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le medicine integrate Rivista di medicina Spedizione in abbonamento postale – Allegato B Tipo B – (Tassa riscossa) – Autorizzazione n. 998 del 15.04.09 della Direzione Generale PP.TT. della Repubblica di S. Marino omeopatia fitoterapia omotossicologia floriterapia naturopatia psicosomatica Crocus sativus L. Rivista quadrimestrale di informazione. Anno VIII - n° 3 - Settembre 2012 - € 1.50 ® I N T E G R A T O R I N U T R I Z I O N A L I I prodotti LIFEPLAN sono SENZA AGGIUNTA di lievito vivo, lattosio, glutine, amido, zucchero, sale, coloranti, aromi e conservanti chimici. Sono gli unici integratori alimentari riconosciuti dall’associazione VEGAN, adatti quindi a tutti coloro che seguono questa filosofia di vita. l’integrazione senza glutine DISTRIBUTORE ESCLUSIVO www.promopharma.it le medicine integrate Direttore responsabile Diletta Vaselli Capo Redazione Maurizio Petix Redazione Comitato scientifico PromoPharma sommario Editoriale 05 Insidie della stagione fredda: tosse, faringite, laringite, bronchite, rinite, ecc… Le riserve della Natura non finiscono mai! 06 Grafica Studio Valenti 06014 - S.Maria di Sette Montone (PG) La Dieta Oloproteica® nella prevenzione e terapia dell’invecchiamento Dr. Giuseppe Castaldo, Dr.ssa Laura Castaldo 10 Editore Avalon di Gloriano Amici La medicina complementare nel trattamento della P.E.F.S. 13 Dal mare l’origine vitale del tuo benessere! 17 Larix decidua (Larice) 21 Responsabile Elisa Gessaroli Redazione Avalon Strada Nona Gualdaria, 68 47895 Domagnano Repubblica di San Marino Tel. 0549 907025 Fax 0549 900104 e-mail [email protected] Autorizzazione: Segreteria di Stato per gli Affari Interni Prot. n. 569/75/2009 del 27 marzo 2009. Copia registrata presso il Tribunale della Repubblica di San Marino. Gli inserzionisti sono gli unici responsabili dei contenuti negli spazi pubblicitari. La riproduzione intera o parziale di articoli o immagini deve essere autorizzata dall’editore. PromoPharma Via Biagio di Santolino, 156 47892 Acquaviva (RSM) tel 0549 911030 fax 0549 956700 Dott.ssa Fernanda Russo Dott.ssa Silvia Rossoni, Dr. Franco Gentinetta Ricerca e Sviluppo PromoPharma Maurizio Di Leo Problemi osteoarticolari? Un aiuto con i rimedi naturali per migliorare e mantenere le funzioni del nostro apparato locomotore 23 Dr. Salvatore Corrado Il miele di Manuka 28 Analogia fra omeopatia e fisica quantistica in due casi di psiconevrosi trattati con Sepia Dr. Ciurli Giancarlo 30 Novità, Recensioni WEB, Eventi 33 Notiziario corsi 34 Dott. Luca Avoledo AVVISO IMPORTANTE È in corso il riordino del database degli indirizzi per la spedizione della rivista: tutti coloro che desiderano comunicare delle variazioni all’indirizzo di spedizione o vogliono disdire il servizio possono inviare una e-mail a [email protected] indicando nome, cognome ed indirizzo. Grazie. Happ y . . . n i t W e r ... Una prevenzione intelligente per combattere l’influenza! Una linea completa per la protezione invernale a base di estratti vegetali di Echinacea con Andrographis paniculata (Echinacea indiana) ® editoriale “Prevenire è meglio che curare” Questa semplice frase, che potrebbe essere considerata come una generalizzazione moderna del principio di Ippocrate “Primum non nocere” in realtà a molti di noi ricorda un noto spot degli anni 80 che invitava ad occuparsi della propria salute con continuità. Un messaggio tutt’ora valido ma in gran parte inascoltato se, come emerge da una ricerca commissionata dall’Osservatorio Sanità di una nota compagnia di assicurazioni, specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria, il 43% degli italiani con più di 30 anni si occupa di questioni legate alla propria salute solo in presenza di un sintomo o di un dolore. Si tratta di quasi un adulto su due che non fa alcuna attività di prevenzione medica ma si sottopone a visite ed esami solo quando è il proprio corpo a lanciare specifici messaggi di aiuto. Non sorprende quindi che questa percentuale salga al 63% nella fascia 30-35 anni, quando si è nel pieno delle proprie forze ed è quindi percepita come minore la necessità di fare visite preventive. Poca attenzione però anche tra gli over 55, dove solo il 48% dichiara di fare controlli una volta l’anno. Eppure la retta via la si conosceva già molti secoli fa. Infatti, in un testo classico di Medicina Cinese (500 a.C.) si legge: “I medici saggi non trattano le persone già ammalate, ma istruiscono quelle sane su cosa fare per non ammalarsi. Somministrare medicine per curare malattie già conclamate è comparabile al comportamento di coloro che si mettono a scavare un pozzo dopo che gli è venuta sete o a quello di coloro che forgiano le armi quando la guerra è già stata dichiarata. Non è un pò tardi?”. Ecco perchè, sempre nell’antico Oriente, si narra che il medico venisse ricompensato per ogni giorno di salute dei propri pazienti e che vi era la sospensione del pagamento qualora questi ultimi si ammalassero. Questa leggenda, velata di sag- gezza, sottolinea l’importanza della prevenzione, il cui scopo non è tanto quello di curare il malato o lottare contro la morte, quanto quello di conservare la salute ed il benessere. Dopo questo tuffo nel passato, torniamo ai giorni nostri. Come molti hanno notato l’estate sembra ormai agli sgoccioli, e tempo un mesetto saremo in pieno autunno. Ebbene, come risaputo, autunno e inverno sono forieri di: influenze, simil-influenze, raffreddori, mal di gola... Li vogliamo prevenire? Perché aspettare di essere ammalati? Ebbene, come tutti i lettori di questa rivista ovviamente già sanno, utilizzando la medicina naturale si può, non esiste solo il fatidico vaccino antinfluenzale delle multinazionali!! Un grande aiuto, in tal senso, ci viene dalla fitoterapia, dall’omeopatia e dal drenaggio omotossicologico. 1) La fitoterapia si avvale di sostanze capaci di stimolare le difese immunitarie. 2) L’omeopatia ci offre dei “vaccini” in dosi infinitesimali con cui noi diremo al nostro corpo: “stai attento, questo che vedi sarà il tuo nemico quest’inverno”. 3) L’omotossicologia si avvale di drenanti che liberano i nostri tessuti impregnati dalle tossine accumulate durante l’anno. E’ ora di fare almeno due mesi di terapia preventiva utilizzando una o più delle metodologie sopra indicate per affrontare ripuliti e vigorosi l’inverno, pronti (come De Andrè e Battiato ci ricordano) all’arrivo di un’altra estate: Ma tu che vai, ma tu rimani vedrai la neve se ne andrà domani rifioriranno le gioie passate col vento caldo di un’altra estate. 5 ® Insidie della stagione fredda: tosse, faringite, laringite, bronchite, rinite, ecc… Le riserve della Natura non finiscono mai! Dott.ssa Fernanda Russo Farmacista esperta in Fitoterapia e Omeo-Bioterapie Abstract: Vengono prese in esame le affezioni respiratorie delle vie aeree: principali cause, sintomi più comuni, classificazione… Il regno vegetale è in grado di fornire numerosi fitocomplessi attivi ed efficaci nel trattamento delle malattie da raffreddamento e dei disturbi a carico delle prime vie respiratorie. L’attenzione è focalizzata su un particolare complesso, Lichensed®, costituito da Cetraria islandica, Uncaria tomentosa, Propolis, Drosera rotundifolia. Sono riportati gli effetti di ciascuna di queste droghe, supportati da numerosi studi bibliografici e dagli usi tradizionali. Abstract: the respiratory airways are examined: the main causes, common symptoms, classification... The vegetable kingdom is capable of providing active and effective plant compounds in the treatment of colds and disorders of the respiratory tract. The attention is focused on a particular complex, Lichensed®, consists of Cetraria islandica, Uncaria tomentosa, Propolis, Drosera rotundifolia. Shows the effects of each of these drugs, supported by numerous studies from bibliographic and traditional uses. Parole chiave: tosse, fitocomplessi, droghe antisettiche L’appuntamento con la stagione fredda è vicino e quindi bisogna cominciare a pensare a come affrontare le insidie dell’inverno non facendosi sorprendere impreparati. I disturbi più frequenti sono: la tosse, la faringite, la laringite, la rinite e, nei casi più complicati, la bronchite e la polmonite. Il processo infiammatorio alle vie aeree, si può manifestare in ogni stagione, ma prevalentemente in autunno e in inverno: le rigide temperature, il riscaldamento domestico, quasi sempre fonte di aria troppo calda e troppo secca, rendono infatti l’apparato respiratorio più vulnerabile all’attacco di agenti lesivi. I principali fattori scatenanti sono rappresentati dagli agenti infettivi di natura virale o batterica, poi ci sono quelli ambientali come fumi, pulviscoli e smog, nonché quelli climatici quali il freddo e l’umido. L’inverno è anche la stagione in cui si tengono in funzione gli impianti di riscaldamento, con il problema dell’inquinamento atmosferico che ne consegue. L’azione nociva dello smog viene potenziata dalle condizioni climatiche sfavorevoli come il freddo e l’umido, e favorita dai fenomeni d’inversione termica che in inverno hanno luogo con maggiore frequenza. Recenti ricerche, hanno dimostrato il collegamento diretto fra l’inquinamento dell’aria e l’insorgenza di malattie respiratorie: ecco perché le patologie tracheo-bronchiali assumono un ruolo sempre più rilevante tra le malattie dei paesi industrializzati, al punto di essere considerate, in particolare la bronchite cronica, vere e proprie malattie sociali. Caratterizzata da tosse produttiva continua e ricorrente, la bronchite cronica è una malattia insidiosa e lentamente progressiva che, se non diagnosticata ed opportunamente trattata, conduce ad una seria compromissione della funzionalità delle vie aeree inferiori con esiti anche molto gravi. La tosse rappresenta uno dei sintomi più comuni nelle affezioni infiammatorie delle vie aeree. Costituisce uno dei più efficaci sistemi di difesa delle vie respiratorie per espellere muco in eccesso e qualsiasi altro materiale indesiderato dai bronchi che irriti la mucosa o 6 Keywords: cough, plant compounds, antiseptic drugs che ostruisca il libero passaggio dell’aria, virus e batteri compresi. Da questo punto di vista, la tosse è un micidiale veicolo di diffusione delle malattie infettive dell’apparato respiratorio. Essa si può manifestare in forma secca (stizzosa), persistente e fastidiosa, quando il muco è scarso o denso, oppure può essere di tipo produttivo (grassa) in presenza di abbondante catarro. La forma secca è originata dall’irritazione delle vie aeree e dalle fasi iniziali di processi infiammatori a carico della faringe, della laringe o dei bronchi; è una tosse insistente frequentemente accompagnata da dolori al petto, spesso causa di estenuanti notti insonni, e non causa la produzione di catarro. La forma produttiva, può invece dipendere da una bronchite in fase catarrale, quando cioè lo stimolo irritante genera una iperproduzione di muco. La classificazione è il fondamento per la distinzione tra tossifughi da un lato e balsamici ed espettoranti (mucolitici) dall’altro: i primi vanno nella direzione della soppressione di una tosse “indesiderata”, poiché non utile; i secondi creano le premesse affinchè la tosse “utile” svolga la sua funzione di difesa delle vie respiratorie. La tosse produttiva, insieme alla clearance muco-ciliare, ha la precisa funzione di evacuare le vie aeree per ripristinare il normale passaggio dell’aria. Per questo motivo, una tosse caratterizzata da un’aumentata produzione di muco deve essere trattata con prodotti ad azione espettorante e balsamica. L’impiego dei prodotti naturali Il regno vegetale fornisce numerosi fitocomplessi attivi ed efficaci nel trattamento delle malattie da raffreddamento e dei disturbi a carico delle prime vie respiratorie. La benefica attività delle cosiddette “droghe pettorali” confermata da una lunga e consolidata tradizione, rappresenta un valido supporto in tale trattamento. I prodotti naturali sono attivi come emollienti e fluidificanti delle secrezioni, espettoranti, spasmolitici bronchiali ed antisettici. La formulazione di miscele composte, i cui componenti siano stati ® opportunamente scelti ed associati per ottenere la massima sinergia d’azione, unito all’indubbio vantaggio di non provocare effetti collaterali di rilievo, costituisce sicuramente l’approccio maggiormente efficace. L’impiego di fitocomplessi ad azione balsamica può inoltre essere protratto anche per periodi molto prolungati, soprattutto da chi vive a contatto con ambienti inquinati e dai fumatori (maggiormente a rischio di patologie a carico dell’apparato respiratorio), contribuendo a preservare la corretta funzionalità delle vie respiratorie. Le droghe pettorali, attive sull’apparato respiratorio, vengono generalmente distinte in quattro principali gruppi terapeutici: antisettici delle vie respiratorie, emollienti delle mucose, espettoranti e spasmolitici bronchiali. Antisettiche sono le droghe a base di oli essenziali e la propoli. Gli oli essenziali sono costituiti da complesse miscele di sostanze molto volatili, la cui eliminazione avviene in gran parte a livello bronchiale. Alcuni oli essenziali possiedono in vitro una potente attività battericida (fino a 25 volte più potente del fenolo). Tuttavia, ai dosaggi consentiti per via orale, l’effetto consiste in un’efficace azione batteriostatica, utile a prevenire la comparsa di infezioni opportunistiche delle vie aeree. Le proprietà degli oli essenziali vengono inoltre efficacemente sfruttate in preparazioni per uso esterno, quali miscele per inalazione (spray) e unguenti balsamici pettorali. Tra le piante ad oli essenziali maggiormente attive ricordiamo l’eucalipto, la cui essenza viene caratterizzata in eucaliptolo (1,8-cineolo), il pino, il tea tree oil, il timo, il mirto, la lavanda; queste rappresentano le droghe più largamente impiegate come antisettici dell’albero respiratorio. Propolis La propoli, prodotta dalle api a partire da resine vegetali che ricoprono le gemme di alcuni alberi (pioppo, quercia, ontano, abete, olmo, ippocastano, pino, betulla), è una sostanza cero-resinosa, di colore variabile dal giallo-bruno fin quasi al nero attraverso svariate sfumature e di odore generalmente molto aromatico. Solida e friabile alle basse temperature (4-5°C), a temperatura ambiente (20°C) si presenta come una pasta dura alla pressione, oltre i 30°C diviene malleabile ed aumentando ulteriormente la temperatura assume uno stato viscoso. Intorno ai 65°C fonde. Le api utilizzano questo prodotto come una sorta di “cemento” per chiudere le fessure dell’arnia, per costruire sbarramenti contro il freddo od eventuali predatori, come barriera contro microrganismi patogeni. La composizione chimica della propoli è piuttosto complessa e presenta alcune variazioni legate alla sua origine vegetale. Si possono tuttavia identificare i seguenti gruppi di sostanze: flavonoidi (flavanoni, flavoni, ecc.), idrossiacidi aromatici, acidi alifatici, chetoni, aldeidi, cumarine, idrocarburi alifatici ed aromatici, alcoli, esteri, zuccheri, vitamine. Tra queste, le sostanze di provata attività antibatterica ed antiflogistica sono alcuni flavonoidi (in particolare galangina e pinocembrina) e gli idrossiacidi aromatici: acido ben7 ® zoico, acido cinnamico, acido caffeico, acido clorogenico, acido ferulico. La propoli, costituisce senz’altro uno dei più efficaci antisettici naturali. Possiede una potente attività antinfiammatoria ed antimicrobica, soprattutto nei confronti della flora batterica gram-positiva che rappresenta l’agente eziologico prevalente delle infezioni delle prime vie respiratorie. Notevole attività antibatterica non solo nei confronti dei gram-positivi, ma anche a carico della flora batterica gram-negativa è da attribuire poi all’olio essenziale contenuto (a causa del particolare processo di lavorazione cui viene sottoposta questa particolare materia prima) soltanto nella propoli di elevata qualità, come ad es. quella italiana. Cetraria islandica Tra le piante utilizzate nel trattamento della tosse e delle affezioni a carico delle vie respiratorie, troviamo il Lichene islandico, appartenente alla famiglia delle Cetrariacee/Parmeliacee, diffuso nelle zone di mezza ed alta montagna dell’Europa settentrionale, centrale ed orientale. Ha la forma di cespuglio, con elementi che possono raggiungere anche i 10 cm divisi in lamine accartocciate di colore verde oliva o brunastro. L’estratto viene ricavato dal tallo, raccolto in primavera ed in autunno. Entra nella materia medica fitoterapica nel XVII secolo come amaro mucillaginoso. Circa il 50% dei suoi principi attivi è rappresentato da polisaccaridi idrosolubili, i cui componenti principali sono costituiti da lichenina (o amido di lichene) ed isolichenina, detti comunemente mucillagini. Altri principi attivi sono la cetrarina e l’acido usnico. Viene utilizzato come antinfiammatorio delle vie aeree, emolliente, espettorante e sedativo della tosse, comprese quella stizzosa e ribelle delle persone anziane e la pertosse. Drosera rotundifolia Altra pianta da prendere in considerazione per il trattamento delle sindromi respiratorie, appartiene alla famiglia delle Droseracee. Trattasi di piccola pianta carnivora perenne, che cresce in luoghi umidi e paludosi dell’Africa orientale e del Madagascar. Il nome deriva dal greco drosos (rugiada del sole) ad indicare le goccioline scintillanti di mucillagine che ricoprono le foglie e fanno da esca agli insetti. La droga è costituita dalle parti aeree della pianta raccolte in estate all’inizio della fioritura. I suoi principi attivi sono rappresentati prevalentemente da enzimi, naftochinoni, sotto forma di eterosidi (plumapagone), eterosidi leucoantocianici e flavonolici, olio essenziale, tannini, acidi organici. Drosera vanta proprietà sedative della tosse, miorilassante a livello della muscolatura liscia delle vie respiratorie, fluidificante bronchiale, antisettica polmonare. Molto indicata nella pertosse, nelle sindromi respiratorie caratterizzate da tosse spasmodica (bronchite, asma bronchiale), bronchite cronica. 8 Uncaria tomentosa Quando si parla di affezioni dell’apparato respiratorio, dove l’efficienza del sistema immunitario svolge un ruolo di primaria importanza, merita richiamare all’attenzione un fitocomplesso noto da molto tempo per le sue proprietà immunomodulanti ed immunostimolanti, quello dell’Uncaria tomentosa, pianta originaria del Sud America, appartenente alla famiglia delle Rubiacee. La materia prima si ottiene dalla corteccia di fusto e dalle radici ricche di principi attivi quali alcaloidi ossindolici pentaciclici (isopteropodina, pteropodina, isomitrafillina), glucosidi dell’acido chinovico, triterpeni poliidrossilati. Il fitocomplesso vanta anche proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche. Le proprietà immunomodulanti, sono attribuibili ad una stimolazione della produzione di linfociti NK (Natural Killer). Queste cellule della serie bianca hanno la caratteristica di aggredire in maniera quasi selettiva sia le cellule tumorali che le cellule il cui DNA sia invaso da DNA o RNA virale. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1) Olafsdottir ES et al. (1995), Immunologically active (1-3)-(1-4)-α-D-glucan from Cetraria islandica, Phytomedicine, 6:33-9. 2) Kempe C et al. (1997), Isländisch-Moos-Pastillen zur Prophylaxe bzw. Heilung von oralen Schleimhauirritationen und ausgetrockneter Rache schleimhaut, Laryngo-Rhino-Otol, 76:186-8. 3) Krenn L et al. (2004), In vitro antispasmodic and anti-inflammatory effects of Drosera rotundifolia, Arzneimittelforschung, 54:402-5. 4) Schilcher H, Elzer M (1993), Drosera: a proven antitussive, Zeitschrift Phytotherapie, 14:50-4. 5) Banskota et al. (2001), Recent progress in pharmacological research of propolis, Phytother Research, 15(7):561-71. 6) Hegazi Ag, Abd El Hady FK (2002), Egyptian propolis: 3. Antioxidant, antimicrobial activities and chemical composition of propolis from reclaimed lands, Z Zaturforsch, 57 (3-4):395-402. 7) Heitzman ME et al. (2005), Ethnobotany, phytochemistry and pharmacology of Uncaria (Rubiaceae), Phytochemistry, 66: 5-29, 2005. 8) Keplinger K et al. (1999), Uncaria tomentosa (Willd) DC-Ethnomedicinal use and new pharmacological, toxicological and botanical results, J. Ethnopharmacol., 64: 23-34, 1999. 9) Bone K. (1993), Marshmallow soothes cough, Br J Phytother, 3(2):93. 10) Davis RH et al. (1994), Anti-inflammatory and wound healing activity of a growth substance in Aloe Vera, J Am Podiatr Med Assoc., 84 (2):77-81. 11) Food and Drug Administration (1994), Final monograph for OTC nasal decongestant drug products, Federal Register, 59:4338991. 12) Edwards-Jones V et al. (2004), The effects of essential oils on methicillin-resistant Staphylococcus aureus using a dressing model, Burns, 30:772-7. 13) Le Monografie Tedesche – Schede Fitoterapiche del Ministero Della Sanità Tedesco -Versione italiana tradotta e commentata da Rocco Longo, Ed. Studio Edizioni, 1994. 14) L’uomo, la fitoterapia, la gemmo terapia - seconda edizione – Bruno Brigo – Tecniche Nuove – 2003. 15) Compendio di Gemmoterapia Clinica – Fernando Piterà – Terza edizione – De Ferrari Editore – settembre 2000. 16) Piante Officinali per infusi e tisane –Manuale per Farmacisti e Medici – Edizione italiana del manuale Teedrogen di Max Wichtl a cura di Roberto Della Loggia – Edizione italiana 1993 - OEMF spa. Un nuovo modo di respirare Un’intera famiglia di Dispositivi Medici studiata per combattere attivamente raffreddore, tosse e mal di gola. SCIROPPO BALSAMICO - SPRAY GOLA - SPRAY NASALE - PASTIGLIE ® ® La Dieta Oloproteica® nella prevenzione e terapia dell’invecchiamento Dr. Giuseppe Castaldo (*) – Dr.ssa Laura Castaldo (**) (*)Medico-Chirurgo specialista in Medicina Interna, Gastroenterologia e Scienza dell’Alimentazione. Direttore UO Dietologia e Nutrizione Clinica AORN Moscati AV (**)Medico-Chirurgo specializzanda in Neuropsichiatria Infantile Abstract: L’eccesso di proteine e l’acidosi metabolica possono promuovere l’invecchiamento generale e cutaneo. La Dieta Oloproteica® grazie alla quantità proteica controllata ed alla qualità aminoacidica, oltre l’integrazione di alcalinizzanti e silicio, può essere considerata una dieta antiaging. In tale programma dietetico si è posta particolare attenzione alla tutela del collagene, la cui carenza è strettamente connessa al processo di invecchiamento. Abstract: Excess protein and metabolic acidosis may promote the general aging and skin. The Diet Oloproteica® thanks to the quantity and quality controlled protein amino acid, as well as the integration of alkalizing and silicon can be considered a diet antiaging. In this diet program has paid particular attention to the protection of collagen whose deficiency is closely linked to the aging process. Parole chiave: invecchiamento, diete iperproteiche, acidosi metabolica, collagene Keywords: aging, protein diets, metabolic acidosis, collagen È controverso il rapporto tra le diete VLC di tipo proteico e l’invecchiamento in quanto esiste una galassia di diete proteiche differenti tra loro che potrebbero avere un diverso effetto sull’aging. È assodato che l’obesità, in particolare quella di tipo viscerale, rappresenta un fattore favorente l’invecchiamento. Infatti l’eccessiva deposizione di grasso nel tessuto adiposo, specialmente a livello addominale, si associa ad insulino-resistenza, ipertensione, infiammazione, dislipidemia, squilibri dell’assetto ormonale ed alterazione di alcuni fattori coinvolti nello sviluppo del diabete mellito, dell’aterosclerosi e di alcune tra le più comuni forme di cancro. Il tessuto adiposo, in realtà, non è un inerte magazzino di energia, ma un attivissimo organo endocrino in grado di produrre importanti molecole, chiamate adipochine, che regolano il metabolismo, il sistema endocrino ed immunitario, la proliferazione cellulare e probabilmente anche la fisiopatologia dell’invecchiamento. Molti studi hanno chiaramente dimostrato che la restrizione calorica è in grado di prevenire e/o ritardare l’insorgenza delle malattie croniche associate all’invecchiamento. La riduzione del metabolismo basale, dell’infiammazione sistemica e dello stress ossidativo, assieme ad un miglioramento dell’insulino-resistenza e ad altre modificazioni del sistema neuroendocrino e catecolaminergico sono solo alcuni tra i meccanismi biologici responsabili degli effetti benefici che la restrizione calorica ha sull’invecchiamento primario e secondario. Tuttavia diete VLCD di tipo proteico potrebbero avere effetti negativi sull’aging qualora non considerino i seguenti elementi: durata della dieta, eccesso di proteine animali, qualità e quantità proteica ed aminoacidica, quantità e qualità dei li10 pidi e carboidrati presenti, uricemia, acidosi metabolica, osteoporosi, alterazione della flora intestinale con disbiosi, stipsi, liberazione in circolo dal tessuto adiposo di metaboliti lipofili spesso tossici (anestetici, farmaci, ormoni etc), radicali liberi, produzione di chinine infiammatorie. La dieta oloproteica è stata elaborata tenendo presenti tutti gli elementi sopra citati. È stato pertanto formulato un protocollo caratterizzato da qualità e completezza dei nutraceutici utilizzati nella terapia dietetica, con l’obiettivo di perseguire l’efficacia del dimagrimento e la sicurezza clinica, prevenendo gli effetti collaterali tipici di molte altre tipologie di diete proteiche. La dieta oloproteica si ispira agli studi di G.L.Blackburn (Università di Harvard) che elaborò nel 1973 il PSMF (Protein Sparing Modified Fast) con la determinazione del fabbisogno proteico dell’organismo nel corso del digiuno; egli dimostrò come una privazione calorica, con un’assenza quasi completa di idrati di carbonio, potesse neutralizzare l’effetto anabolico dell’insulina sul metabolismo dei grassi: con la riduzione dell’insulinemia vengono annullati o ridotti gli effetti lipogenetici ed antilipoliticidi di tale ormone. Nacque così il digiuno proteico caratterizzato da equilibrio azotato ed assenza di fame grazie allo stato di chetosi che l’accompagna. Con la soppressione quasi totale dei glucidi, presenti in minima parte solo nelle verdure permesse, quali spinaci, cetrioli, fagiolini, melanzane, insalata, broccoli, zucchine, si ottiene un rapido calo dell’insulina che impedisce la messa in riserva di grassi e produce un catabolismo degli stessi per lipolisi. L’idrolisi dei trigliceridi, contenuti negli adipociti, li trasforma in glicerolo, che a sua volta contribuisce a migliorare la neoglucogenesi ed in acidi grassi liberi che favoriscono la produzione dei corpi chetonici e dunque la chetosi. ® La Dieta Oloproteica è stata elaborata tenendo presenti i seguenti punti: quota di proteine ed aminoacidi in grado di perseguire il bilancio azotato in pareggio, qualità di proteine idonea a proteggere la massa magra ed a stimolare la produzione di GH endogeno, durata estremamente limitata (21 giorni), integrazione di svariati nutraceutici per implementare l’efficacia e la sicurezza del protocollo ed inserimento di tale dieta in un metodo di dimagrimento che ha come fine la rieducazione alimentare del paziente. Di particolare interesse è stato il rilevare che la perdita di grasso avviene principalmente nei distretti di adiposità localizzata in eccesso. Con il termine di adiposità localizzata si intende aumento di grasso in zone del corpo, maschili o femminili, sensibili all’attività antilipolitica di vari ormoni. Esistono attivi sistemi enzimatici di costruzione (liposintesi) e di dissoluzione (lipolisi) del grasso. Su questi sistemi enzimatici, nelle zone di adiposità localizzata, l’insulina e gli ormoni sessuali si inseriscono, attivando la liposintesi ed inibendo la lipolisi. Sulla base di quanto esposto, risulta chiaro che il trattamento delle adiposità localizzate richiede un intervento specifico, perché un trattamento dietetico classico mobilizzerebbe il grasso dai distretti a normale metabolismo, lasciando quasi indenni le adiposità localizzate. Nel 1997, Loftus e Lane hanno dimostrato come, sul piano genetico, l’insulina e gli estrogeni agiscono a livello della C/EBP e del PPAR gamma, attivando la trascriptasi per l’adipogenesi, e come il GH agisca fosforilando il PPAR ed inibendo l’adipogenesi. Ne consegue che una dieta capace di ridurre i tassi circolanti d’insulina e di aumentare i tassi ematici di GH potrebbe essere utilizzata nel trattamento dietetico delle adiposità localizzate. Una dieta di questo tipo è appunto la dieta oloproteica che si pone l’obiettivo non solo del dimagrimento e del miglioramento delle sindromi metaboliche, ma anche del rimodellamento della silhouette del paziente. L’assunzione di sieroproteine, di particolari aminoacidi quali arginina, ornitina, citrullina e taurina, di vitamina B6 e zinco induce la massima secrezione di GH. Importante nella dieta oloproteica è l’integrazione con specifici minerali, oligoelementi, vitamine, fitoterapici drenanti, remineralizzanti, euritmici e stimolanti il metabolismo, sostanze alcaline, antiossidanti, omega 3, fibre ad attività prebiotica ed epatoprotettori. Rilevante è inoltre la protezione della pelle e degli annessi cutanei, sovente compromessi nelle diete con quote basse di calorie. Il mantenimento dell’elasticità e della tonicità della pelle e l’integrità di unghie e capelli sono ottenuti principalmente grazie alle sieroproteine, agli aminoacidi idrossiprolina e cistina ed al silicio. Nella pelle le fibre di collagene sono di gran lunga la categoria di proteine più abbondantemente rappresentate; esse costituiscono il 75% del peso secco del derma. Dal punto di vista biochimico sono costituite da una proteina fibrosa la cui sintesi inizia nei fibroblasti. L’organizzazione fibrosa delle proteine dermiche ed il tipo d’interazione molecolare determinano le proprietà biomeccaniche (elasticità, resistenza) della cute. Il collagene rappresenta una proteina inerte, ma caratterizzata da un turnover continuo. L’integrazione proteica con sieroproteine ed aminoacidi durante la dieta oloproteica e la dieta dissociata integrata, oltre l’integrazione con il silicio organico biodisponibile, contenuto in particolare nell’equiseto e nel bamboo, permette di rispettare questo turnover e dunque di proteggere la pelle. Fondamentale è infine la selezione del paziente tenendo conto di tutte le controindicazioni che presenta tale tipo di terapia dietetica. Una dieta di tipo proteico deve quindi, a nostro avviso, avere un preciso protocollo per avere effetti antiaging. Senza un protocollo di qualità tali tipologie dietetiche possono invece determinare effetti collaterali di vario tipo e stimolare l’invecchiamento cutaneo e generale. 11 Metodo dimagrante Il nuovo metodo dimagrante per le adiposità generalizzate e localizzate Dimagrimento mirato con azione efficace sulla silhouette Scomparsa della fame Nessun avvizzimento sulla pelle Rapidità e facilità d’uso dei prodotti www.aminbiodiet.com ® ® La medicina complementare nel trattamento della P.E.F.S. Dott.ssa Silvia Rossoni (*) - Dr. Franco Gentinetta (**) (*) Specialista Pnei, esperta di kinesiologia, esperta di cromopuntura, fitoterapia e discipline integrate. (**) Medico chirurgo, specialista in radiologia. Abstract: Dopo una veloce analisi di cause e fattori predisponenti le adiposità localizzate e la P.E.F.S., gli Autori riportano un protocollo terapeutico, che prevende l’assunzione di integratori alimentari (Pefsystem) e l’applicazione cutanea di un cerotto, patch a rilascio controllato con elevata concentrazione di principi attivi. La sperimentazione è condotta su una donna di 59 anni, trattata secondo il protocollo proposto. A dimostrazione dei risultati ottenuti sono riportate le ecografie. Abstract: After a quick analysis of causes and predisposing factors for localized fat and the P.E.F.S, the authors report on a therapeutic protocol, which involves the assumption of food supplements (Pefsystem) and the application of a skin patch, a controlled-release patch with high concentration of active ingredients. The experiment is performed on a woman of 59 years, using the proposed protocol. A demonstration of the results, the imagine of ultrasound are shown. Parole chiave: adiposità localizzate, P.E.F.S., patch cosmetico Keywords: adiposity, P.E.F.S, cosmetic patch L’adiposità localizzata (AL) e la pannicolopatia edematofibro-sclerotica (P.E.F.S.) rappresentano, in campo medico estetico, un frequente riscontro da parte degli specialisti ed una condizione di grande disagio per i pazienti. Per AL si intende una presenza eccessiva di tessuto adiposo in poche aree ben definite del corpo, che varia a seconda del sesso, dell’età, della percentuale di grasso corporeo, della quantità di attività fisica espletata, del pattern ormonale e dei geni di ciascun individuo. La P.E.F.S., erroneamente detta cellulite, è invece una patologia notevolmente diffusa, che si manifesta in soggetti predisposti geneticamente con il concorso di condizioni favorevoli come quelle di tipo endocrinologico, ambientale, iatrogeno, da difetto posturale, da sovrapposto incremento ponderale. Negli anni ottanta Curri ha magistralmente approfondito dal punto di vista istopatologico i rapporti tra le due entità nosologiche, chiarendo ulteriormente i rapporti tra l’una e l’altra. Se da un lato gli studi di Curri hanno rappresentato una vera e propria pietra miliare nella classificazione delle pannicolopatie, dall’altro occorre dire che sotto l’aspetto clinico le forme “pure” di entrambe le patologie sono molto più rare di quanto si pensi e che le forme “miste” costituiscono, al contrario, la stragrande maggioranza delle situazioni medicoestetiche riscontrate dagli specialisti del settore. Sulla base dei più recenti studi si sta affermando l’ipotesi che un pregresso terreno di AL rappresenti la condizione più fertile per l’instaurarsi di una pannicolopatia, riconoscendo entrambe quale elemento predisponente il rallentamento del flusso microcircolatorio, che determina un alterato rapporto micro-vascolo-tissutale distrettuale degli arti inferiori, con conseguente stasi veno-linfatica. 13 ® In conclusione l’elemento scatenante della P.E.F.S. è rappresentato dall’edema ricorrente del tessuto adiposo, conseguenza della stasi e derivante dell’aumentata permeabilità capillaro-venulare. La risposta reattiva alla fase edematosa consiste in una sequenza di eventi caratterizzati dalla iperplasia ed ipertrofia reticolare, e dalla neofibrillopoiesi del collagene e del connettivo interadipocitario, con formazione di micronoduli. I micronoduli sono costituiti da un certo numero di adipociti, strutturalmente alterati, avvolti da una sorta di capsula fibrosa. La confluenza di micronoduli porta alla formazione di macronoduli. Dal punto di vista metodologico, dopo un’accurata anamnesi familiare, fisiologica e patologica (quest’ultima in particolare mirata all’esclusione di patologie sistemiche) ogni paziente è stato valutato secondo i criteri della medicina tradizionale (aspetto estetico, valutazione posturale sia statica sia dinamica, capacità fisica del paziente, valutazione ecografica basale della cute-sottocute-ipoderma effettuata del Dott. Franco Gentinetta) e le conoscenze della medicina complementare, in particolare della medicina tradizionale cinese e della kinesiologia, permeate dalla valutazione psicologica del paziente, in modo da cogliere ogni risposta iperemotiva procurata dalla patologia estetica, con tutti i riflessi socio ambientali che ne derivano. Le finalità del protocollo terapeutico sono le seguenti: 1) curare il tessuto adiposo interessato dalla P.E.F.S., rendendolo più sensibile agli stimoli lipolitici 2) ridurre gli inestetismi e le AL 3) ridurre la componente edematosa 4) rispettare la massa magra 5) aumentare il tono muscolare 6) aumentare il metabolismo basale 7) curare le componenti vascolari, ormonali e metaboliche eventualmente associate 8) migliorare l’igiene alimentare 9) stabilizzare i risultati. L’approccio terapeutico sì è quindi articolato con le seguenti modalità: 1) Dal punto di vista dietologico, nella maggioranza dei casi, diamo consigli di igiene alimentare, correggiamo gli errori e forniamo strategie di recupero dopo situazioni di eccesso (weekend, vacanze, una serata particolare). Forniamo invece un preciso regime dietetico nei casi di particolari condizioni ormonali (ipeinsulinemia) o da un peso eccessivo, sempre cercando di non stravolgere i normali ritmi quotidiani nè prescrivere diete difficili da seguire nel tempo, visto il documentato rischio di risultati effimeri. 2) In molte donne il grasso si accumula con maggiore facilità in sede peritrocanterica, ai glutei, alla faccia mediale delle ginocchia, creando una differenza, a volte molto evidente, tra le regioni superiore ed inferiore del corpo. In questi casi le classiche diete alimentari e l’attività sportiva non sono sufficienti, anzi, alle volte peggiorano il dimorfismo. Questo perchè il grasso localizzato nelle regioni inferiori è meno sensibile, o a volte, del tutto insensibile agli stimoli lipolitici: è quindi necessario innanzitutto migliorare prima la sensibilità della cellula 14 adiposa per ottenere i risultati sperati. Il buon funzionamento di ogni cellula dipende dall’integrità della membrana, che regola gli scambi con l’ambiente esterno. Il danneggiamento della membrana determina un’alterazione delle funzioni cellulari con conseguente alterata funzione del tessuto o dell’organo a cui appartiene. Nel tessuto adiposo superficiale l’irrorazione ematica è ridotta con induzione di un metabolismo di tipo prevalentemente anaerobico e conseguente produzione di acido lattico, che rappresenta la causa del dolore spesso presente in quelle zone. La presenza di acido lattico danneggia la membrana dell’adipocita rendendolo meno sensibile agli stimoli lipolitici. Per rendere il tessuto adiposo più sensibile agli stimoli lipolitici dobbiamo quindi favorire un migliore apporto ematico; questo è ottenibile consigliando un’attività fisica di tipo aerobico; migliorando l’anemia spesso presente e possibile indice di ipofunzione tiroidea; applicando Pefsystem patch cosmetico a rilascio controllato con un’elevata concentrazione di principi attivi vegetali (fucus, caffeina, carnitina, estratto di ippocastano, ginkgo). 3) Una volta che il grasso è liberato nell’ipoderma è necessario allontanarlo. L’allontanamento del grasso avviene ad opera dei vasi linfatici periferici in grado di convogliare i prodotti di scissione del grasso, acidi grassi e glicerolo, nella circolazione linfatica e da questa in quella venosa fino al fegato e agli altri organi in grado di utilizzarlo a scopo energetico. Per allontanare il grasso e la componente edematosa presente in un paziente con AL e P.E.F.S. usiamo le seguenti metodiche: la stimolazione del neurovascolare e del neurolinfatico del tensor fascia latae; il riequilibrio endocrino in cromopuntura; l’uso domiciliare del Pefsystem drena (a base di linfa di betulla, mg di castagno, mg di sorbo), il Pefsystem forte (bromelina, centella, troxerutina, lespedeza, magnesio, meliloto, oligopin, acai e.s., mirtillo nero e.s.) e la stimolazione dei punti di agopuntura F3, SP6, SP9, SP10 e R3. 4) Il valore del metabolismo basale di una persona indica le calorie che essa brucia per svolgere le funzioni vitali di base. Bisogna ricordare che lo stimolo lipolitico necessario per ridurre la quota di grassi superficiali, responsabile della formazione della P.E.F.S., sarà attivato quando nell’organismo vi sarà una maggiore richiesta di energie rispetto a quelle assunte con l’alimentazione. I fattori che contribuiscono a mantenere alto il metabolismo sono: attività fisico-sportiva, attività fisica quotidiana, azione dinamica degli alimenti, età, ormoni tiroidei, eccitazione del sistema nervoso simpatico, ormone sessuale maschile, ormone della crescita, febbre, clima. Sulla base di tali conoscenze affrontiamo la stimolazione del metabolismo basale secondo la visione PNEI. La globale e sinergica applicazione delle metodiche ha determinato le seguenti evidenze cliniche e strumentali: • miglioramento dei parametri soggettivi e obbiettivi consistenti in diminuzione dell’edema, della pastosità, del dolore, della pesantezza degli arti, nonché della riduzione della circonferenza trocanterica • riduzione dell’edema e della micro/macronodularità adipocitarie, nonché della rima di eventuali AL, oltre ai tralci vasculo-connettivali • modificazioni microcircolatorie • deciso miglioramento psicofisico. ® Di seguito è riportato il caso di una donna di 59 anni affetta da lipolinfedema con P.E.F.S. nella coscia, trattata secondo il protocollo. Ecografia basale del tessuto sottocutaneo del 24/03/2012 P.E.F.S. in regione esterna e interna della coscia (stadio IV) e della regione glutea (stadioIV). Modesto edema del tessuto adiposo sottocutaneo della regione addominale e dei fianchi, dove i setti interlobulari presentano aspetto conservato (stadio I). Importante edema del tessuto adiposo sottocutaneo della gamba, dalla regione del ginocchio fino in sede perimalleolare, che presenta ridotta comprimibilità. Ecografia post-trattamento di controllo del 26/05/2012 Diffusamente ridotta la componente di edema del tessuto adiposo sottocutaneo in tutti i distretti corporei esaminati, con iniziale riduzione della lipodistrofia a livello delle regioni anteriore, interna ed esterna della coscia e dei glutei (attualmente stadio III-IV), con diminuzione numerica e dimensionale dei macro e dei micronoduli e iniziale regressione dell’iperplasia dei setti interlobulari. Sostanzialmente invariato lo spessore del tessuto adiposo sottocutaneo ad eccezione della regione glutea, dove si osserva iniziale riduzione dello spessore dello strato adiposo sottocutaneo profondo (attualmente 24 mm vs 35 mm). Ancora riconoscibile un discreto edema del tessuto sottocutaneo della gamba dal ginocchio fino in sede perimalleolare, comunque ridotto rispetto al precedente controllo. 15 PROGRAMMAURTO PEFSystem Day Night azione24h Il cofanetto contiene: 2 confezioni PEFSystem® DRENA Fluido - 250 ml 1 confezione PEFSystem® FORTE Compresse - 80 cpr 1 confezione PEFSystem® PAtch - 160 Patches 40 giorni di trattamento ® Dal mare l’origine vitale del tuo benessere! Ricerca e Sviluppo PromoPharma Abstract: “L’Organismo è un vero e proprio acquario marino vivente” - René Quinton. L’acqua di mare contiene la totalità degli elementi della Tavola Periodica di Mendeleiev, nella stessa proporzione dell’ambiente interno del nostro corpo come: liquido extracellulare, plasma sanguigno, lacrime, liquido cerebrospinale. Un concentrato di preziosi elementi capace di rigenerare e rivitalizzare il metabolismo attraverso un profondo ricambio minerale dell’organismo. Abstract: “The body is a veritable living marine aquarium” - René Quinton. Seawater contains all the elements of the Periodic Table of Mendeleiev, in the same proportion of the internal environment of our body such as extracellular fluid, blood plasma, tears, cerebrospinal fluid. A concentration of precious elements that can regenerate and revitalize the metabolism through a deep mineral body parts. Parole chiave: acqua marina, ricarica idroelettrolitica, riequilibrio funzionale enzimatico, rigenerazione cellulare Keywords: sea water, recharge of fluids, balancing functional enzyme, cell regeneration L’idea di utilizzare le virtù dell’acqua marina per la salute dell’uomo è nata con la medicina. Esistono numerosi riferimenti. Tuttavia i lavori del biologo francese Renè Quinton (1866-1995), il primo a studiare le virtù terapeutiche dell’acqua di mare, sono considerati come punto di partenza della storia moderna del concetto di plasma marino. Questo termine sta ad indicare una soluzione ottenuta dall’acqua di mare avente una composizione simile a quella del plasma umano. Il plasma marino contiene quasi tutti gli elementi contenuti nella tavola periodica. I sali minerali e gli oligoelementi sono in esso contenuti nel dosaggio e nella forma corrispondente a quella dell’ambiente interno dell’organismo umano. Del resto la vita viene dal mare: ogni essere umano trascorre immerso nel liquido amniotico (composto per il 99% da acqua) i primi nove mesi della sua esistenza. L’uomo prima di respirare, conduce un’esistenza acquatica! Inoltre, l’elemento vivente più semplice è la cellula e non si può concepire una cellula se non nell’acqua: nell’aria, infatti, il suo contenuto interno evaporerebbe. Quindi, non solo veniamo tutti dal mare ma il mare sopravvive in noi: è fisiologicamente simile all’acqua di mare la composizione del mezzo liquido interno, sangue e linfa, di tutti gli organismi viventi. La terapeutica marina è una tecnica di nutrizione cellulare supportata da più di 100 anni di clinica ospedaliera. Le teorie proposte da Quinton hanno portato tra il 1910 e il 1950 ad una intensa pratica medica. I casi inizialmente trattati furono patologie che comportavano grandi squilibri idrici nell’organismo quali tifo, colera, diarrea e poi tubercolosi, bambini nati fortemente pretermine, l’anoressia, le malattie della pelle e le gravi malnutrizioni. 17 ® Attualmente, grazie a recenti studi, esistono dati concreti che affermano e riconoscono le proprietà dell’acqua di mare. Il punto fondamentale della terapeutica marina poggia sul fatto che la qualità dell’acqua organica è essenziale per il mantenimento di un adeguato equilibrio idrominerale all’interno delle nostre cellule. Le cellule infatti si “alimentano” dell’acqua extracellulare e degli ioni circolanti. La biodisponibilità degli ioni sta alla base della differenza tra un assorbimento immediato e naturale rispetto ad un assorbimento nocivo che può anche portare a trasformazioni metaboliche e intossicazioni. Il plasma marino agisce come una sinergia di tutti i minerali che catalizzano il metabolismo inducendo un equilibrio minerale. Rigenerando l’ambiente interno, aiuta l’attività cellulare a favore di tutta l’economia dell’organismo. I campi di applicazione sono molteplici: dermatologia, allergologia, gastroenterologia, medicina sportiva, oftalmologia, fisioterapia respiratoria ecc., e la sua somministrazione può avvenire sia per os che per uso esterno. Il dosaggio, la frequenza la via di somministrazione, la durata ecc, determineranno poi l’efficacia del trattamento. L’azione terapeutica dell’acqua di mare ruota attorno a tre assi: azione plastica e meccanica che garantiscono una ricarica idroelettrolitica; azione catalitica e funzionale degli oligoelementi; rigenerazione cellulare. • Ricarica idroelettrolitica: attraverso i meccanismi della pressione osmotica i sali garantiscono l’equilibrio idrico dell’organismo per mezzo della regolazione renale. L’impatto meccanico del plasma marino come agente reidratante è immediato. Questa azione concerne direttamente i problemi di nutrizione, di assimilazione, di eliminazione. Permette di garantire un trattamento idroelettrolitico sostitutivo in situazioni quali disidratazione, diarrea acuta, shoc ipovolemico, bruciature, ecc. Quinton Hypertonic • Riequilibrio funzionale enzimatico: l’azione degli oligoelementi presenti nell’acqua di mare interessa l’insieme dei cicli metabolici, le modifiche di struttura, le secrezioni ormonali e la produzione di anticorpi. • Rigenerazione cellulare: questo aspetto ha luogo nel nucleo cellulare stesso. Le modifiche del mezzo interno sono trasmesse progressivamente a tutti gli organuli delle cellule compreso ovviamente il nucleo, per una rigenerazione profonda. Principali preparazioni di acqua di mare Il plasma marino può essere confezionano in diverse forme galeniche (fialette, flaconi spray, ...) e a diverse concentrazioni: sia in soluzione ipertonica al 33‰ (concentrazione minerale media dell’oceano), sia in soluzione isotonica diluita con acqua di sorgente portata alla concentrazione del 9‰. Sono altresì possibili altre concentrazioni per applicazioni specifiche. Principali vie di somministrazione • Uso esterno: gli spray permettono un’applicazione direttamente a contatto con le zone interessate. Questo metodo non ha un impatto significativo a livello dell’equilibrio generale e dell’organismo ma è molto efficace localmente. Viene utilizzato sia a scopo terapeutico, sia a scopo di confort e igiene. • Via orale: sono possibili due diversi tipi di assunzione: o il soluto viene tenuto tal quale in bocca da uno a due minuti, bevendo eventualmente in seguito un bicchiere di acqua per facilitarne l’assimilazione, o vengono bevuti 10 ml diluiti in un bicchiere di acqua. L’originale plasma di Quinton è solo l’acqua di mare oceanica totale e isotonica prodotta dai Laboratori Quinton e distribuita in Italia da PromoPharma. > 1000 µg L-1 > 10 µg L-1 > 0,1 µg L-1 < 0.1 µg L-1 < limite di quantificazione Non presente Elementi principali h Li Be Na Mg K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Rb Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Cs Ba La Hf Ta W Re Os Ir Fr Ra Ac Rf Db Sg Bh Hs Mt He B C N O F Ne Al Si P S Cl Ar Zn Ga Ge As Se Br Kr Ag Cd In Sn Sb Te I Xe Pt Au Hg Tl Pb Bi Po At Rn Lantanidi La Ce Pr Nd Pm Sm Eu Gd Tb Dy Ho Er Tm Yb Lu Ac Th Pa U Np Pu Am Cm Bk Cf Es Fm Md No Lr Attinidi 18 Dal mare l’origine vitale del tuo benessere! “L’Organismo è un vero e proprio acquario marino vivente” René Quinton Un concentrato di preziosi elementi capace di rigenerare e rivitalizzare il metabolismo attraverso un profondo ricambio minerale dell’organismo. ne Senza gluti Florit® è una linea completa di fiori di Bach prodotti secondo il metodo originale: diluizione 1:240 in puro brandy della migliore qualità. Le essenze naturali sono preparate a partire da fiori freschi spontanei raccolti presso zone incontaminate di Alpi e Appennini italiani. L’acqua utilizzata proviene dalle zone di raccolta dei fiori così da garantire il trasporto dell’energia vibrazionale dei fiori stessi. La linea comprende tutti i 38 rimedi, la miscela Soccorso (Rescue) e la formulazione Esami pronta all’uso. ® ® Larix decidua (Larice) Florit 19 Maurizio Di Leo Erborista, ricercatore e fondatore del Laboratorio Erboristico Di Leo nel 1981, conduce vari corsi di aggiornamento per erboristi e farmacisti. Relatore a diversi congressi nazionali ed internazionali nel campo della Fitoterapia, scrive libri ed articoli su varie riviste. Ha portato per primo i Fiori di Bach in Italia, all’inizio degli anni ’80. Abstract: Larix decidua, Larice (Larch), è una conifera delle Alpi che può raggiungere i 40 metri di altezza e un tronco di circa 1,5 metri di diametro. E’ comunque una pianta caducifolia con aghi sottili e di colore verde chiaro, fiorellini rossi e gialli e una corteccia apparentemente morbida. Ma l’immagine di debolezza e fragilità che può nascere ad un primo sguardo è sbagliata in quanto il larice è un albero molto robusto con un legno durissimo che nell’antichità era considerato il simbolo del coraggio e dell’eroismo. Larch è ottenuto con il metodo della bollitura. Abstract: Larix decidua, larch (Larch), is a conifer of the Alps that can reach 40 meters in height and the trunk about 1,5 meters in diameter. It’s a deciduous plant with thin needles and light green, red and yellow flowers and a seemingly soft bark. But the image of weakness and frailty that can happen at first glance is wrong because the larch is a tree with a very sturdy hard wood, which in ancient times was considered the symbol of courage and heroism. Larch is obtained by the boiling method. Parole chiave: mancanza di fiducia, paura del fallimento Viene facilmente da pensare che la nostra società abbia molto bisogno di Larch. Ormai la parola fiducia è un optional e tutto è concentrato nel raggiungimento del risultato finale per cui una persona si scoraggia ancor prima di iniziare! Lo stato Larch è sicuramente coltivato in famiglia: per genitori troppo protettivi o per genitori troppo severi ed esigenti, incapaci di trasmettere fiducia e sicurezza ai propri figli. Difficilmente un bambino che non ha finito il compito si è sentito dire “bravo lo stesso per il tuo impegno; la prossima volta farai sicuramente meglio”. Crescendo con la paura di sbagliare, di non essere in grado di affrontare le situazioni si diventa per forza dei giovani uomini e degli adulti insicuri che non troveranno mai dentro di sé il coraggio e la fiducia per affrontare la vita, la malattia, le scelte, le delusioni! Sembra che la vita sia una serie di esami che non finiscono mai e Larch fa di tutto per non affrontarli. Larch allo stato negativo evita accuratamente tutto ciò che è competizione o che comporta un confronto; cercando di evitare preventivamente tutte le situazioni che lo chiamano ad agire in prima persona. Queste persone che alla prima difficoltà si ritraggono fornendo agli altri e a loro stessi tutta una serie di giustificazioni per non poter affrontare una determinata situazione, troveranno sempre grossi ostacoli sia nello studio, che nel lavoro che nella vita sentimentale. Ecco che compaiono mal di pancia e mal di testa invalidanti il giorno prima della verifica, ecco che non si può accettare quel posto di responsabilità, pur avendone le capacità, solo perché non si ha il diploma adatto; ecco perché si evitano le relazioni affettive così non si rischia un rifiuto. I bambini Larch sono sempre insicuri e titubanti nell’affrontare le cose. Se possono non si propongono per esempio, per Keywords: lack of trust, fear of failure avere una parte nella recita scolastica; cercano di evitare gli sport competitivi. Si considerano meno abili e capaci rispetto a fratelli e amici. Sono bambini molto ansiosi perché hanno sempre paura di sbagliare una verifica, una interrogazione, ecc. Larch è un ottimo rimedio per le problematiche dell’adolescenza: per tutti quei ragazzi che si sentono inadeguati e inferiori rispetto ai compagni per cui spesso si trovano in situazioni molto vulnerabili che li possono portare ad avvicinarsi all’alcool o alla droga. A livello fisico può essere utile per stati ansiosi, colon irritabile e per quelle persone che hanno problemi di impotenza o frigidità, o mancanza di desiderio sessuale. Nello stato positivo aiuta a prendere consapevolezza delle proprie capacità, a perseverare e a tenere duro di fronte alle difficoltà. STATO NEGATIVO STATO POSITIVO Ansia da prestazione Autostima Balbuzie Costanza Convinzioni deboli Fiducia Esitazione Perseveranza Frigidità Tenacia Impotenza Mancanza di fiducia in se stessi Paura della competizione Paura di esporsi Paura di fallire Senso di inferiorità Timidezza 21 Integratore alimentare GOCCE Un aiuto naturale per potenziare e mantenere la tua flessibilità ® ® Problemi osteoarticolari? Un aiuto con i rimedi naturali per migliorare e mantenere le funzioni del nostro apparato locomotore. Dr. Salvatore Corrado Esperto in botanica, fitoterapia ed omeo-bioterapie. Dal 1979, Accademico al merito dell’Accademia internazionale di Psicobiofisica di Bergamo, Ateneo di Scienze per lo studio dei fenomeni Fisici, biologici e psichici. Dal 1981, Accademico associato al Merito dell’Accademia Tiberina in Roma, Istituto di Cultura Universitaria per lo studio, lo sviluppo e l’esaltazione delle Scienze. Abstract: Osteoporosi e osteoartrosi sono malattie caratterizzate essenzialmente da dolori articolari e muscolari, più o meno diffusi e persistenti, a volte invalidanti. Buona parte di queste sono causa del processo di invecchiamento; l’elevata incidenza e prevalenza fanno sì che si stiano sempre più sviluppando delle tecniche preventive, oltre alle ormai note terapeutico-riabilitative. L’Autore prende in esame il valido contributo delle medicine integrate: fitoterapia, organoterapia e litoterapia. Di seguito alcuni tra i più significativi rimedi che spesso entrano a fare parte dei principali protocolli terapeutici per il trattamento delle patologie in oggetto. Le proprietà dei rimedi menzionati sono supportati da una ricca bibliografia, esperienti in vivo e in vitro. Abstract: Osteoporosis and osteoarthritis are diseases mainly characterized by joint and muscle pain, more or less widespread and persistent, sometimes disabling. Most of these are due to the aging process, the high incidence and prevalence mean that they are increasingly developing preventive techniques, in addition to the well-known therapeutic rehabilitation. The author examines the valuable contribution of integrated medicine: phytotherapy, and organotherapy lithotherapy. The following are some of the most significant remedies that often become part of the main therapeutic protocols for the treatment of diseases in question. The properties of the remedies mentioned above are supported by an extensive bibliography, experiencers in vivo and in vitro. Parole chiave: malattie osteoarticolari, acido arachidonico, processi infiammatori Keywords: bone and joint diseases, arachidonic acid, inflammatory processes Malattie Osteoarticolari: termine generico che si usa per indicare sindromi e malattie acute o croniche con origini diverse. Queste malattie, sono caratterizzate essenzialmente da dolori articolari e muscolari, più o meno diffusi e persistenti, a volte invalidanti, con anche notevoli costi sociali. Esse possono coinvolgere altri apparati, così come i disturbi osteoarticolari possono essere spia di primitivi interessamenti extra-articolari. Una buona parte delle malattie osteoarticolari su base degenerativa sono naturale conseguenza del processo d’invecchiamento e rappresentano la causa più frequente di ricorso al medico di medicina generale. L’elevata incidenza e prevalenza delle malattie osteoarticolari fanno si che molte di esse siano definite “malattie sociali”, e per questo motivo è implicitamente riconosciuto al medico di medicina generale un ruolo cardine nel processo assistenziale poiché si deve occupare degli aspetti preventivi, diagnostici e terapeutico riabilitativi. Il paziente con problemi osteoarticolari, dal momento che molti di questi hanno coinvolgimenti sistemici e/o di più apparati, deve essere gestito con molta attenzione, con rapporto continuativo e di fiducia onde poter decodificare e trattare le alterazioni dello stato psichico e della vita di relazione che spesso sono determinate da malattie che si caratterizzano per la presenza di dolore cronica e di alterazioni funzionali fino all’invalidità. Esistono malattie osteoarticolari che per le loro caratteristiche, richiedono una collaborazione più o meno continuativa con lo specialista (reumatologo, ortopedico, neurologo, neurochirurgo); altre, molto complesse e rare, sono di quasi esclusiva competenza specialistica. Noi, in questo capitolo, ci limitiamo a descriverne in maniera sintetica due tra le più diffuse: l’osteoporosi e l’osteoartrosi. Osteoporosi L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. Contrariamente a quanto si può ritenere, l’osso non è una struttura inerte, ma un tessuto molto attivo dal punto di vista metabolico, che si rinnova costantemente e rapidamente nel corso della vita. Le sue cellule sono altamente specializzate e dedicate alla formazione di nuovo osso (osteoblasti), alla distruzione ed al riassorbimento dell’osso invecchiato (osteoclasti), e verosimilmente alla regolazione autonoma di queste due attività (osteociti). Se la quantità di osso neoformato è pari a quella di osso assorbito si ha una condizione di equilibrio metabolico. L’osteoporosi sopraggiunge come evento finale di una serie di cicli durante i quali viene riassorbito più osso di quanto non se ne formi. Questo può avvenire perché gli osteoclasti lavorano troppo o perché gli osteoblasti lavorano troppo poco, o per tutte e due le cause assieme. Poiché il rimodellamento nel suo complesso è regolato da un’enorme serie di fattori (ormoni, farmaci, attività fisica, patologie locali etc.) le cause che possono condurre allo sbilanciamento dei processi di formazione e riassorbimento, e quindi all’osteoporosi, sono assai numerose. Dal punto di vista del paziente, le ossa diventano quindi più fragili e sono esposte ad un maggior rischio di frattura per traumi anche minimi. Le fratture costituiscono l’evento clinico più rilevante dell’osteoporosi, anche perché interessano con maggiore frequenza il polso, le vertebre ed il femore. 23 ® Osteoartrosi L’osteoartrosi viene anche definita malattia degenerativa delle articolazioni ed è associata a danno articolare e all’invecchiamento. Si tratta di una malattia cronica che provoca deterioramento della cartilagine articolare e formazione di nuovo osso (spicole ossee) ai bordi articolari. I primi segni della malattia sono rilevabili all’esame microscopico della cartilagine sotto forma di perdita delle caratteristiche tintoriali normali ed aumento del numero dei condrociti, che tendono anche ad addensarsi a gruppi. La fase successiva consiste nella comparsa di fessurazioni cartilaginee che raggiungono, approfondendosi, l’osso sottostannormale osteoartritico te. La cartilagine tende a sfaldarsi e a lasciare scoperte zone ossee. L’osso sottostante la cartilagine si trova a poco a poco sottoposto ad un carico non fisiologico, in quanto l’azione ammortizzante della cartilagine viene meno. La risposta dell’osso subcondrale a tale situazione consiste nella formazione di sporgenze ossee composte da tessuto molto denso, dette osteofiti. Gli osteofiti si proiettano verso l’esterno oppure verso lo spazio articolare. Al di sotto dello strato osseo superficiale indurito si vengono a formare delle zone di riassorbimento dette pseudocisti o “geodi”. La membrana sinoviale e la capsula articolare rispondono a questa complessa situazione con un processo infiammatorio che ha molta parte nella produzione dei sintomi. Dal punto di vista del paziente, si tratta di dolori articolari, persistenti o ricorrenti, che limitano il movimento della colonna vertebrale o dell’articolazione colpita. Qualche volta esiste un rigonfiamento dell’articolazione, più o meno avvertito dal paziente. sintesi dei prodotti della cascata dell’acido arachidonico per inibizione selettiva di uno degli enzimi, la lipossigenasi (meccanismo simile ai farmaci antinfiammatori non steroidei) [Safayhi H et al., 1992; Ammon HP et al., 1996]. Inoltre si ipotizza che gli acidi boswellici intervengano nel sito dell’infiammazione inibendo la proliferazione dei tessuti e la distruzione del tessuto connettivo. Esperimenti in vitro hanno evidenziato che gli estratti di Boswellia inibiscono in maniera dose-dipendente la sintesi dei prodotti dell’enzima 5-lipossigenasi, quali l’acido 5-idrossieicosatetrenoico (5-HETE) e il leucotriene B4 (LTB4), responsabili della broncocostrizione, stimolazione della chemiotassi ed incremento della permeabilità vascolare con conseguente formazione di edemi [Ammon HP et al.,1991]. L’acido 3-O-Acetil-11-Cheto β-Boswellico (AKBA) inibisce potentemente la sintesi dei leucotrieni, agendo sulla 5-lipossigenasi con meccanismo indiretto, non ossido-riduttivo e non competitivo: è, infatti, l’unico composto ad oggi noto che agisca come regolatore allosterico dell’enzima [Krieglstein CF et al. 2001]. L’impiego di acidi boswellici in patologie infiammatorie non produce gli effetti collaterali gastrolesivi tipici dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), poiché non agisce sulla sintesi delle prostaglandine catalizzata dall’enzima ciclossigenasi. È noto, infatti, che l’impiego di FANS può comportare problemi nella sintesi dei glicosaminoglicani (GAG), accelerando il processo di danneggiamento delle articolazioni interessate da patologie artrosiche [Reddy GK et al., 1989]. In uno studio in vivo, la Boswellia ha dimostrato benefici effetti nell’osteoartrite del ginocchio. Trenta pazienti hanno ricevuto 1 g al giorno di Boswellia nel gruppo in trattamento e un placebo nel gruppo di controllo per 8 settimane. Il gruppo in trattamento alla fine dello studio ha riscontrato una significativa diminuzione del dolore e del gonfiore ed ha migliorato il movimento [Kimmatkar N et al., 2003]. Le medicine integrate, con la fitoterapia, l’organoterapia e la litoterapia, possono dare un validissimo contributo nel trattamento di diverse malattie a carico dell’apparato osteoarticolare. Passeremo in rassegna alcuni rimedi tra i più significativi che spesso entrano a far parte di protocolli terapeutici per il trattamento delle patologie in oggetto. La Boswellia serrata, conosciuta anche come “Frankincense” o pianta dell’incenso, è un albero di circa 4 metri d’altezza appartenente alla famiglia delle Burseraceae, ed è originaria delle foreste di alcune zone dell’India, del Nord Africa e dell’Oriente. La componente maggiormente sfruttata a scopo terapeutico è rappresentata da un’oleoresina gommosa di colore giallo-bruno, denominata anche gommoresina o “guggal”, che si ottiene per incisione della corteccia o per estrazione dalle foglie. E’ oggi dimostrato che il potere antinfiammatorio e l’attività antiartritica della gommoresina della pianta sono dovute alla presenza di acidi triterpenici pentaciclici, gli acidi-boswellici. Le proprietà antinfiammatorie degli acidi boswellici sono tra le più potenti dopo i principi attivi farmacologici. Uno dei meccanismi dimostrati è il blocco della 24 Cascata dell’acido arachidonico Si distinguono due vie metaboliche principali che a partire dall’acido arachidonico arrivano alla formazione degli eicosanoidi: via della ciclossigenasi (che porta alla formazione di prostaglandine, prostacicline e trombossani) e via della 5-lipossigenasi (che porta alla formazione di leucotrieni). ® L’Harpagophytum procumbens è una pianta che cresce nel deserto del Kalahari, nelle steppe della Namibia, nel Madagascar ed in Sud Africa. Conosciuta anche con il sinonimo di Artiglio del diavolo, deve questa denominazione agli uncini che coprono i suoi frutti. Viene in genere utilizzata per alleviare i sintomi derivati da malattie artrosiche [Der Marderosian, 1999; Wegener T., 1999]. I principali costituenti chimici ritenuti responsabili dell’attività terapeutica dell’Arpagofito sono i glicosidi: arpagoside, arpagide e procumbide [Van Haelen M et al., 1983; Bruneton J et al., 1995]. In uno studio in vitro si è visto che l’arpagoside agisce sull’infiammazione inibendo l’espressione della sintetasi inducibile dell’ossido nitrico e la COX-2 attraverso la soppressione del fattore nucleare KB (NF-kB) [Huang TH et al., 2006]. È stato pubblicato uno studio clinico controllato condotto su 197 pazienti che presentavano episodi ricorrenti di lombalgia in cui si dimostra che il trattamento con arpagofito è più efficace del placebo [Chrubasik S et al., 1999]. In un altro studio in umano, l’arpagoside ha dimostrato di ridurre il dolore dovuto a condizioni di osteoartriti al ginocchio e all’anca [Wegener T et al., 2003; Chantre P et al., 2000]. L’arpagofito dimostra anche proprietà condroprotettive, probabilmente dovute all’inibizione dei mediatori dell’infiammazione (COX2, leucotrieni, NO, TNF-alfa, interleukin-1 beta). L’Abies pectinata o abete bianco è una conifera longeva, dal portamento maestoso. Le gemme sono un prodigioso remineralizzante grazie ai contenuti di pinene, esteri dell’acetato di bornile, alcooli, aldeidi e sesquiterpeni, rivelandosi così degli ottimi attivatori biologici del tessuto osseo. La sperimentazione clinica ha infatti dimostrato che le gemme di Abies pectinata favoriscono la fissazione di calcio nelle ossa, stimolano l’eritropoiesi e l’accrescimento della statura. Esse sono un ottimo rimedio in pediatria e nei postumi di fratture ossee, poiché fissando il calcio, facilitano il consolidamento della frattura e stimolano la crescita del tessuto osseo. Utile nelle osteocondriti giovanili, nel rachitismo, nei casi di linfatismo e nell’osteomielite. È capace di controllare le turbe primitive e secondarie dell’accrescimento, facilitando la crescita del tessuto osseo dei bambini e degli adolescenti mediante la regolazione del metabolismo fosfo-calcico [Fernando Piterà, 2003]. L’MSM – metilsulfonilmetano – è la forma naturale dello zolfo organico. Si trova in natura, in quanto fa parte del ciclo terrestre dello zolfo [Herschler R.J., 1989]. Il corpo ha bisogno di esso per la costruzione di quasi tutte le biomolecole importanti (enzimi, ormoni, aminoacidi, anticorpi, antiossidanti). Gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’integrità delle articolazioni e dell’elasticità del tessuto connettivo. Lo zolfo è il principale costituente dei glicosamminoglicani e degli altri componenti principali del tessuto cartilagineo. Queste sostanze formano una specie di gel protettivo che funziona da matrice per tendini, cartilagine, pelle e ossa. L’MSM svolge un’azione antinfiammatoria e consente al corpo di riparare le cellule e i tessuti distrutti. Queste caratteristiche permettono all’MSM di alleviare i dolori nei processi infiammatori delle articolazioni, dei tendini, delle mucose, nei problemi del disco intervertebrale e in numerosi altri processi dell’apparato muscolare e motorio. Negli sportivi, l’MSM combatte la rigidità e i dolori dei legamenti, dei muscoli e delle articolazioni. È stato dimostrato che l’MSM è in grado di ridurre l’incidenza di dolori muscolari e crampi a schiena e gambe. Proprietà dell’MSM: • L’MSM è un analgesico naturale: blocca il trasferimento degli impulsi dolorifici attraverso le fibre nervose. • L’MSM blocca le infiammazioni e i processi infiammatori, intensifica l’attività del cortisolo. • L’MSM migliora la permeabilità delle membrane cellulari. Ciò comporta un migliore apporto di nutrienti e vitamine e aumenta l’efficienza dei processi di eliminazione dei rifiuti in eccesso dalle cellule. • L’MSM dilata i vasi sanguigni, migliorando la circolazione. Anche questo contribuisce all’eliminazione dei rifiuti dal nostro corpo, accelerando i processi di guarigione. • L’MSM è un efficace miorilassante. • L’MSM è un coadiuvante nei meccanismi naturali di difesa del nostro organismo, esplicando azioni di regolazione nel metabolismo della prostaglandina e nella formazione di anticorpi e immunocomplessi. L’MSM rallenta e ripristina la formazione dei legami crociati nel collageno, un processo naturale nei fenomeni di cicatrizzazione che provoca la formazione di tessuti duri, spesso fonte di dolore. • L’MSM è un potente antiossidante. Nel neutralizzare i radicali liberi l’organismo utilizza una varietà di enzimi antiossidanti che contengono aminoacidi solforati e che derivano la propria struttura ed attività 25 ® biologica da legami allo zolfo (S-S). Inoltre, l’MSM fornisce lo zolfo necessario agli aminoacidi solforati, metionina cisteina e taurina, considerati potenti antiossidanti. calcio costituente il tessuto osseo. È indicato in tutte le alterazioni del metabolismo del calcio osseo, artrosi, specialmente nella localizzazione lombare, osteoporosi. CARTILAGO 5CH: Organoterapico preparato da un ceppo polivalente di cartilagine articolare. Il suo ruolo è quello di frenare la distruzione cartilaginea e di aumentarne la rigenerazione. L’organo sano diluito e dinamizzato agisce sul suo omologo umano per riequilibrarne il funzionamento alterato. FELDSPATH QUADRATIQUE 8DH: Litoterapico detto anche Scapolite, formato dall’insieme di Marialite e di Meionite. Si tratta di un allumo-silicato di calcio e sodio con presenza di cloro, carbonio e zolfo. Importante per la trama proteica ossea, trova la sua indicazione in tutti i tipi di artrosi, vertebrale in particolare, decalcificazione; è un buon rimineralizzante. LIGAMENTS 5CH: Tessuto legamentoso composto da 4 legamenti: spalla, gomito, ginocchio, anca. Grazie al tropismo dell’attività dei rimedi organo-terapici, il suo ruolo è quello di ripristinare il fisiologico funzionamento alterato. MEDULOSS 5CH: Viene ritenuto il secondo rimedio organoterapico dell’artrosi. Questo rimedio, realizzato da un prelievo effettuato a carico del midollo osseo di ossa lunghe e piatte, ha il compito di regolarizzare il metabolismo osseo e l’equilibrio osteoblasti – osteoclasti. OSSEINUM 5CH: Rimedio organoterapico rappresentato da osso totale. Trova frequente impiego nel trattamento delle fratture delle ossa lunghe, radio, ulna e femore. Viene ritenuto un ottimo acceleratore del processo di ossificazione. THYMUSINUM 5CH: Organoterapico preparato con la ghiandola timica, sede di attivazione dei piccoli linfociti a linfociti T maturi, che garantiscono la risposta immunitaria cellulo-mediata. Questo rimedio, quale potente immunostimolante, trova applicazione in tutte quelle manifestazioni infiammatorie in cui necessita una efficiente risposta immunitaria, comprese quelle a carico dell’apparato osteoarticolare. PLACENTINE 5CH: Placenta. Questo particolare organoterapico, fonte di vita, secondo i canoni della disciplina omeobioterapica, trova soprattutto applicazione nelle forme reumatiche con componente osteoporotica. PARATHYROIDE 5CH: Rimedio utilizzato spesso in traumatologia, soprattutto per quanto riguarda le fratture, insieme ad osseinum, per agevolare ed accelerare la formazione di un callo osseo di buona qualità. Inoltre, questo rimedio, stimolando le ghiandole paratiroidi, regolarizza il metabolismo fosfo-calcico. JEJUNUM 5CH: Digiuno. Questo rimedio favorisce a livello della mucosa intestinale l’assorbimento del calcio ionizzato. D.N.A. 5CH: La sorprendente macromolecola della vita cellulare, diluita e dinamizzata, contribuisce insieme agli altri rimedi alla rigenerazione dei tessuti, quindi anche di quelli che costituiscono l’apparato osteo-articolare. SYMPHYTUM OFFICINALIS 5CH: (Consolida maggiore) Pianta appartenente alla famiglia delle boraginacee. Il rimedio omeopatico è di comprovata efficacia e si rivela estremamente utile nei traumi ossei e periostei dove agisce accelerando i processi riparativi e di ricostruzione ossea. Vengono evidenziati l’aumento della densità ossea ed il consolidamento delle fratture. APATITE 8DH: Litoterapico formato da Pirofosfato di calcio con tracce di fluoro e di cloro. Rappresenta la forma di cristallizzazione del 26 CALCAIRE DE VERSAILLES 8DH: Roccia sedimentaria costituita da carbonato di calcio finemente cristallizzata. Trova indicazioni nel trattamento dell’osteoporosi soprattutto senile e nelle decalcificazioni. ORPIMENT 8DH: Litoterapico formato da solfuro giallo d’arsenico. L’arsenico è stimolante delle surrenali, per cui è indicato come antinfiammatorio. Altra indicazione è l’artrosi, in particolare la coxartrosi. SOUFRE NATIF 8DH: Zolfo nativo, puro, formato da cristalli ortorombici color giallo chiaro. Presenza talvolta di arsenico e selenio. È l’anti-psorico litoterapico. Riferimenti bibliografici - Boswellia serrata. Monograph. Alternative Medicine Review Volume 13, Number 2. 2008. - Ammon HP, Mack T, Singh GB, Safayhi H. Inhibition of leukotriene B4 formation in rat peritoneal neutrophils by an ethanolic extract of the gum resin exudate of Boswellia serrata. PlantaMed 1991;57:203-207. - Safayhi H, Mack T, Sabieraj J, et al. Boswellic acids: novel, specific, nonredox inhibitors of 5-lipoxygenase. - J Pharmacol Exp Ther 1992;261:1143-1146. - Ammon HP. Salai guggal – Boswellia serrata: from a herbal medicine to a specific inhibitor of leukotriene biosynthesis. 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Italiana a cura di Claudio Mazza – IPSA Editore – 1988. - Manuale di Litoterapia Dechelatrice – Claude Bergeret – Max Tétau – Traduzione di Ornella Casano – IPSA Editore – 1990. - L’uomo, la fitoterapia, la gemmoterapia – seconda edizione – Bruno Brigo – Tecniche Nuove – 2003. www.promopharma.it occhi belli e riposati protettivo, lubrificante e calmante dell’occhio irritato Lacrimilla® gocce oculari sterili in fiale monodose è un coadiuvante specifico per la prevenzione e il trattamento di occhi arrossati e affaticati. SENZA CONSERVANTI ICS ET ECO BI TIFIE ER D OPERATORE CONTROLLATO ORGANISMO DI CONTROLLO AUTORIZZATO SM BIO 115 ES692 agricoltura ue C Formato: 15 fialette sterili monodose da 0,5 ml O C SM O 186 BC AZIENDA CON SISTEMA DI QUALITà CERTIFICATO UNI EN ISO 9001:2008 UNI EN ISO 13485:2004 Lacrimilla® è un Dispositivo Medico . Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni d’uso. Informazioni riservate al corpo professionale. 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Vengono prese in esame le proprietà salutistiche e medicinali: immunomodulante, antisettico, antibatterico e antibiotico, per cui viene utilizzato per il trattamento di ferite, ulcere, bruciature e scottature, oltre che come sostegno per il sistema immunitario. L’attività di questo miele è supportata da diversi studi clinici pubblicati dall’Università di Waikato (Nuova Zelanda); numerosi trials clinici sono in corso. Abstract: Manuka honey, harvested from the plant with the same name, is used since ancient times for various uses. Here the health and medicinal properties are taken into consideration: immunomodulatory, antiseptic, antibacterial and antibiotic, for the treatment of wounds for which it is used, ulcers, burns and scalds, as well as support for the immune system. The activity of this honey is supported by several clinical studies published by the University of Waikato (New Zealand), and numerous clinical trials are underway. Parole chiave: perossido di idrogeno, attività antibatterica, disinfettante Keywords: hydrogen peroxide, antibacterial activity, disinfectant Il miele di Manuka è considerato un miele medicinale in virtù di spiccate proprietà antibatteriche, dovute in particolare a un suo principio attivo chiamato metilgliossale (o MGO o methylglyoxal). Da qualche tempo una varietà particolare di miele è salita agli onori della cronaca, perlomeno nell’ambito dell’alimentazione e della medicina naturale: il miele di Manuka, esaltato per le sue proprietà salutistiche e medicinali. Cosa c’è di vero? Scopriamolo. Come tutti i cosiddetti prodotti dell’alveare (propoli, polline, pappa reale), ogni tipo di miele, quale più, quale meno, possiede caratteristiche benefiche. In particolare, ne è nota da sempre l’attività antibatterica. Nel miele infatti è contenuto un enzima secreto dalle api, la glucosio-ossidasi, che produce perossido di idrogeno (più noto come acqua ossigenata), che ha azione disinfettante, ovvero germicida. Ma sicuramente anche altre delle tantissime sostanze presenti naturalmente nel miele, molte delle quali ancora poco note, sono corresponsabili dei suoi effetti “terapeutici” e rendono questo prodotto un vero e proprio cibo-medicina. Tra le capacità più notevoli e studiate del miele c’è quella di curare le ferite. Una review di 22 ricerche scientifiche precedentemente condotte sul miele quale agente antibatterico topico per il trattamento delle ferite infette, pubblicata nel 2006 su International Journal of Lower Extremity Wounds, ha concluso che il miele accelera la risoluzione dell’infezione, protegge da eventuali ricadute e incrementa la velocità di cicatrizzazione, promuovendo la crescita di nuovo tessuto e la guarigione della ferita. Esiste tuttavia un miele ancora più interessante degli altri sotto il profilo salutistico. E’ il miele di Manuka, raccolto dalla pianta omonima (Leptospermum scoparium), che cresce allo stato selvatico sotto forma di arbusto o piccolo albero in Nuova Zelanda e che è utilizzato fin dalla notte dei tempi dal popolo Maori come cibo e nel trattamento locale di ferite, ulcere, bruciature e scottature. Il miele di Manuka ha dimostrate proprietà “medicinali”. Al di là della semplice azione antisettica dovuta al perossido di idrogeno, questo miele neozelandese contiene ulteriori sostanze antibatteriche in quantità elevate. La sua accentuata attività antibiotica è dovuta 28 all’azione combinata di un principio attivo chiamato metilgliossale (MGO, forse più noto anche in Italia con il suo nome inglese methylglyoxal) e di altri, sinergici, ancora non perfettamente identificati. Nel miele di Manuka non solo è molto alta la quantità di metilgliossale, ma la presenza delle sostanze sinergiche incrementa di oltre il doppio l’efficacia antisettica del metilgliossale. Non tutto il miele di Manuka presenta tuttavia quantità significative di MGO e ha di conseguenza questo tipo di attività antibatterica aggiuntiva particolarmente interessante e non dovuta al perossido d’idrogeno. Quello che la possiede viene denominato “miele di Manuka attivo” o “miele di Manuka UMF” (Unique Manuka Factor) e riporta in etichetta la quantità di MGO che contiene, per distinguerlo dal miele di Manuka che non ha queste proprietà. Perché è importante un’attività antibatterica ulteriore rispetto a quella del perossido di idrogeno? L’enzima che produce perossido d’idrogeno ha molti “limiti”: richiede ossigeno per sviluppare la reazione (e quindi in ambiti come le ferite fasciate o l’intestino può non essere efficace o esserlo meno); è inattivo nell’ambiente acido dello stomaco; viene distrutto dagli enzimi che digeriscono le proteine (e che sono presenti anche nelle ferite). Non è quindi un caso che il miele di Manuka si sia dimostrato più efficace di altri tipi di miele contro batteri quali Escherichia coli, Helicobacter pylori e diverse specie di enterococchi. Inoltre, mentre l’attività dell’enzima che produce perossido d’idrogeno viene compromessa quando il miele è esposto al calore o alla luce, quella antibatterica del miele di Manuka è stabile, caratteristica che non ne rende problematica la conservazione e non ne fa perdere le proprietà. In quali condizioni di salute può quindi essere utile il miele di Manuka? In tante circostanze in cui è richiesta un’azione antibatterica, cicatrizzante e antinfiammatoria: • per le ferite e le ustioni di lieve entità • nelle gengiviti e in altri disturbi della bocca • nelle difficoltà digestive di varia natura e severità (bruciore di stomaco, reflusso gastroesofageo, gastrite, ulcera gastrica e duodenale, presenza di Helicobacter pylori, colite ecc.) ® • quando è necessario un sostegno al sistema immunitario contro le infezioni (tra cui innanzitutto quelle dell’albero respiratorio: raffreddore, mal di gola, tosse, influenza ecc.), visto che il miele di Manuka ha anche proprietà immunomodulanti. I ricercatori dell’Università di Waikato, in Nuova Zelanda (una delle realtà mondiali all’avanguarda negli studi sulle proprietà benefiche e curative del miele), hanno scoperto che l’attività antibatterica del miele di Manuka può persino arrestare la crescita di ceppi batterici di Staphylococcus aureus resistenti agli antibiotici. Ed è stato invece constatato che il miele di Manuka non dà origine a fenomeni di antibioticoresistenza (analogamente a tanti altri rimedi naturali antimicrobici, tra cui innanzitutto l’aglio). Non ci sono invece evidenze, come da qualcuno sostenuto, che il miele di Manuka abbia qualche utilità nell’abbassare il colesterolo. Sicuramente c’è ancora molto sa scoprire su questo interessante miele e numerosi trials clinici sono in corso. Ma i suoi effetti benefici “di base”, il lungo uso tradizionale e l’assenza di reazioni indesiderate (a cui si affianca l’entusiasmo di tanti consumatori) lo rendono un prodotto utile e sicuro, da tenere a portata di mano nell’armadietto dei medicinali che preferiamo: la dispensa della cucina. Quale miele di Manuka comprare? Innanzitutto quello di produttori affidabili e che certifichino la presenza di metilgliossale. Più in dettaglio, in commercio si ritrova miele di Manuka con diverse concentrazioni di MGO (espresse in milligrammi di metilgliossale per chilo di miele): da 100 fino a 550. Quanto più questo numero è alto, tanto più il contenuto di metilgliossale è significativo e tanto più è elevato il potere antibiotico del miele. Se quindi a scopo preventivo il miele MGO 100 può andare benissimo, chi necessita di azioni più forti potrà ricorrere a quello MGO 400 o addirittura MGO 550. Qual è la posologia del miele di Manuka e come si assume? Il dosaggio standard è di un cucchiaino preso mezz’ora prima dei pasti, fino a 3 volte al giorno. Per quel che riguarda controindicazioni e effetti collaterali del miele di Manuka, questo rimedio naturale non è adatto ai soggetti allergici al miele e ai diabetici, per i quali il metilgliossale è nocivo (persino nell’uso esterno: esistono evidenze scientifiche che il miele di Manuka possa addirittura ritardare la guarigione delle ulcere diabetiche). Sembra inoltre possibile – benché più che altro teorica - un’interferenza con alcuni farmaci chemioterapici, in virtù dei suoi effetti antiossidanti (il miele di Manuka contiene infatti anche flavonoidi). In sintesi, ecco quindi le conclusioni di questo articolo sul miele di Manuka. Pregi Notevoli. Il miele di Manuka, anche come semplice alimento e ai dosaggi usualmente suggeriti, rappresenta un prodotto sano, naturale ed efficace, in grado di sostenere le naturali difese dell’organismo contro le infezioni e di velocizzare la guarigione di ferite e ustioni. Difetti Solo il prezzo, obiettivamente impegnativo. Considerato però che potrà farvi risparmiare più di qualche medicina e aiutarvi a mantenervi in salute più a lungo... Consigliato Sì. MANUKA HONEY Goldenhills Manuka Honey è un prezioso miele, noto fin dall’antichità per le sue esclusive e molteplici proprietà benefiche; possiede una naturale attività antibatterica. Disponibile nelle tre versioni UMF 5+, UMF 10+, UMF 20+. 29 ® Analogia fra omeopatia e fisica quantistica in due casi di psiconevrosi trattati con Sepia Dr. Ciurli Giancarlo Primario Medico Emerito - Specialista in malattie cardiovascolari - Docente in Omeopatia ed Omotossicologia. Abstract: L’Autore prende in esame due casi e li analizza sotto l’aspetto omeopatico e sotto quello quantistico. Pur presentando motivazioni diverse le due pazienti hanno una sintomatologia sovrapponibile e vengono trattate con il medesimo rimedio. In entrambi i casi l’esito è positivo. Abstract: The author examines two cases and analyze them under the aspect of homeopathic and the quantum aspect. While presenting different reasons the two patients have overlapping symptoms and are treated with the same remedy. In both cases the outcome is positive. Parole chiave: omeopatia, fisica quantistica, Sepia Lo scopo di questo argomento, oltre quello di dimostrare l’analogia fra meccanica quantistica e omeopatia, è anche quello di mettere in evidenza che la legge dei simili, concepita dal genio di Hahanemann 2 secoli fa, non ha perso, a tutt’oggi, la sua validità originale, anzi, direi che l’evoluzione scientifica attuale l’ha maggiormente chiarita. Cercherò di spiegarlo attraverso la descrizione di 2 casi trattati con Sepia che si sono risolti con pieno successo. I casi riguardano 2 donne che presentavano una forma di psiconevrosi depressivo – ansiosa. Capire le motivazioni che erano state la causa della malattia non fu impresa facile. Pur presentando motivazioni diverse avevano una sintomatologia sovrapponibile. Prescrissi loro, dopo una accurata repertorizzazione, il rimedio Sepia XM, che in breve tempo risolse la situazione. Quindi Sepia è stato secondo la teoria omeopatica il rimedio che ha creato la malattia artificiale più simile a quella da curare, secondo il motto dell’omeopatia “Similia simili bus curantur”. Il rimedio, come è noto, è costituito da quella sostanza che nel soggetto sano produce gli stessi sintomi della malattia. Ho prescritto Sepia secondo la sindrome minima di valore massimo (la sindrome minima di valore massimo è rappresentata da quel gruppo di sintomi estraneamente caratteristici ed indispensabili per la comprensione del tipo di malato e che ne definiscono una personalità completamente delineata). Sappiamo dalla biofisica che ogni sostanza possiede un campo elettromagnetico ed emette energia che si manifesta con una propria vibrazione o frequenza di risonanza (quasi un’impronta energetica personale). Quindi anche il rimedio omeopatico che è costituito da una sostanza possiede una sua propria vibrazione che lo caratterizza. Infatti quando viene somministrato a una persona sana il campo elettromagnetico del soggetto risuona secondo la frequenza del rimedio. Il termine risonanza deriva dall’acustica e si può spiegare brevemente con un esempio: se due fonti hanno una frequenza vibratoria simile quando s’incontrano entrano in oscillazione raggiungendo in breve tempo notevole ampiezza rinforzando la tonalità del suono. Si dice allora che entrano in risonanza. Sappiamo inoltre dalla biologia molecolare che il nostro organismo è costituito da miliardi di cellule e ognuna possiede un campo elettromagnetico che riceve ed emana energia che si manifesta con una frequenza vibratoria che si propaga alla velocità della luce e informa ad ogni istante l’intero organismo del suo stato attuale. Tutte le cellule comunicano e interagiscono fra loro attraverso i segnali elettro30 Keywords: homeopathy, quantum physics, Sepia magnetici che si propagano come frequenze vibratorie che le fa entrare in risonanza fra loro. Infatti secondo le più recenti teorie l’organismo umano funziona come una rete integrata che unisce i vari organi e sistemi. Nella malattia si altera il campo elettromagnetico della cellula e ne consegue una modifica della frequenza che viene risentita in tutta la rete e quindi interessa tutto l’organismo. Quindi la malattia è sempre olistica. Questo concetto rappresenta il baluardo dell’omeopatia, la quale afferma che ogni malattia colpisce l’intero organismo, perché “si altera la forza vitale, vivificatrice, misteriosa che domina in modo assoluto e dinamico il corpo materiale e tiene le sue parti in meravigliosa vita armonica di sensi e di attività”. Se riportiamo questo concetto in campo energetico significa che le frequenze vibrazionali non sono in risonanza con il modello fondamentale e fisiologico dell’organismo. E a proposito della forza vitale anche il noto omeopata greco George Vithoulkas dice: “Si può ipotizzare che la forza vitale sia sinonimo di campo elettromagnetico dell’organismo e quindi conforme ai principi della fisica”. Da tutto questo si evince che la forza vitale può essere descritta anche attraverso un modello teorico elettromagnetico – dinamico che verrebbe a rappresentare l’essenza vitale dell’organismo e inoltre avrebbe il controllo di tutti i suoi “livelli recettivi: quello fisico, quello emozionale e quello mentale”. Quando un organismo riceve uno stimolo attraverso uno dei suoi tre livelli è inizialmente percepito dal campo elettromagnetico (o forza vitale) e poi diffuso ai tre livelli a seconda dell’entità della forza dello stimolo e del grado di resistenza dell’organismo. Quindi il disturbo del campo elettromagnetico dell’organismo mette in gioco un meccanismo di difesa che funziona come un tutto integrato agendo in ogni momento nel miglior modo possibile. Si può concludere affermando che il rimedio omeopatico è uno strumento apportatore di energia che emanando onde elettromagnetiche adeguate al tipo di malattia corregge e annulla lo squilibrio causato dalla malattia stessa, riportando l’equilibrio vibrazionale necessario al dialogo armonico delle cellule. Ed è proprio per questo aspetto che mi si è chiarito meglio il meccanismo d’azione del rimedio. Passiamo ora a descrivere i due casi vedendoli sotto l’aspetto omeopatico e sotto quello quantistico. I casi riguardano due donne ancora abbastanza giovani, che nella loro vita si sono dimostrate sempre attive e di buon senso. ® Primo caso Trattasi di una donna I.P. di 38 anni con un figlio di 12 anni; collabora col marito alla conduzione di una piccola industria di mobili e inoltre accudisce alle faccende di casa. Menarca a circa 13 anni. Adenotonsillectomia a 8 anni. Soffre di cefalea dall’età di 12 anni. Anche la madre soffre da molti anni di cefalea. Sposatasi all’età di 23 anni con un coetaneo ha avuto una gravidanza espletata con parto eutocico. Riferisce di aver goduto di ottima salute fino al momento dell’attuale malattia. Circa un anno fa il marito in seguito ad un’improvvisa crisi ipertensiva ebbe un’ischemia cerebrale transitoria per cui si rese necessario il ricovero urgente in ospedale per essere sottoposto a cure più adeguate e ad accertamenti più approfonditi. La paziente riferisce di aver provato in quell’occasione una grande paura di perdere il marito. Pur tuttavia nel frattempo lo ha sostituito nella conduzione dell’industria assolvendo il compito in maniera perfetta. Dopo poco il marito si è ristabilito ed è stato in grado di riprendere normalmente la sua attività. Ed è proprio in questo periodo che alla paziente compare una sintomatologia caratterizzata da insonnia, eccessiva emotività, stanchezza, insicurezza, sensazione che da un momento all’altro debba capitarle qualcosa di sgradevole, umore profondamente triste e disinteresse per la maggior parte delle cose che invece prima faceva con entusiasmo. Consultato uno specialista questi le consigliò una terapia a base di sulpiride e benzodiazepine. Da questo trattamento farmacologico non ha ricevuto il beneficio sperato anche perché ha dovuto interromperlo per la comparsa di amenorrea. Da qualche settimana la sintomatologia si è accentuata in maniera preoccupante. A questo punto la paziente mi viene a consultare accompagnata dalla madre. Si presenta triste, depressa, senza gusto per la vita, scontenta di tutto e si sente inutile. Accusa una marcata sensazione di indifferenza affettiva verso i suoi familiari, specie per suo figlio e per suo marito, ma nello stesso tempo sente di amarli per cui nasce dentro di lei un senso di colpa che la fa star male e la rende ancora più infelice. Se la prende con il marito quando cerca di consolarla con parole gentili e gesti affettuosi. Evita categoricamente rapporti sessuali. Si irrita per le cose più banali. Non tollera di essere contraddetta. Il suo stato peggiora nel periodo mestruale. Dice di sentirsi meglio quando è impegnata e infatti la madre riferisce che la figlia migliora visibilmente quando è occupata nella sua attività commerciale e svolge il suo lavoro con grande meticolosità. Il racconto è confuso e pieno di pianto e continua a dire “sono disperata mi sento un mostro, vorrei essere come prima ma non ci riesco, c’è qualcosa che è più forte di me che me lo impedisce”. Di fronte a questa sintomatologia è evidente che siamo di fronte a un soggetto in cui prevale l’impregnazione miasmatica psoro – sicotica con note anche di luteismo per il senso di colpa che avverte per l’indifferenza dei familiari. Per la ricerca del rimedio che corrisponda alla sintomatologia della paziente ho preso in considerazione alcuni sintomi mentali che ho reputato i più significativi applicando la regola della sindrome minima di valore massimo e li ho repertorizzati. Questi sintomi sono: l’indifferenza affettiva (INDIFFERENCE, everything, to), desiderio di solitudine (COMPANY, aversion toag), avversione ai propri familiari (AVERSIONE, members of familiy) e specialmente con il marito (AVERSION, husband, to), aggravamento della consolazione (CONSOLATION, agg.), miglioramento con l’occupazione (OCCUPATION, amel). Per la ricerca del rimedio ho consultato il Repertorio di Kenti e quello di Barthel. Dalla repertorizzazione il rimedio capace di curare tutti i sintomi caratteristici col loro grado di intensità e quindi quello che somiglia di più alla paziente è risultato essere Sepia. Ho consigliato quindi Sepia XM in dose unica e un placebo da prendere tutte le sere per un mese. La paziente ha avuto dapprima un netto peggioramento della sintomatologia poi dopo la comparsa del ciclo mestruale le condizioni psichiche sono andate migliorando rapidamente fino a raggiungere la completa normalità dopo poco più di un mese. Da notare anche la scomparsa della cefalea. Mi risulta che la paziente non ha più avuto da cinque anni ad oggi nessuna ricaduta malgrado le inevitabili vicissitudini della vita. Secondo caso Si tratta di una donna Lucia G. di 41 anni, nubile, insegnante di lettere. Menarca a 14 anni, mestrui inizialmente normali, ultimamente assai abbondanti tanto da abbassargli la sideremia. Ha avuto un’educazione molto repressiva specialmente dal punto di vista sessuale in quanto sia la nonna che la madre essendo molto religiose le hanno trasmesso la convinzione che il sesso è peccato. La paziente è di costituzione fondamentalmente fosforica ed è dotata di un carattere energico e non troppo flessibile. A 23 anni, poco dopo la laurea, ha vinto il concorso per una cattedra di insegnante di lettere e da quel momento è iniziato uno dei periodi più felici della sua vita, perché finalmente aveva raggiunto lo scopo che si era prefissato, che era quello di insegnare. Ha cominciato il suo lavoro con grande entusiasmo, considerando l’insegnamento come una missione tanto da confessare che il tempo che trascorre con più soddisfazione è quello che passa a scuola o è inerente alla scuola. Ha cominciato a interessarsi di sindacalismo scolastico, impegnandosi con tutte le sue forze. A volte le lotte sindacali le hanno procurato momenti di nervosismo che l’hanno costretta spesso a ricorrere per breve tempo agli ansiolitici. Alcune settimane fa mi ha accennato fugacemente di essere rimasta molto delusa per un torto ricevuto da una collega. Ha ritenuto ingiusto questo comportamento nei suoi confronti per cui il suo atteggiamento verso la collega si è fatto duro e sprezzante. Nello stesso tempo a scuola sono state prese delle decisioni a lei non gradite e da quel momento è comparsa insonnia, è diventata abulica, apatica, sempre triste, voglia di piangere e più che altro è subentrata una certa indifferenza per tutto quanto prima lei si interessava a ogni cosa. L’unica abitudine che ha mantenuto è quella di frequentare la chiesa tutte le sere. Ed è proprio in chiesa che ha avuto per 2 sere consecutive delle allucinazioni, perché ha avuto l’impressione che mentre era inginocchiata a pregare sotto l’immagine sacra, la madonna volgesse lievemente la testa verso di lei. Mi riferisce piangendo di sentirsi disperata e quello che la preoccupa maggiormente è il fatto che tutto quello che prima la entusiasmava ora gli è indifferente. Non riesce più a concentrarsi nella lettura (Mind, exertion, mental, agg.). La relazione affettiva che ha sempre avuto con la madre adesso non c’è più, anzi molte volte la presenza della madre la infastidisce (Mind, indifference, loved ones, to). Anche quel rapporto affettivo che si era instaurato con i suoi scolari è scomparso ora tutto le è completamente indifferente (Mind, indifference, everything, to). “Non ho più ambizioni – dice – mi sento stanca e vuota”. A questo punto sembrerebbe che la causa dello stato attuale sia quella di essere stata obbligata ad accettare una situazione a lei non gradita. Però a mio giudizio la motivazione principale è da ricercarsi nell’educazione sessuale repressiva. La paziente ha cercato di sublimare con il lavoro gli impulsi sessuali e quando il lavoro l’ha delusa si è sentita infelice e sfortunata, ha avuto la sensazione che tutto le crollasse addosso e quindi è entrata in crisi depressiva. La reazione più evidente che manifesta in questa situazione è l’indifferenza che rappresenta una forma di difesa da una situazione che è stata fonte di delusione. Per la ricerca del rimedio ho considerato come caratteristici un gruppo di sintomi mentali e cioè l’indifferenza, l’avversione ai familiari, il miglioramento con l’occupazione, l’irritabilità che precede le mestruazioni, avversione alla compagnia e allucinazioni. La repertorizzazione dei sintomi ha indicato Sepia. Pertanto ho prescritto Sepia XM CH. 31 ® Secondo Rajan Sankaran: “Sepia è una persona che si sente demoralizzata, stanca, infelice e apatica per uno stress prolungato e per il logorio della vita (una lunga sofferenza), ma allo stesso tempo conserva la propria sensibilità e reagisce con irritabilità, che sfocia talvolta in scatti d’ira. Persino le cose che prima piacevano provocano ora avversione. La donna Sepia sembra essere priva della forza di uscire da tale situazione. Per lei il miglior modo per sopravvivere è di restare in questo stato di tristezza e di infelicità e di tanto in tanto reagire in modo violento. Diventa fredda, introversa e ama tenersi occupata”. In questi due casi il sintomo dominante è quello dell’indifferenza e tutta la sintomatologia che ne segue ha come radice l’indifferenza, che sembra un atteggiamento di difesa. Infatti le due pazienti si rendono conto che il loro atteggiamento non è giusto, però non hanno la forza di volontà per rimediare e quindi si rifugiano nell’indifferenza. Questa è una reazione specifica, propria di quel particolare tipo d’individuo. Altri soggetti di fronte alle stesse situazioni avrebbero certamente reagito diversamente, perché ognuno ha una sua maniera di sentire e di reagire, ed ha, per dirla come l’argentino masi: “una sua canzone, un suo leit – motiv, un suo ritmo, un suo genio, che lo distingue da tutti gli altri”. Ora per i 2 casi trattati, possiamo dedurre che Sepia ha lo stesso genio, lo stesso leit – motiv, la stessa canzone, lo stesso ritmo delle due pazienti. Per Eugenio Candegabe: “Il nucleo centrale ed essenziale di Sepia è l’indifferenza affettiva la cui espressione più evidente è rappresentata dall’avversione ai propri familiari e specialmente nei confronti del marito sul quale sono proiettate tutte le invidie del complesso di castrazione”. Passando al campo energetico si può dire che il campo elettromagnetico di Sepia emettendo una frequenza vibratoria simile a quella della malattia ha eliminato i sintomi per cui si sono ristabilite le condizioni energetiche normali. In altri termini significa che le vibrazioni sono entrate in risonanza, grazie alla quale con la scomparsa dei sintomi è sopraggiunta una sollecita e completa guarigione in maniera dolce e serena. Come ho detto prima, secondo la teoria quantistica la forza vitale può essere ipoteticamente paragonata all’energia del campo elettromagnetico. Tutto questo trova conferma, a mio giudizio, dallo stretto rapporto che esiste fra la forza vitale e la rete integrata, percorsa da segnali elettromagnetici che si propagano portando informazioni attraverso le frequenze ondulatorie a tutto l’organismo. Questa particolare visione scientifica, tra l’altro, è avvalorata da numerose osservazioni e da diverse sperimentazioni effettuate da molti ricercatori sul meccanismo d’azione del rimedio. Credo che l’apporto della fisica quantistica faciliti la comprensione della teoria anche perchè, a mio parere, vi aggiunge una veste più scientifica. D’altra parte la maggior parte delle argomentazioni che ho esposto sono basate principalmente su teorie e quindi sono prevalentemente delle ipotesi che però ritorno a ripetere sono sostenute da esperienze positive e incoraggianti. Attualmente numerosi sono i ricercatori impegnati in questo campo della medicina che hanno ottenuto dei risultati assai promettenti. Confido vivamente che in un futuro molto prossimo si possa aprire la porta che conduca direttamente e definitivamente a delle conferme realmente scientifiche. Concludendo potremmo dire che attualmente l’analogia fra omeopatia e meccanica quantistica sia un dipinto incompleto, però dagli argomenti esposti sembra che manchino poche pennellate perchè la tela sia completata. 32 La Fito-omotossicologia a servizio del terapeuta Stimolatori del meccanismo di difesa Biocatalizzatori di straordinaria efficacia Potenti attivatori degli emuntori specifici Utili stimolatori della risposta nella sintomatologia acuta ® TIFIE ER ICS ET ECO BI PromoPharma cresce nelle certificazioni: • ha aderito al sistema di certificazione biologica: metodo di produzione definito e disciplinato a livello comunitario • ha conseguito la Certificazione di Qualità a conferma dell’orientamento verso la formalizzazione di procedure che assicurino elevati standard qualitativi e il miglioramento continuo, grazie all’impegno a raccogliere e soddisfare le esigenze dei clienti. D C novità O C SM O Recensioni WEB PromoPharma: on-line il nuovo sito. 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Fiere di Parma, 22-23 Settembre - Pad. 4 Convegno Espositivo riservato alla formazione e all’aggiornamento professionale degli operatori del settore erboristico, ma non solo. La nuova edizione di Erboristeria, ripropone il modello vincente dello scorso anno, con la possibilità di esporre i propri prodotti e servizi unita a quella di aggiornarsi grazie a workshop e seminari di relatori ed esperti di primo piano. L’area espositiva di 18.000 mq avrà un percorso obbligatorio studiato per garantire la massima visibilità ad ogni stand. 33 ® notiziario corsi Le strategie dietetiche nelle adiposità generalizzate e localizzate Dalla dieta VLCD alla dieta di tipo mediterraneo: il loro utilizzo nella pratica clinica. A cura del Dott. Giuseppe Castaldo Nel 1973 il Prof. Blackburn inventò e sperimentò una dieta VLCD di tipo proteico in grado di determinare il dimagrimento assicurando al contempo un bilancio azotato equilibrato, tale da evitare catabolismo muscolare. Il Dott. Giuseppe Castaldo ha modificato il protocollo terapeutico del Prof. Blackburn, sperimentando un metodo combinato che associa varie tecniche dietetiche, al fine di trattare efficacemente le adiposità localizzate e generalizzate. Tale corso ha l’obiettivo di illustrare i vantaggi dell’applicazione di tale metodologia ed insegnarne i principi cardine, a partire dalla corretta valutazione nutrizionale dei pazienti fino alla prescrizione di un protocollo terapeutico personalizzato. Il Corso è rivolto ai medici specialisti o specializzandi in Scienze dell’Alimentazione, agli Internisti, a medici esperti in Medicina Estetica ed in Medicine Non Convenzionali, oltre a tutti i medici interessati alla Dietologia ed alla Nutrizione Clinica. - Il corso è rivolto ai medici interessati alla dietologia ed alla nutrizione clinica ed ai biologi nutrizionisti. - Sono stati assegnati 9 crediti ecm per medici e 9 crediti ecm per biologi nutrizionisti. - La frequenza è obbligatoria e sono riconosciuti i crediti ecm solo se si frequenta il corso per intero. - Le iscrizioni saranno accettate fino all’esaurimento dei posti previsti. Date: 29 settembre, Torino 27 ottobre, Palermo Per info: Federica Fusini Tel 0549 911030 Fax 0549 956700 mail: [email protected] SCUOLA FOLON - Fitogemmo-Omo-Lito-Oligoterapia e Nutraceutica integrate A cura del dott. Wilmer Zanghirati Urbanaz Nell’organizzare la Scuola FOLON (Fitogemmo-Omo-Lito-Oligoterapia e Nutraceutica integrate), PromoPharma si é posta l’obbiettivo di divulgare la conoscenza di tecniche ed approcci che mettano a disposizione del professionista del benessere una serie di “proposte” funzionali, tali da permettere alla persona che li assume di mantenere il miglior stato di salute, ovvero di “omeostasi”, compatibilmente con l’età, i propri aspetti biotipologici e la propria diatesi di appartenenza. L’esperienza condotta, nel corso degli ultimi tre anni, nelle sedi di Bologna, Milano, Roma e Taranto, con il Corso relativo al corretto utilizzo di oligoemenenti e “Meristemo” (estratti vegetali ottenuti da tessuti meristematici, meglio conosciuti come gemmoderivati), ha evidenziato come sia sentita l’esigenza, da parte dell’intera “filiera” di coloro che si prendono cura del benessere e del mantenimento dello stato di salute delle persone, di giungere alla conoscenza di altre possibilità che permettano di essere ancora più precisi nel condurre il prezioso lavoro di ottimizzazione dell’omeostasi. Si é, quindi, pensato di organizzare un nuovo corso, che si terrà in 6 incontri, tanto nella sede di Milano, come in quella di Roma, tra il prossimo mese di Ottobre e quello di Marzo 2013, mentre, a Padova, verrà riproposto il Corso relativo al corretto utilizzo di oligoemenenti e “Meristemo” (Febbraio – Aprile 2013). Per info: Federica Fusini Tel 0549 911030 - Fax 0549 956700 mail: [email protected] MEDICINA TRADIZIONALE CINESE Corso: Fondamenti di medicina tradizionale cinese Il corso è di tipo professionale e si sviluppa nella logica di medicina tradizionale cinese per l’applicazione nell’analisi terapeutica della persona, nella visita e per il successivo trattamento terapeutico. Il corso è strutturato in 3 week end per un totale di ore 48. Verrà rilasciato l’attestato di frequenza al termine del corso. Sede: Milano Date: 03/04 novembre 2012; 01/02 dicembre 2012; 08/09 dicembre 2012 Corso: Medicina integrata: medicina tradizionale cinese e pilates Il corso è di tipo professionale, si sviluppa nella logica di medicina tradizionale cinese integrato alla tecnica di pilates, per l’applicazione nella valutazione e nel percorso di pilates, al fine di arricchirlo. Il corso è strutturato in 3 week end per un totale di ore 48. Verrà rilasciato l’attestato di frequenza al termine del corso. Sede: Milano Date: 02/03 febbraio 2013; 09/10 febbraio 2013; 02/03 marzo 2013 Per informazioni: [email protected] 34 Trattamenti viso Pelle normale Pelle mista Pelle sensibile Pelle impura Kit pelle normale Gel detergente viso alla Rosa Centifolia - 25 ml Crema da giorno effetto luminoso alle Vitamine e Minerali - 15 ml Crema da notte rivitalizzante al Frankincenso - 15 ml Maschera peeling effetto rigenerante all’Acido glicolico - 15 ml Kit pelle mista Gel detergente viso equilibrante ai Fiori di Maggio - 25 ml Fluido equilibrante opacizzante viso - 15 ml Maschera detossinante riequilibrante - 15 ml Kit pelle sensibile Gel detergente viso idro-calmante - 25 ml Crema da giorno idro-calmante protettiva - 15 ml Siero da notte rigenerante Omega 3 - 15 ml Maschera peeling effetto luminoso F10 - 15 ml Kit trattamento anti-impurità www.promopharma.it Detergente anti-impurità all’Argilla - 25 ml Fluido da giorno anti-imperfezioni - 10 ml Siero da notte ristrutturante - 15 ml Maschera trattante anti-imperfezioni - 15 ml in forma con Dima www.dimabiodiet.com ® Seguici su