mostra leonardiana - 2 (presentazione della mostra)
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MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA «Fu tanto raro et universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri. Hebbe bellissime inventioni, ma non colorì molte cose, perché si dice mai a sé medesimo, avere satisfatto, et però sono tanto rare le opere sue. Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira […] et fu valentissimo in tirari et in edifizi d’acque, et altri ghiribizzi, ne mai co l’animo suo si quietava, ma sempre con l’ingegno fabricava cose nuove». Così, intorno al 1540, l’autore dell’Anonimo Gaddiano, un manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Firenze e dedicato in particolare agli artisti fiorentini e alle loro opere, tratteggiava il profilo di Leonardo da Vinci, da sempre definito Uomo Universale per la sua vivace curiosità e per la sua mente speculativa. Uomo di stupefacente ingegno ed eccezionali capacità, fu in grado di spaziare in ogni branca del sapere umano del suo tempo, incarnando in pieno lo spirito universalista della sua epoca e portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell’arte e della conoscenza. L’Amministrazione comunale di Pofi, sensibile al fascino senza tempo che da secoli permea la figura di Leonardo da Vinci, ha voluto celebrare il suo talento dedicandogli un intero anno di attività e un programma coordinato d’iniziative promosse proprio nell’ambito dell’Anno Leonardiano Piano culturale integrato 2015-2016, con l’intento di concorrere all’ulteriore valorizzazione di colui che, con ogni probabilità, è il più conosciuto fra i protagonisti della cultura di tutti i tempi. Centrale nel piano culturale sviluppato per favorire una più ampia diffusione della conoscenza di Leonardo da Vinci è la mostra dal titolo: Leonardo da Vinci Uomo Universale - Il Genio e le Macchine. L’evento è imperniato sull’esposizione dei modelli delle macchine leonardiane, ognuna ricostruita secondo le indicazioni contenute nei progetti originali. L’organizzazione della mostra muove, inizialmente, da una passione personale, poi diventata una volontà condivisa da parte di tutta l’Amministrazione comunale, ferma nel proposito di restituire a Pofi un ruolo centrale per quanto concerne l’offerta culturale in ambito locale e territoriale; un po’ come già successo nel 2005, in occasione del forum internazionale sull’evoluzione umana dal titolo: Humans in the focus of our evolution. In quei giorni, decine di partecipanti provenienti da tutto il mondo, fra studiosi e scienziati accreditati, si riunirono a Pofi, nelle sale del suo Centro Servizi Culturali (oggi sede della mostra leonardiana), per dibattere sulle affascinanti ipotesi che scandiscono e spiegano le tappe del cammino evolutivo dell’uomo. L’esposizione dedicata a Leonardo da Vinci, arricchita da una rassegna di attività correlate, fra le quali si evidenziano approfondimenti culturali, consegne di borse di studio, incontri divulgativi e iniziative editoriali, ha visto la preziosa collaborazione del Museo Leonardiano di Vinci, unitamente ai patrocini della Regione Lazio e della Provincia di Frosinone. Entrando nelle sale della mostra, il visitatore è chiamato a percorrere un viaggio avvincente e coinvolgente nell’ingegno speculativo e visionario di questo straordinario uomo del Rinascimento italiano, dotato di sopraffine intelletto e singolari abilità, il cui mito è andato oltre la sua realtà storica, per diventare nell’immaginario collettivo, il simbolo stesso della genialità umana. Possiamo distinguere due modi d’intendere il genio: come irrazionale e misteriosa intuizione, o come grande lucidità di applicazione degli strumenti della razionalità; Leonardo da Vinci, senza alcun dubbio, era un genio di questo secondo tipo. Eclettico per natura, la sua dimensione esistenziale è stata quella della ricerca solitaria, finalizzata a soddisfare la sua insaziabile curiosità sul mondo e i suoi meccanismi. Opuscolo a cura di Tommaso Ciccone, Sindaco di Pofi :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE LA VITA DI LEONARDO DA VINCI Uomo d’ingegno e talento del Rinascimento italiano, Leonardo da Vinci incarnò in pieno lo spirito universalista della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell’arte e della conoscenza. Fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, matematico, anatomista, musicista e inventore: probabilmente il più conosciuto fra i protagonisti della cultura di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Da sempre viene definito Uomo Universale (espressione usata volendo indicare una persona che eccelle in molteplici discipline) per la sua vivace curiosità e per la sua mente speculativa, capace di spaziare in ogni branca del sapere umano del suo tempo: dalle invenzioni di macchine futuristiche all’architettura, alla botanica, alla fisiologia, alla fisica, alla filosofia, alle lettere, alla pittura e alla scultura. Utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione e integrando le proprie competenze, Leonardo da Vinci ha dedicato la sua vita e le sue opere all’indagine della realtà. Attraverso i Codici, ovvero scritti e disegni in forma di appunti che ha redatto lungo tutto il corso della sua vita, egli ci ha lasciato un patrimonio di opere d’incomparabile ricchezza e di grande congruità, ispirate da un fine sublime e universale: capire. 1482 1452 Leonardo nasce il 15 Aprile ad Anchiano di È l’anno del probabile trasferimento a Milano, Vinci, non lontano da Firenze. È il figlio naturale forse su consiglio di Lorenzo de’ Medici. Si di un notaio: Ser Piero. presenta alla corte di Ludovico il Moro con una lettera in cui espone le sue abilità d’ingegnere militare, architetto, scultore, pittore e musicista. Si 1460 Si trasferisce a Firenze con la matrigna e il occupa anche di organizzare le feste di corte. padre, che lo vuole avviare agli studi per fargli intraprendere la carriera di notaio. 1483 Stipula un contratto, insieme ai fratelli Evangelista e Giovan Ambrogio de’ Predis, per 1464-1469 Entra in una delle botteghe artistiche più in realizzare la pala d’altare nella chiesa di San vista della città: quella di Andrea del Verrocchio. Francesco Grande: il pannello centrale sarà la Il giovane inizia il suo apprendistato, familiarizza Vergine delle Rocce, mirabile mescolanza fra gradualmente con tutti i segreti della bottega ricerca artistica e osservazione della natura. e conosce, fra gli altri: Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e Lorenzo 1487-1490 In qualità d’ingegnere ducale è pagato per dare di Credi. il suo parere in merito ai problemi statici nella costruzione del tiburio del Duomo. La soluzione 1472 Il suo nome è registrato nell’elenco della proposta, però, sarà scartata. Compagnia di San Luca, una confraternita di pittori: è già, di fatto, un maestro indipendente. 1488 Frequenta accademie, botteghe e la famiglia Per Ludovico il Moro inizia a studiare un Medici, presso la quale conosce molti intellettuali, monumento equestre in onore di Francesco Sforza, fra cui il filosofo Marsilio Ficino. per il quale affronta numerosi problemi tecnici e di fusione. 1475 Verrocchio gli assegna l’incarico di completare 1490 la pala d’altare rappresentante il Battesimo di Ha modo di soggiornare nelle città di Vigevano Cristo. Altre collaborazioni con il maestro non gli e Pavia, dove incontra l’ingegnere senese impediscono di continuare a disegnare e a Francesco di Giorgio Martini. Descrive le opere di prendere appunti con la sua inconfondibile irrigazione del Vigevanasco e progetta la scrittura a rovescio. Sforzesca, una cascina modello per il Duca. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE LA VITA DI LEONARDO DA VINCI 1495-1498 1506-1515 Nel refettorio del monastero domenicano di Si trasferisce nuovamente a Milano su Santa Maria delle Grazie, lavora a uno dei suoi più invito di Charles d’Amboise, nuovo governatore celebri lavori: l’Ultima Cena. della città, e del re di Francia Luigi XII. Per i successivi due anni divide il suo tempo fra Milano e Firenze. 1498 Decora la Sala delle Asse del castello di Milano con un affresco in cui rappresenta un 1508-1513 pergolato di alberi uniti a nodi di nastri, Visita spesso i corsi d’acqua del fiume Adda e coniugando l’esigenza di celebrazione dinastica inizia numerosi progetti per la realizzazione di con il desiderio di una rappresentazione della opere di canalizzazione. Il suo spirito indagatore natura curata in ogni minimo particolare. lo spinge a interrogarsi sempre più sulle forze che animano e governano la natura; egli, in particolare, è affascinato dell’acqua, riconoscendo 1499 A causa della caduta della signoria sforzesca in essa una delle forze generatrici della vita. per mano dei Francesi, abbandona Milano, lasciando incompiuta l’impresa della fusione del 1515-1516 cavallo di bronzo; il modello in terracotta rimane Lasciata definitivamente Milano, è invitato a nel cortile del castello. Nel suo viaggio si trattiene Roma da Giuliano de’ Medici. Con dedizione e a Mantova e a Venezia. passione continua i suoi studi di geometria e d’ingegneria idraulica, progettando la bonifica delle paludi dell’Agro Pontino e disegnando il 1500 Ritorna a Firenze ed è protagonista di un porto di Civitavecchia. grande evento: la pubblica esposizione del suo studio preparatorio raffigurante il gruppo della 1515 Sant’Anna, realizzato per la basilica della Ha modo di vedere la mirabile volta della Santissima Annunziata. Cappella Sistina, appena terminata dal grande Michelangelo. A Bologna, dove si reca per un’ambasceria a seguito di Giuliano de’ Medici e 1502 Entra al servizio di Cesare Borgia come papa Leone X, conosce il re di Francia Francesco ingegnere militare, spostandosi frequentemente I, che lo invita a trasferirsi in Francia e a lavorare dalla Toscana alla Romagna e nelle Marche, per lui. dividendosi fra le città di Piombino, Siena, Urbino, Imola, Senigallia e Cesena, dove progetta 1516 un canale navigale per Porto Cesenatico. Divenuto primo pittore, ingegnere e architetto del re, si trasferisce nel maniero del Cloux, ad Amboise. Lo seguono alcuni allievi, 1503 È di nuovo a Firenze, impegnato insieme al fra i quali troviamo il suo favorito Francesco giovane Michelangelo nella decorazione del Melzi. Torna a occuparsi d’ingegneria idraulica, Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio; per dedicandosi allo studio e all’elaborazione l’occasione lavora alla pittura murale accurata di progetti per una residenza reale a rappresentante la Battaglia di Anghiari, mai Romarantin. terminata. 1519 Muore il 2 maggio a Cloux e per sua volontà 1503-1504 Inizia a lavorare a due delle sue opere più viene seppellito nel chiostro della chiesa di Saint famose: la Gioconda, ritratto che rimane nello Florentin ad Amboise. Nel testamento, steso il 23 studio di Leonardo fino alla morte, e la perduta aprile, lascia in eredità tutti i manoscritti, i disegni Leda, omaggio alla forza generatrice della natura, e gli strumenti al suo discepolo più caro: di cui appronta numerosi disegni preparatori. Francesco Melzi. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE I CODICI LEONARDIANI Leonardo da Vinci ci ha lasciato un corpus di opere di pregio e valore ineguagliabili: scritti e disegni in forma di appunti redatti nel corso di tutta la sua vita. Dell’intera produzione di Leonardo ci restano ancora, fortunatamente, oltre cinquemila pagine, tutte compilate con la sua inconfondibile scrittura speculare, orientata da destra a sinistra. Questa enorme massa di scritti e disegni, la più consistente del periodo rinascimentale, ha subito, dopo la morte di Leonardo, molte vicissitudini. L’aspetto e la suddivisione attuale dei manoscritti, infatti, non sono sicuramente quelli originali, quando dal maestro passarono al suo fedele discepolo Francesco Melzi. Furono proprio gli eredi di Melzi a dare inizio alla dispersione di quell’immenso materiale. Grandi responsabilità nel rimescolamento delle carte ebbe lo scultore seicentesco Pompeo Leoni che, con l’intento di separare i disegni artistici da quelli tecnologici e di unificare le pagine scientifiche, smembrò i tomi originali, formando due grandi raccolte: il Codice Atlantico e i Fogli di Windsor. Leoni, seguendo lo stesso metodo, compose almeno altri quattro fascicoli. Dal 1637 al 1796 alcuni manoscritti furono custoditi a Milano, nella Biblioteca Ambrosiana, poi trafugati da Napoleone e riconsegnati, in parte, nel 1851. Oggi gli scritti e i disegni di Leonardo sono conservati in diversi luoghi, divisi in dieci raccolte distinte denominate Codici. IL CODICE ARUNDEL Si trova a Londra, nella British Library, ed è una raccolta di 283 carte di diverso formato, provenienti da manoscritti smembrati e incollati su fogli di supporto (28x18 cm). Molteplici gli argomenti trattati: studi di fisica e meccanica, studi di ottica e geometria euclidea, studi di pesi e di architettura; questi ultimi comprendono i lavori per la residenza reale di Francesco I a Ramorantin, in Francia. La maggior parte delle pagine è databile tra il 1478 e il 1518. IL CODICE SUL VOLO DEGLI UCCELLI E’ conservato a Torino, nella Biblioteca Reale, ed è composto da 17 pagine (21x15 cm) databili intorno al 1505. Tratta principalmente del volo degli uccelli, che Leonardo analizza con un rigoroso approccio meccanico, così come studia la funzione dell’ala, la resistenza dell’aria, i venti e le correnti. IL CODICE ASHBURNHAM Si trova a Parigi, nell’Institut de France, ed è costituito da due manoscritti cartacei (24x19 cm), convenzionalmente identificati con due numeri: 2037 (ex Codice B) e 2038 (ex Codice A). In origine facevano parte del Manoscritto A, da cui furono strappati nell’Ottocento da Guglielmo Libri. Raccolgono principalmente studi pittorici (Ash. 2038) e studi diversi (Ash. 2037), che Leonardo eseguì tra il 1489 e il 1492. IL CODICE ATLANTICO E’ conservato a Milano, nella Biblioteca Ambrosiana, e raccoglie disegni per buona parte databili tra il 1478 e il 1518. Diverse le discipline affrontate: matematica, geometria, astronomia, botanica, zoologia e arte militare. Oggi si presenta riordinato in dodici volumi, formati da 1119 fogli di supporto (65x44 cm). Il nome Codice Atlantico deriva dal fatto che in origine tutte le carte erano I CODICI DELL’INSTITUT DE FRANCE raccolte in un unico volume di grande formato, Sono conservati a Parigi, nell’Institut de simile a quello degli atlanti. France, e sono composti da dodici manoscritti cartacei, alcuni rilegati in pergamena, altri in pelle IL CODICE TRIVULZIANO e altri ancora in cartone. Per convenzione sono Si trova a Milano, nella Biblioteca Trivulziana denominati ciascuno con una lettera dell’alfabeto, del Castello Sforzesco, ed è un fascicolo composto dalla A alla M, per un totale di 964 fogli. Hanno da 55 carte (20,5x14 cm). In esso si trovano misure diverse: il più piccolo è il Codice M approfondimenti di architettura militare e (10x7 cm) e il più grande è il Codice C religiosa, unitamente a pagine di studio che (31,5x22 cm). Vari i temi trattati: arte militare, Leonardo, da autodidatta, dedicava alla sua ottica, geometria, volo degli uccelli, idraulica. La formazione letteraria. La maggior parte delle maggior parte delle pagine è databile tra il 1492 e pagine è databile tra il 1487 e il 1490. il 1516. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE I CODICI LEONARDIANI I CODICI FORSTER Si trovano a Londra, nel Victoria and Albert Museum, e sono tre manoscritti cartacei, rilegati in pergamena, così denominati: Forster I (14,5x10 cm), Forster II (19,5x7 cm) e Forster III (9x6 cm). Raccolgono studi di geometria, pesi e macchine idrauliche, elaborati da Leonardo in diversi periodi, tra il 1493 e il 1505. IL CODICE LEICESTER Già denominato Codice Hammer, è stato acquistato nel 1994 da Bill Gates e fa parte della sua collezione privata. E’ un manoscritto cartaceo, rilegato in pelle, composto da 36 fogli (29x22 cm) dedicati in prevalenza a studi d’idraulica e sui moti dell’acqua (1504-1506). Sono presenti anche approfondimenti di astronomia. I FOGLI DI WINDSOR Sono conservati nel Castello di Windsor e fanno parte della Royal Collection, la collezione d’arte della famiglia reale britannica. Comprendono circa 600 disegni, non rilegati e di differente formato, contenenti studi di cavalli, anatomia e geografia, insieme a caricature e carte geografiche. Appartengono a diversi momenti della vita di Leonardo, databili tra il 1478 e il 1518. I CODICI DI MADRID Si trovano a Madrid, nella Biblioteca Nacional de España dove furono riscoperti nel 1966, e sono due manoscritti cartacei. Al fine di una rapida identificazione sono stati così denominati: Madrid I e Madrid II. La maggior parte delle pagine del Codice Madrid I, che comprende 192 fogli (21x15 cm) e raccoglie principalmente studi di meccanica, è databile tra il 1490 e il 1496; mentre le pagine del Codice Madrid II, che comprende 157 fogli (21x15 cm) dedicati a studi di geometria, sono databili tra il 1503 e il 1505. I TEMI LEONARDIANI L’ACQUA L’acqua, elemento fondamentale per Leonardo, fu spesso al centro dei suoi studi. Lo scienziato impiegò le sue conoscenze meccaniche nella realizzazione di opere di deviazione, rettificazione e regimazione dei corsi d’acqua, pensando anche allo sfruttamento dell’energia idraulica per attività produttive. Le competenze di Leonardo in materia matureranno molto durante il suo soggiorno in Lombardia (1482-1499), dove esisteva una cultura dell’idraulica assai più sviluppata. Gran parte degli studi leonardiani legati all’acqua è rappresentata da progetti d’imbarcazioni per rendere più spedita la navigazione e da soluzioni per galleggiare e nuotare senza fatica sopra e sotto l’acqua. L’ARIA Tra gli aspetti più affascinanti della ricerca leonardiana c’è senza dubbio il volo. L’interesse di Leonardo per questo tema cominciò durante il primo soggiorno milanese (1482-1499) quando, spinto da giovanile entusiasmo, si dedicò alla progettazione di macchine volanti ad ala battente, capaci d’imitare la struttura e il movimento propulsivo delle ali di un volatile. Tornato a Firenze nei primi anni del Cinquecento, Leonardo si dedicò con passione all’osservazione degli uccelli, studiandone le tecniche di volo e la struttura corporea. Lo scienziato si rese conto che il volo meccanico era irrealizzabile. Si orientò, quindi, verso il volo librato, in cui la propulsione è affidata alle correnti aeree. LA GUERRA Gli interessi di Leonardo per le armi da fuoco risalgono prevalentemente al suo primo soggiorno milanese (1482-1499), quando si trovava al servizio di Ludovico il Moro. Nei suoi taccuini, accanto a disegni di potenti armi da lancio e sistemi per superare gli ostacoli negli assedi, troviamo anche progetti di bocche da fuoco multiple, di sistemi di puntamento e di proiettili a ogiva. Il rendimento di queste armi, però, era fortemente limitato da difetti di natura metallurgica e strutturale. Le macchine da guerra di Leonardo documentano l’avvenuto mutamento, alla fine del XV secolo, delle tecniche di guerra rispetto alla tradizione militare di stampo ancora medievale. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE IL TEMA DELL’ACQUA L’ATTREZZATURA PER CAMMINARE SULL’ACQUA Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 26r Milano, Biblioteca Ambrosiana Progetto e realizzazione: Fausto Colombo, Angelo e Pietro Vassena, 1983 Leonardo descrive il suo disegno con le parole “modo di camminare sopra l’acqua”, rappresentando un uomo nell’atto di spostarsi sull’acqua, dotato di due galleggianti attaccati ai piedi e di due racchette impugnate per potersi equilibrare con le braccia. Quest’attrezzatura, sfruttando il ben noto principio di Archimede, permette all’uomo che la utilizza di galleggiare, di essere stabile e di scivolare sull’acqua. Le dimensioni dei galleggianti, infatti, sono tali da riuscire a muovere una quantità di acqua sufficiente a controbilanciare il peso dell’uomo. Il sistema evidenzia il sogno di potersi muovere sull’acqua in modo agevole come sulla terra ferma. IL PONTE GIREVOLE Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 855r Milano, Biblioteca Ambrosiana Progetto e realizzazione: IBM Italia, 1952 Fra i numerosi progetti di Leonardo volti a risolvere i problemi legati all’attraversamento dei corsi d’acqua c’è un ponte girevole dal profilo parabolico, costituito da una sola campata. Il ponte, fissato a una delle due sponde mediante un perno verticale, può ruotare di novanta gradi per mezzo di due argani di manovra, collocati lateralmente sul terreno. La stabilità del ponte, durante lo spostamento, è assicurata da un cassone contenente pietre che fungono da contrappeso. La sezione di ponte che resta permanentemente appoggiata sul terreno è munita di ruote o rulli metallici che ne consentono l’agevole e sicuro scorrimento. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE IL TEMA DELL’ACQUA IL BATTELLO A PALE Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 1063r Milano, Biblioteca Ambrosiana Progetto e realizzazione: IBM Italia, 1952 Riprendendo un’iconografia già studiata dai suoi predecessori, Leonardo disegna alcuni scafi muniti di pale rotanti lunghe un braccio e mezzo, circa novanta centimetri, parzialmente immerse nell’acqua e collegate a un ingegnoso sistema d’ingranaggi. All’interno dell’imbarcazione sono montate due manovelle, mosse dalla forza di due vogatori posizionati sotto il ponte del natante, che trasmettono il moto a due coppie di ruote dentate: quelle con un diametro minore girano più velocemente di quelle più grandi, moltiplicando la velocità di rotazione delle pale e consentendo all’imbarcazione di raggiungere una velocità di navigazione molto più elevata. L’ESCAVATRICE Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 4r Milano, Biblioteca Ambrosiana Progetto e realizzazione: IBM Italia, 1952 Leonardo sviluppò i progetti di varie macchine per automatizzare, con elevatori a saliscendi, le operazioni di trasporto e scarico del terreno nello scavo dei canali. L’escavatrice si presenta con un’asse verticale attorno alla quale ruotano dei bracci posti orizzontalmente; alle estremità dei bracci si trovano le carrucole che consentono la salita e la discesa dei recipienti adibiti al trasporto del materiale di scavo. Il movimento è regolato attraverso delle corde passanti per un’altra carrucola di comando. L’apertura automatica del fondo dei recipienti, con relativo svuotamento, è azionata dalla variazione di tensione di un complesso sistema di cordicelle, mantenute in trazione dal peso stesso del materiale contenuto. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE IL TEMA DELL’ARIA LA MACCHINA VOLANTE Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Manoscritto B, f. 74v Parigi, Institut de France Progetto e realizzazione: IBM Italia, 1952 Gli studi che Leonardo compie sul volo sono uno degli aspetti più affascinanti della sua ricerca, ispirati dal convincimento che i principi meccanici osservati in natura potessero essere riprodotti dall’uomo. Il pilota della macchina volante è alloggiato in un semicerchio metallico, in posizione prona su di una piattaforma e, spingendo con i piedi su due pedali, attraverso un complesso sistema di corde e carrucole, mette in movimento due grandi ali. La maggior parte delle macchine volanti che Leonardo inventa è dotata di ali battenti e in esse si coglie tutta l’emozione dei primi approcci al grande sogno dell’uomo di dominare l’aria. LA VITE AEREA Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Manoscritto B, f. 83v Parigi, Institut de France Progetto e realizzazione: F. Colombo, G. Valentini, Xilografia Nuova srl, 1991 In questo studio, sicuramente uno dei più conosciuti di Leonardo e fondato sull’efficacia trattiva dell’elica, in molti hanno voluto vedere una prima anticipazione del moderno elicottero. La vite aerea, con un diametro di cinque metri, fatta di canne, tela di lino e filo di ferro, è azionata dalla forza di quattro uomini che, per far ruotare l’albero, corrono sulla piattaforma centrale e spingono con le mani sulle rispettive barre orizzontali. In un modello di dimensioni ridotte, l’avvitamento può essere conseguito srotolando rapidamente una fune avvolta alla base dell’asse verticale, come nel gioco del mulinello, già in voga ai tempi di Leonardo. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE IL TEMA DELLA GUERRA IL CARRO A MANOVELLA Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 17v Milano, Biblioteca Ambrosiana Progetto e realizzazione: IBM Italia, 1983 In questo progetto Leonardo studia un sistema di trasmissione del moto all’assale delle ruote di un carro: funzione che, negli odierni sistemi di locomozione, viene svolta dal differenziale. Questo sistema di trasmissione del moto, utilizzato nel carro a manovella, è montato nella parte posteriore sotto un piano di legno. La ruota a pioli, azionata da una manovella, è disposta in orizzontale sopra a un’asse a sezione quadra, che converge in modo perpendicolare con l’asse delle ruote. La riduzione della resistenza di attrito nei perni, unitamente all’incremento della forza umana attraverso un ingranaggio, fanno di questo studio un interessante esempio di applicazione di diverse conoscenze. IL CARRO ARMATO Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Codice Arundel, f. 1030 Londra, British Library Progetto e realizzazione: IBM Italia, 1952 Nel 1485 Leonardo progetta un carro coperto, con la forma di testuggine, corredato di torretta interna per l’osservazione del campo di battaglia. La struttura presuppone anche un rivestimento con placche metalliche, per meglio svolgere la sua funzione protettiva. Nella parte sottostante della corazza, lungo l’intero perimetro, è prevista una serie di cannoni in grado di sparare in ogni direzione, garantendo un ampio fuoco di copertura e di smantellamento delle linee nemiche. La locomozione del carro è affidata agli “8 huomini” dell’equipaggio che, muovendo gli ingranaggi collegati alle quattro ruote, possono farlo spostare in ogni direzione. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE IL TEMA DELLA GUERRA LA MITRAGLIERA A TRE FILE DI CANNE Vinci (FI) – Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 157r Milano, Biblioteca Ambrosiana Progetto e realizzazione: IBM Italia, 1952 Uno dei problemi che Leonardo affronta in campo militare è quello di aumentare il volume di fuoco e la rapidità di tiro. Egli progetta diversi tipi di mitragliere, tra cui la “spingarda a organi”. Su di un carro sono montate tre rastrelliere girevoli, con undici bocche da fuoco ciascuna, per un complesso di “33 scoppietti”: mentre la prima spara, la seconda viene ricaricata e la terza si raffredda. L’alzo di tiro è regolato da una vite senza fine, che permette alla mitragliera di assumere inclinazioni diverse per l’angolo di gittata. Una paratia posteriore funge da sostegno e da blocco al corpo centrale, in modo da evitare che esso si giri su se stesso durante la scarica dei colpi. LA SCALA D’ASSALTO Vinci (FI) - Museo Leonardiano (© 2016) Leonardo da Vinci, Codice Forster I2, f. 46v Londra, Victoria and Albert Museum Progetto e realizzazione: IBM Italia, 1952 Il progetto proposto da Leonardo fa parte di alcuni studi sugli strumenti da utilizzare per la difesa e l’attacco durante l’assedio di una città. La scala d’assalto, fissata a un cavalletto e costituita da una struttura mobile a elementi scomponibili, appoggiandosi sulle mura nemiche, permette alle truppe assalitrici di superare il fossato e penetrare dentro la città o il castello. Una vite senza fine, azionata da una manovella, mette in moto una grande ruota, in parte dentata, che, girando sul proprio albero, modifica l’inclinazione e, di conseguenza, la lunghezza della scala. Una delle caratteristiche fondamentali di questa macchina è la sua stabilità. :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 :: MOSTRA :: LEONARDO DA VINCI UOMO UNIVERSALE - IL GENIO E LE MACCHINE :: 16 GENNAIO - 26 MARZO 2016 :: POFI FROSINONE IDEAZIONE E SUPERVISIONE Tommaso Ciccone PROGETTO ESPOSITIVO Roberto Panfili SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Veronica Rosati ORGANIZZAZIONE GENERALE Paola Cioci, Piero De Nardis, Marco Frabotta, Paolo Pulciani, Maurizio Rinaldi PROGETTO TEMATICO Centro Internazionale di Studi e Documentazione Leonardo da Vinci SUPPORTO TECNICO Ventura Berardi, Sante Ciolli, Fabrizio Di Giorgio, Luciano Porciati GRAFICA E COMUNICAZIONE Tommaso Ciccone ALLESTIMENTO Massimiliano Ferrante UFFICIO STAMPA Valentino Mingarelli MOSTRA ORGANIZZATA IN COLLABORAZIONE CON IL MUSEO LEONARDIANO DI VINCI GESTIONE E PROMOZIONE MOSTRA: Elena De Angelis, Silvia Imola, Matteo Molinari, Enzo Passamonti :: GIUGNO 2015 - ANNO LEONARDIANO - GIUGNO 2016 ::