Scarica i testi - Istituto Comprensivo Perugia 12

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CONCORSO “I NONNI RACCONTANO…”
PREMESSA
Gli alunni della classe IVC hanno prodotto i seguenti testi per raccontare l’esperienza dei
loro nonni attraverso i ricordi di quando erano ragazzi. Visto che nel gruppo molti bambini
provengono da paesi stranieri, abbiamo preferito dare a tutti la possibilità di coinvolgere i
nonni lontani, non invitandoli a scuola ma contattandoli privatamente con le loro famiglie a
casa.
In classe abbiamo elaborato insieme un questionario costituito da domande che i bambini
hanno formulato durante un lavoro di grande gruppo e che hanno poi proposto ai nonni nel
fine settimana, chi personalmente, chi telefonicamente, chi con skype.
Dopo aver socializzato le risposte dei nonni in classe, ognuno di loro ha elaborato un proprio
testo utilizzando varie tecniche narrative presentate quest’anno: testi in prima e in terza
persona, racconti narrativi dialogati, utilizzo del flash-back, …
Ogni testo ha una sua particolarità ed è stato svolto con grande entusiasmo e interesse anche
dai bambini in difficoltà presenti nel gruppo classe.
A nostro parere, quelli iniziali sono i testi con una maggiore chiarezza espositiva
dell’argomento trattato e con una spiccata originalità e sono quelli che noi vorremmo
proporre.
RICORDI D’INFANZIA: TRA FUOCO E PISTACCHI
Ero appena tornata da scuola dove c’era stata la festa di Carnevale e mi sono seduta davanti
al camino vicino al nonno che mangiava i pistacchi. Incuriosita gli chiedo con tono un po’
invadente: "Ehi nonno! Voi il Carnevale lo festeggiavate a scuola vestiti?". Lui mi guarda un
po' perso mangia un pistacchio e poi esclama:" Sì! Sì, mi ricordo, anche noi festeggiavamo il
Carnevale a scuola. Ma senza quei buffi vestitini che mettete voi giovani! "dice
squadrandomi per benino e poi continua: "Sai Viola, la nostra maestra a Carnevale ci faceva
portare un uovo ciascuno e poi preparava dei biscotti". Io guardandolo con interesse dico
frettolosamente:" Oh nonno, non hai per caso altre storie legate alla scuola da raccontarmi?".
Lui arrossisce un po' e poi pieno di sè dice: "Certo che ho altre storie, anzi ne ho un intero
repertorio, ma ti racconterò solamente quelle che mi ricordo". Il nonno si rimette a guardare
il fuoco poi dico:" Nonno, allora le altre storie?".
Lui chiude gli occhi e comincia a raccontare:" Io abitavo a Villa Tei, mentre la scuola era a
Montebello e per arrivare a scuola ci voleva quasi un’ora, ma per fortuna durante il tragitto i
miei amici si aggiungevano così andavamo a scuola insieme. Sotto la scuola c'era un
calzolaio dove lasciavamo, per due uova a settimana, delle scarpe di ricambio se quelle che
indossavamo durante il tragitto si erano infangate e se succedeva mettevamo quelle pulite e
entravamo a scuola e quando finiva rimettevamo le scarpe infangate e andavamo a casa.
Anzi...mi sono dimenticato di dirti che all' uscita di scuola noi di fuori città e i bambini di
Montebello ci tiravamo i sassi! Io e i miei amici quando andavamo a scuola raccoglievamo
dei sassi che mettevamo in delle borse che nascondevamo fra l'erba alta, così non eravamo
indifesi.
Un giorno però un bambino si fece male, allora gli insegnanti a noi di Villa Tei, ci fecero
uscire da scuola dieci minuti prima. Ma non pensavano certo che avremmo aspettato lo
stesso i compagni di Montebello! E così le battaglie di sassi continuarono".
Il nonno era ancora immerso nei suoi ricordi, lo riportò al presente la nonna gettando un pò
di legna sul fuoco.
La mamma era arrivata e io dissi piano, piano al nonno: "Grazie per questo pomeriggio
meraviglioso!" il nonno mangiò un pistacchio e mi sorrise.
Viola Severi
NONNA PINA RITORNA BAMBINA
Pina, una dolce nonna, sta spolverando tra le sue grandi scatole. Ad un certo punto le capita
tra le mani uno scatolone, sopra c’è scritto “quaderni”, allora Pina con le sue mani, piano,
piano apre lo scatolone e trova…i suoi quaderni vecchi, con un grido di gioia dice:“
Finalmente, ho ritrovato il mio quadernino di matematica!”. Allora lo sfoglia e trova quel
voto e chiude gli occhi e…
Ad un certo punto si ricorda di quella piccola classe, dove era stata trasferita, i banchi erano
attaccati al muro. E si ricorda che lei era vicino ad una certa Bozena, una bambina polacca,
che voleva essere la prima della classe in tutte le materie.
Pina per alzarsi doveva prima far alzare Bozena, visto che Pina era più brava di lei a
matematica, Bozena era gelosa e ogni tanto le faceva dei dispetti.
Pina si ricorda di un giorno in particolare, la maestra aveva detto: “Chi finisce per primo
questo compito, prenderà un bel dieci!”.
Pina finì per prima, ma Bozena non la fece alzare per far vedere il compito alla maestra, Pina
continuò a chiederglielo, ma la bambina la ignorò.
La maestra si accorse di questa discussione e chiese: “Cosa succede?”, ci fu il silenzio totale,
la maestra diede un’occhiata al suo compito e le mise un bel dieci!
Bozena non prese le solite lodi, ma una ramanzina dalla maestra che le disse: “La cosa più
importante è comportarsi in modo corretto!”.
Ad un certo punto Pina sente le grida del nonno: "Ho fame! Voglio il mio pranzo" Pina
risponde con una voce arrabbiata:" Arriva!". E così finisce il ricordo di Pina.
Emma Pecchiai
IL GIORNO DELLA MERENDELLA
Il nonno Luigi affamato più che mai aspettava seduto che la nonna portasse qualcosa da
mangiare.
Il nonno domandò :<<E’ pronto?, io ho fame !!>>, << Arrivo!!>> rispose la nonna. Intanto il
nonno sentì un odorino magnifico, poi la nonna arrivò con una frittata che era il piatto
preferito del nonno.
Quando il nonno la vide disse:<<Mmmm, questa frittata mi ricorda il giorno della
merendella... >>
Il giorno della merendella era il giovedì grasso, in quel giorno i genitori regalavano a tutti i
bambini della scuola un uovo e un pezzo di lardo di maiale o un pezzetto di salsiccia. Poi
terminate le lezioni noi bambini, con le uova regalate, facevamo la nostra amata frittata. Quel
giorno era veramente il giorno più bello dell’anno perché mangiavamo un sacco ed era molto
divertente perché oltre a mangiare giocavamo anche e quindi potevamo farci nuovi amici !!
Da quel giorno la frittata è restata il mio piatto preferito.
Giorgia Caprani
LA GIORNATA DI NELLO
Era inverno, Nello dormiva tranquillo, si svegliò sobbalzando per la voce della mamma che
gli urlava: - Nello alzati!-.
Nello si vestì e mangiò velocemente il suo tozzo di pane e pecorino, andò dalla mamma e le
chiese con una vocina sottile: - Cosa devo fare? -la mamma gli disse: - Devi andare nella
stalla per nutrire il bestiame e aiutarmi a pulire casa - .
Nello corse fino alla stalla e... scivolò sul ghiaccio e si fece male, entrò nella stalla prese il
fieno e lo diede alle vacche poi prese le uova delle galline e le portò alla mamma che gli
disse :- Pulisci la tua camera – Nello prese i vestiti sporchi e li mise in un angolo, prese la
scopa e spazzò la camera e... era tardi e per andare a scuola servivano 30 minuti.
Allora Nello prese la sua borsa di compensato e iniziò a correre, entrò tardi e venne punito e
la giornata non finì lì perché gli si rovesciò l'inchiostro addosso e venne ancora punito con
altre cinque bacchettate sulle dita e poi dietro la lavagna.
Arrivò l'ora dell'uscita e Nello sospirò e si incamminò verso casa.
Arrivò a casa, pranzò, andò nei campi con la mamma e tornò a casa sfinito; finalmente andò
a letto.
Che vita dura quella di Nello!
Volpi Lorenzo
NONNETTA FRA LE NUVOLE
<< Nonna sveglia è mattina!>> esclama Luca:, <<ooooh cocco me sento male>>. Ma Luca
continua:<<Svegliati ti devo fare un'intervista e su è mattina, pigrona!>>. <<E va bene basta
che non rompi...>> Finalmente si alza con la sua lunga vestaglia e gli chiedo:<< Allora
nonna cosa facevi a scuola?>>. <<Scrivevo, scrivevo, scrivevo, scrivevo e mangiavo>>.
<<Cosa facevi a ricreazione?>> e la nonna risponde:<<E chi s'arcorda>>.
<<Va bene saltiamo. Che avevi al posto dello zaino?>>
<<Ma quant'è sciapo sto pandoro!>> Dice la nonna inzuppando il pandoro avanzato dalle
feste di Natale nel latte.
Luca pensa <<Questa ha la testa fra le nuvole >>.
Finalmente la nonna ricomincia a parlare:<<Al posto dello zaino avevo una cartella>>. La
nonna dice: <<Non mi ricordo della scuola, ma mi ricordo un'esperienza della seconda
guerra mondiale; avevo dodici anni quando ci fu un'esplosione, il muro di cinta vicino a casa
mia crollò. Ho avuto tanta paura perché ero nel vicolo lì vicino e stavo giocando con la palla.
Luca continua: <<Senti ti ricordi qualcos'altro?>> La nonna ribatte:<< O cocco
"n'arcomincià">> Luca stufo dice:<<Va bene ti lascio in pace>>. La nonna si alza dal tavolo,
va alla finestra e dice:<<Uuuu! Quante foglie>>. Luca esclama: <<Oh! Questa
"arcomincia"!>>.
Luca Raschi
SENZA SCARPE
Ero a casa con la mamma e i miei fratelli e ho deciso di chiamare la nonna con skype. Lei
vive in Polonia e non la sento spesso ma oggi a scuola abbiamo parlato dei nonni e mi è
venuto in mente di parlarle. Le ho fatto delle domande chiedendole di quando ero piccola.
Mi ha raccontato tante cose di quando era bambina e di quando andava a scuola. Felice di
parlare con me mi ha raccontato in polacco tante cose interessanti e divertenti. Io capivo
quasi tutto ma la mamma mi ha aiutato traducendo qualche cosa.
Mi ha raccontato che andava a scuola a piedi e da sola e che non aveva uno zaino bello come
il mio ma una borsa con dentro matite e penne.
Mi ha raccontato che adorava ginnastica e aveva una maestra molto severa che li puniva
facendoli stare in piedi all’angolo dell’aula girati verso il muro.
Ad un certo punto mentre raccontava, tutti si sono messi a ridere ma io non capivo il
perché… la webcam si è spostata, non vedevo più la nonna ma sentivo mia zia che rideva a
crepapelle e insieme a lei mia mamma seduta vicino a me.
Io ero curioso di sapere come mai ridevano. Mia nonna stava raccontando un episodio
divertente; un giorno a scuola le avevano nascosto le scarpe e un insegnante l’ha
accompagnata a casa in braccio.
Cristian Pmpanelli
I RICORDI VIAGGIANO SU SKYPE
E' sera e mamma vuole chiamare la nonna Paci che abita in Albania a Durazzo, una città che
a me piace. Allora la chiamiamo per SKYPE, eccola finalmente era da tanto che non la
vedevo! Quando mamma ha finito di parlare passa il tablet a me e io dico: << Ciao! Nonna,ti
posso fare delle domande ? >> la nonna tutta contenta dice :<< Certo! Quali sono?>> e io la
passo a mamma perché non ricordo tanto l'albanese lei ovviamente è albanese e così la
mamma dice:<<Come ti rivolgevi ai maestri?>>la nonna risponde :<< Si alzava la mano e si
diceva “ Permesso maestra”>> dopo mamma fa questa domanda :<< Come ti punivano?>> e
la nonna risponde preoccupata :<< La punizione era di stare davanti alla lavagna nera con un
piede alzato >>.
Per finire la mamma le chiede :<<Racconta un episodio che hai vissuto a scuola >> lei
contenta dice :<<Gli episodi sono tanti, mi ricordo che si facevano le gare di matematica tra
sezioni e io alcune volte vincevo>>.
Io concludo:<<”Mirupafshim”>>che significa: ciao :<<”Mirupafshim,te dua shume>> e io
chiudo la chiamata ricordando la dolcezza della nonna che mi ha detto ti voglio molto bene.
Miltiad Beshiri
RICORDI COME MACCHIE D'INCHIOSTRO
Edoardo, appena tornato da scuola, entra nella casa del nonno con le mani e il viso sporchi
d’inchiostro.
Quando il nonno lo vede dice: “Perché sei tutto sporco? Vai a lavarti le mani e il viso!” Il
bambino chiede: “ Nonno, tu le mani non le sporcavi mai?”
Allora il nonno incominciò a pensare…
Un giorno ero a scuola, mi si rovesciò l’inchiostro sul quaderno e diventò tutto nero. Io mi
ero sporcato le mani, poi senza accorgermene anche il viso, ero davvero buffo!
Tutti si misero a ridere, anche la maestra. Poi anch’io.
Andai in bagno, mi lavai il viso molte volte perché l’inchiostro non andava via .
Il giorno dopo alcuni compagni iniziarono a prendermi in giro, io lo dissi alla maestra , che
urlò: “ Bambini andate subito dietro alla lavagna in ginocchio! Non si prendono in giro i
compagni!”.
Appena Edoardo ha finito di lavare le mani chiede: "Nonno cosa stai facendo???"Dopo lui
smette di pensare e risponde: "No niente, stavo solo pensando!"
Edoardo e il nonno vanno a pranzo.
Daphne Brenci
UNA PUNIZIONE INGIUSTA
Erano le una e cinque, Marta torna da scuola e dice al nonno: "Nonno, oggi non possiamo
andare al parco perché la maestra ci ha dato tanti compiti ed é stata severa"... Il nonno
ascolta in silenzio e pensa povera nipotina anche lei costretta a combattere contro la scuola.
Ero piccolo andavo tutti i giorni a scuola e c'era la verifica di matematica, il cuore mi batteva
a mille. Io avevo studiato tutta la notte, mi impegnai molto e pensai di aver fatto bene
invece... il giorno dopo ,la maestra aveva correttole verifiche, mi chiamò, io ero il primo e
disse: "Paolo guarda hai sbagliato tutte le divisioni, moltiplicazioni, addizioni e sottrazioni
hai sbagliato praticamente tutto". Sapendo cosa mi aspettava...mi misi in ginocchio con le
mani in avanti e mi diede cinque bacchettate su ogni mano per tre volte e poi mi fece andare
dietro alla lavagna.
Io dopo cinque minuti dissi alla maestra:" Maestra devo andare in bagno "No , Paolo resta
lì".
E io:" maestra devo andare in bagno!" Paolo resta lì ".
Dopo cinque minuti ... si vide un laghetto formarsi da sotto la lavagna che da lì si dirigeva
verso il centro della classe, la maestra gridò "Paolo subito in presidenza ", mi bocciarono e
mi mandarono al riformatorio minorile .
Marta Riccio
DOLCI RICORDI
La nonna Gigliola sta andando a comprare il pane nel negozio davanti a casa sua.
Appena entra sente il profumo di frappe e strufoli e si ricorda…
Era a scuola, era il giorno prima di Carnevale e lei e la sua classe erano riuniti in aula.
Dopo un po’ entrarono le bidelle, su ogni banco c era pasta ,farina ecc…
Mentre le bidelle spiegavano il procedimento per fare gli strufoli, i bambini li facevano
divertendosi e infarinandosi tutti.
Intanto le maestre passavano in mezzo ai banchi controllando che i bambini non facessero i
birichini tirandosi addosso la farina.
Quando avevano finito le bidelle prendevano gli strufoli e davano voti ai meglio riusciti.
Dopo la maestra dava loro cinque minuti di tempo per pulirsi e poi riprendevano la lezione.
La mattina dopo vestiti con le maschere mangiavano i loro strufoli…
Ma a un certo punto il fornaio le chiese: <<Gigliola cosa vuoi?>> e così interruppe il suo
ricordo.
Marta Bragetti
LA MIA SUPERNONNA
Ho finito di pranzare e mi catapulto in camera come un razzo prendo il telefono, il foglio, la
matita e chiamo mia nonna.
La saluto e le dico come una giornalista: "Nonna mi puoi parlare del tuo passato?" La nonna
esclama ridendo :"certo!".
Io allora inizio con la prima domanda e lei risponde con i pensieri "sfumati"
"Allora, io andavo a scuola con mia sorella con la mia cartella piccolina.
Appena entravo la maestra mi guardava e mi annusava per sapere se il mio corpo profumava
come un fiore. Certe volte le maestre dicevano che io ero la più profumata.
Poi non so se mi ricordo bene ma visto che noi non andavamo in gita ci facevano giocare e ci
raccontavano le storie.
Le nostre maestre erano molto brave, ma se non facevamo i compiti ed eravamo cattive ci
mettevano all' angolo della classe e non ci facevano parlare con nessuno per due ore.
Noi finivamo la scuola alle 16,30 e quindi per pranzo mia madre portava: primo, secondo e
terzo, beh un ottimo pranzetto! Poi, dopo finita la scuola, io insieme a mia sorella andavamo
al negozio dei nostri genitori e così giocavamo a: campana, con la palla e a nascondino!"
Allora esclamo: "Ti piaceva la scuola! Che bel passato che hai avuto , oh ! scusa nonna ora
devo andare a pianoforte , Ciao ! Ciao!"
Francesca Torrisi
UNA BELLA GITA NEL BOSCO
Da piccola ero una bambina molto felice, andavo a scuola nel mio paese in Albania.
Quando finiva la scuola o ogni volta che c'era una festa o arrivava un nuovo alunno,
andavamo nel bosco “D Codra"
Una volta ho visto in mezzo al bosco un cervo marrone, che beveva un po’d’acqua, aveva
corna lunghe e le zampe infangate, proprio come se avesse giocato nel fango.
Io ero molto felice, stupita e meravigliata, così tanto che non sentivo la maestra che mi
diceva: “Vieni qui ,vieni a nasconderti, dietro al cespuglio sennò il cervo scapperà prima che
i tuoi compagni finiscano il disegno!”
Infatti a quei tempi non c’era la macchinetta fotografica e allora facevamo dei bellissimi
disegni per ricordare…
Silvio Dervishi
ROSSA COME UN PEPERONE
Quando la mia nonna andava a scuola in Macedonia gli piaceva molto fare ginnastica. Ma un
brutto giorno, nell’ ora di ginnastica, aveva indossato dei pantaloni stretti e quando si
abbassò per fare un esercizio, si strapparono. Tutti i bambini ridevano mentre lei diventò
rossa come un peperone dalla vergogna. Quel giorno ritornò a casa con i pantaloni strappati e
trovò la sua mamma che stava lavando tutti i suoi pantaloni e la nonna disse:<<Mi si sono
strappati i pantaloni mentre facevo ginnastica!>>. Così la sua mamma prese l’ago e il filo e
subito cucì i suoi pantaloni stretti. La mia nonna rispose:<<Da oggi farò qualche esercizio in
più e proverò a dimagrire>>.
IbraimBekirov
NONNO GUERRIERO
Ogni giorno nonno Guerriero dopo la scuola, andava a pascolare le pecore con suo fratello
Giancarlo. Spesso giocavano a nascondino correndo di qua e di là.
Un giorno le pecore scapparono via e quando il nonno ritornò a casa disse: “Mamma,
purtroppo gli animali sono scappati via".
La mamma rispose: “Andate subito in punizione”.
Eleonora Pierini
UN PICNIC CON LE FORMICHE
Ero piccola, andavo sempre a scuola anche se ero malata. Abitavo a Durazzo e la mia scuola
era lontana, ci voleva un'ora per arrivare.
A primavera c'era la festa più amata da noi alunni perché tutti insieme andavamo a fare un
picnic lontano da scuola in un bel bosco. Quel giorno per poco non persi il "furgoncino", un
piccolo pullman che ci accompagnava in gita.
Mentre camminavamo nel bosco guardavamo gli alberi e il prato con le margherite. La
maestra ad un tratto ci ha divisi in due gruppi e ci ha detto che potevamo mangiare.
Io e mie amici abbiamo portato il panino con salame e mortadella. Mi ricordo che un amico
aveva visto un animale, tutti anche io corremmo a vederlo e lasciammo il panino sull'erba.
Quando tornammo indietro i panini erano pieni di formiche. Io lo scoprii per prima e per
fortuna non lo mangiai; io e Ana, la mia compagna di banco, ridevamo a crepapelle. Un
amico disse:<< Bleahhh, che schifo! Non farò più il picnic>>.
Luca Hoxha
NONNO MICHELE
Mio nonno Michele andava in una scuola molto confortevole, bella luminosa e splendida. La
ricreazione durava un’ora, qualche rara volta si poteva giocare così tanto che la ricreazione
poteva durare anche tutta la giornata.
Le punizioni erano molto serie visto che gli davano le frustate sulla spalla.
Mio nonno era molto gentile e generoso anche se le maestre lo odiavano senza motivo!
Nonno Michele andava a scuola anche se stava male. Gli piaceva giocare e aiutare suo padre
nei campi con i lavori agricoli.
Ugo Azodo
UNA MAREA DI RICORDI
Quando mi siedo al divano mi ricordo di quando ero piccolo. Mi viene in mente la mia casa
in Albania; abitavo in campagna, mi divertivo molto e invitavo gli amici a dormire da me. Il
giorno dopo andavo a scuola, al posto della zaino portavo la cartella con dentro l’orario di
scuola, l’astuccio e il quaderno. A ricreazione mangiavo seduto sul mio banco senza
muovermi, poi andavo in bagno e dopo uscivamo fuori a giocare a calcio. Io ero il più bravo
in porta infatti con i miei amici battevamo sempre quelli dell’altra classe.
Dopo tornavamo in classe e prendevo il quaderno di matematica e la maestra ci faceva fare
esercizi di calcolo.
Quando uscivo da scuola ritornavo nella mia casa in campagna vicino Durazzo e dopo aver
pranzato mi mettevo a studiare. Ma i miei cinque fratelli e le due sorelle mi davano fastidio.
Io a scuola alcune volte facevo il birichino e alcune volte il bravo. Una volta i miei amici mi
hanno nascosto il quaderno dove scrivevo i compiti. Allora quella volta sono tornato a casa
senza compiti.
Daniel Mecja
UN SALTO DALLA FINESTRA
Nonno Jacopo era a scuola. Stava per suonare la campanella e la maestra disse a Jacopo
:<<Per domani mi porteresti un bastoncino per punire gli alunni?>> e il nonno rispose :<<Si,
signora maestra>>.
Durante il pomeriggio nonno Jacopo andò nel bosco vicino casa e prese un bastoncino di
legno, lo tagliò all’estremità e nella parte centrale.
Il giorno dopo Jacopo andò a scuola con il suo bastoncino. Quando entrò in classe lo
consegnò alla signora maestra.
Un suo compagno di classe che non aveva fatto i compiti fu sgridato dalla maestra. Lei
afferrò di colpo il bastoncino e lo alzò verso il bambino ma…si spezzò in due parti.
La maestra pensò che Jacopo non avesse tagliato bene il bastoncino e per paura il nonno
saltò fuori dalla finestra.
Per fortuna non si fece male… la sua scuola aveva solo un piano.
Samuele Tiboca
UNA NONNA DA 10 E LODE
-Ciao nonna, come va! Oggi a scuola ho fatto un lavoro sui nonni, puoi dirmi qualcosa della
tua vita a scuola?- La nonna mi rispose:- Se proprio vuoi sapere cosa facevo a scuola , ho
così tante cose da raccontarti che scriveresti cinque o sei pagine!- e cominciò a narrare di
quando fece l'esame di quinta elementare...
-Ero super concentrata, scrivevo, pensavo e non mi accorsi che il direttore della scuola era
entrato nella nostra classe. Girava tra i banchi, guardando le verifiche e si fermò a guardare
la mia, e dopo qualche minuto mi disse: - E' proprio una bella verifica! - diventai rossa come
un peperone, ero felice, molto felice. Il voto che presi sulla verifica fu dieci con lode! -. La
nonna era molto orgogliosa
Andrea Formica
CHE FAME!
-Che ricordi!- esclama la mia nonna Rarita, che purtroppo abita molto lontano da me, perché
vive in Romania – più ci penso più me ne vengono in mente.
Quando ero piccola, il mio papà morì durante la Seconda Guerra Mondiale. Mia madre allora
sposò un altro uomo.
Però questo uomo era così cattivo che non voleva darmi nemmeno da mangiare, facendomi
soffrire per la gran fame. Per fortuna io ero molto furba: mi arrampicavo sul recinto e
gridavo a squarciagola: - Ho fame, ho fame!- Il mio patrigno che si vergognava delle mie
azioni , gridava :- Vai subito in casa e mangia, mi vergogno troppo del tuo comportamento!Allora io , tutta felice entravo in casa e mangiavo.-
Luca Magda
RICORDI DELLA NONNA
LA NONNA FRANCESCA SA TANTE COSE.
LEI MI RACCONTA STORIE LONTANE DI TANTO TEMPO FA.
QUANDO ERA PICCOLA, ANDAVA A SCUOLA A PIEDI INSIEME ALLE SORELLE.
LA NONNA PORTAVA UNA CARTELLA E DENTRO C'ERA UNA PENNA, UN
LIBRO E UN QUADERNO.
LEI GIOCAVA CON LE BAMBOLINE DI PEZZA.
MI PIACE ASCOLTARE LA NONNA.
RACHELE POLIDORI