Biografia leonardo sassetti - Federazione Italiana Volontari della

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Biografia leonardo sassetti - Federazione Italiana Volontari della
ARTICOLO
“LEONARDO SASSETTI, MEMORIA VIVENTE DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA”
di Giorgio Siri
Articolo scritto a seguito dell'incontro ad Acqui Terme in occasione dell'88° della fondazione
del locale gruppo dell'ANA (vedere articolo su L'Ancora del 4 dicembre 2016)
Leonardo Sassetti, nato a Spigno Monferrato il 16 novembre 1921, fu chiamato alle armi e
divenne sergente del 1° Reggimento della divisione Cuneense, Battagione Ceva,nel 1941,
Plotone mitraglieri, Squadra Mortai da 45. Fu premiato al corso di lingua tedesca, e poi con
tanti altri giovani di leva partì per la campagna di Russia. Nel gennaio 1943 era a Nikolajewka,
come sergente mitragliere del battaglione Ceva. Deportato il 9 settembre 1943 ed internato nel
campo per prigionieri di guerra di Breme Wurde (Amburgo), nel campo di lavoro di Gestalt e
di Molln (fra Amburgo e Lubecca) e nel campo di prigionia di Lubecca fino al 28 agosto 1945.
Congedato con il grado di sergente maggiore. E’ tra gli insigniti delle Medaglie d’onore,
concesse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a cittadini italiani, militari e civili,
deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Sono poche note biografiche, ma è emozionante sentire il racconto di Leonardo Sassetti, dalla
sua viva voce; “obbligato a testimoniare” ci dice Leonardo, veterano alpino, reduce della
campagna di Russia, tragica per l'esercito italiano e, soprattutto, per il corpo alpino. Sabato
scorso, 17 dicembre, presso la Sede dell'Associazione Nazionale Alpini di Albisola, presenti il
generale Verda, il presidente sezionale Gervasoni, gli amici dei Gruppi delle Albissole e di Celle
Ligure, con i Capi Ponzoni e Vallarino, i cori e la fanfara, atmosfera di festa, quell'atmosfera
che aleggia sempre nelle manifestazioni alpine, così piene di calore, di amicizia, di umanità; il
festeggiato d'onore era Leonardo Sassetti che, a 95 anni, è uno fra i pochi, ormai, a ricordare i
fatti della campagna di Russia del 1941 / 1942. Ci racconta della chiamata alle armi il 13
gennaio 1941; del corso a Bagni di Vinadio, per capisquadra addestrati per la guerra; di sera,
facoltativamente, si poteva frequentare il corso di lingua tedesca; Leonardo fu tra i primi,
nell'uno e nell'altro. Col grado di sergente, su cinquecento promossi, ottenne il secondo premio
al corso istruttori.Ci racconta della partenza per la Russia, il 29 luglio 1942, su vagoni merci,
con l'ARMIR (Armata Italiana in Russia), il secondo corpo di spedizione in Russia, dopo il
CSIR (Corpo si spedizione Italiano in Russia). Si arrivò nei pressi di Karkov, perchè la
destinazione era il Caucaso, ma sopravvenne un contrordine e, spostandosi di ben 800
chilometri, si prese posizione sul Don, il 24 settembre 1942. Lì, racconta Sassetti,si scavavano
trincee e si preparavano bunker; a volte ci si salutava, coi Russi, sull'altra sponda del fiume:
anomalie della guerra, in cui si combatte il nemico ma non si è nemici!
Iniziarono le operazioni, alla fine di gennaio 1943, la Divisione Cosseria resistette una decina di
giorni, poi fu il ripiegamento. Leonardo, con gli altri commilitoni alpini, si trovò
nell'accerchiamento russo, nella famosa “sacca”! Il contrattacco del 20 gennaio 1943 venne
respinto: su 57 uomini del suo plotone, Leonardo ci riferisce che si rimase in sei! Iniziò poi la
vera e propria ritirata; si era giunti in Russia nell'estate, con temperature che sfioravano i 44°,
tanto che, nell'agosto 1942, ci si dovette fermare per tre giorni, mentre nell'inverno, si
registrarono 39° o 40° sotto zero. Anche Leonardo ebbe un inizio di congelamento ai piedi. Poi
lasciò gli scarponi ed usò, per camminare nella neve, stracci allacciati con filo di ferro, meglio
delle calzature ghiacciate dal gelo! Nessuna delle peripezie che resero nota la ritirata italiana
venne risparmiata ad Edoardo, compreso l'essere rimasto tre giorni a digiuno. Finalmente, il
31 gennaio 1943, si raggiunse la zona “amica”, ma ci vollero sei giorni di cammino, con otto
compagni, per riuscire a salire su di un treno, sempre di vagoni merci, ma con gallette e
scatolette per sei giorni, diretto a Homel (Gomel), in Bielorussia, dove per cinque giorni si fu
ospiti di una famiglia. Si marciò poi per altri 400 chilometri, stavolta in ritirata organizzata,
per arrivare a Brest Litovsk. città famosa per il trattato di pace che la Russia fu costretta a
firmare con gli Imperi centrali nel 1918 . Lì si dovette subire una “disinfestazione”, cui ne seguì
un'altra, dopo l'arrivo a Postumia, a Gorizia, con 22 giorni di quarantena, prima di essere
fornito di nuovo vestiario – tute da ginnastica – e ritornare finalmente a casa. Il racconto più
toccante di Leonardo si riferisce proprio a quei giorni, quando, come lui ci riferisce,
un'autentica processione di madri gli rendeva visita per riuscire, con la speranza della
disperazione, ad avere notizia dei figli inghiottiti dalla campagna di Russia e di cui Leonardo
poteva attestare solo che si trattava di dispersi, senza possibilità di probabile ritorno! Un'altra
toccante testimonianza, che conferma quanto si legge sui libri di storia: i partigiani russi
rispettavano maggiormente l'arma alpina, a differenza di quanto non facessero coi tedeschi o
coi reparti delle Camicie Nere; fra gli Alpini serpeggiava un sostanziale antifascismo!
Le disavventure di Leonardo non cessarono perché si è letto in premessa, seguì, dopo l'otto
settembre, per chi come lui mantenne il giuramento al Re ed all'Italia, una dura prigionia in
Germania.
Oggi è molto diverso da allora, ci dice Sassetti che ne ha viste tante, così pure ci attesta di non
aver mai avuto paura, di essere sempre stato determinato ad andare avanti, a lottare per la
sopravvivenza e la salvezza! Attraverso il Centro XXV Aprile, Leonardo Sassetti ha ottenuto un
importante riconoscimento da parte della Federazione Italiana Volontari della Libertà, FIVL,
(Eretta in Ente Morale D.P.R. n° 430 del 16-4-48), che raccoglie fra le proprie fila Partigiani,
Patrioti, Combattenti della Campagna di Liberazione e Reduci dalla deportazione e coloro che
si riconoscono nello spirito della Resistenza, valorizzandone il patrimonio morale, mantenendo
fede agli ideali di indipendenza, di libertà democratica e di civiltà propugnati nella Lotta di
Liberazione, con l'accompagnamento di una lettera, appositamente indirizzatagli dal
Presidente federale Prof. Francesco Tessarolo.
Incontreremo di nuovo Leonardo Sassetti, secondo il suo desiderio, per raccogliere da lui altre
memorie e testimonianze di rilievo storico.
Articolo su L'Ancora del 4 dicembre 2016