01 - Introduzioni - CGS Vittorio Bachelet

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01 - Introduzioni - CGS Vittorio Bachelet
35 millimetri di carta
di Francesco Bicchieri
01 - Introduzioni
Entri al cinema, fai il biglietto alla cassa e ti accomodi in platea. File di poltrone vuote davanti a te.
Puoi scegliere il posto che preferisci: c’è chi ama mettersi nelle prime file e chi al fondo della sala,
chi in una poltrona centrale e chi in posizione defilata in fondo al cinema. C’è chi allunga
comodamente le gambe e chi sistema il cappotto nella sedia vuota a fianco sperando che non venga
nessuno ad occuparla.
Nel breve intervallo che precede la proiezione ci si scambia qualche impressione, chissà mai perché,
con un tono di voce sommesso, in un’atmosfera stranamente ovattata tipica dei momenti che
precedono l’inizio del film. Intanto la sala si affolla lentamente. Ti pare strano che persone così
diverse da te continuino ad affluire per vivere le tue stesse emozioni per le prossime due ore.
C’è chi tortura immancabilmente gli amici con la “filmografia del regista”, chi ha letto tutte le
recensioni al film e sa già come andrà a finire e purtroppo cerca anche di raccontartelo, chi non
vede l’ora di ammirare l’interpretazione del suo attore preferito e chi semplicemente è stato
incuriosito dal titolo del film ed è lì senz’altro scopo che per divertirsi.
Improvvisamente si abbassano le luci e sprofondi in un’oscurità che ti avvolge, il brusio delle voci
in sottofondo si dissolve e quando la sala è al buio, che ora regna attorno a te isolandoti dal mondo e
dalla tua stessa vita, sullo schermo prende forma il primo fotogramma del film e in quel momento in
cui ti appare la prima immagine, che potrebbe essere il Tamigi che scorre lento, un’auto che esce
dalla nebbia, la spiaggia dello sbarco in Normandia o una panoramica sulla città di New York,
proprio in quel momento in cui accetti di tornare al Medioevo o di trasferirti su un’astronave nel
futuro, a Los Angeles o in Australia, nelle fogne metropolitane o a un ricevimento dell’alta società,
soffermati per un attimo a pensare che tutta la magia che seguirai per le prossime due ore non
avresti mai potuto vederla se uno sceneggiatore non l’avesse immaginata e descritta
dettagliatamente sulla carta prima che esistesse anche sulla pellicola.
Questa figura, lo scrittore di cinema, che spesso si nasconde dietro le quinte del mondo della
celluloide, e che nei titoli di testa appare dopo la dicitura “sceneggiatura di…” è quella che ha per
prima immaginato, vissuto e scritto la storia per la quale hai pagato il biglietto. Senza la sua visione
immaginaria il regista, a meno che egli stesso non sia anche lo sceneggiatore del proprio film, non
avrebbe mai potuto realizzare nulla di ciò che stai osservando sullo schermo.
Un film, ogni film, nasce da un testo scritto, cioè la sceneggiatura. E tutto ciò che non è scritto in
sceneggiatura non apparirà mai nel film.
Se almeno una volta hai pensato a quanto ti piacerebbe scrivere un film e finalmente vuoi provare a
farlo, se hai già ideato una storia ma non sai come “buttarla giù”, se l’hai già scritta ma senti che
non ti convince pienamente, se sei un film maker e il tuo cortometraggio non ha una trama vera e
propria, o semplicemente ami il cinema e vuoi comprenderlo più in profondità entrando nei
meccanismi e nelle leggi dalla trama, dell’intreccio, del dialogo, della suspense, questa rubrica ti
spiegherà come si costruisce e scrive una sceneggiatura.
Negli ultimi anni la diffusione di telecamere digitali a basso costo e di programmi di montaggio
sempre più sofisticati ha ampliato la cerchia una volta ristretta dei cosiddetti film maker
indipendenti. Oggi è possibile realizzare cortometraggi a costi contenuti e presentarli a festival
cinematografici che proliferano ormai un po’ dappertutto in Italia e all’estero. È un passo obbligato
per chi ha velleità registiche. Dal punto di vista produttivo e tecnico la distanza dal cinema “con la
maiuscola” resta ancora sostanziale, ma una cosa è certa: è facile perdonare ai giovani autori
incertezze tecniche e stilistiche se il loro cortometraggio ha una buona idea di base ed è supportato
da una valida sceneggiatura. Proprio perché a basso costo e non può disporre di risorse adeguate il
progetto di un giovane regista deve poter contare su una storia e una sceneggiatura pressoché
perfette per dare a chi può giudicarlo professionalmente la sensazione che il suo talento potenziale
possa essere sviluppato in futuro con risorse economiche adeguate. E allora vale la pena partire da
quello che precede il cinema girato, cioè il cinema scritto. Per fortuna riguardo ad esso
professionisti e no partono quasi alla pari. In questa rubrica proveremo a scrivere la sceneggiatura di
un corto assieme, passo dopo passo, acquisendo e sviluppando quelle tecniche e nozioni che uno
sceneggiatore deve necessariamente conoscere. Ti senti un po’ sceneggiatore? Vuoi provare a farlo?
Vorresti scrivere per il cinema? Vorresti saper valutare se una storia funziona o no? Prendila come
una possibilità per entrare da autore nel mondo del cinema. Se in seguito scoprirai che hai del
talento in questo campo, be’, potrai sfruttarlo e farne anche una professione. In Italia c’è assoluta
disperata necessità di storie per il cinema. Quello che manca sono le persone che le sappiano
raccontare. La crisi del cinema italiano è soprattutto crisi di idee. Scrivere per il cinema è
un’avventura incredibile, arte allo stato puro. La vera arte sta nel fare. Vale la pena provarci
insieme.
La prossima volta che ci incontreremo parleremo dello sceneggiatore: chi è, che cosa fa, cosa pensa,
come vive. Potresti scoprire che è, fa, pensa e vive come te. Potresti renderti conto di essere già “un
mezzo sceneggiatore” senza averne finora mai avuto la consapevolezza.