Aubert negozio puericulture
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| N. 04 | maggio 2010 | Pubblicato da PostFinance in collaborazione con KMU-HSG Gestione delle piccole imprese Gestione finanziaria Basi della gestione finanziaria Gestione della liquidità Pianificazione finanziaria Conto annuale e iscrizione a bilancio Istituto svizzero per le piccole e medie imprese Università di San Gallo pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Autori / Contenuti | 02 Gli autori e gli esperti di questo numero pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Editoriale / Colophon pi – Gestione delle piccole imprese / gestione finanziaria Stimate lettrici, stimati lettori, Urs Frey (42), prof. dr. Raoul Egeli (41), economista aziendale SUPSI, imprenditore Markus Freiburghaus (47), prof. dr. Maria Harrer (37), esperta fiduciaria con diploma federale Urs Frey è membro della direzione dell’Istituto svizzero per le piccole e medie imprese nonché della direzione del Center for Family Business HSG dell’Università di San Gallo (CFB-HSG). Nella sua duplice attività di insegnante e ricercatore si occupa della gestione aziendale strategica all’interno di medie imprese a conduzione famigliare, delle quali approfondisce gli aspetti e le qualità gestionali attraverso progetti pratici e gruppi sperimentali. Raoul Egeli è presidente dell’Unione svizzera dei creditori Creditreform, vicepresidente della Creditreform International e da nove anni direttore delle società Creditreform Egeli di Basilea, San Gallo e Zurigo, nonché della Egeli Fiduciaria SA. È anche presidente centrale dell’Unione svizzera dei fiduciari, esperto contabile autorizzato nonché membro del comitato del progetto e-LEF (sportello elettronico delle esecuzioni) dell‘Ufficio federale di giustizia. Markus Freiburghaus ha svolto per dieci anni svariate mansioni come consulente e fiduciario. Da undici anni è docente alla Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale e attualmente è membro del Management Board della Scuola superiore di economia di Zurigo. I suoi settori di specializzazione sonola gestione finanziaria e il controlling: oltre a tenere corsi in queste discipline, esegue ricerche e cura pubblicazioni a diversi livelli. Maria Harrer è titolare e amministratrice della ACC Treuhand Sagl di Pfäffikon. Prima di fondare l’azienda ha lavorato per vari anni nel reparto revisione dei conti e come responsabile della contabilità in un gruppo internazionale. Ha conseguito il diploma federale di esperta fiduciaria e di esperta diplomata in finanza e controlling. È perito contabile autorizzato e membro del comitato dell’Unione svizzera dei fiduciari, sezione di Zurigo. Jürg Bucher responsabile PostFinance I soldi non sono tutto, ma senza soldi non si fa nulla: questa massima che ribadisce l’importanza dei mezzi di pagamento vale in maniera particolare per le piccole aziende. La prima preoccupazione quotidiana di una piccola impresa, commerciale, artigianale o di servizi, è di curare la propria attività commerciale, che è fonte di profitti, e tutto quello che le ruota intorno: la produzione, l’acquisto e la vendita dei prodotti, la qualità e la commercializzazione dei servizi. Ciò nonostante, nessuna azienda può trascurare la gestione finanziaria: alla fine dell’anno bisogna fare i conti. Ciascuna di queste attività imprenditoriali genera una molteplicità di flussi di denaro a livello di entrate o di uscite che va monitorata. Preparati e interpretati correttamente, i vostri dati finanziari vi aiuteranno a capire se la strada che avete imboccato è quella giusta e se l’attività commerciale intrapresa porterà alla creazione di valore auspicata. Una visione lungimirante del possibile sviluppo della vostra liquidità vi darà maggiore sicurezza e vi eviterà spiacevoli sorprese, ad esempio di fronte al prossimo investimento importante. Liquidità, pianificazione finanziaria, chiusura annuale e bilancio sono dunque i temi principali di questo numero. I nostri autori vi illustreranno gli strumenti più importanti della gestione finanziaria per le piccole imprese e vi daranno utili consigli sugli aspetti cui prestare particolare attenzione. Gli articoli qui contenuti non possono certo garantirvi un bilancio sano, ma vi aiuteranno a gestire le vostre finanze in modo più efficiente. A questo punto non mi resta che augurarvi, nonostante il momento difficile, un buon lavoro. Buona lettura! Jürg Bucher | N. 04 | maggio 2010 | Pubblicato da PostFinance in collaborazione con KMU-HSG Gestione delle piccole imprese Gestione finanziaria Basi della gestione finanziaria Gestione della liquidità Pianificazione finanziaria Conto annuale e iscrizione a bilancio Istituto svizzero per le piccole e medie imprese Università di San Gallo Basi e obiettivi della gestione finanziaria Gestione della liquidità: misure per le piccole imprese Pianificazione finanziaria nella piccola impresa Conto annuale e iscrizione a bilancio 04 13 19 25 Esempi pratici: Henri Lagnaz, Aigle Cefibat toitures, Croix de Rozon HKM Décolletage SA, Moutier 11 17 23 Glossario dei termini principali Nel prossimo numero Il modello di gestione delle PI 29 30 31 In copertina. Henri Lagnaz, viticoltore di Aigle, controlla il grado di maturazione del vino novello prima di imbottigliarlo. Colophon: «pi – Gestione delle piccole imprese» è una pubblicazione semestrale in lingua tedesca, francese e italiana. Tiratura: 30 000 copie. A cura di: PostFinance, Nordring 8, 3030 Berna, in collaborazione con KMU-HSG, Università di San Gallo, Dufourstrasse 40a, 9000 San Gallo. Redazione: Silvan Merki (direzione), dr. Ivo Cathomen, prof. dr. Urs Frey, Sabine Zeilinger. Coautore: Laurent Aubert. Fotografia: Juliette Überschlag, Lucerna. Impaginazione: Othmar Rothenfluh, Zurigo. Correzione delle bozze: Waldo Morandi, Lugano. Stampa: Stämpfli AG, Berna. Abbonamenti: PostFinance, Comunicazione, Nordring 8, 3030 Berna o sul sito www.postfinance.ch/pi. © 2010, PostFinance Comunicazione, 3030 Berna. La pubblicazione, la ristampa e la duplicazione di articoli o di estratti di «pi – delle piccole imprese» sono autorizzate solo con indicazione della fonte. Domande o suggerimenti? Scrivete a PostFinance, Comunicazione, Nordring 8, 3030 Berna oppure a [email protected]. | 03 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 04 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria | 05 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria Urs Frey La liquidità è l’ossigeno che serve a un’azienda per vivere. L’ideale è che essa venga conseguita attraverso la creazione di valore sotto forma di prodotti e servizi venduti; questo però solo se le entrate sono superiori alle uscite (cash flow) e i ricavi alle spese (utile). Un principio apparentemente banale, ma che in realtà influenza l’intera gestione aziendale, soprattutto delle piccole imprese (PI) che generalmente dispongono di un accesso limitato al capitale proprio e di terzi. L’importanza della gestione finanziaria Liquidità come condizione di fondo. Tutte le azioni imprenditoriali hanno delle conseguenze finanziarie: prima o poi si trasformano in spese o ricavi, entrate o uscite. Ogni attività avviata da un’azienda è finalizzata al conseguimento di un utile. Generare utili è il principale obiettivo aziendale a lungo termine; disporre di una liquidità sufficiente, la condicio sine qua non a breve termine per raggiungerlo. Se quest’ultima viene meno, si rischia il fallimento, anche se la situazione degli ordini e dell’utile risultante dal rendiconto annuale è positiva (cfr. figura 01). Le PI generalmente non hanno un esperto di gestione finanziaria e di conseguenza anche questo compito ricade sul titolare. I motivi della mancanza di liquidità, in un contesto economico complesso, di mercati effimeri e della crescente pressione dei prezzi, possono dipendere da fattori esterni che si manifestano all’ultimo momento, senza preavviso. Le commesse calano, i clienti scompaiono dal mercato, i prodotti di paesi più concorrenziali inondano le piazze, i prezzi delle materie prime salgono, le esigenze dei consumatori cambiano, le innovazioni rendono obsoleti alcuni prodotti e via di questo passo. Alle cause esterne si contrappongono quelle interne, che possono risalire a decisioni imprenditoriali sbagliate e a una gestione finanziaria lacunosa negli anni passati. I motivi più ricorrenti sono ad esempio l’utilizzo insufficiente di nuovi macchinari ad alte prestazioni, lo sfruttamento inadeguato di immobili di proprietà, l’accumulo di scorte eccessive, la spinta di prodotti non redditizi, l’ingresso in mercati fermi o una serie di acquisti sbagliati che comportano grosse perdite. Attività operativa come fonte principale. A parte il finanziamento iniziale fornito da esterni, le PI creano la propria liquidità quasi esclusivamente attraverso il proprio operato. La PI deve essere in grado di sostenere le spese e possibilmente anche gli investimenti attraverso i propri capitali. Ogni attività di mercato svolta o pianificata deve essere di conseguenza verificata in base alla quantità di risorse libere che genera. La cosa fondamentale non è tanto generare un grande fatturato, avere il cliente che fa più ordini, quanto accertarsi che le transazioni fatte generino un cash flow. L’imprenditore avveduto e l’imprenditrice esperta verificano il potenziale e la redditività della propria attività e clientela e sanno dove guadagnano. Anche se per un’azienda in mercati contesi questa operazione è fondamentale per sopravvivere, molti da tempo la trascurano. consiglio Come calcolare il cash flow U Il cash flow corrisponde alla differenza tra le entrate e le uscite in un determinato periodo. Il flusso di cassa medio dovrebbe coprire almeno gli investimenti medi di un periodo. Il cash flow derivante dall’attività operativa può essere calcolato come segue: utile + ammortamenti +/–creazione / liquidazione di riserve +/–rettifiche di valore = cash flow Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Figura 01 Le principali cause di fallimento in percentuale 0 Finanze Riduzione della linea di credito Aumento dei costi di finanziamento Pagamenti in ritardo Gestione Strategia incompleta / sbagliata Carenze organizzative Sottovalutazione della situazione finanziaria Domanda 5 10 Crisi interna Parte della struttura dell’impresa. La gestione finanziaria comprende la pianificazione e il controllo del comportamento dell’impresa in relazione agli obiettivi (finanziari) prefissati. Con queste attività, nelle PI subentra un aspetto operativo: nella maggior parte dei casi è l’imprenditore a occuparsi della gestione finanziaria, ad esempio della contabilità finanziaria e della gestione dei debitori e dei creditori, anche se egli vede le sue competenze chiave più legate alla produzione che alla gestione finanziaria. Il modello di gestione delle PI (p. 31) considera la gestione finanziaria un aspetto della struttura dell’impresa. In senso traslato essa è responsabile della stabilità dell’«edificio» e raggruppa tutte le azioni che rafforzano o indeboliscono tale stabilità. La gestione finanziaria contempla, come funzione trasversale tra produzione, marketing e management delle finanze, la verifica dell’efficacia finanziaria a lungo e a breve termine di tutte le decisioni aziendali (cfr. excursus a destra). Oltre ai punti di vista interni dell’azienda, occorre considerare anche quelli di proprietari e successori, investitori e finanziatori esterni. Un investitore o una banca vede toccati i suoi interessi se vengono presi accordi creditizi globali, quote di capitale proprio passano di mano o il patrimonio investito viene alienato. Obiettivi della gestione finanziaria Conflitto tra sicurezza e redditività. Ottenere un rendimento massimo a fronte di un rischio minimo e di una liquidità elevata sarebbe certamente auspicabile, ma questi elementi contrastano tra loro. A seconda della condizione dell’azienda, della situazione del mercato e della strategia perseguita, gli obiettivi devono essere ponderati in modo diverso e subordinati gli uni agli altri. Liquidità e redditività sono in conflitto tra loro: gli investimenti disponibili rapidamente generano spesso ricavi modesti e grandi depositi di cassa fruttano nella migliore delle ipotesi interessi minimi. Viceversa, gli investimenti in impianti o immobili importanti per l’azienda possono essere convertiti difficilmente in fondi liquidi. L’operato di un’azienda comporta sempre una certa insicurezza: gli affari rischiosi possono generare utili elevati, ma anche una perdita totale. Pertanto tutte le attività di una PI non devono essere analizzate solo in termini di possibilità di mercato, ma anche di rischi. excursus Effetto nel tempo U Alcune delle decisioni più ricorrenti che hanno una certa rilevanza per lo sviluppo finanziario sul lungo periodo sono: investimenti in impianti di produzione acquisto o vendita di immobili creazione di riserve raccolta di fondi sotto forma di capitale proprio o di terzi modifiche nel magazzinaggio di materie prime, prodotti finiti e semifiniti esternalizzazione o insourcing sviluppo di prodotti progetti di vasta portata sfruttamento di nuovi mercati Figura 02 Contrasti della gestione finanziaria 15 20 25 30 35 40 45 50 I problemi finanziari sono di gran lunga la causa principale del fallimento. L’importanza del fattore «finanze» si acuisce nel corso degli anni. Liquidità/sicurezza ità rs Avve Fonte: Dembinski, Paul H: Auf der Suche nach Konkursursachen – Erhebung bei Klein- und Mittelunternehmen in der Schweiz, in IGA-Zeitschrift für Kleinund Mittelunternehmen, 4/2002. Pressione della concorrenza Pressione sui prezzi da parte dei clienti Aumento dei costi di produzione Tensioni a livello dirigenziale Appropriazione indebita Problemi di successione Deflusso per spese e investimenti. Una PI utilizza la maggior parte delle risorse libere totalizzate, oltre che per gli investimenti e la distribuzione degli utili, per la fornitura dei propri servizi attraverso costi direttamente e indirettamente imputabili e con effetto sulla liquidità. La gestione finanziaria gioca così un ruolo fondamentale nell’intero processo di creazione di valore e deve puntare costantemente al controllo e all’abbattimento dei costi. L’imprenditore è obbligato a reagire molto rapidamente ai cambiamenti del mercato a livello dei costi e delle spese. I crolli della domanda richiedono un intervento ardito e tempestivo per evitare che la situazione finanziaria dell’azienda precipiti. Riserve di liquidità elevate, improduttive Numero di casi Principali cause all’interno del gruppo Grandi scorte hio al risc chi) re i ris (evita Equilibrio tra sicurezza e redditività i) olabil hi calc te risc n e lm pevo consa rrere o (c ischio Redditività/rischio e al r nsion Prope Saldo debitore elevato Alta percentuale di immobilizzazioni Leva capitale di terzi elevata (leverage) Uno degli obiettivi principali della gestione finanziaria è di garantire la redditività, la liquidità e la sicurezza. I singoli obiettivi contrastano in parte tra loro, il che significa che non possono essere ottimizzati contemporaneamente. L’atteggiamento personale e il contesto economico sono fondamentali per stabilire la percentuale di rischio calcolabile che si deve o si può correre. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria La base di una situazione finanziaria sana è da ricercare nel finanziamento dell’azienda; viceversa, anche le cause di una situazione finanziaria critica e di un possibile risanamento sono spesso da ricondurre al medesimo fattore. excursus Capitale proprio o capitale di terzi? U L’avvio e lo sviluppo di un’azienda possono essere finanziati con capitale proprio o con capitale esterno a lungo termine. Ecco vantaggi e svantaggi. Capitale proprio +libertà decisionale dell’azienda +disponibilità a lungo termine +indennizzo flessibile –disponibilità limitata –vincolo del patrimonio Capitale di terzi +crea libertà finanziaria +finanziatore come sparring partner +aumento della redditività del capitale proprio –diritto di codecisione di terzi –generalmente limitato nel tempo – interessi fissi – costi piuttosto elevati Figura 03 Le principali forme di autofinanziamento e finanziamento esterno per le PI Autofinanziamento/ finanziamento interno Trattenuta utili Disinvestimento Ristrutturazione del patrimonio Razionalizzazione Banche Mutuo personale Generalmente, una PI ha varie possibilità per finanziarsi. A seconda dell’origine dei mezzi utilizzati si distingue tra autofinanziamento e finanziamento esterno. Fornitori Acconti dei clienti 1.Ogni finanziamento serve a rafforzare la liquidità. Un’eventuale insolvibilità mette in pericolo in poco tempo l’esistenza di un’azienda. La sicurezza della capacità di pagare presuppone il rispetto della «regola d’oro del bilancio» che afferma che le parti di patrimonio vincolate a lungo termine (immobilizzazioni) devono essere finanziate con il capitale a lungo termine (capitale proprio e di terzi) messo a disposizione. 2. A ogni finanziamento corrisponde un rendimento adeguato. Ogni azienda punta a creare valore aggiunto. Costi di capitale elevati vengono messi in conto solo da chi prevede di poter impiegare i mezzi a disposizione in modo redditizio per generare un rendimento superiore ai costi del capitale. 3. Il finanziamento tiene conto della natura dell’affare. Il rapporto tra capitale proprio e di terzi ha un’influenza notevole sulla redditività del primo. Una quota più elevata di capitale esterno porta, in caso di andamento positivo degli affari, a una redditività maggiore e, in caso contrario, a un crollo repentino; viceversa una percentuale più bassa crea indipendenza e sicurezza. 4. Il finanziamento garantisce una sufficiente flessibilità. La vita economica è sottoposta a un continuo cambiamento. Il fabbisogno di capitale non è quindi una grandezza fissa e costan- te. Nel finanziamento occorre pertanto considerare le oscillazioni dei fabbisogni finanziari. La struttura del capitale deve essere capace di adattarsi e orientata al futuro per poter consentire una crescita economica anche dal punto di vista finanziario. 5. Il finanziamento considera l’indipendenza. Nella scelta delle fonti di finanziamento, la volontà dell’azienda di preservare la massima indipendenza possibile ha un ruolo importante. Attraverso la forma di finanziamento si può evitare che i finanziatori abbiano un’influenza determinante sull’amministrazione. Aumentando il grado di finanziamento proprio (percentuale di capitale proprio rispetto al capitale totale) si crea maggiore indipendenza e libertà d’azione. Componenti della gestione finanziaria A fondamento del finanziamento poniamo quattro elementi fondanti della gestione finanziaria. Essa richiede alcune considerazioni di fondo a lungo termine. Struttura del capitale: per quanto riguarda il finanziamento occorre stanziare le risorse finanziarie a costi il più possibile contenuti rispettando le cinque regole sopra elencate e creare una struttura del capitale adeguata allo scopo aziendale. Ciò può avere conseguenze di ampia portata sulla politica degli investimenti, sulla politica aziendale e commerciale. Se la base di capitale proprio è scarsa vi è il rischio che le possibilità di espansione future o, ancor peggio, le modifiche necessarie in funzione delle esigenze di mercato non possano essere effettuate per mancanza di risor- excursus Effetto leverage U Per effetto leverage. o leva, si intende l’aumento della redditività del capitale proprio tramite una quota più elevata di capitale esterno. Finché i tassi sul capitale esterno restano inferiori al rendimento globale del capitale è possibile aumentare l’utile e la redditività del capitale proprio mediante raccolta di capitale esterno. L’effetto leverage può trasformarsi anche nel contrario e minacciare addirittura l’esistenza dell’azienda se, a causa delle perdite aziendali, non è più possibile tacitare i creditori. Inoltre più cresce l’indebitamento, più aumentano i tassi applicati dai finanziatori esterni. Figura 04 Le due regole d’oro della gestione finanziaria Finanziamento esterno/ da parte di terzi Finanziamento della partecipazione Cinque principi. La regola fondamentale è che l’equilibrio finanziario deve essere sempre prioritario e il profitto deve essere subordinato ad esso. Nonostante non esistano regole generali e di conseguenza vincolanti che contemplino tutti gli aspetti del finanziamento occorre considerare quanto segue. | 07 Leasing Liquidità Regola d’oro del bilancio e del finanziamento non rispettata Attivi Passivi Attivo circolante Capitale di terzi a breve termine Immobilizzazioni Capitale proprio e capitale di terzi a lungo termine Copertura degli investimenti Struttura del capitale Finanziamento dell’azienda Finanziamento attraverso raccolta di capitali. Il finanziamento dell’azienda attraverso l’attività operativa è sicuramente la formula principale, ma non l’unica. Per l’avvio dell’azienda, l’espansione, gli investimenti e, solo in situazioni eccezionali, per la gestione operativa, il finanziamento avviene tramite riserve, accantonamenti e nuovo capitale proprio o esterno. L’ideale sarebbe che il cash flow derivante dall’attività operativa fosse abbastanza cospicuo per permettere di effettuare gli investimenti di sostituzione necessari ed eventuali ampliamenti. Ciò è particolarmente difficile per le PI, che in pratica consumano i loro capitali o hanno difficoltà ad accedere a capitale fresco. Un aspetto importante in relazione al reperimento di capitale sono i costi del capitale, più precisamente i dividendi per quello proprio e gli interessi per quello di terzi. La raccolta di fondi deve avvenire a costi il più possibile contenuti, garantendo nel contempo l’autonomia, la flessibilità e la capacità d’agire. Ogni finanziamento attraverso fonti esterne comporta a uno spostamento del potere decisionale. L’inasprimento dei vincoli legali, l’accentuazione delle oscillazioni sui mercati finanziari, l’aumento del rischio di mercato e non da ultimo la lenta erosione del margine inducono i finanziatori ad agire con prudenza o a richiedere premi di rischio maggiori. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria Struttura patrimoniale Analisi della situazione aziendale. La ponderazione degli obiettivi sicurezza e redditività dipende anche dal ramo di appartenenza. Un’impresa industriale generalmente «parcheggia» una parte considerevole di capitale in immobilizzazioni e nel contempo riceve spesso molti più finanziamenti tramite capitali esterni rispetto alle imprese di servizi. L’imprenditore industriale o commerciale ha bisogno di commesse regolari che garantiscano un cash flow sufficiente per l’ammortamento degli investimenti e del capitale esterno e per la copertura dei costi correnti. Le imprese di servizi, invece, presentano in genere immobilizzazioni molto contenute, ma in proporzione costi (salariali) correnti elevati. La liquidità costituisce un serio problema per le aziende commerciali dato che, in funzione dell’attività che svolgono, spesso legano molti fondi al magazzino. Questi esempi mostrano che conciliare gli obiettivi sicurezza e redditività non è altrettanto facile per tutte le PI e proprio a causa del settore o del ramo è necessario a volte rinunciare a uno o più obiettivi. L’obiettivo principale di un’azienda commerciale a conduzione familiare probabilmente non sarà la massimizzazione degli utili, quanto una certa continuità di reddito. | 06 Regola d’oro del bilancio e del finanziamento rispettata Secondo la regola d’oro del bilancio, l’attivo circolante (contanti, disponibilità postali, debitori, scorte, ecc.) deve coprire almeno il capitale esterno a breve termine (creditori, prestiti a breve termine, ecc.) nel rispetto dei termini di pagamento previsti. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria Investimenti: in genere una parte considerevole di capitale proprio e di capitale di terzi a lungo termine viene investita in immobilizzazioni. Nell’ambito della politica degli investimenti l’imprenditore si interroga sul fabbisogno di capitale futuro per finanziare gli investimenti di sostituzione e promuovere l’espansione. Il budget per gli investimenti deve essere commisurato ai mezzi finanziari disponibili all’interno dell’azienda e a quelli reperibili all’esterno. Le decisioni di investire si basano, oltre che sui costi del finanziamento e sugli ammortamenti necessari, sul loro contributo di valore finanziario (figura 05). I progetti che a fronte delle spese per gli investimenti non generano potenziali di cash flow sufficienti non solo indeboliscono la posizione finanziaria dell’azienda, ma determinano anche una perdita di valore e un danneggiamento del capitale proprio. Liquidità: la liquidità è il tallone d’Achille di un’azienda. Il controllo della liquidità deve garantire la solvibilità dell’azienda in ogni momento. Se quest’ultima è compromessa, l’esistenza dell’ azienda molto presto verrà messa a repentaglio. I necessari controlli della liquidità non sono concepiti solo a breve termine, ma soprattutto a medio e a lungo termine. La creazione di una base di capitale proprio solida rafforza notevolmente la liquidità sul lungo periodo. La gestione aziendale presta attenzione pertanto alle potenziali riserve di liquidità, ad esempio sotto forma di limiti di fido bancari. Una buona solvibilità verso i creditori è una premessa fondamentale. Le iscrizioni nel registro delle esecuzioni per negligenza sono quindi un errore imperdonabile che l’azienda pagherà per anni. Rischio: alla luce delle condizioni del mercato attuali, la gestione dei rischi d’impresa merita una particolare attenzione. Bisogna occuparsi dell’insorgere di rischi di ogni genere, della probabilità di danni e del loro eventuale ammontare. Il catalogo dei rischi serve all’imprenditore per adottare misure preventive. Le domande fondamentali che la gestione dei rischi deve porsi è se il rischio viene assunto o meno, se viene distribuito, assicurato o venduto. In generale viene fatta una distinzione tra: rischi di mercato rischi tecnici rischi di reputazione rischi di finanziamento / di credito rischi del mercato finanziario rischi di responsabilità rischi di frode consiglio Calcolo della liquidità U Un calcolo semplice della liquidità mette a confronto le entrate e le uscite previste su base mensile e mette in luce il saldo della liquidità a fine mese. Oltre alle spese fisse, come ad esempio salari, affitti e costi di capitale di terzi, nel calcolo rientra anche l’incasso di pagamenti derivanti dalle vendite. Questo calcolo aiuta l’azienda a prevedere gli sviluppi futuri della liquidità su base mensile e illustra le cause di cambiamenti. Tutti i gruppi di rischio hanno ripercussioni dirette e indirette sulla situazione finanziaria dell’azienda. Per una rappresentazione schematica dei rischi si rinvia alla figura 06. Figura 05 Esempio di calcolo degli investimenti Rimanenza dopo l’utilizzo (in CHF) Restante ricavo dopo utilizzo (in CHF) Macchinario A Macchinario B 20 000 25 000 2 000 3 000 15 000 Costi d’esercizio variabili (CHF/pezzo) 2.20 2.00 Prezzo di vendita (CHF/pezzo) 4.50 5.00 2 250 2 750 Ammortamento calcolato Interessi calcolati (8%) 880 1 120 Altri costi fissi 10 500 15 000 = costifis + costivar per 10 000 pezzi 13 630 18 870 22 000 20 000 = costitot per 10’000 pezzi 35 630 38 870 Ricavi per 10 000 pezzi 45 000 50 000 Utile per 10 000 pezzi 9 370 11 130 10 250 (9 370+880) 12 250 (11 130+1120) 20 000 + 2000 11 000 = ( 2 ) 25 000 + 3000 14 000 = ( 2 ) 93,18% 87,5% Utile al lordo degli interessi Capitale medio vincolato Redditività Strumenti della gestione finanziaria Gli imprenditori hanno a disposizione numerosi strumenti per la gestione finanziaria. Questi tuttavia non li esonerano dal fatto di dover possedere conoscenze approfondite e sempre aggiornate dei nessi finanziari delle decisioni imprenditoriali, ma costituiscono piuttosto un ausilio per muoversi sul filo talvolta molto fragile dell’equilibrio finanziario. Gli strumenti principali della gestione finanziaria sono: la contabilità la contabilità finanziaria la contabilità debitori il calcolo degli investimenti il calcolo della liquidità gli indici Questi strumenti verranno analizzati approfonditamente in questo numero. Partiamo innanzitutto dai due strumenti centrali per la PI: la contabilità finanziaria e la contabilità. Contabilità finanziaria. Gli imprenditori tengono una contabilità finanziaria non solo perché sono obbligati a farlo per legge: quest’ultima fornisce loro anche informazioni importanti sulla situazione finanziaria attuale (bilancio) e sullo sviluppo (conto economico) dell’azienda. La premessa fondamentale è partire da un’organizzazione adeguata della contabilità finanziaria che si basa in genere sul «sistema dei conti PMI» (cfr. pag. 25 e segg.). Il numero dei conti diminuisce in funzione della leggibilità e aumenta per una visione dettagliata. Il piano contabile della singola azienda deve essere stilato in maniera il più possibile reali- | 09 stica, trasparente e chiara. L’esperienza dimostra che le PI spesso si ritrovano con quaranta-cinquanta conti. Il livello di dettaglio maggiore spetta in questo caso alla pagina delle spese del rendiconto economico. Alcuni settori come ad esempio quello della ristorazione impiegano un sistema dei conti che tiene conto delle esigenze specifiche del ramo economico. Le associazioni professionali e settoriali sapranno probabilmente offrire una valida consulenza in merito. Contabilità. La contabilità serve innanzitutto a fornire basi decisionali alla gestione aziendale e a supportare il controllo. La cerchia dei destinatari può comprendere, oltre agli organi decisionali interni, anche uffici esterni, principalmente finanziatori o l’ufficio dei revisori. La contabilità si fonda sulla contabilità finanziaria e comprende inoltre, a seconda del grado di dettaglio, un’impostazione del bilancio e pianificazione finanziaria, un calcolo dei costi per tipi, uffici ed enti e il succitato calcolo della liquidità. I vari calcoli dei costi costituiscono a loro volta la base per il calcolo e la presentazione dell’offerta. excursus Da soli o con l’aiuto di terzi? U Le PI spesso non possiedono le conoscenze e le competenze tecniche per occuparsi in prima persona della contabilità finanziaria e per questo si rivolgono ad amministratori fiduciari diplomati e specializzati. Alla luce dei costi e dello sgravio che ne derivano è possibile scegliere di esternalizzare solo alcune attività, ad esempio il conto annuale e la dichiarazione dei redditi, oppure la gestione completa della contabilità con tutte le relative registrazioni. Conclusioni Una base finanziaria solida costituisce la premessa per intraprendere un’attività commerciale e portarla avanti con successo. Ciascuna attività commerciale, a sua volta, deve produrre i mezzi finanziari sufficienti per garantire l’equilibrio (finanziario-economico) e gettare le basi per una redditività adeguata. Il bilancio dell’azienda può essere ricondotto a grandi linee alle quattro componenti della ge- Figura 06 Esempio di mappa del rischio 10 500 Costi d’esercizio fissi (CHF/anno) pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria Un’azienda sta valutando l’acquisto di un macchinario e ha richiesto due offerte (A e B). Dal calcolo dell’investimento si possono trarre le seguenti conclusioni: dal punto di vista dei costi la quantità critica di produzione rilevata è di 26 200 al di sopra di questo quantitativo va preferita la soluzione B. La quantità critica di produzione rilevata dal punto di vista dell’utile è di 7486 pezzi; al di sopra di questo va preferita la soluzione B il break even per il macchinario A è a 5807 pezzi, per il macchinario B a 6290. La decisione varia a seconda che vengano privilegiati i costi o il guadagno: se la quantità prodotta è di 10’000 pezzi dal punto di vista dei costi bisogna privilegiare la soluzione A, da quello dell’utile la B. Rischio spesso > 70% Frequenza se finanziarie sufficienti. Viceversa, delle riserve di liquidità troppo elevate inducono non di rado i responsabili a effettuare investimenti non redditizi e non in linea con gli obiettivi aziendali. | 08 4 7 possibile 30–70% raramente 5–30% 10 2 6 5 1 8 3 9 improbabile < 5% bassa < 500 000 percettibile < 1 000 000 critica < 5 000 000 Entità dei danni catastrofica > 5 000 000 1 Crisi congiunturale 2 Calcolo errato subappalti 3 Perdita di collaboratori chiave 4 Dumping dei prezzi nell‘edilizia 5 Obblighi di garanzia 6 Sciopero CCL 7 Norme ambientali più severe 8 Pandemia 9 Grande rischio di un cliente 10 Successione di un collaboratore Nella mappa del rischio di un’impresa edile vengono raggruppati innanzitutto tutti i possibili rischi che l’azienda può correre. Questi vengono in seguito classificati in base alla probabilità con cui possono verificarsi e all’entità dei danni e infine inseriti nella mappa. I vari colori permettono di stabilire in quali settori sono richiesti gli interventi maggiori e, di conseguenza, vanno adottate misure ad hoc, come assicurazione, interventi immediati a livello formativo, coinvolgimento di esperti, ecc. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria | 10 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 11 «Bisognerà aspettare la primavera per vendere le prime bottiglie del nuovo raccolto». Henri Lagnaz, enologo e vignaiolo di Aigle stione finanziaria e al relativo compito chiave: politica degli investimenti, politica della struttura del capitale, politica della qualità e politica del rischio. Affinché i vari compiti possano essere svolti in maniera globale è necessario disporre di un sistema gestionale economico-finanziario. Con l’aiuto dei relativi processi, strumenti e istanze devono essere eseguite le necessarie attività di pianificazione, decisionali, organizzative e di monitoraggio. Importanti elementi del controlling finanziario sono i principi finanziari operativi, la pianificazione finanziaria a medio-lungo termine, il budget annuale e la pianificazione della liquidità a breve termine. Lista di controllo «Gestione finanziaria» Questa lista di controllo vi aiuterà a fare una prima analisi della gestione finanziaria della vostra azienda. Indicate per ciascuna delle seguenti affermazioni in quale misura corrisponde alla vostra situazione attuale. 1. Fattori generali Raccolgo i giustificativi e appena ho tempo, al più tardi a fine anno, li registro. 1 2 3 4 5 Emetto le fatture e i solleciti quando ho meno ordini da evadere. 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Il rapporto tra capitale proprio e capitale di terzi deve essere di 50 a 50. 1 2 3 4 5 In media ogni anno bisogna raggiungere almeno una crescita reale del 3%. 1 2 3 4 5 Raccolgo i giustificativi e preparo tutte le pratiche per la fine dell'anno. I singoli esercizi non sono quasi mai paragonabili tra loro e quindi non è necessario fare una valutazione. Raccolgo regolarmente i giustificativi e li archivio, controllo e registro a scadenze prestabilite. Emetto le fatture regolarmente e seguo una procedura di sollecito sistematica. Archivio i giustificativi e i bilanci in modo regolare e ho una panoramica completa degli anni passati. 2. Indipendenza finanziaria (sicurezza) Una percentuale di capitale proprio del 10% è sufficiente. La crescita della mia azienda a lungo termine è minima. È perfettamente sufficiente che le immobilizzazioni vengano coperte con il capitale proprio e il capitale di terzi a lungo termine. Le immobilizzazioni e il 20% dell’attivo circolante vincolato devono essere coperti con il capitale proprio e il capitale di terzi a lungo termine nella misura del 40-60%. 3. Stabilità finanziaria (liquidità) I crediti dei fornitori aiutano a superare eventuali problemi finanziari. 1 2 3 4 5 Gli investimenti vengono ricercati quando servono e vengono pagati subito. 1 2 3 4 5 Il reperimento di mezzi d’esercizio si basa sul bilancio della liquidità e tiene conto delle entrate e delle uscite dell’attività commerciale in atto. 1 2 3 4 5 Obiettivi di pagamento chiari aiutano a migliorare la liquidità. Pertanto è fondamentale rispettarli. Stabilire degli obiettivi per i pagamenti non serve perché i clienti tendono a non rispettarli. La liquidità deve essere tale da garantire in ogni momento di far fronte agli impegni di pagamento derivanti dalle attività correnti e previste. 4. Conseguimento di utili (rendimento) Sul capitale proprio non vengono corrisposti interessi; in compenso ci si augura che a fine anno ci sia un guadagno. Gli investimenti devono avere un rendimento del 6% circa. Il capitale di terzi viene restituito nel limite delle possibilità. Se vi sono problemi di liquidità si cerca di rinviare la restituzione. 1 1 1 2 2 2 3 3 3 4 4 4 5 Sul capitale necessario per l’azienda vengono corrisposti interessi del 10%. 5 Per gli investimenti si considera un rendimento minimo del 12%. 5 Le modalità di restituzione del capitale di terzi stabilite da contratto devono essere strettamente rispettate per motivi psicologici. Come procedere: fate una croce sul valore da 1 a 5 che meglio corrisponde alla situazione della vostra azienda. Più il punteggio totalizzato è elevato, più significa che gestite la vostra azienda applicando principi e regole chiare. Un risultato inferiore a 30 è insufficiente, tra 31 e 36 mediocre, tra 36 e 48 buono e da 49 in su eccellente. Ragione sociale e sede: Henri Lagnaz, 1860 Aigle Settore di attività: enologia e viticoltura (lavori a regia per proprietari di vigne) Anno di fondazione: 1942 Numero di collaboratori: titolare e due collaboratori (uno solo dal 2010) Obiettivi: trovare un successore I vini di Henri Lagnaz sono noti anche al di fuori della regione: il vignaiolo-enologo di Aigle, infatti, vende l’80% dei suoi prodotti nella Svizzera tedesca. La sua azienda, nata come bottega di bottaio, coltiva un ampio podere nel Chablais vodese. Clienti eterogenei, varietà di vitigni ed etichette e una serie di vantaggi competitivi in un settore «a rischio» permettono a questo produttore di sopravvivere e di vendere, anno dopo anno, tutta la sua produzione. «Ammirate!» Con un calice da degustazione in mano, Lagnaz osserva il colore di un Merlot 2009 maturato in una cantina a volte tra botti e fusti. «È opaco, mai vista una cosa simile!» Per il vignaiolo di Aigle non ci sono dubbi: il 2009 sarà un’annata eccezionale. Il vino è una passione che Henri coltiva fin dall’infanzia: il padre, Jean-Louis, aveva aperto una bottega di bottaio nel 1942 e in seguito aveva affiancato e poi sostituito l’attività con la viticoltura, ac- «Mio padre ha avuto la fortuna di iniziare in un periodo in cui la viticoltura stava facendo enormi progressi, con l’igiene, l’acqua corrente, l’elettricità, gli impianti … La sua esperienza in materia di analisi gli ha permesso di farsi conoscere e apprezzare rapidamente dai vignaioli della regione». Henri Lagnaz, padrone pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Esempio pratico Henri Lagnaz | 12 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 13 La liquidità assicura la sopravvivenza – misure per le piccole imprese Raoul Egeli Senza liquidità, un’azienda non può sopravvivere: questo vale anche per le aziende che dispongono di beni patrimoniali sufficienti. La mancanza di liquidità è la principale causa di fallimento. Per non mettere a repentaglio la sopravvivenza economica di un’azienda bisogna adottare misure efficaci. Le piccole imprese (PI) sono costrette a creare un sano equilibrio tra redditività e liquidità partendo da risorse limitate. Individuare i propri punti deboli. Per rispettare i termini di pagamento ci vuole liquidità. Se manca la disponibilità a breve termine, spesso bisogna ricorrere a capitale esterno, il che comporta altri costi. E così si entra in un circolo vizioso. Per evitarlo bisogna agire in modo sistematico e tempestivo. Le aziende che vogliono assicurarsi una certa stabilità economica devono sapere in quali settori occorre avere disponibilità liquide e in qua- Fase 1: procedere in modo sistematico Gli elementi fondamentali per una gestione efficace della liquidità sono tre: i debitori, il magazzino e gli investimenti in immobilizzazioni. I debitori e il magazzino assorbono liquidità. Chi consegna merci o fornisce servizi ai clienti dietro fattura concede crediti fornitori. Fissando dei termini di pagamento si crea un avere clienti (debitori). La particolarità di tutto questo è che questi crediti sono informali e, diversamente da quelli bancari, non danno alcuna sicurezza. È l’azienda che si assume l’intero rischio. Per questo è importante gestire con attenzione i debitori e cercare di ridurre il più possibile i crediti. La prima cosa da fare è emettere subito le fatture e in seguito accorciare le procedure di sollecito. Per verificare l’efficacia di queste misure bisognerebbe controllare periodicamente il tempo medio richiesto per il ricevimento dei pagamenti. Come per i debitori, anche per il magazzino la frequenza di rotazione è molto importante. Il magazzino, infatti, dovrebbe essere rinnovato più volte all’anno. consiglio Accorciare le procedure di sollecito U La soluzione che si è rivelata più efficace è il sollecito dopo due settimane, anziché dopo un mese. Oltre a permettere di ottenere subito una maggiore liquidità, il sollecito diventa un’attività di routine e non viene dimenticata facilmente, come succede spesso. Non bisogna temere reazioni negative da parte dei clienti: una procedura di sollecito rigida indica piuttosto che l’azienda ha il pieno controllo delle sue finanze, il che genera rispetto. Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Liquidità Capitale di terzi a lungo termine Magazzino Immobilizzazioni Capitale proprio Pianificazione delle risorse Capitale di terzi a breve termine Personale Fatturato Costi diretti Bilancio Solvibilità dei clienti ti meno problemi: spesso arrivano con i soldi in tasca. E il fido? • È una possibilità, naturalmente, ma i vignaioli per tradizione non amano chiedere prestiti. Se un vignaiolo ha bisogno di un macchinario va a chiederlo al vicino o lo noleggia. Lo comprerà quando avrà i soldi per farlo. Le sue previsioni per il futuro? • Il mio problema è che ho 60 anni e che non ho nessuno che porterà avanti il mio lavoro, visto che mia figlia sta studiando. Un giovane potrebbe essere interessato a rilevare la mia attività, ma ci vuole il capitale. E le banche considerano la viticoltura un settore a rischio! Infrastruttura Figura 07 Contrasti della gestione della liquidità Successo delle vendite Nella vigna ci si adegua al raccolto che si mette in cantina: se è scarso si spenderà meno in bottiglie, tappi e forniture varie. E poi l’esperienza insegna che per andare avanti ci vogliono le riserve. Risentite della crisi? • Purtroppo sì. Le aziende comprano meno bottiglie per i regali di Natale e ora pagano a 30 giorni. A loro volta i ristoranti ordinano quantitativi minori, e poi, dato che i clienti apprezzano i nostri vini, fanno nuovi ordini. Tutto questo fa aumentare le piccole consegne e salire i costi di trasporto. Come gestite la contabilità? • In modo molto semplice. Io mi occupo delle fatture, che preparo sistematicamente nel momento in cui preparo una consegna. Non c’è una scatola di bottiglie che esce dalla nostra cantina senza fattura. Per tutto il resto ho una segretaria che viene due ore a settimana per la contabilità. Come gestite la liquidità quando le spese e le entrate arrivano in momenti diversi? • Da qualche anno il mosto assicura delle entrate subito dopo la vendemmia. Queste, unite alle vendite durante le feste, ci aiutano a pagare le scadenze di fine anno, le fatture e specialmente le assicurazioni. Poi bisogna aspettare la primavera per vendere le prime bottiglie del nuovo raccolto. Ma il grosso problema è che i clienti non pagano, soprattutto i ristoratori. I privati invece danno mol- Vendite / fornitura servizi quistando infine una tenuta di circa 11’000 metri quadrati tra Aigle, Yvorne e Ollon. Signor Lagnaz, come spiega questo passaggio alla viticoltura? • Mio padre aveva un attestato federale di bottaio, il che implicava una formazione in analisi dei vini. Queste conoscenze, una novità per l’epoca, erano molto preziose per i cantinieri che erano autodidatti. Da subito, quindi, mio padre ha iniziato a fare analisi per i vignaioli della regione e ha approfittato delle opportunità per acquistare degli appezzamenti. Ma ha insistito perché io facessi comunque un apprendistato come bottaio che ho poi completato con una formazione come vignaiolo-enologo. Quali sono le particolarità della vostra produzione? • Con una quota del 40% siamo il maggiore produttore di rossi della regione. Gli altri viticoltori producono all’incirca all’80% chasselas (bianco). Mio padre ed io siamo stati probabilmente i primi a produrre vino barricato in Svizzera: volevamo vedere cosa sarebbe uscito da un Pinot invecchiato in una botte di legno. Il vostro lavoro dipende molto dal tempo e dai raccolti. Come fate a elaborare delle previsioni in queste condizioni? • In realtà io non faccio mai un bilancio vero e proprio. Come si suol dire il budget è solo una somma di cifre false. «I clienti ritornano, anno dopo anno. Si identificano con il vino, con le etichette che riconoscono sugli scaffali dei negozi. Non si possono cambiare facilmente». Henri Lagnaz Liquidità come garanzia della sopravvivenza. Aggiungendo al saldo iniziale le entrate e togliendo le uscite si ottiene la liquidità a disposizione di un’azienda. Questo semplice calcolo crea l’illusione che nella quotidianità siano i mezzi liquidi a determinare la sopravvivenza economica di un’azienda. Ancora più sorprendente è che molte imprese, soprattutto quelle giovani, mettano continuamente in gioco la loro liquidità in modo avventato. Spesso, nella fase costitutiva ci si trova di fronte a costi non calcolati che creano rapidamente gravi difficoltà a causa della mancanza di riserve. Ma anche le imprese ben avviate possono incappare in imprevisti finanziari, ad esempio per un rischio sottovalutato o la perdita improvvisa di un grande cliente. li no. Inoltre, esse devono individuare i loro punti deboli: dove ci sono delle dipendenze? E dove grandi rischi? Le risposte a queste domande creano le basi per la gestione della liquidità. Di seguito vengono descritte le misure principali da adottare per evitare situazioni preoccupanti. Il controllo del flusso monetario assicura la continuità dell’azienda. Un’attenzione particolare va ai debitori, al magazzino e agli investimenti, tre settori che hanno una grande influenza sulla liquidità. Inoltre nella gestione della liquidità bisogna considerare anche la pianificazione delle risorse. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Gestione della liquidità | 14 Pianificazioni errate possono avere conseguenze importanti sulla liquidità, in particolare quando le merci in esubero devono essere vendute sotto costo: a questo punto vengono meno improvvisamente i fondi per finanziare la normale fornitura dei servizi. Anche avere scorte di magazzino troppo esigue è rischioso in quanto crea una dipendenza troppo elevata da singoli fornitori. Gli investimenti richiedono una liquidità sufficiente. Per garantire una fornitura ottimale è necessario fare continui investimenti. Se vengono finanziati da terzi si creano costi finanziari aggiuntivi. L’estinzione dei debiti non deve essere sottovalutata. Una crescita sana e la costituzione di riserve sono determinanti per superare indenni i momenti difficili. Fase 2: sapere dove vanno a finire i soldi Un aspetto importante della gestione della liquidità è il controllo del flusso di cassa (cash flow) che può essere calcolato in vari modi. In generale viene inteso come l’utile netto sommato agli ammortamenti. Anche se non è completamente esatto, ciò fornisce un indizio sufficiente per stabilire se un’azienda è in grado di finanziarsi con la sua attività. Conoscere i clienti è fondamentale. L’esperienza dimostra che le aziende gestiscono la fornitura dei servizi e la pianificazione delle spese con una certa competenza, mentre presentano lacune nella conoscenza dei clienti, in particolare della solvibilità. Spesso ci si affida all’impressione personale che si ha del cliente o a sensazioni «di pelle». Inoltre, soprattutto le imprese neonate tendono a porre il fatturato prima della sicurezza, correndo così considerevoli rischi di insolvibilità. Clienti che non vogliono o non possono pagare possono generare grandi buchi di cassa. In questo caso il rischio non riguarda solo i nuovi clienti: gli studi dimostrano che il 70% delle perdite su crediti è dovuta ai clienti abituali, che si crede di conoscere bene. Come dice il detto, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Le verifiche della solvibilità danno sicurezza. Chi vuole sapere in anticipo con chi ha a che fare deve impegnarsi in una gestione creditori e debitori attiva che inizia già durante la fase di acquisizione. Prima di firmare un contratto bisogna verificare l’indirizzo e il diritto di firma. I contratti non validi sono perfettamente inutili in caso di mancato pagamento, mentre indirizzi errati o incompleti possono complicare la procedura di riscossione legale dei crediti. Anche essere informati sulla solvibilità del cliente è importante per le condizioni di pagamento che devono essere stabilite in funzione del rischio: i clienti che non pagano non dovrebbero mai ricevere prodotti o servizi dietro fattura. Misure efficaci possono essere la richiesta di sicurezze, acconti, garanzie o simili. È importante anche controllare il cliente per l’intera durata della relazione commerciale in modo da individuare cambiamenti che possono avere ripercussioni sulla solvibilità. Tutto dipende da questo. Misure come il blocco delle forniture sono efficaci solo se vengono effettuate al momento giusto. excursus Richiesta di solvibilità U Le informazioni economiche e sulla solvibilità possono essere reperite presso aziende specializzate come Creditreform, Delta Vista, Intrum Justitia, ecc. Normalmente queste richieste vengono fatte via internet dopo aver stipulato un contratto che regola, oltre all’entità del servizio, anche e soprattutto la protezione dei dati. Vale la pena richiedere la posizione creditizia della propria azienda a importanti operatori di informazioni sulla solvibilità. In questo caso è possibile anche rettificare eventuali informazioni errate. Recupero crediti Ritardo Scadenza Fattura Coinvolgere i venditori. Dal punto di vista del venditore, una gestione debitori e creditori attiva suscita spesso l’impressione di un mero ostacolo al fatturato, il che non corrisponde a verità. Per sensibilizzare i venditori in merito a minacciose perdite su crediti bisogna coinvolgerli fin dall’inizio, il che è fondamentale, soprattutto per le PI. Nel lavoro di tutti i giorni la gestione debitori e creditori viene spesso e volentieri trascurata, in quanto si preferisce dedicarsi agli acquisti, alla produzione e al marketing. Questo dipende anche dal fatto che l’organizzazione delle decisioni di credito o anche le procedure di sollecito vengono vissute come operazioni “scomode”. Invece è proprio questo che fa la differenza: le aziende che non solo hanno una fornitura ottimale dei servizi, ma anche una procedura di sollecito severa e un incasso efficiente trasmettono al cliente un’immagine davvero professionale. Chi invece non riesce a gestire tutte queste attività, ad esempio per mancanza di tempo, dovrebbe pensare di esternalizzare la riscossione dei crediti. Fase 3: verificare periodicamente le misure bonario esecutivo giudiziario attestato di carenza di beni Sollecito Responsabile debitori > procedura severa di sollecito Outsourcing > alleggerimento per l’azienda La gestione debitori è una parte importante della gestione della liquidità. L’esperienza dimostra che la riscossione dei crediti, specialmente all’interno delle PI, può essere ottimizzata. Questo comincia con una fatturazione puntuale e tempestiva. Rischio Segmento clienti molto elevato A elevato B medio C contenuto D Mancato pagamento 1 mese liquidità ampliata. I limiti di credito non utilizzati possono cosí aumentare così il margine d’azione. Anche le scadenze per la restituzione di debiti a lungo termine devono essere pianificate con attenzione. Rinviare i pagamenti non risolve il problema. Le aziende stesse possono saldare le fatture il più tardi possibile. Anche se a prima vista questo sembra generare ulteriore capitale esterno, a breve termine nasconde gravi rischi: il rinvio di pagamento viene percepito dal fornitore come una difficoltà nei pagamenti e compromette la riduzione dei limiti di credito, il che incide sulla solvibilità. Anche qui si innesta un circolo vizioso. Se vengono sollevati dubbi circa la capacità di pagare di un’azienda, diventa molto difficile procurarsi con urgenza il capitale di terzi richiesto. Realizzare liquidità inutilizzata. È sorprendente notare quante aziende dimentichino nel cassetto crediti stornati o attestati di carenza di beni ricevuti. Con una gestione attiva e spese relativamente contenute si può migliorare la propria liquidità. Infatti le somme derivanti da attestati di carenza di beni in seguito a pignoramento o fallimento di privati possono essere spesso recuperate in un momento successivo se il debitore ha accumulato un nuovo patrimonio. È consigliabile allora affidare il monitoraggio dei crediti stornati a un ufficio recupero crediti che generalmente assume l’intero rischio costi. consiglio Controllare i rischi debitori U La gestione dei debitori è fondamentale. 1.Prima di effettuare una consegna dietro fattura verificare la solvibilità del cliente tramite informazioni provenienti da più fonti. 2.La solvibilità dei clienti di lunga data deve essere monitorata e verificata in caso di nuovi ordini. 3.Aumentare i limiti d’ordine e di credito ai nuovi clienti in base al principio precauzionale e ai clienti abituali dopo il ricevimento della verifica. 4.In caso di ritardo del pagamento inviare subito un sollecito e non prendere in consegna nessun altro ordine a credito. Figura 09 Esempio di controllo della solvibilità Gestione dei crediti 2 settimane | 15 La gestione della liquidità non dovrebbe essere delegata in quanto è una tipica attività dirigenziale. L’indice più importante per il monitoraggio è il calcolo del cosiddetto grado di liquidità 2. Tuttavia, per non compromettere la sopravvivenza di un’azienda bisognerebbe definire anche la liquidità minima assolutamente necessaria. Per questo non esiste un indice generale, anche se tendenzialmente la liquidità minima dovrebbe corrispondere a un fatturato mensile. Inoltre è possibile eseguire una pianificazione della Figura 08 Fasi della gestione dei debitori Termine di pagamento pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Gestione della liquidità 2 mesi 3 mesi 1 anno tempo Potenziali nuovi clienti Indirizzo e profilo dell’azienda per l’apertura corretta dei dati di base – prima impressione del cliente Nuovi clienti Clienti abituali Verifica della solvibilità e definizione del limite di credito. Definizione delle condizioni di pagamento. Monitoraggio costante della solvibilità. Nuova verifica in caso di superamento del limite di credito. Verifica al ricevimento dell’ordine. Definizione condizioni di pagamento. Nuova verifica in caso di superamento del limite di credito. Breve controllo al ricevimento dell’ordine. Eseguire la verifica di routine di nuovi clienti e il controllo periodico di clienti abituali conviene. Se vi sono dubbi circa la solvibilità non si dovrebbe consegnare la merce dietro fattura. Si consiglia di eseguire una segmentazione dei clienti. Non tutti, infatti, hanno la stessa importanza. Con una procedura adeguata al rischio si creano le basi per condizioni di pagamento adeguate e inoltre si possono ridurre al minimo anche i costi amministrativi. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Gestione della liquidità | 16 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 17 «Oggi chi lavora nel settore della copertura tetti non può più offrire solo un servizio» Claire Jofresa, Cefibat toitures Sàrl Più un’azienda è redditizia, più ha successo e di conseguenza totalizza un utile maggiore. Oltre al guadagno vi sono però altri obiettivi importanti, tra cui disporre di una liquidità sufficiente. Se mancano i mezzi liquidi la sopravvivenza dell’azienda viene messa a repentaglio; nei periodi economicamente difficili ciò può succedere anche per difficoltà improvvise. Chi non riesce a rispettare le scadenze stabilite per i pagamenti viene escluso dai suoi clienti e partner commerciali, rischio che va assolutamente evitato. Adottando le misure giuste e una gestione dei debitori attenta e attiva o controlli della solvibilità commisurati al rischio è possibile gestire il flusso di cassa a lungo termine. Le conseguenze positive che ne derivano sono meno perdite su crediti e una maggiore liquidità, il che non solo assicura la sopravvivenza dell’azienda, ma aumenta anche il margine di manovra per gli investimenti. Le seguenti domande vi aiuteranno a riconoscere i principali fattori che influenzano la vostra gestione della liquidità e ad apportare eventuali migliorie. Bibliografia: Boemle, Unternehmensfinanzierung, Zürich 1998. Egeli, Raoul: Gläubigerschutz Recht Transparent. Betreiben, Mahnen, Vorbeugen. Verluste wirksam vermeiden. Schulthess Verlag. Zürich 2010. Egeli, Raoul: Risiken minimieren. Erfolgreiches Businesspartner- Management in der Praxis. St. Gallen 2009. Egeli, Raoul: Verluste vermeiden. Erfolgreiches Creditund Debitorenmanagement in der Praxis. St. Gallen 2007. No Lista di controllo «Gestione della liquidità» Sí Conclusioni 1. Il mio portafoglio clienti è sufficientemente diversificato (non evidenzia una grossa dipendenza da singoli clienti o partner commerciali)? 2. Emetto le fatture tempestivamente? 3. Conosco i miei clienti e partner (indirizzo, diritto di firma, solvibilità)? 4. Verifico regolarmente la solvibilità di clienti e partner importanti (monitoraggio)? 5. Sono informato sul grado di liquidità 2 e sulla mia liquidità minima? 6. Coinvolgo i venditori nella mia gestione finanziaria in modo da evitare che acquisiscano clienti insolventi? 7. Accumulo riserve sufficienti per affrontare fasi commerciali difficili e investimenti? 8. Gestisco i crediti stornati o gli attestati di carenza di beni ricevuti in modo attivo? 9. Riesco a tenere la mia gestione debitori e creditori sotto controllo oppure dovrei delegarla all’esterno? 10. Ho valutato la possibilità di uno scambio di esperienze di pagamento ad esempio attraverso i servizi di informazioni economiche? Spiegazioni: più il numero di domande a cui avete risposto in maniera affermativa è elevato, più la vostra gestione della liquidità è efficace. Le domande cui avete dato una risposta negativa dovrebbero fornirvi lo spunto per verificare con maggiore attenzione l’ambito al quale si riferiscono e ad apportare le necessarie migliorie. Ragione sociale e sede: Cefibat toitures Sàrl, 1257 Croix de Rozon Settore di attività: copertura tetti (carpenteria, copertura, opere da lattoniere, manutenzione) Anno di fondazione: 2001 Numero di collaboratori: sette (quattro operai, due amministratori associati, un apprendista) Obiettivi: restare un’azienda a conduzione familiare con tutti i vantaggi che questa scelta implica La Cefibat toitures è stata fondata nel 2001 da Daniel Jofresa con lo scopo di raggruppare progressivamente tutti i lavori e servizi relativi alla copertura dei tetti. Un approccio globale all’utenza che ha permesso all’azienda a conduzione familiare di crescere negli anni. Oggi Cefibat offre anche servizi di manutenzione: la società riesce così a ottimizzare l’occupazione del personale durante la stagione invernale e a diversificare e regolarizzare le entrate. Claire e Daniel Jofresa si fanno immortalare sorridenti nel vecchio atelier in Avenue de Chamonix a Ginevra, uno spazio che si accingono a lasciare per trasferirsi nel nuovo magazzino a Croix de Rozon, vicino alla frontiera francese. Per i fondatori di Cefibat toitures si chiude un capitolo e se ne apre un altro: i lavori alla ferrovia CEVA che inizieranno a breve li hanno costretti a trasferirsi in una sede più consona alle loro esigenze. «Nell’edilizia non si può più vivere di un solo mestiere come quello del lattoniere come si faceva all’inizio. Piuttosto che lanciarsi nella guerra dei prezzi come hanno fatto tante altre aziende, Cefibat ha preferito sviluppare tutta la gamma di lavori di copertura, dal rivestimento all’isolamento, passando per la carpenteria e l’impermeabilizzazione. Claire Jofresa, contitolare di Cefibat toitures pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Esempio pratico Cefibat toitures | 18 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 19 La pianificazione finanziaria crea margine di manovra Markus Freiburghaus La pianificazione finanziaria aiuta la piccola impresa (PI) a valutare le conseguenze delle decisioni aziendali sulla situazione della liquidità futura, sugli utili e sulla struttura del bilancio. Essa contribuisce così a evitare decisioni sbagliate e riduce il rischio che la PI precipiti improvvisamente in una situazione di emergenza. Per motivi pratici si distingue generalmente tra una pianificazione finanziaria a breve termine, che guarda soprattutto allo sviluppo della liquidità, e una a lungo termine, che si concentra sullo sviluppo dell’utile e sulla struttura del bilancio. Un’azienda di famiglia. Cefibat è un’azienda a conduzione familiare: i soci sono il fondatore Daniel Jofresa, la moglie Claire e i tre figli (due maschi e una femmina). Tutti lavorano in azienda, tranne la figlia. «Per pianificare il lavoro e discutere del budget ci riuniamo tutti intorno a un tavolo e ognuno dice la sua», spiega la signora Jofresa che si occupa dell’amministrazione e della contabilità. Una situazione che incoraggia alla prudenza e alla responsabilità. I macchinari e l’attrezzatura sono tutti autofinanziati. «Non ricorriamo né a crediti né a leasing, vogliamo camminare con le nostre gambe». I veicoli vengono acquistati d’occasione e la manutenzione viene eseguita all’interno dell’azienda. Solleciti per telefono. «Lavoriamo all’antica e abbiamo sempre un po’ di riserve da parte», spiega la signora Jofresa. L’azienda ha un conto corrente presso PostFinance che facilita la gestione delle liquidità. Questa flessibilità non guasta quando i clienti pagano in ritardo. «La nostra politica è privilegiare l’aspetto relazionale e scaglionare i pagamenti. Una telefonata è spesso più efficace di un sollecito scritto. Avviare una procedura ha degli svantaggi per tutti», sospira l’amministratrice. La diversificazione ha permesso a Daniel Jofresa di slegarsi dalla tutela di imprese generali e inoltre di neutralizzare l’impatto delle fluttuazioni stagionali e soprattutto congiunturali. Cefibat è passata al rivestimento, all’isolamento, alla carpenteria all’impermeabilizzazione. Per quest’ultima l’azienda propone, oltre alle membrane bituminose, una tecnica innovativa, basata sulle resine della Kemper System. Una procedura particolarmente interessante per l’industria chimica ben radicata a Ginevra, dove fiamme e calore sono vietati. Un mercato con prezzi sempre più concorrenziali. «La tendenza attuale è battere la concorrenza sui prezzi», commenta Claire. «Sappiamo per esperienza quali sono le conseguenze quando veniamo chiamati per le urgenze». Cefibat si rifiuta di giocare a questo gioco e preferisce puntare sulla qualità, su una gamma completa di lavori di copertura, sull’assistenza postvendita e sui contratti di manutenzione. E i risultati si vedono: anche se le offerte non sono sempre le più convenienti, i proprietari, gli architetti e i gestori iniziano a capire che sono molto competitive sul lungo periodo. «Apprezzano il fatto di avere a che fare con un solo interlocutore evitando co- «La nostra posizione strategica in pieno centro città ci ha spinto a offrire un servizio di pronto intervento e a siglare contratti di manutenzione con le agenzie immobiliari». Claire Jofresa Perché una pianificazione finanziaria? Un’azienda sopravvive solo se crea vantaggi per i suoi clienti che superano il valore delle risorse utilizzate nell’attività. Ad assicurarne la sopravvivenza non è dunque la pianificazione finanziaria, bensì la conoscenza delle esigenze dei clienti, le doti negoziali di vendita, l’intelligenza nell’organizzazione dei processi commerciali e l’abilità nella gestione del personale. Pertanto gli imprenditori spesso vedono la gestione di flussi astratti di denaro e di valore come un male necessario e come un’attività di scarsa utilità. È quindi fondamentale, all’inizio della pianificazione, chiedersi quali sono gli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere. A breve termine: evitare la mancanza di liquidità La pianificazione finanziaria a breve termine rappresenta principalmente la soluzione di un problema logistico: dall’azienda passano ogni giorno grandi flussi monetari che provengono in larga mi- sura dai clienti e arrivano ai fornitori. La funzione di «bacino di compensazione» viene svolta dalle riserve di liquidità. Gli afflussi e i deflussi di denaro seguono un proprio ritmo e per questo devono essere coordinati tra loro dal punto di vista temporale e quantitativo per evitare che il bacino si prosciughi. Come per ogni attività di questo tipo, prima della pianificazione vera e propria occorre pertanto individuare le fonti e i cali e classificarli per tipo. Dal punto di vista economico-aziendale, i flussi dei pagamenti, ovvero i pagamenti in entrata e in uscita, vengono classificati come indicato di seguito. Attività commerciale. Ogni attività imprenditoriale genera entrate e uscite e viene trainata dalla situazione di mercato attuale: se l’azienda vende molto, consumerà anche molte risorse, e le entrate e le uscita cresceranno. Se invece la domanda cala, l’azienda cercherà di acquistare di meno e le entrate e le uscite diminuiranno. In generale, nelle aziende sane le entrate superano le uscite ed entrambi i flussi dei pagamenti sono regolari, non solo i salari, ma anche i pagamenti dei clienti o ai fornitori. Attività di investimento. Ogni azienda ha bisogno di un’infrastruttura (macchinari, veicoli, locali, brevetti ecc.) che deve acquistare. Oltre a ciò deve rimpiazzare i macchinari usurati e vendere i veicoli che non servono più. Anche tutte queste attività generano entrate e uscite, che sono però notevolmente diverse da quelle derivanti dall’attività commerciale. Innanzitutto sono irregolari; inoltre di solito le spese in un certo periodo superano di gran lunga le entra- consiglio Pianificazione finanziaria come strumento di controllo U Una pianificazione è opportuna solo se può essere successivamente confrontata con la realtà. Assicuratevi di prevedere anche la consistenza delle disponibilità liquide calcolare la consistenza effettiva di mezzi di pagamento con lo stesso ritmo con cui avete conteggiato le cifre pianificate corrispondenti analizzare le conseguenti differenze e di modificare costantemente il piano o prendere delle contromisure. Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Figura 10 Flussi monetari all’interno dell’azienda sì i problemi di coordinamento, con i ritardi e i costi che ne derivano. Con il tempo capiscono inoltre che possono contare su di noi per ogni cosa». I contratti di manutenzione sono un servizio speciale che l’azienda ha intensificato gradualmente negli ultimi anni. «Abbiamo siglato accordi di questo tipo con la maggior parte delle aziende locali, il che ci permette di occupare il nostro personale durante i periodi morti e di assicurarci entrate regolari», spiega Claire Jofresa. «Nonostante la crisi continuiamo a essere ottimisti e a credere nel nostro motto: ‘Lavoratori contenti, lavoratori efficienti’». Entrate derivanti da … Uscite per … … attività commerciale in corso: pagamenti di clienti … attività commerciale in corso: salari materiali affitti, interessi ecc. … attività di disinvestimento: vendita di macchinari, veicoli, immobili non più necessari … attività di finanziamento: recupero di crediti recupero di capitale proprio Mezzi di pagamento … attività di investimento: acquisto di macchinari, veicoli, immobili … attività di finanziamento: restituzione di crediti restituzione di capitale proprio I mezzi di pagamento all’interno di un’azienda vengono influenzati da vari afflussi e deflussi di denaro. Gestirli su un orizzonte temporale adeguato è il compito principale della pianificazione finanziaria. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Pianificazione finanziaria nella piccola impresa | 20 te. L’attività di investimento viene trainata notevolmente dalle aspettative: l’imprenditore che punta ad aumentare le vendite in futuro dovrà ampliare la sua capacità già oggi. Finanziamento. L’accettazione di crediti o di capitale proprio può fornire a un’azienda liquidità, mentre la relativa restituzione gliela sottrae. Le entrate e le uscite che si generano con questo meccanismo si differenziano da quelle dell’attività commerciale in quanto sono irregolari. Nella pianificazione finanziaria a breve termine l’attenzione principale delle PI va alla pianificazione dei pagamenti in entrata e in uscita legati all’attività commerciale. Qui si corrono i rischi maggiori (ad esempio le esecuzioni); a questo perciò l’azienda deve rivolgere una particolare attenzione. Rispetto delle scadenze Le entrate dipendono dalle vendite. Il punto di partenza della pianificazione è sempre chiedersi quanti prodotti o servizi si riuscirà a vendere in un determinato periodo. Normalmente una pianificazione finanziaria a breve termine viene calcolata su base mensile per un periodo di un anno. Dalle vendite mensili e dalle aspettative di prezzi si ricavano i fatturati mensili. Se vengono valutate anche le abitudini di pagamento dei clienti è possibile pianificare anche le entrate mensili. Esempio: il 10% dei clienti paga in contanti o entro dieci giorni, il 60% entro 30 giorni e il 30% entro 60 giorni. Un fatturato mensile a gennaio di 60 000 franchi darà delle entrate pari a 6’000 franchi (10%) a gennaio, 36 000 (60%) a febbraio e 18 000 (30%) a marzo. Nel mese di gennaio, inoltre, ci si aspetterebbe il 20% dei fatturati del novembre dell’anno precedente e il 60% delle vendite di dicembre e così via. I costi non coincidono con le uscite. Nella pianificazione delle uscite è utile fare una distinzione tra costi fissi e costi variabili. Le materie prime, ad esempio, sono costi variabili, mentre i salari e gli affitti, a breve termine, sono principalmente fissi. Mentre i costi fissi possono essere facilmente suddivisi su più mesi, quelli variabili in genere aumentano o diminuiscono prima, durante o dopo una variazione delle vendite. Inoltre, i costi non coincidono subito con le uscite: anche i fornitori concedono generalmente delle scadenze per i pagamenti. Qui si può adottare una pianificazione analoga a quella utilizzata per i clienti: dai costi mensili è possibile calcolare i pagamenti mensili. Inoltre bisogna considerare le variazioni delle scorte: se il consumo di materie prime sale si può ridurre innanzitutto il magazzino prima di fare nuovi ordini. Occorre inoltre farsi un’idea di come gestire il magazzino per poter infine calcolare le spese per le materie prime. Sul breve termine i costi degli investimenti invece sono relativamente semplici da pianificare: se gli investimenti sono indispensabili, le uscite devono essere rilevate al momento corrispondente. In questo caso bisogna accertarsi di disporre di denaro e limiti di credito sufficienti all’atto del pagamento. Lo stesso vale per la pianificazione del finanziamento: i rimborsi di crediti devono essere inseriti nella pianificazione. I nuovi crediti vengono pianificati nel momento in cui sono disponibili limiti di credito aperti o ne possono essere previsti dei nuovi. Gli imprenditori dovrebbero prendere esempio Stabilire i termini di investimento e finanziamento U Grazie alla pianificazione a breve termine l’azienda A sa che gli investimenti previsti per la nuova infrastruttura IT devono essere fissati in modo che i relativi pagamenti coincidano con una maggiore liquidità derivante dai pagamenti in entrata. In questo modo si può evitare che i mezzi liquidi restino inutilizzati o, in caso contrario, che sia necessario ricorrere a un fido bancario. Figura 11 Esempio di pianificazione finanziaria a breve termine Proventi delle vendite febbraio marzo aprile 0 17 520 26 220 30 660 Pagamenti arretrati 20 000 Totale entrate attività commerciale 20 000 17 520 26 220 30 660 dal piano di produzione –14 185 –18 437 –20 440 –22 952 pagamenti arretrati ai creditori –10 000 Spese di gestione uscite varie in contanti Totale uscite attività commerciale Cash flow attività commerciale –5 000 –1 500 –1 500 –1 500 -1 500 –25 685 –19 937 –26 940 –24 452 –5 685 –2 417 –720 6 208 + entrate disinvestimenti / – uscite investimenti Cash flow attività di investimento –6 500 0 –6 500 Accensione di debiti / raccolta di capitale proprio Cash flow attività finanziaria 0 0 –15 000 0 | 21 in considerazione nuovi crediti solo nel momento in cui il flusso monetario derivante dall’attività commerciale sommato alla scorta di mezzi di pagamento non basta a effettuare gli investimenti. La variabilità. La griglia di pianificazione di riferimento resta invariata: le attività commerciale, di investimento e finanziaria vengono pianificate separatamente e coordinate tra loro. A cambiare sono invece gli stimoli. Sul breve periodo la forza trainante principale è la domanda. Se la domanda sale, salgono anche le vendite fino al limite della capacità. Sul lungo periodo i limiti della capacità sono modificabili: con gli investimenti vengono create nuove capacità, con i disinvestimenti vengono ridotte. Le nuove capacità devono essere sfruttate e l’interazione tra investimenti e vendite deve essere presa in considerazione nella pianificazione. Pertanto, nella pianificazione degli investimenti non c’è ora più alcun acquisto «vincolante»: ogni investimento può essere pianificato a piacere, rinviato o addirittura cancellato a condizione che anche le relative conseguenze siano considerate nel piano. Pianificazione finanziaria e budget. La pianificazione finanziaria a breve termine si prefigge di garantire la liquidità. Il budget invece è uno strumento centrale di controllo dei costi: un buon budget e una disciplina di bilancio rigorosa permettono di evitare la crescita incontrollata dei costi. Per questo, un bilancio preventivo viene stilato in genere per un periodo di sei mesi o di un anno intero e, come il conto economico, suddiviso per costi e ricavi. La pianificazione finanziaria a breve termine invece viene eseguita di norma su base mensile e suddivisa in base ai pagamenti e ai versamenti. A lungo termine: conoscere la redditività e far quadrare il bilancio Influssi sul bilancio. Anche per il finanziamento si aggiunge un nuovo punto di vista. Un indebitamento o la raccolta di capitale proprio non portano semplicemente a un aumento dei mezzi di pagamento, ma a un cambiamento dell’immagine del bilancio e di conseguenza anche di quella della salute finanziaria dell’azienda verso l’esterno. La pianificazione finanziaria a lungo termine contiene pertanto, oltre al calcolo della liquidità, anche il calcolo delle principali consistenze e indici di bilancio. In questo modo non riconosciamo solo se gli afflussi o i deflussi di mezzi sono in equilibrio tra loro, ma riusciamo anche a pianificare in anticipo la struttura del bilancio (ad es. il grado di autofinanziamento) o la redditività. Questi calcoli Mentre nella pianificazione finanziaria a breve termine l’interazione tra investimenti ed entità dell’attività commerciale gioca un ruolo secondario, sul lungo periodo acquisisce un’importanza rilevante. In compenso altri elementi passano in secondo piano: le abitudini di pagamento dei debitori, le abitudini di pagamento proprie e la variazione delle scorte non devono più essere analizzati in dettaglio. Almeno per la pianificazione sommaria si può partire dal presupposto che il fatturato confluirà prima o poi nella cassa e che i costi si trasformeranno in uscite. Il fatturato viene pertanto pianificato come entrate e i costi come uscite, con l’importante eccezione degli ammortamenti. consiglio Elaborare varie ipotesi U Limitatevi a due-cinque ipotesi. Partire da uno sviluppo generale (economia globale, nuovi concorrenti, progressi tecnologici, ecc.) e riflettete sulle previsioni della pianificazione interessate dallo sviluppo (quantità, prezzi, tassi di crescita, condizioni di credito, ecc.) Modificate la pianificazione in base ai possibili sviluppi e confrontate i risultati dei vari scenari. Se determinati scenari risultano essere particolarmente sconvenienti, cercate di pensare a come potete evitare che si presentino. Fate lo stesso per gli scenari convenienti. Cosa potete fare per renderli più probabili? Figura 12 Esempio di pianificazione finanziaria a lungo termine gennaio interessi / tasse pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Pianificazione finanziaria nella piccola impresa 0 –15 000 0 Il compito della pianificazione finanziaria a breve termine è quello di assicurare la solvibilità dell’impresa. La grande importanza della pianificazione finanziaria deriva dal fatto che un’azienda è minacciata dall’insolvenza se non riesce a mantenere i propri impegni di pagamento. 2010 2011 2012 Variazione attivo circolante netto Totale entrate attività commerciale 480 000 490 800 501 924 Totale uscite attività commerciale –420 000 –432 860 –446 301 Cash flow attività commerciale 60 000 57 940 55 623 Cash flow attività di investimento 0 –950 000 0 Cash flow attività di finanziamento 0 900 000 0 Totale variazione attivo circolante netto 60 000 7 940 55 623 – ammortamenti 10 000 7 940 –44 377 10 000 7 940 –44 377 198 563 +/– variazione accantonamenti Profitto Struttura del bilancio: attivo circolante netto 135 000 142 940 attivo circolante 155 000 162 940 218 563 attivo immobilizzato 450 000 1 350 000 1 250 000 Totale modifica mezzi liquidi –5 685 –8 917 –15 720 6 208 capitale di terzi a breve termine 20 000 20 000 20 000 Consistenza mezzi liquidi 26 315 17 398 1 678 7 886 capitale di terzi a lungo termine 100 000 900 000 900 000 Consistenza debitori 36 900 46 680 51 960 49 500 capitale di terzi 120 000 920 000 920 000 Consistenza creditori 36 075 39 023 42 368 43 200 totale di bilancio 605 000 1 512 940 1 468 563 La pianificazione finanziaria a lungo termine mette a confronto i pagamenti e i versamenti futuri per la determinazione del fabbisogno futuro di capitale e fotografa così il fabbisogno di capitale e la situazione finanziaria dell’azienda. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Pianificazione finanziaria nella piccola impresa | 22 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 23 «I guadagni devono essere ripartiti con senno tra riserve e investimenti». Isabelle Kummli Gonzalez, HKM Décolletage SA aggiuntivi però sono opportuni solo se l’imprenditore conosce effettivamente anche le cifre corrispondenti e le utilizza come segnali gestionali. Conclusioni Le decisioni imprenditoriali sono dettate generalmente dall’attività quotidiana. Poiché tuttavia tali decisioni hanno delle ripercussioni sul futuro occorrerebbe almeno elaborare una pianificazione finanziaria a lungo termine a intervalli regolari o verificare e portare avanti la pianificazione esistente. Nel momento in cui subentrano spese consistenti o si profila una difficoltà economica è fondamentale elaborare anche una pianificazione finanziaria a breve termine. In ultima analisi tanto nella pianificazione finanziaria a breve termine quanto in quella a lungo termine si punta a individuare per tempo i problemi e procurarsi così più tempo per adottare possibili contromisure. In altre parole, una buona pianificazione finanziaria non è un esercizio a tavolino, ma crea tempo e margine di manovra. Testi di approfondimento: Markus Freiburghaus: «Finanzen für Selbständige», Beobachter-Buchverlag, 2008. Lista di controllo «Preparazione della pianificazione finanziaria» Le due liste di controllo che seguono vi aiuteranno a preparare con attenzione la vostra pianificazione finanziaria a lungo e a breve termine. Con i dati e i documenti indicati avrete a disposizione tutte le informazioni necessarie. Preparazione della pianificazione finanziaria a breve termine Per la pianificazione finanziaria a breve termine dovete disporre dei seguenti dati: saldo attuale di tutti i conti bancari e postali volume di vendita previsto (fatturato o vendite e prezzi) per l’intero periodo della pianificazione tutte le spese vive (salari, affitti, interessi di leasing, fatture fornitori, ecc.) per l’intero periodo della pianificazione termini di pagamento normalmente previsti per i clienti, nonché termini di pagamento propri per il pagamento delle fatture dei fornitori tutti gli investimenti e i disinvestimenti previsti nel periodo della pianificazione tutti i limiti di credito liberi e tutti gli obblighi di riscatto Preparazione della pianificazione finanziaria a lungo termine Per la pianificazione finanziaria a lungo termine dovete disporre dei seguenti dati: consistenza attuale dell’attivo circolante e immobilizzato, nonché del capitale proprio e di terzi volume di vendita previsto (fatturato o vendite e prezzi) per l’intero periodo della pianificazione tutte le spese vive (salari, affitti, interessi di leasing, fatture fornitori, ecc.) per l’intero periodo della pianificazione durata d’ammortamento per l’attivo immobilizzato tutti gli investimenti e i disinvestimenti previsti tutti i limiti di credito liberi e tutti gli obblighi di riscatto Ragione sociale e sede: HKM Décolletage SA, 2740 Moutier Settore di attività: tornitura, fabbricazione di pezzi metallici Anno di fondazione: 1982 Numero di collaboratori: 14 Obiettivi: restare competitivi La HKM è una delle numerose aziende dell’Arco giurassiano specializzate nella tornitura di piccoli pezzi destinati alla meccanica di precisione. Uno dei settori d’applicazione principali, oltre a quelli ottico, medico-sanitario, aeronautico e dei connettori, è quello dell’orologeria svizzera. In tutti i casi vale la stessa regola: consegnare componenti di qualità certificate tramite protocollo entro i termini stabiliti. Per garantire l’eccellenza dei servizi bisogna avere una struttura sana alle spalle. Una gestione finanziaria rigorosa permette di ripartire con senno i guadagni tra riserve e finanziamenti. Isabelle Kummli tiene in mano un sacchetto contenente 1010 viti etichettato con codice a barre e numero d’identificazione. La fabbricazione di questi minuscoli pezzi (Ø 0.40–10mm) è estremamente complessa e richiede una certificazione «Le nostre componenti sono presenti in numerosi meccanismi di orologi fabbricati in Svizzera. Siamo fieri di conoscere il loro calibro». Isabelle Kummli Gonzalez, titolare della HKM pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Esempio pratico HKM Décolletage SA | 24 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 25 Fine anno, tempo di conti: conto annuale e iscrizione a bilancio Maria Harrer Ogni anno tutti gli imprenditori sono chiamati a stilare il conto annuale per tirare le somme dell’anno e renderne conto al fisco. Ma il bilancio è molto più che un «male necessario» imposto dal fisco: per le piccole imprese (PI) è un importante strumento d’informazione e di gestione. Princípi del conto annuale per tutte le fasi della produzione e un controllo dimensionale e qualitativo accurato per consegnare al cliente un prodotto perfetto e garantito. Nel settore dell’orologeria i clienti principali sono le grandi fabbriche svizzere. In questo campo, come in nessun altro, la qualità del prodotto si esprime anche attraverso l’estetica: «Chi non resta incantato di fronte alla bellezza di un meccanismo ‘swiss made’?», chiede Isabelle. Soprattutto per l’alta gamma sono richieste operazioni complementari durante la tornitura. Uno dei trattamenti termici e di superficie più esemplificativi in tal senso è la brunitura delle teste delle viti per renderle lucide come specchi. Industria in crisi. In tempi di crisi come questi la situazione è particolarmente delicata per i subappaltatori che risentono di effetti spesso decuplicati. La ricetta per sopravvivere è: rigore nella pianificazione finanziaria, analisi meticolosa delle spese, introduzione di un orario di lavoro ridotto. Ma è fondamentale che le riserve accantonate negli anni migliori permettano di andare avanti qualora la crisi persista. HKM ha un importante asso nella manica, acquisito e difeso nel corso degli anni: nella valutazione annuale della qualità, delle scadenze e dei prezzi eseguita dal cliente, la HKM ottiene ottimi ri- sultati che la fanno rientrare nella classe «A». Un vantaggio certo, dato che le gare d’appalto sono più numerose e stabili, il che permette all’azienda di prevedere con maggiore sicurezza le entrate e le uscite. Oltre alla gestione bisogna prepararsi al futuro. «Nel limite del possibile cerchiamo di autofinanziare i nostri investimenti, ma all’occorrenza siamo ben disposti a collaborare con i nostri partner finanziari. Noi lavoriamo di pari passo anche all’ottimizzazione dei loro servizi finanziari», spiega Isabelle. Tecnologie che si completano. Il grosso della produzione di HKM viene realizzato con macchine tradizionali a camme che, grazie al loro rendimento e alla loro velocità, restano competitive in un ampio settore di mercato. Il parco macchine è completato da macchinari a controllo numerico (CNC) per i pezzi più complessi la cui la messa in opera non passa più attraverso un gioco di camme, ma una programmazione perfetta. Sviluppo duraturo. Il 2007 e il 2008 sono state due annate eccezionali che hanno permesso all’azienda di investire in un nuovo centro di controllo qualità. Un’altra tappa importante della transizione gestita dall’imprenditrice è stata l’assunzione di due giovani ingegneri per «Una gestione finanziaria rigorosa permette di finanziare gli impianti e di ammodernare l’azienda». Isabelle Kummli Gonzalez Completezza e chiarezza. La contabilità è un importante strumento di gestione per le aziende, soprattutto per le PI per le quali non di rado è l’unico strumento di gestione finanziaria. La contabilità deve soddisfare una serie di condizioni dal punto di vista legale e imprenditoriale, in primo luogo la chiarezza e la completezza. Oltre a questi principi generali deve rispettare altri requisiti a seconda della forma giuridica: le persone giuridiche, ad esempio le società anonime e a responsabilità limitata, devono sottostare, a seconda della loro grandezza, norme più severe per la stesura e la revisione del bilancio. Trarre vantaggi dal bilancio. L’esperienza delle PI dimostra che le imprese che tengono «aggiornata» la contabilità e che prendono in mano il conto annuale in tempo utile dopo la fine dell’anno hanno più successo sul mercato e possono utilizzare le informazioni a disposizione a vantaggio della loro attività più rapidamente di quegli imprenditori che aspettano, invece, fino all’autunno. Regole precise. Il Codice delle obbligazioni (CO) resta un punto di riferimento fondamentale per la gestione della contabilità commerciale (CO art. 957 e segg). Numerose norme rilevanti per le PI derivano dal diritto tributario. Per la chiusura annuale l’imprenditore deve attenersi ai fatti per i quali sia il diritto commerciale che quello tributario gli concedono un potere discrezionale. Ciò riguarda soprattutto le valutazioni, gli accantonamenti e gli ammortamenti. Elementi determinanti dell’utile Dal punto di vista fiscale una determinazione dell’utile nell’ambito delle possibilità legali è opportuna ad esempio per appiattire la progressione fiscale del reddito personale. L’ottimizzazione può derivare da una riduzione dell’utile, ad esempio attraverso ammortamenti il più possibile elevati o costituzione di accantonamenti, ma anche da un aumento dell’utile ad esempio attraverso liquidazione di riserve. Occorre osservare comunque il divieto di differimento dell’utile: ciò significa che di norma gli utili devono essere contabilizzati nell’anno in cui vengono generati. Inoltre, gli utili differiti verranno prima o poi comunque tassati. Ammortamenti. Permettono di tener conto della diminuzione del valore dell’attivo immobilizzato a causa dell’età e dell’usura. Le correzioni di valore sull’attivo immobilizzato vengono eseguite ogni anno attraverso il conto ammortamenti. Questi ammortamenti vengono iscritti separatamente nel conto economico. Dal punto di vista del diritto commercialete gli ammortamenti sono consentiti in misura pressoché illimitata: ad es. un macchi- excursus Forma giuridica e conto annuale U Non tutte le aziende sono tenute per legge a stilare il conto annuale. Ne sono esonerate ad es. le imprese individuali non iscritte al Registro di commercio per le quali vige un semplice obbligo di registrazione. Le norme più rigide per il bilancio valgono per le SA e le Sagl. Fino a una determinata grandezza (totale di bilancio, fatturato, numero di collaboratori) sono obbligate a eseguire una cosiddetta revisione limitata, da cui possono richiedere l’esenzione, con il consenso di tutti i soci e se occupano al massimo dieci collaboratori, mediante una corrispondente iscrizione nel Registro di commercio. Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Figura 13 Struttura del bilancio affiancare il personale altamente qualificato in azienda da anni. Questi investimenti rispecchiano anche la strategia seguita da Isabelle a livello economico e di politica delle risorse naturali. Lo sviluppo sostenibile è una sfida importante per questa laureata in agronomia che ha iniziato a occuparsi di tornitura solo sei anni fa. «A 73 anni mio padre voleva definire la successione. Vendere non sarebbe stata la soluzione migliore. Per questo ho deciso di rilevare la HKM: per rispetto per il patrimonio creato da mio padre». Attivi Passivi Attivo circolante Liquidità Crediti derivanti da forniture e servizi Altri crediti Crediti verso vicini e azionisti Riserve Altro attivo circolante Ratei e riscontri attivi Capitale di terzi Impegni derivanti da forniture e servizi Altri impegni a breve termine Impegni verso vicini e azionisti Ratei e riscontri passivi Impegni a lungo termine Accantonamenti Attivo immobilizzato Beni patrimoniali Immobilizzazioni finanziarie (partecipazioni, crediti a lungo termine verso vicini e azionisti) Immobilizzazioni immateriali Costi attivati Costi di costituzione, aumento del capitale e organizzazione Capitale proprio Capitale azionario Capitale di partecipazione Riserve generali Altre riserve Utile di bilancio La contabilità commerciale, ovvero la contabilità a partita doppia, è fondamentale per un’azienda e pertanto per la maggior parte delle imprese è prescritta dalla legge. Le disposizioni di bilancio prevedono un bilancio, un inventario e un conto d’esercizio (Codice delle obbligazioni, art. 957 e segg.) pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 26 Conto annuale e iscrizione a bilancio Rettifiche di valore. Le correzioni dell’attivo circolante, in particolare a livello di debitori, giacenze di capitale estero o magazzino, devono essere registrate come rettifiche di valore. Diversamente dagli ammortamenti non vengono registrate come conto separato sul conto economico, ma direttamente attraverso i rispettivi conti profitti e perdite. La rettifica di valore dei debitori avviene così attraverso il conto profitti nel conto economico, mentre quella del magazzino attraverso il conto spese merci. Diversamente dagli ammortamenti le rettifiche di valore non hanno un carattere definitivo e possono essere modificate in ogni momento mediante registrazioni di segno opposto. Accantonamenti. Si tratta di voci di capitale di terzi con cui vengono assicurati impegni e rischi di perdita non ancora certi. Diversamente dall’ammortamento, nella costituzione dell’accantonamento l’importo non è ancora definitivo. Si tratta dunque di oneri futuri che dal punto di vista econo- mico vengono imputati al profitto dell’anno in corso e incidono sull’utile. Come gli ammortamenti, anche gli accantonamenti devono essere motivati commercialmente dal punto di vista tributario. Fiscalmente sono ammessi solo in presenza di un rischio di perdita definito e incombente, che all’atto della costituzione dell’accantonamento non deve essere reputato solo possibile, ma certo. L’assicurazione di rischi futuri non è ammessa in quanto questi violano il principio della tassazione periodica. Anche gli accantonamenti per impegni futuri di norma non possono essere eseguiti. Un’eccezione in molti cantoni è costituita dall’accantonamento per grandi ristrutturazioni di immobili creati per investimenti futuri. La liquidazione delle riserve ha effetto sul risultato e deve avvenire nel momento in cui il rischio di perdita incombente viene neutralizzato. Come prepararsi alla chiusura di fine anno Preparazione accurata. Il conto annuale deve essere redatto con estrema attenzione e scrupolo. In nessun’altra attività contabile è richiesta una procedura sistematica e programmata come per i lavori di chiusura. Per questo è fondamentale prepararsi con cura e procurarsi tutti i documenti e giustificativi necessari. Si consiglia pertanto di stilare una lista di controllo individuale tanto per il reperimento della documentazione, quanto per il bilancio vero e proprio (cfr. lista di controllo pag. 28). excursus Accantonamenti U Accantonamenti da considerare: accantonamento su debitori accantonamento per impegni incerti (ad es. processi in atto) accantonamento sul magazzino (un terzo del valore delle scorte) accantonamento per costi di ricerca e sviluppo accantonamento per prestazioni di garanzia accantonamento per imposte Per l’ammissibilità fiscale degli accantonamenti considerare quanto segue: non costituire accantonamenti di importo a piacere (solo per coprire pericoli di perdita concreti e imminenti) il fisco può riverificarne ogni anno la necessità commerciale; gli accantonamenti per scopi di riacquisizione non sono ammessi. Figura 14 Struttura del conto economico Costi dei materiali e delle merci Costi per materiali e merci Costi per servizi Costi del personale Costi salariali Oneri sociali Altri costi del personale Altri costi d’esercizio Costi per locali e immobili Manutenzione e riparazioni Costi per veicoli Spese previdenziali Costi per energia e smaltimento Spese amministrative e IT Costi pubblicitari Costi finanziari e interessi Costi straordinari / tasse | 27 Conto annuale e iscrizione a bilancio nario acquistato nell’anno in corso può essere interamente ammortizzato nel bilancio d’esercizio successivo. Ciò porta a riserve occulte nell’attivo immobilizzato che verrebbero create ad es. con la vendita del macchinario. In generale si osserva il principio precauzionale, il che significa che le valutazioni delle immobilizzazioni sono orientate al caso meno conveniente. Il diritto tributario presuppone una motivazione commerciale degli ammortamenti, che nonpossono superare l’effettivo deprezzamento. Rispettare questo principio nella pratica non è sempre semplice: per questo l’Amministrazione federale delle contribuzioni pubblica dei tassi d’ammortamento fissi (cfr. anche figura 15). Costi pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Verso il bilancio in cinque fasi. Di seguito indichiamo cinque passaggi consigliati per la stesura del bilancio. 1. Controllare i saldi. Solo nel momento in cui tutti i giustificativi e le operazioni commerciali dell’anno in esame sono stati registrati si può passare alla chiusura vera e propria, partendo dal controllo dei saldi del bilancio. Le giacenze presenti in cassa, nonché sui conti postali e bancari devono corrispondere ai relativi saldi contabili. 2. Delimitazione temporale. I servizi forniti e ricevuti devono essere imputati all’anno per il quale sono commercialmente rilevanti. I pagamenti registrati che riguardano l’esercizio successivo devono essere contabilizzati come ratei attivi, mentre le fatture in sospeso per servizi ricevuti dell’anno successivo come ratei passivi. 3. Delimitazione materiale. Le contabilizzazioni che non hanno a che fare con l’attività devono essere «neutralizzate». Nelle PI ciò riguarda principalmente le quote private iscritte in contabilità. Se ad es. un veicolo aziendale viene utilizzato anche per uso privato, con un’apposita contabilizzazione le spese del veicolo devono essere ridotte togliendo una quota privata ragionevole e addebitando tale quota all’uso privato. 4. Eseguire le valutazioni. Il risultato operativo così individuato deve essere rettificato deducendo gli ammortamenti, le rettifiche di valore e gli accantonamenti. A tale scopo occorre eseguire delle valutazioni e registrare le variazioni che devono essere addebitate alle spese. 5. Definire la destinazione dell’utile. L’ultima fase consiste nella contabilizzazione dell’utile: se resta in azienda viene trasferito al nuovo anno d’esercizio come riporto dell’utile precedente; in alternativa può essere distribuito tra gli investitori in base al contratto societario o alla decisione dell’assemblea generale. Analisi di bilancio e indici Il conto annuale fornisce vari indici che permettono di valutare l’azienda ed elaborare confronti con altri anni e tra vari esercizi. Indici relativi alla struttura del capitale e del patrimonio. Gli indici del bilancio mettono in correlazione principalmente l’attivo circolante e immobilizzato (attivo) e il capitale proprio e di terzi (passivo): ciò permette di ottenere varie informazioni, ad es. sul termine fino al quale il capitale sarà vincolato e sulle condizioni di finanziamento dell’azienda. Eventuali divergenze da un rapporto equilibrato e in linea con il settore rappresentano un rischio per l’impresa. Indici del rendimento. In sé, l’utile non è un indice molto significativo: solo il confronto tra quest’ultimo e altri parametri (ad es. capitale) permette di stabilire se l’impiego di capitale o il raggiungimento del fatturato è stato soddisfacente. Tra gli indici che rendono visibili tali nessi vi sono quelli del rendimento. excursus Indici finanziari U Gli indici offrono una rapida panoramica della situazione finanziaria dell’azienda. Non tutti gli indici hanno la stessa importanza per tutte le aziende. A svolgere un ruolo centrale sono il confronto settoriale e lo sviluppo. I seguenti indici sono ricorrenti: grado di liquidità 2 (quick ratio): (mezzi liquidi + crediti) x 100 capitale di terzi a lungo termine redditività: utile x 100 capitale impiegato redditività capitale proprio: utile netto x 100 capitale proprio impiegato Maggiori informazioni: www.pmi.admin.ch Base di confronto. L’elenco dei potenziali indici potrebbe continuare all’infinito. Oltre a quelli più ricorrenti vi sono numerosi indici individuali e settoriali. Spesso, ad esempio, solo il confronto con Figura 15 Ammortamento lineare e a quote decrescenti Ricavi Ricavi d’esercizio da forniture e servizi Ricavi da vendita di prodotti Ricavi da merci Ricavi da servizi Variazione delle scorte di prodotti finiti e semifiniti Di norma, il conto economico e il bilancio annuale devono essere compilati in modo completo e chiaro (CO art. 959). La struttura del bilancio (cfr. pag. 25) e del conto economico qui riprodotta presenta una suddivisione minima. Le aziende possono scegliere tra un ammortamento lineare (tramite la stessa quota del valore d’acquisto) e uno a quote decrescenti (tramite una quota percentuale del valore residuo). Un PC è costato 2000 CHF e viene ammortizzato in cinque anni. L’ammortamento lineare del 20% prevede un importo costante di 400 CHF, quello a quote decrescenti (rispettivamente 40% del valore contabile residuo) una quota di 800 CHF il primo anno, 480 il secondo e 288 il terzo. Alla fine dei cinque anni il valore residuo viene ammortizzato. Indipendentemente dal momento dell’acquisto alla fine del primo anno viene effettuato il corrispettivo ammortamento. 2000 Costi d’acquisto e valore contabile alla 1600 fine dell’anno in CHF 1200 Risultati accessori d’esercizio Ricavi finanziari e proventi d’interessi Ricavi da immobili 800 lineare Ricavi straordinari 400 a quote decrescenti tempo (anni) pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 28 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 29 Conto annuale e iscrizione a bilancio Glossario i concorrenti o con la media del settore permette di capire se il valore raggiunto deve essere valutato in modo positivo o negativo. Inoltre non basta elaborare e valutare gli indici in modo arbitrario, solo sporadicamente o senza sistematicità: solo l’osservazione continuativa trasforma gli indici in uno strumento utilizzabile. Conclusioni Il conto annuale non va considerato un “male necessario” che costituisce la base per la dichiarazione dei redditi, ma piuttosto uno strumento che fornisce preziose informazioni sulla situazione economica dell’azienda, che fungono a loro volta da punto di partenza per le decisioni aziendali. Vale la pena pertanto che ciascun imprenditore analizzi attentamente il conto annuale e lo confronti con le cifre pianificate o del settore. Testi di approfondimento: Walter Sterchi: «Kontenrahmen KMU», Schweizerischer Gewerbeverband, 1996. Walter Sterchi: «Buchführung KMU», Schweizerischer Gewerbeverband, 2000. Lista di controllo «Conto annuale» Questa lista di controllo è concepita come aiuto alle PI in preparazione alla stesura del conto annuale e può essere ampliata e integrata con altre attività a seconda della situazione dell’azienda. Liquidità Effettivo di cassa e registro di cassa firmato Estratti dei conti bancari e postali al giorno di chiusura del bilancio Crediti Lista di tutti gli averi clienti in sospeso relativi all’anno in esame Altri crediti Estratto conto assegni WIR Pagamenti anticipati ai fornitori Rimborso di fornitori o assicurazioni Altri crediti (cauzioni, buoni, ecc.) Ratei attivi Spese pagate in anticipo nell’esercizio in chiusura che riguardano l’esercizio futuro (ad esempio affitto, assicurazioni, ecc.) Ricavi non ancora ricevuti che riguardano l’esercizio precedente. Scorte Inventario: elenco di tutte le scorte disponibili al giorno di chiusura del bilancio Prodotti finiti e semifiniti: valori dei materiali e ore di lavoro Lavori iniziati: valori dei materiali e ore di lavoro impiegate Capitale di terzi a breve termine Creditori: elenco di tutte le fatture fornitori scoperte che riguardano l'esercizio precedente Ratei passivi Fatture ancora in sospeso dell’esercizio precedente la cui manifestazione monetaria è attesa nell’esercizio successivo (ad es. fatture fornitori, bollette del telefono, arretrati AVS, ecc.) Ricavi ricevuti troppo in anticipo che riguardano già l’esercizio successivo Capitale di terzi a lungo termine Prestiti: rendiconti delle scorte e degli interessi Ipoteche: estratti, conteggi degli interessi Dati vari Conteggi finali AVS Conteggi finali LAINF Conteggi finali LPP Certificati di salario Conteggi IVA Dati sull’allegato (per le persone giuridiche) Dati sull’allegato – fideiussioni, impegni di garanzia Limitazioni del diritto di proprietà sul patrimonio ad es. cessione debitori, deposito titoli dato in pegno, titoli di debito su immobili Impegni di leasing in sospeso Valori dei beni patrimoniali assicurati contro gli incendi Partecipazioni Prestiti obbligazionari erogati Impegni verso istituti di previdenza Dati sulle azioni proprie di proprietà dell’azienda Ammortamento. Per ammortamento si intende da un lato l’estinzione di un debito di denaro a rate e dall’altro l’ammortamento rateale ale degli investimenti attraverso i ricavi totalizzati. Attestato di carenza di beni. L’attestato di carenza di beni in seguito a pignoramento o a fallimento documenta la misura in cui il creditore non viene risarcito nell’esecuzione forzata contro il debitore dopo aver esaurito tutti i mezzi del diritto delle esecuzioni e del fallimento. Il termine di prescrizione dell’attestato è di 20 anni o un anno nei confronti degli eredi. Cash flow. Il flusso di cassa o cash flow rappresenta l’eccedenza di liquidità derivante dall’attività economica di un’impresa in un determinato periodo. Questo saldo si riferisce ai costi e ai ricavi che non hanno effetto solo sul risultato, ma anche sui pagamenti, ovvero nello stesso periodo generano entrate o uscite. Determinazione dell’utile. L’utile di un’azienda in un determinato periodo non può essere calcolato in maniera puramente obiettiva, ma piuttosto tenendo conto di valutazioni, stime e aspettative motivabili. Di conseguenza l’utile di un periodo può essere aumentato o ridotto. Credito fornitori. Detto anche credito commerciale è un finanziamento a breve termine che un fornitore (creditore) concede ai suoi clienti (debitori) mediante proroga del termine di pagamento o sicurezze. Il termine di pagamento può essere fissato liberamente, di norma a 10, 30 o 60 giorni. Disinvestimenti. Costituiscono l’esatto opposto degli investimenti. Attraverso i disinvestimenti parti dell’attivo immobilizzato di un’impresa vengono vendute e trasformate in liquidità. Il disinvestimento costituisce dunque una forma di finanziamento aziendale interno. Gestione dei creditori. La contabilità creditori si occupa della gestione dei crediti dei fornitori nei confronti dell’azienda e inoltre di attività quali la revisione dei conti e la contabilizzazione, le operazioni di pagamento, il calcolo di sconti, la detrazione dell’IVA a credito ecc. > Gestione dei debitori. Gestione dei debitori. La contabilità debitori comprende la gestione dei crediti in sospeso di un’impresa nei confronti dei suoi debitori, generalmente clienti, e prevede inoltre la fatturazione, le procedure di sollecito e la riscossione dei crediti. > Gestione dei creditori Grado di autofinaziamento. La quota di capitale proprio o il grado di autofinanziamento rappresentano la percentuale di capitale proprio rispetto al capitale totale (totale di bilancio) dell’azienda. Il grado di finanziamento esterno indica, invece, la percentuale di capitale di terzi rispetto al totale di bilancio. Grado di liquidità 2. Detta anche liquidità di 2° grado o quick ratio, indica il rapporto tra le liquidità di un’azienda disponibili a breve termine (cassa, conto postale o bancario, debitori, titoli) e i crediti a breve termine. È uno strumento che permette di determinare la capacità di un’impresa di far fronte ai propri impegni a breve termine. Il rapporto liquidità / crediti a breve termine deve essere superiore a 1. Immobilizzazioni. Beni che all’interno di un’impresa non esauriscono la loro utilità in un solo esercizio, ma manifestano benefici economici in un arco temporale di più esercizi. Esempi: macchinari, impianti, apparecchiature per l’ufficio, immobili, veicoli, beni immateriali (marchi, brevetti, ecc.) e titoli. Insieme all’attivo circolante costituiscono l’attivo nella contabilità finanziaria. Liquidità: capacità aziendale di far fronte in ogni momento (nei termini) alla richiesta di rimborso delle passività in essere. Procedura di sollecito. Fa parte della contabilità debitori. Un sollecito di pagamento è una richiesta, generalmente scritta, trasmessa dal creditore al debitore moroso per invitarlo a saldare un debito in essere. Altre vie possono essere l’esecuzione o l’azione legale. Ratei attivi e passivi. I ratei attivi sono servizi di cui si fruirà nell’anno successivo, ma che sono già stati fatturati e pagati nell’esercizio precedente. Il pagamento viene accreditato attraverso la contabilità transitoria all’esercizio precedente e addebitato all’anno successivo. Viceversa i ratei passivi sono servizi che sono già stati acquistati, ma che vengono fatturati e pagati nell’anno successivo. Redditività. Indica il rapporto tra uno dei parametri dei risultati conseguiti (ad esempio l’utile) e il capitale impiegato. Riserve occulte. Differenza non riconoscibile dal bilancio tra il valore contabile e il valore di mercato superiore di singole voci di bilancio. Le riserve occulte nascono nel momento in cui poste attive (ad es. materie prime, magazzino) vengono intenzionalmente sottovalutate in base al principio precauzionale oppure vengono effettuati ammortamenti elevati su valori patrimoniali. Sistema dei conti PMI. L’omonimo libro di Walter Sterchi edito dall’Unione svizzera delle arti e dei mestieri è un’opera fondamentale per la stesura del piano dei conti da parte delle piccole e medie imprese artigianali, industriali e commerciali. Solvibilità. Viene intesa come l’affidabilità creditizia di una persona fisica o di un’azienda. Il grado di solvibilità indica la probabilità con cui un debitore fare fronte ai propri impegni di pagamento. La base per il rating della solvibilità è costituita dalla situazione economica del debitore e dalla sua storia (eventuali esecuzioni, ecc.). Struttura del capitale. Termine utilizzato per indicare la composizione dei mezzi di finanziamento, ovvero il passivo del bilancio di un’azienda, in termini di capitale proprio e capitale di terzi. Il suo opposto è costituito dalla struttura del patrimonio che rappresenta l’attivo del bilancio. Anticipazioni. Il prossimo numero di «pi – Gestione delle piccole imprese» sarà dedicato alla pubblicità. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 31 Il modello di gestione delle PI Opportunità e rischi Tecnologia Un prodotto perfetto, merci a prezzi allettanti e il servizio migliore non bastano per amministrare con successo un’azienda. Ogni esercente, imprenditore e fornitore di servizi deve preoccuparsi anche di come reclamizzare la sua offerta, gestire il marketing e comunicare in modo efficace con i suoi clienti. I consumatori di oggi, infatti, si informano attentamente prima di fare un acquisto o avviare un rapporto commerciale duraturo. rat St ra t po s t Svilup e risors elle e d getti on pro sti dei e eg ico Ge ur Ge si lt Cu Il prossimo numeri di «pi – Gestione delle piccole imprese» uscirà in autunno. Per ordinare subito una copia o sottoscrivere un abbonamento gratuito, andate su www.postfinance.ch/pi o spedite la cartolina riportata qui sotto. Pr oc ia Gestione aziendale am ze or inf en ell‘ nosc ne d Gestio elle co d zione e Gli articoli saranno completati da utili consigli, grafici informativi, liste di controllo e inoltre dai profili aziendali di tre PI che racconteranno ai lettori l’approccio da loro adottato a livello pubblicitario. eg es In che modo le piccole imprese pianificano la loro pubblicità? Quali strumenti e misure sono opportuni e nel contempo vantaggiosi? A queste e a tante altre domande cercheranno di rispondere nel prossimo numero di «pi – Gestione delle piccole imprese» autorevoli esperti del settore che ci informeranno diffusamente sull’argomento, senza trascurare naturalmente le esigenze specifiche avvertite dalle piccole imprese nell’attività quotidiana. Per posta e non solo È possibile ordinare la pubblicazione «pi – Gestione delle piccole imprese» anche online su www.postfinance.ch/pi Gest i inno one d vaz ion ell’ e ting rke a M sti o ne t ru St a de l pers o nale ne Gestio or Svil g a u pp niz o zati vo Nel prossimo numero | 30 tu ra pi Gestione finanziaria | maggio 2010 ria zia n fina Sostenibilità La gestione finanziaria ha un ruolo centrale nel modello di gestione delle PI. Un confronto intenso con la gestione finanziaria costituisce una sfida importante per gli imprenditori di oggi. Il controllo del cash flow e dei processi di creazione di valore come base del finanziamento di voci strategiche del conto economico assume un ruolo centrale nella responsabilità gestionale. I responsabili devono poter riconoscere i prodotti, processi e ordini con cui finanziare i potenziali di profitto futuri. Solo con la consapevolezza dell’esistenza di que- Qualità ste sfide e con una gestione attiva si può orientare l’azienda al futuro. Panoramica dei compiti e delle funzioni. «pi – Gestione delle piccole imprese» si occupa di tematiche proprie della realtà imprenditoriale che possono essere raffigurate attraverso il modello di gestione delle PI elaborato dal prof. dr. Urs Frey. Il cerchio interno è suddiviso in quattro sezioni che corrispondono agli obiettivi a lungo termine (strategia), all’organizzazione delle procedure (processi), al coordi- namento dei compiti più svariati (struttura) e al sistema collettivo dei valori, dei modi di pensare e agire di tutti i collaboratori di un’azienda (cultura). Nella corona esterna del cerchio sono riportate, per ciascuna delle sezioni principali, le corrispondenti attività concrete svolte dall’imprenditore: sviluppo strategico, marketing, gestione dell’innovazione, delle risorse e dei progetti, sviluppo dell’organizzazione, gestione finanziaria, del personale, delle informazioni e delle conoscenze. Ciascun imprenditore deve svolgere tali mansioni per garantire una gestione mirata di un determinato settore o dell’intera azienda. Il modello comprende infine quattro funzioni trasversali (opportunità e rischi, tecnologia, qualità e sostenibilità) che compenetrano tutte le funzioni e toccano temi centrali che riguardano particolarmente da vicino l’azienda nel suo complesso. No. 1, novembre 2008: gestione del personale La gestione del personale è fondamentale per il successo di un’azienda. Oltre a svariate informazioni su questo tema, in questo numero troverete la strategia seguita da tre PI della Svizzera orientale dei settori del commercio, dell’artigianato e dei servizi per la gestione dell’organico nonché liste di controllo, utili consigli e un glossario che vi aiuteranno nella vostra attività gestionale quotidiana. 492.01 it (227712) 05.2010 PF Numeri pubblicati finora No. 2, maggio 2009: definizione dei prezzi Di fronte alla crescente pressione dei prezzi gli imprenditori si interrogano sulla strategia di pricing da adottare. La definizione dei prezzi procede di pari passo con il posizionamento della ditta, dei prodotti e servizi. Il numero contiene articoli specialistici sul pricing nel settore commerciale, artigianale e terziario. Il tutto corredato da istruzioni pratiche, consigli, esempi di calcoli e da tre profili di aziende svizzere. Per abbonarsi o richiedere gratuitamente singoli numeri: www.postfinance.ch/pi. pi – Gestione delle piccole imprese Pubblicato da PostFinance in collaborazione con KMU-HSG KMU-HSG L’«Istituto svizzero per le piccole e medie imprese» (KMU-HSG) è stato fondato nel 1946. L’istituto del rinomato ateneo di San Gallo si profila come l’unico centro di competenze a livello universitario che si occupa unicamente della promozione delle piccole e medie imprese. «PMI, aziende a conduzione famigliare e imprenditorialità» sono le aree di principale interesse dell’istituto. Il KMU-HSG attivo nei formazione e perfezionamento consulting & services, ricerca e insegnamento universitario, affianca alla sua attività principale cooperazioni con svariati ricercatori e centri di formazione. www.kmu.unisg.ch Istituto svizzero per le piccole e medie imprese Università di San Gallo PostFinance PostFinance è un operatore finanziario di successo e un’importante unità aziendale della Posta Svizzera. È il numero uno nel settore del traffico dei pagamenti e dell’e-finance, la gestione elettronica del conto. PostFinance offre a clienti privati e commerciali servizi finanziari globali e innovativi nei settori pagamenti, investimenti, previdenza e finanziamenti. www.postfinance.ch No. 3, novembre 2009: fasi dello sviluppo La fondazione è solo il primo passo: come i prodotti anche le aziende attraversano varie fasi, dalla costituzione alla crescita passando per crisi e turnaround fino a giungere alla cessione o alla vendita. Individuare e affrontare per tempo queste fasi è fondamentale per il successo dell’azienda. Negli articoli e profili proposti troverete interessanti spunti per guidare con successo la vostra PI in tutte le tappe del cammino aziendale.