luomo che fa paura a google
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luomo che fa paura a google
IL FOGLIO LUOMO CHE FA PAURA A GOOGLE �toria (anc�e .rocambolesca) di Gianpiero Lotito, creatore e ceo di FacilityLive, 11 motore di ncerca che fa concorrenza "umana" ai giganti della Silicon Valley di Marianna Rizzini ai present� il momento in cui senti di H dover decidere se quella che stai vi vendo è davvero la vita che vuoi o se un giorno non diventerà per te una vita indige sta?". La domanda la pone a sorpresa al cronista non un guru, non uno psicologo, non un cartomante, ma lo startupper qua si_ sessantenne Gianpiero Lotito, l'uomo che ha creato FacilityLive, il motore di ri cerca che, zitto zitto, smentendo la regola d�l "nemo propheta in patria", sta racco gliendo pur senza grancassa capitali priva ti in Italia (circa 15 milioni di euro) e si sta affermando all'estero ("company evalua tion" di 225 milioni di euro) come azienda globale del software, dopo aver rovesciato antropologicamente il cosiddetto "model lo Google": al centro non c'è più la rilevan za statistica delle informazioni date dal motore web su domanda immessa dall'u tente, ma la "pertinenza" delle stesse. E' la macchina che pensa come l'uomo e non il contrario. E' l'interattività che mette al centro la chiave di ragionamento "semanti ca", fornendo solo i risultati migliori, come si fosse tra esseri umani che si parlano più che davanti al computer. E insomma Lotito, lo startupper arrivato da Pavia nel giorno più caldo del luglio romano con una sciar pa al collo (di lino) e il physique di un Bab bo Natale, parla della sua creatura e intan to di filosofia e di economia e soprattutto di ottimismo ("che deve venire dai fatti: ab biamo deciso di restare in Italia e di non sbarcare nella Silicon Valley, dove pure abbiamo avuto dei contatti, per dimostra re che il famoso 'altro mondo possibile' dell'impresa è già qui. Non c'è bisogno di emigrare"). Ed è la seconda volta in un'o ra di intervista che Lotito torna sul famoso momento della vita in cui devi decidere se cambiare tutto o accoccolarti nella routine (con palude dietro l'angolo, magari) e si ca pisce che il concetto delle sliding d�ors, vi te parallele non percorse ma presenti nel la memoria e nel sogno lo affascina moltis simo. Ma che c'entra questo col suo moto re di ricerca e con la sua impresa (invita ta, mesi fa, allo European Business sum mit)? C'entra, si capirà poi, mentre dal computer di Lotito, una specie di borsa di Mary Poppins, spunta di tutto, tra cui le fo to di alcuni televisori Brown disegnati da Dieter Rams negli anni Sessanta ("vedi? Questa tv ha la sagoma dell'I-Mac, si saran- no ispirati a quello in California. E se guar di le radio disegnate da Rams sempre negli anni Sessanta vedrai che l'i-Pod anni Due mila gli assomiglia molto"). Dal computer escono anche foto recentissime dello star tupper in persona, a un convegno, circon dato da amministratori delegati coreani e inglesi corrucciati ("io dico che dobbiamo smettere di avere questo complesso di infe riorità misto a complesso di colpa", dice: "Le cose possono succedere anche in Ita lia, i capitali si possono raccogliere anche qui, e la nostra storia lo dimostra"). E in fatti in qualche modo tutto si tiene, in que sta storia di bivii che portano ad altri sno di di cui non bisogna "mai assolutamente avere paura", dice Lotito, e per un attimo si pensa che se non fosse il fondatore di Fa cilityLive potrebbe essere un life-coach, da quanto l'eloquio bonario da Babbo Natale si trasforma, al culmine del mezzogiorno trasteverino, nel bar affollato di turisti, ci nematografari appena svegli e mamme con carrozzina, in un'epifania motivazionale: "Il talento attrae altro talento"; "il momen to è favorevole e irripetibile; "è possibile creare un nuovo ecosistema attorno all'im presa del software". L'antidoto al piagni steo e all'ansia da fallimento, per lui. sta nel qui e ora: "Dieci nostri dipendenti han no investito 400 mila euro di tasca loro sen za che nessuno chiedesse nulla, perché sentono che l'energia scorre, che è saltato il tappo, che non c'è bisognò di dire 'fare mo'. Stiamo facendo". E mentre Lotito par la vengono in mente tutti i discorsi anche molto governativi e renziani "sull'Italia che deve contare in J<�uropa", solo che per il Ceo di FacilityLive l'Italia tecnologica che conta è già arrivata a contare. E insomma il motore di ricerca che "pensa come l'uo mo" aveva fatto sì incuriosire pure varie major californiane, ma in un momento in cui "disintermediando si può agire in Eu ropa si può anche decidere di restare", si sono detti Lotito e la socia storica Mariuc cia Teroni, co-protagonista di un percorso anche rocambolesco che dall'Università di Pavia porta appunto agli hub digitali e al le frontiere di un West internettiano da in dividuare e conquistare. "Sì, siamo pionie ri", dice Lotito, forte dei 43 brevetti che Fa cilityLive ha depositato in altrettanti paesi, e delle parole spese qualche anno fa per la sua creatura da Nigel Kendall, uno dei ca pi della pagina tecnologica del Times: "Questa è una tecnologia che potrebbe cambiare ogni cosa sul web". Prima di ascoltare dal vivo il racconto del "come eravamo e come siamo arrivati fi- no a qui", scartabellando tra le brochure di FacilityLive che "dalla fine del 2014 parte cipa all'Elite programme del London Stock Exchange", ci si era imbattuti in sporadiche informazioni sull'amministratore delegato, e ci si immaginava un tipo di manager inol to ingegneristico, con curriculum da poli tecnici riuniti e master conseguiti in presti giose università tecno-informatiche. Invece il suo percorso è non lineare, e orgogliosa mento legato alle svolte pazze delle vita. La prima, in giovanissima età, è la svolta attitu dinale: quando capisci che stai facendo qualcosa che sembrava interessarti molto per una serie di motivi, magari non indaga ti con sufficiente scandaglio psicologico perché così fan tutti, perché papà ha detto che è la cosa migliore - e però qualcosa dentro di te stona, emerge dal profondo e ti trascina altrove, magari senza che tu te ne accorga. Chiamalo caso, fortuna, follia. E' stato così che il giovane Lotito, ragazzo lu cano sbarcato da Potenza a Pavia per stu diare Medicina all'inizio degli anni Ottanta, si è trovato a percorrere con subitaneo e inatteso successo una apparentemente in congrua carriera di musicista etnico. A ri pensarci, dice, aveva comunque un senso tutta quella passione scoppiata durante l'a dolescenza per la medicina vista in tv. me dicina che evocava per Lotito l'idea stessa "dell'esplorazione": "Voi non ve lo ricorda te o forse non eravate nati, ma il palinsesto allora era pieno di buchi, e c'erano queste ore pomeridiane di vuoto in cui appariva no sullo schermo, in bianco e nero, opera zioni chirurgiche in diretta o differita". For se il bianco e nero attutiva l'effetto splatter che poi non piacerà al Lotito studente di Medicina (costretto a vederle dal vivo. le operazioni). Fatto sta che al momento il ra gazzo desiderò molto diventare uno di quei cardiochirurghi indaffarati visti in tv, tanto più che a Potenza ne era arrivato in visita uno dall'America, di luminare della medi cina, e la famiglia Lotito, lungimirante ave va persino preso contatti: "Quando fi�irai gli studi", diceva Lotito padre, "potrai anda re a perfezionarti lì". E, come spesso pare allo studente all'inizio del percorso univer sitario, pareva a Lotito che il futuro fosse non un coagulo di ansie e possibili porte in faccia, ma una bella strada dritta. Anche se forse lo si poteva capire già dal liceo, che lo studente Lotito non avrebbe fatto il me dico: distratto dall'attività di autore radiofo nico e disk-jokey in radio private locali, in fatti, lo studente "bravo ma non modello" aveva trovato professori giovani e fin trop po comprensivi che non lo interrogavano in IL FOGLIO Latino per lasciargli fare ricerche astruse di letteratura soltanto vagamente in tema. Gianpiero studiava, ma quello che gli pare va (più o meno). E dopo la scuola si appas sionava a programmi sul modello di "Alto gradimento", con titoli poi diventati famosi in altri contesti (per esempio: "Anche le for miche nel loro piccolo si incazzano"). Pro prio in radio Lotito, che intanto suonava an che la chitarra, aveva conosciuto un giorno Eugenio Bennato, che l'aveva poi portato a fare una gita in sala di incisione a Napoli. Tre giorni sufficienti a far scattare la scin tilla per la musica, momentaneamente soffocata sotto la ragionevole iscrizione a Medicina. Tempo dopo Bennato, inconsapevole deus ex machina di svolte esistenziali, ri compare a Pavia per un concerto. Il grup po musicale di Lotito (composto da lui e da suo fratello) si trova, grazie a un temporale, a sostituire il gruppo spalla del cantante. Da lì comincia un turbillon di successi a cui non credono per primi gli stessi fratel li, esperti di musiche etniche e napoleta ne, e poi addirittura vincitori di un proto talent-show su Rete 4 ("Star 90"), di cui esi ste naturalmente memoria nel computer da Mary Poppins del Ceo di FacilityLive (c'è la foto con lui barbuto e suo fratello. accanto a due giovanissimi Alessandro Ceèchi Pao ne e Dario Ballantini). Il successo del grup po, comunque, è decretato in quel di Atene, in tempi felici molto precedenti a quelli di Alexis Tsipras, e sempre ad Atene capita ai due fratelli di girare un film, che è poi in quel momento teatro nel teatro: recitano nei panni di due musicisti soldati sperduti nell'Egeo durante la Seconda Guerra mon diale, un "Mediterraneo" di Gabriele Sal vatores ante litteram. (E qui bisogna dirlo: vuoi per fato vuoi per incredibile coinci denza, nel bar trasteverino dove si svolge l'intervista spunta a un certo momento pro prio l'italianissimo regista dell'antico film greco. Ed è subito "Carramba" sotto gli oc chi basìti del cronista: "Gianpiero, non ti vedo da trent'anni!". Seguono abbracci e commozione, con il regista dal cappellac- cio texano che non riesce proprio a creder ci - figurati noi). In ogni caso, nella vita del futuro startupper, quella musicale è una parentesi, protesa da un lato all'altro del Mediterraneo: i fratelli Lotito fanno da spalla pure a Caetano Veloso a Coimbra, Portogallo, dopodiché si pone il problema: se a ventisei anni sei un musicista di suc cesso, che fai? Prosegui? Vuoi davvero quella vita? Gianpiero Lotito capisce di non volerla, e di voler soltanto "conserva re l'amore per la musica e per quell'avven tura nel ricordo". Ed ecco la seconda svolta, quella che porta dove non ti aspetti: durante un viag gio in America, Lotito aveva visto che ogni college aveva il suo quotidiano (non online, ché si era ancora in epoca di linotype). Es sendo ancora formalmente un universita rio anche se poco frequentante, l'ex musi cista decide di aprire un giornale nella koinè studentesca della "cosmopolita Pa via", frequentata da gente di varie naziona lità. Non riuscendo a convincere i vertici dell'ateneo, tenta da privato, con alcuni amici (tra cui Mariuccia Teroni). Ed è a quel punto che entra in scena il protagoni sta assoluto della futura vita di Lotito: un primo enorme rudimentale computer Ma cintosh ("voi non ve lo ricordate", dice un Lotito sceso di nuovo dalla sua personale macchina del tempo, "ma allora si lavorava in modo impensabile per oggi, con conti nuo inserimento di dati su due dischetti"). L'esperimento, comunque, funziona. La ri vista studentesca esce, e il duo Lotito-Tero ni precipita in un mondo di grandi editori in cerca di nuovi esperti dell'impaginazio ne digitale e di archivi fotografici in cerca d'autore, in cui serve un "Mister Wolf-risol vi problemi", per dirla con Quentin Taran tino, che sappia entrare nella mente del vecchio archivista deceduto o in pensione. Come capire che la foto di Marylin Monroe in piscina è sepolta nella busta "crimina lità"? E perché la foto di Luciano Lama con la pipa si trova non nella busta "politici e sindacalisti" ma in quella intitolata "vizi"? Rapidi nel trovare iI codice di accesso al- risposte in base alla "pertinenza" Doveva essere medico, è diventato musicista. (di successo) Ma quella vita non gli pareva la sua. Tutta colpa di un Macintosh 115 milioni di euro raccolti in Italia, i successi europei, la decisione di restare qui "per ottimismo supportato dai fatti" La prima rivista e la carriera di "risolvi--problemi" negli archivi fotografici con la socia Mariuccia Teroni. Poi l'intuizione vincente Come fare sì che un motore di .ricerca . . . cominci a ragwnare (( come un essere umano" e dia la mente dell'archivista, Lotito e Teroni co minciano a collaborare con agenzie (Grazia Neri) e grandi gruppi (Mondadori, Rizzali, Garzanti, Fabbri, Mediaset) in tempi in cui la spedizione delle foto è ancora laboriosis sima: se ti serve una foto custodita nell'ar chivio Sygma di Parigi devi chiamare un omino che a Parigi percorre magari in mo nopattino l'immenso palazzo Sygma e, aprendo cassetto dopo cassetto, come fac ciamo noi oggi con le cartelle del computer, trova la foto, la duplica e la consegna a un corriere che la dà un capotreno che la mat tina dopo la fa avere all'agenzia italiana che a sua volta fa una seconda copia e la spedisce a un giornale ("si capisce allora la felicità di Grazia Neri", dice Lotito, "alla prima trasmissione digitale, pur lentissima rispetto ai tempi di oggi, di una foto in abi to da sposa di Claudia Shiffer"). C'era da trasferire su macchina, allora, tutto il know how dell'ultima generazione analogica: un metodo di catalogazione e ricerca, un per corso razionale da rendere più rapido. "Il percorso che oggi", dice Lotito, "è alla ba se del funzionamento di FacilityLive". I due soci a un certo punto si sono mes si in proprio, hanno cominciato a insegna re all'Università e a scrivere libri. Poi, at torno al Duemila, l'altra svolta, ispirata an che dal discorso di Steve Jobs sul computer che da "collettore" diventa "hub", luogo di smistamento di informazioni che l'utente deve potersi portare sempre dietro. "Ci so no momenti in cui tutto cambia e in cui si aprono mille finestre di possibilità", dice Lotito: "Il Duemila è stato uno di quelli, poi è scoppiata la bolla internettiana. Ma oggi, in altro modo, ci risiamo. E' un periodo in cui è possibile, disintermediando, creare una diversa infrastruttura industriale an che nel mondo del web, ricorrendo a capi tali privati. Non bisogna temere, bisogna esserci. Eccoci". Intanto, bandita ogni fal sa modestia, !'ad-Babbo Natale vuole che il suo motore di ricerca arrivi a valere alme no un miliardo di dollari in tempi velocis simi, trasformandosi così in "unicorno", il nome fiabesco delle startup che riescono a bucare lo schermo. IL FOGLIO •./ ,;;;� . .,, "' ;#/ , I ' Gianpiero Lotlto, l'uomo che ha creato FacllltyUve, il motore di ricerca che, zitto zitto, sta raccogliendo pur senza grancassa capitali privati in Italia e si sta affermando all'estero