Presentazione standard di PowerPoint

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Presentazione standard di PowerPoint
Al Sindaco
GIANCALO LONATI
All’Assessore all’Ambiente e A 21
EGIDIO STELLARDI
All’assessore alle Politiche per il
Lavoro e lo Sviluppo
SILVIA BONA
Bareggio, 12 febbraio 2015
OGGETTO: PROPOSTA PER IL RAGGIUNGIMENTO DELLE FINALITA’ DELL’AZIONE “VALORIZZAZIONE DEL
VERDE URBANO E DEI PARCHI” DEL PROGRAMMA LOCALE DI BAREGGIO PREVISTO NELL’AMBITO DEL
PROGRAMMA “100% - CENTO KM DI VALORIZZAZIONE TERRITORIALE” DEL DISTRETTO DI ATTRATIVITA’
TURISTICA
Premessa
Il Forum Locale di Agenda21 ha avviato con il progetto Piantiamola un Piano di Azione finalizzato a
arricchire e valorizzare il capitale naturale di Bareggio attraverso l’ingaggio, la responsabilizzazione e la
messa in azione dei cittadini. Due ambiti d’azione, dunque: quello del verde come strumento di
innalzamento della qualità estetica e di fruibilità dei luoghi e quello della partecipazione e della cittadinanza
attiva. Entrambi questi ambiti confluiscono nella finalità generale della generazione di una comunità che si
prende cura di se stessa: della propria bellezza, della propria salute, della propria armonia.
Muovendo dall’assunto che "l'uomo fa l'ambiente ma l'ambiente fa l'uomo", vorremmo promuovere un
sfida: l’azione partecipata che si fa carico dell’ambiente cittadino deve diventare, quasi didatticamente,
un’occasione per stimolare questa attenzione alla qualità della propria vita e per rinnovare la ricerca
condivisa di un senso di comunità.
Nelle finalità e negli ambiti di questo Piano di Azione il Forum condivide le linee guida avanzate
dall’Amministrazione Comunale nell’azione “Valorizzazione del Verde Urbano e dei Parchi” del Programma
locale del Comune di Bareggio per il Distretto di Attrattività Turistica che intende non solo implementare e
rendere più fruibile il verde urbano ed i parchi per una maggiore attrattività del paese e una maggiore
qualità della vita dei cittadini, ma soprattutto avviare un programma di lungo respiro per fare del verde un
elemento di distintività di Bareggio e uno strumento di crescita e sviluppo del territorio e della comunità.
Le proposte
Il Forum ritiene pertanto di avanzare all’Amministrazione Comunale le seguenti proposte di azione per
perseguire gli obiettivi comuni:
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1. REALIZZAZIONE DI UNA RETE ECOLOGICA COMUNALE
1.1 Presupposti e normativa
Il Piano Territoriale della Regione Lombardia prevede la realizzazione della Rete Ecologica Regionale (RER)
che viene riconosciuta come infrastruttura prioritaria, al pari delle infrastrutture per la mobilità per la
produzione e il trasporto dell’energia, per la banda larga, ecc. Il Documento indica che “la traduzione sul
territorio della RER avviene mediante progetti di Rete Ecologica Provinciale e Locale”.
L’ottica delle reti ecologiche lombarde è di tipo polivalente (Deliberazione di Giunta regionale 30/12/2009
n.10962); in tal senso esse devono essere considerate come occasione di riequilibrio dell’ecosistema
complessivo, sia per il governo del territorio ai vari livelli, sia per molteplici politiche di settore che si
pongano anche obiettivi di riqualificazione e ricostruzione ambientale.
Le prospettive di sinergia e coerenza tra i diversi livelli di progettazione della RER potranno attuarsi
prioritariamente attraverso gli strumenti programmatici per il governo coordinato del territorio, definiti
dalla legge regionale 11 marzo 2005 n. 12, sui tre livelli di scala:
• a livello regionale con il Piano Territoriale Regionale ed i Piani d’Area;
• a livello provinciale con i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale;
• a livello comunale con i Piani di Governo del Territorio.
Le prospettive di sinergia e coerenza dovranno altresì potersi raccordare in modo efficace con gli strumenti
tecnico-amministrativi che producono valutazioni di ordine ambientale nel corso dei processi decisionali, in
particolare VAS, VIA, Valutazioni di Incidenza.
La legge regionale 4 agosto 2011, n. 12 (modifiche alla lr 86/83), fornisce maggiore rilevanza al processo di
definizione della RER precisando al comma 4 dell’art. 3 ter che “la RER è definita nei piani territoriali
regionali d'area, nei piani territoriali di coordinamento provinciali, nei piani di governo del territorio
comunali e nei piani territoriali dei parchi”.
Aspetto consequenziale da considerare è rappresentato dal fatto che il Comune di Bareggio ha in animo di
avviare a breve la revisione del Documento di Piano del proprio PGT, avendo lo stesso superato i 5 anni
dalla data di approvazione (comma 4 dell’art. 8, della lr 12/05). Infatti il PGT di Bareggio è stato approvato
dal Consiglio comunale nel febbraio 2008 e, per ragioni temporali (il processo regionale per la costituzione
della RER non si era ancora concluso) i documenti che lo costituiscono non forniscono indicazioni
programmatiche e attuative della Rete Ecologica Comunale (REC).
Si viene così a delineare un’occasione da non perdere per potere procedere alla individuazione della REC
che, con riferimento alla citata DGR n.10962/09, dovrà prioritariamente caratterizzarsi sulla base dei
seguenti elementi:
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fornire alla Piano di Governo del Territorio un quadro integrato delle sensibilità naturalistiche
esistenti, ed uno scenario ecosistemico di riferimento per la valutazione di punti di forza e
debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio governato;
fornire al Piano di Governo del Territorio indicazioni per la localizzazione degli ambiti di
trasformazione in aree poco impattanti con gli ecosistemi deputati agli equilibri ambientali, in
modo tale che il Piano nasca già il più possibile compatibile con le sensibilità ambientali presenti;
fornire alle Pianificazione attuativa comunale ed intercomunale un quadro organico dei
condizionamenti di tipo naturalistico ed ecosistemico, nonché delle opportunità di individuare
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azioni ambientalmente compatibili; fornire altresì indicazioni per poter individuare a ragion veduta
aree su cui realizzare eventuali compensazioni di valenza ambientale;
fornire alle autorità ambientali di livello provinciale impegnate nei processi di VAS uno strumento
coerente per gli scenari ambientali di medio periodo da assumere come riferimento per le
valutazioni;
fornire agli uffici responsabili delle espressione di pareri per procedure di VIA uno strumento
coerente per le valutazioni sui singoli progetti, e di indirizzo motivato delle azioni compensative;
fornire ai soggetti che partecipano a tavoli di concertazione elementi per poter meglio governare i
condizionamenti e le opportunità di natura ecologica attinenti il territorio governato.
Una REC ben strutturata risulterà inoltre dotata di un significativo livello di polifunzionalità individuabile nel
fatto che, oltre ad adempire alla continuità ecosistemica e quindi alla difesa della biodiversità, la stessa
contribuirà a garantire per il territorio interessato le seguenti finalità:
-
Miglioramento del paesaggio
Funzione di filtro sul particolato
Riqualificazione di aree degradate
Tamponamento microclima
Immagazzinamento di stock di carbonio
Difesa del suolo
Funzione tampone e fitodepurazione acque
Produzione di biomasse
Ulteriori riferimenti normativi da considerare sono riconducibili all’art. 43, comma 2 bis, della lr 12/05 che
definisce la maggiorazione del contributo di costruzione per gli interventi che sottraggono superfici agricole
nello stato di fatto al fine di incentivare la riduzione del consumo di suolo e contribuire all’attuazione di
interventi per migliorare la struttura ecologica e naturalistica del territorio, e la conseguente DGR 22
dicembre 2008 n. 8/8757 che fornisce le linee guida per l’utilizzo dei contributi.
1.2 Il progetto Arco Nord, articolazione del progetto Filo Verde
L’applicazione del disposto di quest’ultima norma da parte dell’Amministrazione comunale ha consentito al
Comune di Bareggio di trovarsi nella condizione di potere disporre di risorse finanziarie pari a 24.000,00
€.
Con riferimento alle citate linee guida (DGR 8757/08), le risorse generate potranno, tra l’altro, essere
orientate alla realizzazione di interventi di potenziamento della dotazione del verde comunale, dei corridoi
ecologici e del sistema del verde di connessione tra territorio rurale ed edificato. In particolare per favorire
la naturalizzazione dei luoghi e l’incremento della dotazione verde in ambito urbano e con attenzione al
recupero delle aree degradate.
Sulla base degli obiettivi sviluppati a seguito del dibattito e dei confronti attivati dal Forum di A21 per
definire il progetto Piantiamola, finalizzato ad incrementare la dotazione di verde e la qualità del paesaggio
urbano attraverso il coinvolgimento dei cittadini, nonché dell’esperienza maturata con l’attuazione dei
primi interventi di piantumazione (via Monte Grappa e via Roma, angolo ex SS 11 – ottobre/novembre
2014), A 21 propone l’utilizzo di questi fondi per avviare il processo di definizione di uno stralcio
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preliminare della REC attivando una prima connessione ecologica, prioritariamente delle aree verdi
comunali nel settore nord di Bareggio (Bareggino, Brughiera, San Martino), con l’intento di strutturare una
parte (un arco) dell’anello verde che si ritiene possa caratterizzare il nostro territorio e che verrà precisato
con le tavole di aggiornamento del PGT.
Un’attenta analisi dell’assetto urbano ci ha infatti condotto a valutare la possibilità di porre a sistema le
molteplici e frammentate aree verdi di proprietà pubblica, nella quasi totalità derivanti da cessioni a
seguito dell’attuazione di interventi di edificazione, di diversa natura e pregio: da quelle destinate a parco
urbano e quindi interessate da accurata gestione a quelle lasciate a prato e in alcuni casi caratterizzate da
fenomeni di degrado. La finalità che ci si propone è quella di definire un Filo Verde per consentire forme di
collegamento di queste aree con l’utilizzo di adeguate specie arboree e arbustive, ricercando tutti i possibili
varchi nel fitto tessuto edificato, per poi procedere, laddove risulti necessario, a piantumazioni di essenze
idonee in quelle aree che non ne risultino dotate oppure ad incrementare la quantità in quelle che
presentano una scarsa o inadeguata dotazione.
La procedura definita dai decreti attuativi della citata DGR 8757/2008, impongono l’impegno dei fondi
disponibili e quindi la definizione del progetto entro il 15 di marzo 2015: ne consegue che l’impostazione
progettuale dell’Arco verde nord (in questo modo si è inteso denominare la parte che si riuscirà da subito
ad attuare) potrà anticipare, sia pure di poco, la definizione della REC all’interno del nuovo strumento
urbanistico comunale.
In proposito vale però la pena considerare che gli spazi disponibili per potere attuare il collegamento delle
aree verdi all’interno del contesto urbano consolidato risultano definiti e sostanzialmente vincolati; in
alcuni casi, le limitazioni esistenti non consentiranno addirittura di attuare connessioni puntuali,
imponendo alcune discontinuità che un’attenta progettazione permetterà di mitigare al fine di evitare che
le stesse possano influire significativamente sul valore e sulla qualità della REC.
Il progetto Arco verde nord, componente attuativa del Filo Verde, rappresenterà in sostanza un lotto
funzionale della futura REC e la sua puntuale definizione dovrà ovviamente evitare possibili
condizionamenti alla realizzazione dell’iniziativa complessiva e risultare al contrario elemento di traino,
esemplificazione di buone pratiche, per incentivare, attraverso la progettazione e l’attuazione di interventi
successivi, il conseguimento dell’obiettivo di costruire la REC.
Il progetto Filo Verde quindi, rappresentato nella cartografia allegata, individua l’articolazione dei principali
interventi di connessione e di incremento del verde in ambito urbano anche se potrà essere attuato, in
questa fase, solo in parte in ragione della contenuta disponibilità di risorse, per quanto si siano valutati
diversi accorgimenti finalizzati a contenere i costi complessivi:
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scelta di specie autoctone rustiche a basso costo di acquisto
scelta di specie che richiedono scarsa manutenzione (potature limitate o nulle e contenuta
necessità di innaffiamento)
supporti specialistici gratuiti
ampia e proficua collaborazione offerta dagli uffici comunali
previsione di affido di alcune attività a volontari sia per la piantumazione che per la manutenzione
Le considerazioni per la scelta:
Osservando la mappa del territorio comunale si può rilevare che il comparto ovest, grazie al Parco Arcadia e
alla presenza di diverse altre aree a verde sia pubbliche che private, risulta indubbiamente favorito. Sono
infatti individuabili il parco della Villa Vittadini (parco storico con essenze di pregio), l’area dell’ex
campeggio (da diversi anni non utilizzata, dove l’ambiente naturale ha potuto liberamente prendere il
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sopravvento) e l’adiacente area pubblica a sud, interessata da un recente intervento comunale di fitta
piantumazione a carattere boschivo, l’area verde della villa Marietti, le aree verdi del complesso scolastico
e il parchetto Gandhi, per poi incontrare, verso nord, il parco 4 L, quello del Vecchio Ciliegio, l’area di via 1°
Maggio (quasi totalmente a prato).
In questo comparto appaiono abbastanza facilmente attuabili gli interventi di connessione e la scelta
progettuale ha inteso quindi focalizzare l’attenzione sull’area di via 1° Maggio, un vasto ambito con limitate
presenze arboree (sostanzialmente concentrate sul lato sud) che presenta delle limitazioni in quanto
recentemente individuata come “area di ammassamento” in caso di emergenza, ma che confinando a nord
con la ex SS 11, consente un funzionale collegamento con il proseguimento del corridoio ecologico che si
intende realizzare. Per queste limitazioni su quest’area si ritiene di concentrare le piantumazioni di alberi,
betulle, querce, frassini, tigli e arbusti di sei diverse specie, sui lati nord e est, lasciando libera tutta la parte
centrale sulla quale si ritiene di potere procedere alla semina di specie erbacee e floreali in una fase
successiva.
Ben più problematico risulta invece il comparto nord. Qui si può chiaramente individuare il forte segno di
frattura della continuità della maglia urbana rappresentato dalla ex SS 11 e i conseguenti problemi che
questa infrastruttura genera in relazione alla necessità di individuare forme di connessione a verde in
direzione nord-sud.
La fitta edificazione impone di ricercare tutti gli accorgimenti possibili per consentire forme di raccordo, con
la conseguente necessità di valorizzare al massimo le aree residuali a verde disponibili.
Un’attenta verifica, conduce a considerare che, inaspettatamente, la stessa ex SS 11, con i suoi “frammenti”
di verde che la contornano, costituisce l’unico canale che risulta possibile sfruttare per connettere i
comparti ovest ed est e al contempo offrire favorevoli agganci alle aree verdi collocate a nord di questa
strada: il parco della Bareggetta (realizzato sulla base di un progetto scelto con un concorso d’idee nel
1998), le aree a verde contornanti il parcheggio prospicente il supermercato Coop e quelle di via Dolomiti,
poste sul suo retro, le aree adiacenti al centro sportivo di via Falcone sino alla via Monte Grappa per poi
giungere al verde del complesso scolastico di San Martino e più a nord-est al Parco Pertini.
Sarebbe irresponsabile trascurare le difficoltà legate all’attuazione di questa scelta ma oltre al fatto che non
sono state rilevate valide alternative in grado di garantire l’ottenimento degli obiettivi citati (collegamento
est-ovest e raccordo con i raggi verdi del territorio a nord della ex SS 11), vale la pena ricordare che agendo
in questa direzione si rispetterebbero le indicazioni delle linee guida regionali di cui alla DGR 8757/08 e,
specificatamente, “l’incremento della dotazione verde in ambito urbano con attenzione al recupero delle
aree degradate”.
Inoltre, come i cittadini di Bareggio sanno, dopo che per oltre un trentennio si ipotizzata la realizzazione di
una variante a questa infrastruttura per ridurre l’impatto generato dall’elevato traffico di attraversamento,
oggi questa prospettiva è sostanzialmente abbandonata in ragione della mancanza di fondi per la
realizzazione del progetto di tangenzialina individuato e approvato dagli Enti interessati: Comuni di
Bareggio, Cornaredo, Sedriano, Provincia e Regione.
In assenza di questo atteso intervento, allo stato attuale, sul territorio comunale, non risulta individuabile
un contesto parimenti degradato. La realizzazione del progetto Filo Verde rappresenta quindi anche
un’occasione per “osare” ad intervenire in un contesto difficile che presenta diversi vincoli strutturali,
considerata in particolare la carenza di aree disponibili per le piantumazioni, cercando di valorizzare al
massimo quelle esistenti, accettando inevitabili compromessi pur di garantire una connessione vegetale
che inevitabilmente presenterà dei limiti ma che al contempo, in quanto ben studiata e strutturata, potrà
dare il senso e lasciare un segno leggibile di un’attenta ricucitura del verde residuale “strappato” all’asfalto
e al cemento.
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Ad avviso di A 21, un simile intervento, potrà porre le basi per un’attenta riqualificazione di questo contesto
che ormai presenta tutti i caratteri di una strada urbana, con la messa in opera di elementi di arredo
cittadino (ad es. staccionate, illuminazione a led anche della pista ciclabile, piccola area cani recintata e
attrezzata in via Roma, ecc.), e la realizzazione di interventi per contenere l’impatto del traffico con
migliorie alla stessa strada (ad es. canalizzazioni, cordoli, miglioramento della segnaletica orizzontale e
verticale, ecc.), in concordanza con quanto si è attuato a poche centinaia di metri di distanza, in direzione
Milano, a San Pietro, operazione che ha prodotto un significativo miglioramento della qualità urbana.
Le risorse finanziarie per la realizzazione di queste opere dovranno però essere reperite al di fuori del
presente progetto che per precisa indicazione delle linee guida regionali dovrà invece prevedere l’utilizzo di
tutto il contributo disponibile per la realizzazione di piantumazioni.
La descritta circoscritta disponibilità di aree su cui intervenire lungo il tratto urbano della ex SS 11 e della
necessità di tenere conto delle limitazioni imposte dal Codice della strada, ha determinato l’orientamento
di privilegiare sostanzialmente gli arbusti rispetto agli alberi: quelli maggiormente individuati sono il
corniolo, il biancospino e la ginestra che insieme ad altre specie verranno messi a dimora con l’intento di
definire differenti macchie di colore lungo l’asse stradale che in ragione degli eterogenei tempi di fioritura
caratterizzeranno il percorso in modo diseguale a seconda della stagione. Questi arbusti, in diversi casi
previsti a completamento di siepi già esistenti e malandate, oltre ad una funzione estetica, naturalistica e di
biodiversificazione dell’ecosistema, svolgeranno una funzione, per quanto contenuta, di protezione dagli
agenti inquinanti e dal rumore. I pochi alberi previsti, mai di prima grandezza (albero di Giuda e sorbo degli
uccellatori, caratterizzati anch’essi per il loro buon contributo di colore), verranno ovviamente collocati
nelle poche aree di adeguata dimensione.
Per quanto riguarda infine il comparto est, si può rilevare come anche in questo caso le limitazioni imposte
dalla fitta edificazione rendano problematico il raccordo con il segmento nord dell’arco che si intende
costituire con l’attuazione del progetto, per quanto risulti possibile individuare aree di sicuro interesse
come il parco 8 Marzo e le due aree di cessione a nord e a sud della Madonna Pellegrina (BA 7). Per il resto
risultano distinguibili piccole aree di risulta che potranno comunque essere successivamente prese in
considerazione per dare maggiore consistenza alla dotazione arborea e arbustiva comunale.
A differenza del comparto ovest, in questo caso risulterà maggiormente necessario, per la costituzione della
REC, individuare ambiti di intervento nel territorio agricolo dove, verso sud, l’edificato si stempera sino a
giungere agli agglomerati della Figina e della Bergamina.
In questa zona si è optato per concentrare le piantumazioni su l’area BA 7 a sud della Madonna Pellegrina,
una delle poche aree pubbliche di significativa dimensione, connotata però da un terreno con scarsa
capacità drenante, condizione che ha condotto alla scelta di specie igrofile come salici e ontani da
piantumare nella parte più umida, di diverse qualità di pioppi e di cinque differenti specie di arbusti.
La Rete Ecologica Comunale (REC) di Bareggio
Il progetto Arco Nord e la sua prosecuzione, il Filo Verde, intendono quindi, attraverso l’opera di ricucitura
del verde cittadino, cercare di diffonderne, per quanto possibile, i “benefici” sull’intero tessuto edificato e
al contempo incrementarne il valore ecositemico complessivo.
La loro concreta realizzazione consentirà di dare consistenza alla componente più problematica della REC
ossia alla parte per la quale si dovranno individuare le soluzioni progettuali più difficoltose in ragione dei
vincoli e limitazioni che l’aggressiva edificazione attuata in alcune parti del territorio comunale determina.
Da subito vale però la pena evidenziare che l’individuazione di un adeguato proseguimento dei corridoi
ecologici sul territorio agricolo comunale non sarà un lavoro banale per le seguenti ragioni:
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i capisaldi a verde di qualità su cui potere fare perno sono apprezzabilmente inferiori rispetto
alla parte cittadina. Si potrà infatti notare che il numero di alberi di alto fusto, a chioma ampia,
è notevolmente limitato in ragione del fatto che una estesa presenza degli stessi causerebbe
una riduzione, con il loro ombreggiamento, della resa agricola;
ampi appezzamenti di terreno risultano esclusivamente destinati a seminativo con
monocolture a conduzione intensiva e la conseguente forzata esclusione di qualsiasi altra
specie vegetale;
assenza di aree di proprietà comunale.
Imprescindibile risulterà pertanto la ricerca di adeguati accordi con i conduttori agricoli e i proprietari dei
terreni per individuare soluzioni che consentano di dare attuazione al disegno complessivo della REC,
riportato nella tavola allegata.
L’obiettivo primario che si intende perseguire è quello di individuare i più adeguati collegamenti con la Rete
Ecologica Provinciale (REP) che consente la messa a sistema con le emergenze naturalistiche di livello
sovracomunale ed in primo luogo con il Parco del Ticino, individuato dallo studio alla base della costituzione
della Rete Ecologica Regionale come fonte primaria di biodiversità, senza pari nella fascia pedemontana e di
pianura della Lombardia; quindi un’opportunità da non trascurare per il nostro Comune che si trova a pochi
chilometri di distanza e con la disponibilità di un corridoio rappresentato dal canale scolmatore, arricchito
dalla fascia di vegetazione a contorno, che peraltro coincide anche con il percorso intercomunale inserito
nel progetto 100% - Centro km di valorizzazione Territoriale proposto dal Distretto di Attrattività Turistica di
Corbetta (DAT).
L’analisi della REP, inserita nel PTCP della Provincia (ora Città Metropolitana) permette di individuare la
collocazione di un corridoio primario in adiacenza al nostro territorio comunale oltre che ad altri punti di
interesse ecologico, come il canale scolmatore, identificato come “corso d’acqua da riqualificare a fini
polivalenti”, “corsi d’acqua minori con caratteristiche di importanza ecologica” e ovviamente il Sito di
Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) Fontanile nuovo, a poca distanza dal SIC
Bosco di Cusago. Si tratta di emergenze e di indicazioni di sviluppo rispetto alle quali la REC dovrà dialogare
e trovare gli opportuni raccordi per dare un fattivo contributo allo sviluppo delle reti di scala superiore e
accrescere di conseguenza la sua qualità e il suo peso/servizio ecosistemico.
I corridoi ecologici della REC si attestano nella proposta di A 21 sul canale scolmatore, rinviando ad uno
studio più approfondito la definizione delle migliori percorrenze per formare l’anello verde. Potrebbe
risultare forse utile prevedere anche alcune diramazioni per ricomprendere ambiti di non primaria
importanza ma di possibile evoluzione in termini di interesse naturalistico: assumono rilievo in questo
senso in particolare i corsi d’acqua, anche se artificiali, con le fasce arboree e arbustive che spesso li
contornano, o bacini d’acqua come ad esempio la ex cava Platti.
Nella parte settentrionale del territorio il disegno di REC proposto configura un peduncolo che si stacca dal
corridoio principale in direzione nord, in adiacenza al percorso del DAT, con l’intento di non trascurare il
comparto della Brughiera e di raccordarsi con un ambito segnalato nella cartografia della REP come “zona
extraurbana con presupposti per l’attivazione di progetti di consolidamento ecologico”, coincidente con
l’ambito agricolo tra Bareggio e Cascina Croce, comprendente la chiesetta della Bughiera.
Da quanto detto appare pertanto evidente l’interrelazione che si viene a creare in più punti tra disegno di
REC e percorso intercomunale del DAT, possibile fonte dello sviluppo di positive sinergie che ovviamente
dovranno trovare le adeguate forme di coordinamento e gestione.
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Il Forum di A 21 chiede all’Amministrazione comunale di tenere conto delle indicazioni fornite con la
presente relazione al fine della definizione della necessaria documentazione riguardante la REC che verrà
prodotta per l’aggiornamento del PGT e mette a disposizione, nel caso se ne ravvisi la necessità, in termini
volontaristici, le conoscenze professionali dei suoi membri e la disponibilità manuale per collaborare alle
piantumazioni soprattutto laddove risultasse necessario effettuare interventi puntuali e quindi potrebbe
risultare poco conveniente affidare il lavoro ad una società specializzata.
L’ALLEGATO 1 (tav. 1 e tav.2) al presente documento contiene una mappa della potenziale Rete Ecologica
Comunale di Bareggio. In particolare, la tav. 1 (allegato 1a) mostra il sistema complessivo, mentre la tav.2
(allegato 1b) indica il Filo Verde mettendo in evidenza le aree del progetto Arco Verde Nord: L-1, L-2, L-3 e
L-4.
2. I CRITERI DI SCELTA DELLE ESSENZE
La qualità della REC non dipende ovviamente soltanto dal disegno, dalla sua configurazione progettuale
complessiva ma anche dalla scelta delle essenze attraverso le quali implementarla. Riteniamo a questo
proposto utile fornire alcune indicazioni, un canovaccio di linee guida che possano offrire dei criteri di
scelta in modo da consentire una progettazione dei diversi interventi di piantumazione che risultino, anche
nel tempo e al variare dei soggetti coinvolti, coerenti e funzionali agli obiettivi generali espressi dalla REC.
Muovendo da un’analisi delle caratteristiche fisiche ed ecosistemiche del territorio e in coerenza con le
finalità che il progetto nel suo complesso intende perseguire, avanziamo quindi una proposta di Linee guida
per la scelta delle essenze che fornisce, a titolo dimostrativo, un primo riferimento per alcune aree che
abbiamo individuato come potenziali lotti funzionali alla REC in ambito urbano.
I criteri che hanno orientato lavoro dei professionisti che si sono occupati di elaborare la proposta di Linee
guida, sono stati:
2.1 Il contributo generale alla conservazione e valorizzazione della biodiversita’
Si è ritenuto di privilegiare le essenze autoctone per favorire la ricostruzione di un ecosistema il più
possibile naturalizzato e consono alle caratteristiche ecosistemiche del nostro territorio. Per questa
ragione, ormai da diversi anni, le politiche comunitarie, nazionali e regionali, infatti, insistono sulla
opportunità dell’utilizzo di queste essenze, richiedendone in alcuni casi anche la certificazione di
provenienza, nei nuovi impianti come componente fondamentale della conservazione della biodiversità.
Infatti, privilegiare l’utilizzo di vegetazione autoctona consente la sopravvivenza e la riproduzione di specie
con caratteristiche affini alle specificità dei luoghi in cui vengono utilizzate, garantisce esemplari resistenti,
riduce la presenza di specie invasive, consente di assecondare la presenza e lo sviluppo di altri vegetali e
animali caratterizzanti il territorio e quindi la stabilizzazione e il consolidamento degli habitat locali.
L’indicazione poi di privilegiare le varietà rustiche è orientata a garantire maggiori probabilità di
sopravvivenza alle specie arboree, arbustive ed erbacee, anche in situazioni difficoltose per la crescita,
come ad esempio periodi siccitosi prolungati. Questa scelta risulta inoltre consona con la necessità di
contenere i costi di acquisto e quelli relativi alla manutenzione.
2.2 L’adeguatezza alle caratteristiche peculiari delle aree interessate alla piantumazione e l’apporto
ecosistemico
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La scelta delle essenze per essere funzionale deve tenere conto delle specificità dei luoghi in cui vengono
inserite ma anche delle caratteristiche che le contraddistinguono al fine di esaltare il loro contributo
ecosistemico: per conseguire ad esempio funzioni di filtro per le polveri inquinanti, di fitodepurazione delle
acque, di contenimento del suolo per evitare micro smottamenti su scarpate anche di piccoli corsi d’acqua,
di riqualificazione di aree degradate, di miglioramento del clima e del paesaggio.
Le peculiarità del terreno, per ipotesi particolarmente umido, con lunghi ristagni d’acqua, come può
succedere di trovare in alcuni ambiti del nostro Comune, determina la necessità di fare ricorso a specie
igrofile che invece si presteranno meno ad essere utilizzate soprattutto nella parte nord, al di la della ex SS
11, quindi al disopra della fascia dei fontanili, dove difficilmente saranno individuabili condizioni di questo
genere.
Se, per fare un altro esempio, l’intendimento è quello di realizzare una connessione arboreo/arbustiva tra
due aree verdi, sfruttando l’occasione per ridurre l’inquinamento acustico ed atmosferico determinato
dalla presenza di una strada urbana, la scelta potrà ricadere sull’uso di specie a diverso portamento e con
potenzialità di crescita differenziata per creare barriere pluristratificate. Sarà inoltre importante
considerare la durata della copertura vegetale in quanto le specie sempreverdi mantengono una superficie
d’impatto costante durante tutto l’anno a differenza delle specie caducifoglie, dove però, per alcune, le
foglie secche che permangono sulla chioma, hanno comunque un’alta capacità di assorbire inquinanti.
2.3 Il contributo estetico in relazione alla localizzazione
Soprattutto in ambito urbano la scelta delle specie da utilizzare dovrà anche tenere in considerazione il
contributo che queste possono offrire per il miglioramento della qualità estetica dell’ambiente cittadino.
L’individuazione di piante o arbusti adeguati dovrà quindi basarsi sulla piacevolezza del loro aspetto in
relazione però, all’ambiente edificato circostante e ai conseguenti condizionamenti che inevitabilmente si
manifesteranno. In particolare dovranno essere tenuti presenti:
-
lo spazio disponibile per vicinanza di edifici e strutture
presenza di servizi tecnologici aerei e nel sottosuolo
tipologia principale di utilizzo pubblico dell’area interessata
problemi di viabilità e di sicurezza rispetto al traffico
condizioni inquinanti per elevato traffico veicolare o per vicinanza a specifiche fonti contaminanti
ecc.
Di conseguenza si dovranno considerare:
-
la grandezza (cioè l’altezza massima che l’albero può raggiungere al termine del suo sviluppo)
il tipo di accrescimento (rapido o lento)
il portamento (ascendente, espanso, raccolto, scalare, ecc.)
il fogliame (corposità della chioma e suo cromatismo)
il tipo di radicamento
eventuali fiori e frutti
i periodi di fioritura, i colori di fiori, foglie e rami durante le varie stagioni,
ecc.
L’ALLEGATO 2 al presente documento contiene lo studio realizzato da Simona Ratti e Giorgio De Ambroggi
che fornisce, anche sulla base dei criteri illustrati, un’ipotesi a supporto della scelta delle essenze per alcune
delle principali aree verdi comunali funzionali alla REC.
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3. DESTINARE L’AREA DELL’EX BAREGGINO ALLA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO DI ALTO VALORE
NAUTRALISTICO E SCIENTIFICO
Da oltre un ventennio l’area in questione, in precedenza destinata a campeggio, è inutilizzata e da circa
quindici anni una sua consistente porzione (circa 43.000 mq.) è diventata di proprietà comunale. Si tratta di
una superficie lasciata al libero sviluppo dell’ambiente naturale, oggi estremamente interessante dal punto
di vista botanico e con una collocazione apprezzabile in quanto adiacente al Parco Arcadia. In sostanza
potrebbe consentire la sua estensione/prosecuzione verso sud, verso il Parco della Villa Vittadini, parco
storico di rilevante interesse. Si verrebbe in questo modo a configurare un’ampia fascia di naturalità, con
caratteristiche e destinazioni differenziate che caratterizzerebbe buona parte del comparto ovest cittadino.
Con la costruzione di un programma di valorizzazione del verde urbano e dei parchi, si apre a nostro avviso
l’opportunità di qualificare e valorizzare l’area dell’ex campeggio, utilizzando al meglio la specificità che la
rende unica sul territorio comunale. In particolare, proponiamo di destinare il terreno in oggetto alla
creazione, in continuità con il parco Arcadia, di un’area naturalistica di altro valore scientifico e culturale
che possa rappresentare un ulteriore elemento di valorizzazione ambientale e al contempo di attrattività
del territorio.
Si propone pertanto di individuare un progetto strutturato che, amplificando e sistematizzando le riflessioni
intercorse intorno all’area, la destini a diventare un polo di alto valore scientifico attorno al quale costruire
esperienze di studio, ricerca scientifica, didattica, formazione botanico-naturalistica. Ciò in coerenza con le
linee di mandato dell’Amministrazione che insistono sull’attenzione ecologico-ambientale rafforzate dalle
finalità del programma di costruzione di distintività ed identità e di sviluppo territoriale presenti nei
documenti di programmazione strategica.
In questa direzione, su indicazione del Forum, l’Amministrazione è recentemente venuta in contatto con
l’Associazione per i Vivai Pronatura ONLUS, affiliata alla Federazione Nazionale Pro Natura e iscritta al
Registro regionale del Volontariato della Lombardia, che opera per la tutela della flora autoctona di
Lombardia e gestisce la stazione sperimentale del Vivaio ProNatura oggi a San Giuliano Milanese, attorno al
quale sviluppa attività di natura didattica, scientifica e sociale. L’associazione è attualmente alla ricerca di
una nuova sede per la propria attività dovendo abbandonare l’attuale e, oltre a donare un orto botanico di
alto valore scientifico e didattico all’Amministrazione ospitante, può rappresentare per il territorio:



un’eccellenza capace di costruire un nuovo polo di attrattività rivolto ad un target connesso alla
formazione, alla ricerca, allo studio naturalistico-botanico
un’opportunità di connessione con il mondo universitario e una comunità scientifica che si occupa
di preservazione e valorizzazione della biodiversità
un luogo per esperienze didattiche e formative attorno al tema della biodiversità e della botanica
L’ALLEGATO 3 a questo documento contiene il progetto avanzato dai Vivai Pronatura all’Amministrazione
di Bareggio e verso il quale la stessa si è mostrata interessata. Per il rispetto delle procedure amministrative
e di trasparenza, non potrà probabilmente essere accolta in modo diretto: tuttavia, a nostro avviso, può
essere da stimolo per procedere con un bando di pubblico interesse per la realizzazione di un progetto
scientifico-naturalistico per l’area ex bareggino, offrendo in tal modo la possibilità anche ad altri soggetti di
avanzare proposte che possono avere il medesimo valore scientifico ed attrattivo. Il Forum Locale di A21 si
rende disponibile a supportare l’Amministrazione nell’individuazione e nella stesura dei criteri di selezione.
10
4. DEFINIRE UN PROGRAMMA PER LA COSTRUZIONE DI UN SISTEMA INTEGRATO DI RISORSE CHE
UTILIZZI IL VERDE COME ELEMENTO CONNETTIVO PER AVVIARE UN MANIFESTO DI
RIGENERAZIONE URBANA E COMUNITARIA ALLARGATA.
La REC costituisce uno strumento ecologico, ma insieme urbanistico e culturale. Oltre la sua valenza per
l’ecosistema locale, essa può rappresentare l’elemento strutturale attorno al quale costruire una cultura
dell’ambiente e delle comunità, secondo quanto esplicitato nella premessa di questo documento. Per fare
questo, dal confronto di contesto e metodologico con l’Amministrazione e i diversi membri e collaboratori
del Forum, è emersa la necessità di costruire una rete che consenta di fare emergere le risorse naturali,
culturali, storiche di persone e spazi, che nell’isolamento e nella mancanza di memoria, perdono la propria
incisività e finiscono per disperdersi.
Attraverso la costruzione o ricostruzione della maglia di una rete che le connetta in un sistema integrato,
queste risorse possono, invece, acquisire forza, amplificarsi, svilupparsi costruendo un’identità
riconoscibile, fruibile e apprezzabile per chi abita Bareggio e per chi vi giunge in visita.
Il Forum ha accolto le suggestioni e le proposte di Simona Albanese e Ida Bonfiglio che hanno progettato,
in dialogo con l’Amministrazione e nell’ambito dello stesso Forum, con diversi soggetti del territorio, una
proposta che si è tradotta nel programma condiviso RETI-Cultura che il Forum desidera:


avviare in collaborazione con l’Amministrazione nell’ambito delle azioni di valorizzazione, sviluppo
e promozione del territorio già presenti nella programmazione strategica
presentare, insieme con il Comune di Bareggio, sulla Piattaforma Expo Diffusa e Sostenibile con lo
scopo di creare connessioni su un territorio ampio quanto la Lombardia che permetta di costruire
eventuali patenership, integrare contenuti mediante scambi culturali, individuare risorse per
l’implementazione di nuove attività.
L’ALLEGATO 4 di questo documento contiene la scheda descrittiva del Programma RETI-Cultura così come
verrebbe presentata su portale EDS.
Il presidente del Forum di Agenda21 Locale
Pietro Lenna
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ALLEGATO 1a
ALLEGATO 1b
L- 2
L- 3
L- 1
L- 4
ALLEGATO 2
Pettiverde
La farfalla e il biancospino
di Simona Ratti
di Giorgio De Ambroggi
Milano, 10 febbraio 2015
“Lo sai che gli alberi parlano? Parlano l’un con l’altro, e anche
con te, se li stai ad ascoltare. Ho imparato molto dagli alberi,
talvolta qualcosa sul tempo, talvolta sugli animali, talvolta
qualcosa sul Grande Spirito.” Tatanga Mani – Tribù Stoney
Oggetto: COMUNE DI BAREGGIO, RETE ECOLOGICA URBANA – PROGETTO DI
VALORIZZAZIONE NATURALISTICA E AMBIENTALE: PIANTUMAZIONE E
RIMBOSCHIMENTO DELL AREE URBANE.
INDICE
1. – SCENARIO
1. 1 - Boscaglie a prevalente dominanza di Robinia pseudoacacia
1. 2 - Siepi e filari
1. 3 - Colture arboree: pioppeti e frutteti
1. 4 - Vegetazione a struttura mista: incolti e ambienti con vegetazione ruderale
1. 5 - Vegetazione a cultura erbacea
1. 6 - Ambienti umidi: fontanili, rogge e canali, laghi di cava
1. 7 - La Riserva Naturale Fontanile Nuovo
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2. – DESCRIZIONE DEL PROGETTO: IL CONCETTO NATURALISTICO
2. 1 - Le aree interessate dal progetto
2. 2 – I bisogni a cui risponde il progetto
2. 3 – La realizzazione: le piante autoctone come elemento di pregio
2. 5 – Descrizione esemplificativa della concezione progettuale di alcune aree
2. 5.1 – Area “ex campeggio” Via Corbettina
2. 5.2 – Area Via Roma, angolo SS11
2. 5.3 – Area Via I Maggio, angolo SS11
2. 5.4 – Area Via Madonna Pellegrina
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All. 1 - DETTAGLIO DELLA MESSA A DIMORA DELLE ESSENZE E DEGLI ARBUSTI
DETTAGLIO DEI COSTI
All. 2 - RELAZIONE TECNICA: MESSA A DIMORA ESSENZE ARBOREE E ARBUSTI
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pag. 10
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PETTIVERDE
di De Ambroggi Giorgio Paolo
Cascina Figina L1 - 20010 Bareggio
Mob. 333 3241107 –
[email protected]
P.I. 07346060960
LA FARFALLA E IL BIANCOSPINO
Via Castel Morrone 3 – 20129 Milano
www.lafarfallaeilbiancospino.it – [email protected]
Tel. 02 3656938 – Mob. 334 1797031
P. I.V.A. 07830140963 - CF. RTT SNS 58T66Z110Y
PREMESSA
Il Comune di Bareggio si caratterizza per un’alta incidenza di aree di valore agronomico e di interesse
naturalistico che rappresentano ben il 62,3% di tutto il territorio comunale.
Di rilevanza è l’appartenenza al Parco Regionale di cintura metropolitana “Parco Agricolo Sud
Milano” di una vasta area del territorio comunale a sud, all’interno della quale, è il Sito di Importanza
Comunitaria IT2050007 “Fontanile Nuovo”, oltre a diverse altre aree di interesse naturalistico.
1. – SCENARIO*
La vegetazione è caratteristica della zona, a sud-ovest della Pianura Padana:
• boscaglie a prevalente dominanza di Robinia (Robinia pseudoacacia);
• colture arboree (pioppeti e frutteti);
• incolti e vegetazione a impronta ruderale;
• prati da sfalcio e colture erbacee;
• vegetazione di risorgiva (es. fontanili);
• aree verdi (parchi e giardini).
Complessivamente l’ambiente si presenta notevolmente influenzato dall’intervento antropico, che ha
trasformato il paesaggio originario in un insieme di realtà che oscillano dalla relativa valenza
ambientale, soprattutto nelle aree urbane e di transizione tra queste e le zone a connotazione rurale,
a aree di maggior pregio, rappresentate da prati e fontanili.
1. 1 -Boscaglie a prevalente dominanza di Robinia pseudoacacia
La robinia, specie alloctona naturalizzata a crescita rapida, senza necessità di substrato particolare e
capace di invadere le aree abbandonate, forma in breve tempo boschetti il cui sottobosco è
caratterizzato dalla presenza di nocciolo (Corylus avellana), berretta del prete (Evonymus europaeus),
sambuco (Sambucus nigra), rovo (Rubus fruticosus), edera (Edera helix), acero campestre (Acer
campestre)
1. 2 - Siepi e filari
Si tratta di alberature monospecifiche che interrompono l’uniformità del paesaggio agrario con la
funzione di frangivento, consolidamento degli argini dei fossi, delimitazione degli appezzamenti. Si
tratta di situazioni però spesso marginali e ad alto grado di frammentarietà. Le essenze
principalmente utilizzate sono i Salici (Salix L.), i Pioppi (Populus L)., gli Ontani (Alnus glutinosa), le
Robinie, i Platani (Platanus L.). Nell'area agricola sud (Cascina Bergamina/cave/Fontanile Nuovo)
lungo le rogge e i margini dei campi sono present castagni (Castanea s.); cigliegi, amareni e susini
(Prunus avium, P. cerasus e P. domestica); tigli (Tilia cordata e T. europea) e querce (Quercus robur, Q.
petraea e Q. pubescens).
1. 3 – Colture arboree: pioppeti e frutteti
Sul territorio comunale sono più frequenti i pioppeti, i frutteti occupano modeste superfici a
conduzione familiare; per contro gli alberi da frutto hanno una discreta diffusione e sono localmente
ben rappresentati il Ciliegio (Prunsu avium), sporadicamente l’Amareno (P. cerasus )ed il Noce
(Juglans regia L.).
Queste formazioni arboree sono monospecifiche e hanno impianto regolare, lo strato arbustivo è
assente e la copertura erbacea è in relazione con la frequenza ed il tipo di operazioni colturali
effettuate. Nei pioppeti, frequenti sono gli elementi a connotazione ruderale, soprattutto nelle aree
maggiormente interessate dalle pratiche colturali: tra questi Cirsium arvense, Artemisia vulgaris,
Verbena officinalis.
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1. 4 - Vegetazione a struttura mista: incolti e ambienti con vegetazione ruderale
Gli incolti, di ridotte dimensioni e presenti in modo frammentario, rappresentano stadi dinamici in
rapida evoluzione, con funzione di connessione tra situazioni anche di marcato degrado (zone
periferiche, terreni marginali) con tipologie a maggior grado di naturalità come le boscaglie.
Queste formazioni si trovano soprattutto nelle aree di confine tra l’agglomerato urbano e le zone
rurali. Non si tratta di cenosi paucispecifiche (complesso di specie animali e/o
vegetali povero di specie), anzi presentano spesso notevole ricchezza floristica. La composizione
floristica è variabile ed eterogenea: le specie più ricorrenti sono Artemisia vulgaris, Conyza
canadensis, Chenopodium spp., Papaver rhoeas, Polygonum persicaria, Arum italicum, Chelidonium
majus, Medicago sativa, Heliantus tuberosus, Urtica d., ecc. Nelle aree dove più frequente è il calpestio
sono comuni Plantago major, Lolium perenne, Verbena officianlis, dove i suoli presentano maggior
ristagno d’acqua sono più comuni specie igrofile quali Calystegia sepium e Rorippa sylvestris.
1. 5 - Vegetazione a cultura erbacea
La vegetazione a cultura erbacea è principalemente caratterizzata da prati da sfalcio, dove il ruolo
dominante è caratterizzato dalle graminacee (Dactylis glomerata, Bromus hoerdeaceus, Poa trivialis),
trifogli (T. repens e T. pratense), ranuncoli (R. acris e R. repens) e composite (Taraxacum officinale);
colture erbacee dove dominano le culture cerealicole, la soia e il girasole che ospitano erbe annuali
(Papaver rhoeas, Matricaria chamomilla, Centaurea cycanus) e a fine coltura il terreno viene invaso da
graminacee (Setaria glauca, Digitaria sanguinalis).
1. 6 – Ambienti umidi: fontanili, rogge e canali, laghi di cava
I fontanili sono condizionali dalle operazioni di ripulitura, richiedono quindi manutenzione costante
e monitoraggio continuo. Rappresentano comunque ambienti dove temperatura costante, ridotta
profondità e caratteristiche chimico fisiche creano un ambiente con abbondante vegetazione:
macrofite (Apium nudiflorum, Ranunculus aquatilis e Callitriche hamulata) idrofite (Lemna minor e L.
trisulca), alghe (Spirogyra spp. Rhyzoclonium hieroglyphicum, Cladophora spp.). Canali e rogge sono
parzialmente cementati, costituiscono quindi importanti corridoi ecologici per specie acquatiche.
*(source PGT 2011 Comune di Bareggio)
1. 7 - La Riserva Naturale Fontanile Nuovo
Questa Riserva comprende un fontanile a due teste circondato da un boschetto. Le due teste hanno
una datazione diversa, in quanto la testa più antica ed anche di minore dimensione è stata scavata
intorno ai primi decenni del XVII secolo, mentre la testa di maggiori dimensioni è stata realizzata nel
1882. L'area è localizzata nella parte sud del territorio comunale di Bareggio, tra il Canale Scolmatore
di Nord Ovest ed il confine con il Comune di Cusago. Il Fontanile Nuovo viene segnalato per la prima
volta nel 1971 come area da tutelare nella "Carta dei Biotopi d'Italia" predisposta dal C.N.R. Solo nel
1983 con la L.R .n° 86 " Piano Regionale delle aree protette Norme per l'istituzione e la gestione delle
riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e
ambientale"; vengono dettate le norme per l'istituzione dei parchi regionali e delle riserve naturali e
l'area del Fontanile Nuovo risulta compresa all'allegato A, lettera b della citata legge
La Riserva con D.M del 3 aprile 2000 viene inserita nell’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria
(SIC) individuati ai sensi della direttiva europea 92/43/CEE. L'area può essere inquadrata nella fascia
a clima "temperato subcontinentale".
L'area della Riserva originariamente era interessata da colture a mais o seminativi irrigui, che sono
stati abbandonati da tempo. La flora della Riserva annovera poco meno di 300 specie di vegetali
superiori e comprende diverse tipologie partendo dall’ambiente acquatico per arrivare a quello
terrestre: vegetazione algale, vegetazione idrofitica, vegetazione dei prati stabili, vegetazione
arbustivo-lianosa dei margini boschivi, vegetazione forestale di sostituzione.
3
La Riserva rappresenta un ambiente di rifugio di notevole importanza per molte specie animali,
soprattutto per l’avifauna che risulta legata alle diverse tipologie ambientali.
Tra le specie ornitiche più diffuse e rappresentative degli ambienti acquatici si annoverano: il Martin
pescatore (Alcedo atthis), il germano reale (Anas platyrhynchos), la gallinella d’acqua (Gallinula
chloropus), mentre per gli ambienti legati al bosco il picchio (Dendrocopos major), il rigogolo (Oriolus
oriolus ), il codibugnolo (Aegithalos caudatus), il colombaccio (Columba palumbus), e l’usignolo
(Luscinia megarhyncos). Per gli ambienti aperti come le zone a prato stabile comuni sono le specie
come il fagiano (Phasianus colchicus) e l’allodola (Alauda arvensis), la volpe (Vulpes vulpes) ed il
coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus). L’erpetofauna si contraddistingue per la presenza della
biscia dal collare (Natrix natrix), la rana verde (Rana esculenta) e il rospo smeraldino (Bufo viridis).
Fra le specie ittiche presenti nel acque fontanile la sanguinerola (Phoxinus phoxinus ), il luccio (Exos
lucius), il vairone (Leuciscus souffia) ed il ghiozzo (Padogobius martensii).
2. – DESCRIZIONE DEL PROGETTO: IL CONCETTO NATURALISTICO
2. 1 – Le aree interessate dal progetto
Si è concepito un percorso ideale che collega aree di diversa destinazione e pregio, creando un
continuum che le connetta descrivendo, anche simbolicamente, un’identità naturalistica del
territorio. Le aree interessate da questa tranche specifica del progetto vanno quindi da realtà a alto
valore botanico, aree legate al verde ricreativo e infine aree urbane con la funzione di rammendo
e costruzione della linea verde. Nell’elenco sono stati inseriti anche i parchi dove sono presenti le
Associazioni ambientaliste per dare l'immagine di continuità della rete ecologica ed evidenziare il
contesto, la maggior concentrazione di rimboschimento avverrà nelle aree libere e/o segnalate dagli
enti preposti.
Area “ex campeggio” Via Corbettina: area di proprietà comunale, attualmente inutilizzata, di
interesse naturalistico: si inserisce come territorio di congiunzione fra il Parco Arcadia e il giardino di
Villa Vittadini. Parzialmente alberata.
Superficie: 42.900 mq circa.
Parco Arcadia: parco comunale a destinazione naturalistica e didattico/ricreativa, presente
l’associazione “Amici del parco”.
Superficie: 160.000 mq circa.
Villa Vittadini: giardino privato di. In realtà l’area è di proprietà privata ma viene menzionata dato il
valore storico/botanico e l’evidente appartenenza al corridoio faunistico. Sarebbe ideale consolidare
un rapporto di collaborazione con la proprietà.
Superficie: 15.700 mq circa.
Parco del Vecchio Ciliegio: parco urbano pubblico, presente l’associazione “Amici del verde”.
Superficie: 10.800 mq circa.
Parco della Bareggetta: parco urbano pubblico, presente l’associazione “La Bareggetta”.
Superficie: 14.900 mq circa.
Area Via I Maggio, adiacente SS11: area di proprietà comunale, attualmente a prato, utilizzabile per
una riduzione dell’impatto ambientale del traffico automobilistico, data la vicinanza con la statale 11.
Superficie: 17.800 mq circa.
Parco Quattro Elle: Parco urbano pubblico, presente l’associazione “Quattro Elle”.
Superficie: 30.200 mq circa.
Area via Roma, angolo SS11: area di proprietà comunale, attualmente a prato, utilizzabile per una
riduzione dell’impatto ambientale del traffico automobilistico, data la vicinanza con la statale 11.
Superficie: 2100 mq circa.
Area via Madonna Pellegrina: area a verde di proprietà comunale.
4
Superficie: 9.300 mq circa
2. 2 – I bisogni a cui risponde il progetto


Cura e valorizzazione ambientale in chiave di salvaguardia del patrimonio esistente e
recupero di aree dismesse o non sufficientemente valutate per assicurare alla collettività il
corretto uso del territorio, nel massimo rispetto delle caratteristiche naturalistiche
Sviluppo e valorizzazione del territorio in chiave di attrattività, per inserire l’area
comunale nei percorsi di interesse naturalistico che al momento sfiorano ma non
coinvolgono il territorio; di non secondaria importanza è la partecipazione a una rete più
ampia di attività che, interconnettendosi, e coinvolgendo gli altri comuni possono creare
occasioni di qualificazione e valorizzazioni delle economie legate all’afflusso di utenza con
interessi naturalistici e alle attività ad esso legato, es.:
 escursioni
 cicloturismo
 didattica ambientale
 birdwatching
 recupero e valorizzazione delle tradizioni agroalimentari della zona
 qualificazione e valorizzazione delle economie legate all’afflusso turistico
La definizione di un’identità naturalistica darà vita ad una rete ecologica urbana potenzialmente
raccordabile a una rete più ampia, che coinvolge il territorio lungo il canale scolmatore il Parco Sud
nel quale ricade parte del territorio comunale.
Inoltre, il patrimonio naturalistico di una città è un sistema vivente in continua evoluzione che
richiede un’attività costante di monitoraggio e manutenzione. Questo intervento favorirà inoltre:






la tutela e la promozione del milieu naturalistico come elemento qualificante
dell’ambiente urbano e come fattore di miglioramento qualitativo della vita
l’insediamento di fauna e avifauna
l’incremento e la presenza di specie entomologhe che possano creare i corretti
equilibri tra parassiti e predatori al fine di ridurre gli interventi fitoterapici e
l’aumento della presenza di impollinatori
contribuire a una razionale gestione del verde esistente e quello di nuova formazione
l’integrazione delle aree verdi urbane con le risorse naturali presenti
la diffusione della cultura ambientale nel territorio comunale, attraverso
l’informazione al cittadino, riguardante le risorse naturali, le varie tipologie e i diversi
elementi presenti in giardini, parchi e migliorare le conoscenze sul ciclo di vita delle
piante e sulla loro funzione
2. 3 – La realizzazione: le piante autoctone come elemento di pregio
Le nuove tendenze nella progettazione degli spazi a verde sono sempre più rivolte da una parte ad
esaltarne gli aspetti “naturali” e dall’altra a ricercare schemi caratterizzati da minori costi di
manutenzione. Mentre in passato era la regolarità delle forme, le rigide simmetrie ad assumere
preminente valore ornamentale, oggi a destare l’ammirazione è la consapevolezza che si è davanti ad
un processo naturale, ad un ambiente che è capace di reggersi da solo.
Termini come sustainable landscape, environmental friendly landscape, xeriscaping, xerogarden e wild
garden sono ormai comuni nel contesto culturale della progettazione del verde, che è ormai orientato
al rispetto delle caratteristiche ambientali ed ecologiche del territorio.
In questo contesto, il ruolo delle piante autoctone diventa fondamentale: la diretta utilizzazione a fini
ornamentali di specie presenti è ricca di prospettive soprattutto per la sistemazione di spazi urbani a
verde ed in particolare per il recupero di aree degradate. Per questa ultima destinazione è evidente
l’esigenza di disporre di piante dotate di elevata adattabilità ed in grado di tollerare gli stress.
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L’attenzione può essere rivolta sia al gruppo degli arbusti o cespugli che, come è noto, sono piante
contrassegnate da tratti morfofisiologici che ne rendono idoneo l’inserimento in numerose tipologie
di condizioni, sia a quello delle piante erbacee spontanee (annuali e perenni), che offrono ottimi
risultati in suoli di bassa qualità, rivelando un elevato valore ornamentale anche in condizioni di
particolare difficoltà, richiedendo, peraltro, una quasi inesistente necessità di manutenzione.
Peraltro, molte di queste specie sono già comunemente utilizzate, come illustrato nell’elenco che
segue delle più significative essenze autoctone tipiche del paesaggio lombardo, o entrate
storicamente a farne parte:
Acer campestre
acero campestre
Acer pseudoplatanus acero montano
Acer platanoides
acero riccio
Alnus glutinosa ontano nero
Betula pendula
betulla bianca
Carpinus betulus
carpino bianco
Castanea sativa
castagno
Cornus mas
corniolo
Crataegus monogyna biancospino
Fagus sylvatica
faggio
Fraxinus angustifolia frassino
Fraxinus excelsior
frassino
Fraxinus ornus
orniello
Ilex aquifolium
agrifoglio
Juglans regia
noce
Laburnum anagyroides maggiociondolo
Malus sylvestris
melo selvatico
Mespilus germanica
nespolo
Morus alba
gelso bianco
Morus nigra
gelso nero
Pinus sylvestris
pino silvestre
Platanus spp.
platano
Populus alba
pioppo bianco
Populus canescens
pioppo gatterino
Populus nigra
pioppo nero
Populus nigra ‘Italica’ pioppo cipressino
Populus tremula
pioppo tremolo
Prunus avium
ciliegio
Quercus cerris
cerro
Quercus robur
farnia
Quercus petrea
rovere
Salix alba
salice bianco
Salix caprea
salicone
Salix cinerea
salice cinereo
Sorbus aria
sorbo montano
Sorbus domestica
sorbo domestico
Sorbus torminalis
ciavardello
Taxus baccata
tasso
Tilia cordata
tiglio selvatico
Tilia platyphyllos
tiglio nostrale
Ulmus campestris
olmo campestre
Ulmus laevis
olmo ciliato
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2. 5 – Descrizione esemplificativa della concezione progettuale di alcune aree
Le descrizioni che seguono hanno l’intento di “raccontare” l’approccio progettuale e il tipo di essenze
ed arbusti che si intende utilizzare. Al di là degli elenchi, alcuni temi saranno ricorrenti come la rosa
canina e la rosa pimpinella, piuttosto che la madreselva e la clematis, le bacche eduli sia per l’uomo
che per le specie selvatiche. Si cercheranno di ricreare, con un impianto armonico secondo la logica
dell’ecosistema, ambienti il più possibile autoctoni. Questo non significa che non si tenga conto del
concetto di estetica del verde e di fruibilità da parte dell’utenza. Nelle aree di piccole dimensioni e/o
urbanizzate, si creeranno dei raccordi concettuali con messe a dimora di specie adeguate che
svolgano anche la funzione di corridoio naturalistico.
Nelle aree urbanizzate, saranno inoltre proposte anche specie cultivar e perenni tipiche dei giardini
antecedenti alla produzione intensiva di piante da giardino. Iris barbata e Iris japonica, vecchie
varietà di hortensie, rose sarmentose e rampicanti, peonie, etc. Queste specie sono tutte perenni, a
basso tasso di manutenzione, composte armonicamente garantiscono una fioritura scaglionata per
tutta la stagione. Per quanto riguarda le fioriture invernali, si possono prevedere camelie, calicantus,
abeliophyllum, ellebori, bergenie, crocus etc.
2. 5.1 – Area “ex campeggio” Via Corbettina
Superficie: 42.900 mq circa : si ipotizza di riservare quest’area alle seguenti possibilità:
Vivai Pronatura: Associazione di volontariato ONLUS, affiliata alla Federazione Nazionale Pro Natura
e iscritta al Registro regionale del Volontariato della Lombardia, che opera con una stazione
sperimentale per la tutela della flora autoctona di Lombardia. L’Associazione è attiva anche nel
sociale con la gestione di una serra all'interno del carcere di Milano San Vittore e ospita persone in
tirocinio orientativo e formativo, in carico ai servizi sociali o in esecuzione penale.
Il Vivaio ProNatura è lo strumento operativo principale con cui l’Associazione persegue la
salvaguardia e il ripristino della biodiversità della vegetazione naturale della Lombardia. Nel Vivaio
vengono propagate piante appartenenti alla vegetazione spontanea della Lombardia: alberi e arbusti
destinati ad interventi di forestazione e piante erbacee divenute rare.
L’Associazione, che svolge anche attività didattica ambientalista nei confronti delle scuole e
dell’utenza, occuperebbe parte dello spazio con la coltivazione di specie autoctone lombarde e uno
spazio sarebbe riservato all’allestimento di un orto botanico di grande interesse sia per la
cittadinanza, sia per il turismo legato alla conoscenza e preservazione dell’ambiente, sia per la
comunità scientifica universitaria con la quale il Vivaio ha già rapporti di collaborazione.
Parte dell’area sarà dedicata alla realizzazione di un bosco urbano.
2. 5.2 – Area Via Roma, angolo SS11
Superficie: 2100 mq circa.
Attualmente l’area, di proprietà comunale è a prato erboso e frequentata come area cani dagli
abitanti della zona, si tratta praticamente di un campo aperto tra l’area edificata e la SS11.
L’idea paesaggistica è quella creare una riduzione dell’impatto visivo e ambientale del traffico
automobilistico per rendere fruibile l’area a un’utenza allargata, creando nel contempo le condizioni
di raccordo al corridoio naturalistico. Parte dell’area può essere mantenuta a prato erboso per
attività ricreative.
Si prevede quindi una messa a dimora di essenze che riproducano il margine del bosco:
 altofusti a crescita veloce al margine del lato della SS11 (es. betulla, frassino, amareno), con
funzione di schermatura dal traffico e posatoio per le specie avicole
 fascia intermedia arbustiva digradante su due livelli composta ad esempio da sambuchi,
biancospini, prugnoli, maggiociondolo e viburni, specie a fioritura successiva e produttrici di
bacche utili all’alimentazione di diverse specie
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 fascia bassa seminata con erbacee autoinseminanti fiorifere, mellifere e favorevoli
agli impollinatori .
2. 5.3 – Area Via I Maggio, angolo SS11
Superficie: 17.800 mq circa.
Area di proprietà comunale, attualmente a prato. L’area è utilizzabile per la riduzione dell’impatto
ambientale del traffico automobilistico. Si propone di creare a margine della SS11 la stessa ipotesi
proposta per Via Roma, utilizzando altri tipi di essenze ad alto fusto a crescita veloce (es. ciliegio,
tiglio, gelso) e altri tipi di arbustive (ligustro, nocciolo, pungitopo, fusaggine, sanguinello).
Essendo l’area piuttosto vasta, si può ipotizzare di riservarne parte alla messa all’impianto di un
frutteto dedicato ai frutti antichi ma di origine botanica come: cornioli, giuggiole, cotogni, azzeruoli,
sorbi, corbezzoli e a mele botaniche. Inoltre, dato che il pioppo è caratteristico dell’area, si può
pensare a un’area dove creare una specie di “catalogo” con un esemplare per varietà disposti ad arte.
A bordo campo sui lati scoperti, si può seminare una fascia di erbacee autoinseminanti fiorifere,
mellifere e favorevoli agli impollinatori.
Parte dell’area si può inoltre destinare ad attività ricreative.
2. 5.4 – Area Via Madonna Pellegrina
Superficie: 9.300 mq circa
L’area coltivata a prato di proprietà comunale comprende anche un parco giochi per bambini. A lato
Est, lungo il muro di confine, c’è un filare di giovani carpini (specie a crescita lenta che non ama suoli
compatti con eccesso di umidità). La particolarità di questo terreno è la difficoltà di drenaggio che
crea una sorta di “area umida”. Le specie ideali per questo tipo di terreno sono quelle tipiche delle
aree che caratterizzano le sponde fluviali della Pianura Padana come i generi Alnus e Populus nelle
loro specie.
Il particolare il genere Salix non solo è altamente adeguato a questo tipo di terreno ma in inverno crea
macchie di colore data la colorazione gialla o rossa (a seconda della specie) dei rami. In estate il
fogliame presenta nelle diverse varietà sfumature che vanno dal grigio argento al verde compatto,
creando una piacevole del colore.
8
All. 1 - DETTAGLIO DELLA MESSA A DIMORA DELLE ESSENZE E DEGLI ARBUSTI
In questa fase del progetto, possono essere prese in esame per la realizzazione solo le seguenti aree,
dovendo fare riferimento a una disponibilità si spesa di max. 30.000 Euro:



Via I Maggio
Via Novara
Via Madonna Pellegrina
Area Via I Maggio
ESSENZE ARBOREE
No. 8 Betula Pendula (Betulla)
No. 8 Quercus petrea (Rovere)
No. 8 Tilia cordata (Tiglio)
No. 8 Fraxinus excelsior (Frassino maggiore)
ARBUSTI
No. 8 Crataegus monogyna
No. 8 Corylus avellana
No. 8 Sambucus nigra
No. 8 Prunus spinosa
Area Via Novara
ESSENZE ARBOREE
No. 5 Cercis siliquastrum (Albero di Giuda)
No. 3 Sorbus aucuparia (Sorbo degli uccellatori)
ARBUSTI
No. 10 Crataegus monogyna (Biancospino)
No. 7 Cotinus coggygria (Albero della nebbia)
No. 12 Cytisus scoparius (Ginestra dei carbonai)
No. 29 Cornus alba (Corniolo siberiano)
No. 3 Ilex aquifolium (Agrifoglio)
No. 5 Ligustrum vulgare (Ligustro)
No. 15 Rosa s.
Area Via Madonna Pellegrina
ESSENZE ARBOREE
No. 3 Populus tremula (Pioppo tremolo)
No. 6 Populus alba (Pioppo bianco)
No. 8 Populus nigra ‘Italica’
No. 6 Salix eleagnos (Salice ripaiolo)
No. 3 Alnus glutinosa (Ontano nero)
ARBUSTI
No. 2 Viburnum opulus (Pallon di maggio)
No. 2 Cornus sanguinea (Sanguinello)
No. 1 Euonymus europaeus (Fusaggine)
No. 1 Salix cinerea (Salice cinereo)
No. 9 Salix purpurea (Salice rosso)
No. 6 Daphne mezereum (Dafne)
9
DETTAGLIO DEI COSTI*
ESSENZE ARBOREE
Betula pendula
Quercus petrea
Tilia cordata
Fraxinus excelsior
Populus tremula
populus alba
Populus nigra
'Italica'
Salix eleagnos
Alnus glutinosa
Cercis siliquastrum
Sorbus aucauparia
TOTALE 1
ARBUSTI
Crataegus
monogyna
Corylus avellana
Sambucus nigra
Prunus spinosa
Cotinus coggygria
Cytisus scoparius
Cornus alba
Ilex aquifolium
Ligustrum vulgare
Rosa s.
Viburnum opulus
Cornus sanguinea
Euonymus
europaeus
Salix cinerea
Salix purpurea
Daphne mezereum
TOTALE 2
TOTALE
Ø TRONCO EURO CAD. No. EURO TOT.
18/20 cm.
300
8
2400
18/20 cm.
300
8
2400
18/20 cm.
300
8
2400
18/20 cm.
300
8
2400
18/20 cm.
300
3
900
18/20 cm.
300
6
1800
18/20 cm.
18/20 cm.
18/20 cm.
18/20 cm.
18/20 cm.
300
300
300
300
300
Ø CONT.
8
2400
6
1800
3
900
5
1500
3
900
66
19800
EURO CAD. NO. TOTALE
30cm
60
18
1080
30cm
30cm
30cm
30cm
30cm
30cm
30cm
30cm
30cm
30cm
30cm
60
60
60
60
60
60
60
60
60
60
60
8
8
8
7
12
29
3
5
15
2
2
480
480
480
420
720
1740
180
300
900
120
120
30cm
30cm
30cm
30cm
60
60
60
60
1
1
9
6
60
60
540
360
8040
27840
* I prezzi si intendono comprensivi di messa a dimora e manutenzione come da All. 2
10
All. 2 - RELAZIONE TECNICA: MESSA A DIMORA ESSENZE ARBOREE E ARBUSTI E
MANUTENZIONE
MESSA A DIMORA ESSENZE ARBOREE E ARBUSTI
LAVORI PRELIMINARI DEL TERRENO
Le operazioni di impianto sono previste in area priva di prato stabile quindi, prima di procedere
all’impianto di essenze arboree, si dovrà preparare il terreno di posa mediante lavorazione
meccanica del terreno stesso fino a 15/20 cm di profondità e successivi passaggi d’affinamento
meccanico e manuale, procedendo all’eliminazione di ciottoli, sassi ed altri residuali conferendoli in
seguito in discarica secondo le vigenti normati e. In quelle sezioni dell’area dove non sarà possibile la
lavorazione manuale, si procederà al completamento dell’intervento manualmente utilizzando le
attrezzature adeguate.
Questo intervento prevede pertanto una prima sistemazione delle quote finali del terreno e dovrà
consentirne il loro assestamento.
Nelle porzioni di terreno o ve è presente vegetazione consolidata, si dovrà prevedere allo sfalcio della
vegetazione erbacee infestanti. Nel caso in cui la stessa non presenti semi maturi, dovrà essere
interrata.
E’ fatto obbligo di preservare la vegetazione esistente salvo diverso formale parere tecnico
dell’Amministrazione competente. Questa vegetazione dovrà essere obbligatoriamente identificata e
precisata in tavola di lavora da presentarsi al Settore Patrimonio quale stato di fatto. Le lavorazioni
del terreno sono vietate nelle adiacenze delle alberature per una distanza pari alla proiezione della
chioma nel terreno e con distanza minima pari a mt. 3 dal tronco. Ugualmente è vietato l’accumulo di
terreno, pietre, o altri materiali nelle adiacenze di alberature, manufatti, opere, etc.
ESSENZE ARBOREE
Le alberature dovranno:
1. essere di provenienza certa e documentabile
2. avere dimensioni di circonferenza del fusto di minimo cm. 18/20
3. essere esenti da attacchi di insetti, malattie crittogamiche, virus, altri patogeni, deformazioni,
alterazioni di qualsiasi natura, scortecciamenti o altro che possa compromettere il regolare
sviluppi ed il portamento tipico della specie; il fusto e le branche principali dovranno essere
esenti da deformazioni, capitozzature, ferite di qualsiasi genere o tipo, grosse cicatrici o segni
conseguenti a urti, grandine, scortecciamenti, legature, ustioni da sole, azioni e lesioni
meccaniche in genere; la chioma dovrà essere ben ramificata, uniforme ed equilibrata per
simmetria e distribuzione delle branche principali e secondarie e dovrà presentare tutor
apicale di riferimento o portare apici vegetativi apicali diffusi
4. essere in zolla o in vaso o altro sistema analogo di contenimento e trasporto in cui la terrà
dovrà esser compatta, di buona qualità e consistenza, ben aderente alle radici, senza crepe
evidenti, con struttura e tessitura tali da non crear condizioni d’asfissia.; le zolle dovranno
essere ben imballate con apposito involucro degradabile (juta, paglia, teli), rinforzato se le
piante raggiungono i 5 mt. di altezza, in fase di posa quest’involucro sarà aperto almeno fino
alla metà della sua dimensione
5. avere l’apparato radicale ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e radici capillari fresche
e sane e privo di tagli di diametro maggiore di 1cm., senza evidenze di eccessiva permanenza
nel contenitore (radici a spirale)
6. avere il cartellino di riconoscimento della specie fissato alla pianta per mezzo di filo elastico
7. nel caso di alberi innestati, dovranno essere specificati il tipo di portainnesto e l’altezza
dell’innesto
8. essere avvolte al colletto con fascia di protezione alta 5 cm. estendibile, quale protezione dagli
urti e dall’azione dei decespugliatori
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ALBERATURE IN PROSSIMITA’ DI STRADE
Per queste piantagioni deve essere prevista una porzione superficiale minima di terreno non
pavimentata (terreno libero) pari ad almeno 2m di raggio misurati dalla base del tronco per alberi di
1a e 2a grandezza o comunque non inferiore a 12mq; di1,5m di raggio per gli alberi di 3° grandezza –
o comunque non inferiore a 6 mq. La porzione di terreno libera da pavimentazione non dovrà avere
soluzioni di continuità col sottosuolo ovvero non dovrà presentare strati intermedi impermeabili tra
lo strato di terreno esplorato dalle radici ed il sottosuolo medesimo. L’apparto radicale di detti alberi
dovrà, poi, essere libero di espandersi lateralmente nel suolo. In casi eccezionali, qualora la superficie
minima non possa essere garantita, il Settore Patrimonio potrà autorizzare misure di rispetto
inferiori a quelle prescritte purché siano in ogni caso garantite condizioni di vita ottimali per le
piante messe a dimora, dietro parere scritto di un tecnico abilitato. Sarà altresì possibile utilizzare
grigliati in materiale ferroso per realizzare strutture portanti permeabili.
Si dovrà, inoltre, limitare quanto più possibile l’impiego di pavimentazioni impermeabili a acqua e
gas atmosferici. Tutte le piante dovranno essere protette al colletto con idonei ausili antiurto.
DISTANZE DI PIANTAGIONE
Il sesto d’impianto (distanza di piantagione) degli alberi dovrà tenere conto dello sviluppo in
larcghezza della chioma. A tal fine si riportano, per alcune tra le specie più frequentemente utilizzate,
i relativi valori indicativi:
- Alberi di I grandezza (altezza finale >20m): distanza minima di impianto 10m
- Alberi di II grandezza (altezza finale compresa 10 ÷ 20m): distanza minima di impianto 7m
- Alberi di III grandezza (altezza finale <10m): distanza minima di impianto 4m
- Alberi aventi portamento ascendente (forme fastigiate, piramidali e colonnari: distanza
minima di impianto 5m
NORME PER LA PROTEZIONE DEGLI ALBERI ESISTENTI
La società appaltante, salvo diverse disposizioni del servizio Ambiente, è tenuta alla conservazione
delle eventuali piante esistenti sull’area di sistemazione. Tutta la vegetazione esistente indicata per
la sua conservazione dovrà essere protetta con recinzioni e barriere provvisorie solide, si dovrà
operare proteggendo:



Tronco: proteggerlo da possibili urti meccanici mediante il posizionamento a terra di uno
steccato atto ad evitare danni da urto dei mezzi meccanici. Tale steccato dovrà circondare
interamente il tronco del vegetale, potrà essere realizza con materiali di circostanza o con
tavole di legno da cantiere, dovrà avere un’altezza minima di 1,10m e dovrà essere collocato
ad una distanza minima dal tronco di 50cm
Radici: la posa di tubazioni dovrà avvenire al di fuori della proiezione della chioma dell’albero
sul terreno, eccezion fatta per le specie la cui chioma abbia uno sviluppo contenuto rispetto il
normale portamento a seguito di consistente potatura di contenimento o ci si trovi difronte a
piante con portamento ascendente, in questi casi l’area di rispetto avrà un raggio minimo di
4m, misurati dalla base del tronco. Qualora ciò non sia possibile, le operazioni di scavo
all’interno di quest’area dovranno essere eseguiti a mano. Le radici asportate dovranno
presentare un taglio netto; si potranno tagliare solo radici aventi un diametro inferiore ai
3cm; per le radici aventi un diametro maggiore, l’attraversamento dovrà passare sotto di esse.
Lo scavo deve rimanere aperto il minor possibile e comunque per un periodo di tempo non
superiore a 1 settimana. Qualora non sia possibile terminare i lavori entro una settimana, le
radici affioranti dovranno essere coperte con juta e bagnate periodicamente a seconda
dell’andamento stagionale
Suolo: le operazioni di cantiere non devono peggiorare le condizioni strutturali, chimiche e
biochimiche del terreno interessato dagli apparati radicali delle specie vegetali. L’area di
rispetto corrisponde alla proiezione della chioma dell’albero sul terreno stesso.
12
Al fine di evitare costipamenti del terreno non possono essere depositati materiali di
cantiere nella zona corrispondente alla proiezione della chioma dell’albero sul terreno stesso
quali: inerti, prefabbricati, materiali da costruzione, macchinari, gru, ecc. Non dovranno
essere versate su di esso acqua di lavaggio dei pavimenti e dei macchinari, in particolare le
acque contenenti polveri di cemento, oli, petrolio e suoi derivati (nafta, benzina, etc.), vernici,
solventi, liquidi impermeabilizzati e quanto altro possa nuocere o risultare fitotossico per gli
apparati radicali.
Gli accessi al cantiere dovranno essere collocati a debita distanza dalla zona interessata dagli
apparati radicali. Qualora ciò non sia possibile, la parte superficiale del terreno dovrà essere
ricoperta con uno strato di 20cm di materiale drenante (ghiaia, lapillo, vulcanite, etc.) sul
quale saranno poste tavole di legno da cantiere o piastre di ferro.
Non dovrà esser modificata la quota di campagna nell’area interessata dagli apparati radicali
né con riporti di terreno superiori a 15cm (10cm per le conifere), né con asportazioni di
terreno. Eventuali livellamenti nella zona di terreno interessata dagli apparati radicali
dovranno essere eseguiti a mano.
I materiali di risulta del cantiere dovranno essere rimossi dal cantiere stesso; è severamente
vietato interrarli sul posto.
BUCHE DI MESSA A DIMORA PER ESSENZE ARBOREE
La buca di piantumazione dovrà avere dimensioni di 1,50x1,50m con profondità di 1,50m, salvo
diverse specifiche disposizioni del Settore Patrimonio. Durante l’esecuzione degli scavi andrà posta la
massima attenzione all’eventuale presenza di cavi e tubazioni sotterranee. Il fondo della buca dovrà
essere drenato con almeno 15 cm di ghiaia grossa o argilla espansa. Qualora lo strato di terreno al
fondo delle buche si presenti eccessivamente compatto formando una suola impermeabile si dovrà
provvedere alla rottura della stessa, e intervenire con tutti gli accorgimenti necessari ad evitare
ristagli di acqua sotto alla zolla.
PALI DI SOSTEGNO
Per fissare gli alberi al suolo, rendendoli stabili, dovranno essere infissi saldamente nel terreno a
buca aperta e prima dell’immissione nella buca della pianta da sostenere, n. 3 palli di sostegno
(tutori) in legno di castagno o pino trattato e decortecciato per ogni pianta. I tutori dovranno avere
diametro ed altezza adeguati alle dimensioni delle piante, ovvero a essi superiori. I pali tutori
dovranno essere fissati alla pianta con adeguati legacci elastici non incarnanti.
ARBUSTI
Gli arbusti dovranno:
1. essere di provenienza certa e documentabile
2. essere contenute in vasi diam. 30cm per le specie fino da 3m. in poi e in vasi diam. 20cm fino a
2m
3. essere esenti da attacchi di insetti, malattie crittogamiche, virus, altri patogeni, deformazioni,
alterazioni di qualsiasi natura, scortecciamenti o altro che possa compromettere il regolare
sviluppi ed il portamento tipico della specie; il fusto e le branche principali dovranno essere
esenti da deformazioni, capitozzature, ferite di qualsiasi genere o tipo, grosse cicatrici o segni
conseguenti a urti, grandine, scortecciamenti, legature, ustioni da sole, azioni e lesioni
meccaniche in genere; la forma dovrà essere ben ramificata, uniforme ed equilibrata per
simmetria e distribuzione dei rami principali
4. essere in zolla o in vaso o altro sistema analogo di contenimento e trasporto in cui la terrà
dovrà esser compatta, di buona qualità e consistenza, ben aderente alle radici, senza crepe
evidenti, con struttura e tessitura tali da non crear condizioni d’asfissia.; le zolle dovranno
essere ben imballate con apposito involucro degradabile (juta, paglia, teli), in fase di posa
quest’involucro sarà aperto almeno fino alla metà della sua dimensione
5. avere l’apparato radicale ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e radici capillari fresche
e sane e privo di tagli di diametro maggiore di 0,5cm, senza evidenze di eccessiva permanenza
nel contenitore (radici a spirale)
6. avere il cartellino di riconoscimento della specie fissato alla pianta per mezzo di filo elastico
13
DISTANZE DI PIANTAGIONE
Il sesto d’impianto (distanza di piantagione) degli arbusti dovrà tenere conto dello sviluppo in
larcghezza della chioma. A tal fine si faccia riferimento ai testi botanici di descrizione delle specie.
In ogni caso per gli arbusti con sviluppo finale oltre i 3m in altezza si prevede una distanza di 2m di
raggio a partire dal centro alla base dell’arbusto. Per gli arbusti fino a 3m in altezza si prevede una
distanza di 1,50m di raggio a partire dal centro alla base dell’arbusto.
BUCHE DI MESSA A DIMORA PER GLI ARBUSTI
La buca di piantumazione dovrà avere dimensioni di 0,50x0,50m con profondità di 0,50m, salvo
diverse specifiche disposizioni del Settore Patrimonio. Durante l’esecuzione degli scavi andrà posta la
massima attenzione all’eventuale presenza di cavi e tubazioni sotterranee. Il fondo della buca dovrà
essere drenato con almeno 10 cm di ghiaia grossa o argilla espansa. In caso di zone umide, come es.
Via Madonna Pellegrina, si dovrà utilizzare solo ghiaia grossa Qualora lo strato di terreno al fondo
delle buche si presenti eccessivamente compatto formando una suola impermeabile si dovrà
provvedere alla rottura della stessa, e intervenire con tutti gli accorgimenti necessari ad evitare
ristagli di acqua sotto alla zolla.
MESSA A DIMORA DELLE PIANTE
Dovrà essere posta attenzione affinché non si creino abbassamenti del terreno al di sotto del colletto
delle piante. In tal senso il colletto dovrà essere messo in fase di posa superiormente al piano di
campagna in modo che durante l’assestamento del terreno questo si collochi in modo adeguato
rispetto ad esso e mai in modo inferiore al piano campagna. Ovviamente questa altezza sarà dettata
dalla consistenza del terreno e dalle dimensioni della zolla e della buca di escavazione.
Resta da evitare che si lascino gli apparati radicali sollevati rispetto al fondo della buca creando un
cuscino d’aria dannoso. Le piante andranno abbondantemente irrigate dopo la posa per favorire
l’assestamento delle radici e il loro contatto col terreno.
I tronchi saranno da proteggersi con materiale naturale, di preferenza mediante doppio giro di arelle
da 2m.
Tutte le piante dovranno essere protette al colletto con telo di juta, se necessario, o altro materiale
protettivo dagli urti e dagli interventi meccanici.
EPOCA DI PIANTUMAZIONE
Per le alberature a foglia decidua: da dicembre a fine febbraio (a vegetazione naturalmente caduta)
Per le alberature a foglia sempreverde: a ottobre (fase di riposo vegetativa)
Per gli arbusti a foglia decidua: da dicembre a fine febbraio (a vegetazione naturalmente caduta).
Per gli arbusti a foglia sempreverde: a ottobre (fase di riposo vegetativa)
Sono da concordarsi con il Settore Patrimonio eventuali discostamenti dalle epoche previste e solo
per situazioni particolari.
MANUTENZIONE
La manutenzione che la Società Appaltatrice è tenuta a effettuare durante il periodo di concordata
garanzia (2 anni vegetativi) comprende le seguenti operazioni:
1. Potature di rimonda per la pulizia e la messa a punto della pianta nel suo complesso,
intervenendo e rimuovendo solo quanto di anomalo la pianta presenta: rami spezzati, rami
secchi, rami che presentano un andamento eccessivamente anomali e irregolare rispetto alla
complessiva struttura della pianta. Le potature di rimonda dovranno essere effettuate in
periodi funzionali alla pianta con riguardo all’eventuale fioritura e fruttificazione. Non
vengono previste potature di formazione in quanto il progetto prevede associazioni vegetali
14
sinergiche, distanze di messa a dimora adeguate e l’obiettivo finale è quello di
avvicinarsi il più possibile a risultati di riforestazione naturale.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Per quanto riguarda le rose, essendo previste solo specie botaniche, le potature saranno
effettuate una volta all’anno alla partenza della fase vegetativa primaverile, dopo la
Irrigazioni di soccorso, con particolare riguardo al periodo posteriore alla messa a dimora e
in periodi di siccità costante.
Falciature, sarchiature e diserbi da effettuarsi esclusivamente meccanicamente o
manualmente laddove impossibile l’utilizzo di attrezzature. E’ fatto divieto di utilizzare
diserbanti chimici e simili.
Concimazioni
Controllo e ripristino dei tutori: verifica della verticalità e stabilità delle piante, i legacci
vanno applicati sopra una fascia di protezione in modo che non si incarnino.
Eliminazione e sostituzione delle piante morte: i gruppi di piante si evolveranno secondo
natura e, poiché gli impianti sono studiati affinché le associazioni vegetali possano crescere in
armonia, è ragionevole prevedere che un’elevata percentuale di essenze e arbusti forestali
raggiungano la maturità.
Difesa dalla vegetazione infestante con particolare riguardo a Hedera s. o specie parassite e
sfalcio della vegetazione erbacea che è prevedibile in non più di 3-4 interventi l’anno.
Sistemazione dei danni causati da erosione, assestamenti, rotture, incurie
Ripristino della verticalità della pianta
Controllo dei parassiti e delle fisiopatie.
SR/03
15
ALLEGATO 3
3
San Giuliano Milanese, 29 novembre 2014
All’Amministrazione Comunale
di BAREGGIO
Oggetto: Proposta di utilizzo culturale di un’area pubblica sottoutilizzata, tramite allestimento e
gestione a cura del Volontariato di un
CENTRO DI CULTURA BOTANICA, costituito da:
a- Orto Botanico di flora/habitat lombardi organizzato secondo un approccio vegetazionale,
b- Vivaio ProNatura di piante autoctone di ecotipo locale,
c- Scuola di Botanica per l’organizzazione di corsi, seminari, conferenze, mostre.
1 - PRESENTAZIONE.
1a- Chi siamo e cosa facciamo
L’Associazione per i Vivai ProNatura è un’organizzazione ambientalista iscritta al Registro
regionale del Volontariato. Nata nel 1987 con l'obiettivo di contribuire alla difesa della flora
autoctona della Lombardia salvaguardandone la biodiversità a livello di specie e di popolazione,
l’Associazione agisce concretamente attraverso la gestione del Vivaio ProNatura, nel quale
vengono propagate con criteri naturalistici da 10 mila a 20 mila piantine l’anno, appartenenti
nell’anno in corso a quasi 200 specie. Raccogliamo noi stessi i semi nelle residue aree naturali
della regione e forniamo piantine forestali geneticamente congrue a interventi di forestazione e
recupero ambientale in Lombardia e ambiti limitrofi. Attualmente la nostra produzione tende ad
allargarsi verso specie in rarefazione e specie trascurate dai vivai pubblici e privati, con lo scopo di
reintrodurle in natura: cioè si sta evolvendo verso un’attività di conservazione ex situ. Abbiamo in
produzione anche specie erbacee sia igrofile, sia dei prati aridi, queste ultime con il fine di
sperimentarle in aiuole urbane ecosostenibili, secondo quanto si può vedere nei piccoli prototipi
allestiti quest’anno nel giardino del reparto femminile del carcere di San Vittore, a San Giuliano
Milanese e a Milano nell’Orto botanico di Cascina Rosa, presso la Cascina Cuccagna, nei Giardini
Montanelli e nel Giardino Lea Garofalo di viale Montello.
Fra le specie erbacee più significative citiamo: Marsilea quadrifolia, Leucojum aestivum, Iris
sibirica, Paeonia officinalis, Allium angulosum, Salix rosmarinifolia, Gladiolus palustris, G. italicus,
Sagittaria sagittifolia, Caltha palustris, Viola palustris, Carex otrubae, C. elata, C. pseudocyperus, C.
pendula, C. flava, C. sylvatica, Centaurea cyanus, Agrostemma githago, Dianthus carthusianorum,
D. armeria, Armeria plantaginea, Jasione montana, Anarrhinum bellidifolium, Stachys officinalis,
Lychnis viscaria, Anchusa officinalis, Teucrium chamaedrys, T. scorodonia, Linaria vulgaris, L.
angustissima.
Il nostro lavoro è improntato a rigorosi criteri naturalistici. Per questa caratteristica abbiamo
stabilito convenzioni con l’Università di Pavia per fornire piante alle riqualificazioni ambientali
gestite direttamente dall’Università nella riserva integrale “Bosco Siro Negri, e abbiamo in corso
un progetto per la propagazione di ecotipi locali cremonesi che serviranno alla Provincia di
Cremona per rafforzare le popolazioni locali di piante autoctone.
Per meglio valutare i risultati della nostra attività, occorre anche tener presente che si tratta di una
produzione basata sul volontariato e attuata in assenza d’investimenti e di finanziamenti.
Si
svolge invece grazie a progetti finanziati l'attività solidaristica che affianchiamo a quella
ambientalista. In questo quadro gestiamo una piccola serra all'interno del carcere di San Vittore,
dove le detenute imparano i rudimenti del mestiere di vivaista propagando specie utili per
l'ambiente. Altri detenuti semiliberi o in esecuzione penale esterna svolgono tirocinio presso il
Vivaio ProNatura di San Giuliano Milanese.
Citiamo come esempio di questo indirizzo un progetto, finanziato per l’80% dall'Osservatorio Nazionale del
Volontariato e per il resto dall’Associazione stessa, denominato "Promozione del volontariato tra gli studenti delle
scuole medie superiori, mediante il coinvolgimento nelle attività dell'Associazione mirate alla difesa della biodiversità
vegetale e al sostegno della popolazione carceraria", realizzato nel biennio 2008-2009. Il progetto è stato svolto in
collaborazione con il coordinamento “il Metrobosco” della Provincia di Milano e ha visto la partecipazione di 7 classi
dei Licei scientifici “A.Banfi” di Vimercate, “GB.Vico” di Corsico, “Collegio San Carlo” e “L.Cremona” di Milano. Sono
stati attuati 33 interventi con gli studenti e sono state messe a dimora 775 piante: presso il fontanile Visconti di
Corsico, in un'area degradata di Vimercate e in tre zone del Parco Nord Milano.
Le piante, da noi fornite
gratuitamente, sono state propagate da seme nel Vivaio ProNatura di San Giuliano Milanese e in parte nella serra da
noi gestita nel carcere di San Vittore.
2
Per quanto riguarda l’educazione ambientale, citiamo le visite guidate di scolaresche al vivaio e
l’organizzazione di corsi autofinanziati sulla flora e la vegetazione.
1b- Esperienze e competenze da mettere a frutto in avvenire
Attualmente siamo costretti ad abbandonare la sede di San Giuliano Milanese in cui operiamo
dal 1996. Tuttavia siamo certi che questo trasferimento si tradurrà in un’occasione di crescita per
la nostra iniziativa e in un servizio per l’Ente che ci vorrà ospitare.
Ecco perché:

Abbiamo maturato un’esperienza ultraventennale nel settore della vivaistica ambientale e
della conservazione della biodiversità propagando centinaia di migliaia di piante. Siamo
quindi in grado di collaborare con le aziende agricole del territorio allo sviluppo, alla
valorizzazione e alla comunicazione dei servizi ecosistemici che nelle nostre realtà sono un
elemento fondamentale del contributo dell’agricoltura al benessere generale;

Attualmente sono presenti nel Vivaio ProNatura migliaia di piante: nell’agosto del 2014 ne
abbiamo censite 25.000 appartenenti a 190 diverse specie, che possono diventare in pochi
giorni un Orto botanico di flora lombarda, motivo di attrazione e di istruzione per gli abitanti
di un vastissimo circondario;
 Abbiamo al nostro attivo interventi di educazione ambientale rivolta agli studenti e alla
cittadinanza;
 Proponiamo un modello di approccio sostenibile alla realizzazione e gestione di aree verdi
e sostenibile da diversi punti di vista. Dal punto di vista economico, nel progetto che
implementiamo siamo noi stessi - cittadini volontari - a ideare i contenuti del Centro di
Cultura Botanica con il sostegno di competenze scientifiche istituzionali pure volontarie, cioè
senza costi di progettazione, e siamo noi stessi a produrre e a fornire le piante e a curare la
manutenzione senza gravare sul bilancio pubblico. In secondo luogo, l’area verde che
proponiamo è sostenibile anche perché multifunzionale: infatti alla consueta fruibilità per il
tempo libero e la salubrità dell’aria unisce quella scientifica e didattica.
Tuttavia, la
sostenibilità più significativa è quella che riguarda l’ambiente. Le piante utilizzate sono native
della Lombardia quindi frugali e soprattutto sono protagoniste esse stesse della
conservazione della biodiversità. Infine, i nostri metodi di lavoro basati sull’agricoltura
3
biologica non hanno impatti negativi sull’ambiente, anzi lo migliorano popolandolo di uccelli e
farfalle attirati dalle nostre piante;
 Collaboriamo al reinserimento di persone in difficoltà, considerato che da oltre 10 anni
coinvolgiamo nella nostra attività detenuti dentro le mura di San Vittore e persone delle fasce
sociali deboli inviate dal Comune di Milano e da altri Enti a svolgere tirocinio presso il vivaio di
San Giuliano. Per questo impegno abbiamo ricevuto nel 2002 il premio nazionale “L. Tavazza”
dalla Fondazione Italiana per il Volontariato;
 Offriamo alla popolazione opportunità di volontariato, in altre parole siamo strumento di
animazione civile e di educazione alla cittadinanza attiva.
2 - LA PROPOSTA.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------CENTRO DI CULTURA BOTANICA allestito e gestito ad opera del Volontariato e costituito da:
a- Orto Botanico di flora/habitat lombardi organizzato secondo un approccio vegetazionale,
b- Vivaio ProNatura di piante autoctone di ecotipo locale,
c- Scuola di Botanica per l’organizzazione di corsi, seminari, conferenze, mostre.
2a- L’Orto Botanico
Quanto a Orti Botanici, non si può certo dire che la Lombardia sia a livello europeo. La superficie
degli Orti Botanici di pianura e a portata di mano dei cittadini di Bergamo, Pavia, Milano assomma
appena a 30.000 metri quadrati, mentre per esempio la sola Basilea dedica al suo Orto Botanico
135.000 metri quadrati e Berlino ben 400.000!
L’Associazione per i Vivai ProNatura si offre di allestire un nuovo Orto Botanico, complementare
a quelli esistenti, che descriva il patrimonio floristico della regione secondo un approccio
vegetazionale: un Orto botanico didattico basato sulla costruzione di mini-habitat riproducenti i
principali ambienti naturali della Regione. Le piante immesse saranno quelle propagate nel Vivaio
ProNatura, in gran parte già disponibili a costo zero.
Di seguito è riportata una tabella relativa alle piante che potrebbero essere immediatamente
inserite, divise per ambiente, secondo la proposta di organizzazione e con l’indicazione
approssimativa dello spazio occupato.
Detto spazio, di mq 3.000, è da intendersi come quello
strettamente necessario alla messa a dimora delle piante. A questo si deve aggiungere lo spazio
necessario alla fruizione dell’Orto Botanico, che deve necessariamente comprendere una rete di
4
sentieri, oltre ad aree di sosta attrezzate e munite di pannelli divulgativi. Pertanto la superficie
totale occupata dall’Orto Botanico potrebbe essere secondo questa ipotesi di circa mq 20.000.
n.
sesto
esemplari d'impianto
1) AIUOLA con Paeonia officinalis
Paeonia officinalis
dimensioni:
spazio occupato
mq
50
1,2
72
72
15
3
15
6
4
10
10
0,6
1
0,6
1
1
1
1,8
5,4
3
5,4
6
4
10
32,4
66,2
2) AIUOLA con Rose (montane e planiziali)
Rosa pendulina
Rosa arvensis
Rosa pimpinellifolia
Rosa rubrifolia
Rosa sempervirens
Rosa gallica
Rosa canina
Dimensioni
3) AIUOLA con Bulbose di interesse
conservazionistico (conservazione ex-situ)
Gladiolus italicus
Gladiolus palustris
Iris sibirica
Iris graminea
Tulipa sylvestris
Allium insubricum/Allium angulosum
Dimensioni
50
50
50
50
30
50
4) AIUOLA con Perenni dei prati aridi magri
planiziali
Dianthus carthusianorum
Dianthus armeria
Armeria plantaginea
Scabiosa columbaria
Stachys recta
Teucrium chamaedrys
80
60
80
30
50
30
5
2
2
2
2
2
2
12
Carduus nutans
Lychnis viscaria
Dictamnus albus
Silene vulgaris
Sanguisorba minor
(Polygonatum odoratum)
Dimensioni
30
80
30
30
10
20
5) QUERCETO SEMPREVERDE
MEDITERRANEO
Laurus nobilis
Myrtus communis
Phyllirea angustifolia
Pistacia lentiscus
Pistacia terebinthus
Pyrus amygdaliformis
Quercus frainetto
Quercus ilex
Quercus macrolepis
Quercus suber
Quercus trojana
Viburnum tinus
Acer monspessulanum
Arbutus unedo
Asparagus acutifolius
Smilax aspera
Dimensioni
4
10
4
6
6
4
6
4
6
4
2
3
6
2
2
1
2
2
2
2
2
3
2
3
3
3
2
16
10
16
24
24
16
24
36
24
36
18
27
24
4
299
6) QUERCETO TERMOFILO SUBMEDITERRANEO
Quercus pubescens
Crataegus laevigata
Paliurus spina-christi
Acer opulifolium
Colutea arborescens
Cotinus coggygria
Juniperus communis
Mespilus germanica
Ostrya carpinifolia
Pyrus pyraster
Sorbus aria
Sorbus torminalis
Spartium junceum
Clematis recta
Prunus spinosa
6
3
8
6
5
3
6
5
4
4
8
10
6
5
2,5
2
3
2
2
2,5
2,5
2,5
1
1
2
75
50
24
45
12
24
31,25
25
25
8
10
24
20
3
0,6
5
7,2
75
Ligustrum vulgare
Ruscus aculeatus
Dimensioni
7) QUERCETO ACIDOFILO PLANIZIALE
Quercus petraea
Carpinus betulus
Malus sylvestris
Fraxinus excelsior
Pinus sylvestris
Populus tremula
Frangula alnus
Salix rosmarinifolia
Betula alba
Calluna vulgaris
Asphodelus albus
Teucrium scorodonia
Dimensioni
8) FAGGETA PREALPINA
Fagus sylvatica
Acer pseudoplatanus
Sorbus aucuparia
Laburnum anagyroides
Lonicera coerulea
Lonicera xylosteum
Solidago virga aurea
Rosa pendulina
Aquilegia spp
Fragaria vesca
Dimensioni
9) ARBUSTETO RUPESTRE PREALPINO
Pinus mugo
Amelanchier ovalis
Cotoneaster integerrimus
Sorbus aria
Rhamnus saxatilis
Sorbus aucuparia
Prunus brigantina
Iris cengialti
Dianthus barbatus
3
15
5
0,6
75
5,4
366,85
8
6
3
6
4
4
6
15
3
25
3
3
4
4
4
3
1
1
3
0,3
72
54
48
96
64
36
6
15
27
2,25
1
1
422,25
8
3
4
8
12
3
8
8
30
50
3
3
2
1
1
1,5
0,6
1
0,3
0,2
72
27
16
8
12
6,75
2,88
8
2,7
2
157,33
15
15
15
3
10
4
3
1,5
1
1
1,5
1
2
2
33,75
15
15
6,75
10
16
12
200
0,4
32
1
7
Dimensioni
141,5
10) ARBUSTETO DI GRETO FLUVIALE
Hippophae rhamnoides
Sambucus ebulus
Salix eleagnos
Dimensioni
50
6
35
1,5
1,5
1,5
112,5
13,5
78,75
204,75
11) ZONA UMIDA (gradiente dalle piante immerse nello stagno sino al bosco mesofilo)
Sagittaria sagittifolia
Nimphaea alba
Marsilea quadrifolia
Nuphar luteum
dimensioni specchio acqua
Carex elata
Carex flava
Carex otrubae
Carex pendula
Carex pseudocyperus
Carex sylvatica
Senecio paludosus
Iris pseudacorus
Leucojum aestivum (campanello estivo)
Lysimachia vulgaris
Lythrum salicaria
dimensioni fascia erbacea igrofila intorno allo
specchio d'acqua
Salix cinerea
Alnus glutinosa
Viburnum opulus
dimensioni fascia arbustiva intorno alle erbe
igrofile
50
2
2
60
50
30
50
50
50
12
50
20
50
100
10
10
20
1,5
2
1
22,5
40
20
82,5
12) QUERCO-CARPINETO PLANIZIALE
Salix alba
Populus nigra
Populus alba
Ulmus minor
Crataegus monogyna
Rhamnus cathartica
Euonymus europaeus
3
5
4
6
8
15
10
8
2,5
3,5
3,5
3
3,5
1
1
18,75
61,25
49
54
98
15
10
Quercus robur
Carpinus betulus
(Polygonatum multiflorum)
Convallaria majalis
Dimensioni
20
6
2
5
80
150
536
Totale spazio occupato dagli allestimenti
(sentieri e aree di servizio esclusi)
mq 3000 circa
L’Orto Botanico verrebbe realizzato dall’Associazione per i Vivai ProNatura, organizzando il
volontariato reclutato soprattutto nel bacino di utenza locale. L’Associazione si avvale inoltre della
collaborazione di borsisti, persone a rischio di emarginazione sociale, inviati in tirocinio
orientativo-formativo dagli enti preposti. I volontari impegnati nella propagazione delle piante
saranno coadiuvati a distanza anche da un gruppo di detenute, allieve del corso di vivaistica
gestito dall’Associazione nella piccola serra intramoenia del carcere di San Vittore. Un ulteriore
aiuto alla gestione del Centro di Cultura Botanica può giungere dal ricorso a volontari in Servizio
Civile e ad accordi con i Dipartimenti di Scienze Naturali, Biologia e Agraria delle Università di
Milano e Pavia per l’invio di studenti in formazione, con il conseguente riconoscimento di crediti
formativi universitari (CFU).
2b- Il Vivaio ProNatura
Il Vivaio ProNatura opera da 27 anni in difesa della biodiversità producendo piante autoctone
native della Lombardia destinate ad interventi di rinaturazione, ingegneria naturalistica e urban
ecology.
Affiancato all’Orto Botanico, il Vivaio assumerebbe nuova importanza, sia per la propagazione
delle specie da inserire in Orto, ma anche per l’educazione ambientale, evidenziando nella pratica
quanto impegno e quanto tempo siano necessari per restituire alla natura i suoi componenti
arborei ed erbacei che con tanta leggerezza vengono distrutti. Il Vivaio ProNatura avrà quindi un
ruolo educativo, oltre a quello conservazionistico attuato con la propagazione delle specie a
rischio di scomparsa e a quello didattico-scientifico derivante dalle nozioni floristiche e
vegetazionali, nonché dalle conoscenze acquisite sulle diverse specie attraverso la pratica di
coltivazione.
9
L'attività vivaistica comporta le seguenti operazioni:
1 - Raccolta dei semi
Il reperimento dei popolamenti naturali dai quali procurarsi i semi avviene sulla base di: a – ricerche
bibliografiche, b - contatti con naturalisti esperti delle varie zone o dislocati sul territorio, c - esplorazione
di ambienti naturali, alla ricerca, per una data specie, di popolazioni spontanee (non derivate da
rimboschimenti), di una certa consistenza ed esenti da patologie. La raccolta dei frutti avviene al giusto
punto di maturazione, da piante adulte e seguendo criteri che garantiscano un campione il più possibile
rappresentativo del pool genico presente nella popolazione.
2 - Trattamenti dei semi
I frutti raccolti vengono portati in laboratorio, ne vengono estratti i semi con metodi artigianali e i semi
estratti vengono essiccati e conservati. A tempo debito i semi sono sottoposti a trattamenti per superare la
dormienza e predisporli alla germinazione. Tali trattamenti - consistenti in bagni acidi e/o alcalini, in bagni
ad alta temperatura, in scarificazione o fessurazione dei tegumenti, in stratificazione in sabbia umida e a
temperature prefissate - variano da specie a specie sulla base di quanto riportato in letteratura o di
sperimentazioni originali.
Obiettivo dei trattamenti è di ottenere per comodità di coltivazione la germinazione contemporanea di tutti
i semi, contro la strategia della natura che spesso comporta una germinazione scaglionata su diversi anni.
Tutte le notizie relative ai vari lotti vengono registrate su schede.
3 - Semina
Al momento opportuno - fine inverno, primavera o anche autunno - si procede alle semine. Utilizzando un
terriccio leggero e poroso, si semina in cassette di polistirolo espanso, con una densità che dipende dalla
capacità germinativa del seme. Dopo l'emissione di alcune foglie, la plantula viene ripicchettata in
contenitore singolo. Per il riempimento dei contenitori con terriccio si usa una macchina invasatrice.
4 - Allevamento delle piante
Una volta ripicchettati i semenzali in contenitori singoli, tali contenitori vengono raggruppati in ceste tipo
ortofrutta, e queste poste in fila su aiuole, opportunamente isolate dal terreno per mezzo di strisce di
tessuto non tessuto. Le cure principali da prestarsi alle piante in crescita consistono nell'irrigazione
automatica, nel diserbo manuale (scerbatura) dei contenitori, nella concimazione di tipo organico. La difesa
fitopatologica avviene nel rispetto dell'ambiente. Dopo un anno può rendersi necessario un rinvaso per le
specie a più rapido sviluppo, ma più frequentemente le piante restano nello stesso contenitore per due
anni.
2c- Scuola di Botanica
Presso il Centro di Cultura Botanica si svolgeranno anche attività teoriche, attraverso corsi,
seminari, conferenze, mostre, sui temi della flora e delle vegetazioni. Sarà una scuola dedicata alla
diffusione della cultura botanica sia ambientale (biodiversità, sostenibilità, relazioni pianteambiente), sia applicata (raccolta dei semi, loro trattamento, propagazione, introduzione/
rafforzamento di popolazioni, rinaturazione, interventi di incremento della biodiversità anche in
ambito urbano).
3- SPAZI NECESSARI.
10
3a- Orto Botanico
Come sopra specificato, una superficie di mq 20.000 sarebbe necessaria per realizzare l’insieme
degli ambienti, delle aiuole ostensive e degli spazi di servizio.
3b- Vivaio ProNatura
Necessita di circa 8000 mq di terreno, comprese le strutture di appoggio. Il terreno, attrezzato
con impianto di irrigazione, sarebbe così organizzato:
 aiuole isolate dal terreno per la coltivazione in contenitore;
 aiuole per la coltivazione in piena terra di erbacee rare, finalizzata alla produzione di seme;
 ombrario per specie sciafile o in generale per le piante di un anno;
 vasche per igrofite e acquatiche;
 serra con impianto di condizionamento.
3c- Scuola di Botanica
Potrebbe usufruire di spazi esterni.
3d- Sede sociale e strutture di appoggio del vivaio
I locali necessari e altri spazi coperti, in cui ospitare le funzioni evidenziate nello schema allegato
sub 8 e qui sotto elencate, occuperebbero una superficie ottimale di mq 150.
 sede sociale e ufficio,
 laboratorio per estrazione e trattamento dei semi, con lavello, frigoriferi e cappa aspirante,
 biblioteca con saletta di consultazione,
 servizi igienici e spogliatoio,
 area coperta e climatizzata per le lavorazioni (semine, ripicchettamenti, rinvasi) con
macchina invasatrice e banchi da lavoro (contigua alla serra),
 rimessa per piccole macchine (motocoltivatore, falciatrice, rasaerba e altre attrezzature
agricole),
 magazzini e tettoie per materiali (terricci, fertilizzanti organici, vasi, mastelli e contenitori
vari, canne e tutori, reti ombreggianti, stuoie isolanti, cassette di plastica, seminiere di
polistirolo, archetti di ferro e altre protezioni temporanee, tubi e giunti, indumenti da lavoro,
attrezzi a mano, ecc.);
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4 - TEMPI E FASI.
Le diverse fasi connesse all’implementazione del Centro di Cultura Botanica sono:
4a- Il trasferimento della sede dell’Associazione dovrebbe avvenire nel periodo autunnale, a
partire da settembre, in modo da poter organizzare immediatamente la messa a dimora di un
primo nucleo di piante nell’Orto Botanico (v. 4c) e allestire le strutture di appoggio e le aiuole di
coltivazione del Vivaio.
4b- Trasferimento del Vivaio. Liquidata l’eccedenza, le piante che costituiscono il patrimonio
dell’Associazione, sia per fini conservazionistici sia per la produzione di seme, potranno essere
trasferite durante il riposo della vegetazione, cioè in autunno-inverno, non appena terminato
l’allestimento della nuova location. L’impegno relativo deve necessariamente concludersi al più
tardi nella primavera successiva, quando dovrà essere prontamente allestito l’impianto di
irrigazione.
4c- Realizzazione dell’Orto Botanico. Il progetto esecutivo e la delimitazione degli spazi devono
essere immediatamente effettuati e seguiti dalla messa a dimora di almeno un centinaio di grandi
esemplari allevati in contenitore. Nel corso della successiva primavera saranno messi a dimora
altri esemplari e un numero maggiore nel corso del secondo autunno. L’Orto Botanico sarà
oggetto di continuo perfezionamento nel corso degli anni.
Ringraziando dell’attenzione, porgiamo i migliori saluti.
Il legale rappresentante
(dott.agr. Franco Rainini)
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ALLEGATO 4