SINDACATO FUTURO APRILE 2014

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SINDACATO FUTURO APRILE 2014
COBAS PUBBLICO IMPIEGO SANITÀ REGIONE EMILIA ROMAGNA ORGANIZZATO DAI COBAS P.I. SANITÀ
AUSL PIACENZA E ISTITUTO ORTOPEDICO RIZZOLI BOLOGNA
SALA FARNESE
RIVISTA GRATUITA
Idea Hotel Piacenza - via Emilia Pavese, 114/A - Piacenza
RISERVATA AGLI ISCRITTI DEL COBAS P.I. SANITÀ
SABATO 10 MAGGIO 2014
LA RESPONSABILITÁ
PROFESSIONALE
IN AMBITO SANITARIO
Responsabilità civile, d’equipe, amministrativa,
contabile e penale
Prof. Avv. Alberto Pizzoferrato
Ordinario di Diritto del lavoro
nell'Università di Bologna
Dott. Giuseppe Rotolo
Ricercatore di Diritto Penale
Università del Sacro Cuore di Milano
ore 10 Responsabilità civile, d’equipe,
amministrativa, contabile.
ore 12
La Responsabilità penale
dell’Operatore Sanitario
ore 11 Risposta alle domande
ore 13
Risposta alle domande
ore 11,30 coffee break
ore 14 pranzo in hotel
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SCRIVENDO A
[email protected]
[email protected]
Iscritti COBAS AUSL Piacenza e IOR Bologna: GRATUITO
Altri COBAS: € 20
Pullman gratuito da Bologna in partenza
dall’Istituto Ortopedico Rizzoli
IN FONDO AL FONDO
Come i sindacati e l’Amministrazione IOR decidono sui fondi economici di tutti i lavoratori ________________________________________________________________________________________ Il Direttore del Servizio di Assistenza IOR lascia? _______________________________________________________________________________________ Si contratta….
di Carmelo Carcasio La questione è la seguente: perché, ogni anno, rimangono inutilizzate così tante risorse economiche di tutti i lavoratori? E come mai se ne accorgono solo alla fine dell’anno? Per rispondere a queste domande, riportiamo i dati relativi agli ultimi due anni. Le “risorse ancora da destina‐
re” (così come vengono chiamati i fondi economici contrattuali non utilizzati) a tutti i lavoratori del Comparto IOR, nell’anno 2012 sono state ben 422.686,16 euro, mentre nel 2013 sono state altrettanto ben 494.537,94 euro (fonte IOR). Non decine, ma alcune centinaia di migliaia di euro. Secondo le norme, l’utilizzo dei fondi economici previsti dai Con‐
tratti di Lavoro necessitano dell’ap‐
provazione della RSU cioè, in so‐
stanza, dei sindacati. Fino a poco tempo fa, all’Istituto Ortopedico Rizzoli, l’assenso alla suddivisione dei fondi di tutti i lavoratori (di parte sindacale) è stata “un’esclusiva” di un solo sindacato, la CISL, con la silenziosa complicità di tutti gli altri. Tuttavia da quando si è levata un’op‐
posizione dura, e soprattutto crescen‐
te, da parte dei lavoratori (anche attraverso i COBAS) contro un modo di procedere e di suddividere i fondi di tutti i lavoratori ‐ nei fatti ‐ ingiusto e parziale, questi stessi “sindacalisti” si sono coalizzati tra loro, approvando il 3 settembre 2013, un “regolamento RSU”, col chiaro scopo di tacciare l’opposizione e approvare qualsiasi provvedimento, suddivisione dei fondi economici contrattuali compresi. Secondo il nostro autorevole legale, parti di tale “regolamento RSU” potrebbero essere in aperto contra‐
sto con le norme in vigore, tanto da porre a rischio (individuale) quei IN QUESTO NUMERO componenti RSU che, ingenuamente o non coscienti, l’hanno siglato. I COSIDDETTI "CONFEDERALI" Ecco, dunque, come stanno le cose. SE NE SONO ACCORTI SOLO ORA a pag. 2 Noi riteniamo che una cattiva gestio‐
ne dei fondi economici di tutti i lavo‐
IL POLO PEDIATRICO DEL CARDARELLI NON ESISTE PIÚ ratori inizi proprio da queste scelte e a pag. 6 che i malumori e le critiche, in parti‐
LA SANITÁ PUBBLICA VIOLATA colare quelle rivolte contro il Servizio a pag. 6 di Assistenza, ne debbano tenere L’ANGOLO ETICO IN CIASCUNO DI NOI conto, specialmente adesso che il suo a pag. 7 direttore – anch’egli! – sembra abbia L’ALTRA REALTÀ DEI DIPENDENTI PUBBLICI deciso di andare via. a pag. 7 continua a pag.2 La nostra rubrica SOTTO L’ALBERO DI
NAPOLEONE
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a di Marianna Iervese Com’è "noto" a tutti i lavoratori dello IOR… i sindacalisti di CGIL CISL UIL, in marzo, hanno rotto le trattative con l'Amministrazione IOR ! I cosiddetti "confederali" se ne sono accorti solo ora che nell'amministrare il nosocomio c'era qualcosa che non andava! di Mario Di Biase Come si dice in questi casi? Meglio tardi che mai? Ma questi "sindacati" (o “sindacalisti”), fino ad ora, dove hanno vissuto? Chi ha permesso che si portasse il più grande Istituto Ortopedico in Italia in questa situazione? Chi ha avallato scellerate decisioni a discapi‐
to dei lavoratori? Chi non si è mai opposto alla "singolare" decisione dell’Amministrazione IOR di non redigere più i verbali delle Commissioni trattante, mentre si decidevano, riorganizzazioni, posizioni organizzati‐
ve, orari di lavoro, passaggi di fascia, ecc. ecc.? Dov'erano questi sindacati? Ora che “la barca sta affondando” rompono le trattative? Cosa è successo? Sono forse finiti i soldi per “ricompensare” altre Posizioni Organizzative? O forse perché non sono riusciti a far tacere l'unico sindacato che ha sempre denunciato ciò che era a discapito dei lavoratori? Da sempre abbiamo denunciato e diffidato questo modo di procedere che lede i diritti e rende schiavi. Noi COBAS, continueremo a sostenere i lavoratori ‐ non gli opportunisti! ‐ perché i diritti siano rispettati e le capacità riconosciute, affinché l’Istituto Ortopedico Rizzoli possa continuare ad essere sempre quello che è stato per decenni: un centro di eccellenza unico in Italia. Poi accade anche dell’incredibile allo IOR !!!! Infatti è con stupore (e relativo piacere…) che tutti noi lavoratori dello IOR abbiamo appreso che un sindacato si è reso protagonista di un “evento” che ha dell’incredibile!! Munitosi di banchetti (e coloratissime bandiere) ha diffuso ai lavoratori un volantino su come impiegare i “residui” dei fondi economici di tutti i lavoratori. “Ma cosa ha d’incredibile tutto ciò” direte voi? L'incredibile è che ha riportato alcune cose che i quattro RSU COBAS avevano già posto e riproposto e che, invece, gli “altri” (CGIL, CISL, UGL e FIALS (lo stesso sindacato promotore dei banchetti, con bandiere e volantini) hanno sempre ostacolato, approvando, in passato, le proposte presentate dall'Am‐
ministrazione IOR ! Non ci credete? Chiedete i verbali delle Commissioni Trattante ! Hops!! Scusate, dimenticavo…l’Amministrazione IOR, “per la trasparenza….,” non fa più verbali !!! Anche in questo caso noi diciamo: meglio tardi che mai!!! LAVORATORI: SVEGLIATEVI!!! SINDACATO FUTURO
Pubblicazione riservata agli iscritti del Comitato di Base Pubblico Impiego Sanità
COBAS IOR via Pupilli n.1 — 40136 Bologna email: [email protected]
Stampa: Copisteria, via Testoni Bologna
La pubblicazione è riservata agli associati
La riproduzione totale o parziale dei testi e dei disegni
contenuti nella pubblicazione è vietata sotto qualsiasi forma.
L’ANGOLO ETICO
IN CIASCUNO DI
NOI
Con il Direttore del Servizio di Assistenza IOR il dialogo non è mai cessato, nonostante gli accesi scontri. La condanna dello IOR in primo e in secondo grado di giudizio per la selezione illegittima di fascia economica orizzontale, la riorganizzazione e la gestione di alcuni servizi, l’uso discutibile e non motivato del “facente funzione di coordinamento sanitario” (che oltre ad essere contrattualmente non previsto, è stato conferito addirittura a personale con contratto part time!) o le vicende che hanno investito il Servizio di Radiologia, sono state scelte che qualsiasi sindacato corretto non poteva non contestargli. Questo senza mai metterne in dubbio la pazienza e la forza (che gli riconosciamo) nell’affrontare situazioni ‐ forse ‐ talvolta subite o costretto ad affrontare. “Certo” qualcuno dirà, “come qualsiasi altra persona che ha gestito e diretto per anni un centro di potere”. Può darsi; ma, soprattutto, come chi sa come sono andate veramente le cose. Se si sta con lo sguardo rivolto sempre verso terra si finisce col non accorgersi che esiste anche il cielo; e se le vicende terrene tolgono il contatto con Dio, l’esisten‐
za diventa inconsistente, effimera. Raccontare quanto è a propria conoscenza, può servire ‐ parlo a tutti ‐ per iniziare a rialzare lo sguardo. QUATTRO
STUDI LEGALI
IN CONVENZIONE
consulenza ed assistenza
sia stragiudiziale che giudiziale
nelle seguenti materie:
DIRITTO DEL LAVORO
sia lavoro privato che
pubblico impiego
DIRITTO CIVILE
DIRITTO DI FAMIGLIA
Le problematiche etiche riguardanti l’assistenza ai pazienti dovrebbero riguardaci tutti (considerando per buono che il fattore “etico” sia il vero problema…). Un invito alla riflessione, insomma, che dovrebbe essere continuo. Ho assistito ad alcuni decessi di donne anziane, ricovera‐
te come urgenze di Pronto Soccorso ed operate per frattura del femore. Alcune di queste donne, d’età quasi centenaria, si sono aggravate durante la notte e per loro la morte è sopraggiunta la mattina successiva. Non c’è un’età giusta per morire e comunque non siamo noi a deciderla. Ciò che possiamo fare, invece, è presta‐
re sempre il massimo dell’assistenza. Ho sempre pensato che i pazienti anziani dovrebbero essere assistiti in un reparto attrezzato, con sempre i parenti vicino e i medici presenti e non in una camera o in un reparto magari affollato. Il pensiero e l’esempio è pensarle come nostra madre (o nostro padre): l’avreste voluta vedere così? Ora mi chiedo: nei casi più gravi, perché non trasferirle in Terapia Intensiva, dove sicuramente potrebbero ricevere una maggiore assistenza? Si tratterebbe di un “costo” ingiustificabile? Ciò che voglio sottolineare non è tanto quello che è stato fatto o meno, ma piuttosto la considerazione che si deve avere dei nostri pazienti. Ed in questa considera‐
zione non mi riferisco a singoli episodi ma, in generale, al lavoro di tutti i giorni. Forse che l’eccessiva burocratizzazione, l’eccessivo numero degli interventi (perché bisogna fare numeri, numeri, numeri, da conteggiare a fine anno!!), ci hanno fatto dimenticare quello che conta di più all’interno di un ospedale, ovvero il rapporto umano tra operatore e paziente? (e per operatore intendo tutti, dagli ausiliari ai primari). Se finisce per diventare secondario lo stato di salute e umano di un paziente, rispetto a quanto tempo prima lascia libero un posto letto…. allora questo è il segnale che non siamo più in un ospedale ma in una catena di montaggio. E se poi in questa “catena” qualcosa va storto… se poi si muore… allora cosa dobbiamo dire: tanto doveva andare così! No, non deve essere così. Facciamo tante procedure ogni anno, tante linee guida per prevenire questo o impedire quell’altro e poi di fronte alla morte non sappiamo rapportarci. Spero di non aver fatto della polemica inutile ma della critica utile; utile affinché il buon senso, il rispetto e la dignità delle persone prevalga sempre sui costi, sulla burocrazia e sulla non curanza. ATTIVITÁ
STRAGIUDIZIALE E GIUDIZIALE
IN MATERIA INFORTUNISTICA
ANCHE STRADALE
DIRITTO PENALE
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L’ALTRA REALTÀ DEI DIPENDENTI PUBBLICI di Giuseppe Guzzo “Dipendenti pubblici troppi e poco produttivi”: questa è la tesi più volte sostenuta da politici e imprenditori, per classificare la presunta inefficienza dei lavoratori della pubblica amministrazione. Ma queste due categorie sono anche responsabili di queste presunte inefficienze! I primi perché nominano i principali manager pubblici; i secondi (dalle banche alle grandi industrie) perché per sopravvivere alla ”crisi del merca‐
to” hanno spesso utilizzato gli aiuti di Stato e le tasse di tutti i contribuenti, comprese quelle pagate dai pubblici dipendenti. La realtà è diversa: mostra un sistema sicuramente da migliorare, ma non diverso da quello degli altri paesi. Questo è quello che viene documentato dalla Corte dei conti nella relazione del 2012 sul “Costo del lavoro pubblico”. Per quel che riguarda la consistenza degli organici si evidenziano per l’Italia gli stessi numeri degli altri paesi europei, mentre la riduzione dei dipendenti pubblici, che negli ultimi quattro anni ha colpito in maniera grave il servizio sanitario nazionale, rischia di provocare gravi danni all’assistenza dei pazien‐
ti e quindi alla loro salute. I dati resi pubblici da un recente studio pubblicato su “The Lancet”, autore‐
vole rivista inglese di medicina, mettono in relazione la carenza di personale sanitario e, di conseguenza, l’aumento del carico di lavoro (nello specifico d’infermieri), con le ripercussioni sulla salute del paziente. Da tale ricerca, condotta in 300 ospedali europei, emerge che, in media, per ogni paziente aggiunto al carico di lavoro di un infermiere la probabilità dei pazienti di morire entro 30 giorni dal ricovero cresce del 7%; inversamente questa probabilità si riduce del 7% se si aumenta del 10% il personale. La relazione dalla Corte dei conti ha messo in evidenza che le retribuzioni contrattuali del settore pubblico e quelle dei comparti privati hanno subito un notevole ridimensionamento, passando da un valore dell’8% al 2,6%. Valori destinati purtroppo a restringersi ulteriormente a seguito del blocco della contrattazione collettiva per i soli dipendenti pubblici fino a tutto il 2017 (se tutto va bene). Questi dati quindi, evidenziano una situazione opposta rispetto a quello che si vuole fare credere nel confronto, tra redditi del settore privato e redditi del settore pubblico. I dipendenti pubblici Italiani, non sono diversi da quelli del resto d’Europa ma a differenza dei colleghi europei, subiscono una pressione fiscale che raggiunge livelli altissimi (quasi il 50%); va da sé che continuando con queste misure di austerità, con l’accanimento alla riduzio‐
ne del personale e l’oppressione fiscale, si andrà incontro al collasso del SSN e, inevitabilmente, tutti noi ne pagheremo sempre più le conseguenze. Un mixer di storie straordinarie che vengono velate da un piano di rientro scellerato, fatto da irresponsabili che si consuma tra i silenzi e il “nun fa niente” della gente.... mentre si muore di malasanità!! Quello che dovrebbe accomunare noi tutti italiani, dal nord al sud, è rivoltare questo stivale come un calzino e portare in ogni nostra realtà un pezzo della vostra Bologna e voi un pezzo della nostra Napoli.... Siamo italiani pronti al riscatto, contro il macabro disegno di chi vuole affossare la nostra Sanità, la nostra professione, ma soprattutto la nostra dignità COBAS P. I. SANITÀ
Istituto Ortopedico Rizzoli Bologna
LETTURA DELLA
BUSTA PAGA
Mamme senza corsia
IL POLO PEDIATRICO DEL CARDARELLI DI NAPOLI
NON ESISTE PIÚ
La busta paga ha validità giuridica e può, pertanto,
essere utilizzata in caso di controversia con il datore di lavoro
davanti all’autorità giudiziaria; è importante quindi conservarla.
I termini entro i quali effettuare dei reclami sono:
di Antonio Di Nardo - Cobas P.I. Sanità
Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A.CARDARELLI”, Napoli
Il polo pediatrico al Cardarelli di Napoli non esiste più da tempo; ma ai nostri amministratori poco importa di Olga, di Giulia, di Stefano…(di tutte le mamme e di tutti i papà). Poco importa che piccoli pazienti giac‐
ciono in barella solo per “lo sfizio” di risparmiare (sulla pelle dei cittadini) mentre apprendiamo dalle pagine dei giornali locali, che proprio il giorno della festa della donna, la Corte dei conti sta indagando su Consiglieri e Presidente della Regione Campania……… Ma sembra “tutt è cos’ e nient”. Troppo spesso ci sentiamo dire “è cos’e nient”: sembra come se fossimo completamente rasse‐
gnati, anche se ci cade addosso l’ospedale. “E’ sempre cos’e nient”: tutte le situazioni le abbiamo risolte così. Non teniamo da mangiare: “è cos’ e nient”; ci manca il necessario: “è cos’ e nient”; perdo il posto di lavoro: “è cos’ e nient”. A furia di dire “è cos’ e nient” siamo diventati “cos’ e nient “(Eduardo De Filippo). LA SANITÁ PUBBLICA VIOLATA
di Nicoletta Ferdenzi - Cobas P.I. Sanità
Azienda Unità Sanitaria Locale di Piacenza – [email protected]
Il Presidio Unico della Val d’Arda disponeva al primo dicembre 2013 di 204 posti letto ripartiti su due padiglioni, uno “vecchio” ed uno “ nuovo” comprendente 37 posti letto di riabilitazione allocati pres‐
so il Centro di Recupero di Villano‐
va sull’Arda. Questo Presidio serviva una popo‐
lazione di circa 100.000 abitanti Dal 16 dicembre del 2013 il Padi‐
glione B (vecchio) è stato sgombe‐
rato per motivi di staticità ed ade‐
guamento antisismico, quindi la parte chirurgica comprendente Comparto Operatorio, Chirurgia Generale, Otorinolaringoiatria, Ostetricia‐Ginecologia, Pediatria –
Nido, Ortopedia‐Traumatologia, Medicina d’Urgenza – Pronto Soc‐
corso e Radiologia è stata chiusa con la perdita di 112 posti letto. Il PS è stato trasferito nel padiglio‐
ne nuovo e privato dei suoi posti letto di Medicina d’Urgenza; la Radiologia è stata anch’essa trasfe‐
rita ed enormemente ridimensiona‐
ta. Una TAC mobile è stata collocata all’esterno del Padiglione con enor‐
mi difficoltà di accesso per pazienti non deambulanti costretti ad acce‐
dervi tramite un montacarichi. I cittadini della Val d’Arda si sono trovati dall’oggi al domani a dover affrontare disagi, disservizi, privati di prestazioni sanitarie. e costretti a rivolgersi presso altri ospedali o strutture private. Cento dipendenti sono stati trasfe‐
riti “temporaneamente” nelle varie Unità Operative dell’Ospedale di Piacenza subendo ripercussioni sia sul lato professionale che su quello psicologico. La dirigenza Aziendale in questi ultimi mesi si è espressa in maniera positiva, promettendo la riapertura totale dell’ospedale, anche in tempi brevi, garantendo gli stessi posti letto e il ritorno di tutte le Unità Operative trasferite, in quanto la Regione Emilia Romagna ha assicu‐
rato lo stanziamento di denaro per la “riapertura del Presidio”. In questo momento di spending review, dove le risorse sono poche ed i tagli sono pesanti dobbiamo credere a tutte queste belle pro‐
messe? L’unica cosa certa è che l’ospedale è stato chiuso, che forse fra 4 o 5 anni riaprirà e nel frattempo chi ha promesso che altri ospedali non avrebbero chiuso non ha mantenu‐
to la sua promessa…… 
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un anno per errori di calcolo; cinque anni per erronee interpretazioni delle norme contrattuali (attenzione: un anno per elementi retributivi corrisposti con periodicità inferiore al mese; tre anni per elementi retributivi corrisposti con periodicità superiore al mese, come mensilità aggiuntive, premi annuali, indennità sosti‐
tutive, ferie, festività). COME SI LEGGE LA BUSTA PAGA ? La retribuzione che il lavoratore percepisce ogni mese è costituita da una parte fissa e da una variabile. La parte fissa è costituita dalla paga base (o minimo tabellare o minimo contrattuale) stabilito per ogni categoria (A, B, Bs, C, D, Ds) dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e dalle progressioni economiche orizzontali. La parte variabile è composta invece da parti di salario che variano nei diversi mesi dell’anno. Eccone alcune: Lo straordinario. Lo straordinario sono le ore prestate oltre quelle contrattualmente previste come normale ora‐
rio, che per legge non possono superare le 12 settimanali; le ore di straordinario sono pagate con una maggiorazio‐
ne rispetto alla retribuzione ordinaria. Indennità. Le principali sono: per lavori nocivi, per i lavoratori sottoposti a situazioni di pericolo e rischio per la salute, per reperibilità, per disagio (turni, festività, etc.), per trasferta, per pernottamento esterno (la diaria è inve‐
ce l’indennità di trasferta senza pernottamento). Premi incentivanti. I premi incentivanti (Produttività Individuale e Collettiva) possono essere individuali o colletti‐
vi. Gli incentivi individuali sono attribuiti dal datore di lavoro; gli incentivi collettivi sono invece il risultato di con‐
trattazione tra Amministrazione e sindacati. TASSE VERSO LO STATO. L’IRPEF (cioè l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche) è l’imposta da versare allo Stato. Tale somma viene calcolata attraverso l’applicazione di una serie di scaglioni di reddito e relative percentuali di tassazione (aliquote) sull’importo dato dalla retribuzione lorda, detratte delle ritenute previdenziali, dell’assegno nucleo familiare e dalle addizionali Regionali e Comunali (che variano da Comune a Comune). Alla fine dell’anno (cioè nella busta paga di dicembre) viene inserito il conguaglio fiscale. Ciò significa che se nel corso dei mesi prece‐
denti è stato versato a titolo d’imposta meno del dovuto si avrà un’ulteriore detrazione in busta paga mentre se in più una restituzione. Imposte attuali per scaglioni di reddito: fino dai dai dai dai a 15.000 euro 15.000 ai 28.000 euro 28.000 ai 55.000 euro 55.000 ai 75.000 euro 75.000 in su aliquota del 23% aliquota del 27% aliquota del 38% aliquota del 41% aliquota del 43%. LA RICHIESTA
DELL’ORDINE
DI SERVIZIO
PER IL PROLUNGAMENTO
“FORZATO”
DELL’ORARIO DI LAVORO
GIORNALIERO
COGNOME E NOME
QUALIFICA
SERVIZIO
_____________________________
_____________________________
_____________________________
Bologna
AL DIRETTORE
DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA
Dott./ssa ……………………………
E P. C.
AL COBAS DELL’
……………
Oggetto:
prolungamento forzato
dell’orario di lavoro giornaliero
In data ___________________________ alle ore _________mi è
stato imposto verbalmente/per iscritto dalla Sig./Sig.a
………………………………………di prolungare il mio prescritto
orario di lavoro giornaliero oltre quanto stabilito dalle norme
contrattuali e dai regolamenti interni, cioè:
dalle ore ________ (fine turno) del giorno ___________________
alle ore _________ del giorno ______________________ per un
totale di ore _________ .
Incondizionatamente ho accettato l’ordine impartitomi
e svolto con diligenza il mio lavoro.
Tuttavia, essendomi stato imposto il prolungamento
dell’orario di lavoro giornaliero contrariamente alla mia volontà,
in base alle norme in vigore, Ve ne chiedo la ragione.
Distinti saluti
Firma
Il prolungamento imposto dell’orario di lavoro giornaliero, non legato ad una reale necessità o urgenza, può essere og‐
getto per una causa di risarcimento, oltre che motivo d’indagine per l’Ispettorato del Lavoro. La richiesta dell’Ordine di Servizio garanti‐
sce il lavoratore sia nel forzato prolunga‐
mento della sua attività lavorativa, sia nel ritorno a casa (nel caso d’infortunio in itinere). Infatti, la stanchezza e la conseguente per‐
dita di lucidità, a causa delle troppe ore di lavoro, (oltre a mettere a rischio la sicurez‐
za del paziente e dello stesso lavoratore) possono essere causa d’incidenti o di suc‐
cessivi malesseri fisici. Perde, naturalmente, ogni valore contesta‐
tario l’accettazione passiva del prolunga‐
mento dell’orario di lavoro giornaliero ( “è lui che ha deciso di rimanere in servizio senza la mia preventiva autorizzazione… ”). Per tal motivo il lavoratore che subisce il prolungamento dell’orario di lavoro giorna‐
liero deve – meglio entro le 24 ore successi‐
ve – formulare, protocollandola, la richiesta scritta dell’Ordine di Servizio (vedi modulo a fianco). Il prolungamento forzato dell’orario di lavoro può essere impartito anche verbal‐
mente e deve essere sempre motivato da una reale necessità (anche per possibili danni ad apparecchiature o cose) o urgenza (di solito in sala operatoria). Negare che sia stato impartito verbalmente tale ordine (cioè dichiarare il falso) come dichiarare una falsa urgenza, se dimostrati, possono portare a dei gravi provvedimenti. C’è da sottolineare, infine, che mentre l’infermiere non può entrare in merito alle decisioni cliniche assunte dal medico, que‐
st’ultimo non può “autorizzare” l’infermiere (ma anche il personale a suo supporto, i tecnici di radiologia, ecc.) di prolungare l’orario di lavoro giornaliero. Questo perché l’infermiere (come tutto il personale dedito all’assistenza e a suo supporto) non dipende gerarchicamente dal medico (questi, invece, dipende dalla direzione sanitaria) ma dal responsabile infermieristico o da un suo preposto (ad esempio il/la caposala). Solo questi ultimi, quindi, possono autoriz‐
zare il prolungamento dell’orario di lavoro giornaliero e ne sono, per tal motivo, re‐
sponsabili, anche di fronte alla Legge.