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METODI DI MISURA DEL RADON-222 NELLE ACQUE DI RETE: L’ESPERIENZA DI ARPA LOMBARDIA ARPA Lombardia, Dipartimento Provinciale di Milano Via Juvara 22, 20129 Milano, Italia Documento predisposto da: Maurizio Forte, Rosella Rusconi, Giuseppe Abbate, Pietro Badalamenti, Silvia Bellinzona, Maria Teresa Cazzaniga, Giovanni Gadaleta, Silvia Maltese, Michelino Palermo METODI DI MISURA DEL RADON-222 NELLE ACQUE DI RETE: L’ESPERIENZA DI ARPA LOMBARDIA Maurizio Forte, Rosella Rusconi, Giuseppe Abbate, Pietro Badalamenti, Silvia Bellinzona, Maria Teresa Cazzaniga, Giovanni Gadaleta, Silvia Maltese, Michelino Palermo ARPA Lombardia, Dipartimento Provinciale di Milano Via Juvara 22, 20129 Milano, Italia ABSTRACT Il radon indoor è da tempo riconosciuto come un’importante fonte di rischio radiologico. Più recentemente, la raccomandazione della Commissione Europea del 20 dicembre 2001 2001/928/Euratom affronta per la prima volta in modo sistematico anche il problema dell’esposizione della popolazione al radon nell’acqua potabile. La stessa Raccomandazione, nel promuovere il monitoraggio del radon in acqua, auspica contestualmente la definizione di procedure metrologiche adeguate e l’attuazione di programmi di garanzia della qualità. Sono disponibili metodi diversi per la misura del radon in acqua. In ambito internazionale sono stati condotti numerosi studi sia sulle tecniche che sui risultati di campagne di misura estese; anche in Italia sono state effettuate alcune ricerche, e negli ultimi anni sono state promosse le prime iniziative di interconfronto. L’analisi del radon in acqua presenta alcune peculiarità, sia nella fase di campionamento che in quella di misura, dovute alle caratteristiche diffusive del gas. Presso il Dipartimento di Milano di ARPA Lombardia sono stati testati nel corso degli ultimi anni alcuni tra i più diffusi metodi per la misura del radon in acqua: spettrometria gamma ad alta risoluzione, metodo emanometrico con celle a scintillazione e scintillazione liquida. Questa relazione presenta i risultati di queste attività, e si offre come contributo alla discussione in atto sulle tecniche di misura della radioattività nelle acque. 1 INDICE 1. Introduzione 1.1. Caratteristiche del radon 222 1.2. Aspetti sanitari 1.3. Studi in ambito nazionale ed internazionale 1.4. Metodi di analisi: la situazione attuale 2. Misura del radon per scintillazione liquida 2.1. La letteratura scientifica 2.1.1. Principi e metodi 2.1.2. Il prelievo e il trasferimento del campione 2.1.3. Scelta della fiala di scintillazione 2.1.4. Scelta del liquido scintillante 2.1.5. Modalità di conteggio 2.2. Verifiche sperimentali condotte dall’ARPA Lombardia 2.2.1. Materiali e metodi 2.2.2. Confronto sui metodi di prelievo e trasferimento del campione 2.2.3. Confronto tra fiale di scintillazione e tra liquidi scintillanti 2.2.4. Modalità di conteggio e determinazione dell’efficienza 2.2.5. Verifica della ripetibilità del metodo 2.2.6. Analisi delle incertezze 3. Misura del radon per emanometria 3.1. La letteratura scientifica 3.2. Verifiche sperimentali condotte dall’ARPA Lombardia 3.2.1. Materiali e metodi 3.2.2. Taratura del sistema 3.2.3. Verifica della ripetibilità del metodo 3.2.4. Analisi delle incertezze 4. Misura del radon per spettrometria gamma 4.1. La letteratura scientifica 4.2. Verifiche sperimentali condotte dall’ARPA Lombardia 4.2.1. Materiali e metodi 4.2.2. Taratura del metodo e valutazione del fondo 4.2.3. Verifica della ripetibilità del metodo 4.2.4. Analisi delle incertezze 5. Confronto fra le tecniche di misura 6. Conclusioni 7. Bibliografia 2 Appendici 1. Determinazione della concentrazione di attività di 222Rn nelle acque mediante scintillatore liquido 2. Emanometria – Formule utilizzate 3. Spettrometria – Formule utilizzate 3 1. INTRODUZIONE Questa relazione riassume il lavoro svolto presso il Dipartimento di Milano dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia per la messa a punto e la verifica di alcune tecniche di misura del radon 222 in acqua. Questo argomento assume oggi particolare importanza data la crescente attenzione rivolta negli ultimi anni al problema dell’esposizione a sorgenti naturali di radiazione. Per quanto riguarda in particolare l’esposizione al radon nell’acqua potabile, il problema è affrontato anche da un recente documento della Commissione Europea (Unione Europea, 2001) che, nel promuovere il monitoraggio del radon in acqua, auspica contestualmente la definizione di ‘semplici procedure metrologiche per garantire che le misurazioni di radon e dei prodotti di decadimento del radon nell’acqua producano dati affidabili, di qualità adeguata’, e raccomanda che le misurazioni siano ‘effettuate con metodi e attrezzature adeguate che siano stati debitamente calibrati e soggetti a programmi di garanzia della qualità’. Questa relazione si propone di fornire un contributo alla discussione in atto sulle modalità di misura del radon nelle acque potabili sulla base delle esperienze condotte in ARPA Lombardia. Tra le diverse tecniche documentate in letteratura sono stati presi in considerazione i metodi di misura per scintillazione liquida, emanometria con celle a scintillazione e spettrometria gamma. Per ciascuno sono stati riportati in dettaglio i metodi di taratura, campionamento e misura dando conto di tutte le valutazioni sperimentali che hanno portato alla stesura delle procedure operative finali. Viene inoltre discussa la letteratura scientifica relativa alle tre tecniche: la rassegna bibliografica presentata non ha pretese di completezza ma è stata ritenuta utile alla discussione e valutazione delle singole fasi dei tre approcci analitici. Sono state infine paragonate caratteristiche e prestazioni delle tre tecniche anche mediante l’esame dei risultati di interconfronti. 1.1. Caratteristiche del radon 222 Il radon 222 è un gas nobile d’origine naturale, appartenente alla serie radioattiva dell’uranio 238 (Fig. 1), presente in modo ubiquitario ed in quantità relativamente elevate nella crosta terrestre. Si forma per decadimento radioattivo del radio 226, e a sua volta decade rapidamente in altri elementi. Il suo tempo di dimezzamento fisico è di 3,82 giorni ma, data la breve emivita dei suoi immediati discendenti, in circa 4 ore si porta in condizioni di equilibrio secolare con questi ed in particolare con il polonio 218, il piombo 214, il bismuto 214 ed il polonio 214. Oltre al radon, anche i due isotopi del polonio decadono con emissione di radiazione alfa, mentre piombo e bismuto emettono radiazione beta. Il decadimento di un atomo di radon 222 origina quindi l’emissione di tre particelle alfa e due beta. Gli ulteriori discendenti radioattivi del radon (piombo 210, bismuto 210 e polonio 210) non si trovano normalmente in condizioni di equilibrio radioattivo con il progenitore in conseguenza del valore del loro tempo di dimezzamento e/o della loro posizione all’interno della catena di decadimento. Esistono in natura altri isotopi del radon, ed in particolare il radon 220, appartenente alla famiglia del torio 232, e il radon 219, appartenente alla famiglia dell’uranio 235. La loro importanza è tuttavia normalmente trascurabile, data la brevissima emivita del primo (56 secondi) e la ridotta presenza in natura del secondo. Nel seguito di questo documento il termine radon si intenderà riferito al solo radon 222. 4 Fig. 1: Schema di decadimento della serie radioattiva naturale dell’U-238 Da un punto di vista chimico il radon appartiene al gruppo dei gas nobili e, quindi, non ha attitudine alla formazione di legami chimici stabili; questo condiziona sia i suoi meccanismi di diffusione nell’ambiente che il suo comportamento metabolico nell’organismo. Il radon si forma prevalentemente all’interno delle rocce contenenti i suoi precursori, in particolare rocce di origine magmatica come i graniti e i porfidi, e, in parte, diffonde al di fuori del reticolo cristallino sia in seguito al fenomeno di rinculo collegato all’emissione della particella alfa del decadimento del radio 226, sia grazie alle imperfezioni del reticolo stesso. La migrazione del radon all’interno del corpo roccioso è poi favorita dalla presenza di fratture e da meccanismi di trasporto convettivo da parte di altri gas del sottosuolo; poiché si tratta di un gas inerte, si può muovere liberamente attraverso materiali porosi come il terreno o i frammenti di roccia. Quando i pori sono saturi d’acqua, come nel caso del terreno e delle rocce sotto il livello della falda freatica, il radon si dissolve nell’acqua e viene da essa trasportato. Anche se la sua presenza in ambiente è sovente connessa a quella di tracce del suo parente prossimo, il radio 226, la concentrazione di radon nelle acque di falda è normalmente superiore di diversi ordini di grandezza a quella del 226Ra disciolto dal momento che, prevalentemente, non deriva dal decadimento del radio in soluzione quanto dall’emanazione diretta dalle rocce costituenti l’acquifero. L’adsorbimento del radon in acqua è un fenomeno reversibile. Dal momento che il coefficiente di ripartizione acqua/aria del radon è favorevole a quest’ultima, il radon viene infatti anche facilmente desorbito dall’acqua. Si constata ad esempio normalmente che la sua presenza è 5 maggiore nelle acque di falda che in quelle superficiali, che presentano una vasta superficie di scambio acqua/aria. Inoltre trattamenti e manipolazioni dell’acqua effettuate per migliorarne la qualità (oltre che, ovviamente, lo stoccaggio) ne abbattono abitualmente le concentrazioni. D’altro canto, proprio questa stessa facilità di desorbimento fa si che il radon disciolto nell’acqua utilizzata per usi domestici possa contribuire all’aumento di concentrazione del radon indoor in modo, tra l’altro, indipendente dall’ubicazione dei locali (ad esempio il piano). Il coefficiente di trasferimento dall’acqua all’ambiente domestico, in condizioni di uso normale, è stato valutato essere dell’ordine di 10-4, il che significa che una concentrazione di 222Rn in acqua di 10 Bq/kg provoca un aumento di 1 Bq/m3 della concentrazione in aria (Prichard, 1987). In casi particolari, alcuni autori (Asikainen, 1980; Cothern 1986) attribuiscono al rilascio dall’acqua una frazione del 10-15% del radon indoor. 1.2. Aspetti sanitari La presenza di radon disciolto nell’acqua potabile causa esposizione dei tessuti dello stomaco tramite ingestione; studi recenti attribuiscono a questo causa un incremento, anche se molto contenuto, del rischio di tumori allo stomaco (NRC, 1999). La maggior parte del rischio associato alla presenza di radon nell’acqua potabile è comunque dovuto all’inalazione della frazione rilasciata in aria, piuttosto che all’ingestione dell’acqua stessa. Si stima infatti che il coefficiente di trasferimento del radon dall’acqua all’aria indoor sia dell’ordine di 10-4, e che in casi particolari in cui le concentrazioni in acqua sono particolarmente elevate il contributo di questo termine sorgente al radon indoor possa essere non trascurabile. L’esposizione al radon nell’aria degli ambienti confinati ed ai suoi prodotti di decadimento è una delle principali cause di tumore polmonare e rende conto di circa la metà della dose complessiva alla popolazione mondiale (UNSCEAR, 1988), oltre ad essere considerata una delle principali cause di tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta (Bochicchio, 2003). Quando il radon viene inalato, nonostante le sue caratteristiche chimiche non consentano un suo trattenimento stabile da parte del tratto respiratorio, i suoi prodotti di decadimento sono in grado di associarsi sia al particolato atmosferico (formando il cosiddetto aereosol radioattivo) che alle mucose. Nel 1988 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), sulla base di risultati sperimentali su animali e di indagini epidemiologiche su classi di lavoratori particolarmente esposti, come i minatori, classificava il radon e i suoi prodotti di decadimento come cancerogeni di gruppo 1. Di interesse radioprotezionistico è anche lo studio delle concentrazioni di radon cui sono esposti i lavoratori impiegati nelle aziende di imbottigliamento o negli acquedotti pubblici. Queste sono ovviamente correlate, anche se non in modo semplice, alle concentrazioni di radon disciolto in acqua (Trautmannsheimer, 2003). La recente raccomandazione della Commissione Europea del 20 dicembre 2001 2001/928/Euratom (UNIONE EUROPEA 2001) ha risollevato il problema della tutela della popolazione contro l’esposizione al radon nell’acqua potabile dal momento che, come si è detto, questo non solo contribuisce alla dose da ingestione ma può determinare anche un aumento di concentrazione di radon indoor. Le stime sulla dose efficace impegnata annuale assorbita da un adulto per ingestione di acqua contenente 1000 Bq/l di 222Rn variano tra 0,2 e 1,8 mSv, a seconda del consumo annuale di acqua e dei fattori di conversione utilizzati. Inoltre, nella raccomandazione vengono citate ricerche precedentemente condotte dal comitato scientifico delle Nazioni Unite sugli effetti delle radiazioni ionizzanti secondo cui l’uso di un’acqua con concentrazioni di radon di 1000 6 Bq/l aumenta in media la concentrazione di radon indoor di 100 Bq/m3, in accordo con le valutazioni di Prichard precedentemente citate (Prichard, 1987). Considerando sia l’ingestione che l’inalazione, l’uso di questo tipo d’acqua produrrebbe, in termini di dose efficace annuale, lo stesso effetto di un ambiente chiuso con concentrazioni di 200 Bq/m3. In conclusione la raccomandazione afferma che al di sotto di concentrazioni di radon in acqua di 100 Bq/l non devono essere effettuate azioni correttive mentre “non è probabile che l’acqua della rete di distribuzione pubblica o commerciale con una concentrazione di radon superiore a 1000 Bq/l si possa ritenere adeguata da un punto di vista di protezione contro le radiazioni”. Per valori intermedi si raccomanda la definizione di un livello di riferimento per il radon da utilizzare per stabilire se occorrano azioni correttive per tutelare la salute umana. 1.3. Studi in ambito nazionale ed internazionale Data l’elevato numero di ricerche condotte è difficile riportare in modo esaustivo la bibliografia disponibile. Sebbene siano disponibili anche dati precedenti, soprattutto a partire dagli anni ’80 sono stati condotti in molti paesi numerosi studi sulle acque di falda (Asikainen, 1980; Prichard, 1983; Mahesh, 2001; Zouridakis, 2002; Trautmannsheimer, 2003), superficiali (Ball, 1991; Al Masri, 1999) e imbottigliate – o destinate all’imbottigliamento ( Duenas, 1999; Kralik, 2003). In particolare negli Stati Uniti sono state condotte estese campagne di misura sulle acque di rete per valutare l’esposizione della popolazione (Horton, 1984; Cothern, 1986). Le acque superficiali, ed in particolare quelle lacustri, grazie all’elevato scambio con l’atmosfera presentano concentrazioni di radon generalmente inferiori a 1 Bq/l. Nelle acque di falda o sorgive si registra una elevata variabilità legata alla geologia ed alla morfologia dell’acquifero. La citata raccomandazione (Unione Europea, 2001) riporta che, nei paesi CE, le concentrazioni di radon nelle falde freatiche costituite prevalentemente da rocce sedimentarie variano tra 1 e 50 Bq/l, tra 10 e 300 Bq nel caso di pozzi più profondi e da 100 a 50.000 Bq/l nel caso di acque sorgive da rocce cristalline come i graniti e gli gneiss. In alcune regioni, ad esempio nella penisola scandinava, pozzi artesiani possono presentare concentrazioni estremamente elevate di radon. In uno studio su 570 pozzi profondi finlandesi è stata determinata una concentrazione media di radon di oltre 600 Bq/l con un massimo di 44.000 Bq/l (Asikainen, 1980). Concentrazioni medie elevate sono state trovate anche in zone di alcuni stati nordamericani (New Hampshire, North Carolina). In queste situazioni la presenza di radon nelle acque può essere considerato un rilevante problema sanitario (Petterson, 2000). In Italia sono stati inizialmente condotti studi sulle acque minerali e termali (Cigna, 1965; Mastinu, 1975; Facchini, 1987) che hanno messo in rilievo situazioni in cui le concentrazioni di radon apparivano particolarmente elevate. Alla categoria delle acque radioattive “deboli”, con concentrazioni di radon comprese tra 400 e 2000 Bq/l, appartengono le acque termali di Bormio, Bognanco, Nepo e Spezzano Albanese; a quelle “medie”, con concentrazioni di radon comprese tra 2000 e 5000 Bq/l, le acque Tettuccio di Montecatini e Merano; a quelle “forti”, con concentrazioni superiori a 5000 Bq/l quelle di Lurisia ed Ischia. In particolare a Lurisia sono state registrate attività tra le maggiori in Europa (40.000 Bq/l c.a.). L’Istituto di Fisica dell’Università di Milano è stato molto attivo negli anni ’80 e ’90 nel monitoraggio radiometrico di acque sorgive e di rete realizzando campagne di misura in Lombardia e in aree adiacenti (Gorgoni, 1981; D’Alessio 1985; Facchini, 1987; Maddalena, 1983; Facchini, 7 1993; Facchini, 1994; Colombo, 1995; Magnoni, 1995). Questi studi evidenziano che i valori di concentrazione di radon nelle acque sotterranee della Pianura Padana sono mediamente modesti e variano tra 5 e 10 Bq/l nella parte emiliana della pianura, e raggiungono i 20 Bq/l nella parte lombarda, a nord del Po. Valori più elevati sono stati riscontrati sulle colline che contornano la pianura sia a sud (Oltrepo’ Pavese) che a nord, con medie tra i 20 e i 70 Bq/l. In una zona limitata presso Angera (lago Maggiore), sono state riscontrate concentrazioni di radon particolarmente alte (tra 250 e 680 Bq/l). Le vallate alpine lombarde e piemontesi non presentano concentrazioni medie significativamente elevate (medie fino a 25 Bq/l) ad eccezione di situazioni puntuali (Samolaco, Bormio ecc.) o di aree geologicamente anomale, come la valle del Cervo presso Biella, nota per la presenza di un plutone composto da rocce sienitiche con elevato contenuto di uranio e torio. L’esame dei dati mette in luce come la relazione tra le concentrazioni di radon ed il substrato geologico non sia sempre di tipo semplice e non dipenda unicamente dalla litologia e dal contenuto di uranio nelle rocce. Un importante lavoro di mappatura delle acque di fonte in relazione alle concentrazione di radon indoor è stato realizzato dall’APPA di Bolzano (Minach, 2003), che ha misurato più di 1400 campioni di acque sorgive. Dallo screening è emerso che nel 15% delle fonti di acqua potabile della provincia di Bolzano la concentrazione di radon risulta superiore a 50 Bq/l, nel 6% è superiore a 100 Bq/l mentre nello 0,7% è superiore a 400 Bq/l. Il confronto con i risultati delle campagne di misura di radon indoor mostra una buona concordanza tra la concentrazione di radon in acqua ed in aria. Un riassunto delle attività recenti in tema di misura delle acque da parte delle Agenzie per l’Ambiente italiane è stato pubblicato recentemente e presenta, con differenti livelli di rappresentatività e dettaglio, i valori medi riscontrati nella maggior parte delle regioni italiane (Giovani, 2000). 1.4. Metodi di analisi: la situazione attuale Il problema della garanzia di qualità delle misure di radon in acqua è stato di recente affrontato nel corso di un interconfronto nazionale promosso da ENEA (Sandri, 2000), cui hanno partecipato alcune decine di laboratori italiani con metodiche analitiche differenti. La dispersione dei risultati ottenuti da diversi laboratori che hanno utilizzato la stessa tecnica analitica varia tra l’8 ed il 18 % nel caso di campioni con concentrazioni di 222Rn dell’ordine di alcune centinaia di Bq/kg; l’intervallo di variabilità dei valori aumenta, tra il 14 ed il 24 %, quando le concentrazioni di radon sono più basse, dell’ordine della decina di Bq/kg. La dispersione dei risultati non è trascurabile in entrambi i casi. Questi dati, se confrontati con quelli di programmi di interconfronto analoghi su altre metodiche radiometriche, evidenziano nonostante l’apparente semplicità delle metodiche analitiche di campionamento e misura del 222Rn l’esistenza di alcune peculiarità che possono compromettere in misura rilevante l’accuratezza e la riproducibilità dei risultati analitici. Particolarmente critico è l’aspetto legato alla modalità di prelievo del campione che, considerata l’elevata mobilità del radon in acqua, può costituire una fonte iniziale e significativa di inaccuratezza. E’ quindi necessario attuare uno sforzo ulteriore per ottimizzare le condizioni d’uso delle diverse metodiche per la misura del radon in acqua allo scopo di garantire la disponibilità a livello 8 nazionale di un insieme di dati coerenti, prodotti nel rispetto delle più recenti indicazioni in materia di qualità dei dati analitici ambientali. Presso il Dipartimento di Milano di ARPA Lombardia sono state effettuate nel corso degli ultimi anni diverse prove e verifiche per la messa a punto ed il confronto di tre metodi analitici per la misura del radon in acqua: spettrometria gamma ad alta risoluzione, metodo emanometrico con celle a scintillazione e scintillazione liquida. Questi metodi sono tra i più diffusi a livello nazionale; i dati ed i risultati presentati nei capitoli seguenti si offrono come contributo alla discussione in atto sulle diverse tecniche di misura della radioattività naturale nelle acque. 9 2. MISURA DEL RADON PER SCINTILLAZIONE LIQUIDA 2.1 La letteratura scientifica 2.1.1. Principi e metodi In questi ultimi anni il metodo di misura del radon in acqua tramite conteggio per scintillazione liquida si è affermato grazie alle sue caratteristiche di semplicità, riproducibilità e sensibilità in rapporto ad altre tecniche quali l’emanometria e la spettrometria gamma (Lowry, 1991). In particolare è stata ampiamente utilizzata la procedura che prevede l’estrazione liquido-liquido del radon direttamente nella fiala di scintillazione (Prichard, 1977; Mobius, 1993; Zelensky, 1993; Horiuchi, 1994). Nel 1991 questa è stata codificata come metodo normato (ASTM, 1991) e accettata dall’EPA per la misura del radon nelle acque potabili (EPA 1991). Sono stati effettuati studi dettagliati sull’ottimizzazione della tecnica, volti anche ad appurare l’influenza dei materiali utilizzati e delle variazioni della procedura sui risulti ottenuti (Vitz, 1991). La buona riproducibilità della tecnica è stata confermata da approfondite comparazioni interlaboratorio (Parsa, 1990). La preparazione del campione per la misura è rapida e non presenta particolari difficoltà: il campione viene prelevato con una siringa ed iniettato in una fiala per scintillazione contenente un liquido scintillante immiscibile all’acqua e costituito principalmente da un solvente organico. Il radon tende ad essere assorbito in quest’ultimo dato che il suo coefficiente di distribuzione Cd è favorevole al suo trasferimento quantitativo nella fase organica (Cd acqua : aria : solvente = 1 : 4 : 50) (Prichard, 1977). In Tabella 1 sono riportati i coefficienti relativi di solubilità del radon in varie sostanze (da: De Felice, 2002). Tab. 1: Coefficienti di solubilità caratteristici del radon in diversi materiali (20 °C, 1 atm) Materiale Coefficiente di solubilità 0,25 Acqua Aria 1 Polietilene 5-10 Gomma, silicone 10-50 Alcol etilico 6,17 Acetone 6,30 Benzene 12,82 Toluene 12,70 Xilene 12,75 Cloroformio 15,08 Etere 15,08 Esano 16,90 10 Un’energica agitazione della fiala aumenta la superficie utile di scambio e diminuisce in maniera sostanziale il tempo di trasferimento. Se sono presenti nella fiala 4 ml di aria, 10 ml di acqua e 10 ml di liquido scintillante all’equilibrio, dopo un minuto di agitazione si è trasferito nella fase organica circa il 94 % del radon (dato che le più diffuse fiale per scintillazione liquida hanno normalmente una capienza di circa 20 ml, vengono normalmente impiegati 10 ml di liquido scintillante per 10 ml di campione). Questa tecnica di misura è selettiva per il gas radon in quanto gli altri radionuclidi presenti nel campione sono in soluzione in forma ionica e non sono estratti nella fase organica. Al fine di consentire l’instaurarsi dell’equilibrio secolare tra radon e figli a vita breve, il campione viene lasciato a riposo per tre ore ed infine misurato in uno scintillatore liquido. Tale lasso di tempo è largamente sufficiente per la separazione completa delle fasi e per il ripristino, di conseguenza, delle condizioni geometriche standard per la misura. Il radon e i figli a vita breve producono 3 decadimenti alfa e 2 beta. Il cocktail scintillante li trasforma in impulsi luminosi che sono rivelati con efficienza molto elevata, prossima al 100%; l’efficienza complessiva risulta quindi normalmente compresa tra il 400% e il 450%. Sono state elaborate altre varianti del metodo di estrazione che consentono di migliorare ulteriormente la sensibilità della misura. L’estrazione può essere effettuata in un recipiente a parte, opportunamente scelto, partendo da elevati volumi d’acqua e utilizzando come estraente una piccola quantità di liquido scintillante immiscibile (20 ml) che viene successivamente trasferito nella fiala scintillazione (Parks, 1978, Roveri, 1994). Altri autori (Salonen, 1993) preferiscono operare in fase omogenea, impiegando cioè un liquido scintillante miscibile all’acqua. L’interferenza di altri radionuclidi alfa e/o beta emettitori viene considerata trascurabile dato che il 222Rn è normalmente presente, specialmente nelle acque profonde, in quantità largamente superiori a quelle degli altri radionuclidi, che possono comunque essere contabilizzati misurando nuovamente il campione dopo il decadimento del radon. Le efficienze di rivelazione ottenute con questa procedura sono paragonabili alle precedenti, tuttavia la risoluzione spettrale è normalmente inferiore (Schonofer-2 1989) e, soprattutto, la selettività non è garantita. La recente disponibilità di strumentazione portatile per scintillazione liquida, infine, permette attualmente di effettuare con questa tecnica misure in campo (Ordela, 1994). 2.1.2. Il prelievo e il trasferimento del campione Il prelievo ed il trasporto del campione sono probabilmente gli aspetti più critici per le misure di radon in acqua data la sua tendenza alla diffusione in aria. In particolare, nella fase di prelievo devono essere adottate cautele speciali al fine di evitare turbolenze o gorgogliamenti che potrebbero causare una perdita significativa di radon dal campione. Nel caso il campione debba essere trasferito nel laboratorio per la preparazione della fiala di misura è necessario utilizzare per il prelievo ed il trasporto esclusivamente contenitori di vetro o di altro materiale a tenuta (metallo, teflon) in quanto il polietilene ed altri materiali plastici sono permeabili al radon. Il riempimento deve essere effettuato in modo da evitare turbolenze o gorgogliamenti, ad esempio introducendo un tubo di plastica sino al fondo del recipiente di raccolta, lasciandolo tracimare lentamente per un tempo sufficiente, tappando ermeticamente con un tappo 11 dotato di una guarnizione adeguata (teflon, alluminio) alla fine del prelievo e verificando l’assenza di un battente d’aria all’interno del recipiente. La preparazione della fiala sul campo minimizza le perdite dovute al trasporto (Kinner, 1991), richiede tuttavia la disponibilità di personale addestrato. In questo caso il prelievo può essere effettuato collegando un imbuto al rubinetto di erogazione (dopo aver smontato l’eventuale aeratore) e lasciando tracimare l’acqua dall’imbuto per alcuni minuti prima di effettuare il prelievo con una siringa (ASTM, 1998; Hahn, 1991); alternativamente l’acqua può essere prelevata direttamente dal tubo di erogazione bucandolo con una siringa (Belloni, 1995). Un metodo di prelievo semplice ed efficace consiste nell’introdurre il tubo di erogazione in un beaker che viene lasciato tracimare per alcuni minuti prima di effettuare il prelievo con la siringa (Vitz, 1991). Il campione viene poi iniettato nella fiala contenente il liquido scintillante, al di sotto del medesimo, che in questo modo contribuisce a minimizzare le perdite grazie al favorevole coefficiente di ripartizione. L’uso della siringa per il prelievo è stata oggetto di obiezioni, in quanto costringe ad applicare al campione una pressione negativa che potrebbe favorire il desorbimento del radon (Blanchard, 1985). Dusembury (Dusembury, 1992) ha proposto un metodo di campionamento denominato “slow flow” con pressione positiva in cui l’erogazione del campione avviene direttamente dal tubo di spillamento collegato ad un puntale. Una seconda possibilità che consente di limitare la pressione negativa applicata è la sostituzione dell’ago della siringa con un tubicino di maggior diametro interno (Vitz, 1991). Alcuni studiosi (Hightower, 1995) hanno confrontato il metodo EPA (Hahn, 1991) con quello di Dusembury misurando un elevato numero di campioni prelevati alternativamente con le due procedure. Le differenze sembrano in alcuni casi essere statisticamente significative anche se di modesta entità. Nello stesso studio è stata verificata la possibilità di inviare i campioni sigillati in fiale di vetro con tappi conici di polietilene per via postale senza significative perdite di radon. 2.1.3. Scelta della fiala di scintillazione In letteratura è stato più volte discusso il problema della scelta del tipo più opportuno di fiale di scintillazione da utilizzare in relazione alla tenuta ed alla permeabilità delle pareti; emergono indicazioni favorevoli ad una fiala di vetro con tappo in teflon, che permette di trattenere il radon per un tempo molto maggiore del suo T1/2, mentre è sconsigliabile l’utilizzo di fiale di polietilene, materiale notoriamente permeabile al radon, sia per il rischio di perdite che per quello opposto di assorbimento di radon ambientale. Buoni risultati si ottengono con fiale teflonate dotate di chiusura con disco di alluminio o teflon (Prichard, 1983; Salonen, 1993; Belloni, 1995). Alcune differenze sono state riscontrate nella permeabilità di fiale dello stesso tipo ma di diversa produzione, anche se l’effetto di tali variazioni nelle misure reali è limitato dalla presenza del solvente organico che ‘intrappola’ il radon presente e dalla rapidità con la quale solitamente si effettuano le misure. Belloni (1995) e Salonen (1993) in particolare hanno confrontato le prestazione di diversi tipi di fiale di diversa produzione. Particolarmente adatte alle misure di radon si sono dimostrate le fiale teflonate Zinsser 600 (Belloni, 1995). Buoni risultati si ottengono anche con fiale in vetro a basso contenuto di potassio e chiusura con disco di alluminio. Alcuni autori (Vitz, 1991; Packard, 1994) mettono comunque in rilievo che, pur essendo il polietilene di per sé permeabile al radon, la presenza del liquido scintillante ne riduce notevolmente la diffusione (leakage constant) fino a renderla poco significativa se la misura viene effettuata a 12 tempi brevi dopo il campionamento. L’esatta quantificazione delle perdite è però difficilmente valutabile perché dipende dalle modalità del trasporto, dalla temperatura di conservazione e così via. 2.1.4. Scelta del liquido scintillante Per le misure in fase eterogenea possono essere impiegati i più comuni liquidi scintillanti non idrofili in commercio: sono stati testati liquidi scintillanti a base di toluene, di oli minerali, di pseudocumene e di alchilbenzeni a catena lunga. Alcuni autori (Vitz, 1991; Kinner, 1991) hanno paragonato le prestazioni dei diversi scintillanti concludendo che: i cocktail scintillanti a base di toluene danno una separazione delle fasi molto netta e per contro una minor efficienza, tendono inoltre ad evaporare più rapidamente. I problemi legati all’uso ed al trasporto del toluene ne sconsigliano comunque l’impiego; − i cocktail a base di oli minerali uniscono una buona efficienza ad una separazione netta e veloce delle fasi. Per contro hanno un costo decisamente più elevato (e sono oggi più difficilmente reperibili sul mercato); − i cocktail a base di pseudocumene o di alchilbenzeni possono dar luogo a piccole quantità di emulsione all’interfaccia ed hanno efficienze simili tra loro; sono tuttavia economici ed ampiamente diffusi. − Altri autori raccomandano l’uso degli scintillanti a base di oli minerali dato che presentano una migliore risoluzione dello spettro alfa e migliori capacità di discriminazione tra le emissioni alfa e quelle beta (Belloni 1995, Schonofer 1989), per quanto nelle misure di radon in acqua la discriminazione alfa-beta non sia necessaria. Tutti i tipi di liquidi scintillanti proposti, comunque, sono caratterizzati da un limitato spegnimento, principalmente in relazione al fatto che non si miscelano alla fase acquosa. Più recentemente sono stati proposti liquidi scintillanti che utilizzano come solvente il di-isopropil naftalene (Thomson, 1991), che ha la caratteristica di favorire notevolmente la discriminazione alfa/beta. Negli ultimi anni gli scintillanti basati sui naftaleni sostituiti hanno incontrato un crescente successo ed una sempre maggior diffusione commerciale. Anche gli autori che applicano il metodo del conteggio del campione in fase omogenea con il liquido scintillante hanno oggi la possibilità di utilizzare liquidi scintillanti a base di naftaleni sostituiti. Sono disponibili in letteratura confronti diretti delle prestazioni di varie miscele commerciali (Salonen, 1993). 2.1.5. Modalità di conteggio Le concentrazioni in attività di 222Rn nelle acque di falda sono solitamente abbastanza elevate (superiori ad 1 Bq/kg) rispetto alle sensibilità tipiche delle misure in scintillazione liquida, quindi la scelta delle modalità e dei tempi di conteggio non è particolarmente critica. Buoni risultati possono essere ottenuti con misure di durata relativamente breve (da 10 a 60 minuti), impostando i protocolli standard forniti dal manuale d’uso dello strumento o determinati in modo da ottenere la miglior figura di merito e senza utilizzare l’opzione di discriminazione alfa-beta (Schonofer-3, 1989). Le efficienze di rivelazione dipendono dal tipo di liquido scintillante, dalla procedura e dallo strumento 13 utilizzati ma sono comunque elevate e normalmente comprese tra il 400 % e il 450% (cfr. 2.1.1.). Utilizzando uno strumento a basso fondo e la procedura di estrazione in doppia fase già descritta è possibile ottenere minime attività rivelabili (M.A.R.) di circa 0,3 Bq/kg. Qualora fosse necessario raggiungere sensibilità di misura più elevate, ad esempio nel caso dell’analisi di acque superficiali, è possibile, oltre ad allungare i tempi di conteggio, applicare anche l’opzione di discriminazione alfa-beta. Nello spettro alfa si osservano i conteggi derivanti da soli tre decadimenti invece che cinque, tuttavia l’efficienza di rivelazione è prossima al 300% (Schonofer-3 1989) ed il fondo è notevolmente più basso che nello spettro non discriminato. E’ possibile in queste condizioni ottenere M.A.R. inferiori di un ordine di grandezza (0,03 Bq kg c.a.) a quelle precedentemente citate con tempi di conteggio di alcune ore (Salonen, 1993). Se si adotta la tecnica di misura in fase omogenea, la determinazione del parametro di discriminazione alfa-beta si effettua, come di consueto, eseguendo misure preliminari di alfa emettitori e beta emettitori puri in condizioni simili a quelle del campione reale. Se invece si utilizza la tecnica di misura in doppia fase (ASTM , 1979) questa operazione è più complessa in quanto non sono disponibili alfa e beta emettitori puri che possano essere estratti dai liquidi scintillanti impiegati nella procedura; è necessario quindi procedere per tentativi fino ad ottenere il parametro di discriminazione ottimale. Si riporta infine che alcuni autori hanno utilizzato per la determinazione del Rn in basse concentrazioni (sino a circa 0,05 Bq/l) una tecnica di estrazione con solventi accoppiata ad un conteggio Cerenkov (Al Masri, 1999). La taratura del metodo in fase eterogenea viene spesso effettuata utilizzando una soluzione di riferimento di 226Ra e misurando il radon prodotto dal suo decadimento (ASTM , 1979; Hahn, 1991). 10 ml di soluzione di 226Ra e 10 ml di scintillante vengono trasferiti in una fiala per scintillazione. Il radon prodotto dal decadimento del radio viene estratto dal liquido scintillante e misurato al raggiungimento delle condizioni di equilibrio radioattivo (circa 20 giorni). Il trasferimento del radon nella fase organica è continuo e di conseguenza la concentrazione in attività di radon nel liquido scintillante rimane costante nel tempo; il campione di riferimento così preparato può essere pertanto misurato anche a tempi superiori a quelli necessari al raggiungimento dell’equilibrio radioattivo, fatta salva la verifica della non degradazione del liquido scintillante (Kinner, 1991). Alcuni autori (Horiuchi,1994) combinano all’efficienza di conteggio un termine di efficienza di estrazione, peraltro prossimo al 100%, che tiene conto della distribuzione del radon tra le tre fasi presenti nelle fiale di scintillazione (aria, acqua, liquido scintillante). Quando viene utilizzata la tecnica di misura in fase omogenea la stima dell’efficienza deve essere effettuata sottraendo dai conteggi misurati il contributo del 226Ra; ciò è possibile eseguendo una prima misura subito dopo l’aggiunta dello standard di radio, dopo avere completamente eliminato il radon presente per riscaldamento o per gorgogliamento del campione (Salonen, 1993), e quindi rimisurando il campione al raggiungimento dell’equilibrio secolare tra radio e radon. Una interessante alternativa, applicabile ad ogni tecnica di misura, consiste nell’utilizzare una soluzione di riferimento di 222Rn in acqua che, tuttavia, non è sempre facilmente disponibile. 2.2. Verifiche sperimentali condotte dall’ ARPA Lombardia Si riportano di seguito i risultati delle prove per la misura del radon in acqua utilizzando la tecnica della scintillazione liquida condotte presso l’ARPA Lombardia; particolare attenzione è 14 stata dedicata all’ottimizzazione delle condizioni di campionamento e misura. Poiché le indicazioni riportate in letteratura non sono sempre univoche sono state effettuate verifiche sperimentali relative ai seguenti aspetti: - metodi di prelievo e trasferimento del campione - scelta del tipo di fiale e di liquido scintillante - modalità di conteggio e di stima dell’efficienza L’analisi critica dei risultati ottenuti ha portato, in ultima istanza, alla definizione di una procedura di misura standard ed alla stesura della relativa istruzione operativa, riportata in Appendice 1. La ripetibilità del metodo è stata verificata sperimentalmente, ed i risultati sono riportati alla fine di questo capitolo. 2.2.1. Materiali e metodi Ove non altrimenti specificato, il campione di acqua viene prelevato con le modalità oltre descritte in dettaglio (App. 1; Vitz, 1991) mediante una siringa in vetro con pistone teflonato Hamilton Gastight 1010 da 10 ml, e trasferito in fiale Zinnser polyvials SLD di polietilene teflonato contenenti 10 ml di cocktail Optiscint (Wallac); l’ago della siringa è inserito sotto il livello del liquido scintillante. Il campione d’acqua prelevato viene pesato nella fiala per differenza mediante una bilancia analitica a 4 decimali. Dopo un tempo di attesa di almeno 4 ore, necessario per il raggiungimento delle condizioni di equilibrio radioattivo tra il radon ed i suoi prodotti di decadimento a vita breve, il campione è misurato per 1 ora con uno scintillatore liquido a basso fondo Quantulus 1220 (Wallac) dotato camera di misura termostatata a +16 °C. Le valutazioni quantitative sono effettuate utilizzando i conteggi dello spettro totale (alfa + beta) nell’intervallo di canali 100-1000, corrispondente indicativamente all’intervallo di energia 3-2000 keV. L’efficienza del metodo è stata determinata utilizzando come sorgente di taratura una soluzione di riferimento di 226 Ra Amersham. Le eventuali diluizioni ed i campioni di bianco sono preparati utilizzando acqua deionizzata mediante un sistema MilliQ Academic (Millipore) e bollita sotto agitazione per 30’ circa. La valutazione dell’incertezza associata a tutte le misure effettuate nel nostro Laboratorio (sia di efficienza che di concentrazione di attività), qualunque sia la tecnica di misura, è stata effettuata tramite la stima dell’incertezza tipo composta (UNI CEI ENV 13005, 2000). Particolare cura è stata posta nell’identificazione dei diversi termini che vi contribuiscono, con particolare riferimento a quelli associati alle fasi di prelievo dei campioni. Nel caso delle valutazioni di efficienza attraverso misure ripetute, si è assunto come valore di efficienza da utilizzare nella misura di campioni incogniti la media di tutti i valori misurati e come incertezza lo scarto tipo sperimentale della media. 2.2.2. Confronto sui metodi di prelievo e trasferimento del campione Sono state inizialmente verificate le modalità di prelievo del campione e quelle di trasferimento nella fiala per scintillazione. In prima istanza sono state confrontate le prestazioni di una siringa in vetro a tenuta di gas (Hamilton Gastight 1010) rispetto a quelle di una siringa in plastica di tipo usa e getta ad ago grosso (Foto 1), utilizzando in entrambi i casi le modalità di prelievo standard (App. 1; Vitz, 1991) (Foto 2). 15 In Tabella 2 sono riportati i risultati delle tre prove consecutive effettuate con ogni tipo di siringa. Tab. 2: Confronto delle concentrazioni in attività di 222Rn in aliquote di campioni prelevati con siringa in vetro a tenuta di gas e siringa in plastica Prelievo 1ª misura 2ª misura 3ª misura Media Scarto tipo (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) Siringa in vetro 6,00 ± 0,48 5,68 ± 0,46 5,97 ± 0,48 5,88 0,18 Siringa in plastica 5,71 ± 0,46 5,37 ± 0,44 6,33 ± 0,50 5,80 0,49 Le medie dei due gruppi di prove non sono significativamente diverse. Successivamente è stato confrontato il prelievo mediante siringa di vetro a tenuta di gas con quello a “pressione positiva” (Dusembury, 1992); anche in questo caso sono state effettuate 3 ripetizioni per ogni tipo di prelievo. Il dispositivo di trasferimento in pressione positiva è stato preparato connettendo, mediante un tubo in plastica, l’uscita inferiore di una colonna in vetro munita di rubinetto ad una pipetta (Foto 3). Nella colonna è stato inserito un secondo tubo collegato al rubinetto di erogazione di rete. La colonna è stata quindi riempita in condizioni di flusso moderato lasciando tracimare l’acqua per circa 30 minuti, lasciando aperto anche il rubinetto inferiore. Tre aliquote di circa 10 ml sono state infine prelevate inserendo la pipetta nella fiala contenente il liquido scintillante, sotto il livello del liquido. I risultati sono riportati in Tabella 3. Tab. 3: Confronto delle concentrazioni in attività di 222Rn in aliquote di campioni prelevati con pressione negativa (siringa) e positiva Prelievo 1ª misura 2ª misura 3ª misura Media Scarto tipo (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) Pressione negativa (siringa in vetro) 4,66 ± 0,38 5,16 ± 0,42 4,37 ± 0,36 4,73 0,40 Pressione positiva 4,79 ± 0,39 5,00 ± 0,41 4,94 ± 0,40 4,91 0,11 Anche in questo caso le medie dei due gruppi di prove non sono significativamente diverse. Infine sono stati confrontati i risultati che si ottengono prelevando e preparando contestualmente il campione per l’analisi rispetto a quelli che si ottengono prelevando il campione in contenitori di vetro o polietilene, trasportandoli in tempi ragionevoli in laboratorio e quindi preparando il campione per l’analisi. Le prove sono state effettuate come di seguito descritto. Da uno stesso rubinetto (acqua di rete del laboratorio) sono state prelevate e preparate tre aliquote di campione per la misura con preparazione diretta della fiala di scintillazione secondo le modalità precedentemente descritte (prelievo con siringa in vetro a tenuta di gas in condizioni di pressione negativa). Contemporaneamente, sono state riempite una bottiglia in vetro ed una in polietilene da 500 ml adottando le cautele necessarie ad evitare perdite di radon dal campione: il 16 riempimento è stato effettuato lasciando tracimare lentamente il liquido in eccesso per 15 minuti circa, quindi le bottiglie sono state chiuse con tappi a tenuta (il tappo della bottiglia in vetro era dotato di controtappo in teflon) avendo cura di evitare la formazione di un battente d’aria. Le bottiglie sono state trasportate in auto da e per il laboratorio (50 km c.a.) ed analizzate dopo 24 ore (tre prelievi ciascuna). I risultati sono riportati nella Tabella 4. Tab. 4: Confronto delle concentrazioni in attività di 222Rn in aliquote di campioni prelevati direttamente e dopo trasporto Contenitore Misura 1ª misura 2ª misura 3ª misura Media Scarto tipo (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) (Bq/kg) Nessuno immediata 5,82 ± 0,46 5,83 ± 0,46 5,57 ± 0,44 5,74 0,15 Vetro dopo 24 ore 5,13 ± 0,44 4,93 ± 0,43 5,58 ± 0,47 5,21 0,33 Polietilene dopo 24 ore 4,97 ± 0,43 4,39 ± 0,39 4,45 ± 0,39 4,60 0,32 L’analisi statistica evidenzia che la concentrazione di radon misurata nel campione trasportato in polietilene è significativamente inferiore alle medie relative agli altri due casi, che sono tra loro confrontabili. Riassumendo, pur considerando l’esiguità del numero di prove effettuate, non si osservano differenze significative tra i risultati ottenuti prelevando i campioni con siringa in vetro, in plastica e mediante tecnica in “pressione positiva”. Allo stesso modo, il trasporto del campione in contenitori di vetro non comporta perdite significative di radon dall’acqua. L’unica differenza si osserva quando il campione è conservato in contenitori in polietilene prima dell’esecuzione dell’analisi; in questo caso la perdita di radon dal campione è significativa (dell’ordine del 15%). Risultati parzialmente differenti si potrebbero forse ottenere con campioni che contengono quantità di radon più elevate: in questo caso la diminuzione dell’incertezza di misura, dovuta alla migliore statistica di conteggio, potrebbe evidenziare differenze nell’efficacia delle diverse tecniche di campionamento altrimenti non apprezzabili. 2.2.3. Confronto tra fiale di scintillazione e tra liquidi scintillanti Sono stati confrontati i risultati ottenuti utilizzando i principali liquidi scintillanti commercialmente disponibili misurati in fiale sia di vetro a basso contenuto di potassio che di polietilene teflonato. Date le indicazioni riportate in letteratura sulla permeabilità al radon delle fiale di polietilene si è ritenuto di poterle escludere a priori da questa fase dei test. Le prove sono state effettuate su campioni tracciati con 10 ml di soluzione di riferimento di Ra, preparati secondo le modalità descritte nel paragrafo seguente (2.2.4.); in questo modo è stato possibile ottenere anche indicazioni sull’efficienza propria delle diverse combinazioni di fiale e liquidi scintillanti utilizzati. 266 17 Tutti i campioni sono stati misurati dopo 20 giorni dalla preparazione per consentire l’instaurarsi delle condizioni di equilibrio radioattivo tra 226Ra e 222Rn. Al termine della crescita i campioni sono stati agitati per 30 secondi e misurati dopo 4 ore come specificato in 2.2.1. I risultati sono riportati in Tabella 5 e in Figura 2. Gli spettri relativi ai diversi campioni sono riportati nelle Figure 3-5. Tab. 5: Prova Confronto delle prestazioni di alcuni liquidi scintillanti e delle fiale in vetro e polietilene teflonato Liquido Fiala scintillante Risoluzione Risoluzione Risoluzione Effic. Fondo (222Rn) (218Po) (214Po) (%) (cpm) 1 Optifl. O vetro 9,57* -- 4,22 95 ± 5 71,8 ± 8,5 2 NEF vetro 5,13 3,20 2,48 435 ± 18 72,1 ± 8,5 3 Optiscint vetro 1,68 1,63 1,74 350 ± 20 74,1 ± 8,6 4 Optifl. O PET tefl. 7,08* -- 1,58 415 ± 20 2,62 ± 0,05 5 NEF PET tefl. 3,01 2,92 1,71 475 ± 25 2,25 ± 0,05 6 Optiscint PET tefl. 0,98 0,96 0,44 430 ± 20 2,26 ± 0,05 *: Risoluzione complessiva del picco somma di 222 218 Rn+ Po Le fiale in polietilene teflonato forniscono risultati migliori rispetto a quelle in vetro: la risoluzione è generalmente maggiore, l’efficienza è più elevata ed il fondo è decisamente più basso. La scelta delle fiale in polietilene teflonato appare quindi sicuramente preferibile, ed ai risultati che si ottengono con questo tipo di fiale è limitata la parte successiva della discussione. Le differenze tra i vari liquidi scintillanti per quanto riguarda l’efficienza ed il fondo non sono rilevanti ai fini pratici: le sensibilità analitiche sono infatti in ogni caso ampiamente sufficienti a misurare le quantità di radon normalmente presenti nelle acque sotterranee. La risoluzione dell’Optifluor O è peggiore di quella degli altri due liquidi scintillanti. Nelle prove sperimentali si è osservato che il NEF e l’Optifluor O presentano una separazione veloce e netta delle due fasi poco dopo l’agitazione, mentre l’Optiscint (a base di diisopropilnaftalene) produce una piccola interfase schiumosa che scompare entro poche ore, e pertanto non interferisce con la misura del campione che comunque viene effettuata dopo almeno 3 ore dalla preparazione. Si osserva inoltre che l’Optiscint presenta una minor tensione di vapore (e quindi ridotta presenza di odori irritanti e fastidiosi) e maggior biodegradabilità, ed è quindi preferibile in termini di compatibilità ambientale. 18 EFFICIENZA (%) 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 PET Vetro OPTIFLUOR O Vetro PET Vetro PET OPTISCINT PET Vetro PET OPTISCINT NEF FONDO (cpm) 80 70 60 50 40 30 20 10 0 PET Vetro OPTIFLUOR O Vetro NEF Fig. 2: Efficienze e fondi di alcuni cocktail scintillanti in fiale di vetro e polietilene teflonato 19 La scelta dell’Optiscint è quindi complessivamente preferibile. Si osserva anche che questo liquido scintillante dà buoni risultati in termini di discriminazione delle componenti spettrali alfa e beta; poiché il fondo associato alla componente alfa è normalmente prossimo a zero, le misure effettuate utilizzando la sola componente alfa, pur presentando altre criticità, consentono di ottenere livelli di sensibilità notevolmente migliori. Questa modalità analitica è quindi applicabile nei casi in cui è necessario ottimizzare la sensibilità del metodo (ad esempio nella misura delle acque superficiali). Una ulteriore, necessaria verifica riguarda la capacità di tenuta dell’insieme fiala in polietilene teflonato + Optiscint rispetto al radon disciolto nel campione. La prova è stata effettuata misurando ripetutamente, nel corso di due settimane, alcuni campioni contenenti almeno alcune decine di Bq di radon disciolto. Si è osservato che il decadimento dell’attività segue in modo stretto la legge di decadimento fisico del radon, e che pertanto la tenuta del sistema è garantita. Fig. 3: Spettro α+β di 222Rn con Optifluor O in fiala di vetro (verde) e in fiala di polietilene teflonato (rosso) Fig. 4: Spettro α+β di 222Rn con Optiscint in fiala di vetro (verde) e in fiala di polietilene teflonato (rosso) 20 Fig. 5: Spettro α+β di 222Rn con NEF in fiala di vetro (verde) e in fiala di polietilene teflonato (rosso) 2.2.4. Modalità di conteggio e determinazione dell’efficienza In accordo alle indicazioni della letteratura (paragrafo 2.1.5.), la modalità di misura scelta non prevede la discriminazione degli spettri alfa e beta. L’aumento dei conteggi di fondo è parzialmente compensato dall’incremento di efficienza che si ottiene considerando sia le emissione alfa che quelle beta ma, soprattutto, questa modalità evita il rischio di errata classificazione degli impulsi (spillover); come ricordato nel sopracitato paragrafo, la selezione del corretto parametro di discriminazione è particolarmente critica quando si opera in fase eterogenea. L’intervallo di integrazione degli impulsi è scelto in modo da escludere la parte dello spettro che risente dei fenomeni di fotoluminescenza e chemiluminescenza (intera finestra di integrazione ad eccezione dei primi 100 canali corrispondenti approssimativamente, nel nostro strumento dotato di convertitore analogico digitale logaritmico, ai primi 3 keV). La valutazione dell’efficienza è stata effettuata misurando il radon prodotto dal decadimento di una soluzione di riferimento di 226Ra posta nella fiala di scintillazione, dopo il raggiungimento dell’equilibrio isotopico (ASTM, 1979). Il radon prodotto dal decadimento del 226Ra viene estratto dal liquido scintillante presente nella fiala; dopo tre settimane dalla preparazione del campione la fiala viene agitata per assicurare la completa estrazione del radon e misurata dopo una ulteriore attesa di 3 ore. Le determinazioni sono state ripetute più volte utilizzando anche attività di 226Ra differenti per verificare l’assenza di dipendenza dell’efficienza dalla concentrazione di attività dello standard. I risultati sono riportati in Tabella 6 e sono riferiti alla procedura standard descritta in 2.2.1. 21 Tab. 6: Determinazione dell’efficienza mediante soluzioni di riferimento di 226Ra Attività 226Ra (Bq) Concentrazione Efficienza (Bq/kg) (%) 0,02 2 385 ± 23 0,05 5 477 ± 25 0,5 50 438 ± 20 10 1000 410 ± 16 1 100 375 ± 16 1 100 384 ± 17 1 100 376 ± 17 1 100 411± 17 Media ± scarto tipo della media 407± 14 Va ricordato che la determinazione delle efficienze con il metodo della soluzione di 226Ra soffre di alcuni inconvenienti: il prolungato contatto (almeno 20 giorni) della soluzione di radio, normalmente acida, con il cocktail scintillante può causarne una parziale degradazione. Possono inoltre essere presenti interfasi con presenza contemporanea di fase acquosa (contenente il radio) e cocktail. In questo caso anche il radio può originare dei segnali interferenti. E’ possibile infine l’adesione di parte del radio sulle pareti del contenitore che causa disomogeneità nel desorbimento del radon. Si osserva tuttavia che almeno alcuni di questi effetti sono in qualche modo evidenti se si osserva attentamente il campione prima della misura; adottando alcune precauzioni, come ad esempio quella di ridurre il più possibile l’acidità delle soluzioni di standard radioattivo, i campioni preparati mantengono inalterate le proprie proprietà per tempi più che sufficienti all’esecuzione delle misure. La misura dell’efficienza è stata ripetuta utilizzando il campione nazionale di radon in acqua fornito dall’Istituto di Metrologia dell’ENEA, Centro Ricerche Casaccia (De Felice, 2002). I risultati sono presentati in Tabella 7 e sono completamente compatibili con quelli ottenuti con la procedura precedentemente descritta, anche se i dati presentano una dispersione minore. 22 Tab. 7: Determinazione dell’efficienza mediante campione nazionale di 222Rn in acqua Attività 222Rn (Bq) Concentrazione Efficienza (Bq/kg) (%) 64,30 6400 394 ± 14 64,83 6400 417 ± 15 64,01 6400 416 ± 15 63,59 6400 393 ± 14 63,01 6400 415 ± 15 62,93 6400 402 ± 15 63,47 6400 416 ± 15 64,50 6400 412 ± 15 63,08 6400 401 ± 14 Media ± scarto tipo della media 407 ± 3 2.2.5. Verifica della ripetibilità del metodo La ripetibilità del metodo è stata verificata sia nel caso di campioni preparati in laboratorio con prelievi presso la sede ARPA di Milano che per campioni preparati in campo con prelievi presso la fontanella pubblica di piazzale Siena (Milano). I risultati sono riportati nelle Tabelle 8 e 9 e nelle Figure 6 e 7. Tab. 8: Ripetibilità misure per scintillazione liquida - Acqua laboratorio ARPA Milano Campione Attività Incertezza Incertezza (Bq/kg) (±) (%) 1 5,08 0,40 8,0 2 5,62 0,44 7,8 3 5,57 0,44 7,9 4 4,81 0,38 8,0 5 5,60 0,44 7,9 Media* 5,34 0,37 6,9 * Attività media, scarto tipo e scarto tipo % 23 Tab. 9: Ripetibilità misure per scintillazione liquida - Acqua fontanella Piazzale Siena (Mi) Campione Attività Incertezza Incertezza (Bq/kg) (±) (%) 1 13,12 0,93 7,1 2 13,42 0,95 7,1 3 13,95 0,99 7,1 4 13,46 0,96 7,1 Media* 13,49 0,34 2,5 * Attività media, scarto tipo e scarto tipo % In valore assoluto la dispersione dei risultati è la stessa in entrambi i casi; in termini percentuali, la dispersione è dell’ordine del 7% con i campioni a concentrazione più bassa e si riduce al 2,5% con campioni con concentrazioni medie di una decina di Bq/kg. Anche se la concentrazione aumenta ulteriormente la ripetibilità della misura non migliora più in modo significativo, e resta dell’ordine del 2%. 2.2.6. Analisi delle incertezze Per ciascuna delle metodiche analitiche considerate la valutazione delle incertezze, sia per le misure di efficienza che per quelle di attività, è stata eseguita facendo riferimento alla guida UNI all’espressione dell’incertezza di misura (UNI CEI ENV 13005, 2000). Inizialmente sono stati individuate le diverse fonti di incertezza e sono state sviluppate le espressioni per il calcolo del contributo dei diversi termini all’incertezza tipo del risultato; particolare attenzione è stata posta nella quantificazione dell’incertezza associata alla concentrazione degli standard radioattivi diluiti, alla quantità di standard trasferita nel campione di taratura (stimata pari al 2%), alla quantità di campione analizzato (stimata pari al 5%). In una prima fase sono state considerate anche le incertezze associate alle costanti di decadimento radioattivo e quelle associate alla misura dei tempi; tali contributi sono tuttavia risultati in ogni caso irrilevanti, e sono stati successivamente trascurati al fine di non appesantire inutilmente i calcoli. Per quanto riguarda la scintillazione liquida i grafici 8 e 9 mostrano, sia per le misure di efficienza che per quelle di attività, i contributi % alla varianza composta dei principali termini che vi contribuiscono. La tabella 10 riporta i valori % di incertezza sulla concentrazione di radon in funzione della concentrazione stessa. 24 Rn-222 (Bq/kg) 7 media ± 1s 6 5 4 3 2 1 0 ARPA 1 ARPA 2 ARPA 3 ARPA 4 ARPA 5 Fig. 6: Rappresentazione grafica della ripetibilità delle misure di radon in acqua – Campione ARPA Rn-222 (Bq/kg) 16 media ± 1s 14 12 10 8 6 4 2 0 Siena 1 Siena 2 Siena 3 Siena 4 Fig. 7: Rappresentazione grafica della ripetibilità delle misure di radon in acqua – Campione P.le Siena 25 Cont. Lordi Cont. Fondo Conc. Std. Q.tà std. 100% 80% 60% 40% 20% 0% Ra226 0,02 Bq Ra226 0,05 Bq Ra226 0,5 Bq Ra226 1 Bq Ra226 10 Bq Rn222 60 Bq Fig. 8: Contributo % alla stima dell’incertezza nelle misure di efficienza Cont. Lordi Cont. Fondo Eff. Q.tà camp. 100% 80% 60% 40% 20% 0% 5 Bq/kg 15 Bq/kg 200 Bq/kg Fig. 9: Contributo % alla stima dell’incertezza nelle misure di attività 26 Tab. 10: Incertezza % sulle misure di concentrazione di radon Concentrazione media Incertezza % sul risultato 5 Bq/kg 8% 15 Bq/kg 7% 200 Bq/kg 7% I conteggi registrati sono sempre elevati, e la statistica di conteggio è buona anche quando si analizzano campioni che contengono pochi Bq/kg di Rn-222. Per questo motivo l’incertezza sui conteggi non rappresenta mai il contributo principale; inoltre diminuisce, sia nelle misure di efficienza che di concentrazione, all’aumentare dell’attività (tutte le misure hanno avuto la stessa durata). Nelle misure di efficienza pesa in modo particolare l’incertezza associata alla concentrazione dello standard radioattivo, che deve essere attentamente valutata soprattutto nel caso in cui sia stato diluito presso il laboratorio. Per quanto riguarda l’incertezza sulla quantità di standard, essa va valutata anche considerando che i volumi di soluzione trasferiti sono solitamente piccoli, e la determinazione delle quantità e delle relative incertezze per via gravimetrica potrebbe non tenere in debito conto l’evaporazione dello standard durante il trasferimento. Nelle misure di attività è sempre irrilevante l’incertezza dovuta alla misura dei conteggi di fondo. Il contributo principale è dovuto all’incertezza sulla quantità di campione, che abbiamo assunto pari al 5% e che fa si che, anche al variare della concentrazione di radon, l’incertezza % sul risultato finale non cambi significativamente. La scelta di associare un’incertezza relativamente elevata alla quantità di campione può sembrare eccessiva, considerata anche la cura che si è posta nell’individuare una tecnica di prelievo che riducesse il più possibile eventuali perdite di radon. Dalla nostra esperienza è tuttavia emerso che i risultati sperimentali di prove ripetute mostrano dispersioni dell’ordine di qualche percento, soprattutto per valori di concentrazione bassi e intermedi (che sono quelli più frequenti nella nostra situazione). Abbiamo quindi scelto di attribuire ad incertezze nel campionamento questa variabilità sperimentale, supponendo compreso in questo termine anche il contributo di tutte le incertezze associate alle altre fasi del processo analitico che non sono state singolarmente individuate e quantificate. 27 3. MISURA DEL RADON PER EMANOMETRIA 3.1. La letteratura scientifica Il metodo emanometrico (Lucas, 1957) si basa sul desorbimento del radon dal campione acquoso, posto in un opportuno contenitore, ad opera di un gas di trasporto che viene flussato attraverso il liquido e trascina il radon ad una cella di scintillazione (cella di Lucas). La cella consiste generalmente di un cilindro metallico con le pareti rivestite di solfuro di zinco e dotato di un fondo trasparente attraverso cui è possibile leggere gli impulsi luminosi che si originano dai decadimenti alfa dei figli a vita breve del radon che si sono depositati sul materiale scintillante delle pareti. La procedura è anche descritta in diverse norme tecniche che ne estendono l’applicazione alla determinazione indiretta del 226Ra (EPA, 1984; ASTM,1997; Standard Methods, 1992). Per aumentare e rendere costante la resa di estrazione dall’acqua è anche possibile inserire nel circuito pneumatico una trappola per il radon. Sono stati utilizzati a tale scopo sia carboni attivi raffreddati a bassa temperatura (–78 °C o inferiori) che trappole più complesse. In questo modo il gas di trasporto può essere fatto ricircolare attraverso il campione per un tempo sufficiente ad effettuare una estrazione completa, con rese prossime al 100% (Lucas, 1957; Scheibel, 1979; Martinotti, 1994). 3.2. Verifiche sperimentali condotte dall’ARPA Lombardia 3.2.1. Materiali e metodi Per le misure condotte presso l’ARPA Lombardia è stato utilizzato un dispositivo di degasaggio Pylon WG-1001 ed un contatore Pylon AB-5 con celle per scintillazione da 270 ml. Come contenitori per l’acqua sono stati impiegati cilindri in vetro (drexel) di diametro 5 cm e altezza 40 cm chiusi con un tappo a vite in teflon dotato di 4 valvole (Foto 4 e 5). Per il gorgogliamento del gas di trasporto (aria filtrata su carbone attivo o azoto invecchiato) sono state utilizzati diffusori in acciaio poroso.Particolare attenzione è stata posta nel trasferimento delle acque al drexel allo scopo di evitare perdite di radon durante il riempimento del contenitore. L’acqua viene spillata dal punto di prelievo minimizzando il gorgogliamento in aria libera e, come illustrato nello schema (Schema 1), è fatta entrare lentamente tramite la prima valvola sul fondo del recipiente fino alla fuoriuscita dell’eccesso da una seconda valvola. L’acqua viene flussata lentamente per almeno quindici minuti per consentire un numero sufficiente di ricambi completi all’interno del contenitore. Successivamente viene chiusa la seconda valvola e collegata una siringa graduata alla prima valvola per rimuovere l’eccesso di liquido e creare un battente di volume noto. Dalla terza valvola, collegata ad un gorgogliatore posto sul fondo del recipiente, viene introdotto il gas carrier che tramite la quarta valvola è trasportato nella cella di Lucas (Foto 4 e 5). Viene effettuata l’estrazione mediante gorgogliamento d’aria seguendo le istruzioni del manuale del dispositivo di degasaggio. La velocità del flusso d’aria deve essere regolata in modo che il gorgogliamento duri circa 10 minuti. Nel caso in cui si utilizza aria come gas di trasporto, per minimizzare l’inquinamento del campione da parte del radon presente in aria viene applicato alla valvola di ingresso un filtro a carboni attivi. Dal momento che la solubilità del radon e il suo coefficiente di ripartizione acqua/aria dipendono dalla temperatura (Iupac, 1979; Figura 10), l’estrazione del gas deve essere effettuata in un ambiente climatizzato, alla stessa temperatura in cui viene determinata l’efficienza. 28 Schema 1 29 Foto 1: Siringhe e fiale per scintillazione liquida Foto 2: Prelievo del campione (LSC) Foto 3: Prelievo in pressione positiva 30 Foto 4: Drexel per emanometria Foto 5: Prelievo del campione 31 Dopo tre ore d’attesa per la crescita dei prodotti di decadimento a vita breve del radon, la cella di Lucas viene contata per 5 minuti mediante il sopracitato dispositivo. 0,6 Coefficiente di Ostwald 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 Temperatura (°C) Fig. 10: Solubilità del radon (coefficiente di Ostwald) in acqua in dipendenza dalla temperatura 3.2.2. Taratura del sistema La taratura viene effettuata mediante la misura di soluzioni contenenti una quantità nota di sorgente certificata di 226Ra, lasciate a riposo per circa 20 giorni in ciascuno dei drexel utilizzati. Si sottolinea di nuovo la criticità della procedura di estrazione del radon, che risente in modo drastico della manualità dell’operatore e che si fa sentire anche nel corso delle operazioni di taratura. E’ inoltre necessario tenere sotto stretto controllo la variazione nel tempo del fondo delle celle di Lucas, dovuto alla crescita progressiva del contributo dei figli del radon a vita lunga che rimangono attaccati alle pareti della cella. Questo contributo, per lo più trascurabile nelle fasi di taratura, potrebbe diventare critico in quelle successive di misura di campioni con basse concentrazioni di radon. Dal momento che l’efficienza ricavata dalla misura dello standard è la combinazione dell’efficienza di estrazione e di rivelazione le quali sono, a rigore, riferibili individualmente ad un singolo drexel in un singolo processo di estrazione e ad una singola cella di Lucas, si è scelto di ripetere numerose volte la taratura del sistema utilizzando un limitato numero di drexel e di celle e accoppiandoli ogni volta in modo diverso. La scelta di esprimere il risultato in termini di efficienza complessiva (estrazione + rivelazione) è comunque giustificata dal fatto che prove precedenti avevano mostrato la sostanziale uguaglianza dell’efficienza di rivelazione di tutte le celle utilizzate. 32 La stima dell’efficienza complessiva di ogni sistema drexel+cella è stata quindi effettuata nel modo seguente: al raggiungimento delle condizioni di equilibrio secolare tra radio 226 e radon 222 il radon è stato estratto dal drexel ed immesso nella cella a scintillazione seguendo le modalità sopra descritte. Dopo circa 3 ore, tempo necessario affinchè il radon ed i suoi prodotti di decadimento a vita breve si portino in condizioni di equilibrio radioattivo, la cella è stata sottoposta a un conteggi ripetuti della durata di 5 minuti. I risultati delle misure di efficienza eseguite sono riportati nella Tabella 11. Tab. 11: Determinazione dell’efficienza mediante soluzioni di riferimento di 226Ra Campione Sigla drexel Sigla cella di Lucas Efficienza Incertezza Incertezza (%) ± (%) 1 DX-07 CL-03 146,6 4,8 3,29 2 DX-11 CL-05 188,6 8,1 4,29 3 DX-14 CL-01 174,6 7,0 4,03 4 DX-16 CL-05 168,1 5,6 3,31 5 DX-17 CL-03 167,3 6,9 4,14 Media: 169,0 Scarto tipo: 15,2 (9,0%) Scarto tipo della media: 7,7 (4,6%) L’efficienza percentuale risulta maggiore del 100% in quanto, per ogni nucleo di radon 222, il sistema di conteggio rileva non solo l’emissione alfa del radon ma anche quelle dei suoi prodotti di decadimento alfa emettitori a vita breve. I valori di efficienza variano tra il 150 ed il 190 %. La dispersione dei valori, espressa attraverso lo scarto tipo, è pari al 9%; lo scarto tipo della media, che è pari al 4,6%, non sembra in questo caso un buon indicatore della reale incertezza associata alla stima dell’efficienza in quanto l’intervallo che definisce non comprende i valori di efficienza minimo e massimo misurati. L’incertezza associata all’efficienza è stata quindi valutata, ai fini della propagazione degli errori, in termini di scarto tipo. La dispersione dei valori misurati evidenzia l’aspetto più critico della taratura e dell’utilizzo del metodo emanometrico, vale a dire la limitata ripetibilità delle rese di estrazione del gas radon dal drexel. La ridotta ripetibilità si evidenzia anche nel caso di prove ripetute con lo stesso drexel, e non è quindi imputabile a differenze nelle caratteristiche dei singoli contenitori ma piuttosto a criticità intrinseche nella tecnica di estrazione. 3.2.3. Verifica della ripetibilità del metodo Nell’applicazione pratica del metodo appare critica, come sopra accennato, la dipendenza dalla manualità dell’operatore, particolarmente nella fase di degasamento in cui il flusso di gas e la durata dell’operazione devono essere mantenuti il più possibile costanti. Particolare rilievo assumono in 33 questo caso le prove di ripetibilità. Vengono presentati in Tab. 12 e 13 e nelle Figg. 11 e 12 i risultati delle verifiche di ripetibilità eseguite sull’acqua di rete del laboratorio ARPA di Milano e sul campione dell’interconfronto di Frascati. In entrambi i casi gli stessi operatori hanno effettuato rispettivamente i prelievi e il degasamento del campione. Tab. 12: Ripetibilità tecnica emanometrica - acqua laboratorio ARPA Milano Campione Sigla drexel Sigla cella di Lucas Attività Incertezza Incertezza (Bq/kg) ± (%) ARPA 1 DX-14 CL-01 3,91 0,43 11 ARPA 2 DX-11 CL-05 4,73 0,52 11 ARPA 3 DX-04 CL-06 3,41 0,39 11 ARPA 4 DX-17 CL-03 4,21 0,45 11 ARPA 5 DX-13 CL-04 2,72 0,30 11 3,80 0,77 20 Media* * Attività media, scarto tipo e scarto tipo % Tab. 13: Ripetibilità tecnica emanometrica - acqua interconfronto Frascati Campione Sigla drexel Sigla cella di Lucas Attività Incertezza Incertezza (Bq/kg) ± (%) 1 DX-07 CL-03 228 24 11 2 DX-16 CL-01 182 19 10 3 DX-16 CL-05 180 19 11 197 27 14 Media* Nelle misure dell’acqua della sede ARPA la dispersione dei risultati è evidente (20%) ed almeno in parte spiegabile sulla base di alcune osservazioni effettuate nel corso dell’esecuzione delle misure: si è infatti osservato che durante il degasamento del primo e del terzo campione il diametro delle bolle di gas era particolarmente grande, e che per il quinto campione il processo di degasamento è stato più breve del dovuto (5 minuti anziché 10). Le prove sono state peraltro eseguite da operatori ‘esperti’; le differenze osservate rientrano peraltro tra quelle normalmente riscontrabili nella pratica sperimentale di questa tecnica, e la variabilità dei risultati ottenuti ne evidenzia in modo realistico le criticità. Nelle misure sull’acqua dell’interconfronto di Frascati la dispersione dei risultati è inferiore, anche se rimane superiore al 10%. 34 Rn-222 (Bq/kg) 6 media ± 1s 5 4 3 2 1 0 ARPA 1 ARPA 2 ARPA 3 ARPA 4 ARPA 5 Fig. 11: Rappresentazione grafica della ripetibilità delle misure di radon in acqua – Campione ARPA Rn-222 (Bq/kg) 300 media ± 1s 250 200 150 100 50 0 1 2 3 Fig. 12: Rappresentazione grafica della ripetibilità delle misure di radon in acqua – Campione Frascati 35 3.2.4. Analisi delle incertezze I due grafici che seguono mostrano, sia per le misure di efficienza che per quelle di attività, i contributi percentuali alla varianza composta dei principali termini che vi contribuiscono. In Tab. 14 sono riportati i valori % di incertezza sulle concentrazioni di radon in funzione della concentrazione stessa. Tab. 14: Incertezza % sulle misure di concentrazione di radon Concentrazione media Incertezza % sul risultato 5 Bq/kg 11% 15 Bq/kg 10% 200 Bq/kg 11% L’incertezza sui conteggi lordi pesa sempre in modo marginale, perché anche con questa tecnica analitica il numero di conteggi misurati è statisticamente ben definito anche nel caso di campioni di bassa attività. L’incertezza sui conteggi di fondo è sempre irrilevante. Nelle misure di efficienza, anche in questo caso, contribuisce in modo fondamentale l’incertezza associata alla concentrazione dello standard radioattivo. Tuttavia, come abbiamo già osservato, la dispersione dei risultati è in questo caso molto maggiore dell’incertezza associata alla singola misura. E’ quindi necessario che le prove di efficienza siano ripetute più volte ed in momenti diversi, alternando eventualmente più operatori; in questo modo, anche se aumenterebbe verosimilmente la dispersione dei risultati, si otterrebbero stime più verosimili delle condizioni operative reali. Nelle misure di attività è determinante l’incertezza sull’efficienza, e per questo motivo l’incertezza % sul risultato finale è pressoché indipendente dall’attività. Alla stima della quantità di campione è stata associata un’incertezza del 5%, anche sulla base delle stesse considerazioni già espresse per la scintillazione liquida, sebbene in questo caso tale contributo non sia così determinante. Anche se è chiaro che la fonte principale di incertezza nelle misure di attività è la stima dell’efficienza di estrazione, considerata l’elevata manualità e la ridotta ripetibilità della procedura di estrazione non sembra possibile ridurre significativamente l’incertezza complessiva del metodo. 36 Cont. Lordi Cont. Fondo Conc. std. Q.tà std. 100% 80% 60% 40% 20% 0% Campione 1 Campione 2 Campione 3 Campione 4 Campione 5 Fig. 13: Contributo % alla stima dell’incertezza nelle misure di efficienza Cont. Lordi Cont. Fondo Eff. Q.tà campione 100% 80% 60% 40% 20% 0% 5 Bq/kg 15 Bq/kg 200 Bq/kg Fig. 14: Contributo % alla stima dell’incertezza nelle misure di attività 37 4. MISURA DEL RADON PER SPETTROMETRIA GAMMA 4.1. La letteratura scientifica La tecnica di misura del radon in acqua mediante spettrometria gamma utilizza il tipo di strumento probabilmente più diffuso nei laboratori radiometrici, e non stupisce quindi che essa sia stata ampiamente utilizzata in campagne di misura su acque di falda e termali i cui contenuti di radon sono tali per cui i limiti di sensibilità della metodica sono di norma sufficienti. Le concentrazioni di radon sono stimate attraverso la misura delle principali emissioni gamma dei prodotti di decadimento a vita breve del 222Rn, 214Pb e 214Bi che, come già ricordato, si portano in condizioni di equilibrio secolare col progenitore in circa 3 ore. Le misure possono essere effettuate sia con rivelatori al germanio iperpuro (HPGe) che allo ioduro di sodio - NaI(Tl); questi ultimi, pur offrendo una minor risoluzione hanno il vantaggio di non richiedere il raffreddamento dell’elemento sensibile e possono essere più facilmente usati per misure in continuo (Facchini, 1994). La possibilità di misure in continuo costituisce un’altra peculiarità dell’impiego della spettrometria gamma. Tali misure possono tra l’altro trovare interessanti applicazioni nella previsione di eventi sismici (Hakusson, 1981). Le misure in continuo di radon hanno mostrato chiaramente la dipendenza delle concentrazione di radon negli acquiferi dalle maree gravitazionali (Facchini, 1994). Un punto critico è anche in questo caso il metodo di campionamento. Una soluzione in seguito ampiamente adottata è stata l’adozione di un beaker di Marinelli modificato con l’aggiunta di un ugello di ingresso ed uno di uscita in modo da consentire un ricambio completo del campione di acqua (Colombo, 1994). L’impiego di una valvola che consenta la pressurizzazione dell’acqua minimizza la formazione di bolle gassose aderenti alle pareti che sono fonte di disomogeneità geometrica (Mancini, 1995). Il fenomeno è rilevante quando il campione subisce variazioni di temperatura tra il momento del prelievo e quello della misura, a causa della correlata variazione del coefficiente di solubilità dei gas. Il contenitore del campione dovrebbe essere costituito di materiali certamente impermeabili al radon quali metalli (ottone, alluminio), vetro, teflon (Facchini, 1987; Colombo, 1994; Shizuma, 1998). Dal momento che la taratura del sistema viene solitamente effettuata con soluzioni di radio-226, va verificata la compatibilità del materiale con la soluzione di radio, generalmente acida; un caso esemplificativo è quello dell’allumio, che pur essendo un materiale a basso costo ed adatto alla predisposizione di contentori a tenuta non tollera in alcun modo la presenza di soluzioni acide. Come contenitori per l’analisi sono state tuttavia utilizzate, per praticità, anche bottiglie in polietilene (Trautmannsheimer, 2003), anche se in questo caso è necessario tenere conto della diffusione del radon attraverso le pareti del recipiente. Trautmannsheimer ha in effetti determinato sperimentalmente il tempo di dimezzamento per diffusione dei contenitori in polietilene utilizzati, che è risultato pari a 135 giorni. La perdita per diffusione, in bottiglie prive di battente d’aria e chiuse ermeticamente, sembrerebbe quindi trascurabile rispetto ai tempi tipicamente coinvolti nell’esecuzione di questo tipo di misure. Occorre comunque rilevare che sono disponibili in commercio diversi tipi di polietilene, con differenti spessori e densità; le proprietà di diffusione dei materiali utilizzati dovrebbero pertanto essere sempre direttamente verificate. A titolo di esempio, le misure effettuate dal nostro laboratorio con contenitori in polietilene utilizzati per la conservazione ed il trasporto di campioni d’acqua (vd. par. 2.2.2) hanno dimostrato l’esistenza di perdite significative di radon dopo sole 24 ore di conservazione. 38 Le misure mediante spettrometria gamma consentono di raggiungere minime attività rivelabili di alcuni Bq/l (cfr. Tab. 22), tuttavia sensibilità più elevate possono essere ottenute combinando questa tecnica con l’estrazione del radon con solventi organici da maggiori volumi d’acqua (Shizuma, 1998). 4.2. Verifiche sperimentali condotte dall’ARPA Lombardia 4.2.1. Materiali e metodi Come contenitori del campione, per le analisi mediante spettrometria gamma, sono state utilizzate bottiglie standard in vetro da 500 a collo largo filettato. A queste è stato applicato un tappo a vite in teflon dotato di rubinetti come descritto nella sezione precedente (Foto 6). Analogamente alla tecnica emanometrica in corrispondenza della valvola di ingresso del campione è stato applicato un tubicino per consentire il riempimento della bottiglia partendo dal fondo. Nella bottiglia viene preventivamente introdotto un cuscinetto ottenuto inserendo un cubo di gommapiuma di circa 1 cm di lato in una bustina in alluminio a tenuta di radon, termosaldato, avente il compito di compensare variazioni di volume del liquido dovute a possibili cambiamenti di temperatura. Il prelievo del campione viene effettuato, analogamente alla tecnica emanometrica, collegando la valvola di ingresso della bottiglia al rubinetto di erogazione dell’acqua, ed aprendo quella di uscita, collegata ad un tubo di spurgo.Viene mantenuto un flusso moderato evitando nel contempo la formazione di turbolenze. L’erogazione del campione viene protratta per 10-15 minuti in modo da consentire più ricambi completi all’interno del contenitore. In questo modo il contenitore viene completamente riempito e si evita la formazione di battenti di aria. Vengono infine chiuse le valvole di ingresso ed uscita ed il campione viene lasciato a riposo per almeno tre ore prima dell’analisi permettendo l’instaurarsi dell’equilibrio secolare tra il radon ed i figli a vita breve. Per migliorare la ripetibilità della misura si è anche provveduto a predisporre ed utilizzare un posizionatore per l’esatto posizionamento della bottiglia sul rivelatore; il posizionatore è stato preparato utilizzando un contenitore di Marinelli, in cui sono inseriti alcuni spessori, in cui viene infilata la bottiglia contenente il campione (Foto 7 e 8). L’analisi viene effettuata mediante il conteggio su un rivelatore al germanio iperpuro (HPGe, efficienza relativa pari al 35%) per 4 ore. L’analisi viene validata previa verifica dell’esistenza delle condizioni di equilibrio fra 214Pb e 214Bi. Le concentrazioni di ciascuno dei due isotopi sono ricavate dalla media pesata dei valori ricavati dalle emissioni a 295 keV e 351 keV per il 214Pb ed a 609 keV, 1120 keV e 1764 keV per il 214Bi. La concentrazione del 222Rn si ottiene dalla media pesata delle concentrazioni di 214Pb e 214Bi. Dal momento che le bottiglie utilizzate potrebbero provenire da ditte (o lotti di fabbricazione) differenti, particolare cura deve essere posta nella misura del contributo del fondo e della sua variabilità. Per le misure di fondo vengono utilizzati contenitori completamente riempiti di acqua deionizzata ultrapura priva di radon (preventivamente bollita sotto agitazione per alcuni minuti). 39 Foto 6: Prelievo del campione Foto 7: Dispositivo di centratura 40 Foto 8: Misura per spettrometria gamma 41 Tab. 15: Abbondanza delle principali righe di emissione gamma di 214Pb e 214Bi Energia (keV) 295 keV (214Pb) 351 keV (214Pb) 609 keV (214Bi) 1120 keV (214Bi) 1764 keV (214Bi) Abbondanza di emissione (%) 18,7 ± 0,40 35,8 ± 0,70 45,0 ± 0,40 14,9 ± 0,20 16,1 ± 0,41 4.2.2. Taratura del metodo e valutazione del fondo La taratura viene effettuata introducendo nella bottiglia una quantità nota di soluzione certificata di Ra. La bottiglia viene poi riempita completamente con una soluzione di EDTA 0,25 M a pH 10 e lasciata a riposo per almeno 20 giorni per consentire la crescita del 222Rn. L’EDTA, in particolare, viene aggiunto al fine di evitare possibili fenomeni di adesione dei prodotti di decadimento del radon alle pareti del contenitore. 226 E’ stata effettuata per confronto anche la verifica dell’efficienza utilizzando lo standard di radon in acqua disponibile presso il Centro Ricerche Casaccia dell’ENEA (De Felice, 2002). In Tabella 16 sono riportati i risultati di entrambe le prove. L’accordo dei risultati è ottimo e dimostra l’equivalenza dei due metodi di taratura. Poiché la taratura del metodo è stata effettuata utilizzando gli stessi radionuclidi successivamente misurati nei campioni incogniti, sono totalmente eliminate le possibili influenze delle modalità di decadimento dei singoli radioisotopi sulla reale efficienza di rivelazione (effetto somma). Per lo stesso motivo si è assunta pari a zero l’incertezza sulle abbondanze di emissione delle righe gamma considerate. Se non sono disponibili né uno standard di Ra-226 né uno di Rn-222, la taratura può essere eseguita utilizzando una soluzione multigamma tradizionale che contenga diversi radionuclidi con emissioni che coprano l’intervallo di energia tra 200 e 2000 keV. In questo caso, tuttavia, l’incertezza complessiva della metodica aumenta per due motivi: 1) l’effetto somma può diventare significativo sia nella fase di taratura (nel caso in cui la soluzione di riferimento contenga radionuclidi con emissioni gamma in cascata), che in quella di misura (a causa della presenza di emissioni gamma in cascata negli schemi di decadimento di 214Pb e 214Bi); sarebbe anche auspicabile, in questo caso, l’applicazione di metodi di correzione dell’effetto somma; 2) nella valutazione dell’incertezza sull’attività di campioni incogniti occorre considerare anche l’incertezza associata alle abbondanze di emissione delle righe di emissione del 214Pb e 214Bi utilizzate. 42 Tab. 16: Determinazione dell’efficienza mediante soluzioni di riferimento di 226Ra e 222Rn Energia (keV) 295 keV (214Pb) 351 keV (214Pb) 609 keV (214Bi) 1120 keV (214Bi) 1764 keV (214Bi) Efficienza assoluta Std: 226Ra Std: 222Rn 7.67E-03 ± 1.87E-05 7.67E-03 ± 2.33E-04 6.93E-03 ± 2.24E-05 6.87E-03 ± 2.42E-04 4.60E-03 ± 1.25E-05 4.72E-03 ± 1.76E-04 3.10E-03 ± 2.50E-05 3.17E-03 ± 1.28E-04 2.33E-03 ± 1.87E-05 2.41E-03 ± 7.20E-05 La valutazione del fondo è stata effettuata acquisendo nelle medesime condizioni analitiche (stesso rivelatore, uguale durata di 1000 minuti) gli spettri di 5 bottiglie diverse con i risultati riportati in Tab. 17, in cui per ogni riga di emissione è riportata l’area netta del picco fotoelettrico. All’area del picco fotoelettrico contribuiscono in realtà sia il fondo ambientale e strumentale della linea di misura utilizzata che quello dovuto ai materiali di cui è fatta la singola bottiglia. Non tutte le bottiglie hanno lo stesso fondo: le bottiglie Rng3 e Rng4 sono simili tra loro, così come le bottiglie Rng5 e Rng6 che presentano in assoluto i valori di fondo più bassi. Queste differenze sono significative quando si misurano campioni con concentrazioni di radon dell’ordine di poche decine di Bq/kg: in questi casi è necessario verificare a priori l’omogeneità del lotto di bottiglie o disporre di un fondo per ogni bottiglia utilizzata. Occorre anche considerare che la componente del fondo di origine ambientale può variare nel corso del tempo: le misure di fondo andrebbero pertanto ripetute periodicamente, e ciò appesantisce ulteriormente la metodica soprattutto quando la si voglia applicare ad un numero elevato di campioni. Tab. 17: Valutazione del fondo Energia Rng2 Rng3 Rng4 449 ± 28 403 ± 24 447 ± 28 280 ± 24 283 ± 25 351 keV (214Pb) 770 ± 31 765 ± 32 804 ± 32 526 ± 28 481 ± 27 609 keV (214Bi) 644 ± 28 603 ± 27 687 ± 28 444 ± 24 455 ± 23 1120 keV (214Bi) 97 ± 13 153 ± 14 132 ± 14 83 ± 12 84 ± 13 1764 keV (214Bi) 75 ± 11 109 ± 12 104 ± 11 72 ± 11 80 ± 11 (keV) 295 keV (214Pb) 43 Rng5 Rng6 4.2.3. Verifica della ripetibilità del metodo Per la verifica della ripetibilità del metodo sono stati in questo caso effettuati cinque diversi prelievi presso una fontanella pubblica, ubicata in una zona della città di Milano in cui le concentrazioni di radon in acqua sono dell’ordine di 15 Bq/kg. L’acqua di rete erogata presso il laboratorio ARPA, utilizzata per le verifiche di ripetibilità dei metodi precedentemente discussi, ha infatti concentrazioni di radon troppo vicine alla minima attività rivelabile, in questo caso, per poter fornire una stima affidabile. Si riportano inoltre i risultati delle due ripetizioni eseguite sul campione di acqua dell’interconfronto di Frascati, che aveva concentrazioni dell’ordine di 200 Bq/kg. I risultati delle prove sono riportati nelle Tabb. 18 e 19 e in Fig. 15. Tab. 18: Ripetibilità spettrometria gamma – acqua fontanella Piazzale Siena (Mi) 214 214 Bi Pb Media pesata Campione Attività (Bq/kg) Incertezza (%) Attività (Bq/kg) Incertezza (%) Attività (Bq/kg) Incertezza (%) 1 12,47 ± 1,04 8,3 13,42 ± 0,99 7,4 12,97 ± 0,72 5,5 2 10,88 ± 1,17 10,8 10,39 ± 1,07 10,3 10,61 ± 0,79 7,4 3 9,12 ± 1,13 12,4 < MAR 9,12 ± 1,13 12,4 4 12,11 ± 1,17 9,7 10,28 ± 1,03 10,0 11,08 ± 0,77 7,0 5 12,50 ± 1,27 10,2 11,6 ± 1,16 10,0 12,01 ± 0,86 7,1 11,16 ± 1,45 13 Media* * Attività media, scarto tipo assoluto e % Tab.19: Ripetibilità spettrometria gamma – Interconfronto Frascati 2003 214 214 Bi Pb Media pesata Campione Attività (Bq/kg) Incertezza (%) Attività (Bq/kg) Incertezza (%) Attività (Bq/kg) Incertezza (%) 1 220 ± 12 5,3 221 ± 12 5,3 221 ± 8 3,8 2 220 ± 12 5,3 217 ± 12 5,3 219 ± 8 3,8 44 La dispersione dei risultati diminuisce sensibilmente all’aumentare della concentrazione di radon nel campione, ed è verosimilmente determinata, in gran parte, dalle fluttuazioni del fondo ambientale e dall’incertezza di tipo statistico associata all’area dei fotopicchi considerati. La tecnica fornisce quindi risultati particolarmente buoni nella misura di campioni con concentrazioni dell’ordine almeno di 100 Bq/kg. Risultati migliori anche in presenza di concentrazioni più basse si potrebbero ottenere aumentando la durata delle misure o utilizzando rivelatori al germanio ad alta efficienza. Rn-222 (Bq/kg) 16 media ± 1s 14 12 10 8 6 4 2 0 1 2 3 4 5 Fig. 15: Rappresentazione grafica della ripetibilità delle misure di radon in acqua per spettrometria gamma in campioni prelevati in Piazzale Siena (Mi) 4.2.4. Analisi delle incertezze Per quanto riguarda le misure di efficienza, il grafico in Fig. 16 mostra i contributi percentuali alla varianza composta dei principali termini che vi contribuiscono. Le valutazioni sono state effettuate considerando la principale riga di emissione gamma del 214Pb (351 keV) e la principale riga del 214Bi (609 keV). Il contributo principale all’incertezza è dovuto ai termini legati alla concentrazione ed alla quantità di standard trasferito nel contenitore; poiché gli standard di taratura hanno solitamente attività elevate (dell’ordine delle centinaia di Bq), l’incertezza associata alle aree di fotopicco è sempre sostanzialmente trascurabile. Il problema principale è quindi quello di disporre di uno standard di riferimento cui sia associata una incertezza molto piccola, e quello di eseguire correttamente il trasferimento della soluzione tarata nel contenitore di analisi. I grafici in Figg. 17 e 18 mostrano invece, per ciascuna delle righe gamma utilizzate nell’analisi quantitativa dei campioni incogniti, il contributo % dei diversi termini alla varianza composta; entrambi i grafici sono relativi a misure da 4 ore, nel primo caso di un campione che contiene circa 45 15 Bq/kg di 222Rn e nel secondo caso di un campione che ne contiene 1500 circa. In Tab. 20 sono riportati i valori percentuali di incertezza sulla misura della concentrazione di radon in funzione della stessa. Le incertezze % associate alle singole righe gamma sono tra loro sempre confrontabili. Tab. 20: Incertezza % sulle misure di concentrazione di radon Concentrazione media Incertezza % sul risultato 5 Bq/kg 15% 15 Bq/kg 6% 200 Bq/kg 5% Nelle misure di attività il contributo % dei diversi termini varia in funzione principalmente delle aree di fotopicco. L’incertezza complessiva potrebbe essere quindi migliorata aumentando la durata delle misure. La scelta del tempo di misura dipende comunque, in ultima analisi, dall’ottimizzazione della gestione delle risorse. Anche nelle misure di spettrometria gamma si è assunto di associare alla quantità di campione un’incertezza pari al 5%; questo termine, tuttavia, diventa importante solo quando si analizzano campioni con concentrazioni dell’ordine di diverse centinaia di Bq/kg. Cont. Lordi Cont. Fondo Conc. std. Q.tà std. 100% 80% 60% 40% 20% 0% 351 keV 609 keV Fig. 16: Contributo % alla varianza nelle misure di efficienza 46 Cont. lordi Cont. fondo Eff. Q.tà campione 100% 80% 60% 40% 20% 0% 295 keV 351 keV 609 keV 1120 keV 1764 keV Fig. 17: Contributo % alla varianza nelle misure di attività (15 Bq/kg – 4 ore) Cont. lordi Cont. fondo Eff. Q.tà campione 100% 80% 60% 40% 20% 0% 295 keV 351 keV 609 keV 1120 keV 1764 keV Fig. 18: Contributo % alla varianza nelle misure di attività (1500 Bq/kg – 4 ore) 47 5. CONFRONTO FRA LE TECNICHE DI MISURA La riproducibilità dei risultati è stata verificata confrontando i valori ottenuti con le tre tecniche analitiche nella misura di 3 campioni differenti, su un intervallo di concentrazione tra 5 e 200 Bq/kg. I risultati sono presentati in Tab. 21 e in Fig. 19. Tab. 21: Confronto risultati delle tra tecniche di misura Scintillazione Liquida Campione Emanometria Spettrometria γ Conc. Bq/kg Inc. Bq/kg Inc. % Conc. Bq/kg Inc. Bq/kg Inc. % Conc. Bq/kg Inc. Bq/kg Inc. % 1 5,08 0,40 8 3,91 0,43 11 3,59 0,54 15 2 13,12 0,93 7 13,4 1,4 10 12,97 0,72 6 3 211 14 7 228 24 11 221 8 5 Per quanto riguarda i campioni con concentrazioni di radon media ed elevata i risultati sono certamente riproducibili. Le analisi del campione a più bassa concentrazione mostrano alcune differenze significative tra le tre tecniche; in questo caso le misure in scintillazione, che sono risultate essere le più ripetibili, sono probabilmente anche le più precise; la precisione delle misure di spettrometria gamma potrebbe essere migliorata utilizzando un contenitore differente (con un fondo inferiore) e/o aumentando la durata delle misure (in questo caso pari a 4 ore). Maggiori informazioni sulla riproducibilità delle tre metodiche si possono dedurre dall’analisi dei risultati di prove di interconfronto. 48 Campione 1 Campione 2 6 16 14 5 12 4 Bq/kg 3 8 6 2 4 1 2 0 0 LSC Emanometria Sp. gamma LSC Campione 3 250 200 150 Bq/kg Bq/kg 10 100 50 0 LSC Emanometria Sp. gamma Fig. 19 : Confronto risultati misure Rn in acqua 49 Emanometria Sp. gamma 6. CONCLUSIONI La Tab. 22 riassume le principali caratteristiche delle tre tecniche così come sono state messe a punto ed applicate nel nostro laboratorio. Tab. 22: Confronto tra le caratteristiche generali delle tre tecniche Scintill. liquida Emanometria Spettrometria γ Possibilità di effettuare il campionamento con recipienti comuni si no no Tempo di preparazione del campione per la misura (min) 10 30 0 Durata della misura (min) 60 5 240 Volume campione (g) 10 500 500 Minima attività rivelabile (Bq/kg) 0,5 0,02 5 8% 7% 7% 11 % 10 % 11 % 15 % 6% 5% 7% 3% n.d. 20 % n.d. 14 % n.d. 13 % n.d.* Incertezza tipica della misura (%): 5 Bq/kg 15 Bq/kg 200 Bq/kg Ripetibilità (dev. std % su misure ripetute): 5 Bq/kg 15 Bq/kg 200 Bq/kg *: le due prove eseguite per spettrometria gamma di un campione con circa 200 Bq/kg di radon hanno fornito risultati pressoché coincidenti, anche se non è stato possibile calcolare la dispersione dei valori Le modalità di prelievo devono essere attentamente valutate in tutti i casi allo scopo di evitare perdite di radon durante il campionamento; è preferibile eseguire il campionamento nello stesso contenitore utilizzato per l’analisi, verificandone la tenuta. Emanometria e spettrometria gamma, inoltre, prevedono l’uso di contenitori ad hoc per il prelievo (dotati di chiusura ermetica e sistema di valvole di ricircolo), e ciò può limitare la numerosità dei campioni realmente analizzabili in un breve lasso di tempo. L’emanometria è la tecnica che richiede maggiore manualità in quanto prevede l’estrazione del gas radon presente in acqua, e questa fase della procedura è particolarmente critica. 50 Per contro, emanometria e scintillazione utilizzano entrambi sistemi di conteggio ad alta efficienza di rivelazione, considerato anche che in entrambi i casi per ogni nucleo di radon che decade vengono contate tre particelle alfa e due beta e quindi la durata della misura e la bontà della statistica di conteggio non sono mai un fattore limitante. Uno dei principali problemi legati alla spettrometria gamma è invece quello dovuto alla necessità di prevedere tempi di misura sufficientemente lunghi: l’efficienza di rivelazione è bassa, e il fondo ambientale contribuisce ulteriormente a peggiorare la sensibilità analitica. Le minime attività rivelabili delle tre tecniche variano di conseguenza: per emanometria e scintillazione sono certamente sufficienti a misurare il radon presente in qualunque tipo di acqua di falda; con la spettrometria gamma risultati certamente ripetibili si ottengono analizzando acque che contengono almeno 10 Bq/kg di radon. La spettrometria è anche la tecnica in cui è possibile migliorare significativamente l’incertezza associata al risultato aumentando la durata delle misure; con emanometria e scintillazione invece la fonte principale di incertezza è legata rispettivamente alla taratura del metodo ed al prelievo del campione, e l’incertezza associata alle misure è quindi difficilmente migliorabile. Per quanto riguarda, infine, la ripetibilità delle tre tecniche, l’emanometria è quella che dà i risultati peggiori; la ripetibilità delle misure di scintillazione e di spettrometria migliora all’aumentare delle concentrazioni. La scintillazione liquida, pur non essendo la metodica in assoluto più sensibile, si rivela la tecnica più versatile ed affidabile, in quanto permette di impiegare procedure di campionamento che minimizzano le fughe di radon anche in caso di situazioni di prelievo non agevoli (fontane potabili, sorgenti, pozzi, ecc..). La preparazione della fiala di scintillazione può essere effettuata direttamente in campo o, qualora non si disponga di personale adeguatamente addestrato, può essere effettuata in laboratorio partendo dal campione conservato in recipienti opportuni. Richiede inoltre l’analisi di volumi d’acqua ridotti. La disponibilità di scintillatori liquidi dotati di cambiacampioni automatici rende possibile la misura di un gran numero di campioni in tempi brevi. La tecnica emanometrica è caratterizzata da una elevata sensibilità che la rende utilizzabile per la determinazione di basse concentrazioni di radon (ad esempio per le acque superficiali); per contro, dalle esperienze fin qui acquisite, la buona riuscita della misura dipende fortemente dalla manualità dell’operatore, particolarmente per quanto riguarda le operazioni di degasaggio e trasferimento del radon alla cella di scintillazione. Ciò ha dato luogo, nella nostra esperienza, a scarsa ripetibilità e riproducibilità dei risultati; all’emanometria sono associate le incertezze analitiche maggiori. La spettrometria gamma ha una sensibilità sufficiente per la misura del radon nella maggior parte delle acque di rete ed impiega un tipo di strumentazione ampiamente diffuso, tuttavia richiede tempi di misura piuttosto lunghi per consentire di ottenere sensibilità sufficienti e comunque peggiori delle altre due tecniche. Risultati migliori in termini di sensibilità si possono ottenere con rivelatori al germanio ad alta efficienza e fondo particolarmente basso. Nel caso vengano impiegati contenitori in vetro la corretta valutazione del fondo associato al contenitore è un elemento critico che deve essere valutato con attenzione. 51 7. BIBLIOGRAFIA Al Masri M.S., Blackburn R. Radon-222 and related activities in surface waters of the English Lake District Appl. Radiat. Isot. 1137, 50 (1999) Asikainen M., Kahlos H. (1) Natural radioactivity of drinking water in Finland Health Physics, 77, 39 (1980) Asikainen M., Kahlos H. 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MATERIALI, REAGENTI E STRUMENTAZIONE ................................................................... 61 5. MODALITA’ OPERATIVE ...................................................................................................... 61 5.1.Preparazione della fiala per scintillazione liquida............................................................. 61 5.2.Prelievo del campione ..................................................................................................... 62 5.3.Preparazione del campione per l’analisi .......................................................................... 62 5.4.Preparazione del campione di bianco.............................................................................. 62 5.5.Preparazione della sorgente per la taratura..................................................................... 62 5.5.1.Taratura con sorgente di 222Rn in acqua ................................................................... 63 5.5.2.Taratura con sorgente di 226Ra.................................................................................. 63 6. IMPOSTAZIONE DELLO STRUMENTO ................................................................................ 63 7. MISURA DEL BIANCO ........................................................................................................... 63 8. MISURA DELL’EFFICIENZA DI RIVELAZIONE ..................................................................... 63 8.1.Sorgente di taratura di 222Rn in acqua ............................................................................ 64 8.2.Sorgente di taratura di 226Ra............................................................................................ 65 9. MISURA DELLA CONCENTRAZIONE DI ATTIVITA’ DEL CAMPIONE.................................. 66 10. CALCOLO DELLA MINIMA CONCENTRAZIONE DI ATTIVITA’ RIVELABILE ...................... 68 60 Appendice 1 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Questa istruzione operativa definisce il metodo analitico adottato per la determinazione della concentrazione del 222Rn nelle acque di rete tramite misura mediante scintillatore liquido in fase eterogenea, e si applica alla misura del 222Rn nelle acque per concentrazioni superiori a 0.025 Bq/kg (sensibilità del metodo con misure da 60 minuti). Interferenti radiometrici della determinazione sono gli eventuali radionuclidi solubili in un cocktail scintillante non miscibile all’acqua (ad esempio sostanze organiche marcate). La norma non si applica ad acque gasate e ad acque con temperature superiori a quella ambiente. 2. PRINCIPIO DEL METODO Il metodo si basa sull’estrazione del radon presente in un campione d’acqua attraverso la sua diffusione in un cocktail scintillante immiscibile all’acqua e sulla successiva misura delle emissioni alfa e beta del radon e dei suoi prodotti di decadimento a vita breve in condizioni di equilibrio con il progenitore 222Rn. Le misure sono effettuate mediante scintillatore liquido. 3. RIFERIMENTI E BIBLIOGRAFIA - ASTM D 5072-98 “Standard Test Method for Radon in Drinking Water” UNI CEI ENV 13005 - Luglio 2000 “Guida all’espressione dell’incertezza di misura” 4. MATERIALI, REAGENTI E STRUMENTAZIONE − − − − − − − − Tubo in plastica trasparente Recipiente in vetro con tappo a vite a tenuta con guarnizione in alluminio o teflon Siringa da 10 ml a tenuta di gas Fiale in polietilene teflonato per scintillazione da 20 ml Cocktail scintillante immiscibile all’acqua con densità inferiore a 1 g/cm3 Soluzione certificata di 222Rn in acqua ovvero soluzione certificata di 226Ra Bilancia analitica Sistema di conteggio a scintillatore liquido 5. MODALITA’ OPERATIVE 5.1. − − Preparazione della fiala per scintillazione liquida Trasferire 10 ml di cocktail scintillante in una fiala di polietilene teflonato da 20 ml e pesare su bilancia analitica (4 decimali) Chiudere la fiala senza forzare 61 Appendice 1 5.2. Prelievo del campione Dal momento che il radon tende ad essere desorbito con facilità dall’acqua, è preferibile effettuare sul luogo il riempimento della fiala per scintillazione. Se questo non è possibile il campione prelevato e trasferito in un opportuno recipiente a tenuta può essere trasportato in laboratorio per la preparazione della fiala seguendo le modalità sotto descritte. Nel caso sia possibile preparare la fiala per scintillazione sul posto: − − − − − − − − Connettere un tubo in plastica trasparente al rubinetto di erogazione Inserire il tubo nel contenitore in vetro per il prelievo fino a toccare il fondo Iniziare l’erogazione dell’acqua a flusso moderato evitando turbolenze e continuare l’erogazione qualche minuto lasciando tracimare il liquido Prelevare con una siringa a tenuta di gas 10 ml di campione immergendo per alcuni centimetri l’ago nell’acqua, operando lentamente per evitare la formazione di bolle d’aria (eventualmente svuotare la siringa e ripetere il prelievo) Al più presto iniettare il campione sul fondo della fiala precedentemente preparata con il liquido scintillante in modo che il campione risulti sempre coperto da almeno 1 cm di liquido scintillante Chiudere saldamente la fiala di polietilene Effettuare il trasporto al laboratorio di misura nel più breve tempo possibile Prendere nota di data e ora del prelievo Nel caso si debba preparare la fiala per scintillazione in laboratorio: − − − − − Riempire il contenitore in vetro per il prelievo come descritto precedentemente Estrarre cautamente il tubo senza interrompere il flusso Chiudere saldamente il recipiente evitando la formazione di un battente d’aria Effettuare il trasporto in laboratorio nel più breve tempo possibile evitando forti sbalzi di temperatura per non causare la rottura del recipiente Effettuare il trasferimento di 10 ml di campione nella fiala per scintillazione come descritto precedentemente 5.3. − − Pesare per differenza il campione prelevato Agitare energicamente la fiala per 1 minuto circa ed effettuare il conteggio dopo almeno 3 ore 5.4. − − − Preparazione del campione per l’analisi Preparazione del campione di bianco Trasferire 10 ml di cocktail scintillante in una fiala di polietilene teflonato da 20 ml Aggiungere 10 ml di acqua ultrapura o bidistillata preventivamente bollita o degasata Agitare energicamente la fiala per 1 minuto circa e porre in conteggio NOTA: Effettuare queste operazioni in ambienti quanto più privi di 3H e 222Rn 5.5. Preparazione della sorgente per la taratura La taratura del metodo può essere effettuata utilizzando una soluzione certificata di 222Rn in acqua o, se questa non fosse disponibile, una soluzione certificata di 226Ra 62 Appendice 1 − − − − − − 5.5.1. Taratura con sorgente di 222Rn in acqua Utilizzando le modalità precedentemente descritte, preparare per la misura una fiala per scintillazione contenente 10 ml di soluzione certificata di 222Rn 5.5.2. Taratura con sorgente di 226Ra Trasferire una quantità nota (misurata gravimetricamente o volumetricamente con una incertezza inferiore all’ 1%) di soluzione certificata di 226Ra in una fiala per scintillazione (indicativamente 1 Bq) Portare il volume a 10 ml con acqua ultrapura o bidistillata preventivamente bollita o degasata Aggiungere 10 ml di cocktail scintillante immiscibile all’acqua e chiudere saldamente la fiala Lasciare a riposo per più di 20 giorni per permettere la crescita del 222Rn fino al raggiungimento dell’equilibrio secolare Agitare energicamente per 1 minuto ed effettuare il conteggio dopo almeno 3 ore 6. IMPOSTAZIONE DELLO STRUMENTO Seguire le indicazioni del costruttore per gli aspetti generali di utilizzazione del sistema di misura. Tutte le misure sono effettuate utilizzando l’intera finestra di conteggio dei canali sia alfa che beta ad eccezione dei primi canali che possono essere interessati da fenomeni di chemiluminescenza e fotoluminescenza, quindi: − Disabilitare l’opzione di discriminazione alfa/beta (se lo strumento ne è dotato) − Impostare una soglia inferiore di misura equivalente a circa 2 keV di energia beta − Rimuovere la soglia superiore di misura − Verificare, se possibile, che il picco alfa del 214Po sia compreso nella finestra di integrazione La durata delle misure è selezionata sulla base della sensibilità e della precisione richieste e non supera, normalmente, i 60 minuti. 7. MISURA DEL BIANCO − − Effettuare il conteggio del campione di bianco utilizzando le impostazioni dello strumento predefinite Registrare il valore ottenuto per i conteggi del bianco CB NOTA 1: la durata delle misure del campione di bianco deve essere uguale alla durata delle misure dei campioni dalle quali il bianco deve essere sottratto NOTA 2: ripetere il conteggio del campione di bianco ogni volta che viene sostituito il tipo e/o la partita del liquido scintillante, si modificano le impostazioni del sistema di misura, vengono sostituite parti importanti del sistema di misura, viene spostato il sistema di misura, e comunque almeno una volta al mese 8. MISURA DELL’EFFICIENZA DI RIVELAZIONE Si riportano, distintamente, le modalità di calcolo dell’efficienza di conteggio per il caso in cui si usa una sorgente di taratura di 226Ra e per quello in cui si usa una sorgente di 63 Appendice 1 taratura di 222 Rn in acqua. NOTA: ripetere la determinazione dell’efficienza ogni volta che viene sostituito il tipo e/o la partita del liquido scintillante, si modificano le impostazioni del sistema di misura, vengono sostituite parti importanti del sistema di misura, viene spostato il sistema di misura, e comunque almeno una volta ogni 3 anni 8.1. Sorgente di taratura di 222Rn in acqua − − Effettuare il conteggio della sorgente di taratura di 222Rn, di cui al punto 5.5.1., utilizzando le impostazioni dello strumento predefinite e per un tempo sufficiente a registrare almeno 10.000 conteggi Calcolare il valore dell’efficienza di rivelazione ε: ε= λ ⋅ CN (1 − e − λT ) ⋅ A ⋅ e − λ⋅∆t con: CN = C L − C B (conteggi) A = cA ⋅q (Bq) dove: CN CL CB λ T A cA q ∆t − :conteggi netti :conteggi lordi :conteggi del bianco :costante di decadimento del 222Rn :durata del conteggio :attività della sorgente di taratura di 222Rn alla data di riferimento :concentrazione di attività della soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura, alla data di riferimento :quantità di soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura :intervallo di tempo intercorso tra la data di riferimento della sorgente di taratura e la data del conteggio Stimare l’incertezza tipo associata ad ε : uC u ε = ε ⋅ N cN 2 2 u + A A con: 2 u CN = u CL + u CB 64 2 Appendice 1 2 u A = uc A + uq 2 dove: u CN :incertezza associata all’efficienza di rivelazione :incertezza associata ai conteggi netti della sorgente di taratura u CL :incertezza associata ai conteggi lordi della sorgente di taratura, determinata come u CB scarto tipo sperimentale di una serie di conteggi ripetuti della sorgente di taratura stessa :incertezza associata ai conteggi del bianco, determinata come scarto tipo uA sperimentale di una serie di conteggi ripetuti del campione di bianco. E’ preferibile che le ripetizioni dei conteggi siano effettuate in momenti diversi, in un arco di tempo di almeno un mese :incertezza associata all’attività della sorgente di taratura ucA :incertezza associata alla concentrazione di attività della soluzione standard uq utilizzata per preparare la sorgente di taratura :incertezza associata alla determinazione della quantità di soluzione standard uε utilizzata per preparare la sorgente di taratura NOTA 1: i metodi di determinazione dell’incertezza fanno riferimento a quanto definito nella norma UNI CEI ENV 13005 – Luglio 2000 NOTA 2: in questa espressione ed in tutte quelle che seguono si assume che il contributo dell’incertezza associata alla costante di decadimento del radon, alla durata del conteggio T ed all’intervallo di tempo ∆t siano trascurabili 8.2. Sorgente di taratura di 226Ra − Effettuare il conteggio della sorgente di taratura di 226Ra, di cui al punto 5.5.2., utilizzando le impostazioni dello strumento predefinite e per un tempo sufficiente a registrare almeno 10.000 conteggi − Calcolare il valore dell’efficienza di rivelazione ε: ε= CN T⋅A con: CN = CL − C B A = cA ⋅q dove: CN CL :conteggi netti : conteggi lordi 65 (conteggi) (Bq) Appendice 1 CB T A cA − : conteggi del bianco : durata del conteggio : attività della sorgente di taratura di 226Ra alla data di riferimento :concentrazione di attività della soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura, alla data di riferimento q :quantità di soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura Stimare l’incertezza tipo associata ad ε : uC u ε = ε ⋅ N cN 2 2 uA + A con: 2 u CN = u CL + u CB 2 u A = uc A + uq 2 2 dove: u CN :incertezza associata all’efficienza di rivelazione :incertezza associata ai conteggi netti della sorgente di taratura u CL :incertezza associata ai conteggi lordi della sorgente di taratura determinata come u CB scarto tipo sperimentale di una serie di conteggi ripetuti della sorgente di taratura stessa :incertezza associata ai conteggi del bianco, determinata come scarto tipo uA sperimentale di una serie di conteggi ripetuti del campione di bianco. E’ preferibile che le ripetizioni dei conteggi siano effettuate in momenti diversi, in un arco di tempo di almeno un mese :incertezza associata all’attività della sorgente di taratura ucA :incertezza associata alla concentrazione di attività della soluzione standard uq :incertezza associata alla determinazione della quantità di soluzione standard uε utilizzata per preparare la sorgente di taratura utilizzata per preparare la sorgente di taratura NOTA: porre in conteggio la sorgente di taratura di 226Ra non appena raggiunte le condizioni di equilibrio con il 222Rn. Evitare di conservare la sorgente più a lungo in quanto il liquido scintillante tende a degradarsi nel tempo, in particolare in presenza di acidi anche diluiti. 9. MISURA DELLA CONCENTRAZIONE DI ATTIVITA’ DEL CAMPIONE − − − Misurare il campione utilizzando le impostazioni dello strumento predefinite e per un tempo sufficiente ad ottenere i valori di sensibilità e/o precisione desiderati (indicativamente 60 minuti) Registrare i valori ottenuti per CL (conteggi lordi) Calcolare la concentrazione di attività di radon cRn riferita alla data di prelievo del campione: 66 Appendice 1 c Rn = λ ⋅ CN (1 − e − λ⋅T )⋅ε⋅Q ⋅ e λ⋅∆t (Bq/kg) con: CN = CL − C B (conteggi) dove: CN CL CB λ T ε Q ∆t :conteggi netti :conteggi lordi :conteggi del bianco :costante di decadimento del 222Rn :durata del conteggio :efficienza di rivelazione :massa del campione, espressa in kg :intervallo di tempo intercorso tra la data di prelievo del campione e la data di inizio del conteggio La concentrazione può essere espressa in Bq/l considerando unitaria la densità dell’acqua campione − Stimare l’incertezza tipo u(cRn) associata a cRn : u(c Rn ) = c Rn uC ⋅ N cN 2 2 u u + ε + Q ε Q 2 con: 2 u CN = u CL + u CB 2 dove: u CN :incertezza associata ai conteggi netti del campione u CL :incertezza associata ai conteggi lordi del campione, determinata come scarto tipo u CB sperimentale di una serie di conteggi ripetuti del campione stesso oppure, se questo non è possibile, come radice quadrata dei conteggi lordi (nell’ipotesi che la statistica sia di tipo poissoniano) :incertezza associata ai conteggi del bianco, determinata come scarto tipo uε sperimentale di una serie di conteggi ripetuti del campione di bianco. E’ preferibile che le ripetizioni dei conteggi siano effettuate in momenti diversi :incertezza associata all’efficienza di rivelazione uQ :incertezza associata alla pesata del campione 67 Appendice 1 NOTA: l’incertezza associata a Q è generalmente più elevata dell’incertezza associata alla bilancia analitica utilizzata per pesare ed è determinata, in larga misura, dalle perdite di campione associate al prelievo ed alla preparazione del campione stesso. L’incertezza associata a Q deve essere stimata adottando metodi adeguati (UNI CEI ENV 13005 – Luglio 2000), e di norma non dovrebbe essere inferiore al 2%. − Stimare l’incertezza estesa U(cRn) associata a cRn : U (c Rn ) = k ⋅ u(c Rn ) dove: k :fattore di copertura NOTA: nell’ipotesi che la distribuzione dei valori del misurando sia di tipo gaussiano, il fattore di copertura da utilizzare è k=2, corrispondente approssimativamente ad un livello di fiducia del 95% 10. CALCOLO DELLA MINIMA CONCENTRAZIONE DI ATTIVITA’ RIVELABILE − Calcolare la minima concentrazione di attività rivelabile, espressa al livello di confidenza del 95%: MCR cRn = 4,65 ⋅ u CB + 2,71 ε ⋅T ⋅ Q dove il significato dei simboli è lo stesso sopra riportato. 68 (Bq/kg) Appendice 2 Emanometria - Formule utilizzate − Per il calcolo del valore dell’efficienza di rivelazione ε: ε= CN T⋅A con: CN = (CL − CB ) ⋅ eλ ⋅∆t A = cA ⋅q (conteggi) (Bq) dove: CN CL CB T A λ ∆t cA q : conteggi netti alla data ed ora di estrazione del radon : conteggi lordi alla data ed ora di misura : conteggi del bianco : durata del conteggio : attività della sorgente di taratura di 226Ra alla data di riferimento : costante di decadimento del 222Rn : intervallo di tempo intercorso tra la data ed ora di misura e la data ed ora di estrazione : concentrazione di attività della soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura, alla data di riferimento : quantità di soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura − Per il calcolo dell’incertezza tipo associata ad ε : uC u ε = ε ⋅ N cN 2 2 u + A A con: 2 u CN = u CL + u CB 2 u A = uc A + uq 2 2 dove: uε u CN :incertezza associata all’efficienza di rivelazione :incertezza associata ai conteggi netti della sorgente di taratura 69 Appendice 2 u CL :incertezza associata ai conteggi lordi della sorgente di taratura determinata u CB come scarto tipo sperimentale di una serie di conteggi ripetuti della sorgente di taratura stessa :incertezza associata ai conteggi del bianco, determinata come scarto tipo ucA sperimentale di una serie di conteggi ripetuti della cella di scintillazione utilizzata. E’ preferibile che le misure dei conteggi di bianco siano effettuate subito prima dell’esecuzione della misura :incertezza associata all’attività della sorgente di taratura :incertezza associata alla concentrazione di attività della soluzione standard uq utilizzata per preparare la sorgente di taratura :incertezza associata alla determinazione della quantità di soluzione standard uA utilizzata per preparare la sorgente di taratura NOTA: l’incertezza associata a q è generalmente più elevata dell’incertezza associata alla bilancia analitica utilizzata per pesare: il campione nel corso del trasferimento sulla bilancia analitica può essere soggetto ad evaporazione, con conseguente variazione della massa di solvente. L’incertezza associata a q deve quindi essere stimata adottando metodi adeguati, ed è stata assunta pari al 2% (incertezza sul volume associata alle micropipette utilizzate per il trasferimento). − Per il calcolo della concentrazione di attività di radon cRn riferita alla data di prelievo del campione: c Rn = λ ⋅ CN (1 − e − λ⋅T )⋅ε⋅Q ⋅ e λ⋅∆t (Bq/kg) con: C N = (C L − C B ) ⋅ e λ⋅∆t1 (conteggi) dove: CN CL CB λ ∆t ∆t1 T ε Q : conteggi netti alla data ed ora di estrazione del radon : conteggi lordi alla data ed ora di misura : conteggi del bianco : costante di decadimento del 222Rn : intervallo di tempo intercorso tra la data ed ora di estrazione e la data ed ora di prelievo del campione : intervallo di tempo intercorso tra la data ed ora di misura del campione e la data ed ora di estrazione : durata del conteggio : efficienza complessiva del sistema (estrazione + rivelazione) : massa del campione, espressa in kg 70 Appendice 2 La concentrazione può essere espressa in Bq/l considerando unitaria la densità dell’acqua campione − Per la stima dell’incertezza tipo u(cRn) associata a cRn : u(c Rn ) = c Rn uC ⋅ N cN 2 2 u u + ε + Q ε Q 2 con: 2 u CN = u CL + u CB 2 dove: u CN : incertezza associata ai conteggi netti del campione u CL : incertezza associata ai conteggi lordi del campione, determinata come u CB scarto tipo sperimentale di una serie di conteggi ripetuti del campione stesso oppure, se questo non è possibile, come radice quadrata dei conteggi lordi (nell’ipotesi che la statistica sia di tipo poissoniano) : incertezza associata ai conteggi del bianco, determinata come scarto tipo uε uQ sperimentale di una serie di conteggi ripetuti della cella di scintillazione utilizzata. E’ preferibile che le misure dei conteggi di bianco siano effettuate subito prima dell’esecuzione della misura : incertezza associata all’efficienza di rivelazione : incertezza associata alla pesata del campione NOTA: l’incertezza associata a Q è generalmente più elevata dell’incertezza associata alla bilancia analitica utilizzata per pesare ed è determinata, in larga misura, dalle perdite di campione associate al prelievo ed alla preparazione del campione stesso. L’incertezza associata a Q è stata assunta pari al 5%. 71 Appendice 3 Spettrometria gamma - Formule utilizzate − Per il calcolo del valore dell’efficienza di rivelazione εγ con sorgente di taratura di in acqua, per ciascuna delle energie di fotopicco considerata: εγ = 222 Rn λ ⋅ CN (1 − e − λT ) ⋅ A ⋅ I γ ⋅ e − λ ⋅ ∆t con: CN = CL − CB (conteggi) (Bq) A = cA ⋅q dove: CN CL CB λ T A Iγ cA q ∆t :conteggi netti di fotopicco :conteggi lordi di fotopicco nello spettro della sorgente di taratura :conteggi di fotopicco nello spettro del campione di bianco :costante di decadimento del 222Rn :durata del conteggio :attività della sorgente di taratura di 222Rn alla data di riferimento :abbondanza di emissione della riga gamma considerata :concentrazione di attività della soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura, alla data di riferimento :quantità di soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura :intervallo di tempo intercorso tra la data di riferimento della sorgente di taratura e la data del conteggio − Per la stima dell’incertezza tipo associata ad εγ : u εγ uC = ε γ ⋅ N cN 2 2 uA + A con: 2 u CN = u CL + u CB 2 u A = uc A + uq dove: 72 2 2 Appendice 3 u CN :incertezza associata all’efficienza di rivelazione :incertezza associata ai conteggi netti della sorgente di taratura u CL :incertezza associata all’area di fotopicco nello spettro della sorgente di u CB taratura, determinata propagando l’incertezza sui conteggi totali della regione di spettro in cui cado il picco e quella sul fondo geometrico sotteso al picco stesso :incertezza associata ai conteggi del bianco, determinata come scarto tipo uε ucA sperimentale dell’area di fotopicco in una serie di conteggi ripetuti del contenitore vuoto oppure, se questo non è possibile, propagando l’incertezza sui conteggi totali della regione di spettro in cui cado il picco e quella sul fondo geometrico sotteso al picco stesso :incertezza associata all’attività della sorgente di taratura :incertezza associata alla concentrazione di attività della soluzione standard uq utilizzata per preparare la sorgente di taratura :incertezza associata alla determinazione della quantità di soluzione standard uA utilizzata per preparare la sorgente di taratura NOTA 1: in questa espressione ed in tutte quelle che seguono si assume che il contributo dell’incertezza associata alla costante di decadimento del radon, alla durata del conteggio T ed all’intervallo di tempo ∆t siano trascurabili. NOTA 2: Il contributo dell’incertezza associata ad Iγ non deve essere considerato né nelle misure di efficienza né in quelle di attività. − Per il calcolo del valore dell’efficienza di rivelazione εγ con sorgente di taratura di in acqua, per ciascuna delle energie di fotopicco considerata: εγ = CN T ⋅ A ⋅ Iγ con: CN = CL − C B A = cA ⋅q (conteggi) (Bq) dove: CN CL CB T A :conteggi netti di fotopicco : conteggi lordi di fotopicco nello spettro del campione incognito : conteggi di fotopicco nello spettro del campioni di bianco : durata del conteggio : attività della sorgente di taratura di 226Ra alla data di riferimento 73 226 Rn Appendice 3 Iγ cA q :abbondanza di emissione della riga gamma considerata :concentrazione di attività della soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura, alla data di riferimento :quantità di soluzione standard utilizzata per preparare la sorgente di taratura − Per la stima dell’incertezza tipo associata ad εγ : u εγ uC = ε γ ⋅ N cN 2 2 uA + A con: 2 u CN = u CL + u CB 2 u A = uc A + uq 2 2 dove: u CN :incertezza associata all’efficienza di rivelazione :incertezza associata ai conteggi netti della sorgente di taratura u CL :incertezza associata all’area di fotopicco nello spettro della sorgente di u CB taratura, determinata propagando l’incertezza sui conteggi totali della regione di spettro in cui cado il picco e quella sul fondo geometrico sotteso al picco stesso : incertezza associata ai conteggi del bianco, determinata come scarto tipo uε ucA sperimentale dell’area di fotopicco in una serie di conteggi ripetuti del contenitore vuoto oppure, se questo non è possibile, propagando l’incertezza sui conteggi totali della regione di spettro in cui cado il picco e quella sul fondo geometrico sotteso al picco stesso :incertezza associata all’attività della sorgente di taratura :incertezza associata alla concentrazione di attività della soluzione standard uq utilizzata per preparare la sorgente di taratura :incertezza associata alla determinazione della quantità di soluzione standard uA utilizzata per preparare la sorgente di taratura − Per il calcolo della concentrazione di attività di radon cRnγ riferita alla data di prelievo del campione, per ciascuna delle energie di fotopicco considerata: c Rn γ = λ ⋅ CN (1− e − λ⋅T ) ⋅ ε ⋅ Iγ ⋅ Q 74 ⋅ e λ ⋅ ∆t (Bq/kg) Appendice 3 con: (conteggi) CN = CL − C B dove: CN CL CB λ T ε Iγ Q ∆t :conteggi netti :conteggi lordi :conteggi del bianco :costante di decadimento del 222Rn :durata del conteggio :efficienza di rivelazione :abbondanza di emissione della riga gamma considerata :massa del campione, espressa in kg :intervallo di tempo intercorso tra la data di prelievo del campione e la data di inizio del conteggio La concentrazione può essere espressa in Bq/l considerando unitaria la densità dell’acqua campione − Per stimare l’incertezza tipo u(cRnγ) associata a cRnγ : u ( c Rn γ ) = c Rn γ uC ⋅ N cN 2 2 u u + ε + Q Q ε 2 con: 2 u CN = u CL + u CB 2 dove: u CN :incertezza associata ai conteggi netti del campione u CL :incertezza associata all’area di fotopicco nello spettro del campione, u CB determinata come radice quadrata dei conteggi :incertezza associata ai conteggi del bianco, determinata come scarto tipo uε uQ sperimentale dell’area di fotopicco in una serie di conteggi ripetuti del contenitore vuoto oppure, se questo non è possibile, come radice quadrata dei conteggi di una singola misura :incertezza associata all’efficienza di rivelazione :incertezza associata alla pesata del campione 75 Appendice 3 NOTA :l’incertezza associata a Q è generalmente più elevata dell’incertezza associata alla bilancia analitica utilizzata per pesare ed è determinata, in larga misura, dalle perdite di campione associate al prelievo del campione stesso. L’incertezza associata a Q è stata assunta pari al 5%. Calcolare la concentrazione di 214Pb (214Bi) nel campione come media pesata dei valori di concentrazione cRnγ; calcolare la concentrazione di 222Rn come media pesata delle concentrazioni di 214Pb e 214Bi. 76