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ISTITUTO COMPRENSIVO DI CASTENASO
CURRICOLO VERTICALE DI ITALIANO
INDICE DEI CONTENUTI:
•
FINALITA’
•
RIFLESSIONE SULLE COMPETENZE
•
RIFLESSIONE SUL METODO
•
TRAGUARDI DI COMPETENZA
•
STRATEGIE
•
VALUTAZIONE (spunti di riflessione)
•
APPENDICE: Disturbi specifici di apprendimento: la dislessia
PREMESSA
La costruzione di questo curricolo è il risultato di un lavoro lungo ed articolato che ha visto la
partecipazione degli insegnanti dei tre ordini di scuola dell’Istituto.
Quando abbiamo cominciato questo lavoro abbiamo utilizzato molto tempo sul confronto, questa parte è
poco visibile nel curricolo, ma è sicuramente rintracciabile nella sua sostanza: la riflessione sulla pratica
didattica è lo strumento principale per la formazione continua.
Molte ricerche in campo internazionale nell’ambito della formazione degli insegnanti hanno evidenziato
come il ricorso al confronto e alla collaborazione professionale in un gruppo di insegnanti sia il mezzo
più efficace per la riqualificazione e rinnovamento della didattica.
Questo curricolo sicuramente è un documento dinamico in continua evoluzione , possibile di
cambiamenti, pertanto invitiamo tutti i Colleghi a non cercare una lista di contenuti da applicare, ma a
trovare almeno in essa un senso didattico il più possibile condiviso.
IL GRUPPO DEI DOCENTI DI ITALIANO:
SCUOLA INFANZIA : Libanore Elena, Palumbo Luigina
SCUOLA PRIMARIA: Bergonzini Loretta, Dainesi Chiara, Gardellini Elisabetta, Giordani
Claudia, Neri Cristina, Paparella Arianna, Pietramale Rosanna, Righetti Vilma
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO : Alvisi Angela, Ghini Annamaria, Nicoli Milena,
Travagli Sergio
FINALITA’
L’educazione linguistica favorisce:
 La crescita personale dell’individuo
 L’esercizio pieno di cittadinanza
 L’accesso critico a tutti gli ambiti culturali
 Il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio
Per il raggiungimento di queste importanti ed estese finalità L’APPRENDIMENTO DELLA LINGUA
ITALIANA DEVE ESSERE OGGETTO DI SPECIFICHE ATTENZIONI DA PARTE DI TUTTI I
DOCENTI
Questa proposta curricolare colloca lo studio della lingua italiana fra TRSVERSALITA’ e SPECIFICITA’
DISCIPLINARE in quanto la lingua italiana è lo strumento principale per comunicare, per stabilire
relazioni, per comprendere ciò che si legge o si ascolta in qualsiasi ambito disciplinare, ma è anche un
insieme di saperi, un intreccio di abilità e conoscenze specifiche.
•
RIFLESSIONE SULLE COMPETENZE
La riflessione sulla progettazione per competenze è oggi molto richiesta sia nell’ambito scolastico, sia nel
mondo del lavoro .
Guardando il quadro comune europeo relativo alle competenze chiave per l’apprendimento permanente la
prima è riferita alla comunicazione in madrelingua e le competenze di base dell’asse dei linguaggi sono:
 Padronanza della lingua italiana
 Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire la
comunicazione verbale in vari contesti
 Leggere, comprendere e interpretare
 Produrre testi
La scuola non può ignorare queste raccomandazioni, ma deve in primo luogo capire cosa significa progettare
per competenze
Dopo molte discussioni, il termine competenza sembra trovare una sua definizione:…..le conoscenze e le
abilità concorrono a formare la competenza quando la persona che apprende riesce consapevolmente a
ricomporle dentro una cornice unitaria, a scoprire il senso per se stesso di ciò che impara, infine a
rielaborare/ riutilizzare i saperi nello studio, nel lavoro, nella vita di relazione, nel tempo libero.
Alla scuola quindi è affidato il compito di :
 Avere pari attenzione al processo e al prodotto dell’apprendimento
 Rendere lo studente consapevole del suo processo di apprendimento
 Riflettere sull’organizzazione dei tempi, sulla didattica e sui contenuti
Se trasferiamo questi compiti in ambito linguistico, la scuola deve assolvere al suo primo impegno: la
padronanza della lingua.
Dalla scuola dell’infanzia fino al termine del primo ciclo il percorso di apprendimento della lingua deve
tendere al raggiungimento della competenza comunicativa.
Tale grande competenza come si può declinare in conoscenze ed abilità?
Qui comincia il curricolo verticale di italiano
L’EDUCAZIONE ALL’USO DELLA LINGUA ITALIANA
SI ARTICOLA NELLE QUATTRO ABILITA’:
 ASCOLTARE
 PARLARE
 LEGGERE
 SCRIVERE
 RIFLESSIONE LINGUISTICA
RIFLESSIONE SUL METODO
Prima di cominciare il lavoro sul curricolo abbiamo fatto una riflessione su queste abilità per valutare gli
aspetti positivi che si sono rafforzati negli anni e quelli negativi che ostacolano gli apprendimenti
ASCOLTARE
PUNTI FORTI
PUNTI DEBOLI
- Il piccolo gruppo favorisce
l’ascolto
- I bambini ascoltano con interesse
l’insegnante che legge
interpretando o se parla di sé
- Ascoltano con più interesse fatti
legati al mondo reale
- Sussidi e nuove tecnologie
rinforzano l’ascolto
-Il gruppo classe/ sezione numeroso non favorisce
l’ascolto
-Tempi di attenzione sempre più brevi
- Difficoltà di concentrazione
- Non si ascoltano fra loro
PARLARE
-Aumentano le difficoltà linguistiche,fonetiche e lessicali
- Il piccolo gruppo favorisce la
comunicazione
-Conoscono più parole specifiche
- Sono interessati e fanno domande
- Raccontano di più delle proprie
esperienze
-La presenza di stranieri arricchisce
il bagaglio linguistico di tutti
-Il linguaggio è sempre più infantile ed inappropriato
all’età
-Difficoltà per i bambini stranieri che a casa parlano la
lingua madre
-L’adulto previene gli interventi dei bambini che si
esprimono sempre meno
-Faticano a modulare il tono di voce
-Raccontano in modo ripetitivo
-Hanno un lessico piatto
-Hanno posture sbagliate
-Persiste un forte egocentrismo che vuole gli alunni al
centro dell’attenzione anche con interventi inadeguati
LEGGERE
-I bambini utilizzano la biblioteca
scolastica e fanno regolarmente il
prestito dei libri
-I bambini che amano leggere
leggono molto e di tutti i generi
-Se stimolati e motivati leggono
con piacere anche generi diversi
La difficoltà ad apprendere la tecnica svaluta la
motivazione alla lettura
Difficoltà di comprensione del testo
Narrativa per ragazzi spesso superficiale con lessico
povero
Convinzioni errate: lettura veloce = lettura corretta
Difficoltà di decodifica delle parole e nella comprensione
dei significati
SCRIVERE
-Preferenza di testi narrativi/
fantastici piuttosto che
riflessivi/introspettivi
- Utilizzo delle nuove tecnologie
-Lavorando per gruppi producono
risultati migliori
Scrittura spesso incomprensibile
Non c’e rilettura e controllo del proprio lavoro : si ripetono
gli stessi errori
Lessico scarso
Sanno le regole , ma non le applicano
Inserimento di termini gergali nel linguaggio scritto
Assenza di coesione nell’articolare i periodi
CONSIDERAZIONI








Gli allievi di oggi nella relazione con compagni ed adulti sono più disponibili ed aperti
Nell’apprendimento ha ancora molta importanza l’aspetto affettivo –motivazionale
Sono ben integrati nel contesto multimediale in cui vivono
La difficoltà di attenzione e concentrazione nell’ascolto e nella revisione del lavoro aumenta:
probabilmente di ciò è complice anche l’eccessiva esposizione televisiva, al computer,ai videogiochi
fin da piccoli e l’influenza di un contesto socioculturale di appartenenza
È presente un forte egocentrismo che si protrae per tempi più lunghi: sono ragazzi sempre meno
autonomi e sollevati dalle loro responsabilità
Il linguaggio è sempre più standardizzato, poco attento alla forma ma di facile acquisizione perché
immediato ed efficace, complice il contesto multimediale e globale
Il libro perde fascino nel mondo dell’immagine immediata e facilmente fruibile, ogni esperienza è
visibile quindi sempre meno immaginabile e personalizzata
Si vuole apprendere senza sforzo e con poco impegno, i lavori vengono svolti ma con sempre più
superficialità
IL PROBLEMA DELL’ATTENZIONE E DELL’ASCOLTO
Le considerazioni riportate riconducono tutte ad un problema oggi molto diffuso nelle classi: l’attenzione,
l’ascolto e la concentrazione hanno tempi per l’allievo sempre più brevi.
Abbiamo riflettuto sulle cause e aldilà di quelle che possono essere risposte di tipo sociale (l’eccesiva
esposizione televisiva, al computer,ai videogiochi fin da piccoli e l’influenza di un contesto socioculturale di
appartenenza) ci siamo interrogati su cosa la scuola può fare per arginare questa problematica. La risposta è
stata unanime : dare più spazio fin dalla scuola dell’infanzia e nei primi anni di scuola primaria, alla
responsabilità dell’azione, all’autoregolazione, alla consapevolezza di ciò che si fa.
Ogni età può avere delle responsabilità a cui ciascuno è chiamato a rispondere: iniziare una attività
stabilendo con chiarezza ai bambini ruoli, tempi, regole e soprattutto cercando di riflettere con loro sul
valore di ogni azione: si stabilisce una sorta di contratto dove ciascuno si assume degli impegni e li rispetta.
Insistere fin da molto piccoli, con impegni adeguati all’età, ad assumere responsabilità significa farli
crescere sul piano dell’autonomia e della stima di sé , e fornisce loro un approccio sistemico e graduale agli
impegni scolastici.
Questo tipo di lavoro richiede tempo e coerenza da parte dell’adulto che decide di accompagnare gli studenti
nell’apprendimento dando agli studenti una tecnica, una modalità. È un’ attività che deve essere svolta con
continuità , scegliendo poche regole , ma da rispettare sempre , creando una sorta di routine che porta
sicurezza agli alunni.
Un esempio nella scuola primaria: “ Imparo a fare i compiti da solo”
Questo percorso è stato tratto da “ Italiano: dalle indicazioni alla pratica didattica” a cura di Laura Longhi e
pubblicato da USR Emilia Romagna ed ANSAS ex IRRE che è possibile reperire presso la segreteria
scolastica.
In sintesi la competenza che si vuole sviluppare nei bambini, in questo caso di prima e seconda elementare,
di rendersi gradualmente autonomi nel lavoro scolastico. Questo percorso è suddiviso in fasi e per ogni fase
ci sono ulteriori obiettivi formativi e attività di rinforzo. Le abilità in gioco sono quattro:
 Mi organizzo: i bambini sono chiamati, prima di cominciare il lavoro, ad organizzare il proprio
banco
 Capisco cosa devo fare: i bambini prima di inziare a svolgere gli esercizi devono leggere con
attenzione la consegna
 Lavoro da solo in silenzio
 Controllo il mio lavoro
Queste abilità sono state riportate per iscritto in associazione ad un disegno esplicativo su cartoncini in
modo tale che quando i bimbi dovevano svolgere i compiti mettono i quattro cartoncini capovolti sul
banco e li girano man mano che applicano le strategie. Questo aiuto è eliminato solo quando i bambini
dimostrano di essere diventati autonomi, hanno trasformato le indicazioni esterne in dialogo interno
Quello che deve maturare gradualmente negli studenti è questo dialogo interiore dove le regole
imposte possano diventare strategie per acquisire un comportamento più disciplinato, costante e
metodico e consentire loro di monitorare l’azione “ riflettendo sul proprio pensiero”.
ASCOLTARE E PARLARE PER
 comprendere
 condividere delle conoscenze
 avere una comunicazione attiva e consapevole
CONTENUTI ED ABILITA’
ASCOLTARE
o Presta attenzione e
SCUOLA
comprende i discorsi altrui
DELL’INFANZIA
o Comprende messaggi
verbali e consegne
o Comprende il senso
generale di una
comunicazione (racconto,
fiaba, rappresentazione) e
sa rielaborare attraverso
domande guida
o
o
o
o
o
o
PARLARE
Si fa capire pronunciando bene le
parole
Esprime il proprio vissuto
spontaneamente o su invito
dell’insegnante
Risponde a domande con pertinenza e
rispetta il proprio turno
Stimolato, inventa e racconta storie
Gioca con i suoni e le parole
Stimolato, inventa rime e filastrocche
SCUOLA
PRIMARIA
Classe prima
Classe seconda
Classe terza
Classe quarta
Classe quinta
o Ascolta la lettura
dell’insegnante e dei
compagni mantenendo
l’attenzione
o Interviene nella conversazione in modo
ordinato
o Comprende un testo
ascoltato, riferendone i
contenuti principali
o Racconta esperienze personali secondo
un ordine logico e cronologico
o Sa ricavare informazioni
utili da un testo ascoltato
o Comprende testi ascoltati
di tipo diverso e ne
individua il senso globale
e/ o le informazioni
principali
o Prendere appunti mentre si
ascolta
o Esprime oralmente desideri e bisogni
o Partecipa in modo appropriato alle
conversazioni, sa fare domande e
chiedere spiegazioni
o Esprime oralmente esperienze personali
in modo chiaro
o Racconta storie inventate e non
seguendo un ordine logico e/o
cronologico
o Espone in modo chiaro e con un lessico
adeguato ciò che ha studiato
SCUOLA SEC.
PRIMO GRADO
o Distingue il sentire
dall’ascoltare
Classe prima
Classe seconda
Classe terza
o Riconosce gli scopi per cui
si ascolta
o Ascolta prestando la
massima attenzione
o Prende appunti da un testo
orale
o Distingue i concetti
principali da quelli
secondari
o Distingue le informazioni
oggettive dalle opinioni
personali
o Distingue il parlare dal saper parlare
o Utilizza un linguaggio appropriato e
ricco dal punto di vista lessicale
evitando intercalari, frasi fatte,
ripetizioni e forme dialettali
o Espone i concetti con ordine e in modo
chiaro, coerente e completo.
o Utilizza un registro linguistico adeguato
all’argomento e al contesto.
o Cerca di controllare le proprie
emozioni.
o Racconta esperienze vissute di cui è
stato/a protagonista o testimone.
o Fornisce indicazioni, spiegazioni,
istruzioni in modo chiaro, preciso e
completo.
o Racconta un testo narrativo – letterario
in modo chiaro, coerente, completo e
formalmente corretto
o Ricorda quanto ascoltato
o Valuta quanto ascoltato
o Prende appunti mentre
ascolta, poi li riordina.
o Espone su un argomento dato in modo
chiaro, ordinato, completo, usando un
lessico specifico e una forma corretta.
o Partecipa a una discussione su un
determinato argomento o problema per
giungere a una risoluzione o a una
decisione comune:
-rispettando il proprio turno di
intervento;
-facendo interventi pertinenti;
-parlando in modo chiaro, preciso,
sintetico;
-sostenendo le proprie
affermazioni,proposte, opinioni con dati
che ne dimostrino la validità;
-facendo proposte positive, costruttive,
che possano aiutare a prendere una
decisione o a vedere il problema da un
nuovo punto di vista.
LEGGERE PER




il piacere di leggere e per stimolare la fantasia e la creatività
imparare una attività autonoma e personale praticata per tutta la vita
acquisire la capacità di concentrazione e riflessione critica
acquisire una strumentalità che arricchisce il lessico, migliora l’attività di studio e attiva numerosi e complessi
processi cognitivi
CONTENUTI ED ABILITA’
LEGGERE
SCUOLA
DELL’INFANZIA
o
o
o
o
Legge ed interpreta immagini
Conosce ed interpreta simboli convenzionali e non (legende, segnali…)
Distingue il segno della parola da quello dell’immagine
Riconosce le lettere del proprio nome
LEGGERE
SCUOLA PRIMARIA
Classe prima
COMPRENSIONE DELLA LETTURA





Collega una parola al relativo disegno.
Collega una semplice didascalia ad
un’immagine.
Riesce a ricavare informazioni da una
semplice frase.
Trova in un breve testo semplici
informazioni.
Ricostruisce una sequenza narrativa
riordinando immagini e frasi
TECNICA DELLA LETTURA




Classe seconda
Classe terza








Classe quarta
Classe quinta







Riconosce e ricostruisce la sequenza
temporale di una storia.
Identifica in una storia: argomento,
ambientazione e personaggi principali..
Sa cogliere il significato di un testo.
Coglie relazioni tra parole ( sinonimia,
contrasto… )
Cerca informazioni per uno scopo
specifico.
Integra e collega le informazioni.
Riconosce informazioni implicite ed
esplicite del testo.
Riconosce l’uso dei connettivi.
Coglie ed individua informazioni
implicite ed esplicite di un testo
narrativo o informativo ( tabelle orarie,
locandine di spettacoli, etichette,
pubblicità…).
Coglie le relazioni di coesione testuale
date dai connettivi.
Ricostruisce il significato di una parte
più o meno estesa del testo, integrando
più informazioni e concetti.
Sviluppa un’interpretazione del testo
riflettendo sul suo contenuto e/o sulla
sua forma (morale, scopo, genere
testuale).
Estrapola le informazioni essenziali di
un testo per eseguire sintesi.
Estrapola le informazioni essenziali di
un testo e sa mettere in relazione logica
tra loro costruendo uno schema di
sintesi.
Riflette sul significato di una parola
anche dall’analisi del contesto in cui è
inserita


Percepisce le caratteristiche fonologiche
delle parole (il percorso per il
raggiungimento di tale abilità è
strettamente collegato al metodo di
apprendimento della letto-scrittura scelto)
Legge parole gradatamente più
complesse.
Legge frasi (inizialmente solo in
stampato maiuscolo,poi negli altri
caratteri).
Legge semplici testi.
Legge in modo chiaro e sufficientemente
spedito racconti, poesie, filastrocche e
testi informativi sia silenziosamente che
ad alta voce.
Legge in modo abbastanza espressivo
rispettando la punteggiatura

Legge in modo sicuro ed espressivo
qualsiasi genere di testo sia
silenziosamente che ad alta voce.

Applica diverse strategie di lettura;
lettura globale, lettura selettiva, lettura
analitica e approfondita.
LEGGERE
SCUOLA SEC.
PRIMO GRADO
Classe prima
Classe seconda
Classe terza
ABILITA’
CONOSCENZE
o
Conosce le modalità della lettura ad
alta voce e la lettura silenziosa
o
Legge ad alta voce in modo chiaro,
corretto ,scorrevole ed espressivo
o
La lettura silenziosa:conosce le
tecniche di lettura rapida
o
o
o
o
Riconosce le caratteristiche e gli scopi
della lettura ad alta voce e della lettura
silenziosa (o mentale)
o
Legge ad alta voce in modo chiaro
corretto, con la giusta velocità e in modo
espressivo, rispettando le pause, i ritmi
narrativi e adeguando il tono di voce al
contenuto del testo
Legge mentalmente con buona rapidità
adottando tecniche che permettano di
aumentare la propria velocità di lettura
silenziosa: riconoscimento rapido di
parole, intuizione del significato...
o
La lettura selettiva: legge per trovare
velocemente un’informazione:
o La lettura orientativa: legge per farsi
un’idea generale del contenuto di un
testo
o Leggere per comprendere:
-individua le caratteristiche e gli
elementi costituivi dei testi
-i diversi livelli di significato
(informazioni implicite ed esplicite)
-le principali intenzioni comunicative
dell’autore
o Leggere per studiare:
-la lettura approfondita o analitica
-l’importanza di sottolineare
-prendere appunti
o
Tecniche per fissare nella memoria ciò
che si è letto
Distingue il leggere dal saper leggere
Legge un testo identificando i termini noti
o poco conosciuti
Incrementa il proprio patrimonio lessicale
con la lettura
o
o
Seleziona, all’interno del testo,
l’informazione necessaria attraverso una
lettura silenziosa, veloce e selettiva
o
Adotta valide strategie per una efficace
lettura silenziosa orientativa.
o
Riconosce la struttura e le caratteristiche
linguistiche dei diversi generi testuali: .
Narrativo.
Descrittivo
Espositivo
Regolativo
Espressivo
Intepretativo valutativo






o




Legge silenziosamente e in modo
analitico un testo:
Comprendendolo in tutti i suoi aspetti,
Riconoscendo il filo logico del discorso
Fissando nella memoria quanto è stato
letto
Utilizzando quanto è stato letto in maniera
personale

Sa quando, quanto, che cosa e come
sottolineare

Prende appunti mentre si legge attraverso
parole chiave, per piccole frasi, per
riassunti brevi, sotto forma di tabelle o
schemi ( raggiera, ad albero, mappa
concettuale)
o
Adotta varie tecniche per fissare i
contenuti nella memoria: tecnica
dell’anticipazione, tecnica della
visualizzazione, tecnica della lettura
dialogata o commentata, la ripetizione, le
mnemotecniche
SCRIVERE PER …




essere capaci di comunicare informazioni, raccontare, esprimere pensieri ed emozioni
imparare una attività autonoma e personale praticata per tutta la vita
essere capaci di sostenere ciò che si pensa
continuare ad apprendere per tutta la vi
CONTENUTI ED ABILITA’
SCRIVERE
SCUOLA
DELL’INFANZIA
o
o
o
o
o
SCUOLA PRIMARIA
TECNICA DI SCRITTURA
o
Classe prima
o
o
o
o
Classe seconda
Classe terza
o
o
o
Classe quarta
Classe quinta
Sa organizzare lo spazio grafico
Riproduce le proprie esperienze con il disegno
Impugna correttamente la matita ed esegue esercizi di pregrafismo
Sa eseguire un dettato grafico
Scrive/ricopia il proprio nome
o
o
RIFLESSIONE SULLA LINGUA
o
Traccia correttamente grafemi
inizialmente in stampato maiuscolo e
successivamente negli altri caratteri
Associa correttamente i grafemi ai
fonemi
Scrive parole gradatamente più
complesse utilizzando i diversi carattere
Scrive semplici frasi
Scrive brevi testi narrativi e descrittivi con
l’aiuto di immagini, schemi e/o domande
guida
Produce filastrocche con parole in rima
Familiarizza con i testi informativi per
ricavarne informazioni utili per parlare e
scrivere
Scrive testi di vario tipo( di invenzione, per
lo studio,per comunicare) legati a situazioni
quotidiane
Produce testi per narrare, descrivere ed
informare
Completa ,trasforma e rielabora testi
o Produce testi sulla base di scopi e
destinatari assegnati
o Produce testi corretti dal punto di vista
ortografico,lessicale e morfosintattico
o
o
Riconosce le fondamentali convenzioni
ortografiche
Conosce ed applica le fondamentali
convenzioni ortografiche e principali segni
della punteggiatura
Comincia ad utilizzare il vocabolario
 Conosce le parti variabili del discorso e
gli elementi principali della frase
semplice



o
o
o
Riconosce ed usa consapevolmente le
parti di un discorso
Analizza la frase nei suoi elementi e
nelle sue funzioni
Comprende ed usa termini disciplinari
specifici
Conosce ed usa i principali meccanismi
di formazione delle parole
Sa usare il dizionario
Riconosce la funzione dei principali
segni della punteggiatura
SCUOLA SEC.
PRIMO GRADO
Classe prima
Classe seconda
Classe terza
SCRIVERE
CONOSCENZE
ABILITA’
 Scrive e sa scrivere
o
Distingue lo scrivere dal saper scrivere
 Scrive “bene un testo”
o
Scrive con correttezza ortografica,
lessicale, morfologica e sintattica
Usa correttamente la punteggiatura.
Scrive con coerenza logica e stilistica.
o
o
o
o
Scrive un testo narrativo
o
o
 Scrive un testo descrittivo.
o
Produce un testo narrativo applicando
tecniche adeguate in fase di
progettazione, di stesura e di revisione.
Utilizza il metodo giornalistico delle
“cinque W” per scrivere una cronaca e
saperne applicare le caratteristiche
espositive e linguistiche
Produce testi descrittivi soggettivi e
oggettivi.
Applica correttamente le tecniche per
descrivere, in modo oggettivo e
soggettivo, una persona, un animale, un
oggetto, un luogo o un ambiente.
Applicare correttamente le regole per
scrivere una relazione.
 Scrive un testo espositivo
o
Applicare correttamente le regole per
scrivere un testo regolativo
o
Scrivere un testo argomentativo
completo, chiaro, organico, corretto
coerente sia sul piano logico che
stilistico,sostenendo la propria tesi o
opinione con opportuna argomentazione
o
Produrre diari, lettere, racconti
autobiografici conoscendone la struttura
e le caratteristiche linguistiche.
Scrivere la parafrasi e/o il commento di
un testo narrativo-letterario, poetico, la
recensione di un libro o di un film
applicando le tecniche adeguate
 Scrive un testo regolativo
 Scrive un testo argomentativo
o
 Scrive un testo espressivo
o
o
Produrre vari tipi di tema seguendo un
percorso che si articoli in quattro fasi:
la pianificazione, la stesura, la revisione,
la trascrizione in “bella copia”e la
rilettura.
Scrivere un riassunto applicando
determinate regole per selezionare le
informazioni più importanti e perché
risulti un testo rigorosamente fedele
all’originale e oggettivo, benché ridotto.
o
Scrivere e-mail, fax, ipertesti.
-
Scrivere testi richiesti nel mondo del
lavoro: il verbale, il curriculum-vitae
 Scrive un testo interpretativovalutativo.
 Conosce diverse forme di scrittura:
- nella pratica scolastica
 Forme di scrittura di tipo elettronico
 Forme di scrittura nel mondo del lavoro
LE STRATEGIE
L’apprendimento finalizzato alla competenza richiede che la mediazione didattica sia ripensata anche sul
piano metodologico
. Il nucleo delle competenze fondamentali da acquisire comprende:
o Atteggiamento di ascolto, capacità di comprensione
o Interazione comunicativa nel gruppo, condivisione di esperienze e di conoscenze
o Capacità di integrazione delle conoscenze
o Interazione cognitiva ed affettiva con il testo: capire, fare, esserci
o Produzione scritta e orale secondo le indicazioni date
o Consapevolezza del proprio apprendimento linguistico
Uno degli elementi fondamentali della strategia didattica è la MOTIVAZIONE AD APPRENDERE che si
sviluppa se l’insegnante valorizza la dimensione affettiva e relazionale nella produzione linguistica. Tutto
ciò si traduce operativamente nel creare CONTESTI COMUNICATIVI REALMENTE MOTIVANTI:
o Il racconto personale
o Gli amici di carta della classe: sfondo integratore con alcuni personaggi che potranno dialogare con
la classe
o Il linguaggio del corpo: il mimo, il teatro, marionette
o Il lavoro di gruppo per costruire storie,copioni
o La scatola della posta
o Il giornale di classe
o Giochi linguistici
o Scambi epistolari con altre classi
o Lavori di gruppo con strumenti tecnologici ( LIM, computer, ecc…)
o La scrittura creativa
Altro elemento importante della strategia didattica è il GIOCO.
Il gioco fa parte dell’infanzia e dell’adolescenza ( e anche dell’età adulta) è un fattore di comunicazione,
esercita un’influenza positiva sugli apprendimenti e rappresenta uno strumento per la motivazione; induce
a sfruttare tutte le risorse cognitive e investe sul piano emotivo, affettivo e relazionale; educa all’ascolto,
alla concentrazione, all’attenzione, al rispetto delle regole, alla collaborazione per il raggiungimento di
uno scopo comune, e questo vale tanto per il bambino quanto per l’adolescente.
Un percorso di apprendimento linguistico attraverso il gioco è piuttosto complesso da organizzare ed quindi
importante sapere che:
- nel gioco qualcosa sempre può sfuggire in quanto per sue caratteristiche il gioco non può essere
del tutto programmabile in anticipo
- nel gioco occorre lasciar fare ai giocatori: stabilire poche regole , farle rispettare da tutti; il
docente resta un osservatore ed eventualmente giudice
- nel gioco di gruppo si crea sempre un po’ di confusione: l’insegnante deve concentrarsi su ciò che
vuole osservare e abbandonare la pretesa del controllo assoluto
- nel gioco il momento più importante è il dopo-gioco: è il momento di riflessione che differenzia il
giocare per giocare dal giocare per apprendere , si riflette sull’attività svolta, sulla propria esperienza,
può divenire lo spunto per ulteriori attività
ESEMPI DI ATTIVITÀ DI GIOCO: suggerimenti di lavoro per la scuola dell’infanzia e primaria.
GIOCARE A PARLARE:
- raccontare assumendo ruoli diversi
- riferire esperienze ponendosi da punti di vista diversi
- improvvisare( gioco dell’oca ad ogni casella corrisponde una domanda del tipo “ cosa mi annoia
“ “ sono diventato rosso quando” “ ho paura di..”
- parlare senza perdere il filo del discorso
- sviluppare una trama aperta
- proseguire una storia interrotta
GIOCARE A LEGGERE:
- lettura ad alta voce dell’insegnante
- lettura a coppie
- lettura di gruppo
- il memory delle parole e delle storie
- il domino delle storie
GIOCARE A SCRIVERE
- scrittura creativa: partire da una domanda stravagante “ cosa succederebbe se domani ti svegliassi
senza il naso?” e far scrivere a gruppi una eventuale storia
- inventa personaggi strani: con foto di animali tagliate a metà ricomporre creature fantastiche ( es.
girafconiglia ) e inventare storie strane
- creare un libro gioco
-
LA LETTURA COME PIACERE
-
CLASSE PRIMA E SECONDA
Lettura di brevi indovinelli e semplici scenette in stampato maiuscolo.
Lettura di brevi libri e di racconti divertenti scelti tra i generi e le tipologie testuali più varie.
Uso abituale del prestito dei libri della biblioteca (libri brevi e molto illustrati)
Lettura animata dell’insegnante (questa attività toglie la fatica del leggere,fa assaporare le
bellezza della storia e del linguaggio)
Proiezione delle immagini del libro durante la lettura dell’insegnante.
-
-
CLASSE TERZA QUARTA E QUINTA
Dedicare tempo alla lettura individuale silenziosa di libri di vario genere.
Praticare con costanza il prestito alla biblioteca del Comune oltre che quella della scuola.
Proporre di continuo nuovi libri per offrire un ventaglio di scelta ampio di questi elementi:
carattere di stampa
lunghezza della storia
genere letterario
tipo di illustrazioni
formato.
Assecondare i gusti personali dei bambini proponendo anche libri dedicati ad argomenti specifici
(animali, natura, arte…fumetti testi teatrali…)
Non forzare sempre la lettura completa di un libro che non piace, piuttosto pilotare le scelta del
nuovo libro.
Non somministrate “schede di lettura” ogni volta che si conclude un testo. In alternativa far fare
un’intervista a chi a letto il libro dai compagni aprendo così un momento di confronto sul testo
che ne può verificare le lettura e l’interpretazione in un modo divertente.
Far leggere a voce alta la pagina o il passo che più è piaciuto.
Chiedere di trascrivere in un foglio le parole difficili o le parole che colpiscono per il loro
significato o il loro suono o l’uso che se ne è fatto nella frase.
Sarebbe opportuno inserire
- Informazioni sintetiche sui metodi più importanti dell’apprendimento della letto-scrittura.
- Informazioni sulla dislessia.
- I diritti del lettore dal libro”Come un romanzo” di Pennac
-
ESEMPI DI ATTIVITÀ : suggerimenti di lavoro per la scuola secondaria di primo grado
LEZIONE DIALOGATA:
- riferire esperienze ponendosi da punti di vista diversi
- sviluppare una trama aperta
- proseguire una storia interrotta
LA LETTURA
- lettura ad alta voce dell’insegnante
- lettura espressiva
- lettura di gruppo o individuale
LA SCRITTURA
- scrittura creativa
- produzione di testi poetici
- giochi di parole
- schede di arricchimento lessicale
- elaborazione individuale o guidata di schemi e mappe concettuali
per l’apprendimento della letto- scrittura nella scuola dell’infanzia e nelle prime classi della scuola primaria:
- giochi fonologici, filastrocche
partire da un contesto significativo ( attività, esperienza collettiva della classe, ecc..) per scoprire
contenuti e regole
partecipazione attiva e consapevole degli alunni
riflessione e verbalizzazione dei ragionamenti da parte degli alunni
LA VALUTAZIONE ( spunti di riflessione)
Che cosa vuole dire oggi valutare uno studente: l’esperienza ci dice che le giovani generazioni organizzano
il loro modo di impadronirsi della realtà in base a percorsi, criteri di valore, orizzonti di senso, strategie
cognitive molto diversi da quelli seguiti dalle generazioni adulte. L’incontro fra insegnanti e studenti non è
semplicemente un incontro fra livelli di conoscenza, ma tra esseri umani caratterizzati da orizzonti culturali
differenti, che devono prima di tutto cercare un contesto comunicativo condiviso, attraverso la costruzione di
presupposti comuni.
In questo quadro la valutazione non si pone come semplice accertamento del raggiungimento o meno di
traguardi predeterminati, ma come processo bidirezionale, dialogico, in gran parte orale ed informale,
aperto all’imprevisto e al teach-back proveniente dalle e dagli studenti.
Il punto centrale del sistema di valutazione è che ogni forma di valutazione data deve rafforzare il
legame nella relazione d'insegnamento/apprendimento e rinnovare i patti. C'è, infatti, un legame
fortissimo fra la valutazione, l'apprendimento e l'insegnamento: ci sono valutazioni che bloccano
l'apprendimento e sono quelle che rendono impotente chi è valutato, senza desiderio di superare le proprie
difficoltà, incapace di agire.
Le valutazioni che spingono ad apprendere (e dunque a migliorarsi) sono quelle che aprono al
desiderio d'imparare, perché uno si sente capace di superare i propri limiti: non c'è un giudizio che sta
sopra al lavoro calato da un osservatore esterno, ma la considerazione sul lavoro che implica anche una
complicità di chi sta insegnando. È come se l'insegnante dicesse stai facendo un grosso sforzo ma non sei da
solo, ci sono anch'io. Se un bambino o uno studente si sente solo, pensa di non farcela, si scoraggia, si fa da
parte, abbandona, lascia lo sforzo ad altri. Un bambino non sa se è intelligente, capace, se ce la farà nel
futuro: le sue potenzialità gli vengono mostrate dagli adulti, quelli che ama, prima di tutto, e dagli insegnanti
a scuola.
Ogni forma valutativa, per essere efficace , deve implicare un'autovalutazione da parte dello studente,
una sua riflessione su quello che fa e su come lo fa, perché solo da questa riflessione possono arrivare quegli
aggiustamenti che gli permetteranno di avere un miglioramento consapevole del suo percorso scolastico e
formativo.
L’importante è non confondere la misurazione con la valutazione. La situazione dell’insegnante che
valuta uno studente è simile a quella del medico che deve definire le condizioni di salute di un suo paziente:
l’apporto dei dati risultanti dagli esami di laboratorio può essere un punto di riferimento fondamentale, ma la
diagnosi consisterà in una interpretazione dei dati, strettamente legata al dialogo instaurato col paziente, non
nella loro combinazione matematica.
. Negli ultimi anni la consapevolezza della complessità dei processi di apprendimento, anziché
suggerire un salutare atteggiamento di umiltà, ha dato il via a uno smodato ampliamento della
presunzione del controllo: oltre a misurare "oggettivamente" le prestazioni relative alla sfera cognitiva, si è
pensato che fosse possibile e necessario tenere implacabilmente sotto tiro tutte le (infinite?) variabili
coinvolte. ".
Tra i requisiti fondamentali di una valutazione sensata occorrerebbe annoverare, oltre alla consapevolezza
della soggettività di ogni atto valutativo, un forte senso del limite del nostro sapere.
DISTURBI SPECIFICI D’APPRENDIMENTO:
LA DISLESSIA
La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli
disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E
DISCALCULIA.
La principale caratteristica di questa categoria è le sue specificità, ovvero il disturbo interessa uno
specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo
generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino NON deve presentare: deficit di
intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Tale disturbo è determinato
da un'alterazione neurobiologica che caratterizza i DSA (disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di
cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato).
La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente.
Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica
di un bambino dislessico.
Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi il 3-4% della popolazione
scolastica (fascia della Scuola Primaria e Ssecondaria di primo grado). La dislessia non è causata da un
deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e
le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori,
rimane indietro, non impara. La dislessa si presenta in quasi costante associazione ad altri disturbi
(comorbidità); questo fatto determina la marcata eterogeneità dei profili e l'espressività con cui i DSA si
manifestano, e che comporta significative ricadute sulle indagini diagnostiche. La difficoltà di lettura può
essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (cioè una difficoltà
di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè
una cattiva resa formale, nel 43% dei casi), nel calcolo (44% dei casi) e, talvolta, anche in altre attività
mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e,di solito,vivaci e creativi.
-
COME SI MANIFESTA
Si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo
impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto
indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e
rapidità) del testo scritto. La Consensus Conference ha ribadito l'importanza di promuovere la ricerca per
identificare il disturbo di comprensione del testo come separato da quello di decodifica (correttezza e
rapidità).
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e
di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d).
A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere
dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno.
Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani;
mesi e giorni;lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa.
In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe),
nella capacità di attenzione e di concentrazione.
Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma
questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.
Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla
lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente.
Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per l'adattamento scolastico e /o per le
attività della vita quotidiana
COME SI RICONOSCE
Già nella scuola dell'infanzia bambini che presentano uno sviluppo linguistico (sia in produzione e/o
comprensione) atipico, come parole storpiate, scarso vocabolario, dovrebbero consultare il pediatra
che nel bilancio di salute annuale deve monitorare le situazioni a rischio valutando anche l'anamnesi
familiare (presenza di disturbo specifico del linguaggio, dislessia) ed inviando il bambino alle strutture
competenti.
Se al termine del primo anno della scuola primaria di primo grado il bambino presenta una delle seguenti
caratteristiche:
1)difficoltà nell'associazione grafema-fonema e/o fonema grafema;
2)mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura
3)eccessiva lentezza nella lettura e scrittura
4)incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile
è opportuno consultare le strutture competenti rivolgendosi ad uno specialista (neuropsichiatra,
psicologo) per avere una diagnosi; l'Associazione Italiana Dislessia offre al riguardo una consulenza gratuita
indicando i Centri competenti a cui riferirsi a seconda della Regione.
QUANDO SI FA LA DIAGNOSI
La diagnosi viene posta alla fine del II anno della scuola primaria. Già alla fine del I° anno della
scuola primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori
diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA) possono anticipare i
termini della formulazione diagnostica. Un'ulteriore strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo
screening, inteso come ricerca-azione da condurre direttamente nelle scuole, da parte di insegnanti formati
con la consulenza di professionisti sanitari. Esso andrebbe condotto all'inizio dell'ultimo anno della scuola
dell'infanzia con l'obiettivo di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare le abilità
deficitarie. Nel caso in cui alla fine dell'anno permangano significativi segnali di rischio è opportuna la
segnalazione ai servizi sanitari per l'età evolutiva.
La diagnosi viene effettuata da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria Infantile,
Psicologo e Logopedista.
COME SI COMPORTA NELLO STUDIO
Un dislessico si stanca più facilmente ed ha perciò bisogno di molta più concentrazione

Può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato

Può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa
che necessita di simboli da interpretare
Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco,
ecc..)
Può scrivere una parola due volte o non scriverla
Può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici, non di uso comune
Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura, problemi aritmetici)
quando questo è veicolato dalla lettura e si giova invece dell'ascolto (es. registratori, adulto
che legge, libri digitali)
Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere





contemporaneamente
 Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il
punto
Un dislessico lavora lentamente a causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal tempo.
COME SI AFFRONTA
Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è
importante che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica.
La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test. La diagnosi permette di capire
finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non
impara perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano
sofferenze, frustrazioni.
Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la
diagnosi conclusiva.
Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso,
nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici e
contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), come ad esempio la concessione di tempi più
lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono
poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato.
I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano.
COSA FARE DOPO LA DIAGNOSI
Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell'età del soggetto dislessico, della specificità
del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di gravità.
Alcuni elementi importanti dopo aver ottenuto la diagnosi sono:
- il professionista deve comunicare la diagnosi in maniera chiara e precisa specificando anche gli aspetti
psicologici secondari (demotivazione, bassa autostima, ) e redigere un referto scritto
- indicare la possibilità dell'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi
- comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione di obiettivi e contattare il referente
scolastico per la dislessia
- programmare dei controlli a breve scadenza (minimo 6 mesi, massimo 1 anno)
- la famiglia deve prendere coscienza del problema ricordando che la strada per il recupero del dislessico
è difficile in quanto il carico dei compiti scolastici resta il problema più gravoso per la famiglia stessa.
Per alleggerire questa situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla
famiglia, in questo modo si ottengono diversi risultati: migliorare il clima familiare , riappropriarsi del ruolo
di madre e non di insegnante, al fine di ridurre l'ansia della prestazione nel bambino e aumentare l'autostima
e la motivazione.
- se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria si consiglia una terapia logopedica o una terapia
neuropsicologica
- nelle fasi successive è consigliato un intervento metacognitivo che chiarisca gli scopi della lettura a
seconda del materiale da studiare al fine di incrementare la consapevolezza dei processi che intervengono
nella lettura
- l'ambiente, soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino, aiutandolo nelle strategie di
compenso e nella costruzione di un'immagine positiva di sé
I ragazzi dislessici possono imparare anche se in maniera un po' diversa dagli altri.
COSA DEVONO FARE I GENITORI
I genitori devono:
- informarsi sul problema
- cercare una appropriata valutazione diagnostica
- discutere del problema con gli insegnanti
- aiutare il bambino nelle attività scolastiche (leggere ad alta voce)
- utilizzare strumenti alternativi alla pura lettura (cassette, cd, video, computer)
COSA DEVONO FARE GLI INSEGNANTI
L'insegnante deve:
- riconoscere e accogliere realmente la "diversità";
- parlare alla classe e non nascondere il problema;
- spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento;
- collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al problema;
- comunicare con i genitori
Le cose da non fare:
- far leggere il bambino a voce alta
- ridicolizzarlo
- correggere tutti gli errori nei testi scritti
- dare liste di parole da imparare
- farlo copiare dalla lavagna
- farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato
- paragonarlo ad altri
DIAGNOSI VERSUS CERTIFICAZIONE (104 - SOSTEGNO)
La panoramica in Italia sulla certificazione e il sostegno è molto disomogenea, a seconda delle regioni e
delle province possono venir concessi o meno la certificazione e di conseguenza l'insegnante di sostegno.
Indipendentemente dalla possibilità di ricevere l'insegnante di sostegno, è importante che il bambino riceva
un adeguato supporto nel percorso scolastico che tenga conto delle sue difficoltà e che può derivare
soprattutto da una efficace collaborazione tra scuola, famiglia e operatore sanitario.
INTERVENTI RIABILITATIVI E/O TRATTAMENTO LOGOPEDICO
Chi si occupa del bambino/ragazzo dislessico deve effettuare una "presa in carico", un processo cioè
integrato e continuativo con cui si garantisce una coordinazione di interventi che favoriscono la riduzione
del disturbo, l'inserimento scolastico, sociale e lavorativo e il più completo sviluppo delle potenzialità dei
singoli individui.
Dopo la diagnosi, fatta da un centro specializzato (o anche da una qualunque ASL), si può intervenire
con programmi riabilitativi, fatti presso i centri stessi che hanno diagnosticato il disturbo, o presso
centri riabilitativi adeguati, tramite software riabilitativi e/o trattamenti logopedici.
Recentemente in Italia si stanno accumulando dati relativi all'efficacia dei trattamenti abilitativi dando
indicazioni nella pratica clinica .
Si ritiene che i criteri per stabilire un miglioramento siano:
a)autonomia raggiunta nella lettura
b)autovalutazione positiva della propria abilità di lettura
c)giudizio di miglioramento da parte dell'insegnante
Inoltre:
1)i trattamenti più efficaci sono quelli che utilizzano procedure informatizzate per automatizzare il processo
di riconoscimento lessicale e sublessicale;
2)il trattamento abilitativo raggiunge risultati migliori nella correttezza rispetto alla velocità, riducendo il
numero di errori di almeno il 50%. Nella velocità di lettura (sillabe lette al secondo) si riscontra, in quattro
mesi, un miglioramento pari a quello atteso per evoluzione naturale in un anno;
3)il trattamento abilitativo permette un miglioramento sia con sedute ambulatoriali sia con attività
domiciliari supervisionate da un professionista;
4)il livello di miglioramento non dipende dal livello di gravità iniziale; ogni ciclo di trattamento ottiene in
media un cambiamento simile;
5)dai dati finora raccolti non si evidenzia nessuna differenza negli esiti tra alunni con e senza comorbilità ;
6)nel periodo di non trattamento, l'evoluzione spontanea è quasi nulla, ma non c'è regressione;
7)il trattamento abilitativo ha effetto dalla terza elementare alla terza media
SOFTWARE
L'uso di software specifici permette al dislessico di affrontare più serenamente le richieste scolastiche e
di riabilitare, divertendosi, le competenze deficitarie. Sul mercato si possono trovare svariati programmi
atti ad automatizzare il processo di lettura per quanto riguarda le abilità strumentali (correttezza e rapidità)
oppure programmi che permettono di migliorare gli aspetti metacognitivi per una miglior comprensione del
testo scritto.
Esistono poi software che fungono da strumenti compensativi: l'editor di testi, una tipologia di software che
consente di scrivere dei testi e può essere usato in abbinamento o in sostituzione al tradizionale quaderno; la
sintesi vocale, che trasforma in audio il testo digitale, importato o scritto; il traduttore automatico,
programma in grado di tradurre testi in diverse lingue; i libri digitali, che sono libri scolastici forniti dalle
case editrici direttamente in formato digitale.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:
-
Ministero della Pubblica Istruzione “ Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il
primo ciclo di istruzione
Beatrice Mazzone, Susanna Spadoni, Maria Vittoria Zoccai Scuolafacendo “ Esplorare l’italiano
“ Carocci Faber
USR ANSAS EMILIA ROMAGNA a cura di Laura Longhi “ Italiano: dalle indicazioni alla pratica
didattica”
Le riviste “ La vita scolastica”