Transculturazione - FOR.PSI.COM. Uniba
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Transculturazione - FOR.PSI.COM. Uniba
Transculturazione Termine coniato da un sociologo cubano (Fernando Ortiz) negli anni 40 del XX Sec., per parlare della identità afro-cubana, viene col tempo adoperato per indicare la sovversione delle identità linguistiche e culturali attraverso l intervento di altri modelli, altre figure innestate sulle vecchie per creare non una sintesi culturale ma nuove strutture che permettono di pensare diversamente, altrimenti . La transculturazione, dunque, come nuovo modo, nuova configurazione che permette un pensiero e un identità differente e non riducibile alla somma delle parti, un nuovo sistema identità che porta novità e cambiamento. Contact Zones, da Mary Louise Pratt, Imperial Eyes: Travel Writing and Transculturation • La transculturazione è un fenomeno tipico delle cosiddette contact zones Una zona di contatto è lo spazio dell incontro coloniale, nel quale persone prima separate da distanze apparentemente incolmabili stabiliscono relazioni, spesso fondate su coercizione, violenza, conflitto radicale – ma sempre comunque relazioni (pensiamo a Foucault, e alla possibilità di liberarsi dal potere come relazione). Il termine ‘zona di contatto’ è un tentativo di sottolineare la compresenza spaziale e temporale di soggetti precedentemente separati dalla storia e dalla geografia, le cui traiettorie, ora, si intersecano. Esso mette in luce la dimensione interattiva e anche ‘improvvisata’ (performativa) degli incontri coloniali, che viene tralasciata nei resoconti stereotipati che tramandano solo di dominazione e conquista. • *Contatto* - come prospettiva, punto di vista – pone l’attenzione sul costituirsi dei soggetti in una relazione reciproca, spostando l’attenzione dalla separatezza/ alterità insanabile (apartheid) alla com-presenza, all’interazione, anche all’interno di relazioni di potere asimmetriche. TRASCULTURAL WRITING • Il concetto di ‘scrittura transculturale’ si riferisce principalmente ad una scrittura non-europea creata e sviluppata con mezzi e traiettorie europee. • La scrittura postcoloniale, come espressione di un gruppo non europeo, erede di una situazione coloniale che ha creato sistemi di pensiero fissi, che si ‘appropria’ della lingua e dei generi letterari europei per veicolare altri significati ed altre soggettività, può essere una scrittura trans-culturale. • Essa seleziona ed adatta i discorsi europei sulle ‘periferie del mondo’ a proprio uso: per tentare di creare culture decolonizzate pur mantenendo parte dei valori europei (i generi letterari e ciò che sottende ad essi). • Da essa emergono soggettività contaminate, ‘nuovi sistemi identità’. • Essa richiede una parziale collaborazione con la lingua ed i mezzi espressivi del ‘colonizzatore’, nonchè una appropriazione della sua lingua. "Often, these idioms are bilingual and dialogic" (Pratt 4).