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INTRODUZIONE
Tre è il numero chiave che serve per entrare nel mondo del nostro giornalino.
Le tre strade che abbiamo percorso sono quelle del racconto, della poesia e della
filosofia.
Queste strade nascono dalla nostra mente e ci permettono di immaginare, fantasticare
e pensare, ma vengono anche dal cuore che ci permette di sentire.
Le tre strade sono diverse, ma possono anche incontrarsi perché si può pensare
poeticamente e anche raccontando, così come si può raccontare pensando e occuparsi
di cose scientifiche in modo poetico.
Tre sono anche i modi in cui abbiamo scritto i nostri testi: collettivo, di gruppo,
individuale.
Per scrivere i racconti abbiamo usato il sistema delle frasi composte con i bigliettini
che ognuno nel gruppo ha scritto di nascosto agli altri e sono venute fuori delle
combinazioni veramente strane e divertenti.
Per scrivere i nostri pensieri filosofici siamo partiti dal “Libro dei grandi contrari
filosofici”.
Per continuare col numero tre, speriamo che i lettori leggano almeno tre volte i nostri
testi.
AUGURI DI BUONA LETTURA DA PARTE DI:
UN
ERMELLINO
BALLA
SOTTOTERRA
Guerra polare per la
Liberazione animale
C’era una volta un ermellino che era sempre cacciato per la sua pelliccia tanto
desiderata dalle signore “sciccherose” e dai giudici che erano ingiusti verso lui e i
suoi fratelli. Il nostro ermellino, che si chiamava Giovannino, finora era sempre
sfuggito ai cacciatori, ma un brutto giorno fu catturato con una rete. Un furetto aveva
visto tutto e lo seguì. Quando il criminale fu distratto dalla vista di un altro animale,il
furetto rosicchiò la rete e così lo salvò.
L’ermellino e il suo salvatore fecero amicizia e Giovannino portò il suo nuovo amico
nella sua tana segreta che non aveva mai fatto vedere a nessuno. Vicino alla tana
trovarono uno scivolo sconosciuto, ci salirono e scesero fino a che arrivarono ad una
roccia dove era incastrato un compact disc con una musica da ballo che suonava
anche senza il lettore, perché aveva una custodia magica. I due animali rimasero
incantati da quella musica rock travolgente, infatti il compact era in una roccia.
Invitarono tanti amici e fecero una gara di ballo. Vinse un’ermellina molto carina e
Giovannino si innamorò di lei a vista d’occhio. Si sposarono dopo poco tempo e
fecero il viaggio di nozze al Polo Nord: erano felici di trovarsi in un posto bianco
come loro.
Ma un giorno videro degli umani disumani che volevano ammazzare dei cuccioli di
foca per impellicciare le solite signore “sciccherose”. I due sposi chiamarono in
soccorso tutta la popolazione animale del Polo Nord e del Polo Sud e formarono un
grande esercito che iniziò la grande battaglia polare per la liberazione animalesca. I
pinguini prendevano a schiaffi i cacciatori, gli orsi gli riscaldavano il sedere con i
calci, i trichechi facevano le punture “culari” con le loro siringhe naturali. Alla fine ci
fu la vittoria dell’esercito animale e i poveri cuccioli indifesi furono restituiti alle
loro mamme.
Una foca fece vedere a tutti un passaggio segreto che portava sottoterra, gli animali
che avevano vinto la battaglia e quelli liberati andarono nel corridoio sotterraneo.
Giovannino si ricordò del cd che aveva trovato, lo mise in funzione e cominciò a
ballare. Tutti si unirono al ballo per festeggiare la vittoria contro gli umani disumani
che non potevano più accontentare i giudici e le famose signore. La festa durò a
lungo perché l’evento da celebrare era proprio speciale e fu ripetuta ogni anno per
ricordare l’anniversario. Uno di quegli anni noi andammo in viaggio al Polo Nord e
sentimmo dei suoni molto forti che provenivano dall’interno della superficie gelata.
Scavammo un buco nel ghiaccio e vedemmo con grande gioia Giovannino e tutti i
suoi amici della nostra storia. Quando seppero chi eravamo, ci ringraziarono per
averli creati e avergli fatto vivere quella bella avventura della liberazione animale.
UN CANE
CAVALCA
NELLO SPAZIO
DOVE VOLANO I CANI
C’era una volta un cane di nome Gino che aveva una ferita ad una zampa. Il suo
padrone lo trattava male con le frustate perché non gli serviva più per andare a caccia.
Un giorno il cane scappò e, dopo tanto cammino faticoso, incontrò un cavallo; gli
chiese come si chiamava e lui rispose che il suo nome era Arcobaleno. Poi il cavallo
chiese al cane:
- Sai mantenere un segreto? Io sono un cavallo alato ma le ali le tengo nascoste sotto
il pelo, se no mi portano al circo e mi usano come uno schiavo da divertimento. Io
non voglio essere usato per fare soldi con gli spettatori, voglio essere libero.
Il giorno dopo Arcobaleno chiese a Gino:
- Vorresti venire con me a fare un bel viaggio nello spazio?
-Quando si parte?
- Ora!
Il cane montò sulla groppa del cavallo arcobalenato. Dopo un po’ di volo nello spazio
videro un pianeta, vollero sapere di che cosa si trattava e così atterrarono. Era un
pianeta deserto, scorsero un cartello dove c’era scritto che se urlavi A, B, C, D, E….!
qualcosa sarebbe comparso. I due amici provarono e vennero tantissimi insetti di tutti
i tipi, fra questi anche la zanzara anofele che trasmette la malattia della malaria.
Scapparono da quel pianeta e, volando volando, incontrarono degli angeli che
chiesero al cavallo e al cavaliere se volevano avere una casa nel cielo, loro risposero
di sì. Ma all’improvviso gli angeli scomparvero e Gino e Arcobaleno non li videro
più.
Ripresero il volo tristi e trovarono un altro pianeta che era l’inferno, quando scesero
videro gli angeli che erano stati rapiti dai diavoli. Si nascosero dietro delle rocce e a
un certo punto si accorsero che il re dei diavoli si era addormentato nel suo letto di
fuoco, con un cuscino di carbone che gli reggeva la testa. I due amici approfittarono
del sonno del diavolo per sciogliere gli angeli legati ad un palo e con un coltello
ammazzarono il diavolo. Nel cielo si videro volare gli angeli liberati e un cane in
groppa ad un cavallo alato; dopo un lungo viaggio arrivarono in Paradiso. Gli angeli
portarono Gino e Arcobaleno nella casa promessa : una meraviglia! Era fatta di foglie
rampicanti con un soffitto di raggi di luce splendente legati insieme, i letti erano
soffici come nuvole e le coperte colorate come l’arcobaleno, la doccia era una
nuvoletta che quando la toccavi faceva scendere l’acqua.
Il cavallo era felice di stare in quel mondo aereo e celeste, perché nessuno lo poteva
possedere ed era libero di fare quello che voleva: soprattutto aprire le ali e volare
volare finché non era stanco e poteva riposarsi sopra una nuvola. Il cane era ormai
guarito ma non c’era più nessuno che lo costringesse ad andare a caccia.
UN CONIGLIO
INCARTA
NEL MARE
IL CONIGLIO ANFIBIO
C’era una volta un coniglio che aveva un bellissimo manto marrone e due occhi
celesti come il mare. Si chiamava Regalino Incartini perché aveva l’abitudine di
preparare regali ben incartati che distribuiva agli amici e ai parenti. Un giorno,
mentre stava incartando un regalo per suo cugino Francostino, gli venne in mente
un’idea: andare per il mondo a fare doni a tutti gli animali e alle persone per fare
diventare tutti felici e allegri e far tornare la pace dappertutto.
Mentre andava dall’opossum e pensava a cosa regalargli, incontrò una “opassam” e
la portò con sé. Quando arrivò dall’opossum e gli propose un regalo, egli rispose:
- Non posso pensare a queste cose, sto cercando moglie.
Allora Regalino disse:
- Mentre venivo da te, ho incontrato una “opassam” e te l’ho portata perché pensavo
che fosse la stagione degli amori.
L’opossum chiese se poteva averla in sposa e il coniglio rispose:
- Se vuole lei…
I due si guardarono e si innamorarono, fecero “culino culino” ma si erano scordati
che avevano la coda, così per sbaglio si legarono. Per fortuna erano innamorati e non
si arrabbiarono per il fatto delle code legate; anzi, lo presero come un simbolo del
loro legame d’amore. Per la prima volta il coniglio aveva fatto un regalo non
incartato, ma era veramente bello lo stesso.
Regalino Incartini riprese il suo viaggio e attraversò tante terre, distribuendo regali
che tutti apprezzavano. Un giorno arrivò sulla riva del mare e venne un’onda che lo
travolse facendolo finire in acqua. Quando si ritrovò nelle profondità di un mondo per
lui sconosciuto, il coniglio vide tanti pesciolini color arcobaleno e si incantò nel
vedere quella meraviglia intorno a sé. Ma proprio in quel momento arrivò uno squalo
bianco che proveniva dagli abissi marini: era davvero affamato e stava per mangiare
il nostro amico. A vederlo marrone, però, lo scambiò per un coniglio pasquale fatto di
cioccolata, allora disse:
- Non posso mangiarti, il polpo dentista mi ha detto che la cioccolata fa venire la
carie ai miei dentini.
Così il coniglio si salvò, pensò che il polpo fosse un animale proprio simpatico e
decise di fargli un bel regalo. Nel mare non poteva usare la carta per fare le sue
confezioni, allora gli venne in mente di incartare con le alghe e di chiudere i pacchi
con gli anemoni marini. Al polpo, che aveva tante braccia, regalò dei pennelli e dei
colori per dipingere velocemente i pesci grigi. Poi pensò anche agli altri e a un branco
di pesci appena colorati regalò degli strumenti musicali per formare la band marina;
da quel giorno gli abissi non furono più silenziosi, ma risuonavano a festa facendo
UN PAPPAGALLO
STRISCIA
NEGLI ABISSI
IL PAPPAGALLO
PENSATORE
C’era una volta un pappagallo di nome Crò Crò Ciaccini che viveva sugli alberi, ma
non aveva da mangiare perché era povero e non aveva un lavoro. Un giorno si
inventò un “lavoro”: fare le missioni nei pianeti sconosciuti e imparare a conoscere
cose nuove. Andò su un pianeta chiamato Vulcanino perché c’era un piccolo vulcano
che eruttava dolci e cioccolatini, poi faceva un ruttino. Il pappagallo era contento
perché finalmente poteva mangiare e divorò tutti i cioccolatini, ma gli venne
un’indigestione e vomitò in tutto lo spazio.
Quando si fu ripreso volò su un altro pianeta che si chiamava Crocodillo; lì c’erano
coccodrilli giganti che cercarono di ammazzarlo per poi mangiarselo. Il pappagallo,
vedendo quei giganti, si spaventò e si nascose in una caverna. Nella caverna trovò un
oggetto tondo con sopra un sigillo triangolare e si chiese:
- Che cosa sarà?
L’oggetto, che era magico, rispose:
- Sono colui che potrà esaudire ogni tuo desiderio
Crò Crò chiese di non essere mangiato dai coccodrilli, ma dopo un attimo quelli
arrivarono all’ingresso della caverna. Il pappagallo pensò che quell’oggetto fosse un
fanfarone e aveva paura di fare da colazione per quelle boccone. I coccodrilli però
erano diventati giocherelloni. Giocarono un po’ “a palla” usando lui e poi lo
lanciarono in aria insieme al suo oggetto magico.
Il pappagallo proseguì il viaggio col suo nuovo amico. Arrivarono su un pianeta
molto rumoroso che si chiamava Parloncino e a Crò Crò sembrò di essere arrivato in
un mondo fatto apposta per lui. Gli abitanti di quel pianeta erano uomini con le ali e il
becco che parlavano continuamente ricopiandosi fra di loro. Non dicevano mai delle
cose pensate, perché le loro parole erano scollegate dal cervello. Il pappagallo fuggì
da Parloncino perché c’era una vita troppo uguale alla sua e così si annoiava: lui
invece voleva conoscere qualcosa di diverso.
Il pappagallo viaggiatore non aveva trovato nello spazio un posto bello e nuovo dove
gli piacesse fermarsi, allora pensò di andare sotto la superficie dell’oceano; per
questo chiese all’oggetto magico di farlo diventare anfibio per poter respirare negli
abissi marini. Quando fu trasformato scese in picchiata dall’azzurro del cielo e si
precipitò nell’azzurro del mare. Laggiù vide delle specie di animali che non
conosceva, era veramente un mondo fantastico e per lui nuovo. Ammirò moltissimo
gli alberelli rossi che brillavano, i pesci con colori vivaci come quelli delle sue penne,
le meduse che oscillavano come nuvolette marine, i polpi che eseguivano la danza
delle mille braccia, le stelle marine che viaggiavano da uno scoglio all’altro
regalando la loro bellezza. Tutto era bello ma quello che colpì di più Crò Crò fu il
silenzio immenso e assoluto: per lui era una cosa veramente nuova che lo affascinava.
Tutte le creature marine non usavano le parole ma avevano il cervello per pensare e
comunicavano fra di loro leggendosi nella mente. Crò Crò le osservò attentamente e
piano piano imparò a fare a meno delle parole e ad usare il cervello, per questo fu
accolto bene da tutti. Per spostarsi non volava più, ma strisciava negli abissi marini e
diventò famoso come primo pappagallo strisciante e pensante della storia.
ANDREA B., MATTEO, TOMMASO, LUCA.
UN OROLOGIO
MANGIA
LE FOGLIE
Gli orologi hanno
Il cuore verde
C’era una volta un povero orologio di nome Carlo che era stato cacciato dall’hotel
dove lavorava perché suonava troppo presto e svegliava i clienti, allora andò per il
mondo in cerca di fortuna. Un giorno arrivò a Fantamondo, un posto ricco di erbe,
alberi e fiori. L’ambiente era bello ma Carlo era carnivoro e, quando vide che molti
abitanti mangiavano le foglie, esclamò:
- Stupide creature! Come fate a mangiare queste schifezze?
Quando l’ebbero sentito, gli animali erbivori dissero:
Chi è questo ingrato che abbiamo accolto in pace e ci offende? Distruggiamo la sua
natura!
Per questo lo “slancettarono” e lo “snumerarono”. Il povero orologio piangeva perché
non poteva più segnare le ore, così si sentiva triste e inutile. Un giorno incontrò un
mago di nome Mago Leopardino che lo vide mogio mogio e gli chiese:
- Hai un problema?
Carlo era nervoso e rispose di no.
Ma Mago Leopardino disse:
- Ti ho visto mentre ti levavano le lancette e i numeri e ora sei un oggetto vuoto, ci
penserò io.
Il mago fece un incantesimo e in un attimo l’orologio riebbe la sua natura completa;
era molto contento e disse:
- Grazie mille, non so come ringraziarti. Potresti anche fare smettere gli animali di
essere arrabbiati con me?
Il mago rispose:
- Sì, ma mi devi promettere che non prenderai più in giro la natura di questo mondo e
che sarai carnivoro ed erbivoro.
L’orologio accettò e promise di restare per sempre nel bosco, così ci fu un altro
miracolo e diventò amico degli animali: giocava con loro, faceva il cronometro per le
loro gare di corsa, li svegliava all’ora giusta. Un giorno, però, gli venne la nostalgia
della città, tradì la promessa e lasciò gli animali senza la sua compagnia e il suo aiuto.
Quando incontrò i suoi amici orologi raccontò le sue avventure; loro rimasero
affascinati da quel mondo verde e colorato tanto diverso dalla città rumorosa e
chiesero a Carlo se poteva portarli a conoscere Fantamondo “di persona”.
Subito cinquecentomila orologi si avviarono guidati da Carlo, formando un
lunghissimo corteo ticchettante: tic tac, tic tac, tic tac….
UN PINGUINO
SUONA
LA BATTERIA
LA MUSICA FA L’ UNIONE
C’era una volta un pinguino di nome Johnny che viveva da solo; il suo sogno era
suonare una batteria, ma era povero e non poteva comprarla. Un giorno d’estate andò
sul monte Everest, sapete perché? Voleva consolarsi vedendo il panorama. La
magnifica visione non bastò e il pinguino pensava sempre al suo sogno irrealizzato.
La mattina dopo, però, incontrò un vecchio amico: un tricheco brontolone. Si
salutarono e il pinguino gli spiegò perché era così triste. Il tricheco brontolone disse
che gli poteva dare 1.178 euro, ma ad una condizione: non doveva dirlo a nessuno
perché aveva detto a tutti che era povero.
Ok- rispose il pinguino, che già pensava alla sua batteria che avrebbe acquistato il
giorno dopo. Ma quando si svegliò la mattina si accorse che gli avevano rubato i
soldi: era proprio disperato! Ad un certo punto sentì un rumore in cielo e vide un
aereo che stava per precipitare e per salvarsi doveva sganciare del peso, sganciò
3.000.503 euro. Il pinguino si accorse che era diventato un milionario. Andò di corsa
in un negozio di strumenti musicali che si trovava dentro un iceberg,vide la batteria e
se la comprò subito.
Riuscì a suonarla al primo tentativo e cominciò a fare degli spettacoli di musica pop,
gli diedero tanti soldi e diventò molto più ricco di prima. Ad uno spettacolo incontrò
un pinguino che suonava la chitarra e voleva fare i concerti con lui e così fu. La sera
andarono in discoteca e piantarono le luci psichedeliche nel ghiaccio e si riflettevano
perché il ghiaccio era trasparente. I pinguini ballarono al suono della canzone
“Stevenen ligth” ed erano tutti contenti. Ad un certo punto arrivò la polizia comunale
perché facevano troppo rumore e scapparono tutti, tranne i due musicisti che
cantarono una canzone per i poliziotti e così li convinsero a non arrestare nessuno
degli abitanti di quel bel posto. Johnny tornò a casa e dormì tranquillo e a lungo
insieme al suo collega.
Appena venne il sole fecero un bel concerto molto scatenato e saltavano tutti al ritmo
della musica. All’improvviso cascò un meteorite che schiacciò cento pinguini, il
nostro amico si spostò in tempo e si salvò. Arrivo l’ambulanza che portò i colpiti
all’ospedale e furono salvati. Tutti si domandavano perché fosse cascato il meteorite:
forse perché…chissà?.. Boh! Non si trovava il motivo. Un giorno scoprirono un
indizio: delle impronte sul meteorite, di scintille. Quando il pinguino lo venne a
sapere andò a vedere il meteorite. All’improvviso scoppiò e dentro c’era un
complesso rock alieno che era invidioso del successo del pinguino ed era sceso sulla
Terra per affermare la sua musica. Il collega batterista esclamò:
- Il rock non morirà mai!
UN OPOSSUM
CANTA
AL CENTRO DELLA TERRA
AMAR CANTANDO
C’era una volta un opossum di nome Guido che cantava molto bene, ma aveva paura
di cantare davanti a tutti. Un giorno un suo amico di nome Fabio gli disse:
-Vieni dal mio nonno Leandro, ti preparerà una tisana per la voce.
Lui rispose di sì e la tisana gli migliorò il canto ma non gli diede il coraggio.
L’indomani decise di andare a Gardaland e vide un gioco che si chiamava “Viaggio
al centro della Terra”. Lo provò ma disse:
- Non è realistico, non mi convince.
Poi decise di andare davvero al centro della Terra. La mattina seguente preparò le
valige e cominciò il suo viaggio. Cammina cammina, arrivò in una foresta tropicale
dove incontrò un troll di nome Banco. Quel giorno era il suo compleanno e come
torta desiderava un delizioso pasticcio di opossum. Guido, però, si mise a cantare
saltellando qua e là. Il troll si incantò davanti all’opossum ascoltando la sua voce
melodiosa e svenne dall’invidia. Guido scappò e si rese conto di aver cantato davanti
a qualcuno, ma non aveva ancora il coraggio di cantare davanti a tutti. Durante i suoi
viaggi un giorno trovò un albero parlante che stava per morire e gli disse che per
poter sopravvivere aveva bisogno di due fiocchi di neve uguali identici; però era
difficile trovarli, dato che era estate.
L’opossum allora pensò di andarli a cercare al Polo Sud; cercò e ricercò finché non
trovò una foca di nome Matas. Guido le spiegò il suo problema. Matas sapeva dove
trovare i fiocchi e lo portò dove erano. Guido la ringraziò e torno dall’albero, gli fece
mangiare i fiocchi di neve e l’albero ridiventò giovane…. Chiamò il suo amico con il
telefono dell’albero e gli propose il viaggio, lui accettò. Prepararono le valige e
andarono nella metro gigante che attraversava tutto il mondo sotterraneo. Arrivarono
al centro della Terra, lì Guido superò la paura e decise di iniziare la sua carriera di
cantante professionista.
Scrisse delle canzoni molto belle e poi diede dei concerti a cui andavano in tanti
opossum, fra quelli c’era anche la bellissima Antonella. Guido la sentì cantare e capì
che era brava, così compose delle canzoni proprio per lei. Insieme incisero dei dischi
e fecero concerti a New York, a Parigi, in Brasile, in Svezia…Diventarono così
famosi che erano il re e la regina della musica che, partita dal centro della terra, si
trasmetteva in tutto il mondo regalando gioia e armonia.
Una volta vennero a sapere che c’era una gara di ballo e loro, che cantavano e
ballavano in coppia, si allenarono per parteciparvi. Venne il gran giorno e andarono
sul luogo della gara, ma venne rimandata perché ci fu un’invasione di falchi.
UN TOPO
BALLA
NELLA LAVA
FUOCO D’AMORE
Un giorno un topo di nome Stunk stava in riva al mare, trovò una piroga e ci salì.
Quando fu al largo, girando lo sguardo scorse un’isola che si chiamava Chos e lui,
tutto curioso, cercò di avvicinarsi. Una volta arrivato sull’isola, vide subito una dolce
topolina bellissima di nome Mina, e si innamorò a prima vista. Stunk decise di
seguirla e le dedicò una bella poesia d’amore, eccola qui.
AL MIO SOGNO D’AMORE
Sei delicata come i petali di una rosa,
sei dolce come il miele che mangio a colazione,
sei un’illusione che ha mandato il cielo.
Appena ti ho vista mi sono innamorato follemente.
Sei la regina del mio cuore,
sei la nuvola che il cielo ha portato
per il mio profondo amore,
sei la luce che illumina la via del mio cuore,
sei l’immenso amore per me.
Anche se tu non provi niente
Ci sarà sempre un posto per te nel mio cuore
STUNK
La topolina vide il topo che la seguiva e gli chiese:
-Chi sei? Perché mi stai seguendo?
Stunk gli rispose:-I i i o no non ti ti sta stavo se se seguendo.
Mina gli disse:
-Vorresti venire a casa mia a bere il tè? Sì o no?
Stunk rispose:
-Sìììììììììì!
I due topi si avviarono. Stunk voleva dire quello che provava per lei, ma non trovava
il coraggio e allora la invitò a cena fuori la sera stessa, lei accettò. Una volta arrivati a
cena parlavano e riparlavano un po’ di tutto e alla fine Stunk si rivelò a Mina. Lei lo
baciò e disse che anche lui le piaceva, così si fidanzarono.
UN GIAGUARO
CANTA
NELL’OLTRETOMBA
UN CANTO CHE VIENE
DA MOLTO LONTANO
C’era una volta un giaguaro di nome Riccardo che viveva in una bella casa insieme
alla sua padroncina Sibir; la sua era una vita serena e agiata. Una sera, però, vennero i
ladri a casa sua e scassinarono tutto, portarono via anche i vestiti. La mattina dopo
Sibir si alzò per vestirsi ma, prima di aprire l’armadio, si accorse di essere in
mutande: le avevano rubato anche il pigiama che indossava! Aprì l’armadio e non
trovò nulla da mettersi addosso, allora strillò:
-Non voglio fare la miss mutanda!!!
Urlò così forte che dovette arrivare l’autoambulanza perché ai vicini gli si erano
spaccati i timpani. Anche la bambina si era “autostimpanata” e di conseguenza la
portarono all’ospedale. A quel punto il giaguaro scappò dalla casa, ma dopo poche
ore fu catturato dai proprietari dello zoo di Pistoia. Quando si ritrovò nella gabbia
dello zoo non si sentiva a suo agio, perché lui era abituato ad essere un giaguaro
ricco. Una sera riuscì a scappare e, dopo giorni e giorni che camminava, si ritrovò di
fronte ad un castello di cioccolata che ogni giorno si raddoppiava di un piano.
Riccardo venne attirato dalla cioccolata ed era così goloso che entrò dentro.
Ma il castello dolcissimo gli riservò una sorpresa: vide il re del male, il suo nome era
Jasonik. Il re malvagissimo chiamò i suoi schiavi che erano i mille “tartossi”,
cattivissimi scheletri di tartaruga, poi ordinò di rinchiudere l’animale in una gabbia. Il
giaguaro era impaurito, seguì il suo istinto e se ne scappò a gambe levate inseguito
dai “tartossi”. Durante la fuga si ritrovò davanti ad una capanna, entrò dentro per
essere al sicuro dai suoi inseguitori.
Nel letto vide una persona (che in verità era un mostro), il nostro giaguaro era bravo e
quindi toccò lo sconosciuto per aiutarlo ad alzarsi senza farlo cadere. Però fu
Riccardo a cadere svenuto quando si accorse chi aveva veramente di fronte, il mostro
invece si alzò. Mentre il giaguaro dormiva, il mostro chiamò i suoi due gemelli
assassini che lo uccisero. Poi i due assassini presero il giaguaro e lo portarono al
cimitero che si trovava davanti al loro castello.
Dopo tre ore il giaguaro si risvegliò nell’oltretomba e non riusciva a controllare la sua
voce che era sopravvissuta alla morte e cominciò a cantare con toni altissimi. Quelli
che stavano nel mondo vivente sentirono la sua voce e si domandavano cosa fosse
quel suono assordante ma bello. Quando lo scoprirono il giaguaro diventò famoso,
fece un mucchio di compact disc che fluttuavano sopra le tombe e venivano venduti
dalle persone morte al cimitero.
UN DRAGO
SALTA
SULLE MONTAGNE
L’ arcobaleno
VIVENTE
C’era una volta un drago di nome Ugo che giocava con i bambini e badava ai più
piccini. Un giorno fece una gita in montagna, andò in un rifugio dentro una caverna e
trovò una mappa che indicava il percorso per andare in un mondo meraviglioso. Il
drago partì con la mappa in cerca del mondo incantato ma non trovava niente di bello
e interessante. Infine si accorse che teneva la mappa in un senso sbagliato e non
riusciva a trovare la direzione giusta. Finalmente ci riuscì e seguì tutte le indicazioni
della mappa.
Quando fu arrivato nel posto che cercava non vedeva niente e capì che forse ci voleva
una parola magica; lui, però, non la conosceva ed era disperato per aver fatto quel
viaggio per nulla. Siccome aveva camminato tanto, gli era venuta una grande sete e
cercò da bere. Trovò una cascata e la bevve tutta, ma gli cascò una goccia d’acqua
sopra la mappa e comparve una parola: REJQUASA. Il drago la pronunciò e si aprì
un portale: il mondo meraviglioso e incantato era davanti ai suoi occhi, ancora più
bello di come se lo era immaginato.
Vide delle creature fantastiche che non capivano se era un Dio oppure un triceratopo:
nessuno prima di lui aveva visitato quel luogo. Ugo chiese alle creature fantastiche se
poteva dormire lì perché era stanco e loro risposero di sì, anche perché avevano paura
che rispondendo di no le avrebbe uccise. Dopo aver dormito il drago andò dentro un
lago di oro liquido; trovò un luccio gigantesco di venti metri e nove decimetri e lo
prese con un mignolo.
Le creature lo portarono in un palazzo dove c’era tantissimo oro, lì trovò un’altra
mappa che portava in una città. Seguì la mappa e trovò tanti bambini, giocò un po’
con loro e poi disse che aveva scoperto un mondo meraviglioso e voleva farglielo
conoscere. I bambini chiesero ai genitori se potevano andare con il drago e loro
risposero di sì. Allora Ugo accompagnò i bambini in un lungo viaggio e affrontarono
mille pericoli: pescicani, tigri, leoni, uomini primitivi, dinosauri, mostri,
maestri…Riuscirono a superarli tutti e finalmente arrivarono sulla montagna dove
c’era il passaggio meraviglioso. Quando entrarono, tutti i bambini si stupirono
tantissimo perché davanti a loro apparvero cani liberi e non incatenati, persone
stranissime come alieni ma gentili, cieli variopinti, fiori che non appassivano mai,
scuole divertenti dove si imparava moltissimo, stelle cadenti che cadevano e poi
risalivano in cielo, luna park grandissimi e gratuiti e tante altre meraviglie.
I bambini cominciarono a fare salti di gioia così alti che fecero il record mondiale di
salto in alto.
UN TELEVISORE
DORME
SULLE STELLE
UN CANTO LIBERO
RISUONA
NELL’UNIVERSO
C’era una volta un televisore arricchito da tanti cartoni animati che facevano la gioia
dei bambini. Però un giorno i grandi di casa erano stanchi di vedere sempre cartoni e
mai il telegiornale, così lo buttarono nella spazzatura. Il giorno dopo vide un signore
con la mongolfiera e gli chiese:
- Che cosa fai?
Il signore rispose:
- Sto facendo un viaggio di ottanta giorni in giro per il mondo, vuoi venire con me?
Il televisore accettò l’invito tutto contento e il signore prima di partire andò a fare il
rifornimento di cibo per il viaggio. Quando fu tutto pronto la mongolfiera partì,
alzandosi nel cielo come una giovane aquila. Dall’alto il televisore vide i prati verdi, i
fiorellini, il sole e delle persone. Lui non aveva mai visto nulla, perché era abituato ad
essere solo guardato, ora invece poteva vedere e provava una grande meraviglia. Si
sentiva importante e libero, perché finalmente aveva una vera vita emozionante.
Quando arrivarono in Spagna vide signore bellissime che ballavano il flamenco. In
Inghilterra visitò musei meravigliosi dove c’erano statue antichissime e quadri
stupendi. In Cina vide la grande muraglia che come un serpente infinito attraversava
montagne e pianure. In Australia ammirò i canguri che saltavano liberi e allegri e un
bel mare grande e azzurro.
Alla fine degli ottanta giorni aveva visto tutto il mondo, ma era sempre curioso di
conoscere cose nuove e pregò il signore di portarlo nello spazio. Il signore accettò la
richiesta e così il televisore fece il giro di tutti i pianeti. Da lassù vedeva la Terra
come una piccola arancia blu e pensava:
- Gli umani credono di essere i re dell’universo e invece vivono su una pallina da
niente che si perde nell’immensità infinita.
Il televisore provava la gioia per quel lungo viaggio che gli aveva permesso di non
essere più uno schiavo degli umani, ma un essere libero che poteva esprimere le sue
emozioni, allora si mise a ballare e a cantare.
Le stagioni
della scuola
DAI FENONENI ALLA POESIA
autunno
CADONO LE FOGLIE
Piccole barche colorate
lasciano sfinite
il grigio mare del cielo
naufragando sulla terra.
CADONO LE FOGLIE
ANIMALI IN LETARGO
CASTAGNE IN TERRA
Comincia il lungo sonno
delle creature letargiche
nelle buie case
offerte da madre natura.
Dalle case spinose
sgusciano fuori
le future mondine
allegre e scoppiettanti.
SOFFIA IL VENTO
LA RACCOLTA DELLE OLIVE
Un grande fiume invisibile
scorre veloce e impetuoso
fra le rocce celesti
sospese nel vuoto celeste
Dai retati tappeti
le mani accolgono
l’amicizia di tante
creature di pace.
Piccoli fantasmi colorati
discendono dalle case
stanche e attorcigliate.
PIOVE SPESSO
SOFFIA FORTE IL VENTO
I morti che sono in cielo
piangono tristemente
ripensando agli anni ruggenti
passati nel mondo da viventi.
Un immenso corpo trasparente
si muove rapido e furioso
per le vie celesti.
RICOMINCIA LA SCUOLA
FA BUIO PRESTO
I piccoli abitanti ritornano
nella casa della conoscenza
aprono le porte della mente.
Le stelle della notte
rinchiudono il sole
in una sfera buia
e liberano la sorella luna.
GLI UCCELLI MIGRANO
LA SPIAGGIA DESERTA
Piccoli aerei viventi
viaggiano verso altri cieli,
dalle buone frecce d’oro
del luminoso re del cielo.
Non più fiori variopinti
ma un’arida distesa
grigia come la malinconia che
penetra nel cuore.
INVERNO
CADE LA NEVE
CADE LA NEVE
Diamanti danzanti,
offerti dal cielo freddo
nuvoloso e leggero,
si posano sulla terra
come una fantastica farina
che nutre la voglia di bellezza.
Infinite stelline bianche
col cuore luccicante,
inviate dalle nuvolette
infreddolite strette strette,
scendono a coprire la terra
bianca distesa
silenziosa e imbiancata.
SI FORMA IL GHIACCIO
L’ACQUA SI GHIACCIA
Frecce, spade, lance
figlie della buona acqua
che dalle montagne scende.
Armi disarmate
colpiscono gli occhi
ed entrano nei cuori
donandoci una meraviglia
trasparente e scintillante.
Aggrappato alle rocce
nasce un mondo fantastico
gelido e trasparente:
farfalle e pesci
uccelli e serpenti
come piccole cascate
immobili e splendenti
vivono la breve vita
di un solo inverno.
IL VENTO FREDDO
GLI ALBERI SPOGLI
Il furioso fiume trasparente
strappa le bianche lenzuola
dal loro letto celeste.
L’aria fredda e chiara
con mani invisibili
ci picchia sulla pelle
ma ci apre gli occhi
sulla luminosità di un mondo
che si mostra splendente.
Tristi uomini sconsolati
con braccia nude infreddolite
aspettano la consolazione delle
gemme nascenti:
promessa di fiori colorati
e della verde vita
che sempre rinasce.
IL MARE D’INVERNO
IL PAESAGGIO RICOPERTO
DI BRINA
Il grande corpo d’acqua
sente nel cuore profondo
la pace e la tranquillità
della solitudine invernale,
ma qualcosa gli manca:
il solletico dei piccoli umani
sulla pelle azzurra
che regala
gioiose emozioni
alla sua anima
liquida e trasparente.
Una melodia bianca e silenziosa
scende dal cuore freddo del cielo,
attraversa le vie nere della notte
appena illuminate dalle lucciole
(stellari.
All’alba finisce il suo viaggio
sulla terra che si risveglia
e la ricopre di ricami luccicanti:
vestito candido da principessa
donato dal re dell’infinito bianco.
FIORISCONO LE MIMOSE
ANIMALI IN LETARGO
Perline luminose
fluttuano nell’aria fredda,
macchie di colore
nella stagione grigia.
Dormono le tartarughe
nella casa sotterranea
non più lente ma immobili,
statue corazzate che pensano
al risveglio fiorito di primavera.
Profumi intensi
che sanno di primavera:
il tempo dei fratelli fiori
che non conosceranno mai.
Dormono i serpenti,
piccoli fiumi infreddoliti
nei bui letti,
sotto coperte di terra
che li riscaldano
nel duro inverno.
PRIMAVERA
VENTO DI PRIMAVERA
TORNANO GLI UCCELLI
Un corpo fatto di niente
scivola nell’azzurro,
con voce invisibile
ci parla delle sue emozioni
nell’incontro con i profumi
che si liberano nell’aria.
Accarezza dolcemente
le creature terrestri
che si risvegliano dal sonno
e sorridono al sole
non più lontano.
Aeroplanini naturali
sfrecciano pacifici
per le vie celesti dove il sereno
vince
l’oscurità guerriera
delle metalliche macchine
costruite per la morte.
LA NATURA SI RISVEGLIA
ALBERI FIORITI
La felice rottura
di mille arcobaleni
dona frammenti multicolori
agli alberi spogliati
dal rigido inverno.
I volti colorati
sorridono al mondo
in attesa di morire
per far nascere
i buoni frutti
che ci nutrono.
La grande madre
si toglie il velo
grigio e arido,
apre le infinite braccia
per liberare le sue creature
che donano al mondo
la bellezza necessaria
agli uomini che l’amano
ma inutile per i cuori
chiusi e spenti.
I CANTI DEGLI UCCELLI
PRATI FIORITI
Strumenti viventi
che hanno suonato
nei cieli caldi
di terre lontane e diverse
ritornano a darci la gioia
di una musica naturale
che fa cantare la terra
ballare le sue creature.
Occhiolini multicolori
dell’immensa faccia verde
della madre terra
si aprono emozionati
alla visione del padre celeste
che dona ai suoi piccoli
l’acqua che nutre,
le frecce luminose
che riscaldano,
la grande mano trasparente
che accarezza
LE LUCCIOLE
Minuscole stelline,
regalate dal Dio del cielo
per illuminare da vicino,
vagano nel cuore della sera
come lanterne naturali
che rischiarano i sentieri
ai piccoli animali
nei verdi mari terrestri
oscurati dall’onda della notte
Testi collettivi classe3^b
TANTE ORE DI LUCE
Palla di fuoco
che giocava più a lungo
in luoghi lontani,
lasciandoci poche risorse
della sua grande luce,
è tornata a consolarci.
I suoi raggi luminosi
ci riscaldano dentro,
ci liberano dalle gabbie
di grigio cemento,
fanno esplodere d’allegria
i nostri cuori che corrono
negli spazi aperti
della natura colorata.
Testi collettivi classe 3^A
LA NATURA SIAMO NOI
Io sono un fiocco luminoso
sospeso nell’alto blu della notte,
sono parente di palla di fuoco.
Da quassù illumino
la mela terrestre
osservo quello che accade.
Vedo le persone cattive
che vogliono mangiarsela tutta
lasciano soltanto i noccioli.
Io vorrei che la mela
fosse un nutrimento per tutti,
vedere tanti visi contenti
dove brilla la luce
che assomiglia al mio cuore.
IO SONO UNA STELLA.
RACHELE
Io sono il big bang,
un’esplosione gigante
che distrugge e crea,
nessuno resiste a me
Sono una gigantesca
palla di cannone
esplosiva e infuocata
che vaga nell’universo
circondata da stelle
che non smettono di brillare.
MANUEL
Io sono il vulcano:
sbuffo dalla bocca
vapore e massi infuocati
distruggo case ed edifici.
Spargo terrore fra la gente
gli animali cercano la fuga
ma nessuno si può salvare,
incenerisco tutto
con la lava bollente
io sono il vulcano.
ADRIANO
Io sono il sole:
abbaglio il mio pianetino,
sto fermo e lui mi corre
intorno senza pausa
anche quando sparisco nel nulla
fino al risveglio dell’alba
Io sono il sole:
luccicante pietra preziosa
con molte braccia,
raggi splendenti
che abbagliano gli occhi,
riscaldano di gioia
i cuori dei bambini
e danno vita all’erba.
GIACOMO
Io sono il vento
frusciante fra le foglie,
spazzino del cielo.
Quando brilla il sole
sono una carezza lieve
ma se voglio accompagno
il terribile uragano.
Io sono una viaggiatrice,
vago felice nel cielo
quando il sole se ne va.
Piango di gioia
e le mie lacrime
diventano la pioggia
che disseta la natura.
Di notte vago fra le case
spensierato e senza limiti.
Nasco nelle giornate d’inverno
nelle calde giornate d’estate
muoio ma so benissimo
che sempre rinascerò.
BEATRICE C.
Io sono triste
quando viene l’arcobaleno
a mostrare la bellezza
del cielo sereno
con la sua luce crudele
che mi cancella dal cielo
e io sparisco sconsolata
senza lacrime da versare.
IO SONO LA NUVOLA.
FRANCESCA
Io sono il mare,
faccio un regalo ai bambini:
li faccio entrare
nel mio cuore azzurro
per tuffarsi nella felicità.
Io sono il mare
pulito e calmo
agitato e sporco
contento e triste:
non sono solo acqua,
sono anche un vivente
con un’anima che sente.
Io sono il mare,
nel mio fondale vivono
pesci colorati e alghe,
piccole luci animali
che brillano nel profondo blu.
SILVIA
Io sono il grano,
nutro le persone
con i miei chicchi
che quando provano
la morte bianca
danno vita.
Io sono il grano,
mi diverte quando il vento
mi fa ondeggiare
come un mare dorato
abitato dai gioielli rossi
regalati dalla madre terra.
VIRGINIA
Il vento che soffia
sulle onde del mare
mi porta alla riva.
Una bambina mi prende,
mi accosta all’orecchio
e sente la mia musica
dolce e calma:
il canto antico
delle acque dove vivo.
La bambina mi fa riposare
sulla sabbia asciutta
e ricomincio a cantare.
Lei sente ancora
quella dolce musica
che le trasmette l’energia
e l’entusiasmo per ballare
la danza classica
e anch’io mi metto a ballare.
IO SONO LA CONCHIGLIA.
SANDY
Io faccio venire
Il cielo sereno,
do la felicità ai bambini
e li faccio divertire,
illumino la terra
e gli altri pianeti.
Io sono al centro
dell’infinito spazio
lontano dalla terra,
ma faccio nascere i fiori,
nutro le piante dai buoni frutti,
faccio brillare le onde del mare
e accendo le ultime fiamme
prima del sonno notturno.
IO SONO IL SOLE.
NICOLA L.
Io sono il sole,
illumino e trasmetto energia
per far vivere tutto
sulla mia amica terra.
Io sono l’universo
nero e infinito
nel buio dell’inferno
maledetto e potente.
Io sono il sole,
la notte mi riposo
sotto le grandi coperte
dell’oscurità immensa.
Mi risveglio al mattino
bello carico e pronto
per un altro giorno
energetico e luminoso.
TOMMASO
Io sono l’universo,
un grande corpo spaziale
fermo e silenzioso
illuminato dalle stelle
e dai miei figli pianeti
colorati e splendenti
LUCA
Io sono una stella,
vago nell’immenso cielo
in un viaggio infinito
con la mia sorella luna
e gioco con lei se mi annoio.
Io sono una stella,
quando arriva l’alba
muoio,
alla sera risorgo
luminosa come sempre.
Io sono una stella,
dall’alto vedo una pallina
dove minuscoli tesserini
corrono di qua e di là:
ma che faranno?
CHIARA
Io sono la montagna:
sulla mia testa tengo
un cappello di neve,
le mie braccia sono
immensi boschi di abeti,
ai piedi sento la frescura
del ruscello che scorre
in mezzo ai prati verdi.
Dall’alto osservo tutto,
sono il divertimento
degli alpinisti
e realizzo i sogni più belli
di chi mi viene a scalare,
nella notte oscura
anch’io sogno
con la mia amica luna.
NICOLA P.
Io sono una stella,
quando scendono
le immense tenebre
la mia grande luce
sembra una briciola
agli occhi lontani
degli uomini.
Io sono una stella,
figlia della palla infuocata
e della delicata luna.
Di giorno saluto
quel pianeta pieno di vita
che cammina su se stesso
illuminato e riscaldato
da mio padre.
Io sono una stella,
un fiore luccicante
nell’immenso giardino
illuminato di notte
dai petali splendenti
miei e delle sorelle.
SOFIA
Io sono la lava,
malvagio serpente infuocato
divoro tutto quello che trovo,
disintegro le distese
fatte di fili strani,
poi torno nella mia camera
buia e rotonda a riposare
prima di un’altra distruzione.
Alla fine del ciclo
il cono mio padrone
mi rinchiude
in una caverna oscura
dove rimango senza bruciare,
triste per non scatenare
il mio corpo infuocato.
ANDREA B.
Io vago nello spazio,
sono una roccia infuocata
che a sera atterra su un pianeta
ma non ho una meta
e provoco esplosioni
in tutto lo spazio.
Nessuno mi può fermare:
sono un razzo,
precipito,
distruggo,
vado più veloce della luce,
accendo il vuoto.
Appena colpisco un pianeta
per lui è la fine,
sono il più forte
di tutto l’universo:
IO SONO L’ASTEROIDE.
ANDREA P.
Io sono la luna,
brillo insieme
alle mie amiche stelle.
Io sono la luna,
di notte illumino il cielo
con le mie amiche stelle,
la mia luce è delicata
come una piuma che vola
nello spazio oscuro.
Di giorno mio fratello sole,
sfera luminosa dell’universo,
accende il grande mare oscuro
che circonda i pianeti.
Siamo due luci diverse:
lui è forte e potente,
io sono dolce e gentile.
Siamo due luci uguali:
abbiamo un cuore luminoso
che non sarà mai freddo
e sempre accompagneremo
quella nostra piccola amica
che ogni giorno e ogni sera
ci chiede una lampada
per addormentarsi
senza alcuna paura
del buio universale.
GINEVRA
Io sono il fiume,
lungo serpente d’acqua
percorro la terra infinita
che mi culla
prima della morte nel mare.
Io sono il ruscello,
nasco dalla mamma sorgente
e scendo dalle montagne
portando giù i sassolini,
mi allargo e divento adulto.
Io sono il fiume,
d’inverno mi addormento
sotto la mia coperta ghiacciata
e mi risveglio in armonia
quando mi scopre la primavera.
Io sono il ruscello,
a ogni discesa saluto
le mie amiche piante
e regalo acqua fresca
alla loro vita verde.
Io sono il fiume,
regalo un po’ d’acqua
ai cuscini volanti
che la riversano
per nutrire la natura
che mi circonda.
Io sono il ruscello,
a volte il mio corpo azzurro
viene sporcato e offeso
dagli esseri a due zampe,
allora divento triste
e le mie gocce sono lacrime
ANTONIO
IRIS
Io sono il lago,
occhio celeste
con una corona verde.
Io sono il lago,
con il riflesso del sole
divento una perla
bella e luccicante.
Io sono il lago,
quando il freddo inverno
mi ricopre di bianco
gli uomini corrono
sul mio mantello d’argento.
Nella calda estate
accolgo tutti
con un fresco abbraccio.
LISA
Io sono la cascata,
una scala mobile d’acqua
che conosce solo la discesa.
Non sempre vengo rispettata,
c’è qualcuno che mi sporca
ma io spazzo via tutto
con la mia forza precipitante
e porto l’acqua chiara
all’immensa distesa blu.
Io scendo con una musica
fragorosa di rulli di tamburo,
mostro la mia bellezza infinita
sparisco e sempre rinasco:
non conosco la sosta,
nella mia natura
c’è una vita movimentata.
CRISTIAN
Io sono il vulcano,
grande corpo di pietra
con la pancia piena di lava,
erutto quando voglio
e non smetto mai di bruciare.
Io sono l’erba,
tappeto verde
della madre terra
scaldo il suo corpo
colorato e bagnato.
Io sono il vulcano,
faccio lavorare tanto
i miei prigionieri infuocati
e sfinisco le loro forze
che si seccano nel nero
fino a morire.
Io sono l’erba,
quando il vento
fa un concerto
sventolo le mie sottili braccia
strumenti di un’orchestra
(naturale.
Io sono l’erba,
mamma dei fiorellini
che vengono rapiti
dagli umani.
Io sono il vulcano
pieno di rabbia,
sputo sassi incandescenti
proiettili naturali
che colpiscono il cielo scuro
e si abbattono sulla terra
tremante di terrore.
PAOLO
Io sono il fiore,
d’inverno muoio
d’estate rinasco.
Sono blu, rosa, bianco…
mi chiudo e mi apro.
Se gli umani non mi staccano
dalla mia mamma erba,
tocco l’immenso cielo
e sono i colori del mondo.
Gioco con i miei amici,
vivo insieme ai morti,
danzo insieme al vento,
vivo una breve vita.
BEATRICE B.
REBECCA
Io sono la luna,
brillo insieme
alle mie amiche stelle.
Di giorno non ci sono:
il sole accecante mi inganna.
Di notte mi libero
della luce prepotente
e mi affaccio timida
nel cielo stellato.
Da laggiù mi vedono
come una piccola banana,
io da lassù vedo
tutti come formiche.
JASMIN
Io sono l’uragano,
tutto quello che vedo
lo risucchio
col mio vortice spaventoso.
Quando mi vedono
fuggono con forme metalliche
ma io sono più veloce.
Io sono l’uragano,
distruggo quello che voglio,
ho la forza per rompere
case e grattacieli,
vago per il mondo
e nessuno mi può fermare.
Sono incredibile e furioso
e posso fare cose
che non potete immaginare,
far scomparire tutto
tranne me.
MATTEO
Io sono la rosa,
celebre simbolo dell’amore.
Posso avere vari colori:
rosa, giallo, bianco, rosso.
Vivo nei giardini
e sono cullata dal vento.
Le api vengono da me
a fare il bagno
nel mio dolce polline.
Il mio cuore rosso
riscalda i cuori
dei bambini tristi e addormentati
DENISE
Io sono la montagna
alta come un gigante.
In inverno ho sulla testa
un velo candido e gelido
luccicante sotto palla di fuoco.
A primavera si scioglie
in gocce che scendono
lungo il mio corpo
come lacrime di gioia infinita.
Io sono la montagna,
ascolto volentieri il suono
del vento che mi rinfresca
con la sua dolce melodia
trasparente e volante.
Io sono la montagna,
vivo con la testa fra le nuvole
ma sono piantata nella terra.
Vedo gli umani che nascono
gli umani che muoiono,
mentre io vivo la mia vita
senza anima e infinita.
GIADA
Piccoli occhi colorati
giocano con il vento
che soffia leggero.
Animali che vagano
in cerca di qualcuno
che giochi con loro.
Le piccole stelle
che illuminano la sera
con il loro splendore
e parlano di quanto
si può creare nei cieli
dell’immaginazione.
Il sole caldo e splendente
giallo e luminoso
che sorride
e regala armonia.
IO SONO LA NATURA.
MEGAN
L’aria mi accarezza col vento
e gioco col cielo bianco.
La sera attraverso le finestre
guardo tutti voi dormire
nelle vostre case
mentre io mi stupisco
ammirando le stelle lontane.
In autunno divento vecchia
e mi stacco dal babbo albero,
poi muoio nella stagione
del freddo inverno.
A primavera tante sorelle
rinascono per abbellire
le braccia del babbo
e donare allegria alle persone.
IO SONO LA FOGLIA
ILYA
Io sono verde,
piena di fiori variopinti
che parlano nei campi.
I trattori mi fanno il solletico
e io, anche se soffro un po’,
li ringrazio di aiutarmi
a sfamare gli uomini.
A volte mi rubano i figli campi
per costruire palazzi,
rimane poca natura
e a me dispiace tanto.
Quando in inverno
mi ricopre la neve
io mi addormento
sotto la grande
coperta bianca
e aspetto il ritorno
di quella verde
che mi dà la felicità.
IO SONO LA CAMPAGNA
SERGIO
Io sono il bosco di montagna,
rinfresco i passanti
e offro le dimore a tanti animali.
A volte sono triste:
quando accendono il fuoco
assassino che mi uccide.
Il mio cuore verde
si spezza in mille granelli grigi.
Sono felice quando mi rispettano
e posso ammirare tranquillo
il panorama da lassù
sotto la cresta della montagna
che mi fa sentire vicino
al sole brillante
nell’immenso celeste.
JASON
Io sono una figlia della natura,
i miei petali sono piccole labbra
che si muovono dolcemente
a ritmo dell’aria.
Dagli alberi le foglioline
cadono sui miei petali delicati,
verdi cappellini regalati
dai miei alti e grandi fratelli.
Io sono un fiore,
mi sento gentile e divertente,
faccio amicizia con la stella alpina,
la violetta, l’orchidea e la margherita.
A volte facciamo il girotondo
attorno al sole splendente,
il vento ci porta su nel secondo mare
e dormiamo nella schiuma celeste.
IO SONO LA ROSA.
MARGHERITA
Io sono la flora,
faccio nascere il verde
della bellezza e dell’armonia,
regalo all’uomo ossigeno
e nutro la sua vita.
Mi sveglio la mattina
insieme al padre sole
e comincio a lavorare
prima che l’uomo si svegli:
sono una fabbrica colorata
che lavora e si diverte.
Mi ferisce l’anima
sentirmi inquinata
dall’uomo incosciente,
perché lo fa non lo so,
eppure lo aiuto tanto.
Se continuerà mi ammalerò
e un giorno non ci sarò più
SARA
SIAMO TUTTE E
TUTTI IN
PENSIERO
RIFLESSIONI SUI
“CONTRARI
FILOSOFICI”
RAGIONE/PASSIONE
La passione di andare a scuola è molto bella
e divertente perché si approfondisce la
ragione.
ANTONIO
La passione è quando vuoi fare una cosa che
viene dal cuore, invece la ragione è una cosa
che fai, però prima di agire pensi e poi fai.
Secondo me la passione e la ragione
dovrebbero collaborare perché possono stare
bene insieme.
MEGAN
La passione è come una calamita che ti
attira. La ragione è una scatola con dentro
tantissimi pensieri.
ADRIANO
La passione per me è andare a scuola per
aumentare la conoscenza.
JASMIN
Per me la passione è molto bella, perché
posso fare tutto quello che mi piace. La
ragione è quando ti senti dentro di fare
quello che decidi.
DENISE
La passione è una cosa che viene dal cuore e
si fa senza pensarci, come una calamita che
si attacca. La ragione si usa pensando alle
conseguenze, ma se pensassimo sempre alle
conseguenze non potremmo fare niente.
LISA
Io penso che la ragione sia brutta in
confronto alla passione che, secondo me, è
più bella perché fai quello che vuoi.
GIACOMO
Io penso che la passione di andare a scuola
sia una ragione per imparare, studiare e
riflettere.
BEATRICE B.
Io penso che ragionare sia giusto, però ci
vuole anche la passione, se no ti fissi troppo
e non puoi fare niente. La passione, però,
non può stare da sola, se no fai certe cose e
ci rimetti. La passione e la ragione devono
stare insieme.
CHIARA
La passione è quella che ti costringe a fare
una cosa. La ragione è un bisogno ma devi
pensarci su.
MANUEL
Per me la passione è qualcosa a cui sei
attaccato e che ti piace particolarmente; una
voce dentro di te ti dice che la devi vivere per
provare piacere. La ragione è importante,
però non bisogna ascoltare solo quella,
perché nella vita serve spesso rischiare. Se
seguissi soltanto la ragione, cioè le
conseguenze, non avrei mai un’avventura.
GINEVRA
La passione non è sempre bella; c’è anche
la passione negativa che dà un’emozione
brutta, per esempio quella di uccidere.
Bisogna avere la libertà di ragionare prima
di agire o commettere atti cattivi.
BEATRICE C.
La passione e la ragione stanno insieme
anche nello scienziato perché, prima di
studiare un fenomeno e ragionarci su, viene
colpito da un’emozione che gli dà
l’entusiasmo di provare a capirlo.
CRISTIAN
Per me la danza è una passione che mi ha
catturato, mi è entrata dentro il cuore e mi fa
sentire felice. Però per imparare a danzare
devo usare anche la ragione e stare attenta
alle spiegazioni della maestra, altrimenti non
riuscirei a realizzare bene la mia passione.
SANDY
Io ho la passione per la musica, perché è
bella e me la sento suonare dentro. Però
devo usare anche la mente e ragionare per
poter conoscere sempre meglio il linguaggio
musicale, imparare a suonare e, magari,
anche a comporre. Per me la passione e la
ragione vanno d’accordo e spero che
insieme mi facciano diventare un bravo
musicista.
NICOLA P.
NATURA/CULTURA
Io penso che la cultura sia molto importante
perché è la nostra sopravvivenza reale: senza
la cultura non ci saremmo noi come esseri
umani.
JASMIN
La natura era bella ma per colpa dell’uomo
è diventata un porcile. L’uomo, sviluppando
una cattiva cultura, l’ha usata come un
oggetto di sua proprietà
REBECCA
La cultura fa parte di noi, ma non è la
nostra natura distruggere i luoghi più belli
del mondo. La natura è la cosa migliore per
noi, è il luogo dove abbiamo iniziato la
nostra vita sempre più culturale.
IRIS
Io penso che la cultura non possa sorpassare
i limiti della natura, perché la natura serve
all’uomo.
LUCA
La natura è una distesa di verde che
purtroppo l’uomo sta distruggendo. Una
cultura diversa è quella che potrà salvare la
natura.
SOFIA
La natura non va distrutta, perché ha un
limite e, se verrà superato, non ci sarà più
niente. Allora gli uomini saranno costretti a
far rinascere la natura ma, visto che non è
possibile, dovranno mangiarsi i loro soldi.
GIADA
Noi facciamo parte della natura e dobbiamo
rispettarla, se no moriamo anche noi.
ANDREA B.
Io penso che la natura sia finita, perché ha
un limite da non superare; è come un muro
che non si può scavalcare perché,
superandolo, si fermerà la scala della vita,
forse eterna.
BEATRICE B.
Gli uomini stanno influenzando la natura, è
come una malattia che ha dei batteri che
distruggono la natura.
ADRIANO
Gli uomini che inquinano il mondo si
ammalano da soli. La cultura è artificiale e
nasce dalla mente dell’uomo che sceglie di
operare delle azioni; però deve tener conto
del naturale, perché è necessario e ti dà una
mano per vivere. L’uomo può migliorare la
natura ma non cambiarla, perché la sua
libertà non può andare oltre la necessità che
lo fa vivere.
MEGAN
Gli uomini a volte usano una cultura che li
porta a fare delle cose senza pensare alle
conseguenze. Secondo me, invece, pensare
alle conseguenze è importante perché si
possono evitare guai.
GINEVRA
Non tutte le culture nei confronti della
natura sono uguali: ci sono quelle che non
si preoccupano delle necessità della natura e
la inquinano. Invece altre persone hanno
una cultura che fa loro amare la natura per
la sua bellezza e la studiano per avere con lei
un rapporto di passione e conoscenza.
NICOLA P.
La natura è d’importanza vitale per l’uomo e
per questo deve restare in vita.
MANUEL
L’uomo con la sua mente deve ragionare e
capire che la natura è meglio salvarla che
ucciderla. Natura e cultura sono due cose
diverse, però a volte collaborano anche
perché noi uomini siamo fatti di natura e
cultura.
ILYA
Ha ragione Ilya sulla collaborazione, però
occorre che l’uomo sviluppi la sua mente e
tiri fuori dal cervello i pensieri sbagliati sulla
natura.
ADRIANO
Per me la cultura vuol dire che l’uomo deve
pensare a quello che fa, se no la sua vita può
finire male.
ANDREA P.
Secondo me l’uomo deve intervenire sulla
natura con la cultura quando ce n’è
bisogno. Per esempio a volte è necessario
tagliare degli alberi per costruire certe cose;
però non bisogna esagerare, se no si muore
tutti.
JASON
La natura e la cultura sono tutte e due
importanti: lo sento dentro di me quando
con la mia cultura penso a quello che è
giusto fare per rispettare le regole e le leggi
della natura.
MARGHERITA
Per me la cultura è una passione di
conoscenza che ci attrae molto per sapere di
più e vivere meglio insieme.
FRANCESCA
Per me la cultura è necessaria per conoscere
il mondo e cercare di capirlo per imparare a
vivere bene all’interno della verde natura.
PAOLO
TEMPO/ETERNITA’
L’ eternità è come una scala che si allunga
ogni volta che saliamo e non finisce mai. Il
tempo invece è una normale scala che ha un
inizio e una fine.
ANTONIO
Quando vado al parco Pitagora ed entro nel
tunnel il tempo finisce. Io sono felice nel
tunnel e non vedo l’ora che il tempo si fermi
e diventi eterno.
SERGIO
Io vorrei che il tempo non finisse, per
esempio vorrei che le vite di tutti fossero
infinite. A me piace l’eternità perché potrei
vedere delle cose che forse da morto non
vedrò.
NICOLA L.
Il tempo sembra che passi piano, invece
scorre più velocemente di quello che
pensiamo. L’eternità è quando devi fare la
fila ed aspettare e sembra che il tempo non
passi mai.
MANUEL
Il tempo scorre sempre, a noi sembra che
quando giochiamo scorra troppo
velocemente. Invece, quando non ci
divertiamo, sembra che il tempo non scorra
mai ma in verità scorre sempre uguale.
L’eternità è come se il tempo non scorresse
mai e si rimanesse sempre nello stesso
punto.
SARA
Per me il tempo finisce perché, quando
finirà la vita, finirà anche il tempo.
ANDREA B.
Il tempo ha un inizio e una fine, l’eternità
nessuno dei due. Io vorrei che la mia vita
fosse eterna per poter aiutare, consigliare di
non uccidere gli umani che nasceranno
dopo di me.
GIADA
L’eternità è infinita come l’universo, ma
anche la nostra vita è eterna. Noi moriamo
ma la nostra anima va in cielo e lì continua
la vita.
TOMMASO
Se non ci fosse il tempo la vita non potrebbe
più scorrere. A me piacerebbe vivere
nell’eternità, perché quando faccio un gioco
che mi piace vorrei continuarlo per sempre.
VIRGINIA
Il tempo è una cosa che scorre velocemente e
finisce. L’eternità è una cosa che non finisce
mai come il miglior amico dell’uomo, cioè
Dio. Con il tempo si nasce, si cresce e si
muore. La cosa più brutta è la morte, perché
noi ci spengiamo proprio come un robot
senza carica. L’eternità per me è
meravigliosa, perché le cose belle non
dovrebbero finire mai.
MEGAN
Il tempo è un fiume che scorre lento, ma
scorre. È come un orologio che non si ferma
mai finché non muore. L’eternità invece non
assomiglia ad un orologio, perché non
scorre e non finisce mai.
SILVIA
L’eternità è una cosa infinita come l’anima
che vive molte volte. Invece noi ci fermiamo
alla stazione per il paradiso e siamo tristi
quando arriva il treno della morte.
IRIS
L’eternità è un’immensa stanza buia che
sembra non finire mai più e non possiamo
neanche immaginarla.
LISA
Il tempo è una corsa di tutto: mentre passa
facciamo quello che ci pare, sono tanti
numeretti che corrono. Invece l’eternità è
quando sembra che il tempo non passi mai,
come una scatola dentro cui si soffoca.
MARGHERITA
Io penso che il tempo sia più bello
dell’eternità, perché so che cosa fare e lo
controllo mentre passa. L’eternità mi mette a
disagio perché non la conosco e non riesco a
controllarla.
REBECCA
Io penso che il tempo sia importante, se no
non ci sarebbe l’orologio. Penso che
possiamo durare fino all’eternità, perché
abbiamo un’altra vita da passare.
JASMIN
L’eternità è una scala immobile che
attraversa il tempo infinito. Noi umani non
possiamo salirci perché siamo finiti.
CRISTIAN
L’eternità è come un infinito fiume dove
l’acqua non scorre mai. Il tempo è un fiume
che scorre continuamente, ma finisce nel
mare della morte.
FINITO/INFINITO
Infinito vuol dire che non se ne può vedere il
confine. Per esempio l’universo è formato da
infinite galassie. Finito vuol dire che si può
vedere il contorno. Per esempio la natura
della terra, purtroppo, è finita.
ANTONIO
L’universo è una striscia infinita di colore
blu scuro con incisi sopra dei pianeti e delle
stelle. I pianeti sono finiti, cioè hanno un
confine, le stelle sono molto grandi ma
anche loro sono finite. Secondo me
l’universo non è un granello di sabbia, ma è
uno spazio enorme che noi uomini non ci
possiamo neanche immaginare.
CHIARA
L’infinito è come una grande espansione
piena di ombre e di pianeti da scovare. Il
finito è molto bello perché, se non ci fosse, le
giornate non finirebbero mai e non
potremmo ricominciare a vivere un altro
giorno.
REBECCA
L’infinito è l’universo: una coperta scura e
senza contorni con tanti disegni misteriosi e
sconosciuti. Il finito è il corpo: uno stampo
che ogni giorno si moltiplica.
IRIS
Per me la mente è infinita, perché i pensieri
non finiscono mai.
FRANCESCA
Il finito è una cosa che a un certo punto
finisce, come una casa in costruzione che
prima o poi sarà finita. Il nostro infinito è
come un sogno, perché quando dormiamo
facciamo tanti sogni, ma quando ci
risvegliamo finisce tutto il bello.
MARGHERITA
Il mare è finito ma a noi sembra infinito
perché non ne vediamo la fine. L’infinito è
una cosa che veramente non finisce mai e
noi non lo possiamo vedere ma solo sognare.
SILVIA
A me piace molto l’infinito perché si possono
vedere cose mai viste, oppure conoscere cose
mai conosciute. Un esempio è la mente che è
infinita e dentro di essa vivono i colori delle
emozioni e dei pensieri. Il finito, per esempio
il mondo, ha un limite di spazio e di tempo;
anche le creature che lo popolano sono
finite.
BEATRICE C.
Per me il finito può essere anche molto
lungo, ma poi finirà. L’infinito è per sempre,
ma noi non ci riguarda perché siamo esseri
finiti.
ANDREA P.
Finito e infinito: questo è ciò che ci circonda
ogni giorno. Finito il nostro cuore, infiniti i
sentimenti che racchiude.
GINEVRA
Il finito indica che qualcosa finisce come
una storia d’amore fra due innamorati.
L’infinito è una cosa che vorresti non finisse
mai, per esempio l’amore.
MEGAN
L’infinito è una cosa che non finisce mai
come l’universo oppure i nostri pensieri, ne
possiamo pensare milioni e milioni. A me
piace questo infinito perché ci fa scoprire
cose nuove. I tantissimi pensieri della nostra
mente sono come le stelle nello spazio
infinite e molto luminose.
MATTEO
L’infinito è una immensa scia blu che mi
incuriosisce molto.
SOFIA
Per me l’infinito è come l’amicizia che non
si dovrebbe mai perdere, perché se no non si
potrebbe mai giocare, studiare e amare.
DENISE
Finito: un motociclista che sale su un aereo
dall’alto vede il circuito intero.
Infinito: il motociclista a cavallo della sua
moto non riesce a vedere oltre le curve e non
ha una visione finita.
Finito: se io mi metto a sedere e guardo un
fiore, lo vedo intero.
Infinito. Una formica, che sta sopra un
petalo dello stesso fiore, lo vede infinito.
VIRGINIA
Il corpo è uno solo dalla testa ai piedi, cioè
finisce; ma i pensieri che sono dentro la
mente che si trova in una parte del corpo,
cioè il cervello, sono infiniti.
ILYA
Il finito è una cosa che finisce come quando
costruisci un tavolino e dopo un po’ di tempo
è finito. Io vorrei che a scuola il tempo non
finisse mai e imparare più cose, perché mi
diverte.
NICOLA L.
Il finito è bello perché puoi vedere come è la
forma di una cosa e quali sono i suoi
confini. L’infinito è troppo grande, ma per
qualcuno è molto bello da guardare ed
esplorare.
LISA
Per me l’infinito è quando arrivo a scuola e
aspetto la ricreazione. Quando arriva la
ricreazione il tempo lo sento breve e finito,
perché sembra che passi in cinque minuti.
JASON
Il finito è una cosa di cui posso vedere il
confine, per esempio l’Italia, però solo da un
posto molto alto. L’infinito è una cosa che
non posso calcolare, come lo spazio. I
pensieri sono infiniti, ma quando si muore si
spengono come una candela.
ADRIANO
Il finito è quando una cosa inizia e poi
finisce, invece l’infinito è una cosa che
vorresti vedere dove finisce ma non puoi
farcela, perché non c’è una fine. Per me è
meglio l’infinito, perché sono curiosa e mi
interessa molto vedere anche quello che non
so dove finisce.
SARA
La vita dell’uomo è un concetto finito,
perché ha un inizio e una fine. L’uomo però
sogna l’infinito, perché gli piacerebbe vedere
quello che succede dopo la sua morte e per
questo spera di vivere in eterno in paradiso.
SANDY
LIBERTA’/NECESSITA’
Un signore prende una tartaruga in uno
scatolone, la porta a casa e la mette in un
campo. Dopo due mesi la ritrova nello
scatolone e gli dice:
-Ma come? Io ti ho dato la libertà e tu te ne
stai nello scatolone?
- Certo, libertà vuol dire poter scegliere e
non essere obbligati. Non esiste la libertà
obbligatoria.
Necessità vuol dire fare delle cose che non ci
piacciono, ma vanno fatte per il nostro bene.
Per esempio per me è necessario andare dal
dottore.
ANTONIO
Per me la libertà è molto bella perché puoi
fare quello che vuoi. Però può essere bella
anche la necessità, perché a volte le cose
necessarie che fai possono anche piacerti.
GIACOMO
La libertà va bene perché fai quello che
desideri, ma ci sono anche delle regole da
rispettare e, se non vengono rispettate,
possono accadere delle cose brutte.
PAOLO
La libertà è anche andare a scuola per la
necessità di sapere. In questo caso la libertà
non è il contrario della necessità, ma ne fa
parte. La necessità però non può essere una
grande gabbia che non si apre mai, ma deve
aprirsi per far essere liberi tutti.
TOMMASO
La libertà secondo me è proprio bella,
perché sei libero di esprimerti come vuoi e
sei tu a scegliere. La necessità per me non è
molto bella, perché sei obbligato a fare una
cosa anche se non ti piace.
MEGAN
Per me la libertà è molto bella, ma secondo
quello che fai potrebbe essere anche cattiva.
ANDREA P.
La libertà per me è un mondo di gioco ma
allo stesso tempo di crudeltà che fa molto
male.
RACHELE
Per me la libertà è fondamentale perché si
può scegliere di fare qualcosa. Anche la
necessità è una cosa fondamentale: per
esempio si deve andare a scuola per
imparare.
SILVIA
La libertà è quando devi decidere tu che cosa
fare. La necessità è una cosa che non decidi
ma devi farla lo stesso.
MANUEL
Io penso che la scuola sia libera e
necessaria perché appartiene a tutte e due.
NICOLA L.
Per me la libertà è molto bella, perché si può
giocare liberi con gli amici e divertirsi. La
necessità è molto brutta, perché ti impedisce
di giocare e di essere molto più festosi.
DENISE
La libertà è molto bella, perché la nostra
mente può volare con i nostri pensieri; ma
non si può levare la libertà agli altri, perché
tutti hanno il diritto di far volare i pensieri.
SOFIA
Io mi sento contento quando vado dalla
nonna a vedere il fiume e le piccole cascate;
però non sono libero di entrarci, perché ci
sono dei pericoli e devo accettare la necessità
di evitarli.
CRISTIAN
CORPO/MENTE
Per me il corpo serve per un mucchio di
cose: correre, fare il bagno, applaudire,
ammazzare…Serve per tutto il nostro corpo
e si collega con la mente. La nostra mente è
una strada di idee, sogni, desideri e pensieri.
Il corpo e la mente sono tutti e due
importantissimi.
MARGHERITA
Per me il corpo e la mente sono tutti e due
importanti, perché col corpo puoi fare tante
cose diverse che derivano dalla mente.
ADRIANO
Il corpo e la mente servono tutti e due per
vivere, perché con il corpo cammini e fai
altre cose e con la mente ragioni.
SERGIO
Io penso che servano sia il corpo che la
mente e noi non possiamo obbligarli a stare
separati, perché possono anche stare
insieme.
CHIARA
Per me la mente è una sfera della verità che
ci spiega tutto. Il corpo è un mezzo di
trasporto molto utile che ci segue per tutta la
vita.
IRIS
Il corpo per me è inutile, perché non può
racchiudere i pensieri o la fantasia. La
mente è la cosa più bella che ci sia, perché
custodisce i nostri pensieri.
REBECCA
Secondo me il pensiero della Rebecca, che
dice che il corpo è inutile non va bene: se il
corpo è inutile, come fa a scrivere? Come va
in bicicletta?
ANDREA B.
Secondo me il corpo e la mente sono amici e
lavorano insieme: la mente comanda il
corpo che la ospita dentro di lui.
SOFIA
Per me sono importanti il corpo e la mente
perché, se ci fosse solo il corpo, non si
potrebbe fantasticare e ragionare. Se ci fosse
solo la mente non si potrebbe scrivere e
giocare: per far conoscere questo pensiero
ho usato il corpo e la mente.
LISA
Il corpo è importante, perché senza di lui
non potremmo fare la maggioranza delle
azioni; ma è importante anche la mente,
perché senza di lei non si potrebbe
fantasticare e pensare.
ANTONIO
Io penso che il corpo sia finito come un
puzzle. La mente è finita e infinita. E’ finita
perché di fronte ad una cosa molto difficile è
imprigionata in una sfera e quindi non può
ragionare. E’infinita quando faccio un
sogno, perché la mente dice e pensa quello
che vuole.
BEATRICE B.
Io penso che il corpo non sia molto diverso
dalla mente, perché quando si è malati la
mente non riesce a pensare. Invece quando
si ha paura il corpo lo sente perché trema.
GIADA
La mente è un magazzino immenso di idee,
emozioni e colori, la mente è il burattinaio
del corpo. Tutti e due sono necessari: uno
non può sopravvivere senza l’altro. Dove
finisce la mente quando si muore? Per me
piano piano si spegne come una lampadina
più lentamente che mai.
BEATRICE C.
Il corpo è uno solo e dobbiamo amarlo. Se
non ci fosse, non potremmo fare azioni,
amare e neanche giocare. Invece la mente è
un palazzo pieno di idee che abitiamo e dove
possiamo esprimerci.
SARA
Secondo me il corpo e la mente servono tutti
e due. Se ci fosse solo il corpo le cose le
faresti senza pensarci. Invece, se ci fosse
solo la mente, tu pensi e ripensi ma non puoi
fare niente oltre che pensare.
LUCA
Io penso che la mente sia utile, perché con
lei ci si inventano amici immaginari che ci
fanno compagnia.
GIACOMO
Io penso che la mente sia l’ amica del
cervello, perché sono tutti e due intelligenti.
JASMIN
Se la mente non ci fosse, noi non si potrebbe
più pensare, studiare e giocare. Se il corpo
non ci fosse, noi non potremmo più correre,
mangiare e parlare con gli amici. Io sono
contenta di averli tutti e due.
DENISE
Il corpo e la mente collaborano: ad esempio,
quando si parla dei contrari filosofici , penso
dei pensieri e il corpo li scrive con le mani, le
corde vocali me li fanno leggere.
NICOLA L.
Il corpo è molto utile per tutte le cose che
facciamo. La mente è molto importante,
perché altrimenti non potremmo prendere le
decisioni.
MANUEL
Per me il corpo è utile, ma anche la mente
serve per tante cose come la conoscenza e
l’amicizia che sono due forti legami.
Potranno anche finire, ma più spesso
restano insieme e legati.
ANDREA P.
Secondo me la mente è un’enorme sfera di
pensieri e di decisioni. Il corpo invece è un
signore dell’armonia che ti diverte facendo
vivere i pensieri della mente.
RACHELE
Il corpo è come una macchina robotica
inventata da Dio che ci permette di scrivere e
di fare tante altre cose. Viene controllato
dalla mente che ci fa pensare alle domande,
poi ci suggerisce le risposte e ci aiuta a fare
le cose correttamente.
MEGAN
Io penso che il corpo sia uno strumento per
scrivere, giocare e fare tante altre cose che
vengono suggerite dalla mente.
FRANCESCA
Con la mente puoi comporre una melodia
musicale inventata da te, però serve anche il
corpo perché la puoi scrivere e suonare. Il
corpo serve per far apparire quello che noi
abbiamo dentro.
NICOLA P.
UNO/MOLTEPLICE
Per me uno e molteplice è molto
interessante, perché io sono una ma sono
composta di tante particelle come un puzzle.
Quando il puzzle è finito è uno ma è sempre
molteplice, perché è formato da mille
pezzetti.
VIRGINIA
Uno e molteplice mi fa pensare ad
Arlecchino, perché è di tutti i colori che sono
come particelle. Anche noi siamo un po’
Arlecchini, perché siamo fatti di tante parti
diverse che formano insieme quello che
ognuno di noi è.
SERGIO
Io penso che la nostra classe sia molteplice,
perché siamo tutti diversi e ognuno ha i suoi
pensieri e i suoi gusti. Però può formare
anche una unità perché facciamo le cose
insieme. Arlecchino è molteplice, ma nello
stesso tempo è anche uno, come tutti noi.
RACHELE
Io sono un solo bimbo, però mi sento
molteplice. Per esempio, quando suono, mi
sento un artista e provo gioia. Quando sono
ammalato mi sento triste e se guarisco provo
una grande allegria. Quando sto con la
mamma sono il suo bambino, quando sto
con i compagni sono un loro amico.
Io sono io, ma anche tante persone diverse
che vivono dentro di me.
NICOLA P.
Per fare uno spettacolo ci vogliono tante
componenti, altrimenti non riesce bene.
Anche lo spettacolo della vita ha bisogno di
tanti attori che abitano dentro di noi e ci
fanno rappresentare tante belle scene.
MARGHERITA
Per formare un molteplice ci vogliono
tantissimi uno. Per formare un uno ci
vogliono tantissimi molteplici.
ANDREA B.
Io penso che uno e molteplice siano diversi:
molteplice sono tante cose e uno è una cosa
sola. Però sono anche simili, perché tante
cose possono diventare una sola e una sola
può diventare tante cose.
GIACOMO
Anche per me l’uno è una classe che però è
formata dal molteplice, perché ci sono
bambini diversi con tanti pensieri, idee e
sentimenti.
LUCA
Per me l’uno da solo non esiste: ci vuole
anche il molteplice che è unito all’uno.
BEATRICE B.
Uno di solito non è mai una cosa sola,
perché è formato da tante cose diverse. Io,
per esempio, sono formato da tante ossa,
tanti organi, tante cellule; ma tutte queste
cose formano un essere solo, cioè me.
Dentro di me poi ci sono idee, sentimenti,
passioni, fantasie e tanti sogni.
ANTONIO
In realtà l’uno non esiste, esiste solo il
molteplice, perché tutte le cose sono formate
da tante parti.
SOFIA
Io penso che ogni persona sia fatta di tante
particelle che compongono il suo corpo. Ma
anche ogni mente è molteplice, perché è
fatta di molti pensieri diversi, belli o brutti
che siano.
PAOLO
IO/L’ALTRO
Da quando nasciamo ci serve l’altro che ci
aiuti a vivere, se no moriremmo.
CRISTIAN
L’io può vivere anche senza l’altro, però
rimane solo e allora la vita diventa triste e
noiosa. Se invece l’io sta con l’altro, la vita è
divertente e interessante, perché ci si può
conoscere a vicenda e vivere delle esperienze
insieme.
NICOLA P
Stare insieme agli altri è bello, perché si
possono imparare tante cose. Per esempio
noi bambini possiamo conoscere giochi
diversi che ci piacciono, perché possono
essere più belli di quelli già conosciuti.
RACHELE
La mia mamma mi ha raccontato che un
giorno in un bar è entrato un signore nero e
il proprietario gli ha detto:
-Qui le bestie non sono accettate.
Io penso che non sia giusto che quelli di
pelle diversa non siano rispettati, perché
siamo tutti esseri umani e abbiamo bisogno
di rispetto anche se siamo tutti diversi. Poi
penso che anche le bestie devono essere
rispettate e non si può usare il loro nome per
offendere.
LISA
Io una volta quando ero andato al bar a fare
colazione, ho sentito il barista dire ad un
nero che era entrato:
-Noi non accettiamo le scimmie.
Io ho provato tristezza per il nero e rabbia
per il barista.
JASON
Il mio babbo fa il barista, ma non ha mai
cacciato nessuno. Io sono molto contento di
lui.
TOMMASO
Io penso che l’altro si debba rispettare
perché siamo tutti uguali tranne la pelle.
Non dobbiamo mai disprezzare l’altro e
vorrei che fosse una regola.
JASMIN
Io mi sono fatta una domanda:
-Perché, anche se la mia mamma è
immigrata dalla Svezia,non la cacciano via
nei bar?
Il maestro mi ha risposto:
-Perché nonè di carnagione scura.
E che importa se siamo diversi? A certa
gente importa solo di quello. Di solito i
bambini sono più intelligenti degli adulti
perché accettano le persone diverse.
REBECCA
Quello che ha detto Jasmin è giusto, perché
nessuno deve escludere gli stranieri che sono
come noi. Se andremo in un altro paese
saremo stranieri anche noi e non ci
piacerebbe essere maltrattati.
MANUEL
Io tutti i sabati al mercato vedo i poliziotti
che mandano via i neri che vendono a calci.
A volte li portano via con le macchine e ho
paura che li mettano in prigione. Ci rimango
molto male perché anch’io vengo da un altro
paese, la Russia. Per fortuna a scuola sono
ben accolto dagli amici, anche se a volte
possiamo litigare, e ho trovato un altro
babbo. Però c’è un problema: mi manca la
neve.
ILYA
Quello che ha detto Jamin è giusto. Non
sarebbe tanto bello se tu fossi un
marocchino e qualcuno ti dicesse
“marocchino”in modo offensivo.
NICOLA L.
Io sono una persona e l’altro è una persona
che bisogna trattar bene. Se un altro mi
disprezzasse ci rimarrei molto male.
DENISE
Con gli altri ci si dovrebbe comportare
meglio, anche con le persone di altre paesi e
di altri colori. Non conta il colore, ma come
siamo dentro.
FRANCESCA
Se l’io che offende un altro io si trovasse al
posto di quello che ha offeso, come ci
rimarrebbe?
Le persone hanno bisogno di altre persone,
perché non si può vivere senza qualcuno
accanto.
MATTEO
Perché gli uomini bianchi escludono quelli
neri? Perché non possiamo essere tutti
uguali? Dentro il “guscio” della pelle siamo
tutti uguali. Prima di giudicare qualcuno
bisogna conoscerlo.
BEATRICE C.
Io penso che il pensiero di Jasmin sia molto
istruttivo, perché anche se siamo diversi
siamo tutti uguali e bisogna rispettarci a
vicenda.
SILVIA
Io penso che il pensiero di Jasmin sia molto
giusto, ma qualcuno non lo rispetta.
Io sono io, cioè me stessa con il mio cuore e
la mia mente. L’altro invece è un’altra
persona, non importa come è fuori ma come
è dentro e, soprattutto, bisogna volersi bene.
SARA
Per me l’io non è un essere solo, perché c’è
l’altro che ci aiuta e ci fa superare le
difficoltà.
BEATRICE B.
Quando sono sola non mi sento isolata,
perché ho l’amico immaginario che lo
specchio interiore mi permette di incontrare
e di parlarci.
GIADA
Anche se siamo soli dentro una camera,
siamo sempre insieme all’amico
immaginario che è come uno specchio
interiore che ci rispecchia. Invece siamo soli
quando non riusciamo a parlare con noi
stessi.
ANDREA B.
Io penso che tutti gli io devono aiutarsi per
difendersi e stare bene insieme. Se tutti gli io
si rispettassero, il mondo sarebbe migliore.
L’io deve sapere che l’altro gli può
insegnare molte cose.
SOFIA
Per me io sono bello, ma anche l’altro,
perché siamo tutti belli.
GIACOMO
Io penso che l’io non sarà mai solo, perché
c’è sempre l’altro che l’aiuta. Anche quando
l’io sarà solo dentro di sé ci sarà sempre un
aiuto importante.
IRIS
Per me l’altro è una persona da rispettare,
proprio come me. Io mi rispetto e tutte le
volte, prima di non rispettare qualcuno, mi
domando:
-Perché non lo dovrei rispettare?
GINEVRA
Io penso che l’io da solo piange, ha bisogno
dell’altro perché l’altro permette a noi
umani di vivere.
CHIARA
Io guardando la televisione ho visto un film
dove un signore bianco ha fatto cadere
apposta un bicchiere ad un cameriere nero e
poi gli ha detto:
-Brutto nero, vattene via da qui!
Io ci sono rimasta molto male perché tutte le
persone vanno rispettate; per questo ha
ragione Jasmin.
MARGHERITA
OGGETTIVO
/
SOGGETTIVO
Quello che pensano Rebecca ed Andrea sul
corpo sono due cose soggettive. Secondo me
è bello sentire cose vere che dicono gli altri,
ma anche dire cose vere o non vere che
penso io.
Secondo me se non esistesse l’oggettivo
scoppierebbe una guerra grandissima perché
tutti vorrebbero avere ragione. Ma se
esistesse solo l’oggettività non si potrebbe far
volare i pensieri.
Quando si scrivono i racconti fantastici si
usa la soggettività, se si scrive un testo
realistico si usa l’oggettività.
SOFIA
Quando scriviamo le storie non ci si accorge
che ci si trova nella soggettività immensa.
Oggettivo e oggettivo servono tutti e due. Se
noi vivessimo solo nell’oggettività
dovrebbero andare bene a tutti le cose
ragionate da tutti. Se invece vivessimo solo
nella soggettività, alcuni direbbero sì e
alcuni direbbero no, così verrebbe fuori una
guerra e non si vivrebbe bene.
GIADA
Oggettiva è una cosa che non si può negare,
come “Iris ha un grembiule bianco”. Il
soggettivo è una cosa che uno dice come
vuole.
BEATRICE B.
I poeti e gli artisti usano sia l’oggettività, sia
la soggettività, perché vedono le cose con gli
occhi della fantasia.
Quando scriviamo le storie fantastiche a
scuola usiamo la soggettività, però usiamo
anche l’oggettività, perché ci ispiriamo ad
una cosa realistica e la trasformiamo in una
fantastica.
REBECCA
Il soggettivo è importante, perché se no non
ci sarebbe la fantasia. Però la fantasia non
c’è da usarla troppo perché, se ti buttassi da
duecento metri come nei cartoni animati,
non ti rialzeresti e saresti morto. Allora serve
anche l’oggettività che ti fa capire come
stanno veramente le cose
TOMMASO
Per me la libertà assomiglia alla soggettività,
perché ognuno può pensare e immaginare
quello che vuole. L’oggettività assomiglia
invece alla necessità perché non puoi
scegliere. La maglia di Paolo è blu e nessuno
lo può negare.
LISA
Io mi sento molto soggettivo quando penso a
cose fantastiche e mi lascio prendere in un
mondo tutto mio. Ma poi ritorno nel solito
mondo e rivedo le cose oggettivamente.
Per esempio, a volte prendo dei cuscini,
faccio finta che siano macchine e immagino
di guidarle. Quando mi viene il sonno
ritornano cuscini e i miei viaggi immaginari
finiscono.
CRISTIAN
Quando alcuni scienziati cominciarono a
dire che il sole era fermo e la terra gli girava
intorno, furono presi un po’ per matti e le
loro idee erano considerate soggettive. Poi,
però, la scienza ha dimostrato in modo
oggettivo che avevano ragione. Questo vuol
dire che la scienza parte da qualcosa di
soggettivo che è nella testa degli studiosi e
poi diventa una realtà oggettiva.
PAOLO
ESSERE/APPARENZA
Se non ci fossero gli uomini, la natura non
apparirebbe a nessuno. Per questo
l’apparenza è una cosa bella. Senza di lei
l’essere sarebbe triste e sconosciuto.
L’essere è molto importante perché a volte
l’apparenza inganna e quindi deve essere
molto considerato.
LISA
Se non ci fosse l’apparenza noi non
conosceremmo nulla, perché non vedremmo
l’essere che per essere conosciuto ha
bisogno di apparire.
SOFIA
L’apparenza può anche essere una cosa che
appare in un modo ma in realtà è un’altra.
Come un uomo che appare gentile e in realtà
è perfido.
MANUEL
L’essere è una cosa che non sembra ma che
è.
NICOLA L.
Per me l’apparenza è quando ti guardano
esternamente e da lì uno può dire se sei bello
o brutto, ferendo così i tuoi sentimenti.
Invece l’essere è quando ti guardi
interiormente e ti dici come sei realmente.
MEGAN
L’essere può essere un pensiero che è dentro
di te e non ti riesce dirlo. Però possiamo
avere il coraggio di farlo apparire.
MATTEO
La realtà è quello che vedono i nostri occhi
dal vero. L’apparenza è quello che vedono
sempre i nostri occhi, però non lo vedono
davvero perché lo guardano molto
velocemente e perciò non ci riflettono.
SOFIA
L’apparenza può essere un pagliaccio
sorridente che in verità è triste.
SERGIO
Per me l’apparenza è una cosa importante
che permette di conoscere la realtà e si
possono capire tante cose. L’essere è una
cosa vera anche se non appare. Ci sono delle
differenze fra l’apparenza e l’essere, ma noi
abbiamo bisogno di tutti e due.
IRIS
L’apparenza di una persona buona, dolce e
gentile, quando poi è in realtà presuntuosa,
arrogante e per niente gentile. Questo è un
fatto che ci circonda ogni giorno realmente.
GINEVRA
La realtà è la conoscenza di qualcosa di
definito che tutti possono avere. L’apparenza
invece non è un concetto definito, perché
può cambiare ogni momento e ognuno ha la
sua visione.
SANDY
Fra la realtà e l’apparenza ci deve essere un
equilibrio: troppa realtà potrebbe essere
crudele, troppa apparenza non ti farebbe
scoprire la verità.
BEATRICE C.