Il motore ItalIano che sfIda GooGle

Transcript

Il motore ItalIano che sfIda GooGle
SEARCH SEMANTICO
Quasi non ci si crede che nel polo tecnologico di Pavia sono
stati creati un motore di ricerca di nuova generazione e una
piattaforma per la gestione delle informazioni brevettati
in 39 Paesi, tra cui USA e UE. FacilityLive sfrutta la semantica
e i principi del mondo editoriale per migliorare
la gestione dei big data trasformandola in valore.
Michele Ciceri
A
Pavia c’è una startup italiana, che
ormai startup comincia a non esserlo più mentre italiana per il momento lo è ancora, dove un tecnologo con una carriera da musicista alle
spalle ha inventato un modo nuovo di
navigare Internet migliorando la qualità delle ricerche a cui siamo abituati.
Se si tratta di un ‘Google per palati
fini’ o addirittura di più lo capiremo
nei prossimi mesi, ma di sicuro è roba
grossa e stando alle pagine dei giornali oltremanica se ne sono già accorti.
Per esempio il technology editor del
Times Nigel Kendall ha scritto che “Se
questo motore può essere fatto funGianpiero Lotito
zionare correttamente in tutta la rete
potrebbe cambiare tutto. E dico tutto”. Qualcosa
vorrà dire.
Il nome della ‘cosa’ è FacilityLive, motore di ricerca e omonima azienda che, per dirla facile, ribalta
il concetto di ‘search’ lavorando sulla pertinenza
anziché sulla rilevanza, che non usa la tecnologia
‘Full Text’ perché qui non serve, che nasce dalle
esperienze e dalle culture del mondo editoriale e
non solo da un laboratorio (perché comunque un
laboratorio serve) di ingegneria informatica.
What you search is what you get: FacilityLive è un
motore di ricerca di nuova generazione che ha in
sé la visione del web semantico e qualcosa di più
come la scoperta, non del tutto scontata in un web
google-centrico, che esiste un altro modo per or-
48
ottobre 2013
ganizzare le informazioni. Soprattutto
quando sono tante e diventano big
data. Un modo che fa del ‘content is
king’ l’architrave del sistema e permette di preservare la struttura informativa implicita delle informazioni, lezione
imparata dagli editori, assieme all’ecosistema di contenuti correlati.
È evidente che su un progetto di questo tipo un ingegnere puro avrebbe
fatto fatica a muoversi, ed ecco perché l’idea del nuovo motore di ricerca
l’hanno avuta due specialisti dell’editoria come Gianpiero Lotito (il tecnologo musicista di cui sopra) e Mariuccia
Teroni, esperta di tecniche editoriali,
fondatori e soci di FacilityLive nel 2010
insieme a Fabio Menicanti, già country leader di
Business Objects.
L’idea editoriale del searching
Se è vero che l’azienda FacilityLive nasce ufficialmente nel 2010 − ecco perché parliamo ancora di
startup − l’idea del nuovo motore di ricerca, e a
partire da questo della piattaforma per la ricerca
delle informazioni vede la luce nei primi anni ’90:
“Anni di tale cambiamento nel mondo editoriale
che in confronto quel che vediamo oggi è un venticello gentile – dice Lotito – perché fu il passaggio
da un mondo analogico a un mondo digitale che in
un amen stravolse professioni antiche, pensiamo ai
fotografi, ai fotolitisti e ai compositori”.
Foto: © Sergey Nivens - Fotolia.com
Il motore italiano
che sfida Google
Di quel passaggio cruciale vissuto in
prima persona a poco più di vent’anni
Lotito parla come di una fortuna esperienziale, un serbatoio di competenze
poi riversate nel mondo elettronico
nonché la base per costruire la tecnologia per la ricerca e l’organizzazione
delle informazioni basata sul principio
editoriale che è il cuore di FacilityLive. “All’inizio degli anni Duemila, dopo
quasi 15 anni di lavoro al fianco degli
Mariuccia Teroni
editori impegnati nella rivoluzione digitale, ci fu perfettamente chiaro che
i motori di ricerca erano stati inventati per trovare
le informazioni non per organizzarle. Ad Altavista,
Yahoo e poi Google mancava qualcosa che solo un
uomo dell’editoria proveniente dall’era analogica
poteva notare: un organizzatore di informazioni”.
A partire dal 2001 Mariuccia Teroni e Gianpiero Lotito, che nel frattempo è anche docente di editoria
multimediale all’Università di Milano, costruiscono il
loro modello algoritmico, fanno prove e test a non
finire e nel 2006 presentano domanda di brevetto. Subito arrivano 2 milioni e mezzo di euro da un
investitore per creare il ‘Google per palati fini’, una
cifra enorme per un progetto in partenza “anche
se dall’altra parte dell’oceano – dice Lotito – chi fa
motori di ricerca comincia come minimo con uno
FacilityLive: One search One site
Se la filosofia del motore di ricerca FacilityLive sta
nel motto ‘What you search is what you get’, quella
della piattaforma di gestione delle informazioni che
da quel motore deriva è racchiusa nel motto ‘One
search one site’, un modello che tende a ridurre a
una sola schermata la navigazione di qualsiasi sito
internet. Niente barra menu, a parte le info di base,
e tutte le informazioni a portata di touch grazie alla
‘iperlente’, un sistema brevettato da FacilityLive che
permette di visualizzare e modificare i dati all’interno
della search. La vista che si crea grazie alla iperlente
è contestuale alla ricerca eseguita e risolve problemi
come l’autenticazione e l’incrocio tra diversi sistemi.
Per comprendere la portata della novità aiuta un
aneddoto che Gianpiero Lotito racconta sul viaggio
nella Silicon Valley. “Un scientist cercò letteralmente di entrarmi con la testa nel pc alla ricerca del backend. Al mio diniego ci mostrò una tecnologia per
generare tassonomie che data una chiave di ricerca
avrebbe fatto il search coprendo il tavolo di risultati.
Lì capimmo dove noi stavamo cambiando le cose”.
zero in più”. Due milioni e mezzo sì,
ma nel 2006. Oggi che FacilityLive sta
arrivando sul mercato e ci sono i primi
grandi clienti internazionali, il funding
privato ha raggiunto quota 10 milioni
di euro, stratosferico per quella che di
fatto è ancora una startup.
Questo perché c’è chi in questo progetto vede davvero roba grossa, stampa italiana a parte che della nascita a
Pavia di un potenziale concorrente di
Google non si è ancora accorta.
La sindrome dello scolapasta
Una cosa di cui il fondatore di FacilityLive ammette
di soffrire è la sindrome dello scolapasta in testa,
che lui stesso definisce così: “Parti gasato dalla tua
idea, fai un sacco di lavoro e poi quando vai dall’altra parte dell’oceano ti accorgi che la stessa cosa
l’hanno già fatta in cinquanta e ti danno pure del
mentecatto, che è quello che nei fumetti gira con
lo scolapasta in testa”.
Nasce da questo, dalla sindrome, l’ingaggio da parte
di FacilityLive degli analisti di Gartner, in particolare
il team di Regina Casonato sull’information management. “Fondamentale la visione d’insieme – dice
Lotito – fondamentale quando si fa il nostro mestiere sapere in tempo reale cosa succede nel mondo.
Con Gartner – prosegue – abbiamo pianificato nel
2008 il viaggio nella Silicon Valley che è stata una
tappa importante della nostra storia. Ricordo gli
incontri programmati in Adobe, Myspace, Nvidia,
Cisco, Oracle e Hp e tutti i feedback positivi. Determinante fu però l’appuntamento in Oracle, che
dopo un meeting con i massimi responsabili della
search schedulato per mezz’ora e protrattosi tre ore
ci diede i compiti da fare e ci disse testualmente: se
risolvete questo tornate. Avevano capito che con il
nostro sistema stavamo indirizzando bene una serie di problemi che loro nel 2008 cominciavano a
osservare sulla fascia più alta dei loro clienti, cioè
la necessità di organizzare grandi masse di dati.
Era la nascita dei big data”.
Da Oracle Gianpiero Lotito e Mariuccia Teroni non
sono tornati per due motivi: “Primo perché avevamo
capito che il problema che stavamo indirizzando
avrebbe potuto portarci lontano; secondo perché
abbiamo trovato in Italia i capitali per ottenere il
brevetto in 39 Paesi, compresi USA e UE. In questo
senso la nostra avventura dimostra che in Italia chi
ha buone idee e voglia di fare può farcela e trova il
sostegno necessario”.
ottobre 2013
49