l`italia di oggi

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l`italia di oggi
N. 5.
SERlf [.
L'ITALIA DI OGGI
EDOARDO GIRETTI
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TRATTATI DI
COMMERCIO
. E POLITICA
DOGANALE=
A. BONTEMPELLI ROMA MCMXIV
EDITOffE
N.
o.
L'ITALIA DI O G G I
EDOARDO GIRETTI
l)~PUTATO
Al. PARLAMJ';NTU
TRATTATI DI COMMERCIO
E POLITICA DOGANALE
C. A BONTEMPELLI ROMA l\lCMX f V
EDITORE
J
PROPRlll.lTÀ LETTERARIA 11.lD ARTJSTlCA.
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti
i paesi, compresi i regni di Svezia, Norvegia e Olanda.
Copyright, 1914, by C. A. Bontempellì, editore, Roma
Ce1'e11te
Romn -
responsabile:
LEONARDO ANTONtOLT
Sto.bilimento Cromo-Lito-Tipogro.fico Arml\oi & Stoin.
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TRATTATI DI COMMERCIO
E
POLITICA DOGANALE
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I.
Il vigente regime doganale dell'Italia.
Il vigente regime doganale dell'Italia risulta dalla Tariffa generale approvata colla legge del H. lu!.)"lio i>;87, parzialmente modificala con leggi poslcl'iori e tempecata dai trattati di commercio, i quali
al 1° gennaio 1913 regolavano gli scambii dell'Italia
con N. fS l Potenze.
La rifurma doganale avvenuta in Italia nel 18~7
fu il frutto di un abile compromesso tra i nuovi
gruppi incluslriali cupidi di maggiore protezione a
spese dei ronsumatori nazionali ed i grandi proprietari fondiari, che avevano visto le loro rendite insidiate dal rinvilio dei cereali in causa dell'accresciuta
concorrenza delle colture transoceaniche, rese possibili rlai facilitati e più economici mezzi di trasporto
terrestri e marittimi.
Checchè ne pensi l'on. N. Colajanni, che, meridionale e nemico dell'affarismo politico, assume volonticri la parte di difensore del protezionismo inclu-
-
10 -
::,L1·iale non solo nei libri (1), ma anche 11e1 giornali
asserviti notoriamente ai « trusts » del ferro e dello
zucchero, l'aum ento del dazio doganale sul grano
fu proprio il prezzo, col quale gli incipienti gru ppi
poliLico-indu str1ali comperarono dal Parlamento, in
rn i ancora predominavano di gran lunga gli intc
ressi ag rari , la riforma proLezionista del 1887 in 101·0
favore.
I consumatori allora erano compleLamente disol'ganizzati e, perciò, assenti dal1a vita politica d cl
raese.
11
Iilwrali che l'l;,a]1vu.11u alla pulil1w dd r o11lc di r;a\'Ulll', i 3rt1ppi induslriali wutezinnisli H\' l'\'11110 i111
11li<'il<tn1l·1ile .,·uada!!"11alu la !uro t'H\I Sa.
.
1
1;11 ncordala lC!.!!.!e dl'I 1/1 Iugli(I IX87 <'11rnnava
1
lorn '-'fOn'1 appru\'ando la nuova 'l'ariffa go11Nalt
claz 11 d1 d o,~rnna, il cui ca r allc>1·c drn11i111111lt• (•1·a
1111 prn!cz1onismo mollo Plevalll ad alc·111H ' i11d11
strie: p1·ecic,amente a quelle incl11c;;l.ril', le rpial i, ti i-
dl'i
"POJH'11do di una mai::-!!iore inflrn nza politica l'd l'"'
.
!e, ave\ <111!1 I J(lj li !11 ('())I<' I
'=CJI( Io rneg· 1.10 01·ganizza
liar;-;i Il fUVOJ'e del nO\Pl'nO l d affPT'ITl éll':--i f1Jl'lt•
111enlP nella nomina .tPlla granrlt• Co111n1 is~ 1on1• d'i11 1
G1 i agricoltori ligi ai padroni della terra sì erano
anch e essi lasciati illudere dall'astuta propaganda
dei sofismi protezion isti della « Lega di Difesa Agraria » costituita e presieduta dal Méline italiano, il
granfie industriale lanaiuolo senatore Alessandro
Ross i, cl i Schio, allo scopo pratico ed imm ediato cl i
agita1·e lo spauracchio della rovina agricola dell'Italia, se non si riusciva coll'artificio doganal e a riportare il prezzo del fTumento sul m ercato nazionale al
limite di lire 25 il quintale, che egli agrari asserivano necessario per rimborsare loro le spese di coli ma (2) .
Ottenuto con qualche difficoltà che il Parlame11Lo
abbandonasse per riguardo al grano le tradizioni
ntPl'Utti rnc·c"1lti dalla "l>irPz.ion1 • C:1 •111 •l':d1• t[,.11 ' A~ricol.tur~1 •
i prrz:r.i 111P<li c] .. I frn111Pnto cli 1" qunlit11 furono in l t..'llrn :
pr•r 1p1i11t11 J,.
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Il daz.10 :,ul grano fu a11ll1Pntatn d~1 L l.-l~ :i L. :l IH'I'
r111i11talo colla legge del 2J apr1Jp 1~81 ; q11111ch n J, . .j c·ol
I{ dPcreto 10 ff'bbraio l~~i->.
r l prov\redi monto C'blw efffrac·i a i lll ll!('clia ta. ('01111' ~i
1889
1890
(1) « i.'ltalia di Oggi ». Dott. NAPOJ,EONE Cou.JANNT, deputato al Parlam ento: Il Prnoresso Ecnnom ico.
(2) fl prezzo del grano in Italia era sceso dopo il 1882
ll meno di lire 25 il quintale. Secondo le statistiche dei
2 L~>I
1832
lire 22.Hf>
2-1.311
•
2a.m;
2:-1.98
2;-i.30
"\ 1•1 181)3, ~otto l'azione di 11110\ 1 rib~1~si mondiali rl
prc>zzo del gra n o riprese a declinare in !Lnlia: 0~1d<' 1111 "
1111ova agitazione degli agrari ottenne dal GoYPl'llO rl R di~
C'l'eto del ] O febbraio 1.894 che porta va il dazio dogannlC' 11 1
I
-
12 -
<'hiesLa per la revisione ùella Tariffa doganale. :\el
fallo, il Parlamento non :>i conle1Jtò di approvare 11•
proposte ùella Commissione cl'inchie~ta, 111u vi up
portò notevoli aggravamenti in piu punti t' special
mente nelle «voci» agrarie ( l ).
\·
11.
lire e poi il H . decreto del 10 dicembrr di c nell';1n110 stes.')o
eh~ lo fissaYa nella misura tuttora vigente 1di li rr i .50 fJ<'l'
qumtale, con questi risultati nei l'"rzir,i annui medi:
1893
1891
1895
1896
Il sopravvento dei g·ruppi industriali nel 1887.
per quintale
Jir,. 2Ul8
»
Hl.67
2 l.2J
\fft>lfall(lo una :oaggia ed 11111Hu·ziall' H\'\'t' r::i11111·
23.07
Dal 189J-18H6 cominciò una n1101·a serie di prN1z1 a1>c-t>11dPnti: il fr11me11t0 in Italia fu cost..antr111ente sopra le !in· 2.:;
per quintale e salì in yualche anno olti e le lil'e 30.
~i l>UÒ conw ltarr utilmente su llr 1 ÌC"Pndl' cl<>lLa prndu;-,ionp <' <lPi prrzzi dei frumento in ltalia la n •c·rnte pubbliNtr.ione dell'ing. Giuseppe Zattini, successo al proL Ghi110
\ al"nti, nella direzione dell'l'fficio cli Statistica Agrari.a
clc·I Ministero di Agricoltura, r ndustria e (\Olllll1('J'Cio: //
Frum ento in ltalio: J>1·11rluzio11e - r'1J11s11111(} - Prezzi. Homa, 1914.
>
(1) llelatore della Commi1>sione d ' fochi esta 1wr la Parte•
industriale> ora stato il deputato (poi ministro) Vittorio l':llrra, rappresentante nella Commissione del GovC"rno insiem C'
col vice-presic'lente on. Luigi Luz;r,att,i. Presidente della Commissione fu il senatore Francesco Brioschi , commissario
Pletto dal 8Pnato. Fra i commissari Pletti dalla C'am<'ra clt>i
deputati fu l'on. Edilio Raggio, un norn<' che e ra allora ..
tutto un programma!
Il senatore Fedele Lampcrtico, relatore della Commissione per la Parte agraria, aveva concluso sfavorevolmentt>
all'aumento del dazio sul grano, ciò che non impedì al Parlamento di votarlo come jl « pretium scPleris » pagato ai
rappresentanti agrari in compenso del loro ''Oto agli aumenti dei dazii industriali. J!J strano cht' uno « s71M·imentulista » dell'economia politica, quale si afferma !'on. Colajanni, si rifiuti ad ammettere che i fatti valgono piì:1 delle
parole.
per Il' opinioni trnppo assol11ll' cll'gli t·1·unu111i-;ti in
ai daz11 prol '•ll1\·i, ronlraddelte d.t uno studio
più allento dei fatl1, l' pn3le11cle11do di volere <'ffka1 rrnenlP rcsisll're alle eece::;~n" dornu11d1• di prnleZHH1l' di certi gruppi parLirolal'I, la flelaz10He per la
i>ai'le indu slnale della Conn11issio1w cf'11w1Jiesfa doganale (1) purliva dal presupposto l'11e k " savie rif<mne daz1ane, conlinuando ed aggiomando l'opern
di 1·pvisio!ll• già iniziata c:olla lanlfa del :m rnag
i.;·io 1878, dovessero essere ri\ olle soprnllu!lo a com pensa1·1' i produll,ori del peso delle imposte, senza
ce rcare cli l'c>s!ringere il soverchio delll' impol'la z1n11i
cli manifatture foresLiere ».
,\fferma\a anche la Commissione cl'inrhiesta. C"ofle pal'Ole del :-:uo Helalore per la Parte induslriale.
IOl'/l(J
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--,.
(1) Atti della CommissionC' d'in<'hirsta J>C'I' la HP1 i;;ionr
d(>.Jln tariffa doganalt>. f la Parte I ndnsLrinlo. Honia, 'l'ipogmfia l!~r<'di Botta, 1RR6.
-
:4 -
u11. comm. \'. I!;lleua, la convenienza ùi «procedere!
con molta prudenza e senza andare contro a crisi ,
sotto le quali la nostra ancora debole complessione
potrebbe soccombere'» e aggiungeva che «da qua lunque parle si guatrdi il problema, questo a nui
sembra. chiaro: che i dazii presenti possono essere
aumentali, ma in misura moderata, come chiede ti
genio ilalico alieno, anche nelle cose economi che.
da rivoluzioni violente e amico di studiate (' pa
zienti evoluzioni"·
Queste però erano frasi, che avevano il solo i11Lento d1 nascondere agli occhi uel grosso puhbl1eo il
caratte1·e vero della riforma doganale, che s1 sta va
J)l'eparando secondo le suggestioni L' sotto la pres
'jione diretta. dei gl·uppi industnali premums1 d1
raccogliere i frutti sapmili della. loro alleanza politica cogli agrari del Parlamento, spingendo moltv
più in là le rivendicazioni protezioniste, che m luni
Lat,a misura erano già riusciti ad ulfonere colla Ta
riffa del 1878.
!\ prnposito della discussion<' parlarne11Larc dell-i
lluova Tai·iffa doganale nel 1887, l'alt11ale Diretton'
genei-ale della Banca d'ILalia, Uonalclo Stringher,
('he, giovane allora e capo-sezione al Ministero dellp
Finanze, era segretario della Commissione d'inclliesla, fa alcune ammessioni che riescono assai gravi
ed eloquenL1 , data la qualità eminente dello scTil lore e la sua non dubhia e non celala len<IPn?:a pro
l(•z10nisla.
il
B;ali rirnrda, tra gh alt,ri, i 11olevull ma~prin1e11I1
o
.
. .
approvati dal .Parlamento ai daz1ì s1derurg1c1 proposti dalla Commissione d'inchiesta e sogg1ung:e:
« Si può dire che 11 Lutto insieme della gra11ùe 111dusLria del ferro e dell'acciaio e delle loro uppl1c~­
zioni dalla produzione della ghisa in pani col mi
neral~ elbano, a quella degli strumenti più perf~tt1,
abbia trovalo rispondenza nella riiforma studiala
cltligenteme11te durante l'inchiesta che mise capo alla
citata legge del 1'l luglio 1887: una legge che noll
fissò l'equa tariffa proposta dal relatore tecnico della
commissione d'i11chiesl.a, e nemmeno quella, leµ0·(·1·mente p1u prolelliva, uscita dalle discussioni del
D
.
.
la Commissione medesima e fatta propria dai mini
'-Mi .\I ag·lian1 e Grimaldi, ma una tariffa in più
parli recala a più alte misurre dalla Commissio~h·
della CamenL dei deputati, di cui fu auLorevol 1s
simo relatore Luigi Luzzatti."
"Evitl·enl.('n1e11le, in 1quell'occasione, bussairo110
alle porle del Parlamento molteplici interessi, i
quali, sebbene di natura e di atteggiamenti diversj,
ebbero la virtù e la forza di sorreggersi vicenrlevol
111euLe 11011 per meditato accordo, ma per oomunion<'
rli intendimenli e di scopi: tuLii insieme cooperando
a sopraeh~v<wc le Q:abelle, senza distinzione di
part,i (1)."
(1) BoN 11.no 8"L'IUNGI!lm, Oli scambii rrm l'Es~ero r,. '"
/'olitim Commerciale Jtalùrna dul 1860 al ][)10, in « 0111quanta Anni di Storia ltaliana >>. Pubblicazion e fatta. sottc~
g li a usp icii d0l GovPrno per CUl'a dPllA n. Arc,adPllll!l c(pJ
Linc:l•i. Ulrieo Ifoepl i , Milano, 1911.
-
.'vJa, cuut,inuanclo sempre l'aumento non frenato
delle ::>1Jese pulJbliche - dal 1879 al 1887-1888 le
::,pese effettive dello Stato erano passate da lire
1,180,000,000 a lire 1,589,000,UOO ( ! J - , non bastarono più i piccoli e ri petuti cc ritocchi finanziari,, e
si doveLtc escogitare qualche nuovo cespite di reddito
copioso e sicu ro per lo StaLo.
III.
L'a um ento del dazio sul grano 1'8clamato rlagli
agHtri s1 1Jresentò allora come un ristoro provviden iialc per l'erario esaurito, e si assistette al poco edi
ficante e poco morale spettacolo di un ministro, il
quale, poco tempo dopo avere g iurato che non sa
l'ebbe mai stato l u 1 a. mettere una « tassa sulla fame'»
vr11iva alla Came1·a a propone l 'aum~nto ciel dazio
sul g r-ano da L. i.40 a L. 3 per 4ui11tale, ben sapendo che quello era soltanto il pri1110 passo ve rso
nlLri e maggiori aumenti (2).
L'aumento del dazio sul grano.
8 necessario tener conto alttcsì cli due circo
stanze, le quali concorsero potenLemeLne in ltalia c1l
t l'ion fo deciso della tendenza protezionisLa nel 1887.
Da una parte il dissesto delle finanze.
La politica di folle prodigalità della Sinistra parlamentare andata al Governo pe1 la cl'i si del 1876
aveva aperto una larga falla nel bilancio dello Stato.
Per i primi anni il ministro Magliani, che di quella
politi ca fu il maggiore esponente (1), riuscì ad occultare i rinnovati disavanzi con vari espedienti e col
famoso ripiego dei debiti gabellat i per «trasform azioni di capitali '"
(1) Risulta.i i «om plessivi d e l BilanC"io Ttali.a,n o.
J<;sel'Oi:f.i
ti11n11zi11rf
effettive
1879
l880
1881
1,222.89
1,221.2:3
l,278.02
Entrntc
Spese
effettive
MILIO~!
1882
(l) L 'on. :.Vfagliani fu ministro dE>llE' Finanze nel primo
:\[ini..tern Depretis dal 26 dicf'm~rc~ 1877 a l 2,1 i:narzo 18.78.;
idem p r c>ggente del T esoro n el )I1n1stero Depre&1s da_l ~9 d1C'<'mbre 1878 al 14 luglio 1879; idem , i<~em , nel . )fm1~tero
Uairnli dal 25 novembre 1819 al 29 maggio 1881; idem 1<l<>!11
nei v.arii ::VI inisteri Depretis dal 29 maggio 1881 al 29 luglio
1887 · continuò ancora :\finistro d elle f<' in.anze <' regge:r:t<>
del 'l~f•so1·0 nel primo Ministero Cri spi dal 7 ag~sto 1~8_7 sm~
.ti 29 d icembre 1888, quando gli suerc>dc>lt1>1·0 I on. Gnmal<l1
a ll t> FinanzP e !'on. Per.azzi a l 'l'Psorn.
17 -
.,
1,299.:33
Av11nio
rllrttivo
Disavanzo
efTettivo
DI Lllm
1,179.%
l. l 94.40
1,224.76
l.:3 ! 6.29
l ,352.70
1,4:30.62
1,40:1.22
1,479.13
1.589.29
1,75-1.4 7
1,647.24
42.93
26.83
:')3.2fi
16.96
19.80
17.34
46.12
1881i-87
25.65
1887- 88
1,499.93
89.36
1888-89
1,500.84
253.63
1889-90
1,562.59
84.65
(2) N el 1885 !'on. :Ma&liani così . si c>sp rimeva a lla ÙHrn e ra d ei deputati a proposito del d azio sul g rano :
l88:3
1884-8:-i
1885-86
1,332.90
1,4.13.28
1,409.10
1,453.48
!
-
18 -
Dopo questa concession e falla alla c·oalizione a
grancl-imh1:str iale, il GoYe rno italiano d1' e11Lò purtroppo il cieco e docile strum enlo delle fo rze polilirhe
do111inanli ed alleate all o scopo di tute lare 1 parlicola.ri interessi che cercavano di affennarsi eo1 favo1·1
del la legge doganale, senza il nienon10 ri~·w1 rdo per
consumato1·i messi a bollino.
L altra ci1·coslanza, ch e c·orn.:o r::;e gnt1Hll'm enle :1
re nel ere possibile in Ital ia la riforrna cloi;·anale dt.•I
l ~H7, fu il <:on ternporan eo sopn1\vento delle idee e
co rren li protezioniste negl i u!Lr1 paesi e spec ia1me1lle
nei paesi dell'Em· .ipa Conline11lale. do\'€, collle i11
Ilalia, la clasc:e dei g randi p1·oprictarì foncl1ar1 tultorn poi iticamente prevalente aveva fatto ali panza
-
·01 ~Tll pp i i nd usi 1·ial i pe1· poi e 1· man lene 1·e art i fi
<
,
•I
«Noi n on abb iamo il diritto cli :H·c·1·pscc·rc> il p1·c>zzo delk
sostanze nec-essarif' .all'alimentazione clrl popolo, p<'r mm1<>nta1·p la rPndi~a de i proprietari. Noi 11011 au bia1110 il diritto
cli farp un gra nde pre]e,·amento sul fondo dei salari per ac·
r·rr>s<·Pre il l'onclo cl c·lla n'ndiLa. (Juesto non sa r e bbe la giuslizi~1 s0cialc·: questo non è, <' non potrà mai l'SSPJ'e l'ide<i le
rii 1111 pat>SP lihl'ro e cli una sa na d<' 111oc·ra~ i;1. »
cc L 'i111post.a del macinato influiva li<?\·cme1.1tc ad a11nH•ntare i I pn·r.zo dcl pane. n1a profi t!,a va a fa von' dello
Stato: al contrario il dazio cli e11trnta sui cerPa li influin·buo assai pii1 gran'mentl' ad accn·scen· il p1·pz"'.o ciel pane.
e• sa rebbe in1posto a c·a1·ico cli tu ~ti. i cor~st.rmat~n ~IPI pae~<',
per gio\•a r·E> ari u~ta sola classe d1 ('1ttad 1n1. c10<> ai p1·op1·1ptari cli t<'l'l'c colt."·.ate a grano. »
« C:he('C'ltt' a \' \'1•nga negli altri paPsi. ro coneep isco a neon~
la siwrn nza c·he non \:('.drl'1no ri n.asc·Ne in Ita lia . 1. da~i su 1
c·c•rc,ali e le sc·al<' 111obd1, che caddero sotto la. c1·1t 1,c·a 11wsoralJile clell'<>conomista <' per il t rionfo clr>lla l1b <>rta P d<>llc
s~n· ie r egoli' cl i ~01'erno. »
\'oda si: Ac.;Hrr,r,g P1,EBA~O « TI P a n <> a buon .:\J e reato.
()/i / 11 f11·es8t de/l'.l1;ricr,/!111·0 e il D11 zio s11i crre11/1 >>, 1897.
Hl -
rndrnenle elevaLe le propl'1e rendile, annullando ~·li
effett i della nalu l'ale corn.:ol'l'enza cl<·lle nuove colllll'e lransoceauiche (1) .
(l) ('11 c>c·o110111ista ilh1str<>, sagace e pl'Of011clo osserv;-1torP
rl1•llP l<'ggi clc>ll'Pvoluxionr t'<·nnomiC'a, cl-a po<·o tPmpo eh•.
1'11nto, Guslnv<• de :\l olina r i, ac11tanH'nlr a1rnlir.l-lant allorn
IP rnµ;ioni clt>lla 1·pcr11clc>s<·enza Jiro!,e~innista in ~ippHl'f'llL<'
c·on!,rnrldizionc• co l fatto e h<> IP naz ioni inrlnsll'iali cli\'011lan1110 sp111pr<' pi 11 dipenden!,i le> unp clallP a l ~re> pPl' la lo ro
snssist<•nz:1 " le lorn prime ll<'C'<'Sbit.à dplla 1·ita. Quest..a
11aµ:ina è> IJP1iissi111a 1' J111Ò c>SSNP CJ11i, 11ti l111p1.1t1• riprodotta:_
.e LP s1·stP11w protectC'ur est clone, a to11s Pgarrls, M11·a1111p
<'l 1111isil1ÌP ('p sPra1t <·t>penclant unp illusion dl' C'l'<>1rc• rp1P
lc>s nat1011s 111it11x N·lairPPS sur lenrs 1 rais intércts ahandonn<'rnnt proc·haÌlll'lllPllt Ce système. f•~n ('C 1110111~Ut Jl!ll' l'XCl~lpl1•
nous assistons :1 une• rc•crudescPnce de protP<'t1onn1smc>. Nous
\ 01 ons se n•lel'Pr pnrtout les barrièrc>s qni <>mpéchcnt le clé' c>°J oppP111c>11t rin rom111e1:c·e . intcntational, 1wndant que I.a
multip liC"ation t't ],., perrl'ctrnnnPJll<?nt cles moyt'llS de commun ic·ation agiss<>nt pour le fac·ilitPI'. On s'est étonué clP
\ oir se> procl11ir<' <'11 111émE> temps C"rs cle11x phéno111ènt"s co~1LracliC"toirC's . .:\l ais c'est préC"isC'mcnt parcp CJUP I? progr<>s
<[ps 111oyPns cl<? comn111 nicatio11 1-c•ml [p ma rché> nat1011al plus
:H·c·c•ssil;lr qnP Jps industrics qt~i possl>clai: 11~ aupnl'av~n.t I<>
1nonopolc• de eP 111.;ir<"l1é emp lo·1Pnt IPllr. •.n~llll'llC'<' polt t1qur
; 1 Lt i I' <' 1·c·111 pla<'er par clE's obstael!'s arti fie1Pls ks obs,taclrs
nat111·pls C]lli ll's prntégeai rnt c-ont1·p la 1·onc·111TPl1<·c> ctnrn»
}, <' s / ,11is Soi111 el/1' 8 c/1• I' !~1·0110111i1' l'r1/~I i1f11e pal' G .. D1'
~<' l 'P.
:\l o1. i:-;\lc1. P aris, 1886. Lih rair ie Guill<111111111 et C'., pag111t•
:? J.)-2 16.
-
21 -
collt.lra e delle i11ctuslrie inlerne aggravate da mau·
IV.
La reazione protez ionista in Europa.
:'\el fatto, la reazione µrolcziunista, che s 1 era
mamfestata nei }Jtincipal1 paesi tlell'Europa auche
per rappresaglia conLt'o la pol 1t1ca doganale degli
~taLi Cniti tl'An terica, i quali, per fare fronte alle
conseguenze finanziarie della guena di secessione,
avevano elevato considerevolmente i loro dazii sullè
;mporlazioni industriali europee, aveva prodotto un
ambienLe generale sfavorevole alla ri1111ovazione dei
lrntiati di commercio i11spirati a larghi sensi di li bertà, come erano quelJ i che avevano rnraLterizzato
il periodo storico iniziat.o col famoso trnttato 0011 cluc;o eia Riccardo Cobden e da Michele Chevalier
nel 1861 fra la Gran Bretagna e la Francia.
Dappertutto, in Europa, forti gruppi d'interessi
particola.i i reclamavano la protezione rloganale dello
Stato, evocando paurosamente il fantasma del mercato nazionale inondato dalle merci straniere p rodotte a costi illimitatamente decrescenti, contro a i
q11ali riusciva impossibile la concorrenza de1 l'agri-
g1or1 spC'se cli procluzione, sia per minore fertili~1.
naltm~lc del suolo, sia per il più pesante carico
delle imposte e, in certi casi, dei salarii.
. , l bilanci nazionali degli Stati europei ' tutti d a 1
p1u al meno sconquassali per le spese dovunque
aumentale dopo la guerra del 1870 i11 proporzione superiore all'incremento naturale delle entrate rendevano i Governi propensi a tutlo ciò che, bene '0 male,
pennetleva di provvedere alle necessità immediate
sia pure senza alcun piano di riforma organica ed
a lun::rn scadenza.
In Germania questa condizione era aggravata, da
una parte, dal sistema finanziario dell'Impero, ch e
faceva rlipc11rlere questo quasi esclusivamente dalle
imposte indirette e sui consumi, e, dall'alt.ra parte,
dalla nuova politica del Cancelliere di nismarck, costretto nella l·o lta ad oltranza contro gli elementi radica.li e socialisti a ce rcare i suoi più salcli puntelli
nell'arisLocrazia fondiaria e nella classe degli << junkers ».
Le famose lettere del Cancelliere al Consiglio Fe
rlc.ntle nel novembre e dicembre 1878 Nano squillate
iu Germania come il grido della riscossa protezionista.
L'anno seguente, l'Imperatore Guglielmo I diceva nel discorso della Corona al Rcich stag: «Io
considero come mio dovere di fare in rnodo che,
rnmpatibilmente con gli interessi generali. almeno
il mercato todesco venga conservato Alla produzione
22
11az1u11ale, navvicinando la log1slaz1one a quei pri11
<· 1p11, ::>lii quali. per oli l'C mezzo ::>eculo, poggiò pro-. pero lo Zollrerei11 ».
In Francia, la nuova flepulJIJlica aveva indubbinllleute trovato il suo principale sosleg-110 nelk classi
l'Unili, tra le quali il pregiudizio pl'olozwnista Cl'a
Plll' sempre profondamente radicato, lalchè non
riuscì difficile a.~di interessali al ristabilimento delle
banrcre doganali di far vibrare le note del senLimento patriotico, presentando il nazionalismo cco11omic() come il mezzo atto a riscattare il paese dall'onta infiitla!:rli dal Trattato di pace di Francoforte,
il quale, coll'art. 11, imponeva alla Francia sinr'
lr>tflJJOrf' l'obbligo di accordare alla Germania il re~irne commerciale della nazione più favorita (1 ).
(l) Non importa che cotC'sto obbligo fosse· reciproco e> clw
eontc>111p1irane»;1mc·ntp i prot<>zionisti tPclcschi facPsscro valc•n•
la 1wc0-;sità di a.ssicurare l'autonomia comm<:>r<"inle clC'lla Germania eontro l'inconsulta concessionr> cl0ll'al't. ll clt>l Trattato cl i Frnncoforte così concPpito:
cc L" GouvernPment frallçais Pt le Go11vc1·11c•111Qnt allemand
pn•nd ron t pour base de l<'n rs rc>lations com rnerciales le régimP du traitement de la nation la plus favoriséc>. Sont. compris dans cette règle lc>s droits cl'entrée Pt de sortH». le
transit, lei:; formalités douanièrC's, l'admission C't le traiternE>nt des sujets des deux nations ainsi que leurs agents. Toutc>fois sc>ront <:>xceptt3es de I.a règle snsdite ks fa\'e11rs qu'mH'
clC'S parties contractantes, par des traités clP comme1:ce ~
accord6es ou accordC'ra à des Etats autrC's qnc cPux qu 1 smvent: I' Angleterre, la Belgique, !es Pays-Bas. la Suisse,
I' Autriche, la Russie. »
Il regime doganale italiano dal 1860 ~ I 1878.
1n Italia, il nuovo l{egno costiluilo nel LX61 aveva
:>e.!rnato la caclula d1 ben sette regimi c.lo!.!"anali clrf
fl't·enti, sanzionando il sistema di moderate liniffe n~C'al 1 C"he il ronlr di Cavour era l'iuscito a fa.:· lnonfare 1n Piemonte c.:olla sua memorabile 1· ifonna ciel
18:Jl, il cui plll1lo saliente stava nelle cse11z1011i delle
!.mbelle sulle materie prime o sopmltulto tiella 1·irluzionc dcl dazio sul grano da lire 0 a lirn 2.50 l'ettol i t l'O. Co lesta r icluzione fu poi portata all'aboli
zionc i11lo1 1a ciel dazio colla legge clcl rn febbraio 185/i.
« 1\egli cumi sLessi e nel 185G fu rono grac.latamenle lernperate le tariffe sui proclotli delle man ifaltnre. e ridotte in numero e in misul'a le voci dei
dazi d'uscila; nel 1860 altre riduzioni di dazi furono
attuale, fra le quali sensibilissima quella dei diritti
di entrnta sulle manifatture tessili, prnposta dal ministr·o Vegezzi. ))
,, Il 1 gennaio 1861, la tariffa sal'da Cl'a applicala
111 tulle lo prnvincie del nuovo Regno (1). »
(1) B.
STHlNCurER.
Opera citata, p.ag. 8.
~el
24 -
1863 venne (17 gennaio) sotloscr1llo il 11uuvu
trattato di commercio a tariffe tra l'Ilnlia € la Ji'ra11 cia, trattato che giustamente Bonalclo Strrnghcr con
side.ra come una naturale conseguenza dell'indirizzo
rlella legislazione doganale piemontese, nei dieci anni
che pl'ecedettcro la nostra unificazione.
Fu questo trattato il massimo pmdo pral.icamentc
rngg-iunto rlalle iende117,.e libero scambiste che pre,·alsern nei primi anni del nuovo Regno d'Italia.
Poco dopo, nel 1864, i bisogni clella finanz a rlo
mandarono una maggiore entrata a1le do.i:?:ane e, sehbrne g-} i inasprimenti venissero fatti soprattutto sui
clazii puramente fiscali che colpivano i prodotti colo
nial i (eccettuato per allora lo zucchero, che era stat.o
eonc;irlrrato nei trattati), i !!Tani e le farine vennero
nuovamente assoggettati ad un lieve diritto di bilancia, trasformato assai presto durante la guerra
del 1866 1iel ctazio di confine di lire 1..'10 per quin1~11e che servì poi rli base alle gabelle protezioniste
altuatE', come si è visto, nel 1887, 1888 e 1.~9/i.
Pe r la pratica invalsa nell'amministrRzione, al
lora :::.i c;timava. che i dazii dovessero peT' regola essere fo;sati intorno al 10 peT' cento del valore delle
merci.
.\ncora nel 1867, quanrlo J.e stringenti necessità
dello Stato, all'indomani della guerra infelice co11'Anstrin, sembravano consigliare il Govemo a supel'arc quella misura, essa era sosten11ta apertamente
rlal Di rcllorie generale ctellr Oa.belle Giovanni Cappcllari della Colomba.
:\e llu ;-;le:->so a 11110, ]<' rn11rescQ Ferra JH, i I e u i ; 11-;egnamrn to tanto aYeYa contribuito a fare dell'ltalin
un pacsr n decise lenrlenzc libero sca1nln~t<:'. prole
:-;lava in nome rlrlla scir11za economica e.oniro i primi
tontcitivi pro!ezin11ic;tj i rprnli per allora !enctevano
moclestamenle a fare accettare corne il 110117Jlus11Ttr11
ciel le rirlm;ioni rloganali rruel limite dcl 10 per cenlo,
che era apparso una segnalata vittoria quando i
rlazii del 30 o dcl 110 per crnto ronlavano fra i pi•ì
moclel'ati. e soc:.leneni che nel le do!.rnnc moderne era
da tc11rrr per smodato og-ni rlazio. il qnale anf!ac;c;e
al rl i là <li un 5 o 6 per cento stil \'a lo re cl elle
111 ere i ( I ) .
~onoslantr le proteste e .!di ammonimenti rl~l
nrnPstro illustre rli libertà economica, vennero falli,
..;otto la prcssionr rlei bisogni finanziari urg·enti. non
pochi «ritocchi » rlei dazii, i quali, pur non alterando fonclamentalmente la natnra della prima télriffa rloganale italiana, vi apportarono in germe il
principio protezionista, che riuscì ad ave·re una
prima. affef'nla7.ione notevole nella revisione ctel10
ilùriffa stessa avvenuta nel 1878, in seguito all'inchiesta industriale, a cui avevano partecipato gli
on. L11ig-i Luzzatti e Vittorio Ellena (2) .
(1) /,,, n n~1n 11 e JI odr> nH'. " Raccolta delle prefazio.ni dett.a t<> clnl professore Franc·esco Ferrara alln ] a e 2a sene della
Bibliotecn dc~li Economisti >>. ,~ ol111ne secondo, parte 2". 'l'orino, Unione Tipografico-Editr1ce, 1891, pag. 1 304.
.
(2) GroY \NNT Dr. F11 \No1sc1 G1m_nrno - ( nmmnr10 l 11f e.nwzio11rrfl' t' Pnliti.co Oommerc1alr. Palermo, Alberto
Hebe1",
1907.
-
2ì -
essere a~~oLiat i que Il i fi rrn JJ zia 1·1. pe,. e 111 ~i n 11 OJJ -
VI.
Le due revisioni doganali : 1878 e 1887.
Secondo B. Sti-ingher, i promutoti o gli autori
della riforma doganale del i878 si propo11cvano co11
essa:
cli correggere gli errori della vecclua tariffa.
per cui non poche malerie prime anelavano sog~ettc
a clazii maggiori di quelli domandati ai prodotti che
cl a esse si ottengono;
.
eI.1 modificare le classificazioni cli Laluue merci.
e i clazii loro, in guisa da non deprimere la fabb~·1cazione dei prodotti più fini, o, per dir meglio,
meno gToss-olani;
di arlattare le disposizioni della tariffa alle condizioni tecniche della industria;
di sostituire i dazii specifici a quelli ad 1'alo.
rem ancora per molte voci applioati (1).
Adì intenti economici ancora moderatamente, ma
nett~mente protezion fsli della nuova ta r iffa dovevano
(1) B.
S'fftl'iGTTEn.
Op. citata, pag. 20.
d e\'a con impazienza la :,cadL·11za dl'i ,·ecclii palli.
pt•r clurrnu1rlarc alle dogane 111agl-!ior risluro a prn
delle pulil;liclle L'r1trntc, esse11dusi dh deci...;o rl 1 11011
ri1111uvare 11ci uuovi lrallali i \'i11coli cli da:wi IH'i
produlli colo11iali, che era11u desl111al1 11 for1J1re 11el
prossin10 H\'\'Cnire materia 111esaur1lirle al !if'11io las·
.-;:ilol'c della ~i11i:-;lra salila al poler{' ;:,fr11lla11Clu J'impopolaritù clcll'i111po-.ta sul llHH:i11at(l.
J11 qucsle cil'rostam~e 11011 furu110 poche 11(• Ile\ i
le d1ffìcnllit per· la 1'in110' az1011p d€i lrallnli di rornmerC'io, <'he m quel Lorno di tempo t:i1111!..!·l'vano alla
scadenza Si ebbe anche u11a rnor11c11ta11ea roll11n1
colla l•'ra11c1a determinala dal voto co11trnriu dalo
rial l'1\ssemblca cl i Versailles al nuovo l rullalo già ap
ptovalo dal Parlamento italiano nella prima' cn
ciel 1878, ir1 modo che per alc1111i mesi i cl11c paesi
si applicarono reciprocamente le loro lanffc g·c11crali, sosliluilc poi da una co11vo11zio11e prov' is.o1·ia
che grntrenlì il re2;imc clclla 11aziu11e più favorita
sino a quando fu potuto conclude1·e il nuovo trattato.
ciel 3 novembre 1881 (I).
Tale t.rattalo, che comprendeva meno di 300
,, voci" italiane cd escludeva per volontà della f<'ra11ria qualsiasi patto Slil bestiame. doveva per l'art. 18
(1) :\J inistpro delle Fin.anzr, Cfficio 'l'ratt,ati r Ll'gi.sk~7.iono Ooganalo. I Trattati di Commercio, nouano r Sov1r1nzione fm l'J tal io e ali olh·i Rio li, in vioorr al 1~ se~­
tembre Wll . Homa, Stabilimento 'l'ipografìco G. C1vell1,
1911.
-
28 -
dura re smo al 1' febbraio 1892. Però lo slc::;so arLìcolo lascia va alle parti cont raenti la facoltà cli fare
cessare gli effetti del trattato pe r il 1· gennaio 1888,
dando denu nzia dodici m esi prima .
Di cotesta facoltà si valse il Governo italiano
quando , sanzionata la nuova tariffa doganale del 11,
luglio 1887 , volle poterne rendere {)ffcltivi nel più
b1~eve termine possibile gli aumenti dei daz ii protezio ni sti (1) .
Ne segu ì tra l' Italia e la F rancia una di sg raziata
~;ue na di tari ffe, i cui danni dolorosi per en lrarn be
le parti si fecero particola rm ente sen tire su lle esportazioni caratteristiche dell 'Italia (sete, vini, oli i, ecc.)
e si tradu ssero altresì in un bru sco riti ro dal nostro
paese dei capitali fra ncesi che vi erano d a tempo
largamente investiti.
Cotesto fatto contribuì non poco acl ag,Q;ravare la
cr is i, la quale per altre ragioni (politi ca m egalom anr
e militarista, impresa coloniale afrkana, di ssesti
bancari dovuti agli eccessi della speculazione ed ilizia, ecc.) già travagliava l'economia italiana (2) .
Anch e nelle relazioni commerciali coi paesi dell'Europa Centrale si dovettero superare difficoltà abbastanza g ravi per la rinnovazione dei tra ttati dopo
la vittoria p rotezion ista del 1887.
(J) P er una proroga avvenuta mentr e d ur~vano le 11<'goziazioni per la r i nnovazione del trattato, qu e.sto fu mantenuto in vigore si no al 28 feb br aio 1888.
(2' Il regime di guerra d oganale colla Fra ncia (clazii gene ra li .aggravati con speciali rap p r esaglie) rim ase in v ig ore
in Jtali a sino al 1° gennaio 1890, da l quale gior no venne
a pplicata alle importazioni francesi la semplice tariffa ge-
- 2n Cons1d~r.az1~n1 e ra~iu11ì d1 carallere precipua
mcn~e poht1~0 me1:enli all'alleanza nostra colla Uerm~111~ e col.l ,\ uslria- l rnghei-ia ebbern il sopravvento
ne i n guarcl1 ù1 questi due ullirni Stati, coi quali si
P?lè eviLare ogni roltura anche l<lmporanea e si
giunse llel 18D1-1892 alla stipulaziouc dei trat tati
che, colle rin 11ovazioni e mod ifi cazioni avven u le cl aj
l!lU'l al 1906, sono tuttora in vigore ( 1).
Colla Svizzera i negoziali furono i11ten olli ùue
volle nel l887 e 11el 1888.
Solo il .23 gennaio 188fJ si polè stipula re un Lral
lalo provviso1·10, che doveva durare sino al 12 ft·hh rn io 189:2 e fu per quesla cla La denunciato dalla
Svizzera.
Le nuove trattative continuarono ben cinque mesi
e quello che i11 definitiva le fece app roda re fu il fatto
che in tanto la Svizzera si trovò nella necessità di
a vere le man i 1ibeni per il suo len la liv o d i ottener<'
cospicue ri d u r. ioni della nuova tar iffa minima fran<·cse, ciò r he pochi mesi dopo cloveya fare scoppi are
lra le due llep ubbliche la guerra rli tariffe che durt>
sino a l 1895.
~1Pr~1h· ita lia na. I n Franci a le sopratasse sulle importazi oni
italiane c•Pssaron~ i l 1° fPbbraio 1892. roll'an dat.a in vigon'
dl'~I ?- n uova tari Ifa cloganalc u ltra-p rotezion ista (ri for 111 a
:\IC'h ne). Soltan to nel febbraio 1899 il co 111111rrcio italo-fran~·esP cominciò ad <.>sse1:e reg;olato clall'arC'or clo (rnocl11.s-vive11t!i).
il 9Hale, senza termuw d1 scadenza o d i den unzia conred <'
rec 1proc·a 111 en te ai due paesi il regime eonvenzi ona'le <li Hal'- ione piì1 favorita, fntt.a eccezion <' per le seLe e le seterie.
(l) Coli' A ustria-r nghe ri a si cloYett C\ stip u la r e nel 1887
u n. nuovo Lrattato va lido sino al 31 d icC\m b1·e 1891, ma p oi
prorogato d i un a nn o.
:.I I
-
t•iffa ~etll'ralL' del I 'i l11~liu l~l-'7 L' rltt•
l icr t(Uarila lrno11a 'ulo111,:1 t·1· ::i ·, i I tt•I t H
I
::;t' l l' ia I ta
I' isa I 1l'l'
t'L'J'ta 11 1l'ltlt•
,
11011 )lllll (!:)
a rn l!St' t ·::.lint llL't' u fu l'lt 1i tu ll Il' ll lt·
tUlltOllli(a11(Ì.
HieSl'l'
1•tl i11e::;plicabik c!Je coloro. i qtial i,
1·01111· 1'1>11. l :o l:1Jit1111i, si di1·l 1i ara110 SL'Fllitt'I, i 1 fallo
1
di pt1lilil'a doi-:a11a1t., tlt•I llll'lnd1> SjH'l'i1111•11tHli• rrt•
µ lli110 rnlun! d1111uslrall\u alle c1fl'{: dt•i 11osll'J rn 111
lllCl'CI i11IL'l"llHZiu11al1 IJl'llllét l' dopo la rrfUl'lllil tlo
. .; a 11 a Ie a ,. \' l' 1111 Ia 11 !' I I ~Xì ( I ) .
\'ll.
Gli effetti del protezionismo.
::ill'i.lllo
''~t'('U colestL rifle 1·oll'avn·1·l1 11za l'!IL' i.• ~talo l':tl
rnl;1lo a p:1l'lt• il 1~:-.ì, pn li• 1·011tliziu11i ;11101·111ali, 111
t'llÌ si S\'<lbt'l'o 111 qt1<.'ll'ar1110 i ll'a flì ri il;tli:i11i.
1
La can1ltcrislica generale dei trullati di conimcr
cio eo11clusi tra il 189l e il 1X9:2, sotlu l'i11flul'nzc1
della t1·1plic-e alleanza e durante il can<..'ellH.mtlo del
conte di Caprivi, fu un temperamento abba ...;lanza
notevole per un certo numel'o di <<voci,, doga11nli
del protezionismo sancito nella tariffa gL'11crnlt del
I '1 luglio 1887.
Quest-0 fallo non dovrebbe ess<3r<' I rasnrrnl o eia
co loro, i quali, in nome di un ompi1·isrno co1n111cr
ciale, che trnsucla e.la ogni parte il pregiudizio interessalo o no della scuola prolcz1011isla, :,,1 fa1111u
f uri i dcl I a ripresa a vn, 1111 La dopo i t I H9:! r1t 3 I i
(:o \I .\I EllClt>
1
I VI EHN \ZION\l.B
\
""'
llll)IOI•
(azioni
1
1
:-;rambii internazionali dell'Italia pl!r alLi-llwinll' ·I
nicrito esclusivo o p1·iuripalL' alla riforma doganale
ciel 1887.
Il metodo sofistico ciel «post lloc. ergo propler
lloc,, dovrebbe, del resto, non pl'esc1t1dcrc dal p1·011
dere nito della gravissima depressione commerciale
che seguì immediatamente l'applicazione ciclla la-
iH:t. 1.'l'l'Al.I.\.
(('omml'r<"Ìn 8JI• dale. dt·dulli i llll'talli 1u·,•1.in'liJ.
I 87H-1 HHO
LH81 188;J
I HH1 I H8li
1887
IH8H t8!l l
EKpor.
la1.iuni
'l'utull!
Medr A annue 1n m1ilonl d1 lire
t
I. I! ili
I .Oli.>
I ~f>I
I. I I 2
2.2:32
1. l liì
J.(j();)
I.()(); )
nuova t.ariffa
rottnrn colla Franci,
IH!l2 I HHH idem idem nnovi
trattali
coli' Enropa Centralo
1.2;)3
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2.4 I !I
2.12!)
2.li l O
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idem
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111vdus vivendi colla Frn1wi Il
I !102-1 !IO I
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idem
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l'r11(1>,-:111 11isl11 in cc llil'ormn NocinlC\ >• dl'I di<'C\111hn' Hll:t
-
32 -
Alcune spiegazioni sono necessarie per nm<len..:
completame1~te istruttive le cifre sopra riportalB:
A) La riforma ultra-proteziomsta del 1887 l ·
l
· ·ò ad avere il suo piello eifello col' se-a
qua e commc1
condo. tr~mes.tre del 1888, ebbe per primo n::;ultatu
~na ~1mmuz1one del commercio i11Ler11azio11ale dell Itali~ da .una media annua di ~.4:29 milioni dt hr·e
ne·l · tn:nmo 1884-1886 a una media annua di ~. l 5 t..i
1~1l1om nel t~iennio 1888-1891, vale a dire u11a pcrchla annua
d1 . ,273. milioni di lire 'i·a
. d.i;
1· d uc peno
,
v
. ~ J Contr1uu1rono a tale perdila tanto le impurtaz10m
. .
che le esportazioni·. le prime IJei· 159 Inl. 11Ul1!
. .
d. t lll'e, paJI'i al 10.ii %' e le •'>econcle per· Ji 0'j 1111·1·lU!ll
cioè col 12.51 %;
'
.
C~ La r~presa cl.elle es~ortazioni avvenuta doµo
Il 189~ fu 1 effett-0 immediato dei nuovi trattali di
commercio stipulati in quell'anno coli notevoli lernperamenti
del . protezionismo
italia11o·, le impor
·
t a. .
,
z1om furnno
.
.prn .lent€ a rimeltersi
· , 1na , eJopo im
11uuvo tnenn10 d1 regresso, la prng r·cssioue della
loro ascesa fu più rapida che J)er le espor t aZIOlll
· ··
D) Il maggiore progresso del commercio inter,
nazionale dell'It~lia, tanto alle importazioni quanw
alle esportaz1om
negli anni dopo il 1898
. es
. .
· , ele\e
::;ere
alti·1bu1to,
oltrechè
allt>
cunclt.zi·or
·
ec
·
· lll'
11
. .
,
011om H'
m1.~ lwrale clc-l popolo italiano, al nuovo actul'·ìo
culla Francia
'
ed
in discl'eta mis 111·"u """I 1. 11· 1 ('aro ge.11e.
.
1
rale dP1 prezzi che ha t·ara ~te1· 1·,,z·tl<>
·l 1 IH'l'IO(
· lf) (I('
.. ,,
c·t-nnalo;
-
33 -
E) Nell'aumento delle imporLazioni diventato
notevolissimo uegli ultimi amn tengono un grande
po::;io le sostanze alimentari di prima 11ecessità in
ooncurrenza colle produzioni nazionali particolarmente favorite dal regime doganale vigente (grano,
bestiame, carni, ecc.), ciò ohe documenta in modo
inoppugnabile il fallimento del proLezionismo agrano, che era stato soprattutlo sostenuto come l'espedienle temporaneo acconcio allo scopo di liberare
l'Italia dalla soggezione alle importazioni straniere
per la sua maLeriale sussistenza;
1'') Un'altra clamorosa smentita alle teorie e promesse protezioniste è l'aumento dello sbilancio commerciale dell'Italia, o, per parlare in modo più esatto, dell'eccesso delle importazioni sulle esportazioni delle rne1·ci, il cui passagc;io visibile è registrato dagli uffici doganali.
Prima del 1887 una sola volta le importazioni
clell'ILalia avevano superato lo esportazioni (commercio speciale, dedotti i metalli preziosi) per una
somma annua leggermente al disopra del mezzo miliardo di lire (509 milioni nel 1885) .
.
Nel 1887 gli acquisti affrettati all'estero in previsione dei dazii aumentati e della probabile rottura
colla Francia portarono la differenza a 600 milioni
eh lire.
Dal 1888 al 1905 i protezionisti hanno potuto
vantarsi, per parlare il loro linguaggio, di avere
rallentato la corsa del paese verso la sua totale
rovina: l'Italia però ha continuato a « rovinarsi »
3
_J
lll
85 -
34
dc>i catlcdralici hlJerisli, con~inua ad affet'mare in
base al suo preteso metodo sperime11tale che cc il
vrolezionismo sistematicamente organizzato colle
tariffo generali del 1887 riuscì cli grande giovamento
all'Halia , ne favorì il risorg imento, ne accelerò il
progresso economico» (i).
queste rag-ioni (eccedenza annua clPll e importa-
zioni :sulle esportazioni ) .
Media 1888-1891 Milioni <li Liro 3:"l0
,.
1892-1898
•
1899-1901
" 2lH
"
1902-1904
"
302
,.
1905--1907
"
617
"
"
l..>-!
Uopo il ::,alt.o dal HJU2-HIUl1 al H105-H.l07, che fece
racluup1rni.re la et;cedenza annua m eu1a ùelle impor1az1urn -:,ulle e::.portazioni, un alLru saHo nel HIU81~lu ·1 _µurto a 1.19\:J milioni.
:\el 1U11 lo sbilancio commerciale è st,at..o di 1.18ò
1111110111 e 11el 1912 di 1.305 milioni.
Bene 1utesu, noi non annet!,iamo a 4 uesLe cifre
ulcun senso pauroso, ben sapendo che in genere i
paesi più ricchi sono quelli che import,ano di più
e che gli eccessi delle importazioni sulle esportazioni di merci si pagano automaticamente e neces: > mfamente colle esportazioni invisibili, ma ciò non
ci deve impedire di constatare che alla prova dei
fatti le teorie protezioniste non hanno prodotto i
risultati che se ne davano per sicuri e che si vole\·;rno conseguire dai promotori ed autori della riforma doganale del 1887.
Nonostante quesw smentite dei fatti alle promesse protezioniste, l'on. Colajanni, non pago di
me! Lere in burletta la «cecità » ed il «fanatismo»
(l) " L' Jtalia di Oggi n. Dott. NAi>or.ro:o:-ir.: CoLAJANNT.
cl 0 pntalo al Parlamento: li J>rof/resso PJ1·011u111icr1.
, )
1
1
~è
..
VIII.
Le industrie protette.
Ridotti alle loro ultime trincee e non potendo
;:;eriamente farsi il merito di avere stabilito un regime doganale, i cui effetti avessero esattamente
previsti e calcolati, i protezionisti si danno l'aria di
a.vere colla tariffa generale dl 1887 creato la grande
industria italiana, e, ogni volta che se ne presenta
l'occasione, schierano volentiieri innanzi agli occhi
del pubblico profano o distratto le grandi file di numeri, i quali provano soltanto che, anche nel campo
industriale l'Italia del 1.9i4 non è più quella del i 887.
Nor:. seguiremo i protezionisti ed il loro maestro
on. dott. Colajanni in questo lavoro di compilatori
di tabelle e di annuari statistici. Ammettiamo senz'altro che, dopo la depressione economica e commerciale degli anni immediatamente successivi alla
riforma doganale del i887, l'Italia ha potuto consolidare le sue energie produttive e riprendere il suo
cammino per un momento interrotto verso un maggiore benessere economico.
37 -
ci passa per la mente di negare che la politica commerciale fatta dall'Italia ctopo il 1887 abbia avuto per risultato di promuovere cd assicurare
il rapido progresso di alcune forme particolari d'industria, le quali forniscono oggi i casi pratici alle
esemplificazioni ed esagerazioni dei protezionisti.
Duriamo poca fatica ad accordare che, senza i
privilegi sfacciati guarentiti dalla legge al gruppo
degli speculatori siderurgici, questo speciale ramo
d'industria non avrebbe assunto l'importanza che
ha oggi in Italia.
Le m iniere dell'Isola d'Elba avrebbero potuto
continuare ad essere coltivate, alimentando il la\ oro di alcuni modesti alti forni locali, ma certamente non sarebbero sorti gli impianti dell'« Ilva »
{lbilmenle pensata ano scopo di sfruttare i privilegi nella leg-ge speciale per Napoli nel i 90'l e div~ntata rapidamente il centro motore del «trust,, .
C'hC da Ila Borsa di Genova tanta inflllenza esercita
nella politica italiana, da potere innalzare il suo
principale constilente 1egale al Senato e mett.ere ~
contributo gli Istituti di emissione, onde salvare l
propri amministratori dalle ronseguenze delle loro
cattive speculazioni commerciali.
L'aristocrazia politico-bancaria della « Unione
Zuccheri » è pur essa il risultato log-ico e voluto dal
Governo italiano dei favori scandalosi accordati alla
. .
produzione indigena dello zucchero.
Gli stabilimenti siderurgici e zucchenen sono
cedo cose che si vedono e che possono far colpo
-
38 -
-
sulla mente di chi non è avvezzo a rao 1011a1·c sui
danni diretti ed indiretti che recano ad allre forrne
naturali d'industria italiana (talune di esse forse
neppure nate) i materiali metallici rincarali del :2~)
ul 70 % dai dazii protettivi e lo iucchero raddop
piato poco meno di prezzo dalla diff.crcnza fra il
diritto di entrata e la tassa cli fabhric:aziolle interna.
Ceda.mente coloro, che hanno per unico argom ento nelle loro discussioni «ciò che ù "• ~emiJrnuo
avere buon giuoco quando ostentatamcnle oppo11gono l'Italia industriale esislente al paese se11za industrie, rovinato e miserabile, che sarebbe a loro
detta l'Italia, qualorn nel 1887 11on av-csse.io 111
lcm1JO trionfato le saggie e salvat rici teoriche dcl
protezionismo.
L'on. dott. Colajanni, se non avesse lanlo in disprezzo l'economista « pamphlétaire » 13astiat, avrebbe potuto leggere con qualche profì tto le sue
classiche dimostrazioni di «ciò che non si vede nell'economia politica,, e forse sarebbe un poco meno
proclive nell'accomunare in una stessa argomentazione le industrie che in Italia devono esclusivamente la loro esistenza ai privilegi doganali e quelle
che, anche senza il protezionismo sarebbero poLuie
sorgere e forse sarebbero sorte un poco meno subitamente, ma su basi più solide e più al sicuro da
crisi future.
A costo di andare contro ad una idea per lungo
tempo generalmente accettata, sosteniamo che l'ind 11sl ria dcl cotone, la quale è stata cer tamente fra
0
39 -
le più favorite dalla riforma doganale del 1887, lrn
in ulLima analisi ricavato più danni che benefizi
dal sistema protezionista.
, Ton v1 è dubbio che i primi anni clal considerevole aumenlo dei clazii proLeUivi accorda.Lo colla revision.c doganale dcl 1887 (1) fl.tt·ouo anni grassi
per gli industriah cotonieri ilaliani. Nou poche dell.c
11tLuali maggiori fortune italiane ebbero origin e in
quel periodo ed i più intelligenti ecl abili tra i Le::o'.-ìtlori nazionali di cotone, che srppe ro coi primi e
lanLi guadagni trasformare cd ammorlizzare rapidarnente 1 loro impianti, poterono godere a lun~·'J
di uno stato legale che assicurava ai loro prodotli
ollenuti a cosU di poco super iori a quell i delle c.oto
nate inglesi il monopolio del mercato italiano difeso
da dazii del 30 al 50 % del valore .
f ncluhbiamente i grossi lucri fatti dai colonieri
a spese dei consumatori iLaliani sono staLi la causa
dui rapidi at1rnent.i degl i impianti; le iniziaLive si
cli rigcvano di preferenza verso le indu str ie privilen·ic·1 Le i cn.pitali deviati dagli altri impieghi si incao
'
nalavano pnr essi verso le forme d'attività che
sembravn,no dover dare redditi più generosi e più
continuativi.
Ma poco a poco la medaglia doveva mostrare il
suo rovescio.
Se è da fare merito al pro1ezionismo doganale
(l) J J dazio medio riscosso sui tcs~uti puri ~ misti di
cotone importati in I_talia_ passò da lire 98.31 il qu inta.le
nrl 1886 a lire 121.80 il quintale n el 1888.
-
40 -
del rapido ed intenso sviluppo dell'indu~tria del
cotone in Italia (a scapito, aggiungiamo no1 di altre industrie manifatturiere ed agricole), ~i deve
pure in tutta giustizia imputare alla stessa causa
la crisi successiva, per la quale gli impianti industriali, moltiplicati con poca saggezza (i «doppioni»
dell'on. Luzzatti) nel periodo della prosperità arti ficiale ed imprevidente, sono da più anni astretti ad
un'inattività parziale, non bastando più ad evitarla
le considerevoli vendite allo straniero fatte col sistema del «dumping-» a spese de1 consumatore italiano.
IX.
" trusts ,, industr iali.
Una delle conseguenze più certe della politica
commerciale protezionista è quella della tende11za
all'acoentrazione che mostrano le industrie protette.
Il fenomeno di cc trustificazione », per adoperare
la. parola americana, non è una prerogativa cli questo o quel paese, ma è comune a lutti i paesi che
man!.engono elevate barriere daziarie a tutela delle
loro industrie interne.
Abbiamo in Ita1ia numerosi esempi di i11dnsirie
roalizzate allo scopo di sfrutLa.re al massimo margine il privile~io doganale di cui gocìono, unificando
i loro prezzi di vendita e cc controllando» rigorosamente la produzione.
I sindacati del ferro e dello zucchero sono veri
e propri "trusts ».
Tutti o quasi gli stabilimenti siderurgici italiani
sono saldamente concentrati intor no al gruppo degli
sLahilimenti maggior i : cc Elba l>, «Savona», cc Piombino>>, cc Ferriere Italiane», «Metallurgica Italia-
-
43 -
42 -
na » eù « Il rn », di cui l'ultima Sol:ielà è la gerente
generale.
Un'Agenzia comune, la «~'erro e Acciaio)) concentra e dirige la vendila di tuite le Societù asso
~iate, compresi quasi tutti gli stabilimcuti minor1.
S~lla «Ferro e Acciaio)) sono pure impostati e'
funz10nano i sindacati dei gruppi speciali d'industria che fabbricano i fili cli ferro, le viti, i bolloni,
i chiodi da scarpe e da cavalli, ecc. ecc.
Sindacati più o meno legali
a11z1 csvressamente vietati e puniti dal Coclice penale
esistono
fra i vari rami di industrie fornitrici clello Stato:
ad esempio le fabbriche di materiale mobile per
le forrovie. Il Governo tratta aperfamente con tali
sindacali, avendo abolito cli fatto nella mag·~ior
parte dei casi il sistema ctelle gare pubhlich{' e <"lelle
licitazioni private, e fissa prezzi nnici, previa discussione coi contraenU che si ripartiscono amiche'Tolmente i contratti, guarentiti come sono dalla molestia dei concorrenti esteri, oltrechè dai dazii P
dalle distanze, da una preferenza legale del 5 e talvolta del 7 % (i).
(1/ Nella «Relazione dell' Amministra?.ionc delle fe1ToYÙ'
esercitate dallo Stato per l'anno finanziario 1912-18 n si
legge 9i:an~o segue a proposito cl<:>lle fornitur<:> dei materi.a.li
metalhc1 d armamento:
<e Tl risultato quasi totalmente negativo delle gare è dovuto .al .f~tt~ che la maggior parte drllc Ditte nazion.aU
P.roduttr:c.1 d1 questi materiali (•a. somiglianza di altri centri
s1derurg1c_1 estNi) sono. fra loro collegate in sindacati, rencle:n~o cos! nulla o. quasi la cm1co1T0nza, ed obblig.ando I' Amnun1str_az1011C'. a ncorrcre per tali acq11isti al siste111<1 della
traLtat1v~ pnvata. »
' / ·',
:\on occone spendere parole i111orno alla natura
erl al funzionamento del cc trust» che concentra tutti
frl i zuccherifici italiani nella «Unione Zuccheri )),
fondata a l\Jilano nel 1904., all'inrl.omani della sub
dola partecipazione del Governo italiano alla Convenzione Internazionale di T3ruxelles colle note ecrezioni ottenute dal plenipotenziario on. Emilio Maraini, allo scopo di permettere ai fabbricanti na
;donali di rilevare i loro prezzi di tutto il margine
protettivo. in parte perduto per la concorrenza eccitata nai premi.i esteri. di esportazione (1).
Un cc trust,, rii maggiori proporzioni h. quello
che si è tentato di costituire coll' «Istituto Cotoniero
Ttaliano » che dovrebbe, d'accordo col Governo e
CO!di appog·~·i delle Banche cli emissione -e òi rredito
orr1i1rnrio controllare la intera industria òel cotone
in Tlalin. fissa.re i prezzi cli venrlita, limi.fare ln pror!nzione. or~anizzare le vendite a1l'cslero anche col
sistema dei premi.i ria ricupera.re sulle vendite al
l'interno, ecc. ecc.
Sino act ora il pro~etto di cos1 vasta mole, pur
n venclo ottenuto l'adesione dcl maggior numero
rlelle cìitte cotoniere esistenti in Italia. non ha polttlo svolrrere che in piccola park i1 s110 programma,
per l'opposizione che ha in<'ontrata in alcuni clei
(1) T,a « l'nione Zuccheri n ha potuto doman• con opportuni accordi la momentanea concorrenza della Società belga
di Pontelongo (Padova), la quale nel secondo semestre 1913.
fornando la vendita dello zucchero raffinato, ne aveva fatto
clisc·endcrr i prellzi da lire 114 a lire 116 nl qnintalr all'inµ;rosso
-
44 -
maggiori industriali, specialmente p1emo11tesi, che
hanno ben capito il pericolo di prestarsi colle loro
pili salde e più economiche organizzazioni al salvataggio dei colleghi male in gambe o venuti su negli
anni, in cui si era creduto da cert,i promotori d'industrie che bastasse creare dei Litoli cotonieri per
partecipare alla « crnrée » dei favori governativi.
X.
Le industrie non protette.
Proteggere gli uni non è possibile che a danno degli altri.
E poichè è escluso che, salvo casi eccezionalissimi
e la pi ì1 parte ipotet,ici, siano stali i produttori stranieri ad assumersi il o.i.rico dei nostri dazii aumentati - a che allora sarebbe valso il proteztonismo?
ne consegue che i favori doganali accordati a de
terminate industrie sono stati pagati direttamente
dai consumatori italiani, compresi gli industriali
non protetti, che ne hanno avuto rincarati i loro
costi di produzione e ristretti gli sbocchi all'interno ed all'estero:
Entrambi questi danni si avverarono in modo
preoccupante nel primo periodo di applicazione del
regime doganale votato nel i887.
La crisi gravissima che infierì nelle industrie
esportatrici italiane fu certo in gran parte determi nata dal cambiamento della nostra politica doganale, che contribuì a cacciare dall'Italia i capitali
-
47 -
4li -
esleri (s})ecialmeniB Iranoosi) che erauo prmm iu
vestiti nelle nosLre md ustrie della ::;eta, del vino, eL-c.,
e att.rasse gli scarsi capitali nazwuall alle industrie,
le quali erano riuscite a vincere il (( maLch » protezionista mediante le loro influenze parlamentari alleate a IJUelle dei grandi propricLari fondian.
L'agricoltura, colle industn e elle ne dipendono
,tJer la diretta trasformazione delle maLerie prin 1 ~
ùa essa prodotte, è staia la graude sacrificata della
politica doganale protezionis.ta, ::;ebbene anche essa,
per la simmelria della tariffa, sia riuscita ::.uccesbtvamente ad ottenere tutta una serie di dazi1 che
sembrano proteggere le nostre principali produziolll
agi· arie.
Bonaldo Stringher, pur ammettendo implicitamente che sul principio del vigente regime doga
nale italiano le parti non fossero equamente disLribuite fra l'agricoltura e le indusLrie (intendi: quelle
protette) , sostiene che a questo difetLo di g iustizia
distribut.i va è stato poscia portato rimedio.
Egli difatti ha scritto:
(( La politica doganale italiana si è venuta via
via accentuando poderosamente in favore del protezion ismo agrario, munendo di alte difese anche
quei prodotti del suolo - e, fra essi, i vini e gli
olii d'oliva - rispetto ai quali per lo passato si
cercava di assicurare una larga usciLa sui mercati
forestieri, anzichè di opporre un ostacolo alla concol'renza dei prodotti similari dell'estero. Dire se la
protezione doganale sia equamente ripartita fra le
.,
i11dubl.rie agrune e 4uelle 11mmfuliuriere, fra i prodotti Jei campi e 4uell1 delle offici11e, 11uu è <.:Uba
a.O'm·ole ma ogg u11a1 sarebbe u 11 11011 se11su l'afferu~are ~he l'agnwllura c.life[.[,a di difc::;a in Italia
e nei mercati foresL1eri, nienLre seg11ala111e11t.c a suu
vanLaggio furono stipulati 11owvoli trattati d 1 colll
mcrcio, e i dir1lL1, cui vengono u::;soggel.tat1 al 0011fine i principali produllì co11corrent i dell'estero, si
elevano a misure pei-ceJJLuali luLl'altro C'l1e lllS1gm
li ca11 l 1 ( 1) . »
lu quesLo ragiouamenlo, è da lalllcnlare curne
il pregiudizio prolezionisla fa velo und1e agli spiriti
più pers1ncaci e più addestraLi per lu11ga esperienza
all'osservazione dei falli econonuci.
g strano che ad un uomo come 13. Slrrngher si
debbano fare notare gli effetti pratici 11ecessariume11te affatto d iversi, per esempio, dcl dazio sul
gra no, che colpisce un p r odotLo cli p1·ima necessità,
ciel quale pur negli a rmi cli più abbondante raccolto nazionale il popolo italiano è costretto a<l importare ingenti quantità dai pac.Fii stranieri, e dcl
dazio sul vino, che è un proùolto, il quale regolarmente eccede in rilevante misura ai bisogni ud co11sumo interno e deve quindi cercare uno sfogo al
l'estero.
Non si nega che, sotto la pressione degli i11lel'essi agrari offesi dalla riforma prolczionisia dcl
1887, si sia nei successivi t.rattali di cmnniercio
( I ) B. 8•rnJNGTIJm.
Opera c·i La La.
-
48 ·-
ratto qualche sforzo fortunato allo scopo d1 assicurare lo sbocco al'estero di certe produziom tipiche
dell'agricoltura italiana (ad es., le mele e le mandorle in Germania), ma non è dubbio che una tale
politica commerciale a base di concessioni reciproche è stata ed è intralciata seriamente dalla schiavitù del Governo e dei negoziatori italiani agli interessi predominanti dei gruppi industriali privilegiati (il gruppo metallurgico in modo speciale nei
casi sopra esemplificati).
Il prof. Ghino Valenti, che è certamente uno dei
primi agronomi italiani viventi e che Liene ad affermare la sua opinione che « il dazio sul g rano .
dato il momento economico in cui venne applicato,
fu provvedimento socialmente utile», ha dimostrato
luminosamente coi dati delle statistiche commeirciali per l'undicennio 1900-1910 i danni subiti dall'agricoltura italiana per il complesso di cause inerenti all'indirizzo continuato della nostra politica
economico-commerciale (1) .
(1) Gm:-<o VALENTI. J,'Jtn/.io .lqrirola d<il 1R61 al 1911
in« Cinquanta An.ni di Storia 1tahana ». Pubblicazione fatta
sotto gli ans-picii del Governo per cura ùella R . Accademia
dei J,incei. - t;lrico Hoepli , ~filano, 1911.
-
Ml -
CO.MMERCIO DEI PRODOTrI AGRICOLI
in confronto col commercio complest>ivo del Regno
COMMERCIO DEI PRODOTTI AGRICOLI
Va l ore
lire
.i.uni
Im porlDzione
Esportazione
Commercio
co mplessivo
(Commercio
speciale)
Eccedenza
lire
Eccedenza
delle
importazioui
(esclusi i metalli
I
delle
dell e
ImportDzioni
E ~ portaz.
L
~eziosi)
1900
451.602.831 493.161.658
1901
030.9 L3.496 4 77.495.l:i:.35
58.419.86 l
344.· 130.698
572.363.053 512.310.260
60.052. 790
279.757.561
596.598.246 554.649.039
41.949.207
320.387.920
1902
I
190;3
41.56 J.827
361.989.412
1904
5 J 2. 761.641 538.382.919
1905
59-!.189.942 579. 14ì .940
1906
676.%4.385 621.423.2 u' 55.129.171
1907
627.480.8191670.:339.702
1908
7:.ll.518.663J 602.868.645 128.650.018
1.184.0ll.152
973.20 l.062J 6f>2.782.983I 320.418.079
l .2-H.820.885
1810 11.002.644.399 681.006.039 321.638.360
1.196.425.116
1909
I
I
I
:25.621.2781 3U4.!:J51.789
15.042.002
-
310.457.603
I
608.402.174
42.858.883! 931.801.002
J
Questo prospetto compilato dal prof. G. Valen li
è così eloquente per se stesso che ogni commento
resta superfluo.
-
Fil Vl\lorl in milioni di lire {esolue! i metalli pr eziosi)
Riµo r to 1,071.2
Ln.ne lavate .
25.l
Lane natur ali o sudieie
24.8
J uta g r eggia
23.f>
Semi di 1ino . .
19.3
Fosfati minerali .
16.3
Cascami di lana . . . .
. . 16.0
Pietre, terre e mi ner ali n on metallici , non nomin ati .
13.1
Pelo grej?gio .
14.1
Legno comune, rozzo.
14.0
Semi non oleosi
1.1.4
Xl
Le importazioni italiane.
Esami11iamo aclesso la oompos1z1one dei com
mtrci internazionali dell'Italia secondo gli ultimi
rlati pubblicali.
lTJ una prima tabella riporllamo i risullati delle
irnportaziorn di merci in Italia durante il 1912 per
g-rnnd1 gruppi e per «voci» non inferiori ai 10 rn 1
li<>lli di lii·e.
Vo.loi·i in milioni di lire (esclusi i me·
talli pr eziosi).
,\l ATf~HH:
PF:H LE INOCJSTRIE (;HF.G< HE:
:)62.1
Carbon fossile . . . . . . . . .
341.6
Cotone greggio . . . . . . . . .
Legno comune, sq :·ad rato o segato per il longo 120.3
70.~
Pelli crude . . . . .
43.2
Bozzoli secch i . . . .
38.4
Gomma elasti<:a greggia
34.6
Tabacco in fogli e .
31.0
Rott ami di ferro
29.1
Avena . . . . .
1,071.2
A riportarsi
lnsiemo .
A ltre e voci "
. 1,248.8
. 137.3
TOTALE MILIONI DI L!Rl!)
fT .
. 1,386.l
=
MA'J EHlE PEH LE INDUSTR CE SEMT-LAVOHATE:
8eta tratta., greggia, semplice .
Ri..me in pani . . . . . .
Lane pett inato, non tinto
Ghisa in pani . . . .
Rolfato di rn.me . .
Grassi, non nomina.ti . . .
Pn.sta di legno, ecc. cellulosa
Pelli rifinite, di v itello . . .
Oli minerali, di resina e di ui.trnme n~n no. m inati, pesanti . . . .
'
Color i derivati dal catrame . . .
I<'ilati di lino, semrlici, imbianchiti
l~~rro e acciaio in verg he, ecc•. . .
~itrato di sod_io, g reggio . . .
Rtagno e sue leg he, in pani, <cc.
P:miffi na solida .
I nsieme
A !tre ~ voci
>
TOT ALE MI L l OJ'i! l 01 L TRill
77 .6
60.5
37.8
26.7
21.2
20.9
20.8
20.7
18.1
15.8
15.5
15.3
n .o
12.6
11.f>
. 390.-0
. 276.0
.
666·0
=
-
III.
G2 -
PRODOITI FABBRICATI:
Strumenti scientifici ,compreoi gli apparecchi
per le applicazioni di elettricita)
Pietro preziose lavorate .
Tessuti di lana pettinata (compresi i rasati non
follati) .
Lavori di ferro fatti con ferri piccoli .
L:~vori di ferro fal ti con fari grossi
Macchine agrarie .
Gioielli d'oro
Macchine non nominate
Petrolio
Mercerie comuni non nominate
Pneumatiche per raote da Yeloci pedi e da vetture
Parti staccate di macchine
Pellicole cinematografiche .
Macchine da ouciro . •
Ba-stimanti e altri galleggia,lli
Calzature cli pelle
Macchine-utensili per la lavorazione del legno
e dei metalli .
Macchine dinamo - elE:ttriche •
Rame, ottone e bronzo in lavori uon nominati
Vetture automobili
73.h
'~~.o
M.l
32.9
24.8
2'U>
22.2
20.9
17.0
18.6
TOTAI,E l\IILIONI DI LJRJ]
16.5
14.5
14.5
14.3
13.3
=
866.7
GENERI ALIMENTARI E ANIMALI VIVI:
Frumento tmero .
Frumento duro
.
Gr <\nturco (escluso quello bianco)
2Gl.7
138.1
89.2
A riportarsi
!:li porto
Caffè naturale
Morluzzo o stoccofis:;o
()avalli
Legumi secchi .
Bastiamo bovino
Carne fresca .
Olio di cotone
Formaggi .
Insieme
Altre e voci •
TOTALB ~ll(,(QNl DI f,JRE
489.0
489.0
48.3
40.3
29.0
20.3
19.4
l6.0
15.6
10.3
688.2
94.7
782.9
=7'.=
1 6.~
lUl
11.1
11.0
10.5
439.7
. 427.2
Insieme
Altre • voci •
JV.
Valori in milioni di lire (esclusi i metalli preziosi)
rnlori in 1nilio·
ni di lire (e~olu~i i roetnlli proziodi)
H.I.\~S UNTO
DELLE I:\lPORTAZIONl NEL
HH2:
~rilioui
T. Materie per le industrio greggio
II. Materie per le iutlustrie semi-lavorntc> .
lll. Prodotti fabbricati .
IV. Generi a.li men tari e a ni mali vi vi .
TOTALE GENEHALE l'>IILIONI DI LIRI!l
d i lire
. l,386.1
666.0
8Ci6.9
7~2.9
. 0,701.!l
=
- r.
.),)
Va.lori in milioni di lire (esclusi i me·
ho.lii preziosi)
! l. i\) \TERIE PER LE INDUSTRIE SE:\ll-LAVORATE:
Seta tratta, greggia, semplice .
Seta tratta, greggia, addoppiata. o tortn
Cascami di seta, filati
Filati di cotone, semplici, greggi
Zolfo raffinato, molito, ecc.
Essenze di agrumi
Citrato di calcio .
Tusieme .
Altro e voci "
XJl.
Le esportazion i italiane.
195.G
TOTALE ll1 1Ll0Nl DI LIREl
l<\1cciarno lo slesso esamB dei 110::-.lri cununerci d1
esportazione, per l'anno 1912, indicando singolarmente i gruppi di merci che hanno contribu ito all'assieme con non meno di lO milioni cli lire.
Va.lori in rnilio-
T. :Vl ·\Tl·:::IF.
PER LE INOUSTIUE GHF.GC:TE:
oi di lire (esclusi i meta.lii pre~iosi)
51.8
Canapa greggia
48.4
Pelli crude , .
23. l
Zolfo in pani e rottami
22.2
Minerali di zinco
17.6
Semi non oleosi
17.0
Marmo greggio
16.8
Cascami di seta, greggi .
15.0
Capelli non lavorati . .
12.0
Prodotti vegetali, non nominati .
11.2
Tartaro greggio, gruma di botte, feccia di vino
10.4
Fiori freschi
245.5
Insieme . . . . . . . . . . .
104.3
Altre • voC'i • . . . . . .
!3Hl.8
TOTALW MIL IONI Dl LIRE
Ill.
161t8
27.0
21.5
16.0
13.4
12.2
4!')0.5
128.7
f>79.2
PRODOTTI FABBRICATI:
Tessuti di cotone a colori, lisci .
. .
Pneumatiche per ruote da velocipedi e da vetture
Tessuti di seta colorati, lisci e opernti
Vetture automobili
Marmo e alabastro lavorati
T essuti di cotone stampati
Corallo lavorato, non montato
Tessuti di seta neri, lisci
Strumenti scientifici .
Cappelli di feltro di lana
T essuti cli cotone, greggi, lisri
Cappelli cli paglia . . .
Cappelli di feltro di pelo
. .
Bottoni di corozo
Pellicole cinematografiche .
Oggetti cuciti di seta .
. . . . . • .
Tt-ssuti misti con seta dal 12 al 50 °/ 0 , colorati, lisci . . . . . . . . . . . .
Tabacco lavorato . . . . . . . . .
Lavori di pelli conce, senza pelo, non nominati
Insieme
Altre > voci
81.:3
4.7.9
47.8
35.8
23.3
19.6
19.4
17.9
16.1
15.3
14.6
14.l
13.6
13.0
12.9
12.3
11.0
10.2
10.1
-!36.2
>
TOTALE MlLlONI 01 LIH..l!J
:~07 .8
7 14.0
Y11lod in milio·
oi di lire eRoluei i me·
ta.U i proziosì)
IV.
GENERI ALIMENTAfll E ANIMALI \I\ I:
Formaggi . . . . . . . . . .
Olio d'oliva, d'altra specie. . . .
Vino comune in bc•tti, bottiglie e fiaschi
Mandorle senza guseio
Uova. di pollame . .
Limo11i
. . . . .
Conserva di poD"odori
Paste di frumento
. . . . .
. .
Frutte, legumi e ortaggi nell'ar·eto, iwl sale e
ndl'olio . . . . . . . . . . . .
Riso la>orato
Buoi
Farina di frumento
Aranci . . . . . . . .
Verrnouth in botti e bottiglia
Legumi e orta.f!gi frese hi . .
Frutte fresche
Pollame . .
Burro di latte
Patate . . .
Insiemo
Alt re e voci •
TOTALE J)lILlONI DI LIRE
H.IASSUNTO DELLE ESPORTAZIONI NEL
I.
IL
III.
IV
.
Mater~e
per le industrie greggia . .
Materie per le indus~rie semi-lavorate
Prodotti fabbrkati
· ·
' .. ·
Generi alimentari e animali vivi . . ·.
TOTALE GENERALE MILIONI DI LIRE
6~.1
51.7
50.2
49.4
18.4
H.l
Xlll.
provveditori deill'ltalia.
:34.4
:~2.5
n.4
::!7.2
23.1
22.2
22.0
20.:1
19.6
18.3
15.2
11.8
10.8
594.9
129.1
724.0
1912:
;\fiJioni di lire
349.8
579.2
744.0
724.0
. 2.397.0
l paesi di provenienza, dai quali nel Wi2 l'ltali u
importò oltre 20 milioni di lire di merci (metalli
preziosi non compresi) sono in numero cli 20 e si
ripartiscono a questo modo:
\'al ore
in mil!oni
di lire
PAESI DI l'ROVEITT:ENZA
Germania.
Gran Bretagna l'.l Irlanda
Stati Uniti
Austria-Unghuia
Francia
Russia. • .
Romania. .
Argentina
Indh. britannica e Ceylon
Svizzer a.
Belgio .
Brasile.
Cina
Giappone
626.3
577.1
f) 15.0
294.5
289.6
214.9
169.9
150.4
140.4
84-.7
84.6
64.3
54.9
47.6
A riportarsi
3,311.5
-
58 \a.lor"
in milioni
di lire
Hiporto
l<'ederazione Australiana
S pagna
Tuuisia
Egitto . .
Pn.esi Bassi
Norvegia .
3,311.5
40.5
:~4.5
2;).7
2·1.3
2-!.2
;23.4
3.4.87 .1
214.8
Insieme .
Altri paesi .
:3.701.9
TOTALT<! MILIONI 01 LIRE
=
,\ l{Ue;:;tu modo, i .20 paesi, che ei hanno vene.Iulo
nel 1912 più <.li :20 milioni di lire di merci, rappresentano nel loro complesso oltre il W1 per cenl-0 del
nostro commercio totale d 'importazione.
Un fallo che merita di essere rilevalo è la posi ·
zione sem11re più ragguarclevole che alcuni paesi
sono anclat i prendendo nella parte di provveditori
clel mercato italiano, ciò che è reso evidente ctal seguente prosp€tto, nel quale sono messe a confronto
le importazioni italiane nel 1892, nel 1002 e nel i!JJ2.
L\1PORTAZ.IONI DI .\ITERCI IN JTALI \.
Valori i11 milioni di Lire
Paesi di provenienza
1892
Germania . . . . . 143.9
Gran Bretagna e Irlanda ~44.6
Stati Uniti (1)
. . . 78.8
Austria-Ungheria .
L22.3
Francia. . . . .
168.5
1902
1912
22L.7
287.1
2 l1.1
L7G.1
183.8
62().(i
577.J
f.>15.3
294.~)
289.6
(l) Nel L892 colle importar.ioni dagli RLati rniti erano
c;ornpruse <1uclle dal Canadà.
Valori in milioni Ili Liro
l'aosi cli proveuionzn.
18\J\,!
Rtl8Sia
124.2
Romania . .
12.5
Argentina . . . . . 20.:-,
India Britn.nnicaeC'eylon( 1)
Svizz~ra .
49.5
Belgio
27.2
Brnsile .
.-J.3
1001,!
1912
181.8
74.0
31.4
75.:>
56.5
:32.6
4.2
214.~
169.9
150.4
140.4
84.7
84.()
G1.'3
N-elle irnpoetazioni dalla Germallia 11el 1U12 tengollo il primo posto gli slrumenti scientifici con mi liou i di lire 116.5.
Altri L:2 gruppi di merci f"igu1·a110 per almeno 1u
111ilio111 di 11r€ in ques1'orclinc decrescente:
mlio11i
di lire
Carbon fostiile.
Pelli conciate senza pelo o rifinite
Lavori di fel'l'o e acciaio, fatti con frni e acciai grossi .
Gioielli d'oro .
Lavori di ferro e acciaio, fatti con ferri e a<'<'iai
piccoli.
. . . .
. . . .
Piotre preziose, lavorate .
. . . . .
Tessuti di lana pettinata, compresi quelli rasati,
non follati .
Colori derivati dal catrame .
Macchine non nominate . .
Parti stacca.te di macchine .
ì\Iercerie rnliluni non nominate
Ferro e acciaio in verghe, sp ranghe, ecc..
32.0
28.3
20.0
17.6
l5.6
15.3
14.2
13.1
12.7
12.2
10.3
IO.O
(1) Nel J892 C}ueste importazioni erano c;onl'use co11 r111c> llv
dagli alLri Possedimenti asiatici della Gran Brct..agna.
-
60 -
Delle importazioni dalla Gran Bretagna e lrlancla
nel 1912 più della metà (milioni e.li lire 310.9) è costituito dal carbon fossile. Tullo il reslo è e.lato da
~ruppi di merci cli un valore infel'iore ai 10 milioni
di lil'e, ad ecoezione del solfato di rame (m ilioni
20.5), della ghisa in pani (milioni ild3) e dci tessuti
e.li lana pettinati (milioni 12.4).
Il grosso delle importazioni clagli Stati Uniti è
rappresentato da una sola voce, il cotone in bioccoli
o in massa, per un valore nel 1912 di milioni 277.6
Stanno in seguito il rame in pani (milioni 47.2); il
!Rbacco in foglie e in costole di foglie (milioni 28.5);
l'olio di cotone (milioni 15.4); il legno comune, squadralo o segato per il lungo (milioni 1!1.1); il petrolio
(milioni 13.4); gli olii minerali, di resina e di cotone.
non nominati, pesanti (milioni il .8).
L'Austria-Ungheria ci ha venduto nel t9i2 per
milioni di lire 97.7 di legno comune, squadralo o
segato per il lungo; per milioni cli lire 14.9 di cavalli
o per milioni i i .6 di legno comune, rozzo.
Le importazioni dalla Francia sono costituite da
una varietà grandissima di merci, di cui tre soltanto
di un valore superiore ai 10 milioni cli lire: le lane
pettinate, non tinte (milioni 22.2); le pietre preziose
lavorate (milioni 13.1) e le polli conciate senza pelo
e rifinite (milioni 10.2).
Oltre gli 8/iO delJe importazioni da1la Russia nel
1912 sono dati dal frumento, diviso in clue gruppi:
frumento duro (m ilioni di lire i 10.8) -e frumento Le-
-
()J -
nero (milioni 68.6). Il terzo gruppo è quello clei bozzoli secchi (111ilioni 12.6).
Dalla H.omania pure acquistammo nel HJ12 quasi
esclusivamenLe frumento tenero (milioni di lire 107.0)
e granturco (milioni 50.0).
Similmenle dall'Argentina ricevemmo nel 1912
frumento tenero per un valore di 37.7 milioni di lire;
granturco (escluso quello bianco) per 33.7 milioni, ed
111ollre 22.9 milioni di avena e 17.() milioni cli pe)]i
crnde, fresche o secche, di buoi e di vacche, e 14.1
milioni di carne fesca.
Le principali nostre importazioni dall'India Britannica e Ceylon nel 191~ ::;0110 slalc:
.~lii ioni
di lire
Cotone in bioccoli o in masslt .
Juta greggia . . . . . . .
Pelli crude, fresche o secche, di
Remi di lino . . . . .
Frumento dnro . . . . . .
. .
. .
buoi e
. .
. .
.
.
di
.
.
. .
. .
vacche
. . .
. . .
39.8
23.5
18.8
13.2
10.1
Di un solo gruppo di merci la Svizzera nel 1912
ci ha provveduto un valore di oltre 10 milioni di
lire: gli orologi da tasca (milioni 11.6).
Così pure il Belgio, pei filati di lino, semplici
imbianchiti (milioni 13.5).
Passando alle nostre principali importazioni del
1912 dagli altri paesi, indichiamo dal Brasil~, il caffè
naLurale (milioni di lire 33.8), la gomma elastica e
la gult.ap erca, greggie (milioni 23.8); dalla Cina, la
seta tratta, greggia, semplice (milioni 35.2); dal Giap-
-
62 -
pone, pure la seta tratta, greggia, semplice (milioni 31.2); dalla Federazione Australiana, il frumento
tenero (milioni 23.8); dalla Tunisia, i fosfati minerali
(milioni 12.8); dall'Egitto, il cotone in bioccoli o in
massa (milioni 19.8); dalla Norvegia i pesci s~cchi o
affumicati: merluzzo e stoccofìsso (milioni 16.7); dal
Chili, il nitrato di sodio, greggio (milioni 15.0).
XIV.
clienti dell'Italia.
Le nos! r-e slalist,ich€ comm€rciali del 1912 danno
di stintamente le esportazioni per N. 61 paesi di de
sLinazione. Di questi, N. 15 hanno comperato dall'Italia 1'88 per cento delle merci da essa vendute all'estero, figurando ciascuno per un acquisto di oltre
2G milioni di lire, come è mostrato dal prospetto che
segue:
PAESI DI DESTIN.A.ZIONE
Valore
in milioni
di lire
328.2
264.4
261 .9
222.C-i
219.2
218.9
182.1
100.8
74.6
56.5
Germania . .
Gran Bretagna e Irlanàa
Stati Uniti .
Francia .
Austria-Ungheria .
Svizzera.
Argentina ..
Tripolitania e Cirenaica .
Belgio
Brasile .
A riportarsi
1,92~.2
•
-
-
li4 Valore
in milioni
di lire
PAEl:ìl DI DESTI~AZJON I·:
Rip.nto
Russia ..
Egitto .
India britannica e Cey(on
Romania
Uruguay
1,929.2
55.9
42 5
37.9
26.8
23.5
Insierue.
Altri Paesi .
2.114.8
282.2
TOTALE 1CJLIONI DI LIRE
3.397.U
La Germania, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti,
che sono i nostri principali fornitori di merci, veno·on; pure nello stesso ordine fra i nostri più rag~uardevoli clienti. Il quarto posto, invece, che nelle
~mportazioni spetta all'Austria-Ungheria, è occupato
nelle esportazioni italiane dalla Francia, l'AustriaUngheria passando al quinto. Ottimi clienti nostri sono pure la Svizzera, che tiene il sesto posto
nelle esportazioni dall'Italia, in luogo del decimo che
ha nelle importazioni e l'Argentina, che nelle importazioni è preceduta dalla Russia e dalla Romania.
Accidentale e dovuta alle provviste mandate al corpo
di spedizione militare risulta la esportazione di oltre
100 milioni iatta nel i9i2 per la nuova colonia italiana del Nord Africa.
Facciamo pure per le nostre principali esportazioni distinte per paesi il raffronto già fatto per le
importazioni nei tre anni i892, i902 e i912.
tif> Valori in milioni di lire
Paesi in destinazione
18112
1902
1912
Germituia
Gran Bretagna e Irlanda
Stati-Uniti (1)
Francia
Austria-Ungheria
Svizzera .
Argentina
Tripolitania e Cirenail·:t
Belgio
Brasile
Russia
Egitto
145.f>
113.2
100.1
147.1
105.8
173.2
25.9
246.0
143.3
177.0
246.0
12G.6
260.4
G0.3
1.7
27.8
16.4
10.7
32.3
328.2
264.4
261.9
222.6
219.2
218.9
182.1
100.8
74.6
66.G
5b.9
42.5
24.4
8.7
10.2
10.7
Consideriamo acl esso i1aese per paese 1 g1 up pi di
esportazione i Laliana superiori ai tO milioni cl i 1i re.
Per la Germania troviamo nel IU J2 la seta tratta,
o·reo·o·ia
addoppiata e torta (n1 ilioni n.2); la seta
o
00
'
lrnlla, greggia, semplice (mi li on i 3'1.0); le rnandurle
senza guscio (milioni I'i.5); la canapa greggia (mi1ioni 13.9); le uova di pollame (milion i 1:2.3); le pelli
crnde, fresche e secche (mi lioni 12.0).
\I la Gran Bretagna e Trlancla venclemmu net
HH2 tessuti di seta, colol'élti, lisci (milioni di lire
2:3.6); uova di pollame (m ilioni 15.8); frutte, legumi
e ol'lng~i, preparati (milioni 13.U); tessuti di seta
noi-i, lisci (milioni 12.6); canapa greggia (milioni
11.5); pelli cructe, fresche o secche (milioni 11.11) .
!\gli Slali U11ili seta tratta, greggia, semplice (mi(1) Nel 1892 colle 0sportazioni lH'I" gli Rta.ti rniti e1·ano
c·o1111H'C'Se (]ttC'llc:> 1wl Canadà.
6
•
-
66 -
li1mi d i lti·L' ,Jl.~); pasle ù1 frumenlu (m1hun1 20.G);
fornrnggi ~milioui ~n.2); olio d'oliva, t:ommestibile
(milioni 19.:J); wnserva di pomodori (milioni 14.2);
limoni (milioni 12.1).
.
Alla Francia seta tratta, g r eggia, semplice (m1'
.
lioni cli lire 40.8); pell i crude , fresc he o secche (m~lioni 12.0); canapa g reggia (milioni 11.2); zolfo (1rnlio11i 10.3).
.
.
\11"1\u-:l.ria-Ungheria, mandorle senza gusc10 (milioni d1 lire 15.4); seta lraUa , g reggia, addoppiala o
torta (milioni 14.5); aranci (m ilioni 1:3.1 ).
t\llu Svizzera, seta Lralla , greggia, addoppiata o
t.<,rla (milioni di lire 76.3); seta tratta , g reggia, semplicP (m ilioni 22.9).
.
. .
,\11 '/\ r genl ina, Lessuli di colone, a colon o tm~ 1
l rnil io11i cli lire 21 .'7); olio d'oliva commestibile (m ili<mi 1:H>); ri so (milioni 12.7); vermoulh in bottiglie
(rn il IOlli 10./1).
Nolla 1'ripol ila11ia e Cirenaica mandammo nel
1~11~ 111 merci e forniLure al 11osLro esercito d'oocupa:.-:1ori~ per 15./1 rnilioui cli lire di bovi e per 10.~ mil1<lfli di viuo comune in bot.ti , bottiglie e fiaschi.
I 1 HPlµ-i<> uello c;tesso anno ci acquistò 22.7 mi i 1<rn 1 d 1 J i re rii pneuma I iche e H.9 milioni di m ineni 1I
dI
7, lrJOO.
N(·l 111 ftu ssia espodammo ne) l9i 2 seta tratta,
" r·(:J-5µ, i:i , se 1nplie<• per un valore di ~2.i milioni di
I i f"I },
xv.
I trattati di commercio in vi gore .
Gli scambii internazionali dell'Italia sono regolati,
com e g ià abbiamo vi sto, dai t.rattati cli commercio ,
che al 1° gennaio 1913 erano in vigore con N. 51
Polenze .
'T'ali trattati o convenzioni si dividono in due
p; rand i classi :
a) i trattati a tariffa ed a clausola reciproca di
nazione più favorita;
b) le convenzioni contenenti la sola clausola
reciproca della nazione più favorita.
Dei trattati a tariffa i p iù importanti sono quelli:
del 6 dicembre 1891, rinnovato col trattato aclclizionale del 3 dicembre 1904, colla Germania;
del 13 luglio 1904 colla Svizzera;
dell'11 febbraio 1906 coll'Austria-Ungheria.
Tutt.i questi tratt.ati hanno la scadenza contem poranea al 31 dicembre 1917, con obbligo della denuncia 12 mesi p r ima; però quello coll'Austria-Ung heria, può, collo stesso termine d i denuncia, essere fallo cessare il 31 dicembre 10 15.
-
-
1.)8 -
.\lutlellati slrellamenle su quesli trattali mag~.nol'I. ::ono i rn11101·1 trattali colla Jlomania del 5
;licembre H)UG, scadente il 31 dicclllbre 11H'7, e colla
Serbia del 1 ~ ge1rnaio I!307, cu11 f neoltà di scadenza
al 31 dicembre 1917 o 101:J. Cotesto assieme cli trat
lati è poi completato dal trattato colla .Russia del
28 g·iugno rno7. scadente esso put·e il 3 1 dicembre
1917, coll denuncia 12 mesi prima.
Il t1·attato LI.i commercio col Brasil e, risultante
dallo scambio di note del 5 luglio 1nou e prorogato
co11 altro ::;cambio di nole del 25 novembre-1° dicembre 1912 sino al 31 dicembre 191'1, appartiene
formalmente a questa prima classe per la riduzione
del daz10 italiano sul caffè, ma effettivamente fa
parte degli accordi a semplice clausola di nazione
più favorita.
Il trattato di commercio colla Bulgaria del 13
o·ennaio
1006 (31 dicembre 1905), prorogato con scam,..,
bio di note del 24 maggio (6 giu gno) HH 1 sino al 31
dicembre 1917, contiene una la.ri ffa speciale. riguardante soltanto i dazii d'enlrala in Bulgaria.
Gli altri più importanti trattati a tariffa speciale
ed a clausola cli nazion e più favorita sono:
. quello colla Cina ciel 26 ottobre 1866 a scadenza indeterminata, denunciabile col p reavviso di
12 mesi; le tari ffe speciali modificate coll'accordo
ciel 27 aprile 1903 rigua1·dano le sole importazioni
italiane in Cina, ma l'Italia, per benevola tradizione e per recip rocilà cli trattamento, le accorda anche alla Cina;
1
69 -
quello colla Grecia del ~10-18 dicembre 1890,
]lU l'e U scadenza indeterminata, 1·isolvibile con denuncia dala 6 rne:;1 prima;
quello colla Turchia. del 1° ottobre 1861,
scudulo il 28 febb raio l800, ma mantenuto tacitamcn le in vig·orc colle mocl ifì ch~ appoTtate dal protocoll'J de1 2!5 aprile Hl07 e cl al I rnllato cli paco del
I~ oltohre 1012, coll'Hrticolo 6° del quale l'Italia s'è
impeg·nata a concludere una nuova convenzione
coinm<'1·cia ]!' crnl]a base del diritto rrnbblico europeo
r rl he consentito all'elevazione dei diritti rli dogana
l11rchi rlall'1 I al 1't % cc ad valorem n ; entrambe quesl<' c::.tipnlazioni Hvranno applicaziDnc solo quando
11u·11ali accordi avven!S·ano ed abbiano applicazione
e0 ·1 lr altre P Dtenze.
L'ultimo trattato cli commer cio a ta l'iffe speciali
è quello del 25 novembre 1012 col Giappone, al
crualc è sta.la data in I la1ia niena rrl intera esecuzione colla legp:e del 10 s;·i ngno mm. La sua validità
e' fìc:c::. ata sino al 31 rlicembre HH7 o dovrà essere
rlrnunziafa 12 mesi 'l)rima dHlla parte ·che vorrà farne
r·p c:s.'\re gli effetti.
Dalla clausola generica riel regime cli nazione più
fnvorita que~to t rattato esclude i tessuti serici, salvo
cxli (( hnhutae " greggi all'entrata in ltfllin.
Il più importante dei trattati cli commercio della
"cronrla specie, consistente nel semplice scamb io del
re!:?.'ime doganale della nazione più favorita, senza alcun vin colo di dazi i determinati, è quello del 15 giu-
-
70 Data st1pulazio11c
Paee1
.:?no 1883 colla Gran Rretagna ed l danrla. :::.lipulalo
;:;enza limite e durata, ma clenunriahile da ambo le
parli con un prean' iso cli 12 mesi.
Le colonie britanniche hanuo fallo adesione a
questo trattato. ad eccezione delle seguenti: Canaclfi (1), Colonia del Capo, lnrli a brHannica e Austrél l1a del Sud, che però hauno !'\111 qu i profittaw dello
-;lesso reg-ime.
Seguono per ordine alfabetico rle~li Stati con Lraenti le altre principali convenzioni, p er l e quali le
esportazion i italiane godono del trattamento cli na
zione più favorita , senza determinazione di queslo
111 maniera permanente:
Paesi
Data sti pulazio11c
.j
1°
I 31
11
Belgio .
27
Colombia
Congo belga 19
29
Cuba • .
Danimarca . 1°
Egitto (2) . 14
Argentina.
<:;cadenza
12
12
12
12
giu~o 1894
gennaio 1895
dicembre 1882
ottobre 1892
dicembre 1884
dicembre 1903
maggio 1864
luglio 1906
Termiue
denuncia.
indeterminata
2 dicembre 1914
16 febbraio 1930
mesi
mesi
mesi
mesi
12 mesi
12 mesi
12 mesi
C'ol Canadà l'accordo provvisorio del 6 giugno 1910
vmcolato ad un termine di disdetta di soli 2 mesi pattuisce
l'applicazione della tariffa convenzionale italiana a un deter~inato numero di merci canadesi, e della tariffa intermedia canadese a un determinato numero di merci italiane.
(~) Con facoltà di revisione per il 16 febbraio 1917 o
per 11 16 febbra..io 1924. La convenzione contiene il vincolo
cl~! regim~ doganale in Egitto. La clausola della nazione
prn favorita può essere disdetta dall'Italia in qualunque
temp? c~n preavviso di 12 mesi, venendo in tal caso a cessare il vmcolo del regime doganale in Egitto.
. (1)
71
Scadeuza
12 agosto 1900
21 luglio 1906
31 dicembre 1868
23 ottobre 1862
iudetermiuata
30 gi111.gno 1825
16 aprile 1890
10-11 giugno 1904
25 gennaio 1906 28 settembrn 1916
14 giugno 1862
\ 24 novembre 1863
Paesi Bassi
) 12 novembre 1864
27 ottobre 1892
Panama.
22
agosto 1893
Paraguay
novembre 1862
29
Persia .
1874
23
dicembre
Però.
(arcordo provv.\
9
maggio
1911
Portogallo .
1860
27
ottobre
Salvador (2)
indeterminata
18 ottobre 1886
R. Domingo
indeterminata
5 gennaio 1889
3 ottobre 1868
Rhun (3)
Equatore
Etiopia.
Honduras
Liberia..
Marocco. ( 1)
Messico.
Montenegro.
Nicaragua .
Norvegia .
Termine
cl enuncia.
12
12
12
l2
mesi
mesi
mesi
mesi
12 mesi
1 mese
12 mesi
12 mesi
12 mesi
12 mesi
12 wesi
12 mesi
12 mesi
12 mesi
3 mesi
12 mesi
l
--
12 mesi
(1) L' Ita lia ha fatto adesione al t ra.t tato cli am1c1z1a.
,. commercio fra la Germania e il Marocco del 1° giugno
1~90, il quale conti ene una ta.riff.a convenzionale di diritti
doganali d'esportazione dal ì\fa.rocco e con la legge 26 aprile
1891 il Governo italiano ha dato pi1.>na o intera esecuzione
nel R egno al trattato summenzionato.
(2)
14 aprile 1906 è stato firmato un trattato che attende la sanzione dei Corpi legislativi dei due paesi. Questo
t rattato è sul modello di quello ool Nicaragua.
(3) n trattato fis.'la al 3 per cento ad volorem i diòtti
1l 'importazione da riscuotere sulle merci italiane importate
nPl Siam; la clausola della nazione più favorita è sti pulata
solt,anto a beneficio dell'Italia, ma questa, per benevola
tradizionr e per reciprocità di trattamento , la accorda anche
a lle merci siamesi introdotte in ltaha. 11 trattato è soggetto
n. r Pvisione e r:iuesta fu proposta dal Governo siamese il
7 febbraio 1906.
n
Paesi
Svezia .
T unisill. (l l.
Uruguay (2)
Venezuela .
Zanzibar .
72 -
Data. stipulazione
14
28
19
19
28
giugno 1862
settembre 1896
settembre 1885
giugno 1861
maggio 1885
Scadenza
Termine
denunzia
12 mesi
12 mesi
scaduto
12 mesi
indeterminata
Il trattato di commercio cogli Stati Cnili dcl 26
febbraio 1871, stipulato senza data d1 scadenza e col
vincolo di 12 mesi di preavviso per la disdetta, contiene (art. 24) la dichiarazione che il trattamento
della nazione più favorita sarà da ognuna delle due
parli liberamente concessa all'altra. se la concessione
a un terzo Stato è c:;tata liberamente conccssé1. o acc:ordanclo uguale compenso, se la concessione fu condizionale.
.\ Portorico, alle Hawai e alle Filippine è appli
cabile la clausola della nazione più favorita.
r\ppartiene pure al tipo delle convenzioni assicuran ti il regime della nazione più favorita il cc modus vivendi ,, stipulato il 21 novembrn l898 colla
Frnncia, con una importallle eccezione, la quale esclude la seta e le setel'ie clal beneficio delle tariffe
convenzionali più ridotte.
,. 0) Il trattato stipula che i cliritti d'entrata in Tunisia
1r«1tta c>cc<>z1one per .i f!·utti e semi oleosi e> per gli oli) non
possono t•ssere supenon a quelli della tariffa mi nima franeeS<>.
. (2) Tl trattato del 19 settembre 1885 era scad uto il 6
1~97, ma, con p rotocollo fi r mato a ::\[ontevideo il
'.n maggio 190~, che attende la san~ione del Parlamento
1ta
1·1'ch'
·
·
~ 11ano
. , . esso e stato
,
, 1am.ato in
v ·igor e a p a rt ire
da
) ;) giorni da lla d ata dello scambio d elle r atificaz.ioni.
~iugno
XVI .
La nuova agitazione pr otezionista .
Jl fatto che la maggior parte dei nostri ,trattati
c11 eommercio a tariffa scadrauno il 31 clicembi·e
l 9 l7 e che g·li altri trattati a clausola di nazione più
favorita potranno riuscire g;randemcntc modificati
nei loro effetti e.la quell'avvenim<:!nlo, essendo clel reslo quasi tutti denunciabili col semplice preavviso
di sei o dodici mesi, rende di altuallià le discussioni
e le inch ieste intorno alle modificazion i che può convenire cl i recare nel nostro regime doganale in vista
delle prossime negoziazion i comme rciali .
Na l11rnlmc11tc i potenti i n lcrcssi che la prolezio11c
doganale ha creati e mantiene solidali por le necessità dello innuenze polit iche, grazie a cui vivono,
non hanno tardato a cogliere l'occasiono propizia
per ngila.rsi, senza g rande nunorc, ma 1novendo
con dest rezza le loro più abili pedine e clanclo il lono
ngli articoli della fedele stampa pa.lriolica e nazio11ali sta.
Il cc t r ust ,, della s ideru rgia, che ornma i ha conglobato Lu tti gli stab ilimenti inch penclen ti nella sua
'"
-
74 -
branca sussidiaria od Agenzia eh vend1la « Ferro e
\.rciaio " e che ha esteso le sue propaggini in molta
parte del ~rande giornalismo politico italiano, forte
l'omc r delle sue stesse enormi passività verso i
grossi Istituti di credito, e< Banca d'Italia ,, com presa. per il famoso salvataggio de] HH 1, è, si capisce, in prima fila in questa nuova campagna a
ò anno dei consumatori e dei contribuenti i.tal ian i.
'l'utti i vecchi sofismi del protezionismo maJamrnte ii1"erniciati a nuovo sono riapparsi a fare
hella mostra di sè nei frequenti articoli rlelle gazzett e
notoriamente assoldate ai .grandi paòroni delle ferriere e rleJle acciaierie italiane.
Il « Lavoro Nazionale"• Ja neressità di hdelarlo
clal << Dumping » tedesco o americano; le ragioni su periori della difesa militare del Paese, che potrebbe
rssere m inacciata da un eventuale <e Blocc-0 del ferro n
(perchè no da un «Blocco del carbone n?), ed altre con simil i bubbole fanno quotidianamente le spese della
propa2;anda giorn alistica a favore di un granrle inle1,,esse predominante, che, con ingegnosi compromessi e con minaccie di temibili boicottaggi , è riuscito a farsi j} punto di concentrazione e di orientazione di altri numerosi interessi assoggettati alla
propria dipendenza, fra questi le indu strie navali e
meccaniche, che sono gravemente danneggiate dal
protezionismo siderurgico ed avrebbero tutto da guaclagnare da una politica che loro assicurasse la libera
importazione dei loro impianti e dei loro materiali
r1 i costruzione.
-
I': d1ia ro rhe 11 «
7f:J -
trus~ " sidernrgiro italiano. al
lento colle industrie militari, navali, ferroviarie e
meccaniche per mezzo di sapienti e bene fucinate
combinazioni legali-borsistiche, le quali hanno la loro
vis ihile ed indubbia espressione nel pirrolo numero
cli «magnali'" che costituiscono, in frat erno scambio fra cli loro, i Consigli rli amministrazione delle
mag~iori Societfi inrlustriali e bancarie (1), si pro
pone 8emplicemente l'eliminazione completa della
concorrenza strnniera, sia col ril evare a limiti proibitivi gli attuali dazii di frontiera, sia coll'ottenere
il privile.gio assoluto dell'industria nazionale nelle
forniture dello Stato, trova11rlo insufficiente la p refer<'nza cle1 5, del 7 e più per cento gin guarenlita
rlngli attuali capitolati d'appalto (:2) .
(I) Si può vedere la documentazione in: EooA1tDO GIR1''1"1'1,
I '/' l'Ìvr7/,a tori rl e71u ·y nzirrne TI nlionn. Libreria Politica Moc1c>rti.a. Tloma, 1913.
(2) Il «X Congresso Nazionale ~ra Iudustria.l_i, Cornml'rC"i.anti cd Esercenti n, tenuto ·a Tonno nel maggio 1911. apprcwò i l seguente ordine del gi orno proposto dal comm. J:. nLonio Monzilli, noto sostenitor e cli tutti i «trnsts>> 1ta !1a ni:
e< Il Congre>sso fa voti che, sull'esempio di altr~ vae:-<>i.
In Stato d'Italia stabilisca e segua costantemente il pnnc·ipio di prefcrenzialità assoluta della pro~uzione na_zi?nale
in tutte le provviste occorrenti alle pubbliche Amministrazioni del Regno e nelle Colonie».
-
XVII.
Il questionari o del M inistro Luzzatti.
.\ nche il Governo si è da tempo preoccupato della
opportunità cli una revisione alla vigente tariffa rlo~·anale da serTire di base alle future negoziazioni
f'Ommerciali.
L'un. Luigi Luzzatti, quando era ministro cli
<Hfficoltura, industria e commercio 1nell'ulLimo GabineLlo Sonnino, nel fcbbrnio rn10, rivolse una circo
lare alle Camere di Commerc io, tii Musei cDmmerciali, alle Associazioni industriali, agricole e commctcial i, alle Camere del Lavoro, alle Cooperative
cli Lavoro e di consumo per senlire il loro parere
sulla quec:;Lione e specialmente su questi punti:
1° Di fronte alle nuove tonrlcinze protezioniste
dc~·li Stati esleri cDnviene all'Italia cli persistere nel
.:;istema ctei trattati di commercio?
.
2° Co~viene all'Italia di mantenere il principio
cl 1 una tariffa generale unica, o non è pref.eribile di
applicare il sistema della doppia tariffa, sull'esempio dell a Francia e degl i Stati Un'iLi?
77 -
J 11 gene rale gll 8nli rnlerpellaLi, che dovevano
fare pen e111re le loro risposte al qucsl10na1·io go\'et 11aiivo prima del 3J ctin~mbre !DJU, 11011 si mosLnnono Lroppo sollccili 11cll'accoglicre l'i1nv ilo;
qul'ltt c:hc ad ogni modo mandarono le loro risposte
al Governo si palesarono in maggiornnza animati da
spirili u ltra-protezionisli, o auspicando l'adozione
della doppia lariffa ed aumenti di clazii pressocbè
g-<rnerali o chiedendo la conse1·vazione della lariffa
a trattati, ma con maggiori specializzazioni e numc1·osi ritocchi clei clazii in vigo1·c allo scopo cli ac
crescerne l'efficacia l)'rotelliva '1 .
Fra le poche risposte in sen.::o 11cLtamentc antiprolezionisla va cilata quella dell' cc Associazione Serica e Bacologi"a del Piemonte» (2 .
Un'eccellente dimostrazione clell'assu1·ditù del sistema della doppia Lariffa ecl insieme della convenienza. p0r l'ILalia di orienlal'C nuovamente la sua
politica c.ommerciale V1erso il l ilwro-scambio è stata
claLa eia! p 1·of. Giuseppe PraLo nel suo sLudio « Ve1·so
l'autonomia. doganale?" (:3).
L'esperienza cli tutti gli Slali che hanno provalo il sistema della cloppia ltìJ'if'fa
una la.riffa
(1) Co11sultisi l'ottimo volumPtto antiprotezionist.a clC'l
clot,t,. Grno l3011GA'l"f.\ edito tra gli « Opus<'oli c]plla \·ocP »,
2: C'hr 1'1Js'è P cn.,u cnsfu il l'rrdr•zi1J11is11w
rc•nzC'. 1914.
11.
111
f111/ia. Fi-
(2) ..:\.sso<'iazione Serica e Bacologi<«\ ckl PiC'monte: J,11
I' 111 l?r•visi1J11!'
rie/ lfr(Jimr 7Jn(1111111IP JfC1li11110, Torino, 1910.
(3) !1~stratto dalla cc Hiform1a. f-\()('ialP » dt>I febbraio-
8('/I/
111n rzo Ull 3.
-
78 -
da appli1;ai-si ai paesi, coi quali non si abbiano motivi di concludere speciali accordi, eu uuu
tariffa niiTl!ima, formata da quelle m isure di dazii,
ul disotto delle quali non è normalmente consentito
al Governo di scendere nella stipulazione di accordi
o trattati commerciali - dimostra chiaramente che
tale sistema, lungi dall'esser e uno strumento efficace di negoziazioni, rende assai difficili e precarie
le intese e toglie alle Convenzioni internazionali il
loro maggiore valore, che è quello di assicurare per
un periodo di tempo abbastanza lungo il regime,
in cu i possano svolgersi i commerci di esportazione.
La tariffa masS'ima ha poi questo particolare in conveniente che, al momento della su a formazione
'
essa solletica ogni so r ta di appetiti, ai quali torna
facile dare una soddisfazione teorica, che poi agirà
come un ostacolo gravissimo alla conclusione cli
equi accordi commerciali a base di cc do ut des ,, .
Lo stesso ragionamento vale contro il tentativo
protezionista p er escludere dalle future Convenzioni
comm erciali la cosidetta clausola della nazione più
favorita (i ).
Se si vuole non rendere impossibile la rinnovazione alla loro scadenza degli attuali trattati di com-
- · 7'3 -
111asst11ta,
_( l) ~ulla natura e sullo svolgimento di tale clausola si
puo u t ilml'nte consultare il volume edito dalla Direzione Genl'ra.~e del~e Gabf>lle - l:ffie:.io 'I'r8;-~tati e .Legislazione Doganale .. f,r1 i/uuso/(1 delln 1111z11)11e 71111 fovrJ1'lla 11r•i trntfoti d 7_
1'/tolw. Homa , 1912.
P
!lll'ITio o, qun.nLo menu, se uun s1 vuole fal'l' del si
'
I
::>Lema e.lei LraLtati di comme rcio una semplice lustra priva di ogni con tenul,o reale, bisognerà tornare non soltanto all'applicazione larga e liberale
della clausola della nazione più favorita, ma anche
ad uno spirito sincero di 1Juona fede internazionale,
con garanz ie r eciproch e che impeùiscano in avvenite
le subdole interpretazioni e r esLrizioni dei trattati,
coi prelesti dei regolamenti sanitari , delle tariffe di
penetrazione, delle sovvenzioni alla marina mercantile , e dei premii di produzione e di esportazione
più o meno mascheraLi in forma d i abbuoni fiscali
n <li restituzioni di tasse interne di fabbricazione (1).
( I) Jì: cla citare a
sngli spi riti, ch e in
patti inlC'rnazionali,
d el vigente t rattato
que&to proposito la legisl azion e italiana
molta parte è in violazione aperta clf>i
e particolnrmente degli artfroli 7, R, i:J
colla Svizzera .
-
81 -
111enti 1·ac·rnHi pel' nu.;-1oni di ufficio, la cui divulgazione possa rerarc µrcgiuclizio a un dote.rminal.o
ramo cli produ7.ionc.>, o nncho 11 una singola in
cluslria.
u
XV!JI.
" 'l'itl i elem en Li 11011 potra11 no, nem mrno d icLro ri rh icsLa, esser e comunicati a uffici e u.genLi fi scali .»
La Commissione Reale di studio.
Oli adicoli 3 -e 5 d cl n.. Oecl'elo sta bilisco no lR
pros id e11za e la composizione della Commissio1ne Ml
rnodo che seg ue:
"A rt. 3.
La Commissione è prcsi-cdllt.lt dal Mi
nislm d' J\g ri co ltnra, Indu stria c.• Commercio e ha
tre vice presid enti. ,,
" ArL. 5.
La Commissione. è co mposta r-0me
l't'r i11iz iaLiva e sollo la respon:;al>l li la dl'l m mi ::=.t.rn d agnrullurn, 111duslri a e t'Olll JJl L' tTiu u 11 . i\ itli
è: st.ala nominata una !leale Co111m1ssio11e per Ju
studio del lkgimc <luga•1Hdc e dei Trattat i di Com 111 erc iu .
I poteri e le funzion i della dl'lla Cci111missio11t!
so no così dclen11i11ali dall'ar l irnlu 2 dcl Il. D ec r eto
:z:~ gc1111uio 1913 che la C'ostiluiva :
« i\rt. ~.
Poi· l't•soc11zio1H' dt'I s110 111 a 111lalo la
C~Hnlll issionc ha fuco I U1 di p1·oc·l dc re a i 1d c• 1Tugalo r i,
d11·i1111an• qt l( ~ s l.iorw1 i, aS :i llllll'n' l' l'll'l\Vl'l'C informa
7.io 11i , 1·ac·c·o.!.d iere slalisLiC'IH~ t' c·o111pil'l'l' lu!Li g li
attr <"Ile nt L' ITà op portu11i al rnggi1111gillll'llto dl'llo
S('O po n.
" c;li uffki g·ovcrna1i vi, i f11117.1011a1·i de ll o SlaLo 1<'
Cn111ere cli c·o111nH'IT io dm rn11 110, ncl l 'arn l>ito de1la
rispeltivn rn111pPIC117.a, forni 1'l' alla Con1r11issio1ll' le
notizie e l e 111fm·111azioni che sie110 101·0 rirhi este . ,,
« i;; fati.o obliligo alla Co111mi ~si o11 e L' ai singoli
l'o1 111H111(' 11li di <'Ssa di se rbare il sPg i1c(..() sug li c•l r1
1
segue :
"Carcano avv. Paolo, clepuLato al Parlarnent..o
Cl1imirri avv. Druno, deputalo al Parlamento - Pan La.110 cloll. ~~doardo , depuLaLo al Parlamento, Vice prf'si<IC'nti. ,,
u nnJ enzano avv. Nicola, senalon· del Heg no
Cappelli march ese Ra.ffaclc, depulitlo al Parlamento
Cassin avv. Marco, industrialo
Chiosa Pietro ,
ct-0p11 tal.o al Parlam en lo - Da neo avv. Edoardo, dep11 tato al Parl amento
Dell'Acqua Carlo, indu st.riaJ {', deputato al Parlamen to
De 'T'ullio Anlo11io, com m er ciante - Gio liUi F'ccterico, professor e di
met.allurgia P chimica met.allurgi<'a nel Politecnico
cli Torino
GniC'ciardini coni.e Francesco , deputato
nl Parlam en to
Gorio avv. Carlo, se natore del Reg110
Malvano avv. Giacomo, s-enatore del Reg no
Mn z7.iot.Li a.vv. Mnlteo , senat,orl' d el Regno
6
-
l'2
-
-
~Jiraglia
dotL . .:\icula, direttore generale del Banco
d1 .:\apoli
'.\liliani u1an Ualtist.a, deputato al Parlamento
~1ylius dotl. Giorg-,o, industriale
Pal€rno di Sessa prof. Emam1t•le, senatore del H.egno
- Piacenza Feliee, inclust,riale
J>irelli ing. Giami>altista, industriale, senatore del Regno
Heina
b:llore, operaio, membro del Consiglio superiore del
laYoro - Honco ing. Nino
H.o!'-:i prof. Luigi, deputato al Parlamento - H.uhini 1ng-. Giulio, deputato al Parlamento
Saldini ing. Cesare, profes::-ore d1 tecnologia mecca'lica nel R. Istituto tecnico
superiore di ~lilano
Salmoiraghi ing. Angelo, se' iatore del Regno
String·her dott. Bonaldo, direttore ;e11erale della Banca <l'Italia
Visocchi Achille. deputato al Parlamento".
" .:\e fanno inoltr-e parte: il direttore genernle del! Agricoltura ('.\Ioreschi prof. Bartolomeo' - l'ispettore generale dell'industria (Falciani dott. Giuseppe)
- l'ispettore ~encrale del Commercio (Belloc ingegnere Luigi) - il direttore generale della Statistica
r del Lavoro - il diretton· generale del Credito e
della Previdenza 'Giuffri<la prof. Vincenzo) - il direttore generale delle Gabelle (Luciolli Ludovico) il \ 1ce-diret,tor-e genera.le delle Gabelle (Bodrero avvocato Pompeo) - il segretario generale del Ministero degli Affari Esteri <Dc :Vlartilllo dott. Giacomo)
il direttore generale della Marina mercantile
fB runo avv. Carlo) - il commissario generale dell'emigrazione (S. E. il conte Giovanni Gallina) il capo del Servizio VIII (Servizio commerciale) delle
j
8.3 -
Ferrovie dello Stato (De H.obert.o i ng. Francesco) Conti Rossini dott. Carlo, delegato dcl l\l in istero dcl
Tesoro ».
Funziona da segr etario generale della Commissione l'ispeLLore generale del Commercio al Mini::;liero rl'agricolLura, indusLria e commercio .
Nell'adempimento del suo mandato, la Commissione Heale, divisa in tre sezioni, la prin1a per l'agt'icoHura e le industrie agrnrie, la seconda pL·1· le
industrie manufaLturiere e minerarie e la terza per
i trasporti e per l'emigrazione, ha cominciato col
rivolgere ad un gran numero di Ent,i e cli privati
una serie di questionari ripartiti per gruppi e categorie d'interessi consid'6rati.
In una prima circolare del iO agosto 1913 firmata dal ministro, ''la Commissione Reale fa pieno
assegnamento sul pafriottismo di c;olo1·0 cui si rivolge perchè vogliamo con csatle noLizie sulle condizioni di fatto e sui bisog-ni dell'agricoltura, delle
inclusl,rie e del lavor o, meLlerla in grado di formulare proposte atte a tutelare i suprem i inleressi
della economia nazionale ·e delle classi lavoratrici».
Niella stessa circolare si leggono queste parole:
cc Per la sua composizione e per i fini cui deve inLcndere obiettivamente, la Commissione Reale, nelle
sue ricerche e rniei suoi lavori, non ha preconcetti nè
di scuola econom ica nè di parte politica, suo intento essendo soltanto quello cli Lrovare e suggerire
-
-
85 -
84
al Governo del Re soluzioni corrispondenti ai bisogni ponderatamente accertati dal Paese».
In una seconda circolare, d i redazione eYident.emen le posteriore, ma datata pur essa il 10 agosto 1913, è scomparso l'appello al patriottismo, e si
conclude a questo modo: cc. La Comm issione Reale,
lihe1·a da ogni idea preconcetta, unicamente intesa
a non I.rane norma che dalla realtà delle cose, nutrE' Arlucia che gli uomini egregi snlla cui spontanea
collaborazione essa fa assegnamento si inspir-eranno
allo stesso principio di obiettività nel formulare le
loro risposte e nel presentare i loro suggerimenti».
Il termine per le risposte era a tutta prima fissat.o al 3i ottobre 1913,, ma venne poi prorogato sino
al 15 e, crerliamo, al 31 dicembre u. s., per modo
che ri vorrà del tempo prima che la Comm issione
Reale sia in grado cli fare conoscere i primi risultai i delle su e indagini.
Abbiamo voluto appositamente insistiere su questa ostentata obiettività delle ricerche iniziate dalla
C:ommissione Reale nomi nata dall'on. Nitti, perC'hè non abbiamo in essa alcuna fiducia e crediamL
rhe avvenà fatalmente quello che già abbiamo con
c:tatalo rssere avvenuto pei· la Inchiesta che con
dusse alla riforma doganale del 1887. Le proposte
della Commissione, pur avendo l'aria di essere moderate in confronto alla grande maggioranza delle
risposte ricevute ai suoi questionari, sa1·anno nettamente per un inasp rimento protettivo della vigente
..
tariffa doganale, e il Parlamento sarà ancora facilmente persuaso ad aggravare le proposte della Commissione Reale, eccettochè nel frattempo gli interessi
nazionali che il protezionismo danneggia e ferisce
riescano a darsi una solida e vigorosa organizzazione politica.
•
-
XIX.
La lotta contro i
«
trusts
».
\'e ramente non èJ facile impresa quella dell'or~amzzazione a scopi di difesa j1ol1lic:l degli interessi
numerosi e rispettabilissimi che c;ono offes! e calpe.:'tati dalle varie forme di proteziollismo a fayore di
!:!Tupni potenti e privileg·iati .
L'e"perienza del passato sembra cl imostrare che
è una speranza infondata quella cli rit1scire a rag'ffuppare fortemente contro la coalizione delle in dustrie protette, lavoranti esclusivamen le od essenzialmente pel mercato nazionale, le industrie di
esportazione, le quali dovrebbero comprendere il loro
superiore inte~esse ad una politica commerciale, che.
aprendo liberamente le frontiere nazionali ai prodotti stranieri. assicuri per ciò stesso ed indipendentemente dalle maggiori e speciali agevolezze che si
potr-unno ottenere mediante i suo: trattati di commercio, uno sbocco facile e largo sui mercati esteri
alle merci e derrate pT'odotte· in Italia.
A parte la difficoltà di fare ben capire alla grande
maggioranza dei nostri esportatori il principio foin~
87 -
damenLale della teoria degli scambii - che molt.i
pseudo-economisti sono riusciti ad ottenebrare che «le merci ed i servizi si scambiano colle merci
e co i se 1·vizi », è pure da tenere in conto che, coll'attuale inviluppo rii interessi indu striali e bancari,
sono numerosissimi i piccoli e mecl 1 p roduttori di
merci destinate all'esportazione , i quali, per la loro
soggezione al ma~nate X o al gn1ppo Y dcl dominante protezionismo politico-affari stico, difficilmente
potrebbero portare il loro contributo di forze e di
aperta a.Ltiv ità ad una campagna rli propaganda diretta a formare nel paese 11n<l fninca e netta opinione antiprotezionista colla volontà ferma di imporre al Governo ed al Parlamento la radicale ri forma del regi me doganale vigente.
Non per questo crediamo sia da tralasciare la
10tta per cotesta riforma.
E sorlo da qualche tempo nel mondo ed anche in
Halia un el-cmento nuovo, il quale naturalmente agi sce per mi1n.are le basi di tutti i sistemi protezionisti
ed offre faci lmente la p iattaform a per l'n saldo e
hene organizzato movimento di opinioni popolari
rivolto .a prendere di assaHo ocl a smantellare le loro
maggiori e più temute cittadelle.
Si r.apisce ch e intendiamo parlare cli quel feno111cno, complesso nelle sue cause e nei suoi effetti
doloroso per le grandi masse che più ne subisconc
la ripercussione. che è volgarm ente definito col << r inrn ro della v i la » .
-
88 -
Riesce perfetLamente qui inutile l'indagare in
quale misura e proporzione l'aumento generale dei
prezzi avvenuto negli ultimi anni sia un rincaro
reale ed in quale misura e proporzione esso s ia solLanto la formula numerica rappresentante il diminuito valore dell'oro.
Quello che importa e quello che tutti sentono,
senza bisogno di avere studiato le !eorie degli scambii
internazionali, è il crescente e sempre più doloroso
squil ibrio dei bisogni della vila coi mezzi che si
hanno per provvedervi.
D'altra parte, diventa cosa oramai evid ente per
Lutti l'azione rincaratrice ch e esercitano su i prezzi
di determinate merci di primo o largo consumo popolare le combinazioni o i ,, trusts » industriali, la
cui base è costituita dal privilegio dogamale e cadrebbe da sè quando questo privilegio venisse a
cessare.
Giustamente fu detto negli Stati Uniti d'America,
che sono rimasti sino a ieri il paese classico del proLezionismo industriale e delle grandi concentrazioni
d'affari, che la tariffa doganale è la madre di tutti i
« trusts » (i).
Occorre quindi soltanto sapere, far conoscere e
propagare nelle grandi masse dei consumatori que(1) « The mother of all trusts is the customs tariff bili. It
is the government through its tariff laws which plunders the
people, and the trusts .are merely the machinery for doing
1t ». HENRY O. HAVEXEYER , presidente del Sugnr Tn1st, giugno 14, 1899.
-
89 -
sta inLima ed inevitabile connessione di causa ad
effetto, che corre tra la legge doganale e le combinazioni industriali-affaristiche, allo scopo di rivolgeee contro la prima quella corrente di impopolarità
che va dappertutlo determinandosi contro gli accorci i dei produUori intesi mediante la soppressione
della C01ncorrenza acl aumentare i prezzi delle merci
e delle derrate.
-
xx.
La Lega Antiprotezionista.
Vi è al certo nella Iolla dei cowrnmalori contro
cc trusts » dei proclull-0ri la pialtaforma per una
vasta e fortunata azione politica antiprotezionista.
L'esempio recente della grande vittoria democratica degli Stati Uniti d'America, dove rapidamente il
nuovo Presidente dott. Woodrow Wilson riuscì a tradurre nella legislazione il suo programma elettorale,
facendo approvare dal Cong1'esso una riforma doga1rnle anLiprotezionista, che per la ma importanza e
le ~ue prevedibili conse~ucnze rirorrla quella fa mosa compiuta in Inghilterra nel 18116, dimostra la
possibilit.à di trasformare radicalmente in tempo abbastanza breve ed attr averso ad un largo e bene
di1·etto movimento dell'opinione pubblica in qualunque paese ~rnv.ernato a sistema parlamen!are quelli
che sono oggi i prevalenti ed in apparenza solidi ec'I
inconcussi principii della le~islazfone dogamale.
La condizione di successo per una tale campagna
anliprotezion ista è che coloro, i quali la intraprendono nbhiano la coscienza che, come diceva testè il
91 -
prof. Giuseppe Prezzolini (1), essa è cc e~sonzialmenlc
una campagna popolare, la più popolare e la più democratica, nel buon senso della parola, che si possa
trovare; la prima seria campagna che dopo tanti
anni possa raccogliere in uno sforw comune le energie più di ffercnti dal punto di vis la dei partiti per
un ri sanamento economico e morale dell'Italia».
Prncisamente con un simile programma si è costituita in Italia la « Lega Antiprotezionista n, il cui
manifesto ci piace di qui riportare:
cc Jl movimento per l'attenuazione del carattere
rig·idamenle protezionista degli attuali regimi cloe;a(1) U111r rn1111mun11 rii ui11stizia, nel« r;;c.rolo » del 20 gennaio 1914.
Giustamente il prof. PrPzzolini continua nell'artirolo
citato:
« .\roralr? Anche m0rale ».
" PNchè non è ,·ero c·he la Ntmpagna antiprot0zionista
Locchi soltanto l'argomen.t o che sopra a bbiamo arccnnato:
cioò quel lo cli nn miglioramento econom ico diretto dPlle condizion i dell!l grande massa, contadini , opera i, impiegati, commrrcianti. · ma tocca un tasto assai snpPriore a qnello clell'intcrPsso'. nn tasto superiorP a ri11ello della politica stessa.
l'cl è (]UeJlo della {/'ÌU.~tizirr. »
«La e~1:npagna antiproteziouista è nna campagna contro
l' in ii;iustizia »
«Noi spC'rinrno che cli qui .a brev<' LC'l11JIO non soltanto
dai ofornali ma nelle piazzr si faranno s0ntirc le voci dei
prop~gancl isti antiprotezionisti. J%~en.0 noi spei;ia11;10 eh~
essi non si fpr111e>n1n.no soltanto .a msrnuare ncll ammo cli
ogni ascoltato1·e il pensiero . di .qu~nto interesse il eontribuentc italiano abbia a toghE>rS1 di dosso lr tasse che non
nelle tasche del Governo, ma in qurlle cli alcun i altri cittadini come lui vanno a finire. T propagandisti clovr.anno insister€' anche sul lato radioso magnifico cli giustizia eh('
r1ucsta propagancla prPscnta. »
cc J>Nchè ]'1101110 si interessa al pane; ma qunlche voltn
lmsct'rcbbe il pane per la gi ustizia. >>
-
92 -
nali ha acquistato in questi ultimi anni nuova forza
nei principali Stati d'Europa e d'oltre Atlantico. Il
rincaro della vita, dovuto a molteplici cause, ma
indubbiamente inasprito dagli alti dazi sulle derrate
alimentari, e principalmente sul grano, sullo zucchero, sul bestiame da macello e sulle carni oongelate, come anche sui tessuti, su molti materiali da
costruzione e su tutto ciò che è strumento di lavoro
e di produzione, ha fatto diventare dappertutto di
albualità la domanda: quali sono i mezzi migliori
per provocare una diminuzione od almeno ostacolare un ulteriore aumento dei prezzi? Ed in tutti i
paesi sono legione coloro, i quali ritengono essere
d'uopo innanzitutto provvedere a togliere le cagioni
artificiali di caro dei prezzi, fra cui principalissima
è l'esistenza di dazi doganali protettivi. La vittoria
d,el dott. Wilson, nella lotta per la presidenza degli
Stati Uniti d'America, fu dovuta esclusivamente alla
solenne promessa fatta dal candidato e dal partito
democratico di ridurre la tariffa doganale, la quale
rincara oltremodo il prezzo dei generi necessari all'esistenza. E già si vede come il nuovo presidente
in tenei a mantenere le fatte promesse e proponga am ·
pie e larghe riduzioni nella tariffa doganale. In In~·hilterra il partito protooionista, detto <iella Tariff
Reform, che si era annunciato con grande frastuono
e predizioni di facile vittoria, incontra invincibili
ostilità tra le masse elettorali in~lesi , le quali com prendono che la vittoria dei protezionisti vorrebbe
cl ire tendenza clei prezzi a salire simo al livello degli
93 -
altri paesi europei; onde il par:lit.o conserva~re ha
scar:;e probabilità di vittoria, finchè si trascma ~l
piede la palla di piombo della riforma doganale 1r1
senso prot-etlivo. E già fin d'ora, per non perde~·e del
LuLt.o oo·ni probabilità di ritornare al governo, i cono
te .
serva tori hanrno dovuto eliminare praLicamen
i
dazi sulle clerrale alimentari dal loro programma cli
rifo r·ma doganale, impegnandosi a non sLabilirn e alcuno senza previa e speciale consultazione del paese.
La grandissima maggioranza degli industriali e cleo·li operai , insieme con lutto il commercio, • è pere'.'
suasa che solo la libertà degli scambi può assicurare
il meraviglioso fiorire dell'economia di q~el. gran
paese. In Germania, ·in Austria ed in Fra~c1~ i y~r­
t,iti agrari ed i gruppi industriali protez1omsti mrnnLrano opposizioni crescenti da parte delle masse
operaie, che chiedono l'ibera importazione per i cereali e le carni, ,e di gruppi industriali e commerciali non intJeressati al protezionismo, sibbene al
buo~ m ercato cl elle materie prime, rlelle macchine e
degl i altri strumenti di produzione. »
.
« Le medesime cause dovrebbero produrre i merlef:imi effetti anche in Italia; poichè anche da no~
è sent,itissimo il rincaro della vita, e pure da noi
è indubitato che la più ovv'ia maniera di frenarlo è
l'abolizione o la riduzione dei dazi protettivi. Gruppi p0Le1T1ti inrlustriali, specialmente gli .zuccl~erier: '.
i siden1rgici, i cotonieri, i lanaioli e gh agr11colto:1
cerealicoltori hanno g ià iniziato un accorto lavono
per ottenere nn aument-0 della protezione doganale
- 94 -
in occas.'.one della p rossima r1n!lO\ azione ùei trattali di comme1·eio nel 1917. r\on chiedo,10 apertamente che i dazi siano inasp1 Iti, pel'chè av rebbe ro
contro di sè unanime l'opin ione irnbblica; ma invocano una revisione scientifica cl elle t.ariffe, in guisa
eia tener conto dei progressi teon ic i delle industrie;
della necessità di opporsi al d 11mping slraniero, ossia alle vendite a bassi preZ?:i sui mercati esLe11i,
ecc., ecc. ,,
« Pere iò opportunissima si prl·scn t a in questo momento la costituzione in Italia di una le,qa anliprolrzionista col programma prec.iso di fa r propaganda
affinchè i prossimi trattati di conm1ercio siaino congegn ati in modo conforme alrinterPs:>c del magg ior
numero degli italiani, anzi di tuttli gli italian i, dai
contad ini agli operai, dai commercianti agli induslrali, dagli impiegatJi ai professionisti, salvo un piccolo numero di agr1coHori ed industriali più largamente protetti (per i più invero la proLezione è una
parvenza). Dopo un terzo di secolo di politica protezionista e dopo un quarto cli secolo daccbè il protezionismo fu inasprito, si ha ben ragione di chiedere l'avviamento ad un regime di libertà di scamb i,
il quale segnerebbe del resto un ritorno a quella
politica doganale, iniziata dal Cavour, ch e tanto
contribuì, fra il 1851 e il 1859, ad accrescere la floridezza e la forza del Piemonte ed a prepara rlo ai
fortunati CJimenti della guerra. In questo lunghissimo spazio di tempo che va dal 1878 e più dal 1887
acl oggi, le industrie giovani e promett.ent1 hanno a -
-
9;) -
nilo cam po di rinforzarsi e di d1ventan· adulte e
capaci di camminare da sè. Quelle che non uiven
tarono ancora adulte, non lo divenLeranno ptù. ,,
« Perciò noi ci associamo e faremo 1n·opaganùa
gli uni con la parola, con l'organiz7.azione, gli
altri con gli scritti, a seconda delle individuali aLti~udini e propensioni - per olLe11ere che i prossimi
Lrnltati di commercio siano in fol'malii al Cl'i lerio d i
una revisione generale dei dazi in senso più liberale. Noi non chiediamo l'abolizione completa ed
immediata dei dazi protetlivi, sebbene le promesse
antiche e ripetuLe dei prolezionisti ce ne darebbero
iì diritlo, ma, nell'interesse dei consumatori, dell'erario dello StaLo, 4ueslo principalissimo tra i consumatori, degli industriali e degli agricoltori, che
si dedicano alle produzioni cd e:ùle iml ustrie in cui
cn Lra sovratutto il lavoro a.bile, finito, intelligente,
chiediamo una generale diminuzione della tariffa
doganale, diminuz ione la quale faccia parte di un
programma più vasto e bene sLudiato di riduzioni
progressive e continue dei dazi at~uali. ,,
« Il nostro programma massimo comprend e e presuppone 1naturalmente un programma minimo: che
è l'opposizione ad ogni subdolo tentativo di aumentare, col pretesto ·di una revisione intonata ai progressi tecnici e seiientifici più reoenti, la g ià altissi ma protezione esistente in Italia. Si rivedano e si
raggiustino pure i dazi doga1nah, ma in modo che
il loro livello generale venga dfiminuito ed in nessun
caso sia concesso un aumento. Gli inclustriali, i
-
-%-
4uali, invecchiando, si lagnano di non essere protetti abbastamza, devono cercare la loro salvezza nel
compensare le ormai necessarie diminuzioni dei dazi
sulle merci da essi prodotte, con una equivalente
diminuzione dei dazi sulle merci che sono la maLeria prima delle loro industrie. In tal modo essi
potranno ridurre i loro costi, e, spinti dalla conwrrenza estera a diminuire all'interno i prezzi di
vendita, otterranno in paese quell' incremento di
consumo che essi oggi ricercano svendendo all'esliero. Così il risanamento delle imprese si otterrà
c:on beneficio e non, come oggi accade, con danno
delle masse consumatrici italiane. »
" Certamente noi , con questo programma strettamente limitato al campo doganale, non ·ci lusfogghiamo di risolvere tutti i problemi economici e sociali che travagliano l'Italia nel momento presente.
Ci basti affrontarne uno. Col qual metodo noi possiamo ch:iamare a raccolta tutti gli uomini, a qualunque partito appartengan o, i quali hanno sulla
materia doganale le nostre medesime convinzioni e
che possono pertanto (siano essi conservatori, libel'ali, radicali, repubblicani, sociallisti) procedere di
<iccordo fì nchè si tratta di risolvere il problema dei
prossimi trattati di commercio. Senza andare fino
all'estremo di coloro, i quali dichiarano finita la missione dei grandi partiti integrali, ed unicamente
possibile l'azione dei ragg ruppamenti temporainei intorno ad un problema scientifico ed attuale, oerta
co~a è che l'esperienza insegna l'opportunità di li-
97
mitare in certi momenti i programmi di azione a
punti ben concreti e determinati per ottenere risultaUi praticamente efficaci. Con questi intendimenti noi speriamo ottenere l'adesione di quanti son
persuasi che il protezionismo sia, sovratutto nel
presente momento, di gravissimo nocumento alla
espansione industriale commerciale del pa.iese ed al
mig1ioramento nel tenor di vi ta delle masse lavoratrici (1) . »
(] ) Le adesioni alla «Lega Antiprotezionista » , composta
cli soci effettivi (lire 20 almeno all'anno) e di soci aderenti
(lire 2 almeno all'anno) si ricevono, oltrt'chè dalle Sezioni già
c·ostituite di Torino, F irenze e )I ila no, presso le Redazioni
delle SP!-,'tlenti ri viste: La Riforma Socirile , 'l'orino; J,a Unità
e Lu T'oce, Firen ze; f,'fnizifltiv11, R oma ; T,a f ,ilH•rtà Ero" n m ì ca, Bologna.
I
l
7
-
XXI.
La lotta democratica contro il privilegio protezionista.
1;11 i11lenli pralict della« Lega Anliprotez1unista"
.::;1J1IO thiaramente definiti dall'adirulo 2 del suo stalulq che è COSl COlll"Cpilo:
., La f,r'r;o . I nf1 Jl' (J/r:.1onislr1 ha per ;;;cop-0:
" d contra:;tare 11 pre\ edere delk tendenze
prolez1oniste in ltalia e rii propugnare la g~nerale
I' progressiva lra"formazione della nostra tan_ffa do~
~anale da un sistema cli prolezionc a favorB d1 classi
di ~ruppi di produlton in un semplice e mo?erato ~trumento di ta~=-azione fic:;cale ad esclusivo
l:
11rfJfilto <léll'Erar·u:
. .
!J <I i ottenere che ! I ratlali di commerc10 siano
preparati e corn·luc;i ,nu11 nell'interesse rii ~rn. pi~­
c·olo numero rii p1·odulto1·i :1:rricoli ed inclustnah pri~
vile~·iati, ma nell'interesse ciel maggior numero di
nroclultori e dei consumatori italiani:
. .
.
t) promuovere tutlie quelle inchiesle i n~l~str1al·:,
c:<immPrciali ed agricole, le quali si ravvisino ne-
~I~)
-
cessa.rie ad illumi1nar~ l'opinione• pubblica intorn<J
alla convenienza per il paes-e di una poli lica doga
nale ani iprol-ezionista;
d) cli cooperare inollrn, d'accordo colle Associazioni congeneri che già esislnno e che polranno
esistere all'estero, alla diffusione cd all'applicazione
dei principi del libero-scambio. ,,
Con questo pl'ogramma, i promotCJl'i e gli arler1.n li
della «Lega Antiprotezionista » si schierano nettamente e coraggiosamente per la revisione autonoma
tiella tariffa doganale in senso « all'in,c::·it:i », senza
preoccupazioni delle prossime trut1ative commer
ci ali.
L'azione pratica di propaganda. che essi intendono svolgere è stata molto bene esposla ctall'ono~
revole prof. D-e Viti De Marco in una sua recente
conferenza a Firenze (1), ria.Ila quale sono estratte
le seguenti citazioni.
« A un sol patto il movimento antiprotez,ionistico
è dcstimiato al successo: ed ò che il problema ·esca
dalle aule universitari-e e dal cervello degl"i ntellettuali per penetrare nel sentimento delle mas~e e sin
da queste compreso soltanto come lo/ ta di popolo
rnn tro il privilegio di q l'U7YJJ'Ì. »
cc Due volte •in Inghiltena ecl una negli Stati Uniti d'America, il successo si è avuto dopo decenni
cli propaganda popolén·e e cl i preparaziane elettorale,
(1) l'r>r 1111 I'rn(lrnmmn rl'.IJ zinnr Dr>mnl'mtico.
da ll' « Unità 11.
l~i::Ln1Uo
-
lOO -
101 -
J\l a non basta. Essi, per mettere ùalla loro tutte
le probabilità della vittoria, nè debbono arrestarsi
di fronte al danno che necessariamenle infliggeranno ai gruppi produttori, nè rl.ebbono preoccuparsi di quello che avviene negli altri pa esi com merciali, per subord inare
rnme i protezionisti
consigliano - la riforma del nostro regime doganale alla analoga rif01·ma rl.cl r€.gime doganale forestiero. »
«Se, per ipotesi il consumatore italiano si propone rl.i a~ire per potersi prorurare a più buon mercato il pane, i tessuti di cotone e lo zucchero, -ei:rli
<leve rifiutarsi senz'altr o di continuare a pagare sopraprezzi e tributi ai latifondisti, ai cotonieri e agli
zuccherieri italiani. »
«Questa dev'essere la linea <liretta della sua
azione politica. Nè si comprende per qual e misterioso motivo ·rlovrebbe egli rinunziare a questo suo
di .ritto, sol perchè, p. es., la Russia non consente
riduzioni doganali agli esportatori italia ni cii agrumi o cli macrh€roni. E meno s•i romprienrle per quale
rnic;terioso nesso di interessi economici, i granicul tori italiani dovrebbero conserva11e il diritto di affa mare il popolo italiano, sol pcrchè, p. es., i v iticultori cli California conservano in casa loro il dliritto
di assetare i consumatori americani.»
<<Nell'interesse delle masse consumatrici, cioè a
r'!ii-e sotto l 'aspetto rolHico rliemocratico del problema, la leg1islazione doganale rli un paese è indipendent e dalla legislazione dog.anale de.~li altri pia.ecc
g iu:,l'<qJpunlo e sollanlo nel moment,o, in cui le
ma;,se hannu ac4uistat.a la coscienza di essere di·:~ ntate lJl'eda di un priv1leg10 d11 classe e sono in--u1 e contro un odioso e odialo sfrutLamento di
.;.a::.::.e. »
« In questa azione di difesa e e.li offesa è essenziale che il pubblico dei consumatori non si faccia
più oltre la illusione, che il suo inlieresse collimi
con quello delle industrie esportatrici, e aspetti la
riforma dozanale dalla pressione che queste t,eoricamente dO\Tebbero fare in favo1·e di una politica
più liberale. "
« La esperienza dimostra il eonlrario. "
« .\nz ' tutlo e ·hiaro ehe, se le industrie esportatrici fossero state pulilicamente le più forti, avrebbe1·0 gia impeJilo il '"'o rgere del proliezionismo clo~a11ale. Or dopo che questo si è stabilito, i possesS(Jl"l di r·apitali lJOrtano i Jorn ri sparmi ìndifferenter11é11le dallP industrir libere u quelle protette, in
rnoclo da n<>tahil i1·e l'equilibrio nei loro rispettivi
1,iJanei. Cosi av'\" ene ogg i, di r-eg-ola, che un vitieultore :;ia anche gran icultore; e un proprietario
ford iario o un industriale esportatore possieda a7. oni di industrie protette e viceversa. Dopo u n
<'er lo IL·rnpo <li poli h. ca protezionista, l' interesse dei
prorl 11 ltor-i e dei ca pi tal i sti diventa un blocco solo
c·hc si oppone a quello del pubblico dei consumatori.
E quc~ti non debbono ad altri delegare la rivendioaz1on(• dei loro diritti. ))
l'
1
1
-
102 -
un atto di h ..!J"-l 'l?.iunc interna antonoma nazionale ha cr-eato il pnYile!!:io do!!'anale
a faYore di un
.....
!!ruppo di cillaclini, un'altra le(!!!e :11terna autonoma
11az1onule cleYe abolirlo a. bendic10 cli tutta la massa
d ei cittadini. ,,
cr La rirl11::umP ou/rJ11fJ111a
lella LarifTa do.~rnnale
l' la "•senza, e la formula della lotta democratica
1·01itro tl prn iìegio prolez11Jni~lico. ,,
" lnYece. noi siamo in Italia di fronte al pen:::.iero uniYer::ale che la 1·iduz1one dei rlazi doganali
debba " Ssere collegata o :-.ubor linata alla riduzione
dei dazi log-anali rlezli allri pne::::1 con rni c:;iamo in
rapporti eommerciali. Il sentimento Q"cnerale (così
dell~ da~::i popolari come delle clac;si che si dicono
colle, , traYiato dalla erronea analo~ia rhe si fa ad
:i"le lr; rf1fr'sr1 mil1tarP e difP.sa do,qrmr1lr, inclina ad
accettare il principio della reciprorilà, per rui si so:-1 iene che l;t ricluzione riel protezionismo debba av,·en irf' c·on temporaneamente o per arcorrli int-ernazion::il i in ltitto il mondo comme1·riale, così come
d<n:rchhe farc:i per la rid117.ionc· degli armamenti tra
Jr q"randi nazioni. ,,
'' Trattasi di un noto prrgiudizi0. Nondimeno
,·ozJiq sezuirne il filo co11rh1ttore, che ci porta al
non lontano momf'nto dei nuovi nego7iati commer,. in li in ore::i. c:ione dei qual i <louebbe farsi l'ipotetico
arrordo internazionale libero-scambista! ,,
" Ebbene, il punto eia rlecidere è questo: - chi
~n ranno i ne~oziatori e in nome di quali interessi
nr>'I07.ieranno? - Se i neg-oziatori rappresentassero
' 1•
~
-
l03
-
l'inleresse ùel pubblico ('Ons11nrnlorc, essi cercherebbero bens'1 ogni mezzo per ullenere concessi on i
sulle lariffe foresliere in ca111l>iu delle riduzioni \,hc
sono disposti di fare sulla tariffa ilaliana, ma non
potrebbero far dipendere quesle da quelle, senza
venir meno al mandalo ricevut..o. »
«Ora. appunlo, quancto i protl'z.ionisLi dichiarano
cli accettare il principio ctelln reciprocità, inlendono
\Ile la riduzione della tariffa 1H1ziom1le ctebba rli
penctere dal buon volere dell'altrn parle contraente;
ess i coniano di avere in mano le lraltative commerciali e eonlano che protezioni•:! i sarnn no i 11e.2;0ziaLori dell'altra parle, in cui impera il regime proleltivo. ,,
«Il giuoco è allora chiaro; ed è chiaro che esso
è fatto in frode cte1la buona fpdo pllbbliea. l protc7. ionisti nostrani intendono f'.11 borcl innre Ia riduzione
della nostra tar1;ffa alla riduzione della tariffa forestiera, e i protezionisti esteri intJenclono sim ilmente
snhord inare la rirluzione dellél loro Lariffa alla riduzione rlella tariffa italiana! E quando si pensi! ehn
tra c;ruppi protezionisti di diversi racsi non vi ha
mni conflitto rli interessi nè noss•ibilità di reciproca
concorrenza, apparirà evidePtc ch e essi hanno soltanto in comune l'interesse che ognuno conservi il
monopolio del proprio mercato nazionale di consumo, rlando ciascuno la colpa dell'insuccesso dei
ne~ro?f 1tl i alla intransig-enza dell'altra pa~ conh'-0 ente. »
-
-
10-i --
Certo s·impeg·nano anche u1bulliti cui serio pro
posilo di concedere e di ottenere reciprocamente ri
duz1oni cli dazi; ma ciò solo nel caso che sia in giuo·
co l'interesse di un'industria esportatrice e sempre e
soltanto nell'interesse dei capitalisti nazionali, per
vedere se ad esssi - considerati come llil tutto convenga cti investire i risparmi disponiblili nelle
inctustrie libere piuttosto che nelle protette; ma non
mai nell'interesse dei consumatori e della vita a
buon mercato! "
« Epperò tra i paesi proteztionisti, il giuoco dei
neirnziati è serYit.o e servirà a facilitare l'accordo internazionale degl'interessi protezionistici, a c reare
il -;indacato politiico d el protezionismo inte.rnazionale in frode rtei consumatori di tutto il mondo. "
«Per difendersi contro questo pericolo, per ~a ­
rantirsi contro questa frode, i consumatori debbono
lasciare ai neg·oziatori tutta la responsabilità ·delle
trattaLive, ponendo fin da ora questo dilem ma: o
i neiroziatori riusciranno a conchiudere trattati commer<'iali più liherali dei vig-enti , oppure essi - i
<'onsnmatori
reclameranno nel loro inberesse la
iùlnzione unil::i.terale della tariffa protettiva. E , per
<'omin<'iare, bisoirna porre come un minimo: che
in cac:o d'insuccesso delle trattative, l'attuale tariffa
convenzionale sarà la futura tariffa o-enerale. Il che
"
equivnle a dire. che in linea di semplice garanzia,
hisogna affermare il principio della riduzione autonoma, ossia unilaterale, dei dazi doganali. »
105 -
Dunque, la riduzione au,lononut della lari/fa
è sempre il nocciolo della questione; ed è la sola
«
formula iniziale d ella lolla democralica contro il
privilegio peotezionistico, perchè è la sola che logi,.amen tP disce ndi' dallP prPmfSSP teoricflp e che in
pratita asstnua il su ccPsso finale. »
-
XXII.
Le opportunità del l'agitazione anti -protezionista .
Dalle falle premesse l'on. Dc Viti Lrae logicamente la conseguenza che l'interesse del consumatore esclude qualunque compromesso: poichè l'abo
lizione immediata, radicale e completa della tariffa
ria al consumatore il massimo vantaggio.
\ ra. una volta che sia svegliata e messa in moto
questa forza popolare contro la politica protezionista
s iamo perfettamente d'accordo coll'un. De Viti
il compromesso sarà domandalo dalle a ltre parti impegnate nella lotta, cioè dalle indust rie prntellc e dal
fisco; e al compromesso bisognerà addiveni r e per
evitare che si arrivi al nuovo asseLto hberista a lrv
verso una trnppo g-rave crisi economica.
I/on. Dc Viti ha anche formulato in modo preci::>o e per spicuo le questioni cii temp-0, di modo e cli
misura, sulle quali sarà facile intendersi quando si
sia sicur i dell'esito finale:
cc a) Anzitutto non si può ragionevolmente non
conveni re, che la abolizione del regime protettivJ
debba avven ir e per m ezzo di graduale r iduzione . »
107 -
"b) Comeniarno si111ilmenle che, i11 "ede di nc~ozial1, s'abbia a farn li possibile pcrchc alle nost re
nduziom rispondano co11truriduz1oni sulle t.ariffe fo
rcstiere, ol':isendo noto che le due ricluz1oui s1 soni
mano a beneficio del consumalon~ e rneltono iu movimento forze compensatrici a v<1ntaggio tl1 altre in
clustriP naz ionali . »
cc e) E co11ve11i11 mo pure cli c la riduzione debba
anzit.nLLo facllilare l'imporlazio1H~, e quind i il huon
mercato, degli articoli di consumo popola re e delle
malerie prime. »
cc d) C:onveniamo inolt re che la graduale riduzione del protezionismo avvenga contemporaneam ente sui prodotti agricoli e su quelli industriali. ,,
"e) E i nfìne conveniamo che bisognerà guardaire agli effetti che ogni riduzione di dazii produce
sulle pubbl iche en trate. »
cc Quest'ultima circostanza ha un peso speciale
nell'attuale momento . Po ich è, avendo noi fatto passare il tempo cl egli avanz i, che avrebbero per sè
sless i consentila qualunque grande ri for ma tri b u taria e rloganale, rlobbiamo r idurre la funzione integrativa dell'im p osta sul r eddito al pu ro necessar io. »
Occorre quindi fare una la rga e p rofonda a~i­
lazione nel paese allo scopo di prepar are e rendere
possibili le riforme doganali nei ter mini suaccennati .
L'on. De Viti continua:
cc La C'011clizione p rima cli tutto ciò è, come dicevo e r ipet-0, che nel paese si for m i un a cc coscienza
-
108 -
popolare antiprotezionista ed antitributaria »; senz~
cli che il problema politico doganale non uscirà mai
dalle mani dei protezionisti. e la n uova imposta sul
reddito serYirà soltanto per continuare la politica
delle spese e dello sperpero! ,,
cc Preparare dunque quesia duplice coscienza nel
paese, presso le masse popolari, è oggi il primo condizionale còmpito dell 'azione democratica dei partiti
popolari in Italia. »
Questo còmpito è ogg·i facilitato e quasi impos to
ai partiti della democrazia italiana dalle condizioni
poco liete. in cui versa il bilancio dello Stato.
B passato il periodo fortunato per J.e finanze ita1iane. nel quale il pro~resso costante e naturale delle
entrate aveva permesso cli sistemare la compromessa
situazione del Tesoro e di allargare n ello stesso
tempo la borsa dello Stato a pro di quella cosidetta
cc politica del lavoro "• la quale, nel pensiero di una
parte almeno della democrazia italiana dei vari partiti, e·ra considerata come un sostitutivo ed un com penso adeguato alle negate o ritatdate riforme fì scali intese a meglio assestare e ripartire il peso
dei pubblici tributi. Dall'altro lato, è pure venuta
meno per il ritornato disavanzo del bilancio dello
Stato la possibilità cii continuare l'altra e parallela
politica degli aumenti di stipenctii, colla quale da
pairte dei pubblici poteri si è riuscito nell'ultimo decennio a frenare ed a parzialmente calmare il leg-ittimo e prorompente malcontento delle varie catr.
-
lU~I
-
ttorie Lii funz10nan ed imp1L•gati 111e:;si n du1·d prO\a
~al nHCdl'O dei vi\'eri, delll1 p1g1uni e dcllt• nlt1 •
neces;,ilà materiai 1 e mural i doll 'csi;,l\'llZll.
Oramai anche coloro die ::-;0110 alla te~t<i dell\! or
ganizzazioni dei funzio11ari e degli rn1ptegatJ pub
blici devono comprendere la i111pu:;sil1ilitì1 d1 oUl'·
nere per un perioLlo di tempo cht· :>arti 111:1·e-.s1~rin
mente abuaslanza lungo u11u. :--ullkienle c;odd1-.fn
zione delle loro pur lcgilli11h· do111iu1 l1' di nit nflr ·
aumenti di stipendii.
A1lo stesso modo, nel 1.:ampo cl ll1l alltdl..a pn
vale, per la clepress1011e econo111i<'n g-eneralc. ~< 1 1 10
eessate quelle condizioni, 11elle quali al prolctnr1al 11
agricolo ed induslriale era tornato r<'laliva11H~nt '.fa.
cile, col mezzo degli scioperi e clcll<> c1r2'a111zzaz1011 1
cli resistenza, di strappare agli impe11ditori 111i!!lior1t·
di salarii • in modo da accreditare sino ad 1111 <'<· 1·1 11
punto l'opinione che il protezionic;mo 1·1parliva (!qua
menLe i suoi benefizii t ra le classi 11irluslrial i <' 11•
classi operaie.
Il malessere profondo, del quale sofl ro110 da qual
che anno in qua le principali industrie protelle il.a
liane e che per alcune cli esse. come quel le del colorH·
e dello zucchero, ha reso nece55aria la limtlaz1011l'
clella prorluzione a1lo scopo di conle11ere l'accumu·
!arsi degli << stocks ,, invendul1, non :-olo ha dekr~
minato le condizioni sietllf' ç!'i11:rncc<"'S<1 per 0~111
sciopero inteso a conlinuare la conqui.;;la di pro!!rt':.:·
sivi migliornmenti rli sala1·ii, ma ha inclellolito !.!ra11·
1
-
110 -
demente le stesse organizzazioni di resistenza operaie, le quali in molti casi non sono riuscite a mantenere le tariffe concordate negli a1111i di prosperità
industriale e non hanno neppure potuto impedire le
falcidie dei guadagni operai attuate coll'impiego di
maLeriali inferiori e col sistema dei « short-times »
larg:amente eser citati .
XX lll .
« Lavoratori della Terra " contro il protezionis mo
zuccheriero.
~
cli buon augurio pel successo di u11a ca111pagrrn
nettamente e coraggiosamente antiprotezionista in
mezzo alle classi popolari del paese l'attitudine che
rnnno assumenrlo i lavoratori delle stesse industrie
e colture, la cui esistenza è sembrata e sembra dipencìere dal vigente regime di proLez ione doganale ad
oltranza.
H.iportiamo qui a scopo cl i documentazione ecl a
titolo di speciale onore una deliherazione votata dalla « Federazione Nazionale dei Lavoratori della Tel'ra », in una adunanza tenuta a 13ologna il 29 gennaio 1914, per discutere intorno alla crisi saccai-ifera.
« .. . Di fronte alla minacciata chiusura cli alcuni
zuccherifici, la Federazione Nazionale dei Lavoratori della Terra sente il preciso cìovere di mettei-e in
guardia i lavoratori, perchè non si prestino ingenuamente a commettere atti ed assumere alleggiamenti che, comunqu e, possano essere s fr11Ha ti da
-
112 -
113 -
ceti parassitarii e oontro l'interesse generale dei la,·orat-0ri stessi e dei consumatori. »
cc La Federazione Xazionale- fa presente alla classe
operaia che la minaccia che si affaccia oggi va considerata in base agli interessi generali del paese e
non con ristretti criteri localistici. »
cc La minaccia stessa è un'altra manovra di quella
politica parassitaria che delizia da molti anni l'Italia. »
« Agli zuccherieri che lamentano anche esaO'erando le cifre _:__ la odierna sovraproduzione si
o
deve rispondere che il consumo sarebbe quadruplo,
se gli Italiani non fossero costretti a pagare lo zucchero il triplo e più di ciò che costa all'estero. »
cc Agli zuccherieri si deve rispondere ancor-a che
è loro colpa :
« 1° Se hanno forzata la mano all'agricoltura italiana per trascinarla alla coltivazione della bietola
ieri magnificata anche quando ci costò una gara di
concorrenza con l'Ungheria , ed oggi cl ich iarata «inferiore per sostanza zuccherina alla bietola estera»,
perchè ciò fa comodo alla speculazione dei signor-i
zuccherieri. »
,, 2° Se, per- impiantare in Italia non un'industria,
ma una speculazione borsistica, hanno lrascurato
tutti gli studi , le cure, le selezioni che si fecero per
lunghi anni all'estero nelle coltivazioni delle bietole, se hanno fatto impiant i sbagliati, se hanno g rossolanamente trascu rato di considerare il problema
dei traspor ti rispetto alla spesa ed al rendimento
t~cnico. "
< Finalmente si può osRcrrnre
a 1 signori zucchc1·ieri:
.
<'.a.) che, se per gli enori cli cui sopra la stabil'.tà d1 qualche zuccherificio può apparire poco solida, viceversa negli altri e nella meclia clei produttori di zuccber-o hanno realizzato
all'ombra di
un dazio protettivo scandaloso
guadagni enormi
alle spalle dei consumatori·
'
<< b) che proprio in questo momento stesso, in
cui gli zuccherieri lamentano e minacciano la « Société des Sucreries de Pontelongo » (Padova), la
<rnale ha realizzato fortissimi utili , sta aprendo altri
stabilimenti ed è alla sua concorrenza che si deve
il l'ibasso odierno degli zuccheri (i ).,,
cc Come mai questi industriali impiantati da poco
trovano il lauto guadagno che il vecchio « trust »
(che ha già ammortizzato le sue fabbriche alle spalle
dei consumatori) dice di non trovare? »
«La risposta non può essere dubbia ... "'
«I signori zuccherieri, dopo avere succh iati i
consumatori fino al midollo, dopo avere ottenuto di
essere esonerati dalla Convenzione di Bruxelles e di
mantenere l'attuale dazio protettivo « a condizione
di produrre soltanto per il consumo nazionale "• se11l-0no ora che il loro monopolio non è più assoluto,
(1) La Società di Pontelongo, è già entrata a far parte
cloll'ovile monopolista della cc Unione Zuccheri,,, Cfr. il diR<·orso pronunciato d.a.ll' A . alla Carnera dei deputati il giorno
2 marzo 1914.
8
I
I
-
114 -
:.ll:ont.ra:;iato e che 11 loro scandaloso g-uadagno deve
'llhire qualche lieve limitazione. "
«Perciò tentano un nuovo colpo ai danni ctel co11surno. :'1 inacciano la chrnsura degli zuccherifici (e
atlellti che essi non obbediranno forse a ragioni teclliche. ma colpiranno con probabilità certe zone,
nelle quali sperano che si abbia più forte ed improv,·iso lo scatto della classe operaia danneggiata). »
«A che cosa mirano? Dopo a\·er goduto un dazio
di 100 franchi al quintale (1) a condizione di non e:;porlare lo zucchero, cercano forse adesso di esportare ... facendosi dare dallo Stato un premio di esportazione? "
« C11 nuovo colossale succhionismo alle spalle del
paese che lavora e consuma! »
«O pensano magari in subordin ala ipotesi a un
monopolio di Stato sognando una liquidazione, nella
quale colla forza dei loro a rtigli e della complicità
di affini cricche capitalistiche avrebb ero una parte
da leone? Non tocca a noi in questo momento ed in
occasio ne di questo appello di indugiarci in tali indagini. Una cosa sola noi dobbiamo riaffermare; e
«ioè che nel problema degli zuccheri, al disopra cl i
lutti i !nicchi interessati, cti tutte le statistiche di
(l) F.ffottiYamentP gli zuccherieri non godono l' intero
c_lazio <l'importazione di lire 99 al quintale di zucchero r af!nrn,to, ma solo la differenza tra questo dazio e la tassa
in terna di fabbricazio ne da essi pagata, tassa ch e per la
I;f.!:r;<' L1:1z~ttj del 1910 è attualmente per lo zucchero r~f­
fi nato <l1 lire 73.15 al quintale e deve crescere di nnJOi !Ha
all'anno, arrestandosi a lire 76.1.5 col ] o luglio 1916.
professori fil istei e zuccherieri, la classe operaia che
interpreta non gli interessi di qualche gruppo legato
al biberone del parassitismo capilalisi.ico, ma gli in teressi generali del proletariato e dei consumatori,
non ha che da reclamare ancora una volta il regime
di libertà. »
cc Cessi lo scandaloso daz io protettivo di 99 franchi al quintale e la corri spon d e11 t~ tassa rli fabhrica
zione di 75 lire (i ) . »
cc Non tocca a noi
- cli fronte alla condizione
creala al paese da una politica protezionistica che
o ·Ji zu ccherieri hanno voluta e favorita ed all'am bientarnento agrario ed industriale che ad essa. si
connette di suggerire a chi ha la responsabilità del
potere la misura e. la gradualità della riforma. »
e< Su una cosa
in subord inata
ci prem e insistere : e cioè che lo sgravio, com unque esso fosse,
sal'ebbe una mistificazione, se oltre a contribuire
al la riduzione ctel prezzo rlello zu cchero e al conse
gue nte anm ento del consumo non riducesse
inocl ifi cando il rapporto fra dazio e tasse di fabbr·ica
zion e - la protezione. a i produLtori di zucchero. "
« Nla soprattutto , ripetiamo, ci preme mettere sul l'a f teni i le classi operaie. anzi specialmente quei
snuppi che fossero colpiti dal danno o dalle minac cie cli chiusura degli zuccherifici, perchè non preslino la 101·0 pelle alle manovre' deid i z1H·rh er i1,1·i. "
0
( I) \'rn:l i not.a preredent.e.
-
IUi -
'' Il proletariato deve chiedere la difesa dei suoi
alti e leg-1tt1mì inleres~1 m armonia coi grandi interessi !!enerali rlel paese che lavora. produce e con
.:;mna. ma non umiliarsi a fare da cane da guardia
al parassitismo di alcuni celi affaristic i.»
XX JV .
l...a breccia nel blocco agrario-industriale .
Quesla affermazione della 1111111crosissima e pulenle " Federazione dei f.Javo ratori della 'T'erra " tesli monia in modo chiarissimo che le classi operaie
ilaliane sono oramai preparate a non lasciarsi più
accalappiare relle trappole protezioniste e ad ingaggiare per loro conlo la lo~ta, che cfovi-à riunire tutta
la democrazia italiana per la conqu ista di e.on dizioni
111 igliori di vita, grazie all'abolizione dei p rivilegi
doganali ed allo stimolo potente, che se11za dubbio
clarà alla produzione agricola cd industriale dcl
paese il ristél bi lito regime di concorrenza commer ciale.
:va anche nelle classi per i ndole e per interessi
!4'e11eralmente più inclini al conservatori smo politico
e sociale, qual i sono quelle della gTande proprietà
rurale. comincia da qualche tempo a farsi strada il
conootto che la lega agrario-industriale, a cui, come
s'è visto, risale e si connette il vigente assetto doganale e commercia1e dell'Italia , non ha più ragione
cl i esser e mantenuta, perchè, qualunque siano stati i
-
11~
-
::.uoi risultati nel passalo, essa oggi si nsolve i11 un
positivo e permanente c:acnfìziu clelrelcrncnto agra
rio all'elemento industriale.
Dalle polemiche, a cui ha dato luogo un recente
ed importante convegno di agral'i, che si tenne a
Bologna il 1° marzo 1914 nella Sala dei Notai, si desume molto chiaramente come i più intelligenti degli agrari. pure continuando ad insislere sulla temporanea non ancora cessata necessità dei dazii pro
tettivi per l'agricoltura nazionale, si rnnclono perfettamente conto dBlle condizioni, nelle quali si prDsenteranno le prossime trattati\ e commer ciali, e, a
patto di avere tutelati gli shocchi delle loro esporta
zioni, ammettono che il protezionismo italiano (e specialmente quello industriale!) possa e debba essere
falcidiato con la sicurezza che i danni eventuali cl i
una tale politica sarebbero più che compensali dai
..:.uoi certi vantaggi.
In ogni caso, la coltui·a a grano, per qwwto sia
stata promossa ed eslesa coll'artificio dogann.le , non
h
.'
a Plll al mome11to attuale nBll'economia ao-raria
del
C'
nostro paese l'importanza r·elativa che ha avuta per
l'addietro.
Per conseguenza, il dazio sul oTauo non è più
ogo·i
da so1o 1·1 prezzo sufficiente pero pagare l'acquie~ o
~cenza della maggior parte dea-li
ao-rari
italiani a1
0
0
privilea·1 · d
· · ·
.
c m ustnah es1stentJ ed ai nuovi che si vorr·ebbero
,
creare. prendendo a pretesto la revisione
della . tariffa d.oooana1e ne11,.mtento di rendere questa
meglio adatta alle prossime trattative commerciali.
-
ll9
Queslo dissidio, ancora latente fra la classe agraria ed i gruppi manifatturieri protetti, costitui~ ~u
interessante fenomeno dell'attuale momento pohticu
ed econom ico.
f"ìj chiaro che ogni pur piccola fessura, che si
produce nel blocco agrario-industriale, è una breccia
o_perta per portare la battaglia uel cen~ro stesso dello
c;il.ladcllct protezionista, pigliando d'assaUo ad una
ad una le sue posizioni più i11 visla, ma insieme più
deboli, perchè già da maggior tempo minate dalla
critica demolitrice.
Complelare e diffondere cotesla opern d1 critica
(' fa re l'educazione economica degli Italiani ed ottenere che sia alla fine riconosciuto ccl affermato il loro
<l"iritto a non essere mistificati o sfruttati da una
casta ristrBtta di politicanti, la quale è riuscita i11sino ad oggi, mediante i sofismi della protezio~1e, ~
fa re passare i propri interessi parli colar i .coalizzati
l:orne il vero e generale i11lercssc della naz1011e.
APPENDICI
I.
Il regime doganale delle col onie.
1°
/)Erttrea e la Su11wL1a llaliana.
L'acquisto della Libia ha reso di attualità 111 lta1in la discussione del regime doganale delle colonie.
Tale questione aveva sino a questi ultimi temp i
suscitato un molto mediocre interesse nel paese, in
causa della scarsa importanza dei tra.ffici delle clue
Colonie preesistenti, quella dell'Eritrea e quella della
Somalia Ilallana.
L-0 cifre seguenti desunte dalle stalistiche nffì.
eiali italiane cer1:amonte non testimoniano in fa.vor·e
dell'altitudine dei commercianti italiani a mettere in
va lore le rnlon ie di dominio politico.
Esportazioni dall'Italia iu milioni di lir e
(esclusi i metalli preziosi)
Verso la Somalia
Verso l'Eritrea
A.1111i
4.93
L908
190!)
19LO
1!111
7 67
8.t2
10.89
J9l2
l~.47
0.11
0.2!'>
ll.38
0/>8
1.71
-
124 -
Importazioni in Italia in miiioni rii lire
Ceeclusi i metalli prrziosf)
Anni
1908
1909
1910
1911
1912
Da.li' Eritren
3.62
3.84
l.88
3.87
5.46
Dalla SomH lin
L'effetto di questo regime rl i favo re accordato alle
irnporlazioni eritree in Italia non ha risposto alle
previsioni ed è stato assai relativo.
Nel i912 soltanto N. 7 g ruppi di merci fio-urarono
'll'"
.
(")
a. importazione dall'Eritrea in Italia per un valore
di oltre 100,000 lire e sono:
L.
»
cl istinte per gruppi di merci ciascuno del valore di
almeno 200,000 lire, furono:
Legno comune rozzo e segato e doghe
Filati di cotone (esclusi i cucirini) .
Saponi . . . . . . . · · ·
Tessuti e altri manufatti di cotonl:j .
Vini e Vermouth. . . · . · · ·
· . ·
· · ·
L.
,.
206,185
782,143
»
247,870
,. 6,679,822
»
575,910
1
321,810
421,668
{)1·odott1· <=erru
en t1· •
,; l"·
"om
is
.e
sena; ta m.an ndo nat urale sugo cl i alo<'
., me e resine coto
· bi
i·
'
'
01·y,o
l
!
ne in
occo 1 o in massa, legname
· <lira,
saggina,
crusca.
per botti
· · · ·
Non sono certo questi risultati di cui si possa
andare orgogliosi.
n sistema di preferenze stabilito nelle due Colonie a favore degli scambi coll'Italia non ha dato
a tali scambii l'impulso che se ne sarebbe potuto
aspettare.
. .
.
Quesla impressione pessimista risulta a~c~e meo·lio confermata dalle statistiche commerc1ah pub~)licate annualmente dalle Aunministrazi oni delle
clue Colonie.
Merci importat,e nella Colonia Eritrea nell'an
no 1911:
.
L. 7,916,978
)) 9,243,672
TOTALE •
L. 17,160,650
dall'Italia
dai paesi esteri
~I)
altre e].
esenzioni concernono
fl. Ol'J dt. Le
CU ·s0
1
L . 1,:330,981
,. 1,124,805
» 1,564.570
,. 129,375
)) 445,340
Le esportazioni dall'Italia nell'Eritrea nel i9i2 ,
0.02
0.06
Il regime commerciale dell'Eritrea è: il regolu
mento doganale approvato col R. Deorelo ciel iO di cembre i893, il quale sLabilisc-e che le rner-ci italiane.
nazionali o nazionalizzate, sono esenti da dazi i d'en
I rata nella Colonia.
Ai prodotti eritrei importati i11 Italia è applica bile il trattamento della nazione lJiù favorita, oltre
alle esenzioni cloganali stabilite dalle legge i8 111
~dio 1904, di cui la più im}loriante è qllella sul grano
o frumen to sino a11a concorrenza di 20,000 quinlflli all'anno (1) .
Gomme, resine e gomme resine
Cotone in bioccoli o in massa.
Pelli crude d'ogni specie .
S emi. oleosi.. . .
Corozo o avorio vegetale.
Avorio, madreperla e tartaruga, greggi.
Grnno. . . . . . . . . . . . .
<la notare che le importazioni dall'Italia sono
state costituite per lire 5,i04,030 dai tessuti di cotone,
È
-
-
126 -
a cui si oppongono lire I ,010,807 di prodotti esteri
similari.
Merci importate nella Somalia italiana nell'anno
finanziario 1911-912:
C'om mel'cio speciale dell' It8;1in in. m.ilioni di lire
(esclusi i metalh pre7.1os1)
colla Tdpolitania <' CirenaiC>l
Anni
l~lO~
L HO~I
dall'Italia . . .
dai paesi esteri .
TOTALE
L.
526,513
» 5,006,949
L. 5,533,462
I tessuti di cotone g r eggio importati ctall'Italia
ful'ono valutati lire 240,010 contro lirn 1 ,(i80 ,470 t1 i
importazione similare dai paesi cste l'i.
2° -- La T ripotitrmia e la Cirenruca.
L'avvenuta annessione della Tripolilania e della
Cirenaica al Regno d'Italia non ha sostanzialmente
per ora modificato il regime degli scambi rlella
nuova Colonia in quanto concerne il loro trattamento doganale.
Alle merci importate dalla T•ripolitania e dalla
Cirenaica in Italia si continuano ad applicare i dazi
più i·idotti della tariffa doganale.
In Tripolitania e Cirenaica si è provvisoriamente
conservato , con alcune mitigazioni per i generi rli
pi-ima necessità, il regime doganale ottomano, applicato senza distinzione alle meni cli tutte le p roven ienze.
Prima che la Libia passasse sotto il dominio po
litico dell'Italia i nostri scambii con essa avevano
un'importanza scarsissima st>condo appare dalle no
stre stati stiche ufficiali:
127 -
L910
1~11
1912
Jn1porLazioni in Italiu
0.68
1.61
3.24
l.58
ti.10
Es11ort11zioni dall' llalia
3.22
2.\;12
4.36
24.74
100.78
Non occorre avver tire che il grande ecl improvv LSO aumento delle esporlazioni dell'Italia verso la
Libia nel 19i1 e 1912 è dovuto esclusivamente allo
stato di guerra e per la massima parte all€ neces~ilà di rifornire il nostro corpo d'occupazion e.
La cosa è resa evideuLe dal prospetto che segue.
nel quale sono segnate le esportazioni. italian~. per
gruppi di merci superanti il valore rl! un rn1l1on€
cli lire, ne] 1912:
Legno comnue rozzo e segate, u . ùogh.e per .botti L. 3,218,215
Pietre, terre, g(ssi, calce, cemeuti e mmernli non ,.
. .
' 1.666,144
metn.111c1 · · • · · · · · · · · · ·
,, 3.713,256
Fieno . . . . .
. . . . .
» 3,827,621
Tabacco lavorato · · · · · · ·
882 99
Tessuti e altri manufatti di coL1;1.e .
» 1,
· 1
" 1,n3,540
Mobili, cornici e lavor.i .di legno .
)) f>,84-2,897
Lavori di ferro e acciaio
,, 2,263.243
Macchine e loro parti. ·
O 2 200
Strumenti scientifici . . . .
" 1, 9
" 1, 7 9 0 · 9 ~15
F).li e cordoni elettrici isolati .
' 9~
Acque minerali e gazzose
,,)) 111,013.024Vioi tt vermonth · · ·
,, 8.592.69b
Farina di grano· · · ·
3 610 222
Paste di frumento · · ·
,, 15.470.500
Animali bovini · · . · . ·
,, 99 963
,375
Carni, pollame, cacc1ag1one.
02" 610
,,
-,
<>,
Formaggio. . . . · · ·
161 7 3
)>
,
~.
'
-
128 -
-
Le importazioni dalla Tripolitania e dalla Cirenaica in Italia durante il Hl12 sono state per gruppi
di merci superanti il valore di lire 100,000:
La.ne naturali, anche 111.vate, e cascami e borra
di lann.. . . . . . . · ·
Pelli crude d'ogni specie . . .
Tessuti e altri manufatti di seta .
Botti vuote . . . . . . . · ·
Lavori in pelle (escluse le calza.turi;!).
Lavori di ferro e acciaio . . . .
Fucili, pistole e rivoltelle. . . .
Lavori e gioielli d'oro e d'argento
Mer<.'erie comuni e fini .
Vini e sidro . . . . . . · Animali equiui. . . . . . . .
12!1
-
::>ma fis~a dell'11 ~. sul valore, eccetto che per l'orzo,
Il gra110, la farina, la pasta, il riso, il pesce secco,
lo zucchero, il caffè, il thè ed il peholio, per le
quali nie1·ci la predetta misura era ridotta al 4 % sul
valore di esse.
Due cleoreti dello stesso comandante in capo, ge11ernle Ca11eva, in data del 22 aprile 1912, impone\'ano oltre i dazii " ad valorem ,, già stabiliti altri
dazii specifici su gli spiriti, la bina e le essenze spiritose ed esoneravano invece da ogni dazio d'importazione nel territorio della Libia le seguenti
merci:
L. 335,510
)) 2,127,530
)) 209,015
,, 187,326
180,230
,, 298,90G
.,, 114,345
,. 103,270
.,, 130,006
110,574
178,160
)I
)I
1.
2.
3.
4.
5.
6.
)l
I frequenti decreti emessi dalle autorità militari
ciel corpo d'occupazione per quello che riguarda il
i-egime doganale della nuova Colonia fanno fede
dell'impreparazione politica, colla quale il Governo
italiano si accinse all'impresa.
Con un primo decreto in data del 7 ottobre i911
il comandante in capo delle forze navali, vice am
miraglio Faravelli, sospendeva sino a nuovo ordine
l'esazione di qualunque diritto, sia doganale che di
poiio.
Con un altro decreto del iO dicembre i911 il comandante in capo del corpo di spedizione, generale
Caneva, riattivava dal 1° gennaio successivo la riscossione dei dazii doganali sulle merci in introduzione nel territorio della T•f'ipolitania e della Cirenaica, qualunque ne fosse la provenienza, nella mi-
Pietre e terra per costruzione allo stato greggio
Calce comune, viva o cotta
Grafite allo stato greggio
Carbone fossile naturale
Legna da fuoco e carbone di legna
Paglia di grano per foraggi e lettiere
11 provvedimento era giustificalo con
la necessità e l'urgenza di sollevare da ogni gravame le materie prime occorrenti alle costruzioni ed al rinnovamento edilizio della colonia, come pur:e i combustibili cli più assoluta necessità per le masse popolari e gli elementi indispensabili per la nutrizione
foraggera degli animali ,,,
Erano pm·e esonerate da Ofmi dazio le importazioni dei metarn preziosi e veniva permessa l'introduzione a dazio sospeso delle penne di struzzo e
delle pelliccie di capra (decreti del 21 e del 1° maii·zo 1912).
<<
9
I
l
-
-
L'as~allo
prote:;,ionèsta alla Colonia
Tra l'esplosione di entusiasmi patriottici più o
meno sinceri determmata in Italia dall'impresa libica, non potevano al certo mancare le voci dei ,-ari
gruppi parassitari annidati nei dazii della tariffa
doganale e viv€1nti di privilegi e di favori a spese
della nazione italiana.
Il « trust siderurgico" è stato il primo a muoversi e ad_ agitarsi per trapianLare le sue radici ed
estendere i suoi tentacoli nelle «nuove tene conquistate grazie al senno dei nostri governanti col
sangue dei nostri valorosi soldati» .
L'« Associazione tra gli industriali metallurgici
italiani » alla notizia dei primi provvedimenti doganali applicati coi decreti del comandante in capo
del corpo di occupazione indi rizzò al Presidente del
Consiglio e ad altri :.viinistri una petizione, di cui
riportiamo i periodi più salienti e conclusivi:
« L'Associazione comprende che il Govemo è
stato mosso a questo provvedimento dalla opportunità di assicurarsi fin d'ora questo cespite di ent.rata
per i] pubblico erario ».
1
L'.\ssociazione confida però che il lìo,erno rn
~·\ia prOY\ eclere in termine 11011 loulallo alla determinazwne cli un ordinamento doganale per la T1i politania e la Cirenaica cli caraLtere definitivo confacenle alle ragioni della economict nazionale ,, .
«Non appare invero legitti1110 che l'industria italiana , nelle nuove regioni - schiuse alla cli1·etta influenza nostra dal valore dell'cser.cilo, fra lanlo largo
consenso e concorso di ogni ordine di cittadini s1a posta in condizione cli assoluta eguaglianza nei
riguardi doganali, con l'industria straniera >>.
«Gli industriali italiani - come V. E. conosce
possono ben competere in molli rami della atti\"ità manifatturiera con gli industriali dell'estero
per ciò che riguarda le qualità tecniche dei iwodotti.;
non così per rispetto alle condizioni economiche in
cui si sYolge il lavoro paesano ,, .
<t La stessa condizione di cose si verifi ca naturalmente nella nuova colonia n.
<< Solo quando anche nella Tripolitania e nella
Ci1'Bnaica sia aperto l'adito alla importazione dei
prodotti italiani in franchigia, ed i prodotti stranieri
siano sottoposti agli stessi dazi che furono adottati
nel Regno, solo allora l'industria nazionale si troverà veramente su una base di legittima concorrenza
di fronte alla industria straniera ,, .
In parole più chiare, quello che il « trust siderurgi·cO,, pr-etende di avere è il monopolio del mer«
Finalmente cou H. Decreto dcl 31 cli<:embre i!H:Z,
n° 39~. il Governo cli Roma, a firma Giolitti e B€rt~linL stabiliYa dal 1° gennaio HH3 un dazio specifico di lire 15 per quintale, pe::;o lordo. sue:li zuccheri di ogni qualità., introdotti nel lel't it-0rio clella
Libia, in aggiunta al dazio « a.cl yaJorern ,, .
~0
13l -
l:)U -
,
I
-
132 -
calo della nuo\·a colonia, come ~ià ha il monopolio
Jt.' n-ercato italiano.
S( 11 GO\·erno ed il Parlamento cedessero alle domande e soll~itaz1oni delle rndu-:tl'ie metallurgiche.
alle quali non mancheranno cli seguire quelle di
~ntte le altre industrie nazionali protette, il risultato
sicuro sarebbe che le dogane. che sono e saranno
l'lrnico cespite importante per le finanze della Libia,
,·echehbero Yenir meno i loro proventi a misura che
lt: merci italiane, entrando in franchigia, caccereb
hero le merci estere daziale dal consumo locale.
!Il tal modo i contribuenti italiani dovrebbero
ri111mciare per sempre alla speranza che un giorno,
sia pure lontano. la Libia possa bastare a se stessa.
è. per intanto, dovrebbero rifornire il bilancio della
11uova Colonia dei proventi doganali confiscati a
profitto clegli industriali nazionali protetti.
Questo pericolo subito denunziato dal prof. Luigi
Einaudi (1). dall'on. prof. De Viti cle ~'!arco (2) e da
nLri è assai ~rave ed occorre quindi che senza ritardo l'opinione pubblica italiana se ne persuada e
cerchi di resistere con forze soverchianti a quelle
della coalizione degli interessi particolari che
come al "o lito - sono già abilmente fatti valere allo
V
)
<l) Xella « Hiforma ~O<:iale ,, c.• nE>lla « RiYista delle Soei ·tà per Azioni », 1911 e 191:2.
<2l Opuscoli dell'« "Gnità ». n. 1. Per un Pr()qrammw
,r l zl(1He Democmtira. Firenze, 1913·. N. 3. n Reaime Do•1n11f1IP dello Lil1io. Firenze, 1914.
cli vg ·uadagnare
lnmenlari.
SC'OpO
'1°
~
I
,\ [ i11isll'I e le rnaggiornm:e
,~
La «porta aperta,, e la <<porta chiusa
}Jtll'
n.
Perchè la resistenza della nazione italiana alle
nuove cupidigie protezi-0niste miranti al monopolio
della nuova Colonia possa riuscire vittoriosa, è necessario respin2;ere «a priori n ogni genere di transazioni e di compromesso.
Qu i non siamo nel campo di interessi bene o
male stabiliti, ai quali per moli\ i di equità o per
opportunità politica sia in qualche modo di avere
qualche riguardo.
Si tratta i1wece cli interessi parassitari e monopolistici, che si tenta di creare e.r-1101'0 a danno dell'inleresse gen erale del paese.
in
Ed in nome di questo interesse general e
nome altresi dell 'interesse presente ccl avvenire della
Colonia che deve essere difeso contro il brigan taggio
politico del protezionismo italiano
è mestieri rii
imi:;orre al Governo ecl al Parlamento la conservazione nella Libia del regime doganale della « porta
aperta n, con ug uaglianza assoluta di dazi e di trattamenti per le merci italiane e le estere introdotte nella
Colonia.
Soltanto a questo patto vi è speranza che la Libia
possa in un periodo non troppo lun~·o diventare un
ca l'ico sopportabile per le spalle dei contribu enti
italiani e vedere le proprie risorse naturali messe in
-
134 -
Yalore :..1 azie al t0nc01·so rnrh;;;pc11.;;ab1le del capitale
internazionale e de1la rnan<f d'opera i11dige11a. i11tegrata. ne1la misura che l'esperienza dimostrerà
co1weniente. dall"ingegno e dal lavoro italiano.
D"altra patte. l'esempio degli altri paesi
quello
in particolar modo de1l'Inghiltel'ra e de11a Francia prO\·a nel modo più concludente, coi risultati clei
due opposti sistemi di politica coloniale ch e nel re!2"i1_n~ della «porta aperta n le colonie prosperano col
nrnmno sacrificio della metropoli, alla quale restano saldamente unite. più che per la forza delle
armi, c_oi Yinco1 i dell'interesse reciproco, mentre
nel regime della « p0rta chiusa» anche le colonie
!laturalmente più fertili restano soffocate nel loro
snlu1J po e con t.muano ad essere a ·ra,·e carico del
b~lancio della metropoli, alla quale ;on sono cao-ione
eh forza
e d"i ricc
. h ezza, ma d1. debolezza e di inquieo
. .
ludm1 numerose ed assidue.
Chi scrive ha avuto l'occasione di citare alla
Camera dei deputati il bilancio del Ministero ino·lese
delle
.
. quale sotto l'amministrazioneo del
. . c01ome.
il
~lrn1stro :\Iister Harcourt discese da i 260 000 sterlme _ne11'eserc1z10
· · finanziario 1905-906 a' sole
' 860 000
sterlme nell'esercizio 1912-913, ciò che tradott~ in
moneta italiana, corri spondeva prima ~d una spe-a
::i
.annu
- a ct·i rire 31,500,000, diminuita pos<:ia a lire
0
2i ,o00,000 (1).
O) Libi~
Discussione
.
llf:'lla
D1·sc s u 11e sp ese dipendenti
dall'occupaz,iQIIle
,.. · febbraio
orso1914.
pronunc1a
· to n eIla tornata pa:rlaroenta re del 24
135 -
AF:giungendo poco più cli 80 mihorn ùi lire slerline che costano al bilancio inglese i !to,600 soldati
di trnppe coloniali (India ecl Egitto esclusi), ne risulta che il regime della «porta aperta ,, ha permesso e pennette ad una piccola nazione ùi 45 milioni di a.bilanti di non rovinarsi mantenendo la
propria sovranità politica sopra un Impero coloniale
immenso, che si est.ende su una superficie di quasi
30 milioni di chilometri quadrati ecl include una
popolazione oramai poco lontana dai IiOO milioni
d'individui, diversi di razza, cli colore, di lingua,
cti religione, ma uniti in un grande interesse comune
('he I'Calizza il più alto tipo cli vita politico-sociale
pacifica sinora raggiunto, in cm è lecito a tutti ed
a ciascuno di sYolgere le proprie attitudini nel massimo cli autonomie individuali e collettive ed in
conformità alla legge di uguale libertà.
Possa e voglia l'Italia imitare e seguire nella sua
nuova politica ooloniale il glorioso esempio inglese
e fare così nella Libia opera vera e feconda di civiltà,
onde abbiano ad essere dimenticati gli oNori della
violenta conquista!
131 -
II.
Comitato per i trattati d1 commercio
e per l'economia nazionale.
Allo scopo di creare un organo centrale del movimento d1 resistenza ad 0°·11i
aumento doo·anale , ~1
o
costituiva il 21 febbraio HH4 a noma un Comitato
composto dei senat-0ri G. Arcoleo, G. Fortunato,
L. Franchetti, L. Gavazzi, G. Giusso; degli on. A.
Cahrini, E . Ciccotti, U. Comanrlini, A. De Viti de
Marco, G. A. di Cesarò, E. Gretti, G. l\Iosca; dei
prof. E. Barone, G. Cuboni, dotl. G. Scarpa segretario, di cui riportiamo qui il programma pubblicato
nella Rassegna CQfn1lP111porarzr'a del 25 febbraio 1914.
Il Governo or fa un anno istituiva una Commissione per lo studio del regime economico doganale
e dei trattati d i commercio, la quale, secondo le pa
role del :Vlinistro, cc dopo aver cornpiu to un inven
tario della produzione nazionale, accertate le condizioni tecniche ed i costi di produzione; valutati i
limiti di resistenza cl i c iascuna industria di fronti"
alle industrie simili straniere'" doveva << presiedere
con spirito di grande obbiettività alla prepa.razion"'
~
~
dei prossimi Lratlal1 e compien: un'opera che sia
i:sp rl'ss10ne dell'interesse naz 10nale n.
t\ poca di;:;tanza di lempo un gruppo di indu -;lria li persuadeva l'Associazione t.lelle Società per
.\z ioni a convocare a Roma un Conigresso di Sociela
comnwrciale, dal quale usciva un Comitato cui è
sLalu affidato il compito di fare un lavoro «che sappia e debba imporsi alla Commissione Ileale" (1) .
gruppi nmggiurmente proteLli dell'industria italiana,
8ssenclo questo ComiLato in mano e.li uno dei
il primo suo passo è staLo di r accogl iere intorno ad
una mira di maggiore protezione quanti più interessi poteva; di accerchiare poi, e per vie indirette
vincolare, anche quelle indusLrie che avrebbero interessi molto clivergenLi.
Conseguenza nPcessaria di questi compromessi
con i quali un gruppo accontenta e taciLa gli altri,
sarà un inasprimenLo dei dazi inclusLriali per conseguire il quale il gruppo favo r irà, ove s ia possibile, anche la riduz ione della prolìezione agricola.
Alcuni rami dell'agricoltura hanno invero fatto
clei tentativi per organizzarsi; ma per il difetto di
un piano concorde mal potranno riuscire da soli a
contrappo rsi a l predominio di quel gruppo ind11sbriale e al tentativo di appuntare tutto il malumore
anti prot.ezionista contro il dazio sul grano per cui
s i avrebbe una revisione della tar iffa doganale in
(1) Atti del Congresso delle SocieU1 Commrrciali, paEsterlr.
gina 26, ing
-
Uh-
un senso c.he ancora più ùell" attuale danneggere-bbe
l'economia del paese.
Alrazione di questo gruppo che vuole impOl"si a
tutto il rest-0 della collettività ed alla Commissione
eale, intendiamo contrastare recisamente il teneno.
Il Comitat-0 che noi abbiamo formato , si è trovalo d'accordo nella necessità assoluta di opporsi ad
ogni aitmento di prote::.ione, e questo programma
minimo servirà di base a tutta la sua azione. Esso
non vuole essere rappresentante di alcuno speciale
qruppo di produttori ed intende rimanere al di sopra dei loro interes;)i particolari, avvisando non esservi altro mezzo che questo per anivare ad un
equilibrio che rappresenti l'utile massimo dal punto
di vista così della produzione come della collettività
dei consumatori.
Prima sua cura sarà di raccogliere tutt-0 il materiale officiale a privato che possa servire a dare la
rappresentazione più esatta delle conseguenze dell'attuale regime doganale, della organizzazione e
del grado di resistenza dei singoli rami d'industria,
cli completare questo materiale, ove occona, con
indagini nuove e dirette.
Riguardo alle condizioni agricole - che presentano tra regione e r egione una così grande diversità
- per conoscere l'azione d~i dazi portettivi sulla distribuzione delle culture si metterà in rapporto con
Commissioni Regionali da costituirsi sulla stessa
base del Comitato Centlrale.
-
r
,..
•
139 -
lnftne il Comitato :::-1 propone di entrare in relaz1u11e l'. On le Commiss10nì che, ron uno scopo analogo, si vanno costituendo all'estero
dove la 0o·eneralità dei consumatori non ha interessi diversi da
quelli che ha nel nostro paese - e con gli istituti
permancnt.i di politica commerciale, negli Stati in
C'Hi esistono; creando in tal modo la possibilità di
rnpporli continuativi e dircW.
Con l'appartenere al Comitato i siugoli membri
non impegnano in alcun modo il partito od il gn1ppo
cli cui facessero parte, nè vincolano tutta la loro
attività personale, che nella lotta verso questo fine,
essi si riserbano di portare in quei campi che ri
terranno più fecondi.
L'azione del Comitato dovrà essere condotta su
più fronti ed in più molli; i partiti, i gruppi parlamentari, le associazioni, i singoli adotteranno i criteri che crederanno più convenienti; rispetto a tutte
queste iniziative, pur restando estraneo ana politica
dei partiti, il Comitato aspira a diventare l'organo
centrale del movimento di resistenza ad ogni a~tmento doganale.
Il Comitato inizia fin da &a il suo lavoro, fidente nella collaborazione di quanti, anche partendo da diverse premess-e, concordino nei suoi propositi e sarà grato a tutti coloro che vorranno in
qualunque modo agevolarne l'opera.
r
lll.
Trattati di commercio fra l'Italia e gli altri Stati
in vigore al 1° giugno 1914 (i ).
(1) Notizie corteSl'mente fornite clall'lJffi cio Trattati d el
}Jinistero d elle Finanze.
-
NAZIONI
DATA
DATA
dell'entrata
della stipnJazionEI
in 'igore
- - - - - - - - ' - - - --- Argentina .
1
lussa .
Austria -Ungheria
Belgio .
~livia
Brasile
-
142 -
Trattato 9 dicembre 1888.
I
Trattato 11 [ebbraio
rnon.
28
Trattato 11 dicembre 1882
Trattato 18 ottobre 1890 .
I
Scam bio di note 5 luglio 1900
"'
I
-I
febbr. 1896 12 mesi
10 aprile 1890
I
Trattato la gennaio 1906
(31gennaio1905-) . .
llulgaria •
0s~(11'VaZiOnÌ
--- -1--
Convenzione J giugno 1894 e
protocollo addizionale 31
gennaio 18%
1 marzo J 906
No
8 .l
No
cii
No
Si
No
No
L'articolo 3 del trattato pattuisce l 'uguaglianza coi nazionali in m ateria di comm ercio e navigazione pei sudditi di ognuna delle due parti nell'altro Stato.
__..
"""
La tar iffa speciale riguarda la riduzione
ciel dazio sul caffè a ll'entr ata in Italia.
Prorogato con scambio di note 25 novembre-1 dicembre 1912.
Si
SI
r.,a tariffa speciale riguarda soltanto i dazi d'entrata. in Bulgaria.
Prorogato con scambio di note 24 maggio-6 giug n o 1911.
Indeterm inata
12 mesi
31 dicero. 1917
con facoltà
di denuncia
p er il 1° gennaio 1916.
I !!'.ennaio 1883 12 mesi
7 gennaio 1901 12 mesi
28 luglio 1900
~1
6 mesi
.
1"', genn. J906 12 mesi
dic. 191 1
31 dic. 1917
I
l "'
•C>l
La nota bulgara riconosce l'applicabilità
ai vini ita liani delle agevolazioni accordate ai vini francesi.
Nota verbale 5-18 genn. 1909
Scambio di note 10 marzo
21 luglio 1910..
Canadà
Accordo provvisorio 6 giugno 1910
1-1-:3
IO giugno 1910
2 mesi
tt·
Lo dcam bio di note pattuisce la reciprocità della franchigia per il mobilio dei
sudditi di uno dei due paesi oh e si stabiliscono ne11 'altro.
No
V. osserv.
L'accordo pattuisce l'applicazione della
tariffa convenzionale italiana a un determinato numero di merci canadesi, e
della tariffa intermedi!!- cana.d~se .a un
cteterminato numero d1 m erci itahane.
145 -
14-l -
DATA
deJr entrata
in Yigore
lJ A T A
XAZlONI
Chilì
d Plla st ipul a zione
\ T,.<<oto
3 111glio 1911
12 luglio 18\JR
~
... ~
a
o.,,
... o--
I
DATA
<Il
<Il
....
No
Si
Al trattamento della. clausola. della nazione piì1 favorita è fatta. eccezione per
le speciali riduzioni doganali che il Chi·
lì concedesse unica.mente ad a.Itri Stati
del Sud o del Centro-America.
Indeterminata
Si
• Hi
Le tariffe speciali s tipula.te nel trattato,
e ohe riguardano soltanto l'importazione cli merci italiane in Cina., furono
modificate con l'accordo del 28 marzo
1903 ; la clausola della. nazione più favorita è pattuita a solo beneficio dell'Italia; ma questa, per benevola tradì·
zione e per reciprocità di trattamento, la a ccorda anche alle merci cinesi
importate in Italia.
Indeterminata
Si
mesi
'tl""
\
. I~n aprile 1903
Ac cordo 28 marzo 1903
'.l'rattalo 27 ottobre 1892 •
L'accor<lo, col quale furono vincolate le
tariffe speciali all'entrata in Cina, fu
s tipulato in esecuzion e dell'art. VI, lett.
e, d el protocollo finale di pace 7 settembre 1901 fra la Cina e le Potenze alleate.
No
s·1
Al trattato fanno seguito due scambi di
note di pari data fra. il regio ministro
in Bogotà e il ministro delle relazioni
estere in Colombia., col primo dei quali vengono assicura.te le indennità da
accordarsi ai cittadini di altre nazioni per danni cagionati ai cittadini italiani in Colombia da. rivoluzionari o da
tribù selvagge, col secondo dei quali è
garantito reciprocamente il trattamento nazionaJe ai cittadini dei due Stati
per quanto riguarda la proprietà scientifi ca., letteraria e artistica.
No
Si
Questa convenzione venne stipulata. in
origin e con l'Associazione internazionale del Congo. Lo Stato indipendente ha.
riconosciuto tutti i trattati e convenzioni stipula ti dall'Associazione internazionale con altri Stati, e nulla è mu
tato nei rapporti fra i due paesi in seguito all'annessione del Congo al Belgio.
No
Si
10 novero. 1894 12 mesi
\
I
I
T,1determinata
Congo belga
Conven zion e 19 cti cPm. 1884
H giugno 1885
I
Cupa •
I
Trattato :l9 dicembre
rnoa
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2 dicemb. 1904
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O ss ervazioni
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della scadenza
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Colombia .
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30 giugno 1868 \
Trattato 26 ottobre 1866 •
Cina
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DATA
DATA
l) ''1' \
dalia stipulazionti
dell'ontrata
in ''igore
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Tra tt :ito
Egitto .
C'on,·e·1zion" 11 hglio Hl06 .
maggio I>;04
No
2.1. nonrn1. 1864 J:! mesi
lH febhr 1909 J 1:2 mesi
J6 febbraio
19301 con fn-
Trattato J:! agoò;o IW)O •
Com•enzione addizionale
febbraio l.JJ I . . . .
Etiopia
Francia
i
i.a conrnnzhne addizinnale. le cni ratificazioni nnn ~ono state ancora scambiate. riduce alla metà ùi quelli in vigore per lo Cham1>agne i dazi sui vini
sirnrnanti italiani.
Trattato :H luglio Jll{)fi.
12 giugno 1907 l2 mesi
Scambio di note :11 novembre J8!l8.
12 fehbr. 1899
No
J ndeterrninata
V. osserv.
.
.
.
.
.
ill dic. J9li
Si
Si
osserv. j Jl " m odus vivendi " stipulato il 21 no,·emhre 1898 pattuisce l'a.pplicazione del·
la tariffa minima alle merci italiane a
eccezione della seta e delle seterie, della tariffa convenzionale, ulteriormente
ridotta, alle merci francesi, a eccezione
della seta e delle seterie. Il trattamento
,!ella nazione pili favorita è esteso alle
merci e ai territori coloniali dei due
paesi. fatta eccezione per le merci fr"-ncesi nell'Eritrea e per le merci eritree ir
'Francia e nelle colonie francesi.
l febbraio 18921
12 mesi
/ 'l'r;1tt11to a.ddizionalr· .; dicemhrn 190f.
..
~
. ,
\ Tra•tato Il dii:embrti lll91.
La convenzione contiene il vincolo tlel re
gime doganale in Egitto. La clausola
ùella nazione più favorita può essere
d isd etta dall'Italia in qualunque tempo
con preavviso di 12 mesi. venendo io tal
0aso a cessare il \'incolo ciel regime doganale in Ee:itto.
.~ .
;21;
•
Germania •
:
!
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2.~ giugno 190? (~ mesi
Ì"'Ì
r ,.. a z i o n i
ll trattato è a1Jplica l1ilc alle Cohnie dei
11 Pe l'~\esi.
Il 11 selLf'mb r e 1902 è stato C'ltlt·:u, · •
un ,-, rt icolo arldizionale, mediante il quale il l~-'lt::nuento della na?Jione più fa .. orita ,·enne assicurato anche per ciò
chr- riguarda l'esercizio delle industrie
e delle profe~sioni.
V. osserv. j
colta di rv
visione per
il 16 fohb raio 19170
per il 16 feb·
braio 192~.
Equatore •
No
V OSS!r\.
t._'
-
------
Danimarca , .
<> !: s
.
I 1\1:\l'ZO
1906
I
Si
Il trattato addizionale mantiene in vigo
re. con moùifìc'.1.7.ioni e aggiunte. il tr1ttat > del 1891.
-
-
148 -
1:19 -
==================================================;===:;:======================
:\AZJU~I
D A T A
della 'tipulazione
DATA
dell'entrata
in vigore
DAT.\
della scadenza
I
Osservazioni
I
Giappone
Gran Brelagna e Irlanda •
Trauato :.15 nov1<mbre l9l:.1
18 gingno 1913 12 mesi
Trattato 1;-, giugno 1883 •
l luglio 1888
31 dic. 1917
- - - ------ --Si
Si
12 mesi
No
Sì
1
J
Grecia.
Protocollo 30 - 18 dic-embre
1899 .
1 genn a.io 1900 6 mesi
Si
Si
Honduras •
Trattato 3 1 dic1>mhre 1868
14 luglio 1874 12 mesi
No
Si
li be ria
Trattato 23 ottobre 1862 .
6 maggio 1863 12 mesi
No
Si
Marocco
Trattato 30 giugno 1825
6 ottobre 1826
No
Si
No
Si
Indeterminata
...
Messico
Trattato 16 aprile 1890
23 luglio 1891 12 m esi
La clausola della nazione pm favorita
non è applicabile, dalle due parti. ai
tessuti serici, salvo agli "habutae " greggi all'entrata in Italia.
Il Governo giapponese, con dichiarazione trasmessa il Z5 agosto 1910 dalla
propria Ambasciata, ha notificato l'annessione della Corea e le norme colle
quali ha provveduto, dal Z9 agosto 1910,
·alle materie relative ai residenti e al
commercio estero in Corea.
V. osserv.
1
Le colonie britanniche ha.nno fatto adesione a questo tratta.to, a. eccezione delle
seguenti: Canad à, Colonia del Capo, India britannica e Aus tralia del Sud.
Con scambio di note del 13 gennaio 1905
è stato pattuito il trattamento della nazione piit favorita per i sudditi britannici nei porti della Somalia Italiana
Il 14 luglio 1875, all'atto dello scamb io
d elle ratificazioni, fu firmata una dichi arazione interpretativa. della clausola
della nazione più favorita.
L'Italia ba. fatto adesion e al tratta.to ~i
amicizia e commercio fra la Germania
e il Marocco del 1' giugno 1~90, il q1:1al~
oontiene una tariffa convenzionale di di·
ritti doganali d'esportazione dal Marocco e con la legge Z6 aprile 1891, numero 208 il Governo italiano ba dato
piena e intera esecuzione nel Regno al
tirattato summ enzionato.
Una dichiarazione del Z8 otitobr~ 1912
con la Francia e una del 4 maggio 1913
con la Spa.gna assicura all'Italia . nel
Marocco il trattamento della nazi one
p iù favorita.
1~10
-
-
-
JJ A T .~
DA'l'A
DATA
della 'tipnlazi orH•
deJr entrata
in vigore
della scadenza
X .-.ZJ1 l '\I
151 -
Osservazioni
Trat t:ito di prowttora to 7 a ·
pril o lf<&!I • • . •
Ac cordo :li e 9-:2·' di cembre
\
'onleae~ro
Hl03 .
.
.
.-
l gennaio 1904
I magg io)
111()4 .
•
.
.
.
28 sett. 1916
i 1 mesel
Scambio <li note, 10 <>iucroo
(2h n!aggiol . 11 giug;:;o " c29
.
I luglio 1904
Tratt :1to :?5 1?E-rm11io
Si
:So
sono eccettuaw dalle stipulazioni della
clausola della nazione più favorita le
agevolazioni concesse dal Nicaragua ad
altri St11.ti del Centro America.
II J3 settem. 1862 112 mesi
::-;:o
La validità del trattato per la Norvegia
isolatamente, venne riconosciuta mediante un accordo del 30 novembre 19
dicembre 1905.
1
12 novem. 1864 :12 mesi.
No
La dichiarazione è interpretativa dell'articolo 2 del trattato, relativo al trattamento della nazione più favorita, e
mantiene in vigore le disposizioni dell'alinea. 3 dell'art. 2 del trattato del
24 giugno 1851, :riguardante ~ prodotti
delle Indie Olandesi, ecc.
:26 settem. 1906 12 me•i1
)!101; .
1
I
Tra: 1:110 I I J?Ì11 !?'no J&fì:l .
tttra .
Trattato di protc· ttorato 8
fr· o h raio JAASJ. . . .
Trattato :24 n o vcmhr., J86:J .
Faesi
~2S~i
.
fJichi:.raz.onP 1:2 novembre
lfili I .
Pinall!à
R inn o,·ahile t acitamente di sei in sei mesi.
I
I
lticaraçua
No
•
F;mguay .
Trattato :!"i ottohr*'
'l'n.t\ a to 2:.!
.~gMto
18~:2
•
l!i98 .
J2 mesi!
No
Si
No
Si
I
11 trattato del 1892 è stato conohiuso con
l a Colombia, roa la repubblica del Panaroà, con comunicazione del 10 nove?l:
hre 1903 dichiarò di riconoscere tutti l
trattalti 'pubblici che priroa del 3. novembre 1903, data della sna separa711one
dalla Colombia, esistevano fra questa e
gli altri paesi.
-
152 -
DATA
DATA
,-----
Persia
-
Peni .
'l'rattato 23 dicembre 1874
......
·s:: u
~
della scadenza
----
Trattato 29 settembre 1862
PortogallG.•
DATA
dell'entrata
in vigore
della stipulazione
"'
~-;
"'"'
E-to.
"'d
a~
0--i
_d ......
J..,
o .. o
"' d I>
;::
a c:s
o~ .~
-o o.
'
No
SI
12 mesi
No
i->i
28 maggio 1911 3 mesi
No
I 15 dicem. 1862 12 mesi
. 17 novemb. 1878
Si
V. osserv
Romania
Salvader
Trattato 5 dicembre i'>'>
vambre) 1906 . . .-- _noT rattato 15-28 giugno 190ì
Trattato 27 ottobre 1860 .
S. Domingo
Al t1·attato fanno seguito alcmi,i articoli
addizionali di pari data di cui il terzo
è relativo alla materia consolare.
Acc?rdo provvisorio !l maggLO 1911.
Russia
o ~ ser\·a zioni
~cd~
Sono esclu si da entrambe le parti dal
trattamento della nazione più favorita
i vini, tranne quelli di Porto e di Madera all'entrata in Italia, quelli di Marsala e i ,·ermut all'entrata in Portogallo.
Parimenti, le stipulazioni dell'accordo
non sono applicabili: 1° ai favori speciali
concessi dal Portogallo alla Spa.gna e
al Brasile; 2' alle importazioni portoghesi nelle colonie italiane e alle im·
portazioni italiane nelle colon ie portoghesi; 3° alle importazioni tra colonie
italiane e colonie portoghesi.
1' aprile 1907 12 mesi
31 clic. 1917
Si
Sì
17 gennaio1908 12 mesi
31 clic . 1917
Si
SI
No
Si
Il 4 febbraio 1876, una nota salvadoren 8e
No
Si
Il trattato e
9 maggio J861 12 mesi
ha confermato l a valiidità del tratta.to
rispetto a ll'Italia.
Il 14 aprile 1906 è stato firmato un
trattato che attende la sanzione d ei
corpi legislativi dei due paesi. Questo
trattato è sul modello cli quello col Nic·aragua.
n 22 luglio 1909 u na nota salvadorense
ha i:iconoscinto aJ)plicabile alle m erci
italiane il regime <!ella nazione più favorita.
rrattato 18 ottobre 1886 .
Atto addizionale 5 gennaio
1889 .
.
.
.
15 luglio 1903
Indeterminata
l'atto addizional e, denunciati dal Governo dominicano il 18 luglio 1900. sono stati rimessi in vigore,
fino alla conclusio ne di un nuovo trattato. media11te una convenzione del 15
luglio 1903.
-
154 -
-
DATA
dell'entrata
in vigore
J) A 1' A
XAZIONI
della stipulazione
- 1
~
Stati Uniti
Svezia
lugli<' 1397
Convenzione addizionale 16
febbraio 1906. . . .
18 lnglio 1906
Conyenzione addizionale 14
giugno 1907 . . . .
29 luglio 1907
I
Spagna
ai
' Dichiarazione 9 gennaio 1901
1
Siam .
.
l luglio 1901
S. Marino
Serbia .
.
O ss e r,~ azioni
della scadenza
- - - - - - -----'- - --
Convenzione di amicizia e
buon vicinato 28 giugno
1897 •
DATA
6 mesi
29 luglio 1917
Dichiarazione addizionale 31
marzo 1913 • . . . .
1 luglio 1912
Tratta.t-0 H
1 aprile 1907 12 mesi
3J dicem.1917
l gennaio 1871 12 mesi
Senza data di V. osserv.
s c adenza,
ma soç-g;<itto
a revlS1one
con pr,.avviso di 12
mesi.
JO gennaio 1907
Trattato 3 ottohre 1868
Convenzione
:io
Trattato 21) febbraio J8il.
1862 •
I
con facoltà
di denuncia
p er il 1o gen- I
naio 1916.
Si
I
Si
Si
Il t rattato ftssa al 3 per cento " ad valo-
Si
Si
Sono esclusi dal regime della nazione
più favorita, da entrambe le parti, i
vini. tranne alcuni vini liquorosi tip ici
e il vermut.
li novero. 1871 12 mesi
No
SI
L'art. 24 del trattato contiene la dichiarazione, che il traittamento della nazione
più favorita sarà da ognuna delle due
parti liberamente concesso all'altra, se
la concessione a un terzo Stato è stata
liberamente concessa, o accordando uguale compenso, se la concessione fu
condizionale.
A Portorico. alle Hawaii e alle Filippine è applicabile la clausola della nazione più favorita.
18 settem. 1862 12 mesi
No
Sì
marzo 191 1 In corso di ap- 12 mesi
provazione
I'l'rattato H giugno
155 -
!Il dic. 1917
r em " i diritti d'importazione da riscotere sulle merci italiane importate nel
Siam; la clausola della nazione più fa,..
vorita è stipulata soltanto a benefici o
dell'Italia, ma questa, per benevola trar
dizione e per reciprocità di trattamento
la accorda anche alle merci siamesi introdotte in Italia.
-
XAZIONI
156 -
-
della stipulazione
Svizzera .
Tunisia
'l'rattato 13 lngli o 190-1
If 1 luglio 1905
l 1 gennaio 1906
Trattato 28 settembre 1896 .
Capitolazioni 25 ottobre 1823
I
DATA
dell'entrata
in vigore
DATA
DATA
,
12 mesi
os ~ ervazioni
della scadenza
31 dic. 1917
25gennaio1897 12 mesi
I
157 -
Si
Fii
V. osser ••
Si
•
Il trattato stipula che i diritti d'entrata
in 'l'unisia (fatta eccezione per i frutti
e semi oleosi e per gli olii) non possono
essere superiori a quelU della tariffa
minima francese.
Il 26 agosto 1890 la Germania concluse
con la Turchia un trattato di commercio, al quale trovasi annessa un'estesa
tariffa convenzionale a dazi specifici per
l'entrata delle merci tedesche in Turchia. Questa tariffa non può essere posta in vigore prima che sia applicato
nell'Impero turco un nuovo regime doganale, e sieno, per conseguenza, conchiuse e applicate con terzi Stati nuove
convenzioni commerciali sulla stessa
hase.
Perpetuo
Turchia
Trattato JO luglio 1861
I ottobre 1861
V. oss~rvuzioni
Protocollo 26 aprile 1907 •
12 l uglio 1907
12 luglio 1914v
Si
Si
Il trattato è spirato il 28 ottobre 1890,
ma le sue stipulazioni sono ancora invocate e dalla Sublime Porta tacitamente ammesse.
Per l'art. 19 il tratta.mento della nazione più favorita è applicabile a tutte
le parti dell'Impero ottomano, compresa Cipro.
Il protocollo contiene l'~ssentime!1to dell'Italia Austria-Ungheria, Francia, Gran
Bretag~a e Russia all'aumento dei dazi
d'entrata in Turchia da 8 a 11 % " ad
valorem "·
-
1:)8 -
-
.,
X AZIONI
DA'l'A
dell'entrata
in vigore
DATA
della stipulazione
Segue TURCH1A
Trattato 18 ottobre 1912 .
Venezuela.
'l'rattato 19 giu~no 18fi1 .
Zanzibar .
Trattato 28 maggio 1886 .
1
·-e ... ._,.
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DATA
G) Ul
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della scade o za
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L'art. 5 tlel trattato di pace b a rimesso
in vigore, tutti i tr~ttati, convenzioni e
accordi d'og ni genere. specie e natura,
conclusi o vigenti 1H·ima della guerra.
Con l'art. 6 l'Italia si è impegnata a
conclude1·e un trattato sulla l)ase del
diritto pubblico europeo e ha consentito
all'elevazione dei diritti cli dogana dal1'11 al 14 'l6 "a<l valorem " ; entrambe
queate stipulazioni avranno applicazione
so lo quando uguali accordi avvengano
e al>hiano applicazione con le a ltre Potenze.
20 settem. 1862 :12 mesi
I
Os s ervnzioni
~
18 ottobre 1912 1
130 d.icem 1886
159 -
Indeterminata
:'\o
Si
No
Si
Al trattato fa seguito un articolo a-Odizionale in data 10 ottobre 1885, riguardante l'interpretazione e l'applicazione
in Italia di alcuni arti coli del trattato
stesso.
Mediante scambio di note del 13 gennaio 1905 ron la Gran Bretagna è sta.to
pattuito il tratta.mento della nazione più
favorita per i sudditi del Sultano cli
Zanzibar nei porti della Som a lia italiana.
INDICE
l. II. III. IV.
V.
VI.
YII.
VIII.
IX.
X.
XI.
XII.
XIII.
XIV.
xv.
XVI.
XVII.
XVIII.
XIX.
XX. XXI. -
Il vigente regime doganale doll' Italia
Il sopravvento <'lei gruppi industriali
nel 1887
L'aumento del dazio .;nl grano.
La reazione protezionista in Europa.
Il regime doganale itali11.no dal 1860
al 1878.
L '3 due revisi cmi doganali : 1878 e 1887
Gli effetti ,_h· l protezionismo .
Le industrie protette
I « trusts » industriali .
Le industrie non protetle.
Le importazioni italiane
Le esportazioni italiane
I provveditori dell' Italia
I clienti delP Italia
I trattati rli commerci o in vigore .
La nuovii <lgitazione proteziouista.
Il questionario del ministro Luzzatti.
Pag.
9
))
))
))
13
16
20
))
23
))
26
))
))
))
30
36
41
))
4fl
»
GO
))
54
))
))
57
63
))
67
))
73
)}
76
La Commissione Reale di studio
»
La lotta contro i " trnsts
)}
))
80
86
90
))
98
»
La L ega Antiprotezionista
La. lotta democratica contro il privilegio
protezionista .
162 -
XXII.
L e opportunità dell' agitazione anti- protezionista .
XXIII. -
Pag. 106
I "' Lavoratori della T1Jrra " contro il
protezionismo zuccheriero
,.
111
La breccia nel blocco agrario-industriale.
"
117
Il regime doganale deU., colonie.
,.
123
Comitato per i trattati di commercio e per
l'economia naz1onalEl .
,.
136
'.rrattati di commercio fra l' Italia e gli altri
Stati in vigore al 1° giugno 1914
>
141
XXIV. -
Appendici.
I.
II.
III.
It.
Ec.
2 ;I
PREZZO del volume L.
~