EUROPA - Enterprise - Best Project on Restructuring, Bankruptcy
Transcript
EUROPA - Enterprise - Best Project on Restructuring, Bankruptcy
PROGETTO BEST "RISTRUTTURAZIONI, FALLIMENTI E NUOVO INIZIO" RAPPORTO DI SINTESI Settembre 2003 Avviso legale Il progetto è stato realizzato da esperti nominati dalle autorità degli Stati membri, dei paesi candidati all'adesione e della Norvegia nell'ambito della procedura Best della Direzione generale "Imprese" della Commissione europea. Sebbene i lavori siano stati effettuati sotto la guida di funzionari della Commissione, le opinioni espresse nel presente documento non rappresentano necessariamente l'opinione della Commissione europea. Riproduzione autorizzata con indicazione della fonte. Per ulteriori informazioni: Commissione europea Direzione generale "Imprese" Unità B.1 B-1049 Bruxelles Fax: +32-2-296 62 78 E-mail: [email protected] http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/index. htm http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/failure _bankruptcy/index.htm 1 SINTESI Il gruppo di esperti "Ristrutturazioni, fallimenti e nuovo inizio'' è stato istituito nel 2002 con l'incarico di partecipare ad una valutazione comparativa presieduta dalla Commissione. Esso consiste di esperti provenienti da 14 Stati membri, da 7 paesi candidati e dalla Norvegia e costituisce l'iniziativa centrale dell'omonimo progetto Best. In cinque riunioni sono stati discussi i seguenti quattro temi chiave: • • • • Allarme precoce Disposizioni giuridiche Nuovo inizio Atteggiamenti sociali Per quanto riguarda il primo punto, le discussioni si sono incentrate sull'esistenza di meccanismi di allarme precoce e sulla prevenzione dell'insolvenza. Il successo in questa fase può dipendere dal precoce riconoscimento delle difficoltà e dalla divulgazione di informazioni. E' importante anche che l'aiuto offerto abbia costi accessibili, poiché con ogni probabilità un'impresa in difficoltà finanziarie non può permettersi consulenze potenzialmente costose. La disponibilità di procedure consolidate di ristrutturazione e di salvataggio è determinante. Le disposizioni giuridiche dovrebbero prevedere la possibilità di ristrutturare l'azienda. Molte procedure di salvataggio non hanno successo: le ragioni sono, tra l'altro, la mancanza di informazioni sulla loro esistenza, alte soglie per accedervi, l'impatto negativo che la divulgazione dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria può avere sull'attività dell'impresa e quindi sull'efficacia del processo, i costi, l'eccessivo grado di protezione di cui certi gruppi di creditori possono beneficiare durante la procedura, come pure la competenza e l'efficienza amministrativa dei tribunali competenti. In una certa misura, le disposizioni giuridiche possono costituire un vero impedimento per un nuovo inizio. Gli imprenditori insolventi di solito traggono utili insegnamenti dai loro errori e possono avere maggior successo in futuro1. La possibilità di proseguire un'attività o di avviare una nuova impresa è influenzata sia dalle conseguenze generali del fallimento sia dal discredito e dalle restrizioni a cui sono sottoposti gli imprenditori assoggettati a procedure di fallimento. Attualmente non c'è alcuna distinzione tra imprenditori falliti senza colpa e imprenditori falliti per loro colpa. Inoltre non viene dato sufficiente rilievo, con riguardo al loro trattamento, agli avvenimenti nei casi specifici. Un trattamento proporzionato e appropriato di 1 Secondo un'analisi del Boston Consulting Group presentata durante il seminario organizzato dalla Commissione europea insieme al ministero olandese dell'Economia a Noordwijk, nei Paesi Bassi, il 10 e 11 maggio 2001, gli imprenditori insolventi di solito traggono utili insegnamenti dai loro errori e in seguito hanno maggior successo. -3- ciascun imprenditore permetterebbe di evitare di gettare il discredito sugli imprenditori insolventi senza colpa, associandoli agli insolventi fraudolenti. Da ultimo ma non meno importante, le discussioni del gruppo di esperti si sono incentrate sulla possibilità di cambiare gli atteggiamenti sociali negativi nei confronti dell'insolvenza. Le norme in materia possono influenzare i giudizi della società sull'insolvenza e sul discredito ad essa legato. In linea di principio gli ambienti finanziari ed economici, al contrario dei consumatori e dell'opinione pubblica, non giudicano come eccessivamente disonorevole una situazione di insolvenza delle imprese. 2 2.1 IL CONTESTO Contesto generale Nel 2000, il Consiglio europeo di Lisbona ha fissato l'obiettivo di fare dell'Europa entro il 2010 l'economia più competitiva e dinamica del mondo basata sulla conoscenza. La Commissione ha ricevuto il mandato di agire mediante il metodo di coordinamento aperto, mirante ad aiutare gli Stati membri a sviluppare le loro politiche. Questo metodo consiste nell'elaborare indicazioni per raggiungere risultati specifici entro un periodo determinato, da attuare nelle politiche nazionali e regionali fissando obiettivi specifici e adeguando i provvedimenti alle realtà locali. La Carta europea per le piccole imprese approvata durante il Consiglio europeo di Feira nel giugno 2000 ritiene "che l'assunzione responsabile di iniziative e di rischi comporti insuccessi, che devono essere considerati principalmente un'occasione di apprendimento''. In quell'occasione è stata richiesta una valutazione delle disposizioni nazionali in materia di fallimento tenendo conto delle buone prassi. La DG Imprese ha concepito una metodologia nota come procedura Best, basata su tale metodo di coordinamento aperto. Essa consiste nel valutare le questioni giudicate essenziali per il conseguimento dell'obiettivo di Lisbona e comprende la definizione di indicatori di rendimento, valutazioni comparative e obiettivi operativi per un miglioramento. "Ristrutturazioni, fallimenti e nuovo inizio'' è uno dei progetti della procedura Best promossi nel 2002 2.2 Contesto specifico Nel 2001, a Noordwijk (Paesi Bassi), la Commissione ha organizzato, in collaborazione con il ministero olandese dell'Economia, un seminario sull'insolvenza delle imprese per scambiare buone pratiche e individuare i punti chiave necessitanti un ulteriore approfondimento. Le prime conclusioni del seminario sono state raccolte in una breve relazione e sintetizzate nell'opuscolo "Lo sapevate?". La guida "Aiutare le imprese a superare le difficoltà finanziarie" contiene alcuni esempi di buone pratiche presentati al seminario di Noordwijk. La Commissione europea ha promosso lo studio "Fallimento e nuovo inizio: discredito dovuto all'insolvenza e conseguenze giuridiche del fallimento'' per -4- raccogliere dati sulle conseguenze giuridiche e sociali dell'insolvenza. Sulla base degli indicatori provvisori emersi da questo studio, il gruppo di esperti ha scelto indicatori e punti di riferimento definitivi. Lo studio confronta inoltre gli ordinamenti giuridici degli Stati membri dell'UE e degli Stati Uniti per individuare gli elementi operativi che consentono di raggiungere il rendimento di riferimento e individuare gli esempi di prassi ottimali. 3 CONCLUSIONI. RACCOMANDAZIONI Una volta eseguita la valutazione, il gruppo di esperti ha presentato le seguenti raccomandazioni. 3.1 Allarme precoce 3.1.1 Riconoscimento precoce: il ruolo della consulenza esterna Talvolta gli imprenditori fanno fatica ad ammettere che la loro impresa versa in difficoltà finanziarie. A questo punto è determinante una consulenza esterna (commercialisti, autorità, banche, ecc.). La consulenza esterna consente all'impresa di analizzare la situazione con maggiore obiettività e la incoraggia ad avviare tempestivamente le azioni appropriate. Senza dubbio sarebbe utile per tutti disporre di una definizione giuridica del significato di "in difficoltà". La definizione potrebbe riferirsi ai casi in cui si ritiene che un'impresa sia "in difficoltà" oppure specificare le informazioni "tecniche" (ovvero contabili e finanziarie) da osservare valutando la situazione dell'impresa. Per quanto riguarda i debitori che nutrono dubbi sulla loro capacità o meno di continuare a far fronte alle proprie obbligazioni, si dovrebbe raccomandare loro vivamente di rivolgersi ad un consulente esterno non appena possibile. A tal fine potrebbe essere utile anche un elenco di indicatori d'allarme. L'accesso alle informazioni dovrebbe essere gratuito e semplice per gli imprenditori. 3.1.2 Informazioni: opzioni La consulenza in una fase iniziale dovrebbe anche permettere al debitore di conoscere le diverse opzioni di cui dispone. Gli imprenditori opportunamente informati potrebbero quindi adottare le misure necessarie in tempo utile. Le autorità nazionali dovrebbero instaurare un sistema che permetta agli imprenditori di chiedere consulenze e promuovere la riorganizzazione tramite programmi in collaborazione con le Camere di commercio, il registro delle imprese o enti simili. Inoltre sarebbe auspicabile offrire a imprenditori e imprese la possibilità di ottenere informazioni da tribunali o da altri registri in modo da individuare le imprese in difficoltà e fornire loro assistenza. 3.1.3 Strumenti informativi interni. Registri La contabilità e gli altri strumenti informativi, oltre a rappresentare un mezzo di controllo esterno sull'impresa, dovrebbero fornire informazioni sulla situazione -5- finanziaria dell'impresa stessa. La legislazione in questo campo dovrebbe promuovere le informazioni che aggiungono valore a quelle già esistenti. Inoltre, gli strumenti informativi non dovrebbero essere onerosi, per non sovraccaricare gli imprenditori con nuovi obblighi. Si dovrebbero rimuovere le barriere al libero accesso alle informazioni contenute nei registri pubblici. 3.1.4 Corsi di formazione Si dovrebbe fornire una formazione specifica non solo ai nuovi imprenditori ma anche ai consulenti esterni delle imprese (revisori dei conti, commercialisti, consulenti, ecc.). È auspicabile che i consulenti esterni si aggiornino e, laddove necessario, che il loro operato sia regolato da apposite norme. I nuovi imprenditori possono avere bisogno di indicazioni sul modo in cui organizzare e condurre un'impresa. La formazione e lo sviluppo sono necessari durante l'intera durata di un'impresa. I corsi potrebbero costituire una occasione per incoraggiare gli imprenditori a valutare regolarmente la posizione finanziaria della loro impresa. La partecipazione ai corsi di formazione potrebbe essere maggiormente stimolata dall'eventuale presenza di incentivi. 3.2 Disposizioni giuridiche 3.2.1 Gestori di crisi Una soluzione potrebbe consistere nel promuovere l'intervento di esperti nella gestione di crisi, mandatari ad hoc o altri esperti simili, qualificati ad assistere le imprese in difficoltà. Il loro intervento proteggerebbe non solo gli interessi dei creditori, ma anche i diritti dell'imprenditore. La legge potrebbe stabilire chi deve farsi carico dei loro onorari. La riservatezza degli interventi potrebbe essere un vantaggio in quanto l'imprenditore eviterebbe di essere discreditato, ma questo va bilanciato con l'esigenza di trasparenza. 3.2.2 Le imprese dovrebbero essere incoraggiate a prendere provvedimenti in tempo utile Prendere provvedimenti tempestivi può aumentare notevolmente le possibilità di salvare un'impresa in difficoltà finanziarie. La legislazione dovrebbe quindi incoraggiare i debitori ad avviare la procedura d'insolvenza non appena prevedono di non essere più in grado di far fronte ai loro debiti. I debitori che agiscono tempestivamente potrebbero beneficiare di incentivi (penali ridotte, accordo più semplice...) che promuovono l'avvio di azioni in tempo utile. 3.2.3 Semplificazione delle procedure esistenti Data la complessità delle procedure di insolvenza, di norma si rende necessaria in tutte le loro fasi la guida di consulenti esterni specializzati. Per garantirne il successo e promuoverle, tali procedure dovrebbero essere più semplici e più rapide; anche per -6- salvaguardare il valore degli attivi dell'impresa nelle procedure di liquidazione occorre agire tempestivamente. 3.2.4 Accesso alle procedure di ristrutturazione Taluni Stati membri potrebbero ridurre le soglie di accesso alle procedure di ristrutturazione. Per rendere le procedure più accessibili ci si dovrebbe limitare, per quanto riguarda le condizioni di accesso, alla situazione di insolvenza e alla possibilità di ristrutturare. Più la normativa in materia di insolvenza è prevedibile, maggiore è l'interesse verso la ricerca di una soluzione. Tuttavia, la ristrutturazione non è sempre attuabile. Sul mercato nascono nuove imprese, mentre altre tra quelle esistenti scompaiono. Le imprese non in grado di sopravvivere devono essere liquidate il più presto possibile e in modo organizzato, prendendo in considerazione gli interessi di tutti i creditori. 3.2.5 Costi Semplificando le procedure di salvataggio si potrebbero ridurre i loro costi. I costi rappresentano talvolta infatti un ostacolo. 3.2.6 Controllo delle informazioni da comunicare Durante il processo di riorganizzazione il debitore deve fornire numerose informazioni (per esempio, piano di risanamento). Il controllo di queste informazioni da parte di terzi competenti in materia, nominati dal tribunale o approvati dai creditori, potrebbe aumentare la fiducia dei creditori nei confronti del loro debitore. Questa figura neutrale potrebbe costituire uno dei "terzi" citati nelle procedure, in modo da non aumentare i costi di tali procedure. 3.2.7 Sezioni dei tribunali specializzate nell'insolvenza La competenza in materia di insolvenza non dovrebbe essere assegnata a tutti i tribunali (e Corti d'appello), ma soltanto a sezioni specializzate di un ristretto numero di essi. Il tribunale fallimentare dovrebbe essere presieduto da giudici specializzati in materia. 3.2.8 Grado di protezione nei confronti dei creditori durante le procedure Le procedure di ristrutturazione possono sfociare in un accordo definitivo nel quale tutti i creditori dovrebbero ricevere la stessa considerazione; gli interessi predominanti sarebbero la continuità di occupazione per il personale necessario e la sopravvivenza dell'azienda. Inoltre, lo stesso interesse potrebbe giustificare la sospensione temporanea dell'esecuzione di talune azioni e di taluni obblighi. Al contrario, la distinzione tra creditori garantiti e non garantiti sarebbe sempre pertinente nelle procedure di liquidazione. -7- 3.3 Nuovo inizio 3.3.1 Campagna di promozione di un "nuovo inizio" L'imprenditore in difficoltà e quello dichiarato fallito appaiono discreditati (in particolare agli occhi dell'opinione pubblica). In Europa occorre pertanto promuovere una campagna che illustri i vantaggi di un nuovo inizio e di una nuova attività imprenditoriale. Nei paesi latini, i termini `fallimento' (`faillite', 'quiebra', ecc.) possiedono una connotazione negativa. 3.3.2 Riduzione degli effetti infamanti del fallimento: distinzione tra insolventi fraudolenti e non fraudolenti Si dovrebbe distinguere in modo chiaro tra i provvedimenti applicabili ai fallimenti senza colpa e quelli applicabili ai casi di bancarotta fraudolenta. Operando tale distinzione si potrebbe migliorare l'atteggiamento dei terzi nei confronti del debitore. I debitori non fraudolenti non sarebbero discreditati associandoli a quelli fraudolenti. 3.3.3 Riduzione degli effetti disonorevoli del fallimento: restrizioni, esclusioni o proibizioni Alcuni legislatori creano situazioni di discredito imponendo ai debitori varie restrizioni, esclusioni o proibizioni automatiche. Questi provvedimenti sono spesso antiquati e inutili e nuocciono all'immagine di un imprenditore onesto insolvente, per esempio, a causa di una crisi economica o di una malattia. I provvedimenti e/o una normativa inadeguati gettano di solito discredito. 3.3.4 Estinzione tempestiva dei debiti per insolventi non fraudolenti L'estinzione tempestiva dei debiti rimanenti è determinante per promuovere un nuovo inizio e nuove attività imprenditoriali. Poiché, in una certa misura, essa implica un trattamento discrezionale, l'estinzione dovrebbe essere soggetta a determinati criteri (per esempio - accordo dei creditori, ove possibile pagamento di parte dei debiti, esame della condotta del debitore o della collaborazione con il curatore e dichiarazione completa di attivi e passivi). Essa potrebbe essere esclusa per alcuni debiti: spetterà alla legislazione nazionale stabilire quali2. Comunque, agli insolventi fraudolenti dovrebbe essere applicata una normativa più dura e restrittiva. 3.4 Discredito 3.4.1 Pubblicizzare la sentenza che dichiara "giustificabile" il debitore La dichiarazione dell'ente competente o del tribunale che una insolvenza è giustificabile dovrebbe essere resa pubblica gratuitamente. Anche se la decisione di avviare le procedure di fallimento è cancellata, ad esempio, dal sito in cui era precedentemente apparsa, ne rimarranno sempre tracce (per esempio, stampa della 2 I provvedimenti dovrebbero essere conformi alla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. -8- pagina). Ecco perché è importante pubblicizzare la dichiarazione secondo la quale il fallimento di un imprenditore è giustificabile, certificandolo quindi non colpevole di cattiva gestione. 3.4.2 Conoscenza generale dei concetti di fallimento/insolvenza Il concetto di insolvenza e le sue conseguenze sono poco conosciuti dall'opinione pubblica, mentre gli ambienti economici e finanziari ne hanno una conoscenza più approfondita. Lo sviluppo di programmi di informazione e di istruzione sul tema del fallimento potrebbe contribuire a ridurre il discredito che l'insolvenza getta su un'impresa. I mezzi di comunicazione dovrebbero essere consapevoli del danno che l'uso improprio di informazioni sui fallimenti può causare all'economia. 3.4.3 Agire nei confronti di imprese in difficoltà finanziarie Gli ostacoli che impediscono ad un'impresa in difficoltà di proseguire la propria attività provengono solitamente dai partner commerciali, dai finanziatori, dai creditori (che in genere richiedono garanzie) e dai consumatori (che preferiscono fare i loro acquisti altrove). Ma è proprio sul sostegno costante dei partner commerciali, dei finanziatori, dei creditori e dei consumatori che un'impresa deve poter contare per evitare il fallimento3. È essenziale pertanto comprendere come ottenere il sostegno di tutte le parti interessate. In caso di fallimento, va garantita la loro partecipazione o l'attenzione ai loro interessi nelle procedure, in quanto in mancanza di un loro coinvolgimento o della loro informazione è improbabile che esse forniscano un aiuto. 3.4.4 Promuovere un nuovo inizio Le autorità nazionali dovrebbero promuovere la nuova partenza delle imprese fallite, autorizzandole a intraprendere una nuova attività senza ostacoli e restrizioni. In genere gli imprenditori insolventi traggono insegnamenti dai loro errori e in seguito hanno maggior successo. Alcuni studi4 attestano che il rinnovamento imprenditoriale comporta una crescita del PIL (prodotto interno lordo), dell'occupazione e della produttività. Pertanto, incoraggiare gli imprenditori dichiarati falliti a ritentare contribuirà positivamente allo sviluppo economico. 3 I provvedimenti dovrebbero essere conformi alla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. Quale ad esempio lo studio del Boston Consulting Group presentato dal Dott. Mei-Pochtler al seminario organizzato dalla Commissione europea insieme al ministero olandese dell'Economia a Noordwijk, nei Paesi Bassi, il 10 e 11 maggio 2001. 4 -9-