7 Il caso Dell
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7 Il caso Dell
7 Il caso Dell In questo ultimo capitolo si è deciso di trattare un caso pratico che permettesse di osservare con attenzione cosa si intende per decostruzione, e di capire come la standardizzazione delle informazioni possa incrementarne l’impatto. Le società considerate come alternative per la trattazione di questo caso, sono state diverse; la più adatta, per i motivi che in seguito verranno esposti, si è rivelata essere la Dell Computer Corp. (d’ora in poi Dell), società americana leader nella produzione di computer. La discussione inizia con delle note introduttive, aventi il fine di delineare il contesto strategico in cui questa società opera. Verranno successivamente condotte delle osservazioni circa l’attuale situazione in termini di decostruzione, e si finirà con la discussione dell’approccio alla standardizzazione che questa impresa sta implementando. 7.1 Introduzione All’età di soli 13 anni, Michael Dell conduce già un business di vendita per catalogo di francobolli da collezione, ricavandone 2000 dollari al mese. A sedici anni, vende abbonamenti dello Huston Post, e all’età di 17 compra la sua prima BMW, grazie ai proventi di quelle attività condotte con tanto spirito d’affari. Nel 1983 si iscrive all’università del Texas nella facoltà di medicina poiché i genitori volevano che diventasse un dottore. Subito, però, perde interesse per le materie studiate e si appassiona al sempre più coinvolgente modo dell’informatica. Comincia, quasi per caso, a vendere componenti per Personal Computer (PC): compra moduli di memoria RAM e hard disk da rivenditori di 257 computer IBM che, per eccesso di scorte dovute all’obbligo di comprare per grandi lotti, li svendono al prezzo di costo. Egli vende tali componenti attraverso annunci su quotidiani locali ad un prezzo inferiore del 10-15% rispetto a quello di mercato. Ha inizio, così, la sua avventura nel commercio dei computer. Per l’aprile 1984 le vendite ammontano già a 80000 dollari al mese. Michael, decide allora di abbandonare l’università e costituisce un’impresa, la PCs Ltd., per la vendita sia di componenti che di computer assemblati1 col marchio PCs Limited. La strategia utilizzata nella conduzione di tale business gli permette di ottenere importanti margini: propone un nuovo modello di business per questo settore che consiste nella vendita diretta all’utente finale. Facendo ciò, Dell è in grado di vendere i propri pc eliminando il margine del dettagliante; questo si traduce in una differenza di prezzo rispetto alle soluzioni IBM anche del 40%. Tale sostanziale differenza di prezzo attrae molti clienti che, sensibili al prezzo, preferiscono le soluzioni PCs Limited; tale successo si traduce in nuove assunzioni: nel 1985 la società conta già 40 dipendenti. Alla fine del 1986, le vendite raggiungono l’incredibile quota di 33 milioni di dollari. Negli anni successivi, però, la PCs Ltd. soffre di diversi problemi, quali la mancanza di risorse finanziarie e di personale competente. Micheal Dell decide allora di cogliere l’occasione per ristrutturare profondamente la società: viene ridefinito il business model, aggiunta la necessaria capacità produttiva, costituito uno staff più completo e adattata la struttura organizzativa alle mutate esigenze. Tutto ciò viene fatto mantenendo, per quanto possibile, bassi costi. Nel 1987 si decide, inoltre, a cambiare il nome in quello noto ad oggi: Dell Computer. Il 1988 è un anno importante poiché Dell decide di alimentare la forza di vendita al fine di offrire maggiore supporto ai clienti più importanti ed alle agenzie governative; nello stesso anno viene decisa la quotazione in borsa: con questa operazione vengono raccolti capitali per un importo pari a 34 milioni di dollari. 1 Gli assemblati vengono anche definiti cloni IBM per il fatto che la loro architettura, del tutto simile a quella dei prodotti della prestigiosa casa, permettono di utilizzare le stesse applicazioni software. 258 Nel 1990 Dell Computer fa registrare vendite per 388 milioni di dollari ed una quota di mercato del 2-3%. Pensando che il canale di vendita diretto non permettesse alti tassi di crescita, nel periodo 1990-1993 Dell decide di distribuire i propri prodotti attraverso importanti catene quali Soft Warehouse Superstore (ora CompUsa), Staples, Wal-Mart e Price Club (ora Price/cost). I bassi margini garantiti da questa soluzione determinano un ritorno al passato: “when we really started to understand the segment’s profitability, we realized we’d made a mistake”, afferma Michael Dell [Magretta, 1998]. Il 1993 è un anno difficile: la dura situazione finanziaria e i problemi tecnici che affliggono la linea di computer portatili, determinano perdite per 36 milioni di dollari. Ciò porta alla decisione di non concentrarsi sul mercato consumer a causa dei bassi margini che lo contraddistinguono: i concorrenti principali trovano così spazio e introducono linee di prodotti con margini quasi nulli, rendendo ancora più improbabile un massiccio ritorno di Dell in tale mercato. Nel 1996, però, accade qualcosa di imprevisto: le vendite dirette permettono di avere un riscontro immediato circa chi compra cosa. Dell nota, infatti, che, mentre i prezzi ai consumatori dei concorrenti scendono, quelli della sua società salgono. I consumatori “esperti” che richiedono computer potenti, personalizzati e affidabili si rivolgono a Dell, acquistando configurazioni costose che garantiscono un buon margine. “Consumers who were buying their second or third machines – who wanted the most powerful machines and needed less handholding – were coming to us”, sostiene Michael Dell [Magretta, 1998]. Senza, cioè, focalizzarsi deliberatamente sul mercato consumer, Dell si ritrova con un segmento in grado di garantire alti profitti. Nel 1997 viene allora creato un gruppo di vendita e marketing per il mercato consumer a cui fa seguito una linea di prodotti appositamente studiata. Per la fine del 1997 Dell diventa una società leader nel mantenere bassi i costi e nello sfruttare appieno le efficienze garantite dal modello della vendita diretta e da quello dell’assemblare i pc a ordine ricevuto, e non a stock. 259 7.2 Il mercato dei Personal Computer L’industria dei personal computer nasce agli inizi degli anni ’80. I primi grandi produttori vedono nell’integrazione verticale l’arma competitiva più importante: in questo periodo non sono rari i casi di società che sviluppano e producono inhouse la maggior parte delle componenti hardware e software da inserire poi nel prodotto in fase di assemblaggio, processo anche questo perfezionato internamente. Il fenomeno dell’outsourcing risulta quindi molto limitato e, ove presente, relativo unicamente a forniture considerate non critiche (floppy drive, cablaggi interni, etc.). Col crescere del mercato, la tecnologia si sviluppa a tal punto ed in tante direzioni, che diventa impossibile per i produttori rimanere aggiornati circa tutte queste innovazioni. Le strutture verticali, ulteriormente appesantite, erodono presto i vantaggi di costo precedentemente acquisiti. Come conseguenza, emergono imprese specializzate nella produzione di singole componenti: concentrandosi su specifiche famiglie di prodotti, riescono così a rimanere aggiornati tecnologicamente e a sfruttare le economie di scala che impianti produttivi sempre più costosi rendono necessarie. Ulteriore impulso alla affermazione di questi nuovi modelli di business deriva dal diffondersi di standard tecnici2, relativi ai prodotti, che ne valorizzano la modularità. I produttori iniziano, così, a rivolgersi al mercato per l’acquisto della maggior parte dei componenti e a concentrarsi sull’ottimizzazione dell’assemblaggio e delle strategie di marketing. Questo nuovo modo di intendere la produzione di computer dà adito alla creazione di due approcci differenti nella gestione della catena del valore (si veda la figura 7.1). 2 Tra questi quello sicuramente più noto è “IBM compatibile”. 260 Figura 7.1: le differenti catene del valore nella produzione di personal computer Catena del valore tradizionale utilizzata da Compaq, IBM, Hewlett-Packard, etc. Produzione dei componenti da parte dei fornitori Produzione dei componenti da parte dei fornitori Assemblaggio dei pc al fine di alimentare le scorte Assemblaggio dei pc al ricevimento dell’ordine da parte del cliente Attività di marketing rivolte alla vendita dei pc presenti nei magazzini Acquisti da parte dei clienti Acquisti da parte dei clienti Fonte: Thompson, Strickland (1999) Catena del valore build-to-order utilizzata da Dell, Micron Electronics, etc. Assistenza garantita dai dettaglianti o dai produttori Assistenza garantita dai dettaglianti o dai produttori La figura mostra la catena del valore usata negli anni ’90 da produttori quali Compaq, IBM, Hewlett-Packard: è del tipo tradizionale in cui la produzione viene avviata al fine di alimentare i magazzini; sarà successivamente responsabilità del marketing stimolare la domanda affinché tali scorte vengano collocate sul mercato. In antitesi rispetto a questo approccio, si pone quello proposto da Dell e Micron Electronics: queste, infatti, utilizzano una catena del 261 valore più corta, vendendo direttamente al cliente finale ed eliminando i tempi ed i costi associati alla distribuzione attraverso canali indipendenti. Il building-to-order garantisce due importanti benefici: - Evita di dover tenere più modelli di prodotti finiti a scaffale per soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori in fatto di configurazioni sempre più personalizzate; - Evita di dover svendere i prodotti che, in vista dell’introduzione di nuove generazioni di componenti, diventano rapidamente obsoleti. Vendere direttamente, inoltre, elimina i costi ed il margine del dettagliante (che di solito si attestano tra il 4 ed il 6% del prezzo finale). 262 7.3 La strategia di Dell La strategia di Dell è costruita attorno a molti componenti chiave: produzione build-to-order, ampia personalizzazione dei prodotti, partnership coi fornitori, utilizzo delle pratiche just-in-time, vendite dirette al consumatore, profonda segmentazione del mercato, servizio post vendita eccellente e condivisione delle informazioni con clienti e fornitori. Attraverso questa strategia Michael Dell è riuscito a raggiungere quella che lui chiama “virtual integration” [Magretta, 1998]: attraverso la condivisione in tempo reale delle informazioni, la Dell è così legata a fornitori e clienti, che spesso è difficile coglierne i confini. 7.3.1 Build-to-order e personalizzazione del prodotto Dell costruisce i personal computer, le workstation e i server al ricevimento dell’ordine: niente viene prodotto per il magazzino. I clienti, in base alle esigenze loro e dei programmi che su tali computer devono essere installati, possono ordinare prodotti personalizzati: processori della velocità desiderata, dischi rigidi capienti, periferiche multimediali di livello anche professionale, etc. Una volta ricevuto, l’ordine viene indirizzato all’unità produttiva più prossima al cliente. Fino a non molto tempo fa, la Dell utilizzava linee di montaggio tradizionali, con lavoratori specializzati nello svolgimento di una singola fase. Le informazioni circa quali componenti installare nel singolo computer venivano trasferite lungo la catena mediante una scheda applicata allo chassis. Nel 1997, Dell decide di riorganizzare la produzione per celle: ad oggi i pc vengono assemblati non più facendoli scorrere lungo una linea più o meno estesa, ma aggregando le fasi dell’assemblaggio in più nuclei uniformemente distribuiti il cui output è rappresentato dal prodotto finito. In tal modo è stato possibile 263 ridurre i tempi dell’assemblaggio del 75% e raddoppiare la produttività a parità di superficie dello stabilimento occupata. Ai prodotti così assemblati viene successivamente aggiunto il software; alla fase di test segue poi la spedizione ed il cliente può così vedersi recapitato a casa il pc entro 5-6 giorni dall’ordine. La strategia di vendita diretta, quindi, in primo luogo impatta sulla consistenza del magazzino e sulla velocità a cui questo si rigenera. In un mercato quale quello dei personal computer in cui i componenti si svalutano del 50% all’anno, è estremamente rischioso avere giacenze. 7.3.2 Partnership con i fornitori All’inizio della sua avventura Dell ha ritenuto più opportuno sviluppare delle partnership coi migliori fornitori piuttosto che integrarsi verticalmente ingaggiando una lotta logorante. “Se devi gareggiare con 20 altri concorrenti che competono tutti per la produzione del chip grafico più potente del mondo, vuoi per caso essere il ventunesimo cavallo, o preferisci valutare la situazione e scegliere il migliore tra i venti?”, si interroga Michael Dell [Magretta, 1998]. La relazione a lungo termine con i fornitori assicura notevoli vantaggi: - Usare componenti prodotte da marche affermate e riconosciute incrementa notevolmente la qualità e le prestazioni dei pc. A causa delle differenze di performance tra prodotti simili, il cliente finale tende a valorizzare maggiormente il marchio del componente piuttosto che quello dell’assemblatore. La strategia è quindi quella di collaborare con pochi fornitori fino a che questi mantengono la leadership in termini di tecnologia, performance e qualità; - Accordi precisi con i fornitori permettono a Dell di stabilire dei margini di disponibilità futura; in tale modo anche se la domanda per tali prodotti 264 eccede l’offerta, Dell vede garantita la presenza di tali componenti nelle sue sedi d’assemblaggio; - La collaborazione è talmente stretta che alcuni degli ingegneri dei fornitori partecipano attivamente alla progettazione dei computer Dell. Inoltre, questi ingegneri supportano le prime fasi produttive dei nuovi modelli: se ci si dovesse accorgere di errori nella progettazione, si potrebbero così effettuare delle modifiche direttamente in fase di assemblaggio al fine di risolvere prontamente i problemi; - Il Just-in-time è una realtà negli stabilimenti Dell. Alcuni dei fornitori maggiormente critici hanno sedi produttive o, comunque, centri distributivi entro breve distanza dai luoghi di assemblaggio dei computer: in questo modo è possibile organizzare delle consegne su base giornaliera ed addirittura oraria in caso di necessità. Per agevolare i fornitori, Dell condivide i propri piani di produzione, le previsioni di vendita, le intenzioni di introdurre nuovi modelli, etc. 7.3.3 Perché Dell adotta il just-in-time Il just-in-time permette a Dell di avere vantaggi di costo e di diminuire il tempo di introduzione nel mercato di nuove generazioni di computer. La tecnologia incalza così velocemente in alcune componenti (in particolar modo nei processori e nei dischi rigidi) che ogni articolo in magazzino diventa obsoleto nel giro di qualche mese, ed alle volte anche più velocemente. Avere due mesi di inventario significa rimanere bloccato nella transizione da una generazione all’altra di prodotti. E ancora, c’è una caduta quasi verticale nei prezzi dei componenti: in un anno si riducono del 50%, quindi di quasi un punto percentuale a settimana. Intel, ad esempio, regolarmente taglia i prezzi dei sui processori più datati quando ne introduce di nuovi, e lo fa ogni tre mesi circa. Allo stesso modo i costi dei dischi 265 fissi si riducono rapidamente: in pochi anni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale della capacità di memorizzazione di questi dispositivi. Riuscire ad avere un magazzino ad alta rotazione è la chiave del successo. Come lo stesso Michael Dell spiega [Magretta, 1998]: “Se ho undici giorni di inventario e il mio concorrente ne ha 80 e Intel lancia un nuovo processore, ciò significa che io raggiungerò il mercato 69 giorni prima. (…) Nell’industria dei computer, il magazzino può rappresentare un rischio elevato poiché se il costo dei componenti di riduce del 50% l’anno e tu hai 2-3 mesi di magazzino contro gli 11 giorni, ti ritrovi con un grosso svantaggio di costo”. La collaborazione coi fornitori è così stretta da permettere di lavorare con solo pochi giorni di inventario per alcuni prodotti, e di qualche ora per altri. Dell invia ai fornitori almeno una volta al giorno i dati circa le consistenze e le necessità di fornitura. In alcuni casi ciò permette di operare con scorte prossime allo zero. La società ha ridefinito negli anni le sue capacità di monitorare il magazzino e di operare con scorte minime. Nel 1993, Dell aveva 2.6 miliardi di dollari di vendite e 342 milioni di dollari in inventario; nel 1998 12.3 miliardi e 233 milioni, con una copertura del magazzino pari a sette giorni. Per fornire una comparazione Gateway, che opera anch’essa secondo il build-to-order, nel 1997 aveva 6.3 miliardi di dollari di vendite, 249 milioni di dollari nel magazzino e una rotazione pari a 14 giorni. Compaq, invece, 24.6 miliardi di dollari di fatturato e 1.57 miliardi di dollari di magazzino, ma con un copertura di 23 giorni. 7.3.4 Le vendite dirette Vendere direttamente ai consumatori, dà a Dell un riscontro immediato e preciso circa le preferenze degli stessi e circa i problemi tecnici che affliggono i propri prodotti. Con migliaia di ordini al giorno, con milioni di dollari di prodotti 266 venduti quotidianamente e con contatti giornalieri di ogni tipo coi clienti, la società tiene efficacemente sotto controllo il mercato, identificando velocemente i cambiamenti nei trend di vendita e ottenendo un feedback immediato sui problemi dei prodotti. Se si ricevono più segnalazioni riguardanti lo stesso difetto, gli ingegneri vengono immediatamente attivati per una sua rapida soluzione sia a livello di progettazione che di assemblaggio, e solitamente questa viene ottenuta nel giro di pochi giorni. Tale velocità di risposta, dà a Dell un significante vantaggio competitivo, particolarmente nei confronti dei produttori asiatici che sono soliti produrre ampi stock di pc per alimentare i canali distributivi con prodotti altamente standard. Le vendite dirette, poi, sono un ottimo strumento attraverso il quale favorire una rapida e proficua transizione verso generazioni di computer più evolute. 7.3.5 La segmentazione del mercato Nel 1998 Dell vendeva il 90% dei propri computer ad imprese o a uffici governativi e, di questi, il 70% effettuava acquisti per un importo minimo di un milione di dollari l’anno. Tra i suoi principali clienti vi sono Shell Oil, Exxon, MCI, Ford Motor, Toyota, Eastman Chemical, Boeing, Goldman Sachs, Oracle, Microsoft, la banca Woolwich, Michelin, e molte altre imprese leader nei rispettivi settori. Nonostante Dell venda ad importanti realtà, nessuna di questa rappresenta più del 2% delle vendite totali. Inoltre, poiché gli acquirenti istituzionali acquistano i computer più potenti, Dell vende prodotti per un valore medio di 1600 dollari, ben più elevato dei 1400 dollari della media del settore, e ciò si traduce in più ampi margini. Le vendite ai privati ed alle piccole imprese vengono fatte attraverso fax, telefono ed internet. Esiste un numero verde da poter contattare a cui fa riferimento un call center con grande capacità ricettiva, attraverso il quale 267 configurare il proprio computer, pianificarne la consegna e pagare con carta di credito. La vendita tramite web ha avuto inizio nel 1995 con la costruzione del sito www.dell.com, raggiungendo quasi subito l’importante traguardo del milione di dollari di vendita al giorno. Nel 1997 la media delle vendite giornaliere attraverso il sito è stata pari a 3 milioni di dollari, con picchi di 6 milioni durante il periodo di Natale. Ben presto questo canale di vendita ha sorpassato quello telefonico. Nel ’98 i contatti web erano in numero 20 volte maggiori di quelli fatti registrare dal call center. La figura 7.2 mostra le diverse fasi della segmentazione in Dell. Figura 7.2: evoluzione della segmentazione in Dell Grandi clienti Grandi imprese 1994 Imprese di media dimensione Piccoli clienti Uffici governativi Piccoli clienti 1996 Imprese multinazionali Imprese di media dimensione Statali Consumatori Grandi imprese Fonte: Magretta, 1998 Piccole imprese Federali Scuole 1997 268 7.3.6 Il servizio al cliente Eccellere nel servizio reso al cliente è stata una delle prerogative della Dell dal 1986: in quel periodo le continue lamentele circa la necessità di dover rispedire il computer al produttore per l’assistenza, fece prendere la decisione di garantire un servizio efficiente di assistenza on-site. L’assistenza, inoltre, non viene svolta da personale interno all’impresa ma da fornitori esterni in grado di offrire maggiore flessibilità e un tempo di intervento molto limitato (in genere entro il giorno successivo alla chiamata). La vendita diretta, però, permette di incrementare notevolmente il servizio. Uno degli esempi più significativi riguarda il software che viene caricato nel pc da consegnare. Mentre i concorrenti si limitano al sistema operativo e ad alcuni applicativi standard, quali ad esempio i fogli elettronici o i word processor, Dell va ben oltre facendosi carico dell’installazione del software più tecnico impiegato dal cliente. Questo esempio verrà discusso in seguito, nel paragrafo dedicato alla decostruzione orizzontale. 7.3.7 L’integrazione virtuale3 e la condivisione delle informazioni Come visto trattando della strategia di Dell, questa società dà molta importanza alla collaborazione con fornitori e clienti. Questi rapporti, basati su un intenso scambio informativo, danno all’impresa quella struttura che Michael Dell chiama “virtual integration” caratterizzata da un intreccio relazionale talmente profondo con i partner esterni da rendere impossibile la precisa individuazione dei confini aziendali. Sono molte le attività che Dell conduce al fine di incrementare questo tipo di integrazione; in questo modo riesce a sfruttare appieno il patrimonio informativo che deriva dallo stretto contatto che la vendita diretta le permette di avere coi clienti. La condivisione delle informazioni diventa 3 Traduzione di “virtual integration”, termine utilizzato da Michael Dell per descrivere l’approccio alla catena del valore della sua impresa. 269 quindi una fonte importante di vantaggio competitivo poiché basata sulla valorizzazione di relazioni non facili da sviluppare in poco tempo. Da quanto detto emerge chiaramente come i concetti di decostruzione ed integrazione virtuale siano del tutto simili: in entrambi i casi i confini aziendali diventano sempre più sfuocati grazie alla creazione di un network comunicativo in cui la condivisione delle informazioni è il collante che genera nuovi modelli di business. Nei successivi paragrafi si intende descrivere la situazione attuale in Dell circa la decostruzione per poi trattare di alcuni specifici progetti volti ad aumentarne la portata attraverso la standardizzazione delle informazioni. Figura 7.3: integrazione virtuale in Dell Fornitori Clienti Dell 270 7.4 La decostruzione in Dell: situazione attuale Dell è una delle società al mondo maggiormente decostruite. Come già detto nel paragrafo precedente, quella che il suo fondatore chiama integrazione virtuale può a tutti gli effetti essere considerata decostruzione. Il caso Dell, inoltre, risulta essere ancora più interessante poiché nella sua strategia possiamo individuare approcci sia di decostruzione verticale che orizzontale. Il fatto, poi, che recentemente abbia mostrato particolare interesse per gli strumenti di standardizzazione descritti nei precedenti capitoli, ne fa la società ideale per questa trattazione. 7.4.1 Dell e la decostruzione verticale Dell Computer è diventata il principale fornitore di personal computer per le imprese grazie all’orchestrazione di una supply chain altamente disaggregata [Edelman, 1998]. La decostruzione verticale (detta anche interna) consiste nel coordinare gli anelli che costituiscono una catena del valore (a tal proposito si veda il capitolo 4). Dell ha costruito un importante vantaggio competitivo proprio adottando questo tipo di strategia. Uno dei principali fattori che stimolano i processi decostruttivi è la presenza di un flusso informativo spontaneo e quanto più possibile completo; Dell ha da sempre mostrato di essere molto attiva da questo punto di vista. Lo conferma, innanzitutto, il modello di business adottato: la vendita diretta ha, infatti, il pregio di essere una fonte preziosa di informazioni. Dell riesce, poi, a valorizzare molto il rapporto coi partner esterni: la collaborazione è talmente stretta che non è sempre agevole tracciare il confine delle società coinvolte. 271 A differenza di molti suoi concorrenti, soprattutto nei primi anni ’90, Dell non si concentra sulla produzione dei componenti: il valore non viene creato producendo microprocessori e memorie, bensì dalle attività di coordinamento e dal servizio reso al cliente. Per questo motivo Dell si è concentrata sull’assemblaggio e sulla vendita diretta. Nella figura 7.4 il modello competitivo di Dell viene confrontato con quello di un ipotetico concorrente integrato verticalmente. Figura 7.4: decostruzione verticale Produttore tradizionale Dell Fasi della catena del valore svolte da partner esterni Fasi della catena del valore svolte internamente Alcuni esempi di come svolga queste funzioni riguardano la fornitura dei monitor, il servizio logistico e l’assistenza tecnica. 272 Per ciò che riguarda l’assistenza, Dell ha degli accordi con partner esterni. Nel momento in cui il cliente richiede un intervento, il call center invia due messaggi: uno al riparatore e l’altro al magazzino. In questo modo il magazzino viene attivato per la possibile richiesta di componenti che il tecnico, effettuata la riparazione, potrebbe esigere. Agli occhi del cliente la riparazione è effettuata dalla Dell; in realtà questa non fa altro che inviare le opportune informazioni ai collaboratori esterni. È quindi importante poter disporre di un sistema informativo affidabile e veloce. Anche la fornitura di monitor viene organizzata secondo gli stessi principi. Dell si rifornisce principalmente da Sony, produttore noto per la qualità dei propri prodotti. Il numero di monitor difettosi prodotti da Sony è talmente basso che a Dell non conviene testarli prima di spedirli, insieme al computer, al cliente. Preferisce, invece, spedire separatamente monitor e computer: il primo, direttamente marchiato Dell, partirà dai magazzini Sony; il secondo da quelli Dell; i due si ricongiungeranno, poi, nei centri di smistamento del corriere che ha in appalto la gestione della logistica. Il corriere, infine, consegna i due pacchi al cliente che li riceve nello stesso momento. Organizzare una spedizione di questo tipo non è certo facile: ancora una volta il tempismo e l’affidabilità del sistema informativo sono centrali, poiché un processo di questo tipo richiede uno scambio di informazioni rilevante. La figura 7.5 schematizza tale complessità. 273 Figura 7.5: evasione di un ordine 3 1 DELL 5 2 4 3 2 SONY 4 Flussi informativi Flussi fisici Le fasi lungo cui tale processo si sviluppa sono cinque: - 1. Il cliente accede al sito internet Dell e configura il proprio personal computer; - 2. In tempo reale il sistema informativo di Dell verifica la presenza dei componenti necessari per l’assemblaggio ed interroga quello della Sony per verificare la presenza del monitor scelto; - 3. Una volta verificata la presenza dei necessari prodotti, l’ordine viene confermato e si procede ad inviare due messaggi: il primo all’unità di assemblaggio che pianifica la produzione del computer; il secondo alla Sony che inserisce l’ordine nel proprio sistema; - 4. Il pc assemblato viene dato in consegna al corriere; contestualmente accade la stessa cosa per il monitor; - 5. I due pacchi vengono consegnati nello stesso momento al cliente. 274 Dall’esempio precedente, si può quindi notare come le tre imprese coinvolte siano altamente integrate; se i rispettivi sistemi informativi non fossero in grado di dialogare efficacemente tra di loro, produzione e consegna non potrebbero essere svolte in questo modo. 7.4.2 Dell e la decostruzione orizzontale La strategia adottata da Dell nei confronti di alcuni clienti dà adito a situazioni di decostruzione orizzontale. Per decostruzione orizzontale (detta anche esterna) si intende quel tipo di rapporto che si crea tra Dell e le catene del valore in cui l’impresa stessa si inserisce trasversalmente. La figura 7.6 ne dà una rappresentazione sintetica. Figura 7.6: decostruzione orizzontale Catena del valore A Catena del valore B DELL 275 Catena del valore C L’offerta di Dell diviene quindi un anello di altre catene del valore all’interno delle quali si integra completamente. Questo è ciò che accade per quelle società i cui prodotti includono la presenza di un PC: è il caso dei grandi impianti industriali di automazione che vengono gestiti e controllati attraverso dei computer. Queste società generalmente non assemblano i computer ma si affidano a partner esterni per questo tipo di forniture. Dell, però, non si limita a vendere i propri prodotti ma va ben oltre. Attraverso collegamenti extranet appositamente configurati (chiamati Premier Pages), i clienti hanno accesso diretto al server Dell che gestisce gli ordini. In questo modo possono ordinare i computer necessari più efficacemente e possono personalizzarli secondo delle esigenze di natura più tecnica rispetto a ciò che sarebbero in grado di fare attraverso un accesso di tipo tradizionale. Un servizio innovativo in cui Dell si sta specializzando, è quello di estendere la propria offerta a servizi a maggiore integrazione. Sono sempre di più, infatti, i clienti che affidano a questa società la completa gestione della propria infrastruttura informatica. Esternalizzando questa attività, riescono a concentrarsi maggiormente su quelle che per il loro modello di business garantiscono la creazione di un valore maggiore. 7.4.3 Dell e la matrice d’analisi Dopo aver descritto le modalità attraverso le quali Dell si decostruisce, appare opportuno sintetizzarle attraverso il modello già utilizzato per l’analisi degli approcci alla decostruzione. 276 Dati Enhanced network Tabella 7.1: Dell e la matrice d’analisi Decostruzione interna (o verticale) Informazioni Conoscenza DELL Decostruzione esterna (o orizzontale) Questa è la situazione dell’impresa in esame ad oggi. Essa è estremamente attiva sul fronte della decostruzione interna: come è stato descritto precedentemete sono molto poche le fasi che vengono gestite internamente; l’impresa, infatti, crea valore soprattutto dal coordinamento delle attività svolte da partner esterni. Con questi vengono scambiati dati ma soprattutto informazioni, principalmente in merito ai piani di produzione ed alle stime circa le necessità future. Il legame tra gli ingegneri di Dell e quelli dei fornitori determina una discreta condivisione della conoscenza, spesso però limitata alla risoluzione congiunta di problemi di affidabilità dei componenti. La decostruzione orizzontale ha invece un impatto minore in termini quantitativi: l’integrazione coi clienti è spesso limitata all’accesso a pagine extranet basate su protocollo http. I sistemi informativi non risultano essere quindi totalmente integrati. La natura della condivisione è invece estesa: Dell crea molto valore dallo scambio informativo coi clienti (garantito dalle vendite dirette). L’esperienza tecnica (conoscenza) che si accumula dalla risoluzione dei problemi dei computer, viene condivisa coi clienti sia attraverso interventi manutentivi mirati che attraverso dei veri e propri seminari (chiamati Platinum Councils) a cui partecipa lo stesso Michael Dell. 277 7.5 La migrazione verso degli standard comunicativi La decostruzione è una realtà in Dell; come abbiamo visto, questa società è molto attiva sia nei confronti della decostruzione verticale che orizzontale. Quest’ultima, però, è tra le due quella in cui le possibilità di miglioramento sono maggiori. L’integrazione con i clienti, infatti, avviene attraverso delle pagine web, chiamate Premier Pages, che, benché personalizzate e ottimizzate per il singolo cliente, non consentono una vera e propria integrazione con il sistema informativo di quest’ultimo. Da queste considerazioni nasce la scelta di Dell di riprogettare tale integrazione sfruttando al meglio le opportunità offerte dall’xml. 7.5.1 La ristrutturazione del sistema informativo Primo passo verso una maggiore integrazione coi clienti, è stato quello di cambiare completamente la struttura del sito. Fino al 1999, Dell organizzava i flussi informativi gestiti dal sito secondo lo standard html: in questo linguaggio erano scritte tutte le informazioni che attraverso il sito transitavano. Due considerazioni giustificano la decisione di Dell di passare all’xml. La prima è relativa al fatto che l’html, pur essendo un ottimo strumento per la composizione delle pagine, non lo è altrettanto per l’integrazione con i sistemi informativi, quali gli ERP, a causa della sua bassa flessibilità. La seconda riguarda il fatto che Dell fa un uso esteso del web: tutte le informazioni in transito da e verso il cliente tendono a passare attraverso questo canale comunicativo, rendendone l’ottimizzazione necessaria. La transizione all’xml non ha significato solo tradurre nel nuovo formato il contenuto dei documenti html, ma soprattutto ridefinire la struttura dei dati per 278 renderla compatibile con l’approccio gerarchico che l’xml richiede [Laster, 2000]. Così facendo Dell ha creato un sostrato comunicativo basato su uno standard universale estremamente efficiente: l’utente finale, infatti, continua a visualizzare le pagine web in html; ciò di cui non si accorge è che tali pagine sono in realtà generate da database scritti in formato xml, opportunamente tradotti per favorirne la visualizzazione. Ciò dà la possibilità a Dell di rendere il contenuto di una pagina indipendente dalla visualizzazione della stessa. Prima di tale rivoluzione, il contenuto informativo veniva, infatti, incluso nel documento html: così facendo, però, risultava molto difficile, se non impossibile, l’integrazione con i sistemi informativi dei clienti. Oggi, invece, Dell può inviare al cliente il documento xml, che questi potrà elaborare automaticamente. Per chiarire l’importanza di questo cambiamento, si consideri il servizio Premier Page. Questo permette ad alcuni clienti rigorosamente selezionati, di interfacciarsi al sistema informativo di Dell attraverso delle pagine web specificamente disegnate. Come strumento di vendita e di relazione, queste pagine aiutano sia i clienti che la Dell stessa a gestire al meglio la loro relazione commerciale. Considerate dal punto di vista tecnico, però, la loro funzione è limitata dall’essere applicazioni a sè stanti. Questo obbliga spesso i clienti a completare l’ordine su due sistemi differenti: quello delle Premier Page e quello della propria società in cui l’acquisto dei pc viene prima autorizzato e poi attivato. Attraverso l’utilizzo dell’xml si elimina la necessità di introdurre i dati separatamente nei due sistemi che sono ora in grado di comunicare direttamente tra di loro. I vantaggi di una soluzione di questo tipo sono principalmente tre: - Si riducono le possibilità di errori nell’inserimento degli ordini; - Si aumenta la velocità del ciclo d’acquisto; - Si abbattono i costi amministrativi del procurement. 279 7.5.2 Il funzionamento del nuovo sistema La figura 7.7 mostra come il nuovo sistema opera. Figura 7.7: il funzionamento del nuovo sistema Cliente Dell html 1 6 2 3 xml Fonte: nostra rielaborazione da webMethods (2000) 5 4 Le fasi in cui suddividere questo processo sono sei [webMethods, 2000]: - 1. L’utente configura un computer attraverso la Premier Page e ne inoltra l’ordine; - 2. L’ordine viene trasferito al sistema informativo di Dell; - 3. Attraverso un file xml si richiede l’autorizzazione al completamento dell’ordine al procurement system dell’impresa il cui utente ha avanzato la richiesta d’acquisto; - 4. Se l’utente è autorizzato ad effettuare tale acquisto, una risposta affermativa viene inviata in xml al sistema informativo di Dell; 280 - 5. La Premier Page viene aggiornata di conseguenza; - 6. L’utente riceve conferma dell’avvenuta approvazione del suo ordine. Tutto ciò si svolge in tempo reale ed in automatico. Prima che questo sistema venisse implementato, l’utente doveva occuparsi dell’inserimento della richiesta dell’ordine nel proprio procurement system con conseguente perdita di tempo e rischio di errore. Ora invece tale procedura viene svolta in modo del tutto trasparente, lasciando addirittura presupporre che tale complesso scambio informativo non avvenga nemmeno. Ciò si traduce in un incremento sensibile dell’integrazione tra le due imprese. 7.5.3 La nuova situazione di Dell ed il modello d’analisi Come visto, l’utilizzo del linguaggio xml è servito ad aumentare il grado d’integrazione di Dell con i propri clienti: in tale modo l’offerta di valore dell’impresa si può inserire al meglio nelle catene del valore gestite da altre imprese. Ciò si traduce in una maggiore decostruzione orizzontale, caratteristica in cui Dell precedentemente non eccelleva. Tale nuova situazione è mostrata nella tabella 7.2. Dati Enhanced network Tabella 7.2: la nuova situazione di Dell Decostruzione interna (o verticale) Informazioni Conoscenza DELL Decostruzione esterna (o orizzontale) xml 281 282