliere gli
elementi di fondazione di strutture e le berme delle difese spondali in massi.
Terminata l'esecuzione dell'opera di fondazione, lo scavo che resterà vuoto dovrà essere
diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell’Impresa, con le stesse materie scavate,
sino al piano del terreno naturale primitivo.
• Modalità esecutive
L’Impresa eseguirà tutti gli scavi necessari alla realizzazione delle opere, sia a mano che a
macchina, qualunque sia il tipo di materiale incontrato, tanto all'asciutto che in presenza
d'acqua. Gli scavi saranno eseguiti in larghezza, lunghezza e profondità secondo quanto
indicato nei disegni esecutivi o richiesto dalla Direzione Lavori.
Eventuali scavi eseguiti dall’Impresa per comodità di lavoro od altri motivi, senza
autorizzazione scritta dall’Ufficio di Direzione Lavori, non saranno contabilizzati agli effetti
del pagamento.
All'inizio dei lavori, l’Impresa dovrà provvedere, ove necessario, alla rimozione della
vegetazione e degli apparati radicali ed al loro trasporto a rifiuto.
Gli scavi dovranno essere condotti in modo da non sconnettere e danneggiare il materiale
d'imposta. l’Impresa prenderà inoltre tutte le precauzioni necessarie per evitare gli
smottamenti delle pareti dello scavo, soprattutto in conseguenza di eventi meteorologici
avversi e metterà in atto tutti gli accorgimenti necessari per evitare danni alle persone ed alle
opere e sarà obbligata a provvedere a suo carico alla rimozione delle eventuali materie franate.
In ogni caso l’Impresa sarà l'unica responsabile per i danni alle persone ed alle opere che
possono derivare da cedimenti delle pareti di scavo.
La manutenzione degli scavi, lo sgombero dei materiali eventualmente e per qualsiasi causa
caduti entro gli scavi stessi sarà a totale carico dell’Impresa indipendentemente dal tempo che
trascorrerà fra l'apertura degli scavi ed il loro rinterro, che potrà essere effettuato solo dopo
l'autorizzazione dell’Ufficio di Direzione Lavori e con le modalità da questa eventualmente
prescritte in aggiunta od in variante a quanto indicato in queste specifiche.
Le materie provenienti dagli scavi, ritenute inutilizzabili dall’Ufficio di Direzione Lavori,
dovranno essere portate a rifiuto; tali materie non dovranno in ogni caso riuscire di danno ai
lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero sfogo e corso delle acque.
Contravvenendo a queste disposizioni, l’Impresa dovrà a sue spese rimuovere e asportare le
materie in questione.
Durante l'esecuzione dei lavori i mezzi impiegati per gli esaurimenti di acqua saranno tali da
tenere a secco gli scavi.
Se l’Impresa non potesse far defluire l'acqua naturale, l’Ufficio di Direzione Lavori avrà la
facoltà di ordinare, se lo riterrà opportuno, l'esecuzione degli scavi subacquei.
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D)
Demolizioni
• Generalità
Ove sia necessario, l’Impresa è obbligata ad accertare con la massima cura la struttura ed ogni
elemento che deve essere demolito sia nel suo complesso, sia nei particolari in modo da
conoscerne la natura, lo stato di conservazione e le tecniche costruttive.
l’Impresa potrà intraprendere le demolizioni in ottemperanza alle norme di cui dall'art.71
all'art.76 del D.P.R. gennaio 1956 n.164 con mezzi che crederà più opportuni previa
approvazione della Direzione Lavori.
In ogni caso l’Impresa esonera nel modo più ampio ed esplicito da ogni responsabilità civile e
penale, conseguente e dipendente dall'esecuzione dei lavori di demolizione sia
l'Amministrazione Appaltante che i suoi Organi di direzione, assistenza e sorveglianza.
Per quanto riguarda il personale e gli attrezzi l’Impresa dovrà osservare le seguenti
prescrizioni unitamente a quelle contenute nei piani di sicurezza di cui all’art. 31) della Legge
415/98:
a) il personale addetto alle opere di demolizione dovrà avere preparazione e pratica
specifiche, sia per l'esecuzione materiale dei lavori, che per la individuazione immediata
di condizioni di pericolo;
b) l'attività del personale impiegato dovrà essere sottoposta all'autorità di un dirigente; ogni
gruppo di dieci persone dovrà essere guidato e sorvegliato da un caposquadra;
c) i materiali ed ogni altro attrezzo che agisca per urto non dovranno essere impiegati
qualora la stabilità delle strutture non lo consentisse;
d) si preferiranno mezzi di demolizione a percussione montati su bracci di escavatori o gru
semoventi.
• Modalità esecutive
La zona interessata dai lavori dovrà essere delimitata con particolare cura; in corrispondenza
dei passaggi dovranno essere collocate opportune opere per proteggere i passaggi stessi.
Prima dell'inizio delle demolizioni dovranno essere interrotte le erogazioni agli impianti di
elettricità, acqua, gas, ecc. esistenti nella zona dei lavori: a tal fine l’Impresa dovrà prendere
direttamente accordi con le rispettive Società ed Enti eroganti.
È vietato nel modo più assoluto gettare il materiale dall'alto a meno che non venga
convogliato in appositi canali.
L'imboccatura superiore di detti canali dovrà essere tale che non vi possano cadere
accidentalmente delle persone; ogni tronco di canale dovrà essere imboccato in quello
successivo e gli eventuali raccordi dovranno essere adeguatamente rinforzati; l'ultimo tratto
dovrà essere inclinato così da limitare la velocità di uscita dei materiali.
Tutti gli altri materiali di risulta per i quali non possa servire il canale andranno calati a terra
con mezzi idonei e con particolare cura.
L’Impresa è tenuta a recuperare i materiali ferrosi e non, che interessano l'opera da demolire,
escluso il ferro di rinforzo, quando richiesto dall’Ufficio di Direzione Lavori.
Il materiale di risulta delle demolizioni, se inutilizzabile, dovrà essere trasportato a discarica,
se destinato a riempimento dovrà essere trasportato in aree indicate dall’Ufficio di Direzione
Lavori nell'ambito del cantiere.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per
mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati
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71
i limiti fissati, tutto quanto indebitamente demolito dovrà essere ricostruito e rimesso in
ripristino dall’Impresa, a sua cura e spese, senza alcun compenso.
Per quanto riguarda le demolizioni, saranno considerati calcestruzzi armati conglomerati con
armatura superiore a 300 N/m3 (30 kgf/m3).
E)
Formazione di drenaggi
E.1
Generalità
In questo capitolo sono descritti i lavori occorrenti per la formazione di drenaggi, quali
riempimenti a tergo di strutture, realizzazione di canali drenanti ed esecuzione di filtri
drenanti al piede di rilevati arginali, nonché per la raccolta e l'allontanamento delle acque
drenate.
Qualora in tali lavori si rendesse necessario l'utilizzo di teli in "tessuto non tessuto", per le
relative specifiche si veda il capitolo sui geosintetici; analogamente, per i sistemi di raccolta e
allontanamento delle acque superficiali con canalette si rimanda al capitolo relativo alle opere
di sistemazione dei versanti.
E.2
Drenaggi in generale
• Caratteristiche dei materiali
Per drenaggi da eseguirsi a tergo di strutture o per la realizzazione di canali drenanti, si
impiegheranno materiali aridi costituiti da ciottoli o pietrame di cava, purché accettato
dall’Ufficio di Direzione Lavori: il materiale dovrà essere compatto ed uniforme, sano e di
buona resistenza a compressione, privo di parti alterate, pulito ed esente da materie
eterogenee. Le dimensioni del materiale dovranno essere comprese fra i 3 ed i 20 cm, in base
alle specifiche prescrizioni di progetto.
• Modalità esecutive
Le opere di drenaggio andranno realizzate secondo le prescrizioni riportate nei disegni di
progetto; i riempimenti a tergo di strutture avranno uno spessore minimo di 50 cm e saranno
posti in opera quando tali strutture si saranno ben consolidate.
• Prove di accettazione e controllo
Prima dell'inizio dei lavori l’Impresa presenterà all’Ufficio di Direzione Lavori dei certificati
che attestino le caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale fornito e le cave di
provenienza. L’Ufficio di Direzione Lavori, accertata la bontà del materiale e la
corrispondenza delle caratteristiche alle prescrizioni di capitolato, provvederà a stilare un
apposito verbale di accettazione.
Durante l'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori preleverà dei campioni del
materiale fornito inviandoli a laboratori ufficiali per l'esecuzione delle prove necessarie per
verificare la rispondenza a quanto dichiarato. Le prove di laboratorio per le operazioni di
controllo sono a carico dell’Impresa.
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72
Le prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche del pietrame (determinazione
del peso specifico, del coefficiente di imbibizione e della gelività) saranno effettuate seguendo
quanto riportato al Capo II delle "Norme per l'accettazione delle pietre naturali da
costruzione" di cui al R.D. 16 novembre 1939, n.2232; per le prove di resistenza meccanica
(resistenza alla compressione e all'usura per attrito radente), si farà riferimento al Capo III
della stessa normativa.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali
firmati in contraddittorio con L’Impresa.
E.3
Filtri drenanti al piede dei rilevati
• Caratteristiche dei materiali
Per i filtri drenanti posti al piede dei rilevati arginali si farà impiego di misto di cava e ghiaia
vagliata, con dimensioni dipendenti dalle caratteristiche del materiale che compone il rilevato.
Nota la granulometria del terreno da rilevato, il filtro drenante dovrà essere costituito da
particelle di dimensioni tali da soddisfare ai seguenti criteri (U.S. Army Corps of Engineers):
D
15 filtro
〈5
D85 terreno
D15 filtro
4 〈
〈 20
D15 terreno
R .Q . D .% =
Somma della lunghezza degli spezzoni
Lunghezza perforata
≅ 100 mm
× 100
dove D15 D50 e D85 sono le dimensioni delle particelle individuate nella curva granulometrica
al 15, 50 e 85% del passante in peso. Se fosse necessario ricorrere a filtri composti da più
strati, il materiale di ogni strato dovrà soddisfare ai requisiti sopraindicati rispetto al materiale
dello strato adiacente. Non sarà ammesso, per l'esecuzione del dreno, l'utilizzo di materiale
fine con diametro inferiore a 0,074 mm in misura superiore al 5% e di grani con diametro
superiore a 65 mm.
• Modalità esecutive
I filtri drenanti saranno realizzati a strati di spessore non superiore a 20 cm, accuratamente
costipati con mezzi meccanici e con granulometria man mano decrescente in modo da evitare
il trascinamento di parti limose dovute alla percolazione dell'acqua attraverso i filtri.
• Prove di accettazione e controllo
Valgono le indicazioni riportate nel paragrafo relativo ai drenaggi in generale.
E.4
Tubazioni di raccolta e allontanamento acque drenate
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• Generalità
Si potranno utilizzare, a seconda delle condizioni e delle necessità locali, tubazioni forate in
calcestruzzo o in PVC rigido.
• Caratteristiche dei materiali
Le tubazioni forate in calcestruzzo semplice saranno prefabbricate, con giunti a maschio e
femmina; il calcestruzzo utilizzato nella confezione delle tubazioni sarà di classe C1, con
resistenza minima a 28 gg. di 30 N/mm2 (300 kgf/cm2), con dosaggio del cemento minimo
pari a 2.5 kN/m3 (250 kgf/m3) e con dimensione massima dell'inerte grosso pari a 1/4 dello
spessore della parete del tubo.
Le tubazioni in PVC rigido serie 303/1, dovranno rispondere alle norme UNI 7447-75 ed alla
raccomandazione IIP n.3 e saranno realizzate per estrusione secondo le norme UNI 74417448, con giunti a bicchiere o manicotto del tipo non scorrevole ottenuti mediante incollaggio.
• Modalità esecutive
Le tubazioni in calcestruzzo semplice e quelle in PVC dovranno essere posate con le modalità
e le prescrizioni riportate nei disegni di progetto.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa dovrà dimostrare all’Ufficio di Direzione Lavori che le tubazioni in calcestruzzo
semplice e quelle in PVC corrispondono alle dimensioni ed alle prescrizioni sopra indicate.
L’Ufficio di Direzione Lavori, se lo riterrà opportuno, potrà comunque ordinare delle prove di
controllo da effettuarsi, a carico dell’Impresa, presso laboratori ufficiali.
F)
Formazione di rilevati
• Generalità
Le indicazioni riportate nel seguito si riferiscono sia a lavori di costruzione di nuovi rilevati
arginali, sia a lavori di ringrosso e/o rialzo di argini esistenti.
• Caratteristiche dei materiali
Con riferimento alla classificazione contenuta nelle norme CNR UNI 10006, le terre
preferibilmente da utilizzare saranno di tipo argilloso e limoso (classi A-4, A-6, A-7-6),con
contenuto minimo di sabbia pari al 15% e con indice di plasticità inferiore a 25.
In casi di accertata impossibilità di ottenere una classe di rilevato superiore a quella con
classifica A-3 e’ facoltà dell’Ufficio di Direzione Lavori di accettare il materiale posto in
opera, prescrivendo uno spessore non inferiore a 40 cm. di terreno vegetale sul paramento a
fiume del rilevato.
Non si dovranno utilizzare le materie organiche e le sabbie pulite.
Il materiale posto in opera dovrà avere valori del peso in volume allo stato secco pari al 95%
del peso di volume secco ottenuto nella prova di compattazione Proctor normale con
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tolleranza di +/- 1%; la corrispondente umidità dovrà avere i valori compresi fra +/- 2%
dell'umidità ottimale ottenuta nella suddetta prova di compattazione. Definita anche la
percentuale di umidità, questa deve essere mantenuta costante con una tolleranza di +/- 1%.
A suo insindacabile giudizio, l'Amministrazione potrà individuare aree di prelievo di
materiale di caratteristiche differenti da quanto sopra riportato.
• Modalità esecutive
Prima di procedere alla costruzione dell'argine, sarà necessario preparare il terreno di posa,
provvedendo all'asportazione del terreno vegetale e degli apparati radicali e alla
predisposizione di uno scavo di cassonetto o, qualora il declivio trasversale del terreno fosse
superiore al 15%, di opportuni gradoni di immorsamento delle dimensioni riportate nei
disegni di progetto.
Nella costruzione dell'argine andranno seguite le indicazioni progettuali riportate nei disegni
esecutivi, sia per quanto riguarda le dimensioni del rilevato e la pendenza delle scarpate, sia
per quanto riguarda lo spessore degli strati, il tipo di macchina da utilizzare per il
costipamento ed il numero di passate.
Sempre ai disegni di progetto si dovrà fare riferimento per le caratteristiche dimensionali e dei
materiali da utilizzare per la realizzazione della pista di servizio o della strada sulla testa
arginale.
• Prove di accettazione e controllo
Prima dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori procederà al prelievo di
campioni di terreno da inviare a laboratori ufficiali, in modo da verificare la rispondenza alle
prescrizioni di cui al Capitolato.
I campioni di terreno prelevati saranno innanzitutto classificati: sarà individuata la curva
granulometrica che caratterizza ogni campione, verranno valutati i limiti di Atterberg (in
particolare modo il limite liquido e l'indice di plasticità), l'indice di gruppo. Saranno poi
eseguite le prove necessarie per la determinazione della resistenza al taglio e dell'optimum
Proctor.
Qualora richiesto dall’Ufficio di Direzione Lavori l’Impresa dovrà provvedere alla posa in
opera di una opportuna strumentazione geotecnica, tale da permettere la verifica delle corrette
condizioni di lavoro in tutte le fasi di realizzazione dell'opera. Mediante la posa di assistimetri
superficiali e profondi, di piezometri e di inclinometri sarà inoltre possibile controllare il
grado di assestamento, l'esistenza di spostamenti orizzontali, la consolidazione raggiunta da
eventuali strati argillosi, l'andamento del moto di filtrazione.
Nel caso di rilevati costruiti ex novo L’Impresa dovrà provvedere alla posa della
strumentazione completa per una sezione significativa a scelta dall’Ufficio di Direzione
Lavori.
Nel caso di rialzi e ringrossi i controlli saranno limitati alla compattazione fatti salvi
comunque i controlli generali sulla qualità delle terre.
Se le prove relative allo stato di compattazione del rilevato non dovessero dare esito
soddisfacente, L’Impresa è tenuta a ripetere la compressione dei rilevati sino ad ottenere il
risultato prescritto.
Gli oneri per tutte le prove di laboratorio e per la strumentazione per le prove a campo sono a
carico dell’Impresa.
L’Impresa è obbligata, senza pretesa di compenso alcuno, a dare ai rilevati, durante la
costruzione, le maggiori dimensioni richieste dall'assestamento naturale delle terre. Le
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scarpate saranno spianate e battute e i lavori di profilatura dovranno avvenire con asporto
anziché con riporto di materie.
All'atto del collaudo i rilevati eseguiti dovranno avere la sagoma e le dimensioni prescritte dai
disegni progettuali.
Qualora la costruzione del rilevato dovesse venire sospesa, l’Impresa dovrà provvedere a
sistemarlo regolarmente in modo da fare defluire facilmente le acque piovane; alla ripresa dei
lavori dovranno essere praticati, nel rilevato stesso, appositi tagli a gradini, per il
collegamento delle nuove materie con quelle già posate.
G)
G.1
Opere di protezione spondale
Opere di protezione spondale in massi naturali o artificiali
• Generalità
Le opere di protezione realizzate in massi sono caratterizzate da una berma di fondazione e da
una mantellata di rivestimento della sponda. La berma sarà realizzata in maniera differente a
seconda che il corso d'acqua presenti livelli d'acqua permanenti o sia interessato da periodi di
asciutta. La mantellata dovrà essere sistemata faccia a vista, intasata con terreno vegetale e
opportunamente seminata.
• Caratteristiche dei materiali
I massi naturali utilizzati per la costruzione dell'opera dovranno corrispondere ai requisiti
essenziali di compattezza, omogeneità e durabilità; dovranno inoltre essere esenti da giunti,
fratture e piani di sfalsamento e rispettare i seguenti limiti:
- massa volumica:
≥ 24 kN/m3 (2400 kgf/m3)
- resistenza alla compressione: ≥ 80 Mpa (800 kgf/cm2)
- coefficiente di usura:
≤ 1,5 mm
- coefficiente di imbibizione: ≤ 5%
- gelività:
il materiale deve risultare non gelivo
I massi naturali saranno di peso non inferiore a quanto prescritto negli elaborati di progetto,
non dovranno presentare notevoli differenze nelle tre dimensioni e dovranno risultare a
spigolo vivo e squadrati.
I massi artificiali, delle dimensioni definite in progetto, saranno costituiti da prismi cubici o
parallelepipedi, realizzati con calcestruzzo avente resistenza caratteristica minima Rck ≥ 30
N/mm2 (300 kgf/cm2), dovranno rispondere ai requisiti di cui alle norme UNI 9858 e UNI
8981, tenendo conto in particolar modo delle prescrizioni per la durabilità riferite alle classi di
esposizione in funzione delle condizioni ambientali. Le casseforme per il confezionamento dei
massi devono essere di robustezza tale da non subire deformazioni sotto la spinta del
calcestruzzo e devono avere dimensioni interne tali che i massi risultino delle dimensioni
prescritte. Le pareti interne delle casseforme dovranno essere preventivamente trattate con
opportuni preparati (disarmanti), al fine di evitare distacchi al momento del disarmo.
L’Impresa dovrà predisporre casseforme in numero sufficiente per corrispondere
adeguatamente alle esigenze di produzione e stagionatura dei massi.
I prismi andranno realizzati su terreno perfettamente spianato e battuto e saranno costruiti in
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file regolari, rettilinee e parallele fra loro, in modo da costituire una scacchiera, così da
renderne facile la numerazione.
Il getto andrà effettuato in un'unica operazione senza interruzioni; il calcestruzzo dovrà essere
versato nelle casseforme in strati non superiori a 20 cm di altezza ed ogni strato verrà
accuratamente compresso con appositi pestelli ed opportunamente vibrato.
I massi artificiali dovranno rimanere nelle loro casseforme per tutto il tempo necessario ad un
conveniente indurimento del calcestruzzo; lo smontaggio delle casseforme non potrà
comunque avvenire prima che siano trascorse 12 ore dall'ultimazione del getto. La
movimentazione e la messa in opera dei prismi non potrà avvenire prima che siano trascorsi
28 giorni dalla data della loro costruzione e che siano state eseguite le prove di accettazione
descritte nel seguito e le operazioni di contabilizzazione.
• Modalità esecutive
I massi da impiegare dovranno essere approvvigionati a piè d'opera lungo il fronte del lavoro;
la ripresa ed il trasporto del materiale al luogo di impiego dovranno essere fatti senza arrecare
alcun danno alle sponde. Il materiale dovrà essere accostato con l'utilizzo di tavoloni o
scivoloni, in grado di proteggere le opere idrauliche: è tassativamente vietato il rotolamento
dei massi lungo le sponde.
Per lavori eseguiti in assenza di acqua, in corsi d'acqua soggetti ad asciutta, oppure, in
condizioni di magra, con livelli d'acqua inferiori a 0,50 m, la berma sarà realizzata entro uno
scavo di fondazione di forma prossima a quella trapezia.
I massi dovranno essere collocati in opera uno alla volta, in maniera che risultino stabili e non
oscillanti e in modo che la tenuta della berma nella posizione più lontana dalla sponda sia
assicurata da un masso di grosse dimensioni.
Se i lavori andranno eseguiti sotto il pelo dell'acqua, i massi saranno collocati alla rinfusa in
uno scavo di fondazione delle dimensioni prescritte, verificando comunque la stabilità
dell'opera.
Utilizzando massi artificiali, durante la posa, l’Impresa avrà cura di assicurare un adeguato
concatenamento fra i vari elementi e dovrà assolutamente evitare danneggiamenti per urti. Gli
elementi che si dovessero rompere durante le operazioni di posa andranno rimossi e sostituiti
a cura e spese dell’Impresa.
La mantellata andrà realizzata a partire dal piede e procedendo verso l'alto. Le scarpate
dovranno essere previamente sagomate e rifilate alla pendenza e alle quote prescritte per il
necessario spessore al di sotto del profilo da realizzare a rivestimento eseguito.
Ciascun elemento dovrà essere posato in modo che la giacitura risulti stabile e non oscillante,
indipendentemente dalla posa in opera degli elementi adiacenti; i giunti dovranno risultare
sfalsati sia in senso longitudinale che in senso trasversale e dovranno essere tali da assicurare
lo stretto contatto degli elementi fra loro senza ricorrere all'impiego di scaglie o frammenti.
Gli elementi costituenti i cigli di banchine saranno accuratamente scelti ed opportunamente
lavorati, al fine di ottenere una esatta profilatura dei cigli.
Dovrà essere particolarmente curata la sistemazione faccia a vista del paramento lato fiume, in
modo da fargli assumere l'aspetto di un mosaico grezzo, con assenza di grandi vuoti o
soluzioni di continuità.
Se prescritto, le mantellate saranno intasate con terreno vegetale ed opportunamente seminate
fino ad attecchimento della coltre erbosa.
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• Prove di accettazione e controllo
Prima di essere posto in opera, il materiale costituente la difesa dovrà essere accettato
dall’Ufficio di Direzione Lavori che provvederà per ogni controllo a redigere un apposito
verbale.
Dovrà essere eseguito almeno un controllo di accettazione per ogni duemila metri cubi di
materiale lapideo da utilizzare: l'esito di tale controllo sarà vincolante per l'accettazione della
partita relativa al suddetto tratto di opera.
L’Impresa dovrà inoltre attestare, mediante idonei certificati a data non anteriore ad un anno,
le caratteristiche del materiale. Tali certificati potranno altresì valere come attestazioni
temporanee sostitutive nelle more dell’esecuzione delle prove di durata sui campioni
prelevati.
Il controllo consisterà nella individuazione da parte dall’Ufficio di Direzione Lavori, a suo
insindacabile giudizio, di almeno dieci massi che dovranno essere singolarmente pesati.
La partita non verrà accettata se il peso di un solo masso verificato risulterà inferiore al peso
minimo previsto in progetto.
Se la verifica avrà invece esito positivo, si procederà al prelievo di campioni da inviare ad un
laboratorio ufficiale per l'esecuzione delle prove relative alla determinazione delle
caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale da porre in opera.
Le prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche dei massi naturali
(determinazione del peso specifico, del coefficiente di imbibizione e della gelività) saranno
effettuate, a carico dell’Impresa, seguendo quanto riportato al Capo II delle "Norme per
l'accettazione delle pietre naturali da costruzione" di cui al R.D. 16 novembre 1939, n.2232;
per le prove di resistenza meccanica (resistenza alla compressione e all'usura per attrito
radente), si farà riferimento al Capo III della stessa normativa.
L’Impresa dovrà consegnare alla Direzione Lavori i certificati del laboratorio ufficiale relativi
alle prove sopra indicate, che dovranno dimostrare il rispetto dei limiti imposti dal Capitolato.
Se i risultati delle misure o delle prove di laboratorio non rispetteranno i limiti prescritti, il
materiale, per la quantità sotto controllo, verrà scartato con totale onere a carico dell’Impresa.
Tutti gli oneri derivanti dalla necessità di eseguire le prove di accettazione saranno a carico
dell’Impresa.
Per i massi artificiali le prove di accettazione e controllo saranno eseguite sulla base delle
modalità contenute nell'allegato 2 del Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 09 gennaio
1996.
In particolare le metodologie di controllo da adottarsi saranno quelle previste per il "TIPO A".
I risultati delle suddette prove dovranno essere consegnati all’Ufficio di Direzione Lavori
prima della messa in opera dei massi. Qualora i risultati delle prove fossero negativi, l'intera
partita controllata sarà scartata con totale onere a carico dell’Impresa. La presenza di tutte le
certificazioni previste nel presente paragrafo risulterà vincolante ai fini della collaudabilità
dell'opera.
G.2
Opere di protezione spondale in gabbioni e materassi metallici
• Generalità
Il gabbione a scatola è un elemento a forma di prisma rettangolare con le pareti costituite da
un'armatura di rete metallica fortemente zincata con maglie a doppia torsione, riempito di
materiale lapideo di adatta pezzatura. Tutti i bordi, sia del telo principale che delle testate,
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sono rinforzati con fili di ferro zincato di diametro maggiorato rispetto a quello della rete.
Il materasso metallico si differenzia dal gabbione per la forma, sempre parallelepipeda, ma
caratterizzata da notevole ampiezza e piccolo spessore, e per la presenza di tasche tali da
formare una struttura cellulare diaframmata.
• Caratteristiche dei materiali
I gabbioni metallici dovranno essere fabbricati con rete metallica a doppia torsione in filo
conforme alle UNI EN 10218.
Il filo costituente la rete metallica dovrà essere sottoposto a zincatura forte (Circolare
C.S.LL.PP. n.2078/1962) oppure essere rivestito in lega ZN-AL (5%) (minimo 220 g/m2).
La tipologia del filo sottoposto a zincatura forte in alcune opere speciali avrà anche un
rivestimento plastico in PVC o PE.
La rete costituente gli elementi dovrà avere maglie uniformi di dimensioni non superiori a
10*12 cm, dovrà essere esente da strappi e dovrà avere il perimetro rinforzato con filo di
diametro maggiore rispetto a quello delle rete stessa, inserito nella trama della rete o ad essa
agganciato meccanicamente in modo da impedire lo sfilamento e dare sufficiente garanzia di
robustezza.
Le dimensioni trasversali della scatola costituente i gabbioni (altezza e larghezza) dovranno
essere pari a 0,50*1,00 m oppure a 1,00*1,00 m. Per lunghezze della scatola superiori a 1,50
m si dovranno adottare gabbioni muniti di diaframmi e più precisamente: 1 diaframma per
scatole di lunghezza pari 2 m, 2 diaframmi per scatole di lunghezza pari a 3 m e 3 diaframmi
per scatole di lunghezza pari a 4 m.
I materassi metallici, realizzati con le modalità e sulla base delle normative già richiamate per
i gabbioni, dovranno avere larghezza pari a 2,0 m, spessore pari a 23 cm o 30 cm e lunghezze
di 4, 5 o 6 m; il numero di tasche dovrà essere pari ai metri di lunghezza. Il diametro del filo
di ferro, sempre a forte zincatura, sarà pari 2,2 mm e la dimensione delle maglie, sempre a
doppia torsione, pari a 6*8 cm.
Il materiale di riempimento dei gabbioni sarà costituito da pietrame di cava spaccato o da
ciottolame di fiume preferibilmente di forma appiattita; in ogni caso le facce esterne dovranno
essere eseguite con pietrame di cava di forma parallelepipeda e squadrata, così da risultare
sistemate come un muro a secco, ben scagliato in modo da non lasciare vuoti. Il nucleo interno
potrà eventualmente essere realizzato con ciottoli di fiume. Le dimensioni del pietrame e dei
ciottoli non dovranno essere inferiori, in nessuna direzione, a 15 cm.
Per quanto riguarda i materassi metallici le dimensioni del materiale di riempimento non
dovranno essere inferiori, in nessuna direzione, a 10 cm.
Il pietrame di riempimento utilizzati per la costruzione dell'opera dovranno corrispondere ai
requisiti essenziali di compattezza, omogeneità e durabilità; dovranno inoltre essere esenti da
giunti, fratture e piani di sfalsamento e rispettare i seguenti limiti:
≥ 24 kN/m3 (2400 kgf/m3)
- massa volumica:
- resistenza alla compressione: ≥ 80 Mpa (800 kgf/cm2)
- coefficiente di usura:
≤ 1,5 mm
- coefficiente di imbibizione: ≤ 5%
- gelività:
il materiale deve risultare non gelivo
• Modalità esecutive
L'armatura metallica dei gabbioni o dei materassi dovrà essere aperta e distesa sul suolo, nel
luogo di impiego ma, se possibile, fuori opera; verranno raddrizzate le pareti e le testate e
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verranno quindi effettuate le cuciture dei quattro spigoli verticali, con l'apposito filo, in modo
da formare la scatola. Le cuciture saranno eseguite in modo continuo, passando il filo in tutte
le maglie con un doppio giro ogni due maglie e prendendo, in tale operazione, i due fili di
bordatura che si vengono a trovare a contatto.
Predisposto fuori opera un certo numero di gabbioni o dei materassi, ognuno già cucito nella
sua forma di scatola, si porrà in opera un gruppo di elementi pronti, disponendoli secondo la
sagoma prevista e, prima di effettuare il riempimento, collegandoli fra loro con solide cuciture
lungo gli spigoli a contatto, da eseguirsi nello stesso modo indicato per la formazione delle
scatole. Man mano che si aggiungono nuovi gruppi di gabbioni o materassi, si dovrà
provvedere a che questi siano strettamente collegati con quelli già in opera: quanto detto vale
anche tra i vari strati dei gabbioni in elevazione.
Il materiale di riempimento dovrà essere opportunamente sistemato nell'interno della scatola
metallica in modo da ottenere sempre il minimo indice dei vuoti e con le indicazioni riportate
nel paragrafo precedente; si dovrà in ogni caso porre la massima attenzione, durante la posa,
per evitare lo sfiancamento delle pareti dell'elemento.
Durante il riempimento dei gabbioni si dovrà disporre nell'interno della scatola un certo
numero di tiranti aventi la funzione di rendere solidali tra loro le pareti opposte dell'armatura
metallica ed evitare, in caso di deformazione dell'opera o durante la fase di riempimento, un
eccessivo sfiancamento delle scatole. I tiranti, orizzontali, saranno costituiti da pezzi di filo di
ferro zincato, dello stesso tipo di quello usato per le cuciture, e verranno agganciati
all'armatura metallica con una legatura abbracciante una maglia; i tiranti saranno messi in
opera in senso trasversale alla scatola per agganciare le pareti opposte, o ad angolo fra due
pareti adiacenti. Mediamente si dovranno mettere in opera da 4 a 6 tiranti per ogni m3 di
gabbionata se gli elementi sono alti 1 m, da 2 a 4 tiranti per ogni m3 di gabbionata se gli
elementi sono alti 0,5 m.
Ultimate le operazioni di riempimento, si procederà alla chiusura del gabbione o del
materasso, abbassando il coperchio ed effettuando le dovute cuciture lungo i suoi bordi.
A causa di particolari condizioni locali, potrà risultare necessario, per l'esecuzione del lavoro,
provvedere alla messa in opera dei gabbioni o dei materassi già predisposti, riempiti e cuciti.
In questi casi, l’Impresa dovrà sottoporre all'accettazione dall’Ufficio di Direzione Lavori le
modalità esecutive di posa che intenderà adottare, con l'indicazione dei macchinari e del
numero di agganci che prevede di utilizzare.
Man mano che si poseranno i gabbioni o i materassi, si dovrà procedere al collegamento con
gli elementi già in opera.
• Prove di accettazione e controllo
I gabbioni ed i materassi metallici dovranno rispondere alle prescrizioni della Circolare del
Consiglio Superiore dei LL.PP. N.2078 del 27 agosto 1962.
Prima della messa in opera degli elementi e per ogni partita ricevuta in cantiere, l’Impresa
dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori il certificato di collaudo a garanzia della Ditta
che ha fabbricato i gabbioni o i materassi, redatto a norma della circolare sopra citata, e
corredato dalla certificazione di sistema qualità in conformità alle normative in vigore, ISOEN 9002.
L’Ufficio di Direzione Lavori dovrà eseguire gli ulteriori accertamenti descritti nel seguito, le
cui spese restano sempre a carico dell’Impresa.
Procederà dapprima alla ricognizione dei gabbioni o dei materassi per controllare che nei
punti di torsione lo zinco non presenti sollevamenti o screpolature che ne consentano il
distacco con il grattamento: se l'inconveniente si ripeterà per il 10% dei casi esaminati la
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partita sarà da scartare.
L’Ufficio di Direzione Lavori accerterà altresì il peso complessivo dei gabbioni o dei
materassi, mediante pesatura a discrezione di campioni significativi, verificando la
corrispondenza con le dichiarazioni del fornitore; se il peso risulterà inferiore, la partita sarà
scartata.
Le prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche del pietrame (determinazione
del peso specifico, del coefficiente di imbibizione e della gelività) saranno effettuate, a carico
dell’ mpresa, seguendo quanto riportato al Capo II delle "Norme per l'accettazione delle pietre
naturali da costruzione" di cui al R.D. 16 novembre 1939, n.2232; per le prove di resistenza
meccanica (resistenza alla compressione e all'usura per attrito radente), si farà riferimento al
Capo III della stessa normativa.
L’Impresa dovrà consegnare all’Ufficio di Direzione Lavori i certificati di un laboratorio
ufficiale relativi alle prove sopra indicate, che dovranno dimostrare il rispetto dei limiti
imposti.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali
firmati in contraddittorio con l’Impresa; in mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere
collaudata.
Resta comunque confermata la facoltà dell’Ufficio di Direzione Lavori di integrare la
campagna di prove sopraindicate a propria discrezione in relazione alla tipologia, estesa e
importanza dell’opera.
G.3
Opere di protezione spondale realizzate mediante copertura diffusa con astoni
di salice
• Generalità
La copertura diffusa con astoni di salice è costituita da uno strato di astoni disposti
trasversalmente alla direzione della corrente e fissati tramite dei "correnti" di filo di ferro
zincato ancorati a paletti di castagno infissi nel terreno.
La presente specifica riguarda la realizzazione del rivestimento vegetale, ad esclusione quindi
delle necessarie opere di fissaggio al piede della protezione che potranno essere realizzate
secondo diverse tipologie costruttive così come indicato nei disegni di progetto.
• Caratteristiche dei materiali
Gli astoni di salice dovranno avere lunghezza superiore ai 2,50 m e diametro non inferiore a 3
cm; dovranno essere di fresco taglio ed avere buona capacità vegetativa (presenza di gemme).
Saranno utilizzate specie di salice arbustive od arboree autoctone o prelevate da vivaio ad
insindacabile giudizio dell’Ufficio di Direzione Lavori che, potrà disporre l'utilizzo
alternativo di altre specie vegetali ritenute adatte allo scopo purché rinvenibili localmente
(cioè in un raggio di 15 km).
Il taglio degli astoni dovrà avvenire esclusivamente nel periodo del riposo vegetativo
autunnale, oppure nel periodo primaverile prima della sfioritura. Le talee preparate nel
periodo autunnale potranno essere conservate fino alla fine dell'inverno purché immagazzinate
in luogo fresco; qualora, per necessità di cantiere, il deposito dovesse continuare anche
durante il periodo vegetativo, gli astoni dovranno essere conservati in locali frigoriferi od
immersi in acqua fredda (<15°C) e corrente. Le talee preparate durante la primavera dovranno
essere utilizzate nell'arco di tempo massimo di una settimana dal taglio e, in ogni caso,
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protette accuratamente contro l'essiccamento durante le fasi di deposito e di trasporto sul
cantiere tramite l'utilizzo di teloni e/o l'irrorazione con acqua.
Nel caso di specie arbustive o di alberi giovani con diametro del tronco inferiore a 8÷10 cm, le
talee andranno tagliate a livello del suolo. Il taglio delle verghe dovrà essere liscio e della
minor superficie possibile, andrà escluso il taglio con l'accetta.
Il filo di ferro dovrà essere del tipo a zincatura forte (secondo Circolare C.S.LL.PP.
n.2078/1962) di diametro superiore a 2 mm.
I paletti di ancoraggio dovranno essere di legno di castagno, di larice o di altra essenza di
legno duro purché ben stagionati con lunghezza superiore a 1.00 m e diametro non inferiore a
5 cm.
• Modalità esecutive
La sponda del corso d'acqua verrà preventivamente regolarizzata tramite escavatore od a mano
al fine di rendere sufficientemente uniforme la superficie di posa.
Dopo aver eseguito le opere preparatorie relative al fissaggio al piede, verranno infissi i paletti
di ancoraggio per una profondità pari all'80÷90% della loro lunghezza ed in ragione di 1
paletto per metro quadro; verranno successivamente posizionati gli astoni in senso trasversale
alla corrente in modo da realizzare una copertura vegetale continua; l'estremità più grossa
delle verghe sarà posta verso il piede della scarpata; qualora gli astoni fossero di lunghezza
inferiore alla lunghezza della sponda da proteggere, dovranno essere formati più strati
orizzontali con una sovrapposizione minima di 30 cm.
La parte inferiore del rivestimento dovrà essere posizionata alla quota di fondo alveo e
predisposta per la successiva fase di costruzione della protezione definitiva al piede in
pietrame e/o gabbioni.
Una volta posizionati gli astoni su tutta la superficie di intervento, verrà effettuato il fissaggio
stendendo dei correnti in filo di ferro, opportunamente tesati tra gli ancoraggi; verrà quindi
completata l’infissione dei pali di ancoraggio. Come ultima operazione si procederà allo
spargimento di uno strato di terreno di spessore non superiore a 3 cm su tutta la superficie
trattata.
• Prove di accettazione e di controllo
L’Ufficio di Direzione Lavori avrà la facoltà di scartare tutti gli astoni e/o le talee in fase,
anche iniziale e parziale, di disseccamento.
La verifica dell'attecchimento degli astoni e/o delle talee sarà eseguita soltanto dopo il primo
periodo vegetativo seguente al momento della realizzazione dell'opera; qualora
l'attecchimento non risulterà soddisfacente, sarà eseguito un nuovo controllo prima del
successivo periodo di riposo vegetativo; quando, dopo questo secondo controllo,
l'attecchimento interesserà meno del 50% della superficie coperta dal rivestimento, l’Impresa
dovrà procedere ad una sua reintegrazione anche mediante il semplice impianto di talee.
Per quanto riguarda le prove di accettazione e controllo del filo di ferro a forte zincatura si
rimanda a quanto riportato in merito nel capitolo relativo alle protezioni di sponda in gabbioni
e materassi metallici.
I pali di fissaggio dovranno essere preventivamente accatastati in cantiere al fine di consentire
all’Ufficio di Direzione Lavori di verificarne le caratteristiche prima dell’infissione.
G.4
Burghe contenenti pietrame o ciottolo
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• Generalità – caratteristiche dei materiali
Le burghe che l’Appaltatore dovrà costruire a piè d'opera, su apposito piazzale all'uopo
attrezzato, consisteranno in elementi cilindrici aventi diametro di cm 63 e lunghezza non
minore di m 2,00, realizzati con un involucro di rete metallica zincata, a maglie di cm2 8*10 e
filo del diametro di mm 2,70.
La rete metallica occorrente per ogni burga sarà di m 2,00 * m 3,00.
Tali elementi cilindrici saranno completamente riempiti da ciottolo di fiume o da pietrame con
pezzatura variabile da kg 5 a kg 15 purché accettato dall’Ufficio di Direzione Lavori.
Il volume di ogni burga dovrà risultare non inferiore a m3 0,60.
Il materiale di riempimento dovrà provenire dai fiumi appenninici od alpini, oppure da cave
trachitiche o calcaree, e dovrà essere di opportuna durezza, scevro da materie eterogenee e
comunque non proveniente da cappellaccio di cava.
La burga dovrà essere tenuta assieme da una legatura, ben tesa per tutta la sua lunghezza, e da
altre due, in testata, per evitare la fuoriuscita del materiale contenuto che verrà impedita anche
con l’attorcigliamento della rete alle due estremità.
• Modalità esecutive
Le burghe saranno poste in opera prevalentemente in acqua a mezzo di adeguata attrezzatura
di trasporto, carico e varo.
Tutte le prestazioni inerenti la costruzione, trasporto e posa in opera nella precisa posizione
indicata dall’Ufficio di Direzione Lavori, qualora non meglio specificato da una voce di
elenco prezzi, sono di responsabilità e onere dell’Appaltatore, al quale viene riconosciuto
l'importo delle burghe già poste in opera a perfetta regola d'arte, a qualsiasi quota e con
qualsiasi mezzo d'opera.
• Prove di accettazione e controllo
Le burghe che risultassero per cattiva confezione sconnesse o ridotte di volume potranno
essere rifiutate, a giudizio insindacabile dall’Ufficio di Direzione Lavori.
G.5
Burgoni in ciottolo o pietrame
• Generalità – caratteristiche dei materiali
I burgoni saranno costituiti da un involucro di rete metallica riempito ciottolo o pietrame; una
volta messo in opera, sott'acqua, il burgone avrà sezione a forma ellittica, di altezza pari a
1,70÷2,50 m circa.
L'involucro di rete sarà costituito da rete metallica zincata secondo le prescrizioni ministeriali,
con maglia a doppia torsione tipo 8x10 cm. e filo di diametro di 3 mm.
Per tutta la lunghezza il burgone dovrà essere tirantato orizzontalmente a metà da una fascia di
rete, dello stesso tipo usato per l'involucro esterno, della larghezza di circa 2,5 m, o comunque
tale da garantire che la sezione ellittica trasversale non risulti di altezza inferiore a 1,70 m.
L'involucro esterno sarà confezionato e legato con filo di ferro zincato in modo da assicurare
l'integrità nonostante la deformazione.
Il materiale di riempimento potrà essere costituito da ciottolo o da pietrame purché accettato
dall’Ufficio di Direzione Lavori, la pezzatura dell’inerte dovrà essere tale da non fuoriuscire
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attraverso le maglie dell'involucro.
• Modalità esecutive
I burgoni saranno confezionati entro un cassone avente il volume stabilito, e varati in opera;
dovranno essere adottati adeguati sistemi e dispositivi per garantire il posizionamento in opera
del burgone secondo il progetto.
Nel caso di utilizzo per la formazione di linee di contenimento del dragato dovranno essere
posti in opera a non meno di 1 m sotto il livello dell'acqua. Per contenere il dragato entro le
linee formate con i burgoni, sarà impiegato un tappeto filtrante costituito da un non-tessuto da
300÷400 g/m2, inserito all'interno di ciascun burgone in aderenza all'involucro sul solo lato di
contenimento del dragato. Il geotessile sarà reso aderente alla rete-involucro del burgone
mediante una serie di cuciture orizzontali.
La valutazione comprende qualsiasi altro onere ed è relativa ad ogni burgone.
Con il prezzo di elenco si intendono compensati tutti i materiali occorrenti per la costruzione
dei burgoni compreso anche ogni onere richiesto per il posizionamento esclusa l'eventuale
fornitura e la posa in opera all'interno dei medesimi del geotessuto per il contenimento del
dragato che sarà compensata con prezzo a parte.
• Prove di accettazione e controllo
I burgoni che risultassero per cattiva confezione sconnessi o ridotti di volume potranno essere
rifiutati, a giudizio insindacabile dall’Ufficio di Direzione Lavori anche se già posti in acqua.
G.6
Materassi bituminosi filtranti tipo “fixtone”
• Generalità – caratteristiche dei materiali
La protezione del corpo arginale sarà ottenuta con un rivestimento costituito da un tessuto in
polipropilene del peso di circa 300 g/m2 stabilizzato all’U.V. e da un conglomerato
bituminoso tipo “Fixtone" steso a caldo sul tessuto in ragione di 200÷250 kg/m2 (2÷2,5
kN/m2) e per uno spessore non inferiore a 12 cm.
Il conglomerato tipo "Fixtone" è costituito da una miscela, realizzata in due fasi, di mastice
bituminoso e di pietrisco 20÷40 mm nelle seguenti proporzioni:
- mastice bituminoso 20÷30%
- pietrisco
80÷70%
Il materiale così ottenuto viene steso a caldo sul supporto in tessuto e con il contributo della
temperatura di circa 150°C si ha l'adesione fra i due elementi.
Il materiale bituminoso mantiene una percentuale di vuoti residui attorno al 20%, la superficie
resta scabra e granulare e consente successivamente nel tempo una saturazione naturale con
limi e sabbie fini apportate dal fiume fino ad una completa integrazione con l'ambiente.
La coesione fra gli elementi lapidei grossi è data dalla componente di mastice che avvolgendo
l'inerte più grosso, gli conferisce la capacità di restare unito alla massa.
La capacità filtrante di questa difesa è comunque affidata al tessuto di supporto che deve avere
le caratteristiche richieste in funzione della granulometria della sabbia locale, inoltre, essendo
la struttura così ottenuta, articolata, ha la capacità di assestarsi e di adattarsi ad una
modificazione del corpo arginale senza che avvenga la separazione fra i componenti della
difesa stessa.
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La difesa sarà eseguita in opera previa stesa del tessuto con relative sovrapposizioni e
giunzioni a caldo e con la messa in opera della miscela di conglomerato caldo a mezzo
escavatore e sarà valutata a metro quadrato.
Le caratteristiche delle componenti saranno le seguenti:
- pietrisco:
pezzatura compresa fra i 20 e 40 mm
71÷66%
- mastice bituminoso:
sabbia 0÷5
cemento
14÷16%
bitume
15÷18%
- tessuto:
⋅ grammatura:
300÷350 g/m2
⋅ resistenza a trazione:
longitudinale
50 kN/m
trasversale
55 kN/m
⋅ allungamento a rottura:
lunghezza
30%
larghezza
15%
⋅ permeabilità all'acqua con battente idraulico di 100 mm: 27 l/m2s
⋅ dimensionamento dei fori: inf. a 0,30 mm
98%
inf. a 0,24 mm
90%
G.7
Sacconi riempiti in sabbia
• Generalità – caratteristiche dei materiali
I sacconi da riempire di sabbia avranno generalmente dimensioni trasversali di massima in
opera di circa m 4 di larghezza e m 1,25 di altezza e lunghezza variabile e comunque non
superiore a 10 m. Altre dimensioni potranno essere comunque comunque proposte
dall’Impresa ed adottate, se accettate dalla Stazione Appaltante.
I sacconi saranno costituiti da geotessile ad alta resistenza con le seguenti caratteristiche salvo
diverse prescrizioni di progetto o dall’Ufficio di Direzione Lavori :
- grammatura
200÷300 g/m2s
- resistenza a trazione 30÷40 kN/m
La porosità del geotessile deve essere rapportata alla granulometria del materiale di
riempimento in modo da impedirne la fuoriuscita.
Il tessuto sarà resistente a tutti gli agenti fisici e chimici nell'acqua marina e sarà di colore
nero, stabilizzato all’U.V..
Il saccone sarà confezionato in modo idoneo da formare un contenitore regolare e occorrerà
curare la fuoriuscita dell’aria durante il varo, in modo che il riempimento avvenga nella giusta
misura.
La chiusura del sacco sarà ottenuta mediante cucitura con filo stabilizzato all’U.V., di
resistenza adeguata a quella del tessuto.
• Modalità esecutive
I sacconi saranno confezionati entro un cassone avente il volume stabilito, e varati in opera;
dovranno essere adottati adeguati sistemi e dispositivi per garantire il posizionamento in opera
del saccone secondo il progetto.
• Prove di accettazione e controllo
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85
Il materiale dovrà appartenere ai gruppi A-1, A-3, A-2-4 della classificazione CNR UNI
10006, reperito in idonea cava, anche in alveo.
Il riempimento avverrà entro una cassa metrica a fondo apribile, installata su natante aperto o
direttamente su natante a fondo apribile.
Le procedure di riempimento e di varo dovranno essere preventivamente autorizzate
dall’Ufficio di Direzione Lavori.
G.8
Tappeti filtranti zavorrati
• Generalità – caratteristiche dei materiali
Sono costituiti da un telo di geotessuto zavorrato con blocchi di calcestruzzo, in modo che il
peso complessivo sia dell’ordine di 1,8÷2,8 kN/m2 secondo quanto previsto nel progetto, con
la funzione di stabilizzazione e protezione dalla erosione dovuta alle correnti fluviali e ai moti
ondosi delle scarpate e delle sponde di alvei fluviali e costieri.
Il telo di geotessuto dovrà essere costituito da polipropilene di alta densità, con le
caratteristiche a seguito indicate, per le due tipologie più comunemente usate, di altezza H
pari a 15 cm e a 20 cm rispettivamente:
CARATTERISTICA
TIPO H15
TIPO H20
2
- grammatura
400÷600 g/m
900÷1100 g/m2
- resistenza alla trazione longitudinale
170÷300 kN/m
250÷300 kN/m
- allungamento longitudinale
20%
25%
40÷60 kN/m
- resistenza alla trazione trasversale
30÷40 kN/m
- allungamento longitudinale
10÷20 %
20%
- permeabilità all'acqua con battente idraulico di 1 m 10÷20 Vm2/s
13÷18 Vm2/s
- percentuale massima fori di diametro ≤ 0,3 mm
90%
90%
- percentuale massima fori di diametro ≤ 0,5 mm
80%
80%
I dispositivi di ancoraggio dei cubetti di calcestruzzo cementizio al geotessuto dovranno
essere costituiti da speciali chiodi di fibra sintetica altamente resistente (poliossimetilene)
della lunghezza di 10÷15 cm circa e di diametro in testa di 3 cm, con le seguenti
caratteristiche meccaniche:
TIPO H15
TIPO H20
- resistenza a trazione
≥ 1,8 kN
≥ 2,5÷3 kN
- resistenza al taglio
≥ 1,9 kN
≥ 2,5÷3 kN
• Prove di accettazione e controllo
Ciascun blocco dovrà essere ancorato al tessuto per mezzo di due o più chiodi a seconda delle
necessità e delle previsioni di progetto. I blocchi di zavorra dovranno essere costituiti da
calcestruzzo cementizio di classe Rck 200 gettato entro apposito cassero direttamente sul
geotessuto già munito di chiodi di ancoraggio.
Il calcestruzzo potrà essere fornito preconfezionato e non sarà armato; i chiodi di ancoraggio
saranno collocati in modo da tenere conto dell'allungamento del geotessuto.
La stabilizzazione della sponda con tappeto filtrante zavorrato dovrà essere ottenuta mediante
la posa in acqua e fuori acqua di unità di fabbricazione di lunghezza variabile e larghezza pari
a ∼2,5÷3 m; il telo di geotessuto dovrà avere lunghezza maggiore rispetto a quella nominale
dell'unità.
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86
Le singole unità dovranno essere collocate in opera parallele le une alle altre, sovrapponendo
la parte zavorrata sul lembo di geotessuto sporgente per almeno 20 cm sulla unità
precedentemente posata. Dovranno essere adottati adeguati sistemi e dispositivi per garantire
il posizionamento in opera del tappeto secondo il progetto.
G.9
Teli ripartitori di carichi
• Generalità – caratteristiche dei materiali
I teli ripartitori di carico da stendere sulla sponda interna esistente, fuori acqua ed in alveo, atti
a ricevere il materiale di costituzione della difesa (pietrame), dovranno rispondere ai seguenti
requisiti tecnico-fisici:
- essere costituiti da nappa in poliesteri tipo tessuto non tessuto, formata da fibre aggrovigliate
multidirezionali e del peso specifico di circa kg 0,350 per metro quadrato;
- isotropia del materiale cioè avente resistenza analoga in tutte le direzioni;
- elevata resistenza allo strappo;
- il materiale di costituzione dovrà essere permeabile, imputrescibile ed insensibile a tutti gli
agenti chimici concentrati nelle acque del fiume.
I teli ripartitori verranno forniti in rotolo della maggiore larghezza e lunghezza commerciale al
fine di evitare al massimo il legamento fra teli, questo da effettuarsi con sovrapposizioni e
cuciture in nylon o filo di ferro o saldature.
La posa dei teli avverrà con spostamento dall'argine verso l'alveo, sulla arginatura i bordi dei
teli saranno fissati solidamente al piano d'imposta della banchina ed i teli stessi verranno
arrotolati a mano verso fiume e stesi con natante, al largo, fino al punto di varo.
L'estremità dei teli verrà quindi provvista di pesante zavorra onde permettere, dopo il varo,
l'adesione degli stessi alla sagoma della sponda da sistemare.
H)
H.1
Geosintetici e geocompositi
Geotessili in tessuto non tessuto
• Generalità
I geotessili in tessuto non tessuto potranno essere usati con funzione di filtro per evitare il
passaggio della componente fine del materiale esistente in posto, con funzione di drenaggio, o
per migliorare le caratteristiche di portanza dei terreni di fondazione.
I geotessili andranno posati dove espressamente indicato dai disegni di progetto o dall’Ufficio
di Direzione Lavori.
• Caratteristiche dei materiali
Il geotessile sarà composto da fibre sintetiche in poliestere o in polipropilene, in filamenti
continui, coesionate mediante agugliatura meccanica senza impiego di collanti o trattamenti
termici, o aggiunta di componenti chimici.
I teli saranno forniti in rotoli di altezza non inferiore a 5,30 metri. In relazione alle esigenze
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87
esecutive ed alle caratteristiche del lavoro, verranno posti in opera geotessili di peso non
inferiore a 300 g/m2 e non superiore a 400 g/m2. In funzione del peso unitario, i geotessili in
propilene dovranno presentare le seguenti caratteristiche:
peso unitario
spessore a 2 kPa
resistenza a trazione
allungamento a rottura
(g/m2)
(mm)
(kN/m)
(%)
≥ 300
≥ 1,2
≥ 60
≥ 40
≥ 400
≥ 1,5
≥ 70
≥ 40
Per l'avvolgimento di tubazioni di drenaggio potranno essere utilizzati tessuti non tessuti di
peso unitario inferiore.
La superficie del geotessile dovrà essere rugosa ed in grado di garantire un buon angolo di
attrito con il terreno. Il geotessile dovrà essere inalterabile a contatto con qualsiasi sostanza e
agli agenti atmosferici, imputrescibile, inattaccabile dai microrganismi e dovrà avere ottima
stabilità dimensionale.
• Modalità esecutive
Il terreno di posa dovrà essere il più possibile pulito da oggetti appuntiti o sporgenti, come
arbusti, rocce od altri materiali in grado di produrre lacerazioni.
I teli srotolati sul terreno verranno posti in opera mediante cucitura sul bordo fra telo e telo, o
con sovrapposizione non inferiore a 30 cm. Il fissaggio sul piano di posa sarà effettuato in
corrispondenza dei bordi longitudinali e trasversali con infissione di picchetti di legno della
lunghezza di 1,50 metri, a distanza di 1 metro.
Per i tappeti da porre in opera in acqua, L’Impresa dovrà impiegare apposito mezzo natante e
saranno a suo carico gli oneri per il materiale di zavorratura.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa, prima dell'inizio dei lavori, dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori i
certificati rilasciati dal costruttore che attestino i quantitativi acquistati dall’Impresa e la
rispondenza del materiale ai requisiti sopra indicati ed alle prescrizioni progettuali. Prima
dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori verificherà comunque la rispondenza
del materiale ai requisiti prescritti, prelevando dei campioni di materiale in quantità tale da
poter effettuare almeno una serie di prove di controllo ogni 1000 metri quadrati di telo da
posare e almeno una per quantità globale inferiore. Se i risultati delle prove di laboratorio non
rispetteranno i limiti prescritti, il materiale cui la prova si riferisce verrà scartato.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali
firmati in contraddittorio con l’Impresa; in mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere
collaudata.
H.2
Georeti tridimensionali antierosione
• Generalità
Le georeti tridimensionali antierosione verranno utilizzate sulle scarpate arginali a fiume con
lo scopo di favorire l'attecchimento e lo sviluppo della vegetazione erbacea, consentendo così
di ridurre l'effetto dell'azione erosiva della corrente.
Le georeti andranno posate dove espressamente indicato dai disegni di progetto o dall’Ufficio
di Direzione Lavori.
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88
• Caratteristiche dei materiali
La georete dovrà essere costituita dall'accoppiamento di una stuoia tridimensionale in nylon e
da una griglia in poliestere.
La stuoia dovrà essere costituita da monofilamenti in poliammide trattati al carbon black e
strutturata in due parti termosaldate fra loro nei punti di contatto: la parte superiore a maglia
tridimensionale con indice alveolare maggiore del 90%, la parte inferiore a maglia piatta. Il
polimero di cui è composta la georete dovrà avere una temperatura di fusione >200°C ed una
densità di 11,4 kN/m3 (1140 kgf/m3). La griglia di rinforzo sarà realizzata in poliestere,
mediante tessitura di fibre ad elevato modulo.
La georete dovrà presentare le seguenti caratteristiche:
• resistenza a trazione (secondo norma DIN 53857): 30 kN/m (3,000 kgf/m)
• resistenza caratteristica per una vita di 120 anni: ≥ 20 kN/m (2,200 kgf/m)
• spessore minimo: 15 mm
• creep dopo due anni per un carico pari al 50% della resistenza ultima a trazione: ≤ 1%
La georete dovrà avere bassa infiammabilità e bassa produzione di fumo; dovrà inoltre essere
imputrescibile ed atossica.
Le caratteristiche meccaniche della georete dovranno essere documentate con un certificato
ufficiale tipo BBA, che dovrà riportare, fra l'altro, la curva di creep e i coefficienti di sicurezza
per una durata di 120 anni.
• Modalità esecutive
Il terreno di posa dovrà essere livellato e liberato da vegetazione, radici, pietre e in generale
oggetti appuntiti o sporgenti.
Prima di procedere alla posa sarà necessario creare al piede e in testa al pendio delle trincee di
ancoraggio, di profondità non inferiore a 30 cm. La georete dovrà poi essere fissata in una
delle due trincee con 1 picchetto per metro e potrà essere stesa indifferentemente dall'alto
verso il basso o viceversa; dovrà essere posata nel senso della corrente con una
sovrapposizione minima della georete di monte sulla georete di valle di 15 cm. La fascia di
sovrapposizione dovrà essere fissata con 1 picchetto per metro, mentre dovranno essere
previsti in media 3 o 4 picchetti intermedi per metro quadrato di superficie: il numero di
picchetti intermedi dovrà essere portato ad una densità di 1 picchetto per metro quadrato in
condizioni particolarmente sfavorevoli. I bordi liberi dovranno essere fissati con 1 picchetto
per metro.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa, prima dell'inizio dei lavori, dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori i
certificati rilasciati dal Costruttore che attestino i quantitativi acquistati dall’Impresa e la
rispondenza del materiale ai requisiti sopra indicati ed alle prescrizioni progettuali. Prima
dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori verificherà comunque la rispondenza
del materiale ai requisiti prescritti, prelevando dei campioni di materiale in quantità tale da
poter effettuare almeno una serie di prove di controllo ogni 1000 metri quadrati di telo da
posare e almeno una per quantità globale inferiore. Se i risultati delle prove di laboratorio non
rispetteranno i limiti prescritti, il materiale cui la prova si riferisce verrà scartato.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali
firmati in contraddittorio con l’Impresa; in mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere
collaudata.
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89
H.3
Geomembrane impermeabili
• Generalità
Le geomembrane impermeabili saranno utilizzate laddove risulti necessario impedire un moto
di filtrazione all'interno dei rilevati arginali.
Le geomembrane andranno posate dove espressamente indicato dai disegni di progetto o
dall’Ufficio di Direzione Lavori.
• Caratteristiche dei materiali
La geomembrana impermeabile sarà costituita da una armatura in geotessile tessuto in HDPE
laminata più volte con un film in LDPE, stabilizzato ai raggi U.V.. La geomembrana dovrà
essere imputrescibile ed atossica e dovrà presentare le seguenti caratteristiche:
• grammatura (DIN 53854):
≥ 2,8 N/m2 (0,28 kgf/m2);
• spessore (DIN 53855):
≤ 0,45 mm
• resistenza a trazione longitudinale (DIN 53857):
≥ 24 kN/m (2400 kgf/m)
• resistenza a trazione trasversale (DIN 53857):
≥ 24 kN/m (2400 kgf/m)
• allungamento a rottura longitudinale (DIN 53857): ≤ 20%
• allungamento a rottura trasversale (DIN 53857):
≤ 20%
• resistenza a lacerazione in senso longitudinale (ASTM D 4533-85): ≥ 180 N (18 kgf)
• resistenza a lacerazione in senso trasversale (ASTM D 4533-85):
≥ 180 N (18 kgf)
• penetrazione del cono (EMPA):
≤ 20 mm
• resistenza alla prova CBR (DIN 54307 A):
≥ 3 kN (300 kgf)
• Modalità esecutive
Il terreno di posa dovrà essere il più possibile pulito da oggetti appuntiti o sporgenti, come
arbusti, rocce od altri materiali in grado di produrre lacerazioni e dovrà essere rivestito con
uno strato in tessuto non tessuto di peso unitario non inferiore a 0,7 N/m2 (70 g/m2).
I teli andranno fissati al terreno in testa e al piede della scarpata mediante picchetti di
ancoraggio infissi entro apposite trincee di spessore non inferiore a 50 cm. I teli, se non
previsto diversamente dall’Ufficio di Direzione Lavori, andranno collegati mediante saldatura
meccanica sul posto. Il telo da saldare andrà steso sopra il telo già posato e i due lembi
andranno giuntati mediante cucitrice manuale; terminata questa operazione, il telo superiore
verrà ribaltato in modo da risultare nella corretta posizione e la giunzione verrà sigillata con
mastice bituminoso.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa, prima dell'inizio dei lavori, dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori i
certificati rilasciati dal Costruttore che attestino i quantitativi acquistati dall’Impresa e la
rispondenza del materiale ai requisiti sopra indicati ed alle prescrizioni progettuali. Prima
dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori verificherà comunque la rispondenza
del materiale ai requisiti prescritti, prelevando dei campioni di materiale in quantità tale da
poter effettuare almeno una serie di prove di controllo ogni 1000 metri quadrati di telo da
posare e almeno una per quantità globale inferiore. Se i risultati delle prove di laboratorio non
rispetteranno i limiti prescritti, il materiale cui la prova si riferisce verrà scartato.
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Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica verranno redatti appositi verbali
firmati in contraddittorio con l’Impresa; in mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere
collaudata.
I)
Opere in conglomerato cementizio
Le strutture in cemento armato da realizzare in opera previste in progetto, risultano dagli
specifici elaborati grafici e sinteticamente comprendono, fondazioni con travi rovesce e
platee, pilastri isolati, travi di sostengo dei solai di interpiano e di copertura, setti.
Il calcestruzzo da impiegare nella realizzazione delle strutture dovrà avere le caratteristiche
minime richieste e specificate nelle tavole esecutive.
La normativa di riferimento per la preparazione, trasporto , materiali e messa in opera sono
• NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI di cui al D.M. 14/01/2008 – G.U. n.
29 del 04/02/2008 S.O. n. 30.
• LINEE GUIDA DEL CONSIGLIO SUP. LL.PP. SUL CALCESTRUZZO
STRUTTURALE-PRECONFEZIONATO-ALTA RESISTENZA
• Norma Europea UNI EN 206-1
(Calcestruzzo – Specificazione, prestazione, produzione e conformità)
• Norma Tecnica UNI 11104 del 2004
(Calcestruzzo – Specificazione, prestazione, produzione e conformità – Istruzioni
complementari per l’applicazione della EN 206)
I.1
Prescrizioni per gli ingredienti utilizzati per il confezionamento del conglomerato
A1) Acqua di impasto conforme alla UNI-EN 1008
A2) Additivo superfluidificante conforme ai prospetti 3.1 e 3.2 o superfluidificante ritardante
conforme ai prospetti 11.1 e 11.2 della norma UNI-EN 934-2
A3) Additivo ritardante (eventuale solo per getti in climi molto caldi) conforme al prospetto 2
della UNI-EN 934-2
A4) Aggregati
Sono idonei alla produzione di calcestruzzo per uso strutturale gli aggregati ottenuti dalla
lavorazione di materiali naturali, artificiali, ovvero provenienti da processi di riciclo conformi alla
norma europea armonizzata UNI EN 12620 e, per gli aggregati leggeri, alla norma europea
armonizzata UNI EN 13055-1.
Il sistema di attestazione della conformità di tali aggregati, ai sensi del DPR n.246/93 è indicato
nella Tabella
Specifica Tecnica Europea
Armonizzata di riferimento
Uso Previsto Sistema di Attestazione
della Conformità
Aggregati per calcestruzzo
UNI EN 12620 e UNI EN
13055-1
Calcestruzzo strutturale 2+
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91
È consentito l’uso di aggregati grossi provenienti da riciclo, secondo i limiti di al paragrafo 11.2.9
dal D.M. 14/01/2008 a condizione che la miscela di calcestruzzo confezionata con aggregati
riciclati, venga preliminarmente qualificata e documentata attraverso idonee prove di laboratorio.
Gli aggregati riciclati dovranno comunque rispettare le norme UNI 8520-1:2005 e UNI
8520-2:2005 al fine di individuare i requisiti chimico-fisici, aggiuntivi rispetto a quelli fissati per
gli aggregati naturali,
I limiti di accettabilità delle caratteristiche tecniche degli aggregati sono quelli previste dalle
norme
UNI 8520-1:2005 e UNI 8520-2:2005.
A5) Cemento conforme alla norma UNI-EN 197-1
A6) Ceneri volanti e fumi di silice conformi rispettivamente alla norma UNI-EN 450 e UNI-EN
13263 parte 1 e 2.
Prescrizioni per il calcestruzzo
B1) Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1)
B2) Classi di esposizione ambientale: ……………(come da relazione di calcolo)…..
B3) Rapporto a/c max: ……………(come da relazione di calcolo)…...
B4) Classe di resistenza a compressione minima……………(come da relazione di calcolo)…..
B5) Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo superiori a
1500 m3)
B6) Dosaggio minimo di cemento: ……………(come da relazione di calcolo)…...
B7) Aria intrappolata: max. 2,5%
B8) Diametro massimo dell’aggregato: 32 mm (Per interferri inferiori a 35 mm utilizzare aggregati
con pezzatura 20 mm)
B9) Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.4
B10) Classe di consistenza al getto S4/S5 o slump di riferimento 230 ± 30 mm
B11) Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): < 0.1%
Prescrizioni per la struttura
C1) Copriferro minimo: 35 mm (45 per opere in c.a.p) ( o come da relazione di calcolo)
C2) Controllo dell’esecuzione dell’opera (Rck minima in opera valutata su carote h/d=1):
C(x/y)opera > 0,85 C(x/y) ≥ 34 N/mm2
C3) Scassero oppure durata minima della maturazione umida da effettuarsi mediante ricoprimento
della superficie non casserata con geotessile bagnato
ogni 24 ore (o con altro metodo di protezione equivalente): 7 giorni
C4) Acciaio B450C conforme al D.M. 14/01/2008:
Proprietà Requisito
Limite di snervamento fy ≥ 450 MPa
Limite di rottura ft ≥ 540 MPa
Allungamento totale al carico massimo Agt ≥7.5%
Rapporto ft/fy 1,15 ≤ Rm/Re ≤ 1,35
Rapporto fy misurato/ fy nom ≤ 1,25
Resistenza a fatica assiale* 2 milioni di cicli
Resistenza a carico ciclico* 3 cicli/sec (deformazione 1,5÷4 %)
Idoneità al raddrizzamento dopo piega* Mantenimento delle proprietà meccaniche
Controllo radiometrico** superato, ai sensi del D.Lgs. 230/1995 - D. Lgs. 241/2000
* = prove periodiche annuali
** = controllo per colata
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92
I.2
Calcestruzzo confezionato con processo industrializzato
Per calcestruzzo confezionato con processo industrializzato si intende quello prodotto mediante
impianti, strutture e tecniche organizzate sia in cantiere che in uno stabilimento esterno al cantiere.
Gli impianti devono dotarsi di un sistema permanente di controllo interno della produzione
Il sistema di controllo della produzione di calcestruzzo confezionato con processo industrializzato
in impianti di un fornitore, predisposto in coerenza con la norma UNI EN ISO 9001:2000.
Detto sistema di controllo deve essere certificato da organismi terzi indipendenti che operano in
coerenza con la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2006, autorizzati dal Servizio Tecnico
Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP.
I documenti che accompagnano ogni fornitura di calcestruzzo confezionato con processo
industrializzato devono indicare gli estremi di tale certificazione (estremi FPC in bolla di
consegna).
Documento di consegna del calcestruzzo preconfezionato deve contenere:
- nome dell’impianto di preconfezionamento
- Numero progressivo del documento
- Giorno e ora del carico, ovvero ora del primo contatto tra acqua e cemento
- Numero dell’autobetoniera o identificativo del veicolo di trasporto
- Nome dell’acquirente
- Nome e ubicazione del cantiere
- Quantità di calcestruzzo in metro cubo
- Dichiarazione di conformità alle specifiche e alla EN 206-1
- Nome o marchio dell’Ente di certificazione (FPC) con relativi estremi della certificazione ***
- Ora di arrivo in cantiere
- Ora di inizio scarico
- Ora di fine scarico
Calcestruzzo a prestazione garantita:
- Classe di resistenza
- classe di esposizione ambientale
- classe di contenuto in cloruri
- classe di consistenza o valore di riferimento
- valori limite di composizione del cls (se oggetto di
specifica)
- tipo di additivo e aggiunte, se oggetto di specifica
- proprietà speciali, se richieste
- dimensione max nominale aggregato
- massa volumica (in caso di cls leggero o pesante)
Calcestruzzo a composizione richiesta:
- Dettagli sulla composizione (es. contenuto di
cemento e/o tipo di additivo)
- secondo la specifica, rapporto a/c o consistenza,
espressa come classe o valore di riferimento
- dimensione max nominale aggregato
Il Direttore dei Lavori, che è tenuto a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le eventuali
forniture provenienti da impianti non conformi.
I.3
Calcestruzzo prodotto in cantiere
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93
Nel caso in cui l’impianto di produzione industrializzata appartenga al costruttore nell’ambito di
uno specifico cantiere, il sistema di gestione della qualità del costruttore, predisposto in coerenza
con la norma UNI EN ISO 9001:2000, certificato da un organismo accreditato, deve comprendere
l’esistenza e l’applicazione di un sistema di controllo della produzione dell’impianto,
conformemente alle specifiche indicazioni contenute nelle Linee Guida sul calcestruzzo
preconfezionato elaborato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP.
Il Direttore dei Lavori, rifiuterà eventuali forniture provenienti da impianti non conformi;
effettuerà le prove di accettazione previste al paragrafo 11.2.5 del citato D.M., e l’Appaltatore
dovrà fargli pervenire prima dell’inizio della fornitura, copia della certificazione del controllo di
processo produttivo.
Inoltre l’Appaltatore dovrà fornire al Direttore dei Lavori, prima dell’inizio delle forniture,
evidenza documentata dei criteri e delle prove che hanno portato alla determinazione della
resistenza caratteristica di ciascuna miscela omogenea di conglomerato, così come indicato al
paragrafo 11.2.3 del decreto.
I.4
Fornitura di acciaio
Le forniture di acciaio devono essere accompagnate dall’ “Attestato di Qualificazione” nel
quale deve essere riportato il riferimento alla bolla di consegna; l’attestato è valido per
5 anni.
I.5
Prove di accettazione sui materiali
Calcestruzzo
Secondo quanto disposti dalle “Nuove Norme tecniche per le Costruzioni” (D.M. 14.01.2008)
(p.11.2.5) sarà eseguita dalla D.L. un controllo di accettazione del calcestruzzo in relazione
alla resistenza caratteristica a compressione prescritta. Qualora i valori di resistenza a
compressione dei provini prelevati durante il getto non soddisfino i criteri di accettazione
della classe di resistenza caratteristica prevista nel progetto, o qualora sorgano dubbi sulla
qualità del calcestruzzo, è facoltà del Direttore dei Lavori richiedere l’effettuazione di prove
direttamente sulle strutture. In questi casi si dovrà tenere nel debito conto gli effetti che sui
prelievi in opera hanno avuto la posa in opera e la stagionatura del calcestruzzo, per tale
ragione la verifica od il prelievo del calcestruzzo indurito non può essere sostitutivo dei
controlli d’accettazione da eseguirsi su provini prelevati e stagionati in conformità alle
relative norme UNI.
Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del Direttore
dei lavori o di un tecnico dell’’ufficio di direzione lavori che provvede alla redazione di
apposito verbale di prelievo in contraddittorio con l’impresa appaltatrice, di cui si da atto
con relativo verbale.
Il D.L. dispone l’identificazione dei provini mediante sigle, etichettature indelebili etc; la
certificazione effettuata dal Laboratorio prove materiali deve riportare riferimento a tale
verbale.
La domanda prove al laboratorio deve essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori e deve
contenere precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da ciascun prelievo.
Le prove non richieste dal Direttore dei Lavori non possono far parte dell’insieme statistico
che serve per la determinazione della resistenza caratteristica del materiale.
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94
Nel caso di prove CONTROLLO DELLA RESISTENZA IN OPERA si farà riferimento
alle Norme per la determinazione delle prove distruttive e non distruttive:
UNI EN 12504-1: carotaggi
UNI EN 12504-2: battute sclerometriche
UNI EN 12504-3: forza di estrazione (pull out)
UNI EN 12504-4: determinazione della velocità di propagazione degli impulsi ultrasonici
Il calcolo della resistenza in opera dovrebbe essere effettuato secondo le indicazioni della prEN
13791: Assessement of in situ compressive strength in structures and precast concrete
components.
Tutti gli oneri relativi alle prove di cui sopra, in essi compresi quelli per il rilascio dei certificati,
saranno a carico dell’AIPo mentre l’impresa dovrà prestarsi all’assistenza per la fornitura dei
provini.
Nel caso che il valore della resistenza caratteristica cubica ottenuta sui provini assoggettati a
prove nei laboratori risulti essere inferiore a quello indicato nei calcoli statici e nei disegni di
progetto mi la D.L. potrà, a suo insindacabile giudizio, ordinare la sospensione dei getti o dei
lavori in attesa dei risultati delle ulteriore prove richieste.
Tale sospensione non darà corso ad alcuno riconoscimento di indennizzo o danno all’impresa.
Qualora anche le prove successivamente effettuate presso laboratori Ufficiali risultasse la Rck
risultasse ancora inferiore ai valori di progetto indicati nei calcoli statici e /o nei disegni si
procederà , a cura e spese dell’impresa , ad un controllo teorico e/o sperimentale della struttura
interessata dal quantitativo di conglomerato non conforme sulla base delle ipotesi progettuali di
appalto e della nuova resistenza ridotta cosi come determinata dalle prove.
Tali verifiche e controlli formeranno oggetto di una relazione supplementare nella quale risulti
dimostrata che la nuova resistenza , fermo restando le ipotesi di calcolo e di vincolo
progettuali, sia conforme ai disposti di cui al D.M. 14/01/2008.
Se la relazione verrà approvata dalla D.L., il calcestruzzo verrà contabilizzato in base al valore
della resistenza caratteristica determinata.
Se i lavori sono pagati a corpo , verrà dedotto , sul prezzo a corpo, un importo pari alla differenza
di prezzo in base alla resistenza dei calcestruzzi, riferita la prezziario applicato, per la quantità di
calcestruzzo messo in opera.
Nel caso in cui la relazione non viene approvata dalla D.L., l’impresa sarà tenuta a sua cura e spese
a procedere alla demolizione e al rifacimento dell’opera , oppure all’adozione di quei
provvedimenti che, proposti dalla stessa impresa ed approvati dalla D.L., permettono di verificare
la struttura.
In questo caso non sarà dovuto alcun indennizzo maggiore di quello previsto contrattualmente.
Controlli sull’acciaio
Se lo stabilimento di provenienza è unico si devono prelevare 3 spezzoni di uno stesso Ø
da sottoporre a prove di resistenza e duttilità (lotto di consegna non superiore a 30 t)
CONTROLLO ENTRO 30 GIORNI DALLA FORNITURA; IN OGNI CASO PRIMA
DELLA POSA IN OPERA DELLE ARMATURE
Se i precedenti criteri non sono soddisfatti si può eseguire un prelievo di 10 provini da
prodotti diversi del lotto di spedizione (lotti di max 30 t)
Il criterio di accettazione è che la media dei risultati sui 10 provini sia > del valore caratteristico ed
i singoli valori sono compresi tra i valori minimi e massimi Il prelievo deve essere effettuato dal
D.L. che deve rendere identificabili i campioni con sigle o etichette Il D.L. deve firmare la
richiesta di esecuzione prove affinché la certificazione sia valida ai sensi del DM
I controlli in cantiere sono obbligatori.
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95
I controlli sono facoltativi se il prodotto proviene da un centro di trasformazione o
lavorazione delle barre, nel quale sono stati effettuati i relativi controlli; il materiale deve
essere accompagnato da apposita certificazione
Il D.L. può, a sua discrezione, chiedere anche controlli sull’indice di aderenza, la
saldabilità, ecc.
Le prove sui materiali sarà eseguita da laboratori abilitati secondo le disposizione di legge.
I.6
Messa in opera del Calcestruzzo
Verifiche ed operazioni preliminari alla messa in opera del calcestruzzo
Prima di iniziare la messa in opera del calcestruzzo è necessario compiere le operazioni e
verifiche riguardanti almeno: le casseforme, le strutture di supporto e le armature metalliche.
Casseforme
Le casseforme e le relative strutture di supporto devono essere progettate e realizzate in modo
da sopportare le azioni alle quali sono sottoposte nel corso della messa in opera del
calcestruzzo e da essere abbastanza rigide per garantire il rispetto delle dimensioni
geometriche e delle tolleranze previste.
Per rispettare le quote e le tolleranze geometriche progettuali, le casseforme devono essere
praticamente indeformabili quando, nel corso della messa in opera, sono assoggettate alla
pressione del calcestruzzo ed alla vibrazione.
Nel caso di superfici a vista queste saranno realizzate secondo le specifiche progettuali.
Generalmente una cassaforma è ottenuta mediante l’accostamento di pannelli, se tale
operazione non è eseguita correttamente e/o non sono predisposti i giunti a tenuta, la fase
liquida del calcestruzzo, o boiacca, fuoriesce provocando difetti estetici sulla superficie del
getto, eterogeneità nella tessitura e nella colorazione, nonché nidi di ghiaia.
La tenuta delle casseforme deve essere curata in modo particolare nelle strutture con superfici
di calcestruzzo a vista, può essere migliorata utilizzando giunti preformati riutilizzabili o con
mastice e con guarnizioni monouso.
Tutti i tipi di casseforme (con la sola esclusione di quelle che rimangono inglobate nell’opera
finita), prima della messa in opera del calcestruzzo, richiedono il trattamento con un agente
(prodotto) disarmante.
I prodotti disarmanti sono applicati ai manti delle casseforme per agevolare il distacco del
calcestruzzo, ma svolgono anche altre funzioni quali: la protezione della superficie delle
casseforme metalliche dall’ossidazione e della corrosione, l’impermeabilizzazione dei
pannelli di legno, il miglioramento della qualità della superficie del calcestruzzo. La scelta del
prodotto e la sua corretta applicazione influenzano la qualità delle superfici del calcestruzzo,
in particolare: l’omogeneità di colore e l’assenza di bolle.
Si deve aver cura di eliminare ogni significativa traccia di ruggine nelle casseforme
metalliche.
Nel caso in cui i ferri d’armatura non siano vincolati alle casseforme, per rispettare le
tolleranze dello spessore del copriferro, si dovranno predisporre opportune guide o riscontri
che contrastano l’effetto della pressione esercitata dal calcestruzzo.
Nel quadro sottostante sono indicati i principali difetti delle casseforme, le conseguenze e
le possibili precauzioni per evitare, o almeno contenere i difetti stessi.
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Barre d'armatura
L’acciaio da calcestruzzo armato deve essere qualificato secondo le procedure riportate
nelle “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento
armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”.
L’acciaio per calcestruzzo armato normalmente è fornito sotto forma di:
- barre
- rotoli
- reti e tralicci elettrosaldati.
Tutti gli acciai devono essere ad aderenza migliorata, e tutte le forniture devono essere
accompagnate dalla “dichiarazione di conformità” qualora sussista l’obbligo della Marcatura
CE ai sensi del DPR 21/04/1993 n. 246; laddove tale obbligo non sussista, le forniture di
acciaio devono essere accompagnate dall’attestato di qualificazione del Servizio Tecnico
Centrale.
I dispositivi di raccordo e di ancoraggio devono essere conformi alle norme vigenti. La
superficie delle armature deve essere esente da ruggine e da sostanze che possono deteriorare le
proprietà dell'acciaio o del calcestruzzo o l'aderenza fra loro.
Per evitare i possibili danni indotti dall’ossidazione dei ferri ordinari d’armatura possono essere
utilizzate barre d’armatura in acciaio inossidabile, barre protette con zincatura (galvanizzate) o
ricoperte con uno strato di vernice protettiva.
E’ opportuno che i trattamenti di zincatura, la dove richiesti, e protezione mediante
verniciatura siano applicati sulle barre (ed eventuali inserti) già piegate e preferibilmente
assemblate. La movimentazione delle armature trattate richiede particolare cura poiché
eventuali scalfitture del trattamento comprometterebbero l’effetto protettivo.
Il taglio e la curvatura dei ferri d’armatura devono essere effettuati secondo le prescrizioni
riportate nella documentazione progettuale. E’ sempre comunque opportuno che:
- la curvatura sia effettuata con progressione regolare;
- la curvatura a temperatura inferiore a 5°C sia au torizzata dalla Direzione Lavori,
che fisserà le eventuali precauzioni;
- a meno di una specifica indicazione riportata nella documentazione progettuale,
sia evitato il riscaldamento delle barre per facilitarne la curvatura.
Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio adeguato
al diametro, i diametri dei mandrini di curvatura devono essere adattati al tipo d’armatura, e
non devono essere inferiori ai valori indicati dalla normativa di settore.
Reti elettrosaldate
Gli acciai delle reti elettrosaldate devono essere saldabili.
L’interasse delle barre non deve superare 330 mm.
I nodi delle reti devono resistere ad una forza di distacco determinata in accordo con la norma
UNI EN ISO 15630-2:2004 pari al 25% della forza di snervamento della barra, da computarsi
per quella di diametro maggiore sulla tensione di snervamento pari a 450 N/mm2. Tale
esistenza al distacco della saldatura del nodo, va controllata e certificata dal produttore di reti
e di tralicci secondo le procedure di qualificazione di seguito riportate.
In ogni elemento di rete le singole armature componenti devono avere le stesse caratteristiche.
La produzione di reti elettrosaldate può essere effettuata a partire da materiale di base prodotto
nello stesso stabilimento di produzione del prodotto finito o da materiale di base proveniente
da altro stabilimento.
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Ogni pannello o traliccio deve essere inoltre dotato di apposita marchiatura che identifichi il
produttore della rete o del traliccio stesso.
La marchiatura di identificazione può essere anche costituita da sigilli o etichettature
metalliche indelebili con indicati tutti i dati necessari per la corretta identificazione del
prodotto, ovvero da marchiatura supplementare indelebile. In ogni caso la marchiatura deve
essere identificabile in modo permanente anche dopo annegamento nel calcestruzzo.
Laddove non fosse possibile tecnicamente applicare su ogni pannello la marchiatura dovrà
essere comunque apposta su ogni pacco di reti un’apposita etichettatura con indicati tutti i dati
necessari per la corretta identificazione del prodotto e del produttore Il Direttore dei Lavori, al
momento dell’accettazione della fornitura in cantiere verificherà la presenza della predetta
etichettatura.
La mancata marchiatura, la non corrispondenza a quanto depositato o la sua illeggibilità,
anche parziale, rendono il prodotto non impiegabile.
Assemblaggio e messa in opera delle armature
Le armature devono essere messe in opera secondo le posizioni, le prescrizioni e le
indicazioni dei disegni e dei documenti progettuali. In tal senso è opportuno che il progetto
contenga un apposito elaborato riportante la distinta dei ferri di armatura.
Devono inoltre essere rispettate:
- le tolleranze di posizionamento definite nella documentazione progettuale
- lo spessore del copriferro specificato.
Allo scopo, come già accennato, è opportuno utilizzare adeguati calibri o spessori. I
distanziali in acciaio, a contatto con la superficie esterna, del calcestruzzo sono ammessi
solamente in classe di esposizione XO (UNI EN 206-1), (ambiente secco e riparato). Tale
restrizione non si applica ai distanziali in acciaio inossidabile idoneo alle specifiche
condizioni di esposizione.
Il copriferro è la distanza tra le superfici dell’armatura metallica più esterna comprensiva di
legature e la superficie esterna più prossima del calcestruzzo. Il copriferro nominale
specificato nei disegni, è definito da un valore minimo cm in cui deve essere aggiunto, in sede
progettuale, un incremento h per tener conto della tolleranza. Se in superficie è inserita una
speciale armatura di rinforzo, anche questa deve soddisfare i requisiti dello
spessore minimo.
Giunzioni
Le giunzioni, sia nel tipo che nella posizione, devono essere indicate con precisione nel
progetto e devono essere eseguite nel massimo rispetto delle stesse prescrizioni progettuali. In
fase esecutiva è sempre comunque opportuno rammentare che le giunzioni possono essere
effettuate mediante:
- saldature eseguite in conformità alle norme vigenti, previo accertamento della saldabilità
dell’acciaio in uso e della sua compatibilità con il metallo d’apporto, nelle posizioni o
condizioni operative previste nel progetto esecutivo
- manicotto filettato
- sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l’ancoraggio di ciascuna barra. In ogni caso la
lunghezza di sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte il diametro e la
prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compressa. La distanza mutua
(intraferro) nella sovrapposizione non deve superare 6 volte il diametro.
Nelle unioni di sovrapposizione, se necessario, si devono valutare gli sforzi trasversali che
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98
si generano nel calcestruzzo circostante, che va protetto con specifiche armature addizionali,
trasversali o di cerchiatura.
Le saldature non devono essere eseguite in una parte curva o in prossimità di una curva
dell’armatura. La saldatura per punti è ammessa solo per l’assemblaggio delle armature.
Non deve essere permessa la saldatura delle armature di acciaio galvanizzato a meno di
diverse specifiche prescrizioni, che indichino il procedimento da seguire per il ripristino
della protezione.
Trasporto, messa in opera e compattazione del calcestruzzo
Dopo la miscelazione il calcestruzzo è trasportato a piè d’opera, gettato nelle casseforme,
compattato e sottoposto a finitura. La facilità con cui si possono eseguire queste operazioni
dipende dalla lavorabilità dell’impasto. Il termine “lavorabilità” è indicativo di molte
proprietà che, per semplicità, sono generalmente riconducibili a consistenza e coesione. La
consistenza è un indice della facilità con cui il calcestruzzo può essere fatto scorrere, mentre
la coesione è rappresentativa della stabilità dell’impasto nei riguardi della segregazione e
dell’essudamento. La consistenza dell’impasto deve essere tale da permettere il trasporto e la
messa in opera del calcestruzzo con sufficiente facilità, senza che si verifichino fenomeni di
segregazione.
La classe di consistenza ottimale dipende dal tipo di getto e dai mezzi disponibili per la
compattazione e si valuta seguendo le procedure descritte nelle seguenti norme:
- Prove sul calcestruzzo fresco - cedimento al cono (UNI EN 12350-2)
- Prove sul calcestruzzo fresco - spandimento (UNI EN 12350-3)
- Prove sul calcestruzzo fresco - compattabilità (UNI EN 12350-4)
- Prove sul calcestruzzo fresco - tempo d’assestamento (UNI EN 12350-5).
Trasporto del calcestruzzo fresco
Il trasporto del calcestruzzo, dal sito di confezione al luogo d’impiego, deve essere effettuato
con mezzi adeguati ad evitare la segregazione o il danneggiamento del conglomerato.
I sistemi più utilizzati per il trasporto del calcestruzzo sono: l’autobetoniera, la benna,
l’autocarro cassonato e il nastro trasportatore.
L’autobetoniera è idonea a trasportare quasi tutti i tipi di calcestruzzo e permette di mantenere
per un periodo abbastanza lungo (2-3 ore) il calcestruzzo miscelato e non segregato, a
condizione che l’impasto sia mantenuto in continua agitazione.
Per maggiori dettagli circa la confezione, il trasporto e la consegna del calcestruzzo, sia
esso preconfezionato o prodotto in cantiere, si può fare riferimento alle “Linee Guida per
la produzione, il trasporto e il controllo del calcestruzzo preconfezionato”, predisposte dal
Calcestruzzo fresco a piè d’opera
Al ricevimento del calcestruzzo a piè d’opera è opportuno verificare:
- che nel corso del trasporto siano state applicate le precauzioni atte a ridurre la
perdita di lavorabilità e ad evitare la segregazione
- la corrispondenza tra i requisiti ed i dati riportati nei documenti
d’accompagnamento
- l’aspetto del conglomerato fresco.
Nel caso di dubbio sulla conformità è opportuno effettuare i necessari controlli. Possono
essere rilevate direttamente (a piè d’opera) alcune difformità legate all’aspetto del
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99
calcestruzzo quali: colore, composizione degli aggregati, diametro massimo dell’aggregato.
Tali differenze devono essere segnalate al alla D.L. e, se del caso, danno origine al rifiuto.
In conformità alle disposizioni vigenti, i controlli sulle caratteristiche del calcestruzzo fresco
devono essere effettuati con prelievi a piè d’opera e, nel caso del calcestruzzo
preconfezionato, i controlli devono essere eseguiti al momento dello scarico in contraddittorio
tra le parti interessate.
Movimentazione del calcestruzzo
La movimentazione del calcestruzzo dal mezzo di trasporto al punto di messa in opera può
essere effettuata mediante uno dei seguenti dispositivi: canaletta, benna, nastro trasportatore,
pompa. Il mezzo deve essere scelto tenendo in considerazione le caratteristiche del
calcestruzzo allo stato fresco, la distanza tra il punto d’arrivo del mezzo e quello di getto, le
condizioni climatiche, la conformazione delle casseforme e del cantiere, le attrezzature di
compattazione disponibili e la velocità d’avanzamento prevista.
Movimentazione mediante canaletta
Al fine di ottenere una corretta messa in opera, la canaletta deve avere pendenza e lunghezza
compatibili con la classe di consistenza del calcestruzzo. Generalmente le autobetoniere sono
attrezzate con canalette che consentono la distribuzione diretta del calcestruzzo entro il raggio
d’alcuni metri. E’ opportuno che, per proteggere il calcestruzzo dal rapido essiccamento, la
canaletta sia protetta dal vento e dal sole. Per evitare la segregazione del calcestruzzo, all’atto
dello scarico e nell’eventuale passaggio da una canaletta all’altra, si predispone una tramoggia
che accompagna la discesa del calcestruzzo in direzione verticale. La segregazione è infatti
provocata non tanto dalla lunghezza della canaletta quanto dalla caduta libera del calcestruzzo
alla sua estremità.
La canaletta deve essere accuratamente ripulita al termine di ogni operazione di scarico.
Per motivi di sicurezza, le canalette delle autobetoniere devono essere opportunamente
vincolate in modo da evitare gli spostamenti laterali, i sostegni della canaletta di cantiere
devono essere idonee a sopportare il carico statico e dinamico del calcestruzzo.
Movimentazione con benna
La benna permette di movimentare quantità ridotte di calcestruzzo in punti dislocati in modo
disperso nella struttura in costruzione. Questa soluzione è preferibile nei casi in cui si operi a
quote elevate rispetto al piano di consegna del calcestruzzo e sia installata una gru.
Le specifiche del calcestruzzo idoneo ad essere movimentato mediante benna riguardano solo
la consistenza, che deve essere tale da far defluire il calcestruzzo dalla bocca senza segregare.
Per accompagnare il calcestruzzo entro le casseforme delle strutture verticali, evitando la
caduta libera che provoca la segregazione, è consigliabile l’impiego di un tubo getto che,
immerso nella superficie del calcestruzzo fresco, ne permetta l’immissione dal basso o, in
alternativa, l’applicazione alla bocca di scarico della benna di un tubo di gomma flessibile,
avente diametro di 15 – 20 cm e lunghezza tale da ridurre la caduta libera del calcestruzzo a
meno di 50 cm. Tale accorgimento è particolarmente importante per i calcestruzzi fluidi
(consistenza S4 secondo la norma UNI EN 206-1) e per quelli autocompattanti
Movimentazione mediante pompanti.
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Le pompe per calcestruzzo, in base alle loro caratteristiche, possono essere così classificate:
- pompe su autocarro, od autocarrate. Rappresentano il tipo di pompa più comune, sono usate
nei cantieri in cui il braccio idraulico ha sufficiente spazio per muoversi ed il punto di posa
del calcestruzzo dista 30-40 metri dalla pompa;
- pompe su autobetoniera, o auto-beton-pompe hanno capacità ridotta sia in termini di portata
sia di distanza di trasporto, il loro impiego è dedicato ai cantieri di medio impegno. Spesso
pompano il solo calcestruzzo trasportato dalla betoniera stessa, ma il loro impiego non
comporta l’impegno di una macchina dedicata;
- pompe carrellate. Sono usate in postazioni fisse, in grossi cantieri che richiedono frequenti
pompaggi di consistenti quantitativi di calcestruzzo. Alla pompa sono collegati elementi di
tubazione fissi ed, in alcuni casi (grattacieli, alte pile di ponti, …), alla loro estremità è
collegato un braccio idraulico di distribuzione. Le pompe carrellate trovano impiego anche nei
piccoli cantieri ove non c’è spazio sufficiente (es.: nei centri storici) per posizionare una
pompa autocarrata e la benna della gru non è in grado di raggiungere i punti di getto.
All’estremità della tubazione metallica di pompaggio generalmente è inserito un tubo
flessibile che facilita la distribuzione del calcestruzzo entro le casseforme, ma che, di contro,
induce una maggiore perdita di carico rispetto a quello metallico. Per motivi di sicurezza si
deve evitare di sottoporre la tubazione flessibile a curve strette, ponendo attenzione ai
possibili repentini scuotimenti dovuti ad aumenti della pressione di pompaggio.
Le tubazioni fisse devono essere disposte secondo un tracciato il più lineare possibile,
evitando la formazione di curve strette. Per evitare pericolose espulsioni di calcestruzzo
dovute a cedimenti delle tubazioni in pressione, è necessario verificare sistematicamente lo
stato delle tubazioni e, in modo particolare, il loro stato di usura, nonché il corretto fissaggio
degli elementi di congiunzione.
Nella stagione estiva è bene proteggere le tubazioni dall’esposizione diretta ai raggi solari in
modo da limitarne il riscaldamento.
Affinché l’operazione di pompaggio possa procedere in modo soddisfacente, è necessario che
l’impasto sia alimentato in modo continuo, risulti uniforme, di buona qualità, omogeneamente
mescolato e correttamente dosato, con aggregati di adeguato assortimento granulometrico. E’
buona norma prevedere un diametro massimo dell’aggregato non eccedente un quarto del
diametro della tubazione e non maggiore di 32 mm. Il calcestruzzo, spinto dal movimento
alterno dei pistoni, deve poter fluire nelle tubazioni senza contraccolpi, in modo continuo. Nel
caso in cui, a seguito delle esigenze di posa in opera, sia necessario interrompere il
pompaggio, per impedirne l’intasamento, l’operatore della pompa opera brevi ed alterni
movimenti di spinta ed aspirazione del calcestruzzo. Dopo 10 20 minuti d’interruzione, in
relazione alla temperatura dell'ambiente, è necessario effettuare la pulizia del sistema.
La consistenza ideale del calcestruzzo pompabile è compresa tra S3 – S5;
Operazioni di getto
Considerata l’importanza delle operazioni di getto, che riguardano la posa in opera del
calcestruzzo e tutte le fasi relative, è necessario stabilire un programma di verifiche
comprendenti:
- il coordinamento con la Direzione Lavori, con il progettista, con i laboratori esterni per
ispezioni, verifiche, prelievi di campioni e prove a piè d’opera;
- l’istruzione/coordinamento con i fornitori e subappaltatori, per la consegna del calcestruzzo
delle caratteristiche prescritte;
- Nel caso di calcestruzzo preconfezionato, le istruzioni/ordini circa le prestazioni, il
programma della fornitura, l’eventuale necessità della pompa con relative caratteristiche;
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- l’istruzione agli operatori per organizzare la messa in opera, compattazione e stagionatura
del calcestruzzo, in funzione dei volumi, delle sequenze e degli spessori dei getti, della
movimentazione e vibrazione del materiale, della protezione e stagionatura della struttura,
delle condizioni climatiche, nonché delle eventuali superfici di contatto.
L’impresa esecutrice é tenuta a comunicare con dovuto anticipo al Direttore dei Lavori il
programma dei getti indicando:
- il luogo di getto
- la struttura interessata dal getto
- la classe di resistenza e di consistenza del calcestruzzo.
I getti dovrebbero avere inizio solo dopo che il Direttore dei Lavori ha verificato:
- la preparazione e rettifica dei piani di posa
- la pulizia delle casseforme
- la posizione e corrispondenza al progetto delle armature e del copriferro
- la posizione delle eventuali guaine dei cavi di precompressione
- la posizione degli inserti (giunti, water stop, ecc.)
- l’umidificazione a rifiuto delle superfici assorbenti o la stesura del disarmante.
Nel caso di getti contro terra è bene controllare che siano eseguite, in conformità
alle disposizioni di progetto, le seguenti operazioni:
- la pulizia del sottofondo
- la posizione di eventuali drenaggi
- la stesa di materiale isolante e/o di collegamento.
Scarico del calcestruzzo ordinario
Lo scarico del calcestruzzo dal mezzo di trasporto nelle casseforme si effettua applicando
tutti gli accorgimenti atti ad evitare la segregazione dei vari componenti.
È opportuno che l'altezza di caduta libera del calcestruzzo fresco, indipendentemente dal
sistema di movimentazione e getto, non ecceda 50-80 cm e che lo spessore degli strati
orizzontali di calcestruzzo, misurato dopo la vibrazione, non sia maggiore di 30 cm.
Si deve evitare di scaricare il calcestruzzo in cumuli da stendere poi successivamente con
l'impiego dei vibratori, in quanto questo procedimento può provocare l’affioramento della
pasta cementizia e la segregazione. Per limitare l’altezza di caduta libera del calcestruzzo, è
opportuno utilizzare un tubo di getto che consenta al calcestruzzo di fluire all’interno di quello
precedentemente messo in opera.
Riprese di getto
Per quanto possibile, i getti devono essere eseguiti senza soluzione di continuità, in modo da
evitare le riprese e conseguire la necessaria continuità strutturale. Per ottenere ciò è opportuno
ridurre al minimo il tempo di ricopertura tra gli strati successivi, in modo che, mediante
vibrazione, si ottenga la monoliticità del calcestruzzo. Qualora siano inevitabili le riprese di
getto, è necessario che la superficie del getto su cui si prevede la ripresa, sia lasciata quanto
più possibile corrugata, alternativamente la superficie deve essere scalfita (e pulita dai detriti),
in modo da migliorare l’adesione con il getto successivo. L’adesione può essere migliorata
con specifici adesivi per ripresa di getto (resine), o con tecniche diverse che prevedono
l’utilizzo d’additivi ritardanti o ritardanti superficiali da aggiungere al calcestruzzo o da
applicare sulla superficie.
Anche se le soluzioni sopraindicate mirano ad ottenere il monolitismo tra i getti successivi,
per assicurare la continuità strutturale, le riprese di getto devono essere orientate su piani
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quanto più possibili ortogonali alla direzione dei flussi di compressione che si destano poi
nella struttura in servizio, in modo da garantire un’imposta efficace per tali compressioni.
Tra le riprese di getto sono da evitare i distacchi, le discontinuità o le differenze d’aspetto
e colore.
Compattazione del calcestruzzo
Quando il calcestruzzo fresco è versato nella cassaforma, contiene molti vuoti e tasche d’aria
racchiusa tra gli aggregati grossolani rivestiti parzialmente da malta. Il volume di tale aria, che
si aggira tra il 5 ed 20 %, dipende dalla consistenza del calcestruzzo, dalla dimensione della
cassaforma, dalla distribuzione e dall’addensamento delle barre d’armatura e dal modo con
cui il calcestruzzo è stato versato nella cassaforma (figura 5)
Se il calcestruzzo indurisse in questa condizione risulterebbe disomogeneo, poroso, poco
resistente e scarsamente aderente alle barre d’armatura.
Per raggiungere le proprietà desiderate, il calcestruzzo deve essere compattato.
Tale processo può essere effettuato mediante: vibrazione, centrifugazione, battitura,
assestamento.
I calcestruzzi con classi di consistenza S1 e S2, che allo stato fresco sono generalmente rigidi,
richiedono una compattazione più energica dei calcestruzzi di classe S3 o S4, aventi
consistenza plastica o plastica fluida.
La lavorabilità di un calcestruzzo formulato originariamente con poca acqua, non può
essere migliorata aggiungendo acqua.
Quando necessario possono essere utilizzati degli additivi fluidificanti o, talvolta,
superfluidificanti.
Nel predisporre il sistema di compattazione si deve prendere in considerazione la consistenza
effettiva del calcestruzzo al momento della messa in opera che, per effetto della temperatura e
della durata di trasporto, può essere inferiore a quella rilevata al termine dell’impasto.
I.7
Opere in fondazione
I manufatti saranno di norma costruiti mettendo il piano di fondazione costantemente
all'asciutto.
Quindi in presenza d'acqua si provvederà all'abbassamento del livello dell'acqua almeno fino a
20 cm sotto il predetto piano di fondazione.
Le norme che regolano la costruzione delle opere di fondazione all'asciutto, continue o
discontinue, in conglomerato cementizio semplice o in cemento armato, sono le stesse che
riguardano le analoghe opere in soprelevazione. Nel caso particolare, di getti per le opere di
fondazione da eseguirsi in acqua o in presenza d'acqua, si useranno apposite tramogge o altri
specifici mezzi per condurre il calcestruzzo direttamente nel sito a cui è destinato in modo da
evitare al massimo i dilavamenti. Ovviamente, data una classe di resistenza del calcestruzzo o
una sua particolare dosatura, prescritte dalle voci d'elenco dei prezzi contrattuali, l'appaltatore
dovrà provvedere al maggior dosaggio di cemento sia per compensare quello dilavato
dall'acqua durante le operazioni di getto, sia per compensare quello necessario alla presa e
indurimento del calcestruzzo in eccesso d'acqua. Comunque per tutte le opere di fondazione
qui descritte, sia superficiali che profonde, valgono le norme di cui alla legge 2.2.1974, n. 64
sulla stabilità dei terreni, sulle opere di sostegno delle terre e sulle opere di fondazione,
qualora non in contrasto con le norme che seguono.
Resta comunque stabilito che in caso di pompaggio dovranno essere installate anche pompe di
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103
riserva per garantire un funzionamento continuo del sistema prosciugante. Il prosciugamento
dovrà comunque essere protratto solo per il tempo strettamente necessario alle operazioni di
scavo e di costruzione dei manufatti.
I.8
Prove di carico e collaudo statico
Prima di sottoporre le strutture in cemento armato, dopo la loro ultimazione in opera, verrà
eseguito da parte del Collaudatore un’accurata visita preliminare di tutte le parti per constatare
che le strutture siano state eseguite in conformità ai relativi disegni di progetto, alle buone
regole d’arte ed a tutte le prescrizioni di contratto.
Ove nulla osti, si procederà quindi alle prove di carico ed al collaudo statico delle strutture;
operazioni che verranno condotte secondo le prescrizioni contenute nelle norme specifiche, in
particolare nel D.M. 14/01/2008, art. 9
I.5
Intonaci
• Generalità
Gli intonaci in genere dovranno essere eseguiti in stagione opportuna, dopo aver rimosso dai
giunti delle murature la malta poco aderente e dopo aver ripulito e abbondantemente bagnato
la superficie della parete stessa.
Gli intonaci, di qualunque specie siano, non dovranno mai presentare peli, crepature,
irregolarità negli allineamenti e negli spigoli, od altri difetti.
Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature,
dovranno essere demoliti e rifatti dall’Impresa a sue spese.
Ad opera finita l'intonaco dovrà avere uno spessore non inferiore ai mm 15.
Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti ad angolo vivo oppure con opportuno
arrotondamento a seconda degli ordini che in proposito darà l’Ufficio di Direzione Lavori. Gli
spigoli sporgenti saranno rinforzati e protetti da opportuni angolari metallici.
• Caratteristiche dei materiali
Per quanto concerne gli inerti, l'acqua ed il cemento da usare nella preparazione delle malte
per gli intonaci valgono le indicazioni riportate per i calcestruzzi.
La calce da usare nella preparazione delle malte per gli intonaci dovrà essere idraulica in
polvere e rispondere ai requisiti richiesti dalla Legge 26/05/1965 e dal D.M. 14/01/1966.
Dovrà inoltre essere fornita in sacchi originali, con tutte le modalità di cui all'art.3 della Legge
26/05/1965 n.595.
I sacchi dovranno essere sempre, sia all'atto della fornitura che al momento dell'impiego del
materiale, in perfetto stato di conservazione; sarà rifiutata la calce idraulica contenuta in
sacchi che comunque presentassero manomissioni: i sacchi rifiutati dovranno essere subito
allontanati dal cantiere.
La calce idraulica in polvere dovrà essere trasportata in cantiere al riparo dalla pioggia e dalla
umidità, dovrà essere conservata in magazzini coperti ed in tavolati di legno così come
prescritto per i cementi.
È vietato l'uso di calce idraulica che presentasse grumi.
Il gesso scagliola da usare nella confezione delle miscele per le rasature a gesso, dovrà
rispondere ai requisiti richiesti dalle norme UNI 6782-73 ed ISO/71.
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104
La calce potrà essere fornita in zolle entro sacchi di plastica o idrata. La calce spenta dovrà
essere conforme a quanto stabilito nel R.D. del 16 novembre 1939 n.2231.
• Modalità esecutive
Predisposte le fasce verticali, sotto regolo di guida, in numero sufficiente, verrà applicato alle
murature un primo strato di malta bastarda o di cemento, gettato con forza in modo che possa
penetrare nei giunti e riempirli.
Dopo che questo strato si sarà ben asciugato, si applicherà su di esso un secondo strato della
medesima malta che si stenderà con la cazzuola o col frattazzo stuccando ogni fessura e
togliendo ogni asprezza, cosicché le pareti riescano per quanto possibile regolari.
Appena l'intonaco rustico avrà preso consistenza, si distenderà su di esso un terzo strato di
malta fina che si conguaglierà con le fasce di guida in modo che l'intera superficie risulti piana
ed uniforme, senza ondeggiamenti e disposta a perfetto piano verticale o secondo le superfici
degli intradossi.
La rasatura a gesso verrà eseguita usando una miscela di gesso scagliola e calce spenta. Sarà
permesso l'uso di impasti preconfezionati in sacchi originali approvati dall’Ufficio di
Direzione Lavori.
La rasatura a gesso sarà lavorata e lisciata perfettamente a ferro e la superficie rasata non
dovrà presentare ondulazioni o tracce di lavorazione. Gli spigoli saranno protetti da adatti
rinforzi metallici.
Quando l'arricciatura in malta di cemento sarà ancora fresca, la superficie frattazzata verrà
spolverata con cemento puro e poi lisciata perfettamente con frattazzo o meglio cazzuola in
acciaio in modo che il cemento penetri bene nell'arricciatura e la superficie risulti liscia ed
uniforme.
• Prove di accettazione e controllo
L’Ufficio di Direzione Lavori potrà, a suo insindacabile giudizio, effettuare prove a spese
dell’Impresa sui materiali forniti e sulle lavorazioni per verificarne la rispondenza alle
caratteristiche sopra specificate.
I materiali non ritenuti idonei dovranno essere allontanati dal cantiere. L’Impresa dovrà altresì
provvedere al rifacimento delle lavorazioni non accettate dall’ Ufficio di Direzione Lavori.
I.6
Murature con paramento in pietrame spaccato
• Caratteristiche dei materiali
Il pietrame spaccato da utilizzare nella formazione del paramento delle murature dovrà essere
compatto ed uniforme, sano e di buona resistenza a compressione, privo di parti alterate,
pulito ed esente da materie eterogenee. Il pietrame dovrà avere uno spessore medio di 30 cm.
La malta da utilizzare per la stilatura dei giunti dovrà essere dosata a 4 kN (400 kgf) di
cemento R 425.
• Modalità esecutive
I massi andranno posati in opera per corsi orizzontali, contestualmente al getto del
calcestruzzo. Terminata la costruzione della muratura, si provvederà ad eseguire la stilatura
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105
dei giunti.
L)
Fondazioni speciali
L.1
Diaframmi
L.1.1
Diaframmi in c.a.
L.1.1.1 Generalità
I diaframmi in c.a. sono opere con funzione di impermeabilizzazione, sostegno o fondazione,
ottenute gettando il conglomerato cementizio entro cavi di forma planimetrica allungata
realizzati nel terreno, di norma in presenza di fanghi bentonitici.
I diaframmi possono costituire opere di sostegno, sia autoportanti che vincolate da puntelli o
tiranti ancorati nel terreno; essi possono essere costituiti da elementi accostati, oppure staccati
uno dall’altro, oppure con giunti a tenuta idraulica, in modo da impedire qualunque filtrazione
attraverso la parete.
Durante la perforazione occorrerà tenere conto dell’esigenza di non peggiorare le
caratteristiche meccaniche del terreno circostante il diaframma, dovranno quindi essere
minimizzati:
- il rammollimento degli strati coesivi;
- la diminuzione di densità relativa degli strati incorrenti;
- la diminuzione delle tensioni orizzontali efficaci proprie dello stato naturale;
- la riduzione dell’aderenza diaframma-terreno da un improprio impiego dei fanghi.
Per quanto riguarda la normativa vigente in materia di opere in c.a. si richiama espressamente
quanto riportato al paragrafo I.
Nei prezzi di elenco relativi a tali opere sono compresi: lo spianamento su livelli orizzontali
del piano di lavoro salvo diversa indicazione del progetto e dell’Ufficio di Direzione Lavori,
lo scavo, i tracciamenti, la formazione dei cordoli guida, l'apertura della trincea, l'eventuale
impiego di scalpello, il carico e trasporto a rifiuto dei materiali di risulta, compreso il
trattamento dei fanghi secondo le leggi vigenti, la fornitura dei fanghi bentonitici e l'impiego
dei relativi impianti di pompaggio, l'acqua, la fornitura del conglomerato cementizio ed il suo
getto e costipamento con mezzi idonei anche in presenza di armature metalliche e quant'altro
necessario per dare il lavoro compiuto a perfetta regola d'arte, nonché le prove ed i controlli
disposti dall’Ufficio di Direzione Lavori e la documentazione dei lavori.
Sono esclusi:
- l'eventuale scavo a vuoto,
- la fornitura e posa dell'armatura metallica;
elementi che verranno compensati con i relativi prezzi di Elenco.
L.1.1.2 Tolleranze geometriche
La posizione planimetrica dei diaframmi dovrà mantenersi nelle tolleranze indicate nel
progetto. La verticalità dovrà essere assicurata con tolleranza del 1%, nel caso di diaframmi a
tenuta idraulica dovrà essere garantita una tolleranza di un valore massimo pari a S/3 L (S =
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106
spessore; L = profondità del diaframma).
Resta inteso che tra i singoli pannelli la differenza di verticalità non può superare i 30 cm di
spessore.
I controlli di verticalità dovranno essere eseguiti, di norma, prima dell'esecuzione dei getti con
sonde ad ultrasuoni oppure, quando reso possibile dall'attrezzatura di perforazione, anche
durante l'esecuzione dello scavo applicando appositi inclinometri al sistema di scavo.
Le tolleranze ∆S sullo spessore, verificate in base ai volumi di conglomerato cementizio
assorbito, sono le seguenti:
- per ciascun elemento, in base al suo assorbimento globale:
0,01 S < ∆S ≤ 0,1 S;
- per ciascuna sezione degli elementi sottoposti a misure dell’assorbimento dose per dose
(dose = autobetoniera):
0,01 S < ∆S ≤ 0,01 S.
La profondità “L” dovrà risultare conforme al progetto ≅ 20 cm, salvo diversa indicazione
motivata dell’Ufficio di Direzione Lavori.
L'ordine di realizzazione dei singoli pannelli potrà essere fissato o variato a giudizio
dell’Ufficio di Direzione Lavori, senza che perciò l’Appaltatore abbia diritto ad alcun speciale
compenso.
L’Appaltatore è tenuto ad eseguire a suo esclusivo onere e spesa tutte le opere sostitutive e/o
complementari che si rendessero necessarie per garantire piena funzionalità al diaframma in
caso di esecuzione non conforme alle tolleranze stabilite.
L.1.1.3 Preparazione del piano di lavoro e perforazione
L’Appaltatore avrà cura di accertare che l’area di lavoro non sia attraversata da tubazioni, cavi
elettrici o manufatti sotterranei che se incontrati dalla perforazione possano recare danno alle
maestranze di cantiere o a terzi. Analoga attenzione dovrà essere prestata a possibili
inquinamenti di superficie o della falda da parte di una incontrollata discarica dei detriti e/o
dei fanghi bentonitici.
L’Appaltatore dovrà predisporre, lungo il tracciato planimetrico del diaframma, due muretti
guida in conglomerato cementizio debolmente armato, delle dimensioni non inferiori a 25 cm
di larghezza e 60÷80 cm di profondità dal piano di lavoro, distanti tra loro dello spessore del
diaframma aumentato di 4÷6 cm, allo scopo di definire la posizione degli utensili di scavo, di
assicurare un riferimento stabile per il posizionamento delle armature e di evitare il
franamento del terreno nella fascia di oscillazione del livello del fango.
Il piano di lavoro dovrà essere situato ad una quota di almeno 1,5 m superiore al livello di
massima falda prevedibile, salvo diversa disposizione dell’Ufficio di Direzione Lavori. Lo
scavo dovrà essere eseguito senza soluzione di continuità sino a dare il diaframma ultimato
alla quota di progetto; nel caso fosse necessario sospendere la fase di scavo, l’Appaltatore
dovrà darne immediatamente notizia all’Ufficio di Direzione Lavori, che si riserverà di
degradare o di non accettare il diaframma interrotto.
Una volta terminate le operazioni di getto, il tratto di perforazione a vuoto compreso tra piano
di lavoro e sommità del diaframma dovrà essere riempito con inerti.
Lo scavo dovrà avvenire in presenza di fanghi bentonitici, o con il metodo della circolazione
rovescia con utensile disgregatore o con fanghi statici e benna di scavo.
Nel caso di utilizzo di benna, il corpo dell’utensile dovrà lasciare una spazio tra esso e la
parete del foro di ampiezza sufficiente ad evitare “effetti pistone” allorché l’utensile viene
sollevato.
Gli utensili di perforazione dovranno avere conformazione tale da non lasciare sul fondo del
foro detriti smossi o zone di terreno rimaneggiato.
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107
La benna mordente sarà provvista delle aperture per la fuoriuscita del fango all’atto
dell’estrazione. Il livello del fango nel foro dovrà essere in ogni caso più alto della massima
quota piezometrica delle falde presenti nel terreno lungo la perforazione.
Il franco dovrà risultare di norma non inferiore a m 1,00 e non dovrà scendere al disotto di m
0,60 all’atto dell’estrazione dell’utensile dal foro; a tale scopo si potrà disporre di una fossa di
piccola capacità accanto al foro, direttamente connessa alla sua sommità con corto canale.
Ciascun tratto di diaframma sarà eseguito in due fasi: si procederà dapprima alla perforazione
ed al getto di elementi alterni e si completerà il tratto in seconda fase, con l’esecuzione degli
elementi di chiusura ed avvenuta presa del conglomerato cementizio di quelli eseguiti in
prima fase.
Le operazioni dovranno essere programmate e condotte in modo da evitare interazioni
pregiudizievoli alla buona riuscita del lavoro tra elementi in corso di esecuzione o appena
ultimati. Il materiale di risulta dovrà essere sistematicamente portato a discarica autorizzata,
qualora lo stesso non possa essere utilmente sistemato nei pressi del diaframma.
In fase di scavo dovranno essere adottati gli opportuni accorgimenti al fine di evitare il
verificarsi di fenomeni di rilascio, sifonamento e sgrottamento del terreno e di evitare rapide
variazioni della pressione nel fango; dovranno inoltre essere garantite la perfetta verticalità e
la complanarità dei pannelli, secondo quanto indicato in precedenza.
I fanghi dovranno essere ottenuti miscelando in acqua bentonite in polvere ed eventuali
additivi, sino ad ottenere una sospensione finemente dispersa; il dosaggio in bentonite, in
termini di percentuale in peso rispetto all'acqua, dovrà risultare compreso tra il 5% e il 10%,
tenuto altresì conto delle caratteristiche dei terreni da attraversare.
La composizione dei fanghi bentonitici dovrà corrispondere alle prescrizioni del progettista, e
dovrà comunque essere tale da garantire la stabilità delle pareti dello scavo; al momento
dell'impiego i fanghi dovranno avere peso di volume non superiore a 1,04÷1,07 t/m3
(10,4÷10,7 kN/m3) e viscosità Marsh compresa tra 38 s e 55 s e dovranno, prima di essere
utilizzati, essere lasciati almeno 24 ore nelle vasche di maturazione.
La bentonite da impiegare dovrà inoltre corrispondere ai seguenti requisiti:
- residuo al setaccio n.38 della serie UNI n.2331-2332:
≅ 1%
- tenore di umidità:
≅ 15%
- limite di liquidità:
> 400
- viscosità Marsh 1500/1000 della sospensione al 6% in acqua
distillata:
> 40"
- decantazione della sospensione al 6% in 24 ore:
< 2%
3
- acqua separata per pressofiltrazione di 450 cm della
sospensione al 6% in 30 minuti alla pressione di 0,7 MPa:
< 18 cm3
- pH dell'acqua filtrata:
> 7; < 9
- spessore del cake sul filtro della filtropressa:
≅ 2,5 mm
L’Appaltatore dovrà essere dotato di apparecchiature di depurazione che consentano di
limitare la quantità di materiale trattenuto in sospensione dei fanghi.
Tali apparecchiature dovranno essere in grado di mantenere costantemente un peso di volume
dei fanghi ≅ 1,25 t/m3 (12,5 kN/m3) nel corso della perforazione e ≅ 1,15 t/m3 (11,5 kN/m3)
prima dell'inizio delle operazioni di getto, con contenuto percentuale volumetrico in sabbia <
6%.
I valori sopra specificati si riferiscono ai fanghi prossimi al fondo dello scavo. Nel caso
d'impiego della "circolazione rovescia", le determinazioni potranno essere fatte sui fanghi in
circolo immessi alla bocca dello scavo stesso, mentre nel caso di "fanghi in quiete", dovranno
essere condotte su campioni di fanghi prelevati a mezzo di apposito campionatore per fluidi in
prossimità del fondo dello scavo.
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108
Le determinazioni prima dell'inizio del getto dovranno essere eseguite su campioni prelevati
con campionatore ad una quota di 80 cm superiore a quella del fondo dello scavo.
Lo scavo sia nel corso della sua esecuzione sia durante il successivo getto del conglomerato
dovrà risultare internamente riempito di fango.
Il materiale di risulta dello scavo dovrà essere allontanato dal cantiere e trasferito in apposita
discarica utilizzando tutti gli accorgimenti atti ad evitare dispersioni di fanghi bentonitici.
Si eseguiranno, a cura e spese dell’Appaltatore e in contraddittorio con l’Ufficio di Direzione
Lavori, determinazioni sistematiche delle seguenti caratteristiche del fango:
A) peso di volume;
B) viscosità Marsh;
C) contenuto in sabbia;
ripetendo le misure con la frequenza e le modalità di prelievo sotto indicate.
Fanghi freschi maturati (determinazione delle caratteristiche A e B):
- prelievo nella vasca di maturazione con frequenza quotidiana, per ogni impianto di
preparazione fanghi.
Fanghi in uso, nel corso della escavazione (determinazione della caratteristica A):
- prelievo entro il cavo mediante campionatore, alla profondità sovrastante di cm 50 quella
raggiunta dall’escavazione al momento del prelievo, con frequenza di un prelievo per ogni
elemento (pannello di diaframma) al termine dell’attraversamento degli strati più sabbiosi,
o al termine delle operazioni di scavo.
Fanghi prima dell’inizio del getto del conglomerato cementizio (determinazione delle
caratteristiche A e C):
- prelievo mediante campionatore, alla profondità di cm 80 sopra il fondo dello scavo con
frequenza di prelievo per ogni elemento da eseguire dopo che le armature metalliche ed il
tubo di convogliamento sono già stati posti in opera.
L’Ufficio di Direzione Lavori potrà richiedere ulteriori controlli delle caratteristiche dei
fanghi bentonitici impiegati, in particolare nella fase iniziale di messa a punto delle
lavorazioni.
L’Appaltatore dovrà disporre in cantiere di una adeguata attrezzatura di laboratorio per il
controllo del peso specifico o di volume, della viscosità, del contenuto in sabbia, del pH,
dell’acqua “libera” e dello spessore del “cake”; mentre per la constatazione delle seguenti
caratteristiche:
- residui al setaccio n.38 della serie UNI n.2331-2332;
- tenore di umidità;
- limite di liquidità;
- decantazione della sospensione al 6%;
si ricorrerà a cura e spese dell’Appaltatore, a laboratorio ufficiale.
L.1.1.4 Armatura
Le armature metalliche dovranno essere realizzate in conformità alle indicazioni di progetto e
rispondere alle prescrizioni del punto I.4 ed L.1.1.4 . Le armature trasversali saranno costituite
da riquadri o staffe a più braccia, con ampio spazio libero centrale per il passaggio del tubo di
getto; esse saranno di norma esterne alle armature verticali salvo diversa indicazione degli
elaborati esecutivi.
Le armature verticali verranno pre-assemblate fuori opera in “gabbie”; i collegamenti saranno
ottenuti con doppia legatura in filo di ferro oppure mediante punti di saldatura elettrica. Le
gabbie di armatura saranno dotate di opportuni distanziatori non metallici atti a garantire la
centratura dell’armatura ed un copriferro netto minimo rispetto alla parete di scavo di 6 cm.
Possono essere costituiti da rotelle cilindriche in conglomerato cementizio (diametro 12÷15
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109
cm, larghezza > 6 cm) con perno in tondino metallico fissato a due ferri verticali contigui. I
centratori saranno posti a gruppi di 3÷4 regolarmente distribuiti e con spaziatura verticale di
3÷4 m.
Le armature dovranno consentire il passaggio agevole del calcestruzzo attraverso i ferri,
soprattutto nelle zone di sovrapposizione; al fine di non ostacolare la risalita del calcestruzzo
nelle zone più delicate, come i giunti, si raccomanda inoltre di mantenere le staffe orizzontali
ad una distanza adeguata, pari a circa 50 cm.
Non si ammette la distribuzione delle barre verticali su doppio strato; l’intervallo netto
minimo tra barra e barra, misurato lungo il perimetro che ne unisce i centri, non dovrà in
nessun caso essere inferiore a 7,5 cm con aggregati inferiori ai 2 cm e 10 cm con aggregati di
classe superiore.
Le gabbie di armatura dovranno essere perfettamente pulite ed esenti da ruggine, messe in
opera prima dell’inizio del getto e mantenute in posto sostenendole dall’alto, evitando in ogni
caso di appoggiarle sul conglomerato cementizio già in opera o sul fondo del cavo.
L.1.1.5 Getto del calcestruzzo
Il conglomerato cementizio sarà confezionato da apposita centrale di preparazione atta al
dosaggio, a peso, dei componenti e dovrà rispondere alle norme vigenti in materia. Si
impiegheranno almeno tre classi di aggregati; le classi saranno proporzionate in modo da
ottenere una curva granulometrica che soddisfi il criterio della massima densità (curva di
Fuller).
La dimensione massima degli aggregati dovrà essere inferiore al valore minimo di interspazio
tra le armature e comunque non superiore a 40 mm.
Il conglomerato cementizio dovrà avere la resistenza caratteristica cubica di progetto e
comunque non dovrà risultare di classe inferiore a Rck 300. Il rapporto acqua/cemento non
dovrà superare il valore di 0,50 comprendendo l’umidità degli aggregati nel peso dell’acqua.
La lavorabilità dovrà essere tale da dare uno “slump” al cono di Abrams compreso tra 16 cm e
20 cm.
Per soddisfare entrambi questi requisiti potrà essere aggiunto all’impasto un idoneo additivo
fluidificante non aerante.
E’ ammesso altresì l’uso di ritardanti di presa o di fluidificanti con effetto ritardante. I prodotti
commerciali che l’Appaltatore si propone di usare dovranno essere sottoposti all’esame ed
all’approvazione preventiva dell’Ufficio di Direzione Lavori.
I mezzi di trasporto dovranno essere tali da evitare segregazioni dei componenti.
Il conglomerato cementizio dovrà essere confezionato e trasportato con un ritmo tale da
consentire di completare il getto di ciascun elemento di diaframma senza soluzione di
continuità e nel più breve tempo possibile; in ogni caso ciascun getto dovrà venire alimentato
con una cadenza effettiva, inclusi tutti i tempi morti, non inferiore a 20 m3/h.
La centrale di confezionamento dovrà quindi consentire la erogazione nell’unità di tempo di
volumi di conglomerato cementizio almeno doppi di quello sopra indicato.
Il conglomerato cementizio sarà posto in opera impiegando un tubo di convogliamento
costituito da sezioni di tubo di acciaio avente diametro non inferiore a 18 cm e comunque tale
da garantire il libero flusso del calcestruzzo. L’interno dei tubi sarà pulito, privo di irregolarità
e strozzature.
Il tubo sarà provvisto, all’estremità superiore, di una tramoggia di carico avente una adeguata
dimensione, mantenuta sospesa da un mezzo di sollevamento.
Prima di installare il tubo di convogliamento sarà eseguita una ulteriore misura del fondo
cavo. Per diaframmi eseguiti in presenza di fango bentonitico, il tubo di convogliamento sarà
posto in opera arrestando il suo piede a 30 cm dal fondo della perforazione.
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Prima di iniziare il getto si disporrà entro il tubo in prossimità del suo raccordo con la
tramoggia, un tappo formato da una palla di malta plastica oppure da uno strato di 30 cm di
spessore di vermiculite granulare o di palline di polistirolo galleggianti sul liquido, oppure
ancora da un pallone di plastica.
All’inizio del getto si dovrà disporre di un volume di conglomerato cementizio pari a quello
necessario per almeno 3÷4 m di diaframma. Il tubo di convogliamento sarà accorciato per
tratti successivi nel corso del getto, sempre conservando una immersione nel conglomerato
cementizio sufficiente ad evitare penetrazione di bentonite al suo interno.
In presenza di pannelli di lunghezza o forma tale da richiedere l'impiego contemporaneo di
due o più tubi di getto, questi dovranno essere alimentati in modo sincrono per assicurare la
risalita uniforme del calcestruzzo.
Nei casi in cui sia richiesta la impermeabilità del diaframma o la collaborazione statica tra gli
elementi che lo compongono, i giunti tra gli elementi dovranno essere opportunamente
conformati.
A tale scopo prima del getto degli elementi primari, si poseranno ai due estremi del pannello
da gettare e per tutta la profondità due casseforme metalliche a sezione circolare (o di diversa
sezione opportunamente sagomata ed approvata dall’Ufficio di Direzione Lavori).
A presa iniziata, si provvederà ad estrarre per 2÷3 cm le casseforme mediante un’opportuna
attrezzatura, ripetendo l’operazione in tempi successivi qualora le dimensioni dell’elemento
comportino durate del getto notevoli e quindi tempi di presa scaglionati per le diverse fasce di
profondità di ciascun elemento.
A presa ultimata per tutto il pannello si provvederà all'estrazione completa delle casseforme.
L'esecuzione del diaframma dovrà avvenire senza interruzioni, con soluzione di continuità
sino alla quota di progetto; nel caso fosse necessario sospendere la fase di getto, l’Appaltatore
deve darne immediatamente notizia all’Ufficio di Direzione Lavori.
Qualora si accertasse l’impossibilità di fare eseguire immediatamente il getto all’ultimazione
della perforazione (per sosta notturna, difficoltà di approvvigionamento del conglomerato
cementizio o qualunque altro motivo), si dovrà interrompere la perforazione almeno un metro
sopra alla profondità finale prevista e riprenderla successivamente, in modo da ultimarla
nell’imminenza del getto.
Durante le operazioni di getto, si dovrà misurare ad intervalli regolari il livello raggiunto dal
conglomerato, a mezzo di un apposito scandaglio. Il getto del calcestruzzo dovrà poi essere
proseguito per un tratto di lunghezza sufficiente a garantire l'omogeneità del diaframma dopo
le operazioni di scapitozzatura, al disopra della quota prescritta della trave di coronamento.
Maggiori volumi o migliori caratteristiche meccaniche dei materiali non richieste dall’Ufficio
di Direzione Lavori, non saranno compensate con maggiorazione di prezzo alcuna.
L.1.1.6 Documentazione dei lavori
L’esecuzione di ogni elemento di diaframma dovrà comportare la registrazione su apposita
scheda, compilata dall’Appaltatore in contraddittorio con l’Ufficio di Direzione Lavori, dei
seguenti dati:
- identificazione del diaframma;
- data di inizio perforazione e di fine getto;
- risultati dei controlli eseguiti sul fango eventualmente usato per la perforazione;
- profondità effettiva raggiunta dalla perforazione;
- profondità del fondo cavo prima della posa del tubo getto;
- “Slump” del conglomerato cementizio;
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111
- assorbimento totale effettivo del conglomerato cementizio e volume teorico dell’elemento
diaframma;
- “profilo di getto” (andamento dello spessore medio effettivo lungo il diaframma) ove
richiesto;
- risultati delle prove di rottura a compressione semplice di provini di conglomerato
cementizio.
Alla documentazione generale dovrà inoltre essere allegata:
- una scheda con le caratteristiche delle polveri bentonitiche e relativi additivi eventualmente
usati;
- caratteristiche geometriche costruttive degli eventuali giunti;
- una scheda con le caratteristiche dei componenti del conglomerato cementizio.
L.1.1.7 Controlli
L’Appaltatore a sua cura e spesa dovrà provvedere all’esecuzione di:
- analisi granulometriche di aggregato impiegato ogni qualvolta lo richieda l’Ufficio di
Direzione Lavori;
- una serie di prove di carico a rottura su cubetti di conglomerato cementizio prelevati in
numero e con modalità conformi a quanto prescritto al punto I.2 (prove di accettazione e
controllo) ed inoltre a quanto richiesto dall’Ufficio di Direzione Lavori;
- una prova con il cono di Abrams per il conglomerato cementizio impiegato, per ciascun
pannello, salvo diversa richiesta dell’Ufficio di Direzione Lavori;
- il rilievo della quantità di conglomerato cementizio impiegato per ogni elemento di
diaframma;
- ogni 10 elementi ed ogni qualvolta l’Ufficio di Direzione Lavori lo richieda, il rilievo dose
per dose (dose = autobetoniera) del livello del conglomerato cementizio entro il foro in
corso di getto, in modo da poter ricostruire l’andamento dello spessore medio effettivo
lungo il diaframma (profilo di getto); si impiegherà allo scopo uno scandaglio a base piatta.
Prove tecnologiche preliminari
Prima di dare inizio ai lavori la metodologia esecutiva dei diaframmi, quale proposta
dall’Appaltatore, dovrà essere messa a punto dalla stessa mediante l’esecuzione di un
adeguato numero di elementi di diaframma di prova.
Gli elementi di prova saranno eseguiti indicativamente in ragione dello 0,5% del numero
totale degli elementi di diaframma, con un minimo di un elemento prova, e verranno
compensati con i relativi prezzi di elenco.
Nel caso l’Appaltatore proponga di variare nel corso dei lavori la metodologia esecutiva
sperimentata ed approvata inizialmente si dovrà dar corso, a sua cura e spese, a nuove prove
tecnologiche.
Gli elementi di prova dovranno essere eseguiti in aree limitrofe a quelle interessanti i
diaframmi di progetto, e comunque rappresentative dal punto di vista geotecnico e
idrogeologico. Gli elementi di prova dovranno essere eseguiti alla presenza dell’Ufficio di
Direzione Lavori cui spetta l’approvazione delle modalità esecutive da adottarsi per gli
elementi di progetto.
In caso di discordanza l’Appaltatore dovrà provvedere a sua cura e spesa, all’esecuzione di
tutte quelle prove di controllo che saranno richieste dall’Ufficio di Direzione Lavori quali:
prove di controllo non distruttive, o ogni altra prova o controllo tali da dirimere ogni dubbio
sulla accettabilità delle modalità esecutive.
Di tutte le prove e controlli eseguiti l’Appaltatore si farà carico di presentare documentazione
scritta.
Controlli non distruttivi sui diaframmi in c.a.
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112
Scopo dei controlli non distruttivi è quello di verificare le caratteristiche geometriche e
meccaniche degli elementi di diaframma non compromettendone l'integrità strutturale.
A tale scopo potrà essere richiesta l'esecuzione a campione e secondo le indicazioni
dell’Ufficio di Direzione Lavori:
a) misure di cross-hole;
b) carotaggio continuo meccanico.
Per tutti i controlli non distruttivi l’Appaltatore provvederà a sottoporre all’Ufficio di
Direzione Lavori per approvazione il programma e le specifiche tecniche di dettaglio.
Le tubazioni occorrenti per l'esecuzione di prove di cross-hole dovranno essere realizzate a
tenuta stagna con impiego di tubi gas commerciali neri, serie normale, aventi diametro
nominale di 50 mm, spessore non inferiore ai 2 mm e lunghezza tale da raggiungere, in
profondità, la quota di fondo del diaframma prescritta dal progetto e sporgere verso l'alto di
almeno 30 cm dal piano di lavoro, con chiusura di protezione in sommità.
I tubi sono posti ad intervalli di circa due metri sul perimetro dei diaframmi.
Tali tubi, chiusi all’estremità inferiore con un tappo in acciaio, pure a tenuta stagna, debbono
essere fissati all’armatura metallica in modo tale da garantire che la distanza mutua dei tubi
stessi, lungo l’intero percorso, durante le successive operazioni, non subisca variazioni
superiori al 5% rispetto alla distanza misurabile in sommità.
Le giunzioni fra i vari elementi del tubo devono essere eseguite mediante manicotto filettato e
nastrato per assicurare l’impermeabilità.
I tubi, all’atto della posa in opera della gabbia, debbono presentarsi puliti ed esenti da
materiali grassi.
Prima dell’inizio del getto deve essere verificato per tutta la lunghezza di ciascun tubo, il
libero scorrimento di un cilindro di diametro non inferiore a 40 mm e di lunghezza non
inferiore a 700 mm.
Al termine delle prove, che l’Ufficio di Direzione Lavori, con l’assistenza dell’Appaltatore,
esegue come indicato di seguito, l’Appaltatore deve riempire le tubazioni con malta
cementizia.
Misure di cross-hole
Le misure di cross-hole (impulso su percorso orizzontale) sonico, consistono nella
registrazione delle modalità di propagazione di un impulso sonico nel conglomerato
cementizio interposto tra due tubi di misura.
Prima dell’esecuzione della prova i tubi devono essere riempiti con acqua dolce, a cura
dell’Appaltatore.
In uno di questi tubi viene introdotta la sonda emettitrice, nell’altro quella ricevitrice.
Le due sonde vengono contemporaneamente fatte scorrere parallelamente all’interno dei due
tubi; ad intervalli regolari di profondità, la sonda emettitrice genera un impulso sonico che
raggiunge l’altra sonda dopo aver attraversato il conglomerato cementizio.
Il segnale sonico modula il pennello elettronico di un oscilloscopio la cui traccia,
sincronizzata sull’istante di emissione, viene fatta traslare della stessa quantità ad ogni
emissione di impulso.
Un’apparecchiatura tipo Polaroid, applicata allo schermo dell’oscilloscopio, registra
fotograficamente l’escursione della traccia modulata.
Il risultato è una diagrafia a “densità variabile” che rappresenta in modo evidente l’integrità o
l’eventuale presenza di anomalie del conglomerato cementizio nella zona compresa tra i due
tubi.
Le misure vengono eseguite a partire dal fondo del diaframma.
L’emissione dei segnali avviene di norma ogni 2 cm di profondità.
La scala dei tempi (ascisse) è di 50 oppure 100 microsecondi/div. in funzione della lunghezza
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113
del percorso di misura.
La scala di profondità è di 1,25 m/div; su ogni fotogramma viene rappresentata una porzione
di 10 m di palo o diaframma.
Nel caso di riscontro di anomalie di trasmissione le misure devono essere ripetute su percorso
inclinato.
In questa prova la sonda emettitrice e quella ricevente procedono all’interno dei rispettivi tubi
con una differenza di quota prefissata, in modo che il percorso dell’impulso risulti inclinato
rispetto all’orizzontale.
Questo metodo consente di individuare difetti non visibili nella prova precedente (in
particolare fessurazioni con andamento orizzontale) e di precisare meglio difetti già
riscontrati.
Carotaggio continuo meccanico
Il carotaggio dovrà essere eseguito con utensili e attrezzature tali da garantire la verticalità del
foro e consentire il prelievo continuo, allo stato indisturbato, del conglomerato e se richiesto
del sedime di imposta. Allo scopo saranno impiegati doppi carotieri provvisti di corona
diamantata aventi diametro interno minimo pari a 60 mm.
Nel corso della perforazione dovranno essere rilevate le caratteristiche macroscopiche del
conglomerato e le discontinuità eventualmente presenti, indicando in dettaglio la posizione ed
il tipo delle fratture, le percentuali di carotaggio, le quote raggiunte con ogni singola manovra
di avanzamento. Su alcuni spezzoni di carota saranno eseguite prove di laboratorio atte a
definire le caratteristiche fisiche, meccaniche e chimiche.
Al termine del carotaggio si provvederà a riempire il foro mediante boiacca di cemento
immessa dal fondo foro.
Il carotaggio si eseguirà, a cura e spese dell’ Appaltatore, in corrispondenza di quegli elementi
di diaframma che l’ Ufficio di Direzione Lavori riterrà opportuno. Detto carotaggio potrà
essere richiesto, a cura e spese dell’ Appaltatore, anche dal Collaudatore delle opere.
L.1.2
Diaframmi plastici
L.1.2.1 Diaframmi in conglomerato plastico
Le modalità di scavo e getto del conglomerato plastico e le prescrizioni del fango bentonitico
sono sostanzialmente analoghe a quelle previste per i diaframmi in c.a., già descritte, ad
eccezione ovviamente della fase di posa dell'armatura (vedi punti L.1.1.3 - L.1.1.5).
Per quanto riguarda le tolleranze geometriche e la documentazione dei lavori si dovrà fare
riferimento a quanto riportato ai punto L.1.1.2 e L.1.1.6.
L'esecuzione dei diaframmi in conglomerato plastico deve avvenire secondo fasi di scavo e
getto per pannelli, secondo le seguenti operazioni:
- perforazione dei pannelli primari in presenza del fango bentonitico;
- posa dei tubi giunto;
- getto dei pannelli primari con miscele costituite da bentonite, cemento ed acqua
(conglomerato plastico), nelle proporzioni di seguito riportate;
- estrazione dei tubi giunto;
- perforazione dei pannelli secondari in presenza di fango bentonitico;
- getto dei pannelli secondari.
La composizione iniziale della miscela bentonite-cemento-acqua, riferita ad 1 m3 di miscela,
confezionata con agitatore ad alta turbolenza, deve essere compresa nei termini seguenti:
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114
- bentonite: 40÷ 50 kg (0,4÷0,5 kN);
- cemento: 150÷220 kg (1,5÷2,2 kN);
- acqua:
920÷930 kg (9,2÷9,3 kN).
e deve avere inoltre le seguenti caratteristiche:
- rendimento volumetrico a breve termine superiore al 97%, contenendo al minimo la
separazione d'acqua per sedimentazione;
- viscosità iniziale superiore a 40 s prova Marsh, preferibilmente dell'ordine di 45 s ÷ 50 s, per
assicurare la massima stabilità della miscela durante la lavorazione e la massima omogeneità
del prodotto finito;
- resistenza a rottura a compressione semplice su provini
cilindrici a 28 giorni:
0,05 N/mm2 < Rck < 0,5 N/mm2;
- rapporto tra il modulo elastico tangente iniziale EI e la
resistenza a rottura Rck a 28 giorni:
250÷300;
- rapporto tra il modulo elastico secante a rottura Er e la
resistenza a rottura Rck a 28 giorni:
100÷130;
- coefficiente di permeabilità a 28 giorni:
K < 10-8 m/s.
Le caratteristiche della bentonite da utilizzare per la miscela devono essere le stesse riportate
al punto L.1.1.3.
L’Appaltatore in fase preliminare dovrà provvedere alla verifica delle caratteristiche della
miscela da impiegare, con l'esecuzione di prove di resa volumetrica, di densità, di viscosità, di
resistenza a compressione semplice e di permeabilità.
In corso d'opera dovranno essere prelevati all'impianto di confezionamento n.3 campioni di
miscela ogni 500 m3 in appositi contenitori da inviare ad un laboratorio attrezzato e dopo 28
giorni di maturazione dalla data di confezionamento dovranno essere eseguite prove di
densità, di resa volumetrica, di resistenza a compressione semplice e di permeabilità.
I provini per le prove di compressione semplice devono essere di forma cilindrica, con
diametro φ = 38 mm e altezza H = 76 mm, ricavati da campioni di maggiori dimensioni dopo
maturazione in acqua o in ambiente umido-saturo.
Se necessario, l’Ufficio di Direzione Lavori può richiedere che vengano effettuati prelievi di
campioni di diaframma mediante carotaggio eseguito con sonda a rotazione.
L.1.2.2 Diaframmi con fanghi autoindurenti
Si differisce sostanzialmente dai precedenti in quanto la miscela acqua-bentonite-cemento ha
inizialmente la funzione di fluido di perforazione ed acquisisce in seguito le caratteristiche di
resistenza, deformabilità e permeabilità richieste.
La realizzazione dei diaframmi con fanghi autoindurenti deve avvenire per pannelli primari e
secondari, che devono essere scavati e realizzati alternativamente; quelli secondari, detti di
saldatura, vanno realizzati prevedendo una sovrapposizione con quelli precedentemente
eseguiti, per una lunghezza non inferiore allo spessore del diaframma.
Tale sovrapposizione deve essere eseguita asportando, durante la fase di scavo degli elementi
di saldatura, parte della miscela dell'elemento precedentemente eseguito; l'intervallo di tempo
per l'esecuzione della sovrapposizione degli elementi non deve essere inferiore alle 24 ore.
L'esecuzione dei singoli elementi avviene con lo scavo e la contemporanea immissione di una
miscela costituita da bentonite, cemento e acqua, nelle proporzioni indicate al punto L.1.2.1.
Per l'esecuzione dello scavo deve essere impiegata un'attrezzatura ad asta rigida tipo Kelly o
con idonea benna libera; il controllo della verticalità deve essere effettuato utilizzando
apparecchiature ottiche o filo a piombo, traguardando l'asta rigida che sostiene la benna.
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115
La miscela deve essere sempre mantenuta ad un livello costante, mediante una centrale di
iniezione.
Nel caso la parte superiore del diaframma si screpolasse per effetto di evaporazione,
L’Appaltatore deve provvedere ad iniettare nello scavo una ulteriore quantità di miscela.
Anche per questo tipo di diaframma valgono le prescrizioni relative alla preparazione del
piano di posa e alla perforazione, nonché alla tipologia ed alle modalità delle prove di
controllo sulla miscela riportate al punto L.1.1.3.
Per quanto riguarda poi le prescrizioni sulle tolleranze e sulla documentazione lavori si
rimanda ai punti L.1.1.2 e L.1.1.6.
L.1.2.3 Diaframmi sottili in terra stabilizzata
Saranno realizzati con una attrezzatura a catena, i cui denti sono costituiti da utensili atti a
rimuovere il terreno ed a mescolarlo omogeneamente con una sospensione legante, che viene
man mano iniettata.
Combinando il movimento verticale dell'attrezzo a catena con una traslazione orizzontale,
questo procedimento consente il trattamento su pannelli molto estesi.
Le caratteristiche dimensionali del diaframma sono descritte dal progetto, in ogni caso lo
spessore dovrà essere dell'ordine di 15 cm e la lunghezza non dovrà essere superiore a 10÷15
m in terreni sabbiosi o limoso-sabbiosi non eccessivamente addensati.
Le caratteristiche della miscela sono quelle indicate al punto L.1.2.1.
L.1.3
Diaframmi sottili eseguiti con tubi-forma infissi a vibrazione e con iniezioni di
miscele cementizie o plastiche autoindurenti in estrazione dell'utensile
Tali diaframmi, dello spessore di 10÷20 cm, possono essere realizzati in terreni di qualsiasi
natura e consistenza, anche in presenza di acqua di falda o di infiltrazioni da alveo fluviale.
La loro realizzazione deve avvenire mediante l’infissione per vibrazione di un profilato
metallico, debitamente rinforzato e dotato di iniettore in testa.
In fase di infissione del profilato metallico l’Ufficio di Direzione Lavori può richiedere
l'iniezione a pressione atmosferica di una miscela impermeabile sia con funzione lubrificante,
di riduzione cioè dell'attrito tra terreno e profilo metallico, sia con funzione erosiva, per
incrementare lo spessore della fessura, particolarmente valida nel caso di terreni a
granulometria fine e coesiva.
Tale operazione sarà compensata sulla base del prezzo in Elenco.
La verticalità degli elementi nei due sensi longitudinale e trasversale deve essere assicurata
dalla presenza di pendoli a gravità incorporati sulla torre di guida, costituita a sua volta da
elementi a traliccio o scatolare modulare.
Una volta raggiunta la quota di progetto, si deve iniziare la fase di iniezione della miscela, con
pressioni variabili a seconda del tipo di terreno nel quale si opera, da 0÷1 MPa nel caso di
terreni di bassa consistenza sino ad un massimo di 40 MPa nel caso di terreni particolarmente
coesivi; contemporaneamente alla iniezione della miscela deve avvenire l'estrazione, per
vibrazione, del profilato, controllando il livello del prescavo superficiale al fine di garantire la
sicura presenza di materiale; in difetto si deve rallentare la velocità di estrazione sino al
raggiungimento delle condizioni operative ottimali prima descritte.
La miscela iniettata in fase di risalita del profilato metallico, può essere costituita o da miscele
plastiche tradizionali acqua-bentonite-cemento o da miscele autoindurenti costituiti da acqua e
premiscelati composti da leganti naturali quali cementi speciali, componenti argillosi e
additivi vari.
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Le caratteristiche delle miscele tradizionali acqua-cemento-bentonite sono analoghe a quelle
indicate al punto L.1.2.1.
La composizione iniziale delle miscele acqua-prodotti premiscelati additivati, riferita ad 1 m3
di miscela, è la seguente:
- premiscelato 500÷800 kg,
- acqua
815÷700 kg.
La miscela deve inoltre avere le seguenti caratteristiche a fine maturazione:
- resistenza a rottura a compressione semplice su provini cilindrici a 28 giorni:
Rck > 0,8 N/mm2;
- coefficiente di permeabilità K a 28 gg. compreso tra 10-8 m/s e ≤ 10-11 m/s.
Per quanto riguarda i controlli, la documentazione dei lavori e le prove preliminari si deve
fare riferimento a quanto riportato al punto L.1.2.1.
L.1.4
Diaframmi in conglomerato cementizio o plastico con infissione della
cassaforma a vibrazione e scavo all'interno
La fase di perforazione deve essere condotta con l’infissione a vibrazione nel terreno di una
cassaforma metallica a sezione generalmente rettangolare, mediante un vibratore idraulico
agganciato in sommità alla cassaforma.
Raggiunta con la cassaforma la quota di progetto di fondo scavo, si deve procedere
all'esecuzione dello scavo a mezzo di benna.
La realizzazione della paratia avviene per pannelli successivi, accostati mediante un sistema di
aggancio delle casseforme metalliche. Le fasi di lavoro sono le seguenti:
- infissione della prima cassaforma;
- infissione della seconda cassaforma in perfetta aderenza alla prima cassaforma;
- asportazione del terreno all'interno della prima cassaforma;
- posa in opera della gabbia di armatura nella prima cassaforma;
- getto del calcestruzzo nella prima cassaforma;
- estrazione della prima cassaforma e sua infissione in continuità alla seconda;
- ripetizione delle operazioni suindicate.
Nel caso di diaframmi plastici manca ovviamente la fase di infissione della gabbia di
armatura. Le caratteristiche del calcestruzzo cementizio sono quelle riportate al punto L.1.1.5,
mentre quelle della miscela plastica sono quelle riportate al punto L.1.2.1.
Per quanto riguarda le tolleranze valgono le prescrizioni riportate al punto L.1.1.2, per la
documentazione dei lavori e i controlli vale quanto riportato ai punti L.1.1.6 e L.1.1.7.
L.1.5
Diaframmi in conglomerato cementizio o plastico con tecnologia vibro-jetting
La fase di perforazione deve essere condotta con l'infissione a vibrazione nel terreno di una
cassaforma metallica a sezione generalmente rettangolare, mediante un vibratore idraulico
agganciato in sommità alla cassaforma.
Nel corso dell'avanzamento della cassaforma metallica, avviene la disgregazione del terreno
all'interno della cassaforma stessa a mezzo del sistema jetting, e la successiva asportazione dei
detriti mediante il ricircolo dell'acqua di perforazione. Tale processo avviene con l'impiego di
una particolare colonna costituita da due tubi concentrici: uno esterno che convoglia l'acqua
alla base dove sono posizionati gli ugelli jetting, ed uno interno nel quale avviene la risalita
dell'acqua e dei detriti di perforazione.
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La realizzazione della paratia avviene per pannelli successivi, accostati mediante un sistema di
aggancio delle casseforme metalliche. Le fasi di lavoro sono le seguenti:
- infissione della prima cassaforma ed asportazione del terreno al suo interno;
- infissione della seconda cassaforma ed asportazione del terreno al suo interno;
- posa in opera della gabbia di armatura e del tubo getto nella prima cassaforma;
- getto del calcestruzzo con pompa a pistoni dal basso verso l'alto, secondo la tecnologia dei
diaframmi tradizionali;
- estrazione della prima cassaforma ed infissione della terza;
- posa in opera della gabbia d'armatura, del tubo getto e del calcestruzzo nella seconda
cassaforma;
- ripetizione delle operazioni suindicate.
Nel caso di diaframmi plastici manca ovviamente la fase di infissione della gabbia di
armatura.
Per quanto riguarda le caratteristiche del conglomerato cementizio o plastico, controlli e
documentazione dei lavori si veda il precedente punto L.1.4.
L.1.6
Diaframmi impermeabili in pannelli di HDPE
L.1.6.1•• Generalità
I diaframmi impermeabili in pannelli di HDPE saranno utilizzati nei casi in cui sarà
necessario garantire, nel tempo, una permeabilità inferiore a 10-9 m/s e saranno costituiti da
pannelli in HDPE, forniti di giunto a maschio e femmina, inseriti all'interno dei diaframmi
plastici.
L.1.6.2•• Caratteristiche dei materiali
Il pannello in HDPE dovrà essere prodotto con polimero base vergine non rigenerato, dovrà
avere un contenuto minimo di nerofumo del 2% e dovrà avere le seguenti caratteristiche:
• spessore:
2 mm
• densità (ASTM 1505):
9,4 kN/m3 (940 kgf/m3)
• tensione di snervamento (ASTM D638):
320 N/cm (32 kgf/cm)
• tensione di rottura (ASTM D638):
540 N/cm (54 kgf/cm)
• allungamento a snervamento (ASTM D638): 12%
• allungamento a rottura (ASTM D638):
600%
• resistenza allo strappo: (NEN 3056):
130 N/mm (13 kgf/mm)
• resistenza al punzonamento (FTMS 101B):
211 N/mm (21 kgf/mm)
All'interno del giunto a maschio e femmina dovrà essere inserito un profilo ad espansione in
neoprene in grado di assicurare la tenuta idraulica tra pannello e pannello.
Per le caratteristiche dei materiali costituenti il diaframma plastico si rimanda a quanto
riportato nel capitolo precedente.
L.1.6.3•• Modalità esecutive
Il pannello di HDPE andrà inserito all'interno di un diaframma plastico di spessore non
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118
inferiore a 40 cm, realizzato secondo le modalità riportate nel capitolo precedente, mediante
l'utilizzo di una guida speciale in acciaio di larghezza uguale a quella del pannello. La base
della guida di acciaio sarà dotata di punte che consentiranno di fissare il pannello alla guida
con risvolto ad uncino, mentre delle ancorette metalliche a perdere, inserite tra il pannello ed
il fondo della guida in acciaio, permetteranno il corretto ancoraggio del pannello alla
profondità voluta e, contemporaneamente, fungeranno da distanziatori agevolando la
centratura del pannello all'interno della trincea.
Nella parte superiore il pannello sarà adeguatamente imbullonato alla guida in acciaio.
Nel caso fosse necessario saldare fra loro due pannelli, la saldatura dovrà essere realizzata a
doppia pista, a cuneo caldo: si dovranno portare a fusione mediante cuneo caldo i lembi
sovrapposti lasciando un canale intermedio per eseguire la prova a pressione.
La larghezza della saldatura non dovrà essere inferiore a 40 cm, mentre il canale di pista per la
prova ad aria compressa e ogni singola pista non dovranno avere larghezza inferiore a 13 cm.
L.1.6.4•• Prove di accettazione e controllo
La geomembrana in HDPE dovrà essere fornita in rotoli e ciascuno di questi dovrà riportare le
seguenti indicazioni:
• il nome del produttore,
• il materiale,
• il numero del rotolo,
• la tensione di snervamento,
• la tensione di rottura,
• l'allungamento a rottura,
• la resistenza allo strappo,
• la resistenza al punzonamento.
Tali indicazioni dovranno dimostrare il rispetto dei valori minimi richiesti.
Prima dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori verificherà comunque la
rispondenza del materiale ai requisiti prescritti, prelevando dei campioni di materiale in
quantità tale da poter effettuare almeno una serie di prove di controllo ogni 100 metri lineari
di diaframma. Se i risultati delle prove di laboratorio non rispetteranno i limiti prescritti, il
materiale cui la prova si riferisce verrà scartato.
Nel caso risultasse necessario realizzare delle saldature a doppia pista, il controllo delle stesse
avverrà sul 100% delle saldature eseguite mediante aria compressa nel canale di prova, alle
seguenti pressioni dipendenti dalla temperatura del materiale:
Temperatura materiale in °C
Pressione in bar
da +5 a +20
5
da +20 a +35
4
da +35 a +50
3
La pressione d'aria sarà mantenuta per 10 minuti, ammettendo una caduta massima di
pressione del 20%; la pressione andrà misurata con un manometro montato all'estremità del
canale opposta a quella di ingresso dell'aria compressa.
Di tutte le operazioni di controllo, di prelievo e di verifica, che restano a totale carico
dell’Impresa, verranno redatti appositi verbali firmati in contraddittorio con l’Impresa; in
mancanza di tali verbali, l'opera non potrà essere collaudata.
Per le prove di accettazione e controllo relative al diaframma plastico si rimanda a quanto
riportato nel capitolo precedente.
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L.2
Trattamenti colonnari di terra stabilizzata jet-grouting
L.2.1
Generalità
I trattamenti colonnari, ovvero quei trattamenti di consolidamento e impermeabilizzazione
realizzati stabilizzando mediante rimescolamento il terreno con una miscela legante di acqua cemento immessa a getto ad altissima pressione, dovranno essere eseguiti secondo modalità di
dettaglio approvate dall’Ufficio di Direzione Lavori e potranno essere realizzati in posizione
verticale o comunque inclinati in relazione alle previsioni progettuali.
Vengono innanzitutto distinte tre diverse tipologie di iniezione per la realizzazione delle
colonne di terra stabilizzata jet-grouting:
- Sistema di gettiniezione normale o monofluido
È prevista l'iniezione a pressione di un solo fluido, normalmente miscele di acqua e
cemento, eventualmente con aggiunte di bentonite e/o additivi.
È possibile ottenere colonne di terreno trattato di diametro variabile da 35÷40 cm in terreni
coesivi sino a 80 cm in terreni incoerenti.
- Sistema di gettiniezione bifluido
Si basa sul presupposto secondo il quale il raggio di azione di un getto di un liquido
aumenta notevolmente se questo è contornato da un getto anulare di aria di velocità almeno
pari.
I fluidi utilizzati sono una miscela di acqua-cemento (con eventualmente bentonite e/o
additivi) e aria. L'iniezione avviene radialmente alla batteria di aste attraverso due ugelli
coassiali: dall'ugello centrale fuoriesce il getto della miscela cementizia a circa 150÷200
m/s, mentre l'aria viene iniettata dall'ugello estremo anulare ad una velocità di circa 300
m/s.
Si possono ottenere colonne di diametro variabile da 100 cm, in terreni coesivi, sino a
160÷180 cm in terreni incoerenti granulari.
- Sistema di gettiniezione trifluido
Vengono utilizzati tre fluidi: acqua e aria ad altissima velocità (300÷350 m/s), e una
miscela cementizia a media velocità (50÷80 m/s). I primi due fluidi vengono iniettati nel
terreno a mezzo di due ugelli coassiali con la stessa metodologia descritta per i jet bifluido,
con la funzione di disgregare il terreno; la miscela cementizia viene invece iniettata da un
ugello situato al di sotto dei primi due.
Si possono ottenere colonne di diametro variabile da 100 cm, in terreni coesivi, sino a
180÷200 cm in terreni incoerenti granulari.
Nei relativi prezzi di elenco si intendono comprese e compensate tutte le prestazioni, forniture
ed oneri per dare i trattamenti colonnari completi in opera secondo le previsioni di progetto e
le prescrizioni delle presenti Norme.
Sono compresi tra gli altri:
- le preparazioni del piano di lavoro ed i tracciamenti;
- il carico e trasporto a rifiuto degli eventuali fanghi di risulta, compreso il loro trattamento
secondo le leggi vigenti;
- tutte le prove, i controlli e la documentazione dei lavori.
Sono esclusi:
- la perforazione a vuoto;
- la fornitura e posa in opera dell'eventuale armatura metallica;
che verranno compensati con i relativi prezzi di elenco.
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L.2.2
Tolleranze
Le tolleranze ammesse sull’assetto geometrico delle colonne di terreno consolidato sono le
seguenti:
- la posizione dell’asse di ciascun punto di trattamento non dovrà discostarsi da quella di
progetto più di 5 cm salvo diverse prescrizioni dell’Ufficio di Direzione Lavori;
- la deviazione dell’asse della colonna rispetto all’asse di progetto non dovrà essere
maggiore dell'1,5%;
- la lunghezza non dovrà differire di ≅ 15 cm da quella di progetto;
- il diametro delle colonne non dovrà in nessuno caso risultare inferiore a quello nominale
indicato in progetto.
L.2.3
Sistema di gettiniezione normale o monofluido
La perforazione deve essere eseguita a rotazione o a rotopercussione, con diametro di almeno
20 mm superiore a quello della batteria di aste e del monitor.
Può' essere utilizzata per la perforazione la stessa batteria di aste da utilizzare per la
gettiniezione; in questo caso il monitor deve essere del tipo autoperforante, cioè munito al
piede di scalpello a lame o a rulli e con un dispositivo di deviazione del fluido di perforazione
dallo scalpello agli ugelli per il getto della miscela.
Una volta terminata la perforazione, deve essere calata nel fori la batteria per la gettiniezione,
di diametro costante di circa 70 mm e formata da tubi in acciaio di grosso spessore atti a
resistere a forti pressioni interne, con giunzioni filettate tali da garantire la tenuta idraulica. La
parte inferiore deve quindi essere collegata al monitor porta ugelli sopra descritto.
Nel caso che la perforazione venga eseguita con il monitor autoperforante, questa fase non
esiste.
Nel caso la perforazione abbia richiesto per la sua esecuzione di una tubazione di rivestimento
provvisorio, si deve provvedere al suo recupero.
La miscela dovrà essere costituita da acqua e cemento tipo 425, nel rapporto compreso tra
0,7/1 e 1,5/1, con impiego eventuale di additivi secondo le disposizioni dell’Ufficio di
Direzione Lavori, e dovrà essere iniettata a pressioni pari a 30÷40 MPa.
La quantità di miscela iniettata dovrà superare il 70% del volume teorico del terreno da
trattare, con un minimo di 350 kg di cemento (peso secco) per metro cubo di terreno trattato.
Mentre la miscela fuoriesce dagli ugelli posti alla estremità inferiore delle aste di iniezione, a
queste ultime viene impresso un moto di rotazione ed estrazione a velocità predeterminata,
tale comunque da soddisfare le seguenti condizioni:
- velocità di rotazione: 10÷20 giri al minuto;
- velocità di estrazione:
2÷6 minuti per metro.
La resistenza a compressione semplice del terreno consolidato dovrà risultare ≅ 10 MPa a 28
gg nei materiali incoerenti, con limite minimo di 5 MPa a 40 gg nei terreni coesivi, salvo
diverse indicazioni dell’Ufficio di Direzione Lavori a seguito dei risultati delle eventuali
colonne prova.
Il valore dell’R.Q.D. dovrà risultare non inferiore al 70%.
Nel caso per esigenze di progetto o a causa della particolare natura del terreno venga richiesta
anche la fase della gettiniezione preliminare, la sua esecuzione deve avvenire secondo le
modalità previste per il trattamento, iniettando acqua al posto della miscela.
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L.2.4
Sistema di gettiniezione bifluido
La perforazione deve essere eseguita a rotazione o a rotopercussione, con diametro di almeno
20 mm superiore a quello della batteria di aste a due condotti e monitor.
Può essere utilizzata per la perforazione la stessa batteria di aste da utilizzare per la
gettiniezione; in questo caso il monitor deve essere del tipo autoperforante, cioè munito al
piede di scalpello a lame o a rulli e con un dispositivo di deviazione del fluido di perforazione
dallo scalpello agli ugelli per il getto della miscela.
Una volta terminata la perforazione, deve essere calata nei fori la batteria per la gettiniezione,
di diametro costante di circa 90 mm e formata da due tubi in acciaio concentrici in maniera
tale che nel tubo centrale venga convogliata la miscela ad altissima pressione, mentre nello
spazio anulare periferico venga inviata l'aria compressa; la parte inferiore è collegata con il
monitor descritto al punto precedente.
Nel caso che la perforazione venga eseguita con il monitor autoperforante, questa fase non
esiste.
Nel caso la perforazione abbia richiesto per la sua esecuzione di una tubazione di rivestimento
provvisorio, si deve provvedere al suo recupero.
La miscela cementante, di caratteristiche analoghe a quella descritta al punto L.2.3, deve
essere iniettata a pressioni pari a 30÷40 MPa; l'aria compressa deve essere iniettata a pressioni
pari a 0,7÷1,7 MPa.
La quantità di miscela iniettata dovrà superare il 70% del volume teorico del terreno da
trattare, con un minimo di 400 kg di cemento (peso secco) per metro cubo di terreno trattato.
Mentre la miscela fuoriesce dagli ugelli posti alla estremità inferiore delle aste di iniezione, a
queste ultime viene immesso un moto di rotazione ed estrazione a velocità predeterminata,
tale comunque da soddisfare le seguenti condizioni:
- velocità di rotazione: 3÷10 giri al minuto;
- velocità di estrazione: 20÷30 minuti per metro.
La resistenza a compressione semplice del terreno consolidato dovrà risultare ≥ MPa a 28 gg
nei materiali incoerenti, con limite minimo di 5 MPa a 40 gg negli eventuali interstrati di
materiali coesivi, salvo diverse indicazioni dell’Ufficio di Direzione Lavori a seguito dei
risultati del campo prove.
Il valore dell'R.Q.D. dovrà risultare non inferiore al 70%.
Nel caso per esigenze di progetto o a causa della particolare natura del terreno venga richiesta
anche la fase della gettiniezione preliminare, la sua esecuzione deve avvenire secondo le
modalità previste per il trattamento, iniettando acqua al posto della miscela.
L.2.5
Sistema di gettiniezione trifluido
La perforazione deve essere eseguita a rotazione o a rotopercussione, con diametro di almeno
20 mm superiore a quello della batteria di aste a due condotti e monitor.
Può essere utilizzata per la perforazione la stessa batteria di aste da utilizzare per la
gettiniezione; in questo caso il monitor deve essere del tipo autoperforante, cioè munito al
piede di scalpello a lame o a rulli e con un dispositivo di deviazione del fluido di perforazione
dallo scalpello agli ugelli per il getto della miscela.
Una volta terminata la perforazione, deve essere calata nel foro la batteria per la gettiniezione,
di diametro costante di circa 90 mm e formata da tre tubi in acciaio concentrici predisposti in
modo tale che nel tubo centrale venga convogliata l'acqua ad altissima pressione, nello spazio
anulare intermedio l'aria compressa ed in quello periferico la miscela; la parte inferiore è
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122
collegata con il monitor descritto al punto precedente.
Nel caso che la perforazione venga eseguita con il monitor autoperforante, questa fase non
esiste.
Nel caso la perforazione abbia richiesto per la sua esecuzione di una tubazione di rivestimento
provvisorio, si deve provvedere al suo recupero.
La pressione di iniezione dell’acqua dovrà essere superiore a 40 MPa, quella della miscela di
2÷7 MPa e la quantità di miscela iniettata dovrà superare il 70% del volume teorico del
terreno da trattare, con un minimo di 400 kg di cemento (peso secco) per metro cubo di
terreno trattato. Mentre aria, acqua e miscela fuoriescono dagli ugelli posti alla estremità
inferiore delle aste di iniezione, a queste ultime viene impresso un moto di rotazione e risalita
a velocità predeterminata, tale comunque da soddisfare le seguenti condizioni:
- velocità di rotazione:
3÷7 giri al minuto;
- velocità di estrazione: 20÷30 minuti per metro.
La resistenza a compressione semplice del terreno consolidato dovrà risultare ≥8 Mpa a 28 gg.
nei materiali incoerenti, con limite minimo di 5 Mpa a 40 gg. negli eventuali interstrati di
materiali coesivi, salvo diverse indicazioni dell’ Ufficio di Direzione Lavori a seguito dei
risultati del campo prove. Il valore dell’R.Q.D. dovrà risultare non inferiore al 70%
Nel caso per esigenze di progetto o a causa della particolare natura del terreno venga richiesta
anche la fase della gettiniezione preliminare, la sua esecuzione deve avvenire secondo le
modalità previste per il trattamento, con la sola differenza che in questa fase non verrà
iniettata la miscela.
L.2.6
Armatura dei trattamenti colonnari
Quando previsto in progetto o formalmente ordinato dall’Ufficio di Direzione Lavori, le
colonne dovranno essere armate con elementi in acciaio (tubi o barre), da introdurre a spinta
con idonea attrezzatura nel corpo delle colonne in corrispondenza del preforo, appena ultimata
l’iniezione e prima che la miscela inizi la presa.
Nel caso l’Ufficio di Direzione Lavori ordini l’inserimento dell’armatura in acciaio ad
avvenuta presa della miscela, si dovrà procedere alla esecuzione di un foro di diametro
adeguato nel corpo delle colonne, all’introduzione dell’armatura ed al suo inghisaggio
mediante iniezione a pressione di malta di cemento; la malta verrà iniettata attraverso lo stesso
tubo in acciaio quando l’armatura è tubolare e attraverso un tubo in PVC quando l’armatura è
in barre.
L.2.7
Documentazione lavori
L’esecuzione di ogni trattamento colonnare sarà documentata mediante la compilazione da
parte dell’Appaltatore, in contraddittorio con l’Ufficio di Direzione Lavori, di una apposita
scheda sulla quale si registreranno i dati seguenti:
- identificazione della colonna;
- data di inizio perforazione e termine iniezione;
- profondità di perforazione con inizio e fine del tratto consolidato;
- durata dell’iniezione;
- assorbimento totale effettivo di miscela di iniezione;
- tipo e quantitativo di additivi eventualmente impiegati;
- risultati delle prove di rottura e compressione semplice della miscela cementizia.
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123
L.2.8
Controlli
I controlli sui trattamenti colonnari da eseguire a cura e spese dell’Appaltatore, d’intesa con
l’Ufficio di Direzione Lavori e con la frequenza di seguito indicata, dovranno essere
finalizzati a verificare la congruenza dei risultati conseguiti in sede operativa con le tolleranze
ammesse e le soglie minime di resistenza.
La geometria dei trattamenti (diametro, posizione e deviazione dell’asse, lunghezza) e la
resistenza a compressione del terreno consolidato dovranno essere accertati con le prove sotto
elencate su colonne scelte dall’Ufficio di Direzione Lavori:
- scavi di ispezione e prelievo di campioni indisturbati su tratti di colonne in ragione di una
colonna ogni 100 eseguite; gli scavi dovranno essere spinti almeno fino alla profondità di 4
m e successivamente rinterrati procedendo a strati accuratamente compattati;
- sondaggi sulle colonne, in ragione di una colonna ogni 100 eseguite mediante carotaggio a
rotazione continua con batteria di aste e doppio carotiere con corone diamantate di
diametro nominale ≅ 100 mm.
Il sondaggio dovrà essere posizionato all’incirca a metà del raggio teorico della colonna e
dovrà essere spinto per tutta la lunghezza della colonna fino a penetrare nel terreno naturale
alla base della stessa. Si dovrà evitare che l’acqua di spurgo dilavi la carota.
Le carote estratte devono essere custodite con cura in apposite cassette catalogatrici.
In questa fase dovrà essere determinato l’indice R.Q.D. (Indice di Recupero Modificato)
espresso come percentuale di recupero del carotaggio tenendo conto dei soli spezzoni di
carota di lunghezza ≅ 100 mm:
Somma della lunghezza degli spezzoni ≅ 100mm
R.Q. D.% =
× 100
Lunghezza perforata
L’Ufficio di Direzione Lavori selezionerà un certo numero di campioni per carota
(mediamente da 3 a 5) da sigillare con paraffina entro fustelle in PVC e da inviare in
laboratorio per le prove di resistenza a compressione.
Negli scomparti delle cassette catalogatrici saranno inseriti distanziatori al posto dei campioni
di carota prelevati per il laboratorio e su ciascuno saranno indicati la quota e la lunghezza del
campione.
Ogni cassetta verrà fotografata utilizzando film a colori ed avendo cura che le quote ed i
riferimenti (cantiere, numero sondaggio) risultino leggibili anche nel fotogramma.
Qualora dalle prove di cui sopra risultasse che anche uno solo dei parametri sottoelencati:
- tolleranze geometriche:
posizione dell’asse, deviazione dell’asse, lunghezza, diametro;
- resistenza a compressione semplice;
- valore di R.Q.D.;
è variato rispetto a quanto stabilito in precedenza con scostamenti negativi contenuti nei limiti
del 10%, l’Ufficio di Direzione Lavori, d’intesa con il progettista, effettuerà una verifica della
sicurezza.
Nel caso che tale verifica dia esito positivo, il trattamento colonnare verrà accettato, ma il suo
prezzo unitario verrà decurtato del 15%.
Qualora gli scostamenti negativi superino il limite del 10% l’Appaltatore sarà tenuto a sua
totale cura e spesa al rifacimento dei trattamenti oppure all’adozione di quei provvedimenti
che, proposti dalla stessa, per diventare operativi, dovranno essere formalmente approvati
dall’Ufficio di Direzione Lavori.
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124
L.2.9
Diaframmi sottili eseguiti con il metodo jet-grouting monodirezionale
Il trattamento di jet-grouting a due componenti (miscela acqua/cemento e aria), va effettuato
eseguendo la perforazione a rotazione in modo tradizionale, ed eseguendo l'iniezione in
pressione (40 MPa), durante la risalita, senza rotazione. Prima di iniziare l'iniezione, si
direzioneranno i getti di miscela nella posizione voluta.
Normalmente gli ugelli vanno posizionati con angolazione di 15° rispetto all'asse della paratia
da realizzare, in modo contrapposto tra una perforazione e l'altra, distanziate queste di 2,5÷3
m.
Durante la perforazione verrà inviata aria ad una pressione di circa 1,2 MPa per evitare che gli
ugelli si intasino.
Potrà essere utilizzato un fango bentonitico al 2÷3% con velocità di avanzamento circa uguale
a 4 m/min.
Terminata la perforazione verranno posizionati gli ugelli del monitor in modo tale che i getti
di miscela risultino direzionati in modo corretto.
Terminato il posizionamento dei getti, inizia la risalita del monitor e l'iniezione senza
rotazione.
Il tipo di cemento da utilizzare è il 325 pozzolanico e la quantità è di 350 kg/m3 circa.
La miscela acqua/cemento, ad un rapporto 1/1, deve essere inviata attraverso una pompa ad
una pressione pari a 40 MPa. L'aria va inviata, mediante un compressore, ad una pressione di
1,2 MPa.
La velocità di risalita sarà di circa 0,5 cm/s.
Qualora disposto dall’Ufficio di Direzione Lavori la miscela di risulta potrà essere utilizzata
per la formazione di un muro di rinforzo per l’argine, in tal caso si provvederà a , sempre con
l’approvazione dell’Ufficio di Direzione Lavori, scavare una trincea profonda 2 m, larga 0,6m
e lunga 3 m, prima di iniziare ogni perforazione. La perforazione verrà effettuata quindi
all'interno della trincea che, alla fine, verrà riempita con il fango di risulta che, una volta
indurito, costituirà un muro di rinforzo per l'argine stesso.
Lo spessore minimo dovrà essere pari a 10÷15 cm. Per i controlli e la documentazione dei
lavori si dovrà fare riferimento a quanto riportato al punto L.12.7 e L.12.8.
L.3
Pali
Si premette che per criteri di progetto, le indagini geotecniche e la determinazione dei carichi
limite del singolo palo o della palificata devono essere conformi alle vigenti Nuove Norme
Tecniche per le costruzioni contenute nel D.M. 14 Gennaio 2008 (NTC2008) e relativa
Circolare n. 617 del 2 febbraio 2009 “Istruzioni per l'Applicazione Nuove Norme Tecniche
Costruzioni di cui al Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008”.
Prima di iniziare il lavoro di infissione (o di trivellazione) l'lmpresa esecutrice deve presentare
un programma cronologico di infissione (o di trivellazione) dei pali, elaborato in modo tale da
eliminare o quanto meno minimizzare gli effetti negativi dell'infissione (o trivellazione) sulle
opere vicine e sui pali già realizzati, nel pieno rispetto delle indicazioni progettuali.
Tale programma dovrà essere sottoposto all'approvazione della Direzione dei Lavori.
I pali di qualsiasi tipo devono essere realizzati secondo la posizione e le dimensioni fissate nei
disegni di progetto con la tolleranza - sulle coordinate planimetriche del centro del palo - del
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125
10% del diametro del palo e comunque non oltre i 10 cm per pali di medio e grande diametro
e non oltre i 5 cm per pali di piccolo diametro.
Il calcestruzzo dei pali deve essere del tipo detto "a resistenza garantita"; qualora non
diversamente prescritto si deve di norma usare cemento Portland; il rapporto in peso
acqua/cemento non dovrà superare il valore di 0,40 - 0,45, tenendo conto anche del contenuto
d'acqua degli inerti all'atto del confezionamento del calcestruzzo.
Posta D la dimensione massima dell'aggregato, il dosaggio del cemento (kg/mc), salvo diversa
prescrizione progettuale, deve essere non inferiore a:
f 300 kg/mc per D=70 mm
f 330 kg/mc per D=50 mm
f 370 kg/mc per D=30 mm
f 450 kg/mc per D=20 mm.
Le resistenza caratteristiche per i calcestruzzi armati e precompressi non devono essere
inferiori a quelle previste nelle Nuove Norme tecniche per le costruzioni contenute nel D.M.
14 Gennaio 2008 (NTC200B) e la relativa Circolare n. 617 del 2 febbraio 2009 “Istruzioni per
l'Applicazione Nuove Norme Tecniche Costruzioni di cui al Decreto Ministeriale 14 gennaio
2008", ed essere corrispondenti a quelle indicate dal progettista. Qualora fosse prescritto
l'utilizzo di malta o di boiacca, questa dovrà essere costituita da cemento R 325 ed acqua nel
rapporto A/C = 0.5 (200 kg di cemento secco ogni 100 lt di acqua).
Il calcestruzzo per la formazione dei pali va messo in opera con modalità dipendenti dalle
attrezzature impiegate e in maniera tale che risulti privo di altre materie, specie terrose.
Sul calcestruzzo impiegato saranno eseguite le prove di accettazione e qualità previste nei
capitoli precedenti.
Pali iniettati a gravità
L'iniezione deve essere eseguita a mezzo di idonea pompa con malta cementizia costituita da
una miscela ternaria di acqua-sabbia-cemento R325 dosato a 600 kg per m3 oppure con
miscela acqua-cemento (rapporto acqua/cemento max 0.5) ed eventuale additivo.
Si fa assoluto divieto di eseguire il getto del palo mediante immissione di malta dalla testa del
foro e non dal tubo d'armatura o da apposito tubo di iniezione la cui estremità giunga alla base
del palo.
L'armatura viene posta in opera previa accurata pulizia del fondo del foro. Qualora il foro sia
rivestito, si inizia ad estrarre il rivestimento quando la malta iniettata è uscita pulita dalla testa
del palo. Nel corso dell'estrazione, il livello della malta all'interno del rivestimento deve
essere mantenuto costante con continui rabbocchi e la manovra di estrazione deve avvenire
con continuità e lentamente.
In assenza di rivestimento I' iniezione viene sospesa dopo la fuoriuscita della malta dalla testa
del palo, ponendo cura affinché la prima emissione mista ad acqua di perforazione,
fango o detriti, sia esaurita ed il materiale in uscita sia esente da impurità.
Qualora non si verifichi la fuoruscita della malta dalla testa del foro si provvederà
all'estrazione dell'armatura ed alla riperforazione del palo.
Le tolleranze rispetto ai valori teorici sono i seguenti:
- sulle coordinate planimetriche del centro del palo, in corrispondenza della sua estremità
superiore: 1 3 cm;
- sulla verticalità: 3%;
- sulla lunghezza: 1 15 cm;
- sul diametro nominale: - 5%; + 15%.
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La trasmissione del carico dalle fondazioni al palo avviene per aderenza o per mezzo di staffe
saldate al tubo di armatura.
Pali iniettati a pressione
L'iniezione viene eseguita con boiacca dosata a 50 kg di cemento Ponland R325 ogni 25 I di
acqua.
All'interno del foro viene introdotto un tubo di elevate caratteristiche meccaniche munito,
nella parte terminale, per una lunghezza da definire in relazione alla lunghezza complessiva,
di "finestre" per il passaggio della miscela cementizia.
Quest'ultima viene iniettata in pressione dalla testa del tubo di armatura, in modo da occupare
le intercapedini tubo-terreno e tubo esterno-tubo interno, fino a risalire a livello del piano
campagna.
La trasmissione del carico dalle fondazioni al palo avviene per aderenza o per mezzo di staffe
saldate al tubo d'armatura.
Prove di carico sui pali
Nell'esecuzione delle prove di carico sui pali per la determinazione del carico limite del palo
singolo o per la verifica del comportamento dei pali realizzati valgono le indicazioni
contenute nelle Nuove Norme Tecniche per le costruzioni contenute nel D.M. 14 Gennaio
2008 (NTC2008) e relativa Circolare n. 617 del 2 febbraio 2009 “Istruzioni per l'AppIicazione
Nuove Norme Tecniche Costruzioni di cui al Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008“.
Le prove dovranno essere nella misura non inferiore di:
n 1 se il numero di pali è inferiore o uguale a 20,
n 2 se il numero di pali è compreso tra 21 e 50,
n 3 se il numero di pali è compreso tra 51 e 100,
n 4 se il numero di pali è compreso tra 101 e 200,
n 5 se il numero di pali è compreso tra 201 e 500,
N il numero intero più prossimo al valore 5 + n/500, se il numero n di pali è superiore a 500.
Tali prove devono essere spinte ad un carico assiale pari a 1,5 volte l'azione di progetto
utilizzata per le verifiche degli stati limite di esercizio.
Pali di prova (art .6.4.3.7.1 Prove di progetto su pali pilota)
Le prove per la determinazione della resistenza del singolo palo (prove di progetto) devono
essere eseguite su pali appositamente realizzati (pali pilota) identici, per geometria e
tecnologia esecutiva, a quelli da realizzare e ad essi sufficientemente vicini.
L’intervallo di tempo intercorrente tra la costruzione del palo pilota e l’inizio della prova di
carico deve essere sufficiente a garantire che il materiale di cui è costituito il palo sviluppi la
resistenza richiesta e che le pressioni interstiziali nel terreno si riportino ai valori iniziali.
Se si esegue una sola prova di carico statica di progetto, questa deve essere ubicata dove le
condizioni del terreno sono più sfavorevoli.
Le prove di progetto devono essere spinte fino a valori del carico assiale tali da portare a
rottura il complesso palo-terreno o comunque tali da consentire di ricavare significativi
diagrammi dei cedimenti della testa del palo in funzione dei carichi e dei tempi.
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127
Il sistema di vincolo deve essere dimensionato per consentire un valore del carico di prova
non inferiore a 2,5 volte l’azione di progetto utilizzata per le verifiche SLE.
La resistenza del complesso palo-terreno è assunta pari al valore del carico applicato
corrispondente ad un cedimento della testa pari al 10% del diametro nel caso di pali di piccolo
e medio diametro (d < 80 cm), non inferiori al 5% del diametro nel caso di pali di grande
diametro (d ≥ 80 cm).
Se tali valori di cedimento non sono raggiunti nel corso della prova, è possibile procedere
all’estrapolazione della curva sperimentale a patto che essa evidenzi un comportamento del
complesso palo-terreno marcatamente non lineare.
Per i pali di grande diametro si può ricorrere a prove statiche eseguite su pali aventi la stessa
lunghezza dei pali da realizzare, ma diametro inferiore, purché tali prove siano adeguatamente
motivate ed interpretate al fine di fornire indicazioni utili per i pali da realizzare. In ogni caso,
la riduzione del diametro non può essere superiore al 50% ed il palo di prova deve essere
opportunamente strumentato per consentire il rilievo separato delle curve di mobilitazione
della resistenza laterale e della resistenza alla base.
Come prove di progetto possono essere eseguite prove dinamiche ad alto livello di
deformazione, purché adeguatamente interpretate al fine di fornire indicazioni comparabili
con quelle derivanti da una corrispondente prova di carico statica di progetto.
Le spese per la realizzazione del o dei pali piloti è valutata a misura per appalti a misura o
compresa nel prezzo a carpo delle opere a cui fanno riferimento le opere di fondazione.
Prove di collaudo statico
Per le prove di collaudo i pali di prova vanno prescelti fra quelli costituenti l'intera palificata e
indicati dalla Direzione dei Lavori.
Le prove di collaudo dei pali di diametro inferiore a 80 cm devono essere spinte fino ad 1,5
volte il carico ammissibile del palo singolo, con applicazione graduale del carico sul palo.
Ove previsto in progetto, l'impresa è tenuta ad effettuare su pali prove di carico orizzontale,
prove estensimetriche, carotaggi sonici, ecc.; le prove di carico verticale di cui alle norme
vigenti sono integralmente a carico dell'impresa, mentre per le prove di altro tipo sarà
applicata la corrispondente voce dell'Elenco dei Prezzi Unitari.
Documentazione dei lavori
L’esecuzione di ogni singolo palo sarà documentata mediante la compilazione del
Rappresentante dell’Appaltatore in contraddittorio con la Direzione Lavori di una apposita
scheda sulla quale si registreranno i dati seguenti:
1. identificazione del palo;
2. data di inizio perforazione e termine del getto (o iniezione);
3. profondità effettiva raggiunta dalla perforazione;
4. profondità del foro all’atto della posa dell’armatura;
5. assorbimento totale effettivo di miscela di iniezione;
6. Prova eseguita ( data e tipo)
9.00 Diaframma di pali (BERLINESE)
Il diaframma è costituito da uno a più allineamenti di pali di piccolo diametro posti ad
interessi prefissati.
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128
Le modalità esecutive non si discostano da quelle sopradescritte, relative ai pali di piccolo
diametro.
Nel caso di diaframma non sono previste prove di carico a meno che il diaframma non abbia,
oltre che funzioni di sostegno di una parete di scavo, anche quelle di sostegno di strutture
fuori terra.
Le giunzioni dei tubi di armatura, sottoposte a carichi orizzontali, dovranno essere definite
dopo accurato calcolo e non dovranno essere poste alla medesima profondità lungo gli
allineamenti dei pali. Non dovranno inoltre coincidere con la posizione degli ancoraggi
L.3.1
Pali in legno
Le palificate in legno dovranno essere eseguite con pali di essenza forte, scortecciati, ben
diritti, di taglio fresco, conguagliati alla superficie ed esenti da carie.
La parte inferiore del palo sarà sagomata e, ove prescritto, munita di puntazza in ferro secondo
campione che l’Ufficio di Direzione Lavori avrà approvato.
Prima di procedere all'approvazione della palificata l’Ufficio di Direzione Lavori potrà
richiedere all'Amministrazione l'infissione di uno o più pali allo scopo di determinare, in base
al rifiuto, la capacità portante; le infissioni di prova verranno compensate secondo il prezzo di
elenco.
I pali, salvo diverse prescrizioni, verranno affondati verticalmente nella posizione stabilita in
progetto; ogni palo che si spezzasse o deviasse durante l'infissione dovrà essere, a richiesta
dell’Ufficio di Direzione Lavori, tagliato o asportato e sostituito da altro idoneo, a cura e
spese dell’Appaltatore.
Durante la battitura la testa dei pali dovrà essere munita di anello di ferro e ghiera.
I pali dovranno essere battuti a rifiuto con maglio di potenza adeguata. Il rifiuto si intenderà
raggiunto quando l'affondamento prodotto da un determinato numero di colpi del maglio
(volata), cadente successivamente dalla stessa altezza, non supererà il limite stabilito in
relazione alla resistenza che il palo deve offrire.
Le ultime volate dovranno sempre essere battute in presenza di un incaricato dell’Ufficio di
Direzione Lavori, né l’Appaltatore potrà in alcun caso recidere il palo senza averne avuto
autorizzazione.
In uno speciale registro, che verrà firmato giornalmente da un incaricato dell’Appaltatore, sarà
annotata la profondità raggiunta da ogni singolo palo, il rifiuto presentato dallo stesso e quindi
il carico che ogni palo può sostenere.
L.3.2
Pali prefabbricati
I pali, del tipo infisso, dovranno essere prefabbricati in conglomerato cementizio armato
centrifugato di classe DI RESISTENZA non inferiore a C45/55 ED ARMATURA IN
ACCIAIO B450C
L’apparecchiatura di infissione dovrà essere tale da garantire, durante la battitura, l’accurato
allineamento del palo rispetto al martello.
Le operazioni di infissione dovranno essere eseguite senza interruzioni, in maniera tale da
arrecare il minimo disturbo al palo stesso ed a quelli già infissi, tenuto conto che l’interasse
minimo tra i pali è pari a 2,5 diametri del palo stesso.
Rispetto alle dimensioni indicate sui disegni sono ammesse le seguenti tolleranze:
- sulle coordinate planimetriche:
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129
⋅ ≅ 5,0 cm per pali singoli o accoppiati,
⋅ ≅ 7,5 cm per pali in gruppo;
- sulla verticalità: 1,5%.
Se non diversamente specificato in progetto, l’Appaltatore sarà libero di scegliere la fornitura
secondo la propria convenienza, nell'ambito delle caratteristiche previste e previa
approvazione dell’Ufficio di Direzione Lavori.
La rispondenza alle caratteristiche progettuali verrà verificata sulla base delle certificazioni
tecniche della Ditta fornitrice, fermo restando che ogni eventuale non conformità che dovesse
verificarsi durante i lavori e fino ad avvenuto collaudo delle opere sarà da addebitarsi
all’Appaltatore.
Il trasporto dei materiali al cantiere di posa sarà a carico dell’Appaltatore che dovrà ritenersi
compensato sulla base del prezzo di fornitura in elenco.
L'infissione di ogni singolo palo dovrà comportare la registrazione su apposita scheda,
compilata dall’Appaltatore in contraddittorio con l’Ufficio di Direzione Lavori, dei seguenti
dati:
- identificazione del palo;
- data di costruzione del palo;
- data di infissione;
- caratteristiche del sistema di infissione;
- rifiuto ogni 0,10 m negli ultimi 1,0 m ÷ 2,0 m e ogni 1,0 m nel tratto precedente;
- profondità raggiunta;
- profondità di progetto;
- rifiuti di eventuale ribattitura;
- risultati delle eventuali prove di controllo richieste dell’Ufficio di Direzione Lavori.
L.3.3
Pali trivellati
L.3.3.1 Tolleranze geometriche
Rispetto alle dimensioni indicate nei disegni di progetto, sono ammesse le seguenti tolleranze:
- sulle coordinate planimetriche: ≅ 5 cm;
- sulla verticalità:
1%;
- sulla profondità:
da -10 cm a +50 cm di approfondimento.
I controlli di verticalità dovranno essere eseguiti con inclinometri applicati sulle aste di
perforazione e/o, prima dei getti, con sonde ad ultrasuoni.
L.3.4
Pali battuti e gettati in opera
L.3.4.1 Generalità
I pali in c.a. saranno realizzati, senza asportazione alcuna di terreno, previa infissione di una
cassaforma provvisoria o permanente costituita da un tubo metallico di adeguato spessore
chiuso inferiormente da un tappo amovibile o non.
Completata l’infissione, dopo aver installato la gabbia d’armatura si procederà al getto del
calcestruzzo estraendo contemporaneamente se previsto, il tuboforma.
L’installazione della gabbia di armatura è preceduta, se è previsto dal progetto, dalla
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130
formazione di un bulbo di base in calcestruzzo, realizzato forzando mediante battitura il
calcestruzzo nel terreno.
L.3.5
8.9
Micropali iniettati
Micropali
Definizione, classificazione e campi di applicazione
Si definiscono micropali i pali trivellati aventi diametro non maggiore di 250 mm con fusto
costituito da malta o pasta di cemento gettata in opera e da idonea armatura di acciaio.
Modalità ammesse per la formazione del fusto:
Tipo a) riempimento a gravità
Tipo b) riempimento a bassa pressione
Tipo c) iniezione ripetuta ad alta pressione.
orientativamente tali modalità sono da applicare rispettivamente, ferme restando le
disposizioni progettuali:
Tipo a) per micropali eseguiti in roccia o terreni coesivi molto compatti il cui modulo di
deformazione a breve termine superiori orientativamente i 2000 Kg/cmq;
Tipo b) e c) per micropali eseguiti in terreni di qualunque natura, caratterizzati da un
modulo di
deformazione a breve termine sensibilmente inferiore a 2000 Kg/cmq.
Soggezioni geotecniche, idrogeologiche e generali
Le tecniche di perforazione e le modalità di getto, se specifiche dovranno essere definite in
relazione alla natura dei materiali da attraversare e delle caratteristiche idrogeologiche locali;
in caso diverso si farà riferimento a quanto riportato di seguito.
La scelta delle attrezzature di perforazione ed i principali dettagli esecutivi dovranno essere
messi a punto mediante l’esecuzione di micropali di prova, approvati dalla Direzione Lavori
prima dell’inizio della costruzione dei micropali da pagarsi con i prezzi di Elenco.
L’armatura dei micropali sarà costituita da tubi di acciaio con tensione di snervamento
superiore o uguale a 550 N/mmq. Sono ammessi tubi di secondo impiego conformi agli
standars API per perforazioni petrolifere, purchè muniti di certificato che ne attesti la qualità e
la resistenza allo snervamento superiore a 400 N/mmq.
Le caratteristiche geometriche dell’armatura tubolare saranno funzione delle caratteristiche di
resistenza richieste e, salvo diverse indicazioni del progetto, dovranno essere conformi a
quanto riportato nella tabella che segue:
PORTATA (t)
TIPO DI
D perfor.
De
Di
MICROPALO
(mm)
(mm)
Trazione
A
85-90
51,0
35,0
B
104-115
60,3
40,3
C
115-120
76,1
56,1
D
120-140
76,1
47,7
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(mm) Compressione
24
36
47
63
14
28
37
52
131
E
F
G
140-160
152-160
200-220
88,9
101,6
139,7
60,5
69,6
125,5
76
98
115
63
82
95
Tolleranze geometriche
Le tolleranze ammesse sono le seguenti:
la posizione planimetrica non dovrà discostarsi da quella di progetto più di 5 cm, salvo
diverse indicazioni della Direzione Lavori;
la divisione dell’asse del micropalo rispetto all’asse di progetto non dovrà essere maggiore
del 2%;
il diametro dell’utensile di perforazione dovrà risultare non inferiore al diametro di
perforazione di progetto.
Ogni micropalo che risultasse non conforme alle tolleranze qui stabilite dovrà essere
idoneamente sostituito, a cura e spese dell’Impresa.
Preparazione del piano di lavoro, tracciamento
L’APPALTATORE avrà cura di accertare che l’area di lavoro non sia attraversata da
tubazioni, cavi elettrici o manufatti sotterranei che, se incontrati durante la perforazione,
possono recare danno alle maestranze di cantiere o a Terzi.
Prima di iniziare la perforazione si dovrà, a cura ed onere dell’APPALTATORE individuare
sul terreno la posizione dei micropali mediante appositi picchetti sistemati in corrispondenza
dell’asse di ciascun palo. Su ciascun picchetto dovrà essere riportato il numero progressivo
del micropalo quale risulta dalla pianta della palificata.
Tale pianta, redatta e presentata alla direzione Lavori dall’APPALTATORE dovrà indicare la
posizione planimetrica di tutti i micropali, inclusi quelli di prova, contrassegnati con numero
progressivo.
Perforazione
La perforazione deve essere in generale condotta con modalità ed utensili tali da consentire la
regolarità delle successive operazioni di getto; in particolare dovrà essere minimizzato il
disturbo del terreno nell’intorno del foro.
Nei terreni poco coesivi la perforazione sarà eseguita con posa di rivestimento provvisorio per
tutta la profondità del palo.
Negli altri casi la perforazione potrà essere eseguita con o senza rivestimento provvisorio, a
secco o con circolazione di acqua e di fango di cemento e betonite, in funzione dell’attitudine
delle formazioni attraversate a mantenere stabili le pareti del foro e previa approvazione della
Direzione Lavori.
Il fango di cemento e bentonite sarà confezionato adottando i seguenti rapporti in peso:
- betonite/acqua: 0,05 - 0,08
- cemento/acqua 0,18 - 0,23
In ogni caso la perforazione sottofaldata in terreni con strati o filtrazioni incoerenti medio-fini
(sabbie, sabbie e limi) non dovrà essere eseguita con circolazione di aria, per evitare il violento
emungimento della falda a seguito dell’effetto eiettore ed il conseguente dilavamento del terreno.
Al termine della perforazione il foro dovrà essere accuratamente sgombrato dai detriti azionando
il fluido di circolazione o l’utensile asportatore, senza operare con l’utensile disgregatore.
L’ordine di esecuzione dei micropali nell’ambito di ciascun gruppo dovrà assicurare la non
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132
interferenza delle perforazioni con fori in corso di iniezione o in attesa di riempimento, ove
occorra anche spostando la perforatrice su gruppi contigui prima di ultimare la perforazione
dei micropali del gruppo in lavorazione.
Confezioni e posa delle armature
Le armature metalliche dovranno soddisfare le prescrizioni di progetto e saranno in ogni caso
estese a tutta la lunghezza del micropalo.
Armature tubolari
Si useranno tubi di acciaio senza saldatura longitudinale.
Le giunzioni tra i diversi spezzoni di tubo potranno essere ottenute mediante manicotti filettanti o
saldati previo inserimento di manicotto interno saldato di lunghezza non inferiore a m. 1. Nel
caso i tubi di armatura siano anche dotati di valvole per l’iniezione, essi dovranno essere
scovolati internamente dopo l’esecuzione dei fori di uscita della malta, allo scopo di asportare le
sbavature lasciate dal trapano.
Le valvole saranno costituite da manicotti di gomma di spessore minimo 3,5 mm, aderenti al
tubo e mantenuti in posto mediante anelli in fili di acciaio (diametro 4 mm) saldati al tubo in
corrispondenza dei bordi del manicotto. La valvola più bassa sarà posta subito sopra il fondello
che occlude la base del tubo.
Le armature tubolari dovranno essere dotate di distanziatori non metallici per assicurare un
copriferro minimo di 1,5 cm. posizionati di preferenza sui manicotti di giunzione.
Formazione del fusto del micropalo
La formazione del fusto dovrà iniziare in una fase immediatamente successiva alla perforazione di
ciascun micropalo. In caso contrario la perforatrice resterà in posizione fino alla successiva ripresa
del lavoro e provvederà quindi alla pulizia del perforo, subito prima che inizino le operazioni di
posa delle armature di getto della malta. In ogni caso dovrà trascorrere più di un’ora tra il termine
della perforazione e l’inizio del getto della malta. Fanno eccezione solo i micropali perforati
interamente in roccia, senza presenza di frammenti e di acqua nel perforo.
Viene inoltre precisato l’obbligo che la scapitozzatura delle eventuali teste dei pali sia eseguita
sino alla completa eliminazione di tutti i tratti in cui le caratteristiche del micropalo non
rispondano a quelle previste. In tal caso è onere dell’APPALTATORE procedere al ripristino del
micropalo sino alla quota di sottoplinto.
Riempimento a gravità
Il riempimento del perforo, dopo la posa delle armature tubolari, dovrà avvenire tramite un tubo di
alimentazione disceso fino a 10 - 15 cm dal fondo e dotato superiormente di un imbuto a
tramoggia di carico. Il riempimento sarà proseguito fino a che la malta immessa risalga in
superficie scevra di inclusioni e miscelazioni con il fluido di perforazione. Si attenderà per
accertare la necessità o meno di rabbocchi e si potrà quindi estrarre il tubo di convogliamento
allorquando il foro sarà intasato e stagnato.
Eventuali rabbocchi da eseguire prima di raggiungere tale situazione vanno praticati
esclusivamente tramite il tubo di convogliamento.
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133
L’armatura tubolare potrà essere usata come tubo di convogliamento solo se il suo diametro
interno non supera 50 mm; in caso contrario si dovrà ricorrere ad un tubo di convogliamento
separato, dotato di otturatore posizionato alla base del tubo di armatura del palo.
Riempimento a bassa pressione
Quando il foro sarà interamente rivestito, la posa della malta avverrà in un primo momento, entro
il rivestimento provvisorio, tramite un tubo di convogliamento come descritto al punto precedente.
Successivamente si applicherà al rivestimento una idonea testa a tenuta alla quale si invierà malta
in pressione (5-6 Kg/cmq) mentre si solleverà gradualmente il rivestimento fino alla sua prima
giunzione. Si smonterà allora la sezione superiore del rivestimento e si applicherà la testa di
pressione alla parte rimasta nel terreno, previo rabboccamento dall’alto per riportare a livello la
malta. Si procederà analogamente per le sezioni successive fino a completare l’estrazione del
rivestimento.
Iniezione ripetuta ad alta pressione
Le fasi della posa in opera saranno le seguenti:
quando il foro non sarà interamente rivestito si applicherà la testa di pressione alla sommità del
rivestimento e si procederà come nel caso precedente.
1) Riempimento della cavità anulare compresa tra il tubo e le valvole e le pareti del perforo,
ottenuta alimentando con apposito condotto di iniezione e otturatore semplice la valvola più bassa
finché la malta risale fino alla bocca del foro;
2) Lavaggio con acqua all’interno del tubo;
3) Avvenuta la presa della malta precedentemente posta in opera, si inietteranno valvola per
valvola volumi di malta non eccedenti il doppio del volume del perforo, senza superare, durante
l’iniezione, la pressione corrispondente alla fratturazione idraulica del terreno (“claquage”);
4) Lavaggio con acqua all’interno del tubo;
5) Avvenuta la presa della malta precedentemente iniettata, si ripeterà l’iniezione in pressione
limitatamente alle valvole per le quali:
- il volume iniettato non abbia raggiunto il limite predetto, a causa della incipiente fratturazione,
idraulica del terreno;
- le pressioni residue di iniezioni misurate a bocca foro al raggiungimento del limite volumetrico
non superino 5 Kg/cmq.
Al termine delle iniezioni si riempirà a gravità l’interno del tubo con malta o miscela cementizia.
Caratteristiche delle malte e paste cementizie da impiegare per la formazione dei
Micropali
Rapporto acqua/cemento: 0,50
Resistenza cubica: Rbk = 250 Kg/cmq
L’inerte dovrà essere costituito:
da sabbia fine lavata, per le malte dei micropali riempiti a gravità;
da ceneri volanti o polverino di calcare, totalmente passanti al vaglio da 0,075 mm, per le
miscele dei micropali formati mediante iniezione in pressione.
Per garantire la resistenza richiesta e la necessaria lavorabilità e stabilità dell’impasto dovranno
essere adottati i seguenti dosaggi minimi:
per le malte, Kg 600 di cemento per mc di impasto;
per le miscele, Kg 900 di cemento per mc di impasto.
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134
Per una corretta posa in opera si potranno anche aggiungere fluidificanti non aeranti ed
eventualmente bentonite, quest’ultima in misura non superiore al 4% in peso del cemento.
La composizione delle miscele sarà la seguente (salva diversa composizione specificatamente
indicata):
guaina: 100 Kg cemento + 4 Kg bentonite + 50 l acqua
bulbo: 100 Kg cemento + 1 Kg additivo + 50 l acqua
In corso d’opera saranno ammesse modifiche delle composizioni, secondo le indicazioni date di
volta in volta dalla Direzione dei Lavori.
Controlli e misure
La profondità dei perfori, da valutare secondo la quota di sottoplinto verrà misurata in doppio
modo:
a) in base alla lunghezza delle aste di perforazione immerse nel foro al termine della
perforazione, con l’utensile appoggiato sul fondo;
b) in base alla lunghezza dell’armatura.
La differenza tra le due misure dovrà risultare inferiore o uguale a 0,10 m; in caso contrario
occorrerà procedere alla pulizia del fondo del foro, asportandone i detriti accumulatasi, dopo
aver estratto l’armatura.
Il peso delle armature verrà determinato:
nel caso di armature a tubo di acciaio, in base al peso effettivo dei tubi posti in opera.
In corso di iniezione si preleverà un campione di miscela per ogni micropalo, sul quale si
determinerà il peso specifico e la decantazione (bleeding), mediante buretta graduata di
diametro = 30 mm.
Il peso specifico dovrà risultare pari ad almeno il 90% di quello teorico, calcolato assumendo
3 g/cc
il peso specifico del cemento e 2,65 g/cc quello degli inerti, nell’ipotesi che non venga inclusa
aria.
Nelle prove di decantazione, l’acqua separata in 24 ore non dovrà superare il 3% in volume.
Con il campione di miscela saranno altresì confezionati cubetti di 7 o 10 cm di lato, da
sottoporre a prove di resistenza cubica a compressione nella misura di almeno una prova per
ogni dieci micropali.
Le modalità di prova dovranno essere conformi alle normative vigenti ed alle preventive
richieste della Direzione Lavori.
Documentazione dei lavori
L’esecuzione di ogni singolo micropalo sarà documentata mediante la compilazione del
Rappresentante dell’APPALTATORE in contraddittorio con la Direzione Lavori di una
apposita
scheda sulla quale si registreranno i dati seguenti:
identificazione del micropalo;
data di inizio perforazione e termine del getto (o iniezione);
profondità effettiva raggiunta dalla perforazione;
profondità del foro all’atto della posa dell’armatura;
assorbimento totale effettivo di miscela di iniezione;
per i micropali formati mediante iniezione ripetuta ad alta pressione, pressioni residue
minime e
quantità complessive iniettate per ogni fase di iniezione ad alta pressione;
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135
risultanti delle misure di peso di volume, di decantazione (acqua separata) e di resistenza
cubica a compressione
L.4
Palancole
L.4.1
Palancole metalliche
Le palancole dovranno essere poste in opera con precisione lungo le linee indicate in progetto
ed alle quote prefissate; l’Appaltatore dovrà provvedere a predisporre le dime, le guide o i
riscontri necessari per la perfetta esecuzione dell’opera.
L’apparecchiatura di infissione delle palancole dovrà essere tale da garantire, durante la
battitura, la verticalità e l’accurato allineamento delle stesse.
Per una buona esecuzione della palancolata metallica è condizione necessaria che la scelta del
metodo d’infissione e della tecnica di battitura siano adatti al particolare lavoro da eseguire.
L’Appaltatore prima di dare inizio ai lavori dovrà:
- effettuare la scelta del numero e dell’ubicazione delle prove d’infissione al fine di
determinare i punti di presumibile difficoltà;
- riconoscere la stratigrafia dei terreni interessati correlando le indicazioni geotecniche fornite
con i dati reali di prova d’infissione;
- effettuare un piano di infissione con l’indicazione di tutti i punti particolari e del metodo
previsto d’infissione (a palancola singola o doppia, oppure “autoguidata”, a pannelli continui
o alternati ecc.) per i diversi tratti di terreno interessati;
- effettuare la scelta della tecnica d’infissione e di conseguenza il tipo o i tipi di martelli o
vibratori per le varie tratte ed i relativi caschi di battitura;
- prevedere, nel caso se ne ravvisi la possibilità d’intervento, l’approntamento
dell’apparecchiatura per la “lancia ad acqua”, in unione agli altri mezzi di infissione;
- effettuare prove di estrazione delle palancole infisse nel terreno alle quote di progetto.
Tutte le scelte di cui sopra dovranno essere sottoposte all’approvazione dell’Ufficio di
Direzione Lavori.
Durante l’esecuzione dei lavori dovranno essere effettuate frequenti verifiche del
posizionamento planoaltimetrico della palancolata; le palancole che manifestino deviazioni
eccessive rispetto alla linea teorica di infissione dovranno essere estratte e reinfisse oppure
sostituite nel caso presentino danneggiamenti.
Per correggere difetti di verticalità non possono essere usate palancole rastremate senza la
preventiva approvazione dell’Ufficio di Direzione Lavori.
I profili che raggiungono il rifiuto ad una quota inferiore a quella di progetto non possono
essere tagliati senza il benestare dell’Ufficio di Direzione Lavori che decide inoltre
l’inserimento di eventuali tiranti.
Le palancole tagliate devono essere registrate indicando la lunghezza della parte asportata.
L.4.2
Palancole in conglomerato cementizio armato
Le palancole in conglomerato cementizio armato dovranno essere prefabbricate ed avere
caratteristiche approvate dall’Ufficio di Direzione Lavori.
Se non diversamente specificato in progetto, l’Appaltatore sarà libero di scegliere la fornitura
secondo la propria convenienza, nell'ambito delle caratteristiche previste e previa
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136
approvazione dell’Ufficio di Direzione Lavori .
La rispondenza alle caratteristiche progettuali verrà verificata sulla base delle certificazioni
tecniche della Ditta fornitrice; fermo restando che ogni eventuale non conformità che dovesse
verificarsi durante i lavori e fino ad avvenuto collaudo delle opere sarà da addebitarsi
all’Appaltatore.
Il trasporto dei materiali al cantiere di posa sarà a carico dell’Appaltatore che dovrà ritenersi
compensato sulla base del prezzo di fornitura in elenco.
L’apparecchiatura di infissione delle palancole dovrà essere tale da garantire, durante la
battitura, la verticalità e l’accurato allineamento delle stesse.
Le palancole eventualmente danneggiate durante l’infissione dovranno essere estratte e
sostituite.
La palancolata deve essere completata in sommità collegando le teste delle palancole
mediante un cordolo in conglomerato cementizio di classe non inferiore a Rck 250,
opportunamente armato, di spessore non minore di quello delle palancole stesse.
M)
Opere di sistemazione dei versanti
M.1
Palificate di sostegno in legname
• Generalità
La palificata in legname viene utilizzata, da sola od in combinazione con altre tecnologie,
come opera di sostegno drenante per pendii franosi.
La palificata è costituita da una struttura a gabbia formata da correnti e traversi di legno
idoneo e durabile di latifoglie o conifere, fissati tra loro per mezzo di chiodi, staffe e caviglie;
l'interno della gabbia è riempito con materiale ghiaio-terroso e, in corrispondenza dei piani
definiti dai correnti, sono posizionati astoni o piantine vive di specie ad alta capacità
vegetativa.
A seconda dei dettagli costruttivi specificati in progetto, potranno variare le modalità di
fissaggio alla fondazione; la palificata potrà essere fissata direttamente al terreno, oppure resa
solidale con una apposita struttura di irrigidimento formata da una "slitta" in c.a. avente una
sezione ad L rovesciata e dotata di pilastri alti quanto l'intera palificata e disposti a pettine con
interassi stabiliti in fase di progetto.
Negli interstizi tra un corrente e l'altro dovranno essere inserite talee, astoni o piante radicate
delle essenze prescritte.
L'altezza e le dimensioni longitudinali e trasversali dell'opera saranno quelle indicate negli
elaborati di progetto.
• Caratteristiche dei materiali
Sia per i correnti che per i traversi verranno utilizzati pali scortecciati di latifoglia o di
conifera (di categoria I o II) del diametro pari a 20 cm.
La lunghezza minima dei correnti sarà non inferiore alla distanza tra due montanti della
struttura di irrigidimento più 60 cm; i traversi avranno le dimensioni prescritte negli elaborati
di progetto.
I tondi della palificata dovranno essere soggetti ad idoneo trattamento di conservazione.
Per quanto riguarda il materiale vegetale, gli astoni dovranno avere lunghezza superiore ai
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137
2,50 m e diametro non inferiore a 3 cm; dovranno essere di fresco taglio ed avere buona
capacità vegetativa (presenza di gemme).
Saranno utilizzate specie arbustive od arboree autoctone o prelevate da vivaio secondo quanto
prescritto negli elaborati progettuali; l’Ufficio di Direzione Lavori potrà disporre l'utilizzo
alternativo di altre specie vegetali comprese nell'elenco riportato nel capitolo relativo alle
opere in verde, purché rinvenibili localmente (cioè in un raggio di 15 km).
Il taglio degli astoni dovrà avvenire esclusivamente nel periodo del riposo vegetativo
autunnale, oppure nel periodo primaverile prima della sfioritura. Gli astoni preparati nel
periodo autunnale potranno essere conservati fino alla fine dell'inverno purché immagazzinati
in luogo fresco; qualora, per necessità di cantiere, il deposito dovesse continuare anche
durante il periodo vegetativo, gli astoni dovranno essere conservati in locali frigoriferi od
immersi in acqua fredda (<15°C) e corrente. Le talee preparate durante la primavera dovranno
essere utilizzate nell'arco di tempo massimo di una settimana dal taglio e, in ogni caso,
protette accuratamente contro l'essiccamento durante le fasi di deposito e di trasporto sul
cantiere tramite l'utilizzo di teloni e/o l'irrorazione con acqua.
Nel caso di specie arbustive o di alberi giovani con diametro del tronco inferiore a 8÷10 cm, le
talee andranno tagliate a livello del suolo. Il taglio delle verghe dovrà essere liscio e della
minor superficie possibile; andrà escluso il taglio con l'accetta.
Il materiale di riempimento sarà di tipo ghiaio-terroso proveniente dagli scavi od
eventualmente riportato ed adeguatamente miscelato.
• Modalità esecutive
La costruzione della palificata dovrà essere iniziata soltanto al termine della realizzazione
della struttura di fondazione e di irrigidimento.
I tondi della fila appoggiata direttamente sulla struttura di fondazione dovranno essere fissati
ad essa tramite appositi tasselli; i correnti longitudinali si sovrapporranno tra loro per una
lunghezza minima di 60 cm in corrispondenza dei soprastanti montanti in c.a..
La costruzione della struttura procederà per piani, avendo cura di riempire progressivamente
la gabbia con il materiale ghiaio-terroso ed inserendo, in corrispondenza di ogni livello, il
materiale vegetale previsto negli elaborati progettuali; gli astoni e/o le piantine dovranno
essere posizionati secondo un piano inclinato del 10% verso monte in ragione di 60 astoni o 6
piantine per metro quadrato. Si dovrà aver cura che, ove possibile, il piede degli astoni o le
radici delle piantine risultino sporgenti rispetto al filo posteriore della palificata.
• Prove di accettazione e controllo
L’Ufficio di Direzione Lavori si riserva la facoltà di scartare astoni e/o talee in fase, anche
iniziale e parziale, di disseccamento.
La verifica dell'attecchimento degli astoni e/o delle talee andrà eseguita soltanto dopo il primo
periodo vegetativo seguente al momento della realizzazione dell'opera; qualora
l'attecchimento non risultasse soddisfacente, andrà eseguito un nuovo controllo prima del
successivo periodo di riposo vegetativo; quando, dopo questo secondo controllo,
l'attecchimento interessasse meno del 50% della superficie coperta dal rivestimento, l’Impresa
dovrà procedere ad una sua reintegrazione anche mediante il semplice impianto di talee.
Il legname dovrà essere preventivamente accatastato in cantiere al fine di consentire
all’Ufficio di Direzione Lavori di verificarne le caratteristiche prima della posa in opera.
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138
M.2
Gradonate vive con talee e piantine
• Generalità
La gradonata viva è utilizzata come opera per contrastare il processo erosivo superficiale dei
pendii.
La gradonata è formata da una serie di terrazzamenti, scavati lungo il pendio seguendo le linee
di livello oppure con una certa inclinazione rispetto ad esse così come indicato negli elaborati
progettuali.
Lo scavo delle gradonate sarà generalmente eseguito a mano procedendo dal basso verso
l'alto; ove le condizioni dei luoghi lo consentano, potranno utilizzarsi anche mezzi meccanici.
Il materiale vegetale da utilizzarsi sarà quello indicato nelle tavole di progetto; nel caso di uso
di talee, esse saranno posate lungo il terrazzamento con una densità di 20 per metro lineare,
mentre le piantine saranno posate in ragione di 1 per metro lineare.
• Caratteristiche dei materiali
Le talee e le piantine dovranno appartenere a specie arbustive e/o arboree con elevata capacità
vegetativa ed in grado di emettere radici avventizie dal fusto; esse dovranno comunque
appartenere alle specie indicate come idonee progettuali o comprese nell'elenco riportato nel
capitolo relativo alle opere in verde.
Il taglio delle talee dovrà avvenire esclusivamente nel periodo del riposo vegetativo autunnale,
oppure nel periodo primaverile prima della sfioritura. Le talee preparate nel periodo autunnale
potranno essere conservate fino alla fine dell'inverno purché immagazzinate in luogo fresco;
qualora, per necessità di cantiere, il deposito dovesse continuare anche durante il periodo
vegetativo, le talee dovranno essere conservate in locali frigoriferi od immerse in acqua fredda
(<15°C) e corrente. Le talee preparate durante la primavera dovranno essere utilizzate
nell'arco di tempo massimo di una settimana dal taglio e, in ogni caso, protette accuratamente
contro l'essiccamento durante le fasi di deposito e di trasporto sul cantiere tramite l'utilizzo di
teloni e/o l'irrorazione con acqua.
Nel caso di specie arbustive o di alberi giovani con diametro del tronco inferiore a 8÷10 cm, le
talee andranno tagliate a livello del suolo. Il taglio delle verghe dovrà essere liscio e della
minor superficie possibile; andrà escluso il taglio con l'accetta.
Le piantine dovranno avere un'età di due anni.
Il terreno di ricoprimento dei fossi sarà quello proveniente dallo scavo dei fossi soprastanti.
• Modalità esecutive
I lavori dovranno essere eseguiti nel periodo del riposo vegetativo che va, indicativamente, dal
tardo autunno all'inizio della primavera; il periodo delle lavorazioni potrà variare a seconda
delle situazioni climatiche stazionali.
Lo scavo della gradonata procederà dal basso verso l'alto riempiendo progressivamente gli
scavi ad una certa quota con il materiale estratto dalla quota immediatamente più alta.
La distanza tra i terrazzamenti, la loro profondità e la loro inclinazione dovranno rispettare le
indicazioni contenute negli elaborati progettuali.
Le banchine dovranno avere una contropendenza pari al 10%; le talee dovranno essere
interrate per una lunghezza pari a 3/4 della loro lunghezza, avendo cura di porre verso il
pendio l'estremità di maggior diametro.
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139
• Prove di accettazione e controllo
L’Ufficio di Direzione Lavori si riserva la facoltà di scartare talee e/o piantine in fase, anche
iniziale e parziale, di disseccamento.
La verifica dell'attecchimento degli talee e/o delle piantine, andrà eseguita soltanto dopo il
primo periodo vegetativo seguente al momento della realizzazione dell'opera; qualora
l'attecchimento non risultasse soddisfacente, andrà eseguito un nuovo controllo prima del
successivo periodo di riposo vegetativo; quando, dopo questo secondo controllo,
l'attecchimento interessasse meno del 50% della superficie coperta dal rivestimento, l’Impresa
dovrà procedere ad una sua reintegrazione anche mediante il semplice impianto di talee.
M.3
Grate vive in legname con talee e piantine
• Generalità
La grata viva viene utilizzata come struttura di sostegno per pendii di altezza non superiore ai
10÷20 m. La struttura portante è costituita da tondoni di legno disposti a formare una maglia
regolare secondo le misure date nei disegni di progetto; in corrispondenza delle intersezioni
tra i pali verticali ed i correnti orizzontali sono posizionati degli elementi di ancoraggio
adeguatamente infissi nel terreno. In corrispondenza dei correnti sono posizionate talee di
salice e/o piantine radicate che, sviluppandosi, garantiranno la tenuta del versante.
• Caratteristiche dei materiali
I tondoni costituenti la struttura portante dovranno essere in legno di larice o di castagno od in
altra essenza resistente alla decomposizione, rispettando comunque le indicazioni progettuali
o quelle dell’Ufficio di Direzione Lavori; i tondoni dovranno avere diametro minimo pari a 20
cm ed essere opportunamente scortecciati.
I correnti orizzontali saranno fissati alla struttura verticale tramite idonea chiodatura o
staffatura. L'intera struttura sarà ancorata al terreno con piloti di acciaio di lunghezza 1,5 m
infissi in ragione di uno per ogni intersezione tra pali verticali ed orizzontali; se previsto nei
disegni di progetto, potranno essere utilizzati anche pali di legno con diametro minimo pari a
10 cm.
Il materiale di riempimento sarà costituito da terreno vegetale prelevato in loco o proveniente
dagli scavi di risagomatura del pendio e sarà fermato sui tondoni da rete elettrosaldata a
maglia 5*7,5 cm.
Il taglio delle talee dovrà avvenire esclusivamente nel periodo del riposo vegetativo autunnale,
oppure nel periodo primaverile prima della sfioritura. Le talee preparate nel periodo autunnale
potranno essere conservate fino alla fine dell'inverno purché immagazzinate in luogo fresco;
qualora, per necessità di cantiere, il deposito dovesse continuare anche durante il periodo
vegetativo, le talee dovranno essere conservate in locali frigoriferi od immerse in acqua fredda
(<15°C) e corrente. Le talee preparate durante la primavera dovranno essere utilizzate
nell'arco di tempo massimo di una settimana dal taglio e, in ogni caso, protette accuratamente
contro l'essiccamento durante le fasi di deposito e di trasporto sul cantiere tramite l'utilizzo di
teloni e/o l'irrorazione con acqua.
Nel caso di specie arbustive o di alberi giovani con diametro del tronco inferiore a 8÷10 cm, le
talee andranno tagliate a livello del suolo. Il taglio delle verghe dovrà essere liscio e della
minor superficie possibile; andrà escluso il taglio con l'accetta.
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140
• Modalità esecutive
Una volta effettuata la riprofilatura complessiva della scarpata in frana, prima di procedere
alla costruzione della grata di sostegno, la superficie del pendio dovrà essere opportunamente
regolarizzata secondo la geometria indicata nei disegni di progetto e provvedendo ad
eliminare eventuali parti instabili.
La seconda operazione consisterà nella preparazione della base di appoggio al piede della
scarpata, mediante lo scavo di un fosso che avrà le dimensioni indicate nei disegni di progetto;
se previsto negli elaborati progettuali, sarà collocato del tondame di legno sul fondo del fosso.
Una volta preparato il piede, verranno collocati i montanti verticali; verranno quindi infissi i
pali od i piloti di ancoraggio ed effettuata la prima serie di staffature; a questo punto verranno
posizionati e fissati i correnti orizzontali che saranno, a loro volta, fissati agli ancoraggi.
Completata la struttura portante, si procederà al fissaggio della rete elettrosaldata ai tondoni ed
al contemporaneo graduale riempimento dell'opera, provvedendo, una volta completato il
ricarico fino alla posizione di una serie di correnti, ad inserire le talee e/o le piantine radicate
su piani di appoggio che dovranno avere una contropendenza almeno pari a 10°÷20° con
densità minima di 40 talee per metro quadrato e di 2 piantine per metro quadrato.
In corrispondenza della sommità dell'opera dovrà essere posizionato un foglio di carta
catramata in modo da impedire che l'acqua si infiltri in modo significativo nel terreno smosso
a tergo della grata.
Ad opera finita, dovranno restare in vista soltanto le parti terminali del materiale vegetale e,
eventualmente, i correnti orizzontali.
• Prove di accettazione e controllo
L’Ufficio di Direzione Lavori si riserva la facoltà di scartare piantine e/o talee in fase, anche
iniziale e parziale, di disseccamento.
La verifica dell'attecchimento delle piantine e/o delle talee andrà eseguita soltanto dopo il
primo periodo vegetativo seguente al momento della realizzazione dell'opera; qualora
l'attecchimento non risultasse soddisfacente, andrà eseguito un nuovo controllo prima del
successivo periodo di riposo vegetativo; quando, dopo questo secondo controllo,
l'attecchimento interessasse meno del 50% della superficie coperta dal rivestimento, l’Impresa
dovrà procedere ad una sua reintegrazione anche mediante il semplice impianto di talee.
Il legname dovrà essere preventivamente accatastato in cantiere al fine di consentire
all’Ufficio di Direzione Lavori di verificarne le caratteristiche prima della posa in opera.
N)
Pavimentazioni stradali
N.1
Generalità
Le pavimentazioni stradali saranno realizzate solamente quando il terreno di imposta sarà
completamente assestato e la superficie esterna non presenterà più cedimenti.
In caso di ripristini a seguito di scavi lungo strade esistenti, i sottofondi e le pavimentazioni
stradali saranno estesi per circa 30 cm oltre il bordo degli scavi.
Il fondo dello scavo di cassonetto dovrà essere rullato e regolarizzato prima dell'esecuzione
delle pavimentazioni.
I materiali dovranno rispondere ai requisiti sotto indicati, oltre a quanto riportato nei singoli
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141
paragrafi.
Il pietrame da utilizzare per massicciate, pavimentazioni, cordoli stradali ecc. dovrà essere
conforme a quanto specificato nel R.D. 16 novembre 1939 n.2232.
I pietrischi, i pietrischetti, le graniglie, le sabbie e gli additivi dovranno soddisfare ai requisiti
stabiliti nelle "Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle
sabbie e degli additivi per costruzioni stradali" del C.N.R. - Fascicolo n.4 1953.
Le ghiaie e i ghiaietti dovranno corrispondere come pezzatura e caratteristiche ai requisiti
stabiliti nella Tabella UNI 27 10 giugno 1945 e successive modifiche.
Dovranno essere costituiti da elementi sani e tenaci, privi di elementi alterati, essere puliti e
particolarmente esenti da materie eterogenee, non presentare perdita di peso, per decantazione
in acqua, superiori al 2%.
I bitumi e le emulsioni bituminose dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle "Norme per
l'accettazione dei bitumi per usi stradali - caratteristiche per l'accettazione" 1978; "Norme per
l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali" 1958; "Norme per l'accettazione dei
bitumi per usi stradali - campionatura dei bitumi" 1980; "Norme per l'accettazione delle
emulsioni bituminose per usi stradali - campionatura delle emulsioni bituminose" 1984.
Le pendenze trasversali dei tratti di piste oggetto di interventi dovranno essere tali da
permettere il deflusso delle acque piovane, raccordarsi con quelle dei tratti non interessati dai
lavori e comunque secondo quanto impartito dall’Ufficio di Direzione Lavori.
N.2
Fondazioni in misto granulare
• Generalità
Tali fondazioni sono costituite da una miscela di materiali granulari (misto granulare)
stabilizzati per granulometria con l'aggiunta o meno di legante naturale, il quale è costituito da
terra passante al setaccio 0,4 UNI.
L'aggregato potrà essere costituito da ghiaie, detriti di cava, frantumato, scorie od anche altro
materiale; potrà essere: materiale reperito in sito, entro o fuori cantiere, oppure come miscela
di materiali avente provenienze diverse, in proporzioni stabilite attraverso una indagine
preliminare di laboratorio e di cantiere.
La stesa del materiale avverrà in strati successivi, ciascuno dei quali non dovrà mai avere uno
spessore finito superiore a cm 20 e non inferiore a cm 10.
• Caratteristiche dei materiali
Il materiale in opera, dopo l'eventuale correzione e miscelazione, dovrà rispondere alle
caratteristiche seguenti:
1) l'aggregato non dovrà avere dimensioni superiori a 71 mm, né forma appiattita, allungata o
lenticolare;
2) granulometria compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo e uniforme
praticamente concorde a quello delle curve limiti:
Serie crivelli e setacci UNI
Miscela passante % totale in peso
Crivello 71
100
Crivello 40
75 ÷ 100
Crivello 25
60 ÷ 87
Crivello 10
35 ÷ 67
Crivello 5
25 ÷ 55
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142
Setaccio 2,000
15 ÷ 40
Setaccio 0,400
7 ÷ 22
Setaccio 0,075
2 ÷ 10
3) rapporto tra il passante al setaccio 0,0075 ed il passante 0,4 inferiore a 2/3;
4) perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 30%;
5) Il passante al setaccio n° 4 ASTM dovrà soddisfare i seguenti requisiti:
IP=NP;
Per situazioni in cui 0<IP<6 deve effettuarsi la prova dell’equivalente in sabbia di cui
al punto 6;
Nel caso in cui l’E.S. e’ compreso tra 25 e 35 l’Ufficio di Direzione Lavori richiederà
la verifica dell’indice di portanza-CBR saturo di cui al punto 7, questo anche se la
miscela dovesse contenere più del 60% in peso di elementi frantumati.;
6) equivalente in sabbia misurato sulla frazione passante al setaccio 4 ASTM, compreso tra
25 e 65. Tale controllo dovrà anche essere eseguito per materiale prelevato dopo
costipamento. Il limite superiore dell'equivalente in sabbia (65) potrà essere variato dalla
Direzione Lavori in funzione delle provenienze e delle caratteristiche del materiale. Per
tutti i materiali aventi equivalente in sabbia compreso tra 25 e 35, l’Ufficio di Direzione
Lavori richiederà in ogni caso (anche se la miscela contiene più del 60% in peso di
elementi frantumati) la verifica dell'indice di portanza CBR di cui al successivo comma 6;
7) indice di portanza CBR dopo 4 giorni di imbibizione in acqua (eseguito sul materiale
passante al crivello 25) non minore di 50. È inoltre richiesto che tale condizione sia
verificata per un intervallo di +2% rispetto all'umidità ottima di costipamento.
Se le miscele contengono oltre il 60% in peso di elementi frantumati a spigoli vivi,
l'accettazione avverrà sulla base delle sole caratteristiche indicate ai precedenti commi 1), 2),
4), 5), salvo nel caso citato al comma 5) in cui la miscela abbia un equivalente in sabbia
compreso tra 25 e 35.
• Modalità esecutive
Il piano di posa dello strato dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza
prescritti ed essere ripulito da materiale estraneo.
Il materiale verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 20 cm e non inferiore a 10
cm, e dovrà presentarsi, dopo costipato, uniformemente miscelato in modo da non presentare
segregazione dei suoi componenti.
L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidità prescritta in funzione delle densità, è
da effettuarsi mediante dispositivi spruzzatori.
A questo proposito si precisa che tutte le operazioni anzidette non devono essere eseguite
quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello
strato stabilizzato. Verificandosi comunque eccesso di umidità, o danni dovuti al gelo, lo
strato compromesso dovrà essere rimosso e ricostituito a cura e spese dall’Impresa.
Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta
granulometria.
Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti
semoventi. L'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento verranno, per ogni cantiere,
determinate dall’Ufficio di Direzione Lavori con una prova sperimentale, usando le miscele
messe a punto per quel cantiere (prove di costipamento).
Il costipamento di ogni strato dovrà essere eseguito sino ad ottenere una densità in sito non
inferiore al 95% della densità massima fornita dalla prova AASHO modificata.
La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a
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143
mezzo di un regolo di m 4,50 di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali.
Lo spessore dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5%, purché
questa differenza si presenti solo saltuariamente.
• Prove di accettazione e controllo
Prima dell'inizio dei lavori, l’Impresa dovrà presentare all’Ufficio di Direzione Lavori
certificati di laboratorio effettuate su campioni di materiale che dimostrino la rispondenza alle
caratteristiche sopra descritte. Contemporaneamente l’Impresa dovrà indicare, per iscritto, le
fonti di approvvigionamento, il tipo di lavorazione che intende adottare, il tipo e la
consistenza dell'attrezzatura di cantiere che verrà impiegata.
I requisiti di accettazione verranno poi accertati con controlli dall’Ufficio di Direzione Lavori
in corso d'opera, prelevando il materiale in sito già miscelato, prima e dopo effettuato il
costipamento.
N.3
Strati di base
• Generalità
Lo strato di base è costituito da un misto granulare di frantumato, ghiaia, sabbia ed eventuale
additivo (secondo le definizioni riportate nell'art.1 delle norme C.N.R. sui materiali stradali fascicolo IV/1953), impastato con bitume a caldo, previo preriscaldamento degli aggregati,
steso in opera mediante macchina vibrofinitrice e costipato con rulli gommati, vibranti
gommati e metallici.
• Caratteristiche dei materiali
Inerti
I requisiti di accettazione dei materiali inerti impiegati nei conglomerati bituminosi per lo
strato di base dovranno essere conformi alle prescrizioni contenute nel fascicolo IV delle
norme C.N.R. - 1953, con l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso
sarà fatta col metodo Los Angeles secondo le norme B.U. C.N.R. n.34 (28.03.1973) anziché
col metodo DEVAL.
L'aggregato grosso sarà costituito da frantumati (nella misura non inferiore al 30% della
miscela degli inerti) e da ghiaie che dovranno rispondere al seguente requisito:
• perdita di peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 25%.
In ogni caso gli elementi dell'aggregato dovranno essere costituiti da elementi sani, duri,
durevoli, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei, inoltre non
dovranno mai avere forma appiattita, allungata o lenticolare.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali e di frantumazione (la
percentuale di queste ultime non dovrà essere inferiore al 30% della miscela delle sabbie) che
dovranno rispondere al seguente requisito:
• equivalente in sabbia determinato secondo norma B.U. C.N.R. n.27 (30.03.1972)
superiore a 50.
Gli eventuali additivi, provenienti dalla macinazione di rocce preferibilmente calcaree o
costituiti da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri d'asfalto, dovranno soddisfare ai
seguenti requisiti:
• setaccio UNI 0.18 (ASTM n.80):
% passante in peso: 100;
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144
• setaccio UNI 0.075 (ASTM n.200): % passante in peso: 90.
La granulometria dovrà essere eseguita per via umida.
Bitume
Il bitume dovrà essere del tipo di penetrazione 60÷70.
Esso dovrà avere i requisiti prescritti dalle "Norme per l'accettazione dei bitumi" del C.N.R. fasc. II/1951, per il bitume 60/80, salvo il valore di penetrazione a 25°C, che dovrà essere
compreso fra 60 e 70 ed il punto di rammollimento, che dovrà essere compreso tra 47°C e
56°C. Per la valutazione delle caratteristiche di: penetrazione, punto di rammollimento P.A.,
punto di rottura Fraas, duttilità e volatilità, si useranno rispettivamente le seguenti normative:
B.U. C.N.R. n.24 (29.12.1971); B.U. C.N.R. n.35 (22.11.1973); B.U. C.N.R. n.43
(06.06.1974); B.U. C.N.R. n.44 (29.10.1974); B.U. C.N.R. n.50 (17.03.1976).
Il bitume dovrà avere inoltre un indice di penetrazione, calcolato con la formula appresso
riportata, compreso fra –1,0 e +1,0:
20u − 500v
indice di penetrazione =
u + 50v
dove:
u = (temperatura di rammollimento alla prova " palla - anello" in °C ) − (25°C )
v = log(800) − log(penetrazione bitume in mm a 25°C )
Miscela
La miscela degli aggregati da adottarsi dovrà avere una composizione granulometrica
contenuta nel seguente fuso:
Serie livelli e setacci UNI
Passante % totale in peso
Crivello 40
100
Crivello 30
80÷100
Crivello 25
70÷95
Crivello 15
45÷70
Crivello 10
35÷60
Crivello 5
25÷50
Setaccio 2,000
20÷40
Setaccio 0,400
6÷20
Setaccio 0,180
4÷14
Setaccio 0,075
4÷8
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 3,5% e il 4,5% riferito al peso totale degli
aggregati.
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
• il valore della stabilità Marshall - Prova B.U. C.N.R. n.30 (15.03.1973) eseguita a 60°C su
provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 7,0 kN
(700 kgf); inoltre il valore della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità misurata
in kgf e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere superiore a 250;
• gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare
una percentuale di vuoti residui compresa fra 4% e 7%.
I provini per le misure di stabilità e rigidezza anzidette dovranno essere confezionati presso
l'impianto di produzione e/o presso la stesa.
La temperatura di compattazione dovrà essere uguale o superiore a quella di stesa; non dovrà
però superare quest'ultima di oltre 10°C.
• Modalità esecutive
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145
Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi automatizzati, di idonee
caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non dovrà essere spinta oltre la sua potenzialità per
garantire il perfetto essiccamento, l'uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta
vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati; resta
pertanto escluso l'uso dell'impianto a scarico diretto.
L'impianto dovrà comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di
realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
Il dosaggio dei componenti della miscela dovrà essere eseguito a peso mediante idonea
apparecchiatura la cui efficienza dovrà essere costantemente controllata.
Ogni impianto dovrà assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a
viscosità uniforme fino al momento della miscelazione nonché il perfetto dosaggio sia del
bitume che dell'additivo.
La zona destinata all’ammannimento degli inerti sarà preventivamente e convenientemente
sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni d'acqua che possono
compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere
nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la
massima cura.
Si farà uso di almeno 4 classi di aggregati con predosatori in numero corrispondente alle classi
impiegate.
Il tempo di mescolazione effettivo sarà stabilito in funzione delle caratteristiche dell'impianto
e dell'effettiva temperatura raggiunta dai componenti la miscela, in misura tale da permettere
un completo ed uniforme rivestimento degli inerti con il legante; comunque esso non dovrà
mai scendere al di sotto dei 20 secondi.
La temperatura degli aggregati all'atto della mescolazione dovrà essere compresa tra 150°C e
170°C, e quella del legante tra 150°C e 180°C, salvo diverse disposizioni della Direzione
Lavori in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature, gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli
impianti dovranno essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e
periodicamente tarati.
L'umidità degli aggregati all'uscita dell'essiccatore non dovrà di norma superare lo 0,5%.
La miscela bituminosa verrà stesa sul piano finito della fondazione dopo che sia stata accertata
dall’Ufficio di Direzione Lavori. La rispondenza di quest’ultima ai requisiti di quota, sagoma,
densità e portanza indicati nei precedenti articoli relativi alle fondazioni stradali in misto
granulare.
La posa in opera dei conglomerati bituminosi verrà effettuata a mezzo di macchine
vibrofinitrici dei tipi approvati dalla Direzione Lavori, in perfetto stato di efficienza e dotate
di automatismi di autolivellamento.
Le vibrofinitrici dovranno comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo
di sgranamenti, fessurazioni, ed esente da difetti dovuti a segregazioni degli elementi litoidi
più grossi.
Nella stesa si dovrà porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali
preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente
con l'impiego di due o più finitrici.
Qualora ciò non sia possibile, il bordo della striscia già realizzata dovrà essere spalmato con
emulsione bituminosa per assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si dovrà procedere al taglio verticale con
idonea attrezzatura.
I giunti trasversali derivanti dalle interruzioni giornaliere dovranno essere realizzati sempre
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146
previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali tra i vari strati sarà programmata e realizzata in
maniera che essi risultino fra di loro sfalsati di almeno cm 20 e non cadano mai in
corrispondenza delle due fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei
veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall'impianto di confezione al cantiere di stesa dovrà avvenire
mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e veloci e comunque sempre dotati
di teloni di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazioni di
crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all'atto della stesa, controllata immediatamente
dietro la finitrice, dovrà risultare in ogni momento non inferiore a 130°C.
La stesa dei conglomerati dovrà essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali
possono pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro; gli strati eventualmente compromessi (con
densità inferiori a quelle richieste) dovranno essere immediatamente rimossi e
successivamente ricostruiti a carico dell’Impresa.
La compattazione dei conglomerati dovrà iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a
termine senza soluzione di continuità.
La compattazione sarà realizzata a mezzo di rulli gommati o vibrati gommati con l'ausilio di
rulli a ruote metalliche, tutti in numero adeguato ed aventi idoneo peso e caratteristiche
tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità
ottenibili.
Al termine della compattazione lo strato di base dovrà avere una densità uniforme in tutto lo
spessore non inferiore al 97% di quella Marshall dello stesso giorno, rilevata all'impianto o
alla stesa. Tale valutazione sarà eseguita sulla produzione giornaliera secondo norma B.U.
C.N.R. n.40 (30 marzo 1973), su carote di 15 cm di diametro; il valore risulterà dalla media di
due prove.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per
ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello
strato appena steso.
La superficie degli strati dovrà presentarsi priva di irregolarità ed ondulazioni. Un'asta
rettilinea lunga 4 m posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato
dovrà aderirvi uniformemente.
Saranno tollerati scostamenti contenuti nel limite di 10 mm.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa ha l'obbligo di fare eseguire prove sperimentali sui campioni di aggregato e di
legante, per la relativa accettazione.
L’Impresa è poi tenuta a presentare con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni e
per ogni cantiere di confezione, la composizione delle miscele che intende adottare; ogni
composizione proposta dovrà essere corredata da una completa documentazione degli studi
effettuati in laboratorio, attraverso i quali L’Impresa ha ricavato la ricetta ottimale.
L’Ufficio di Direzione Lavori si riserva di approvare i risultati prodotti o di fare eseguire
nuove ricerche. L'approvazione non ridurrà comunque la responsabilità dell’Impresa, relativa
al raggiungimento dei requisiti finali dei conglomerati in opera.
Una volta accettata dall’Ufficio di Direzione Lavori la composizione proposta, l’Impresa
dovrà ad essa attenersi rigorosamente comprovandone l'osservanza con esami giornalieri.
Non sarà ammessa una variazione del contenuto di aggregato grosso superiore a ±5,0% e di
sabbia superiore a ±3,0% sulla percentuale corrispondente alla curva granulometrica prescelta,
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147
e di ±1,5% sulla percentuale di additivo.
Per la quantità di bitume non sarà tollerato uno scostamento dalla percentuale stabilita di
±0,3%.
Tali valori dovranno essere soddisfatti dall'esame delle miscele prelevate all'impianto come
pure dall'esame delle carote prelevate in sito.
In ogni cantiere di lavoro dovrà essere installato a cura e spese dell’Impresa un laboratorio
idoneamente attrezzato per le prove ed i controlli in corso di produzione, condotto da
personale appositamente addestrato.
In quest'ultimo laboratorio dovranno essere effettuate, quando necessarie, ed almeno con
frequenza giornaliera:
• la verifica granulometrica dei singoli aggregati approvvigionati in cantiere e quella degli
aggregati stessi all'uscita dei vagli di riclassificazione;
• la verifica della composizione dell'agglomerato (granulometria degli inerti, percentuale del
bitume, percentuale di additivo) prelevando il conglomerato all'uscita del mescolatore o a
quella della tramoggia di stoccaggio;
• la verifica delle caratteristiche di Marshall del conglomerato e precisamente: peso di
volume (B.U. C.N.R. n.40 del 30.03.1973), media di due prove; percentuale di vuoti (B.U.
C.N.R. n.39 del 23.03.1973), media di due prove; stabilità e rigidezza Marshall.
Inoltre con la frequenza necessaria saranno effettuati periodici controlli delle bilance, delle
tarature dei termometri dell'impianto, la verifica delle caratteristiche del bitume, la verifica
dell'umidità residua degli aggregati minerali all'uscita dall'essiccatore ed ogni altro controllo
ritenuto opportuno.
In cantiere dovrà essere tenuto apposito registro numerato e vidimato dall’Ufficio di Direzione
Lavori sul quale l’Impresa dovrà giornalmente registrare tutte le prove ed i controlli effettuati.
In corso d'opera ed in ogni fase delle lavorazioni l’Ufficio di Direzione Lavori effettuerà, a
sua discrezione, tutte le verifiche, prove e controlli, atti ad accertare la rispondenza qualitativa
e quantitativa dei lavori alle prescrizioni contrattuali.
N.4
Strati di collegamento e di usura
• Generalità
La parte superiore della sovrastruttura stradale sarà, in generale, costituita da un doppio strato
di conglomerato bituminoso steso a caldo, e precisamente: da uno strato inferiore di
collegamento (binder) e da uno strato superiore di usura, secondo quanto stabilito dagli
elaborati di progetto.
Il conglomerato per ambedue gli strati sarà costituito da una miscela di pietrischetti, graniglie,
sabbie ed additivi (secondo le definizioni riportate nell'art.1 delle "Norme per l'accettazione
dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, della sabbia, degli additivi per costruzioni
stradali" del C.N.R., fascicolo IV/1953), mescolati con bitume a caldo, e verrà steso in opera
mediante macchina vibrofinitrice e compattato con rulli gommati e lisci.
• Caratteristiche dei materiali
Inerti
Il prelievo dei campioni di materiali inerti, per il controllo dei requisiti di accettazione
appresso indicati, verrà effettuato secondo le norme C.N.R., Cap. II del fascicolo IV/1953.
Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione
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148
così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute
nel fascicolo IV delle Norme CNR 1953, con l'avvertenza che la prova per la determinazione
della perdita in peso sarà fatta col metodo Los Angeles secondo le norme B.U. C.N.R. n.34
(28 marzo 1973) anziché col metodo DEVAL.
L'aggregato grosso (pietrischetti e graniglie) dovrà essere ottenuto per frantumazione ed essere
costituito da elementi sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a
superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere o da materiali estranei.
L'aggregato grosso sarà costituito da pietrischetti e graniglie che potranno anche essere di
provenienza o natura petrografica diversa, purché alle prove appresso elencate, eseguite su
campioni rispondenti alla miscela che si intende formare, risponda ai seguenti requisiti.
Per strati di collegamento:
• perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme
ASTM C131 - AASHO T96, inferiore al 25%;
• indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo IV/1953, inferiore a
0,80;
• coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo IV/1953, inferiore a 0,015;
• materiale non idrofilo (C.N.R., fascicolo IV/1953).
Nel caso che si preveda di assoggettare al traffico lo strato di collegamento in periodi umidi
od invernali, la perdita in peso per scuotimento sarà limitata allo 0,5%.
Per strati di usura:
• perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme
ASTM C131 - AASHO T96, inferiore od uguale al 20%;
• almeno un 30% in peso del materiale della intera miscela deve provenire da frantumazione
di rocce che presentino un coefficiente di frantumazione minore di 100 e resistenza a
compressione, secondo tutte le giaciture, non inferiore a 140 N/mm2 (1400 kgf/cm2),
nonché resistenza alla usura minima 0,6;
• indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo IV/1953, inferiore a
0,85;
• coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R. fascicolo IV/1953, inferiore a 0,015;
• materiale non idrofilo (C.N.R., fascicolo IV/1953) con limitazione per la perdita in peso
allo 0,5%.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali o di frantumazione che
dovranno soddisfare ai requisiti dell'art.5 delle Norme del C.N.R. predetto ed in particolare:
• equivalente in sabbia, determinato con la prova AASHO T176, non inferiore al 55%;
• materiale non idrofilo (C.N.R., fascicolo IV/1953) con le limitazioni indicate per
l'aggregato grosso. Nel caso non fosse possibile reperire il materiale della pezzatura 2÷5
mm necessario per la prova, la stessa dovrà essere eseguita secondo le modalità della
prova Riedel-Weber con concentrazione non inferiore a 6.
Gli additivi minerali (fillers) saranno costituiti da polvere di rocce preferibilmente calcaree o
da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri di asfalto e dovranno risultare alla
setacciatura per via secca interamente passanti al setaccio n.30 ASTM e per almeno il 65% al
setaccio n.200 ASTM.
Legante
Il bitume per gli strati di collegamento e di usura dovrà essere preferibilmente di penetrazione
60÷70 salvo diverso avviso dell’Ufficio di Direzione Lavori in relazione alle condizioni locali
e stagionali e dovrà rispondere agli stessi requisiti indicati nel paragrafo relativo agli strati di
base.
Miscele
Strato di collegamento (binder). La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di
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149
collegamento dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie crivelli e setacci UNI
Passante % totale in peso
Crivello 25
100
Crivello 15
65÷100
Crivello 10
50÷80
Crivello 5
30÷60
Setaccio 2,000
20÷45
Setaccio 0,400
7÷25
Setaccio 0,180
5÷15
Setaccio 0,075
4÷8
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4% ed il 5,5% riferito al peso degli aggregati.
Esso dovrà comunque essere il minimo che consenta il raggiungimento dei valori di stabilità
Marshall e compattezza di seguito riportati.
Il conglomerato bituminoso destinato alla formazione dello strato di collegamento dovrà avere
i seguenti requisiti:
• la stabilità Marshall eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per ogni
faccia, dovrà risultare in ogni caso uguale o superiore a 9,0 kN (900 kgf). Inoltre il valore
della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in kgf e lo scorrimento
misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300. Gli stessi provini per i quali
viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare una percentuale di vuoti
residui compresa tra 3÷7%. La prova Marshall eseguita su provini che abbiano subito un
periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni dovrà dare un valore di stabilità
non inferiore al 75% di quello precedentemente indicato. Riguardo alle misure di stabilità
e rigidezza sia per i conglomerati bituminosi tipo usura che per quelli tipo binder, valgono
le stesse prescrizioni indicate per gli strati di base.
Strato di usura. La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di usura dovrà avere una
composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie crivelli e setacci UNI
Passante % totale in peso
Crivello 15
100
Crivello 10
70÷100
Crivello 5
43÷67
Setaccio 2,000
25÷45
Setaccio 0,400
12÷24
Setaccio 0,180
7÷15
Setaccio 0,075
6÷11
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4,5% ed il 6% riferito al peso totale degli
aggregati.
Il coefficiente di riempimento con bitume dei vuoti intergranulari della miscela addensata non
dovrà superare l’80%; il contenuto di bitume della miscela dovrà comunque essere il minimo
che consenta il raggiungimento dei valori di stabilità Marshall e compattezza di seguito
riportati.
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
a) resistenza meccanica elevatissima, cioè capacità di sopportare senza deformazioni
permanenti le sollecitazioni trasmesse dalle ruote dei veicoli sia in fase dinamica che
statica, anche sotto le più alte temperature estive, e sufficiente flessibilità per poter seguire
sotto gli stessi carichi qualunque assestamento eventuale del sottofondo anche a lunga
scadenza; il valore della stabilità Marshall (prova B.U. C.N.R. n.30 del 15 marzo 1973)
eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia dovrà essere di
almeno 10 kN (1000 kgf). Inoltre il valore della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la
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150
stabilità misurata in kgf e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso
superiore a 300. La percentuale dei vuoti dei provini Marshall, sempre nelle condizioni di
impiego prescelte, deve essere compresa fra 3% e 6% La prova Marshall eseguita su
provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni
dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quelli precedentemente indicati;
b) elevatissima resistenza all'usura superficiale;
c) sufficiente ruvidezza della superficie tale da non renderla scivolosa;
d) grande compattezza: il volume dei vuoti residui a rullatura terminata dovrà essere
compreso fra 4% e 8%.
Ad un anno dall'apertura al traffico il volume dei vuoti residui dovrà invece essere compreso
fra 3% e 6% e impermeabilità praticamente totale; il coefficiente di permeabilità misurato su
uno dei provini Marshall, riferentesi alle condizioni di impiego prescelte, in permeamometro a
carico costante di 50 cm d'acqua, non dovrà risultare inferiore a 10-6 cm/s.
Sia per i conglomerati bituminosi per strato di collegamento che per strato di usura, nel caso
in cui la prova Marshall venga effettuata a titolo di controllo della stabilità del conglomerato
prodotto, i relativi provini dovranno essere confezionati con materiale prelevato presso
l'impianto di produzione ed immediatamente costipato senza alcun ulteriore riscaldamento. In
tal modo la temperatura di costipamento consentirà anche il controllo delle temperature
operative. Inoltre, poiché la prova va effettuata sul materiale passante al crivello da 25 mm, lo
stesso dovrà essere vagliato se necessario.
• Modalità esecutive
Valgono le stesse prescrizioni indicate per gli strati di base, salvo che per il tempo minimo di
miscelazione effettiva che, con i limiti di temperatura indicati per il legante e gli aggregati,
non dovrà essere inferiore a 25 secondi.
• Prove di accettazione e controllo
Valgono le stesse prescrizioni indicate per gli strati di base.
O)
O.1
Opere in verde
Generalità
• Generalità
Prima dell'inizio delle operazioni di sistemazione a verde, l’Impresa dovrà eseguire, con
terreno agrario, le eventuali riprese di erosioni che si fossero nel contempo verificate; le
riprese saranno profilate con l'inclinazione fissata dalle modine delle scarpate.
L’Impresa non potrà modificare i piani inclinati degli scavi e dei rilevati che, anche dopo il
rivestimento del manto vegetale, dovranno risultare perfettamente regolari e privi di buche,
pedate od altro, compiendo a sua cura e spese, durante l'esecuzione dei lavori, e fino al
collaudo, le riprese occorrenti per ottenere, nelle scarpate, una perfetta sistemazione.
In particolare si prescrive che, nell'esecuzione dei lavori di impianto, l’Impresa debba
procedere in modo da non danneggiare i cigli del rilevato, mantenendo le scarpate con
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151
l'inclinazione posseduta ed evitando qualsiasi alterazione, anche prodotta dal pedonamento
degli operai.
• Garanzia d’attecchimento
La garanzia decorre dal momento della presa in consegna e la sua durata è fissata nei
documenti dell’appalto.
L’Impresa si inpegna a fornire una garanzia di attecchimento del 100% per tutte le piante.
L’attecchimento si intende avvenuto quando, al termine di 90 giorni a decorrere dall’inizio
della prima vegetazione successiva alla messa a dimora, le piante si presentino sane e in
buono stato vegetativo.
O.2
Preparazione del terreno
• Caratteristiche dei materiali
La materia da usarsi per il rivestimento delle scarpate dei rilevati dovrà essere terreno agrario,
vegetale, proveniente da scotico di aree a destinazione agraria da prelevarsi fino alla
profondità massima di 1 metro. Dovrà essere a reazione neutra, sufficientemente dotato di
sostanza organica e di elementi nutritivi, di medio impasto e comunque adatto a ricevere una
coltura erbacea o arbustiva permanente; esso dovrà risultare privo di ciottoli, detriti, radici ed
erbe infestanti.
I concimi minerali semplici o complessi usati per le concimazioni dovranno essere di marca
nota sul mercato nazionale, avere titolo dichiarato ed essere conservati negli involucri
originali della fabbrica.
• Modalità esecutive
Prima di effettuare qualsiasi impianto, o semina, l’Impresa dovrà effettuare una accurata
lavorazione e preparazione agraria del terreno.
Sulle scarpate di rilevato la lavorazione del terreno dovrà avere il carattere di vera e propria
erpicatura, eseguita però non in profondità, in modo da non compromettere la stabilità delle
scarpate.
In pratica l’Impresa avrà cura di far lavorare il terreno a zappa, spianando eventuali leggere
solcature, anche con l'eventuale riporto di terra vegetale, sì da rendere le superfici di impianto
perfettamente profilate.
L'epoca di esecuzione dell'operazione è in relazione all'andamento climatico ed alla natura del
terreno; tuttavia, subito dopo completata la profilatura delle scarpate, l’Impresa procederà
senza indugio all'operazione di erpicatura, non appena l'andamento climatico lo permetta ed il
terreno si trovi in tempera (40÷50% della capacità totale per l'acqua).
Con le operazioni di preparazione agraria del terreno, l’Impresa dovrà provvedere anche alla
esecuzione di tutte le opere che si ritenessero necessarie per il regolare smaltimento delle
acque di pioggia, come canalette in zolle, incigliature, od altro, per evitare il franamento delle
scarpate o anche solo lo smottamento e la solcatura di esse.
Durante i lavori di preparazione del terreno, l’Impresa avrà cura di eliminare, dalle aree
destinate agli impianti, tutti i ciottoli ed i materiali estranei che con le lavorazioni verranno
portati in superficie.
Per le scarpate in scavo, la lavorazione del terreno, a seconda della consistenza dei suolo potrà
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152
limitarsi alla creazione di buchette per la messa a dimora di piantine o talee, oppure alla
creazione di piccoli solchetti, o gradoncini, che consentano la messa a dimora di piante o la
semina di miscugli.
Qualsiasi opera del genere, tuttavia, sarà eseguita in modo tale da non compromettere la
stabilità delle scarpate e la loro regolare profilatura.
In occasione del lavoro di erpicatura, e prima dell'impianto delle talee o delle piantine,
l’Impresa dovrà effettuare a sua cura e spese le analisi chimiche dei terreni in base alle quali
eseguirà la concimazione di fondo, che sarà realizzata con la somministrazione di concimi
minerali nei seguenti quantitativi:
• concimi fosfatici: titolo medio 18% - 0,8 N/m2 (8 q per ettaro);
• concimi azotati:
titolo medio 16% - 0,4 N/m2 (4 q per ettaro);
• concimi potassici: titolo medio 40% - 0,3 N/m2 (3 q per ettaro).
La somministrazione dei concimi minerali sarà effettuata in occasione della lavorazione di
preparazione del terreno, di cui si è detto poco sopra.
Quando l’Ufficio di Direzione Lavori, in relazione ai risultati delle analisi dei terreni ed alle
particolari esigenze delle singole specie di piante da mettere a dimora, ritenesse di variare tali
proporzioni, l’Impresa sarà obbligata ad uniformarsi alle prescrizioni della medesima, senza
che ciò costituisca titolo per indennizzi o compensi particolari.
Qualora il terreno risultasse particolarmente povero di sostanza organica, parte dei concimi
minerali potrà essere sostituita da terricciati, o da letame ben maturo, da spandersi in modo
uniforme sul terreno, previa rastrellatura di amminutamento e di miscelamento del letame
stesso con la terra.
Ogni eventuale sostituzione dovrà essere autorizzata per iscritto dall’Ufficio di Direzione
Lavori ed il relativo onere deve intendersi compreso nei prezzi unitari d'Elenco.
L'uso dei concimi fisiologicamente alcalini, o fisiologicamente acidi sarà consentito in terreni
a reazione anomala, e ciò in relazione al pH risultante dalle analisi chimiche.
Oltre alla concimazione di fondo, l’Impresa dovrà effettuare anche le opportune concimazioni
in copertura, impiegando concimi complessi e tenendo comunque presente che lo sviluppo
della vegetazione e del manto di copertura dovrà risultare, alla ultimazione dei lavori ed alla
data di collaudo, a densità uniforme, senza spazi vuoti o radure.
Le modalità delle concimazioni di copertura non vengono precisate lasciandone l'iniziativa
all’Impresa, la quale è anche interessata all'ottenimento della completa copertura del terreno
nel più breve tempo possibile e al conseguente risparmio dei lavori di risarcimento, diserbo,
sarchiatura, ripresa di smottamenti ed erosioni, che risulterebbero più onerosi in presenza di
non perfetta vegetazione, come pure ad ottenere il più uniforme e regolare sviluppo delle
piante a portamento arbustivo.
I concimi usati, sia per la concimazione di fondo, sia per le concimazioni in copertura,
dovranno venire trasportati in cantiere nella confezione originale della fabbrica e risultare
comunque a titolo ben definito e, in caso di concimi complessi, a rapporto azoto-fosforopotassio precisato.
Da parte dell’Ufficio di Direzione Lavori sarà consegnato all’Impresa un ordine di servizio nel
quale saranno indicate le composizioni delle concimazioni di fondo, in rapporto al pH dei
terreni, da impiegare nei vari settori costituenti l'appalto.
Prima della esecuzione delle concimazioni di fondo, l’Impresa è tenuta a darne tempestivo
avviso all’Ufficio di Direzione Lavori, onde questa possa disporre per eventuali controlli
d'impiego delle qualità e dei modi di lavoro.
Lo spandimento dei concimi dovrà essere effettuato esclusivamente a mano, con l'impiego di
mano d'opera pratica e capace, in maniera da assicurare la maggiore uniformità nella
distribuzione.
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153
Per le scarpate in scavo sistemate con piantagioni, la concimazione potrà essere localizzata.
Nella eventualità che lo spessore della terra vegetale e la sua natura non dessero garanzia di
buon attecchimento e successivo sviluppo delle piantagioni, l’Impresa è tenuta ad effettuare la
sostituzione del materiale stesso con altro più adatto alle esigenze dei singoli impianti.
Resta d'altronde stabilito che di tale eventuale onere l’Impresa ha tenuto debito conto nella
offerta di ribasso.
O.3
Messa a dimora di talee e piantine
• Caratteristiche dei materiali
Il materiale vivaistico potrà provenire da qualsiasi vivaio, purché l’Impresa dichiari la
provenienza e questa venga accettata dall’Ufficio di Direzione Lavori, previa visita ai vivai di
provenienza. Le piantine e le talee dovranno essere immuni da qualsiasi malattia parassitaria.
Le talee dovranno risultare allo stato verde e di taglio fresco, tale da garantire il
ripollonamento, con diametro minimo di 3 cm. Il taglio delle talee dovrà avvenire
esclusivamente nel periodo del riposo vegetativo autunnale, oppure nel periodo primaverile
prima della sfioritura. Le talee preparate nel periodo autunnale potranno essere conservate fino
alla fine dell'inverno purché immagazzinate in luogo fresco; qualora, per necessità di cantiere,
il deposito dovesse continuare anche durante il periodo vegetativo, le talee dovranno essere
conservate in locali frigoriferi od immerse in acqua fredda (<15°C) e corrente.
L’acqua da utilizzare per l’annafiamento e la manutenzione non dovrà contenere sostanze
inquinanti e sali nocivi oltre i limiti di tolleranza di fitotossicità relativa.
Devono essere individuate le fonti di approvigionamento e stabiliti gli oneri relativi.
Le talee preparate durante la primavera dovranno essere utilizzate nell'arco di tempo massimo
di una settimana dal taglio e, in ogni caso, protette accuratamente contro l'essiccamento
durante le fasi di deposito e di trasporto sul cantiere tramite l'utilizzo di teloni e/o l'irrorazione
con acqua.
Nel caso di specie arbustive o di alberi giovani con diametro del tronco inferiore a 8÷10 cm, le
talee andranno tagliate a livello del suolo. Il taglio delle verghe dovrà essere liscio e della
minor superficie possibile, andrà escluso il taglio con l'accetta.
• Modalità esecutive
Per la piantagione delle talee, o delle piantine, l’Impresa eseguirà i lavori nel periodo di riposo
vegetativo, che va, indicativamente, dal tardo autunno all'inizio della primavera; il periodo
delle lavorazioni potrà variare a seconda delle situazioni climatiche stazionali. Resta
comunque a carico dell’ Impresa la sostituzione delle fallanze o delle piantine che per
qualsiasi ragione non avessero attecchito.
Le specie di piante saranno le seguenti:
a) piante a portamento erbaceo o strisciante: Festuca glauca, Gazania splendens, Hedera
helix, Hypericum calycinum, Lonicera sempervires, Mesembryanthemum acinaciforme,
Stachys lanata);
b) piante a comportamento arbustivo: Alnus viridis, Cornus mas, Crataegus pyracantha,
Cytisus scoparius, Eucaliptus sp. pl., Mahonia aquifolium, Nerium oleander, Opuntia ficus
indica, Pitosporum tobira, Rosmarinus oficinalis, Salix cinerea, Salix nigricans, Salix
purpurea, Salix triandra, Spartium junceum, Viburnum opulus.
Prima dell'inizio dei lavori d'impianto, da parte dell’ Ufficio di Direzione Lavori sarà
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154
consegnato all’Impresa un ordine di servizio nel quale saranno indicate le varie specie da
impiegare nei singoli settori di impianto.
Quando venga ordinata dall’Ufficio di Direzione Lavori (con ordine scritto) la messa a dimora
a distanze diverse da quelle fissate in progetto, si terrà conto, in aumento o in diminuzione ai
prezzi di Elenco, della maggiore o minore quantità di piante adoperate, restando escluso ogni
altro compenso all’Impresa.
In particolare sulle scarpate degli scavi, il piantamento potrà essere effettuato, secondo le
prescrizioni dell’Ufficio di Direzione Lavori, anche solo limitatamente allo strato di terreno
superiore, compreso tra il margine del piano di campagna ed una profondità variabile intorno
a circa 80 cm, in modo che lo sviluppo completo delle piantine a portamento strisciante, con
la deflessione dei rami in basso, possa ricoprire la superficie sottostante delle scarpate ove il
terreno risulta sterile.
L'impianto delle erbacee potrà essere fatto con l'impiego di qualsiasi macchina oppure anche
con il semplice piolo.
Per l'impianto delle specie a portamento arbustivo, l’Impresa avrà invece cura di effettuare
l'impianto in buche preventivamente preparate con le dimensioni più ampie possibili, tali da
poter garantire, oltre ad un più certo attecchimento, anche un successivo sviluppo regolare e
più rapido.
Prima della messa a dimora delle piantine a radice nuda, l’Impresa avrà cura di regolare
l'apparato radicale, rinfrescando il taglio delle radici ed eliminando le ramificazioni che si
presentassero appassite, perite od eccessivamente sviluppate, impiegando forbici a doppio
taglio ben affilate. Sarà inoltre cura dell’Impresa di adottare la pratica “dell’imbozzinatura”
dell'apparato radicale, impiegando un miscuglio di terra argillosa e letame bovino debitamente
diluito in acqua.
L'operazione di riempimento della buca dovrà essere fatta in modo tale da non danneggiare le
giovani piantine e, ad operazione ultimata, il terreno attorno alla piantina non dovrà mai
formare cumulo; si effettuerà invece una specie di svaso allo scopo di favorire la raccolta e la
infiltrazione delle acque di pioggia.
L’Impresa avrà cura di approntare a piè d'opera il materiale vivaistico perfettamente imballato,
in maniera da evitare fermentazioni e disseccamenti durante il trasporto. In ogni caso le
piantine o talee disposte negli imballaggi, qualunque essi siano, ceste, casse, involucri di
ramaglie, iute, ecc., dovranno presentarsi in stato di completa freschezza e con vitalità
necessarie al buon attecchimento, quindi dovranno risultare bene avvolte e protette da
muschio, o da altro materiale, che consenta la traspirazione e respirazione, e non
eccessivamente stipate e compresse.
Nell'eventualità che per avverse condizioni climatiche le piantine o talee, approvvigionate a
piè d'opera, non potessero essere poste a dimora in breve tempo, l’Impresa avrà cura di
liberare il materiale vivaistico ponendolo in opportune tagliole, o di provvedere ai necessari
annacquamenti, evitando sempre che si verifichi la pregermogliazione delle talee o piantine.
In tale eventualità le talee, o piantine, dovranno essere escluse dal piantamento.
Nella esecuzione delle piantagioni, le distanze fra le varie piante o talee, indicate
precedentemente, dovranno essere rigorosamente osservate.
• Prove di accettazione e controllo
L’Impresa secondo la sua piena responsabilità potrà utilizzare piante non provenienti da
vivaio e/o di particolare valore estetico unicamente se indicate in progetto e/o accettate
dall’Ufficio di Direzione Lavori.
In particolare l’Impresa curerà che le zolle e le radici delle piante che non possono essere
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immediatamente messe a dimora non subiscano ustioni e mantengano il tenore di umidità
adeguato alla loro buona conservazione.
Prima dell'esecuzione dei lavori dall’Ufficio di Direzione Lavori controllerà la corrispondenza
dei materiali a quanto prescritto in precedenza mediante prelievo di campioni. Durante
l'esecuzione dei lavori controllerà altresì la correttezza dei metodi di lavoro.
L’Impresa, peraltro, deve garantire, indipendentemente dai materiali forniti e dal periodo delle
lavorazioni, il completo attecchimento delle piantine, delle talee, o delle coltri erbose. Qualora
ciò non dovesse verificarsi, l’Impresa, a sua cura e spese, è obbligata a ripetere a tutte le
operazioni necessarie perché avvenga l'attecchimento.
O.4
Semine
• Caratteristiche dei materiali
Per il seme l’Impresa è libera di approvvigionarsi dalle ditte specializzate di sua fiducia; dovrà
però dichiarare il valore effettivo o titolo della semenza, oppure separatamente il grado di
purezza ed il valore germinativo.
L’Impresa dovrà fornire sementi selezionate e rispondenti esattamente a genere, specie e
varietà richieste, sempre nelle confezioni originali sigillate e munite di certificato di identità
ed autenticità con l’indicazione del grado di purezza e di germinabilità e della data di
confezionamento e di scadenza stabiliti dalle leggi vigenti sulla certificazione E.N.S.E. (Ente
Nazionale Sementi Elette)
Qualora il valore reale del seme fosse di grado inferiore a quello riportato dalle tavole della
Marchettano, l’Impresa sarà tenuta ad aumentare proporzionalmente la quantità di seme da
impiegare per unità di superficie.
L’Ufficio di Direzione Lavori, a suo giudizio insindacabile, potrà rifiutare partite di seme con
valore reale inferiore al 20% rispetto a quello riportato dalle tavole della Marchettano nella
colonna "buona semente" e l’Impresa dovrà sostituirle con altre che rispondano ai requisiti
voluti.
Nel caso di semina potenziata vale quanto riportato al Capo II-punto 12.4
• Modalità esecutive
A parziale modifica di quanto prescritto in precedenza per le concimazioni, all'atto della
semina l’Impresa dovrà effettuare la somministrazione dei concimi fosfatici o potassici, nei
quantitativi sopra indicati.
I concimi azotati invece dovranno venire somministrati a germinazione già avvenuta.
Prima della semina, e dopo lo spandimento dei concimi, il terreno dovrà venire erpicato con
rastrello a mano per favorire l'interramento del concime.
Il quantitativo di seme da impiegarsi per ettaro di superficie di scarpate è prescritto in 0,12 N
(120 kgf). I miscugli di sementi, da impiegarsi nei vari tratti da inerbire, risultano dalla tabella
alla pagina seguente.
In particolare, i vari miscugli riportati nella tabella saranno impiegati nei diversi terreni a
seconda delle caratteristiche degli stessi e precisamente:
• miscuglio n.1: in terreni di natura calcarea, piuttosto sciolti, anche con scheletro
grossolano.
• miscuglio n.2: in terreni di medio impasto, tendenti al leggero, fertili.
• miscuglio n.3: in terreni di medio impasto, argillo-silicei, fertili.
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• miscuglio n.4: in terreni pesanti, argillosi, piuttosto freschi.
• miscuglio n.5: in terreni di medio impasto, in clima caldo e secco.
Specie
1°
Tipo di miscuglio
2°
3°
2
(N/m )
Lolium italicum
o Lolium perenne
Arrhenatherum elatius 0,030
Dactylis glomerata
0,003
Trisetum flavescens
0,007
Festuca pratensis
Festuca rubra
0,010
Festuca Ovina
Festuca heterophilla
Phleum pratense
Alopecurus pratensis
Cynosurus cristanus
Poa pratensis
0,003
Agrostis alba
Anthoxanthum odoratum Bromus erectus
Bromus inermis
0,040
Trifolium pratense
0,008
Trifolium repens
Trifolium hybridum
Medicago lupolina
0,003
Onobrychis sativa
Anthyllis vulneraria
0,010
Lotus corniculatus
0,006
Sommano: (N)
0,120
Specie
1°
Lolium italicum
o Lolium perenne
Arrhenatherum elatius
Dactylis glomerata
Trisetum flavescens
Festuca pratensis
Festuca rubra
Festuca Ovina
Festuca heterophilla
Phleum pratense
Alopecurus pratensis
Cynosurus cristanus
Poa pratensis
Agrostis alba
30
3
7
10
3
-
0,023
0,025
0,005
0,007
0,007
0,012
0,023
0,006
0,005
0,007
0,120
0,014
0,014
0,003
0,028
0,009
0,007
0,011
0,018
0,004
0,006
0,004
0,002
0,120
Tipo di miscuglio
2°
3°
(kgf/ha)
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23
25
5
7
7
12
23
6
14
14
3
28
9
7
11
18
4
4°
5°
0,030
0,012
0,020
0,006
0,012
0,016
0,004
0,004
0,004
0,006
0,006
0,120
0,020
0,006
0,009
0,003
0,002
1,000
0,015
0,012
0,006
0,010
0,003
0,003
0,120
4°
5°
30
12
20
6
12
16
4
4
20
6
9
3
2
-
157
Anthoxanthum odoratum Bromus erectus
Bromus inermis
40
Trifolium pratense
8
Trifolium repens
Trifolium hybridum
Medicago lupolina
3
Onobrychis sativa
Anthyllis vulneraria
10
Lotus corniculatus
6
Sommano: (kgf)
120
5
7
120
6
4
2
120
4
6
6
120
1
15
12
6
10
3
3
120
Prima dell'esecuzione dei lavori di inerbimento, da parte dell’Ufficio di Direzione Lavori sarà
consegnato all’Impresa un ordine di servizio, nel quale sarà indicato il tipo di miscuglio da
impiegarsi nei singoli tratti da inerbire.
Ogni variazione nella composizione dei miscugli dovrà essere ordinata per iscritto dall’Ufficio
di Direzione Lavori.
Prima dello spandimento del seme, l’Impresa è tenuta a darne tempestivo avviso all’Ufficio di
Direzione Lavori, affinché questa possa effettuare l'eventuale prelevamento di campioni e
possa controllare la quantità e i metodi di lavoro.
L’Impresa è libera di effettuare le operazioni di semina in qualsiasi stagione, restando a suo
carico le eventuali operazioni di risemina nel caso che la germinazione non avvenisse in modo
regolare ed uniforme. La semina dovrà venire effettuata a spaglio a più passate per gruppi di
semi di volume e peso quasi uguali, mescolati fra loro, e ciascun miscuglio dovrà risultare il
più possibile omogeneo.
Lo spandimento del seme dovrà effettuarsi sempre in giornate senza vento.
La ricopertura del seme dovrà essere fatta mediante rastrelli a mano e con erpice a sacco.
Dopo la semina il terreno dovrà venire battuto col rovescio della pala, in sostituzione della
normale operazione di rullatura. Analoga operazione sarà effettuata a germinazione avvenuta.
Le scarpate in rilievo o in scavo potranno venire sistemate mediante una semina eseguita con
particolare attrezzatura a spruzzo, secondo le prescrizioni dell’Ufficio di Direzione Lavori e
dove questa, a suo giudizio insindacabile, lo riterrà opportuno. La miscela da irrorare
mediante idroseminatrici sarà composta da un miscuglio di sementi, concime organico,
collanti e sostanze miglioratrici del terreno. Saranno impiegati gli stessi quantitativi di
sementi e di concime sopra riportati, mentre i collanti dovranno essere in quantità sufficiente
per ottenere l'aderenza dei semi e del concime alle pendici delle scarpate.
Dopo eseguito l'impianto, e fino ad intervenuto favorevole collaudo definitivo delle opere,
L’Impresa è tenuta ad effettuare tutte le cure colturali che di volta in volta si renderanno
necessarie, come sostituzione di fallanze, potature, diserbi, sarchiature, concimazioni in
copertura, sfalci, trattamenti antiparassitari, ecc., nel numero e con le modalità richiesti per
ottenere le scarpate completamente rivestite dal manto vegetale.
Dal momento della consegna l’Impresa dovrà effettuare gli sfalci periodici dell'erba esistente
sulle aree da impiantare e sulle aree rivestite con zolle di prato. L'operazione dovrà essere fatta
ogni qual volta l'erba stessa abbia raggiunto un'altezza media di cm 35.
L'erba sfalciata dovrà venire prontamente raccolta da parte dell’Impresa e allontanata entro 24
ore dallo sfalcio, con divieto di formazione di cumuli da caricare.
La raccolta ed il trasporto dell'erba e del fieno dovranno essere eseguiti con la massima cura,
evitando la dispersione e pertanto ogni automezzo dovrà avere il carico ben sistemato e dovrà
essere munito di reti di protezione del carico stesso.
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158
È compreso nelle cure colturali anche l'eventuale annacquamento di soccorso delle piantine in
fase di attecchimento, e pertanto nessun compenso speciale, anche per provvista e trasporto di
acqua, potrà per tale operazione essere richiesto dall’Impresa, oltre quanto previsto nei prezzi
di Elenco.
• Prove di accettazione e controllo
Prima dell'esecuzione dei lavori l’Ufficio di Direzione Lavori controllerà la corrispondenza
dei materiali a quanto prescritto in precedenza mediante prelievo di campioni. Durante
l'esecuzione dei lavori controllerà altresì la correttezza dei metodi di lavoro.
L’Impresa, peraltro, deve garantire, indipendentemente dai materiali forniti e dal periodo delle
lavorazioni, il completo attecchimento delle coltri erbose, che dovranno risultare prive di
alcun tipo di vegetazione infestante o comunque diverso da quanto seminato. Qualora, in sede
di collaudo, tali condizioni non dovesse verificarsi, l’Impresa, a sua cura e spese, è obbligata a
ripetere tutte le operazioni necessarie per ottenere le prescrizioni di cui sopra.
P)
P.1
Rilievi topografici
Livellazione
• Capisaldi di livellazione
Lungo gli argini dovranno essere disponibili capisaldi di livellazione ad intervalli non
superiori a 1 km.
Questi capisaldi potranno essere appartenenti a linee IGM o di altro Ente, comunque collegati
alle quote IGM.
È comunque fatto obbligo allo Studio di assicurarsi che la quota del caposaldo sia collegata
all'IGM e che sia rimasta inalterata nel tempo.
Qualora lungo l'argine si trovassero più capisaldi IGM o di altro Ente, è fatto obbligo allo
Studio di sviluppare la livellazione su ciascun caposaldo e di verificarne la omogeneità della
quota con quella dei capisaldi IGM.
Questa operazione dovrà essere condotta per la fascia della larghezza di non meno di 300
metri a partire dall'argine.
Qualora lungo l'argine e nell'ambito dei 300 metri non fossero presenti capisaldi entro 1 km di
sviluppo d'argine, dovranno essere posti in opera nuovi capisaldi così che venga rispettato
l'intervallo di valore non superiore ad 1 km.
I nuovi capisaldi dovranno essere costituiti da borchie metalliche infisse su manufatti esistenti
e numerate
E' fatto obbligo allo Studio, prima di iniziare la livellazione, di sottoporre all'approvazione
dell'Ufficio una corografia sulla quale devono essere indicati i capisaldi IGM, i capisaldi di
altro Ente, la posizione in cui si prevede di materializzare i nuovi capisaldi.
Al termine dei lavori dovrà essere consegnata la seguente documentazione:
a) corografia costituita da cartografia disponibile (in scala da concordare), su cui saranno
riportati i capisaldi utilizzati, esistenti e di nuova formazione, con il relativo numero
identificativo. La corografia dovrà essere consegnata su supporto trasparente e n.1 copia
eliografica;
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159
b) monografie di tutti i capisaldi IGM e di altro Ente e di quelli di nuova costituzione,
presenti nella fascia di circa 300 metri di larghezza a partire dall'argine. Le monografie
dovranno riportare il numero del caposaldo, il riferimento alla corografia, una descrizione
dei luoghi e delle vie di accesso, una fotografia e la scritturazione delle quote. Le
monografie dovranno essere consegnate in due originali di cui uno fascicolato.
• Livellazione geometrica
Con la livellazione si dovranno determinare le quote dei capisaldi di nuova costituzione e di
quelli presenti nella fascia di larghezza pari a 300 metri a partire dall'argine, individuati nella
fase descritta al precedente paragrafo.
Con la medesima livellazione dovranno essere quotati i vertici delle poligonali di appoggio.
Dovrà essere effettuato il collegamento ai capisaldi di linee IGM presenti in zona.
La livellazione sarà condotta con il metodo della livellazione geometrica con battute dal
mezzo; la distanza fra lo strumento e la stadia non dovrà superare i 50 metri.
La misura del dislivello da caposaldo iniziale e caposaldo finale dovrà essere eseguita in
andata e ritorno. La discordanza tra il dislivello misurato in andata e quello in ritorno, tra
caposaldo iniziale e caposaldo finale, non dovrà superare la tolleranza di mm ± 6 D , dove D
è la distanza espressa in km.
Qualora sul percorso si trovassero più capisaldi IGM la livellazione si svilupperà tra ciascuna
coppia di capisaldi; comunque la tolleranza fra caposaldo iniziale e caposaldo finale di tutta la
livellazione dovrà essere contenuta nel limite anzidetto.
Ogni qualvolta è possibile collegare la linea di un argine con quella dell'argine opposto, le
linee di livellazione vanno chiuse a formare un poligono di D chilometri; l'errore di chiusura,
in tal caso, non dovrà essere superiore a ± 3,5 D , dove D é il percorso totale del poligono
espresso in km.
Il livello impiegato nella livellazione potrà avere micrometro per la misura diretta delle
frazioni di parte della graduazione e livella a coincidenza, con sensibilità non inferiore a 20"
per 2 mm di spostamento o congegno autolivellante di precisione equivalente; potrà, in
alternativa, essere di tipo elettronico con registrazione automatica delle letture a stadie
codificate.
Le stadie dovranno in ogni caso avere la graduazione su nastro in invar.
Prima dell'inizio delle operazioni, il livello dovrà essere controllato e rettificato.
La livellazione verrà compensata per ogni chilometro di livellazione effettivamente eseguita e
misurata in sola andata.
Al termine dei lavori dovrà essere consegnata la seguente documentazione:
a) tabulati riportanti, per le singole linee di livellazione, i dislivelli bruti, le distanze, i
dislivelli compensati, le quote compensate di tutti i capisaldi presenti nella fascia di 300
metri di larghezza a partire dall'argine;
b) tabulati riportanti le quote compensate dei vertici delle poligonali di appoggio. Tutti i
tabulati dovranno essere consegnati in due originali, di cui uno fascicolato.
P.2
Poligonali d'appoggio
L'inserimento dei grafici nel sistema di rappresentazione nazionale si realizzerà con il
collegamento, tramite poligonali, ai più vicini vertici trigonometrici IGM oppure, ove
presenti, a Punti fiduciali del Catasto, oppure a vertici di altro Ente, purché controllati e riferiti
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160
all'IGM.
Comunque, ogni 10 km circa, nonché all'inizio e alla fine della poligonale, dovranno essere
eseguite le chiusure su punti trigonometrici IGM per verificare che le approssimazioni delle
misurazioni eseguite, rientrino nei limiti di tolleranza stabiliti dalle formule:
∆α = ±0,0030 c ⋅ n
[
∆l = 0,0020 ⋅
∑ l + 0,0001 ⋅ ∑ l + 0,0050]
dove n è il numero dei vertici, ∆α è espresso in gradi centesimali e l è la lunghezza dei lati
espressa in metri.
La misura degli elementi delle poligonali dovrà essere eseguita, di norma, con teodoliti al
secondo e con distanziometri elettronici, oppure con stazioni integrate di pari precisione.
Nel caso di utilizzo di tecniche satellitari (GPS), dovranno comunque essere rispettate le
tolleranze sopra riportate.
Le quote dei vertici delle poligonali saranno determinate mediante livellazione geometrica.
I vertici delle poligonali saranno materializzati mediante centrini metallici, numerati
progressivamente, infissi in manufatti esistenti o in pilastrini prefabbricati o gettati in opera.
Di norma i vertici verranno posti in sommità d'argine o in luoghi in cui possano ritenersi
permanenti nel tempo.
Al termine dei lavori verrà consegnata la seguente documentazione:
a) corografia costituita da cartografia disponibile su cui saranno riportati i vertici con la
relativa numerazione. La corografia dovrà essere consegnata su supporto trasparente e n.1
copia eliografica;
b) monografie dei vertici, riportanti la descrizione dei luoghi, fotografia, scritturazione delle
tre coordinate. Le monografie dovranno essere consegnate in due originali, di cui uno
fascicolato.
c) Tabulati riportanti gli elementi di rilievo delle poligonali e delle chiusure; i calcoli di
compensazione, le coordinate compensate. I tabulati dovranno essere consegnati in due
originali, di cui uno fascicolato.
P.3
Rilievi celerimetrici
Il rilievo celerimetrico, utile a rappresentare la morfologia della golena, strade, corsi d'acqua,
edifici, manufatti, sostegni di linee aeree, etc., avrà una estensione ed una distanza dal fiume
variabili caso per caso.
Prima di svolgere le operazioni di rilievo, dovrà essere presentata, per la necessaria
approvazione, una corografia riportante la delimitazione delle superfici da rilevare, le relative
aree e la posizione delle sezioni trasversali da generare.
Le zone oggetto di rilievo saranno restituite in scala 1:1000 e 1:500. I punti su cui stazionare
con la documentazione saranno collegati alla poligonale d'appoggio.
Per tutte le operazioni di rilievo dovrà essere utilizzato un teodolite con precisione angolare 1
migon accoppiato ad un distanziometro elettronico con precisione non inferiore a
5mm±5ppm. Potrà essere utilizzata una stazione integrata di analoghe prestazioni.
I punti da rilevare andranno scelti in modo da registrare ogni variazione dell'andamento
altimetrico del terreno che superi un numero di centimetri pari ad N/10, con N uguale al
denominatore della scala.
Per la densità dei punti quotati valgono le seguenti disposizioni:
- per scala 1:500 non meno di n.40 punti per ettaro,
- per scala 1:1000 non meno di n.30 punti per ettaro.
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161
Relativamente ai punti quotati sono stabilite le seguenti tolleranze:
• planimetriche:
scala 1:500 Tp ≤ ±20 cm,
scala 1:1000 Tp ≤ ±40 cm;
• altimetriche:
scala 1:500 Ta ≤ ±5 cm,
scala 1:1000 Ta ≤ ±10 cm.
Al termine dei lavori verranno consegnati i seguenti elaborati:
a) disegno del piano quotato nella scala richiesta in due copie eliografiche;
b) grafico su dischetto 3,5” leggibili da PC con sistema operativo MS-DOS, in formato
DWG per AUTOCAD rel.10 o successive, compresa simbologia e vestizione.
P.4
Sezioni trasversali
Le sezioni trasversali rilevate delle sponde dovranno essere rilevate con frequenza di una
sezione ogni 25 metri di sviluppo previsto per l'opera.
Per il fiume Po, di norma la sezione dovrà avere estensione pari all'ingombro previsto per
l'opera e prolungata di 10 in golena; per gli altri fiumi e torrenti, l'estensione dovrà essere
commisurata all'ingombro dell'opera tranne che per una sezione ogni 100 metri che dovrà
invece interessare tutto l'alveo del corso d'acqua.
Prima di svolgere le operazioni di rilevamento, dovrà essere sottoposta ad approvazione la
corografia sulla quale dovrà essere stata inserita la posizione delle sezioni e la loro
approssimata estensione.
I punti da rilevare dovranno essere in numero tale da rappresentare tutte le accidentalità del
terreno, compatibilmente con la scala del disegno.
Il rilievo dei punti di sezione potrà essere registrato automaticamente: in tal caso, anziché
consegnare i libretti di campagna, dovrà essere consegnato il tabulato riportante i valori dei
dati registrati.
Per i punti di sezione rilevati sono stabilite le seguenti tolleranze:
a) planimetrica tra due punti ben individuabili sulla restituzione grafica e sul terreno:
Tp ≤ ±10 cm;
b) altimetrica tra due punti analoghi ai precedenti:
Ta ≤ ±5 cm.
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162
Num. Ord.
Codice
Descrizione
U. M.
Prezzo
unitario
Euro
1
AP1
Sfalcio di erbe infestanti in genere con prevalenza di canne e
arbusti di piccolo diametro su superfici in giacitura piana e/o
inclinata
mq
0,11
Decespugliamento di vegetazione legnosa di natura
cespugliosa o arbustiva, con virgulti di età superiore a un
anno, ma con diametro fino a 6 cm, con mezzi meccanici
semoventi, su superfici orizzontali
mq
0,17
mq
0,29
mq
0,48
Disboscamento e decespugliamento mediante taglio alla base
su piani e scarpate arginali di qualsiasi lunghezza, eseguito
con idonei mezzi meccanici su essenze arboree di diametro
fino a 20 cm
mq
0,87
Taglio alla base di piante (o recupero di esse se crollate),
anche se situate in posizione isolata rispetto alle aree
imboschite, mediante impiego di manodopera specializzata,
con l'ausilio di mezzi meccanici, compreso l'onere per il
sezionamento, l'accatastamento con l'ausilio di mezzi
meccanici,
compreso
l'onere per
il sezionamento,
l'accatastamento provvisorio del materiale legnoso nell'ambito
del cantiere, il trasporto a rifiuto del materiale di risulta non
riutilizzabile, di qualsiasi specie e altezza, di diametro
compreso tra 20 e 40 cm
cad
111,87
cad
392,77
mq
0,68
mq
0,48
136,80
2
3
4
5
6
AP2
AP3
AP4
AP5
AP6
7
AP7
8
18.A02.B27
9
10
Decespugliamento di vegetazione legnosa di natura
cespugliosa o arbustiva, con virgulti di età superiore a un
anno, ma con diametro fino a 6 cm, con mezzi meccanici
semoventi, su superfici in scarpata fino a 8,00 m di lunghezza
Decespugliamento di vegetazione legnosa di natura
cespugliosa o arbustiva, con virgulti di età superiore a un
anno, ma con diametro fino a 6 cm, con mezzi meccanici
semoventi, su superfici in scarpata oltre a 8,00 m di lunghezza
Taglio alla base di piante (o recupero di esse se crollate),
anche se situate in posizione isolata rispetto alle aree
imboschite, mediante impiego di manodopera specializzata,
con l'ausilio di mezzi meccanici, compreso l'onere per il
sezionamento, l'accatastamento con l'ausilio di mezzi
meccanici,
compreso
l'onere per
il sezionamento,
l'accatastamento provvisorio del materiale legnoso nell'ambito
del cantiere, il trasporto a rifiuto del materiale di risulta non
riutilizzabile, di qualsiasi specie e altezza, di diametro
superiore a cm 40
Decespugliamento di scarpate stradali o fluviali invase da rovi,
arbusti ed erbe infestanti con salvaguardia della rinnovazione
arborea ed arbustiva naturale di altezza superiore a metri 1,
eseguito con attrezzatura manuale, meccanica o meno
(motosega, decespugliatore, falce)
18.A02.B27.00 con raccolta e trasporto in discarica o altro luogo indicato dalla
5
D. L. dei materiali di risulta
18.A02.B27.01 senza rimozione dei materiali di risulta
0
18.A02.B43
Abbattimento di alberi di qualsiasi specie posti in condizioni di
ridotta difficoltà (esemplificabile con alberate ubicate in strade
con poco traffico) compresa l'estirpazione della ceppaia, il
riempimento della buca con terra agraria, la costipazione del
terreno, il trasporto del materiale di risulta in discarica o nei
magazzini comunali
18.A02.B43.005 per piante di altezza inferiore a m 10
cad
18.A02.B43.010 per piante di altezza tra m 11 e m 20
cad
18.A02.B43.015 per piante di altezza tra m 21 e m 30
cad
18.A02.B43.020 per piante di altezza superiore a m 30
cad
01.A01.A05
Esecuzione di scotico dello strato superficiale del terreno, con
adeguati mezzi meccanici, per profondità fino a 30 cm,
compreso l'asportazione di cespugli e sterpaglie esistenti e
sistemazione entro l'area del cantiere
Pagina 1
170,97
303,49
481,97
Quantità
Importo
Descrizione
01.A01.A05.010 In assenza di alberi
01.A01.A05.020 Anche in presenza di alberi diradati e con fusto del diametro
massimo di 10 cm
11
18.A01.B17
01.A01.C50
18.A01.E12
15
16
AP8
3,74
mc
4,75
mc
5,62
mc
6,88
mc
mc
8,76
14,74
mc
mc
19,67
15,55
mq
0,80
mc
32,67
mq
14,61
Scarificazione leggera della massicciata stradale, eseguita a
mano o con apposito attrezzo trainato, per una profondità
media di cm 10, compresa la vagliatura del materiale
scarificato, per la sua utilizzazione per risagomatura del piano
viabile, il suo spandimento, compattamento e profilatura del
piano viabile, secondo le disposizioni della Direzione Lavori
nonché il trasporto a rifiuto del materiale inutilizzabile
18.A01.E12.005 ...
14
mc
Formazione di rampe accesso in rilevato e relative isole di
lavoro nell'alveo di torrenti o fiumi, per l'esecuzione di opere di
fondazione, di arginatura, pilastri e spalle di manufatti etc,
eseguite con materiali ghiaio - terrosi opportunamente spianati
e costipati, successiva rimozione delle stesse con idonei mezzi
meccanici trasporto nei siti indicati dalla direzionel avori e
ripristino degli alvei e delle sponde eventualmente manomesse
01.A01.C50.005 Con materiale provvisto dalla ditta
01.A01.C50.010 Con materiali in sito o provvisti dalla citta'
13
Prezzo
unitario
Euro
Formazione di rilevato per nuovo argine e/o per adeguamento
di argine esistente, compresi gli oneri per lo scavo delle terre,
la profilatura e la sistemazione delle aree di scavo, per il
sollevamento delle materie scavate, per l'eliminazione delle
impurità soprattutto di natura organica, per le gradonature e le
immorsature sul rilevato da rialzare o da ringrossare, quelli per
la corretta miscelatura dei componenti argillo-sabbiosi, per lo
stendimento del terreno in strati orizzontali dello spessore
massimo di 50 cm e la relativa compattazione, per la
spondinatura delle scarpate e dei cigli
18.A01.B17.005 con materiale prelevato in alveo o in aree demaniali nelle
immediate vicinanze del costruendo rilevato
18.A01.B17.010 con materiale prelevato in alveo o in aree demaniali site a
distanza massima di 5 km, compreso lo scavo ed il
caricamento su autocarro
18.A01.B17.015 con materiale proveniente da aree di cave demaniali site a
distanza da 5 km fino a 20 km, compreso lo scavo ed il
caricamento su autocarro
18.A01.B17.020 con materiale fornito a cura e spesa dell'impresa
12
U. M.
Num. Ord.
Codice
Ripristino del manto stradale bianco e sconnesso, compresa
l'eventuale preparazione sommaria del piano di posa, la
cilindartura meccanica, la rullatura e la provvista dell'acqua per
bagnatura del materiale e la profilatura dei bordi a regola
d'arte, con ghiaia e sabbia e/o pietrisco di piccola pezzatura
18.A03.A01
Formazione di massicciata stradale tipo mac - adam da
eseguire su sedi di nuova apertura, in sezione di scavo, per la
formazione del cassonetto, (h. cm 25), provvista e
spandimento di tout - venant e di successivo strato di pietrisco
intasato con sabbia e polvere di frantoio costipati
meccanicamente con rullo pesante nei tre strati separati in
modo da ottenere spessori finiti rispettivamente di cm 20 e cm
5, compreso inumidificazione e scavo del cassonetto.
18.A03.A01.005 ...
18.A02.B25
Diradamento di superfici boscate degradate, anche costituenti
le fasce di vegetazione spondale, in funzione selvicolturale e di
riequilibrio ecosìstemico, comprendente tutte le opere di
decespugliamento ed il taglio delle piante in esubero, nonché
di quelle morte, malate o malvenienti secondo le indicazioni
della D. L., successiva raccolta ed accatastamento dei
materiali di risulta, sramatura, cernita ed allontanamento dei
materiali non utilizzabili e loro trasporto a discarica, trasporto
del legname utile al piazzale di carico
Pagina 2
Quantità
Importo
U. M.
Num. Ord.
Prezzo
unitario
Euro
mq
mq
mq
1,06
0,70
0,58
Revisione di meccanismi di sollevamento o movimento
consistente nel lavaggio ed ingrassaggio, l'eventuale
sostituzione di piccole parti meccaniche di minuteria metallica
e serramenti, saldatura, completa raschiatura delle parti
metalliche, verniciatura con mano di antiruggine e delle
successive mani di smalto di colore a scelta della D.L. nonche'
riparazione di piccole opere murarie e pulizia della soglia e
delle ali del manufatto e delle zone prospicenti, di chiavica
completa
cad
398,88
Trasporto di materie di scavo dai cantieri alle discariche,
compreso carico, scarico e spianamento nelle localita'
prefissate dall'amministrazione
01.P26.A30.005 A qualsiasi distanza
m³
11,41
Fornitura o sostituzione di opere in ferro lavorato, paratoie,
cardini, battenti, grappe, lo smontaggio di strutture esistenti, il
montaggio, le saldature, le bullonature e l'assistenza muraria
per messa in opera e collegamento in ferro fucinato, zincato e
lavorato
kg
5,56
Cartello stradale di formato non unificato con qualsiasi colore,
figure, scritte e sistema di ancoraggio adeguato ai sostegni in
uso, in lamiera piana o scatolata, purche munita di traverse di
irrigidimento applicate sul retro. Dimensioni comprese tra 1.50
e 4.50 mq EG = classe1, HI = classe 2, DG = classe 2
speciale, AC = classe 2 speciale anticondensa, Al = supporto
in alluminio, Fe = supporto in ferro. (per cartellonistica in uso
AIPo)
Sp. 25/10, Al, E.G.
Sp. 25/10, Al, H.I
Sp. 15/10, Fe, E.G.
Sp. 15/10, Fe, H.I.
Sp. 30/10, Al, E.G.
Sp. 30/10, Al, H.I
Sp. 25/10, Al, D.G..
Sp. 25/10, Al, A.C.
Sp. 30/10, Al, D.G.
Sp. 30/10, Al, A.C.
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
m²
111,13
155,00
71,50
105,14
123,75
172,41
170,61
186,24
189,84
206,66
Sostegni per segnali stradali
Palina semplice o piantana in tubo di acciaio zincato a caldo,
spessore minimo mm 3,25 (pn). puo essere richiesta anche
con cavallotti saldati alla base per il fissaggio con sistema
BAND-IT (prs).
Diam. 48 h fino a 2.80 m
Diam. 48 h da 2.81 a 3.80 m
Diam. 48 h superiore a 3.80 m
Diam. 60 h fino a 2.80 m
Diam. 60 h da 2.81 a 3.80 m
Diam. 60 h superiore a 3.80 m
cad
cad
cad
cad
cad
cad
16,82
21,03
25,23
21,03
25,23
28,84
Codice
Descrizione
18.A02.B25.005 sotto i 1.000 m²
18.A02.B25.010 tra i 1.000 m² e i 3.000 m²
18.A02.B25.015 oltre i 3.000 m²
17
18
19
20
AP9
01.P26.A30
AC1
04.P80.C02
04.P80.C02.005
04.P80.C02.010
04.P80.C02.015
04.P80.C02.020
04.P80.C02.025
04.P80.C02.030
04.P80.C02.035
04.P80.C02.040
04.P80.C02.045
04.P80.C02.050
21
04.P80.D01
04.P80.D01.005
04.P80.D01.010
04.P80.D01.015
04.P80.D01.020
04.P80.D01.025
04.P80.D01.030
Pagina 3
Quantità
Importo
operaio IV livello
operaio specializzato
operaio qualificato
operaio comune
Utile di
spese
importo
Prezzo orario impresa generali totale
28,25
4,2375
2,825
35,31
26,8
4,02
2,68
33,50
24,97
3,7455
2,497
31,21
22,55
3,3825
2,255
28,19
Fornitura di sabbia asciutta in sacchi
per costituzione di opere di
protezione
asciutta in sacchi
q
6,97
Ghiaia di fiume mista a sabbia viva
(sabbione)
per mringrossi arginali
m³
21,51
h
h
h
52,27
62,72
78,42
h
57,50
Nolo di escavatore con benna
frontale compreso manovratore,
carburante, lubrificante, trasporto
in loco ed ogni onere connesso per il
tempo di effettivo impiego, della
capacita' di
m³ 0.250
m³ 0.500
m³ 1.100
Nolo di trattore a quattro ruote
motrici con potenza non inferiore a
80 HP, dotato di braccio snodato ad
azionamento idraulico, portante una
trinciatrice
o
radiprato
della
larghezza di metri 0.80-1.00;
compreso il trasporto in loco,
operatore, carburante e lubrificante
ed ogni altro onere connesso per il
tempo di effettivo impiego
Con lunghezza minima del braccio di
m 5.00
Nolo di trattore a quattro ruote
motrici con potenza non inferiore a
80 HP, dotato di braccio snodato ad
azionamento idraulico, portante una
trinciatrice
o
radiprato
della
larghezza di metri 0.80-1.00;
compreso il trasporto in loco,
operatore, carburante e lubrificante
ed ogni altro onere connesso per il
tempo di effettivo impiego
Con lunghezza minima del braccio di
m 5.00
h
57,50
Con braccio fino all'altezza di m 18
h
57,50
Con braccio fino all'altezza di m 25
h
62,72
Con braccio fino all'altezza di m 32
h
70,05
Con braccio fino all'altezza di m 45
h
78,42
Con braccio fino all'altezza di m 18
h
57,50
Con braccio fino all'altezza di m 25
h
62,72
Nolo di autocarro dotato di braccio
idraulico per il sollevamento di un
cestello porta operatore rispondente
alle norme ISPELS a uno o due posti,
atto alle potature dei viali alberati
della citta', compreso l'autista ed
ogni onere connesso al tempo di
effettivo impiego, escluso il secondo
operatore
Nolo di autocarro dotato di braccio
idraulico per il sollevamento di un
cestello porta operatore rispondente
alle norme ISPELS a uno o due posti,
atto alle potature dei viali alberati
della citta', compreso l'autista ed
ogni onere connesso al tempo di
effettivo impiego, escluso il secondo
operatore
Nolo di autocarro con cassone
ribaltabile munitodi sovrasponde
secondo la richiesta della D.L.,
dotato di gru idraulica compreso
autista, carburante, lubrificante,
trasporto in loco ed ognionere
connesso per il tempo di effettivo
impiego
Autoc sino q 80 gru q 4-allungo fino a
m 4.40
Autoc oltre q 80 gru q 11-allungo m
5.50
Nolo di autocarro o motocarro
ribaltabile compreso carburante,
lubrificante, trasporto in loco ed
ogni onere connesso per il trsporto
di cose e di personale per i servizi di
guardia per il tempo di effettivo
impiego
Della portata sino a q 17 - compreso
l'autista
h
57,50
h
62,72
h
43,91
AREA PIEMONTE OCCIDENTALE
Fiume Po: Comuni di Moncalieri e Torino
Torrente Dora Riparia: dal Comune di Sant’Ambrogio a quello di Rivoli
Torrente Dora Riparia: Loc. Pertusera in comune di Avigliana
Fiume Po e torrente Chisola: tratti classificati in II e III categoria
Fiume Dora Baltea, torrenti: Malone, Orco, Stura di Lanzo e Rio Leona: nei tratti classificati in
III categoria
Torrenti Maira e Varaita: tratti classificati in III categoria
Fiume Dora Baltea: Comune di Mazzè (TO)
Fiume Po: sponda destra e sinistra in Comune di Verolengo
Fiume Po: lungo l’asta in corrispondenza dei centri abitati e delle infrastrutture pubbliche a Paesana
Torrente Lemina: da monte dell’abitato di San Pietro Val Lemina al ponte Sannino in Comune di
Pinerolo
Fiume Dora Riparia: tratto compreso tra il Comune di Susa ed il ponte di Borgone di Susa
Torrente Varaita: nei Comuni di Murello, Polonghera, Casalgrasso
Torrente Varaita: località Tumpi Palu in Comune di Busca
AREA PIEMONTE ORIENTALE
Fiume Bormida: in Comune di Castellazzo Bormida
Fiume Po: Comuni di Valenza, Bassignana, Alluvioni Cambiò, Isola S. Antonio, Guazzora
Fiume Tanaro: da Castagnole Lanze sino alla confluenza Po nei Comuni di Castagnole Lanze,
Costigliole d’Asti, Isola d’Asti, Asti, Castello d’Annone, Rocchetta Tanaro, Cerro Tanaro
Torrente Belbo: dal Comune di S. Stefano Belbo al Comune di Bergamasco
Torrente Belbo: tratte varie dal tratto di competenza A.I.Po alla confluenza in Tanaro
Torrente Scrivia: Comune di Castelnuovo Scrivia
Fiume Po: dal Comune di Crescentino a Casale M.to e Valenza Po nei Comuni di Crescentino,
Verrua Savoia, Gabiano, Palazzolo, Fontanetto, Trino, Morano, Coniolo, Casale M.to, Frassineto,
Ticineto, Valmacca, Bozzole, Valenza
Fiume Sesia in sinistra e in destra da Romagnano Sesia a confluenza Po affluenti torrenti Cervo
ed Elvo, nei Comuni di Gattinara, Romagno, Ghemme, Carpignano, Sillavanego, Landiona,
Recetto, San Nazzaro, Villata, Borgo Vercelli, Motta dei Conti